Ferrarino num.1 anno 4

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Quest'anno la redazione avendo constatato che molti alunni dimostrano di non conoscere i luoghi che quotidianamente frequentano o in cui vivono, ha pensato di proporvi una riflessione sulla nostra città attraverso la descrizione e, soprattutto, le impressioni e le percezioni che voi ragazzi avete di essa e in particolare dei vostri quartieri. Iniziamo con alcune notizie sul quartiere dove si trova la nostra scuola e sul quartiere Oreto-Stazione. Pag. 6 La piazza merita rispetto Dopo giorni di cortei, proteste, scontri e occupazioni contro la riforma della scuola promossa dal Ministro Gelmini, il 29 ottobre c.a., il decreto viene convertito in legge. A nulla sono valsi gli scioperi che non sono stati un rito ma un'azione concre- ta di impegno civile per esprimere il disagio di coloro che nella scuola insegnano, studiano e ad essa affidano i propri figli. Il 30 ottobre è stata una giornata di mobilitazione nazionale, un'azione contro una ingiusta e miope manovra chiamata riforma, ma che in realtà è un piano di attuazione dei tagli sulla scuola, il cui unico obiettivo è "essenzializzare", cioè "togliere" risorse all'istruzione, senza tener conto dei pesantissimi effetti negativi che tale intervento produrrà sulla qua- lità educativa e sull'organizzazione della vita delle famiglie. Le riforme non si fanno autoritariamen- te, per decreto, senza alcun confronto, senza discutere con i diretti interessati, con gli studenti, con le famiglie, con gli insegnanti, con chi la "scuola vera" la fa, la vive, ne usufruisce. Segue a pag.2 Periodico di informazione e discussione dell I.T.C. “F. Ferrara” Palermo Anno 4 numero 1 - ottobre novembre 2008 [email protected] I giovani non sono come vengono dipinti A guardare “Albakiara”o“Un gioco da ragazze”, nelle sale cinematografiche in questi gior- ni, viene fuori un ritratto piutto- sto inquietante degli adolescenti: abbondanza di alcol, droga e sesso come merce di scambio, disinteresse totale per le attuali questioni politiche. Le cose non cambiano di molto anche in alcu- ne fiction televisive di successo (Vedi “I Cesarori” o “I Liceali”) che spesso rappresentano i giova- ni più interessati a feste, a con- certi o alle ultime tendenze della moda che a ciò che accade intor- no a loro: mai un quotidiano in mano o l’adesione ad associazio- ni di vario genere. Eppure siamo convinti che la realtà sia ben altra. Riguardo, ad esempio, la riforma scolastica, abbiamo visto che i giovani non sono così apatici e disinteressati come vengono dipinti. Non sono disposti a subire passivamente le decisioni che riguardano il loro futuro. Li abbiamo visti lottare con convinzione per salvaguar- dare il diritto allo studio nel quale ancora credono (si vedano a tal proposito le riflessioni sulla pro- testa studentesca in questo nume- ro). Può essere pericoloso e fuor- viante etichettare tutti gli adole- scenti come “gioventù bruciata”. Segue a pag. 7 L’ONDA” INVESTE ANCHE IL FERRARA Gli studenti del nostro Istituto si “mobilitano” contro la riforma scolastica Le voci della protesta pag. 2 Dal corso Sirio........... pag. 3 Parlando di razzismo.pag. 6 Francesco Ferrara, chi era costui? ............pag. 7 La posta dei lettori . pag. 10 Curiosando............ .. pag. 11 All’interno “Ne è valsa la pena!” La visita alle “Cave di Cusa” e al “Museo del Satiro danzanteSUPERARE LE BARRIERE FISICHE E MENTALI Incontro con il traceur Ian Segreto Pag. 8 Di fronte ai cambiamen- ti radicali delle istituzioni scolastiche e delle uni- versità prospettati dal Governo e dal Ministro Gelmini, gli alunni del nostro Istituto hanno avvertito la necessità di unirsi al fronte della pro- testa contro i tagli conte- nuti nella L. 133/08 e nel D.L. 137 che in futuro potrebbero mettere a rischio l’esistenza stessa del nostro sistema pubbli- co scolastico ed universi- tario. Dopo accese discussioni nell’assemblea d’Istituto e in varie riunioni, nella nostra scuola, dal 23 al 29 ottobre, è stata attuata “l’autogestione” così come è avvenuto in mumerosissimi altri Istituti Italiani. Certo, alcuni non erano d’accor- do con questa forma di protesta dicendo che essa non sarebbe servita a niente o che ci sarebbero state non poche difficoltà da affrontare. Effettivamente non è stato semplice organizza- re e gestire le mattinate senza i professori, anche perchè non tutti si sono dimostrati sufficiente- mente maturi! Segue a pag.2 Per il secondo anno, il “Ferrara” organizza una GITA PREMIO per gli alunni promossi senza debiti formativi. A pag. 4 le considera- zioni di una alunna della II F CONOSCERE LA CITTA’ Via Libertà, 30/10/08 AUTOGESTIONE PER DIFENDERE IL DIRITTO ALLO STUDIO

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Giornalino del Ferrara

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Page 1: Ferrarino num.1 anno 4

Quest'anno la redazione avendo constatato chemolti alunni dimostrano di non conoscere i luoghiche quotidianamente frequentano o in cui vivono,ha pensato di proporvi una riflessione sulla nostracittà attraverso la descrizione e, soprattutto, leimpressioni e le percezioni che voi ragazzi avete diessa e in particolare dei vostri quartieri. Iniziamocon alcune notizie sul quartiere dove si trova lanostra scuola e sul quartiere Oreto-Stazione.

Pag. 6

La piazzamerita rispetto

Dopo giorni di cortei, proteste, scontrie occupazioni contro la riforma dellascuola promossa dal MinistroGelmini, il 29 ottobre c.a., il decretoviene convertito in legge.A nulla sono valsi gli scioperi che nonsono stati un rito ma un'azione concre-ta di impegno civile per esprimere ildisagio di coloro che nella scuolainsegnano, studiano e ad essa affidanoi propri figli. Il 30 ottobre è stata unagiornata di mobilitazione nazionale,un'azione contro una ingiusta e miopemanovra chiamata riforma, ma che inrealtà è un piano di attuazione dei taglisulla scuola, il cui unico obiettivo è"essenzializzare", cioè "togliere"risorse all'istruzione, senza tenerconto dei pesantissimi effetti negativiche tale intervento produrrà sulla qua-lità educativa e sull'organizzazionedella vita delle famiglie.Le riforme non si fanno autoritariamen-te, per decreto, senza alcun confronto,senza discutere con i diretti interessati,con gli studenti, con le famiglie, con gliinsegnanti, con chi la "scuola vera" lafa, la vive, ne usufruisce.

Segue a pag. 2

Periodico di informazione e discussione dell I.T.C. “F. Ferrara” PalermoAnno 4 numero 1 - ottobre novembre 2008 [email protected]

I giovani non sonocome vengono dipinti

A guardare “Albakiara” o “Ungioco da ragazze”, nelle salecinematografiche in questi gior-ni, viene fuori un ritratto piutto-sto inquietante degli adolescenti:abbondanza di alcol, droga esesso come merce di scambio,disinteresse totale per le attualiquestioni politiche. Le cose noncambiano di molto anche in alcu-ne fiction televisive di successo(Vedi “I Cesarori” o “I Liceali”)che spesso rappresentano i giova-ni più interessati a feste, a con-certi o alle ultime tendenze dellamoda che a ciò che accade intor-no a loro: mai un quotidiano inmano o l’adesione ad associazio-ni di vario genere.Eppure siamo convinti che larealtà sia ben altra. Riguardo, adesempio, la riforma scolastica,abbiamo visto che i giovani nonsono così apatici e disinteressaticome vengono dipinti. Non sonodisposti a subire passivamente ledecisioni che riguardano il lorofuturo. Li abbiamo visti lottarecon convinzione per salvaguar-dare il diritto allo studio nel qualeancora credono (si vedano a talproposito le riflessioni sulla pro-testa studentesca in questo nume-ro). Può essere pericoloso e fuor-viante etichettare tutti gli adole-scenti come “gioventù bruciata”.

Segue a pag. 7

“L’ONDA” INVESTE ANCHE IL FERRARAGli studenti del nostro Istituto si “mobilitano” contro la riforma scolastica

Le voci della protesta pag. 2

Dal corso Sirio........... pag. 3

Parlando di razzismo.pag. 6

Francesco Ferrara,chi era costui? ............pag. 7

La posta dei lettori . pag. 10

Curiosando............ .. pag. 11

All ’ interno

“Ne è valsa la pena!”La visita alle “Cave di Cusa” eal “Museo del Satiro danzante”

SUPERARE LE BARRIEREFISICHE E MENTALI

Incontro con il traceurIan Segreto Pag. 8

Di fronte ai cambiamen-ti radicali delle istituzioniscolastiche e delle uni-versità prospettati dalGoverno e dal MinistroGelmini, gli alunni delnostro Istituto hannoavvertito la necessità diunirsi al fronte della pro-testa contro i tagli conte-nuti nella L. 133/08 e nelD.L. 137 che in futuropotrebbero mettere arischio l’esistenza stessadel nostro sistema pubbli-co scolastico ed universi-tario.Dopo accese discussioninell’assemblea d’Istitutoe in varie riunioni, nella

nostra scuola, dal 23 al29 ottobre, è stata attuata“l’autogestione” cosìcome è avvenuto inmumerosissimi altriIstituti Italiani. Certo,alcuni non erano d’accor-do con questa forma diprotesta dicendo che essanon sarebbe servita aniente o che ci sarebberostate non poche difficoltàda affrontare.Effettivamente non èstato semplice organizza-re e gestire le mattinatesenza i professori, ancheperchè non tutti si sonodimostrati sufficiente-mente maturi!

