Il Ferrarino - Anno 7 - num. 1

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P e r i o d i c o d i i n f o r m a z i o n e e d i s c u s s i o n e d e l l I . I . S . S . F e r r a r a - P a l e r m o a n n o 7 n . 1 o t t - n o v 2 0 1 1 Intervista alla Preside Pag. 8 Progetto Comenius Pag. 5 Il Festival della legalità Pag. 4 Interculturalità Pag. 11

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Giornalino d'istituto

Transcript of Il Ferrarino - Anno 7 - num. 1

Periodico di informazione e discussione dell’I.I.S.S. Ferrara - Palermo anno 7 n.1 ott- nov 2011

Intervista alla Preside

Pag. 8

Progetto ComeniusPag. 5

Il Festival della

legalità Pag. 4

InterculturalitàPag. 11

La notte dovrà pur finire

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Visitate ilFerrarino Web suwww.alboscuole.it/

111374.Potrete leggere altriarticoli e lasciare ivostri commenti. Per ivostri contributi e sug-gerimenti, potete utiliz-zare anche il nostro indi-rizzo mail:[email protected]

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Il Ferrarino

Periodico dell’IISS “F. Ferrara”Palermo

Anno 7 n. 1 ott. - nov. 2011

Comitato di redazione: Francesca Casabianca VF,

Schiavo Jessica, Baiamonte Vincenzo,

Marino Carola, Safa Ouerghemi, Jerbi Sonia,

Marotta Alessandra, Favet Teresa,

Aliotta Danilo, Labbro Roberta,

Pizzo Vincenzo IIE

Hanno collaborato in questo numero:Rao Paolo, Cacopardo Giogia IF, Musicò

Emanuela, Benfante Giovanni IC, Toia Desirè

IIB, Annalisa Burgio V Pr2

Docenti impegnati nel progetto:Vincenzo Muscato e Claudia Prainito.

Stampa: Tipolitografia LuxografVia Bartolomeo da Messina, 2

Palermo

Sommario3 Pianeta giovani

4 Il Festival della legalità

5 Il progetto Comenius

6 Green economy

7 Curiosità dal mondo

8 Intervista alla Preside9 Palermo e i suoi racconti

10 Newspapergame11 Interculturalità

12 Parliamone

13 La posta dei lettori

14 Le new entry

15 Sportivamente

16 Relax

Quando alcuni alun-ni ci hanno chiestodi pubblicare sul

nostro giornale alcune fotodelle manifestazioni stu-dentesche di ottobre enovembre a cui avevanopartecipato, abbiamo subi-to pensato ai commenti diquanti pensano che i corteiper i nostri studenti rap-presentino unicamentedelle occasioni per sfuggi-re alle lezioni. Nello stessotempo, però, ci sono venu-te in mente le parole dellacanzone con cui R.Vecchioni ha vinto l’ulti-ma edizione del festival diSanremo: “...Così belli a

gridare nelle piazze per-

ché stanno uccidendoci il

pensiero...”. Sebbene nonsi possa escludere che certialunni non abbiano pienaconsapevolezza delleragioni della protesta e chequel che abbiano vera-mente apprezzato sia statoil sempre gradito giorno divacanza, il fatto che lepiazze siano comunquepiene di giovani “indigna-ti”, per la difficile situa-zione in cui versano lenuove generazioni, rap-presenta certamente unaspetto positivo. Senzadubbio, la sana protesta èsempre preferibile alla sfi-ducia e alla passiva rasse-gnazione. Ecco perchéabbiamo pubblicato volen-tieri l’articolo sulle mani-

festazioni di protesta. La grave crisi economicache sembra penalizzaresoprattutto i giovani incerca di prima occupazio-ne, tuttavia, non ha colpi-to duramente tutti i settoriproduttivi, alcuni anziregistrano dati in contro-tendenza. È più che maideterminante, quindi,essere informati e sapercoglier le occasioni che,anche nei periodi di crisi,vengono offerte a coloroche sappiano mettersi ingioco, magari investendosulla propria formazione.Per quello che le compete,la nostra scuola cerca difare la sua parte, organiz-zando per esempio degliincontri con esperti chestimolino lo spirito di ini-ziativa economica e forni-scano agli studenti infor-mazioni preziose sullenuove possibilità occupa-zionali. Ci riferiamo aiseminari tenuti dai funzio-nari di “Invitalia” propostidalla prof.ssa Di Liberto oall’incontro organizzatodalla prof.ssa Fiorino conun esperto di energie rin-novabili che attualmenterappresenta un settore inforte crescita (v. pag 6).D’altronde, il collegamen-to con il mondo del lavoro,anche attraverso esperien-ze di stage e di supportoconcreto per la realizza-zione di nuove idee

imprenditoriali, costitui-sce una delle principalifinalità del nostro Istituto,secondo gli intendimenti ele priorità indicate dallanostra nuova preside (cheperaltro gentilmente ci haconcesso un’intervistapubblicata a pag. 8).Ovviamente, gli alunnidovranno sapere approfit-tare delle occasioni offerteloro, perché, per citarenuovamente Vecchioni,“questa maledetta notte

dovrà pur finire” ma, seognuno si limita a prote-stare e non fa concreta-mente la propria parte, itempi sicuramente siallungano a dismisurarischiando di trasformarequesta crisi in una notteboreale!Anche quest’anno, voglia-mo porgere un calorosobenvenuto ai nuovi inse-gnanti giunti nel nostroIstituto e ai nuovi alunnidei quali pubblichiamo lefoto a pag. 14. Ricordiamoche il nostro giornale èuno spazio aperto a tutti eaccoglie con molto piacerequalsiasi contributo. Fatesentire, dunque, la vostravoce contattando un mem-bro della redazione o uti-lizzando il nostro indirizzodi posta elettronica ([email protected]). La Redazione.

La matita allegradi Claudia Prainito

Noi la crisi

non lapaghiamo...

Con la

paghetta non

ci arriviamo!

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Manifestare non equi-vale a distruggere lacittà, ma a far sentirela propria voce ai rap-

presentanti politici che talvol-ta sottovalutano la sensibilità ele potenzialità della gentecomune. Anche per questo noistudenti, rispetto a coloro checon la scuola hanno già chiuso,dobbiamo mostrare di saperessere civili e responsabili! Il 7ottobre, proprio per un sensodi responsabilità civile, abbia-mo preso parte al corteo stu-dentesco che ha portato inpiazza tutte le scuole diPalermo, tra cui la nostra. Mi èdispiaciuto notare però, chedel nostro istituto non eravamoneppure la metà forse perchénon tutti conoscono i motiviper cui il mondo intero mani-

festa. Ma nel nostro paese,oltre alla crisi economica, aspingere in piazza i giovani hacontribuito anche la volontàdel Governo Berlusconi dilimitare la libertà di manifesta-zione del pensiero. Al grido de“Il governo ci vuole tappare labocca”, abbiamo sfilato unitiper esprimere le nostre opinio-ni come si fa in una democra-zia. Anche se oggi l’Italia nonsembra più esserlo. Il governoci ha sottovaluto e ha calpesta-to i nostri diritti. L’ennesimaprova di MENEFREGHISMOda parte dei nostri politici, èstato il taglio ai finanziamentiper le istituzioni scolastiche.Questa è stata un’azione gra-vissima perché colpire la scuo-la significa colpire il futuro diun Paese! Un ragazzo diplo-

mato che cerca lavoro in Italianon lo troverà mai! Non è pos-sibile che per sopravviveresiamo costretti a lasciare lanostra terra, i nostri familiari, inostri sogni. E se il governo hacercato di metterci il bavaglioin tutti i modi (guardiamo lavicenda di WIKIPEDIA) noiabbiamo fatto bene a protesta-re. Non paghiamo errori edebiti che non sono nostri. Ma,se le manifestazioni sono sem-pre il segno di una partecipa-zione attiva alla vita politica,esse non devono mai esseresnaturate dalla violenza comeè accaduto a Roma lo scorso14 ottobre durante la protestadegli “indignati”. Sebbene il

corteo avesse iniziato a sfi-lare pacificamente, l’azio-ne violenta dei “BlackBlock” ha creato danniingenti alla città, ai cittadi-ni e alle forze dell’ordine.Anche a Milano e Palermonelle proteste studenteschedel 17 novembre scorsonon sono mancati disordinie danneggiamenti chedistolgono l’attenzionedalle giuste rivendicazionidei manifestanti. Per que-sto dobbiamo sempreescludere e prendere ledistanze da quanti confon-dono il dissenso con ilsopruso. Protesta s ì , v io-lenza no!

