Il Fatto n. 035

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pagina 3 Politica Azzollini “obbedisce”: Anna Maria Brattoli entra a far parte della giunta comunale. pagina 8 Cronaca È mistero sulla morte di un marittimo molfettese avvenuta nelle Canarie. Aperta una inchiesta. pagina 19 Cultura Era l’11 maggio 1560: Molfetta venne risparmiata da un violento terremoto… pagina 25 Sport La Virtus Basket festeggia la vittoria dei play out e la permanenza in serie A Dilettanti. Il presidente dell’Associazione Provinciale Antiracket confessa: “Ho paura ma vado avanti”. All’indomani delle minacce ricevute continua l’impegno per sostenere le vittime dell’usura e del racket delle estorsioni. pag. 6 Si moltiplicano le segnalazioni dei cittadini su ciò che non va a Mol- fetta: in questo numero lo sfogo di un residente nelle zone di nuova espansione, il problema delle case popolari e le difficoltà di chi opera nella zona ASI. pag. 10 De Scisciolo continua a lottare Il megafono dei cittadini Inchiesta n° 35 giovedì 7 maggio 2009 Molfetta Quindicinale gratuito di informazione. Passato, presente e… futuro? www.ilfatto.net

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Page 1: Il Fatto n. 035

pagina 3

PoliticaAzzollini “obbedisce”: Anna Maria Brattoli entra a far parte della giunta comunale.

pagina 8

CronacaÈ mistero sulla morte di un marittimo molfettese avvenuta nelle Canarie. Aperta una inchiesta.

pagina 19

CulturaEra l’11 maggio 1560: Molfetta venne risparmiata da un violento terremoto…

pagina 25

SportLa Virtus Basket festeggia la vittoria dei play out e la permanenza in serie A Dilettanti.

Il presidente dell’Associazione Provinciale Antiracket confessa: “Ho paura ma vado avanti”. All’indomani delle minacce ricevute continua l’impegno per sostenere le vittime dell’usura e del racket delle estorsioni.

pag. 6

Si moltiplicano le segnalazioni dei cittadini su ciò che non va a Mol-fetta: in questo numero lo sfogo di un residente nelle zone di nuova espansione, il problema delle case popolari e le difficoltà di chi opera nella zona ASI.

pag. 10

De Scisciolo continua a lottare Il megafono dei cittadini

Inchiesta

n° 35giovedì 7 maggio 2009Molfetta Quindicinale gratuito di informazione.

Passato, presente e… futuro?

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Anna Maria Brattoli entra in giunta per decisione della magistratura. Alla fine però vince sempre il “banco”.

Donne, poltrone, e giudici… il gioco delle tre carte1172Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

�Politicagiovedì 7 maggio 2009

Ed alla fine la montagna partorì il topolino. Anna Maria Brattoli entra nella giunta comunale del sindaco Antonio Azzollini per decisione dei giudici, sia quelli del Tar che quelli del Consiglio di Stato che hanno spo-sato le tesi presentate da associazio-ni e consulte femminili che avevano denunciato la mancata applicazione dell’articolo 37 dello Statuto Comu-nale di Molfetta. Come si ricorderà, infatti, lo Statuto tra le sue varie norme ne contiene una nella quale è scritto che il sindaco nella com-posizione della giunta “assicura” la presenza di entrambi i sessi. Cosa che evidentemente Antonio Azzol-lini non aveva ritenuto vincolante nominando una squadra composta da dieci assessori tutti uomini. Una scelta che aveva provocato sin dal momento dell’insediamento una se-rie di polemiche, inviti, proteste sfo-

ciate poi in un ricorso al Tar e, dopo mille interventi della magistratura, la definitiva imposizione, caduta sulla testa del primo cittadino. E così il senatore-sindaco-presidente, atte-nendosi al volere della legge ha fatto le sue scelte richiamando in giunta (c’era già stata all’epoca della pri-ma amministrazione Azzollini) l’in-segnante Anna Maria Brattoli. A lei toccherà il compito di far funzionare l’assessorato che si occupa di sicu-rezza, polizia municipale e settore commercio. Le toccherà insomma la scrivania che per diverso tempo era stata di Domenico Corrieri, quest’ul-timo sacrificato per “ragion di stato”. Un sacrificio, si mormora nelle stan-ze del palazzo, non certo cruento per l’ex democristiano: è cosa oramai certa, infatti, che per lui è già pronto un contratto (della durata annuale o biennale) come dirigente comunale.

Dovrebbe occuparsi di affari generali o, molto più probabilmente, del set-tore socialità, settore il cui dirigente, Gaetano Caputi è oramai prossimo alla pensione. E così, con un rime-scolamento degno del gioco delle tre carte, il banco (leggasi il sindaco Antonio Azzollini) torna a vincere. E lo fa accontentando i giudici e i suoi alleati politici. Facendo anche un ennesimo smacco ai consiglieri di opposizione che invano avevano at-teso lui e i colleghi della maggioran-za nell’aula del Consiglio Comunale lo scorso 27 aprile: per mancanza di numero legale seduta non valida e così spiegazioni di quanto avvenuto rimandate alla seduta del 4 maggio. La motivazione ufficiale era stata quella di ridurre il costo di una suc-cessiva e necessaria seduta. È molto più probabile che invece il 27 aprile, pur essendo stata nominata la nuo-va “assessora” non era ancora stato definitivamente stretto l’accordo con Corrieri. E poi c’era il problema di

colei che, per ordine di voti raccolti alle ultime amministrative, avrebbe dovuto prendere il posto in consiglio della Brattoli. I dati ufficiali ripor-tavano a palazzo Giovene la giova-nissima Piera Picaro, le scelte politi-che dettate da ragioni di opportunità “giudiziaria”, hanno invece aperto le porte della massima assise cittadina

ad Antonio Andriani, classificatosi al 24esimo posto della lista del Popolo della Libertà grazie alle 155 prefe-renze raccolte. “Finalmente – hanno dichiarato le componenti della Consulta Comu-nale Femminile – giunge all’epi-logo una vicenda durata 10 mesi! Una battaglia per la legalità, una battaglia di civiltà e di democrazia a nome di tutte le donne”. Polemico invece l’intervento di Francesco Ar-menio, coordinatore provinciale di “Io Sud”: “Ad Azzollini per un anno è piaciuto circondarsi di soli uomini e i molfettesi oggi pagano le parcel-le. Purtroppo – ha aggiunto Armenio – non è il titolo di un romanzo rosa ma la storia politica di un anno di arroganza ed ottusità del sindaco di Molfetta che, all’indomani della sua elezione a primo cittadino, ha deci-so incurante dello statuto comunale che prevede in maniera chiara l’im-possibilità di costituire una giunta di soli uomini di farlo ugualmente.

“Tutto questo è costato alle casse del comune svariate migliaia di euro per le parcelle dei legali in questo momento storico in cui si risparmia anche sull'essenziale. A questo pun-to ormai il danno è fatto ma le scuse sarebbero d’obbligo per rispetto ai cittadini e soprattutto alle donne di Molfetta”.

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Politica giovedì 7 maggio 2009�

Mentre la corsa per un posto alla Provincia si fa sempre più accesa.

Molfetta assente dalle Europee1173Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Si fa sempre più frenetica e ricca di colpi di scena, polemiche e iniziative prive di gusto la campagna elettora-le che, iniziata con largo anticipo, sembra essere già entrata nel vivo e pronta a riservare sempre nuove sor-prese.Cominciamo dal fronte “europee”, competizione che nel breve volgere di poche settimane ha visto la no-stra città pronta a “spingere” ben due candidature, quella di Vincenzo Ciccolella e di Tommaso Minervi-ni, salvo poi scoprire che entrambi avevano per ragioni diverse deciso di fare un passo indietro. Stando ai “si dice”, il re dei fiori Ciccolella, dato per certo candidato nella lista dell’Udc in quota al movimento “Io Sud” fondato da Adriana Poli Borto-ne, avrebbe rinunciato alla candida-tura per ragioni esclusivamente per-sonali e professionali. Un vero pec-cato: dopo aver dimostrato di essere capace di fare grandi cose nel mondo dell’imprenditoria, Ciccolella forse avrebbe portato un po’ di aria nuova

nella politica. Sarà per la prossima volta? Diverso invece il motivo che avrebbe spinto Minervini a rinuncia-re alla sfida per arrivare a Bruxelles: meglio lavorare oggi per il rilancio della sinistra socialista e magari, tra un anno, provare a conquistare un posto nel consiglio regionale. In definitiva con nessun molfettese ai nastri di partenza, l’unica candidatu-ra “vicina”, almeno per ragioni geo-grafiche, è quella del giovane consi-gliere regionale Sergio Silvestris che ha buone probabilità di approdare al parlamento europeo.Più accesa senza ombra di dubbio la sfida per le elezioni provinciali. Altri nomi sono stati ufficializzati nelle ultime due settimane. Sinistra e Libertà, il movimento che riunisce i militanti del Partito Socialista, dei Verdi e della Sinistra di Nichi Ven-dola, ha schierato ufficialmente a “ponente” Nicola Piergiovanni e a “levante-Giovinazzo” Francesco Az-zollini. La lista “Divella – Primavera in movimento” ha affiancato al mol-

fettese Mauro de Robertis, candidato nel collegio di ponente, il giovinaz-zese Francesco Turturro, candidato nel collegio di levante-Giovinazzo. “Un binomio di candidati – ha detto il presidente della provincia, Vin-cenzo Divella – che unisce esperien-za politica e intraprendenza in un gruppo forte”. La “falce e martello” saranno presenti su un solo simbo-lo per la prima volta da dieci anni a questa parte. “È questa una decisio-ne – si legge in un comunicato stam-pa – che nasce dalla presa d’atto che non esistono più le motivazioni poli-tiche di una divisione e dalla condi-visione di una esperienza di governo alla provincia che ha dato innegabili frutti”. I candidati, come prevedi-bile, saranno l’assessore provincia-le alla socialità Antonello Zaza per il collegio di levante-Giovinazzo e l’avvocato Vincenzo Mongelli per il collegio di ponente. I due candidati saranno sostenuti da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Con-sumatori Uniti e Socialismo 2000.

Colpo di scena per quanto riguarda invece Pietro Capursi Nappi che, pur confermando la sua candidatura alle prossime provinciali, ha smentito di correre per l’UdC, partito che ha evidentemente lasciato per schierar-si nel collegio di levante-Giovinazzo nella lista “Puglia Prima di Tutto” al fianco di Carmela Minuto, candidata a ponente. Dell’ultima ora l’inattesa candidatura del giovane Antonello Pisani, schierato a ponente e levante a sostegno di Schittulli. Le sue re-ferenze? È il nipote del consigliere regionale Francesco Visaggio, schie-rato alla regione con Vendola ma evidentemente non restio ad “apertu-re” verso il centrodestra.In tutto questo rincorrersi di nomi non può non fare notizia l’offerta di “posti di lavoro” come rappresentan-ti di lista apparsa su alcuni siti inter-net e la ricerca di voti da parte di un candidato che via sms ha dichiarato che devolverà i suoi eventuali com-pensi in beneficenza. Per la serie: che squallore!

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Il trasformismo nel lessico politico italiano1174Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Ad ogni tornata elettorale arriva il valzer dei partiti e delle poltrone.

L’opinionegiovedì 7 maggio 2009 �

La parola trasformismo appartie-ne da sempre al lessico politico italiano, ingiuria da lanciare verso l’avversario politico, a segnalarne l’inaffidabilità all’elettore. Come fidarsi, al punto da dargli il proprio voto, di un soggetto che sta prima in un partito e poi in un altro, che ora demonizza l’oppositore e dopo un po’ si candida nella stessa lista? Ci deve essere stato un momento, però, in cui la cosa ha cominciato a non far più effetto. La parola si è usurata, oggi si fa fatica a indivi-duare chi una giravolta non l’ha fat-ta, per scelta sua o rimescolamento dello scenario politico; c’è poco da accusare l’altro, quando l’atteggia-mento è generalizzato, conviene a tutti tacere. Alla fine la coerenza nelle scelte politiche non appare più neppure come questo gran valore.A Molfetta per le prossime Provin-ciali i candidati sono più o meno sempre quelli, tutt’al più passando-si lo scettro in famiglia, ma qual-

che interessante giro di valzer c’è stato, senza che abbia destato molto stupore. Pino Amato ovviamente si candida, sarebbe stato strano il contrario, e lo fa inspiegabilmen-te con la stessa formazione politi-ca dell’ultima volta; dopo averne provati molti di partiti pare abbia trovato nell’UdC quello che più gli si addice. Anche Carmela Minu-to fa parte degli aficionados delle elezioni, sembrava avere raggiunto una certa stabilità, esser diventata addirittura una pupilla di Casini, ce la ritroviamo per queste Provincia-li ovviamente candidata, ma nella “Puglia Prima di Tutto”, dove si è ricollocata, portandosi dietro la fa-miglia che, si sa, i Minuto sono da prendere in blocco. Deve aver crea-to un bel vortice attorno a sé, visto che l’altro candidato della stessa lista è stato costretto a smentire con un comunicato stampa di non correre per l’UdC, come sembrava deciso; ci piace condividere le sue

motivazioni, sperando di trovare fra i lettori un esegeta. “In questo particolare momento di confusione e preoccupata ritrosia verso le co-siddette aggregazioni politiche che in nome dello pseudo modernismo e dell’ipotetico progresso cercano di trasmettere falsi valori attraverso le svariate sigle partitiche – ha dichia-rato Pietro Capursi Nappi – avverto la necessità, come libero cittadino moderato di centro che da sempre e con grande coerenza di ideali politi-ci si è adoperato con altri gruppi di moderati ad un confronto program-matico a difesa dei valori sociali, di esprimere il mio consenso e la mia adesione partecipativa ed attiva verso un movimento quale è la Pu-glia Prima di Tutto che mi permette di esprimere appieno i miei ideali politici che guardano soprattutto alle istanze della mia terra”. Fin qui potevamo dirci anche vaccinati, come molfettesi e come italiani, ma è materia di interessanti riflessioni

vedere Tommaso Minervini presen-tare i candidati alla Provincia per la lista di Nichi Vendola. Non si sa chi dovrebbe esserne più stupito, se gli scissionisti di Rifondazione, che fino a l’altro ieri un’alleanza di questo tipo avrebbero aborrito o il buon Piergiovanni, che riesce benissimo nei manifesti a sfondo rosso rossissimo, ma cui vien da chiedere cosa ci faccia lì con il suo essere moderato. Così come vien da chiedersi quale strane capriole della storia abbiano potuto portare Tom-maso Minervini dal palco con Fini a quello con Vendola. Già la Storia, con le sue stranezze, tutto cambia e tutto resta come pri-ma, considerazioni troppo profonde per una semplice elezione provin-ciale. Il Comune intanto invia co-municazioni sulla revisione delle li-ste elettorali, non rimangono stabili neppure quelle.

Lella Salvemini

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Primo Piano giovedì 7 maggio 2009�

Non nasconde le proprie emozioni il presidente dell’Associazione Provinciale Antiracket.

