Gente Comune Gennaio 2010

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Distribuzione gratuita - Tiratura 12.000 copie Chiuso in tipografia il 25/01/2010 Periodico di informazione politico-sociale e culturale di Alatri e della provincia di Frosinone Anno XVII n° 1 - Gennaio 2010 TRA UN’EDIZIONE E L’ALTRA SEGUICI SU WWW.GENTE-COMUNE.IT REDAZIONE AL MICROSCOPIO Le buone e le cattive abitudini quotidiane dei nostri redattori pag. 4 IL PROCURATORE ANTIMAFIA A FROSINONE Grande successo della conferenza sulla legalità tenuta dall'AGILAM pag. 6 Sarà l ennesima cattedrale nel deserto? Dopo nemmeno un mese dall'apertura del casello autostradale di Ferentino; a neanche un mese dall'inaugurazione della Superstrada, ecco nuovi problemi "tecnici" che scatenano il rimpallo delle responsabilità sui ritardi. Chissà come finirà? Pag. 2 VARIE ALATRI E' morto lo storico Don Giuseppe Capone pag. 11 SPORT Cariello “Il Frosinone ha una super classifica” pag. 18 Impianti Elettrici Civili e Industriali Sistemi di Allarme Automazioni Reti Lan Strada Provinciale Tecchiena, 40 Tel. 0775 408706 - Cell 338 9119335 E-mail:[email protected] AMBIENTE CENTRO “Qualità dei servizi... Il nostro impegno quotidiano” INTERNET DELLE MERAVIGLIE ALATRI - FROSINONE NEWS DAL CAPOLUOGO

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Page 1: Gente Comune Gennaio 2010

Distribuzione gratuita - Tiratura 12.000 copieChiuso in t ipografia i l 25/01/2010

Periodico di informazione politico-sociale e culturale di Alatri e della provincia di FrosinoneAnno XVII n° 1 - Gennaio 2010

TRA UN’EDIZIONE E L’ALTRA SEGUICI SU WWW.GENTE-CCOMUNE.IT

REDAZIONE AL MICROSCOPIOLe buone e le cattiveabitudini quotidianedei nostri redattori

pag. 4

IL PROCURATOREANTIMAFIA A FROSINONEGrande successo dellaconferenza sulla legalitàtenuta dall'AGILAM pag. 6

Sarà l’ennesima cattedrale nel deserto?Dopo nemmeno un mese dall'apertura

del casello autostradale di Ferentino; a

neanche un mese dall'inaugurazione

della Superstrada, ecco nuovi problemi

"tecnici" che scatenano il rimpallo delle

responsabilità sui ritardi.

Chissà come finirà?Pag. 2

VARIEALATRI

E' morto lo storico Don Giuseppe Capone pag. 11

SPORTCariello “Il Frosinone ha una super classifica”

pag. 18

Impianti ElettriciCivili e IndustrialiSistemi di Allarme

AutomazioniReti Lan

SSttrraaddaa PPrroovviinncciiaallee TTeecccchhiieennaa,, 4400TTeell.. 00777755 440088770066 - CCeellll 333388 99111199333355

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AMBIENTE

CENTRO

“Qualità dei servizi... Il nostro impegno quotidiano”

INTERNET DELLE MERAVIGLIE

ALATRI - FROSINONE

NEWS DAL CAPOLUOGO

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La giornata dello scorso 23 di-cembre, rimarrà sicuramente nel-la storia della provincia e in par-

ticolare della città di Ferentino,con l'inaugurazione del nuovo ca-sello autostradale. Un'opera for-temente voluta dall'amministra-zione Fiorletta, ma soprattuttoun'opera che rivoluzionerà il traf-fico in provincia, e che sarà com-pletata con la conclusione nei

prossimi mesi dei lavori per la su-perstrada Sora-Ferentino. Ad aprire la carrellata di inter-

venti di fronte al foltopubblico presente sulpiazzale della nuovastruttura, il vescovoSpreafico: "Chissà che Fe-rentino non diventi ilcentro del centro.Spero che questo sia ilprimo grande segnale disviluppo di questo terri-torio, un volano per ilturismo, una grande op-portunità di lavoro per

tanta gente"."Esprimo tutta la mia soddisfazio-ne - ha poi dichiarato l'AssessoreRegionale Francesco Scalia - perun'opera che si preannuncia stra-tegica per la Provincia e che èstata realizzata senza intoppi esenza le lungaggini a cui spesso i

lavori pubblici ci hanno abituato".Soddisfazione da parte del Sin-

daco Piergianni Fiorletta: "II 23dicembre è una data che passeràalla storia. E' una giornata stupen-da e lo sarà ancor più con l'apertu-ra della superstrada Ferentino-Sora.Si è realizzato un sogno". Belle parole anche quelle dell'in-

gegner Giovannercole di Auto-strade per l'Italia: "Sono felice di

condividere la vo-stra gioia. Grazietante soprattutto alsindaco Fiorletta,all'Assessore Scalia,all'Astral, all'Asi, al-la Regione. Il casel-lo di Ferentino èstato realizzalo in 7mesi, un record. Questo è il nostrobel regalo di Natalealla città di Feren-tino e alla provin-cia. Questo casello

darà sviluppo al territorio, farà ladifferenza. Prevediamo un movi-mento in entrata e in uscita dai15 ai 20mila veicoli al giorno. E'questa la stazione autostradaledel futuro".

C.C.

2 L’Apertura

Casello, inaugurazione e tante speranzeL’editorialeCASELLO SENZASUPERSTRADA,OPERA (QUASI)

INUTILEChe l'apertura del casello auto-stradale di Ferentino fosse "co-sa" storica l'avevamo sempre so-stenuto, ma che questa impor-tante opera senza l'arteria a cuideve essere collegato fosse inu-tile, ancora non volevamo asse-rirlo perché siamo sempre intrisidi sano ottimismo. Ma ora è arrivato il momento didirlo a gran voce perché -ahinoi-cominciano a soffiare venti pocopiacevoli sul completamento diquesto grande progetto di rilan-cio della parte centrale della no-stra provincia. Sono di questigiorni le dichiarazioni di espo-nenti del PDL di Alatri o provin-ciali che mettono in guardia da-gli "spot" elettorali del centrosinistra in merito alla prossima i-naugurazione della SuperstradaFerentino - Alatri - Sora, stanti imolti (a loro dire) ricorsi al Tarancora da esaminare da partedella sezione pontina, compe-tente per territorio, di famiglieche vedrebbero lesi i propri dirit-ti da questa arteria viaria. E so-prattutto stante l'annullamentoda parte di Astral della Con-ferenza di Servizi convocata dal-la Provincia, a seguito delle ri-mostranze tecniche del Comunedi Alatri. Vero o no, quello che ci interes-sa è notare che la campagna e-lettorale è ormai partita e nonrisparmierà neanche un'opera co-sì importante, che attendiamo dadecenni e che è prossima all'i-naugurazione definitiva. Il centro sinistra farà del tuttoper completarla in tempo utileper vantare il risultato raggiun-to, e il centro destra farà del tut-to per affermare le mancanzedelle amministrazioni di segnocontrario puntando su questeproblematiche collaterali alla in-frastruttura vera e propria anco-ra non risolte. Insomma una vera e propria "tra-gedia" per chi ci rimette semprein questi giochi di potere, i cit-tadini. Un tassello, ad esempio,fondamentale sono le opere diviabilità di servizio che serviran-no la superstrada (di competen-za provinciale o comunale) e chesono ancora lontane dall'esseredefinite. Senza contare che il ca-sello così come è oggi, rappre-senta un'opera talmente difficileda utilizzare (provate a prender-lo in entrata o ad uscirci e vi ri-troverete dispersi in zone chenessuno di noi tranne i residenticonoscevano nemmeno di vistacon il risultato di allungare an-cor più i tempi di percorrenza). Monitoreremo la situazione e de-nunceremo le responsabilità dichi avrà il coraggio di ostacola-re, per meri fini politici di parte,un'opera ormai pronta.

L’Editore

Risorse idriche, il plauso dell'On.le Conte al Presidente Iannarilli"Ritengo corretta e doverosa l'azione avviatadal Presidente Iannarilli di apertura di un ta-volo di conciliazione tra l'AATO 5 e l'Acea ATO5 S.p.A. Del resto l'apertura di un tavolo diconciliazione è prevista nella convenzione diaffidamento del servizio sottoscritta dalleparti e rappresenta pertanto un adempimento

contrattua-le all'inter-no del qua-le le particoinvolteh a n no i ldo v e r e el'occasionedi appro-f o n d i r en o n c h èesaminarein formatrasparen-te e con-giunta leproblema-tiche oggi

in corso a tutti note e di cui non mi sembrail caso dilungarmi.

Ritengo però che soltanto da un momento diconfronto ufficiale di questo tipo ci potrannoessere, per entrambe le parti, le condizionichiare di valutazione ed individuazione dellepiù opportune azioni da intraprendere per cia-scuno. E' necessario che da questo tavolo, incui l'AATO 5 sia auspicabilmente rappresenta-ta da esperti del settore sotto l'aspetto tecni-co, legale e finanziario, per mezzo dellaConsulta dei Sindaci, sia fornito nella prossi-ma ed imminente Conferenza dei Sindaci unquadro chiaro, trasparente e di dettaglio dellepossibili azioni o soluzioni da intraprenderecon evidenza dei relativi scenari conseguenti,nonchè una chiara disamina dei possibili ef-fetti e ricadute sul territorio a breve e a me-dio termine. Sarà poi la Conferenza dei sindaci a doversipronunciare ed a decidere in merito. Le disfunzioni e le inadempienze dal gestoreunico nella fornitura del servizio idrico inte-grato sono note e senza alcun dubbio AceaATO 5 S.p.A. deve impegnarsi di più e profon-dere i suoi massimi sforzi per migliorare laqualità del servizio offerto, attraverso azionichiari e visibili a tutti i cittadini utenti dellaProvincia di Frosinone.

E' noto a tutti che Acea rappresenta un ope-ratore primario del settore idrico in Italia congestioni sparse e presenti sull'intero territorionazionale e pertanto dotato di capacità tec-niche, organizzative e finanziarie tali da poterreplicare una fornitura del servizio idrico inte-grato simile a quello oggi fornito ai cittadininel territorio romano.Forse questo tavolo può rappresentare ancheper il territorio della Provincia di Frosinoneuna opportunità dove poter individuare e de-finire insieme alla società di gestione, ma concon la dovuta chiarezza e trasparenza, le nuo-ve azioni volte a migliorare il rapporto ed ildialogo con tutti gli Enti Locali interessati(Provincia e Comuni), perchè no anche preve-dendo un loro coinvolgimento diretto nell'a-zionariato della società di Acea ATO 5 S.p.A.,e soprattutto nei confronti dei cittadini attra-verso ad esempio una copertura operativa piùcapillare del territorio, l'assunzione di inter-venti manutentivi più rapidi e l'applicazionedi un regime tariffario volto a supportare me-glio le categorie più disagiate, assicurandocomunque la copertura dei costi e la remune-razione del capitale investito da parte dellasocietà.Del resto il principio base della Legge 36/94(Legge Galli), quale legge di riforma del set-tore idrico in Italia, è volto ad assicurare lafornitura di un servizio idrico integrato concriteri di efficienza, efficacia ed economicità,nel rispetto di un equilibrio economico e fi-nanziario della gestione mediante l'applica-zione di una tariffa adeguata e comunquecommisurata alla qualità del servizio offertoai cittadini utenti. Se Acea ATO 5 S.p.a. è in grado di impegnar-si ed assicurare tutto ciò, per i cittadini dellaProvincia di Frosinone la presenza di Acea po-trebbe rappresentare un punto di forza rispet-to a quanto potrebbe essere offerto da altrioperatori del settore".

On.le Gianfranco ContePresidente Commissione Finanze

Camera Dei Deputati

Il taglio del nastro delle autorità locali La macchina della polizia che imbocca per prima il casello

L’On.le Gianfranco Conte

A cura di: Riccardo Strambi

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Primo Piano 3

Poca neve e tanta gente sulle piste nostraneGUARCINO - Dopo anni di crisiper la stazione sciistica di

Campocatino, a dire il vero maiabbandonata dagli amanti della

neve e degli sport invernali an-che se in condizioni spesso poco

invitanti, sembra fi-nalmente che que-st'anno le cose sia-no cambiate. O quantomeno sicomincia a intrave-dere qualche spira-glio grazie al "deci-sionismo" spessocriticato del Pre-sidente della Pro-vincia Iannarilli edei cambiamenti dalui decisi in meritoalla gestione dellestrutture. Tutto è

passato in mano al Consorzio,che in un mese a dicembre ha sa-

puto colmare lacune accumulatenegli anni, soprattutto in ambitodi manutenzione degli impianti.È così che per qualche week enddi seguito la montagna ernica siè riempita di gente che si è dettafinalmente soddisfatta del servi-zio. Certo è che i problemi nonsono ancora risolti, la gestionedelle piste da sci di Campocatinodeve diventare stabile, continua-tiva e deve rilanciarsi nel panora-ma delle strutture similari delcentro Italia. Ma i primi passisembrano essere stati mossi. "Nelgiro di solo un mese - ci ha dettoil Dr. Francesco Cianfrocca, re-sponsabile dei servizi biglietteriadella stazione - ci siamo tuttimessi al lavoro riparando ai ritar-

di accumulati dalla vecchia ge-stione, facendo manodopera e ri-pristinando tutti iservizi che eranogià pronti prima diNatale. Poi il climanon ha premiato glisforzi in quanto idue periodi di ventoScirocco, durante lefestività natalizie edella befana, hannosciolto la neve efatto crescere unmanto di erba verdequasi primaverile.Ma con le ultimenevicate, per fortu-na, gli impiantihanno potuto apriree nel giro di unasettimana sono sta-ti tutti avviati, perla gioia degli aman-ti della neve e deglisport invernali". R ico rd iamo cheCampocatino haben 5 impianti di risalita e 10piste di cui 3 blu, 4 rosse e 3nere ed è facilmente accessibilesia sul versante ciociaro (sud)che su quello romano (nord) at-traverso Alatri-Guarcino nel pri-mo caso e Fiuggi-Arcinazzo nel

secondo. Per quanto riguarda iprezzi c'è da dire che sono previ-

sti sconti per varie categorie diutenti, da quelli per i residentinei comuni parte del consorzio(Alatri e Guarcino), a quelli perjuniores, per le famiglie etc.

