Gesù volto di una nuova umanità - estratto libro - Paoline

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Il volume prende le mosse dalle conclusioni del V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” per accostare , con uno stile pastorale, piano, semplice la figura di Gesù modello di una umanità nuova. http://www.paolinestore.it/shop/gesu-volto-di-una-nuova-umanita.html

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PREMESSA

Cinque percorsi indicati da colui che è la Via

La cultura contemporanea ci conferma che si può vivere una vita umanamente buona anche senza aver fede in Dio. Come negare infatti che al di fuori del cristianesimo vi siano bontà, bel-lezza e umanità?

Eppure, come ben sottolinea papa Francesco,

non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, ripo-sare in lui, o non poterlo fare1.

In queste parole risalta quanto già la Gau-dium et spes aveva mirabilmente sottolineato:

 In realtà solamente nel mistero del Verbo in-

carnato trova vera luce il mistero dell’uomo… Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pie-namente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua

1 Francesco, Evangelii gaudium, 2013, 266. Nelle volte successive sarà usata la sigla EG.

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altissima vocazione… Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché il peccato. Agnello innocente, con il suo sangue sparso liberamente ci ha meritato la vita; in lui Dio ci ha riconciliati con se stesso e tra noi e ci ha strappati dalla schiavitù del diavolo e del peccato; così che ognuno di noi può dire con l’Apostolo: il Figlio di Dio « mi ha amato e ha con-segnato se stesso per me » (Gal 2,20)2.

Chi segue il Signore, che è morto per tutti, è certo che egli ha salvato tutti e che « nel cuore di tutti gli uomini di buona volontà lavora invisi-bilmente la grazia » (GS 22). È però anche con-sapevole che la sua fede è nell’ordine del gratui-to, è « grazia su grazia » che, quando succede, è determinante perché « il Vangelo risponde alle necessità più profonde delle persone » (EG 265).

Lo specifico del cristianesimo consiste nel considerare Gesù Cristo essenziale, determinan-te e normativo per le relazioni dell’uomo con se stesso (per il proprio vivere e morire), con Dio, con il prossimo e quindi con la società intera. Il cristianesimo implica un’adesione unica a questo unico nome, a questa persona incomparabile: Gesù di Nazaret.

In sintesi possiamo affermare che il programma del cristianesimo, la strada verso un nuovo uma-nesimo è la persona stessa di Cristo. « A quanti

2 Concilio Ecumenico Vaticano II, Gaudium et spes, 1965, 22. Nelle volte successive sarà usata la sigla GS.

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però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio » (Gv 1,12). L’uomo diventa ciò che accoglie in sé. La vera grandezza della persona consiste nell’accogliere Cristo, seguire la sua vita, i suoi pensieri, gesti, sentimenti. È questo l’auten-tico potere che egli dona all’esistenza di ciascuno, trasmettendo in chi lo segue la vita stessa di Dio.

Le pagine che seguiranno, ripercorrendo i Vangeli in modo trasversale, intendono con chia-rezza e semplicità sottolineare i tratti specifici dell’annuncio e del comportamento di Gesù. Se infatti nell’attuale crisi culturale « ciò che può essere distrutto è l’uomo » – come afferma papa Francesco –, allora proprio quei tratti di Gesù, che faremo emergere, si rivelano di un’attualità altrettanto sconcertante e offrono pratiche indi-cazioni agli uomini di buona volontà che deside-rano costruire la civiltà della tenerezza e « resi-stere » a ogni forma di distruzione.

Già la Chiesa italiana, in cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale, aveva proposto a ogni credente e ogni comunità alcune forme di umanesimo da incarnare nelle proprie realtà. Nella traccia in preparazione al Convegno si par-lava concretamente di quattro forme incarnate di umano: un umanesimo in ascolto, concreto, plu-rale e integrale, d’interiorità e trascendenza3.

3 CEI, In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. Una traccia per il cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale, Paoline, Milano 2015, pp. 13-20.

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

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Lo stesso documento ha indicato poi – median-te cinque verbi – cinque corrispondenti vie per costruire un’umanità nuova: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Vie attorno alle quali i delegati della Chiesa italiana si sono radu-nati a Firenze4, hanno creato confronto e da cui tutta la Chiesa è ripartita con rinnovato slancio.

Se noi ora provassimo ad abbinare le forme da incarnare alle vie proposte, collegandole all’uomo perfetto, Gesù di Nazaret, ne scaturi-rebbe il seguente schema: 

− Gesù, uomo in ascolto ed evangelizzatore in uscita, è la Via;

− Gesù, uomo della concretezza e annuncia-tore del Regno, è la Verità;

− Gesù, uomo plurale e persona che abita luoghi e situazioni, è la Vita;

− Gesù, uomo integrale e grande educatore del popolo;

− Gesù, uomo di interiorità e trascendenza è il trasfigurato e trasformante.

