Camminiamo Insieme marzo 2015

24
CAMMINIAMO INSIEME Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Marzo 2015 - n. 397 pro manuscripto TEMPO DI QUARESIMA “Convertitevi e credete al Vangelo!”

description

 

Transcript of Camminiamo Insieme marzo 2015

CAMMINIAMOINSIEMEBollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi

Marzo 2015 - n. 397pro manuscripto

TEMPO DI QUARESIMA“Convertitevi e credete al Vangelo!”

2 - camminiamo insieme

Siamo in Quare-sima. Un tempo prezioso per la vita del cristiano. Convinti di questo, noi dovremmo rin-graziare il Signore che ce lo offre, e la Chiesa, nostra ma-dre, che ci sollecita a viverlo in spiri-

to di conversione per un ritorno maggiormen-te convinto al Signore. Consapevoli di questo dono, noi ci siamo impegnati dopo aver ricevuto la cenere sul nostro capo. Lo scopo di questo cammino è in primo luogo quello della purifica-zione dai peccati e poi quello di vivere una vita cristiana maggiormente fedele al Vangelo.

PRIMO IMPEGNO: CONVERSIONEQui sorge subito l’interrogativo fondamenta-le. Che cosa vuol dire convertirsi? Conversione

vuol dire cambiamento di vita. Abbandonare certi comportamenti contrari al Vangelo, alla vita cristiana. Dio infatti, proprio perché ci ha fatti figli nel battesimo, ci vuole santi. C’è poi l’altro interrogativo. Chi deve convertirsi? Noi molto spesso riteniamo di non doverci converti-re. Ci riteniamo a posto. E lo diciamo anche. E’ una mentalità di autosufficienza, di perbenismo. Per noi sono gli altri che devono cambiare, de-vono smettere di fare certe cose, di aver certi comportamenti sbagliati. E invece tutti siamo chiamati a convertire il cuore.

SFORZIAMOCILa nostra perfezione è la santità. E questa la si raggiunge mediante una continua conversio-ne del cuore. Infatti quelle mancanze, che noi cristiani e sacerdoti ogni giorno commettiamo, quello stile di vita consumistico di cui è segnata la nostra vita, anche se ci sembrano cose insi-gnificanti, sono e restano sempre un ostacolo alla nostra vera perfezione. Dio Padre proprio

BEATA QUARESIMA!di don Giuseppe Raimondi - parroco

camminiamo insieme - 3

perché ci vuole bene e desidera la nostra perfe-zione, non si stanca mai di sollecitarci a questo impegno. Rispondiamogli generosamente. Non dobbiamo aver paura. Se siamo stati sinceri quando ci siamo impegnati a diventare miglio-ri, abbiamo percepito dentro il nostro cuore una certa soddisfazione. Era il segno che quella era la strada giusta.

SECONDO IMPEGNO:RITORNARE AL SIGNORELa conversione è sempre orientata al Signore. Con il peccato, più o meno grave, noi ci allon-taniamo da Lui. Non siamo più posseduti pie-namente dal suo amore. Il peccato di qualsiasi genere è sempre un ostacolo all’amore di Dio. La nostra vita infatti è e deve essere sempre più intessuta, imbevuta, animata, sorretta, trasfi-gurata dall’amore della Trinità. La nostra piena realizzazione sta appunto qui: essere posseduti pienamente dal Signore.

NON TEMIAMONon dobbiamo allora aver paura di ritornare al Signore. Lui non ci obbliga, vuole che rispondia-mo liberamente al suo invito. Lui ci aspetta sem-pre con amore, vuole realizzare un vero incontro d’amore. Lui ordina ogni cosa, ogni avvenimen-to, ogni incontro, ogni situazione della nostra vita per far breccia sulla nostra volontà. La ri-sposta deve essere nostra, personalmente nostra.

S u -periamo allora ogni paura. Lui vuole veramente il nostro vero bene, la nostra autentica felicità.

POICHE’ ABBIAMO ANCORA TEMPOConsapevoli che nella conversione e nel ritorno al Signore sta tutto il nostro vero bene, affret-tiamoci ad utilizzare questo tempo di Quaresima per una sincera conversione e per un gioioso ab-bandono al Signore.A tutto questo ci siamo impegnati all’inizio della Quaresima ricevendo la cenere sul capo.La Pasqua che vivremo tra qualche settimana realizzi veramente un autentico abbandono al Signore. Inizieremo allora a vivere da veri figli di Dio, avremo gioia piena nel cuore e saremo testimoni del suo amore in casa, nel quartiere, ovunque la vita ci ponga a vivere.

4 - camminiamo insieme

Le nostre proposte per la Quaresima

Riportiamo di nuovo le iniziative Quaresimali già presentate sul bollettino del mese di feb-braio.

ESERCIZI SPIRITUALI POPOLARIIN PARROCCHIAEcco per tutti una felice e fruttuosa esperienza spirituale. Li riproponiamo ancora, consapevoli che, quando si ascolta la Parola di Dio, il bene fiorisce sempre. Si tratta infatti di momenti di ascolto e di riflessione comunitari.Si tengono in S. Fereolo nei giorni di martedì 10 – mercoledì 11 - giovedì 12 marzo.• Per gli anziani nel pomeriggio con inizio

alle ore 15.• Per giovani e adulti alla sera con inizio

alle ore 21.

CELEBRAZIONISi tratta di momenti nei quali siamo chia-mati ad aprici alla grazia di Dio median-te i sacramenti o con celebrazioni liturgiche Quaresimali.Suggeriamo di par-tecipare liberamente una volta alla setti-mana ad una Messa. Sarà il modo per dire al Signore che il suo sacrificio non lo vi-viamo soltanto quan-do c’è l’obbligo del precetto.I sacerdoti sono poi a disposizione per le confessioni sia prima che dopo la celebra-zione della Messa op-pure in altri momenti da concordare o an-

che per un conversazione spirituale.

VIE CRUCISAnche quest’anno vivremo il mistero della no-stra redenzione percorrendo assieme la via del-la croce Ecco i giorni e gli orari:• venerdì 20 marzo alle ore 21 animata dai ragazzi e dagli adolescenti (ovviamente tutti possono partecipare)• venerdì 27 marzo alle ore 20,30 stazione

cittadina dal Duomo al Crocifisso della Maddalena.

PREGHIERAInsieme alle diverse celebrazioni non deve mancare la preghiera personale e comunitaria. E’ qui che realizziamo un vero incontro con il Signore a tu per tu. Se preghiamo da soli siamo poi preparati per la preghiera comunitaria.

Invitiamo allora all’a-dorazione o preghiera silenziosa del martedì in S. Fereolo. Dalle ore 21 alle 22. In quest’o-ra è possibile sostare a pregare nel silenzio per quel tempo che si desidera:• all’adorazione del venerdì al S. Cuore dalle ore 16 alle 17.• in S. Fereolo dalle ore 16,30 alle18.

CARITA’L’incontro con il Si-gnore deve portare all’incontro con il fratello. Si vedano a questo proposito le indicazioni nella pa-gina 10 dedicata alla Caritas.

camminiamo insieme - 5

LA PARROCCHIA:OPERA DI DIO E DEGLI UOMININei nostri paesi e nelle nostre città vediamo sempre al di sopra dei tetti ergersi un campanile. Non è una torre di osservazione. Non è neppure un’opera costruita per manifestare la propria su-periorità. E’ invece il segno di una speciale pre-senza, dove convergono in una mirabile armo-nia l’opera di Dio e l’abbandono fiducioso degli uomini attratti dalla grazia. E così il campanile è il segno che lì vive e opera una comunità cri-stiana che chiamiamo parrocchia.