Segue a pag. 2

Per il secondo anno, il“Ferrara” organizzauna GITA PREMIOper gli alunni promossisenza debiti formativi.A pag. 4 le considera-zioni di una alunnadella II F

CONOSCERE LA CITTA’

Via Libertà, 30/10/08

AUTOGESTIONE PER DIFENDEREILDIRITTOALLO STUDIO

Page 2: Ferrarino num.1 anno 4

Alcuni, anzi, hanno provocatodei danni all’Istituto costringen-doci in tal modo a pagare le con-seguenze delle loro deprecabiliazioni. Questo è stato uno deiprezzi che abbiamo dovuto paga-re per una esperienza che perònel complesso ci è sembratapositiva. Cercare di sensibilizza-re gli altri, documentarci sulDecreto Gelmini, raccoglierefondi per la realizzazione dei car-telloni e degli striscioni, prende-re contatti con altre scuole ci hafatto sentire coinvolti in una giu-sta causa comune e sicuramenteci ha fatto crescere! Così come èstato positivo l’entusiasmomostrato dagli alunni nella par-tecipazione alle manifesta-zioni di piazza nei giorni30/10/08 e 7/11/08 insieme atante altre scuole.Anche se l’autogestione poteva

essere organizzata meglio, restala soddisfazione di aver fatto lanostra parte in una lotta impor-tante che forse ha cominciato adavere qualche effetto, se è veroche il Ministro Gelmini ini-zia a mostrare segni di aper-tura al dialogo.

Sanna Goumair, M. Rita Messina,Margherita Bisconti IV Pr2

La piazza merita rispettosegue dalla prima

L'azione intransigente del Governo Berlusconi ha svilito ilvalore intrinseco dell'istruzione come se essa fosse qualcosache non inerisce alla democrazia.La piazza merita comunque rispetto e ascolto, i manifestantistanno segnando una giornata memorabile, non solo per lascuola ma per la nostra democrazia, per il nostro futuro, peril futuro del Paese e dei nostri figli.Dall'alto sono arrivate solo minacce coercitive, dapprimarivolte verso gli scioperanti ed ora mosse nei confronti deglioccupanti, infatti, per chi occupa abusivamente scuole e uni-versità scatterà la denuncia.La politica scolastica del ministro Gelmini è un ritorno alpassato: maestro unico, chiusura di alcuni atenei, dequalifi-cazione delle università pubbliche che potranno scegliere didiventare Istituti privati, con conseguenti aumenti delle tasse,taglio dei fondi ai ricercatori universitari con inevitabile dan-neggiamento della ricerca (non più spinta dall'interesse cul-turale e sociale, ma dai fondi stanziati dalle aziende private).Pare chiaro che con questa politica non si sta soltanto asse-stando un duro colpo al sistema dell'istruzione pubblica, masi sta demolendo anche la nostra Costituzione che ha proprionella scuola pubblica, aperta a tutti, uno dei suoi principi fon-damentali.Dal momento che questa politica è stata attuata per pure"ragioni economiche" viene spontaneo a questo punto porsidue interrogativi: perché invece di concentrarsi su una "poli-tica aziendalista" che mira essenzialmente a tagliare i costi,non ci si è concentrati su una "Politica della Razionalizza-zione degli Sprechi"?Perché abolire un'imposta a carico del cittadino (I.C.I.) se poisi trovano mille altri metodi per affondare indiscriminata-mente le mani nelle sue tasche? Cetti Baiamonte VA/s

Pur essendo pienamente d’ac-cordo sulla necessità di unirsialla protesta e alla mobilitazioneavvenuta nelle Università e ingran parte delle scuole italiane,in difesa del fururo della nostrascuola, non abbiamo condivisoperò la decisione, presa in un'as-semblea straordinaria dei rap-presentanti di classe e diIstituto, di attuare come l'auto-gestione.Un gruppo, seppure minoritario,di studenti non ha creduto inquesta forma di protesta, con-vinto che non tutto ciò cheavviene all'interno di un Istitutoviene sentito dalle forze politi-che; una protesta condotta inve-ce, per mezzo di manifestazionipubbliche e collettive sortisceeffetti maggiori. Inoltre, il fattoche poche persone avrebberopotuto gestire un gran numerodi studenti che, in una situazio-ne del genere, non pensano diautogestire la propria classe e leproprie lezioni ma si sentonosoltanto liberi di fare ciò chevogliono, sembrava dare il là adun'impresa impossibile. Per tuttiquesti motivi avevamo propostovarie alternative che prevedeva-

no la stesura di un documento odi un articolo, nel quale sareb-bero state esposte le nostre opi-nioni e il profondo disappunto,oppure alternare lo studio diur-no alla protesta pomeridiana,anche per dimostrare che ilnostro intento non era quello diperdere ore di lezioni ma quellodi far valere i nostri diritti.Queste proposte però non sonostate accettate, si è optato perl'autogestione e si sono verifica-ti alla fine tutti quei disagi che sierano previsti; inoltre, nelmomento in cui abbiamo avutoveramente la possibilità di farsentire la nostra voce, solopochissimi hanno partecipatoalla manifestazione.Alla luce di questi eventi, anchecoloro che avevano optato perl'autogestione, hanno ritirato laloro proposta: così sono stateripristinate le normali condizio-ni di studio scegliendo un'altraforma di protesta, quella dimanifestare pubblicamente ein modo solidale con le altrescuole.

Buscemi Susanna, CastelliFrancesca, Sutera Rosa VPR1

Il D.L. 137/08, convertitoin legge il 29 ottobre scor-so, con 162 voti favorevoli,134 contrari e 3 astenutinon ha tenuto in considera-zione l’ostinato dissenso dibase ed il malcontento deglistudenti, definito al senatocome “una pretesa intolle-rabile di privilegi”.

Il ministro Gelmini hadichiarato severamente:“La scuola ha bisogno distare fuori dagli scontripolitici” e ancora “la nuovalegge prevede di riportare lascuola ai criteri di serietà edi ordine che vennero per-duti con la rivoluzione cul-rurale e sociale del 1968”.Sono convinta che ogniessere umano debba poterscegliere il proprio futuro!Se il Governo non potrà piùsostenere le spese perl’istruzione negherà ine-vitabilmente il dirittoallo studio.Non si può restare sordi algrido dei docenti, degli stu-denti e di quanti si sonoimpegnati nello studio deiproblemi psicopedagogici.

Teresa Uggini IA Sirio

La matita allegradi Claudia Prainito

Pag 2 0ttobre - novembre 2008 le voci della protesta il ferrarino

"SI" ALLA PROTESTA,"NO" ALL'AUTOGESTIONE!

AUTOGESTIONE PER DIFENDERE ILDIRITTOALLO STUDIO

segue dalla prima

LE MANOVRE DEL GOVERNONEGANO IL DIRITTO ALLO STUDIO

Page 3: Ferrarino num.1 anno 4

0ttobre - novembre 2008 DAL CORSO SERALE SIRIO Pag 3

SI PUO’ TRASFORMARELA SCUOLA DI STATO IN

SCUOLA DI PARTITO?

Il Governo Italiano impone le leggi senzaconsulare i soggetti interessati!Nel lontano 1950, quando il mondo e in par-ticolare l’Italia cercava di rimboccarsi lemaniche per ricostruire un proprio progettodi vita, P. Calamandrei così avvertiva:“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, checi sia un partito al potere, un partito domi-nante, il quale però formalmente vuolerispettare la Costituzione, non la vuole viola-re in sostanza. (...), ma vuole istituire senzaparere, una larvata dittatura.Allora, che cosa fare per impadronirsi dellescuole e per trasformare le scuole di stato inscuole di partito? (...) Comincia a trascurarele scuole pubbliche, a screditarle, a impove-rirle, lascia che si anemizzino”.A distanza di 58 anni l’ipotesi diCalamandrei così astratta rischia di concre-tarsi nella realtà.Dai banchi di scuola del corso serale Sirioun’ alunna mamma ricorda ai signori al pote-re che tutti siamo italiani e nessuno deveessere privato dei propri diritti. (Artt. 9, 33 e34 della Costituzione Italiana)