Andrea Tagliaferri

Il rilancio della stazione sciistica di Campocatino promessa in campagna elettorale da Iannarilli sembra essersi concretizzata

La situazione a CampostaffiFILETTINO - Se Atene piange Sparta non ride, recita un vecchio adagio. Dalla Grecia alla Ciociaria, si po-trebbe parafrasarlo dicendo che, se a Campocatino attendono il rilancio definitivo della stazione, aCampostaffi una stagione in chiaro (poco) scuro (molto). Anche qui, a ridosso dell'Abruzzo, si fanno iconti con una situazione non certo brillante. La neve caduta a fine dicembre è stata scarsa ed è stataspazzata via dallo scirocco; altre precipitazioni si sono avute ad inizio anno, ma hanno consentito l'a-pertura di appena 2 impianti su 5. Adesso si attende di recuperare in parte la stagione, sperando in ab-bondanti nevicate per fine gennaio - inizio febbraio. Ma i problemi sono anche di altra natura e sono le-gati ad una gestione (l'Iti) che secondo il parere di molti non ha investito a sufficienza sulla stazione,peccando di fiducia sulle potenzialità della stessa. Ma per il sindaco di Filettino, Gianfranco Catena, c'èpure una terza ragione a spiegare il momento attuale: la fuga dei giovani e delle risorse imprenditorialida un paese destinato allo spopolamento: "Qui non vuole restare più nessuno". Come si diceva all'inizio,pochi sorrisi... Pie. Ant.

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Ambiente, cosa possiamo fare nel nostro piccolo?Ambiente4

Dalla conferenza di Copenaghen a casa di tutti noi. Cosa facciamo e cosa no.Se Copenaghen vi sembralontana, se pensate che irisultati della conferenza

riguardino soltanto i go-verni o i "grandi" dellaTerra, se credete che un

gesto virtuoso - an-che minimo - possa

fare nulla o ben poco,beh...vi siete sbagliati. Perché, se da un lato è vero che lalotta all'inquinamento, al contenimento delle emissioni edella temperatura globale è un problema a grandissimascala, è altrettanto vero che soltanto iniziando a rispetta-re l'ambiente che ci circonda, a mettere in atto alcune"buone pratiche", ad agire concretamente nel nostro quo-tidiano si può dare il buon esempio oltre che un contribu-to fattivo. In questo solco, vogliamo ricordare che non è

un caso che il nostro giornale si chiami "Gente Comune" epartendo proprio da questo concetto vogliamo sapere cosafa (o non fa) la gente comune per tutelare il clima. Perquesto primo appuntamento lo abbiamo chiesto a trenostri collaboratori - AndreaTagliaferri, Pietro Antonucci eBruno Sbaraglia - mettendo inevidenza quello che di buonoe di meno buono fanno. Perché tre giornalisti dellanostra testata? Perché spessoè facile parlare e dare indica-zioni grazie ad una penna oad un computer, ma nella re-altà quanto si è virtuosi? Continueremo in seguito in-tervistando altri giornalisti,

personaggi pubblici e anche voi, perché attendiamo noti-zie da voi, dalla gente comune, dal professore o dalla mas-saia della porta accanto. Perché Copenaghen non è poicosì distante...

Smaltisco correttamente i rifiuti ingombranti etecnologici, grazie al servizio di raccolta a domi-cilio e all'isola ecologica attivata dall'Ammini-strazione comunale di Alatri

Non ricordo sempre di chiudere il rubinetto men-tre mi lavo i denti o lavo le stoviglie, consuman-do così molta più acqua del necessario

Lascio troppi congegni elettrici in funzione o instand by quando non serve. E dimentico di spe-gnere i tasti Off lasciando i led luminosi dei variapparecchi accesi Andrea Tagliaferri

In casa, dopo aver cucinato una frittura, aspet-to che l'olio si raffreddi senza gettarlo nel lavan-dino. Quindi, lo raccolgo all'interno di un barat-tolo e lo getto nella spazzatura

Cerco, nel limite del possibile, di economizzarel'uso dell'acqua. A volte, ma non sempre, spengotutte le televisioni che sono rimaste in stand by

Devo migliorare la raccolta differenziata. Molto spes-so, a causa della fretta, non ho la pazienza di suddi-videre l'immondizia e di gettarla separatamente

Preferisco comperare generi alimentari prodottinel territorio, favorendo così l'economia locale eacquistando nell'impresa per far crescere la retedel "km 0" riducendo i trasporti

Utilizzo, ma non spesso, i formati elettronicianziché quelli cartacei per alcune riviste che èpossibile trovare anche on-line, contribuendo aduna minima riduzione del carbonio

Per pigrizia, lascio spesso il computer acceso per oreanche quando non servirebbe o mi allontano da casa,sprecando così inutilmente dell'energia elettricaPietro Antonucci

Bruno Sbaraglia

Quando vado a fare la spesa utilizzo buste dipanno o di plastica portandole da casa così danon usare i sacchetti inquinanti usa e getta.

Mi impongo di spegnere le luci delle stanze incui non sono presente ma qualche volta mi di-mentico di farlo.

Non sto molto attento a come smaltisco i toner u-sati, la carta, e le cartucce delle stampanti, anchequando lavoro.

Paolo Fiorenza

La mia buona azione per rispettare l'ambiente èla raccolta differenziata, cerco di differenziaretutti i rifiuti utilizzando buste riciclabili e nonsemplici sacchetti di plastica "inquinanti".

La mia "non buona azione" o meglio la mia"brutta abitudine" è quello di stampare qualsia-si documento utilizzando molta carta non pen-sando ai numerosi alberi che vengono abbattutidanneggiando l'ambiente. Una raccomandazioneper me e per tutti: usate la tecnologia digitale.

Cerco di non gettare rifiuti a terra ma non sempre ac-cade quando passeggiando non ci sono i cestini, de-finirei questa una mia non buona/buona azione.

Laura Ascani

Fiorenza Hi-FiALATRI - Via Martiri Ungheresi, 22

Tel. 0775 441155 - www.fiorenzahifi.it

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Dalla Regione 5

Regionali: sfida di colore ROSA

La corsa verso le Elezioni Regio-nali di fine marzo entra semprepiù nel vivo, ed è ormai certo cheper capire chi siederà sullo scran-no più importante della Pisana,sarà sfida tra Emma Bonino e Re-nata Polverini. Una tornata elettorale delicata,come sempre del resto quando siparla del Lazio, per la quale ormaida diverse settimane si stannocominciando a muovere i verticinazionali sia del Partito Demo-cratico che del Pdl. Proprio nello

schieramento di centrodestrasembra esserci la situazione piùcomplicata, con tanti big scesi incampo e pronti a battagliare finoa fine marzo. Tra i sicuri della candidatura, c'èsicuramente Angelo D'Ovidio. Peril Consigliere uscente nativo diPastena, si prospettano settima-ne di tour in tutta la provincia diFrosinone, nelle quali si cercheràdi capire come risponderà il terri-torio. Stando comunque ai rumor,Angelo D'Ovidio sarebbe uno deimaggiori indiziati per la conqui-sta di un primo posto nella listadel Pdl, che molto probabilmentegli consegnerebbe anche un as-sessorato. La campagna elettorale di D'O-vidio è ormai entrata nel vivo giàda qualche settimana, con incon-tri in tutta la provincia, e una

lunga serie di conferenze su varietematiche collegate al Progetto"Lazio 2010", lanciato dalla Fe-derazione dei Cristiano Popolari,e portato avanti in provincia daD'Ovidio. Più poteri alle provincecon una "Regione senza Roma",accesso al credito, progetto salvabilanci, innovazione e sviluppo:queste le tematiche principalidella campagna elettorale di D'O-vidio, che sta già ricevendo gran-dissimi consensi. "In queste settimane - spiegaD'Ovidio - cercheremo di dare del-le risposte concrete alla gente,visitando tutti i 91 comuni dellaprovincia di Frosinone, cercandodi spiegare la nostra ricetta perun Lazio migliore. Dopo cinqueanni di "nulla", è arrivato il mo-mento di cambiare, e la sceltadella Polverini e del Pdl mi sem-

bra quella più adeguata per rida-re dignità alla Regione". D'Ovidio raccoglie poi l'appoggiodi due big della politica naziona-le, che lanciano la sua corsa ver-so la riconferma alla Pisana. "D'Ovidio - spiega il vicepresiden-te del Senato, nonché presidentedella Federazione dei CristianoPopolari Mario Baccini - è un can-didato da sostenere soprattuttoper le cose che ha fatto per la suaprovincia e per la sua regione. Una candidatura affidabile, di unapersona che può ancora dare mol-to alla provincia di Frosinone. Per questa ragione, tutte le occa-sioni che avrò per consigliare diesprimere una preferenza per An-gelo D'Ovidio, saranno occasioniutili e non esclusivamente legateall' amicizia che mi lega a lui. E'un politico di razza, e va assoluta-

mente sostenuto". Parole di grande apprezzamentoarrivano anche dal Senatore delPdl Cesare Cursi: "Penso che ilconsigliere Regionale AngeloD'Ovidio abbia dato di se buonaprova a livello regionale in manie-ra concreta, attivandosi nel consi-glio e nell'istituzione Regione, perfar si che i problemi del Lazio tro-vassero delle soluzioni.Questo è sicuramente il modo mi-gliore con cui misurare l'impegnodi un consigliere, il modo miglioreper dire all'opinione pubblica cherivotare D'Ovidio significa scom-mettere su una cosa certa, che hagià dato buona prova di se, e cheha dimostrato di saper gestire eguidare l'istituzione in manieraseria e concreta".

Carlo Capone

Con l'iniziativa itinerante "Obiettivo Co-mune", l'Assessore Regionale FrancescoScalia sta facendo tappa in queste setti-mane in tutti i comuni della provincia diFrosinone per dialogare con i cittadini e"sintonizzarsi" sulle esigenze del territo-rio. Gli incontri rappresentano inoltre l'oc-casione per illustrare quanto compiuto si-nora negli anni di attività politica dell'exPresidente della Provincia di Frosinone edattuale Assessore della Regione Lazio. "Il dialogo con i comuni - ha spiegato Sca-

lia - è importante sia per avere consapevo-lezza diretta delle loro esigenze sia percomunicare le misure di finanziamento e lerisorse economiche che la Regione Lazioha messo in campo proprio in favore deglienti locali. Questo segnale di responsabili-tà e di vicinanza al territorio passa ancheattraverso l'incontro con le singole ammi-nistrazioni, da cui può emergere un quadroreale e concreto di priorità. Del resto èormai noto come la Regione sia diventatail primo interlocutore dei comuni, tanto in

termini di finan-ziamento, quantoin termini di in-terventi sul terri-torio ed è beneche vi sia un ca-nale di comunica-zione sempre a-perto, che nonfaccia distinzionidi colore politi-co". Tra gli inter-venti su cui Scaliasi è confrontatopiù spesso con icittadini nel cor-so degli incontridi Obiettivo Co-mune, ci sono larecente apertura

del casello autostradale di Ferentino e laprossima inaugurazione dell'ultimo trattodella superstrada Sora-Frosinone-Ferentino. Grande attenzione è poi riservata alla rea-lizzazione dell'aeroporto di Frosinone. Alcomplesso aeroportuale si connetterà,inoltre, una linea di metropolitana leggerain grado di collegare il capoluogo ciociaroa Roma in soli 25 minuti. Il confronto traScalia ed i cittadini tocca inoltre le que-stioni ambientali: i progetti tesi a ridurrele emissioni di polveri sottili nella città diFrosinone e la bonifica della Valle del Sac-co costituiscono solo alcune delle misureadottate per tutelare il territorio e la salu-te dei cittadini. A livello regionale, gli in-terventi operati dalla giunta di centrosini-stra, di cui Scalia fa parte dal marzo 2009,sono stati molteplici ed hanno riguardatodiversi settori. In ambito sanitario, non-ostante un deficit di bilancio che ammon-tava a 10 miliardi di euro, ereditato dallagiunta Storace, è stato compiuto un risa-namento che non ha tuttavia impedito im-portanti interventi sulle strutture sanitarieprovinciali. Accanto al DEA di primo livel-lo di Cassino, di prossima apertura sarà ilDEA di secondo livello di Frosinone, ossiaun presidio in grado di assicurare ai citta-dini le funzioni di più alta qualificazionelegate all'emergenza, come la cardiochirur-gia, la neurochirurgia, la terapia intensiva

neonatale, la chirurgia vascolare. Il pianosanitario regionale è stato inoltre parame-trato al numero effettivo di abitanti e non,secondo quanto indicato dal Governo, ainumeri del 2006, comportando un aumen-to dei posti letto disponibili nelle struttu-re ospedaliere regionali. Quanto alla diffu-sione delle banda larga, è stato già realiz-zato il cablaggio di molti comuni dellaprovincia di Frosinone, da ultimare entro lametà del 2010. A sostegno delle PMI, realtà produttivache costituisce il spina dorsale dell'econo-mia del nostro territorio, la Regione ha i-stituito il Fondo Rotativo, che prevede unostanziamento complessivo di 240 milioni

di euro, di cui il 50% messo a disposizio-ne dalla Regione e il 50% dalle bancheaderenti. L'impegno regionale si è esteso anche aigiovani: in particolare, quelli che dispon-gono di un basso reddito, dietro la pre-sentazione di una domanda online, pos-sono ottenere l'abbonamento gratuito aimezzi pubblici, regionali e locali.

A.T.**con la collaborazione dell'ufficio stampadell'Assessore Regionale Francesco Scalia

Francesco Scalia propone un “Obiettivo Comune”

Angelo D'Ovidio lancia il suo Tour

Angelo D'Ovidio

Francesco Scalia

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News dal Capoluogo

Pietro Grasso ospite dell'AgilamHa esordito con un grande ap-puntamento di spessore la nuova

Associazione Giornalisti del La-zio Meridionale creata con entu-siasmo dal Presidente TommasoPolidoro e da altrettanto validigiornalisti della nostra provinciaa fine 2009. Ospite d'onore della prima con-ferenza organizzata presso laVilla Comunale di Frosinone, loscorso 22 gennaio, è stato ilProcuratore Nazionale Antimafia

Dr. Pietro Grasso, intervistato daPaolo Butturini, Segretariodell'Associazione Stampa Ro-mana davanti ad un pubblico diautorità locali (il Questore, ilcomandante della Guardia di Fi-nanza, il Sindaco Marini, l'asses-sore provinciale alla Cultura Ab-bate, il suo omologo in ComuneMostarda) e di giovani studentiche, a dire il vero, hanno stupi-to tutti i presenti per l'acutezzae la particolarità delle domanderivolte al Procuratore Grasso. L'appuntamento è solo il primodi una lunga serie che il Pre-sidente Polidoro ha assicuratoprogrammate per l'anno in cor-so. Certo è che un inizio del ge-nere non può che promettere be-ne per il panorama culturalelocale che ha certamente biso-gno di un po' di stimoli.