De Scisciolo: “Non ho paura… forse sì”1175Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Può capitare di trovare un giorno tra la propria posta un plico contenente un ritaglio di giornale, un proiettile di fu-cile, una foto personale, una minaccia di morte. Può capitare, se sei da anni a capo dell’Associazione Provinciale Antiracket e svolgi un ruolo scomodo, fastidioso, teso a scardinare fenome-ni come racket, usura ed estorsione, a lungo sottovalutati e sottaciuti ma, per certi versi, fortemente radicati nella subcultura malavitosa e non. Poi occul-ti dietro asettici e ben studiati comuni-cati stampa, improntati alla “massima fiducia nel lavoro degli inquirenti” i tuoi sentimenti veri e le tue sensazio-ni, i dubbi, le perplessità che l’evento ha scatenato ancora una volta dopo che in passato sei stato già aggredito e da qualcuno considerato “un uomo morto”. Renato De Scisciolo, il prota-gonista di questa vicenda, 36 anni, ter-lizzese, accetta di incontrarci al primo piano dell’ex pretura a Molfetta dove ha sede l’associazione di cui è anche il vice presidente nazionale e dove, a stretto contatto con l’ufficio legale e altri soci, lavora ogni giorno per con-tribuire a promuovere e realizzare, in maniera concreta, quella cultura della legalità tanto decantata su più fronti e a

più voci, ma così difficilmente attuabile per motivi sociali, sociologici, psicolo-gici e persino storici. Arriviamo scorta-ti da un vigile per motivi di sicurezza e fatichiamo a farci aprire nonostante l’appuntamento fissato, lo richiamiamo con il cellulare, riusciamo finalmente ad entrare, accolti da un suo stretto col-laboratore. In questi giorni De Sciscio-lo ha ricevuto la solidarietà di politici, amministratori, rappresentanti delle istituzioni ma anche di privati cittadini che lo sostengono da sempre nella sua opera di sensibilizzazione, informazio-ne, sostegno delle vittime di usura, rac-ket, estorsioni, ma è stato anche oggetto di illazioni e maldicenze da parte di chi lo considera un millantatore ed un per-sonaggio in cerca di visibilità. Di ciò è consapevole, sa che è il prezzo che spesso si paga quando si lavora per un ideale e con un ideale, tra entusiasmo e diffidenza, sospetti e incomprensioni, sul confine labile tra ciò che “si può” “ e ciò che, invece, “si deve” fare. Ab-bozza un sorriso quando gli chiediamo se ha paura e dice: “Potrei rispondere di no, dire che queste minacce sono la prova che l’associazione svolge bene il compito che si è prefissa e per cui è nata nel 1995 a Terlizzi, essere fiero di

questo, ma non posso negare che come uomo sto vivendo grossi cambiamenti interiori ed un notevole disagio perché temo di esporre me e i miei familiari a pericoli e preoccupazioni di ogni sorta. Spero che questa vicenda si chiarisca al più presto e che vengano prese le do-vute misure di sicurezza”. Passa poi a parlare dell’attività dell’associazione che garantisce assistenza e solidarietà alle vittime di estorsione ed usura co-stituendosi anche parte civile nei pro-cedimenti penali, informa l’opinione pubblica, elabora strategie ed iniziati-ve di difesa e contrasto al racket delle estorsioni, organizza incontri e dibattiti per sensibilizzare cittadini, studenti, operatori commerciali. Mostra i dati dell’anno 2007/2008 relativi soprattut-to al reato di usura che pare affliggere particolarmente il nord-barese ma an-che il sud mentre appare non trascura-bile l’attività estorsiva considerata qua-si un’attività secondaria della crimina-lità organizzata o un affare “privato” delle vittime: in realtà essa consente il controllo sul territorio e l’acquisizione di capitali da reinvestire nell’economia legale. Il racket delle estorsioni, feno-meno sommerso e sottostimato, riguar-da, in particolar modo, tutte le regioni

del Sud Italia dove la criminalità ma-fiosa e camorristica condiziona storica-mente la vita, la sicurezza e la libertà di imprenditori e operatori economici che fanno fatica a denunciare nono-stante sia in vigore la legge 44/1999 a tutela di chi riesce a ribellarsi. Renato De Scisciolo ci parla anche della figura estremamente variabile e quasi non “ri-conoscibile” dell’usuraio che può avere la faccia del vicino di casa, del pensio-nato che investe la propria liquidazione, dell’amico che “vuole darti una mano” o contattarti attraverso internet e pseu-do-società finanziarie. Differenti anche le vittime dell’usura in questo periodo di forte crisi economica: imprenditori commerciali, professionisti, ma anche impiegati, casalinghe, dipendenti stata-li, disoccupati. De Scisciolo ci tratteg-gia una società in pieno affanno, che si dibatte in problemi economici spesso irrisolvibili nonostante l’esistenza e la tutela di associazioni come la sua. Mentre scriviamo non sappiamo anco-ra se gli verrà assegnata una scorta o se sarà lasciato allo sbaraglio. Forse ce lo farà sapere o forse no: un uomo in bilico tra coraggio e paura.

Beatrice De Gennaro

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Cronaca giovedì 7 maggio 2009�

L’uomo è morto l’11 aprile scorso in un ospedale delle Canarie. Ad oggi non è stato possibile effettuare l’autopsia per stabilirne le cause. La figlia dell’uomo si è rivolta alla magistratura tranese.

È mistero sulla morte di Vito de Candia1176Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Cronacagiovedì 7 maggio 2009 �

A giugno il processo, a carico dei presunti responsabili della tragedia del lavoro che costò la vita a cinque persone, entra nel vivo con le prime testimonianze.

Truck Center: è l’ora della verità

Niente. Ancora niente di certo sulle cau-se della morte di Vito De Candia (nel-la foto), quarantanove anni, imbarcato come cuoco sulla Grande Gahana, nave della Grimaldi. A quasi un mese dal de-cesso dell’uomo non è stato ancora pos-sibile effettuare l’autopsia. Il suo corpo è depositato in una delle celle frigorifero del Policlinico di Bari. L’incarico per effettuare l’esame autoptico è stato con-ferito. Ma l’esame non si può effettuare. Manca la cartella clinica dell’uomo. E, quando dovevano essere in corso i pre-parativi per celebrare il trigesimo della sua morte, non si è ancora in grado di stabilire la data per celebrare il suo fu-nerale. Una vergogna.

Vito De Candia è morto nell’ospedale di Puerto del Rosario l’11 aprile scor-so. Il suo corpo è rientrato nelle scorse settimane. La cartella clinica è rimasta sulla nave, dove era imbarcato, non era in ospedale. La nave è in navigazione e fino a quando non toccherà terra la car-tella clinica rimarrà lì. Perché la cartel-la clinica dell’uomo non si finita nelle mani dei medici dell’ospedale di Puer-to del Rosario al momento del ricovero dell’uomo è solo uno degli interrogativi legati alla sua scomparsa. Proprio per fare chiarezza sugli ulti-mi giorni di vita dell’uomo, Claudia, la figlia maggiorenne di de Candia (la moglie è deceduta alcuni anni fa), per tramite dei legali Felice Petruzzella e Vincenzo Giancaspro, ha presentato un esposto in Procura, a Trani, e sulla vi-cenda è stato aperto un fascicolo. La ti-tolare dell’inchiesta, il sostituto procura-tore della repubblica, Bruna Manganelli, ha delegato per le indagini i carabinieri di Molfetta, ma senza l’autopsia si è ad un punto fermo.

Claudia aveva sentito telefonicamente, per l’ultima volta, suo padre il 7 apri-le, cinque giorni prima della morte. Il suo papà le aveva riferito di sentirsi poco bene, di avere l’influenza. Nulla di preoccupante, comunque. Il venerdì successivo, 10 aprile, invece è arrivata ai familiari di de Candia la telefonata dei vertici della Grimaldi che li ha informati del suo ricovero in ospedale. Secondo il racconto fornito dai responsabili della Grimaldi, i membri dell’equipaggio del-la nave avrebbero trovato l’uomo privo di sensi in cabina, proprio quella matti-na. Sarebbero andati a cercarlo perché

non si era presentato al cambio del turno di lavoro. L’uomo, sempre secondo quel racconto, sarebbe stato quindi ricoverato nell’ospedale di Puerto del Rosario dove poi è morto ventiquattro ore dopo. Ed è lì che i medici avrebbero effettuato un esame necroscopico superficiale, del tut-to insufficiente e insoddisfacente. A quel punto la salma è stata rimpatriata ma tut-to è fermo. Resta da capire, ad esempio, se Vito de Candia abbia ricevuto le giu-ste cure, se qualcuno si sia preoccupato di diagnosticare quella strana forma di influenza, se insomma abbia ricevuto le cure necessarie.

Comincia il 1 giugno prossimo il pro-cesso per stabilire responsabilità e col-pevoli della morte di cinque persone (Vincenzo Altomare, Guglielmo Ma-gnano, Michele Tasca, Biagio Scian-calepore e Luigi Farinola) avvenuta a marzo del 2008 all’interno della Truck Center, azienda della zona ASI di Mol-fetta. Tutti, uno dopo l’altro, si calaro-no in una cisterna che doveva essere sottoposta a lavaggio e non risalirono più. Lo ha stabilito il dottor Lorenzo Gadaleta, giudice monocratico del Tri-bunale di Trani, sezione Distaccata di Molfetta, che, nell’udienza del 28 apri-

le scorso, ha anche indicato il calenda-rio delle udienze: due a settimana, fino a luglio prossimo.Tra i primi a salire sul banco dei testi-moni ci saranno Cosimo Ventrella, uni-co dipendente della Truck Center a non essersi calato nella cisterna, e il capita-no dei carabinieri Pierluigi Buonomo, all’epoca dei fatti comandante della compagnia di Molfetta. Sette sono gli imputati a giudizio (quattro persone fi-siche e tre società) per i reati, contestati a vario titolo, di omicidio colposo plu-rimo, lesioni colpose e violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro. Si

tratta di Mario Castaldo e Alessandro Buonapane, dirigenti di Fs Logistica, proprietaria della cisterna in rimessag-gio alla Truck center; Pasquale Campa-nile, dirigente della società La 5 Bio-trans, incaricata del trasporto, e il suo autista Filippo Abbinante, che trasportò la cisterna. Le tre società a giudizio sono la Truck center, la Fs Logistica l e La 5 Biotrans. Le società Fs Logistica Cargo Chemical e La 5 Biotrans di Bari sono state citate anche come responsa-bili civili.L’inchiesta della procura di Trani ha stabilito che l’intossicazione mortale è avvenuta a causa dell’acido solfidrico contenuto nella cisterna che il 3 mar-zo del 2008 doveva essere sottoposta a lavaggio all’interno della Truck Center. I residui di zolfo, a contatto con l’aria, hanno una reazione chimica che pro-duce vapori dell’acido solfidrico. Lo zolfo contenuto nella cisterna era sta-to scaricato nello stabilimento Nuova Solmine di Grosseto, che produce an-che acido solforico. Da Grosseto, su

rotaie, la cisterna era arrivata a Bari, allo scalo di Fs Logistica, gestito da La 5 Biotrans. Fs Logistica aveva affidato l’operazione operazione di lavaggio a La 5 Biotrans che, a sua volta, l’ave-va subappalta alla Truck Center. Non è ancora certo che la Truck Center avesse le autorizzazioni per le immissioni di fumi nell’atmosfera e per gestire come rifiuti i residui degli interventi di boni-fica delle cisterne. Alla prima udienza erano presenti i familiari di tutte le vittime di quella tragedia. Erano lì per urlare giustizia. Biagio Sciancalepore aveva 22 anni, Michele Tasca ne aveva venti, Luigi Farinola, trentasette anni, Guglielmo Mangano, quarantaquattro, Vincenzo Altomare, sessantaquattro. Secondo la ricostruzione degli inqui-renti il primo a scendere nella cisterna, che doveva essere lavata, fu Guglielmo Mangano. Poi uno per volta si calarono Michele Tasca, Luigi Farinola, Biagio Sciancalepore e Vincenzo Altomare, sessantaquattro anni, il titolare della Truck Center.

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Cronaca giovedì 7 maggio 2009�

L’uomo è morto l’11 aprile scorso in un ospedale delle Canarie. Ad oggi non è stato possibile effettuare l’autopsia per stabilirne le cause. La figlia dell’uomo si è rivolta alla magistratura tranese.

È mistero sulla morte di Vito de CandiaCronacagiovedì 7 maggio 2009 �

A giugno il processo, a carico dei presunti responsabili della tragedia del lavoro che costò la vita a cinque persone, entra nel vivo con le prime testimonianze.

Truck Center: è l’ora della verità1177Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Niente. Ancora niente di certo sulle cau-se della morte di Vito De Candia (nel-la foto), quarantanove anni, imbarcato come cuoco sulla Grande Gahana, nave della Grimaldi. A quasi un mese dal de-cesso dell’uomo non è stato ancora pos-sibile effettuare l’autopsia. Il suo corpo è depositato in una delle celle frigorifero del Policlinico di Bari. L’incarico per effettuare l’esame autoptico è stato con-ferito. Ma l’esame non si può effettuare. Manca la cartella clinica dell’uomo. E, quando dovevano essere in corso i pre-parativi per celebrare il trigesimo della sua morte, non si è ancora in grado di stabilire la data per celebrare il suo fu-nerale. Una vergogna.

Vito De Candia è morto nell’ospedale di Puerto del Rosario l’11 aprile scor-so. Il suo corpo è rientrato nelle scorse settimane. La cartella clinica è rimasta sulla nave, dove era imbarcato, non era in ospedale. La nave è in navigazione e fino a quando non toccherà terra la car-tella clinica rimarrà lì. Perché la cartel-la clinica dell’uomo non si finita nelle mani dei medici dell’ospedale di Puer-to del Rosario al momento del ricovero dell’uomo è solo uno degli interrogativi legati alla sua scomparsa. Proprio per fare chiarezza sugli ulti-mi giorni di vita dell’uomo, Claudia, la figlia maggiorenne di de Candia (la moglie è deceduta alcuni anni fa), per tramite dei legali Felice Petruzzella e Vincenzo Giancaspro, ha presentato un esposto in Procura, a Trani, e sulla vi-cenda è stato aperto un fascicolo. La ti-tolare dell’inchiesta, il sostituto procura-tore della repubblica, Bruna Manganelli, ha delegato per le indagini i carabinieri di Molfetta, ma senza l’autopsia si è ad un punto fermo.

Claudia aveva sentito telefonicamente, per l’ultima volta, suo padre il 7 apri-le, cinque giorni prima della morte. Il suo papà le aveva riferito di sentirsi poco bene, di avere l’influenza. Nulla di preoccupante, comunque. Il venerdì successivo, 10 aprile, invece è arrivata ai familiari di de Candia la telefonata dei vertici della Grimaldi che li ha informati del suo ricovero in ospedale. Secondo il racconto fornito dai responsabili della Grimaldi, i membri dell’equipaggio del-la nave avrebbero trovato l’uomo privo di sensi in cabina, proprio quella matti-na. Sarebbero andati a cercarlo perché

non si era presentato al cambio del turno di lavoro. L’uomo, sempre secondo quel racconto, sarebbe stato quindi ricoverato nell’ospedale di Puerto del Rosario dove poi è morto ventiquattro ore dopo. Ed è lì che i medici avrebbero effettuato un esame necroscopico superficiale, del tut-to insufficiente e insoddisfacente. A quel punto la salma è stata rimpatriata ma tut-to è fermo. Resta da capire, ad esempio, se Vito de Candia abbia ricevuto le giu-ste cure, se qualcuno si sia preoccupato di diagnosticare quella strana forma di influenza, se insomma abbia ricevuto le cure necessarie.