La protesta non violenta

è un diritto

di Jerbi Sonia II E

Molti di noi pensano che, perun giovane senza tanti mezzieconomici, sia quasi impos-sibile avviare un’attivitàcommerciale. Ma è vera-mente così? Anch’io custo-divo da tempo un sogno nelcassetto, quello di avviareun’attività commerciale nelcampo della ristorazione, manon avevo per nulla le ideechiare e pensavo che fosseirrealizzabile. Mi sbagliavo,perché, grazie all’iniziativapromossa dalla nostra scuo-la, ho avuto la possibilità diapprendere che esisteun’agenzia nazionale, laInvitalia, che orienta i giova-ni che desiderano avviareun’attività in proprio.Invitalia, agendo su mandato

del Governo, offre differentiopportunità di autoimpiego,distinguendo fra lavoroautonomo, microimpresa efranchising. Gli obiettivi diInviatlia sono appunto favo-rire e sostenere la crescita del

sistema produttivo, valoriz-zare la potenzialità dei terri-tori (in particolare del mez-zogiorno), sostenere i settoristrategici per lo sviluppo,fornendo un indispensabileservizio di tutoring per

l’istruttoria delle pratiche.Nel seminario cui ho parteci-pato il 24 ottobre, ho appresoche esistono diverse agevo-lazioni finanziarie rivolte aigiovani che permettono l’av-vio concreto di un’impresa eho finalmente rispolverato ilmio vecchio sogno impren-ditoriale che custodivo nelcassetto. L’esperto che hacondotto il seminario, il dott.Mazzarese, incontrerà nuo-vamente tutti coloro che tranoi intendano lanciarsi nel-l’esperienza entusiasmantedell’autoimpiego al fine diaccompagnarli nella stesuradel piano di impresa e nellacompilazione della domandaper l’erogazione dei contri-buti finanziari.

Diventa imprenditore di te stessoInvitalia al Ferrara per i seminari sull’autoimpiego

Nella foto, il funzionario diSviluppo Italia s.r.l., dott.Mazzarese, con alcuni alunnidelle classi IV e V.

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È semplice sogna-re, ridere e scher-zare sul nostrofuturo ma penso

che sia realmente arrivato ilmomento di capire che noistessi ne siamo gli artefici.Palermo è una realtà a sé,come tutto il meridione, manon per questo noi meridio-nali non abbiamo il diritto divivere come ogni uomo libe-ro e anche il dovere di ribel-larci ad ogni ingiustizia.Naturalmente, se non si sadistinguere tra bene e male,come si può scegliere?Spesso si rischia di percorre-re la via più facile e comoda,ma certo non più lecita.È proprio per questo che leviolenze, gli abusi di poteredevono essere denunciati!Il silenzio uccide la nostradignità, la nostra capacità diagire e il nostro futuro.Abbrutisce la nostra terra.Noi, ipotetici imprenditoripalermitani, saremo costrettia confrontarci con chi, men-silmente, verrà a chiederciuna “fattura non dovuta”, il“pizzo”. Chi non denunceràsarà schiavo per sempre!Non sarà mai una garanzia lamafia, sarà solo un male chea poco a poco ci toglierà

tutto, ci dirà persino chidovrà lavorare per noi, finoal punto di prenderne il tota-le controllo.Dire “No” ci renderà liberida questa malattia che daanni avvelena la nostra pove-ra isola.No al Pizzo, No alla mafia.Sì alla nostra vita libera, Sìad essere liberi di poter apri-re un’attività commercialesenza dover avere le solite“conoscenze”!Liberi dalla paura di avereprogetti e pensare alla mafia,perché in fondo la mafia èanche una nostra colpa! Lamafia senza la nostra pauranon esisterebbe!Cominciamo da noi.

Il silenzio uccide il nostro futuro!di Casabianca Francesca VF

Il Festival della legalità rientra ormai tra gli immancabiliappuntamenti a cui la nostra scuola partecipa ogni anno. Sindalla prima edizione, infatti, il nostro Istituto ha semprerisposto con particolare interesse alle sollecitazioni prove-nienti da questa singolare e privilegiata occasione di crescitaculturale. L’evento, giunto alla sua quarta edizione, si è svolto dalprimo al nove ottobre scorso nella suggestiva location di VillaFilippina. Fra incontri, dibattiti e spettacoli, gli allievi hannoavuto l’opportunità di riflettere sul tema della legalità che siconfigura sempre più come un desiderio condiviso.Numerose le classi del nostro Istituto che, insieme agli stu-denti di molte scuole palermitane, hanno partecipato allediverse giornate tematiche del Festival della legalità.Pubblichiamo qui solo alcune delle riflessioni dei nostri stu-denti, rinviando per i testi integrali al nostro giornale web sulportale di AlboscuoleAlboscuole.

La legalità e il mondo dello sportdi Teresa Favet e Roberta Labbro II E

“Allo stadio entranotutti per vedere la par-tita e i poliziotti non

controllano i biglietti. Unragazzino vede che non fannoentrare più perché sono esauri-ti i posti e decide di scavalcareil cancello. Un poliziotto se neaccorge e lo insegue scaval-cando anche lui il primo can-cello. Il ragazzo ne scavalca unaltro ma questa volta il poli-ziotto riesce a fermarlo e glidice: “biglietto”. Il bambino sigira e gli risponde spudorata-mente: “ma picchi pì scavaic-cari ù canciallu ci voli ùbigliattu?” Questa è stata unadelle tante barzellette sullamafia che abbiamo sentito nel

corso della giornata del festi-val della legalità dedicata altema “Mafia da ridere”.Proprio attraverso delle barzel-lette si può ridicolizzare esminuire il fenomeno mafioso,

da troppo tempo ossequiato dauna cultura intimidatoria.(…) Sull’argomento mafia cisarebbe molto da dire. Peròuna cosa mi preme ricordare,una cosa che potrebbe risultaremonotona, una cosa su cui erabasata la conferenza. La mafiaesiste da tanto tempo e su que-sto non c’è dubbio, ma esisteanche l’ANTIMAFIA che nondeve essere solo affidata aipoliziotti, ma nel nostro picco-lo, in realtà, l’antimafia la fac-ciamo noi giorno per giorno.La facciamo ad esempio quan-do non paghiamo il pizzo oquando denunciamo un prepo-tente che ci minaccia. I mafio-si in realtà sono persone chenon hanno il coraggio diaffrontare le cose faccia a fac-cia e si portano il sostegno.Durante la conferenza, un pro-fessore ha portato come esem-pio alcuni alunni delle suascuola che, facendo i “bullet-ti”, in realtà non fanno altroche comportarsi come piccolimafiosi. Ma se noi parlassimoa quattrocchi con uno di loro,noteremmo subito che è sem-plicemente un vigliacco e“scantulinu”.Sì, la mafia esiste. Però noionesti siamo più forti deimafiosi e quindi dobbiamofarci sentire, così questiconigli si accorgeranno chele persone vogliono dareuna svolta a questa situa-zione e la smetteranno!

Mafia da rideredi Toia Desirè II F

Il confronto leale con glialtri getta le basi per unasocietà rispettosa delle rego-le e dei ruoli.

Tra i numerosiincontri, quellocui abbiamo par-tecipato noi è stato

moderato dal giornalista RaiRoberto Gueli e ci ha datol’opportunità di conoscere il

Presidente del Coni Regionalee il presidente del Tribunale diPalermo. Due atleti ci hannoraccontato quanto sia impor-tante la legalità nella loro car-riera. Il mondo dello sporttroppo spesso è ridotto a busi-ness e a semplice spettacolo.Come in tutte le attività ènecessario conoscere le regoledel gioco ma anche quelle delcomportamento per essere un

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vero e proprio sportivo. Senzalegalità, senza regole e senzanorme di comportamento nonpuò mai esserci un vero e pro-prio Sport. Che senso ha bara-re per essere i migliori? Losport ha lo scopo di far diverti-re e far mostrare le propriecapacità. Cosa c’è di più sanodello sport? Gioco di squadra,partecipazione e divertimento!Ma è sempre così? Forse untempo lo sport era una praticafondata su veri e sani principima al giorno d’oggi questoaspetto è andato via via sva-nendo; dietro lo sport sinascondono truffe e tranelli.Oggi per molti non bastadivertirsi ma occorre dimostra-re di essere sempre i migliori,dimenticando la natura piùprofonda dell’agonismo che èil sacrificio, ovvero il tentativodi battere sé stessi e non glialtri. Lo sport infatti è lavolontà di migliorarsi. Purtroppo, però il messaggionegativo che ci viene fornitodalla tv e dai media, rappre-senta un grosso rischio per igiovani. I falsi modelli di atle-ti sempre vincenti spingonoalcuni a una vera e propriadipendenza da sostanze dopan-ti. Gli stimolanti, i narcotici egli agenti anabolizzanti vengo-no utilizzati illegalmente permigliorare le prestazioni; ildoping ematico, la manipola-zione farmacologica, chimicae fisica di un soggetto diminui-scono la stanchezza e aumen-tano la resistenza ma a lungoandare compromettono la salu-te. C’è poi anche un altroaspetto su cui riflettere: losport è spesso confuso con iltifo sportivo e troppo più spes-so confuso con la violenza.Negli stadi, ormai il tifo èdiventato sempre più violentoa causa dei tifosi di squadreopposte che si scontrano cau-sando il caos e a volte anchedanni a chi allo stadio va perseguire e sostenere la propriasquadra del cuore. Lo sportnon deve essere visto comeviolenza o illegalità ma comelibertà di essere se stessi edimostrare le proprie capacitànel rispetto di sani principi.