A.T.

Grande successo della conferenza su Mafia e Legalità organizzata presso la Villa Comunale

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Butturini, Grasso e Polidoro

Ultimi dettagli per l'Ascensore inclinatoAncora qualche settimana, e l'a-scensore inclinato sarà finalmen-te realtà. Un'opera innovativa quella che

collegherà via Aldo Moro a PiazzaVittorio Veneto, e che si sperapotrà risolvere i problemi di traf-fico del capoluogo, collegando insoli due minuti, la parte alta conla zona bassa di Frosinone. Grosse novità, infatti, sono arri-vate in seguito alla riunione delloscorso 6 gennaio, tenutasi presso

la Ustif (Ufficio speciale per i tra-sporti a impianti fissi) di Roma,alla quale hanno partecipato l'as-sessore Sergio Paris, i dirigenti

dei settori LLPP e Mobilitàe Trasporti, iresponsabilidell'impresache ha realiz-zato l'operacon i tecniciresponsabilidel Ministerodei Trasporti. La riunioneconc l u s i v adel l ' i ter diapprovazione

dei progetti e delle opere relativeall'ascensore inclinato è stataconvocata per la formazione econdivisione di un crono pro-gramma delle attività propedeuti-che alla tempistica del collaudo,oltre che dell'avvio dell'eserciziodella linea di trasporto pubblico. Nella riunione è stato deciso an-

che il regolamento di esercizio,dove sono raccolte tutte le attivi-tà e i modi d'uso della linea ditrasporto. Dal momento in cui entrerà infunzione, la cabinovia viaggerà a2,5 metri al secondo sul binarioinclinato di 33 gradi. Il percorso da coprire è di 161metri con un dislivello di 87 me-tri. L'ascensore, la cui stazione dipartenza è alle pendici della col-lina, sarà in grado di trasportare40 persone a viaggio, 620 all'ora.Grazie a questa opera la parte al-ta e quella bassa saranno più vi-cine: in appena due minuti se-condi sarà possibile arrivare davia Moro a piazzale Vittorio Ve-neto e viceversa. Una buona notizia dunque per ilcapoluogo, che a distanza di 14mesi dalla fine dei lavori, avràfinalmente a disposizione una o-pera di vitale importanza per losviluppo dell'intera città.

Carlo Capone

L'intera Ciociaria ha dato l'addio commosso a "Bicchierino"E' scomparso Giovanni Morgia, uno dei centauri più noti a Frosinone

La carriera sportiva di GiovanniMorgia, da tutti conosciuto con ilnomignolo di "Bicchierino", èstata una delle più intense poi-ché ha abbracciato due genera-zioni di campioni. Pilota di gran-de esperienza e valoroso campio-ne, vantava oltre ad una grandeserie di successi, anche pochissi-mi incidenti, per il suo modo in-telligente, lucido e misurato diguidare, anche se a prima vistasembrava il più spericolato inter-prete del tracciato. Protagonistaindiscusso negli anni '50 e '60 nelmitico ed emozionante circuitocittadino di Frosinone, uno deicircuiti più belli ed impegnativid'Italia. Sono rimaste indimenti-cabili le sfide all'ultimo sangue

con Silverio Archilletti e FrancoMancini, migliori centauri delpanorama motoristico na-zionale, anche se GiovanniMorgia non è stato mai pro-feta in patria, inseguendola vittoria per due decennisenza mai raggiungere l'o-biettivo. Si è dovuto accon-tentare di numerosissimipiazzamenti, tra i quali cin-que secondi posti ma fusempre acclamato dagli ap-passionati come se avessevinto. Il circuito motoristi-co cittadino di Frosinonenegli anni '50 e '60 fu tra i piùcoinvolgenti ed entusiasmanti,ma Frosinone aveva accolto ilmotociclismo ad alto livello già

prima della seconda guerra mon-diale. La prima edizione si dispu-

tò addirittura nel 1927 e fu vintada Enrico Periccioli su Sunbean500, guidando alla media di 80km orari su un percorso mai più

riproposto, che prevedeva untratto iniziale molto veloce a

Tecchiena e Roana. Giovanni Morgia si è di-stinto per la facilità conla quale cambiava ilmezzo tecnico: nel corsodegli anni si è presenta-to al via della gara diFrosinone in sella a di-verse moto, dalla CM al-la Ducati, dalla Motobialla MV alla Rumi e conla sua fida Morini, con laquale nel 1966 vinse ilcampionato italiano

nella categoria Juniores nellaclasse 250cc. I tifosi lo ammira-vano perché lottava con unagrinta che sfiorava il paranormale

e il suo talento meritava entusia-smo da parte degli addetti ailavori perché correva con motoaffittate da concessionari e fattearrivare in città pochi giorni pri-ma della gara e che avrebbe resti-tuito subito dopo. Per due lustri, la rivalità traMorgia e Archilletti ha fatto ac-correre lungo i 5 km del tracciatofrusinate con 23 curve, salite ediscesa circa cinquantamila per-sone che applaudivano i loro be-niamini. Giovanni Morgia ci ha lasciato ela sua scomparsa ha cerato unvuoto nell'animo di tutti: con luiè svanito un pezzo di storia spor-tiva ciociara.

Bruno Sbaraglia

Celebrata la festa della Polizia LocaleL'Assessore Regionale Di Liegro in visita allo Sportello Sicurezza del Comune di Frosinone

Si è svolta lo scorso 20 gennaio a Frosino-ne la prima Commemorazione Interco-munale di San Sebastiano, Protettore dellaPolizia Locale. La giornata ha preso il via alle ore 10, conl'arrivo delle autorità e rappresentanze cit-tadine con gonfalone in piazzale VittorioVeneto. La partenza del corteo, direttoverso la Cattedrale Santa Maria, è avvenu-ta percorrendo via Del Plebiscito per arri-vare a piazza Santa Maria. Alle ore dieci etrenta si è poi tenuta la Santa Messa con-celebrata da Mons. Luigi Di Massa-VicarioGenerale della Diocesi, Rev. Don GianniBekiaris - Cappellano Magistrale delS.M.O.M., Don Giovanni Giralico - Parroco

della Cattedrale di Frosinone. Dopo unabreve visita da parte delle autorità e del-l'Assessore Regionale Di Liegro allo Spor-tello Sicurezza inaugurato lo scorso anno,primo esempio nel Lazio, alle 12 e 30 si ètenuto, presso l'Aula Consiliare della Cittàdi Frosinone, un incontro al quale hannopreso parte il Sindaco di Frosinone MicheleMarini, l'assessore alla Polizia Municipaledi Frosinone Fabio Dialmi, il Comandantedella Polizia Municipale di FrosinoneMassimiliano Mancini. Il Sindaco Michele Marini ha esordito sot-tolineando l'importanza di questa manife-stazione che raccoglie i Corpi di tutta laprovincia. Quello della Polizia Locale è un

simbolo radicato nelterritorio, entrato or-mai nella tradizioneche regala ai cittadi-ni un senso di tran-quillità che è impor-tante per quella cheviene definita sicu-rezza percepita. Nellasua dichiarazione l'assessore Dialmi ha in-vece ricordato quanto realizzato dal-l'Amministrazione nell'ambito della sicu-rezza, citando, tra l'altro la video-sorve-glianza, lo Sportello per la Sicurezza Ur-bana fino ai nonni vigili che entreranno inazione dal prossimo lunedì. L'assessore Di

Liegro, dopo aver ringraziato per l'invitoricevuto, ha voluto ricordare come la Re-gione Lazio abbia messo in atto una effi-cace politica sulla sicurezza e sul sociale,riconoscendo così l'ottimo lavoro svolto,attraverso finanziamenti e progetti.

A.T.

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Provincia 7Se un gelato costa la bellezza di 35 euro...

FIUGGI - Ha fatto giustamentescalpore la notizia trapelata afine anno riguardante una cop-pia di turisti stranieri che si èvista chiedere l'assurda cifra di35 euro per un cono gelato. Eun'eco ancora maggiore ha a-vuto la "giustificazione" che l'e-sercente esoso avrebbe addottoper spiegare la somma: "Pensavofossero dei russi...". E qui è ilcaso di fare alcune riflessioni. Va da sé che è un'enormità tira-re fuori dal portafogli 35 europer un cono gelato, per cui ilcomportamento dell'artigiano ècensurabile fin da questo punto. Ma più grave è il tentativo di

discolparsi accampando l'ideache le due ignare vittime fosse-ro straniere, probabilmente da-narose: il "messaggio" (negati-vo) che passa è che il turista èil giusto "pollo" da spennare al-la prima occasione utile, megliose viene dall'estero perché noncapisce la lingua, non conoscel'euro, non sa quanto costino iprodotti alla fonte... Messaggionegativo perché è la pubblicitànegativa che ne deriva a dan-neggiare l'immagine della città ea frustrarne le ambizioni di unpossibile rilancio, specie in unperiodo di grande difficoltà co-me l'attuale. Evidentemente, gli

"esempi" dello scorso autunnoche hanno coinvolto alcunigiapponesi a Roma non hannoinsegnato nulla a chi opera neisettori della ristorazione e del-l'accoglienza in genere. Anziché puntare sul migliora-mento dei servizi, su offerte ac-cattivanti in grado di attirare ilturista, si predilige il guadagnoimmediato, esorbitante e senzasenso che, alla fine, producesoltanto guasti e non porta al-cun beneficio. Per Fiuggi un al-tro "colpo basso". Anzi indigesto. Come un conogelato da 35 euro.

Pie. Ant.

Tutti in piazza per la festa delle StuzzeFIUGGI - C'è aria di crisi a Fiuggi, dove si sta vivendo una delle peggio-ri stagioni degli ultimi anni, e quindi giungono a proposito le festivitàin onore di San Biagio, Patrono della città termale, sperando - almeno

per il momento - ditrovare un momento didistrazione e di relax,oltre che di sincerapreghiera. Con il 2 e il 3 febbraiotornano infatti i classi-ci appuntamenti dellaFesta delle Stuzze e lecelebrazioni in onoredi San Biagio.

Sulla prima iniziativa aleggia un'aria da leggenda. Pare, in effetti, chenel 1298 fosse stata proprio la festa in questione a salvare la città dal-l'assedio delle truppe papali. I soldati arrivarono di notte alle porte delborgo e, scambiando i fuochi delle celebrazioni per un incendio, pensa-

rono di essere stati preceduti dagli alleati e sene andarono tranquilli. L'indomani la città, saputo dello scampato peri-colo, elesse il santo del giorno, San Biagio, apatrono di Anticoli di campagna, l'antico nomedi Fiuggi. Durante la festa, che deriva da antichi riti paga-ni di purificazione, si usava bruciare appunto le"stuzze", stoppie che nei secoli sono diventatecanne, tronchi di quercia ed addirittura capannedi legno coperte da rami di ginestra costruiteappositamente per le celebrazioni. La festa diSan Biagio, che ricorre invece il 3 febbraio, vie-ne poi ripetuta nella prima domenica di agostoaffinché anche i villeggianti estivi possano go-dere delle tradizioni cittadine. E chissà, scherzando un po' tra il sacro ed il pro-fano, che San Biagio non faccia il miracolo direstituire un po' di speranza alla città: Fiuggi,che attraversa un periodo davvero buio, ne a-vrebbe davvero bisogno. P. A.

Il pensiero è già tutto rivolto alle prossime elezioni comunaliTREVI NEL LAZIO - Il 2010 sarà l'anno delle elezioni comunali. Anticipate, come si sa, dopo l'inopinata "caduta" del sindacoSilvio Grazioli, sfiduciato da una parte dei suoi nello scorso autunno. Va da sé, quindi, che l'attenzione nel paese è tutta rivol-

ta alle imminenti consultazioni elettorali e la macchina politica è in fermento già da unbel pezzo. Al momento, comunque, di certezze ce ne sono poche. Una è che il primo cit-tadino uscente (che era stato eletto nella primavera del 2006, ndc) si ripresenterà ai nastridi partenza alla guida della lista civica "Trevi nel futuro" con un programma battagliero edesideroso di portare a compimento le progettualità rimaste in sospeso. Grazioli parla diPiano regolatore generale, recupero urbanistico, ulteriore impulso alle attività socio-cultu-rali, della creazione di nuovi posti di lavoro favorendo la costituzione di cooperative. Ideeattorno alle quali sta aggregando nuove persone per la definizione della lista e per otte-nere di nuovo l'ok dei suoi concittadini a lavorare per altri 5 anni per Trevi nel Lazio, pos-

sibilmente senza intoppi. Ma qualcosa si sta muovendo anche in altre direzioni: si parla di una seconda possibile lista compo-sta in prevalenza da giovani e di una terza formazione che sia espressione più vicina all'importante frazione degli Altipiani diArcinazzo. In attesa di collocazione invece i quattro esponenti - Antonio Crisci, Antonio Salvatori, Marzia Molinari e RenatoGraziani - che hanno fatto mancare il loro appoggio a Grazioli qualche mese fa. Ma la situazione, come si potrà ben capire, è anco-ra molto fluida e in fermento: c'è ancora diverso tempo perché le cose possano cambiare prima di assumere la loro forma definitiva.

Pie. Ant.

