Il Fatto n. 042

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pagina 3 Corsivo Dopo le ferie la città torna a vivere. In tanti pronti a mettersi in gioco per migliorare. pagina 8 Cronaca Spaccio ed estorsioni: a lavoro i carabinieri della Compagnia di Molfetta. pagina 23 Cultura L’arte e le emozioni raccontate dalle opere dell’artista molfettese Raffaele Cappelluti. pagina 25 Sport Ancora un successo per gli atleti della Molfetta Golf Association. Porto: gioie e dolori Un meraviglioso 8 settembre Inchiesta n° 42 giovedì 3 settembre 2009 Molfetta Quindicinale gratuito di informazione. LIBERI! www.ilfatto.net La Corte dei Conti bacchetta il comune. Il ministero chiede documentazione e i lavori procedono ancora a rilento. Legambiente torna a sollecitare maggiori con- trolli mentre Rifondazione Comunista ha chiesto ufficialmente che la Regione Puglia ritiri la delega alla gestione delle opere concessa al Comune di Molfetta. Cinque giorni dedicati ai festeggiamenti in onore di Maria Santissima dei Martiri. A Mol- fetta attesi migliaia di visitatori oltre ai tantissimi emigranti che tornano a visitare la loro città d’origine. Ricco il programma di eventi predisposto dal Comitato Feste patronali. Vi proponiamo la storia della Festa attraverso un lavoro del professor Cosmo Tridente. pag. 12 pag. 21

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pagina 3

CorsivoDopo le ferie la città torna a vivere. In tanti pronti a mettersi in gioco per migliorare.

pagina 8

CronacaSpaccio ed estorsioni: a lavoro i carabinieri della Compagnia di Molfetta.

pagina 23

CulturaL’arte e le emozioni raccontate dalle opere dell’artista molfettese Raffaele Cappelluti.

pagina 25

SportAncora un successo per gli atleti della Molfetta Golf Association.

Porto: gioie e dolori Un meraviglioso 8 settembre

Inchiesta

n° 42giovedì 3 settembre 2009Molfetta Quindicinale gratuito di informazione.

LIBERI!

w w w . i l f a t t o . n e t

La Corte dei Conti bacchetta il comune. Il ministero chiede documentazione e i lavori procedono ancora a rilento. Legambiente torna a sollecitare maggiori con-trolli mentre Rifondazione Comunista ha chiesto ufficialmente che la Regione Puglia ritiri la delega alla gestione delle opere concessa al Comune di Molfetta.

Cinque giorni dedicati ai festeggiamenti in onore di Maria Santissima dei Martiri. A Mol-fetta attesi migliaia di visitatori oltre ai tantissimi emigranti che tornano a visitare la loro città d’origine. Ricco il programma di eventi predisposto dal Comitato Feste patronali. Vi proponiamo la storia della Festa attraverso un lavoro del professor Cosmo Tridente.

pag. 12 pag. 21

Torna a farvi compagnia “il Fatto”. Parte lo sprint che porterà a tagliare il traguardo

del secondo anno di vita.

Ricominciamo!1367Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Corsivogiovedì 3 settembre 2009 �

Eccoci ritrovati cari lettori de “il Fat-to”, dopo quasi un mese dedicato al re-lax, nuovamente sulle pagine del nostro quindicinale gratuito a commentare i cosiddetti “fatti e misfatti” molfettesi. Quella che si avvia a conclusione è sta-ta tutto sommato un’estate certamente migliore rispetto a quella del 2008. Un anno fa, lo ricorderete certamente, la calda stagione era stata funestata da terribili incidenti stradali che avevano strappato la vita a tanti giovani. Quel-la fu l’estate del lutto e del dolore per questa città. Un’estate nel corso del-la quale fu davvero difficile pensare al divertimento quando invece attor-no a molti di noi calavano le tenebre. L’estate 2009 è stata invece portatrice di buone notizie: la lieta conclusione del rapimento dei marinai molfettesi imbarcati sul “Buccaneer”, gli even-ti culturali che hanno portato in città migliaia di visitatori. Gli straordinari appuntamenti notturni nel Pulo di Mol-fetta. E tanto altro ancora.La sensazione è che ci sia voglia di ripartire con nuovo slancio e con en-tusiasmo. Forse la fine della “crisi”, non solo quella economica, si sta av-vicinando. Passeggiando per le strade, colloquiando con i cittadini, confron-tando le idee, si ricevono segnali che lasciano immaginare che qualcosa di nuovo sia dietro l’angolo. Ci sono mol-fettesi che hanno voglia di cambiare e far cambiare. I mal di pancia comin-ciano a venire allo scoperto e in tanti hanno mostrato la loro disponibilità a mettersi in gioco in prima persona. Dal mondo del volontariato a quello del lavoro, sono tantissimi i giovani e meno giovani che pian piano stanno prendendo coscienza dell’importanza di un loro impegno che vada al di là del semplice “dovere”. I molfettesi, così sembra, stanno crescendo.E stanno crescendo anche lanciando chiari segnali al mondo della politica locale. Una politica che oramai diver-te e coinvolge poco. Fatta sempre de-gli stessi nomi e delle stesse persone. E soprattutto “giocata” sempre con le solite strategie in un torpore dei sensi che adesso si vorrebbe cominciare a cancellare.Rimbalzano da più parti notizie sul futuro amministrativo di questa città: Azzollini si dimetterà entro il 31 dicem-

“questione morale” il suo cavallo di battaglia oggi si trova a doversi con-frontare con scandali nel mondo della sanità, franchi tiratori e magistratura scatenata. Nichi Vendola è “fuggito” in Croazia per pensare la strategia di reazione rapida ma le prossime elezio-ni sono troppo vicine e tempo per recu-perare quanto si è perso ce n’è poco. Per Molfetta la buona novella arriva dall’assessore Guglielmo MInervini che figura tra i candidati alla carica di presidente del PD pugliese: al di là dell’appartenenza partitica, infatti, i molfettesi non possono che essere con-tenti dell’impegno politico di un loro concittadino.Tante novità arrivano anche dal sempre vivo mondo dello sport: società sporti-ve che crescono, atleti molfettesi che si distinguono nelle loro discipline, tifosi pronti a vivere nuove ed entusiasmanti avventure. Ed a proposito di sport, alla vigilia di una nuova stagione che siamo certi riserverà grandi successi a tutte le compagini molfettesi, il nostro più for-te grido d’incitamento va ad un atleta, un professionista, un amico, impegnato nella partita più difficile della sua vita: Lorenzo Di Marcantonio, il “magnifi-co” della Virtus Basket Molfetta messo “in panchina” da problemi di salute e che tutti noi ci auguriamo di rivedere presto, prestissimo, sul parquet del Pa-laPoli. Forza Lollo!Per quanto ci riguarda, infine, ci tuf-fiamo nello sprint che ci porterà a ta-gliare il traguardo dei due anni di vita. A dicembre sarà nuovamente tempo di bilanci, di numeri, di analisi. Per il momento possiamo solo dirvi che il progetto de “il Fatto” e del suo editore Giulio Cosentino prosegue con il vento in poppa. L’entusiasmo non manca e la voglia di crescere, sotto tutti i punti di vista, è sempre di più. La nostra web tv continua ad essere punto di riferimento non solo per l’informazione locale ma anche per tanti colleghi che da altre città ci seguono con interesse. Tanti nuovi progetti sono pronti a prendere vita. Noi stiamo lavorando per Voi. Ai nostri lettori e ai nostri partner com-merciali non possiamo quindi che dire grazie chiedendo loro di continuare a starci vicini come hanno fatto sinora.

Corrado Germinario

bre, dice qualcuno che fa riferimento al “doppio incarico” (senatore e sindaco) che presto potrebbe non essere più ac-cettato e tollerato. Ed ancora: Azzollini sarà candidato alla carica di presiden-te della Regione. Ed anche in quel caso dimissioni da primo cittadino. O forse non succederà niente di tutto ciò e il

sindaco-senatore potrà andare avanti sulla sua strada. Salvo, improbabi-li, levate di scudo dei fedelissimi che, seppur maltrattati, al loro leader non sanno proprio dire di no.Una estate che ha portato in dote an-che il “terremoto” politico alla Regio-ne Puglia. E così chi aveva fatto della

Informazione pubblicitariagiovedì 3 settembre 2009 �

Con Kids arriva la festa!

Comincia con i colori dell’arcoba-leno la nuova stagione autunnale di una Molfetta rigenerata dalle ferie e pronta a tuffarsi in tante possibili mille avventure. Gli stessi colori che contraddistinguono un marchio nuovo che sta già entrando a far parte della quotidianità dei molfettesi: il marchio di “Kids” il nuovissimo open space, multibrand che aprirà i battenti con una grandissima festa giovedì 10 settem-bre alle ore 19 nella nuovissima sede di via Berlinguer 16. Tra stelle filanti e coriandoli, zucchero filato e caramel-le, clown e trampolieri e centinaia di cappellini omaggio per i bambini che interverranno, sarà festeggiata l’aper-tura di uno spazio commerciale pronto a rivoluzionare il mondo della vendita delle calzature e dell’abbigliamento da bambini in città. Da un’idea di Pa-squale Pisani, amministratore unico della società proprietaria di Kids, la

Glamour Srl, nasce uno spazio tutto nuovo in cui tra scarpe, accessori e al-tro ancora mamme e bambini potran-no trovare il meglio dei prodotti con un occhio di riguardo al prezzo. Una novità che nasce grazie a trent’anni di lavoro nel settore. Infatti, rinomati marchi quali Laura Biagiotti, Mariella Burani e Alberto Guardiani si affidano da anni alle capacità e all’esperienza di Pasquale Pisani per la progettazio-ne delle proprie collezioni di calzature per bambini. La Glamour Srl e quindi Kids pro-porranno alla città uno spazio dove sarà piacevole farsi “rapire” da mille colori, mille modelli, mille novità in esclusiva. “I nostri prodotti sono se-lezionati con cura – ha detto Pasquale Pisani – e scelti in base alla nostra esperienza di vendita e distribuzione maturata in oltre tre decenni di atti-vità nel settore”. Un’esperienza che

per la prima volta si confronta con la vendita al dettaglio in uno spazio con caratteristiche uniche a Molfetta e non solo: spazi aperti in cui i clienti po-tranno muoversi liberamente, sceglie-re il prodotto, provarlo nella massima tranquillità. Un’ulteriore novità sarà il rilascio di un buono da utilizzarsi sul successivo acquisto.E poi un ampio parcheggio gratuito, collegamenti vicini anche con i cen-tri limitrofi e soprattutto tantissimi prodotti da guardare e riguardare. “Abbiamo voluto portare in città – ha sottolineato Pasquale Pisani – l’idea di vendita di un centro commerciale applicato alla familiarità di un nego-zio cittadino supportata dalla profes-sionalità del personale, con proposte vantaggiose rispetto ad altre attività commerciali grazie ad un particolare molto importante: il contatto diretto tra Kids e le aziende di produzione,

senza onerose intermediazioni”.Tra gli scaffali di Kids sarà possibile trovare calzature dei più noti marchi del settore: Laura Biagiotti, Mariella Burani, Cesare Paciotti, Bikkembergs, Alberto Guardiani, Docksteps, Pinko, Naturino, per le esigenze più glamour. Ed ancora Nike, Converse, Nero Giar-dini, Replay, Lulù, Lelly Kelly, Sweet Years, Alviero Martini, Frutta, per le esigenze più casual.Mentre per l’abbigliamento un mar-chio che è una garanzia di qualità: Geox, oltre ai marchi Brums, Ruba-cuori, Pucca e altro ancora. Prodot-ti per bambini ma anche per le loro mamme che potranno trovare calzatu-re adatte anche a loro (disponibili nelle taglie dal numero 35 al 41). Insomma, arriva Kids: una ventata di novità e di allegria che metterà la felicità ai piedi dei più piccoli… Senza dimenticare la mamma!

Qualcuno a voce bassa lo diceva da tem-po e alla fine gli squilli di tromba sono arrivati: cambio della guardia al vertice dell’Azienda Servizi Municipalizzati di Molfetta, la più importante delle mun-cipalizzate che attualmente da lavoro a circa cento dipendenti. La cosa ormai è nota, via Francesco Nappi posto di co-mando affidato a Pasquale Mancini, fe-delissimo di Azzollini e vice segretario cittadino del PdL. Una decisione assun-ta dal sindaco sembrerebbe a causa di “inadempienze” da parte di Nappi nei confronti dell’Amministrazione. In po-che parole l’ex assessore all’agricoltura avrebbe omesso di informare il sindaco di tutti i provvedimenti presi nel corso dei mesi in cui l’azienda gli era stata affidata. Per molti un “pretesto” legato a probabili indagini giudiziarie che la magistratura tranese sta svolgendo pro-prio sulla gestione dell’Asm. Tanti si dice e un’unica certezza: Mancini alla guida dell’Asm anche se ufficialmente la notizia non è mai stata diffusa. Né una nota del sindaco né una dell'Azien-da per spiegare quanto accaduto. Solo voci e mezze verità raccolte dalla stam-pa locale che non si è certo fatta trovare impreparata.Il consiglio di amministrazione del-l’azienda presieduto per la prima volta dal neo presidente, intanto si è già nuo-vamente messo all’opera. Alla riunione

hanno preso parte oltre che i compo-nenti del CdA, Paolo Ragno, Biagio de Candia, Ignazio de Gioia ed Eleonora Caputi, anche il direttore generale del-l’azienda Silvio Binetti, i componenti del collegio dei revisori, gli esperti e i capi servizio. “Ho trovato una azienda in buone condizioni – ha dichiarato Pasquale Mancini – e per questo con-tinueremo a lavorare per migliorare il lavoro già avviato da Francesco Nappi, in particolar modo sui progetti Tabula Rasa e Isole Ecologiche Interrate”. Nel corso della riunione del consiglio sono già stati adottati alcuni provvedimenti su proposta proprio del presidente per garantire la massima trasparenza nel-l’attività di gestione. Verrà istituito un albo dei fornitori ed attivato un numero telefonico breve di facile memorizza-zione che i cittadini potranno contattare per richiedere servizi ma anche per se-gnalare disservizi. I dati raccolti attra-verso la nuova linea telefonica saranno poi oggetto di un “report” settimanale utile ad analizzare le situazioni di cri-ticità all’interno del territorio urbano. Da subito verranno rafforzati i rapporti di collaborazione con gli uffici comu-nali, in particolare con l’Ufficio Tecni-co e con la Polizia Municipale cui sarà chiesto supporto per il controllo delle modalità di conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini e per sanzionare i proprietari degli animali domestici che non rispetteranno il decoro degli spazi comuni. Un impulso verrà dato anche alla pulizia delle aree esterne agli esercizi commerciali ai cui titolari verrà chiesta maggiore collaborazione e verranno implementati i servizi di pulizia nell’area del lungomare e della zona 167 dove i cittadini dovranno im-parare a rispettare i divieti di sosta dei veicoli nei giorni destinati alla pulizia stradale. “Il mio incarico – ha sottoli-neato Mancini – è a termine e dettato solo dall’amore verso questa città: sono come un volontario chiamato a dare una mano nel momento del bisogno”. Un incarico che ha messo in fermen-to la politica cittadina di entrambi gli

schieramenti. Perplessità sono state espresse da Giovanni Mezzina, consi-gliere del PdL che ha dichiarato di aver saputo della nomina “solo attraverso le notizie di stampa e senza che il partito comunicasse nulla”. Una dichiarazione che non nasconde certo la delusione di colui che, applicando il principio di “scorrimento” per le nomine sinora adottato da Azzollini avrebbe dovuto sostituire Nappi.Il consigliere comunale dell’UdC, Pino Amato si chiede “perché il sindaco, in base alle motivazioni della revoca, non abbia destituito l’intero consiglio di amministrazione, in quanto sia gli atti, sia tutto l’operato dell’Azienda è sem-pre condiviso dal CdA”.Matteo d’Ingeo del Liberatorio Poli-tico ha chiesto al sindaco Azzollini di approfondire alcune vicende interne all’azienda. “Le notizie di cronaca e alcune indagini giudiziarie in corso ri-guardanti l’ASM potrebbero travolgere anche la stessa amministrazione comu-nale” ha sentenziato d’Ingeo.“L’interramento politico di Nappi – hanno detto invece gli esponenti di

Rifondazione Comunista – segna una cesura nella compagine di governo e conferma quanto denunciamo da tem-po rispetto alla gestione delle società municipalizzate e controllate dal Co-mune: la giunta Azzollini naviga a vi-sta e sceglie personale che si dimostra alla luce dei fatti non all'altezza della situazione”.“La vicenda della revoca dell’incari-co di presidente dell’Asm a Francesco Nappi presenta dei lati oscuri sui qua-li è doveroso che il sindaco Azzollini faccia al più presto chiarezza”, ha in-vece affermato Giovanni Abbattista, coordinatore locale del Partito Demo-cratico. “Chiediamo a gran voce – ha proseguito – che il sindaco intervenga anche al fine di sgomberare il campo dalle voci sempre più insistenti che ini-ziano a circolare in città e che lasciano presupporre che i motivi dell’allonta-namento di Nappi siano ben altri ri-spetto all’inosservanza di un obbligo di carattere formale o amministrativo”. Un intervento che forse (si spera) arri-verà nel prossimo consiglio comunale. Azzollini volendo...

