I diritti violati S delle donne afghane - eastwest.eu · vince, tanto che le ragazze devono spesso...

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Selay Ghaffar, direttrice di Humanitarian As- sistance for the Women and Children, rac- conta la difficile condizione delle giovani af- ghane. . a cura di Maria Elena Viggiano 96 . east . europe and asia strategies numero 33 . dicembre 2010 . 97 H uando cammino per le strade di Roma o di Pari- gi, spesso mi scambiano per una spagnola. In Af- ghanistan invece devo indossare il burqa e co- prirmi fino ai polsi e ai piedi, poi magari sotto indosso jeans e t-shirt, altrimenti potrebbero spararmi». A parla- re è Selay Ghaffar, direttrice di Hawca, Humanitarian As- sistance for the Women and Children of Afghanistan, una delle principali organizzazioni che offre assistenza lega- le, sanitaria e di formazione professionale per le donne e i bambini afghani, vittime di violenze fisiche e psico- logiche. Capelli e occhi neri, carnagione scura e un ve- stito corto rosso, Selay Ghaffar potrebbe facilmente esse- re scambiata per una giovane ragazza europea. Invece, da più di dieci anni, è impegnata a promuovere il movimen- to democratico afghano e a superare gli ostacoli per favo- rire il processo di emancipazione femminile attraverso l’attivazione di programmi e progetti. «Si pensa che la mancanza di libertà per le donne afgha- ne sia rappresentata dall’obbligo di indossare il burqa», continua Selay. «Invece non è il problema principale. Le donne soffrono per la mancanza di istruzione, per l’im- possibilità di andare a scuola o di poter lavorare. Queste sono le difficoltà che ogni giorno ci troviamo ad affron- tare e per cui bisogna trovare delle soluzioni». In Afgha- nistan la violenza contro le donne è endemica. L’87,2% ha subito almeno una volta violenza fisica, sessuale o psicologica e le forme sono le più disparate: dallo stupro all’esecuzione pubblica, dall’autoimmolazione ai matri- moni forzati, dai suicidi alla prigionia per crimini mo- rali, dalla lapidazione alla prostituzione. Gli abusi sono molteplici e la situazione è drammatica anche perché, a causa della corruzione capillare nella politica del Pae- se, le loro voci non trovano ascolto e non sembra esser- si avviato alcun processo di riforma che abbia il reale obiettivo di assicurare i diritti fondamentali e la dignità alle donne. La direttrice di Hawca è consapevole che «in ogni parte del mondo esistono episodi di violenza, ma in Afghani- stan c’è una maggiore attenzione perché le discrimina- zioni hanno assunto forme diverse in base ai differenti regimi. Abbiamo sofferto soprattutto a causa della pre- senza dei talebani, periodo in cui era impossibile anda- re a scuola e ricevere un’istruzione adeguata». Dal 1996 al 2001, la politica dei talebani prevedeva l’esclusione delle ragazze da qualsiasi forma di istruzione e la proibi- zione del lavoro femminile, una restrizione che ha co- stretto l’87% delle donne afghane a rimanere analfabete. Ancora oggi l’accesso a un’educazione adeguata rimane prerogativa di una minoranza di afghane e solo il 4% rie- sce a frequentare una scuola secondaria, a causa soprat- tutto delle barriere culturali. Gli impedimenti traggono origine dai matrimoni contratti in età giovanissima, dal- l’assenza di un numero congruo di insegnanti, in parti- colar modo nelle aree rurali, e dalla carenza di infrastrut- ture adeguate. I diritti violati delle donne afghane In Afghanistan la violenza contro le donne è endemica e assume diverse forme: dagli abusi sessuali ai matrimoni forzati, dal divieto di andare a scuola e lavorare alla scelta di suicidar- si come unica via d’uscita dalla propria situazione di sottomissione. . In questa intervista INTERVISTA Q elay Ghaffar sottolinea come «il primo problema da risolvere è la sicurezza. Le persone vogliono vivere in Afghanistan, ma è necessario adoperar- si per garantire una migliore qualità della vita». Per esempio, le scuole sono concentrate nelle principali pro- vince, tanto che le ragazze devono spesso percorrere lun- ghe distanze, impiegando da una a sei ore per recarsi nel- la struttura più vicina. Per questo motivo una delle paure più diffuse è quella di essere rapite lungo il tragitto o subire molestie sessuali, considerate dalle famiglie di origine come una vergogna e un disonore per la reputazione delle ragazze. Per impe- dire loro di frequentare le scuole, le giovani afghane so- no spesso vittime di avvelenamenti con gas e di inciden- ti che costringono le ragazzine a rimanere segregate in ca- sa. Negli ultimi anni, poi, molte strutture sono state in- cendiate o distrutte dalle azioni di terroristi con pesanti conseguenze. Nel 2009 sono stati chiusi 651 edifici sco- lastici nelle province meridionali, 141 insegnanti e stu- denti sono stati uccisi e 173mila ragazzi hanno abbando- nato la scuola. La mancanza di un’istruzione adeguata si ripercuote an- che sulla partecipazione delle donne alla vita politica, economica e culturale del Paese. «In Afghanistan le don- ne sono le prime vittime della guerra e sono soggette a di- In una via di Kabul, un bimbo afghano in braccio a una donna con il burqa. S « Afp / Getty Images / S. Marai