Gli Altipiani di Arcinazzo

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Provincia

Veroli, terapia d'urto per salvaguardare il pianoro di Prato di CampoliVEROLI - Il patrimonio naturale epaesaggistico del pianoro diPrato di Campoli è sotto la lented'osservazione dell'Amministra-zione comunale verolana, contante problematiche da risolveree che sono state la spina nelfianco delle varie amministrazio-ni succedutesi nell'ultimo ven-tennio. La giunta di GiuseppeD'Onorio dovrà applicare dellescelte di fondo di carattere am-ministrativo di massima urgenza,allo scopo di salvaguardare tuttal'area del pianoro e renderla piùfruibile, sviluppandone tutte lepotenzialità turistiche ed econo-miche. La convenzione per la ge-stione del prato, affidata all'asso-

ciazione temporanea di coopera-tive, formata dalla "Tipì coop" edalla "Argo Service", entrambe diVeroli, è scaduta lo scorso 31 di-cembre, gestione che riguardavala riscossione dei ticket per la so-sta oltre alla pulizia e la manu-tenzione dei servizi igienici, lafornitura dell'acqua potabile, l'as-sistenza sanitaria e la vigilanza eil controllo sull'attività dei pasto-ri. Si dovrà lavorare per migliora-re sia l'afflusso turistico, oltreche per la stesura di norme atte aregolamentare la pastorizia, datoche proprio in questi giorni sca-dono i termini per la presentazio-ne delle domande di "Fido pasco-lo", provvedimento destinato a

chiunque intenda utilizzare i ter-reni comunali per il pascolo di

bestiame. Verranno studiati variprogetti da presentare con unbando e scelto quello migliorecon priorità assoluta alla riduzio-ne del traffico veicolare in entra-

ta (magari instaurando un servi-zio navetta) qualora sia pratica-

bile. L'associazioneuscente ha prodot-to varie idee, tracui l'allargamentodella gestione adaltre cooperative oassociazioni inte-ressate, onde ge-stire al meglio lacomplessità deiservizi che il pia-noro deve garantire

ai villeggianti. Il problema ammi-nistrativo è quello di regolamen-tare l'afflusso di traffico e sicco-me la strada è comunale, quindidi competenza delle forze dell'or-

dine, i gestori non possono vieta-re l'accesso agli utenti, come pu-re non hanno nessun potere ese-cutivo sull'attività dei pastori. Unaltro problema di primaria impor-tanza per l'amministrazione co-munale - visto che tutta l'area èpriva di segnale telefonico - èquello di attivarsi, interpellandosocietà di telefonia mobile affin-ché venga installato un ripetito-re dando modo agli addetti di se-gnalare eventuali interventi diprimo soccorso. Problemi che lagiunta D'Onorio dovrà farsi caricoe cercare di risolvere anche per-ché durano ormai da molto, trop-po tempo.

Bruno Sbaraglia

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Prato di Campoli sotto la neve

Anche a Veroli si recuperano le mura poligonaliVEROLI - Se si vuole creare un movimento turisticoconsapevole, occorre valorizzare al meglio il patri-monio storico che abbiamo. In tale ottica, va accol-

to come un segnale importante la decisionedell'Amministrazione comunale di Veroli di procede-re al recupero e alla riqualificazione della cintamuraria di San Leucio (l'opera poligonale di epocaromana e delle strutture difensive di epoca medie-vale), posta nel punto più alto del centro storico.Si tratta di un intervento che il sindaco GiuseppeD'Onorio ha annunciato sul finire del 2009 e cheprenderà il via appena espletate le ultime formalitàburocratiche. Non sarà, lo diciamo subito, il con-sueto lavoro rivolto al solo risanamento conservati-vo, come avvenuto in passato. Essendo stata perlunghi tratti assorbita all'interno della maglia edili-zia, la fortificazione aveva perso nel tempo l'inte-grità originaria e, di conseguenza, la sua efficaciasimbolica. L'intervento proposto mira così ad unsistematico "Recupero funzionale" allo scopo di"valorizzare il complesso monumentale e le muramedievali cresciute in sovrapposizione del prece-dente perimetro megalitico, per adeguarlo ad unadomanda turistica di eccellenza". È prevista la sistemazione del paramento esternocon il risanamento e l'accesso interno al sito; all'in-

terno della rocca di San Leucio si procederà allarimozione e al vaglio dei materiali di crollo; si rea-lizzerà un accesso ad un percorso pedonale che por-

terà il visitatore all'internodella rocca stessa, che saràfruibile anche di sera grazieall'illuminazione del percorso edell'area monumentale. Il fine è quello di dare visibili-tà alla poderosa cinta e incre-mentarne l'appetibilità dalpunto di vista turistico.Ricordiamo che le mura poligo-

nali in questione, comprese tra il rione di SanLeucio ed i resti della rocca del X secolo, furono unavamposto strategico dove trovò prigionia PapaGiovanni XIII. L'ingente opera di recupero sarà possibile grazie alfinanziamento di 500 mila euro ottenuto dallaRegione Lazio - Direzione Regionale Beni e Attivitàculturali, e alla somma di 50 mila euro a carico delbilancio comunale. Sarà l'impresa "Moliri srl" diMonte San Giovanni Campano ad occuparsi dell'in-tervento: l'impresa possiede certificata esperienzanel settore perché da quando è nata si interessa direstauro (tra i lavori realizzati, quelli a carico dellemura di Ferentino e del Castello di Alvito). Progettista, direttore dei lavori e responsabile dellasicurezza è l'architetto Alessandro Tarquini. L'Amministrazione comunale di Veroli proseguedunque sulla strada già tracciata anni fa quando, suprecisa indicazione e volontà del primo cittadinoGiuseppe D'Onorio, è stato recuperato il sito ar-cheologico in Via Casalunga, proprio alle spalle delPalazzo municipale.

Pietro Antonucci

Il sindaco D'Onorio ha annunciato il via ai lavori di riqualificazione

Un museo dell'olio per celebrarel'oro verde ciociaro

Rocca San Leucio di Veroli

BOVILLE ERNICA - La recente manifestazio-ne "Pane & Olio in frantoio", che ha fatto regi-

strare un'altissima presenza di pubblico ed un successo senza preceden-ti, ha convinto anche l'Amministrazione comunale che la promozione del-l'olio extravergine di oliva può rappresentare una risorsa economica peril territorio anche dal punto di vista turistico. È per tale ragione che, conla fine dell'anno, momento in cui si traccia il bilancio di quanto realizza-to e si annunciano i propositi per l'avvenire, il presidente del consigliocomunale bovillense, Nicola Milani, ha lanciato l'idea di creare un museointeramente dedicato al prodotto principe delle colline del paese, l'olioappunto. Lo stesso Milani è anche vice-coordinatore regionale dell'asso-ciazione nazionale "Città dell'olio" (della provincia di Frosinone ne fannoparte, oltre Boville Ernica, anche Monte San Giovanni Campano e Val-lecorsa, ndc) e dunque più sensibile ed attento alle tematiche citate. Nelprogetto, per ora a livello embrionale e che verrà sviluppato nel corso diquesto nuovo anno, Milani ha inteso coinvolgere altri soggetti con l'in-tento di costituire una partnership con i privati del consorzio dei produt-tori di olio di Alatri, Veroli, Monte San Giovanni Campano e Boville Er-nica. Il fine del museo sarà quello di divulgare la cultura dell'olivo e del-l'olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l'ambiente ed il paesag-gio olivicolo, diffondere la storia dell'olivicoltura, garantire il consuma-tore attraverso la valorizzazione delle denominazioni di origine, fungereda punto di riferimento per organizzare eventi, creare la base necessariaper l'attuazione di strategie di comunicazione e di marketing finalizzatealla conoscenza e alla vendita del prodotto. L'idea, aggiungiamo noi, èottima perché se l'intera provincia di Frosinone (non solo la città diBoville Ernica, quindi) vuole avere una chance per incrementare il suofuturo turistico, di cui si parla a torto a ragione da decenni se non di più,è indispensabile "puntare" sulle caratteristiche principali del territorio ela produzione dell'olio extravergine di oliva è una di queste. Ci auguria-mo che l'esempio e la proposta di Boville Ernica vengano raccolti edampliati anche da altre amministrazioni comunali per dare più forza esostanza all'intuizione di Nicola Milani. Pie. Ant.

L'idea nata dopo il successodella manifestazione in frantoio

SORA - Il 2010 si apre con lo scontro, tutto interno allaSinistra, sulla delicata vicenda della centrale turbogasdella Cartiera del Sole, giudicata da diverse associazionidel territorio come un pericolo immane per la salute deicittadini in riferimento alle emissioni delle polveri sot-tili. A sollevare il polverone, che rischia di avere pesan-ti ripercussioni sulle non lontane elezioni regionali, è la"Cinema & Società" di Maurizio D'Andria che da mesi sista battendo, "Esponendosi in prima persona e subendole ritorsioni psicologiche e pratiche che possono esserefacilmente immaginate", contro la centrale. L'associazione in questione ha scritto in questi giorni al

leader di "Sinistra, Libertà Ecologia", l'onorevole NichiVendola, chiedendogli di prendere posizione sul tema. "Ti invito - sono le parole di D'Andria - a sentire FilibertoZaratti affinché ti presenti la sua versione dei fatti esoprattutto affinché si trovi la giusta definizione dellavicenda che, come dice lo stesso Ministero, riparta dal-l'annullamento degli atti rilasciati (falsi perché anche inviolazione della sentenza 127/2005 del Consiglio diStato, sezione VI), blocchi l'impianto turbogas dellaCartiera del Sole (che finirà per licenziare gli operai dellacarta per vendere soltanto l'energia elettrica) e procedaad una nuova richiesta di Valutazione di Impatto Am-

bientale per l'impianto in questione, potendosi avvalereoggi dello stesso parere ministeriale citato. In ciò,intervenendo anche sul parere positivo Aia rilasciatodalla Provincia di Frosinone (complice) in data22/01/2009". In caso non si addivenisse alla soluzioneauspicata, l'associazione invita Vendola ad espellere dalpartito Zaratti per "Indegnità" morale e politica e cer-tamente, a bocciare ogni sua proposta di candidatura perle prossime elezioni regionali. Per D'Andria tutta la Ciociaria non può votare una perso-na che ha un "Totale disprezzo della salute dei cittadi-ni, donne, bambini, vecchi e malati in primis". La dia-triba prosegue e assume aspetti sempre più drastici.

P. A.

Sora, la Sinistra contro l'assessore regionale Zaratti

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Provincia

Ferentino e la Porta SanguinariaContinua il nostro viaggio alla ri-scoperta di monumenti e luoghinascosti di Ferentino, città mito-logica le cui origini si fondonocon il mito. Secondo la leggendainfatti, Ferentino fu fondata dalDio Saturno che, cacciato dall'o-limpo si ritirò e fondò appunto lacittà. Ferentinum (participio pas-sato del verbo latino FERRE: crea-re, procurare; caratterizzante lafertilita' del terreno).Doverosa ci sembra la citazioneche fece di Ferentino, Orazio nel-le Epistole:SI TE GRATA QUIES ET PRIMANSOMNVSIN HORAM DELECTATSI TE PVLVIS STREPITVSQVE ROTARUM,SI LAEDIT CAVPONA,FERENTINUM IRE IVBEBO;NAM NEQUE DIVENTIBVSCONTINGVNT GAVDIA SOLIS…(Orazio - Epistolarum, Liber I, 17vv 6-9)

(SE TI PIACE LA TRANQUILLITA'ED IL SONNO CONTINUATO FINOAL LEVAR DEL SOLE,SE TI INFASTIDISCONO LA POLVE-RE, LO STREPITO DEI CARRI E LEOSTERIE,TI CONSIGLIEREI DI ANDARE AFERENTINO;INFATTI, NON AI SOLI RICCHI E'DATO DI GODERE…)Tappa del nostro viaggio è PortaSanguinaria.

La porta si trova a sud della cittàed il suo sguardo volge verso est.E' lei la più importante, la regina,

la meglio conservata, parliamoovviamente di Porta Sanguinaria.L'architrave originario è statosostituito dai romani da un arcoa tutto sesto costituito da tredi-ci conci radiali. La porta e le relative mura circo-stanti testimoniano le tre epochedifferenti di cui la città è stataprotagonista: preromana, roma-na, e medievale. Gli enormi massisono testimonianza dell'epocapreromana (IV sec. a. C.), sopral'arco a tutto sesto il travertino,traccia di un'epoca romana (IIsec a. C.), infine un terzo stratodi materiale incerto risalente al-

l'epoca medievale.Nel terzo e ultimo strato ci sono,a intervalli regolari dei fori ret-tangolari, sicuramente usati co-me appoggi per le incastellaturelignee, posto di guardia che veni-va inserito nelle fortificazionimedievali sulla parete esterna delmuro a difesa degli ingressi.Il nome della porta è probabil-mente il riassunto di battagliecruente; secondo un'opinione piùcondivisa il nome ricorderebbeinvece il percorso dei condannatia morte che dalla porta stessa u-scivano per essere giustiziati nel-la sottostante Aia del Montec-chio. La porta è la meglio conser-vata di Ferentino, meta di curio-si e turisti, rappresenta un ele-mento cardine della città.Conserva tutt'ora a distanza disecoli notevole eleganza e po-polarità.

Giuseppe Gatta

9Festeggiamenti a Sant’Antonio AbateVICO NEL LAZIO - 17 Gennaio a Vico nel Lazio, come in altri numero-si paesi, si sono svolti i festeggiamenti in onore a Sant'Antonio Abate,considerato il protettore degli animali domestici, tanto da essere soli-tamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una cam-panella. La tradizione deriva dal fatto che l'ordine degli Antoniani a-veva ottenuto il permesso di allevare maiali all'interno dei centri abi-tati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gliammalati colpiti dal fuoco di Sant'Antonio. I maiali erano nutriti aspese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collouna campanella. Egli è considerato, infatti, il protettore contro le epi-demie di certe malattie, sia dell'uomo, sia degli animali. E' stato invocato come protettore del bestiame e la sua effigie era col-locata sulla porta delle stalle. Il Santo è invocato anche per scongiu-rare gli incendi, e non a caso il suo nome è legato ad una forma di her-pes nota come "fuoco di Sant'Antonio" o "fuoco sacro". Il 17 gennaiotradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendolisotto la protezione del santo. I riti che si compiono ogni anno in occa-sione della festa di S. Antonio sono antichissimi e legati strettamentealla vita contadina e fanno di Antonio Abate un vero e proprio "santo"del popolo. Anche nel piccolo paese ernico durante la solenne messain onore del Santo, che si celebra nella chiesa di Sant'Antonio, ester-na al paese, sono stati benedetti gli animali e in occasione della festasono state distribuite a tutti gli abitanti del paese una piccola pagnot-ta di pane benedetta che per tradizione viene fatta mangiare agli ani-mali. Una tradizione che ormai conta molti anni e raccoglie numerosepersone devote al santo. Laura Ascani

La Porta sanguinaria

Collepardo, riapre lo sportello per le famiglieDopo un breve periodo di sospensione, da lunedì 11 gennaio scorso la riaperto al pubblico lo Sportello diascolto alle famiglie. Lo sportello è disponibile gratuitamente a tutti i cittadini ogni lunedì, con orariodalle ore 10 alle 12, presso il Centro Sociale Anziani in Piazza della Libertà, per affrontare le problema-tiche sull'educazione dei figli, quali ad esempio: l'importanza del genitore come educatore; l'educazionenell'infanzia e nel periodo prescolare; l'educazione nella formazione primaria (le scuole elementari); l'e-ducazione nella formazione secondaria (le scuole medie); il conflitto università/autonomia; le difficoltàrelazionali nei figli delle coppie separate. Lo sportello è gestito dal professore Francesco Boriani, socio-logo e già docente a contratto presso l'Università degli studi "La Sapienza" di Roma. Per ogni ulterioreinformazione ci si può rivolgere a Eugenio Ferrante, assessore comunale alle politiche sociali. L'iniziativaè una concreta testimonianza d'attenzione e di sensibilità a delle problematiche moderne ed attuali che, neipiccoli centri, possono spesso costituire una sorta di "tabù" per mancanza di cultura e di preparazione. P.A.