Comincia il 1 giugno prossimo il pro-cesso per stabilire responsabilità e col-pevoli della morte di cinque persone (Vincenzo Altomare, Guglielmo Ma-gnano, Michele Tasca, Biagio Scian-calepore e Luigi Farinola) avvenuta a marzo del 2008 all’interno della Truck Center, azienda della zona ASI di Mol-fetta. Tutti, uno dopo l’altro, si calaro-no in una cisterna che doveva essere sottoposta a lavaggio e non risalirono più. Lo ha stabilito il dottor Lorenzo Gadaleta, giudice monocratico del Tri-bunale di Trani, sezione Distaccata di Molfetta, che, nell’udienza del 28 apri-

le scorso, ha anche indicato il calenda-rio delle udienze: due a settimana, fino a luglio prossimo.Tra i primi a salire sul banco dei testi-moni ci saranno Cosimo Ventrella, uni-co dipendente della Truck Center a non essersi calato nella cisterna, e il capita-no dei carabinieri Pierluigi Buonomo, all’epoca dei fatti comandante della compagnia di Molfetta. Sette sono gli imputati a giudizio (quattro persone fi-siche e tre società) per i reati, contestati a vario titolo, di omicidio colposo plu-rimo, lesioni colpose e violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro. Si

tratta di Mario Castaldo e Alessandro Buonapane, dirigenti di Fs Logistica, proprietaria della cisterna in rimessag-gio alla Truck center; Pasquale Campa-nile, dirigente della società La 5 Bio-trans, incaricata del trasporto, e il suo autista Filippo Abbinante, che trasportò la cisterna. Le tre società a giudizio sono la Truck center, la Fs Logistica l e La 5 Biotrans. Le società Fs Logistica Cargo Chemical e La 5 Biotrans di Bari sono state citate anche come responsa-bili civili.L’inchiesta della procura di Trani ha stabilito che l’intossicazione mortale è avvenuta a causa dell’acido solfidrico contenuto nella cisterna che il 3 mar-zo del 2008 doveva essere sottoposta a lavaggio all’interno della Truck Center. I residui di zolfo, a contatto con l’aria, hanno una reazione chimica che pro-duce vapori dell’acido solfidrico. Lo zolfo contenuto nella cisterna era sta-to scaricato nello stabilimento Nuova Solmine di Grosseto, che produce an-che acido solforico. Da Grosseto, su

rotaie, la cisterna era arrivata a Bari, allo scalo di Fs Logistica, gestito da La 5 Biotrans. Fs Logistica aveva affidato l’operazione operazione di lavaggio a La 5 Biotrans che, a sua volta, l’ave-va subappalta alla Truck Center. Non è ancora certo che la Truck Center avesse le autorizzazioni per le immissioni di fumi nell’atmosfera e per gestire come rifiuti i residui degli interventi di boni-fica delle cisterne. Alla prima udienza erano presenti i familiari di tutte le vittime di quella tragedia. Erano lì per urlare giustizia. Biagio Sciancalepore aveva 22 anni, Michele Tasca ne aveva venti, Luigi Farinola, trentasette anni, Guglielmo Mangano, quarantaquattro, Vincenzo Altomare, sessantaquattro. Secondo la ricostruzione degli inqui-renti il primo a scendere nella cisterna, che doveva essere lavata, fu Guglielmo Mangano. Poi uno per volta si calarono Michele Tasca, Luigi Farinola, Biagio Sciancalepore e Vincenzo Altomare, sessantaquattro anni, il titolare della Truck Center.

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Dalla parte del cittadino1178Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Continuano a pervenire a “il Fatto” lettere e segnalazioni da parte dei cittadini molfettesi. Con piacere le ospitiamo facendoci portatori delle istanze della cittadinanza e sperando, come sempre, nella risposta anche

attraverso queste pagine degli amministratori.

E c’è chi pensa alle case popolari1179Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Lo sfogo di una anziana che continua a sognare una città migliore.

Egregio Direttore,chi scrive è il solito residente di via Per-coco, voce e spirito di malcontento una-nime, che spesso in altre occasioni con il vostro mezzo d’informazione ha riven-dicato le normali pretese di un cittadino che aspira ad ottenere la soluzione dei molteplici problemi del quartiere espo-sto quotidianamente alla pericolosità. Non è un’esagerazione l’uso di questo termine che può sembrare “forte” per un lettore o per il vero destinatario, quale il sindaco, figure disinteressate. Credetemi non lo è, per chi vive nella strada prima menzionata. La pericolosità trova fonda-mento significativo in quello che esporrò di seguito. La mancanza di illuminazio-ne, che dopo il tramonto pone al zona completamente al buio quando diventa

enormemente difficoltoso potersi muo-vere attraverso la strada dissestata per entrare nelle proprie abitazioni, strada che inoltre diventa impraticabile durante le giornate di pioggia e cattivo tempo. Ed ancora: presenza di animali pericolosi, soprattutto per i bambini e le donne, quali cani randagi, ratti e serpenti che vivono nell’accumulo di rifiuti e scarto di mate-riali lasciati dalle imprese di costruzione. Rifiuti che, oltretutto, possono fare affio-rare nei più disperati o se vogliamo anche temerari azioni di piromania. Mancanza di servizio di trasporto urbano, ma anche di scuolabus (quest’ultimo servizio limi-tato sembra a figli di qualche assessore o figure dell’amministrazione comunale residenti nei pressi), che costringono a possedere necessariamente almeno un

mezzo di trasporto e in talune famiglie, magari per problemi connessi al lavoro, addirittura due, rappresentando un aggra-vio alle già tante difficoltà economiche della maggior parte di coloro che hanno contratto dei mutui esosi, per molti al limite della sopravvivenza quotidiana. Per altri meno abbienti altro non rimane che confidare o dipendere dai favori dei più volenterosi per poter raggiungere la città. Il servizio postale non è assicurato, questo fino a quando la strada sarà per-corribile per i postini senza rischio. Ciò comporta il ritiro della corrispondenza presso l’ufficio sito al Lungomare Colon-na, ritiro con le modalità, i comodi e nei giorni indicati dagli impiegati, incorren-do nella scadenza delle bollette da paga-re. La strada è considerata pericolosa per

chi ci deve far pervenire la corrispon-denza, anche se inutile ricordare che le poste sono munite non solo di motocicli ma anche di autovetture evidentemente usate per altri scopi.Le difficoltà citate solo le più salienti, alcune delle quali furono segnalate con una lettera sottoscritta e protocollata al comune in data 1 settembre 2008 per ottenere un’udienza con il sindaco per esporre la situazione. Pur comprenden-do gli impegni del nostro primo cittadi-no che coesiste con l’incarico anche di Senatore, non siamo stati mai interpel-lati, ammesso che la richiesta sia stata mai considerata. Altro non rimane che sperare in un concreto riscontro, magari con un vostro fattivo interessamento o qualsiasi forma di intervento.

Da circa tre mesi non uscivo di casa, finalmente un pochino di sole e con mio figlio in giro in macchina, per qualche visita specialistica e com-missioni che non potevano più essere rimandate e poi a far la spesa. Quanta gente che fa capolino sotto il sole, i semafori uffaaa! Arrestano la corsa più volte. Dal finestrino osservo tut-to ciò che posso per farne il pieno da portarmi dentro, il tempo che resterò ancora in casa. I colori in lontananza catturano la mia attenzione, rosa, ver-de, blu ed ancora… grigio, giallo va-riopinti, cosa mai saranno? Sembrano venirmi incontro e… oh Dio! Quanti nuovi palazzi, tutti colorati di nuovo. Le scritte dicono? Dio mio ma guar-da hanno costruito le case popolari? Mi avvicino ansiosa per accertarmi, ma… no!Comunali sì! Ma non popolari e disil-

lusa ammiro le tante nuove costruzio-ni, eppure il pensiero si perde a rin-correre motivazioni plausibili, senza approdare a conclusioni. Costruzioni per chi fortunatamente se lo può per-mettere, per chi stringe la cinghia al-l’inverosimile, per chi si “impicca” con un mutuo perché “s…fortunata-mente” glielo hanno concesso, per chi ha già un tetto sicuro sulla testa e se ne concede un secondo o forse più. Ce n’é per tutte le categorie. Ma no! Nulla è per quella categoria precaria che fa fatica pure a mangiare, cate-goria dimenticata, abbandonata, can-cellata… Eppure esiste e forse non vive più nemmeno di speranza. Con il pensiero volo indietro nel tempo a ricordare le ultime case popolari con-segnate dopo lunghi dieci anni e forse più ed accadeva più di dodici anni fa. Poi erano pronte forse altre e si è dato

la priorità a quelli delle palazzine crollate… con tutto il rispetto per la loro situazione, ma a chi era regolar-mente in graduatoria non ha sofferto abbastanza? È stato ignorato e se ne rimane perennemente ad aspettare cosa? Fondi non ce ne sono! Intanto vede crescere la città di ciò che a lui non serve per “volare”, non c’è un’ala dove rifugiarsi, persino nelle chiese si fanno grandi “manovre” eppure mi hanno insegnato che si prega comun-que e ovunque ed io che sono cattoli-ca praticante, va benissimo la bella e comoda chiesa, ma (a do stè) la carità cristiana per quei poveri dimenticati? Chissà se la graduatoria ormai “se-colare” è stata insabbiata? Avrebbe bisogno di una bella “rispolverata”, e forse quando avverrà (se), io sarò bel-la e andata nell’ultima dimora. An-diamo figlio mio che qui non c’è po-

sto per noi. Di colpo il sole scompare, ma solo nel mio cuore ormai strizzato a dolore ed una preghiera invoco al cielo: fa Signore che chi ci guida in questa società pensi un po’ a noi più concretamente… come sarebbe bello se un giorno vedessi entrando in cit-tà… o anche da lassù, un grande car-tellone con su scritto: benvenuti nella città dove c’è un tetto per tutti!... Un sogno che tale rimarrà! Mentre l’au-to và, osservo quelle palazzine che lentamente scompaiono sotto i miei occhi e che sembrano aver portato la primavera con i loro colori… poi un pensiero triste: chissà se farà capoli-no quella primavera nel giardino della mia vita? Và… và… figlio! Pensiamo noi a noi perché non ci sta nessuno che ci pensa, andiamo và… a far la spesa oggi che domani Dio… provve-de. Con osservanza. l.a.

10 Attualità giovedì 7 maggio 2009

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Una vera aggressione al territorio?I progetti che interessano la nuova Zona P.I.P. sembrerebbero in contrasto con le norme che tutelano il paesaggio.

1180Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Attualitàgiovedì 7 maggio 2009 11

Il 12 febbraio del 2008 il Comune di Mol-fetta approvava l’ampliamento del P.I.P. (Piano per gli insediamenti produttivi). Nella nuova area, localizzata fra le vecchie strade provinciali che conducono a Corato e Ruvo, dovrebbero sorgere, secondo il piano, 104 nuove aziende e le tanto pub-blicizzate “Torri Gemelle” alte 100 metri. Subito dopo il provvedimento emergeva-no i primi dubbi che evidenziavano che il Comune di Molfetta, nonostante l’Autori-

tà di Bacino, avesse segnalato sulla mappa idrografica inviata prontamente in data 12 febbraio 2008, la presenza di lame attive a rischio idraulico, aveva ignorato il suddet-to parere tecnico e vincolante del suddetto ente e aveva approvato il progetto prose-guendo per la propria strada.La questione era stata sollevata dal dottor Guglielmo Facchini (rappresentante dei proprietari dei terreni da espropriare inte-ressati dal progetto) che aveva denunciato

l’impossibilità di edificare in tale zona, zona tagliata da ben tre lame. Secondo Facchini la costruzione di nuovi caseggiati all’interno dell’alveo delle lame ostacole-rebbe il naturale deflusso delle acque che in caso di forti precipitazioni nell’Alta Murgia, territorio in cui queste “ferite del terreno” hanno origine, potrebbero causa-re danni a cose e persone. Immediata arri-vava la replica del responsabile del Settore Territorio del Comune di Molfetta, inge-gner Rocco Altomare, che smentiva ogni tipo di dichiarazione del dottor Facchini ri-tenendo che il progetto stesse interessando soltanto marginalmente una lama ritenuta ormai “spenta”. Successivamente, il 30 lu-glio del 2008, il consigliere regionale non-ché presidente della VI Commissione Per-manente del Consiglio Regionale faceva arrivare la questione alla Regione tramite un’interrogazione. Questa era indirizzata rispettivamente ai presidenti del Consiglio Regionale e della Regione, Gabriele Pepe e Nichi Vendola, all’assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente, e al-l’Autorità di Bacino. Si chiedeva un’im-mediata risposta scritta. È di questi giorni

la notizia che l’assessore Angela Barba-nente, dopo aver immediatamente invita-to il Comune di Molfetta a verificare che il piano si attenga alle disposizioni delle Autorità di bacino, in data 5 marzo 2009 era ancora in attesa di una risposta. Anche Legambiente, con una lettera indirizzata al sindaco di Molfetta Antonio Azzollini, aveva chiesto il 15 dicembre 2008 di so-spendere immediatamente il piano. Anche in questo caso nessuna risposta. Dura è stata la presa i posizione di Rifondazione Comunista che con una nota ha fortemen-te criticato il comportamento dell’ammini-strazione comunale rea di aver intrapreso l’ennesimo braccio di ferro con un altro ente. Si attendono dei segnali chiarifica-tori da parte dell’Ufficio Settore Territorio che ha il dovere di produrre delle valide certificazioni attestanti la reale genuinità del nuovo piano d’espansione della zona A.S.I. La soluzione adatta sarebbe quella del buon senso, grande assente da molti anni a questa parte in città specie per le questioni attinenti lo “sfruttamento” del territorio.

Francesco Tempesta

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I volontari dell’Audit Civico replicano a Solimini1181Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Risposta alle affermazioni del Tribunale per i Diritti del Malato raccolte da Beatrice de Gennaro. Si apre il dibattito su un argomento che “il Fatto” tornerà a trattare ed approfondire nelle prossime settimane.