Giovanna Rimedio V A/s

La scrittura come segno, nel suo valoresemantico, precede ogni altre forma dicominicazione murale: il graffito dellecaverne è la prima rappresentazione grafi-ca della realtà e di un vissuto.Parallelamente lo stesso si può dire dellascrittura nel suo significato univico: l’epi-grafe precede ogni altro strumento dicomunicazioe, manifesto, cartello o gior-nale. Scrive A. Petrucci: “A chi l’avessepercorsa con l’animo e l’attenzione delturista non frettoloso, una qualsiasi cittàdell’Impero romano, tra il I e il III sec.d.c. sarebbe apparsa caratterizzata nonsolo e non tanto dalle statue, dai templi,dai luoghi pubblici di ritrovo, dai colori edal traffico, quanto dalle scritte, presentidappertutto, nelle piazze, nelle strade, suimuri e nei cortili, dipinte, graffite, incise,sospese in tabelle lignee o tracciate suriquadrature bianche, diversissime fraloro non soltanto per aspetto ma ancheper contenuto, essendo ora pubblicitarieora politiche, ora funebri, ora celebrative,ora pubbliche, ora privatissime” (...) “enaturalmente rivolte se non proprio a tutti,a molti, e cioè ai molti alfabeti facentiparte della comunità urbana”.Non mancano preoccupazioni formali,un’impaginazione armoniosa e la piùpiena leggibilità visiva del messaggionello spazio aperto.Le origini del manifesto-giornale muralesono, invece, più recenti.Nel 1799 A. Senefelder, attore ed autoredi testi teatrali, volendo provvedere per-sonalmente alla pubblicazione della suaproduzione, cerca un sistema più econo-mico di stampa e scopre, in modo rudi-mentale, la cromolitografia (mancanza dimezzi finanziari contro l’alto costo dellastampa tipografica). Qualche tempo dopoG. Engelmann ne perfeziona la tecnica eviene riconosciuto il vero inventore dellacromolitografia ( Parigi 1815). Con l’usodella stampa litografica, nasce, intornoalla seconda metà del sec. XIX, il manife-sto in senso lato, in quanto documentodestinato al pubblico.Nella sua accezione, il manifesto diventagiornale murale in Cina, quando il 25-4-1966 compare il primo ta-tse-pao affissoda insegnanti e studenti contro il rettoredell’Università Lu P’ing, accusato difavorire all’interno dell’Ateneo la restau-razione della cultura borghese. Lo stessoMao tse-tung è autore di un ta-tse-paoche, qualche mese dopo dà l’avvio alla

grande rivoluzione culturale proletaria.In Europa si fa un largo uso di giornalimurali durante la contestazione del ‘68parallelamente alle scritte murali.Il maggio parigino in particolare vede unamanifestazione generalizzata di tale pro-duzione grafica. “Tutta la città era diven-tata un grande giornale murale. Le paretidell’Università, quelle delle case, degliedifici pubblici, abituate da sempre adascoltare, cominciarono a parlare (...).Parlavano gli ascensori, parlavano i sel-ciati delle strade, parlavano le pareti dellechiese, parlavano i cartelli dei dimostran-ti naturalmente. Un grande giornale, unnumero unico, una sola tiratura. Un gior-nale impaginato da dilettanti. Niente regiagenerale, niente censura, nessun respon-sabile ufficiale” (R. Tiberi).Il riferiemto al ‘68 non è marginale nè sivuole esclusivamente parlare dei valoriestetici dei giornali e cartelloni murali madella loro funzione di comunicazionealternativa, quella che Cohen- Séat chia-ma “iconosfera”, occasione di comunica-zione gestita dalla base in rapporto allenecessità esistenziali e alle urgenze politi-che. Una comunicazione orizzontalesia in prospettiva individualistica checollettiva.“Tutti hanno diritto a manifestare libera-mente il proprio pensiero con la parola, loscritto e ogni altro mezzo di diffusione”(art. 21 della Costituzione italiana).Oltre la funzione di comunicazione alter-nativa, è necessario conoscere che lescritte (graffiti murali) rientrano nella piùampia espressione creativa, dalle utilizza-zioni di Klee, di Mirò all’acquisizionetotale del linguaggio e della poetica delmuro di Dubuffet e di Tapies. AncheGuttuso intuisce la forza del muro comecampo concreto di comunicazione artisti-ca. Le scritte murali nell’orizzonte reale eurbano rappresentano unn medium comu-nicativo immediato, libero da percorsisemantici intellettualistici, ma pur sempreun’utilizazzione creativa.

Maria Lipari(stralcio dalla pubbl. Sicilia

giornali/educazione20-5-1981- Reg. Sicil. Ass. BB. CC. AA.)

NEL MIO PAESE“Nel mio paese un giovane deve essere edu-cato a parlare e a comportarsi, perchè possamantenere la promessa solenne richiestadalla scuola. Alzando ill braccio con ilpugno chiuso, l’alunno dirà:“Io prometto di rispettare i professori, icompagni e quanti altri lavorano nellascuola. Io prometto di diventare una bravapersona”. Nel mio paese tutti i professoriaiutano gli studenti a diventare bravi citta-dini responsabili”.

KAZI NAZRUL ISLAMLibera traduzione di Miah Rubel IA Sirio

Proveniente da Gazipur Bangladesh)

OLTRE LA LEGGEGRAVI SANZIONI PER COLORO CHE IMBRATTANO I MURI

Eppure li chiamano “graffitari”

“La gran cosa è resistere, fare il nostrolavoro e vedere, udire imparare, capiree scrivere quando si sa qualcosa, e nonprima; e, porco cane, non troppodopo”. Ernest Hemingway

Page 4: Ferrarino num.1 anno 4

Pag 4 0ttobre - novembre 2008 ferrara news il ferrarino

Anche quest'anno il Ferrara, nell'ambitodel progetto "La scuola a teatro", ha aderi-to all'attività proposta dal Teatro Liberoacquistando un buon numero di abbona-menti che consentono agli alunni del trien-nio di assistere con un modesto contributoagli spettacoli proposti in cartellone per glistudenti in orario antimeridiano.Proprio lunedì 20 ottobre la mia classe, la4E, si è recata in piazza Marina dove hasede il Teatro Libero e dove, insieme adiverse altre classi provenienti da altriIstituti, ha assistito alla rappresentazionede "Il libertino".Si tratta di un testo composto da Eric-Emmanuel Schmitt che gioca sulle ambi-guità e sulle ambivalenze vissute daDiderot, un uomo diviso tra la necessità diaffermare un' etica universale e severaoppure lasciarsi tentare dalle insidie dellaquotidianità, soprattutto quelle femminili.Proprio per questo Diderot si trova inca-strato in una fitta trama di seduzioni tessu-ta da quattro donne che lo distraggono dal-l'urgente compito di scrivere un articoloproprio sul tema della morale per la suaENCYCLOPEDIE. La sua umana debolez-za lo porta così, quasi inavvertitamente, a

divenire oggetto di seduzione da seduttoreche, per natura, sarebbe.La commedia risulta maliziosa ed intrigan-te già dalla prima scena che rappresenta unepisodio realmente accaduto: la seduta dipittura che riunì Diderot e MadameTherbouche che domandò a Diderot didenudarsi per farsi ritrarre avendo il segre-to intento di servirsi delle sue arti di sedut-trice per appropriarsi delle ricchezze delsuo illustre modello.

È stata un'esperienza veramente interes-sante, una mattina trascorsa in modo diver-so dal solito che ci ha consentito, tra l'altro,di riflettere su una serie di luoghi comuni.Spero proprio che ci saranno ancora altreoccasioni come questa per apprezzareancora di più il teatro ed il talento degliattori di questa straordinaria compagniateatrale.

Jessica Gelfo e Serena Bruno IV E

TEATRO,CHE PASSIONE !

L'anno scolastico - riforma Gelmini e agitazione studentesca aparte - sembra essere iniziato veramente bene! Mi riferisco alviaggio d'istruzione per gli alunni promossi senza debiti che lanostra scuola ha organizzato per ilsecondo anno consecutivo.Voglio confidarvi una cosa: è valsaveramente la pena studiare un po'più durante lo scorso anno scola-stico per poter poi scoprire nuoviposti e divertirci con i nostri pro-fessori fuori dalla scuola!Quest'anno, mete della gita, intera-mente a carico della scuola (pran-zo compreso), sono state "le Cavedi Cusa" e "il museo del SatiroDanzante".Lunedì 3 novembre eccoci quindidiretti a Campobello di Mazara nelle cui vicinanze sorgono leCave di Cusa. Ad accoglierci la guida che ci ha spiegato i variprocedimenti di estrazione e trasporto delle rocce. Secondo alcu-ni calcoli, nelle cave sono stati impiegati più di 12 mila operai.

Attive dal 600 a.C. fino al 409 a.C. esse furono una miniera ine-sauribile della materia prima utilizzata per la costruzione dellacittà di Selinunte e dei suoi templi. Abbandonate in piena attivi-tà nel 409 a.C. a causa della guerra contro i Cartaginesi, conclu-sa proprio con la distruzione di Selinunte, rimasero inalteratefino ai giorni nostri tanto che, visitando questi luoghi, abbiamoavuto l'impressione che il cantiere fosse ancora in effi-cienza e che i lavori sospesi potrebbero riprendere da unmomento all'altro!

Risaliti in pulman, è stata la volta della cit-tadina di Mazara del Vallo che abbiamoavuto la possibilità di "scoprire" fino almomento del pranzo in ristorante. Quindi,ci siamo recati presso il Museo del Satirodanzante, allestito in pieno centro cittadi-no nell'ex chiesa di Sant'Egidio, dove ècustodita la famosa statua bronzea ripesca-ta nel Canale di Sicilia nella primavera del1998 su un fondale di circa 500 metri. Essarappresenta una figura mitologica, undemone facente parte del corteo orgiasticoche accompagnava Dioniso, dio del vino.L'opera, di dimensioni maggiori del vero,

pari ad un modello in posizione stante di 2.5 metri di altezzacirca, potrebbe essere un originale di età ellenistica, datato tra lafine del IV e il III sec. a.C., oppure una replica più tarda realiz-zata tra il II e la fine del I sec. a.C.

segue nella pag. accanto

Cave di Cusa e Satiro danzanteGita-premio in un angolo

di tempo rimasto immutato

Ascoltando la guida all’internodel parco archeologico

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E' stato emozionante poter ammirareun'opera così famosa e "invidiata" damolti: il satiro danzante è stato esposto,infatti, oltre che a Palazzo Montecitorio,sede della Camera dei Deputati, anche inGiappone al Museo nazionale di Tokio e

a Parigi al Museo del Louvre.Questa iniziativa della nostra scuolavolta a premiare gli alunni più meritevo-li mi sembra una buona idea! Per questospero che quest'anno siano veramentetanti coloro che desiderano fare qualchesacrificio in più per poter passare poi unagiornata all'insegna del divertimento maanche della conoscenza di nuovi e inte-ressanti luoghi. Perciò impegniamocitutti al massimo!