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Vita alatrense10Il patrimonio storico e bibliografico di Don Giuseppe per la cittàÈ giunta alla nostra redazione la se-guente nota informativa, a firma delsig. Temistocle Capone, fratello diDon Giuseppe Capone, e del prof.Gianni Boezi:

"Dando corso al pensiero espresso diDon Giuseppe Capone, deceduto il 31dicembre 2009, si comunica alla Cit-tadinanza che, in data 13/01/'10 si èproceduto al passaggio di consegnedella documentazione economico -amministrativa e degli archivi storicidel Seminario Vescovile di Alatri. Alla presenza del Vicario Generaledella Diocesi, Mons. Alberto Ponzi, delCancelliere Vescovile, Don Claudio Pie-trobono, di D. Antonio Castagnacci, diD. Mariano Morini, il sig. TemistocleCapone, e il prof. Gianni Boezi hannoconsegnato al cancelliere vescovile lechiavi dell'archivio capitolare di Alatri;dell'archivio storico del SeminarioVescovile; dell'archivio che accoglie lecirca cinquecento pergamene del Ca-pitolo della Cattedrale di Alatri (seco-li X - XVI); dell'archivio della Casa delFanciullo di Trivigliano; dell'archiviostorico e contabile "Fratelli Folchetti";della Biblioteca del Seminario. Al medesimo cancelliere sono stati al-tresì consegnati i cataloghi della do-cumentazione, in formato cartaceo e

digitale: realizzati dal prof. GianniBoezi per tutti gli archivi; redatto dal-lo stesso Boezi e dal sig. Antonio Fra-tarcangeli per la biblioteca del Se-minario. Tale grandiosa documenta-zione costituisce un patrimonio cultu-rale davvero immenso: dalle pergame-ne (la più antica risale al 933), ai te-

sti della biblioteca, ricca di oltre die-cimila volumi. Essa, in particolare, custodisce: un in-cunabolo della seconda metà del1400; ben 147 testi del 1500; la com-pleta enciclopedia del Moroni; i mano-scritti di Luigi De Persiis e di Luigi Ce-ci; la serie de "La Civiltà Cattolica", apartire dal primo numero. Al termine delle operazioni, sono staticonsegnati gli elementi dell'apparatoornamentale della statua del Patrono

S. Sisto; oltre a quelli già noti, i si-gnori Capone e Boezi hanno affidatoalla cura del Vicario Generale e delCancelliere Vescovile: le sei lamine dirame fatte incidere da Mons. EgnazioDanti a seguito dell'invenzione dellereliquie del Patrono, nel 1584 (perdu-te dal 1932, rinvenute e custodite daDon Capone); due lettere scritte daEgnazio Danti (del 14/12/1583 e del24/12/1586); l'unica copia esistentedelle Costituzioni sinodali fatte stam-pare dal Danti, nel 1585; tre lamine inrame relative a San Sisto (sec. XVIII -XIX); la targa dell'Accademia dei Lin-cei attribuita a Luigi Ceci. La documentazione, la produzione, itesti personali di Don Capone, riman-gono affidati, invece, alla custodia delsig. Temistocle suo fratello, per essereordinati e catalogati, con l'impegno -attestato nel verbale notarile redattocontestualmente - che tutto "saràconsegnato alla Diocesi", nel momen-to in cui verrà a far parte di un pro-getto culturale ampio e destinato avalorizzare insieme, in Alatri, la bi-blioteca e gli archivi del Seminario:"In quei documenti - è stato il pensie-ro ultimo di Don Giuseppe Capone -esiste la nostra storia e noi abbiamol'obbligo morale di consegnarli allefuture generazioni".

Il Comune chiede all'Acea:"Sportello aperto tutti i giorni"Il Comune di Alatri incalza l'Acea Ato5, obiettivo fartenere aperto l'ufficio al pubblico per l'intera settima-na in via Circonvallazione per andare incontro alle esi-genze dei cittadini utenti sia di Alatri che dell'interocircondario. Presenti il sindaco Costantino Magliocca,l'assessore Sandro Vinci e il consigliere comunale MarioD'Onorio per l'amministrazione e l'ingegnere Coppolaper il gestore. Nella sala anche tecnici comunali. Un'oradi serrato confronto dall'esito positivo in cui sono statianalizzati anche altri e importanti aspetti della gestio-ne sul territorio, con in arrivo in termini di lavori im-portanti e buone novità. L'Acea ha tenuto in forte considerazione la richiesta,ben consapevole che a servirsi dell'ufficio di Alatri, so-no anche gli utenti dei comuni dei dintorni, e l'apertu-ra non continua nella settimana come è ad oggi crea indisagi e lunghe file. <Soddisfatti che l'Acea tramite ilcordiale ingegnere Coppola abbia tenuto conto di que-sta nostra richiesta - ha affermato l'assessore SandroVinci per conto degli amministratori - adesso aspettia-mo la decisione, chiaro però che aver manifestato ac-cordo su ciò è già un positivo elemento. Noi puntiamoad avere l'ufficio aperto da parte dell'Acea per cinquegiorni a settimana, andando sicuramente incontro alleaspettative dei cittadini utenti. Adesso aspettiamo ladecisione dell'Acea Ato 5 sulla nostra richiesta>.

Via al bando pubblico per iRevisori del Comune

Avviso di selezione per la nomina del collegio dei Re-visori per il triennio 2010/2012, possibile scaricare ladocumentazione dal sito www.comune.alatri.fr.it odagli uffici preposti. "In occasione della scadenza delmandato del Collegio dei Revisori prevista per il giorno11/02/2010, il Comune di Alatri intende acquisire i-stanze da parte dei professionisti interessati alla nomi-na del nuovo Collegio. Si ricorda che ai sensi dell'art.234 del Decreto Legislativo 267/00 il Collegio dei Re-visori è eletto dal Consiglio Comunale ed i componentidel Collegio è composto da n.3 (tre) membri, che sonoscelti: Uno tra gli iscritti al Registro dei Revisori con-tabili, il quale svolge le funzioni di Presidente del Col-legio; due tra gli iscritti nell'Albo unico tenuto dal-l'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti con-tabili istituito con il Decreto Legislativo 28/06/2005,n.139. Per lo svolgimento dell'incarico è prevista lacorresponsione di un compenso in conformità a quantoprescritto dal D.M. 20 maggio 2005 che ha aggiornatol'art.241 del D.Lgs.267/00. Il Collegio dura in carica treanni decorrenti dalla data di esecutività della deliberadel Consiglio Comunale. I soggetti interessati, in pos-sesso dei requisiti richiesti dalla legge, a presentare lapropria candidatura, secondo le indicazioni. Le propo-ste di candidatura debbono essere presentate all'UfficioProtocollo del Comune entro il termine di 15 giorni de-correnti dalla data di pubblicazione del presente avvi-so all'albo pretorio del Comune di Alatri, con scadenzapertanto il giorno 03/02/2010 alle ore 12. La domandava indirizzata "Al Sindaco del Comune di Alatri - PiazzaS. Maria Maggiore n. 1 - 03011 Alatri (Fr)" e deve per-venire presso l'Ufficio Protocollo del Comune di Alatri(lun.ven. 8.30-13.00; mar. e ven. 15.30-17.30) entro enon oltre le 12 del 03.02.2010.

Ultimata la costruzione della monumentale Palestra dellaFiura che oltre a servire gli studenti della elementare Sac-chetti Sassetti, diventerà un centro sportivo per l'intera

collettività della zona. Da definire dei dettagli e poi l'i-naugurazione. Struttura all'avanguardia supportata da un

impianto per la creazione di energia solare, con abbatti-mento dei costi energetici enorme. Sopralluogo finale daparte dell'assessore ai lavori pubblici Roberto Addesse,giudizio egregio sullo stato dei lavori. <Nasce una strut-tura modello nell'ambito sportivo della città siamo vera-mente fieri di questo edificio che sarà utilizzato dallescuole della Sacchetti Sassetti, ma anche dalla utenza ingenerale. I lavori hanno portato alla realizzazione dellacentrale termica, dell'impianto di riscaldamento della pa-lestra, dell'impianto elettrico e di illuminazione. Installatiservizi all'avanguardia e moderni, infissi interni ed ester-ni. Terminata la nuova pavimentazione della palestra e deiservizi con tanto di rivestimento dei servizi. I lavori esterni realizzati hanno riguardato pareti e recin-zioni, viabilità pedonale e impianti a rete>. La grande no-vità <Di certo quella dell'installazione di pannelli solariper la produzione dell'acqua calda i quali ridurranno i costidi produzione del 50% circa e consentiranno l'installazio-ne di una caldaia di 80 Kcal anziché 170 con conseguen-te risparmio economico. Un sentito ringraziamento perl'ottimo lavoro svolto alle maestranze ed al progettistanonché direttore dei lavori Architetto Papetti >.

Una palestra multifunzione per la Fiura

L’assessore Roberto Addesse mentre effettuail sopralluogo alla palestra

Ottime notizie per gli sciatori residenti nel Comune di Alatri. Accolta la richiesta di usufruire di sconti e agevolazioniformulata al Consorzio di Campocatino da parte dell'Ente di Alatri tramite l'assessore allo Sport Gianni Padovani e ilcapogruppo del Pdl Giorgio Pongelli che aveva annunciato pubblicamente tale volontà. E cioè visto che Alatri fa partedel Consorzio di Campocatino insieme ad altri soggetti istituzionali come Provincia e XII^ Comunità Montana di garan-tire sconti ai cittadini di Alatri. Rispetto al passato arriva questa buona e attesa notizia. <Il Consorzio ha accolto larichiesta di agevolazione tariffaria riservata ai cittadini alatrensi - affermano dal Consorzio di Campocatino - che per-tanto potranno usufruire, dietro presentazione di idonea documentazione, di uno sconto del 20% sul costo del bigliet-to stagionale>. E se si pensa, come hanno confermato gli stessi operatori, che quest'anno la politica tariffaria scelta ègià vicina alle esigenze delle famiglie sicuramente una ulteriore agevolazione. <Ringrazio pubblicamente il Consorzio diCampocatino e il Presidente Antonello Iannarilli a nome della intera Amministrazione e della città per aver accolto lanostra richiesta - dichiara l'assessore allo sport Gianni Padovani - lo sconto del 20% più le già numerose agevolazionipresenti nel tariffario di questa stagione saranno un impulso per gli sciatori del Comune di Alatri a recarsi ancora dipiù sulla rinata Stazione Sciistica invernale. Siamo certi che questa notizia e novità verrà accolta positivamente daitantissimi sciatori residenti nel Comune di Alatri, allo stesso tempo siamo soddisfatti per aver definito questo percor-so. Colgo l'occasione visto l'ottimo inizio della stagione sulle piste da neve di Campocatino di augurare a tutti, opera-tori, gestori, e sciatori una splendida annata sulle nevi di Campocatino>.

Campocatino, agevolazioni e sconti per i residenti di Alatri

Pagina a cura di: Andrea Tagliaferri

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Vita alatrense 11

Don Giuseppe, un ricordo ed un rimpianto

Mentre assistevo commosso all'ar-rivederci della Chiesa di Alatri edella Diocesi all' ultimo "canonico"della concattedrale da quello so-brio ma intenso del vescovo Loppaa quello commosso e amorevoledel prof. Gianni, mi domandavoche cosa avrei potuto aggiungereio che, per mezzo secolo, ne ho se-guito il variegato impegno, i mo-menti tristi e angosciati e quellipiù distesi e sereni.Quando l'editore di "Gente Comu-ne" me ne ha dato l'occasione con-fesso che ho riflettuto molto e horivissuto tanti episodi, tanti avve-nimenti. Alla fine ho deciso di sof-fermarmi brevemente su due mo-menti della sua esistenza che forsehanno influito maggiormente su dilui: l' Opera diocesana di assisten-za e la sua lunga filiale, affettuosacollaborazione con mons. Facchiniper 27 anni vescovo di Alatri.Ho davanti il ponderoso volume"La provvida mano" in cui don Giu-seppe ha racchiuso l'attività del-l'Opera diocesana di assistenza dal1943 al 1971 - di cui egli fu guidae animatore. In essa sono conden-sati i vari e diversi cicli assisten-ziali che vanno dal servizio aglisfollati ed agli internati del campo"Le Fraschette", alla campagna"salviamo il fanciullo" con l'invionell'Italia del nord di bambini vit-time della guerra, ai corsi di quali-ficazione, alle colonie estive, al-l'assistenza - in particolare duranteil freddissimo inverno del 1956 -,all'istituzione della "Casa del fan-ciullo" di Trivigliano, al serviziosociale ed all'attività di Patronato.I lunghi anni in cui operò nel-l'Opera diocesana di Assistenza fu-rono per don Giuseppe intensissi-mi, irti di difficoltà di ogni generee di ben poche soddisfazioni.Fu causa anche di vero dolore,quando nel novembre 1970 la Pon-tificia Opera di Assistenza (di cuil'Opera diocesana faceva parte)venne liquidata e sostituita da unaltro organismo. Don Giuseppe