In Città giovedì 7 maggio 200912

Gent.mo Direttore ci corre l’obbligo di farLe pervenire alcune note a precisa-zione di quanto letto nell’articolo ap-parso sul suo giornale “il Fatto” di gio-vedì 26 marzo 2009, a pagina 11, dal titolo “Nuova sede per il Tribunale dei Diritti del Malato” a firma di Beatrice De Gennaro. Riteniamo che la persona che ha rilasciato l’intervista, crediamo il signor Solimini, non sia stato obiet-tivo nel riferire le notizie riguardanti l’esatto evolversi della vicenda o di averlo fatto secondo una chiave di let-tura, di parte, che fa comodo per esse-re ancora una volta protagonista ma in “negativo”.Nello specifico il signor Solimini la-menta la mancanza di sede per 2 anni del Tribunale per i Diritti del Malato nel nostro ospedale, tale mancanza è dovuta al solo fatto che lo stesso non ha mai voluto e saputo, sottolineo sapu-to, lavorare in équipe se non in incontri

occasionali. Le porte dell’Audit Civico sono state, sono e saranno sempre aper-te, con orari ben definiti, con la presen-za in loco dei volontari appartenenti alle Associazioni Auser, Ant, Sermol-fetta, Aido ed altre che non hanno mai fatto mancare appoggio e solidarietà agli utenti, in sintonia con quanto pre-visto dal progetto Audit. Non vi è alcu-na situazione conflittuale o rivalità sot-terranee come scritto nell’articolo tra i volontari dell’Audit Civico e il TDM se non affermazioni senza fondamento dette dal signor Solimini, in quanto le due realtà si completano e interagisco-no per lo stesso obiettivo. Il signor So-limini, quale componente del Comitato Consuntivo Misto nell’ambito del pro-getto Audit Civico, nonché Presidente del TDM di Molfetta e rappresentante di Cittadinanzattiva Onlus, sin dal gior-no dell’avvio del progetto Audit Civi-co, anno 2000, non ha mai partecipato,

in itinere, ad incontri di informazione, formazione e programmazione in Bari, presso la facoltà di Giurisprudenza, né al notevole lavoro svolto nell’ambito del programma Audit Civico come la raccolta e il confronto di dati ed in-formazioni, per promuovere la qualità delle prestazioni, dell’ospedale “Don Tonino Bello”, soprattutto nel rendere attivo il ruolo dell’utente né a quant’al-tro connesso alla realizzazione del pro-getto. Progetto egregiamente portato a termine dai Volontari delle Associazio-ni su menzionate i cui atti finali sono stati consegnati al Responsabile regio-nale Audit Civico dottor Tonino d’An-gelo, al Dirigente Settore Cittadinanza Attiva Regione Puglia dottoressa Maria Sasso, al dirigente responsabile URP e Comunicazione Coordinatore delle Po-litiche di Inclusione Sociale e Lavorati-va ASL BA dottor Ernesto Chiarantoni, al Dirigente Sanitario dell’ospedale di

Molfetta dottoressa Annalisa Altomare nonché portati a conoscenza di tutti i referenti delle ASL della regione Pu-glia durante un incontro monotematico tenutosi in Bari. Per quanto riguarda le voci di corridoio circa il finanziamento dato all’Audit Civico di 120.000 euro da parte della casa farmaceutica Astra-Zenica ci chiediamo perché il signor Solimini non pone la domanda al re-sponsabile Audit Civico regionale non-ché componente di Cittadinanzattiva di cui il TDM fa parte? Nella riunione tenutasi presso l’Ospedale di Molfetta in data 5 novembre 2008, presente il si-gnor Solimini (sarà capitato lì per caso), fu deliberato di mettere in essere una serie di incontri tra il referente tecnico aziendale, il rappresentante associa-zione di volontariato, il rappresentante Cittadinanzattiva Onlus (Solimini) e tutti i volontari Audit delle Associazio-ni coinvolte, per ipotizzare il “Piano di miglioramento” dell’Ospedale Don Tonino Bello, quale avvio della secon-da fase del progetto Audit Civico. Noi volontari ci chiediamo come mai il si-gnor Solimini, che tanto dice di darsi da fare, a modo suo, non ha ancora intera-gito con le altre componenti il Comita-to Consuntivo Misto Audit Civico nel prosieguo del programma? Forse per-ché si sentirebbe a disagio nel prendere parte alla realizzazione di un percorso che richiede presenza giornaliera nel-l’ambiente ospedaliero, abnegazione, spirito di sacrificio e ci fermiamo qui. A cui il signor Solimini non è abituato a quanto ci risulta. Noi volontari dell’Audit Civico e non solo, ci sentiamo colpiti per tali affer-mazioni da parte di colui che ne do-vrebbe fare parte attiva ma che in realtà si limita alle interviste sui giornali e a non voler un confronto leale, trasparen-te, aperto con tutti gli operatori volon-tari che giornalmente offrono le loro competenze professionali, il loro tempo a chi è in situazione di disagio.

Volontari Audit Civico

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Difficoltà e problemi nella Zona ASILa denuncia da un piccolo imprenditore che ha deciso da diversi anni di trasferire nella grande area la sua

autofficina.

1182Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

In Cittàgiovedì 7 maggio 2009 1�

Ignazio d’Agostino è stato tra i primis-simi “piccoli imprenditori” molfettesi a credere nelle potenzialità di sviluppo delle nuove aree produttive della città. Diversi anni fa decise di spostare la sua autofficina dal quartiere Madonna del-la Rosa nella zona ASI. Dalla città alla

zona artigianale. Una scelta dettata dal-la necessità di trovare nuovi spazi dove ampliare l’attività ma anche di poten-ziare i servizi mettendosi a disposizio-ne delle decine di aziende e migliaia di operai che vivono in quella nuova area della città.Da allora ad oggi molte cose sono cam-biate, tante altre, purtroppo, sono rima-ste così com’erano.“Siamo diventati tanti quelli che hanno deciso di lavorare qui: abbiamo centi-naia di dipendenti, migliaia di clienti e abbiamo costruito un tessuto sociale importante. Questo però sembra non importare molto alle istituzioni, il con-sorzio ASI per primo, che continua ad ignorare alcune nostre esigenze di pri-maria importanza”. E qui lo sguardo di Ignazio si perde nelle enormi diste-se coperte di rifiuti di ogni genere che circondano i capannoni sorti in tutta l’area. “Qui viviamo in una emergenza quotidiana: le strade non sono asfaltate, mancano i servizi, la vigilanza e perfino le più elementari norme di sicurezza”.

Al centro delle strade non è raro trovare tombini privi di copertura o buche che sembrano voragini: “Più di una volta – ha aggiunto Ignazio – è capitato di soccorrere automobilisti finiti all’inter-no di quei pericolosissimi buchi. Oltre ai danni alle vetture non sono mancate le lesioni agli occupanti”.C’è poi il problema della mancanza di igiene: “L’area è invasa di rifiuti di ogni sorta e ai margini di un canale in cui scorre acqua di fogna, crescono e si annidano insetti e animali di ogni tipo”. Insomma, i problemi sono tanti e sem-brano difficili da risolvere. “Abbiamo sollecitato più volte il con-sorzio ASI ad intervenire ma sinora si è mosso ben poco. Qualcosa l’abbiamo ottenuta in concomitanza con l’arrivo nella zona dei grandi centri commercia-li ma è ben poco rispetto alle esigenze delle tante persone che qui hanno scelto di vivere e lavorare. Abbiamo regolar-mente pagato gli oneri di urbanizzazio-ne e ci sembra assurdo che per ottenere i nostri diritti si debbano minacciare le

proteste o si debba contare sull’aiuto dei grandi colossi commerciali”.Mentre Ignazio parla un branco di più di una decina di grossi cani randagi si avvicina a noi: “Amo gli animali – dice Ignazio a tal proposito – io stesso pos-siedo due bellissimi cani ma è necessa-rio che anche sul fronte randagismo si intervenga con celerità ed intelligenza, garantendo assistenza a queste povere bestie ed evitando che possano costi-tuire un pericolo per i visitatori della zona”. Un lungo elenco di problemi da risolvere. Per aiutare chi ha scelto, con il suo impegno, il suo lavoro, la sua fa-tica, di aiutare la nostra città.

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Purtroppo attualmente a Molfet-ta quando si parla di torri è solo ed esclusivamente per parlare di quella di Miragica. Molti non sanno che in città ve ne sono altre ben più antiche che l’hanno difesa in passato. Anch’esse a loro modo furono “spericolate” come lo è quella del noto parco divertimen-ti. Da secoli dominano gli sterminati campi di ulivi. Sono anni che il sole batte forte sulle loro antiche pietre, anni in cui la pioggia a intermittenza disseta le profumate e temerarie erbe cresciute fra le loro fessure, anni in cui la luna si è specchiata più volte nei loro profondi pozzi. Edifici miste-riosi ma al tempo stesso evocatori di romanticismo magico, teatro di nume-rose vicende, le torri si trovano disse-minate qua e là per l’agro molfettese; ognuna vanta almeno un particolare

strutturale o una storia che la contrad-distingue. L’esistenza di questi edifici ha cominciato ad andare a braccetto con quella del nucleo principale del-la città di Molfetta già a partire dal X secolo. Infatti durante il Medioevo le campagne della città erano abitate da gente perlopiù di origine longobar-da che viveva stabilmente in casali o masserie. Alcuni secoli più tardi a questi edifici si aggiunsero altri di difesa, molto più alti e inaccessibili, detti torri. Molte torri sorsero sole, isolate da tutto, mentre altre anda-rono ad affiancare le varie masserie. Soltanto nelle campagne di Molfetta se ne contano a decine. Sono edifici maestosi, che rievocano le epoche più buie del Medioevo con la loro aria di austerità. Le torri erano dotate di sem-plici sistemi di difesa quali le caditoie

e le feritoie. Alcune potevano vantare saettiere e garitte. Era una delle torri del Duomo Vecchio, con il suono del-le sue campane, a segnalare l’arrivo di incursioni turche e barbariche dal mare. I rintocchi di avvertimento ve-nivano uditi dai soldati a guardia delle torri che, dalla loro cima, cominciava-no a segnalare, con segnali di fumo di giorno e fuochi di notte, il pericolo a quelle più interne. Quasi tutte queste fortificazioni, oggi, si trovano su fon-di privati e vengono utilizzate come depositi agricoli. Alcune sono anco-ra in buono stato mente altre sono ormai fatiscenti e pericolanti. Molti molfettesi le hanno dimenticate e le nuove generazioni ignorano purtrop-po la loro esistenza. In poche sono

state recuperate, alcune inglobate dal progresso che avanza frenetico, altre addirittura abbattute. Tantissimi libri dedicati alla città di Molfetta narrano leggende con più di un fondo di veri-tà che hanno come sfondo lo scenario buio e misterioso delle torri. È il caso dei tre ladri, fatti impiccare dal Re di Napoli, nei pressi di Casale Navarino, luogo abitato da una colonia di mo-naci che essi avevano derubato qual-che giorno prima. Alcuni giurano di aver veduto i loro fantasmi vagare per l’edificio ma qui entriamo strettamen-te nella leggenda... Una delle tante leggende custodite dalla antica storia della nostra città.

Francesco Tempesta

Torri molfettesi: tra storia e leggendaUn patrimonio da salvare e da rivalutare. Decine di edifici sorgono nell’agro della città. In molti casi è

possibile il recupero. E la rivalutazione dei loro antichi misteri.

1183Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Inchiestagiovedì 7 maggio 2009 1�

Page 16: Il Fatto n. 035

Inchiesta1�

Che il “sacrificio” di Torre Schirone non sia inutileDal Comune qualcosa si

muove1185Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

1184

Grazie alla famiglia Spaccavento e alla collaborazione di Vittorio Valente l’edificio è tornato a splendere.

L’antico edificio abbattuto per far posto ad una moderna palazzina. In cinque minuti

cancellati secoli di storia.

Conoscere le Torri 11186

Percorso suggerito dal sito del Comune di Molfetta.

L’idea è quella di realizzare un percorso

che unisca divertimento e cultura.

Dopo più di cinquecento anni di vita Torre Schirone (nelle foto rea-lizzate da Biagio Stoia n.d.r.) ha cessato di esistere sotto i colpi vigliacchi di una ruspa. Cinque secoli di accadimenti storici cancel-lati in poco più di cinque minuti. Il perché di tutto ciò? Una bella palazzina, tanto per cambiare. Una delle tante che stanno sorgendo in maniera alquanto disordinata in quello che ormai si può defini-re ex territorio agricolo molfettese. Torre Schirone avrebbe potuto raccontarci parecchio ma adesso che non esiste più il suo sacrificio dovrà insegnare molto a qualche signorotto che si è riservato il di-ritto, conto in banca alla mano, di decidere se fosse meglio avere dei nuovi appartamenti da vendere o un vecchio rudere. La “defun-ta” torre sorgeva sui terreni dell’ex stabilimento Palberting. Al suo interno era custodito un pregevolissimo affresco neo-bizantino del XVI secolo raffigurante una Madonna in trono con bambino e santi. Adesso non esiste più! L’edificio fu teatro delle anguste vicende di un certo Leonardo Moccola, marinaio. Egli, dopo essere stato cat-turato dai Turchi nel 1713, costretto a rinnegare la propria religione, fu rinchiuso proprio in Torre Schirone. Da qui dopo alcuni giorni di prigionia riuscì a fuggire dopo aver tolto la vita ad una sentinella. Purtroppo però i Turchi lo ricatturarono e lo condannarono all’im-piccagione.Storie e leggende di gente comune che si intrecciano con le vicende dei vari periodi storici e che si ripetono puntualmente in tutte le torri di Molfetta. “Cavolate” che nel 2009 interessano sempre più a meno persone in quanto la gente è incantata e plagiata dal dio denaro e dal dio interesse. Non si può negare che avere a portata di mano questi due dei farebbe comodo a chiunque ma esistono anche il dio della cultura e quello della storia che purtroppo entrano in contrasto con i primi. Di certo questi ultimi sono i più deboli e per questo necessitano di una forte mano da chi ha sempre creduto in loro. Soltanto così si riuscirà a recuperare e a salvare gli edifici storici di Molfetta dalle grinfie dell’ignoranza. f.t.

Mentre le torri stanno perdendo sempre più popolarità fra la gente il Comune di Molfetta ha cominciato realmente ad interessarsene. Non poteva essere altrimenti visto l’enor-me patrimonio storico che queste costituiscono per la città. Purtroppo però quasi tutti gli edifici medioeva-li sorgono su fondi privati e ciò com-porta che Palazzo di Città non può attuare interventi diretti. Si tratta di uno degli ostacoli più grandi da su-perare anche se comunque non è poi così insormontabile come si pensa. L’amministrazione comunale ha ela-borato un “percorso turistico-cultu-rale e funzionale delle Torri storiche di Molfetta” che è stato presentato fra i progetti del “piano strategico”. L’iniziativa è stata fortemente volu-ta dall’assessore agli Affari generali, Pesca, Agricoltura e Fondi regionali ed europei, Leo Petruzzella e dal-l’assessore alle Attività produttive e Fondi europei Saverio Tammac-co, coadiuvati dall’ingegner Rocco Altomare, responsabile del Settore Territorio, che ha elaborato il tutto. Il piano mira a creare un percorso ci-clabile fra le torri di notevole pregio ed interesse storico e culturale. In particolare saranno interessate Torre della Cera, Torre Falcone, Torre del Mino, Torre Marcianise, Torre Gave-tone, Torre Villotta e Torre Calderi-na. È prevista inoltre la creazione di luoghi di ritrovo “a verde attrezzato” per migliorare i punti d’incontro dei visitatori. Saranno chiamate a parte-cipare attivamente al progetto le as-sociazioni turistico-culturali locali. Il tutto anche allo scopo di creare un percorso eco-ambientale che porti un radicamento delle conoscenze dei bambini e degli adulti. Il progetto di ottima fattura valutato dal “Consi-glio Metropolitano” assieme ad altri proposti da altre città si è classificato fra i primi e ora attende soltanto che la Regione Puglia deliberi, a suo fa-vore, lo stanziamento dei fondi euro-pei. È di questi giorni la notizia che due “tour operator” si starebbero in-teressando ad alcune torri molfettesi in vista di un possibile inserimento nei loro pacchetti turistici. Speriamo bene... f.t.

Partendo dalla strada per Bitonto arrivati in prossimità della piazzetta, sulla destra, ecco la Torre/Chiesa Madonna della Rosa. Si pro-segue, tenendosi a destra, per via del Mino e subito dopo il sovrappasso dell’A/14 sulla destra si scorge Torre Cicaloria. Proseguen-do per via del Mino, circa 1 km più avanti, si scorge sulla sinistra Torre Cascione e più avanti dopo quasi 1 km sulla sinistra si può ammirare Torre Mino. Subito dopo la strada sfocia in un incrocio con due enormi pini; si prosegue a destra e dopo 2 km si intravedono i ruderi di Torre dell’Alfiere. Appena prima di quest’ultima sulla destra vi è un viottolo che che conduce alla Masseria Villafranca. Dopo l’Alfiere si prosegue per 2 km tenendo la sinistra per Contrada Palmento di Cotugno; incontrato sulla destra lo svincolo per il ‘’Vil-laggio delle Sette Torri’’ si prosegue diritto per una ripida discesa sino ad incrociare la SP per Bitonto. Qua si svolta a destra e proseguendo per circa 1 km, subito dopo una curva a gomi-to che immette in un lungo rettilineo, una stra-dina a sinistra conduce a Torre del Tuono. f.t.