L’immagine accanto rappre-senta il logo del progettocomenius “If I were you” a cuiha aderito anche il nostroIstituto. Si tratta di uno scam-bio multilaterale che ha tra isuoi partners Istituti scolasticidi cinque paesi diversi:Spagna, Turchia (scuola coor-dinatrice del progetto),Lituania, Romania e Italia,rappresentata dal nostroIstituto. Il primo meeting delprogetto che ha una duratabiennale si è tenuto dal 16 al23 Novembre 2011 a Ferrol, inSpagna. Il secondo incontro sisvolgerà proprio a Palermo nelmese di Marzo del 2012. Glialtri meeting saranno adAnkara (Maggio 2012), Beius,Romania (Ottobre 2012) eKursenai, Lituania (Aprile

2013). Il tema generale delprogetto è quello dell’empatia,intesa come la capacità dell’es-sere umano di mettersi neipanni degli altri, di condivider-ne esperienze, emozioni e sen-sazioni, nell’ottica di unaconoscenza reciproca e di unoscambio umano e culturale trapersone di paesi e culture dif-ferenti. Nel progetto, la cuireferente è la prof.ssa DanielaGanci, sono coinvolti circa 40studenti e 8 docenti del nostroIstituto e si prevede di realiz-zare 24 mobilità complessive

(9 docenti e 15 alunni). Dopola positiva esperienza del pro-getto Comenius conclusosi loscorso anno, gli alunni dellanostra scuola si stanno prepa-rando per accogliere “gli ospi-ti” stranieri con attività che liaiutino a riflettere sul tema delprogetto.

If I were youAl via il nuovo progetto Comenius

Come negli anni passati, dedi-chiamo uno spazio ai docentiche non sono più in servizionella nostra scuola. Anche perle professoresse Bolazzi,Marino, Lipari e Giuga, chenegli anni hanno “accompa-gnato alla maturità” schiere distudenti che sicuramente con-servano di esse un ricordo inde-

lebile, è giunto il momento digodersi la meritata pensione.Come di consueto, per salutarledopo l’ultimo collegio deidocenti di giugno, la prof.ssaSantomarco ha organizzato insala professori un momentoconviviale a cui hanno parteci-pato i docenti e il personaletutto della scuola. Per fortuna,

le spassosissime poesie che ilprof. Ciccarelli ha compostoper l’occasione sono riuscite astemperare la commozionedelle festeggiate che a stentonascondevano l’emozione. Cogliamo inoltre l’occasioneper salutare anche il precedenteD.S. Angelo Di Vita – que-st’anno abbiamo dovuto inte-grare il titolo della nostra rubri-ca! – che, in maniera del tuttoinaspettata, è stato trasferito alLiceo Scientifico E. Basile.Siamo, però, certi che, come ledocenti in pensione, anch’eglirimarrà tra i nostri più affezio-nati lettori. Diamo, infine il più calorosobenvenuto, oltre che alla nostranuova preside ElianaRomano, anche ai professoriBio, Bonadonna, Denaro, DiGesù, Guzzo, Montalbano,Moschera, Musso, Polizzi,Porcaro, Romano, Russo,Scalici, Teresi, Trizzino eVivona che da quest’anno sonoin servizio al Ferrara.

Professori (e presidi) che vanno ...professori (e presidi) che vengono

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In alto, una classe della scuola di

Ferrol; sopra, un momento dei

lavori del progetto.

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Non restiamo al verde!di Vincenzo Pizzo e Francesco Rizzo II E

La nostra salvezzadi Francesca Casabianca V F

Al mondo servesempre più ener-gia. In 30 anni ilfabbisogno ener-getico dell’Italia è

aumentato del 40%, quellodella Cina del 130% e quellodell’India del 110%. Mentrenei paesi occidentali l’uso dienergia cresce in modo limita-to, in quelli emergenti aumentaesponenzialmente. Per frenareil consumo smodato di petroliopossono essere utilizzate dellefonti rinnovabili come l’acqua,il vento, il sole e le biomasse.In pochi sanno che l’acqua è lafonte principale per produrreenergia alternativa; nei paesisviluppati non si può produrrepiù energia idroelettrica diquella attuale perché già sonostate sfruttate tutte le fontidisponibili. L’energia geoter-mica sfrutta invece le emissionidi vapori caldi dal sottosuolo ei paesi maggiormente sviluppa-ti in questo settore sono laRussia, gli USA, l’Islanda, ilGiappone e la Nuova Zelanda. Anche il Sole è una fonte puli-ta di energia; grazie ad alcunimateriali opportunamente trat-tati, i raggi solari sono trasfor-mati in energia elettrica e nonlasciano scorie. L’energia eoli-ca sfrutta il vento e negli ultimianni questo settore ha avuto ungrande sviluppo anche grazie alcosto contenuto di produzione.Attualmente l’ 80 % dell’ener-gia eolica prodotta si concentrain pochi paesi fra cui laSpagna, gli USA, la Germania,la Danimarca e l’India ma ilpotenziale dell’energia eolica èlargamente sottoutilizzato.Oggi poi la produzione di ener-gia pulita è sempre più legata altrattamento delle biomasse –legna, paglia, zuccheri, oliivegetali, rifiuti organici, escre-menti animali – che rappresen-tano una fonte rinnovabileimportante poiché da questesostanze e materiali può essere

estratto il biocombustibile.Lo sfruttamento di queste fontirinnovabili sta alla base dellacosiddetta economia verde che,oltre al vantaggio legato alrisparmio energetico, punta alimitare l’impatto ambientale.Sempre più spesso infatti inuovi sistemi di produzionecercano di diventare più com-petitivi riducendo i potenzialidanni ambientali prodotti dal-l’intero ciclo di trasformazionedelle materie prime (estrazione,trasporto, trasformazione, eli-minazione e smaltimento);danni che spesso si ripercuoto-no, in un meccanismo di retroa-zione negativa, sul PIL. L’ideamatura e consapevole diun’economia verde nasce nel2006 con la stesura delRapporto Stern. Tuttavia esi-stono ancora molte resistenzesull’efficacia dell’utilizzo dellefonti energetiche rinnovabili,per molti ancora inadeguate asostituire i combustibili fossili. Eppure, a ben vedere, la speri-mentazione scientifica e tecno-logica può veramente contri-buire a valorizzare una produ-zione non nociva per l’ambien-te. La green economy non èsoltanto uno strumento per ren-dere più ecologica la produzio-ne ma è anche un’occasioneper moltiplicare le opportunitàdi lavoro per le giovani genera-zioni. Oggi esistono numeroseiniziative economiche che sibasano sul principio della

Nella foto, l’ing. Silvestrinicon alcuni alunni

in Aula Magna.

conservazione e del riciclo.Un’idea di business ecologicoe all’avanguardia è quella degliEcopunti, i negozi in franchi-sing che comprano plastica,carta, alluminio, ferro e pet daiprivati per rivenderli ai consor-zi di riciclaggio. Un esempioper tutti è il progetto è del-l’azienda Recoplastica, specia-

lizzata nel riciclaggio dei mate-riali usati, alla quale ci si deverivolge per avviare un’attivitàdi questo tipo. E per saperne dipiù sulle opportunità di lavorolegate alla green economy visi-tate il sito www.prontoazien-da.com/aprire-attivita/apri-re-un-ecopunto-guadagnare-con-il-riciclo-dei-materiali.