nell'apprendere la notizia non sep-pe nascondere il proprio forte di-sappunto e gridò forte all'iniziodella "Provvida mano" "E così scompa-re la Pontificia Opera di Assistenza,con i suoi anni di attività, con lesue gioie e i suoi dolori, con i suoiuomini e con le sue carte, con lasua ansia per la povera gente, coni suoi programmi per combattere lafame e la miseria" e alla fine con-cluse citando il poeta Tagore: "Poi-ché la mia parte è con i poveri, concoloro che soffrono trascinando ilpesante fardello dei forti e deigrandi; che si coprono il viso soffo-cando nel buio i loro gemiti, io tiringrazio o Signore!" Che dire, aquesto punto, della collaborazionedi don Giuseppe con mons. Fac-chini, che fu l'ispiratore e il fortesostegno dell'attività caritativa eassistenziale dell'O.D.A. di cui ab-biamo scritto? Quando gli parlam-mo di un libro che la nostra As-sociazione dei partigiani cristianivoleva pubblicare sulla figura e l'o-pera del vescovo Facchini, don Giu-seppe approvò subito la nostra ideaed accettò di scrivere la quarta partedel volume relativa al periodo dal-l'arrivo degli Alleati in Alatri (1944)alla morte del vescovo avvenuta inRoma (21 ottobre 1962). "Gli fui vicino (direi "quotidianamen-te") dal settembre 1945 sino al finiredei suoi giorni - scrive appunto donGiuseppe: scendeva al Seminario almattino, prima dell'inizio della scuolae, alla sera, sull'imbrunire…" "Quan-do mi chiamò per propormi l'incari-co di Rettore del Seminario… mipermisi di fargli osservare che, percerti incarichi, si supporrebbe un'a-deguata preparazione psico-peda-gogica, per commettere meno erroripossibili…" "… per raccontare irapporti di mons. Facchini con la"Casa del fanciullo" ci vorrebbe unvolume di tante e tante pagine. Miero riproposto quella costruzioneper ricordare il 25° di episcopatodel Vescovo che avremmo festeggia-to tra poco… non avevo una lira

per far fronte alle grosse spese che,con chiara irresponsabilità, mi stavoaddossando… la Provvidenza manda-va avanti ogni cosa per suo conto. Nel maggio 1962 però era in sca-denza l' ultima tratta di un milionee mezzo e non avrei avuto possibi-lità alcuna di poterla onorare… neparlai una sere con il vescovo… almattino seguente viene in Semina-rio, tiene in mano una busta gialla,e mi dice: "Questo denaro è tuttala mia parte di eredità nella divisio-ne dei beni paterni fatta in questigiorni… prendilo e onora la trattache oggi scade!..." Passano gli an-ni. Arriva il Concilio Vaticano II

cui mons. Facchini partecipa. Cosìdon Giuseppe racconta, sempre nelvolume dell' A.P.C., l'ultimo salutoal vescovo prima della morte. "…Il treno arriva alla Stazione diFrosinone e si ferma, dopo un lun-go stridore sulla rotaia, corro aprendere il posto, vi poggio la borsae riscendo subito per accompagnar-lo a salire. Mi stringe la mano, for-temente, come non aveva mai fat-to, e senza dir parole… Mi riappar-ve poi al finestrino, e salutava mo-vendo il braccio lentamente: al cu-po rotolare del treno che si allonta-nava, più che un saluto, mi sembrodavvero "l'ultima benedizione" -

Non ci rivedemmo più. Oggi so chefui l'ultimo a vederlo, di tutta lasua gente…"Questo era don Giuseppe, questoera il suo animo di uomo, di sacer-dote, di poeta… Nella consuetatelefonata per gli auguri di Natalecon la sua voce un pò affannatame li ricambiò per tutta la mia fa-miglia, come faceva sempre, e cheerano tanto più graditi a chi comeme ricordava quanto egli fosse sta-to generoso nei momenti di diffi-coltà. Niente che facesse prevede-re che quello sarebbe stato l' ulti-mo affettuoso scambio di auguri.

Carlo Costantini

Don Giuseppe, Mons. Edoardo Facchini e l'Opera diocesana di assistenza

Ripercorrendo la vita di Don Giuseppe Capone si resta ammirati da quanto questo sacerdote abbia dato alla nostra Cittàed alla diocesi tutta nel suo lunghissimo servizio pastorale e culturale. Al sentimento di ammirazione subentra purtrop-po quello dell'amarezza nel constatare come questo suo ininterrotto ed appassionato servizio sia stato poco riconosciu-to a tutti i livelli. Al di là di ufficiali e formali dichiarazioni od interventi da parte delle varie autorità, sembrava quasiche il suo funerale fosse una pratica da svolgere perché dovuta ma - spero vivamente di sbagliarmi - poco sentita. Edov'era la gente di Alatri alla quale più di ogni altra ha dedicato tempo, energie e passione culturale? Debbo onesta-mente dire che mi aspettavo una massiccia partecipazione di gente ai funerali di Don Giuseppe ed invece ce n'era ap-pena per riempire i banchi (o poco più) della navata centrale della cattedrale di Alatri. In fondo - ironia della sorte -forse Alatri ha dato a Don Giuseppe in morte quello che lui ha voluto da vivo: stare lontano dai riflettori della scenapubblica, sempre schivo e timido, non voler mai apparire anche quando era lui il protagonista, non essere insomma alcentro dell'attenzione. Sta di fatto che verso un cittadino onorario che con i suoi scritti e le sue ricerche ha dato unarisonanza ed una fama internazionale alle nostre mura che nessuna amministrazione mai era riuscita a dare, era dove-rosa almeno una cerimonia pubblica civile di ringraziamento od al minimo un ricordo durante la celebrazione funebre.E' triste dover riconoscere come anche la nostra città sia ormai distratta da tante cose e che stia perdendo quel sensodi appartenenza, di riconoscenza e di civiltà che la caratterizzava. Quando una comunità non riconosce i suoi figli mi-gliori vuol dire che ha intrapreso la strada del declino. Unico conforto: molti fra i presenti al funerale hanno pianto perlui. Mi fa piacere pensare che questo pianto riscatti le tante assenze ed i tanti silenzi.La città ed i suoi rappresentanti possono ancora porre rimedio alle negligenze sopra evidenziate: dedicare una strada odaltro a Don Giuseppe Capone o - meglio ancora - intitolargli un centro studi sulle mura ciclopiche o dedicato alla musica.

Paolo FiorenzaDon Giuseppe Capone

Ringrazio l'Editore per avermi concesso un po' dispazio sul suo Gente Comune per poter ricordareDon Giuseppe Capone. Il mio lavoro di musicista (edi Direttore del Conservatorio di Musica "LicinioRefice" di Frosinone) mi porta a enucleare dallasua poliedrica figura l'aspetto del compositore edell'operatore musicale. Oratori per soli, coro eorchestra, mottetti per coro, brani organistici,relazioni storico-musicologiche: spicca tra tutte lasua "memoria" di Licinio Refice che gli commissio-nai in occasione del Premio Internazionale intito-lato al compositore di Patrica, intestatario del no-stro Conservatorio. Quanto si assomigliavano l'unoall'altro per temperamento, sentimento, forza, cu-riosità, voglia di sperimentare un linguaggio musi-cale di tradizione ma a un tempo stesso nuovo. Èdavvero molto difficile raccogliere e sintetizzare laquantità industriale di produzione compositiva diDon Giuseppe. Il suo amore per il Coro e per lagrande tradizione alatrese lo ha portato a ergersi astrenuo difensore di un modus operandi della Cat-tedrale. Quando ho iniziato a dirigere il coro "erni-co" - coro preposto alle funzioni solenni della Cat-tedrale - ho incontrato "musicalmente" don Capo-ne. Il suo modo di incoraggiare il coro anche neimomenti di incertezza è servito a compattare lefila. La severità del suo giudizio era il timore ditutti, alla fine di un'esibizione; per cui se talvol-ta dalla sua bocca scaturiva un elogio, qualunquecorista sapeva in cuor suo di aver dato il massimopossibile per meritarsi la sua benevolenza e di avercontribuito alla buona riuscita musicale e, perciò

parte attiva di un tutt'uno fra musica e liturgia.E qualche "registro" d'organo che doveva esserecosì invece che in quell'altro modo e la gioia di "riempire" i silenzi con la musica e l'improbabile color verde chiaro della suaVolkswagen e all'interno, radi capelli al vento, feli-ce il suo volto e gli anni che passano e la malattia e l'ansia delle scale e "chi lo va a prendere al Seminario" e gli occhi lucidi (dopo lo scampato pericolo delladura malattia) nel salire le impervie scale di Civitache lo portavano al "suo" organo. E che dire dei suoi silenzi carichi di emozione difronte alla vista di S. Sisto. E quel discorso nel giorno della venuta ad Alatridel nuovo vescovo, Mons. Loppa, sull'Acropoli, al-l'aperto, davanti a tantissimi raccoltisi lì per l'e-vento: quel giorno, quelle parole e quel grandesentimento hanno risvegliato l'orgoglio di esserealatresi troppo spesso sopito. E come dimenticare il suo Stabat mater (eseguitoanche nel giorno delle esequie) che sintetizza in sél'amore per Alatri (melodia tradizionale), il doloredella Madre (le pause che punteggiano lo scorreremusicale del mottetto), la sapienza di composito-re e la capacità originale di saper armonizzare ren-dendo unica e nuova la melodia della tradizione. Grazie per il tempo che hai dedicato a me, al coro,alla Cattedrale, a S. Sisto, ad Alatri e alla musica.

Antonio D'Antò

In ricordo di Don Giuseppe Capone

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Vita alatrense12

Il mistero della chiesa contesa tra privati e Comune…E' incredibile. Ad Alatri qualcunoè riuscito a vendere una chiesa diproprietà comunale. Neanche il

Principe De Curtis nella vecchiapellicola "Totò truffa" aveva o-sato tanto. Lui si era "limitato" acedere la fontana di Trevi ad unosprovveduto turista americano.Ma ad Alatri è successo di più. Cisi è avventati su un luogo delculto cattolico. Si tratta della complicata ed in-credibile storia della parrocchiadi S. Emidio che fu eretta da An-gelo Maria Rolletta nel 1875 edonata al Comune.Il 30 marzo del 2009, in una ses-sione consiliare, durante la qualequattro consiglieri avevano pre-sentato un ordine del giorno ri-guardante l'allaccio fognante del-l'edificio, improvvisamente vienefuori la notizia: la chiesa risultaessere proprietà privata. Sempre

durante la civica assise si viene aconoscenza di due atti notarili,uno prodotto nel febbraio del2009 e un altro risalente al 2002,dove si dichiara che la Chiesa, lasagrestia, la strada laterale e ilterreno circondante sono di pro-prietà privata. Ma come è possibile?La chiesa esiste come luogo diculto dall'ottobre del 1876. Nel1998 Monsignor Luigi Belloli, ve-scovo di Anagni - Alatri, istituì laParrocchia di Sant'Emidio che, inseguito, venne riconosciuta comeEnte Ecclesiastico, con Decretodel Ministero dell'Interno, pub-blicato sulla Gazzetta Ufficiale n.91, e iscritta nel registro dellePersone Giuridiche del Tribunaledi Frosinone. Poi accade qualco-sa. Nel 2007 il parroco don FabioTagliaferri inoltrò una richiestaprotocollata al Comune di Alatriper i lavori di manutenzione ordi-naria della chiesa, e di allaccioalla rete fognante. Ma il Comunenon si attiva. Don Fabio arriva achiedere una petizione popolareche viene presentata all'ammini-strazione comunale nel dicembredel 2008. In quello stesso mesela Giunta comunale si riunisce e,riguardo la petizione presentatadalla Comunità della parrocchiadi Sant'Emidio, riporta nel Ver-bale le seguenti parole: "… Dallalettura degli atti catastali, l'immo-bile risulta censito al Fg. 66, map-pale 309 sub 1, ctg E/7, e di pro-prietà comunale (….) QuestoUfficio, presa visione della propo-sta, ritiene la stessa fattibile tec-nicamente ma trattandosi opera

da realizzare su immobile sottopo-sto a vincolo paesaggistico oltreche a vincolo monumentale, e per-tanto occorrerà acquisire il neces-sario parere preventivo della So-printendenza Beni Ambientali eArchitettonici sulle modalità del-l'intervento e sui materiali da im-piegare; la spesa complessiva puòessere quantificata in Euro160.000,00, come risulta dallostudio di fattibilità redatto daquesto Ufficio..." Nonostante ciò i lavori non par-tono. Per tale motivo si arriva al-la data del 30 marzo 2009 e alconsiglio comunale durante ilquale viene presentato un ordine

del giorno sulle problematichedella chiesa. Don Fabio, venuto a conoscenzadell'assurda notizia, procede aduna nuova richiesta protocollatarivolta al sindaco Magliocca echiede a lui di opporsi formal-mente all'atto in cui la chiesaviene intestata ad un privato, ilquale, da parte sua, non haintenzione di cedere e presentaricorso nei confronti del parroco. Come si è conclusa la vicenda? Con un bell'esposto alla Procuradella Repubblica in cui i parroc-chiani hanno chiesto un fattivointervento per accertare se nelcomportamento degli ammini-

stratori del Comune di Alatri,nelle amministrazioni succedute-si, in ordine alla vicenda rappre-sentata, sussistano gravi respon-sabilità penali e soprattutto neiconfronti di chi abbia inteso re-digere degli atti così gravi. La risposta è in mano alle indagi-ni della procura. Chissà se il mi-stero sarà finalmente svelato? Certo è che i numerosi parroc-chiani e sostenitori della chiesa,così fervente nelle attività eccle-siastiche, sono pronti a difenderee a proteggere e, non ultimo, asostenere tutti gli oneri dovutiper la manutenzione dell'edificio

Mariella Minnucci

L'Associazione Culturale "Coro Ernico" di Alatri,in collaborazione con la Regione Lazio, il Co-mune di Alatri, Assessorato alla Cultura, e con laDiocesi di Anagni-Alatri, Parrocchia San PaoloApostolo, organizza un Concorso/Mostra di Fo-tografia sul tema: "Il miracolo della vita" - Tuttoè "meraviglioso" per chi sa meravigliarsi."Oggi c'è sempre più la tendenza a non meravi-gliarsi della vita e di tutto ciò che appare ai no-stri sensi e alla nostra mente. L'uomo sembra or-mai soffrire di una forma di assuefazione che a-nestetizza la capacità di stupirsi di fronte allabellezza di tutto ciò che lo circonda, mentre c'èuna ricerca continua e incessante di "prodigi", di"imprese titaniche e leggendarie", di "fictionfantascientifiche", di "magie ed incantesimi",tutti segnali di un vuoto della quotidianità, diuna assenza del "sensus vitae" più profondo. Allora la "caccia" al "magicamente prodigioso",comporta il rischio di far trascurare ciò che alnostro sguardo distratto appare "comune".