OPERA DI DIOSiamo più che mai consapevoli che la comuni-tà parrocchiale vada avanti per la potenza dello Spirito Santo che la anima e la sostiene sia nel suo essere che nel suo servizio al quartiere. Non è e non deve essere vista come un gruppo uma-nitario, nemmeno come frutto della buona vo-lontà di alcuni uomini e di donne generose capi-tanati da uno che viene chiamato prete. Se tutto

questo è quello che l’uomo della strada vede quando guarda una comunità parrocchiale, non è e non deve essere vista e considerata così da chi la vive e per lei si spende generosamente. La parrocchia è dono del Signore ad un quartiere. La chiesa universale è dono d’amore al mondo intero. E tutto questo lo vediamo nella persona e nell’opera pastorale di papa Francesco.

OPERA DEGLI UOMINISe tutto questo è vero, dobbiamo però dire che la parrocchia va avanti anche per la generosità di tutti coloro che riconoscono in lei la presen-za del Signore. Quanti infatti si spendono per conservarla, per renderla viva, perché svolga nei dovuti modi la sua opera di evangelizzazione. Se non ci fossero i volontari che con disinteresse svolgono i loro servizi, la comunità non sarebbe visibile, non sarebbe di aiuto alla volontà del Padre che vuole, attraverso il loro umile e a vol-

San Fereolo, via Papa Giovanni

6 - camminiamo insieme

te poco riconosciuto servizio, manifestare il suo amore al quartiere.

TUTTI E DUE INSIEMEQuando vediamo una comunità parrocchiale che si raccoglie noi siamo chiamati a vedere la pre-senza del Signore e poi il tessuto umano forma-to da chi desidera rispondergli.Perché infatti ci sia una parrocchia è necessario soprattutto che il Signore chiami e si renda pre-sente. E’ lui che dà vita alla famiglia cristiana. Se non fosse il suo Spirito che parla attraverso la sua Parola, se non compisse ancora il suo mi-racolo, mediante i sacramenti, la comunità non esisterebbe. E’ necessario però che ci sia anche il tessuto umano, vale a dire uomini e donne, giovani e bambini che accolgano e si lascino la-vorare dalla grazia del Signore.

PER CHE COSA?Per vivere l’amore del Signore sia a livello per-sonale che comunitario e così salvare le proprie anime. La comunità parrocchiale ha però anche un altro obiettivo: testimoniare l’amore del Si-gnore a tutti coloro che l’accostano ed essere segno vivo dell’amore di Dio per il quartiere. Consapevoli di questi due servizi, non possiamo far altro che ringraziare il Signore che nella sua bontà si rende presente e fa di noi battezzati il suo amato popolo.

AMIAMO E VIVIAMO LA PARROCCHIASe è vero tutto questo, ne consegue un dupli-ce preciso impegno. In primo luogo dobbiamo amare la parrocchia. Se è lì che in modo par-ticolare il Signore si manifesta e riversa nei nostri cuori il suo amore, dobbiamo amarla e ringraziarla. Perché possiamo amarla veramente è necessario che superiamo quella visione che ci fa vedere solo i limiti della comunità. Sono povertà umane di chi la frequenta e la forma. Il Signore è al di sopra di tutto questo. Dobbiamo poi viverla frequentandola assiduamente. Pen-siamo in modo particolare alla Messa, alle diver-se celebrazioni ed alle sue numerose attività. E se poi si ha un po’ di tempo, superando pigrizie e diffidenze, assumiamo anche qualche piccolo servizio di volontariato.

Un poeta latino, pagano, diceva: “Video melio-ra, proboque! Deteriora, tamen, secuor!” Cioè: “Vedo le cose migliori, e le approvo! Tuttavia, seguo le cose peggiori!” Lo stesso S. Paolo, nella lettera ai Romani, ha queste affermazioni: “Sap-piamo che la legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato. Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto. Ora se faccio quello che non voglio, riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. lo so, in-fatti, che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla Legge di Dio, ma nelle mie membra, vedo un’altra legge che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da que-sto corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io, dun-que, con la mia ragione, servo la Legge di Dio, con la mia carne, invece, la legge del peccato.” (Lettera ai Romani, 7,14-25). Sono affermazioni, sia quella del poeta pagano, come quella di S. Paolo, che ci dicono chiara-mente che la nostra natura umana è stata ro-vinata dal peccato originale per cui in noi c’è sempre una lotta tra la nostra anima (infusa da Dio e, quindi, attirata continuamente a Lui) ed il nostro corpo (fatto dalla terra, quindi conti-nuamente attratto dai beni materiali). Il poeta latino, essendo un pagano, non poteva spie-

camminiamo insieme - 7

I doni dello Spirito Santo

LA FORTEZZAdi don Marco Avogadri

garsi questa lotta interiore, S. Paolo, invece, illuminato dalla grazia del Si-gnore, ce l’ha spie-gata molto bene: è una lotta che ri-chiede da noi assi-dua collaborazione e vigilanza perché

il Diavolo si è associato alla fragilità del nostro corpo e continuamente ci tenta...Dio, però, da buon Padre, ci ha mandato in aiuto il suo Figlio Gesù, il quale non si è ac-contentato di raccomandarci la vigilanza, ma ci ha fatto dono del suo Spirito con il dono della Fortezza capace di rintuzzare i continui assalti del Demonio.

FRAMMENTI DI VITA QUOTIDIANA1. Mi sono arreso: per evitare di essere deriso, per non rischiare di perdere il mio amico più caro, mi sono staccato dall’Oratorio, anch’io ho inventato scuse complicate per giustificare il mio allontanamento dalla S. Messa festiva. Mi spiace che il mio prete non mi chieda più niente, sento che molti pomeriggi sono squallidi e vuoti - con tutto quello che potrei fare! - ma, come fare senza amici? I miei genitori hanno da dire su tutto, sui vestiti che metto, sulle parole che uso, sul come mi pettino, sull’ora in cui rientro la sera, sui voti che prendo a scuola…. Hanno ragione anche loro, ma la compagnia che fre-quento è fatta così e con loro mi sento sicuro, da solo, mi sento perduto. Qualche volta sono lo zimbello del gruppo, ma... è meglio essere presi in giro che essere di nessuno. Non dico che sono contento e non dico che sia poi molto diverten-te stare per ore a parlare di niente ed a vantarsi

di imprese s tup ide , ma, se non sto c o n l o r o , di chi sono io?

2. Basta che la smetta! “E se vuole la te-levisione in camera, che abbia la TV in camera! Sono stufo di questa storia!” Così è finita la discussione che durava da settima-ne, fatta, più che di argomenti, di puntigli, di ricatti, facce scure e mutismi ostinati. La ra-gazza ha quattordici anni ed una sorprendente capacità di ottenere quello che vuole. “Se c’è qualche trasmissione che mi interessa, la tele è sempre occupata... tutte le mie amiche parlava-no di quel film ed io me ne stavo lì come una stupida... m’avevi promesso un regalo per il mio compleanno...”. E così per settimane, quando si degnava di parlare.E pensare che quando eravamo fidanzati, pro-gettavamo la casa senza TV per non essere come i nostri genitori, bloccati lì per ore! Adesso fini-remo per averne tre! Lo so che la TV non aiuterà mia figlia a diventare migliore e immagino che sciuperà del tempo per inseguire vicende assur-de, curioserà tra programmi sconvenienti, riem-piendosi la testa di fantasie di cui vergognarsi. Lo so che non è un bene, ma anche la mia pa-zienza ha un limite e penso che, quando vengo a casa stanco dal lavoro, di aver diritto ad un po’ di calma. La figlia abbia anche lei la TV in stanza, basta che la smetta! Domani la ragazza vorrà anche navigare incontrollata in internet...