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Selay Ghaffar, direttrice di Humanitarian As-

sistance for the Women and Children, rac-

conta la difficile condizione delle giovani af-

ghane. . a cura di Maria Elena Viggiano

96 . east . europe and asia strategies numero 33 . dicembre 2010 . 97

Huando cammino per le strade di Roma o di Pari-gi, spesso mi scambiano per una spagnola. In Af-ghanistan invece devo indossare il burqa e co-

prirmi fino ai polsi e ai piedi, poi magari sotto indossojeans e t-shirt, altrimenti potrebbero spararmi». A parla-re è Selay Ghaffar, direttrice di Hawca, Humanitarian As-sistance for the Women and Children of Afghanistan, unadelle principali organizzazioni che offre assistenza lega-le, sanitaria e di formazione professionale per le donnee i bambini afghani, vittime di violenze fisiche e psico-logiche. Capelli e occhi neri, carnagione scura e un ve-stito corto rosso, Selay Ghaffar potrebbe facilmente esse-re scambiata per una giovane ragazza europea. Invece, dapiù di dieci anni, è impegnata a promuovere il movimen-to democratico afghano e a superare gli ostacoli per favo-rire il processo di emancipazione femminile attraversol’attivazione di programmi e progetti.

«Si pensa che la mancanza di libertà per le donne afgha-ne sia rappresentata dall’obbligo di indossare il burqa»,continua Selay. «Invece non è il problema principale. Ledonne soffrono per la mancanza di istruzione, per l’im-possibilità di andare a scuola o di poter lavorare. Questesono le difficoltà che ogni giorno ci troviamo ad affron-

tare e per cui bisogna trovare delle soluzioni». In Afgha-nistan la violenza contro le donne è endemica. L’87,2%

ha subito almeno una volta violenza fisica, sessuale opsicologica e le forme sono le più disparate: dallo stuproall’esecuzione pubblica, dall’autoimmolazione ai matri-moni forzati, dai suicidi alla prigionia per crimini mo-rali, dalla lapidazione alla prostituzione. Gli abusi sonomolteplici e la situazione è drammatica anche perché, acausa della corruzione capillare nella politica del Pae-se, le loro voci non trovano ascolto e non sembra esser-si avviato alcun processo di riforma che abbia il realeobiettivo di assicurare i diritti fondamentali e la dignitàalle donne.

La direttrice di Hawca è consapevole che «in ogni partedel mondo esistono episodi di violenza, ma in Afghani-stan c’è una maggiore attenzione perché le discrimina-zioni hanno assunto forme diverse in base ai differentiregimi. Abbiamo sofferto soprattutto a causa della pre-senza dei talebani, periodo in cui era impossibile anda-re a scuola e ricevere un’istruzione adeguata». Dal 1996al 2001, la politica dei talebani prevedeva l’esclusionedelle ragazze da qualsiasi forma di istruzione e la proibi-zione del lavoro femminile, una restrizione che ha co-stretto l’87% delle donne afghane a rimanere analfabete.Ancora oggi l’accesso a un’educazione adeguata rimaneprerogativa di una minoranza di afghane e solo il 4% rie-sce a frequentare una scuola secondaria, a causa soprat-tutto delle barriere culturali. Gli impedimenti traggonoorigine dai matrimoni contratti in età giovanissima, dal-l’assenza di un numero congruo di insegnanti, in parti-colar modo nelle aree rurali, e dalla carenza di infrastrut-ture adeguate.

I diritti violati delle donne afghaneIn Afghanistan la violenza contro le donne è endemica e assume diverse forme: dagli abusi

sessuali ai matrimoni forzati, dal divieto di andare a scuola e lavorare alla scelta di suicidar-

si come unica via d’uscita dalla propria situazione di sottomissione. . In questa intervista