D'altra parte si pensa che i veri "miracoli", insenso stretto, siano i fenomeni che superanotutte le forze della natura (miraculum = cosa me-ravigliosa) e che essi provengono da Dio e soloin alcuni momenti della storia. Questo è senz'al-tro vero, come testimonia il Miracolo Eucaristicodi Alatri. Però è anche vero che tutto l'Universo con le sueleggi proviene da Dio ed è sorretto da Lui: tuttoè un miracolo, perché tutto è "meraviglioso",per chi sa meravigliarsi. La vita, l'attività della propria mente, l'Universo,la storia personale e sociale, gli incontri quoti-diani, i fenomeni naturali: tutto, filtrato da unacoscienza recettiva ed attenta, diventa autenti-co "miraculum". Tutto, se si vuole, diventa davvero straordinario;la vita stessa è un miracolo".

Info e bando su www.coroernico.it(scadenza marzo 2010)

Concorso di fotografia "il miracolo della vita"

…tra le righe…In una delle più famose poesie satiriche italiane dell'ottocento si fa-ceva riferimento al Re Tentenna, un sovrano fittizio - dietro cui si ce-lava (vedi riferimenti) famoso per il suo non voler decidere. Purtroppo anche nel nostro presente assistiamo ad avvenimenti checi rimandano con il pensiero a quella composizione poetica. In que-sti casi non si tratta di re né di avvenimenti di chi sa quale portata,legati come sono al quotidiano di una esperienza per la quale comun-que anche i fatti non eclatanti acquistano - per motivi più sentimen-tali che altro - una loro ben definita importanza.Si ricollegano a quanto sopra descritto alcuni episodi che vorrei sin-teticamente proporre:

Il primo è la vicenda di San Sisto legata alla presenza della sta-tua del Santo Patrono a Roma, in occasione della sfilata storico-folklorica in Via della Conciliazione il giorno dell'Epifania. La sta-tua - si diceva - sarà presente, insieme ad altre due di patroni di comuni vicini. Molte voci critiche si levano contro tale decisione, ritenuta non conveniente considerato il tenore della manifestazione. Pochi giorni prima del 6 gennaio - quando tutto sembrava pronto - arriva il contrordine: la statua di San Sisto non si muove più. Motivi di previsioni meteo negative, si argomenta. Nuove pro-teste, questa volta in senso contrario. Si risponde: chiedetelo a San Sisto, se dice sì si muove, altrimenti rimane a casa;

Prima di questa vicenda - riportata per prima a causa dell'eco che ha avuto - vi è stata l'altra relativa allo spostamento di molti sa-cerdoti all'interno della diocesi. Anche qui proteste, opposizioni, dinieghi, ed alla fine tutto o quasi rimane come prima (tranne po-chi spostamenti quasi obbligati dalle circostanze).

Filippo Strambi

3 gennaio 2010

Ancora un successo del Coro Ernicodiretto dal Maestro Antonio D‘Antòpresso la Chiesa del SantissimoSalvatore in Ercolano.

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Vita alatrense 13

Un plauso agli amministratori locali chehanno deciso di rivedere la disciplina d'ac-cesso all'Acropoli, evitando che le autotrasformino la millenaria rocca in un im-menso parcheggio. Eccellente anche la disposizione che impe-disce alle stesse auto, nel lato che dà suVia Duomo o nei pressi della Porta Mag-giore, di sostare a ridosso delle mura. Ottima anche la scelta di togliere l'asfalto(i lavori sono terminati da un pezzo) sem-pre su Via Duomo utilizzando, per la pavi-mentazione, una pietra che si "sposi"meglio con i massi ciclopici. Ma le opere di valorizzazione (quante volteabbiamo sentito questo termine?) delnostro monumento principale non possonoarrestarsi qui. Altre iniziative vanno intra-prese per rivalutarne l'immagine. Qualche esempio. Innanzitutto, le mura vanno costantemen-te e regolarmente pulite dalle erbe infe-stanti, da quei "ciuffi" di vegetazione chespesso compaiono in primavera. Secondo, va assicurata una corretta puliziadella cisterna romana antistante la PortaMaggiore e dello scavo Zevi che si vededalla spianata dell'Acropoli, spesso veriricettacoli di immondizie: tenere aperte efruibili queste due zone vuol dire anchecurarsene. Terzo, il controllo alle auto in sosta va as-sicurato pure lungo altri tratti che nonsiano quello di Via Duomo: spesso moltemacchine sono "appoggiate" alle mura,

come accade nello slargo che immette inVia Colle Santa Lucia. Quarto, va stabilito se e come gli animalipossano entrare nell'area dell'Acropoli, fre-quentata da molti bambini, visto che leindicazioni in merito sono contraddittorie. Quinto, ci vorrebbe una disponibilità mag-

giore per l'apertura dei servizi igienicipubblici. Concludiamo ricordando che nel passato,più o meno recente, si è parlato di una"nomination" delle mura poligonali (di A-latri ma non solo) come patrimonio dell'u-manità dell'Unesco. Sarebbe bellissimo, ma - più modestamente- ci accontenteremo al momento di vedereun'Acropoli rispettata da tutti, cittadini eturisti, automobilisti e pedoni.

Pie. Ant.

Acropoli, nell'attesa dell'auspicato rilancioBene l'attenzione all'arredo urbano, ma occorre fare di più

Alatri punta ai trentamila abitantiLa città contiene ormai l'intero mondo con quasi tutte le

nazioni rappresentatePiù duecento. Si chiude con il saldo posi-tivo la crescita demografica cittadina nel2009. Alatri consolida, quindi, il terzo po-sto tra le città della provincia con un sal-dodi 29.357 al 31 dicembre 2009, una del-le crescite più importanti dell'intera Pro-

vincia. Leggera supremazia femminile con14.866 unità rispetto ai 14.491 uomini.Saldo positivo tra nati e defunti. I primisono stati 299 (161 maschi e 138 femmi-ne), mentre i defunti in totale sono stati246 (121 maschi e 125 femmine). Perquanto riguarda i nuovi iscritti e cancella-ti all'anagrafe cittadina, diretta dal re-sponsabile Giovanni Di Rocco, anche inquesto caso il saldo è positivo: 558 nuoviiscritti di cui 359 provenienti da altricomuni; cancellati 408. Un saldo positivo di 150 unità. I nuclei

familiari risultano essere pari a 10.117famiglie anagrafiche. Costantino Maglioc-ca sindaco di Alatri è soddisfatto perché siavvicina quota 30 mila che porterebbemolte novità alla città (es. l' obbligo del-l'adozione del piano urbano del traffico. <La crescita demografica vuol dire che adAlatri si vive bene, e che vi sono servizi aigiovani, anziani e di mezza età completi. Avanti così per il futuro>. La confermasugli stranieri è ormai un dato acclarato:sono in totale 2.233, circa l'otto per centodella popolazione totale (al 1 gennaio2009 risultava pari a 2048, 1139 maschi e909 femmine). Al 31 dicembre 2009 si èavuto un aumento degli stranieri pari acirca il 10%. Per quanto concerne le na-zionalità sono decine quelle presenti sul-l'intero territorio. La nazione maggior-mente rappresentata è quella rumena con1699 cittadini (968 maschi e 731 femmi-ne). Segue poi l'Albania con 225 unità(117m e 108f), Marocco 89 (54m e 35f),Polonia 30 (15m e 15f), Paesi ex Jugosla-via 27 (16m e 11f), Tunisia 24 (10m e14f), Ucraina 19 (2m e 17f), Algeria 13(7m e 6f), Moldova 11 (1m e 10f), Ma-cedonia 9 (7m e 2f), e via via il resto dellecomponenti straniere che comprendonotutti e cinque i continenti con India, Cina,tutte le Nazioni del Sud America, Austra-lia, Paesi dell'Africa, Stati Uniti, Europaoccidentale.

Andrea Tagliaferri

"Viva la Befana!": applausi per tutta la nostra città

Il 6 gennaio 2010 sarà una datache sarà ricordata a lungo. Inquesto giorno, infatti, una dele-gazione cittadina composta daquasi 700 persone, insieme alledelegazioni di Fiuggi e Vico nelLazio, ha sfilato lungo Via dellaConciliazione a Roma rendendosiprotagonista del corteo storico"Viva la Befana", giunto alla sua25ª edizione. Bande musicali,

gruppi folk, centinaia difiguranti in costume,confraternite e associa-zioni varie hanno datovita al corteo che haraggiunto Piazza SanPietro, dove hanno par-

tecipato all'Angelus delSanto Padre Benedetto

XVI. La cerimonia, promossa dal-l'associazione "Europae Fami.li.a."è il più grande evento nazionaleper celebrare l'Epifania e mante-nere vivo nella tradizione popola-re sia gli aspetti religiosi che fol-cloristici di questa significativafesta. Dalla città di Alatri sono partitiben 14 pullman, mentre 8 si sono

mossi sia da Fiuggi che da Viconel Lazio, per un totale di quasi1500 persone suddivise per co-munità e associazioni, coordinatedagli assessori alla cultura deirispettivi comuni. Un evento ricco di colori e disentimento che ha coinvolto il"grande pubblico" assiepato nellaPiazza e rapiti dai vari episodistorici rappresentati dai parteci-panti al corteo. Prima di giungere in Piazza SanPietro c'è stata la cerimonia del-l'accoglienza durante la quale unrappresentante del sindaco diRoma e il presidente del munici-pio hanno accolto i sindaci dellecittà ciociare, dando loro il ben-

venuto con la cerimonia delloscambio dei doni. Il sindaco di Alatri, Costan-tino Magliocca e l'assessore

alla cultura Giulio Rossi, al termi-ne della cerimonia sono rimastisoddisfatti e orgo-gliosi per aver par-tecipato a un even-to unico nella storiacittadina che ha vi-sto coinvolte le va-rie realtà culturali,associative del ter-ritorio, proiettate inmondovisione, ve-trina importante perfar conoscere i no-stri usi e costumi. Ein merito abbiamoraccolto il compia-ciuto commento diGiulio Rossi: "Ungrazie immenso daparte dell'assessorealla cultura, del personale, deldirigente a tutti i concittadini

che, pur affrontando difficoltà eimprevisti, hanno voluto testi-

moniare con la loro numerosissi-ma presenza in Piazza San Pietro

il loro amore verso la città, lasua cultura, le sue tradizioni. È stato commovente e allostesso tempo emozionantevedere le tante associazioni,i tanti cittadini comuni, rap-presentare la nostra città inuno scenario veramente fan-tastico e unico al mondo,rappresentando in manierastraordinaria tutto ciò che dibello può offrire Alatri".

Bruno Sbaraglia

Gli amministratori di Alatri

Rappresentativa della città di Alatri

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di Davide Strambi

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Page 14: Gente Comune Gennaio 2010

Vita alatrense14

Proseguono le ricerche sull'Acropoli e i"suoi mille misteri". Già nello scorso

numero di "Gente Comune" abbiamoparlato delle recenti scoperte effettua-te da Ornello Paolo Tofani, appassiona-to della nostra città, che sta indagandoa fondo sul "ruolo" della Porta Minore esulla pietra rinvenuta nei pressi del Piz-zale. La prima, in particolare, sta atti-rando l'attenzione dell'editore-ricerca-tore, il quale, dopo aver ipotizzato chela Porta sia uno "strumento" per misu-rare la luce e stabilire i vari periodi del-l'anno, ha reso note altre sue "intuizio-ni". Nelle vicinanze dell'ingresso lungoVia Gregoriana, all'interno della Porta,Tofani ha individuato un arco a sesto a-cuto simile a quelli di Arpino e Micene.

Dell'esistenza dell'arco, già si sapeva,ma il paragone fatto è odierno. Semplice casualità o cos'altro? E poi,sempre all'interno della Porta, Tofani hainterpretato alcuni "rilievi" su un massocome la "pianta" del centro storico. Anche qui, l'interrogativo è d'obbligo:semplice suggestione o un preciso dise-gno? Tofani, dal canto suo, non ha a-vuto dubbi ed ha voluto porre altri que-siti, rivolti soprattutto al mondo acca-demico e scientifico, in qualche modoaccusati di essere poco attenti: "È maipossibile che solo io, un modesto E-ditore prestato alla Ricerca, scopra que-

ste cose? Che cosa stanno a fare gliillustri studiosi che partecipano a con-vegni che si riempiono la bocca di belle

parole e censurano chi, senza interessealcuno, si immerge nella vera ricerca escopre molto più di loro? Forse gli stes-

si studiosi sono troppo impegnati a cer-care nel terreno, (che è importantissi-mo fare, solo quando c'è l'interesse afarlo) e non si accorgono di un repertoarcheologico alto 17 metri, ancora tut-to da portare alla luce e che se lo ami ecerchi di interpretare, si lascia leggere".In questo momento, possiamo rispon-dere soltanto con l'invito che il profes-sor Giulio Magli fece al Seminario distudi sulle Mura Poligonali, quandochiese una "feroce attività di indagine"sull'Acropoli: da Magli e da Tofani è ar-rivato ed arriva un invito a comprende-re meglio quello che gli antichi abitan-ti di Alatri ci hanno lasciato in eredità.

Pietro Antonucci

Porta Minore, continuano le ricerche di Paolo TofaniE l'autore si interroga: "Possibile che solo io noti alcune cose?"

E' nata l'associazione MECENATE

Protagonista dell'inizitiva è SergioProtopapa, da sempre impegnato nel

sociale con varie realtà d'Italia

L'associazione è a carattere regionale, ha sede lega-le a Tecchiena, piazza Mons. Tagliaferri, e come sco-po principale, tra le varie attività sociali che ver-ranno proposte ad Alatri e non solo, quello della ri-qualificazione del territorio, con un'attenta operadi informazione e sensibilizzazione, con convegni eincontri dove si parlerà di progetti volti alla valo-rizzazione del patrimonio culturale e religioso peruno sviluppo legato alla fruibilità turistica. A Marzol'associazione Mecenate sarà promotrice alla Cameradei Deputati di un convegno sulla riabilitazione Ur-bana nel quale verrà messa a confronto la realtàCiociara, soprattutto Alatrense con un'altra Città i-taliana ancor5a in via di definizione. Il presidenteè Sergio Protopapa, nato a Presicce (LE) il08.09.1968, arrivato a Roma come sottoufficialedell'esercito;, appassionato di politica ha iniziato lasua attività come collaboratore parlamentare, at-tualmente collabora da oltre 10 anni con il deputa-to On. Gabriella Mondello, ex campiones "Rischia-tutto" e per 25 anni Sindaco del Comune di lavagna(Genova) eletta alla camera dei deputati per tre le-gislature. Vive, però, in Ciociaria da quasi tre anniperché ha sposato un'avvocatessa della zona.Sergio Protopapa collabora fattivamente con l'asso-ciazione "Lacasadelmagozurlì - Onlus" che fa capoa Cino Tortorella, tra i vari progetti portati avantic'è l'"Anno della cicogna" presentato il 20 Gennaioscorso presso la Sala delle Colonne della CAMERADEI DEPUTATI per sensibilizzare l'opinione pubblica,il mondo politico ed economico e gli altri attoridella comunicazione sul problema della denatalità.