Se Cristo, nostro contemporaneo, diviene per ognuno la Via, la Verità e la Vita, da credere e da scegliere, allora il futuro di una nuova uma-nità sta alle nostre spalle, o più precisamente, è già accanto a noi e sta avanzando.

4 Il 5° Convegno della Chiesa italiana si è svolto a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015 con una partecipazione di oltre 2200 delegati provenienti dalle diverse Chiese locali e realtà ecclesiali.

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Parte prima

GESÙ, VIA DI UMANITÀ

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GESÙ, UOMO IN ASCOLTO

L’ascolto del vissuto è una via capa-ce di riconoscere la bellezza dell’umano in atto, pur senza ignorarne i limiti.

(Traccia1)

Ripercorrendo il Vangelo si rimane mera-vigliati dai trent’anni di silenzio di Gesù a Nazaret.

Mentre Giuseppe, nei Vangeli, non pronuncia mai una parola, i trent’anni della vita di Gesù a Nazaret sono interrotti dalle sole sue parole pro-nunciate a dodici anni nel tempio. Dopo tale epi-sodio, l’evangelista Luca annota che Gesù « sce-se a Nazaret e stava loro sottomesso » (Lc 2,51).

Egli ha attraversato la storia di tutti i giorni, non l’ha aggirata; è cresciuto non scappando ma misurandosi con la realtà, sia quella piacevole sia quella dura e limitata. E così nel silenzio, ascoltando, osservando e facendo, ha imparato.

Noi, malati di apparenza, facciamo fatica a comprendere tanto silenzio del Verbo. La Paro-la si è fatta carne in Gesù, ma ha vissuto il no-vanta per cento della sua esistenza nella più

1 Tutte le volte in cui nel testo si citerà la Traccia il riferimento sa-rà appunto alla traccia preparatoria al Convegno di Firenze, già citata nella nota 3 a p. 7.

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quotidiana normalità. Anche i suoi contempora-nei non hanno compreso: « Non è il figlio del carpentiere? I suoi cugini e cugine li conosciamo bene! ». Dio si è fatto uomo in Cristo ma gli uo-mini non lo comprendono: è troppo umano e non « fa » il Dio.

È la legge dell’incarnazione, che ci insegna come ogni condizione sia abitata da Dio e come la normalità, non l’eccezionalità, diventi il luogo dell’incontro con il Padre.

gesù sa ascoLtare iL Padre

Il termine obbedienza deriva da ob-audire e significa « prestare ascolto stando di fronte ». Gesù di fatto fa silenzio proprio per ascoltare-obbedire, sempre, al Padre suo. Da Giuseppe e da Maria, ha imparato che l’ascolto è il primo servizio da rendere a Dio, poiché il primo co-mando nella Scrittura è: « Ascolta, Israele! ». La fede nasce dall’ascolto e, poi, dall’obbedienza alla Parola ascoltata.

La preghiera ha bisogno di silenzio. In un vangelo apocrifo Gesù afferma: « Chi vuole en-trare in contatto con Dio ha bisogno di dieci cose, nove parti di silenzio e una di solitudine ».

Madeleine Delbrêl, mistica del nostro tempo, ha scritto: « Fare silenzio è ascoltare Dio; è eli-minare tutto ciò che ci impedisce di ascoltare o di capire Dio… Fare silenzio è ascoltare Dio

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UN EVANGELIZZATORE IN USCITA

Gesù è la Via

Dio incontra le periferie dell’uma-no con Gesù. (…) L’uomo è la perife-ria presso la quale Dio si reca in Gesù Cristo.

(Traccia)

La Chiesa è sempre più consapevole di do-ver oggi

 

liberare le strutture dal peso di un futuro già scritto, per aprirle all’ascolto delle parole dei contemporanei… Ascoltare lo smarrimento della gente… Raccogliere, curare con tenerezza e dare luce ai tanti gesti di buona umanità che pure in contesti difficili sono presenti… Offrire strumen-ti che diano lucidità ma soprattutto serenità di lettura4.

Gesù-Via, che con le sue parole e azioni indi-ca e dà testimonianza, è la via perché questo possa accadere. « Gesù Cristo è Via, e opera nella volontà, che si conforma alla volontà di Dio » (don Giacomo Alberione).

4 Cfr. Traccia, p. 47.

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Ciò che Dio vuole è la vita, la gioia, la libertà, la pace, la felicità piena dell’uomo: del singolo e della collettività. Gesù delinea una radicale iden-tificazione della volontà di Dio con il bene dell’uomo. Il discepolo che lo segue, segue la Via, cioè la logica e lo stile del Maestro.

Gesù non dice di Zaccheo: « È un pubblicano, un ladro, uno sporco funzionario che prende i soldi dei suoi concittadini per darli ai Romani e arricchirsi alle loro spalle ». Al contrario, si fa invitare a cena e annuncia che in quella casa è arrivata la salvezza (Lc 19,1-10).