Politica giovedì 3 settembre 2009�

Asm: Azzollini mischia le carte1368Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Via Nappi arriva Mancini. Mezzina del Pdl esprime dubbi. Le opposizioni chiedono chiarezza.

�L’opinionegiovedì 3 settembre 2009

La fine di una estate1369Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Dopo i festeggiamenti per la Santa Patrona i molfettesi archivieranno definitivamente la bella stagione.

Ci rimane la festa della Madonna dei Martiri e poi sarà finita, anche l’estate 2009 potrà andare in archi-vio. Per i molfettesi non è necessario adeguarsi al calendario e attendere il 21 settembre, lo sanno tutti che, dopo la Madonna, al più al termine dell’ultima scarica di fuochi della ri-tirata, il tempo potrà pure continuare ad esser bello, ma l’estate sarà fini-ta e bisognerà farsene una ragione. Una stagione che non ha dato molti motivi per essere ricordata. C’è chi prende anestetici per sopportare le proprie angosce esistenziali e maga-ri ci lascia le penne, a Molfetta forse li dissolvono nell’aria, così il tempo scorre senza soprassalti e tutto viene accettato come naturale, quasi che non fosse possibile diversamente, magari basta poi spostarsi di poco oppure, manco a dirlo, andare al-l’estero, per capire che questo non è il migliore dei mondi possibili, an-che se parrebbe di sì, vista l’inerzia imperante.

Anche per questa estate, così, è ri-masto irrisolto il mistero di sempre, come facciano i molfettesi ad an-dare al mare; se manca nel bilancio famigliare il denaro per un lido, riescono stagione dopo stagione ad arrangiarsi con scogli, spazzatu-ra ed alga tossica, che forse poi di alga non si tratta, ma di qualcosa di più pericoloso; si va la mare ed il rischio non è più quello tradiziona-le di tornare con la spina di un ric-cio infilzata nella pianta del piede e l’asciugamano sporco di catrame, quanto avendo la febbre a 40° senza saperne bene la causa. Ci sono quelli che non ce la fanno più e, traditori, scelgono le spiagge di Giovinazzo o di Bisceglie, ma chi ha resistito, a fine stagione tira quasi un sospiro di sollievo, è terminata la lotta per un parcheggio ed uno scoglio su cui appollaiarsi.Tanto caldo, ma quello è normale, al di là degli allarmismi di alcuni Tg, meno normale che una pioggia

una, solo un po’ violenta, si sia tra-sformata in un fiume in piena che ha attraversato la città. È capitato altre volte ed anche questa volta è andata bene, non ci sono stati danni gravi, ma non è normale che il campanello d’allarme sia suonato e sia rimasto ancora una volta ignorato; la que-stione della gestione del territorio rimane confinata ad un confronto fra tecnici o diventa l’ennesimo banco di prova del duello fra maggioran-za ed opposizione, poi basta un ac-quazzone a dimostrare che forse c’è da riflettere con serietà su quel che è stato fatto al territorio ed impedire ulteriori devastazioni.Sempre per la serie “tutto come da copione”, sporcizia alle stelle, gran-di annunci di campagne di questo e di quest’altro, ma la zozzeria per le strade, in riva al mare, dappertutto insomma è negabile solo da un cie-co, anzi, neppure da quello, dato il tanfo. E non si può nemmeno dire che è per questo che il sindaco ha

sostituito il presidente dell’Asm, il buon senso suggerisce che le logi-che dell’avvicendamento al vertice dell’azienda municipalizzata avran-no avuto poco a che fare con l’obiet-tivo di avere una città più pulita. Per il resto proprio nulla da ricor-dare, se non che a cascata, anche qui, nella periferia dell’impero, ha attecchito l’idea che il popolo vada educato a botte di trivialità televi-siva e quindi siano gli spettatori a decidere se il clou dell’estate sia stata l’elezione di miss Puglia o lo spettacolo di “Amici”. Forse l’erro-re è attendersi troppo da questa sta-gione, nuove passioni, soprassalti o cambiamenti, invece i molfettesi sono contenti del loro tran tran, di godersi le casette di campagna, di concedersi come massimo svago la passeggiata sul porto, lamentandosi, naturalmente, che questo è sport va-lido davvero per tutte le stagioni.

Lella Salvemini

Circa un milione e trecentomila euro. È quanto dovrà risarcire all’ammini-strazione l’ex comandante del corpo della Polizia Municipale, Vincenzo Zaza. A stabilirlo è stata la Corte dei Conti chiamata ad esprimersi sulla vicenda “contabile” che ha visto pro-tagonista l’ex dipendente comunale oltre che altri agenti del corpo e l’ex assessore alla Polizia Municipale ed Annona, Pino Amato.Secondo i giudici del tribunale, pre-sidente Francesco Paolo Romanelli, Zaza dovrà restituire la somma frutto non solo degli ammanchi sui verbali di accertamento, ma anche del danno di immagine subito dalla pubblica ammi-nistrazione.

A partire dal 2002, anno in cui Zaza fu messo a capo del Corpo, ma secondo i giudici anche precedentemente quan-do svolgeva mansioni di agente conta-bile, Zaza avrebbe sottratto decine di milioni di vecchie lire. Fatto per cui Zaza stesso è già stato condannato a tre anni di reclusione (pena condona-ta) dal Tribunale di Trani nel corso del procedimento penale ancora in atto. Una tesi, quella della sottrazione, a più riprese smentita dal protagonista della vicenda secondo cui non si trattò mai di “prelievi” ma di riduzioni delle multe, prassi evidentemente conso-lidata a Molfetta specie in periodo di campagna elettorale. In poche parole a fronte a sanzioni pecuniarie elevate ma “virtuali”, l’automobilista multa-to riusciva ad ottenere “sconti” che di fatto portavano ad una notevole ridu-zione dell’effettivo incassato.Nonostante questa tesi difensiva, i giu-dici hanno proceduto con la condanna “pecuniaria” nei confronti di Zaza che negli ultimi anni ha già restituito al-l’erario oltre 250mila euro.

Cronaca giovedì 3 settembre 20098

Grande lavoro per le Forze dell’Ordine: arrestato uno spacciatore. Aveva in casa mezzo chilo di stupefacenti. Si lavora per bloccare l’autore di alcune “micro estorsioni” ai danni dei negozi del centro.

Droga ed estorsioni: la lotta continua1370Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Attualitàgiovedì 3 settembre 2009 �

L’ex comandante della Polizia Municipale condannato dalla Corte dei Conti.

Oltre 1milione di euro da restituire

La sensazione è che da una parte la crisi economica dall’altra l’apertura delle porte del carcere per tanti che hanno scontato o lo faranno a breve il loro debito con la giustizia, stiano ridando luce agli ambienti criminali cittadini. Dalle rapine alle picco-le estorsioni, passando per il mercato della droga che sembra sia in fase di rinascita, non manca certo il lavoro per le forze del-l’ordine che proprio nell’ultima settimana

hanno messo a segno un importante colpo nell'ambito dei servizi anti droga.“Lo faccio per campare”. Così si è giusti-ficato con i carabinieri della Compagnia di Molfetta agli ordini del capitano Dome-nico Del Prete, un pregiudicato trovato in possesso di oltre mezzo chilo di marijuana e cento grammi di hashish. In manette è fi-nito Mauro Dell’Olio, 36enne già noto alle Forze dell’Ordine, accusato di detenzione

ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari del Nucleo Operativo, comandati dal maresciallo Natale Selvaggi, durante uno specifico servizio, hanno eseguito una perquisizione all’interno dell’abitazione dell’uomo ed i risultati positivi non sono mancati. In una scatola di cartone nascosta tra le masserizie di un ripostiglio, i carabi-nieri hanno scovato lo stupefacente, con-tenuto in otto sacchetti in plastica da circa settanta grammi ciascuno, insieme ad un panetto di hashish da cento grammi. Tratto in arresto, l’uomo è stato poi richiu-so nel carcere di Trani. Lo stupefacente, invece, è stato posto sotto sequestro. Preoccupazione destano invece le notizie riguardanti un giro di “micro estorsioni” che starebbero interessando numerosi commercianti. Da diverso tempo secondo alcune indiscrezioni, si aggira tra i locali commerciali del centro cittadino “chieden-do” agli esercenti un contributo in denaro per gli “amici in carcere”, un pregiudicato molfettese. Sarebbero numerosi i negozi visitati dall’uomo e altrettanti i commer-cianti che avrebbero ceduto alle richieste consegnando piccole somme di denaro.

Nessuno però, almeno finora, ha presenta-to formale denuncia ai carabinieri anche se le voci su quanto sta accadendo girano in città in maniera sempre più insistente.Il protagonista della vicenda sarebbe noto in città e alle forze dell’ordine come tossi-codipendente e in passato autore di nume-rosi reati minori. È comunque probabile che le numerosi voci raccolte tra i com-merciani siano già state raccolte dai mili-tari dell’Arma che potrebbero intervenire già nei prossimi giorni. Magari anche gra-zie alle segnalazioni “ufficiali” di qualcu-no che ha subito il tentativo di estorsione.

È stata una telefonata anonima giunta al comando della Polizia Municipale di Molfetta ad allertare gli agenti che nella mattinata di domenica 30 agosto hanno sorpreso due uomini intenti a rubare legna in un fondo agricolo nei pressi di Lama Martina, a poche decine di metri dai nuovi quartieri residenziali sorti alle spalle dell’ospedale. All’arri-vo degli agenti della Municipale i due, utilizzando una motosega, avevano già abbattuto nove alberi d'ulivo e raccol-to dodici quintali di legna. I poliziotti sono riusciti a fermare una persona, l'altra è riuscita a darsi alla fuga.L’uomo, identificato, è stato denuncia-to a piede libero per furto e danneggia-mento mentre la legna è stata sottopo-

sta a sequestro. Dell'episodio è stato informato il magistrato di turno, dottor Giuseppe Maralfa.E sempre agenti della Polizia Munici-pale sono stati protagonisti pochi giorni prima di Ferragosto di un salvataggio particolare in via Balice. Durante tutta la notte nella zona si erano uditi conti-nuamente dei guaiti, attribuibili ad un cane, provenienti da un cassonetto per la raccolta degli indumenti usati. Inter-venuti sul poso gli agenti non potendo introdursi nel cassonetto, lo hanno fo-rato dall’esterno traendo così in salvo un cucciolo di cane di sesso femmini-le dell’apparente età di quattro mesi. L’animale è stato immediatamente vi-sitato dai medici dell’Asl di Molfetta, intervenuti tempestivamente, che han-no constatato le sue buone condizioni di salute affidandolo poi alle cure del canile comunale di Molfetta dove gli è stato impiantato immediatamente il microchip e dove successivamente alla maturazione sessuale l'animale verrà sterilizzato per poi, se in buona salute, essere rimesso in libertà.

Circa un milione e trecentomila euro. È quanto dovrà risarcire all’ammini-strazione l’ex comandante del corpo della Polizia Municipale, Vincenzo Zaza. A stabilirlo è stata la Corte dei Conti chiamata ad esprimersi sulla vicenda “contabile” che ha visto pro-tagonista l’ex dipendente comunale oltre che altri agenti del corpo e l’ex assessore alla Polizia Municipale ed Annona, Pino Amato.Secondo i giudici del tribunale, pre-sidente Francesco Paolo Romanelli, Zaza dovrà restituire la somma frutto non solo degli ammanchi sui verbali di accertamento, ma anche del danno di immagine subito dalla pubblica ammi-nistrazione.

A partire dal 2002, anno in cui Zaza fu messo a capo del Corpo, ma secondo i giudici anche precedentemente quan-do svolgeva mansioni di agente conta-bile, Zaza avrebbe sottratto decine di milioni di vecchie lire. Fatto per cui Zaza stesso è già stato condannato a tre anni di reclusione (pena condona-ta) dal Tribunale di Trani nel corso del procedimento penale ancora in atto. Una tesi, quella della sottrazione, a più riprese smentita dal protagonista della vicenda secondo cui non si trattò mai di “prelievi” ma di riduzioni delle multe, prassi evidentemente conso-lidata a Molfetta specie in periodo di campagna elettorale. In poche parole a fronte a sanzioni pecuniarie elevate ma “virtuali”, l’automobilista multa-to riusciva ad ottenere “sconti” che di fatto portavano ad una notevole ridu-zione dell’effettivo incassato.Nonostante questa tesi difensiva, i giu-dici hanno proceduto con la condanna “pecuniaria” nei confronti di Zaza che negli ultimi anni ha già restituito al-l’erario oltre 250mila euro.

Cronaca giovedì 3 settembre 20098

Grande lavoro per le Forze dell’Ordine: arrestato uno spacciatore. Aveva in casa mezzo chilo di stupefacenti. Si lavora per bloccare l’autore di alcune “micro estorsioni” ai danni dei negozi del centro.

Attualitàgiovedì 3 settembre 2009 �

L’ex comandante della Polizia Municipale condannato dalla Corte dei Conti.

Oltre 1milione di euro da restituire1371Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Sorpreso un uomo che rubava legna e salvato un cane gettato in un cassonetto.

PM: denunce e salvataggi1372Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

La sensazione è che da una parte la crisi economica dall’altra l’apertura delle porte del carcere per tanti che hanno scontato o lo faranno a breve il loro debito con la giustizia, stiano ridando luce agli ambienti criminali cittadini. Dalle rapine alle picco-le estorsioni, passando per il mercato della droga che sembra sia in fase di rinascita, non manca certo il lavoro per le forze del-l’ordine che proprio nell’ultima settimana

hanno messo a segno un importante colpo nell'ambito dei servizi anti droga.“Lo faccio per campare”. Così si è giusti-ficato con i carabinieri della Compagnia di Molfetta agli ordini del capitano Dome-nico Del Prete, un pregiudicato trovato in possesso di oltre mezzo chilo di marijuana e cento grammi di hashish. In manette è fi-nito Mauro Dell’Olio, 36enne già noto alle Forze dell’Ordine, accusato di detenzione

ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari del Nucleo Operativo, comandati dal maresciallo Natale Selvaggi, durante uno specifico servizio, hanno eseguito una perquisizione all’interno dell’abitazione dell’uomo ed i risultati positivi non sono mancati. In una scatola di cartone nascosta tra le masserizie di un ripostiglio, i carabi-nieri hanno scovato lo stupefacente, con-tenuto in otto sacchetti in plastica da circa settanta grammi ciascuno, insieme ad un panetto di hashish da cento grammi. Tratto in arresto, l’uomo è stato poi richiu-so nel carcere di Trani. Lo stupefacente, invece, è stato posto sotto sequestro. Preoccupazione destano invece le notizie riguardanti un giro di “micro estorsioni” che starebbero interessando numerosi commercianti. Da diverso tempo secondo alcune indiscrezioni, si aggira tra i locali commerciali del centro cittadino “chieden-do” agli esercenti un contributo in denaro per gli “amici in carcere”, un pregiudicato molfettese. Sarebbero numerosi i negozi visitati dall’uomo e altrettanti i commer-cianti che avrebbero ceduto alle richieste consegnando piccole somme di denaro.

Nessuno però, almeno finora, ha presenta-to formale denuncia ai carabinieri anche se le voci su quanto sta accadendo girano in città in maniera sempre più insistente.Il protagonista della vicenda sarebbe noto in città e alle forze dell’ordine come tossi-codipendente e in passato autore di nume-rosi reati minori. È comunque probabile che le numerosi voci raccolte tra i com-merciani siano già state raccolte dai mili-tari dell’Arma che potrebbero intervenire già nei prossimi giorni. Magari anche gra-zie alle segnalazioni “ufficiali” di qualcu-no che ha subito il tentativo di estorsione.

Matteo d’Ingeo, nonostante le minacce ricevute nelle ultime settimane, continua la sua battaglia contro le illegalità.