Fra le tante torri degradate di Mol-fetta ve ne sono alcune che splendo-no di luce propria come se il tempo non le avesse minimamente scalfite. Questo grazie agli importanti inter-venti di ristrutturazione effettuati a cura dei proprietari stessi. È il caso di Torre Cicaloria, Torre Madon-na della Rosa, Claps San Martino, Torrione Passari, Torre Cappavec-chia, Eremo Pezza Sapone, Casale Zappino, Torre Cascione e Torre Molinara. Ed è proprio quest’ulti-ma che dovrebbe essere presa come esempio sia da parte di chi possie-de i terreni sui quali sorgono questi edifici sia da parte del Comune di Molfetta. Torre Molinara prende il nome dallo scopo effettivo della sua costruzione che era quello della mo-litura del grano. Essa risale al XV

secolo ed è l’unica torre circolare rimasta dopo l’abbattimento di Tor-re dei Briganti che sorgeva a ridos-so della costa orientale di Molfetta. Il fondo sul quale trova ubicazio-ne l’edificio fu acquistato qualche anno fa dalla famiglia Spaccavento. Famiglia che volle fortemente ri-mettere in sesto la costruzione che si presentava, nonostante un inter-vento strutturale da parte del prece-dente proprietario, in uno stato di degrado moderatamente avanzato. Infatti al suo interno i livelli erano semi pericolanti ed erano messi in comunicazione tramite una perico-losissima scala in legno. L’interven-to, come ha spiegato il proprietario attuale della torre Leo Spaccavento (nella foto), è stato effettuato tenen-do presente l’importanza storica del

luogo. Tutto è stato ristrutturato in base a quella che doveva essere un tempo la torre nella maniera meno invasiva possibile. Tra l’altro l’in-tervento ha comportato un esborso economico relativamente esiguo in quanto molti dei lavori sono stati effettuati personalmente dai pro-prietari. È stato interpellato anche l’artista molfettese Vittorio Valente che si è messo a disposizione so-prattutto per passione mettendo in secondo piano un possibile grosso introito economico. Onore, quindi, a questo personaggio e ai proprie-tari di Torre Molinara che hanno dimostrato di amare fortemente la propria terra e sferrato un grossissi-mo schiaffo morale a chi sostiene e predica sciocchezze riguardo l’irre-cuperabilità delle torri. f.t.

Page 17: Il Fatto n. 035

giovedì 7 maggio 2009 17

Che il “sacrificio” di Torre Schirone non sia inutile

L’esempio positivo di Torre MolinaraGrazie alla famiglia Spaccavento e alla collaborazione di Vittorio Valente

l’edificio è tornato a splendere.

Conoscere le Torri 21188

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Conoscere le Torri 1

Un altro suggerimento per una rilassante

passeggiata.

Percorso suggerito dal sito del Comune di Molfetta.

Partendo dalla strada per Bitonto arrivati in prossimità della piazzetta, sulla destra, ecco la Torre/Chiesa Madonna della Rosa. Si pro-segue, tenendosi a destra, per via del Mino e subito dopo il sovrappasso dell’A/14 sulla destra si scorge Torre Cicaloria. Proseguen-do per via del Mino, circa 1 km più avanti, si scorge sulla sinistra Torre Cascione e più avanti dopo quasi 1 km sulla sinistra si può ammirare Torre Mino. Subito dopo la strada sfocia in un incrocio con due enormi pini; si prosegue a destra e dopo 2 km si intravedono i ruderi di Torre dell’Alfiere. Appena prima di quest’ultima sulla destra vi è un viottolo che che conduce alla Masseria Villafranca. Dopo l’Alfiere si prosegue per 2 km tenendo la sinistra per Contrada Palmento di Cotugno; incontrato sulla destra lo svincolo per il ‘’Vil-laggio delle Sette Torri’’ si prosegue diritto per una ripida discesa sino ad incrociare la SP per Bitonto. Qua si svolta a destra e proseguendo per circa 1 km, subito dopo una curva a gomi-to che immette in un lungo rettilineo, una stra-dina a sinistra conduce a Torre del Tuono. f.t.

Fra le tante torri degradate di Mol-fetta ve ne sono alcune che splendo-no di luce propria come se il tempo non le avesse minimamente scalfite. Questo grazie agli importanti inter-venti di ristrutturazione effettuati a cura dei proprietari stessi. È il caso di Torre Cicaloria, Torre Madon-na della Rosa, Claps San Martino, Torrione Passari, Torre Cappavec-chia, Eremo Pezza Sapone, Casale Zappino, Torre Cascione e Torre Molinara. Ed è proprio quest’ulti-ma che dovrebbe essere presa come esempio sia da parte di chi possie-de i terreni sui quali sorgono questi edifici sia da parte del Comune di Molfetta. Torre Molinara prende il nome dallo scopo effettivo della sua costruzione che era quello della mo-litura del grano. Essa risale al XV

secolo ed è l’unica torre circolare rimasta dopo l’abbattimento di Tor-re dei Briganti che sorgeva a ridos-so della costa orientale di Molfetta. Il fondo sul quale trova ubicazio-ne l’edificio fu acquistato qualche anno fa dalla famiglia Spaccavento. Famiglia che volle fortemente ri-mettere in sesto la costruzione che si presentava, nonostante un inter-vento strutturale da parte del prece-dente proprietario, in uno stato di degrado moderatamente avanzato. Infatti al suo interno i livelli erano semi pericolanti ed erano messi in comunicazione tramite una perico-losissima scala in legno. L’interven-to, come ha spiegato il proprietario attuale della torre Leo Spaccavento (nella foto), è stato effettuato tenen-do presente l’importanza storica del

luogo. Tutto è stato ristrutturato in base a quella che doveva essere un tempo la torre nella maniera meno invasiva possibile. Tra l’altro l’in-tervento ha comportato un esborso economico relativamente esiguo in quanto molti dei lavori sono stati effettuati personalmente dai pro-prietari. È stato interpellato anche l’artista molfettese Vittorio Valente che si è messo a disposizione so-prattutto per passione mettendo in secondo piano un possibile grosso introito economico. Onore, quindi, a questo personaggio e ai proprie-tari di Torre Molinara che hanno dimostrato di amare fortemente la propria terra e sferrato un grossissi-mo schiaffo morale a chi sostiene e predica sciocchezze riguardo l’irre-cuperabilità delle torri. f.t.

Partendo dall’imbocco per la strada pro-vinciale che collega Molfetta a Corato, si procede per circa 1 km. Qui si svolta a destra per “contrada Spinaruta” e la si percorre sino ad arrivare a “Casale Zap-pino”. Superatolo, si svolta a sinistra, si procede attraversando il ponte dell’A14 e, arrivati all’incrocio con “contrada Stradelle”, si svolta a sinistra. Proceden-do, sulla destra è visibile la svolta per “Dolmen Frisari”. Superare la svolta e continuare a seguire la strada che diven-ta sterrata. La zona è tagliata dal torrente “Savanella” che scorre all’interno della profonda “Lama dell’Aglio”. All’in-crocio con la SP per Corato continuare diritto per “contrada Antignano”. Dopo circa 500 metri, una stradina sterrata a destra conduce al leggendario “Casale Navarino”. Invece, proseguendo dirit-to, si incontra sulla destra il maestoso, imponente e secolare “Ulivo di Antigna-no”. Da qui tornare indietro sino all’in-crocio con la SP per Corato e svoltare a destra. Proseguendo si incontra, appe-na prima del ponte dell’A14, “Torre di Pettine Azzollini” mentre subito dopo è possibile scrutare l’austerità di “Torre del Capitano”. Entrambe sono raggiun-gibili tramite dei vialetti posti a destra della provinciale. La piantina topografica dell’agro mol-fettese con le relative torri è disponibile cliccando sul pulsante “Itinerari culturali” collegandosi al sito del Comune di Mol-fetta (www.comune.molfetta.ba.it). f.t.

Page 18: Il Fatto n. 035

Anche la Pro Loco contro l’abbattimento delle torriNumerose le proposte avanzate dall’amministrazione che punta a promuovere e valorizzare il terriotorio.

1189Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Inchiesta1� giovedì 7 maggio 2009

Ormai a Molfetta anche le vecchie pie-tre modellate dall’uomo e dalla storia, dal tempo e dalle intemperie non pos-sono riposare tranquille. Dopo il triste epilogo dell’esistenza di Torre Schirone, si cercano i mezzi e le forze per strappare allo stesso destino tutti quegli angoli di Molfetta ricchi di passato, ma poveri di presente. Una so-luzione efficace potrebbe essere quella di far rientrare tutte le torri, sparse nel-l’agro molfettese, in un percorso di ri-levanza turistica, che permetta soprat-tutto alle nuove generazioni di scoprire e riscoprire luoghi che non abbiano una valenza esclusivamente commerciale ed economica. A tal proposito ci siamo rivolti all’Associazione Turistica Pro Loco di Molfetta che, oltre ad occupar-si della conservazione delle tradizioni popolari e di far conoscere il lato sto-rico e artistico della nostra città, si è in precedenza interessata alla questio-ne delle vecchie torri cittadine, anche attraverso alcune pubblicazioni che le vedevano protagoniste. “Già tempo fa

la Pro Loco ha incentrato la propria at-tenzione sulle torri di Molfetta, propo-nendo all’amministrazione comunale un percorso turistico che comprendes-se non solo le torri ma anche tutti quei luoghi importanti ed emblematici delle radici della cultura contadina molfette-se”, ha affermato il presidente dell’As-sociazione, Nicola Campo, che ha pun-tualizzato come la stessa associazione si sia interessata inoltre alle edicole votive sparse sul territorio, anch’esse abbandonate all’incuria, o rimosse e distrutte senza rispetto alcuno. Come è evidente, però, la proposta non è stata accolta dall’amministrazione che in-vece è diventata “carnefice di questa mattanza”. La Pro Loco continuerà, in ogni modo, ad interessarsi alla vi-cenda, ma anche a detta del presidente dell’associazione, è tutta la cittadinan-za che dovrebbe mobilitarsi contro quest’ennesimo scempio nei confronti della nostra terra.

Isabel Romano

Page 19: Il Fatto n. 035

Culturagiovedì 7 maggio 2009 1�

Il terremoto dell’11 maggio 1��0Una pagina di scienza e devozione popolare a cura del professor Cosmo Tridente

1190Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

L’11 maggio di ogni anno Molfetta ce-lebra la festa della Madonna dei Martiri chiamata con l’appellativo di “Médonne du Tremelizze” (Madonna del terremo-to), in ricordo e in ringraziamento per lo scampato pericolo della città nel terre-moto dell’11 maggio 1560, avvertito in tutta l’Italia centro-meridionale. Secon-do i dati rinvenuti presso l’Osservato-rio di Geofisica e Fisica Cosmica del-l’Università degli Studi di Bari, il sisma si verificò alle ore 4,40 di quel giorno (mercoledì), fu dell’8° grado della sca-la Mercalli, pari a magnitudo 6,4 della scala Richter ed ebbe il suo epicentro al largo della costa tra Bisceglie e Bar-letta. A Giovinazzo furono danneggiati alcuni vecchi edifici e fu lesionata una delle due torri campanarie (torre di sud-est) della Cattedrale. La scossa fu avver-tita fortemente, ma senza danni, a Bari e Molfetta, dove raggiunse l’intensità del 5° grado della scala Mercalli, non-ché a Napoli e parte della Campania. La scossa, della durata di otto secondi, fu di tipo ondulatorio-sussultorio. Ci fu una replica alle ore 9 dello stesso giorno, con intensità pari al 3° grado della sca-la Mercalli. Il 21 agosto di quell’anno ci fu pure un’eclisse totale di sole che risvegliò nei molfettesi paure e ango-sce non ancora assopite. Il manoscritto cinquecentesco di Seripando (Bibliote-ca Nazionale di Napoli) e la continua-zione del “Compendio” di Collenuccio ricordano che il terremoto fu avvertito a Napoli e nella Terra di Lavoro (la Terra di Lavoro, in origine chiamata Liburia, è una regione storico-geografica d’Ita-lia legata alla Campania, oggi risultante suddivisa tra le regioni politico-ammi-nistrative del Lazio e della Campania). Inoltre, i notai baresi Cardassi registra-rono succintamente la scossa nelle loro memorie manoscritte (Biblioteca Nazio-nale di Bari). “La scossa – raccontano i Cardassi – fu preceduta da un forte vento il cui sibilo fece destare i baresi i quali, presi dal panico e temendo si trat-tasse di una tromba d’aria, non osarono aprire le finestre delle proprie case per

rendersi conto di quanto stesse accaden-do. Infatti, poco dopo, quelle finestre cominciarono ad oscillare paurosamente e non furono poche – continuano i Car-dassi – le persone che invocarono l’aiuto di San Nicola, loro Patrono (non a caso San Nicola è anche raffigurato nel di-pinto dell’edicola commemorativa del terremoto, su via Bisceglie). Alle prime luci dell’alba, le strade di Bari erano co-perte di pietruzze e sabbia marina”. Ma perché Molfetta fu risparmiata da quella catastrofe? Com’è noto, l’intensità di un sisma generalmente diminuisce di grado man mano che ci si allontana dall’epi-centro; la zona maggiormente colpita è detta “megasismica” o epicentrale. Ciò premesso Molfetta, pur essendo molto vicina a quella zona, avvertì il terremoto con una intensità pari al 5° grado della

scala Mercalli, mentre Giovinazzo, re-lativamente più lontana dall’epicentro, avvertì il movimento tellurico con una intensità pari al 7° grado. L’apparente paradosso, secondo quanto tramanda-toci dai nostri avi, non può che avere una sola spiegazione: Molfetta sarebbe stata risparmiata da danni e vittime gra-zie alla protezione della Madonna dei Martiri. Non di questo avviso sono ov-viamente gli esperti dell’Osservatorio di Geofisica per i quali il diverso grado di intensità di un terremoto può dipendere da una serie di fattori quali: le diverse caratteristiche geologico-strutturali lun-go il percorso delle onde sismiche, gli effetti di dispersione e attenuazione che possono aversi lungo le direzioni di pro-pagazione, nonché la difforme velocità di rottura, intesa come velocità di propa-

gazione della frattura nell’interno della roccia. Reggeva allora la sede episcopa-le della città Mons. Nicolò Maiorani. Il prelato si mostrò padre amoroso verso i suoi figli angosciati, si portò in mez-zo al popolo confortandolo ed esortan-dolo ad avere fiducia nella Vergine dei Martiri, Patrona Melphictensium, al cui Santuario si recò con tutto il popolo per chiedere grazia e protezione. Una volta giunti al Santuario, possiamo immagi-nare quali siano state la suppliche alla Madonna, invocata a gran voce e con le lacrime agli occhi. Riconoscenti per lo scampato pericolo, ogni anno i mol-fettesi, insieme alle autorità civili, si re-cano processionalmente in Basilica per ringraziare la loro Patrona la quale non ha mai distolto il suo sguardo misericor-dioso dalla città.