8 - camminiamo insieme

PREGHIERA E RIFLESSIONEInvoco con voi e per voi lo Spirito Santo per-ché effonda il dono della Fortezza. “Essere forti, secondo il Signore, significa essere fedeli e per-severanti nella fede, senza lasciarsi sviare da opinioni peregrine, da mode seducenti ed egoi-ste, da calcoli di opportunità e di successo. La fortezza è l’atteggiamento di chi è saldo nell’ob-bedienza amorosa al Signore e sopporta per lui prove e desolazioni, senza abbandonare la via a volte oscura e dolorosa della sequela del Si-gnore. Il cristiano non si piega a nessuno se ha accolto e coltivato in sé il dono della Fortezza.” (C. M. Martini: Tre racconti dello Spirito). Il dono della fortezza fa nascere la fierezza della propria originalità e dona energìe per diventare protagonisti.Così anche un ragazzo timido ed impacciato, può avvertire il desiderio di liberarsi dal com-plesso d’inferiorità che lo rende sempre grega-rio, dalla paura di restare solo. Un giorno sarà

consolato da amicizie che non sperava, da una gioia dentro che non aveva mai provato e dal ritrovato gusto di alzare gli o c c h i verso il Signore crocifisso e mor-

to anche per lui.Dicono gli psicologi che il passaggio da un gruppo ami-cale ad una comunità sicura,

accogliente ed educante sia piuttosto faticoso, ma lo Spirito

di Fortezza aiuta, incoraggia e sostiene. S’incomincia con la sin-cerità: “Non mentirò più a nessuno, soprattutto a me stesso per voler dimostrare che sono giuste le cose sbagliate!”A questo punto, dopo questo atto di umiltà, uno già sente dentro di sé lo sguardo incoraggiante del Signore che, amorevolmente, lo invita ad un cammino di ritorno al Padre buono e misericordio-so.

Il dono della Fortezza rende libe-ri e fa della resistenza e della perseveranza nel bene, un’esperienza bella da vivere.Lo Spirito Santo, con il dono della fortezza edifica uomini e donne capaci di una sapienza educativa che non si lascia piegare dai malu-mori e non prende decisioni per esasperazione. La pazienza di ascoltare non è per accondiscen-dere o accontentare, ma per capire e fare capire. Il figlio o la figlia intuiscono già prima di aprir la bocca se la richiesta è sensata e già sanno che non sarà accolta. Intuiscono anche quando si tratta di capricci: sanno che è inutile fare il muso ed arrabbiarsi.Fanno fatica a riconoscerlo, ma sentono che i genitori hanno ragione; e il rumore passerà.Ci sono passaggi che sono difficili per tutti, ma i genitori cristiani, per la grazia del sacramento del Matrimonio, hanno una risorsa inesauribi-le di fortezza e di lucidità: cercano di chiedere aiuto a quel Dio che li ha voluti uniti in Matri-monio e che li ha voluti procreatori di nuove creature capaci di continuare qui sulla terra la lode al Padre Celeste (C. M. Martini: Lo Spirito Santo in famiglia).

camminiamo insieme - 9

Il Vescovo di Lodi in visita alla parrocchia di San Fereolo

In occasione del-la festività di San Bassiano, patro-no della nostra parrocchia e del-la diocesi, mons. Malvestiti ci ha fatto una graditis-sima visita.Dopo la celebra-zione della S. Messa della do-menica sera, il nostro Vescovo si è intrattenuto con i parrocchiani presenti ed ha im-provvisato con la corale parrocchia-le un canto.

10 - camminiamo insieme

ANCORA SULLA NOSTRA CARITAS

La nostra Caritas, come è stato detto nella mes-sa di ringraziamento il 31 dicembre, è un po’ come il fiore all’occhiello della parrocchia. Di-cendo questo diciamo subito anche che non sia-mo malati di Caritas. Se abbiamo una malattia è solo quella che riguarda Gesù. E’ Lui la nostra passione interiore, la nostra gioia profonda, la nostra viva speranza. E in forza di questa ma-lattia d’amore ci spingiamo ad amare quello che Lui ama in primo luogo e che ci invita ad ama-re e a servire: i poveri. Facendo questo noi gli diciamo concretamente che gli vogliamo bene perché sappiamo per fede che servendo i poveri serviamo Lui perché vive di nuovo in loro an-che se sono passati ormai duemila anni dalla sua presenza fisica in questo mondo.

ANCHE SE E’ DIFFICILEAnche se abbiamo fede, sappiamo per esperien-za che non è sempre facile vederlo nei poveri che spesso incontriamo per via o vengono alla porta della casa parrocchiale o chiedono aiuto alla Caritas. Dobbiamo infatti fare i conti con il nostro stato d’animo, con le nostre forze morali e tante volte anche con le nostre tasche vuote. E’ però soprattutto l’incertezza della loro sincerità che a volte ci blocca nel dare loro un aiuto. No-nostante queste perplessità noi dobbiamo aiu-

Anche in Quaresima ritorna la settimana della Carità. Si tratta di una settimana nella quale siamo maggiormente sollecitati ad ave-re un cuore aperto ai poveri, una mente che sa leggere le loro difficoltà e un spirito che si impegna in qualcosa di concreto nei loro confronti. Vivremo questo appuntamento nella settimana che va da domenica 22 a do-menica 29 marzo. In questa settimana il cesto che raccoglie i generi alimentari dovrà essere tenuto maggiormente in considerazione. Il digiuno che siamo invitati a fare in questa Quaresima deve esprimersi non solo nella ri-nuncia a qualcosa, ma anche servirsi di quel qualcosa a cui rinunciamo per aiutare chi ha bisogno. Saranno messi poi a disposizione dei fogli per la meditazione sulla carità. E così, educati alla carità compiremo il nostro gesto con maggior convinzione. La Domenica delle Palme, chiudendo la settimana della carità, saremo tutti invitati ad andare a messa non solo per prendere l’ulivo benedetto, ma anche per portare un pacchetto per i poveri.

La settimana della carità

camminiamo insieme - 11

tarli, vogliamo aiutarli. Come si diceva è la fede in Cristo che ci deve far superare questi blocchi psicologici.

CHE FARE?La nostra Caritas si è impegnata in diversi servizi. Li abbiamo elencati sull’ultimo nostro bollettino parroc-chiale. Ci preme però ora di sotto-lineare che questo impegno per i po-veri è di tutti e di ciascuno. Se esiste la Caritas è per venire incontro a quei servizi che sono impossibili singolarmente e per dare una certo aiuto a chi versa in difficoltà.Ma l’impegno di aiutare i poveri vedendo in essi il Signore stesso, è di tutti, nessuno escluso. Quanti piccoli gesti di bontà si possono fare! Ba-sta aprire un po’ gli occhi e si vedono, sia vicino

alle nostre abitazioni, sia nei nostri palazzi, sia per la strada, tanti poveri o persone che versano in difficoltà. A volte basta un atto di bontà, un saluto oppure un suggerimento perché vada alla Caritas. E poi c’è quell’aiuto che coinvolge la nostra stessa persona. A questo proposito pensiamo al volontariato. Infatti la Caritas sia parrocchiale che cittadina va avanti per il volontariato. Ecco allora qui nei due riquadri le nostre necessità parrocchiali.