Un uomo scomodo per una città scomoda 1373Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Attualità10 giovedì 3 settembre 2009

A volte, parlando con la gente, si ha l’impressione che molti preferirebbe-ro essere altro o altri e che tendano, in qualche modo, a recitare dei ruo-li, a rappresentare se stessi più che a presentarsi, a mostrarsi personaggi e non persone, forse per una ostinata ricerca di visibilità che possa riscat-tarli da vite banali ed anonime o, più semplicemente, per l’impossibilità o l’incapacità di rivelarsi per come e per ciò che si è. A chi lo incontra per la prima volta suscita una sensazione totalmente opposta Matteo d’Ingeo, coordinatore del Liberatorio Politico, un movimento civico sorto a Molfetta in occasione delle amministrative del 2006 (allora la sua candidatura a sin-daco, contrapposta a quella di Lillino Di Gioia, noto esponente storico della politica locale, assunse un significa-to provocatorio perché esprimeva la tanto decantata “voglia di rinnova-mento”), di cui, per varie ragioni, i media, non solo locali, si sono molto occupati nel corso dell’estate 2009: per un’ora intera (tanto è durata la no-stra chiacchierata) il suo parlare non enfatico, una certa naturale ritrosia, il semplice e quasi mai compiaciuto rac-conto di sé e della propria esperienza

nel movimento, diventato sempre più punto di snodo e di confluenza del dissenso generale cittadino nei con-fronti delle piccole e grandi questioni pubbliche (ambiente, salute, politi-ca, cultura, amministrazione,ecc.), la consapevolezza estrema dell’alto prezzo da pagare, anche in termini personali, quando si diventa, magari senza volerlo, paladini di qualcosa o di qualcuno, il timore, a volte, di non essere compresi e di essere percepiti come una sorta di Grillo Parlante in una storia cittadina che non è quella di Pinocchio ma, come quella, è piena di “una montagna di balle” (dal titolo di un documentario-denuncia relativo alla questione dei rifiuti in Campania apparso sul blog del Liberatorio), il non celato bisogno della solidarie-tà della gente, linfa vitale per chi si muove nel terreno impervio dei di-ritti negati e per essi si batte, mosso unicamente dalla propria coscienza civica e sociale, hanno confermato l’immagine di un uomo cosiddetto “normale” dalla cosiddetta “vita nor-male”, eccessivamente sovraesposto e attaccato ma anche opportunamente seguito e sostenuto nelle assemblee del mercoledì sera, aperte a tutti,

come in un centro di ascolto per voci che non hanno interlocutori o punti di riferimento istituzionali e dove si racconta e si sviluppa, per quanto ciò sia possibile in una città oltraggiata ed abusata come Molfetta, la dialetti-ca sociale e politica intorno alla cosa pubblica. Dunque, un uomo normale ma scomo-do, per una città scomoda. “È vero, sotto molti aspetti è scomoda questa città che amo ma che non è più la stes-sa da tempo e che forse mi ama ma non sempre riesce a capire i tentativi ed i gesti che quest’amore esprime. Più di tutto, Molfetta pare abbia perso la sua memoria storica e quell’identità che la rendevano viva e vivida, capace di contenere ed esprimere fermenti cul-turali e sociali, oggi sempre più sof-focati da certa negligenza, volontà ed incapacità politica, amministrativa, burocratica. Siamo una comunità in lotta, viviamo in emergenza. Lo ab-biamo detto anche il 6 luglio scorso, in occasione del diciassettesimo an-niversario dell’omicidio Carnicella,

nella conferenza pubblica intitolata: “Fatti e misfatti in una città senza me-moria”: quell’omicidio fu una sorta di

spartiacque tra il prima e il dopo; da allora più nulla è stato semplice e gli avvenimenti grandi e piccoli, gli abu-si di ogni tipo, l’illegalità diffusa, il degrado sociale ed ambientale, la de-solazione delle periferie, la coscienza appannata di molti, quel malessere di cui parlò don Tonino Bello nella sua omelia allora, tutto ha assunto un si-gnificato diverso, pesante gravoso. Non possiamo ignorarlo, ecco perché devono continuare ed intensificarsi gli sforzi che molti di noi compiono per rimuovere indifferenza, disimpe-gno, rassegnazione, a dispetto di inti-midazioni e minacce”, dice. Chiaro il riferimento all’ultima da lui ricevuta il 22 luglio scorso: un bosso-lo calibro 7,62, non ordinario, di for-ma allungata, avvolto in tre strati di carta igienica, un pacchetto ben con-fezionato trovato nella sede del mo-vimento con su quella scritta degra-dante (“Il prossimo te lo metto nel…) che lo ha fatto quasi sorridere ma poi riflettere perché era diversa dalle al-tre e non tendeva a spaventarlo ma ad

umiliarlo, a colpirlo nella sua digni-tà. Ora a Molfetta, dove sempre più frequentemente e con troppa facilità

11Attualitàgiovedì 3 settembre 2009

s’inviano e si ricevono proiettili gran-di e piccoli, per qualunque motivo, quasi fossero pacchi dono (chi scrive ha già intervistato persone minaccia-te in questa maniera: la reazione di incredulità e stupore prima e di forte determinazione poi è quasi sempre la stessa; molti non rilasciano dichiara-zioni, quasi nessuno confessa di aver paura, tutti “hanno fiducia nel lavoro degli inquirenti”), risulta difficile im-maginare che un semplice venditore di angurie o patate (in quelle setti-mane d’Ingeo si stava occupando del commercio ortofrutticolo abusivo)

possa aver ideato e messo in atto una minaccia così “sofisticata”, dal forte significato simbolico: tutt’al più, co-m’era già accaduto in passato, si sa-rebbe limitato a danneggiargli l’auto o lo avrebbe aggredito personalmente (un passante ci ha detto: ”Avrebbe messo il proiettile in un…carosel-lo, non nella carta igienica”); da qui l’accreditamento, sia da parte sua che degli inquirenti, di una pista politica, ritenuta la più attendibile, voce che arriva da più parti e circola insisten-temente anche negli ambienti della malavita locale e barese. Sembrerà strano, ma non tanto: proprio in que-sti ultimi l’operato di d’Ingeo (ce lo conferma lui stesso perché così riferi-togli da fonte sicura) viene addirittura apprezzato perché teso a colpire, più che le frange finali del fenomeno cri-minalità, le sue menti pensanti, colo-ro che, in qualche maniera, detengo-no il potere e sono inclusi nel famoso triangolo politica-imprenditoria-ma-lavita esistente a Molfetta, di cui han-no spesso parlato i pentiti della Sacra Corona Unita. Il 19 agosto scorso il Liberatorio Politico ha inviato al Prefetto di Bari, al Procuratore del-la Repubblica di Trani, al Comando dei Carabinieri e della Capitaneria di Porto di Molfetta, un esposto relati-

vo al problema dell’alga tossica, più volte inutilmente segnalato al sinda-co Azzollini ed alla Direzione ARPA Puglia per le gravi ripercussioni avu-te, negli ultimi tre anni, sulla salute di numerosi cittadini. Con l’esposto si chiedono precise verifiche e control-li anche sulle operazioni di bonifica da ordigni bellici dei nostri fondali marini e la possibile configurazione di un reato amministrativo o penale a carico dell’amministrazione e di altri enti per la mancata informazio-ne e l’attività omissiva nei confronti della cittadinanza e dello stesso Libe-

ratorio. Per sdrammatizzare: proprio in riferimento a residuati ed ordigni bellici qualcuno in città ha già iro-nizzato sulla probabile forma che il proiettile potrebbe avere se la minac-cia a d’Ingeo venisse concretizzata. Precisa, caustico, il signore di cui sopra (in dialetto molfettese): “O a forma di bomba o di supposta (termi-ne usato dallo stesso d’Ingeo durante l’intervista per descrivere il bossolo ricevuto), sempre quella sarebbe la destinazione”.

Beatrice De Gennaro

Torna d’attualità (anche se a dire la verità non era mai passato “di moda”) il tema “nuovo porto” di Molfetta. E, ancora una volta, la mega struttura in costruzione fa notizia non certo per fatti positivi. A riaccendere il dibattito sono stati in tempi diversi ma ravvicinati il circolo locale di Legambiente e Rifon-dazione Comunista.“Il 27 marzo scorso – si legge in una nota diffusa alla stampa – il Circolo cit-tadino di Legambiente aveva presentato al sindaco di Molfetta, Antonio Azzolli-ni, una richiesta di accesso a informa-zioni di carattere ambientale relative ai lavori della nuova sistemazione del por-to. La richiesta era stata inviata anche al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al Mi-nistero delle Infrastrutture e Trasporti, al Presidente della Regione Puglia, al-l’Assessorato Regionale dell’Assetto del Territorio, all’Assessorato Regiona-le dell’Ecologia e alla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesag-gio per le Province di Bari e Foggia.” “In particolare – si legge ancora nella nota – il Circolo chiedeva di accedere al “Progetto esecutivo” dei lavori di si-stemazione dell’area portuale approva-

to con delibera di Giunta il 13 febbraio 2008. Le ragioni di questa richiesta sta-vano nella sconcertante impressione di assistere alla inadempienza sistematica delle prescrizioni di V.I.A. impartite dalla Regione Puglia, dal Ministro del-l’Ambiente e dal Ministero per i Beni Culturali. In particolare il Decreto di compatibilità ambientale n. 648 del 23 giugno 2005, con il quale si concludeva l’istruttoria di V.I.A., evidenziava l’in-tenzione di salvaguardare il water-front dell’area urbana Madonna dei Martiri-Borgo Vecchio, già soggetto a vincolo paesaggistico, puntando alla “riqualifi-cazione degli attuali capannoni delle of-ficine e cantieri ed in particolare quello della Cinet, che viene destinato a ‘Mu-seo del Mare’, mentre, com’è noto, sul sito in precedenza occupato dal Cantie-re Cinet sono in corso i lavori di rea-lizzazione della nuova Capitaneria di Porto, essendo stato il vecchio fabbri-cato abbattuto per fare posto alla nuova costruzione”.“A fronte di questo precedente, la man-cata pubblicizzazione del progetto ese-cutivo impedisce di capire quale sorte venga prevista per la ‘Banchina Semi-nario’ il cui ampliamento (lo sbandie-rato ‘lungomare di Ponente’) nelle pre-

scrizioni viene stralciato, trattandosi di area sottoposta a vincolo paesaggistico; impedisce di capire se e in che modo avverrà la riqualificazione dell’area dei ‘Cantieri Navali’; non dà conto dei lavori di sistemazione idraulica delle aree di pertinenza ed annesse alle lame; non mostra in che modo verranno resi compatibili con i lavori le aree archeo-logiche presenti nelle aree interessate e quando e in che modo verranno eseguite le prospezioni archeologiche richieste dal Ministero del Beni Culturali e come si potrà eventualmente tenere conto dei loro risultati”.“Gli unici riscontri alla richiesta di ac-cesso agli atti, fatta ai sensi del D. Lgs. 195/2005 e dell’art. 28 del D. Lgs. n. 152/2006 – scrive ancora Legambiente – erano stati, fino a pochi giorni fa, una mail con la quale il Ministero dell’Am-biente dichiarava di non essere in pos-sesso dei documenti richiesti e, in data 13 maggio 2009, una nota del Ministero dei Beni Culturali con la quale veniva demandata alla Soprintendenza per i Beni Culturali di Bari l’acquisizione di notizie, dicendosi anche in questo caso il Ministero sprovvisto di qualunque documentazione”.“Il 30 luglio è arrivata al Circolo una seconda nota da parte del Ministero dei Beni Culturali che, avendo a sua vol-ta ricevuto dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia notizie dettagliate e preoccupanti sulla vi-cenda, chiede al Comune di Molfetta quanto sia stato fatto ad adempimento delle prescrizioni contenute nella V.I.A. e richiede che sia messo a disposizione delle autorità competenti il famoso e, a questo punto sembra lo si possa dire, misteriosissimo ‘Piano esecutivo’. Vale la pena riportare di seguito il testo della nota della Soprintendenza: Si rileva in proposito che, per quanto consti a que-sta Soprintendenza, non hanno avuto seguito di fatto le prescrizioni rilasciate nella nostra del 22.03.05, prot. n. 5321 in sede di esame del Progetto prelimi-nare della nuova sistemazione portuale

di Molfetta, benché ritenute vincolanti nel parere prot. n. 07.08.408/4229.[leg-gasi 4129] del 22.04.05 del Diparti-mento per i Beni culturali e paesaggi-stici – Direzione generale per i Beni architettonici e il Paesaggio in merito alla richiesta di pronuncia di compati-bilità ambientale, ex art. 6 l. 349/1986, avanzata dal Comune di Molfetta. In-fatti, per quanto di competenza di chi scrive, ai sensi del D. 19s 22 gennaio 2004, n. 42, non è stato sottoposto a pa-rere da parte dell’ATI incaricata (Coo-perativa Muratori) il richiesto progetto esecutivo delle opere di realizzazione del parco a verde intorno all'area del complesso monunentale-archeologico della Madonna dei Martiri, in cui do-vevano essere anche previsti gli oneri per l'assistenza alle opere di movimen-tazione terra, nonché per l'eventuale recupero di contesti archeologici emer-genti. Il progetto esecutivo peraltro è stato approvato dal Comune di Molfet-ta con deliberazione di G.M n: 68 del 13.2.08. Si fa inoltre presente che non risulta, per quanto a noi noto, sia stato dato corso alla richiesta di prospezio-ni archeologiche subacquee preventi-ve nello specchio d'acqua antistante il complesso monumentale citato, né alle prospezioni geofisiche preliminari alla movimentazione terra, come espressa-mente richiesto dalla Direzione genera-le per i Beni archeologici con nota prot. n. 3931 del 15.04.05”.“La richiesta che il Ministero ha inviato al Comune di Molfetta non sembra nei modi e nella sostanza troppo diversa da quella di chi con gentilezza chiede alla volpe notizie della gallina. Ma tant’è. Il Circolo di Legambiente non può far altro, a questo punto e di fronte a questo incredibile pastrocchio che sempre di più rivela di essere la vicenda del porto molfettese, che trasmettere questa nota alla stampa attendendosi che ne dia il risalto che merita e alla magistratura perché valuti l’esistenza di comporta-menti illeciti e produttivi di danni al-l’ambiente.”

Attualità giovedì 3 settembre 200912

Troppe ombre sulla gestione dei lavori. L’amministrazione comunale colpevole di reiterate mancanze. Legambiente e Rifondazione non stanno a guardare.

Il porto in “cattive acque”1374Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Come detto, sulla stessa vicenda, è intervenuta anche la locale sezione di Rifondazione Comunista che ha ap-profondito la questione. “È incredibi-le come a distanza di più di un anno, dal 13 febbraio 2008 quando la Giunta Comunale ha approvato il ‘Progetto esecutivo del porto’, ci siano ammini-strazioni interessate che non risultano in possesso di tutti gli atti e delle in-formazioni relative al rispetto delle prescrizioni ambientali e paesaggisti-che” si legge nel documento diffuso da Rifondazione.“Si tratta dell’ultimo tassello in ordine di tempo di un mosaico per nulla irre-prensibile che vede il Comune di Mol-fetta operare come stazione appaltante nell’esecuzione dei lavori per il nuo-vo porto commerciale. Infatti, dopo il Consiglio dell’Autorità per la Vigilan-za sui contratti pubblici che ha censu-rato il Comune sulla costruzione del nuovo porto inviando gli atti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubbli-ca e dopo l’invio alla Corte dei Conti da parte del Tar di Bari delle ordinanze (rigettate) di sospensione dei lavori di

costruzione della nuova foresteria del-la Capitaneria di porto, ora è la volta dei rilievi mossi dal Ministero dei Beni Culturali”.“Se queste sono le premesse, non pos-siamo che associarci alla richiesta del Circolo locale di Legambiente fatta in questi giorni a seguito della nota rice-vuta ovvero sperare che la stampa dia il giusto risalto alla notizia in sé e che la magistratura valuti l’eventuale esisten-za di condotte improprie. Dovere del-la politica però è anticipare laddove è possibile scenari compromessi e porre rimedi a condotte improvvide, ma pri-ma di avanzare una proposta gioverà ri-cordare succintamente alcuni elementi di criticità emersi finora nella gestione della costruzione del nuovo porto da parte dell’Amministrazione comunale in carica”.“Il Consiglio dell’Autorità per la Vi-gilanza sui contratti pubblici di lavori servizi e forniture, un ente terzo, con Delibera n. 3 del 15 gennaio 2009 ha censurato l’operato del Comune di-sponendo la trasmissione degli atti re-lativi alla costruzione del nuovo por-to alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, avendo ritenuto che “la condotta posta in essere dalla Stazione appaltante – il Comune – in ragione delle numerose irregolarità riscontrate (tutte strettamente lesive della corretta e tempestiva esecuzione dell’appalto) reca con ogni probabili-tà profili di potenziale danno eraria-le”. Si tratta della stessa autorità che riteneva non rispettosa la limitazione della concorrenza nell’appalto dei la-vori a causa della presenza nel bando di gara di clausole che imponevano, a pena di esclusione, la dimostrazione della disponibilità di draghe di parti-colarissime caratteristiche esistenti in pochissime unità al mondo.”“Soltanto qualche tempo dopo, nel-l’aprile di quest’anno, vi è stata una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale di Bari, che ha accolto il ri-corso proposto dal Ministero per le In-

frastrutture contro l’ordinanza con la quale il sindaco aveva sospeso i lavori di realizzazione della nuova Capita-neria di Porto. In quella circostanza il TAR non solo non ravvisò alcuna “situazione di pericolo effettivo ed ec-cezionale e imprevedibile per la pub-blica incolumità e/o per la sicurezza urbana” e bacchettò il Comune per la “colpevole reiterazione delle ordinan-ze di sospensione in palese spregio al-l’ordinanza cautelare dello stesso Tar del 3 dicembre 2008”, ma ritenne do-veroso trasmettere tutta la documenta-zione alla Procura regionale della Cor-te dei Conti, “ai fini dell’accertamento delle responsabilità amministrativo-contabili ai sensi di legge”. Ciò vuol dire, in parole povere, che la comunità molfettese potrebbe essere chiamata a pagare i danni a causa della condotta del sindaco”. “E pensare che lo stesso Azzollini e la sua maggioranza avevano approvato il Piano regolatore del Porto (PRP) con la previsione della nuova Capitaneria esattamente lì dove sta sorgendo. A questi elementi aggiungiamo che il 2 marzo scorso, con Delibera di Giunta n. 51 avente ad oggetto il “Nuovo Porto Commerciale”, l’'Amministrazione co-munale dava autorizzazione al Respon-sabile del Procedimento per la predi-sposizione, di fatto, di variante al Piano Regolatore Portuale poiché “gli opera-tori portuali, futuri fruitori del nuovo porto commerciale, hanno fatto richie-sta all’Amministrazione comunale, per il tramite del Sindaco, di prevedere una portanza della banchina di Nord Ovest tale da consentire la movimentazione di containers”. Il progetto appaltato del porto subirà quindi una nuova varian-te che non è dato sapere se comporterà un aumento degli importi dei lavori, e questo sulla base di semplici segnala-zioni di operatori portuali e non anche di studi economici a supporto che giu-stifichino la trasformazione in porto per movimentazione e stoccaggio con-tainer. Insomma, il progetto del porto