Colgo l'occasione per ringraziare leprofessoresse Cavallaro, Culotta, DiSalvo, Santomarco, Salerno e Bolazziche hanno organizzato il viaggio e che cihanno accompagnato.

Portanova Rosalia II F

0ttobre - novembre 2008 il ferrarino ferrara news Pag 5

“CRUCI- NUMERA”,ECCO I VINCITORI

Da sx, il rag. Venuto, gli alunni VercioVincenzo, Randazzo Pietro, Alabiso Giorgio,Il D.S. Di Vita, La prof.ssa Gullo, Il D.s.g.a.Cusumano, l’autrice del gioco RosaliaPortanova, Angelo Stinco, Gabriele Tabita.

Sono 5 gli alunni che hanno vinto la calcola-trice professionale messa in palio nell’ultimonumero del ferrarino dello scorso anno.I più veloci a risolvere il gioco matematicorealizzato da R. Portanova (IIF) li potetevedere con la calcolatrice in mano nella fotosopra scattata in presidenza al momento dellaconsegna dei premi.

PROFESSORI CHE VANNO...PROFESSORI CHE VENGONO!

Cosa ci fanno i professoried il personale del"Ferrara" nel cortile di unsuggestivo e rinomatoristorante della città?Semplice. Stanno festeg-giando la fine della carrie-ra scolastica di tre autenti-ci pilastri del nostroIstituto. Stiamo parlandodei proff. Amato, Pulizzie Marotta che, dopo tantianni di permanenza nellanostra scuola, possonogodersi la meritata pensio-ne. L' "evento" è statocome sempre magistral-mente organizzato dallaprof.ssa Santomarco, dota-ta del dono di sceglieresempre i luoghi e i menupiù adatti!

Ovviamente, oltre aisaporiti piatti, i presen-ti hanno "gustato" anche leormai immancabili e spas-sose poesie del prof.Ciccarelli e apprezzato ivari discorsi più o menoemozionati, ma mai di cir-costanza, di quanti hannovoluto prendere la parola.Infine non sono mancatigli scambi di "pensierini"che i festeggiati hannovoluto offrire ai presenticome ricordo di una gior-nata da non dimenticare.La presenza dei preceden-ti Dirigenti Scolastici delFerrara (ne mancava uno,come ha osservato laprof.ssa Santomarco nelsuo discorso) e di profes-

sori non più in serviziotestimonia infine la conti-nuità e la solidità dei lega-mi che si instaurano tracoloro che vivono e lavo-rano nella nostra scuola.Cogliamo l'occasione perrinnovare gli auguri ai pro-fessori che sono andati inpensione e per dare ilnostro più caloroso benve-nuto a quanti hanno presoil loro posto.

La redazione

Da sx il D.S. A. Di Vita,i proff. Pulizzi, Amato,

Marotta, gli ex Dirigenti Sc.Lanfranca e Vitanza,

la prof.ssa Gullo.

All’ingresso del San Paolo Hotel

Infezioni da HIV/AIDS:nessuno è lontano.

E' il titolo del XXII Congresso Naz.dell'ANLAIDS - Associazione Nazionaleper la lotta all'AIDS - che si è tenuto aPalermo nei giorni 6 - 7 novembre scorsopresso l'Hotel San Paolo.Una classe del nostro Istituto (la IIB) ha par-tecipato alle sessioni riguardanti le proble-matiche della prevenzione e al ruolo dellascuola. Numerosi gli studi, le esperienze ei progetti realizzati anche nei Paesi in via disviluppo illustrati dai vari esperti. Ma undato appare certo: il fenomeno dell'AIDScontinua ad essere non sufficientementeconosciuto! Considerato che nell'ultimodecennio i malati di AIDS in Sicilia sonoquasi raddoppiati raggiungendo quota 1142,la strada da percorre è ancora tanta e la scuo-la gioca sicuramente un ruolo fondamentale.Nel prossimo numero, l'intervista di duealunne ad una delle relatrici del convegno,la prof.ssa Antonella Argo dell’Università diPalermo.

La gita-premio

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Il quartiere dove si trova la nostrascuola non è sempre stato così come lovediamo oggi, dal momento che unacittà è come un organismo vivente checambia e si evolve sotto la spinta dellemutate esigenze dell'uomo.L'I.T.C. "F. Ferrara" è ubicato all'inter-no del centro storico cittadino, in viaSgarlata, via che mette in comunica-zione la via Bari con la via Bandiera.Ci troviamo in una delle zone piùmanomesse del centro storico diPalermo; la via Napoli e la via Bari,infatti, sono il risultato di un radicalestravolgimento dell'antica topografiadel centro storico effettuato in epocafascista intorno al 1930.La zona era occupata da un anticoquartiere, in cui si trovavano anchepregevoli monumenti, che aveva giàsubito all'inizio del '900 una parzialedistruzione per il taglio e la costruzio-ne della via Roma.La via Bandiera, invece, appartieneall'impianto stradale antico della città,e su di essa si affacciano sontuosedimore gentilizie datate per la maggiorparte tra il 1600 e il 1700, deve il suonome ad un putto con bandiera cheorna il Palazzo Lionti. Nel '700 la via

era ricca di confetterie, mentre oggiospita un mercato permanente, preva-lentemente di vestiario, che continuaoltre la via Maqueda con il mercato divia S. Agostino.In questi ultimi anni il quartiere si è

arricchito di numerosi locali notturni,che attirano soprattutto i giovanidurante i fine settimana ed è interessa-to da numerosi restauri di edifici nel-l'ambito di una più ampia operazionedi riqualificazione del centro storicocittadino.

La redazione

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IL MIO QUARTIERE:ORETO - STAZIONE

La via Bandiera vistadalla nostra scuola

Il 4 novembre non è soltanto il giorno delle forze armate, né tantomeno la datadella storica elezione del primo presidente afroamericano degli USA, per noi delFerrara è anche il giorno del compleanno del nostro Preside!Ecco allora gli insegnanti e il personale della scuola in sala professori a festeg-giare il proprio Dirigente scolastico, per l’occasione piuttosto sorpreso ed ancheun pò emozioanto!Sì, d’accordo! Qualcuno potrebbe pensare:“Ma al Ferrara ogni occasione èbuona per fare festa!” E bè? Non abbiamo sempre detto che nella nostra scuo-la i rapporti umani giocano un ruolo importante? Ancora auguri di buon com-pleanno al preside anche da parte della nostra redazione.

BUO COMPLEANNO PRESIDE!BUON COMPLEANNO PRESIDE!

Questo è il secondoanno che frequento il"Ferrara" e ormai siamodiventati davvero unagrande famiglia; bastiguardare non solo icompagni di classe, maanche ragazzi di classidiverse che tra lorodiventano amici e com-plici.Questa volta, però,voglio parlarvi delquartiere "Oreto-Stazione"; il mio quar-tiere e quello di moltialtri studenti. Tuttosommato è un bel quar-tiere, lì c'è la stazione,un bel punto di incontrotra turisti e cittadinipalermitani. Non visembrerà strano, infatti,se ogni tanto qualcunovi chiederà qualcheinformazione e sono afarlo, specialmente glistudenti universitari,arrivati da chissà qualepaese siciliano, che nonsanno come muoversi.È vero che nel mioquartiere non ci sonoposti di ritrovo di cuiabbiamo bisogno noiragazzi per distrarci,come la nostra amatapiazza Politeama.Nonostante ciò io con-sidero il mio quartierecome uno dei luoghi più

importanti di Palermo.Non manca davveronulla, abbiamo perfinoun ospedale, ilPoliclinico, che è anchesede universitaria.Pensandoci bene,però,nel mio quartiere man-cano gli spazi verdicome parchi, giardinipubblici e spazi per ipiù piccoli. La verità èche questi spazi nonvengono mai progettatie non appena ci sonodelle aree libere non siperde tempo e si iniziala costruzione di nuovipalazzi e, quindi, anchese ci fosse spazio perun po' di verde nes-suno si occuperebbedi realizzarlo.Mi rendo conto, però,che molte persone nonconoscono altro che illoro quartiere, e questonon va bene ragazzi,bisogna muoversi edesplorare la propriacittà cercando di scopri-re in ogni angolo di essal'aspetto positivo maanche le sue innumere-voli criticità. Palermo èuna città grandissimaragazzi, conosciamolaperché è nostra e nondobbiamo farcela "fre-gare"!!

Anna La Barbera IIE

“FERRARA” E DINTORNI

CORSO PRATICODI CHITARRA MODERNA

Chi vuole imparare a suonare la chitarra potràfarlo tra non molto!È in cantiere un corso pratico per imparare a suo-nare la chitarra anche partendo da zero, senza cioènessuna esperienza. Pensate: basterà frequentarequesto corso di 30 ore e si potrà suonare e cantarein comitiva con gli amici senza nessun problema.L'Istituto metterà a disposizione le chitarre perimparare a suonare ed il bravissimo professore dimusica che già negli anni passati ha lavorato quida noi con risultati straordinari.Chi vuole prenotarsi e saperne di più contatti ilProf. Ciccarelli.