Gesù non dice del cieco nato: « Costui sconta sicuramente i suoi peccati e quelli della sua fa-miglia ». Per dimostrare che Dio non è un con-tabile e che anche quest’uomo gode della sua benevolenza, lo guarisce e lo difende dall’attacco dei maestri della Legge (Gv 9,1-41).

Gesù non dice a Giacomo e Giovanni, che gli hanno chiesto di diventare primi ministri nel suo regno: « Siete degli arrivisti, degli arrampicatori sociali a scapito degli altri ». Prende un bambino e assicura che nel Regno entra solo chi è come lui (Mc 9,30-37; 10,35-45).

Gesù non dice alla donna trovata in flagrante adulterio: « Hai tradito tuo marito, perciò sei una poco di buono ». Dice invece: « Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più » (cfr. Gv 8,1-11).

Gesù non dice alla donna che da dodici anni

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Appendice

SULLA SCIA DEL CONVEGNO DI FIRENZE

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I VOLTI DEL NUOVO UMANESIMO

La vita di Gesù è stata umile: « La gloria di Dio che sfolgora nell’umiltà della grotta di Be-tlemme o nel disonore della croce di Cristo ci sorprende sempre ».

La sua vita è stata disinteressata: ha vissuto la beatitudine di un’esistenza buona, bella, feconda, ricca di amici, trascorsa nella ricerca della felicità di chi gli stava accanto. E, quasi come eco evan-gelico, umiltà, disinteresse, beatitudine sono i tratti dell’umanesimo cristiano proposti da papa Francesco al Convegno della Chiesa italiana, te-nutosi a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015.

C’è chi ha scritto che tale incontro ecclesiale è stato simile a un Tabor. Ma il pericolo ora è di dimenticare quell’assise, come se fosse stata la fine di un percorso e non un nuovo punto di partenza per il cammino delle comunità e dei singoli credenti. I momenti celebrativi, le rifles-sioni e i dialoghi che si sono succeduti in quei giorni, vanno perciò trasformati in processi e progetti da rilanciare « in pianura », cioè nella quotidiana e ordinaria realtà di persone, fami-glie, comunità e istituzioni.

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Gesù può diventare davvero il volto di una nuova umanità se ognuno è pronto e disposto a proseguire quel cammino tracciato ed espresso, già nella fase preparatoria, dai cinque verbi su cui anche questa riflessione si è articolata: usci-re, annunciare, abitare, educare, trasfigurare.

Così, per non dimenticare e camminare sul solco tracciato dalle parole di papa Francesco e sulle conclusioni del Convegno di Firenze, ven-gono di seguito proposte alcune indicazioni per creare volti concreti di un nuovo umanesimo.

La contemPLazione deL voLto

Già nel Convegno Ecclesiale di Verona (nel 2006) si affermava che « vivere la santità signi-fica costruire la propria maturità umana come Dio la sogna, guardando il suo Figlio ». Papa Francesco, nella cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore, ha ribadito che « la contempla-zione del volto di Gesù morto e risorto ricompo-ne la nostra umanità… È il misericordiae vul-tus »; e ha spronato: « Lasciamoci guardare da lui. Gesù è il nostro umanesimo »1.

All’esortazione del Papa ha fatto eco la rela-zione finale del cardinale Bagnasco:

1 Francesco, Discorso ai rappresentanti del 5° Convegno Nazionale della Chiesa italiana, cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze, 10 novembre 2015.

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INDICE

Premessa pag. 5

Parte primagesù, via di umanità

Gesù, uomo in ascolto » 11Un evangelizzatore in uscita » 22

Parte secondagesù, verità Per L’oggi

Gesù, uomo della concretezza » 27Annunciatore del Regno » 42

Parte terzagesù, vita da scegLiere

Gesù, uomo plurale » 51Colui che abita luoghi e situazioni » 70

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Parte quartagesù, maestro deLLa misericordia

 Gesù, uomo integrale pag. 91Grande educatore del popolo » 102 

Parte quintagesù, FigLio deL Padre ceLeste

 Uomo di interiorità e trascendenza » 119Trasfigurato e trasformante » 128In conclusione » 137 

AppendicesuLLa scia deL convegno di Firenze

 I volti del nuovo umanesimo » 143

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« Desidero una Chiesa lietacon il volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà. L’umanesimo cristiano che siete chiamati a vivere afferma radicalmente la dignità di ogni persona come figlio di Dio, stabilisce tra ogni essere umano una fondamentale fraternità, insegna a comprendere il lavoro, ad abitare il creato come casa comune, fornisce ragioni per l’allegria e l’umorismo, anche nel mezzo di una vita tante volte molto dura ».

Francesco