a un anno dalla sua approvazione su-bisce una variante forse perché non va più bene; a dimostrazione del fatto, più volte da noi segnalato, che così come concepito inizialmente il porto rischia di essere inutile nello scenario regio-nale, e invece utile può diventarlo a condizione che diventi un porto per il trattamento dei container, cioè una me-gastruttura che il contesto ambientale non può assolutamente reggere e che comunque abbisognerebbe di nuove e ulteriori procedure autorizzative con ulteriori ritardi e aggravi di spesa”.“Naturalmente a pagare le distrazioni del sindaco, le sue necessità propagan-distiche potrebbero essere i cittadini, giacché ogni mancanza, ogni errore, ogni eventuale variante potrebbe signi-ficare un aumento dei costi dei lavori. Pensiamo che la misura sia ormai col-ma e, nell’attesa che i giudizi maturino nell’opinione pubblica e che altri orga-ni dello Stato svolgano i loro compiti, nonché dopo ripetute denunce e critiche mosse all’Amministrazione comunale e al sindaco in questi mesi per come vengono gestiti i lavori della costru-zione del nuovo porto e relativi ritardi connessi alla bonifica dei fondali dagli ordigni bellici, riteniamo che vi siano sufficienti e abbondanti elementi per-ché la Regione, ente che ha delegato il Comune nella gestione dell’affare Por-to, torni a interessarsi di questioni così delicate e avvii con decisione la proce-dura per ritirare la delega alla stazione appaltante ossia al Comune di Molfetta conferita con Delibera di Giunta Regio-nale n. 2051 del 23 dicembre 2002. La richiesta si presenta come un atto do-vuto a tutela della comunità cittadina, della corretta esecuzione dei lavori, del rispetto di tutte le prescrizioni previste e all'insegna della massima trasparenza amministrativa e del confronto pubbli-co istituzionale, cui ripetutamente in questi mesi il Sindaco e la sua ammi-nistrazione si sono sottratti anche nelle sedi deputate, disertando convocazioni di Consiglio Comunale”.

1�Attualitàgiovedì 3 settembre 2009

Per il partito necessario che la Regione torni a gestire direttamente i lavori di realizzazione dell’opera.

E Rifondazione chiede il ritiro della delega1375Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il ritorno a casa: emozione unicaAnche una riunione straordinaria del consiglio comunale per festeggiare Ignazio Angione e Filomeno Troilo.

1376Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

1�Inchiestagiovedì 3 settembre 2009

Quasi quattro mesi da incubo e poi, tutto in una notte, la gioia per il rila-scio e la tensione che è potuta sparire in pianti dirotti e in abbracci incon-trollati. A casa di Ignazio Angio-ne, direttore di macchia e Filomeno Troilo, cuoco, entrambi imbarcati sul rimorchiatore d’altura “Buccaneer” il Ferragosto è stato festeggiato nel migliore dei modi con l’annuncio del ritorno a casa dei propri cari tenuti ostaggio per tanto tempo da una ban-da di pirati somali.Un sequestro lungo, con trattati-ve difficili e pericolose condotte tra l’ufficialità dei canali istituzionali e il sommerso lavoro dei servizi segre-

ti. La Farnesina, il ministero degli esteri italiano assicura che nessun riscatto è stato pagato per ottenere la liberazione. La sensazione è che dif-ficilmente un gruppo di banditi, ar-mati fino ai denti, possa dopo quat-tro mesi di “tira e molla”, decidere di liberarsi di un bottino “prezioso” per puro spirito umanitario. Una fa-vola che non reggerebbe nemmeno di fronte ad un neonato.Ma va bene così, alla fine l’importan-te è che tutto si sia risolto nel miglio-re dei modi e che ora ci possa essere lo spazio giusto per ricominciare.Molfetta ha accolto “nel silenzio” la notizia della liberazione. Lo ha sot-

tolineato anche la corrispondente lo-cale della “Gazzetta del Mezzogior-no”: niente fuochi d’artificio, niente clacson strombazzanti, niente cori e striscioni. Una notizia vissuta nell’in-timità delle case, delle famiglie. Pri-vata. Come privato è stato il dolore di quattro mesi. Mai una intervista, mai una protesta clamorosa. Solo il silen-zio di chi aveva fiducia nelle istitu-zioni e poteva solo sperare.Poi alla fine la grande festa c’è stata: l’aula “Gianni Carnicella” di Palaz-zo Giovene, il sindaco, l’intera giun-ta comunale, i consiglieri e il ve-scovo, tutti schierati per accoglierli ufficialmente nel corso di una seduta straordinaria della massima assise cittadina.

“Voi non siete eroi – ha detto il sin-daco Antonio Azzollini – siete il sim-bolo del lavoro, del sacrificio e della passione dei molfettesi che da sem-pre vivono per il mare e sul mare. È per questo che oggi vi festeggiamo con il massimo degli onori: una festa per voi e per tutti coloro che come voi danno onore alla nostra città con il loro lavoro”.E per suggellare degnamente il ri-torno a casa non poteva mancare la consegna delle medaglie d’oro della municipalità che con grande emozio-ne Angione e Troilo hanno ritirato ponendo la parola fine ad una vicenda che li ha segnati profondamente. Cer-tamente più di quanto le parole ed i racconti possano oggi testimoniare.

Inchiesta1�

Quattro mesi e una vita cambiataMomenti di celebrità 1378Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

1377

Felicità espressa da tutti gli schieramenti politici

Del sindaco Antonio Azzollini la prima dichiarazione ufficiale cui hanno fatto seguito quelle de. Popolo della Libertà e del Partito Democratico.

I ricordi di Ignazio Angione e Filomeno Troilo all’indomani del rilascio. Paura ed emozioni che si intrecciano e restano incancellabili.Telecamere e giornalisti

hanno letteralmente preso d’assalto le abitazioni (e non solo) di Angione e

Troilo.

Accomunati dalla stessa città natale, dallo stesso lavoro e soprattutto dallo stesso destino, Ignazio Angione e Filomeno Troilo, due uomini semplici e semplici lavoratori del mare. Da poco più di quattro mesi la loro vita è cambiata, probabilmente definitivamente, non saranno più gli stessi, il peso del ricordo diventerà opprimente e ogni volta che que-st’ultimo busserà alle loro menti il magone si farà asfissiante. È stato un periodo più nero del nero e peggiore del più terribile incubo, un lasso di tempo lungo, interminabile, in cui ogni singola parola poteva valere la vita oppure la morte. Gli occhi dei due lavoratori hanno an-cora paura. Angione ripercorre timorosamente i momenti in cui i pirati lo hanno tenuto prigioniero assieme a Troilo e ad altri 14 marittimi. È stato un momento in cui hanno sentito scivolarsi la vita di dosso, in cui dinanzi a loro compariva in continuazione l’immagine dei cari lontani migliaia di chilometri e in cui il terrore cominciava a rendere irrazio-nale le azioni di ogni giorno e lo scorrere tragico del tempo. Angione è stato subito relegato nei locali macchine, nel cuore del Buccaneer, quasi all’inferno, ma forse l’inferno è un po’ più fresco dato che qua la temperatura sfiorava i 60 gradi centigradi. Il direttore di macchina è costretto con le armi dai pirati ad occuparsi delle apparecchiature di bordo assicurandosi che tutto stesse funzionando alla perfezione, pena la morte. Centoventi giorni di angoscia per il sig. Ignazio, in cui ha vissuto nell’assurda paura che magari un macchinario smettesse di fun-zionare e così anche la sua vita. Ha difficoltà a ricordare il momento in cui ha provato l’amara e terribile sensazione che non avrebbe mai più messo piede a Molfetta e non avrebbe mai più incrociato gli occhi dei propri cari, il momento più brutto in assoluto. Le scorte d’acqua erano terminate ed un dissalatore di bordo non era mai stato installato sul ri-morchiatore. I pirati avevano sete e così tutti 16 marinai. I somali erano convinti che Angione avesse nascosto di proposito il dissalatore, maga-ri per costringerli ad abbandonare la nave per necessità. Ed è qui che la loro ira si è abbattuta sull’ignaro direttore, percosso per una colpa non sua ma di colui che aveva preferito risparmiare piuttosto che acquistare uno stupido macchinario divenuto poi di vitale importanza. Angione, forse illuminato dal suo santo protettore o direttamente da Dio, si è inventato un sistema di fortuna per recuperare l’acqua di condensa dal condizionatore di bordo. Così i pirati si sono calmati e Angione è torna-to a sperare nella vita e a sognare le torri gemelle del Duomo.Per Troilo, il cuoco di bordo che neanche doveva esserci su quella ma-ledetta nave, la prigionia è stata come una spada di Damocle che pen-deva egualmente sulla sua testa come su quella degli altri 15 marinai. La sua vita dipendeva paradossalmente anche dai litigi dei pirati che bisticciavano fra di loro. Litigi “lavati” a colpi di fucile, con proiettili sparati all’impazzata sul ponte della nave, che vagavano indisturbati e si riservavano il diritto di decidere fra la vita e la morte. “Ci si ripara-va come si poteva rivolgendo preghiere al Paradiso intero”, queste le

parole più eloquenti e più significative di un cuoco salito a bordo di una nave e fiero di averlo fatto per il bene della propria famiglia. Come non pensare a queste persone come a degli eroi, gente che ha conosciuto in questi quattro mesi di buio il reale valore della vita che a molti invece ancora sfug-ge, gente coraggiosa disposta a tornare a bordo di un rimorchiatore e magari di-sposta anche a tornare a solcare i mari so-mali soltanto per un tozzo di pane, gente di mare come del resto luna buona parte di molfettesi.

Francesco Tempesta

Una vicenda che ha tenuto con il fia-to sospeso l’intera città di Molfetta così come tutte le altre comunità cui appartengono gli altri 14 marittimi che hanno vissuto per quasi quattro mesi nelle mani dei pirati. Una vi-cenda che nell’epoca dei mass media non ha potuto non attirare giornali-sti e telecamere come api al miele. La notizia c’era: prima quella del rapimento, poi il dolore e lo scon-forto delle famiglie, ed ancora l’im-pegno delle istituzioni e i momenti di crisi. Per finire con l’annuncio della liberazione, l’aereo militare che trasportava gli ostaggi atterrato sulla pista dell’aeroporto di Ciam-pino, per finire all’arrivo a casa, l’abbraccio con i parenti e la seduta straordinaria del Consiglio Comuna-le. Tutto questo sotto le attente lenti delle decine di telecamere che han-no girato per Molfetta (e certamente per tutte le altre città di origine dei marittimi) a caccia dello scoop. Una caccia che ha pian pano trasforma-to in divi personaggi assolutamente marginali alla vicenda: dal vicino di casa impiccione, al marittimo che ne sa sempre una più degli altri, dal consigliere comunale che si è scritto sul bigliettino i nomi dei due rapiti (per non far brutte figure durante le interviste), ai familiari più prossimi che, in alcuni casi, hanno spalancato le porte delle proprie case a giorna-listi, telecamere, tecnici e chi più ne ha più ne metta.Non è difficile immaginare quindi, in un futuro non tanto lontano, le com-parsate varie: dalla Vita in Diretta a, Sabato&Domenica, passando per i tanti talk show del piccolo schermo non è escluso che Angione, Troilo e compagni possano continuare a vive-re il loro momento di celebrità. E del resto non ci sarebbe nulla di male. È il minimo dopo ciò che hanno subito. L’importante è che si resti con i piedi di piombo ed umili. E non si chieda agli amici degli amici di farsi avanti per fare “proposte indecenti”. Una ce n’è già arrivata: abbiamo fatto finta di non sentire. La prossima, se mai dovesse esserci, potrebbe finire in altro modo. Per la serie: siamo buo-ni, mica fessi!

Numerose sono state le reazioni di fe-licità registrate nei momenti immedia-tamente successivi alla liberazione dei due ostaggi.“La notizia della liberazione degli ostaggi italiani tra cui i due marinai molfettesi, Ignazio Angione e Filome-no Troilo, è una gioia indicibile per l’intera comunità di Molfetta”. È quan-to ha dichiarato il senatore Antonio Az-zollini, commentando la notizia.“Ho seguito da molto vicino questa drammatica vicenda sin dall’inizio – ha proseguito il primo cittadino – e l’epilogo premia il delicato lavoro compiuto dalla Farnesina, oltre che lo straordinario coraggio civile dimostra-to dalle mogli e dai figli dei due mari-nai molfettesi durante questi lunghissi-mi mesi.” “Finalmente – si è letto in una nota dif-fusa dalla segretaria locale del Popolo

della Libertà – possiamo tirare un sospi-ro di sollievo ed esultare. In questi lun-ghi mesi abbiamo rispettato la richiesta di riservatezza più volte espressa dalle famiglie di Filomeno Troilo e Ignazio Angione. La situazione, estremamente instabile e delicata, imponeva silenzio e silenzio è stato, nonostante in tutta la città non si parlasse d’altro e dovunque si trepidasse per la sorte dei nostri due lavoratori del mare.”Il Partito Democratico di Molfetta ha salutato con sollievo il buon esito della vicenda, ringraziando tutti coloro che a livello nazionale e internazionale han-no collaborato, e unendosi alla gioia dei marinai liberati e delle loro famiglie. “La storia di Ignazio e Filomeno, il direttore di macchina e il cuoco della Buccaneer – ha dichiarato il portavoce del partito, Giovanni Abbattista – rin-salda il doppio legame che lega Molfet-

ta al mare, i suoi uomini al lavoro sulle barche da pesca, sulle navi passeggeri, sui cargo che solcano gli oceani in tutto il mondo. Troppe volte i nostri maritti-mi hanno pagato un alto tributo al loro lavoro, spesso soffrendo in silenzio. Forse anche per questo, adesso che la paura è finita, la soddisfazione di tutti è più grande.” “Nei mesi d’attesa – ha detto ancora Abbattista – non sono mancati mo-menti di tensione, e un grande plau-so va alle famiglie che con estrema discrezione e assoluta compostezza hanno vissuto questi difficili momen-ti. Nella speranza che l’opera di me-diazione del governo si sia svolta con fermezza e nel pieno rispetto della le-galità, c’è un piano umano in questa vicenda che non può essere ignorato. Ignazio e Filomeno restituiti all’ab-braccio delle loro famiglie.”

giovedì 3 settembre 2009 1�

Quattro mesi e una vita cambiata

Felicità espressa da tutti gli schieramenti politici

Del sindaco Antonio Azzollini la prima dichiarazione ufficiale cui hanno fatto seguito quelle de. Popolo della Libertà e del Partito Democratico.

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parole più eloquenti e più significative di un cuoco salito a bordo di una nave e fiero di averlo fatto per il bene della propria famiglia. Come non pensare a queste persone come a degli eroi, gente che ha conosciuto in questi quattro mesi di buio il reale valore della vita che a molti invece ancora sfug-ge, gente coraggiosa disposta a tornare a bordo di un rimorchiatore e magari di-sposta anche a tornare a solcare i mari so-mali soltanto per un tozzo di pane, gente di mare come del resto luna buona parte di molfettesi.

Francesco Tempesta

Anche la Chiesa è scesa in campoLa preghiera dei fedeli per chiedere la liberazione dei

due ostaggi.