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La formazioneEconomista e uomo di grande impegnopolitico, F. Ferrara nacque a Palermo nel1810. Protetto dal mecenate CarloCottone (principe di Castelnuovo), ricevet-te la sua prima formazione presso i padriGesuiti e Filippini; avviato dapprima aglistudi di medicina, si dedicò ben presto aglistudi economico-sociali; a questo periodorisale l'opera Dubbi sulla statistica (1835).Assunto come commesso della direzionecentrale di Statistica di Palermo già dal1833, nel 1836, fondò il "Giornale diStatistica", organo periodico sul qualeapparvero numerosi scritti di particolarerilievo: Sulla teoria della statistica secondoRomagnosi (1836), Sul cabotaggio fraNapoli e Sicilia (1837), I fanciulli abban-donati (1838) solo per citarne alcuni. Dal1840 al 1842, collaborò con la rivista "LaRuota"; nel 1844 diede vita al "Giornale diCommercio". Attento alle vicende politi-che della sua terra divenne critico nei con-fronti della gestione politico-economicadel governo borbonico. Le sue analisi suireali bisogni della popolazione siciliana loindussero ad assumere posizioni semprepiù contestatarie nei riguardi di un poterepolitico ottuso e riottoso che rispose con lacensura e l'immediata soppressione degliorgani di stampa a lui legati.

L’impegno politicoAlla fine del 1847 Ferrara accusò aperta-mente il governo dei Borbone di avereimbavagliato i siciliani reprimendone lalibertà politica e intellettuale; a questo attoseguì la sua partecipazione concreta e fer-vente aimoti anti-borbonici con l'amico EmericoAmari.Nel '48 scontò con l'arresto e la detenzionela colpa di avere aderito all'insurrezione e,liberato dal popolo palermitano, divennemembro del comitato rivoluzionario isti-tuito per dar voce al primo Parlamento diSicilia.

L’incontro con CavourDopo l'esperienza giornalistica federalistade "L'Indipendenza e la Lega" - a causadella soppressione della rivoluzione sici-liana operata dal governo borbonico - sitrasferì in Piemonte, dove riprese la suaintensa attività di redazione pubblicandosul "Risorgimento" di Cavour e divennetitolare della cattedra di Economia politicapresso l'università della capitale sabauda.

Convinto sostenitore della necessità di unaeconomia libera e svincolata dall'ingom-brante peso dello Stato, sostenne il proces-so che di lì a poco avrebbe portato all'uni-tà d'Italia. Nonostante durante il suo sog-giorno a Torino avesse contribuito alla fon-dazione di importanti organi di stampacome "L'economista" o "Il Parlamento", lasua aspirazione autonomista gli procuròl'ostilità dell'intellighenzia sabauda, e inparticolare di Cavour. Da Torino si trasferìdunque a Pisa dove insegnò nell'Universitàcittadina, ma dopo il soggiorno toscano,Ferrara rientrò in Sicilia sull'onda del motorivoluzionario indipendentista di Garibaldie della spedizione dei Mille.Nel 1861 fu nominato direttore delleImposte e consigliere della Corte deiConti; nel 1867 divenne ministro dellefinanze, durante il Governo Rattazzi. Nel1868 fondò a Firenze la Società di econo-mia politica cui seguì, nel 1874, la SocietàAdamo Smith, attraverso le quali si compìl'opera di diffusione del liberismo econo-mico di cui si fece assertore. Appartiene aquesto impegno di divulgazione economi-co-culturale la teoria del costo di riprodu-zione, da F. posta al centro di un modelloeconomico nel quale la preminenza è attri-buita al valore piuttosto che alla rendita.Nel 1881 fu nominato senatore del Regno.Morì a Venezia nel 1900 e le sue spogliesono oggi accolte nella Chiesa di S.Domenico.

L’attualità della sua analisi ec.Al di là dell'indiscusso spessore politicotestimoniato anche dall'intensa attività cul-

turale sostenuta da F. Ferrara nel corso ditutta la sua vita, potremmo maturare un'ul-teriore riflessione riguardo alla attualità delcontributo intellettuale del nostro econo-mista; in modo particolare oggi, in untempo in cui l'economia mondiale è espo-sta alle conseguenze di un drammatico fal-limento. Se infatti, per rispondere alleemergenze finanziarie di un mercato glo-bale al tracollo, i Governi nazionali - quel-lo italiano in primis - suggeriscono esostengono interventi statali che assicuri-no la liquidità degli istituti bancari, lalezione dell'analisi del liberista di Ferrara èquantomai attuale e significativa; sebbenegli scenari sociali siano radicalmentemutati, dovremmo comunque tenere pre-sente l'importanza della teoria di Ferrarache sostenne con fermezza e ricusò sempreogni intromissione dello Stato nella gestio-ne delle regole di mercato.

Atonio Onoratoe Emanuele Vitale ID

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FRANCESCO FERRARALA VITA, L'IMPEGNO POLITICO E L'ATTUALITÀ DELLA SUA ANALISI ECONOMICA

I giovani non sonocome vengono dipinti

segue dalla prima

Una tale interpretazione di un fenome-no, peraltro, piuttosto circoscritto,potrebbe indurre a credere che questagenerazione sia del tutto priva di ideali.Inoltre non va sottovalutato il rischioche tali modelli comportamentali como-di e pertanto facilmente condivisibilifiniscono per essere considerati normalie quindi da imitare.Proprio per questa ragione occorrerebbeinvece rivedere i modelli culturali elabo-rati negli studi pubblicitari e trasmessi“a piene mai” sulle varie reti televisive.Infine, nel dare il benvenuto a tutti inuovi alunni e professori che da que-st’anno sono entrati a far parte dellanostra “famiglia”, desideriamo ribadireche l’intento del nostro giornale è quellodi dare voce a tutti coloro che vivononella nostra scuola e non solo a coloroche fanno parte della redazione! Perquesto non ci stancheremo mai di invita-re i nostri lettori ad inviare, anche attra-verso la nostra e-mail ([email protected]), articoli, riflessioni, poesie, richie-ste, idee, vignette ect. e quant’altropossa arricchire il nostro giornale.Buon Lavoro a tutti.

La redazione

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Ian Segreto è un ragazzo di 14 anni chevive a Monreale (Pa) e che frequenta laclasse 1^ D dell’I.T.C F. Ferrara. Sebbeneall’apparenza sembri un ragazzo simile amolti altri, in fondo in fondo qualcosa lodistingue dai più. Ian pratica uno sportmolto inusuale e di cui pochi sanno, il par-kour, termine che deriva dal francese eche, tradotto in italiano, significa percorso.

Questa pratica non è stata ancora rico-nosciuta a tutti gli effetti come uno sport,ma lo è e consiste nel superare qualsiasiostacolo si incontri nel contesto urbano(per questo, in molti, lo chiamano anchestund metropolitano). I praticanti del par-kour, chiamati traceurs, ovvero “creatoridi percorsi”, aspirano a superare in modocreativo, fluido, atletico ed esteticamentevalido le barriere naturali o artificiali che sitrovano sulla loro strada; per riuscirci uti-lizzano corse, salti, volteggi, cadute earrampicate. Il parkour non è solo unosport ma è pure una filosofia di vita quoti-diana. Lo scopo primario del parkour, è,infatti, spostarsi nel modo più efficientepossibile e l’efficienza si traduce nel darevita a un movimento sicuro, semplice eveloce. «Per distinguere cosa è parkour»-dice Ian - «da cosa non lo è basta pensaread una situazione di fuga: tutto quello chepuò tornare utile per fuggire è parkour. Ilparkour prevede un allenamento lento egraduale per migliorare tutte le caratteristi-che atletiche dell’individuo».

Il traceur virtuoso si pone in posizioned’ “ascolto” e, cercando di decodificare isegnali che il proprio corpo registra, miraal conseguimento di un progressivoincremento delle proprie capacità di perce-zione dell’ambiente esterno. Il raggiungi-mento di questa coscienza di sé, ovvero ilsaper interpretare le proprie sensazioni e ipropri limiti, richiede tempo, visto che sitratta di un’attività basata sull’esperienzadiretta.

Ian ha visto praticare questa disciplinasulla rete e ha iniziato a provarla per laprima volta cinque mesi fa, scavalcandodelle ringhiere. Attraverso questo sport,afferma Ian, «riesco a scaricare tutta la ten-sione che è in me accumulata e mi sentopiù libero».

Il severo allenamento consente ai prati-canti di raggiungere prestazioni di altissi-mo livello, infatti, sostiene il nostro tra-ceur, «con almeno dieci anni di esperienzae tanto esercizio si riesce a scavalcare addi-rittura interi palazzi» e lui conosce perso-nalmente “atleti” già in grado di farlo. AIan non piace tanto studiare, tuttavia,prima di praticare il suo amato sport ese-gue i compiti; le sue materie preferite sonotrattamento testi e inglese.

Il parkour è una disciplina che registrasempre più numerosi consensi, a Palermoesistono 15 persone che praticano il par-kour, e si riuniscono da Salvo Pinza (refe-rente palermitano di questo sport). Da circauna settimana è nato ufficialmente il corsoche si tiene presso il Mast (una palestra cheha sede a Palermo). A Catania esiste unaltro gruppo di traceurs, che è ovviamenteun “clan rivale”.

La scorsa estate si è tenuto a Roma unraduno internazionale al quale ha parteci-pato anche Sebastian Focan, uno deglistant man che ha recitato nel film 007.