Viviamo in unmondo preda delconsumismo e deldisinteresse genera-

le dove quasi nessuno si chie-de cosa avverrà domani. Laglobalizzazione che avrebbedovuto essere un punto diforza per appianare le dise-guaglianze fra i popoli sem-bra invece averle accentuate.Nel mondo occidentale e opu-lento sarebbe inconcepibilerimanere anche solo un istan-

te senza il frigorifero acceso,ma c’è una parte del mondo,quella “non globalizzata”, chemuore perché non è possibileconservare i vaccini per ibambini per la mancanza delfrigorifero. Mentre noi spre-chiamo le risorse del nostropianeta, bambini, donne euomini muoiono per il sem-plice fatto di non avere la cor-rente elettrica. Queste sonoalcune delle riflessioni concui l’ingegnere GianniSilvestrini, Direttore scienti-fico del Kyoto Club e vicepre-sidente del CEPES, ha inizia-to il suo incontro in aulamagna con alcuni allievi delnostro Istituto. L’iniziativa,organizzata dalla nostraprof.ssa di geografia econo-mica, Cinzia Fiorino, è servi-ta a prepararci alla partecipa-zione al convegno “Il sole delmediterraneo”, tenutosi il 13ottobre scorso presso ilPalazzo dei Normanni.Durante l’incontro, l’ing.Silvestrini, esperto di energie

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rinnovabili, ci ha illustratoper mezzo di grafici e imma-gini molto eloquenti, i nume-rosi disastri ecologici causatida un uso indiscriminato dellerisorse. Quanti di noi sanno che glisquilibri climatici provocanola morte di migliaia di perso-ne e animali in Somalia e intante altre parti del mondo? Èquanto mai indispensabile,quindi, riconfermare emigliorare gli accordi interna-zionali di Kyoto che scadonoil prossimo anno, promuoven-do quanto più possibile unacultura che metta al centrodell’attenzione il rispetto del-l’ambiente. Infatti, vivere inun ambiente sano è un nostrodiritto ma mantenerlo è unnostro dovere. Eppure unmodo per salvare l’ambienteci sarebbe: diffondere sempredi più l’uso delle “fonti alter-native”. A tal fine però ènecessario liberarsi dalladipendenza dei signori delpetrolio che hanno tutto l’in-teresse a che la situazione noncambi. L’Italia è al IV postonegli investimenti sulle ener-gie rinnovabili, come i pan-nelli fotovoltaici, pannellisolari, centrali eoliche eidroelettriche. Tuttavia, lariduzione dei contributi pub-blici a favore del fotovoltaicorischia di bloccare una positi-va tendenza. Per questo ènecessaria una maggiore con-sapevolezza di noi cittadiniche dobbiamo esigere dainostri governanti una politicaenergetica più lungimirante.Le energie rinnovabili, oltreal pregio di non essere inqui-nanti, possono rilanciare unnuovo sviluppo economico eoccupazionale. Rappresentano, infatti, unastraordinaria occasione di cre-scita economica che necessa-riamente crea nuova occupa-zione. Basti pensare allenuove figure professionalirichieste dal settore come peresempio quella di promotoredi impianti fotovoltaici. Leenergie rinnovabili, dunque,sono la nostra salvezza!

Un tablet da 20 sterline, intorno ai 25euro, per far concorrenza all'iPad.È questa la rivoluzionaria idea di

Azim Premji, il fondatore di Wipro,un'azienda di hi-tec indiana che intende renderela tecnologia sofisticata dei tablet alla portata ditutti, anche dei contadini e dei ragazzi in età sco-lare, nella seconda nazione più popolosa delmondo. Il tablet, che costerà un 20esimo delle400 sterline che si sborsano in India per un iPad,è in fase di sviluppo presso Electronic City, ilcentro di ricerca della Wipro a Bangalore. Unmodello pilota sarà pronto entro l'inizio del pros-simo anno.Con una popolazione di oltre 1,2 miliardi di per-sone, l'India è una nuova frontiera per quantoriguarda l'internet mobile. Le vendite di iPad esimili supereranno il milione entro i prossimi 12mesi, ma il grosso potenziale mercato cui Wiprosta lavorando è invece quello dei dispositivi piùeconomici. Ashok Jhunjhunwala dell'IndianInstitute of Techology ha dichiarato che ridurre ilcosto di un tablet a quei livelli non è certo un'im-presa semplice: «È molto difficile. Il costo diogni singolo elemento deve essere ridotto senzacompromettere la qualità». SecondoJhunjhunwala inoltre, con le tecnologie attualisarebbe possibile produrre un tablet da 50 sterli-ne, ma per tagliare ulteriormente i costi sarebbe

necessario fare altri passi avanti dal punto divista tecnologico. Ed è proprio quello che Wiprosta cercando di fare a Electronic City. L'azienda sta infatti lavorando a componenti inminiatura e a nuove applicazioni nano tecnologi-che per ridurre il consumo di energia e renderecosì il tablet ancora più accessibile. A questoscopo, Wipro sta collaborando al progetto conl’Imec, una società specializzata in nanotecnolo-gia con sede in Belgio. Premji, che è già l'uomopiù ricco dell'India, potrebbe quindi prestodiventare il più agguerrito concorrente del-l’azienda di Steve Jobs, da poco scomparso.Altro che Bill Gates e Silicon Valley, il campo dibattaglia si sposta decisamente verso oriente.

iPad a €20La scalata verso la tecnologia economica

di Carola Marino II E

Gaminod F arriva dall’università diOSAKA, ha occhi a mandorla e capel-li neri lunghi e lisci. È un robotcostruito dallo scienziato Hiroshi

Ishiguro, il più impor-tante esponente nelcampo della roboticamondiale.Le funzioni dell’androi-de sono tali e quali aquelle di un umano; rie-sce a muoversi grazie ai12 motori.Il “REPLICANTE” è ilfrutto di una collaborazio-ne fra l’università diPalermo e il centro diTokyo.È stata realizzata riproducendo i tratti di una gio-vane donna giapponese, che ha partecipato alla

presentazione ufficiale svoltasi presso l’HotelSplendid di Palermo.Gaminod F ha recitato come se fosse un’umana,

un’attrice vera e propria,ma il professore RosarioSorbello, docente dirobotica all’universitàdi Palermo, afferma chel’agente intelligente,pur avendo una figuraumana, non può sosti-tuire un attore vero sulpalco.È interessante riflette-re sugli sviluppi dellatecnologia ma, infuturo, spero che il

prossimo androide avrà le sembianze di unsiciliano.

L’androide giapponese arriva in Italiadi Maria Giorgia Cacopardo IF

Sapreste distinguerle?

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È l’isola di Lampedusa il luogoin cui si svolge la vicenda. I protagonisti sono due fami-glie: una di pescatori e l’altra diimmigrati clandestini, sbarcatisulle coste dell’isola pelagia; inun tardo pomeriggio d’estate.Una normale battuta di pesca sitrasforma in un salvataggio chesconvolgerà la vita di un’interacomunità.I turisti e gli isolani vivono unatriste contraddizione fra laimpietosa legge degli uomini

che vieta il salvataggio deiclandestini, contro la leggesolidale del mare che obbliga asalvare una vita in pericolo.Terraferma, l’ultimo film delregista Crialese, è stata un’oc-casione per tutti noi, studentidell’I.I.S.S. Francesco Ferrara,per riflettere sul tema dell’im-migrazione.Il 26 ottobre scorso presso ilcinema Gaudium, abbiamoavuto l’opportunità di scopriretutto il retroscena di solidarietà,

paura, povertà e rabbia che stadietro un fenomeno socialecome l’immigrazione.

Speriamo di rivivere questaesperienza didattica ancora unavolta. La IF

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Al cinema per riflettereGli allievi del Ferrara assistono alla proiezione di Terraferma

LL ’’ ii nn tt ee rr vv ii ss tt aa

“LA “LA SCUOLASCUOLA È IMPORTANTE PER LAÈ IMPORTANTE PER LACOSTRUZIONE DEL NOSTRO FUTUROCOSTRUZIONE DEL NOSTRO FUTURO””

La preside Eliana Romano si racconta

di Schiavo Jessica e Marotta Alessandra II E

Sebbene facciamo parte

della redazione del

Ferrarino già da un

anno, non avevamo mai avuto

l’occasione di cimentarci in

un’intervista. Come nasconde-

re l’emozione con cui abbiamo

affrontato il compito di intervi-

stare addirittura il nostro

Dirigente scolastico! Per

nostra fortuna, la preside,

accogliendoci nel suo ufficio,

ci ha messo subito a nostro

agio e, tra una domanda e un

caffè, una battuta e qualche

interruzione, abbiamo avuto

modo di conoscere più da vici-

no il difficile lavoro che si svol-

ge in presidenza e a cui noi

ragazzi spesso non pensiamo.