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Numerose sono state le reazioni di fe-licità registrate nei momenti immedia-tamente successivi alla liberazione dei due ostaggi.“La notizia della liberazione degli ostaggi italiani tra cui i due marinai molfettesi, Ignazio Angione e Filome-no Troilo, è una gioia indicibile per l’intera comunità di Molfetta”. È quan-to ha dichiarato il senatore Antonio Az-zollini, commentando la notizia.“Ho seguito da molto vicino questa drammatica vicenda sin dall’inizio – ha proseguito il primo cittadino – e l’epilogo premia il delicato lavoro compiuto dalla Farnesina, oltre che lo straordinario coraggio civile dimostra-to dalle mogli e dai figli dei due mari-nai molfettesi durante questi lunghissi-mi mesi.” “Finalmente – si è letto in una nota dif-fusa dalla segretaria locale del Popolo

della Libertà – possiamo tirare un sospi-ro di sollievo ed esultare. In questi lun-ghi mesi abbiamo rispettato la richiesta di riservatezza più volte espressa dalle famiglie di Filomeno Troilo e Ignazio Angione. La situazione, estremamente instabile e delicata, imponeva silenzio e silenzio è stato, nonostante in tutta la città non si parlasse d’altro e dovunque si trepidasse per la sorte dei nostri due lavoratori del mare.”Il Partito Democratico di Molfetta ha salutato con sollievo il buon esito della vicenda, ringraziando tutti coloro che a livello nazionale e internazionale han-no collaborato, e unendosi alla gioia dei marinai liberati e delle loro famiglie. “La storia di Ignazio e Filomeno, il direttore di macchina e il cuoco della Buccaneer – ha dichiarato il portavoce del partito, Giovanni Abbattista – rin-salda il doppio legame che lega Molfet-

ta al mare, i suoi uomini al lavoro sulle barche da pesca, sulle navi passeggeri, sui cargo che solcano gli oceani in tutto il mondo. Troppe volte i nostri maritti-mi hanno pagato un alto tributo al loro lavoro, spesso soffrendo in silenzio. Forse anche per questo, adesso che la paura è finita, la soddisfazione di tutti è più grande.” “Nei mesi d’attesa – ha detto ancora Abbattista – non sono mancati mo-menti di tensione, e un grande plau-so va alle famiglie che con estrema discrezione e assoluta compostezza hanno vissuto questi difficili momen-ti. Nella speranza che l’opera di me-diazione del governo si sia svolta con fermezza e nel pieno rispetto della le-galità, c’è un piano umano in questa vicenda che non può essere ignorato. Ignazio e Filomeno restituiti all’ab-braccio delle loro famiglie.”

All’indomani del sequestro del Buc-caneer che avvenne quasi in conco-mitanza con le tristi notizie degli espropri che arrivavano dal Ve-nezuela, don Giuseppe de Candia, padre spirituale dell’Associazione Molfettesi nel Mondo e responsabi-le regionale della Migrantes, chiese alla stampa di abbassare i toni rifiu-tando anche di rilasciare dichiarazio-ni. La volontà era quella di attendere lo sviluppo degli eventi e di pregare per i concittadini in difficoltà. Così è stato come ha ribadito anche il vescovo Luigi Martella: “Oggi fe-steggiamo Ignazio e Filomeno per i quali tanto abbiamo pregato e il cui ritorno riempie di gioia i cuori di tut-ti i membri della nostra comunità”. Il vescovo, lo hanno dichiarato i fami-liari di Angione e Troilo, avrebbe an-che voluto organizzare delle veglie di preghiera ma sono state le stesse famiglie a chiedere di non farlo.

Mentre l’intera città vive ancora l’eu-foria per la liberazione di Ignazio An-gione e Filomeno Troilo, c’è un’altra famiglia molfettese che continua a chiedere che si faccia luce sulla tra-gica e misteriosa morte di un proprio caro. Lo scorso 11 aprile Vito de Can-dia, padre di due ragazze di 20 e 17 anni, cuoco imbarcato sulla motona-ve “Grand Galand’ di proprietà della Grimaldi di Napoli, dopo essere stato

soccorso a bordo dell’imbarcazione è deceduto nell'ospedale di Puerto del Rosario, nelle isole Canarie, dove era stato trasportato.La nave sulla quale l’uomo di trovava era di rientro dal nord Europa e si diri-geva in Africa. De Candia aveva avuto l’ultimo contatto con i familiari a Mol-fetta il 7 aprile, poi tre giorni dopo il ri-covero in ospedale e quindi il decesso. Il signor Francesco Scisciolo, cognato

di de Candia, ci ha scritto per chiedere, attraverso le nostre pagine, che il sin-daco di Molfetta possa interessarsi alla vicenda. “Mi chiedo – ha scritto Sci-sciolo – il maritimo Vito de Candia non era anche lui un rappresentante della nostra città nel mondo?”. La risposta è tanto dura quanto evidentemente reale: “A noi familiari pare proprio di no, vi-sto che nessun rappresentante del Co-mune di Molfetta si è scomodato per

chiedere qualcosa ai parenti. Purtroppo è abitudine che quando le cose vanno bene allora i signori poilitici sono in primo piano a farsi complimenti, quan-do invece le vicende come nel nostro caso non hanno un buon fine allora vanno a finire nel dimenticatoio”. La speranza è, evidentemente, che Fran-cesco Scisciolo si stia sbagliando. E che, soprattutto, qualcuno faccia luce su quanto accaduto.

Inchiesta18 giovedì 3 settembre 2009

Una tragedia dimenticataI parenti di Vito de Candia, marittimo morto mentre si trovava imbarcato, chiedono che venga fatta luce sulla

tragica fine del loro caro.

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1�In Cittàgiovedì 3 settembre 2009

“Emilio Salgari”: protagonista della svolta della marineria molfettese1382Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Quest’anno il “sorteggio” ha aggiu-dicato al motopeschereccio Emilio Salgari di Molfetta il ruolo di riserva nel portare la sacra immagine della Madonna dei Martiri. Il motopesca ha avuto l’onore di portarla per ben due volte: nel 1979 e nel 1989, con le “gemelle” Giovanna Francesca e l’Aviere Castriota, natanti già demo-liti. La notizia, resa nota alcuni giorni fa dai mass-media del territorio, ha portato a commentare: chi è Emilio Salgari? Si sa che è un romanziere che ha scritto “Sandokan”, ma il pe-schereccio con l'omonimo nome chi lo conosce? La sua storia sarà uguale a quella dei tanti, altri pescherecci. Ma non è proprio così…Siamo negli anni ’60, con il boom economico. La cultura cantieristica molfettese era basata sul profitto de-gli armatori. I pescherecci di nuova generazione dovevano essere robusti, con motori potenti e tanto spazio per

le celle frigorifere al fine di contenere più quantità di pescato. Non si teneva conto del benessere né di rendere con-fortevole la vita a bordo... Il personale doveva lavorare di più se voleva gua-dagnare. Si riposava a prua, sottocoper-ta, insieme alle reti, con vestiti talvolta bagnati, anche per molti giorni, dipen-deva da quando si riempivano le celle frigorifere. Si pranzava all’aperto, su un tavolo formato da cassette che poco prima avevano contenuto pesce e usan-do come sedie le stesse cassette bagna-te. Il mozzo doveva lavare i piatti al-l'aperto e fare attenzione quando c'era mare mosso. Quando arrivava l’onda se qualche stoviglia sfuggiva la sanzione per il mozzo era di rimanere sveglio per una cala facendo lavori extra. Il mozzo di macchina doveva – mentre gli altri andavano a riposare – ogni due o tre ore riempire con una pompa a mano il serbatoio del combustibile per il moto-re. Una vita non proprio confortevole!

La svolta. Luglio 1965: il mare era cal-mo, il sole bruciava la pelle. All’oriz-zonte un natante: non si capiva la sua forma – strana per quel periodo – se si trattava di panfilo o peschereccio… Si avvicinava alle altre barche navi-gando a tutta forza, come se danzasse sulle onde: aveva la cabina prolungata, pitturata con colori vivaci e un disegno sotto la prora a forma di baffi. I pesca-tori degli altri natanti erano stupiti: mai visto un motopesca del genere! Al tra-monto nel giro di dodici ore l’Emilio Salgari aveva fatto una calata di pesca in più e il suo pescato aveva superato di molto quello degli altri pescherecci. E non fu un episodio isolato… Era la prima barca con cabina “combinata”: l’equipaggio dell’Emilio poteva man-giare comodamente seduto a tavola. Il mozzo lavava le stoviglie usando il lavandino. I marinai riposavano in cuc-cette comode, pulite. Si poteva girare il timone di governo con un minimo sfor-

zo, poiché era idraulico, come un ser-vosterzo. Il motorista e il suo aiutante non dovevano più pompare la nafta a mano ogni due ore. Il comandante, con abiti asciutti, manovrava i motori direttamente dalla cabina di comando. Era la prima barca ad avere come pro-pulsore un motore potente da 195 CV Ansaldo turbo: attualmente questo mo-tore si trova presso l’IPSIAM di Mol-fetta ed è oggetto di studio. Ormai la “febbre” dell’Emilio Salgari era alta. I maestri d’ascia di Molfetta capirono che i modelli che costruivano ormai erano obsoleti, bisognava tener conto anche della sicurezza e del benessere del personale. È stato chiesto all'at-tuale armatore, professor Leonardo de Pinto, perché, fra tante barche, suo padre, il comandante Peppino, detto "il Lungo" per la sua alta statura, scelse di comprare l’Emilio Salgari. “Mio pa-dre come molti ne restò folgorato, se ne’innamorò, si appassionò tanto che con tanti sacrifici l’acquistò nel 1966. Il costo fu di 32 milioni e mezzo, prez-zo molto alto per quel periodo. Iniziò così la sua avventura di comandante e armatore. Persona intelligente, gene-rosa, curiosa, capace; dopo l’acquisto si trasferì a Taranto. Qui incominciò a scoprire nuovi mari pescosi, special-mente dei gamberi viola, una qualità pregiata, si spedivano ai ristoranti del nord”. Peppino era solito ospitare nella sua barca i marinai, a cui suggeriva che occorreva ormai dare una sterzata alla marineria molfettese. Oggi l’Emilio Salgari è la barca più “anziana” del-la flotta molfettese; ha 49 anni di età – la vita media di un peschereccio se ben curato si aggira intorno 30-35 anni di media – si è rifatta il look, sembra sempre giovane tra le sue concorren-ti. È diventata una delle tante. Questa è solo una parte della vita dell'Emilio Salgari, la sua storia continua anche se la flotta dei pescherecci molfettesi è in palese declino, ma questa è tutta un'altra storia che merita di essere rac-contata…

Pantaleo de Trizio

In Città20 giovedì 3 settembre 2009

Paura in via Preti: residenti sgomberatiSi staccano pietre dai muri esterni del palazzo e sono comparse alcune inquietanti fessure. Presto via ai

lavori di consolidamento.

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“Sono anni che viviamo in queste condi-zioni e che il comune fa finta di niente: ora basta, non si può andare avanti così.” È lo sfogo di uno dei residenti nello stabi-

le comunale di via Preti, edificio situato nel centro storico a pochi passi dal Duo-mo, che negli ultimi giorni ha messo in allarme tecnici e amministratori dopo la

caduta di alcuni calcinacci e l’apertu-ra di alcune inquietanti fessure lungo i muri di cinta.Tutto ha avuto inizio a ridosso di Ferra-gosto quando dallo stabile, realizzato nel 1700, si sono staccati alcuni frammenti di pietra che solo per puro caso non hanno colpito un passante. Dato l’allarme sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Molfetta, agenti del-la Polizia Municipale e tecnici comunali. Ad una prima occhiata tutto era sembrato regolare e, nonostante le proteste dei resi-denti, i tecnici avevano escluso possibili pericoli per cose e persone, disponendo comunque un primo sommario puntella-mento dello stabile in attesa di procedere ad effettuare lavori di ripristino.Poi qualche giorno dopo il nuovo allar-me e questa volta anche un ferito: un re-sidente colpito ad un braccio da un altro frammento di pietra e per questo finito in ospedale. Di qui il nuovo intervento dei tecnici e la decisione di impedire il tran-sito nella zona e di sgomberare le fami-glie residenti per evitare conseguenze più

gravi e per velocizzare le procedure di intervento per il consolidamento.Uno sgombero accettato non certo di buon grado dagli inquilini cui, in prima battuta, era stato offerto un locale comu-nale, in larga parte semi interrato, situato sempre nel centro storico. In poche pa-role, in pochi metri quadrati avrebbero dovuto vivere nuclei familiari diversi e soprattutto tanti bambini. Una soluzione impossibile da accettare tanto da indurre i protagonisti della vicenda a piazzare mobili e brandine davanti a palazzo Gio-vene: un segno di protesta che, fortuna-tamente, non è passato inosservato e che ha spinto il sindaco ad individuare altri appartamenti di proprietà comunale da concedere temporaneamente alle fami-glie allontanate da via Preti in attesa che vengano completati i lavori di ristruttu-razione del vecchio immobile che ospita quattro appartamenti del comune ed uno di un privato e che, una volta totalmen-te recuperato, tornerà ad accogliere le famiglie dei cittadini indigenti che ne avranno diritto.

21Speciale Sagragiovedì 3 settembre 2009

Con agosto ormai alle spalle, e si spera lo sia anche la tortura del caldo, la città di Molfetta si prepara alla grande festa patronale della Madonna dei Martiri, o meglio “la Fiera”, che quest’anno anti-cipa l’apertura dei festeggiamenti al 6 settembre, giorno in cui, precisamente alle ore 20, migliaia di lampadine sa-ranno accese e con loro lo spirito “fe-staiolo” di tutta la cittadinanza, o per lo meno di chi ancora aspetta la ricorrenza come una sorta di spartiacque dell’an-no che decreta la fine della vacanze e la ripresa di tutte le attività lavorative e scolastiche. Anche quest’anno il calendario si presenta ricco di appuntamenti sia della sfera prettamente liturgica, con la tradizionale processione e sagra in mare del simulacro della Madonna, martedì 8 settembre, sia di quella pa-ganeggiante e di carattere ludico, con le luminarie verso cui inevitabilmente si è portati a volgere lo sguardo fino a

ritrovasi col naso all’insù e la bocca aperta, con le bancarelle che sembra-no moltiplicarsi ogni anno invadendo Corso Dante ed il porto e le giostre, che a dispetto di ormai puntuali dice-rie mantengono la loro dislocazione presso la Secca dei Pali.Tra le novità, oltre all’anticipazione dell’inizio al giorno 6 settembre, coin-cidente con la domenica, si propone il concerto della Corale e Orchestra dell’Associazione Polifonica di Gio-vinazzo, diretta dal maestro Antonio Dangelico, gruppo concesso dalla Pro-vincia di Bari e che si esibirà in Corso Dante proprio in occasione dell’apertu-ra ufficiale delle celebrazioni in onore della compatrona molfettese. Accanto a questa ci saranno le esibizioni del Gran Complesso Bandistico “S. Cecilia” e “A. Inglese” di Molfetta, dello Storico Premiato Gran Concerto Bandistico di Conversano e del Premiato Gran Con-certo Bandistico “F. Ferraioli” di Lan-

ciano, senza tralasciare la tipica e fami-liare Premiata Bassa Musica di Molfet-ta, che percorreranno le strade portando lo “spirito della fiera” un po’ in tutti gli angoli della città. Altra particolarità, come ci conferma il responsabile delle relazioni esterne del Comitato Feste Patronali, maresciallo Salvatore Binetti, è proprio nella co-pertina del opuscolo del programma, in cui è riportata un’antica stele risalente al XVIII secolo e custodita nel Duomo di Molfetta, da cui si pensa si sia tratto spunto per realizzare il simulacro ma-riano attuale, con l’intento di tutelare la festa patronale non solo negli aspetti più tradizionali, ma anche in quelli le-gati al prezioso bagaglio di beni artistici che costituiscono le basi della festa così come si presenta oggi ai nostri occhi.Ma la fiera è fatta soprattutto dai mol-fettesi, non solo coloro che per quattro giorni si riversano nelle strade princi-pali, cuore della festa, coloro che af-

follano i locali del centro, che fanno le ore piccole alle giostre e aspettano con ansia la consueta gara di fuochi pirotec-nici, coloro che non possono perdere il rito dell’imbarco e sbarco della statua della Madonna; la fiera è fatta soprat-tutto da chi ripone le proprie energie in quella complessa macchina organiz-zativa. Dai problemi logistici legati al traffico, ai vari iter burocratici da se-guire, dalla raccolta delle offerte e dei finanziamenti, all’attinenza alle note episcopali, fino al rispetto delle regole igienico-sanitarie della fiera del bestia-me che rischia di non aver più luogo a causa dell’inadeguatezza degli spazi finora utilizzati e ormai destinati alla costruzione del nuovo porto. Di tutto questo ed altro ancora si occupa il Co-mitato Feste Patronali che come ogni anno riesce a confezionare un evento da donare alla cittadinanza intera.

Isabel Romano

Pochi giorni e sarà di nuovo FieraTutto è pronto per la grande festa. Quest’anno si parte il 6 settembre e si chiude cinque giorni dopo.

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L’ultimo sorteggio del “Gerardo I”Il motopesca degli armatori Lucrezia ed Elena Spadavecchia è oramai pronto per andare in disarmo.