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Cultura giovedì 7 maggio 200920

Ormai è ineccepibile! “Solo musica italiana” è entrata, a pieno titolo, nel calendario degli appuntamenti annuali musicali molfettesi. Si tratta di una sin-golare manifestazione, tutta ”made in Italy”, che sin dalla sua prima edizione ci regala l’occasione per interpretare, cantare e “vivere”, assieme ai gruppi musicali della nostra città, il panorama musicale italiano.Anche quest’anno, dunque, grazie al-l’associazione “Musica e Tradizioni”, il 9 e 10 maggio presso il teatro “Don Bo-sco”, saranno proposte due serate rigo-rosamente “live”, pregne del “sound” tricolore, tutto italiano. Due serate uni-che, simili a quelle degli anni ’60 e ’70, avvolte nella genuina e straordinaria atmosfera della buona musica.Saliranno in pedana i gruppi musicali della nostra città che suonano in occa-sione di spettacoli, serate danzanti, fe-ste, ricevimenti. Musicisti che, da anni, sono uniti in un’associazione, composta da oltre cento soci, tenuta in vita con solerzia dal presidente Antonio Scian-calepore. Un’associazione che infon-de, assieme alla musica, la cultura del sociale. È sufficiente dare uno sguardo alle passate edizioni per rendersi conto

dell’impegno pubblico. FIDAS, AVIS, CRI, sono state nel passato partner di questa manifestazione; in questa occa-sione, sarà la volta del Sermolfetta.Nel riassumere l’attività svolta dall’as-sociazione in questi anni si deduce una straordinaria dinamicità ed un entusia-smante desiderio nell’organizzare ma-nifestazioni di musica leggera; tra que-ste, le passate edizioni di “Solo Musica Italiana”, “Cantando sotto le Stelle”, “Telethon” ed “Estate Musicale Mol-fettese”.Crescono, inoltre, i gruppi musicali che fanno parte del sodalizio, alcuni dei quali si esibiranno in questa sesta edi-zione, presentata da Lucia Catacchio: Blue Friends Swing, Deep Dream, Diambar, Flashback Music, Officina Musicale, Lost, The New Moons, The New Pocker, Respa Band, La Strana Sensazione.È inevitabile, dunque, che anche in questa rassegna di “Solo Musica Ita-liana” i musicisti effonderanno nei presenti pure emozioni, per far vivere un piacevole spettacolo musicale che, sicuramente, sarà gradito al pubblico molfettese.

Gianni Amato

Torna l’appuntamento con “Solo Musica Italiana”Sesta edizione dello spettacolo musicale dedicato alla

musica italiana.

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Un annullo speciale per la Pro LocoSono ufficialmente cominciate le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario di fondazione dell’associazione.

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Cultura giovedì 7 maggio 200922

Prendono ufficialmente il via i festeg-giamenti per il cinquantesimo anni-

versario di fondazione dell’Associa-zione Turistica Pro Loco di Molfetta.

Ad aprire il lungo e ricco calendario d’eventi, che interesserà tutto l’anno in corso, è stato uno speciale annullo postale che nelle giornate di sabato 2 e domenica 3 maggio, ha richia-mato un folto numero di molfettesi e non, presso la piazza principale del centro commerciale Gran Shopping Mongolfiera di Molfetta. Direttamente presso l’apposito stand, è stato possibile acquistare e far annullare le cartoline, attraverso timbri riportanti lo storico ed incon-fondibile stemma della Pro Loco di Molfetta e quello delle Pro Loco del-l’intera Puglia, il tutto reso possibile dalla grande collaborazione con Po-ste Italiane. L’evento ha attirato l’at-tenzione non solo di curiosi e con-cittadini molfettesi, in qualche modo legati alle vecchie e nuove vicende dell’Associazione, ma anche quella di numerosi appassionati di filatelia che non si sono certo lasciati sfug-gire le quattro cartoline celebrative, create per l’occasione in edizione li-mitata con diversi soggetti, squarci

significativi della città: da una vedu-ta di Banchina Seminario risalente al 1980, al classico e maestoso ritratto del Duomo, fino al sito archeologico del Pulo. Il prossimo appuntamento per i cin-quant’anni della Pro Loco è previsto per il 9 maggio con l’inaugurazione di una mostra fotografica, ospitata all’interno della Sala dei Templari di Piazza Municipio, in cui ogni singola immagine scandirà le tappe indicati-ve della storia dell’Associazione.

Isabel Romano

Page 23: Il Fatto n. 035

La cittadinanza attiva può salvare la democrazia?1193Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Culturagiovedì 7 maggio 2009 2�

Venerdì 24 aprile presso la Sala Fi-nocchiaro della Fabbrica di San Do-menico l’assessore al Territorio della Regione Puglia, Angela Barbanente,

ha commentato e proposto alcune riflessioni sul libro Chelsea story di Susan Podziba, edito da Bruno Mon-dadori (2006). Chelsea è un centro urbano situato nei pressi di Boston, in Massachusetts: all’inizio degli anni ’90 era considerata una delle città più clientelari, corrotte e inefficienti degli Stati Uniti. Metà del Consiglio Comunale e quattro sindaci condan-nati per corruzione, il corpo di poli-zia che favoriva il racket, i vigili del fuoco che prendevano tangenti per appiccare incendi e permettere alle ditte in fallimento di incassare i sol-di delle assicurazioni. Poi qualcosa è cambiato, “la città corrotta ha saputo riscoprire una buona democrazia”: la gestione amministrativa è stata affidata ad un commissario, la cui politica è stata orientata al coinvol-gimento e alla partecipazione della popolazione attiva, con l’obiettivo di tirar fuori la parte buona della citta-dinanza, renderla partecipe alla vita

democratica. Stimolare il cittadino alla vita politica è fondamentale: se non partecipa, se non è coinvolto, rimane distaccato e accetta qualsiasi condizione come un fatto scontato: subisce senza reagire. Secondo l’as-sessore Barbanente oggi la nostra realtà amministrativa è asimmetrica: i poteri detenuti dagli attori, cittadi-ni, proprietari, tecnici, politici, sono sbilanciati. Al contrario il commis-sario di Chelsea rendeva trasparente la partecipazione, si circondava di tecnici senza macchia, escludeva i corrotti, invitava la gente dal basso a realizzare progetti. Il tema della cor-ruzione oggi è un fenomeno che fa riflettere. Alcuni, i più furbi, consi-derano la legge un’opzione, la appli-cano a loro discrezione fino ai limiti della stessa legalità. Amministrare una comunità oggi è difficile e com-plesso: non sempre l’amministratore di turno conosce i bisogni reali della città e gli interventi da adottare. L’as-

sessore regionale Guglielmo Miner-vini nel suo intervento ha affermato che la vera democrazia sfida le tra-sformazioni con idee: le risorse pub-bliche non sono più sufficienti a suf-fragare il cambiamento, i problemi si stanno allargando e aggrovigliando, la politica economica sociale non dà più risposte alla crisi, si moltiplica la sfiducia. Il vecchio modello non funziona. Solo attraverso la parteci-pazione civile è possibile recuperare l’efficienza pubblica. Minervini ha aggiunto che la corruzione è un feno-meno dinamico, uno scambio illecito tra soggetti. E quando coinvolge altre persone, la realtà si avvita su se stes-sa fino ad arrivare al punto di rottura: produce impoverimento pubblico che si ripercuote sulla qualità dei servizi. La sfida: la corruzione urbanistica si può battere solo preservando l’am-biente in cui si vive.

Pantaleo De Trizio

Un libro per dimostrare che è possibile cambiare coinvolgendo i cittadini e pensando al bene comune.

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Dai rifiuti le risorse per il futuroNecessaria maggiore attenzione e più rispetto per l’ambiente. Questa la “ricetta” del direttore dell’ASM,

ingegner Silvio Binetti.

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Cultura giovedì 7 maggio 20092�

“Non esistono macchine capaci di separare i rifiuti: solo la raccol-ta differenziata e il trattamento di smaltimento possono contribuire a liberarcene”. È quanto ha ribadito l’ingegner Silvio Binetti, direttore dell’Azienda Servizi Municipali di Molfetta, martedì 28 aprile presso l’Università Popolare Molfettese, af-frontando il problema dei rifiuti so-lidi nella nostra società. Ha poi con-tinuato l’ingegner Binetti: “Se oggi i rifiuti non vengono gestiti bene, si rischia di esserne sommersi. Gestire nel senso di vigilare sull’ambiente, difenderlo da tutte le forme d’inqui-namento, evitando sprechi di risorse naturali, che non sono mai sufficienti e l’uso di prodotti semi riproducibili come la carta. Creando condizioni di soddisfazioni della popolazione, mi-gliorando la qualità della vita. Que-sto implica un corretto impiego delle risorse umane ed economiche”. “La terra si sta degradando, sta diventan-do sabbia. Se utilizzati e trasformati

correttamente, i rifiuti diventerebbero una grande risorsa per la soddisfazio-ne dei bisogni dell’uomo. Infatti nei rifiuti troviamo carta, vetro, plastica, resti alimentari, terreno. In passato si pensava che per separare i vari com-ponenti sarebbe bastato applicare la scienza tecnologica, ma è stata un’il-lusione. Oggi le uniche tecnologie di smaltimento e di trasformazione dei rifiuti sono affidati agli inceneritori o termovalorizzatori e agli impianti di compostaggio: quest’ultimo è un pro-cedimento biologico che trasforma i rifiuti in terriccio utile all’agricoltura. Non procura nessun impatto ambien-tale. Se mal gestito”, ha proseguito il direttore, “ovvero se non si rispetta la quantità giusta da smaltire, allora viene emesso un cattivo odore, sgra-devole ma innocuo per l’uomo. Que-sta realtà esiste a Molfetta. Anche i siti delle discariche sono sicure, con i nuovi sistemi di impermeabilizzazio-ne delle cave, in modo tale da evitare l’inquinamento delle falde acquifere.

Oggi la comunità paga un cifra mol-to alta per lo smaltimento: una ton-nellata di rifiuti costa circa 55 euro e nel prossimo futuro il prezzo sicura-mente raddoppierà. Solo un’accurata e consapevole raccolta differenziata potrà abbattere i costi. Si sta proget-tando, infatti, la raccolta differen-ziata porta a porta. Così come sono già cominciati i lavori per impiantare dei cassonetti interrati presso Piazza

Mazzini, piazza Municipio, piazza Vittorio Emanuele. Questi cassonetti avranno una capienza di 5 metri cubi, a differenza di quelli ora in uso che ne contengono 3. Per lo svuotamento dei cassonetti interrati”, ha concluso il dott. Binetti, “basterà un solo uomo alla guida di una macchina provvista di gru”.

Pantaleo de Trizio

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E finalmente la salvezza è cosa fatta. Dopo tante sofferenze, la Nuova Virtus Molfetta raggiunge l’obiettivo prefissa-tasi a inizio campionato grazie alla vit-toria per 91-77 ottenuta in gara 5 contro il Matera e che vale il 3-2 di una serie portata meritatamente a casa. Può quindi ora festeggiare tutta la società, a partire dal presidente, per passare ai dirigenti, all’allenatore e ai giocatori e finendo con il pubblico molfettese che aspettava con ansia questo obiettivo. Alla fine è stata appunto la Virtus ad avere la meglio in una serie che si preannunciava molto equilibrata ed ostica per gli uomini di Carolillo. Importante e fondamentale per l’esito finale della contesa è stato oltre al resto il fattore campo favorevo-le al Molfetta. Infatti le tre vittorie sono arrivate dalle gare disputate in casa vi-sto che in trasferta, in un PalaSassi non del tutto colmo nei due incontri esterni, sono arrivate le due vittorie materane. Ma mentre in trasferta, in gara 2 e gara 4, la partita è stata a lungo in bilico, per poi decidersi a favore dei locali nei mi-nuti finali, nelle tre gare disputate al Pa-laPoli non c’è stata storia: i vari 92-77, 97-78 e 91-77, rendono, anche se solo in parte, il dominio molfettese mostrato in campo, ricco di determinazione, cat-tiveria (quella agonistica), e soprattutto voglia di dimostrare al pubblico che questa squadra merita la permanenza in

serie A dilettanti. Anche gara 5, infatti, ha visto partire bene la Virtus che, dopo un inizio tirato con il Matera anche in vantaggio (7-9), è riuscita ad andare con più precisione a segno e ad allun-gare sugli avversari quel tanto che basta per non essere più ripresi: 18-13 dopo i

primi 10 minuti, un vantaggio minimo, ma che con la spinta dei 2000 spettatori del PalaPoli è diventato un muro inva-licabile per i materani. I minuti passano e il vantaggio, lentamente, ma costan-temente, aumenta: a metà gara è +10 sul 47-37. Ora la gara si fa più bollente

perché manca sempre meno alla fine. Il Matera risponde ai canestri molfettesi, ma non dà mai l’impressione di poter recuperare. Allora il pubblico decide di accendere ancora di più l’incontro: pri-ma il molfettese Mapelli viene colpito al capo da un oggetto probabilmente lanciato dalla zona degli ospiti, ma su-bito dopo la calma ritorna; poi ci pen-sa uno steward che forse provocato, si esibisce in uno scontro davvero poco decoroso con il coach materano; per fortuna anche in questo episodio dopo alcuni momenti di tensione torna la normalità. Normalità di gran lunga pre-feribile ai momenti di confusione visto che la Virtus diventa sempre più sicura in campo e detta legge. Dopo il 69-56 del 30’, l’ultimo quarto si trasforma per la gioia di tutti in una semplice attesa prima della festa finale. Quando poi al suono della sirena finale il tabellone dice 91-77 per il Molfetta, la gioia può esplodere, e poco importa se lo speaker invita il pubblico a non entrare in cam-po dopo la partita, perché la voglia di abbracciare i ragazzi e festeggiare tutti insieme questa importantissima vittoria è troppo grande. Questa è la Virtus che ci piace. Questa è la Virtus che è già al lavoro per programmare un altro fanta-stico anno in Serie A Dilettanti.

Giordano Germinario

Sportgiovedì 7 maggio 2009 2�

La juniores del Real campione di PugliaMentre la prima squadra dovrà disputare i play off per tentare di conquistare la Serie B.

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Mamma che bella la Serie A!

La Virtus conquista gara 5 e con essa il diritto a disputare anche nel prossimo anno il campionato di

Serie A Dilettanti.

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Imponendosi con il risultato di 8 a 2 contro il Pellegrino Sport Altamura, gli “juniores” del Real Molfetta hanno vin-to il campionato regionale di categoria, conquistando così il diritto a prendere parte alle fasi nazionali del torneo. Una cornice di pubblico degna del grande evento ha fatto da scenografia all’ulti-ma giornata di campionato disputatasi per l’occasione sul prestigioso parquet del PalaPoli (di solito gli under 18 gio-cano presso il centro sportivo Nettuno n.d.r.). I ragazzi allenati da Nico Alle-gretta hanno così coronato il loro sogno

riuscendo a portare a casa un titolo che di diritto li inserisce nella storia sporti-va cittadina. “Siamo felicissimi di que-sto risultato – ha dichiarato a fine gara Salvatore del Vecchio, dirigente respon-sabile della squadra – abbiamo creduto fortemente in questo progetto rivolto ai giovani e che va ben oltre il semplice impegno sportivo”. Della squadra, in-fatti, fanno parte anche alcuni ragazzi seguiti costantemente dai volontari del Sermolfetta nell’ambito dei progetti di recupero e reinserimento sociale. “Ve-dere questi giovani atleti festeggiare

per un traguardo tanto prestigioso – ha aggiunto del Vecchio – ci riempie di or-goglio e ci spinge a ringraziare sempre di più il Real Molfetta che ha sposato il progetto proposto dal Sermolfetta”. Un progetto che, come ha sottolineato Leonardo Mele, presidente del Real, proseguirà anche nei prossimi anni.Da una squadra all’altra, i “grandi” impegnati nel campionato di serie C1 saranno costretti a disputare i play off per tentare di accedere al campionato di serie B nazionale. Nell’ultima giornata della stagione regolare non è infatti ar-

rivato il tanto atteso miracolo e il torneo è stato vinto dal Giovinazzo. Nelle ulti-me due uscite della stagione regolare i molfettesi avevano comunque portato a casa l’intera posta in palio: vittoria per 3 a 0 a Ruvo e tennistico 6 a 0 nella gara interna contro il Sava. “C’è un po’ di rammarico – ha detto Leonardo Mele – perché speravamo nell’immediato salto di categoria. Ci era sfuggito nella scorsa stagione e si è ripetuto quest’an-no. Non posso però che ringraziare tutti i ragazzi per quanto hanno fatto vedere in questa stagione”.