Uno dei più importanti atleti di parkourè stato David Belle che, intorno agli anni80, iniziò a praticare questa disciplina inun sobborgo di Parigi; a lui si deve l’attua-le denominazione di questo sport urbano.

Nel corso del tempo, il parkour hasubito delle evoluzioni e oggi prevedeanche una sub categoria chiamata freerun-ning. Si tratta di movimenti che abbellisco-no i percorsi con capriole e vere e proprieacrobazie, «ma questa pratica», chiarisceIan, «non è molto utile nella vita quotidia-na» mentre il parkour ha il fine di facilita-

re gli spostamenti (per questa ragione Iannon è molto interessato al freerunning).

Il parkour non è dunque soltanto unosport, è anche un modo di pensare e perce-pire la realtà che ci circonda; inoltre è unapratica che veicola e divulga valori social-mente importanti che, insegnando ai giova-ni il rispetto per se stessi e la conoscenzadei propri limiti, li aiuta ad affrontare i pic-coli e grandi ostacoli che la vita ponedavanti al cammino di ogni essere umano.

V. Gianfalla, M. Onorato,J. Giardina, F. Messina IB

Il parkour, uno sport metropolitano.Tra atletica e filosofia

Nelle foto sopra: Ian mentre esegueuno speed vauts, una delle prime mosse

che si imparano all’inizio del corso.

Per chi non lo sapesse, “facebook” è unsocial network che permette di interagi-re con amici vecchi e nuovi e scambiarecon loro file, foto... Insomma “una piaz-za virtuale” dove il divertimento è dicasa. Considerati i suoi ritmi di crescitain tutto il mondo, facebook rappresentaun vero e proprio fenomeno sociale dila-

gante di cui cominciano ad occuparsianche i mass media “tradizionali”.Per gli interessati ecco l’indirizzo:http://www.new.facebook.com/group.php?gid=35674867190 segnala-to alla e-mail del nostro giornale daun ex allievo, naturalmente!

SHOW DI FINE ANNOL'anno scorso non è stato possibile rea-lizzarlo per mancanza di "artisti", dialunni/e, cioè, disposti ad esibirsi a fineanno scolastico nella festa che precedel'inizio delle sospirate vacanze estive.Com'è possibile che fino a due anni fac'erano ragazzi che sapevano suonare,cantare, recitare, ballare, raccontare bar-zellette, fare imitazioni…….ed ora c'è ildeserto?Impossibile. Noi sappiamo benissimoche di gente in gamba ce n'è tanta ancheadesso ma forse è un po' timida. Allora,coraggio! Tra qualche mese inizierannole prove e a fine Maggio ci sarà spazioper tutti. Per saperne di più e per trovareamici disposti ad esibirsi, rivolgersi alProf. Ciccarelli.

Un gruppo dedicato agli ex-allievi del Ferrara su

facebookfacebook

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4 novembre 2008. Questa data è già entra-ta nella storia, non solo perché negliU.S.A., dopo otto anni è caduto il governorepubblicano, ma anche perché, è statoè eletto il primo presidente afroameri-cano. Si chiama Barack Obama ed è ilpiù giovane presidente, dopo JohnKennedy. Nato da padre kenyota emadre statunitense, ha vissutoun’infanzia difficile, per viadella separazione dei suoi geni-tori (dopo i primi anni di matri-monio, infatti, il padre tornò inAfrica, e il giovane Obama, rima-se negli USA, allevato dai parentimaterni).Agli inizi del 1900 era quasi improponibi-le, pensare che ci fosse stato un presidentedi colore. Infatti a quei tempi, molti si sonobattuti per l’uguaglianza tra varie “razze”.Primo tra tutti ricordiamo Martin LutherKing, un pastore battista, che si batté con-tro il razzismo e contro ogni sorta di pre-giudizi etnico - allora molto diffusi -.Insignito del premio nobel per la pace, adifferenza di molti leaders politici, silasciò ispirare da Gandhi. Famosissimo eancora oggi il suo discorso del 1963,durante la marcia per il lavoro e la libertà:“Ho un sogno: che un giorno questanazione si sollevi e viva pienamente il verosignificato del suo credo: “Riteniamo que-ste verità di per se stessi evidenti: Che tuttigli uomini sono stati creati uguali”.Questa ultima frase è stata tratta dalladichiarazione di indipendenza degli StatiUniti d’America, nella quale i Padri fonda-tori della Costituzione affermano più volteche tutti gli uomini sono uguali in quantofigli di Dio.Prima ancora di Luther King, un’altra vocedi protesta fu quella di Malcom X, un lea-der estremamente carismatico e controver-so. Egli, a differenza del pastore battista,diffondeva ideali ben diversi. Agitato dallafrustrazione e dal dissenso , Malcom X sifece propugnatore di una sorta di ” razzi-smo inverso”, sostenendo che la razza nerafosse superiore rispetto alle altre.Soltanto dopo il viaggio in Arabia e inEgitto, le sue idee cambiarono, tanto dagiungere a dichiarare pubblicamente “..è

vero, ho condannato in modo generale tuttii bianchi. Non sarò mai più colpevole di

questo errore: perché so che alcu-ni bianchi sono davvero sinceri,che alcuni sono davvero capa-ci di essermi fraterni con unnero..” In un clima di ottusaostilità e prevaricazione,

Malcom X venne assas-sinato alcuni mesidopo avere pronun-

ciato questeparole.Oggi conl’elezione diObama, diver-

se minoranze negliStati Uniti hanno vissuto un vero e proprioriscatto sociale. Non solo gli afroamericani

si sono sentiti orgogliosi per l’elezione diun loro “fratello” a presidente dello Statopiù influente del monto, questo sentimentodi rivalsa è stato condiviso anche da nume-rose altre minoranze sociali. A tale propo-sito va rilevato che la vittoria di Obamarisulta ancora più affascinante e politica-mente interessante se si considera il fattoche Obama non ha mai condotto la suacampagna elettorale facendo riferimentoalla questione razziale. In tal senso è statoin grado acquisire un gran numero di con-sensi superando le barriere e le resistenzedel pregiudizio etnico.Dopo queste elezioni tutto il mondo guar-da con fiducia al nuovo presidente e sperache riesca a portare a termine il suo pro-gramma, rimediando agli errori del prece-dente governo repubblicano istituendonuovi rapporti di collaborazione con tuttigli stati anche con rivali storici, come laRussia di Medvedev.

Scafidi Antonino, III PR2

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Nei tempi in cui la globa-lizzazione ha raggiuntolivelli impensabili fino aqualche anno fa, moltihanno legittimamente pen-sato che, con lo sviluppodei mezzi di comunicazio-ne, dell'informazione e deimedia, la pace nel mondosi sarebbe diffusa rapida-mente, creando così ilmondo unito pensato daGandhi.A quanto pare però la cosanon è realizzabile dato chesiamo nel XXI secolo eimpazza la "moda" del raz-zismo, un razzismo nuovoe diverso, ma certamentenon meno pericoloso diquello di Hitler o del KKK.Anche in questo, infatti,troviamo alla base offese eviolenze assolutamentegratuite che danno al razzi-sta di turno, che solitamen-te lavora in gruppo, uncerto tipo di soddisfazionee di piacere. I casi in Italiasono in continuo aumento,come quello del cinese pic-chiato a Roma da una gangdi minorenni che, unavolta arrestati, hanno rin-

negato con freddezza l'ac-caduto nonostante la testi-monianza di molte perso-ne. Il fatto è avvenuto apoche ore di distanza dal-l'altro pestaggio, messo inatto a Milano, che ha avutocome vittima un ambulantesenegalese picchiato conuna mazza da baseball per-chè accusato di "rubare illavoro" agli italiani epochi giorni prima le cro-nache hanno riferito delpestaggio subito da un gio-vane ghanese a Parma, dicui sarebbero stati respon-sabili alcuni vigili.Questo tipo di razzismo vaoltre la semplice discrimi-nazione di coloro che ven-gono da un altro paese:basti pensare a coloro chehanno provato disappuntoper la convocazione delgiovane attaccante MarioBalotelli nella Nazionaleitaliana di calcio.Nato a Palermo nel 1990,questo talento emergentedel nostro campionato vivea Brescia da quasi 15 anni,è italiano a tutti gli effettima non per alcuni razzi-

sti. Si moltiplicano i casi difigli di immigrati che, puravendo acquistato la citta-dinanza italiana in quantonati e residenti fino allamaggiore età nel nostroPaese, molto spesso per ilcolore della loro pelle ven-gono accusati di colpe maicommesse . La discrimina-zione avviene anche neipiccoli gesti quotidiani,negli sguardi, talvolta cat-tivi , talvolta pieni di diffi-denza o addirittura dipaura che portano allaxenofobia, che è una dellecause principali del moder-no razzismo. Le soluzioni,se esistono, andrebberotrovate in nuove leggi chedovrebbero tutelare in pri-mis questa gente, extraco-munitaria e non, dagli attidiscriminatori che impaz-zano in questo periodosenza dimenticare anchegli italiani che hanno subi-to reali violenze da extra-comunitari che vengono inItalia pensando di poterfare ciò che si vuole in totaleanarchia ed impunità.

D. Bonaccorso 5 Pr2

IL RITORNO DEL RAZZISMO

“UN’AFFASCINANTE VITTORIA”Il primo presidente USA afroamericano

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Prossimo alla laureacon un pizzico delFerrara nel cuore!