Il nostro doposcuola esiste da più di vent’an-ni. Ed ha sempre bisogno di insegnanti. I ra-gazzi da aiutare sono numerosi e coloro che li aiutano sono sempre pochi. Siamo più che mai convinti che nel nostro quartiere ci sono diversi insegnanti in pensione. Quanto bene potrebbero fare. E invece…. Non vogliamo costringere nessuno. Noi aspettiamo. Pre-ghiamo il Signore che smuova i loro cuori e spinga la loro volontà a superare le possibili difficoltà. Agli insegnanti veri e propri po-trebbero unirsi anche quegli uomini e donne che negli anni passati hanno avuto una certa dimestichezza con i compiti e le lezioni dei loro figli. E anche qui quanti potrebbero… in-vece. Non lamentiamoci se poi i ragazzi di oggi non sanno scrivere, non sanno leggere, non sanno….

Abbiamo bisogno per il nostro doposcuola...

12 - camminiamo insieme

Questa è la pagina che non manca mai sul no-stro bollettino parrocchiale. E’ il segno concreto che la parrocchia è aiutata anche nelle sue dif-ficoltà finanziarie. Se mancasse sarebbe grave, non solo perché ci mancherebbero gli aiuti fi-nanziari, ma soprattutto perchè verrebbe meno lo spirito di generosità nei suoi confronti. La generosità si vede non solo nelle offerte più o meno grandi, ma in modo particolare nell’inten-zione che si esprime mentre viene consegnata. Pensiamo a chi offre perché sta per andare in ospedale e chiede una benedizione particolare. C’è chi offre per ringraziare, per aiutare chi ver-sa in necessità. Infatti diverse persone anziane, non potendo portare nel cestone della Caritas il proprio sacchetto, fanno la loro offerta in de-naro affinché qualcuno comperi qualcosa per i poveri.C’è chi offre in occasione del primo stipendio ricevuto, chi è andato in pensione offre qual-cosa della sua liquidazione. L’elenco potrebbe continuare.Ecco allora quanto abbiamo ricevuto in questo mese (importi in euro): 30 per l’oratorio; 20 dal-la comunione anziani; 45; 25 dalla comunione anziani; 15; 50 per l’oratorio; 60 per l’oratorio; 25 dalla comunione anziani.All’offerta ricevuta di 90 euro da parte dei con-dòmini di piazza Gobetti, si sono aggiunte 20 euro. La Messa per i defunti del condominio sarà celebrata sabato 28 marzo alle ore 17 al S. Cuo-re.

PER I DEFUNTIIl condominio “Olimpia” ha offerto per il defun-to Franco Mario la somma di 125 euro. Il defun-to è stato iscritto alle Messe perpetue.Il condominio “Fanfulla 3° lotto” ha offerto 80 euro per il defunto Premoli Umberto. Il defunto

LA VOSTRA GENEROSITA’

è stato iscritto alle Messe perpetue.Il condominio “Fanfulla” ha offerto 100 a suf-fragio del defunto Federico Giuseppe. Il defunto è stato iscritto alle Messe perpetue.

S. CUORE (importi in euro): 50; 310; 45; 100; 130; 190. 90; 50. Dalla domenica fine mese di gennaio 1050 euro.

GRAZIEPoiché questa pagina si ripete, si ripete anche il grazie della comunità a tutti coloro che in un modo o in un altro sostengono le spese, favori-scono le attività pastorali, aiutano a conservare le strutture parrocchiali.La parola grazie è semplice, e se si vuole anche povera, ma se abbiamo cuore e poi un po’ di fede, diventa ricca e significativa. Noi le dia-mo questo valore e vorremmo che chi offre la ricevesse con questo spirito. Alla parola “gra-zie” c’è sempre unito, da parte della comunità parrocchiale, il costante ricordo nella preghiera. Vorremmo però che i nostri offerenti avessero anche la consapevolezza che il Signore tiene conto del loro cuore sia in questi giorni sia per l’eternità.

camminiamo insieme - 13

L’Associazione Amici di San FereoloDIARIO DEL MESEdi Marinella Molinari

I nostri incontri sono ripresi il 2 Febbraio, nel giorno della Candelora. Alle ore 15 è iniziata la celebrazione con la benedizione delle candele, cui è seguita la Santa Messa. Al termine ci sia-mo ritrovati tutti in oratorio per fare merenda in compagnia: ci aspettavano una tazza di ciocco-lata calda e qualche fetta di panettone, prepara-te da Paola e Vittoria. Chi lo desiderava poteva rinnovare la propria iscrizione all’Associazione, facendo timbrare la tessera e dando una piccola offerta. Questi momenti, in cui siamo tutti in-sieme, sono molto belli perché ci permettono di migliorare i rapporti di amicizia tra noi. Passare un’oretta in compagnia ci fa bene, ci rilassa per-ché riusciamo a dimenticare i nostri problemi e a liberare la mente per un po’ di tempo. Purtroppo molte persone, per vari motivi, non si sentono di uscire di casa o sono impossibilitate a farlo. Finiscono così per sentirsi sole: la solitudine è un fenomeno caratteristico della nostra società. A volte fare un piccolo sforzo ci aiuterebbe a stare meglio; scambiare qual-che chiacchiera, un sorriso con qualcuno oppure mangiare qualcosa insieme può servire.Nel Vangelo leggiamo spesso che Gesù si è fermato a man-giare da amici o da sconosciuti che lo invitavano. Anche que-sto fa molto bene e ci aiuta ad essere sereni. E infine, ma non è l’ultima cosa: pregare insieme. L’11 febbraio c’è stata, come da tra-dizione, la Santa Messa per la Madonna di Lourdes; il 18 la Santa Messa delle Ceneri con l’imposizione della cenere sul capo. Tutte queste celebrazio-

ni sono state partecipate perché particolarmente “sentite”; al termine siamo usciti dalla chiesa in un vero stato di grazia! Vi invito a riflettere su ciò che ho scritto in que-ste righe. È possibile che, superando il desiderio di stare in casa al caldo, si possa fare qualcosa per il nostro benessere? Io ne sono convinta e vi invito sempre con affetto: partecipate ai nostri incontri, vi aspettiamo!

Ecco il programma di Marzo:• Giovedì 5: il dottor Valerio Migliorini pre-

senta il suo libro “Le pedalate del dott. San-ti”.

• Martedì 10, mercoledì 11, giovedì 12 : Eser-cizi spirituali parrocchiali per tutti i pensio-nati

• Giovedì 19: “Donne per Lodi” - incontro con la Presidente delle Cristine, sig.ra Mar-carini.

• Giovedì 26: “L’era napoleonica a Lodi” - re-latore prof. Angelo Stroppa.

14 - camminiamo insieme

A LEZIONE DAL PAPASULLA FAMIGLIAdi Cesare J. Beltran

Una nostra famiglia ha partecipato ad una cate-chesi di Papa Francesco (foto sotto). Riportiamo ciò che hanno appreso e la loro esperienza per averlo incontrato così da vicino.