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Sport giovedì 7 maggio 20092�

Bari Sport: la beffa arriva nel derbyBiancorossi superati in classifica da Cellamare e Palo

del Colle dopo il pareggio con il Milan Club.

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Nel volley si decide all’ultimoI ragazzi cercano i play off le ragazze la salvezza.

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Manca ancora una giornata alla fine della stagione regolare dei campionati nazionali di pallavolo maschile e fem-minile. Entrambe le formazioni molfet-tesi impegnate in Serie B, la Pallavolo e l’Azzurra, sono ancora in corsa per centrare i rispettivi obiettivi. La prima impegnata alla ricerca, sempre più dif-ficile, di un posto per accedere ai play off, la seconda che, le prova tutte per conquistare una difficile e faticosa sal-vezza. I ragazzi allenati da mister Lorenzo-ni hanno conquistato nelle ultime due uscite altrettante vittorie. La prima il 26 aprile sul parquet dei romani del-l’Ostia. Al “lido” i molfettesi si sono imposti per 3 a 1 (parziali 16-25, 20-25, 25-15, 28-30) non senza qualche diffi-coltà. Sette giorni dopo, ancora lontana dal parquet amico del PalaPoli, la Pal-lavolo si è imposta sul difficile e caldo campo del Marcianise, squadra cam-pana impelagata nella corsa salvezza. I biancorossi hanno portato a casa un sudatissimo 3 a 2 (15-25, 27-25, 19-25, 25-21, 15-17) conquistato su un campo difficile per tutte le compagini che vi si

sono esibite. Contestualmente il Bari, ha sfruttato il rallentamento dei molfet-tesi per riprendersi il terzo posto. Tutto quindi si deciderà nell’ultima di cam-pionato, in programma il 10 maggio, quando il Molfetta riceverà il Foggia.Le ragazze di patron Giancaspro hanno sfruttato quasi a pieno i doppio turno casalingo. Il 25 aprile hanno conquista-to due punti contro il Tuglie: 3 a 2 (25-17, 21-25, 25-22, 24-26, 18-16) il finale di una gara vissuta tra alti e bassi. Fa-cile invece la vittoria per 3 a 0 (25-15, 25-16, 25-15) contro il già retrocesso Ostuni. Nell’ultima gara della stagione, il 9 maggio, le “azzurre” sono attese in quel di Aversa. Sempre sul fronte fem-minile, facendo un salto al campionato di Serie C, da segnalare la retrocessio-ne della storia Molfetta Volley.

Il dramma sportivo, forse, si è vissuto come nessuno si augurava all’inizio del campionato. Quando mancano appena novanta minuti alla fine della stagione regolare, il Bari Sport Molfetta, per quasi tutto il torneo capolista solitario, si è visto in un sol colpo scavalcare da Cellamare e Palo del Colle. Tutto ciò a causa di un fi-nale di stagione vissuto certamente sotto tono e che ha avuto l’apice nelle ultime due gare sin qui disputate. Nel frattempo il Milan Club vede la salvezza, la seconda consecutiva in questo campionato, sem-pre più vicina. Ma andiamo con ordine.Il 26 aprile i biancorossi del Bari Sport allenati da mister Angelo Germinario sono stati “asfaltati” dai quattro gol su-bito dal Palo del Colle, riuscendo per una sola volta a gonfiare la rete difesa dal portiere padrone di casa. Un capitombolo doloroso che ha aperto la via dell’aggan-cio in vetta alla inseguitrice Cellamare. Contemporaneamente il Milan Club di Nico Mininni, vincendo per 2 a 1 in casa contro il Bisceglie, vedeva crescere le sue quotazioni salvezza. Il derby “fratricida” di sette giorni dopo, disputato sul sinte-

tico del “Benedetto Petrone”, segnava la gara del sorpasso e, salvo una pronta reazione di orgoglio nell’ultima gara, il probabile addio al sogno promozione di-retta del Bari Sport. La ex capolista non andava oltre l’1 a 1 nell’incontro contro il Milan Club e subiva il doppio sorpasso di cui abbiamo già detto prima. Nell’ultima gara della stagione regolare, in program-ma il 10 maggio, il Bari Sport sarà di sce-na sul difficilissimo campo di Cellamare mentre il Milan Club riceverà il Trinita-poli per salutare i suoi tifosi.Per quanto riguarda il campionato di Ec-cellenza, si disputerà a Molfetta con ini-zio alle 16.30 sul manto erboso del “Pao-lo Poli” la finale di ritorno dei play off tra Liberty e Ostuni. All’andata si sono imposti i brindisini per 2 a 0.

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Sportgiovedì 7 maggio 2009 27

PALLAVOLOSerie B1 Maschile Serie B2 Femminile

TraniMateraSalernoTarantoScafatiSarnoBattipagliaBeneventoPotenzaSala ConsilinaTuglieMOLFETTANojaturiMontescagliosoAversa Ostuni

�0�������1�0�����7���2��2�1�1�1

SoraGelaBariMOLFETTAChietiTerlizziSpoletoTerniBroloFasanoAvellinoGalatinaMarcianiseOstiaFoggiaSquinzano

7�71�7���1�������0�������12�2�1�

CALCIO A5 CALCIOSerie C1 Seconda categoria

CellamarePalo del ColleBARI SPORTConversanoBitrittoE. TriggianoAdelfiaBisceglieCapursoMILAN CLUBTrinitapoliMolaAltamuraA. TriggianoTraniCerignola

���������1�7������������2�201�rit.

GiovinazzoREAL MOLFETTAModugnoCastellanaFasanoSammicheleR. MolaPellegrinoRuvoV. MolaCerignolaNociSpinazzolaBrindisiAltamuraSava

7170�7�7���2�������������12�217

Tutto pronto per il Trofeo dell’Adriatico 200�La Vogatori Molfetta pronta a riconfermare il titolo

conquistato nel 2008.

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La Submission si fa strada in PugliaAd Andria una importante manifestazione promozionale.

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Ottimi risultati raggiunti dalla Sub-mission Fighting Union, associazione sportiva molfettese impegnata nella disciplina della “submission”. Lo scor-so 19 aprile gli atleti molfettesi hanno dato prova della loro bravura nel corso della manifestazione organizzata pres-so il palazzetto dello sport di Andria.Con la collaborazione di Meo Bonvi-no, già più volte campione del mondo di kickboxe, e con l’organizzazione del

molfettese Vanni Altomare, è stata rea-lizzata una tappa dei campionati italiani di kickboxing, specialità “K1 Light”, e alla seconda edizione della “Andria Submission Cup”, manifestazioni en-trambe patrocinate dalla federazione AisCombat.La competizione agonistica, rivolta a ragazzi che da poco si cimentano in questa disciplina, ha avuto l’obiettivo di preparare gli atleti a gare nazionale

di più ampio respiro, realizzando un circuito competitivo di zona, nel corso del quale è stato testato il livello tecni-co dei praticanti provenienti dall’intera provincia.A questa edizione hanno partecipato una trentina di atleti provenienti da 5 squadre pugliesi, divise in quattro di-verse categorie di peso. Risultato molto soddisfacente, se si considera che solo da pochi anni questa disciplina lottato-ria è presente in Puglia. È stato anche sorprendente notare come rispetto alla edizione precedente, organizzata nello scorso mese di dicembre, il livello tec-nico dei partecipanti sia notevolmente

migliorato.Da menzionare la presenza in gara di Francesco Mininni, già vincitore di diverse competizioni nazionali, che in questa gara si è aggiudicato l’oro nella categoria “-78 Kg”, intascando il pre-mio, messo in palio per tutti i vincito-ri di categoria, di 100 euro, nonché di Ilario Spadavecchia, della Submission Fighting Union, lottatore di submission e MMA, che è riuscito a piazzarsi al terzo posto.Arbitro della competizione, Vanni Al-tomare, già campione italiano nella ca-tegoria “-88Kg” classe A nel 2008 nel circuito nazionale Kombat League.

Si chiama Trofeo dell’Adriatico la manife-stazione sportiva riservata ai vogatori degli equipaggi che rappresentano le marinerie del medio e basso versante dell’Adria-tico che ogni anno si sfidano a bordo di imbarcazioni a dieci remi. Il campionato si sviluppa su un certo numero di regate lungo tutto l’arco della stagione estiva, con diverse trasferte su e giù per l’Adriatico; in ogni regata si svolgono delle “batterie” tra due imbarcazioni simili, gare di un miglio marino su un percorso rettilineo e con del-le virate. La voga è uno sport fortemente imprevedibile, proprio perché in acqua tutto può succedere, ed è per questo mo-tivo che il pubblico lo segue e lo apprezza molto. Molfetta è città simbolo nella disci-plina tanto da essere rappresentata da ben tre associazioni sportive: l’A.S.C. Vogatori Molfetta, La Bilancella e la Nautilus. Nel-le scorse settimane si è tenuto l’incontro di programmazione del Trofeo dell’Adriati-co 2009 a cui hanno partecipato i dirigenti delle società di vogatori, il presidente del C.S.I. Molfetta, Minervini e il presidente del comitato C.S.I. di Bari, Grandolfo. I partecipanti hanno messo a punto i detta-gli organizzativi e tecnici per la quarta edi-zione della manifestazione. Le gare, che si svolgeranno tutte di domenica, avranno luogo il 5 e il 12 luglio a Molfetta, il 18 e 19 luglio a Pescara, il 26 luglio a Vasto, il 2 agosto a Giovinazzo, il 6 settembre a Brindisi. A contendersi l’ambito premio ci saranno le tre società molfettesi, l’A.

S.D. “Massimo Cervone” di Giovinazzo, i “Remuri Brindisi”, “La Ciurma” di Vasto, i “Vogatori Bari”, Ortona, Martinsicuro, e Dubrovnik (Croazia) nella tappa di Giovi-nazzo, mentre a supportare le operazioni ci saranno i giudici del C.S.I. di Molfetta. L’A.S.C. Vogatori Molfetta ha ottenuto la vittoria del Trofeo dell’Adriatico 2008, dopo una stagione ricca di ottimi risultati come il primo posto al Memorial “Mim-mo Farinola”, e il secondo posto nella gara inaugurale di Brindisi; la costanza dei ri-sultati, fattore determinante, ha permesso di conservare il primo posto della clas-sifica a punti fino all’ultima regata del 3 agosto, quando i ragazzi hanno festeggiato l’ambito traguardo insieme al loro timo-niere Mauro de Gennaro e al presidente Luigi la Forgia. Le altre squadre, ben pre-parate, hanno regalato allo scorso cam-pionato uno spettacolo unico; sul podio Giovinazzo con 84 punti, e Brindisi con 82, mentre un quarto posto alla molfettese Nautilus. Attualmente l’A.S.C. Vogatori Molfetta è la squadra più titolata, avendo già vinto la prima edizione del Trofeo nel 2006, mentre i Remuri Brindisi hanno vin-to solo l’edizione del 2007; per chi fosse interessato allo svolgimento delle gare del Trofeo dell’Adriatico 09 può seguire tutti gli aggiornamenti, i risultati e le curiosità visitando il sito www.vogatorimolfetta.com. Appuntamento quindi a luglio, con una nuova stagione sportiva.

Biagio Stoia

Page 28: Il Fatto n. 035

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JOBCRAwLER

Chi si dedica alla ricerca di un’oc-cupazione impiega spesso tutto il tempo disponibile a questo scopo, sfruttando tutti i mezzi a propria di-sposizione, dai servizi Informagio-vani, ai Centri per l’Impiego alle agenzie di fornitura di lavoro tem-poraneo (ex interinali) e via dicen-do. Si consultano opportunità sulla stampa, su internet, in televisione e alla radio. In questo mare di infor-mazioni sguazzano purtroppo anche approfittatori e truffatori veri e pro-pri che speculano sulla buona fede di chi spesso, spinto dal bisogno, si affida a loro per avere un impiego. Non di rado ci si può imbattere in

proposte lavorative o formative fa-sulle, ad esempio, inviti per un finto colloquio di selezione, offerte di un corso di formazione tutt’altro che formativo, iscrizione a pagamento a banche dati che non esistono affatto, telefonate ad un numero 199 sempre a pagamento che, dopo alcuni minu-ti di conversazione, non approda ad alcun risultato. E si potrebbe conti-nuare ancora. Non c’è naturalmente alcun rischio nel contattare l’azien-da che vi propone un buon posto di lavoro, magari tramite mail o lette-ra, ma è necessario adottare alcuni comportamenti cautelativi. Esistono accorgimenti semplici e veloci per prevenire gran parte di queste truffe o perlomeno riuscire a riconoscere le offerte valide da quelle fasulle. Per quanto riguarda le offerte lavo-rative è opportuno chiedere subito chiarimenti riguardo alla posizione ricercata dall’azienda e al luogo di lavoro. Nel caso in cui, il vostro contatto, svia le domande e vi invi-ti a un colloquio di lavoro, fate at-tenzione! Inoltre ulteriori ricerche potrebbero risultare utili per avere maggiori garanzie come, ad esem-

pio, controllare la denominazione sociale, ubicazione, riferimenti te-lefonici e indirizzo e-mail, sito in-ternet aziendale, responsabile del personale, partita Iva dell’azienda. Tutte queste ricerche potrebbero es-sere svolte avvalendosi di strumenti informativi gratuiti come: motori di ricerca in internet, Pagine Gialle Lavoro, sito internet della Camera di Commercio (Info Camere). Det-to questo potete anche recarvi alla convocazione e scambiare due pa-role con il presunto “selettore del personale”. Quest’ultima figura, di solito, può coincidere con il datore di lavoro quando l’azienda o l’orga-nizzazione proponente è di piccole o medie dimensioni. Bisogna am-mettere che, in questi casi, la pru-denza non è mai troppa se si pensa che chi non riconosce queste false opportunità come tentativi di truffa può rimetterci da 50 a svariate mi-gliaia di euro. Nei casi di iscrizione a corsi ricordatevi che le aziende prima assumono e poi formano, non fanno corsi preventivi a pagamento. Diffidate di chi vi promette un posto sicuro dopo il corso oppure richie-

de altre forme di scambio per darvi un’opportunità di lavoro che in que-sti casi, tenetelo bene in mente, non arriverà mai. Esiste però un modo per non essere truffati: se vi viene chiesto denaro, anche poche centi-naia di euro, per qualunque motivo (cauzione, spese di invio materiale, organizzazione di un corso, ecc.), NON PAGATE. Se il contatto è per e-mail o lettera non avrete più noti-zie; se siete ad un colloquio, la per-sona con cui parlate probabilmente si mostrerà irritato accusandovi di non desiderare davvero quel lavoro. Voi non reagite, uscite con calma senza avere rimpianti, fieri di voi stessi avrete evitato di cadere in una trappola.

Marco Roberto Spadavecchia

Tieniti alla larga da chi cerca di sminuire il tuo lavoro e le tue am-bizioni. È ciò che fanno le perso-ne meschine. Mentre i veri grandi ti fanno sentire che anche tu puoi diventare grande.