Preside, venire a dirigereil Ferrara è stata una suascelta?Quando noi dirigenti scolasticiscegliamo il trasferimento,indichiamo una serie di scuole,poi è il Direttore GeneraleRegionale a decidere.Quali sono state le sue primeimpressioni sugli studenti?Gli studenti qui sono molto

diversi da quelli che ho lasciatonella scuola che dirigevo finoal precedente anno scolasticoin provincia di Messina, peròhanno in comune il fatto chesono tutti belli, bravi e buoni,fino a prova contraria! (Risata contagiosa. Capiamo

che è pure ironica)

Quali differenze hariscontrato tra la nostrascuola e quelle da Leidirette in precedenza?Sono realtà completamentediverse. La scuola da dove pro-vengo, comprende 4 scuole:due licei che si trovano in mon-tagna, un Ist. TecnicoCommerciale a Santo Stefanodi Camastra e un Ist.Professionale per l’Agricolturae l’Ambiente, diventato que-st’anno Tecnico Agrario. Sitratta di ambienti, comunità epersone talmente diverseche risulta impossibile fareparagoni!Quali obiettivi intende rag-giungere oggi che è alla guidadel nostro Istituto? Gli obiettivi sono vari: uno

“massimo”, di ordine generale,è quello di lavorare per il futu-ro di voi giovani, cercando didare a voi studenti maggioriopportunità di inserimento nelmondo del lavoro; per questosto lavorando insieme aidocenti affinché acquisiate lenuove competenze richieste dalmercato del lavoro. Ci sono poiobiettivi, per così dire, minimi,da raggiungere entro l’anno,come quello di aumentare il piùpossibile il numero degli iscrit-ti, potenziare i due nuovi indi-rizzi (Turismo e Ist.Professionale per i servizi com-merciali) e rafforzare il corsoserale. Insomma c’è molto dalavorare, sia con le famiglie siacon il territorio!La sua politica scolastica saràin continuità con quella delprecedente Dirigente?In linea di massima, sì.Conosco da molto tempo ilprof. Di Vita, è una carissimapersona ed un ottimo collega.Lui si è occupato di alcuniaspetti importanti. Mentre iointendo svilupparne altri.

Ovviamente un dirigente nonpuò fare tutto, deve necessaria-mente operare delle scelte. Sappiamo che i fondi per lascuola sono stati ridotti, qualisono i progetti e le opportuni-tà per noi studenti? Sarannorealizzati gli stessi progettidello scorso anno (come peresempio, la gita premio per ipromossi senza debiti o ilviaggio d’istruzione)?È ancora presto per risponderecon certezza. Con la dott.ssaSparacino stiamo verificandol’ammontare delle risorse adisposizione della scuola. Cisono però delle priorità, comela vostra formazione. Tuttavia,se c’è la possibilità, si realizze-ranno senza dubbio anche legite e i viaggi d’istruzione checomunque rientrano nella for-mazione degli alunni.Come vede il futuro di noigiovani?Lo vedo molto difficile.Tuttavia da dirigente forseposso fare qualcosa di più percostruire il futuro degli studen-ti; da docente mi sarebbe venu-

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to un po’ più complicato, nonperché io abbia avuto in passa-to dei presidi che mi abbianolimitato, anzi, devo dire diavere sempre avuto presidi chemi hanno consentito di portareavanti molti progetti; però illavoro di un docente, solo oinsieme ad altri tre o quattrocolleghi, non può certo tradursinella formulazione di un indi-rizzo da estendersi a tutta unascuola; il singolo docente puòlavorare con un piccolo gruppodi alunni. Come preside, ovvia-mente posso avere maggioristrumenti, anche economici,risorse umane diverse, è chiaroche posso svolgere un’azionediversa e più incisiva. Sebbeneio oggi veda il vostro futuroveramente difficile, desiderodirvi che io sono qua insieme aidocenti, al personale per faretutto quello che si può fare.Ricordate tra l’altro che idocenti e il personale ATA sonoanche loro genitori e quindi,chiaramente, vivono gli stessiproblemi che hanno i vostrigenitori.Provi a descriversi con treaggettivi.Il mio modo di fare credo siagioviale ma deciso, e dirigosempre in genere in mododemocratico, condividendo lemie idee con gli altri.Si è mai pentita di averlasciato l’insegnamento perpoter diventare dirigente?No.Un suo pregio e un suo difetto?Un pregio: credo di esserebrava ad ascoltare le persone;un difetto: ogni tanto “strari-po”, cioè sono molto irruente.È perché sono una personamolto franca, molto diretta e

questo magari può piacere amolti ma non proprio a tutti. Qual è, a suo avviso, il puntodi forza del Ferrara?Per quanto riguarda gli edifici,anche grazie all’eccellentelavoro del precedente DS,Angelo Di Vita, non siamomessi male, ci sono realtà peg-giori. Dal punto di vista dei ser-vizi amministrativi, ci sonodelle buone competenze, ancheperché la dottoressa Sparacinoè un’ottima direttrice; perquanto riguarda i docenti,molti sono animati da tantabuona volontà e disponibilità.Dal mio punto di vista, quelche è deficitario è la formazio-ne dei docenti e delpersonale, ma suquesto sto lavoran-do, cosicché anchevoi studenti potreteaverne una ricaduta.Infatti penso che ilmetodo e l’organiz-zazione siano moltoimportanti; spessovedo che moltihanno grande volon-tà, si spendono elavorano tanto, peròquando si lavora inmodo disordinato sicorre il rischio distancarsi e di nonottenere i risultatisperati. Quale messaggiodesidera inviare agli alunni ealle loro famiglie?Che, a differenza di ciò chepensano i giovani e anche alcu-ni adulti, la scuola è importan-te! Più si è ignoranti, minorisaranno le opportunità dicostruzione del futuro!

Molte volte ci chie-diamo dove andarea trascorrere levacanze. Cerchiamo

mete lontanissime, esotiche,spiagge dove andare a ballaree nel frattempo la nostra città,grazie al suo clima, è inondatada turisti anche in inverno.Sono proprio i turisti che avolte ne sanno più di noi, deinostri meravigliosi monumen-ti e delle nostre strade tappez-zate di effigi che rievocanonon solo la storia di Palermoma quella dell’Italia intera. Per questo, noi ragazzi della VF e della V PR2, abbiamoaccolto con molto piacere laproposta del prof. Ciccarelli diripercorrere le vie di Palermosecondo il percorso seguito daGaribaldi.Tra le numerose iscrizioni checi riportano al passato, siamo

rimasti molto colpiti da quelladi una chiesa che non raccontasoltanto la sua storia di monu-mento: la Chiesa di SantaMaria degli Angeli, denomina-ta Chiesa della Gancia e risa-lente al ‘400. Una particolari-tà di questa chiesa è la “bucadella salvezza” che si affaccia

su via Alloro.I fratelli Gancia avevano otte-nuto da Papa Innocenzo VIII ilpermesso di edificare una gan-cia, ovvero un ricovero per imalati. Il 4 Aprile 1860 aPalermo, era scoppiata unarivolta antiborbonica. L’insur -re zione fu duramente repressae per sfuggire alle milizie bor-boniche, due insorti, FilippoPatti e Gaspare Bivona, si rifu-giarono all’interno del con-vento. Tra colatoi e mummie,resti di organi e corpi indecomposizione, i poveriinsorti rimasero lì per cinquelunghissimi giorni, quasisepolti vivi.Poiché il convento era circon-dato dai borboni, essi non riu-scirono a trovare una via difuga, sino a che un giorno, ledonne pensarono di organizza-re una lite in modo da attirarel’attenzione delle guardie. Duecarri pieni di paglia si scontra-rono, il conducente dell’unoincolpò l’altro, ne derivò unarissa e dovettero intervenire leguardie.Il trambusto fu la salvezza peri due giovani che riuscirono ascappare dalla buca mettendo-si in salvo.Una Palermo che si raccontada sola, basta osservare e leg-gere per tornare indietro nelnostro passato.

PALEPALERRMOMOe i suoi raccontie i suoi racconti

Un approccio itinerante allo studio della storiadi Casabianca Francesca VF

Ogni anno sulle strade italianesi registrano numerosissimiincidenti, sfortunatamente ilnumero delle vittime è in cre-scita. Secondo il rapporto Istat-Aci 2010, relativo agli inciden-ti stradali avvenuti in Italia nel2009, 215.405 sono gli inci-denti stradali che hanno insan-guinato le strade italiane, cau-sando oltre 300 mila infortuni epiù di 4 mila decessi.Nonostante i numeri sianoimpressionanti, un dato confor-tante c'è: rispetto al 2008 gliincidenti sono diminuitidell’1,6%, i decessi del 10,3%e i feriti del 1,1%. A fronte diun aumento del numero diautomobili di circa il 18%(+0,2% tra il 2008 e il 2009).Tra il 2001 e il 2009 gli inci-denti con lesioni a personesono passati da 263.100 a215.405 (-18,1%), i decessi da7.096 a 4.237 (-40,3%) e i feri-ti da 373.286 a 307.258 (-17,7%). Val la pena di sottoli-neare che tutti questi numerihanno un volto e un nome ecoinvolgono a loro volta altrivolti, altre persone. Infatti, leparalisi, le amputazioni degliarti, le menomazioni celebrali,che sono solo alcune delle tantepatologie con cui i sopravvis-suti devono convivere per tuttoil resto della loro vita coinvol-gono inesorabilmente anche leloro famiglie. Le cause degli incidenti moltospesso hanno nomi come"Angelo Azzurro", TequilaBum Bum (per citare solo alcu-ni dei cocktails super alcolici)ma anche Anfetamina, Cocainao Hashish. Sotto l'effetto di

queste sostanze l'automobilistaperde il controllo dei proprisensi: la vista si offusca e tal-volta l'immagine si sdoppia; iriflessi muscolari rallentanocon la conseguenza che l' auto-mobilista non governa più ilmezzo diventando un seriopericolo per se stesso e per glialtri. I ragazzi talvolta fannouso di queste sostanze per eva-dere dalla realtà o per semplicespavalderia e non si rendonoconto che i problemi non sirisolvono rifugiandosi nell'al-col e nella droga. Per arginarequesto fenomeno sono molte leagenzie che mirano a sensibi-lizzare i giovani: la scuola, latelevisione, le associazionisportive e i centri di recupero diex alcolisti e tossico dipendentiavviano continue campagne diinformazione concentrandosisopratutto sugli effetti deva-stanti degli incidenti stradali.Questo impegno però nonbasta, forse lo Stato dovrebbeemanare una legge con cui vie-tare alle fabbriche automobili-stiche di immettere sul mercatovetture che superano i limiti divelocità prescritti dalla legge. Ilconsumatore poi potrebbecominciare a preferire ben altrecaratteristiche; del resto i pro-dotti di ultima generazioneoffrono prestazioni affascinan-ti, ci sono automobili che gui-dano o parcheggino da sole,possiedono dispositivi per ilrisparmio energetico (Start andStop) e sono dotate di sensoriche, avvertito il pericolo discontro con altre veicoli, ridu-cono la velocità di percorrenza.