INTERVISTA

Q

elay Ghaffar sottolinea come «il primo problemada risolvere è la sicurezza. Le persone voglionovivere in Afghanistan, ma è necessario adoperar-

si per garantire una migliore qualità della vita». Peresempio, le scuole sono concentrate nelle principali pro-vince, tanto che le ragazze devono spesso percorrere lun-ghe distanze, impiegando da una a sei ore per recarsi nel-la struttura più vicina.Per questo motivo una delle paure più diffuse è quella diessere rapite lungo il tragitto o subire molestie sessuali,considerate dalle famiglie di origine come una vergognae un disonore per la reputazione delle ragazze. Per impe-dire loro di frequentare le scuole, le giovani afghane so-no spesso vittime di avvelenamenti con gas e di inciden-

ti che costringono le ragazzine a rimanere segregate in ca-sa. Negli ultimi anni, poi, molte strutture sono state in-cendiate o distrutte dalle azioni di terroristi con pesanticonseguenze. Nel 2009 sono stati chiusi 651 edifici sco-lastici nelle province meridionali, 141 insegnanti e stu-denti sono stati uccisi e 173mila ragazzi hanno abbando-nato la scuola. La mancanza di un’istruzione adeguata si ripercuote an-che sulla partecipazione delle donne alla vita politica,economica e culturale del Paese. «In Afghanistan le don-ne sono le prime vittime della guerra e sono soggette a di-

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incontrare altre donne, spesso non sa dove si trova la suafamiglia di origine e vive una situazione di totale sotto-missione e repressione. Le giovani afghane, per tentaredi sfuggire a queste condizioni, scelgono spesso come viad’uscita gesti estremi come il suicidio o l’autoimmola-zione, ricoprendosi di cherosene e dandosi fuoco.

Le donne che contestano la regolarità dei loro matrimo-ni trovano infatti ostacoli legali e sociali: una denunciaalla polizia, per esempio, può trasformarsi in un arrestoper abbandono del tetto coniugale o si può venir accusa-te di zina, cioè adulterio. Nel 2009 il presidente Karzaiha sottoscritto una legge per l’eliminazione della violen-za contro le donne che prevede anche due anni di prigio-ne per chi stipula matrimoni forzati. Una riforma è sicu-ramente il primo passo per un cambiamento, ma il pro-blema è nel radicamento di questa pratica nella cultura,che non potrà scomparire in poco tempo. «È necessarioun cambiamento radicale e per questo bisogna suppor-tare la popolazione afghana affinché vi siano delle realitrasformazioni», precisa Selay Ghaffar. «La soluzione peraiutare le donne è assicurare un processo democratico,perché solo in quel caso sarà possibile parlare di ugua-glianza per i diritti umani. L’obiettivo di Hawca è quellodi fornire assistenza legale, sanitaria e finanziaria allegiovani afghane e il nostro centro accoglie donne chehanno bisogno del nostro supporto». .

versi generi di discriminazione», evidenzia Selay Ghaf-far. «Non hanno diritto al voto e quindi non sono rappre-sentate in politica. Alle donne inoltre non viene garanti-ta assistenza sanitaria e c’è un alto tasso di mortalità in-fantile perché non esistono cliniche e ospedali adegua-ti». Nel 2004 le afghane sono riuscite a ottenere una quo-ta legale del 25% dei seggi in parlamento e per un breveperiodo tre donne hanno partecipato al governo di Kar-zai. L’Afghanistan poi viene considerato il Paese menoadatto in cui diventare madri, considerando che l’aspet-tativa di vita per le donne si aggira intorno ai 44 anni euna afghana su otto muore durante la gravidanza. Inol-tre un quarto dei bambini muore prima di aver compiu-to il quinto anno di età, il che significa che quasi ognidonna subisce la perdita di almeno un figlio, e il 39% deibimbi soffre di malnutrizione. Difficile anche l’accessoalle strutture ospedaliere poiché, soprattutto per chi vi-ve nelle zone rurali, significa dover viaggiare per ore senon per giorni.

molto alta anche la percentuale di violenza, so-prattutto quella domestica», prosegue la direttri-ce di Hawca. «E spesso, all’interno delle fami-

glie, si assiste a episodi di abusi sessuali e di uccisioni».Negli ultimi due anni sono stati registrati circa 1900 ca-si di violenza contro le donne, avvenuti in ventisei pro-vince dell’Afghanistan. Dati che potrebbero essere anco-ra più alti se si considera che le giovani a volte evitanodi denunciare i crimini alla polizia per paura di esseretrattate con pregiudizio e accusate di aver compiuto attiilleciti e dunque imprigionate. Tra le principali forme diabusi, i matrimoni forzati sono la pratica più diffusa e so-cialmente accettata che induce spesso ragazze, di etàcompresa tra gli 11 e i 15 anni, a sposarsi contro la lorovolontà con uomini più grandi per pagare un debito o co-me risarcimento per un crimine. Una violazione dei di-ritti fondamentali che ha un impatto sull’equilibrio fisi-co e psicologico delle donne. È stato infatti notato che imatrimoni forzati sono associati ad altre forme di violen-za: una volta sposata una donna non può uscire, non può

A SINISTRA Una donna in burqa nel grande santuario-moschea

che dà il nome a Mazar-e Sharif (Nobile Santuario),

la quarta città afghana.

QUI Il manifesto lettorale di una candidata.

Le elezioni parlamentari si terranno il prossimo 18 settembre.

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