La famiglia può essere considerata il tassello fondamentale di ogni stato, la pietra angolare di ogni società moderna. Essa può rappresentare il progresso o il declino della collettività, è, infat-ti, attraverso il buon funzionamento di questa meravigliosa istituzione che possiamo usufruire della risorsa più preziosa e, forse, anche quella più sopravvalutata di tutte: i giovani. La robu-stezza di una famiglia sana, costruita sulla forza e la potenza di Dio, può, attraverso i suoi frut-ti, portare un radicale miglioramento a tutte le nazioni. In questi ultimi anni, però, non abbiamo solo assistito a una delle più grandi crisi economiche

degli ultimi decenni, ma anche a un imponente e sempre più dilagante crollo famigliare in cui ve-diamo la disintegrazione e la decadenza di tutti quei valori fondamentali che facevano vigorosa una così imponente istituzione. In un momento della nostra storia in cui manca-no sempre più certezze e la continua trasforma-zione della nostra società porta a interrogarci su aspetti che fino a poco tempo fa erano scontati, creando un senso generale di disorientamento e di caos nella nostra vita, Papa Francesco ci direbbe: “Non cediamo mai al pessimismo che il diavolo ci offre ogni giorno”.Papa Francesco, proprio in questo momento d’incertezza, ha consacrato due udienze genera-li del mercoledì a questa priorità fondamentale che riguarda da vicino ognuno di noi. Durante la catechesi del Santo Padre si è capita questa necessità di unione e compattezza all’interno del

camminiamo insieme - 15

nucleo familiare come l’aveva già fatta pervenire in diverse occasioni, ma questa volta si è soffermato sulla figura di pa-dre, un aspetto d’indiscutibile rilevanza poiché è il nome con cui ci riferiamo a Dio. Il sommo pontefice ci ha invi-tato a riflettere su questa sfac-cettatura della nostra quoti-dianità, portandoci a meditare sulla responsabilità e il compi-to arduo che ogni padre deve svolgere per educare i propri figli. Un padre che deve essere presente, ma non controllore, saper correggere con fermezza ma anche perdonare, essere paziente, amorevole e deve soprattutto avere quella amabilità, gen-tilezza e misericordia dimostrata dal padre nella parabola del figlio prodigo, quella misericordia che ha tanto nel cuore Papa Francesco, tanto da averla inserita nello stemma papale in cui compare la scritta “miserando atque eligendo”. Durante una di quelle stupefacenti cateche-si sulla figura del padre ho avuto la fortuna, l’onore e il piacere di essere presente insieme alla mia famiglia. È stata una giornata colma di gioia ed emozione, prima l’ingresso all’inter-no delle mura vaticane da porta sant’Anna poi l’entrata insieme ai caschi blu dell’ONU e altre cariche istituzionali, come l’ambasciatore della sede diplomatica argentina a Roma, all’interno dell’aula delle udienze generali Paolo VI, dove siamo rimasti fino al momento del baciamano. È stata in quell’occasione che abbiamo avuto modo di salutare personalmente il Santo Padre scambiando qualche parola con lui, riuscendo a cogliere quella semplicità e bontà d’animo che ti avvolge e ti scalda il cuore e quella semplicità che solo i grandi uomini riescono a mostrare e trasmettere così facilmente. Era la seconda volta che eravamo, come fami-glia, al cospetto del più alto rappresentante della Chiesa Cattolica, prima con il Papa emerito Be-nedetto XVI dove abbiamo ricevuto la comu-nione da lui stesso nell’occasione in cui si era recato a Pavia nel 2007, poi con il Santo Padre

Francesco.Questa volta l’emozione è stata veramente tanta, forse perché si trattava del primo Papa sudame-ricano e quindi mi ci sentivo più legato oppure perché ero più maturo e potevo rendermi real-mente conto dell’importanza di quel momento, in ogni caso sono convinto che sia stato speciale per ciascuno di noi e resta il fatto che dal dia-logo con il santo padre ho capito che è l’uomo giusto al momento giusto. In un’epoca in cui il maligno cerca di paralizzarci attraverso la pau-ra, l’unica capace di spegnare il fuoco dello Spi-rito Santo che ognuno di noi porta nel proprio cuore, Papa Francesco attraverso la naturalezza delle sue azioni e la fermezza con cui intrapren-de certe strade, penso possa essere una grande guida carismatica capace di guidare la chiesa attraverso il cammino che desidera veramente il Signore che è la luce, la verità e la via.Ci sono esperienze che ti fanno pensare e che non restano solo nel passato ma che influenza-no la forma in cui agisci nel presente, questa è una di quelle. Le sfide che la nostra società o più semplicemente la nostra vita ci offre non sono penitenze o castighi ma sono la possibilità che ci dona il signore, che ci ama come un padre, per migliorarci e portare frutto a tutti quelli che ci stanno intorno, il nostro prossimo.

“Non dobbiamo avere timore della bontà e della tenerezza”.

(Papa Fancesco)

16 - camminiamo insieme

IL G.S.O., IL TORO E L’INCOM-PRENSIBILE ESSENZA DELL’ESSEREdi Roberto Folletti

Cosa unisce il nostro G.S.O. ed il Torino? Appa-rentemente nulla… Eppure basta andare un po’ oltre all’apparenza di due società agli antipodi del mondo pallonaro (una in terza categoria, l’altra in serie A ed Europa League, una dilettantistica e l’altra professionistica) per scoprire che poi non sono molto distanti…Un tifoso qualsiasi parlando della propria squadra inizierebbe a snocciolare il numero di scudetti, di coppe e trofei internazionali vinti; parlerebbe di ciò che ha. Esiste un tifoso, unico al mondo, che pur avendoli vinti e pur avendo un settore giovanile con il palmares più ricco d’Italia e tra i migliori al mondo invece vi parlerebbe di ciò che è, perché alla fine vincere non è tutto. Vi raccon-terebbe di luoghi, di persone e di storia, anzi no di leggenda perché molte squadre hanno una storia ma solo una squadra è leggenda, tutto condito di sentimenti ed emozioni dove non solo le vittorie hanno rilevanza ma anche le sconfitte assumono un sapore particolare. Questo tifoso anomalo che conosce la differenza tra l’esse-re e l’avere e quella tra l’essere e l’apparire, è il tifoso del Toro.Un bambino diventa tifoso di una squadra perché magari in quel periodo vince scudetti o coppe a volontà, un bambino del Toro non sceglie ma s’inna-mora della sua squadra nell’in-fanzia non appena con la sua innocenza inizia a capire come funziona il mondo con le sue ingiustizie da combattere e suoi dolori da superare, o addirittura alla nascita, quando ancora non sa nulla delle conseguenze a cui sarebbe andato incontro ma che se le avesse capite, avrebbe scelto ancora più convinto che

mai il suo Toro.Alla fine tifare Toro non è molto diverso che vi-vere, svegliarsi alla mattina ed iniziare a lottare; è essere contro le ingiustizie, il potere, il destino, l’omologazione, la cultura del vincitore; è la cosa più semplice e normale della vita per chi non vuo-le limitarsi a guardarla ma viverla. Il Toro è libertà e fantasia, ma anche una forza, un principio, una fede, un amore, una passione ed i suoi tifosi sono romantici ed idealisti, capaci di rendere una squa-dra sentimento, valore, ideale, trasformandola in un modus vivendi. I tifosi del Toro non sono stati piegati ma temprati dal destino, dalle morti, dagli incidenti, dalle sciagure, dai pali, dalle traverse e dalle sconfitte che non solo non li allontanano o abbattono, ma li fortificano ed uniscono.Ai nostri figli, chiederemo di andare oltre le ap-parenze, non racconteremo ciò che potremmo vincere ma di cosa rappresenta il Toro, la nostra gloria, la nostra dignità, il nostro passato, la no-stra storia, la nostra leggenda, in pratica le nostre radici, perché un popolo senza passato e senza