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Condurre il simulacro della Madonna dei Martiri tra le onde del mare con-tinua ad essere uno dei momenti più suggestivi della festività, soprattutto per chi da quell’elemento naturale trae il proprio sostentamento, per chi vive per e con il mare. Quest’anno l’onore, tutto marinaresco, di poter prendere in consegna la statua e portarla tra quelle acque familiari è toccato al motope-schereccio “Gerardo I”, degli armatoti Spadavecchia Lucrezia ed Elena, af-fiancato da altri due motopescherec-ci: “Emanuele Padre” degli armatori Germinario Mauro, Gadaleta Cosimo e Gadaleta Nicola, “Giubileo” degli armatori Brattoli Giovanni e Cappel-luti Modesto. L’assegnazione di questo “privilegio”

avviene attraverso quello che ormai è diventato “il rito del sorteggio” presso la sede dell'Associazione Armatori di Pesca in via S. Domenico, il momento in cui si attende col fiato sospeso quel fatidico numero. Ad ogni pescherec-cio molfettese, come ci spiega il mare-sciallo Salvatore Binetti, è assegnato preventivamente un numero progres-sivo, ad eccezione del numero 8 che da sempre è considerato il numero della Madonna, proprio il numero del giorno che la vede protagonista in cit-tà. I numeri estratti prima dell’8 sono eliminati; si attende quindi l’usci-ta del numero 8 e finalmente quella del numero successivo: sarà proprio quello il numero fortunato, il numero che secondo una credenza popolareg-

giante è stata la stessa Santa Patrona a chiamare, a portare con sé dopo la sua uscita. Successivamente spetta al-l’armatore sorteggiato accettare tale compito e scegliere la proprie “dami-gelle”, le barche che lo affiancheran-no e che possono variare da una a due, a seconda della grandezza strutturale della barca sorteggiata. L’estrazione di quest’anno arriva quasi inaspettata ma ben gradita per il “Gerardo I”: è questo infatti l’ultimo anno di attività di pesca per il motopeschereccio pri-ma del suo “pensionamento”. Fortui-ta coincidenza, o piccolo intervento divino? Sta di fatto che l’armatore ha accolto l’avvenimento come segno di buon auspicio. Oltre alla contentezza, all’orgoglio

di essere i “prescelti”, ci sono altri aspetti da tenere in considerazione, come ci illustra il professor Leonardo de Pinto, vice presidente del Comita-to Feste Patronali; i motopescherecci in questione dovranno far fronte a va-rie spese per l’evento, ma soprattutto perderanno il guadagno di tre giorni lavorativi, e ciò non di rado ha por-tato imbarcazioni sorteggiate a rinun-ciare all’ambito compito. Nonostante tutto anche quest’anno, per le ventitre imbarcazioni parteci-panti al sorteggio, la fede marinare-sca verso la Madonna dei Martiri è andata oltre qualsiasi crisi e ristret-tezza economica.

Isabel Romano

Speciale Sagra22 giovedì 3 settembre 2009

A cura del professor Cosmo Tridente

L’8 settembre è una data scolpita nel cuo-re di ogni molfettese. È la festa della Ma-donna dei Martiri, proclamata Compa-trona della città di Molfetta dal cardinale Federico Tedeschini il 1° luglio 1951. Gli storici locali attestano l’autenticità di questa festa facendo risalire le sue origini al secolo XII. Sin d’allora ai molfettesi in festa si aggiungevano numerosissimi pel-legrini giunti dai paesi vicini per venerare la sacra icona della Vergine e i mercanti esponevano le loro mercanzie lungo il li-torale e la muraglia della città vecchia. Fino alla metà dell’Ottocento, veniva portato in processione dal Santuario alla Cattedrale il quadro, ritenuto miracoloso, raffigurante il busto della Vergine Maria che stringe al petto Gesù Bambino, sul fondale di un manto retto da due ange-li. Da quando poi, a soddisfacimento di un voto, venne donata al Santuario una statua in legno della Madonna, si preferì recare quest’ultima in processione. Per-tanto, a partire dal 1846, alla cosiddetta “fiera” si aggiunse la sagra folcloristica con i suoi momenti più suggestivi: l’usci-ta del simulacro della Vergine, l’imbarco su due barche sorteggiate annualmente, la processione dal porto alla Cattedrale e il suo rientro in Basilica, tra canti, inni

e preghiere che il popolo di Molfetta in-nalza a dimostrazione dell’intima fede e devozione alla Madre di Dio. La proces-sione a mare non ebbe luogo nel 1940, date le tristi circostanze dovute alla guer-ra in atto. Infatti, quell’anno, il calendario della sagra settembrina dovette subire una variante, come da programma ripor-tato su “Luce e Vita” n. 27 del 31 agosto 1940, di cui riporto il testo: Al mattino saranno celebrate numerose SS. Messe al Santuario e alle ore 8 terrà basso pon-tificale S.E. Mons. Achille Salvucci. Nel

pomeriggio di detto giorno sarà portato in processione per terra il simulacro del-la Vergine Santa dal Santuario alla Cat-tedrale. A S. Domenico, S.E. Mons. Ve-scovo, col Capitolo Cattedrale attenderà l’arrivo della Vergine. Per otto giorni la Vergine S.S. rimarrà in Cattedrale dove ogni sera, alle ore 19, sarà celebrata una funzione con la recita del S. Rosario, il canto delle Litanie a cui seguirà una preghiera per la Patria, per i soldati e la vittoria delle nostre armi. Tutto il popolo è invitato ad accorrere numeroso per pre-gare in questi decisivi momenti la Vergine Santissima dei Martiri. Il giorno ottavo e cioè il 15 settembre, nel pomeriggio, in processione sarà riportata la statua della Vergine nel suo Santuario.Negli anni ’50 del secolo scorso appena giunta la Madonna in Cattedrale dopo lo sbarco, il vescovo pro-tempore usava cantare la Salve Regina e dopo avere re-citato l’Oremus della Santissima Vergine, rientrava in episcopio. Subito dopo aveva inizio la processione accompagnata dal Capitolo Cattedrale percorrendo via S. Pietro, via Chiesa Vecchia e giunta al-l’arco della terra il Capitolo rientrava in Cattedrale, mentre la processione conti-nuava il suo percorso per le principali vie cittadine fino al suo rientro in Cattedra-le a notte inoltrata. Nel pomeriggio del giorno seguente la Madonna rientrava processionalmente al Santuario. Il Capi-tolo accompagnava il simulacro fino al largo S. Angelo. Qui il clero si ritirava e il corteo processionale proseguiva con la partecipazione dei Frati Minori e di una innumerevole moltitudine di persone, se-condo questo percorso: via Vittorio Ema-nuele (davanti all’abitazione di Mauro Oronzo Valente), via Sergio Pansini, via Madonna dei Martiri e via Bisceglie fino all’altezza del tempietto votivo fatto co-struire nel 1840 da Pantaleo Poli per gra-zia ricevuta. A quell’epoca la strada lito-ranea per recarsi al Santuario era un sen-tiero sassoso, pressoché impraticabile.Quella del rientro era una processione davvero commovente: di tanto in tanto si udivano grida strazianti, invocazioni pietose, appelli di ammalati confinati nel

letto e imploranti aiuti, grazie e salute; gemiti di donne che raccomandavano i loro cari vicini e lontani alla protezione della Madonna; madri con in braccio i loro pargoletti in atteggiamento di vo-lerli offrire alla Madonna; mani protese verso la statua in atto di dare e ricevere baci dalla stessa Madonna; qualche bre-vissima sosta per gli immancabili fuochi pirotecnici e per prendere dai devoti ori,

offerte in denaro e giù giù via di seguito sempre così fino alle ultime abitazioni. Tutta la folla immensa di fedeli si strin-geva compatta attorno alla Vergine e con solidale impeto di fede recitava il S. Ro-sario fino all’arrivo della statua alla porta d’ingresso del Santuario. La permanenza di un solo giorno in Cattedrale suscitò un certo malcontento nel popolo molfettese, specie nelle persone anziane che, non po-tendo tanto camminare, l’unica possibili-tà di vedere la Santa Vergine era la sosta di una settimana in Cattedrale. Per cui, a partire dagli anni ’60, previo accordo del Comitato Feste Patronali con la Curia Ve-scovile, si decise di tenere in Cattedrale la statua della Madonna fino alla domenica successiva all’8 settembre. Una ecce-zione fu fatta nel 1973 allorquando, per episodi di colera, la processione a mare si tenne il 22 settembre di quell’anno e il 23 settembre il simulacro fece ritorno al Santuario.Nonostante le mutazioni dei tempi e del-le consuetudini, l’attaccamento del po-polo molfettese alla festa della Madonna dei Martiri – sia per la sagra a mare, sia per la ricorrenza della fiera – continua ad essere profondo ed intenso e all’amo-re per la tradizione si mescola un genui-no senso religioso.

La Sagra di Settembre: un po’ di storia1386Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

2�Cultura & Spettacoligiovedì 3 settembre 2009

L’arte e gli artisti molfettesi non fi-niscono mai di stupire i fortunati che possono ammirare opere che nulla hanno da invidiare a quelle ben più famose di numerosi artisti internazio-nali. Sono tanti coloro che producono per il piacere “del bello” donando alla loro città momenti di assoluto valore culturale. Dal 29 agosto scorso, nel-l’ambito della manifestazione “Arte

e Solidarietà” in programma negli spazi espositivi del Molfetta Outlet Fashion District, ad esporre è l’artista molfettese Raffaele Cappelluti che, con le sue opere, torna ancora una volta “in vetrina”.

Le vetrine espongono, le vetrine mo-strano, le vetrine svelano e offrono, le vetrine sono gli spazi dove, sotto il chiarore insistente e abbagliante dei riflettori, gli oggetti allocati prendo-no luce, stimolano sogni e provoca-no desideri fuggevoli o incantesimi effimeri. La vetrina è il punto in cui frequentemente il reale e il fantastico abbandonano la propria connotazione,

congiungendosi, sovrapponendosi, an-nullandosi, fino a divenire attrazione. Esistono anche delle vetrine dove al posto dell’invadenza e della pubblici-tà, si espongono storie. Come le libre-rie o le gallerie d’arte.

E così, oltre che al Fashion, in que-sti giorni nella vetrina dell’agenzia Einaudi di Mauro Altomare, come al solito immerso se non affogato nelle nuvolette di fumo delle sue sigarette, nascosto e risucchiato tra gli alti e af-follati scaffali di libri d’arte straordi-nari, di altri mille libri sui quali saltel-la la quasi esile silhouette dello struz-zo, vengono esposti alcuni quadretti di Raffaele Cappelluti. Sono piccole nature morte appoggiate su delle tavo-le di legno recuperate dagli abbandoni sul porto, ancora intrise di acqua di mare e macchiate di lubrificante e su cui i graffi e gli sfregi del tempo hanno lasciato vistose e laceranti ferite che non rimargineranno mai più. Quelle tavolette sono diventate il supporto ideale di una pittura minuta e intima, evocata attraverso il sentiero della me-moria e della poesia. Le piccole natu-re morte di Cappelluti hanno il gusto dell’aneddoto, escludono dalla loro illustrazione qualunque forma di rife-rimento alla letteratura dell’angoscia e dell’ansia, a qualunque intromis-sione di mitologie e di miti rumorosi e sgargianti. In esse vengono allocati oggetti umili e senza valore, il cui ac-costamento molto spesso occasionale e inverosimile, pone la pittura di Cap-pelluti ad un passo dall’astrattismo e in un tempo indefinito. Un tempo sen-za misura e soprattutto senza l’ansia di emulare il reale poiché, come scrive lo storico d’arte Christian Deydier: “l’arte deve essere capace di sfidare il tempo. L’arte contemporanea invece è fatta di opere biodegradabili, destinate a scomparire, a non esserci, anche per i materiali con cui sono fatte. È un’arte legata alla moda e alla televisione”.Le nature morte di Cappelluti rappre-sentano oggetti dalle linee sempli-ci, apparentemente inanimati e resi opachi dall’impercettibile strato di polvere che vi si deposita sopra du-rante l’abbandono. Lo sguardo che vi si poggia indugia su quella parte di mondo che preferisce scoprire le pro-

spettive più remote, senza farsi mai prendere dalla tentazione di smuovere l’ordine e la grazia di quell’angolo che si è salvato dalle sollecitudini e dalle frequenze moderne. È una pittura che si fa prendere dall’incanto leggero e fantasioso, assaporando il gusto del ricordo. Che fa stringere il cuore dalla tristezza di quegli oggetti di pessimo gusto di “gozzoniana” memoria. È una

pittura di interno, da camera, dai toni pacati, rarefatti e lenti, che non vuole apparire in nessun modo luccicante e invadente, che non vuole declamare, ma che ama le brevi declinazioni dei sentimenti quotidiani.In occasione della mostra in svizzera, il gallerista Luc Doret ha scritto a Raf-faele Cappelluti che “…vos peintures sont touchants”, commoventi, toccan-ti. Questo è il contenuto della pittura di Raffaele Cappelluti. Questa è la sua pittura. Metodica. Senza soprassalti o tumulti. Senza simboli, eroi o kil-ler. Una pittura iniziata nell’infanzia, copiando i quadri di Morandi o di De Pisis pubblicati nell’ultima pagina di Famiglia Cristiana o le immaginette stampate sulle scatole di latta profu-mate di spezie e di aromi lontani. Co-piando le copertine sbiancate dei libri della Bur o le conchiglie avvolte da mille incrostazioni che rassomiglia-no alle mille storie che sbadatamente dimentichiamo ogni giorno ma che la nostra memoria trattiene silenziosa-mente nel cuore.

La sorprendente arte di Raffaele CappellutiMiniature che raccontano emozioni e quotidianità realizzate su materiale rubato al tempo.

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Cultura & Spettacoli24 giovedì 3 settembre 2009

Tra concerti e teatro una stagione estiva da ricordare Soddisfatto dei risultati raggiunti il presidente della Fondazione Valente, Pietro Centrone.

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Si è conclusa anche quest’anno la sta-gione estiva molfettese tutta dedicata al lieto intrattenimento. “Ricca di risul-tati positivi e grandi soddisfazioni ma anche molto impegnativa”, afferma il dirigente dell’amministrazione provin-ciale nonché presidente della Fondazio-ne Valente, Pietro Centrone. “Abbiamo organizzato molti concerti di musica classica, di sinfonica, produzioni musi-cali e concerti con artisti di livello na-zionale con grande successo ed enormi

consensi”. A regalare importanti risul-tati è stato uno dei più recenti appunta-menti, stiamo parlando del concerto dei Pooh, che si sono esibiti lo scorso 18 agosto presso la banchina San Dome-nico in occasione del loro ultimo tour dal titolo “Ancora una notte insieme”. “Potremmo definirlo un doppio avve-nimento questo che abbiamo realizzato – ci spiega Centrone – in quanto non soltanto insieme abbiamo festeggiato i cinquant’anni di attività musicale del

gruppo, ma anche perché è stato speri-mentato su un sito inedito e il fatto di aver registrato cinquemila presenze da stimolo per proseguire in concerti che abbiano il massimo dell’utenza possi-bile. Molfetta ha sempre il problema dei siti idonei ai grossi nomi per cui la possibilità di offrire il concerto solo a mille persone è un limite non soltan-to per noi organizzatori e promotori ma anche per gli stessi artisti abituati a diverse migliaia di spettatori e che dunque non accettano facilmente una piazza nella quale il contenitore è limi-tato. Nonostante ciò tutti gli eventi e le manifestazioni organizzati hanno avuto il massimo del gradimento del pubblico e della congruità in termini numerici di affluenza e di adesione. Abbiamo fatto un riding con l’esemplare attore Gian-carlo Giannini, una co-produzione con il cantante Ron e l’orchestra sinfonica della Provincia, tre spettacoli interes-santi e gratuiti nell’auditorium di San Domenico e al cinema Odeon e di que-sto possiamo ritenerci più che soddi-sfatti; se pensiamo poi che l’ultimo ap-

puntamento con Antonello Venditti, in programma il 19 settembre prossimo, evento nazionale a favore della Lega Italiana per la Lotta contro i tumori e che gode del Patrocinio del Presidente della Repubblica, della Regione Puglia, della Provincia di Bari e del comune di Molfetta, ha registrato il tutto esaurito già da un mese, non si può che esse-re orgogliosi e felici. Tenteremo, ed in corso ci sono delle trattative, di far sì che questo evento possa essere fruito da tutta la città e da tutto il territorio spostandolo sulla banchina San Dome-nico”. Sicuramente è prematuro poter delineare un programma 2010. Nor-malmente verso la fine di ogni anno già si stilano le linee di intervento e si formulano progetti che poi si vanno a realizzare con i cast e i manager ma sappiamo che già nel mese di dicem-bre potremo assistere ad un concerto di classe sulle note del pianista cinese Lang Lang. L’inizio di una nuova me-ravigliosa stagione artistica?