La classe IC

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Stiamo sulla buona strada

A scuola di giornalismo con

NewspaperGameCome negli scorsi anni, il Ferrara ha aderito a“NewspaperGame”, il gioco di giornalismo lanciato dal quoti-diano la Sicilia. L’iniziativa intende offrire agli studenti l’op-portunità di leggere il giornale in classe, scrivere articoli e rea-lizzare la pagina di un quotidiano, proprio come una vera reda-zione. NewspaperGame, infatti, propone il quotidiano comestrumento didattico, al fine di stimolare il dibattito e la riflessio-ne su argomenti di attualità anche fra i banchi. Un’opportunitàper studenti e docenti di mettersi in gioco, sfoderare la propriacreatività, allenare la capacità di comprendere e raccontare ilmondo che li circonda, diventando così protagonisti dell’infor-mazione. L’iniziativa prevede, inoltre, la partecipazione al progetto edu-cational “Io non corro il rischio”, cofinanziato dall’Unioneeuropea e dall’Assessorato regionale delle Infrastrutture, dellaMobilità e dei Trasporti. Al fine di diffondere la cultura dellasicurezza stradale, gli studenti vengono invitati a redigere arti-coli, scattare foto e girare un video sul tema del rispetto delleregole, dei limiti di velocità e della segnaletica stradale nonchésui comportamenti errati che mettono a rischio la propria vita equella degli altri. Gli articoli dei ragazzi sono pubblicati sulquotidiano La Sicilia e su La Gazzetta del Mezzogiorno oltreche sul sito del quotidiano catanese. Il primo contributo delFerrara è stato pubblicato Domenica 13 novembre sul quotidi-ano La Sicilia; qui di fianco lo riproponiamo.Ma quest’anno il gioco è ancora più ricco perché, sempre all’in-terno di NewspaperGame, gli studenti possono partecipare alprogetto di educazione alimentare “Promossi a tavola”.Realizzata in collaborazione con l’Assessorato regionale delleRisorse agricole e alimentari, l’iniziativa mira a informare i gio-vani sulle pratiche per una dieta equilibrata, a far conosceremeglio i prodotti agroalimentari siciliani di qualità, a far capirequali sono le abitudini sbagliate e a combattere gli errori e i dis-ordini alimentari.Insomma, quello con NewspaperGame ci è sembrato un appun-tamento da non perdere per rinnovare negli alunni la voglia discrivere e cimentarsi nell’affascinante mondo del giornalismo!

Nella foto, Pizzo Vincenzo della II E, durante l’intervista televi-siva girata nella nostra scuola e trasmessa su Telecor e AntennaSicilia nell’ambito di “Promossi a Tavola”, il progetto di edu-cazione alimentare del quotidiano La Sicilia

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Africani, europei, asiatici,indiani nativi … nonimporta il colore né la pro-venienza, il fondamentoche accomuna il tutto è la

musica.Nel corso musicale pomeridiano con l’in-segnante Francesco Piras (detto “Ciccio”)e con la collaborazione del prof. Colletti,si impara da apprezzare le musiche delmondo, conoscere le tradizioni musicalidelle diverse culture. Questo approccio,come sanno gli specialisti, è chiamato“etnomusicologia” ovvero studio dellamusica di varie etnie.Tra una nota e l’altra, senza farci tantocaso, si è aperto un mondo a noi totalmen-te sconosciuto; ad esempio abbiamoappreso che gli “Inuit”, più comunementechiamati “eschimesi”, da un semplicegioco di suono di gola che le donne face-vano e fanno tutt’ora per trascorrere legiornate, hanno creato della “musica”;così come hanno fatto tanti altri popoli.Con la simpatia di Ciccio il tutto è davve-ro divertente e interessante allo stessotempo. Il corso è seguito per lo più da

ragazzi anch’essi molto simpatici ed èproprio grazie a questa qualità che nellosvolgimento delle lezioni si respiraun’aria leggera ed armoniosa.Al termine del progetto è previsto unospettacolo di chiusura dove metteremo inmostra ciò che abbiamo imparato, esiben-doci con canti polifonici e suonando deglistrumenti tipici.L’iniziativa ci ha anche aiutato a com-prendere quanto sia importante per l’uo-mo la musica e a intravedere le sue molte-plici finalità. “Musica, il più grande bene che i mortali

conoscano. E’ tutto ciò che del paradiso

noi abbiamo quaggiù.” (J.Addison)

II nn tt ee rr cc uu ll tt uu rr aa ll ii tt àà

“Dall’universo al pluri-verso: esplora-

tori della dimensione interculturale” èil titolo del progetto che coinvolge inrete, oltre al nostro Istituto, l’I.C. M.T. diCalcutta (scuola capofila), la D.D.Ferrara, la Facoltà di filosofiadell’Università di Palermo e leAssociazioni “CISS” e “Narramondi”. La scelta dei partner non è casuale ma èdettata dalla volontà di coinvolgere lescuole del centro storico nelle quali siregistra la più massiccia presenza di stu-denti stranieri e di origine straniera. Ilprogetto si snoda in modo elicoidaleapprofondendo e realizzando tre azio-ni/dimensioni educativo didattiche qualil’accoglienza, la relazionalità e la coope-razione. Questi i moduli affidati alla nostrascuola: - Parole, corpo movimento: incontrotra culture;- Le musiche del/dal mondo;- Italstudio per studiare (L2);-Mostra-evento interculturale conworkshop e realizzazione di uno spot.Le singole azioni, pur nella lorodiversità, mirano a sviluppare neglialunni esperienze di conoscenzareciproca, integrazione e sviluppodella creatività, esaltando il sensodi responsabilità condivisa che staalla base del vivere comune.Riportiamo accanto le riflessioni di alcu-ni allievi impegnati nel progetto.

Musica dal-del mondodi Carola Marino e Sonia Jerbi II E

Dall’universo al pluri-verso

Anche un SMS può servire perarrivare alla poesia.L’abbiamo capito grazie aLuigi Di Gangi, l’attore che ci

ha guidato nel modulo dedicato alla narra-zione nell’ambito del progetto PORdall’Universo al pluriverso. Con lui siamoriusciti a entrare nel mondo della poesia edel teatro servendoci anche di strumenti

non proprio “regolamentari” come il tele-fonino. In appena 30 ore siamo riusciti nonsenza difficoltà a diventare “miniattori”.Può sembrare semplice a dirsi ma nellarealtà questo percorso ci ha richiesto serie-tà, impegno e volontà senza i quali èimpossibile esprimere con efficacia le ideee i sentimenti più intimi. Con Luigi abbia-mo lavorato sulla parola e sulla narrazio-ne: ciascuno di noi ha scelto una parolapositiva ed una negativa. Dopo averla con-divisa nel gruppo, Luigi ci ha guidato nellacreazione di un testo unico, frutto del con-tributo di ciascuno, che rappresenta perquesto il sentimento dell’intero gruppo.L’ultima fatica consisterà nella rappresen-tazione teatrale del nostro lavoro. Quest’esperienza ci ha arricchito molto eci ha fatto comprendere che i risultati siottengono solo con la concentrazione el’impegno, è inoltre servita a farci cresce-re, combattendo le nostre timidezze e inostri timori. Anche questi sono dei picco-li passi verso la maturità.

G. Benfante e E. Musicò IC

Sopra, il tutor prof.ssa Burgio con alcunialunni coinvoli nel modulo di 25 ore“Parole, corpo e moviemnto” condotto dal-l’esperto G. Tortorici.Nella foto in alto gli alunni della IC conl’esperto L. Di Ganci; Nella foto a dx, gli alunni del modulo“Musica dal-del mondo” con il tutor prof.Colletti e l’esperto F. Piras.