camminiamo insieme - 17

radici non ha futuro e perché, “Essere del Toro è la speranza in un mondo migliore” (Mondonico).Se chiedi ad un tifoso del Toro di parlare della sua squadra non può che iniziare a parlare dell’unica squadra nel mondo da tutti riconosciuta con un aggettivo davanti al nome, il Grande Torino. Non era solo una squadra di calcio, era la voglia di una città di vivere, di tornare bella e forte, dopo i disastri della guerra. Era un calcio diverso ma ciò che faceva grandi quegli uomini era, oltre allo strapotere tecnico e fisico, la loro forza morale: in un momento di crisi di identità come quello del dopoguerra fu un coagulo importantissimo per gli italiani. Rappresentavano una serie di valori che il popolo aveva come dimenticato, perso per strada: la dignità, l’onore, la fierezza. La gente si riconosceva nei suoi campioni, che erano persone normali: li incontrava per strada, al bar, alcuni di loro avevano dei negozi in centro dove lavo-ravano. Sotto la pioggia di un pomeriggio del 1949 la squadra più forte del mondo abbandonò la sce-na della sua storia ed entrò di schianto nella sua eternità. Erano le 17:03 del 4 maggio, quando la torre di controllo dell’aeroporto di Torino comin-ciò a sospettare che ci fosse qualcosa che non andava: il pilota dell’aereo che riportava a casa i giocatori del Torino non rispondeva più alla radio. Le nubi basse, inconsuete per la stagione, addormentavano la città da qualche ora, quando

si udì l’esplosione. Quell’aereo si schiantò sulla collina di Superga alla base della basilica: non si salvò nessuno. Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse. Forse il desti-no voleva arrestarla nel culmine della sua bellez-za. Il giorno dei funerali, per strada c’era tutta la città, fabbriche, uffici e negozi tutti serrati, gente e bandiere da tutta Italia in un pellegrinaggio di affetto, la città era muta, spenta e respirava do-lore. Tutti tifavano quei colori o comunque sim-patizzavano per essi, tutti, anche chi il calcio non lo aveva mai seguito, sapevano a memoria la for-mazione che divenne una filastrocca: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Di quella squadra, contro l’Ungheria, arrivarono a indossa-re la maglia azzurra della nazionale dieci gioca-tori su undici e fu vittoria... 3-2. Indro Montanelli di loro diceva: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta”. Il 4 maggio di ogni anno si assiste al pellegrinaggio dei tifosi alla basilica di Superga e alla visita della squadra alla lapide degli Invinci-bili (così furono chiamati perché “soltanto il fato li vinse”) dopo la funzione religiosa a suffragio.Quella squadra giocava al Filadelfia, uno stadio dove il Torino non aveva mai perduto per quasi sei anni, dove in cinque campionati le squadre ospiti erano riuscite a strappare solo otto punti.

18 - camminiamo insieme

Un vecchio stadio da trentamila posti, gradinate e tribune ad un metro dal terreno. Quando i gra-nata battevano la fiacca, succedeva anche a loro, c’era un trombettiere, Oreste Bolmida, che con tre squilli di tromba suonava la carica e capitan Valentino si rimboccava le maniche, dando il se-gnale a tutta la squadra, partiva il famoso quarto d’ora granata. Allora il Toro si scatenava, sembra-va che in campo ci fosse un’invasione di maglie granata e i gol fioccavano. Epiche le vittorie e le rimonte: ricordiamo la prima contro la Roma 7-0 (in trasferta) e contro la Lazio (in casa) sotto per 0-3 ribaltò il risultato per il definitivo 4-3.Il racconto del tifoso del Toro poi compie un ex-cursus di circa vent’anni: era la metà degli 60 quando apparve una figura strampalata, capelli lunghi e barba, dipingeva quadri, disegnava ve-stiti, girava per Torino con una gallina al guin-zaglio, giocava con il 7 sulla schiena, i calzet-toni abbassati, la maglia fuori dai pantaloncini, imprendibile, geniale e pazzesco, era la farfalla granata, Gigi Meroni. Quando nell’estate del 1967 stava per passare alla Juventus, i tifosi del Toro scesero in piazza a protestare, e gli operai del-la Fiat con il cuore granata cominciarono a boi-cottare la catena di montaggio: erano i giorni in cui veniva lanciata la nuova 128, e tutte usciva-no dalla fabbrica senza dei pezzi, oppure rigate, e con un volantino sul cruscotto: “Agnelli, giù le mani dal Torino”. L’ultima foto di Meroni da vivo, la maglia granata addosso, è una profezia: il Torino ha appena battuto la Sampdoria, ma lui lascia il campo a capo chino, gli occhi tristi a guardare qualcosa che nessuno in quell’istante poteva afferrare… L’incidente avvenne poche ore dopo… Quando morì, Meroni aveva 24 anni. Li ha ancora. Per sempre. Alla guida di una delle due auto coinvolte nell’investimento c’era un giovane tifoso del Toro che ancora oggi porta nell’anima la ferita di quella notte maledetta. Nella sua stan-za c’era il poster di Gigi. Al suo idolo in maglia granata assomigliava addi-rittura un po’. Per uno di quegli incroci del desti-no che solo dalle parti del Toro potevano accadere quel ragazzo diventerà 33 anni dopo presidente del Torino Calcio. Nel weekend successivo alla morte ed al suo funerale, c’era il derby con la Juventus. Tra il silenzio funereo delle tifoserie di entrambi gli schieramenti, il campo fu inondato di fiori da un elicottero, che furono raccolti poi

sulla fascia destra, quella di competenza di Mero-ni. In quella gara, i granata vinsero 4-0 (tre reti di Combin che giocò con 39 di febbre per onorare il suo amico scomparso e la quarta rete fu di Carelli che giocò con la maglia numero 7, la stessa di Meroni).Un capitolo a parte spetta ai derby che, a differen-za dei “cugini” bianconeri che ritengono essere tutti uguali, per il tifoso granata invece sono una storia a parte e molte sarebbero le pagine da riem-pire raccontando le epiche vittorie che vedevano soccombere i bianconeri eterni favoriti: nell’83, sotto per 0-2 al 70esimo ribaltammo il risultato in 3 soli minuti (3-2 il finale) o nel 2001 quan-do sotto per 0-3 riuscimmo a pareggiare (3-3) ma ancora una volta tutto sembrò crollare quando a 3 minuti dallo scadere l’arbitro accordò (l’ennesi-mo) rigore ai bianconeri, ma Salas spedì il pallone in tribuna grazie ad una buchetta fatta da Maspe-ro sul dischetto del rigore.Ma essere del Toro vuol dire parlare di Giagnoni come giocatore (il pugno a Causio) e come allena-tore (con il suo mitico colbacco), Pulici e Graziani (i gemelli del gol), Sala (il poeta), Zaccarelli, Ferri-ni (il Capitano), Mondonico (e la sua sedia alzata), Radice, Agroppi e tanti altri, oppure della finale di coppa Uefa ad Amsterdam (persa senza perdere colpendo per ben tre volte i legni di porta), di una finale di coppa Italia vinta subendo tre rigori (inesistenti) e perché no della sfilata dei 50 mila per le vie di Torino, orgogliosi di appartenere, il giorno dopo la retrocessione in B... E non si può ridurre a poche righe la storia degli “Invincibili” o di Meroni o di luoghi come il Filadelfia.Ciò che avete letto è solo un piccolo assaggio. Sarà un caso ma il Toro è la società che vanta il maggior numero di libri, di siti internet e film che narrano di personaggi, luoghi e vicende che lo hanno interessato. La storia del Toro obbedisce ad un copione drammatico: di rappresentazione in rappresentazione, società, tifosi e giocatori si sono cuciti addosso una divisa mentale ormai in-delebile come la maglia granata: è più importante soffrire (in una maniera disumana) che vincere.Essere del G.S.O. San Ferolo è un po’ come essere del Toro, perché uguale è la passione che ci muo-ve ed uguale è l’incomprensione che generiamo in chi ha sempre pensato che lo sport giovanile è fatto solo o principalmente per vincere. E tutto questo dove lo mettete?

camminiamo insieme - 19

VITA PARROCCHIALECATECHESI• Ragazzi elementari: sabato: 7 – 14 – 21 -

28• Ragazzi di prima media: domenica 8 – 15

- 29. Domenica 22 marzo alle ore 14.30 - incontro con il vescovo al Palacastellotti.