Marilena Farinola

2�Sportgiovedì 3 settembre 2009

Manca davvero poco al via dei vari campionati che vedranno protagoniste le tante società molfettesi attrezzatesi per raggiungere obiettivi certamente prestigiosi. La lotta per la promozione o per garantirsi una salvezza tranquilla coinvolgerà dirigenti, tecnici ed atleti e farà compagnia a tifosi e appassionati sino a maggio del 2010. Certamente sarà tra le squadre protago-niste del campionato nazionale di A1 l’Hockey Club del presidente Massimo de Palma affidato, per il terzo anno con-secutivo, all’argentino Josè Vianna. I pattinatori biancorossi si presenteranno con una formazione in larga parte rin-novata e che potrà contare oltre che sui molfettesi veraci anche su atleti della vicina Giovinazzo e della lontanissima Argentina. L’avversario più difficile da superare, però, sarà senza ombra di dubbio il nuovo regolamento che mette-rà a dura prova le capacità degli atleti e, soprattutto, degli arbitri.Nel mondo del basket, campionato di A Dilettanti, la Virtus prova ancora a ri-

prendersi dallo shock legato alle notizie sulle condizioni di salute di Lollo Di Marcantonio e che ha sconvolto l’am-biente. In attesa di rivedere in campo il ragazzone romano, i suoi compagni di squadra lavorano con intensità per pre-pararsi alle sfide di Coppa Italia e poi, il 26 settembre al via del nuovo cam-pionato con la difficile trasferta in quel di Matera, contro la stessa squadra con cui si era chiusa la passata stagione. Per l’esordio davanti al pubblico amico bi-sognerà attendere il 4 ottobre quando al

PalaPoli arriverà il Perugia.Terza serie nazionale anche per la pal-lavolo che avrà il battesimo del fuoco il 19 settembre quando per la prima gior-nata di campionato ad esibirsi al di là della rete ci saranno i coriacei avversari dell’Alberobello. Prima casalinga anche per l’Azzurra nella B2 femminile con il primo ostacolo targato Battipagliese.Nel mondo del calcio i primi passi della stagione li sta muovendo il neo promos-so Real Molfetta che si prepara ad af-frontare il campionato nazionale di se-

rie B con la prima sfida in programma a Molfetta contro il Loreto il 3 ottobre. Nel frattempo la prima squadra e le for-mazioni Under 18 e Under 21 saranno ufficialmente presentate a stampa e ti-fosi il 14 settembre a partire dalle 21 presso il Roof Garden della sala ricevi-menti Nettuno.In chiusura spazio al Liberty del presi-dente Nicola Canonico: uno scossone è arrivato dopo il ritiro in Toscana. Via senza troppe spiegazioni mister Riccar-do Di Giovanni e panchina affidata al-l’altro molfettese Vincenzo del Rosso, proveniente dalle brillanti esperienze in serie D con Noicattaro e Grottaglie. Mercato in entrata e in uscita anco-ra aperto e squadra attesa dalla prima uscita ufficiale il 6 settembre quando al Paolo Poli arriverà il Lucera per la prima giornata di campionato. Poi il 10 settembre subito derby contro il Bisce-glie per la Coppa Italia, quindi il 13 tra-sferta a Massafra e il 17 (giovedì) an-cora campionato con il derby casalingo contro il Trani.

Tutti pronti per divertirsiDalla prossima settimana si fa sul serio. Comincia il calcio poi, via via, partiranno tutti gli altri campionati.

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Golfisti vincentiPrimo posto per la coppia Claudio-Ayroldi a Savelletri

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Ancora un prestigioso successo per la Molfetta Golf Association, l’associa-zione nata qualche tempo fa in città che raggruppa diversi appassionati di uno sport, il golf appunto, che sempre più sta prendendo piede tra gli appassionati italiani. Nello scorso week end del 29 e 30 agosto i portacolori molfettesi hanno preso parte alla tappa pugliese del di-ciottesimo Trofeo Lacoste svoltosi sul campo a diciotto buche del prestigioso percorso del San Domenico Golf di Sa-velletri. La partecipazione delle cinque coppie molfettesi è stata resa possibile grazie al fattivo interessamento di Livio Masciopinto, esclusivista del marchio

Lacoste a Molfetta. Dopo due giorni di gara, il gradino più alto del torneo di Seconda Categoria è stato conquistato

dalla coppia molfettese composta da Bruno Claudio e Martino Ayroldi che hanno sbaragliato la concorrenza di

altre 51 coppie e conquistato il diritto a partecipare alla finale nazionale in programma il 26 settembre presso le Terme di Saturnia. Tra le cinque coppie targate MGA una sola quella “mista” e composta da Dorina Ruggieri ed Ennio Centrone, quest’ultimo direttore spor-tivo dell’associazione. “Siamo felici del successo raggiunto – ha dichiarato proprio Centrone – è il segnale che stia-mo crescendo e ci stiamo migliorando. Sono convinto che riusciremo a centra-re in futuro altri prestigiosi obiettivi”. Magari cominciando dal Torneo Aci in programma il 6 settembre sul Percorso Acaja di Lecce. In bocca al lupo!

Grande e prestigiosissimo risultato dell’associazione “Nautilus Voga-tori” alla XV regata dei Gonfaloni della città di Pescara. La compe-tizione si è svolta nei giorni 8 e 9 agosto e ha visto la partecipazione di 14 equipaggi provenienti da tutta Italia. La prima giornata aveva già visto il Nautilus nelle posizioni di vertice grazie al tempo di 11’20”28 che gli è valso il secondo tempo in classifica. Purtroppo, però, durante le gare della seconda giornata, i vo-gatori molfettesi non hanno saputo replicare, complice l’imbarcazione pesante assegnatali dal sorteggio, chiudendo così con il decimo tempo di 11’40”31. Un tempo che certa-mente sta stretto ai ragazzi del Nau-tilus, abituati a prestazioni eccellenti e forse condizionati anche da un mix di emozione e nervosismo. A causa del decimo tempo la squadra è sci-volata al quarto posto in classifica,

il che le è valso l’esclusione dalla finalissima per il primo posto e l’in-gresso nella finalina per il terzo po-sto. Terza posizione che purtroppo è

sfuggita grazie sia alla bravura della squadra di Brindisi che all’ennesimo sorteggio sfortunato che ha assegna-to ai vogatori molfettesi nuovamente

la barca pesante. Alla competizione pescarese hanno partecipato anche altre squadre provenienti da Molfet-ta quali l’associazione sportiva “Vo-gatori Molfetta”, “la Bilancella Mol-fetta” e la “Lega Navale Molfetta”. Questi equipaggiamenti hanno un po’ deluso le aspettative classifican-dosi rispettivamente all’ottavo, nono e dodicesimo posto. L’associazione “Nautilus Vogatori” è nata nel 2007 grazie all’iniziativa di alcuni ex vo-gatori, allo scopo di rendere com-petitiva la città di Molfetta a livello nazionale. Si tratta di Damiano del Vescovo, attuale presidente, Luigi del Vescovo, attuale amministratore, e del mar. Salvatore Damato, attuale segretario. Una squadra che non si pone limiti e decisa a puntare sempre più in alto. Di sicuro i risultati finora non le danno affatto torto.

Francesco Tempesta

Archiviati da poco gli straordinari suc-cessi tecnico-spettacolari riportati con le organizzazioni del “Campionato Ita-liano di Società su Pista Allievi/Allieve” svoltisi sugli impianti dello stadio comu-nale Paolo Poli, i solerti dirigenti della benemerita società molfettese Olimpia Club sono già fortemente impegnati nel consueto e appassionante appuntamen-to annuale con la grande marcia giunto felicemente alla ventitreesima edizione. Infatti, come sempre, sarà il collaudatis-simo circuito cittadino del borgo antico e del lungomare Colonna che, con il suo fascino e le sue tradizioni, ospiterà il classico evento su strada, la cui edizio-ne di quest’anno è riservata alla “Terza Prova del Grand Prix Nazionale di Mar-

cia maschile e femminile km 10” per le categorie Seniores/Promesse/Juniores/Allievi. Come si evince, continua e si rinnova, con sempre maggiore coin-volgimento, l’antico feeling tra la città di Molfetta e la marcia azzurra legate, da ben 23 edizioni, da un filo invisibile che di anno in anno ripropone sulle stra-de della nostra città il suo momento di spettacolo dall’elevato contenuto tecni-co. Naturalmente, anche in occasione di questo prestigioso appuntamento, non mancherà lo spettacolo di sempre, gra-zie alla partecipazione dei migliori spe-cialisti della marcia italiana e mondiale che, beneficiati dal fascino della nottur-na e motivati dai tantissimi sportivi ed appassionati, si contenderanno la vitto-

ria finale per aggiudicarsi il “Ventitree-simo Memorial Gino Del Re – Diciaset-tesimo Trofeo Gianni Carnicella”. Sarà certamente un importante test di verifica per gli atleti azzurri reduci dai Campionati Mondiali in programma a Berlino a metà agosto che avranno modo di confrontarsi con i tanti giovani emergenti della marcia italiana. A com-pletare il complesso programma tecni-co della manifestazione, si svolgerà la “Settima Prova del 13° Trofeo Puglia di Marcia” che la FIDAL Regionale ha affidato all’Olimpia Club e che vedrà sul circuito del borgo antico alternarsi le categorie Esordienti maschili e fem-minili (per 1 giro del percorso), Ragaz-zi e Ragazze (2 giri), Cadette (3 giri) e

Cadetti (4 giri), di cui certamente non mancheranno di mettersi in evidenza le future promesse della marcia pugliese.L’appuntamento, quindi, per i tanti sportivi ed appassionati anche delle al-tre regioni, è per sabato 5 settembre con inizio gare alle 18 per le categorie gio-vanili e alle 19 per la 10 km Sen/Prom/Jun/All. maschile e femminile (10 giri del percorso). Il tradizionale circuito cittadino di 1 km si snoderà da corso Dante Alighieri (partenza altezza Cat-tedrale) con direzione piazza Garibaldi, via Mazzini, lungomare Colonna (giro di boa altezza via G.B. Verni) ritorno lungomare Colonna, via Nicolò Alta-mura, corso Dante (giro di boa) arrivo (altezza Cattedrale).

Sport giovedì 3 settembre 20092�

Torna l’appuntamento con la grande marciaIl 5 settembre la gara organizzata dall’Olimpia Club Molfetta.

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Buoni risultati per la Vogatori MolfettaLa squadra nata nel 2007 ha ben figurato alla XV regata dei Gonfaloni organizzata a Pescara.

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Non solo Ubuntu e Linux a volontà

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Una delle riviste più interessanti per tenersi aggiornati sul mondo Linux e Open source è Linux Magazine e proprio da questa estrapoliamo la “top ten” delle distribuzioni di Linux aggiornata. Abbiamo visto in passato che Linux durante la sua vita ha visto nascere decine di progetti paralleli che hanno dato vita a distribuzioni autonome e con proprie caratteristiche e funzionalità. Potete provarle tutte senza alcun problema e scegliendo quella che vi piace di più sia come filosofia di progettazione che gradi-mento estetico. Sono tutte belle e stabili. Per facilità d’uso ho ritenuto Ubuntu la base su cui organizzare le lezioni ma anche le altre non sono da escludere. Mandatemi le vostre impressioni: [email protected]. Le descrizioni delle singole distribuzioni di Linux sono estrapolate dalla meravigliosa e sempre open source (CC) it.wikipedia.org

Classifica di Linux Magazine (www.linux-magazine.it)1) Ubuntu (www.ubuntu.com)2) Fedora (www.fedoraproject.org)3) openSUSE (www.opensuse.org)4) Linux Mint (linuxmint.com)5) Mandriva (www.mandriva.com)6) Debian (www.debian.org)7) Sabayon (www.sabayonlinux.org)8) Puppy (www.puppylinux.com)9) FreeBSD (www.freebsd.org10) Kubuntu www.kubuntu.org

Al primo posto troviamo la nostra amata Ubuntu (www.ubuntu.org) che non ha bisogno ormai di presentazioni.

Seconda: Fedora è una distribuzione GNU/Linux curata dal Progetto Fedora, un progetto Open Source sponsorizzato (ma non direttamente supportato) da Red Hat e supportato dalla community. L’obiettivo è quel-lo di lavorare con la community di GNU/Linux per creare un sistema operativo completo, utilizzando esclusivamente software liberi e forum pubblici con processi aperti. Questo porta ad un continuo aggiornamento delle distribuzioni, aggiornamento che è diventato molto semplice, anche da una distribuzione all’altra. Fedora è indicata per qualsiasi utilizzo poiché contiene tutti gli strumenti per lavorare in ambiente server senza tralasciare una serie di tool grafici per la configurazione, utili per gli utenti alla ricerca di un desktop user-friendly. Basata sulla ricerca del massimo grado di aggiornamento è rilasciata su base fissa semestrale con le versioni più recenti di ogni pacchetto, compreso il kernel. La storia di Fedora è strettamente connessa a quella di Red Hat, la società fondata da Bob Young e Marc Ewing.

Terza: OpenSUSE è un sistema operativo Linux sviluppato dalla comu-nità OpenSUSE e sponsorizzato da Novell. Se-condo il sito del progetto gli obiettivi di Open-SUSE sono: rendere SUSE Linux la distribuzio-ne più semplice per chiunque e la piattaforma open source più largamente utilizzata; fornire un ambiente per la collaborazione open source che renda SUSE Linux la migliore distribuzio-

ne Linux nel mondo sia per i nuovi utenti che per quelli più esperti; semplificare sensibilmente e aprire lo sviluppo e i processi di pacchet-tizzazione per rendere SUSE Linux la piattaforma di scelta per hackers Linux e sviluppatori di applicazioni. Dopo l’acquisizione di SUSE Linux nel gennaio 2004 Novell decise di rilasciare la distribuzione come pro-

dotto open source, coinvolgendo la comunità nel processo di sviluppo. La versione di 10.0 di SUSE, rilasciata il 6 ottobre 2005, è stata la prima ad usufruire del contributo del progetto OpenSUSE. L'ultima versione, OpenSUSE 11.1, è stata rilasciata il 18 dicembre 2008.

Quarta: Linux Mint è una distribuzione GNU/Linux per personal computer. Si basa su Ubun-tu e usa sia repository propri, sia quelli di Ubuntu. Mentre il nucleo di Linux Mint è ba-sato su Ubuntu, il design, alcune applicazioni e in generale l’interfaccia utente, sono svilup-pate direttamente dal team di Linux Mint: le differenze includono dei temi, codec multime-diali, un menù personalizzato ispirato a quello

di Windows Vista, una collezione di strumenti di sistema progettati per semplificare l’utilizzo del sistema agli utenti. Quinta: Mandriva S.A. è una software house francese, creatrice di Man-driva Linux. Mandriva fu creata col nome di MandrakeSoft nel 1998. Attualmente ha uffici in USA, Brasile (Curitiba), Polonia (Poznan) e Francia (Parigi). Mandriva è tra i soci fondatori del Desktop Linux Consortium. Attualmente ha circa 130 dipendenti. Gli utenti di Mandriva Linux sono stimati in circa 6-8 milioni. La decisione di cam-biare il nome dell’azienda è stata presa a seguito della causa intentata nel 2004 dalla Hearst Corporation che vantava diritti sul marchio registrato “Mandrake”, legato all’omonimo personaggio dei fumetti, Mandrake il mago. La MandrakeSoft perse la causa. Nel 2005 MandrakeSoft acquisì Conectiva e Lycoris. Il nome Mandriva deriva appunto dalla fusione dei nomi Mandrake e Conectiva. Lo staff è composto da Jacques Le Mar-ois, chairman, co-founder; François Bancilhon, chief executive officer; Paul Guillet, sales; Thierry Bossut, administration & finance; Frédéric Lepied, chief technical officer; Régis Wira, QA & support. Gaël Duval, co-fondatore di MandrakeSoft insieme a Jacques Le Marois, è stato re-sponsabile della comunicazione nel team del management di Mandriva finché non è stato licenziato dalla compagnia nel marzo 2006.

Continua sul prossimo numero

Giulio Cosentino

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ne non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.

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La Promuovi Italia S.r.l. rappresen-ta una delle società di proprietà del-l’Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT) e svolge attività d’agenzia d’assistenza tecnica alle dipenden-ze del Dipartimento per lo Svilup-po e la Competitività del Turismo della Presidenza Consiglio dei Mi-nistri, a supporto degli interventi di settore. Tale società svolge, inoltre, anche compiti di assistenza tecnica specialistica per conto del Ministe-ro dello Sviluppo Economico. La Promuovi Italia s.r.l., nell’ambito del progetto “Lest Quattro”, offre, proprio in questo periodo, oppor-

tunità di tirocinio d’orientamento e formazione, in base alla Legge 196/97, che prevede la mobilità geografica per soggetti disoccupati e/o svantaggiati residenti nelle Re-gioni Convergenza rappresentate da Puglia, Calabria, Campania, Sicilia. I tirocini in mobilità avranno una durata massima di cinque mesi e si svolgeranno presso imprese e strut-ture turistiche situate nelle regioni italiane del centro Nord.I percorsi formativi hanno il preciso intento di realizzare trasferimenti di competenze per mezzo d’esperienze acquisite direttamente sul campo di lavoro (on the job), successivamen-te spendibili nei territori d’origine dei partecipanti e presso il sistema delle Imprese operanti nelle regioni Convergenza. Proprio in queste set-timane la Promuovi Italia S.r.l. apre i termini alle candidature per parte-cipare ai prossimi tirocini formativi. I profili professionali richiesti sono quelli di addetti alla reception e front office per cui si richiede la laurea in lingue e/o esperienza professionale, buona conoscenza di due lingue stra-

niere; addetti al marketing turistico e territoriale in possesso di laurea atti-nente e/o corsi specifici, conoscenza della lingua inglese; addetti all'am-ministrazione e contabilità (laurea pertinente e/o corsi specifici), cono-scenza della lingua inglese; addetti al wellness (benessere) si richiede diploma di laurea e/o corsi specifici e abilitanti; programmatore turisti-co con diploma di laurea e/o corsi specifici, conoscenza lingua inglese; settore delle risorse umane con lau-rea e/o corsi specifici e conoscenza della lingua inglese. Numerosi i vantaggi introdotti per la partecipazione dei tirocinanti. Si prevedono, infatti, borse di studio e facilitazioni del tipo: indennità di prima sistemazione di 350 euro “una tantum” fornita all’avvio del tiroci-nio; borsa lavoro di 530 euro al mese commisurata ai giorni d’effettiva permanenza in mobilità; indennità sostitutiva di mensa del valore di 10 euro commisurata ai giorni d’effetti-va permanenza in mobilità; alloggio; viaggio d’andata e ritorno per inizio e fine tirocinio più un rientro mensi-

le in residenza durante il tirocinio; rimborso dei costi del trasporto pub-blico locale; copertura assicurati-va Inail; copertura assicurativa del tipo responsabilità civile verso terzi (Rct); tutoraggio didattico-organiz-zativo; tutoraggio aziendale. Tutti gli interessati alla partecipazione ai tirocini formativi, possono inviare il proprio curriculum vitae tramite posta elettronica all’indirizzo [email protected], ricordando di in-dicare, nel testo del messaggio, la figura professionale prescelta.Per ulteriori informazioni o assi-stenza delle vostre candidature po-tete rivolgervi presso il Centro per l’Impiego o sportello Informagio-vani presenti nella vostra città di residenza.