Piccoli attoricrescono

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PP aa rr ll ii aa mm oo nn ee

Esistono paesi dovela tutela del corpofemminile non esi-ste. Paesi dove le

bambine nascono già donne esconoscono i loro diritti.Paesi poveri, degradati chevengono persino derubati dellaloro dignità da chi è economi-camente più ricco di loro.Non si tratta solamente di carriarmati e distruzione fisica madi un fenomeno chiamato “turi-smo sessuale”.Questo fenomeno, di cui abbia-mo discusso in classe con laprof. di geografia economica,consiste nell’organizzare viag-gi al solo scopo di ottenere pre-stazioni sessuali da prostitute,per lo più minorenni. I Paesi colpiti naturalmente

sono quei Paesi in via di svilup-po, come la Thailandia, ilBrasile, la Bulgaria, il Nepal el’Africa.Organizzare in Agenzie diviaggio vacanze a scopo ses-suale è a dir poco sconcertante.Il turismo sessuale è oggi puni-to esplicitamente da una leggeitaliana approvata nel 1998.In pratica, un cittadino italianodenunciato per pedofiliaall’estero viene perseguitoanche dalla legge italiana, indi-pendentemente dall’iter giudi-ziario del Paese in cui è scatta-ta la denuncia.Purtroppo è un business checresce di anno in anno.Ciò non aiuta assolutamentel’economia dei paesi che rice-vono i “clienti” di queste ragaz-

ze, anzi il Paese resta fermo nelsuo degrado e nella sua dispe-razione, non riuscendo a capireche il denaro che arrivamomentaneamente è solo unbene illusorio.In Italia vi è una legge moltosevera contro lo sfruttamentodella prostituzione, della por-nografia e del turismo sessualea danno dei minori. A volte l’attività viene importa-ta in Italia da qualche “impren-ditore” che regala sogni irrea-

lizzabili e così molte ragazzepartono alla volta dell’Europacredendo in proposte di lavoroche spesso nascondono contrat-ti fasulli, visto che la prostitu-zione viene ribattezzata conaltri nomi, quali intrattenimen-to, ballo in night club, compa-gnia per uomini soli. Sono circacentomila le donne brasilianein Europa.Gli interessi economici sonoforti: il settore del turismo ses-suale è uno dei pochi per ilquale è previsto un aumento neiprossimi anni, perciò saràancora più arduo contrastarequesto tipo di viaggi.Sta di fatto che questi poveriangeli non sanno cosa significavivere, non sanno dell’esisten-za dei loro diritti. Noi, però,dall’altro lato del mondo, pos-siamo parlarne e urlare per loroin modo da fare cessare questeatrocità.

Falsi turistidi F. Casabianca VF

Brian Jones, Janis Joplin, JimMorrison, Jimi Hendrix e KurtCobain, sono solo cinque fra gliartisti noti a livello internazionale

morti prematuramente a soli 27 anni.A questi nomi, il 23 luglio 2011, si è aggiun-to quello di una famosa cantautrice britanni-ca: Amy Winehouse.Debutta sulla scena del pop internazionalepubblicando, nel 2003, l’album Frank, cheriscuote un buon successo ma la fama veraarriva nel 2007, con l’uscita del secondo

album Back to Black che, trainato da singo-li come Rehab, Love Is a Losing Game el’omonima traccia Back to Black scala leclassifiche mondiali, ottenendo un successoche porta la giovane interprete alla vittoriadi cinque Grammy Awards. Contemporaneamente, l’artista fa spessoparlare di sé per i seri problemi legati adroga, alcol e disordini alimentari.La sua vita, una volta divenuta davverofamosa, è travolta dal successo, ma quelsuccesso triste che non lascia più alcuna viad’uscita. Amy perde quattro taglie tra lapubblicazione del primo e del secondoalbum. Dichiara alla stampa britannica che èstato a causa dei commenti che facevano sulsuo peso. In seguito la cantante confessa alsuo pubblico di soffrire di disordini alimen-tari come l’anoressia e la bulimia. Nonostante le belle canzoni, AmyWinehouse rimane in prima pagina suitabloid britannici anche per i suoi gravi pro-blemi legati all’alcol. A chi le chiedeun’opinione sulla violenza e l’alcol rispon-de «mi diverto molto certe notti ma poi esa-gero e rovino la serata col mio ragazzo.Sono veramente un’ubriacona»; un’affer-mazione carica di ironia, forse anche malriuscita, poiché, di certo, quella sua situa-zione di dipendenza non la soddisfacevaaffatto. Il 14 febbraio 2007, agli Elle Style Awards,la cantante esibisce tagli e cicatrici su unbraccio; il suo portavoce dichiara che sonostati causati da una caduta per strada. Le

speculazioni sui problemi con l’alcol conti-nuano quando vengono pubblicate dellefoto che la ritraggono nel reparto alcolici diun supermercato locale. Nell’aprile 2007Amy rende pubblico il suo fidanzamentocon il cantante Blake Fielder-Civil con ilquale nell’ottobre dello stesso anno si sposae nell’agosto 2009 divorzia.Il 18 ottobre 2007 è arrestata in Norvegiaper possesso di sette grammi di marijuana,poi rilasciata il giorno seguente dietro cau-zione di 500 euro. Il 21 gennaio 2008comincia a circolare un video, ripreso il 18dove la cantante fuma crack e ammette diavere preso «sei valium per calmarsi». Il 18giugno 2011, è la volta della sua ultimaapparizione in pubblico nella quale cantavisibilmente ubriaca davanti ai fan diBelgrado. Di lì a poco, all’apice del successo, la vitaseppur tormentata ed angosciata della can-tante si spegne. Tra i dubbi e le incertezzeoggi mi chiedo se Amy avesse vissuto unavita “normale”, lontana dal successo e dallafama che non ha saputo dominare, adessodove starebbe? Avrebbe una piccola fami-glia su cui riversare l’amore che non haavuto e per il quale ha cercato in luoghioscuri, rifugiandosi nell’alcol e nella droga.Chissà cosa sarebbe stato di lei se nel corsodel suo cammino avesse potuto solamentecomprendere il vero senso della vita, forseAmy sarebbe ancora lì, sul quel palco chetanto amava ma che, pian piano, l’hadistrutta.

Amy Winehouse:una vita stroncatadal successodi Carola Marino IIE

Chi di voi verrebbe a scuo-la dopo le 6 ore curricularimattutine?

Noi della IIE, armati di buonavolontà, ci ritroviamo in Istitutoogni giovedì e il sabato mattina, incoda alle lezioni, per seguire ilcorso POR dedicato all’ e-commer-ce. Infatti, dal mese di ottobre hapreso il via la seconda annualità enoi continuiamo ad apprendere leinnovative tecniche del commercioelettronico. Abbiamo ormai impara-to a creare un sito, utilizzando ilsoftware joomla; ci divertiamo amodificarne i temi grafici (o tem-

plate), le impostazioni generali e inparticolare ci esercitiamo a utilizza-re il software per creare dei blogpersonali orientati ai diversi aspettidella comunicazione.Se pensate che l’anno scorso, acausa di un ritardo nell’avvio delpercorso formativo, la prima annua-

lità dell’e-commerce è iniziata amarzo per concludersi a giugno,capirete quanto sia stato faticoso pernoi seguire con costanza le lezioni.Ma neppure il caldo afoso dell’esta-te palermitana ci ha impedito dicontinuare a frequentare. È pur veroche alla fine il nostro sforzo è statoben ripagato, perché la scuola ci hadato la possibilità di trascorrere tregiorni di stage a Selinunte, pressol’Hotel Aureus. Insieme al sig.Ferreri, proprietario dell’albergo,abbiamo appreso quanto sia impor-tante gestire un sito commerciale afini pubblicitari e lo abbiamo fattoin un contesto ospitale e naturalisti-camente meraviglioso. Un po’ direlax ce lo siamo proprio meritato!

E-commerce, l’avventura continuadi Danilo Aliotta II E

Nella foto in alto, un momento

dello stage presso l’Hotel Aureus

di Selinunte.

Accanto, l’aula multimediale utiliz-

zata per il corso e-commerce.

Inviate le vostre lettere a:

[email protected] a confronto

Mi chiamo Bruno Daniele e ho 15 anni. L’anno

scorso frequentavo l’ “I.T.I.S A.Volta” un

Istituto Tecnico dove, a essere sincero, non mi

sono trovato molto bene. Per questo ho deciso di

cambiare scuola e di iscrivermi al Ferrara. Il Volta a

differenza del Ferrara è molto più difficile, in più si

fa molta pratica. Le materie son ben diverse, per-

ché qui al turismo si studia una lingua in più e l’eco-

nomia aziendale, mentre al Volta si studia chimica,

elettronica, elettrotecnica e tecnica; anche l’infor-

matica al Volta era più pesante. Ho cambiato

scuola perché penso che questo indirizzo mi possa

offrire maggiori possibilità di trovare un futuro

lavoro e poi questo indirizzo mi permette di fare

viaggi e studiare più di due lingue straniere che a

me piacciono molto. Adesso mi trovo bene, grazie

anche ai professori che si spendono molto per noi

e capiscono le nostre difficoltà.