• Ragazzi di 2 e 3 media: 8 – 15 – 22 – 29 • Adolescenti e Giovani: vedere programma

in oratorio• Pensionati, adulti e anziani: vedi a pag. 13

SCUOLA DI BIBBIAProssimo incontro martedì 3 marzo.

PER LA QUARESIMAVedere programma a pag. 4.

SETTIMANA DELLA CARITASDa domenica 22 a domenica 29 marzo.

INCONTRI PER GRUPPI• Pomeriggio di Fraternità: domenica 1 mar-

zo ore 16• Volontari Caritas: mercoledì 25 marzo ore

21• Animatori dei centri di ascolto: lunedì 30

marzo ore 21

BATTESIMILa prossima celebrazione comunitaria dei batte-simi si tiene domenica 8 marzo. I genitori che in-

tendono far battezzare i propri figli sono pregati di passare dalla casa parrocchiale per iscrivere il proprio figlio e per ritirare i moduli necessari per la celebrazione. Le prossime celebrazioni si tengono il 6 aprile, Lunedì dell’Angelo, ed il 3 maggio.

FIDANZATI I prossimi corsi per la preparazione al matrimo-nio cristiano iniziano martedì 3 marzo alle ore 21 e martedì 28 aprile. Chi vuole iscriversi, è pregato di passare dalla casa parrocchiale per il foglio di presentazione al corso.

Domenica 22 marzoS. GIUSEPPE: PENSIAMO AI PAPA’ ED AIUTIAMO CHI HA BISOGNOAnche se la festa di S. Giuseppe è giovedì 19 marzo, noi ricorderemo in modo particolare tutti i papà domenica 22 marzo alla Messa dei ragaz-zi alle ore 10,30. Invitiamo allora tutti i bambi-ni e i ragazzi a venire a Messa con il papà. In questa circostanza desideriamo fare una grande festa attorno all’altare per chiedere al Signore che tutti i papà siano contenti.

20 - camminiamo insieme

Poiché domenica 22 marzo daremo inizio alla settimana della Caritas parrocchiale, invitiamo i bambini e i ragazzi, mentre vengono a Messa con i loro papà, a portare qualche genere ali-mentare per chi è senza lavoro e chiede alla no-stra Caritas un sostegno. La preghiera e il gesto di carità otterranno dal Signore nuove grazie e benedizioni non solo per il papà, ma anche per tutta la famiglia.Giovedì 19 marzo, poi, essendo il giorno della festa liturgica di S. Giuseppe, celebreremo in S. Fereolo alle ore 18 una Messa solenne per tutti i papà vivi e defunti.

Dal 27 al 29 aprilePELLEGRINAGGIO A LOURDESStanno per chiudersi le iscrizioni al pellegrinag-gio parrocchiale a Lourdes. Se qualcuno inten-de parteciparvi, è pregato di iscriversi. A questo momento sono 29 i pellegrini iscritti. Andiamo dalla Vergine per implorare grazie e benedizioni non solo per chi vi partecipa, ma anche per tutta la comunità parrocchiale.Riportiamo di nuovo le note tecniche per chi ne avesse bisogno.• Il viaggio sarà in aereo e si terrà da lunedì

27 a mercoledì 29 aprile 2015• Quota partecipazione: massimo 500 euro • Maggiorazione camera singola 90 euro• Sistemazione in hotel 3 stelle, camera a due

letti, pensione completa; importante: indi-

care con chi si vuole stare in camera• Trasporto in pullman andata/ritorno com-

preso nella quota• Acconto 200 euro da versare presso la Casa

Parrocchiale all’atto dell’iscrizione• Serve carta d’identità non scaduta.

Domenica 1 marzoPOMERIGGIO DI FRATERNITA’Dopo le diverse esperienze più che positive, ri-torna l’esperienza del “Pomeriggio di Fraternità” di primavera. A questo appuntamento sono in-vitati tutti i fedeli della parrocchia. Oggi più che mai comprendiamo la necessità di crescere nella fraternità per essere segno di quel mondo nuovo che Gesù desidera realizzare. Ecco il program-ma: domenica 1 marzo ci si ritrova in oratorio nel salone teatro. Alle ore 16 dopo una breve preghiera si ascolterà una riflessione. Questa volta sarà tenuta da Don Olivo Dragoni sul tema “Come vivere da Figlio di Dio”; seguirà una con-versazione a gruppi. Si tratta di condividere un po’ quanto si è ascoltato. Alle 18 S. Messa solen-ne per tutti in Chiesa a S. Fereolo celebrata dal parroco. Alle 19,15 circa in oratorio ceneremo insieme in serena fraternità. La conclusione è prevista per le ore 20,45.Tutti possono partecipare. E’ un modo per sen-tirsi comunità parrocchiale. Superiamo timori e pigrizia. Abbiamo bisogno di questi momenti. Per venire incontro alle spese par la cena si

VITA PARROCCHIALE

camminiamo insieme - 21

VITA PARROCCHIALEchiede un contributo di 5 euro. In fondo alla Chiesa vi sono i fogli per l’iscrizione oppure se ne parli con i sacerdoti.

ANCORA I VANDALI AL SACRO CUOREOgni giorno sentiamo che i ladri entrano in di-verse case del nostro quartiere. E questo avviene anche in altre parti della città. Purtroppo dob-biamo dire che oggi anche le nostre Chiese sono soggette a queste visite. Il loro punto di ricer-ca sono sempre i soldi. Purtroppo per cercarli spaccano e rovinano ogni cosa. Anche questo avviene sia nelle case che nelle Chiese. Ciò che impressiona maggiormente è che non si stanca-no di compiere queste visite. Infatti spesso ri-tornano sui loro passi, cioè nelle case già perlu-strate in antecedenza. Tutto questo anche nella nostra Chiesa del S. Cuore. Non è ancora passato un anno dalla loro visita ed ecco che domenica notte sono ritornati sui loro passi, nello stesso modo, con lo stesso intento, compiendo sempre il medesimo vandalismo. E così ci è toccato non solo di constatare l’amarezza di questo gesto, ma anche di vedere il grande disordine, le spac-cature dell’armadio della sacrestia. Che cosa vo-levano? Anche qui sempre i soldi. Di soldi non ne hanno trovati. Solo qualche centesimo nelle vecchie cassette. Infatti normalmente vengono svuotate settimanalmente.

IL SIGNORE HA VISTO TUTTOA noi, fino a quando saremo su questa terra, non sarà mai dato di sapere chi sono questi in-felici visitatori. Siamo però convinti che il Si-gnore non solo li ha visti, ma anche li conosce per nome e cognome. Non è intervenuto oggi perché rispetta la libertà degli uomini. Interver-rà però sulla loro coscienza quando lo riterrà opportuno. A noi il compito di rimettere a po-sto, di pulire e di far aggiustare. E dopo questo momento di amarezza, andremo avanti amando e frequentando con fede e amore la nostra cara Chiesa del S. Cuore.