Che piacere rivedere la miavecchia scuola...Già, scusate mi presento: michiamo Alberto Di Girolamoe sono anch'io un ragionieresfornato dal mitico "I.T.C.Francesco Ferrara".

Appena diplomato, dopovari lavoretti part-time, e congrandi sacrifici, mi sonoiscritto all'università e ades-so sono prossimo alla laureain Economia e Commercio;ma porto con me sempre ecomunque un pizzico dellamia ex-scuola.Beh che dire, le novitàrispetto a quando ero alun-no sono tantissime: il sitointernet, le varie attivitàextra-scolastiche, il giornali-no della scuola (fra l'altrosarebbe un mio sogno

diventare giornalista) masoprattutto avete la pale-stra...Noto invece che lo sfincio-naro, i cd di canzoni napole-tane e il venditore di salerimangono come istituzioniinossidabili... segni distintividell'istituto.Io mi sono diplomato nel2000 facevo parte dellaVC... grande classe con pro-fessori davvero in gamba...Ricordo con piacere, deidocenti ancora in servizio, laprof. Versace (alla qualeporgo gli auguri per i recentifiori d'arancio), il mitico edinsostituibile prof. di ragio-neria (adesso ec. az.)Pulizzi..., la dolce prof.Giuga...Bei tempi... che quando si èancora alle superiori non siapprezzano a pieno... poiuna volta diplomati si ricor-dano con un pizzico dinostalgia.Non posso che fare i mieicomplimenti a tutta la reda-zione de "Il Ferrarino"...salutare i miei ex-professorie fare il mio "in bocca allupo" a tutti gli studenti delFerrara per il loro percorsodi studi, ma soprattutto per illoro percorso della vita...

Alberto Di Girolamo

La "vera" 5 A PrCari ragazzi della ex 5 APrCome sapete lo scorso annomi sono ritirato a maggio...Sono passati tanti giorni edesidero approfittare delnostro giornalino per inviarvii miei più cari saluti.Anche se mi trovo bene coni miei nuovi compagni, sentotanto la vostra mancanza!L'elenco di tutta la 5 APrdello scorso anno è ancoraimpresso nella mia mente:Giorgio, Valentina, Ilenia,Valentina, Giuseppe, AnnaMaria, Vincenzo, Gabriella,Alessandro, Marianna (la"giovane" mamma), Teresa,Cetty , Elena, Rosy, Pietro eMiriam. Sicuramente vi sieteaccorti che il mio nome nnc'e e la ragione e' semplice:voi eravate la vera 5 a pro-

grammatori "senza di me"...Certo, voi avete cercato dispronarmi in tutti i modi xfarmi studiare e cosi uscireank'io da questa scuolainsieme a voi … Per questovoglio ringraziarvi anche senon ci siete riusciti.Volevo, inoltre, salutare ilconsiglio di classe della ex 5APr, compreso il prof.Cassarà e dire loro che miimpegnerò a fondo per riu-scire a conseguire il diplo-ma. Bene, penso di aversalutato tutti! A no, dimenti-cavo il pikkolo Michaelvenuto al mondo solo daqualche mese. Auguri anco-ra alla mamma Mary...Vi voglio un bene immenso,

mi mancate tanto, baci...Il vostro ex compagno

Salvo Rigano 5pr1

Saluti da Madrid!Cari amici

Ecco alcune immagini da“La scuola adotta la citta”del 23 maggio scorso.Spiegazioni degli studenti inspagnolo: eccellenti!Recuerdos de unos buenos

amigos de Madrid.Aunque una de las fotos(tomada por el profesor...)quedó desenfocada

Javier de la Serna M.D. yAna Garay

Per AdelaQuesto nome è fantastico,ma sappiamo che tu capirai

subito. Sei la nostra cuginamigliore e anche se per ilmomento non puoi muovertisappiamo che appena potraifarlo non esiterai a divertirticon noi!

Le tue cugine Anna e Simì

Mancanza dei proff!Salve a tutti sono un'exalunna dell'ITC F.FERRARAesattamente classe 5Pr1anno scolastico 2006/2007.Volevo cogliere l'occasioneper salutare tutti i miei proff.inziando dalla professores-sa Gullo, Amato, Calì,Picciurro, Cianciolo, Bolazzi,Follone e Culotta. Mi man-cate! In bocca a lupo aglialunni della VPr1. Un baciogrande grande a tutti.

Anna Ambrogio

Pag 10 0ttobre - novembre 2008 LA POSTA DEI LETTORI il ferrarino

Periodico dell’ITC“F. Ferrara”- PA

Anno 4 n. 1ott. - nov. 2008

Direttore:prof. Vincenzo MuscatoDocenti collaboratori:

Emanuele Ciccarelli, MariaLipari, Claudia Prainito,Antonella Castiglione

Comitato di redazione:Cusimano Serena , MinaudoSabrina, Noto Jean (VE)Bruno Serena, Jessica Gelfo(IVE), La Barbera Anna (II E),Scafidi Antonino (III Pr2),Portanova Rosalia (IIF),Pagano Giuseppe, DaniloBonaccorso (V Pr2)Catalano Francesco (V Pr2),Randazzo Debora, RandazzoIlenia (IA), Gianfalla Valeria,Onorato Marco, GiardinaJessica, Patti F.sca (IB)Antonio Onorato,Emanuele Vitale (ID)

Hanno collaboratoCetti Baiamonte, GiovannaRimedio(VA/s), Teresa Uggini,Miah Rubel (IA/s), BuscemiSusanna, Castelli Francesca,Sutera Rosa ( VPR1)

Stampa:Tipolitografia

Giambrone SalvatoreVia G. Li Bassi, 72 - 90127Palermo - tel. 091 484109

Inviate le vostre lettere a:[email protected]

o consegnatele direttamenteal comitato di redazione.

MUSICAIN LIBERTA'

Tra qualche giorno girerà perle classi la circolare checomunica l'inizio del proget-to "Musica in libertà". Sitratta di un'iniziativa checonsentirà a chi sa suonare difarlo liberamente nelLaboratorio Musicale che sitrova al terzo piano.L'Istituto infatti mette adisposizione degli alunni nonsolo l'aula dove suonare maanche gli strumenti per farlo:chitarre acustiche ed elettri-che, pianoforte, batteria elet-tronica, tastiera, microfoni,amplificazione vocale...Insomma: una bella opportu-nità per stare insieme e diver-tirsi!Allora: attenti alle circo-lari e fatevi sotto!

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0ttobre - novembre 2008 il ferrarino Curiosando Pag 11

ILIL MIGLIOREMIGLIOREAMICOAMICO

Un uomo camminava per una strada con il suocane. Si godeva il paesaggio, quando ad un trat-to si rese conto di essere morto. Si ricordòquando stava morendo e che il cane che glicamminava al fianco era morto da anni. Si chie-se dove li portava quella strada. Dopo un pocogiunsero a un alto muro bianco che costeggiavala strada e che sembrava di marmo. In cima auna collina s'interrompeva in un alto arco chebrillava alla luce del sole. Quando vi fu davan-ti, vide che l'arco era chiuso da un cancello chesembrava di madreperla e che la strada che por-tava al cancello sembrava di oro puro.Con il cane s'incammino verso il cancello, dovea un lato c'era un uomo seduto a una scrivania.Arrivato davanti a lui, gli chiese:- Scusi, dove siamo?- Questo è il Paradiso, rispose l'uomo.- Uao! Si potrebbe avere un po' d'acqua?- Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell'ac-qua ghiacciata.L'uomo fece un gesto e il cancello si aprì- Non può entrare anche il mio amico? disse ilviaggiatore indicando il suo cane.- Mi spiace, signore, ma gli animali non liaccettiamo.L'uomo pensò un istante, poi fece dietro front etornò in strada con il suo cane. Dopo un'altralunga camminata, giunse in cima a un'altra col-lina in una strada sporca che portava all'ingres-so di una fattoria, un cancello che sembravanon essere mai stato chiuso. Non c'erano recin-zioni di sorta. Avvicinandosi all'ingresso, videun uomo che leggeva un libro seduto contro unalbero.- Scusi, non avrebbe un po' d'acqua?- Sì certo. Laggiù c'è una pompa, entri pure. -E il mio amico qui? - disse lui, indicando ilcane.- Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola.Attraversarono l'ingresso ed effettivamentepoco più in là, c'era un'antiquata pompa amano, con a fianco una ciotola. Il viaggiatoreriempì la ciotola e diede una lunga sorsata, poila offrì al cane. Continuarono così finché nonfurono sazi, poi tornarono dall'uomo sedutoall'albero.- Come si chiama questo posto?-Questo è il Paradiso.- Bè, non è chiaro. Laggiù in fondo alla stradauno mi ha detto che era quello, il Paradiso.- Ah, vuol dire quel posto con la strada d'oro ela cancellata di madreperla? No, quello èl'Inferno.- E non vi secca che usino il vostro nome?- No, ci fa comodo che selezionino quelli cheper convenienza lasciano perdere i loro miglio-ri amici!