Marco Roberto Spadavecchia

Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore: il primo per calunniarti il secondo per venirtelo a dire.

Mark Twain

2�Rubrichegiovedì 3 settembre 2009

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì.

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Bar Bayron piazza RomaBar 2000 piazza Garibaldi 66 Bar Arcobaleno banchina S. Domenico Bar Ariston via Santa Lucia 11Bar Astoria corso Umberto 16Bar Blues via Dante 49Bar Byblos piazza Principe di Napoli 6Bar Caffetteria, via Salvucci 46Bar Camera Cafè via XX Settembre 43Bar Cavour via Fornari 47Bar Central piazza Vittorio Emanuele 17Bar Crystal via F. Campanella 33Bar degli Artisti, via Gesmundo 4Bar del Ponte, via Ruvo 18Bar Euro via San Francesco d’AssisiBar Europa, via Cavallotti 10Bar Fausta, corso Umberto 150Bar Filisia via M. di Savoia 67Bar Football, via la Malfa 11Bar Gabbiano, corso Umberto 48Bar Gardenia via Respa 12 Bar Green, via Baccarini 111Bar Haiti via San Domenico Bar Ideal, via TerlizziBar Kennedy, via Germano 49Bar la Fenice, corso UmbertoBar Le chic j’adore, via G. Salvemini 15Bar London via Terlizzi 6 Bar Mary corso Umberto 122 Bar Mezzina, via Einaudi 6Bar Minervini, via Pio la Torre 33Bar Miramare banchina S. Domenico Bar Miramare, via San Domenico 9Bar Mirror via cap. Azzarita 124 Bar Mixer Cafè 6^ strada ovest Lama MartinaBar Moka via Annunziata 68Bar Mongelli via Baccarini 35Bar Mongelli via cap. de Candia 30 Bar Murolo piazza Paradiso 10 Bar New Meeting, via Alberto MarioBar Orchidea via Fornari 50 Bar Pasticceria Casa del Dolce, via S. F. d’AssisiBar Peter Pan, via Monda 48Bar Rio, via Bari 92Bar Roma 2, via San Domenico 4Bar San Marco, corso Umberto

Bar Seven via Germano 33Bar SeventyBar Snack, via Giovinazzo 1Bar Sottocoperta, piazza Garibaldi Bar Spadavecchia, via Papa Montini 60Bar Sport corso Umberto I Bar Stazione piazza MoroBar Sweet piazza Garibaldi 32 Bar Umberto corso Umberto I Bar Universo corso Umberto I Bar Venere, via Martiri di Via Fani 6Bar Vittoria via Alighieri 68 Baro Oasi, via Cormio 18Bettie Page piazza Municipio 6 Biblioteca Comunale, via San DomenicoBlanc la Nuit lungomare M.A. ColonnaBuffetti piazza GaribaldiCaffè al Duomo via Banchina Seminario 8/10 Caffè Colorado via XX SettembreCaffè Metropolis via cap. de Gennaro 16 Caffè Silver via Fremantel 19/I Caffetteria Gonzaga via PiazzaCaffetteria Manattan viale dei CrociatiCaffetteria Paninoteca Grease via Molfettesi d’Argentina 75 Caffetteria Venere via Martiri di via Fani 6Calì Caffè via Puccini 7Cin Cin Bar via Dante Coffee Room viale Pio XI Compagnia Carabinieri via Caduti di Nassiriya Edicola “l’altra Edicola” via TerlizziEdicola Andreula via Baccarini 67 Edicola Caputi via San F. d’Assisi 55 Edicola De Palma via Bari 1 Edicola delle Rose via Madonna della RosaEdicola di Sciancalepore Domenico piazza M. di Savoia Edicola Gigotti via Bari 74 Edicola Grosso via Pappagallo Edicola piazza GaribaldiEdicola Spazio Libero via gen. PoliEdicola Stazione piazza A. MoroEdicola via Cormio rione ParadisoEdicola via Dante Edicola via Einaudi rione ParadisoEdicola via Fornari nei pressi Istituto Apicella

Edicola via Giovinazzo 1Edicola via Giovinazzo 45Edicola via PaniscottiEdicola via ten. SilvestriEdicola via Togliatti zona 167Edicola viale Pio XIFamm Immobiliare, via de Luca 15Farmacia Grillo, largo Sant’AngeloFlory’s Cafè via gen. Poli 3Lido Alga Marina, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Bahia, località Torre RotondaLido Belvedere, ss16 Molfetta-GiovinazzoLido Lafayette, ss16 Molfetta-GiovinazzoLido Marina Piccola, ss16 Molfetta-GiovinazzoLido Nautilus, ss16 Molfetta-GiovinazzoLido Nettuno, ss16 Molfetta-BisceglieLido Scoglio d’Inghilterra, località Torre RotondaMattia’s Cafè, via Dante 14Medi Max via TerlizziMister Toto via LositoMondo Casa Immobiliare, piazza Effrem 12Note&Book Cartolibreria, via Tommaso Fiore 24Off Street piazza Garibaldi 15 Palazzetto dello Sport “G. Poli” via Martiri di Via FaniPanificio Annese via Cappellini 28Panificio Biancaneve via de Luca 59 Panificio Biancaneve via Molfettesi del Venezuela 41Panificio Cangelli via cap. de Candia 49Panificio Centrale via Respa 40 Panificio de Gennaro via cap. de Candia 155Panificio de Pinto via Edoardo GermanoPanificio don Bosco corso Fornari 36 Panificio don Bosco via Cormio 36Panificio Europa via Rattazzi 41Panificio Il Cugino Via D’Azeglio Massimo,91Panificio il Forno zona 167Panificio Jolly viale Pio 11 9/a Panificio La Sfornata via E. Fermi Panificio Minervini via Bixio 25 Panificio Non Solo Pane via gen. Poli 13 Panificio Non Solo Pane via Paniscotti 44 Panificio Petruzzella via Bovio 18 Panificio Posta via Ricasoli 29 Panificio Sant’Achille via Martiri di via Fani 15 Panificio Trionfo via ten. Fiorino 71 Parrocchia Cattedrale, via D. Alighieri

Parrocchia Cuore Immacolato di Maria via MascagniParrocchia Immacolata, piazza Immacolata 62Parrocchia Madonna della Pace viale XXV AprileParrocchia Madonna della Rosa via C. A. Dalla Chiesa 19Parrocchia Sacro Cuore di Gesù c.so UmbertoParrocchia San Berardino via TattoliParrocchia San Corrado Duomo, banchina SeminarioParrocchia San Domenico via San Domenico 1Parrocchia San Gennaro via S. PansiniParrocchia San Giuseppe via A. Saffi 1Parrocchia San Pio X viale Gramsci 1Parrocchia Santa Famiglia via Innocenzo VIIIParrocchia Santa Teresa piazza V. Emanuele 3Parrocchia Sant’Achille via A. SalvucciPlace Blanc Cafè piazza M. di Savoia 4Pizzeria I Monelli, via Madonna dei Martiri 112 Stazione di rifornimento AGIP via Terlizzi Stazione di rifornimento Madogas via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP via GiovinazzoStazione di rifornimento API Zona Artigianale Stazione di rifornimento ESSO via Bisceglie Stazione di rifornimento Q8 via dei Lavoratori Zona Ar tigianaleSupermercato Granrisparmio v. M. della ResistenzaSwing Pub viale Pio XI 27 Pub Flower via GiovinazzoTabaccheria corso Umberto 74Tabaccheria piazza Garibaldi 6Tabaccheria piazza Roma 4Tabaccheria via Azzarita 65Tabaccheria via Bari 68Tabaccheria via Fiorini 41Tabaccheria via Fornari 66Tabaccheria via G. Salvemini 124Tabaccheria via Hugo 3Tabaccheria via Madonna dei Martiri 2Tabaccheria via Madonna dei Martiri 67Tabaccheria via Margherita di Savoia 5Tabaccheria via Pansini 52Tabaccheria via Paradiso 2Tabaccheria via Roma 32Tabaccheria via Rossini 12Tabaccheria via Silvestri 68Tabaccheria viale Pio XITenenza Guardia di Finanza viale dei Crociati Ufficio Relazioni con il Pubblico

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo

del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, co-lonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.Fonte:(it.wikipedia.org)

SOLUZIONI

Rubriche�0 giovedì 3 settembre 2009

FACILE DIFFICILE

Consigli per una sana alimentazioneCongelati o surgelati

1395Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Non sapere e sa t t amen te quale sia la dif-ferenza tra un cibo surgelato ed uno conge-lato è un dubbio di molti. L’uni-

ca cosa che cambia tra il processo di surge-lazione (a cui sono sottoposte ad esempio le verdure o i pesci che trovate al supermerca-to) e quello di congelamento (che avviene nei comuni freezer di casa) è il tempo in cui l’acqua contenuta nell’alimento diventa ghiaccio. Nella surgelazione è molto breve: il prodotto viene subito raffreddato a tem-perature anche al di sotto dei -40°C, suc-cessivamente conservato a -26°C per poi essere esposto nei punti vendita a -18°C. Nei nostri freezer si parte invece da una temperatura non inferiore ai -18°C e quindi il processo è più lungo. La trasformazione rapida consente la formazione di cristalli di ghiaccio molto piccoli e ciò fa sì che con la surgelazione siano mantenute le qualità organolettiche e nutritive del prodotto fre-sco. Quindi da un punto di vista nutrizionale

la scelta tra spinaci freschi o surgelati può essere indifferente. Nel congelamento, in-vece, i cristalli che si formano sono molto grossi e determinano la rottura cellulare con fuoriuscita di ulteriore acqua in cui vengono persi i nutrienti e l’alterazione della consi-stenza dell’alimento. Questo è anche uno dei motivi per cui un prodotto non può es-sere congelato più volte. Un altro è dovuto al deterioramento ad opera dei batteri. L’im-portanza di tenere i cibi al di sotto degli 0°C nasce dal fatto che in tal modo si rallenta la crescita batterica e il prodotto può durare mesi, ma ha senso farlo se la carica batte-rica iniziale è bassa. Quando scongeliamo un panino da noi congelato i batteri ripren-dono a crescere velocemente raggiungendo uno stadio avanzato a cui non servirebbe ricongelarlo. In più per i cristalli di ghiac-cio di cui vi ho parlato prima risulterebbe alterato. Se invece scongeliamo un prodotto comprato surgelato e lo cuociamo, i batteri si riducono grazie alle alte temperature e possiamo congelare il piatto preparato.

dott.ssa Annalisa MiraBiologa Nutrizionista

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Salmone con farcia alle mandorle

Ingredienti per 4 persone

Procedimento

Chef: Martino Cascione

2 filetti di salmone di circa 2�0 gr l’uno2� gr di mandorle spellate1 limone non trattato1� gr di pancarrè senza crosta1 mazzetto di prezzemolo1 ciuffetto di drangoncello

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ARIETE LEONE SAGITTARIO

Se nel periodo estivo è mancato qualcosa nei vostri rapporti, ecco che il mese di set-tembre vi riporterà il maltolto e tornerà a splendere il sereno. Avevate perso un po’ di speranza e questo vi ha penalizzato in precedenza, ma ora è tornato il momento per creare nuovi sogni da realizzare.

Siete persone che amano il rischio e le sfide, quindi non si può certo dire che questo mese deluderete in tal senso. A volte sembrate degli incoscienti, ma il vostro istinto è molto forte e non c’è modo di trattenervi, anche se siete con-sapevoli di ciò a cui andate incontro.

Forse non avete ben considerato le emo-zioni che ultimamente vi hanno attraversato, oppure le avete sopravvalutate, credendo che qualcosa stesse per cambiare. Non che vada male dal punto di vista sentimentale, ma la prudenza non è mai troppa e quindi non dovreste farvi trascinare dagli impulsi.

TORO VERGINE CAPRICORNO

Qualcosa torna a muoversi nonostante all’apparenza possa sembrare il contra-rio. I sentimenti si faranno più solidi e il coraggio per affrontare nuove sfide non mancherà. Non dovete avere paura di af-frontare certi discorsi, altrimenti potreste pentirvene in futuro.

Ci sono delle ripartenze importanti e anche dei ritorni di fiamma e tutti coloro che hanno perso le speran-ze nel trovare qualcuno di serio e affidabile, durante queste giornate potrà facilmente ricredersi.

Certo, alcuni di voi non possono certo dire di essere stati fortunati in questo anno in campo sentimentale, tra alti e bassi, però nel complesso ce l’avete fatta ed ora finalmente Ve-nere vi aiuterà portandovi per mano, fino alla fine dell’anno.

GEMELLI BILANCIA ACQUARIO

Tutto procederà bene, la tranquillità che siete riusciti a costruirvi intor-no non dovrebbe essere messa a repentaglio nemmeno da qualche piccola discussione familiare, che in passato avrebbe invece arrecato danni.

Tutti avranno delle possibilità, anche quelli che ormai avevano gettato la spugna con l’amore perché scottati troppe volte. Questa ennesima volta sarete voi a condurre il gioco, quindi sarete voi a divertirvi.

Qualcuno di voi è troppo confuso per pensare ad una storia d’amore, altri sono invece trop-po convinti che la persona che piace ricambi gli stessi sentimenti. Le ultime due settima-ne potrebbe esserci una buona ripresa, ma qualche Acquario, potrebbe ormai essere un pochino troppo afflitto per quel periodo.

CANCRO SCORPIONE PESCI

Importanti novità a tutti voi nati sotto il segno del Cancro. Chi si è lasciato, chi ha iniziato una nuova relazione, chi ha in progetto qualcosa di impor-tante con il partner, potrà contare sulle stelle per fare in modo che tutto vada per il verso giusto.

Anche se siete molto istintivi e que-sto spesso vi porta a buttarvi in modo avventato in una storia senza uscita, in questo caso e in questo mese, il vostro istinto potrebbe es-sere un saggio consigliere e non vi deluderà.

Torneranno a trovarvi dei sentimenti che aveva-te accantonato, torneranno a trovarvi degli ex pentiti, oppure torneranno a tormentarvi vecchi amori mai dimenticati... potrebbero anche sem-plicemente tornare vecchi problemi mai risolti, ma dipende da voi quanto farvi pesare sulla vostra vita e quanto farvi condizionare.

I CONSIGLI DELLO ZODIACO

Rubrichegiovedì 3 settembre 2009 �1

IL FATTOQuindicinale gratuito di informazione

EDITOREActiva S.r.l. con unico socio

PRESIDENTEGiulio Cosentino e-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILECorrado Germinario

COLLABORATORIPantaleo de Trizio, Marta Marzocca, Paola Pansini, Isabel Romano, Roberto Sciannamea, Lella Salvemini, Marco Roberto Spadavecchia, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro.

Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

REDAZIONEVia degli Antichi Pastifici,Zona Artigianale A/8 · [email protected]

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONENELLOPOLI.com | HIDESIGN.it

STAMPAMASTER PRINTING S.R.L.VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096

�0 gr di burrosale e pepe qbrafia naturale per legare

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Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Lavate il limone, prelevate solo la parte gialla della scorza e tritatela.Spremete il succo di mezzo limone e tenetene un cucchiaino da parte. Tritate il prezzemolo, tagliuzzate le foglie di drangoncello. Passate al mixer il pane con le mandorle e mettete il mix ottenuto in una ciotola con le erbe aromatiche, la scorza del limone e il burro. Impastate con le mani fino ad ottenere un composto omo-geneo, salate e pepate. Foderate la placca con un foglio di carta da forno e posatevi sopra un filetto di salmone con il lato della pelle verso il basso. Distribuitevi sopra il ripieno e coprite con l’altro filetto, con il lato della pelle verso l’alto. Legate i filetti con qualche giro di rafia naturale, bagnata e strizzata, aggiungete sul fondo il limone restante affettato, e cuocete nel forno,preriscaldato a 175° per 20 minuti. Portate in tavola, eliminate la rafia, tagliate il salmone a fette spesse e distribuite nei piatti, irrorando ogni porzione con un po’ del fondo di cottura.