IL PERCORSO DELLA VITABATTESIMI• BOVE FIAMMA di Gennaro e Zampetti An-

gelica• GEROLI ALBERTO di Giovanni e Marcon

Daniela

DEFUNTI• GIANELLI ROSANNA di anni 82• ROSSINI CLEMENZA di anni 78• PALERMO MARIANGELA di anni 85• CAMARRI OSALDA di anni 92

MESSE PERPETUESono stati iscritti: Franco Mario, Premoli Umber-to, Federico Giuseppe.

Federico Giuseppedi anni 76

Franco Mariodi anni 85

22 - camminiamo insieme

LE S. MESSE DEL MESEA SAN FEREOLODomenica 1 ore 8,00 ore 11,30 Vignati Micheleore 18,00 Lunedì 2 ore 8,30 Milani Antonia - Bernardo - Venti Franco e Albaore 18,00 Fam. Marchesi - Miragoli - TeresaMartedì 3 ore 8,30 Patrini Andreaore 18,00 Monico Giovanni - MarisaMercoledì 4 ore 8,30 Martino - Mariaore 18,00 Bignamini Pierluigi - Asaro VitoGiovedì 5 ore 8,30 ore 18,00 Ufficio per tutti i defunti della parrocchiaVenerdì 6 ore 8,30 Per tutti gli iscritti alle Messe Perpetueore 18,00 Amedeo - Angela - RobertoSabato 7 ore 8,30 ore 18,00 Negrini Sincletica - Fam. Sara -Molinari - Giordano GaetanoDomenica 8 ore 8,00 Fam. Rosa - Maria - Pasquale - Soresini Ennioore 11,30 Bianchi Ernesto - Ferrari Ernesto - Tinoore 18,00 Fam. Riboni-Trezzi - Magnani Elio - CelestinoLunedì 9 ore 8,30 Fantini Luisaore 18,00 Cremonesi MariaMartedì 10 ore 8,30 Tirloni Luigi - Luigiaore 18,00 Fam. Cigala-PodiniMercoledì 11 ore 8,30 ore 18,00 Fam. Bisson-ScottonGiovedì 12 ore 8,30 ore 18,00 Fam. GaetiVenerdì 13

ore 8,30 ore 18,00 Rossini ClemenzaSabato 14 ore 8,30 ore 18,00 Durelli Domenica-Figli - Ferrari Isabella-Pietro - Baroni LuigiDomenica 15 ore 8,00 ore 11,30 Caccuri Marioore 18,00 Lunedì 16 ore 8,30 Anime del purgatorioore 18,00 Bellosi GiuseppinaMartedì 17 ore 8,30 ore 18,00 Alessandro - Cesarina - Pasquale - Bianca - VincenzoMercoledì 18 ore 8,30 ore 18,00 Cremonesi Mario - Maria - Enrico - Luisa - GiuseppeGiovedì 19 FESTA DI S. GIUSEPPEore 8,30 ore 18,00 Per tutti i papà vivi e defuntiVenerdì 20 ore 8,30 Dabergami Angela - Dorettaore 18,00 Badagnani Emma - Angela - Giovanni - Castelli VirginioSabato 21 ore 8,30 Volpi Patriziaore 18,00 Buschi Pietro - Cortese GiuseppeDomenica 22 ore 8,00 ore 11,30 ore 18,00 Lunedì 23 ore 8,30 ore 18,00 Raimondi Battista - Getilli VandaMartedì 24 ore 8,30 Cernuschi Piero-Antonio-Elvira- Anna - Fam. Occhiato - Conca Anna-Dorinoore 18,00 Fam. Orsi-Zambelli - Antonio-Vera-GermanaMercoledì 25 ore 8,30 Fam. Callegari - Schelliniore 18,00 Fam. Torchia - Schiavini CostantinoGiovedì 26

camminiamo insieme - 23

LE S. MESSE DEL MESEore 8,30 ore 18,00 Maria - Pasquale - LidiaVenerdì 27 ore 8,30 ore 18,00 Pizzocheri Anna - CipollaSabato 28 ore 8,30 ore 18,00 Formenti ElenaDomenica 29 DOMENICA DELLE PALMEore 8,00 ore 10,30 Inizio celebrazione e Messa in oratorioore 18,00 Invernizzi Maria - PietroLunedì 30 ore 8,30 ore 18,00 Mario - Rachele - GiuseppeMartedì 31 ore 8,30 Fam. Gennari-Picinelliore 18,00 Ardemani Bruno

A ROBADELLODomenica 1 ore 9,00 Broglio Pietroore 10,30 Per i ragazziLunedì 2 ore 17,00 Martedì 3 ore 17,00 Maria - Fam. Carrera - De Franceschi Luisa-CostanzaMercoledì 4 ore 17,00 Giovedì 5 ore 17,00 Venerdì 6 ore 17,00 Sabato 7 ore 17,00 Bellocchio Giovanni - Bergamaschi Giovanni e ColombaDomenica 8 ore 9,00 Paglino Giacomo e Luigiore 10,30 Per i ragazziLunedì 9 ore 17,00 Fam. Tamagni - Della NoceMartedì 10 ore 17,00 Mercoledì 11 ore 17,00 Malaspina Piero

Giovedì 12 ore 17,00 Rosi - DellagiovannaVenerdì 13 ore 17,00 Callegari PieroSabato 14 ore 17,00 Fam. Broglio - Edelli RiccardaDomenica 15 ore 9,00 La Face Aldo - Sibono Umberto - Palermo Mariangelaore 10,30 Per i ragazziLunedì 16 ore 17,00 Fam. MaccagnolaMartedì 17 ore 17,00 Fam. Travamola-MarchettiMercoledì 18 ore 17,00 Scaramuzza Silvia - Bignami Luigi - Lovagnini Giuseppe - PietroGiovedì 19 FESTA DI S. GIUSEPPEore 17,00 Per tutti i papàVenerdì 20 ore 17,00 Fam. PerondiSabato 21 ore 17,00 Locatelli Angelo e Giovanna - Invernizzi PietroDomenica 22 ore 9,00 Raffaele - Laura - Maria - Donatoore 10,30 Per i ragazziLunedì 23 ore 17,00 Anselmi Pietro - Zilli-GhidoniMartedì 24 ore 17,00 Per tutti gli iscritti alle Messe PerpetueMercoledì 25 ore 17,00 Giovedì 26 ore 17,00 Venerdì 27 ore 17,00 Sabato 28 Per i condòmini defunti P. Gobetti 1ore 17,00 Domenica 29 DOMENICA DELLE PALMEore 9,00 ore 10,30 Tempo permettendo si celebra in S. FereoloLunedì 30 ore 17,00 Audelli LuigiMartedì 31 ore 17,00

Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereoloviale Pavia 41, Lodi ▪ tel. 0371-30658

per contattarci: don Peppino: tel. 0371-30658don Roberto: tel. 0371-36345don Marco: tel. 0371-438540Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 ▪ tel. 0371-430885Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 ▪ tel. 0371-31964 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti ▪ 339-1452918 e-mail: [email protected] web: www. sanfereolo.ite-mail Caritas Parrocchiale: [email protected]

i servizi della Caritas parrocchiale:Ambulatorio infermieristico lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 10Doposcuolamartedì - giovedì dalle 17 alle 18,30mercoledì - venerdì dalle 14,30 alle 16Distribuzione vestitimartedì – giovedì dalle ore 9 alle 11Servizio anziani ammalati e infermimercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11,30Aiuto generi alimentariuna volta al meseCentro d’ascoltoMercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11Servizio pratiche A.C.L.I.Secondo e quarto mercoledì del mese dalle 9,30 alle 11Prenotazione esami e visite medichemercoledì dalle 9 alle 10 - venerdì dalle 9 alle 11