Bruno Daniele I Turismo

LL aa pp oo ss tt @@ dd ee ii ll ee tt tt oo rr ii

Non è mai troppo tardiOggi, dopo tanti anni mi ritrovo fra i banchi discuola. Da quando ho smesso di studiare, nel1998, ho notato che nella quotidianità mi manca-va quolcosa. Per esempio, leggendo gli annunci dilavoro, vedevo che il titolo di studio minimorichiesto era il diploma di scuola superiore maanche parlando con gli amici avevo delle carenzedi base. Adesso che mi ritengo un po’ più maturo,avendo conosciuto anche la vita lavorativa, pensoche ottenere un diploma sia un’opportunità in piùper uscire dal precariato. Poichè, dopo i cinque anni di scuola, per la crisiglobale, non ci sono molte possibiltà di impiego,vorrei consigliare agli alunni più giovani di me distudiare e impegnarsi per ottenere qualcosa diconcreto nella vita. La vita è una sola, cercate diviverla al meglio.

Alessio Messina I C

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IC

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Il primo giorno al Ferraradi Paolo Rao I F

Fin da quando frequentavo l'ultimo anno dellascuola media, avevo già in programma di iscriver-mi presso una scuola tecnica commerciale, perquesto il Ferrara mi è sembrata la scuola adatta.Il primo giorno di scuola: che confusione! Mi sen-tivo spaesato perché non conoscevo nessuno, eranovoci e volti nuovi. Sarà stata la paura di rimaneresolo ma ho subito cercato di condividere il miostato d'animo con qualcuno che probabilmente sitrovava nella stessa mia situazione. Ho scambiatodue parole con Vito ed è diventato tutto molto piùsemplice. Non so se per caso o per fortuna Vito èstato assegnato alla mia stessa classe e da allorasiamo diventati inseparabili.Adesso che sono già trascorsi due mesi di scuola,sono in buoni rapporti con tutti i miei compagni diclasse e spero che continueremo a condividerequesta esperienza nel migliore dei modi per iprossimi cinque anni.

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IPIA /s

Torneo maschile Biennio

2C 1T 1E/1P 2F 1C 1B 2E 1F

Torneo maschile Triennio

4+3Pr2 5F 3Pr1 5Pr1 3F 5E 4E 3E

4Pr1

Torneo femminile

1C+2E 1E 3+5Pr1 4+5Pr2+4E 3F 1F

2+4+5F

Dopo la positiva esperienza degli anni passati che havisto tanti ragazzi e ragazze coinvolti nel torneo di cal-cetto scolastico, si ripropone, sempre più richiesto, iltorneo di calcio a cinque. Negli anni passati, i ragazzihanno dato vita a gare entusiasmanti e leali, fra diver-timento e socializzazione. Perciò si spera vivamente chequest'anno il torneo possa essere divertente quanto iprecedenti, se non addirittura di più. Il calcio d'inizioavverrà in data 6/12, presso il campo Papireto con iragazzi del triennio, pronti a dare vita a sfide mozza-fiato. Il 7/12 sarà la volta dei ragazzi del biennio e allo-ra scopriremo di che pasta sono fatte le new entry. Laprima fase del torneo si conclude il 19/12, con le garedelle ragazze che, quest'anno molto più numerose,daranno il loro tocco di classe al torneo.Le partite saranno arbitrate dal prof. Sanfilippo e daglialunni Rivolo e Calandra. Accanto trovate il calendariodegli incontri, così come è risultato dal sorteggioeffettuato dagli alunni che hanno collaborato, per orga-nizzare il torneo, con le prof.sse Culotta e Cavallaro.

Cristian Rivolo IVPr 2

6/12/2011

19/12/2011

7/12/2011

Al via il torneo di calcetto

Il campionato diserie A 2011/2012è cominciato giàda due mesi manella testa dei tifo-

si rosanero c’è ancora quel 29maggio scorso. Sì, propriocosì, quella storica finale persa3 a 1 con l’Inter. Non è un caso

ma nella prima giornata delcampionato, col Barbera esau-rito, arriva proprio l’Inter, que-sta volta battuta 4 a 3 dairagazzi del nuovo misterMangia. L’entusiasmo di noitifosi è alle stelle. Da qui inpoi, in casa il Palermo è imbat-tibile: 5 vittorie su 5; mentre

fuori casa è un disastro: 6 par-tite e zero vittorie con un solopareggio. Sembra quasi che lanostra squadra sia colpita dauna strana maledizione.Naturalmente, il nostro misterdeve ancora lavorare tanto ecercare di colmare alcune lacu-ne nel reparto difensivo. Tutto

sommato, però, il Palermo sitrova al 5° posto nella classifi-ca del campionato, quindi, inzona champions. Almeno que-sto rimane ancora uno degliobbiettivi stagionali raggiungi-bile dai rosanero. Anche se ilcampionato è cominciato sol-tanto da due mesi e c’è ancoratanto da lavorare, noi tifosisiamo fiduciosi e speriamo chei nostri giocatori ci regalinoun’altra finale per poter direancora una volta …. “Tutti aRoma alè”.

Il Palermo colpito dalla maledizione del “fuori casa”! di Vincenzo Baiamonte I F

ROSA NEROCRONACHE

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Nuove procedure per bancomat

Il colmo

Qual è il colmo

per una scimmia?

Entrare nel guin-

nes dei primati!(Sara)

Dizionario Siculo-IngleseIt’s useless that you swing yourself, fog you are andfog you remain. È inutili ca’ t’annachi, niegghia si e nieg-ghia arrestiGo and throw the blood. Va ecca ‘u sangu Who do you hang out with? With found oranges on thefloor? Cu cui ti unci? C’a aranci ri ‘nterra?I put you down like a stolen five hundred car of secondhand -Ti puasu como na’ 500 arrubata, ri secunna manu. See you and if we don’t see .. switch on the lightNi viriamu, e si ‘un ni viriamu addumamu a’ luciAnd the dog is dead - E muriu u caniWho goes out suceeds -Cu nesci arrinesci

I nuovi Bancomat cosiddetti“Drive – Thru” permetterannoal cliente di prelevare contantisenza scendere dall’automobi-le. Al fine di facilitare l’utiliz-zo, sono state sviluppate leseguenti procedure:

Per gli uominiAvvicinarsi con l’autovettura alBancomatAbbassare il finestrinoInserire la carta nel Bancomat edigitare il PINDigitare l’importo desideratoRitirare la carta, il contante e laricevutaRichiudere il finestrinoRipartire

Per le donneAvvicinarsi con l’autovettura alBancomatFare retromarcia fino ad alli-neare il finestrino al BancomatRiavviare il motore che nelfrattempo si è spentoAbbassare il finestrinoTrovare la borsetta e svuotaretutto il contenuto sul sedile pas-seggero per trovare la cartaLocalizzare la trousse e con-trollare il trucco nello spec-chietto retrovisoreProvare ad inserire la carta nelBancomatAprire lo sportello per facilita-re l’accesso al Bancomat a

causa dell’eccessiva distanzadell’automobileInserire la cartaReinserire la carta nel versogiustoRisvuotare la borsetta per cer-care l’agenda con il PIN scrittosul retro della pagina di coper-tinaDigitare il PINPremere Cancel e digitare ilPIN correttoDigitare l’importo desideratoRicontrollare il trucco nellospecchietto retrovisoreRitirare il contante e la ricevutaSvuotare ancora la borsetta pertrovare il portafogli e riporci ilcontanteRiporre la ricevuta assieme alblocchetto degli assegniRicontrollare il trucco ancorauna voltaRipartire e percorrere 2 metriFare retromarcia fino alBancomatRitirare la cartaRisvuotare la borsetta, trovareil portafogli e collocare la cartanell’apposito compartoRicontrollare il truccoRiavviare il motore che nelfrattempo si è spentoGuidare per un paio di kilome-triTogliere il freno a mano

Guarda, anche se ci provassi,non ci riuscirei... finché scrivi così!

Alunni di quinta alle giornate di

“ORIENTAGIOVANI”

Progetto “Parole,corpo e movimento”

I vostri ClickInviate alla redazione i vostri scatti migliori relativi ai progetti, alle attività o alle situazioni più curiose cheaccadono a scuola. Immortalate i momenti più divertenti o significativi, curiosità e stranezze per raccontarecon immagini la vita al Ferrara. Pubblicheremo i click più originali.

Io Parlo ma tu non mi ascolti!

Anche a te, Pucci,e sogni d’oro!