ESSERE PALERMITANISei di Palermo se…- quando ti fanno uno scippo per con-solarti pensi: 'tutti miricinali!!!!'- 'si curnutu tu e cu un tu rici puru!!!'- sai il significato di "scioppetto".- 'ti ficiru u biruni'.- 'figghiò' 'cucì' 'parrì' 'curò'.- la tua vicina non ha partorito ma hacomprato un bambino...- ti fa male la mola e non il molare...- tutti si asciugano i capelli con il phonmentre tu usi il fono.- mentre esci da casa dici a tua madre'sto tornando!' o 'sto venendo!'.- 'esci i soldi' e non 'tiri fuori i soldi'...- la tua dolce metà è 'sangu mio'.- poco fa non ti ha chiamato tuo cugi-no ma 'ti chiamò' tuo cugino...- ci sono 'una puoco' di cose da fare...- 30 e due 28!- 'te la fidi' a fare qualcosa, ma 'ti sid-dia' a far e qualcosa...- 'ma ti susisti pi cunsumari a mia?'- gentilmente inviti qualcuno a 'butta-re sangue dal cuore'...- quando guidi stai attento alle 'scaffe'.- ti ricordi perfettamente dov'eri e conchi il pomeriggio di sabato 23 maggio1992.- andando a mangiare fuori con gliamici, dopo avere pagato un conto

salato, esclami: 'Minchia, ni futtiero ipicciuli’.scotoli la tovaglia.- al 'FORNO' puoi comprare:Mafalde, parigini, torcigliati, capric-ciosi, semprefreschi, bocconcini,rimacinati... col cimino e senza cimi-no.- quando togli le scarpe ti metti le tap-pine... e, se vuoi dirlo in italiano stret-to, dici le pianelle.- 'te la sei squarata'.- vedendo un amico un pò sovrappesolo apostrofi: 'ta futti 'a spisa!'- vedendo una cosa poco gradevoledici: mi sto lanzando.- compravi 5 pacchi di sale a millelire!- quando hanno aperto il primoMcDonald in Città, ti se sentitocosmopolita.- fai una 'malafiura'- vai a fare il bagno a Mondello, per-chè hai una 'gabina' in un 'cortile'.- i tuoi vicini 'buttano voci.- per dire che ti sei esposto alle corren-ti d'aria e ti sei preso un brutto raffred-dore, dici: 'M'AMMAZZAVU'!- hai le ruote a terra anzichè sgonfie.- fai brodo!-per dire di NO dici 'mai maria!- 'a megghiu parola è chidda cà un sirici'...

Le cose non sono mai quelle che sembranoDue angeli mentre viaggiavano si fermarono per trascorrere la notte a casa di

persone benestanti. La famiglia era sgarbata e si rifiutò d'alloggiare gli angelinella stanza degli ospiti. Diedero loro invece una piccola stanza fredda nell'in-terrato. Mentre si preparavano il letto sul pavimento duro, l'angelo più anzianovide un buco nel muro e lo riparò. Quando l'angelo più giovane chiese il per-chè, l'angelo più anziano rispose: “Le cose non sono mai quelle che sembrano”.La notte seguente la coppia si fermò presso una casa di contadini molto pove-ri ma ospitali. Dopo aver condiviso il po' di cibo disponibile, il contadino e suamoglie fecero dormire gli angeli nel loro letto affinchè essi avessero una buonanotte di riposo. Quando il sole si levò il mattino seguente, gli angeli trovaro-no il contadino e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, il cui latte era laloro unica fonte di guadagno, giaceva morta nel campo.L'angelo più giovane s'infuriò e chiese al più anziano come aveva potuto per-

mettere che ciò accadesse: “Il primo uomo aveva tutto e l'hai aiutato. La secon-da famiglia aveva poco ma era desiderosa di condividere tutto e hai lasciatomorire la loro mucca”.“Le cose non sono mai ciò che sembrano,” rispose l'angelo più anziano.“Quando eravamo nell'interrato della grande casa, ho notato che nel buco c'eraconservato dell'oro. Visto che l'uomo era così ossessionato dall'avidità e nonera desideroso di condividere la sua fortuna, ho sigillato il muro così non lotroverà mai più. Ieri sera mentre dormivamo nel letto del contadino, l'angelodella morte è venuto per prendersi sua moglie. In sua vece gli ho dato lamucca”.A volte è esattamente ciò che accade quando le cose non vanno così come vor-resti. C'è bisogno di credere che qualsiasi cosa accade è a tuo vantaggio.Forse non lo capirai se non più tardi....

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Sorprese tra coniugiUn uomo, tornando a casa dall’ufficio, dice alla moglie:-“Sai, cara, penso proprio che non potrai venire con quella vecchiapelliccia alla prima della Scala!”La moglie, contentissima, “Oh caro... non dirmi che mi hai fattouna sorpresa!”“Sì, invece... ho comprato un biglietto solo!”

GIOCA e MANGIA!Fra tutti coloro che faranno per-venire la soluzione del cruciver-ba verrà sorteggiato un buonopizza per 2 persone offerto dallaPizzeria - Ristorante - Birreria

“Il Gabibbo”( Via Oreto Nuova, 351).

La soluzione dovrà essere con-segnata a Pagano GiuseppeVPr2, autore del cruciverba, entro il24/11/2008.

orizzontali1. Se ne parla con il contro - 3 Lo era Hitler -8.Enna sulle targhe - 9.Ente Naz. Idrocarburi -10. I francesi la chiamano tante - 12. ... caputmundi - 14 . Insieme di scuole buddhiste giap-ponesi - 16.Il dio sole nell’antico egitto - 17.Unvulcano spesso attivo - 20. Per in inglese - 21.Al centro del calice - 22. 44° Presidente degliUSA - 25. Il dio dell’amore

Verticali1. La puoi vincerecon questo cruci-verba - 2. Confinacon lo Yemen -3.Storico itc diPalermo - 4. un TGdella RAI - 5. La ...Silvia Vestale - 6. Inmezzo alla cena - 7.Ruscelli - 11. Il dit-tongo in piedi - 13.Ne sono ghiotti gliorsi - 15. Canesenza vocali -16.una delle etniedella popolazioneromaní 18. Grandiautotreni - 19. IlP a r l a m e n t oSiciliano - 20. Laquarta nota

Una donna di servizio allapadrona di casa:- Madame, ho bisogno di unaumento dello stipendio.La signora, molto irritata,:- Maria, perchè pensa di meri-

tare un aumento? in fondo lavo-ra qui soltanto da 3 mesi.- Madame, ci sono tre ragioniper le quali penso di meritarmiun aumento.In primo luogo io stiro megliodella signora.- Chi lo ha detto?

- Lo ha detto il padrone. Insecondo luogo io cucino megliodella signora.- Che assurdità! chi può averdetto questo?- E' stato il padrone che lo hadetto.- In terzo luogo io sono miglio-re della signora anche a letto!- Brutta bastarda carogna! Ed èstato mio marito a dire anchequesto?- No madame, è stato l'autista...- Quanto vuoi di aumento ????

L’AUMENTO DI STIPENDIO

One mattin her mamma dis-sed: “Dear Cappuccett, takethis cest to the nonn, butattention to the lup that isvery ma very kattiv! Andtorn prest! Good luck! Andin bocc at the lup!”Cappuccett didn't capit verywell this ultim thing butwent away, da sol, with thecest.Cammining cammining, inthe cuor of the forest, at acert punt she incontered thelup, who dissed: “Hi!Piccula piezz'e girl! 'Ndovedo you go?”.“To the nonn with this littlecest, which is little but it isfull of a sacc of chocolateand biscots and panettonsand more and mirtills”, shedissed.“Ah, mannagg 'aMaruschella” (maybe anexpression com: what a culthat had) dissed the lup, witha fium of saliv out of thebocc. And so the lup dissed:“Beh, now I dev andarbecause the telephonin issquilling, sorry.”And the lup went away, butnot very away, but to thenonn's House.Cappuccett Red, who wasvery ma very lent, lent uncasin, continued for her sen-tier in the forest.The lup arrived at the house,suoned the campanel, ente-red, and after saluting thenonn, magned her in a boc-con.Then, after sputing the den-tier, he indossed the ridicolnight berret and fikked him-self in the let.When Cappuccett Red cameto the fint nonn's house, suo-ned and entered.But when the little and stu-pid girl saw the nonn (nonwas the nonn, but the lup,ricord?) dissed: “But nonn,why do you stay in let?”.And the nonn-lup: “Oh, I've

stort my cavigl doing aero-bics!”.“Oh, poor nonn!”, saidCappuccett (she was morethan stupid, I think, wasn'tshe?).Then she dissed: “But...whatbig okks you have! Do youbisogn some collir?”.“Oh, no! It's for ved you bet-ter, my dear (stupid) littlegirl”,dissed the nonn-lup.Then cappuccett, who wasmore dur than a block ofmarm: “But what big oreksyou have! Do you have theOrekkions?”.And the nonn-lup: “Oh, no!It is to ascolt you better”.And Cappuccett (that I thinkwas now really rincoglioni-ted) said: “But what bigdents you have!”.And the lup, at this pointdissed: “It is to magn youbetter!”. And magned reallytutt quant the poor little girl.But (ta dah!) out of thehouse a simpatic, curiousand innocent cacciator offrod sented all and dissed:“accident! A lup! Its pelliccvals a sac of solds”.And so, spinted only for thecompassion for the littlegirl, butted a terr many kilsof volps, fringuells andconigls that he had ammaz-zed till that moment,imbracced the fucil, enteredin the stanz and killed the-lup.Then squarced his panz(being attent not to rovin thepellicc) and tired fora thenonn (still viv) andCappuccett (still rincoglio-nited). And so, at the end,the cacciator of frod vendedthe pellicc and guadagnedhonestly a sacc of solds.The nonn magned tutt the

leccornies that were in thecest.And so, everybody livedfelix and content (fors notthe lup!).

PAROLE CROCIATE1 2 3 4 5 6 7

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Meno male che so l'inglese !The bellissim story ofcappucett red