Mark Twain

Page 29: Il Fatto n. 035

Rubrichegiovedì 7 maggio 2009 2�

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì.

w w w . i l f a t t o . n e t

Baby Roon piazza RomaBar 2000 piazza Garibaldi 66 Bar Arcobaleno banchina S. Domenico Bar Ariston via Santa Lucia 11Bar Astoria corso Umberto 16Bar Blues via Dante 49Bar Byblos piazza Principe di Napoli 6Bar Caffetteria, via Salvucci 46Bar Camera Cafè via XX Settembre 43Bar Cavour via Fornari 47Bar Central piazza Vittorio Emanuele 17Bar Crystal via F. Campanella 33Bar degli Artisti, via Gesmundo 4Bar del Ponte, via Ruvo 18Bar Euro via San Francesco d’AssisiBar Europa, via Cavallotti 10Bar Fausta, corso Umberto 150Bar Filisia via M. di Savoia 67Bar Football, via la Malfa 11Bar Gabbiano, corso Umberto 48Bar Gardenia via Respa 12 Bar Green, via Baccarini 111Bar Haiti via San Domenico Bar Ideal, via TerlizziBar Kennedy, via Germano 49Bar la Fenice, corso UmbertoBar Le chic j’adore, via G. Salvemini 15Bar London via Terlizzi 6 Bar Mary corso Umberto 122 Bar Mezzina, via Einaudi 6Bar Minervini, via Pio la Torre 33Bar Miramare banchina S. Domenico Bar Miramare, via San Domenico 9Bar Mirror via cap. Azzarita 124 Bar Mixer Cafè, 6^ strada ovest Lama MartinaBar Moka, via Annunziata 68Bar Mongelli via cap. de Candia 30 Bar Murolo piazza Paradiso 10 Bar New Meeting, via Alberto MarioBar Orchidea via Fornari 50 Bar Pasticceria Casa del Dolce, via San F. d’AssisiBar Peter Pan, via Monda 48Bar Rio, via Bari 92Bar Roma 2, via San Domenico 4Bar San Marco, corso UmbertoBar Seven via Germano 33

Bar SeventyBar Snack, via Giovinazzo 1Bar Sottocoperta, piazza Garibaldi Bar Spadavecchia, via Papa Montini 60Bar Sport corso Umberto I Bar Stazione piazza MoroBar Sweet piazza Garibaldi 32 Bar Umberto corso Umberto I Bar Universo corso Umberto I Bar Venere, via Martiri di Via Fani 6Bar Vittoria via Alighieri 68 Baro Oasi, via Cormio 18Bettie Page piazza Municipio 6 Biblioteca Comunale, via San DomenicoBlanc la Nuit lungomare M.A. ColonnaBuffetti piazza GaribaldiCaffè al Duomo via Banchina Seminario 8/10 Caffè Colorado via XX SettembreCaffè Metropolis via cap. de Gennaro 16 Caffè Silver via Fremantel 19/I Caffetteria Gonzaga via PiazzaCaffetteria Manattan viale dei CrociatiCaffetteria Paninoteca Grease via Molfettesi d’Argentina 75 Caffetteria Venere via Martiri di via Fani 6Calì Caffè via Puccini 7Cin Cin Bar via Dante Coffee Room viale Pio XI Compagnia Carabinieri via Caduti di Nassiriya Edicola “l’altra Edicola” via TerlizziEdicola Andreula via Baccarini 67 Edicola Caputi via San F. d’Assisi 55 Edicola De Palma via Bari 1 Edicola delle Rose via Madonna della RosaEdicola di Sciancalepore Domenico piazza M. di Savoia Edicola Gigotti via Bari 74 Edicola Grosso via Pappagallo Edicola piazza GaribaldiEdicola Spazio Libero via gen. PoliEdicola Stazione piazza A. MoroEdicola via Cormio rione ParadisoEdicola via Dante Edicola via Einaudi rione ParadisoEdicola via Fornari nei pressi Istituto ApicellaEdicola via Giovinazzo 1Edicola via Giovinazzo 45Edicola via Paniscotti

Edicola via ten. SilvestriEdicola via Togliatti zona 167Edicola viale Pio XIFarmacia Grillo, largo Sant’AngeloFlory’s Cafè via gen. Poli 3Istituto Industriale di Stato “G. Ferraris” via P. Togliatti 2Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione sede centrale via Fornari 1 c/o Istituto ApicellaIstituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione sede succursale via Giovinazzo Istituto Professionale per i Servizi Turistici “A. Bello”, viale XXV AprileIstituto Professionale per le Attività Marinare località Prima CalaIstituto Tecnico Commerciale e per Geometri “G. Salvemini” via Martiri della ResistenzaLiceo Classico “L. da Vinci” e Liceo Scientifico “A. Einstain” via P. Togliatti 4Liceo Ginnasio “L. da Vinci” sede succursale via Fornari 1 c/o Istituto ApicellaLiceo Sociopsicopedagogico “V. Fornari” via gen. L. AmatoMedi Max via TerlizziMister Toto via LositoMondo Casa Immobiliare, piazza Effrem 12Off Street piazza Garibaldi 15 Palazzetto dello Sport “G. Poli” via Martiri di Via FaniPanificio Annese via Cappellini 28Panificio Biancaneve via de Luca 59 Panificio Biancaneve via Molfettesi del Venezuela 41Panificio Cangelli via cap. de Candia 49Panificio Centrale via Respa 40 Panificio de Gennaro via cap. de Candia 155Panificio de Pinto via Edoardo GermanoPanificio don Bosco corso Fornari 36 Panificio don Bosco via Cormio 36Panificio Europa via Rattazzi 41 Panificio il Forno zona 167Panificio Jolly viale Pio 11 9/a Panificio La Sfornata via E. Fermi Panificio Minervini via Bixio 25 Panificio Non Solo Pane via gen. Poli 13 Panificio Non Solo Pane via Paniscotti 44 Panificio Petruzzella via Bovio 18 Panificio Posta via Ricasoli 29 Panificio Sant’Achille via Martiri di via Fani 15

Panificio Trionfo via ten. Fiorino 71 Parrocchia Cattedrale, via D. AlighieriParrocchia Cuore Immacolato di Maria via MascagniParrocchia Immacolata, piazza Immacolata 62Parrocchia Madonna della Rosa via C. A. Dalla Chiesa 19Parrocchia Sacro Cuore di Gesù corso UmbertoParrocchia San Berardino via TattoliParrocchia San Corrado Duomo, banchina SeminarioParrocchia San Domenico via San Domenico 1Parrocchia San Gennaro via S. PansiniParrocchia San Giuseppe via A. Saffi 1Parrocchia San Pio X viale Gramsci 1Parrocchia Santa Famiglia via Innocenzo VIIIParrocchia Santa Teresa piazza Vittorio Emanuele 3Parrocchia Sant’Achille via A. SalvucciPlace Blanc Cafè piazza M. di Savoia 4 Stazione di rifornimento AGIP via Terlizzi Stazione di rifornimento Madogas via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP via GiovinazzoStazione di rifornimento API Zona Artigianale Stazione di rifornimento ESSO via Bisceglie Stazione di rifornimento Q8 via dei Lavoratori Zona ArtigianaleSupermercato Granrisparmio v. Martiri della Resist.Swing Pub viale Pio XI 27 Pub Flower via GiovinazzoTabaccheria corso Umberto 74Tabaccheria piazza Garibaldi 6Tabaccheria piazza Roma 4Tabaccheria via Azzarita 65Tabaccheria via Bari 68Tabaccheria via Fiorini 41Tabaccheria via Fornari 66Tabaccheria via G. Salvemini 124Tabaccheria via Hugo 3Tabaccheria via Madonna dei Martiri 2Tabaccheria via Madonna dei Martiri 67Tabaccheria via Margherita di Savoia 5Tabaccheria via Pansini 52Tabaccheria via Paradiso 2Tabaccheria via Roma 32Tabaccheria via Rossini 12Tabaccheria via Silvestri 68Tabaccheria viale Pio XITenenza Guardia di Finanza viale dei Crociati Ufficio Relazioni con il Pubblico

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Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo

del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, co-lonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.Fonte:(it.wikipedia.org)

SOLUZIONI

Rubriche giovedì 7 maggio 2009�0

FACILE DIFFICILE

Consigli per una sana alimentazioneNaturalmente colorato fa bene

1202Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Per assicu-rarsi un pasto completo dal punto di vista nutrizionale, ma anche pia-cevole per i nostri sensi, è

importante giocare con i colori non solo di tovaglie e stoviglie ma degli alimenti stes-si: un piatto di porcellana bianca pieno di cibi colorati è la miglior scelta che si pos-sa fare. Non è difficile trovare il giusto ab-binamento: immaginate un alimento gial-lo, uno verde, uno rosso, uno viola, uno grigio, uno bianco. Il pranzo è completo! A parte l’allegria che un piatto colorato porta a tavola, ogni colore ha proprietà importantissime per l’organismo. I vivaci toni di frutta e verdura, infatti, sono dati dalla presenza di pigmenti naturali che hanno rilevanti proprietà biologiche. Si-curamente avete sentito parlare di carote-noidi e polifenoli. Quando mangiate frutta e verdura di colore giallo, arancio, rosso e verde scuro state assumendo carotenoidi: carote, zucca, spinaci, peperoni, patate sono ricche di betacarotene e i pomodori

di licopene. E in questo periodo quanto rosso state mangiando? Chi non è ghiotto di fragole, ciliege o more, lamponi, ribes. Il colore rosso-viola in questo caso è dato dagli antociani, appartenenti ai polifenoli. E poi ancora ci sono dei polifenoli con una colorazione più chiara presenti an-che in olio extravergine di oliva, agrumi, mele, cavoli, cipolle, insalata, pomodori, tè verde. L’interesse verso queste sostanze nasce dalla loro importanza per la nostra salute: la loro funzione antiossidante con-sente di rallentare i processi degenerativi dei tessuti, prevenire e combattere le infe-zioni stimolando il sistema immunitario, prevenire malattie legate a fenomeni di degenerazione cellulare, quali malattie cardiovascolari, malattie cronico dege-nerative come l’aterosclerosi, la cataratta, il morbo di Parkinson e tumori. E allora pensate a quanto bene ci può fare un buon pesce contornato dal verde dell’insalata, il rosso e l’arancio di pomodori e carote, il viola delle melanzane o uno spuntino ros-so a base di fragole e frutti di bosco!

dott.ssa Annalisa MiraBiologa Nutrizionista

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w w w . i l f a t t o . n e t

Orecchiette su crema di rape

Ingredienti

Procedimento

Chef: Vincenzo Guastamacchia

�00 gr. di orecchiette �0 gr. di acciughe sottolio 2 spicchi di aglio 100 gr. di olio d’oliva 2 kg di cime di rapa

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ARIETE LEONE SAGITTARIO

Trascorrete qualche ora in più in fami-glia, se potete, concedetevi qualche giorno di pausa, magari un fine setti-mana per rigenerarvi e riprendere alla grande. Vi attendono giorni di serenità salvo qualche piccolo imprevisto che però non vi turberà affatto.

Sul lavoro non lasciate che un piccolo screzio con i colleghi vi induca a compie-re scelte azzardate. In ogni caso mettete la da parte la vostra pigrizia e concentra-tevi su un obiettivo per volta. In amore le difficoltà sono un ricordo lontano. Gode-tevi questo periodo fino in fondo.

Non lasciatevi sfuggire l’occasione. Nel tuo gruppo si affaccia una persona nuo-va. A voi piace ma non si siete gli unici pretendenti. Un’occasione mondana sarà il momento propizio per avvicina-re quella persona così importante per mettere a punto il vostro progetto.

TORO VERGINE CAPRICORNO

Evitate di aggredire e di accusare quan-ti vi sono vicino. Non potete negare che molti dei vostri problemi sono causati dalla vostra incapacità di mantenere la concentrazione su quello che state facendo. Questo accade sia in ambito professionale sia in ambito affettivo.

Ci sono piacevoli sorprese che vi aspettano dietro l’angolo. Una noti-zia inattesa produrrà in voi un bene-fico mutamento. Siate ottimisti. C’è un mondo da scoprire attorno a voi. Do-vete solo lasciarvi andare e guardare oltre la vostra linea d’orizzonte.

Riuscirete a sfoderare una grinta che la-scerà stupiti anche voi. Novità nel mon-do degli affetti. Brividi per chi non rie-sce proprio a mettere la testa a posto. All’orizzonte ci sono numerosi cambia-menti per voi. La cosa non deve preoc-cuparvi. Avete tutto da guadagnare.

GEMELLI BILANCIA ACQUARIO

Qualche piccolo problema di salute po-trebbe allungare i tempi di un progetto che state accarezzando da tempo. Ave-te puntato in alto ora, che siete quasi ar-rivati in cima, non potete mollare. Quindi stringete e pugni e andate avanti.

Avete grinta e caparbietà. Siete capaci e affascinanti. Avete amici che vi stimano. Provate ad amarvi un po’ di più e allonta-nate i pensieri funesti. Il cuore non sente ragione. Continuate ad aspettare chi di voi non vuole proprio saperne. Concen-tratevi su un altro obiettivo.

Gli astri nelle prossime settimane sa-ranno dalla vostra. E se proprio le cose non dovessero andare, avrete avuto l’occasione di mettere le cose in chiaro. A volte occorre affrontare la vita a muso duro. Quanti sono innamorati non per-dano l’occasione di farsi avanti.

CANCRO SCORPIONE PESCI

Controllate le vostre reazioni. Verso la metà del mese la situazione comin-cerà a migliorare. Momenti di tensio-ne con il partner. Fuochi d’artificio an-che con gli amici. State attraversando un periodo non del tutto positivo e oc-corre mantenere la calma.

Prima di lanciarvi nella nuova avven-tura che vi si farà incontro prendete in considerazione ogni aspetto e lasciate che la razionalità faccia la sua parte. Vi scoprite improvvisamente scara-mantici a vi dite pronti a rischiare il tutto per tutto. Sbagliato.

Tiratevi su e non declinate gli inviti di amici e conoscenti. Sicuramente stare in compagnia non vi farà male. Non è il momento per prendere decisioni im-portanti. Il desiderio di dare una svolta è grande ma pazientate ancora qual-che settimana.

I CONSIGLI DELLO ZODIACO

Rubrichegiovedì 7 maggio 2009 �1

IL FATTOQuindicinale gratuito di informazione

EDITOREActiva S.r.l. con unico socio

PRESIDENTEGiulio Cosentino | cell. 334.1758150e-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILECorrado Germinario

COLLABORATORIPantaleo de Trizio, Marta Marzocca, Paola Pansini, Isabel Romano, Roberto Sciannamea, Lella Salvemini, Marco Roberto Spadavecchia, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro.

Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

REDAZIONEVia degli Antichi Pastifici,Zona Artigianale A/8 · [email protected]

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONENELLOPOLI.com | HIDESIGN.it

STAMPAMASTER PRINTING S.R.L.VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’Ufficio Commerciale · tel. 334.17.58.150

1 patata �0 gr. di mascarpone1 peperoncinosale e pepe q.b.

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Mondate le cime di rapa lavandole bene. Ponete sul fuoco una pentola con acqua e portatela ad ebollizione; aggiungete le rape e il sale, portate a cottura e colate conser-vando un po’ di acqua della cottura. Mettete le cime di rapa ed un po’ d’acqua di cottura nel cutter, aggiungete una patata precedentemente cotta e sbucciata, ricavate una crema, versatela in un bollitore e po-netela a bagnomaria. Aggiungete il mascarpone e legatelo di densità usando l’acqua di cottura. Preparate una padella con l’olio extravergine di oliva, i 2 spicchi di aglio, le acciughe, il peperoncino, fate leggermente imbiondire l’aglio e sfaldare le acciughe, eliminate gli spicchi di aglio e versatevi le orecchiette cotte in abbondante acqua saltata ben scolate, saltate ben il tutto. Prendete un padellino metteteci un poco di olio d’oliva, versate il pane grattato e fate rosolare leggermente girando bene. PresentazioneIn un piatto piano adagiate sul fondo con un mestolo la crema di rape. Con le orecchiette saltate fate un nido, spolverate con il pane dorato e svirgolate con olio extravergine di oliva. n.b. Per dare colore porre al centro del nido un pomodoro da serta rosolato in padella

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