Andrea Tagliaferri

OCCUPAZIONEqualcosa comincia a muoversiImportanti novità soprattutto per gli LSUSvolta occupazionale nel Comune di Alatri. Un se-gnale di controtendenza rispetto al passato. In que-sto 2010 saranno stabilizzati quattro Lsu e tutti conrisorse comunali, un primo passo che ogni annoriguarderà una quota di questa fattispecie lavorati-va, ad Alatri presente da oltre un decennio in unnumero di maestranze consistente. Per la individua-zione di queste quattro figure tra gli Lsu si effettue-rà una selezione pubblica. Inoltre nella stessa deli-bera di fine anno, approvata dalla Giunta presiedu-ta dal sindaco Magliocca, dato il via libera per l'as-sunzione di tre nuove figure amministrative a tem-po indeterminato, individuando i diretti interessatinello scorrimento delle graduatorie dei concorsipubblici che si sono svolti nel 2008. Infine tramitela mobilità arriva nell'Ente di Alatri da rispettivoEnte pubblico una nuova figura. A.T.

Via libera al finanziamento del nuovo mercatoDopo anni di polemiche arriva l'atteso ammodernamento del piazzale di Chiappitto

Con un po' di ritardo la Befana ha portato la buona notiziaper il progetto di sistemazione dell'area mercatale di Chiap-pitto. La Cassa Depositi e Prestiti, infatti, ha dato il parerepositivo alla richiesta di mutuo per 270.000 euro portata

avanti dall'amministrazione comunale. Via libera, dunque, alla gara di appalto e poi ai lavori. Quelloche più conta è che dopo anni di polemiche si definisce unpercorso amministrativo di grande portata.

Per l'ente comunale ad esprimere soddisfazione per laconclusione dell'iter è stato l'assessore al commercioSandro Vinci, che insieme al sindaco Costantino Ma-gliocca, si era impegnato a definire questa esigenzarilanciata da anni dagli oltre centoquaranta venditoripresenti nel mercato settimanale del venerdì. <Era lanotizia che attendevamo per dare il via alla fissazioneda parte degli uffici della gara di appalto, tenendoconto dei tempi tecnici - afferma Vinci - soddisfattiper l'esito della procedura di richiesta di mutuo chenoi abbiamo sempre considerato importante e unapriorità. Si tratta di lavori di ammodernamento, messa in sicu-rezza, creazione di parcheggi, servizi igienici e idrici,lavori che faranno della nostra area mercatale un fioreall'occhiello dell'intera Provincia. Per l'amministrazione del sindaco Costantino Ma-gliocca questa definizione dell'area mercatale è, oltreche un impegno elettorale mantenuto, un'opera im-portantissima con la sistemazione di nuovi parcheggi,creazione di servizi primari, sistemazione dell'areaperimetrale, installazione di punti idrici, tutte richie-ste che i commercianti e fruitori del mercato hannosempre sottoscritto>. Per quanto riguarda, invece, le polemiche dei commer-cianti e dell'opposizione sul rilancio del centro stori-co e sull'eventuale ritorno del mercato in piazza l'in-tera vicenda farà discutere ancora visto che ancoranulla di definitivo sembra essere stato deciso.

A.T.

Periodico di informazione politico-sociale e culturale

Direttore Responsabile Riccardo Strambi

Editore Filippo Strambi

Stampa Tipolitografia ACROPOLIALATRI - Via Mediana Chiappitto, 5 - Tel. 0775 442588

Segretaria redazione Elisabetta Ciancone

Responsabile di redazione Andrea Tagliaferri

Impaginazione e grafica Elisabetta Ciancone

Redazione: Pietro Antonucci - Carlo Capone - Mariella Minnucci

Paolo Fiorenza - Bruno Sbaraglia - Riccardo Strambi

Hanno collaboratoAngela Rossi - Arnaldo Capone - Patrizio Minnucci

Fabio Padovani - Alberto Cianfrocca - Laura Ascani - ChiaraCamperi - Erika Rossi - Franco Malandruccolo - Giuseppe Gatta

Alfredo Salomone - Antonio Colella - Angelo Bianchi Remo Costantini - Davide Strambi - Daniela Pagliaroli

Autor izzaz ione Tr ibunale Fros inone n°232 de l 4/10/1994

Numero chiuso in tipografia il 25/01/2010

La piantina di Alatri

Arco a sesto acuto Interno Porta Minore

La piantina scolpita sulle mura

Page 15: Gente Comune Gennaio 2010

Arte e cultura 15

Alatri, un passato possibile

Mi è capitato a volte - affancian-domi dall'Acropoli di Alatri - dipensare come sarebbe stato affa-scinante se ai piedi della stessaci fosse stato uno specchio d'ac-qua o addirittura il mare. La stessa cosa mi è capitato disentire da altre persone, anchenon della nostra terra. Debbo dire- e credete alla mia sincerità -

che questo pen-siero mi è sortoperché avevofatto dei sogniin cui - in unambiente chia-ramente trasfor-mato dal sogno -

Via Circonvallazione Portadini erauna via interna alla Città edaveva degli accessi al mare do-ve, scendendo, si raggiungevanopiccole spiagge anche attrezzate.Tutto questo è rimasto solo unpensiero intrigante finché non miè capitato, ultimamente, di leg-gere brani di un intervento delloscrittore e paleotecnologo Mario

Pincherle, il quale ritiene comeplausibile l'ipotesi della possibilepresenza, ancora in tempi storici,di un lungo fiordo che dal MarTirreno, attraverso la pianurapontina, sarebbe penetrato nellaterraferma fino a toccare partedel territorio della Ciociaria per-mettendo, di fatto, a centri comeAlatri e Ferentino di essere ba-gnati dal mare. Tesi questa che Mario Pincherle,conosciuto dal grande pubblicoanche per le sue partecipazioniad alcune puntate di una trasmis-sione televisiva di notevole suc-cesso ("Stargate - Linea di Con-fine"), in gran parte aveva già,

per sommi capi, anticipato nelsaggio "La civiltà Minoica in Ita-lia" pubblicato nell'autunno del1990. Una teoria suggestiva, allostato difficil-mente dimo-strabile, ma chein alcune sueparti è condivi-sa da altri ricer-catori come Se-bastiano Gal-lone, il qualeultimo ha piùvolte sottoli-neato che "A-latri da l'im-pressione di es-sere una città e-dificata su una scogliera a pic-cosul mare".Tutto questo anche in analogiacon le mura megalitiche del Cir-ceo e con il fatto che la pianurapontina, fino a pochi decenni fa,era una zona interamente paludo-sa e che ancora oggi esistonolaghi costieri fra il Circeo e Sa-baudia. Lo studioso Marco Zagni,esploratore con all'attivo nume-rose campagne di ricerca nel-l'America del Sud che su questeesperienze ha recentemente pub-blicato il saggio "L'impero Amaz-zonico", da sempre molto attentoa tutti i possibili scenari della

"protostoria" alternativa, ha fral'altro portato alcuni elementi dinovità che potrebbero essere in-terpretati come una prima, anche

se parziale, conferma di quantosostenuto da Mario Pincherle. Aggiungere la tesi di ZagniTutto questo discorso inizialeserve ad introdurci pian piano aciò che svilupperemo nei prossi-mi numeri, dove parleremo diEtruschi, di Sardegna, di Atlan-tide, di ciò che potrebbe unirequesti argomenti fra loro e conAlatri. Certo ipotesi molto ardite,ma che cercheremo di argomen-tare - per gusto di discussione edi novità - con dati che se purnon certi in assoluto, risultanocomunque plausibili.

Paolo Fiorenza

Dante per "Donna pietra" si ispirò alle mura poligonaliÈ più che un'ipotesi l'idea che sfiorò la mente di Luigi Pietrobono (1863-1960), poi ripresa da EugenioMontale, secondo la quale Dante si sarebbe ispirato alle mura poligonali ciociare per inventare la Donnapietra. Andiamo per ordine. Beatrice fa la sua prima apparizione nelle Rime, ma notiamo che accanto alei appare, in un gruppo di sonetti composti tra il 1291 e il 1293, anche la Donna gentile che ritrove-remo nella Vita Nuova e nel Convivio; ed ecco subito altre donne come la pargoletta, che molti studio-si identificano proprio con la Donna pietra - corpus delle rime estravaganti, che risentono dello studiodel miglior fabbro Arnaldo Daniello -. Le rime petrose, che non lasceranno indifferente Petrarca, hannoavuto la sorte di essere la fonte del preraffaellismo ottocentesco nella sua variante "nera" che giungefino a Gustave Moreau in Francia, e include, nella variante "bianca", accanto a tutta una scuola pitto-rica inglese, anche non poche poesie. Visto il significato ultimo di Beatrice, che lascia pochi dubbi nella let-tura della Vita Nuova, direi che Donna pietra è stata inventata di sana pianta da Dante ispirato quasi sicura-mente dalle pietre delle mura poligonali, simbolo terrestre: perché non si può immaginare un processo di sal-vezza senza la controparte dell'errore e del peccato terreno. Poesia, bellezza, arte nelle rime petrose.

Patrizio Minnucci

Le mura ciclopiche di Alatri

Le mura ciclopiche di San Felice Circeo

Celestino V, un Papa templare o un povero cristiano?FUMONE - Stefania Del Monte, autrice del li-bro "Celestino V. Papa Templare o Povero Cri-stiano?", edito per i tipi della "Phasar", ci rice-ve qui, nella confortevole saletta del "Bar delCastello", dove un attraente profumo di zuc-chero caramellato aleggia nell'aria. Il luogo sitrova nel centro di Fumone, a pochi passi daquella cella che vide rinchiuso Celestino Vdurante gli ultimi 19 mesi della sua vita.

Innanzitutto, grazie per la sua disponibilità.Il suo libro ha ricevuto una notevole popo-larità. Come spiega tale successo?Senza dubbio tale interesse è dovuto all'argo-mento. Anche a distanza di ottocento annidalla nascita, infatti, Celestino V continua adattirare l'attenzione del pubblico. Si tratta di una luce sempre viva, tornata allaribalta più che mai in occasione del terremotoche ha colpito l'Abruzzo e la basilica di Col-lemaggio nello scorso aprile.Cosa l'ha portata ad indagare così appassio-natamente sulla vita di un personaggio an-cor'oggi avvolto da nubi di mistero com'èCelestino V?Essendo nata e cresciuta a Fumone, ho sentitoparlare di Celestino V durante tutta la mia vita. Era inevitabile che il mio interesse si rivolges-se ad un personaggio così ricco di fascino e dimistero.Diverse teorie ombreggiano sulla morte dicolui che Dante definì "del gran rifiuto". Quale trova più condivisibile?Il dibattito è sempre vivace. Teorie varie aleg-

giano su quest'argomento e nessuna, ad oggi,è totalmente dimostrabile.Attorno a Celestino ci sono sfumature nonsempre chiare.Le ipotesi sonotutte condivisi-bili, dall'assas-sinio da parte diBonifacio VIIIfino alla mortea causa di unchiodo confic-cato nel cranioda parte di Fi-lippo II il Bello,deciso a far ricadere la cola su Bonifacio VIII.Ancora teorie che sostengono la morte a causadi stenti ed atrocità subite nella prigione aFumone... Insomma, ce n'è per tutti i gusti!Ci sarà un seguito al suo libro?Non escludo di potermi dedicare all'approfondi-mento di certi argomenti trattati nel libro. Orasto lavorando all'edizione in inglese, che usci-rà a breve.A chi consiglia il suo libro?A tutti. Al cittadino, al turista, al semplice cu-rioso. È diretto soprattutto a coloro che voglio-no conoscere meglio la figura di Celestino V edesiderano avvicinarsi a questo misterioso eunico personaggio.Non ci resta che salutarla, ringraziarla e farle inostri auguri per la sua carriera letteraria.

Giuseppe Gatta

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Stefania Del Monte parla del suo ultimo libro su Pietro del Morrone

Page 16: Gente Comune Gennaio 2010

Ugo nacque ad Alatri intorno al1038 e dopo aver ricevuto un'e-ducazione clericale presso il mo-nastero benedettino di Monte-cassino, divenne dapprima cap-pellano pontificio, quindi suddia-cono di Alessandro II, poi vice-cancelliere e, quindi, nel 1105,cardinale, per nomina di Papa Pa-squale II, con il titolo di San Ni-cola in Carcere, mandandolo go-vernatore di Terracina e di tuttoil Circeo. La sua figura ricordata quale pro-tagonista di una delle fasi piùdure della lotta per le investitureè ben narrata dal compianto DonGiuseppe Capone nel suo libello"Hernica Mater". "Il cardinale Ugone, in questo

drammatico conflitto è messo intanto risalto dalla storia da fardire al Baronio che "Non colori-bus tantum sed signis aeneis,immo aureis…". Si legge, infatti, nel libro: "Unanotte, il cardinal Ugone si videimprovvisamente arrivare il papa,travestito e affranto: aveva subi-to violenze da parte di Enrico V,di cui era stato prigioniero persessantuno giorni e, per salvaregli ostaggi, aveva dovuto incoro-narlo imperatore e rinnovargli ildiritto di investitura, scatenandouna violenta reazione dei cardi-nali che volevano che si seguissela politica della resistenza a qua-lunque costo, quella sostenutada Gregorio VII…

Veniva a consigliarsi con l'amicoe fedele Ugone, circa la sua fermaintenzione di dimettersi. Le dueanime si interrogarono, si confor-tarono per debellare la mala sortee Pasquale II ritorna a Roma acontinuare la sua intrepida lot-ta…". Nel 1117, Enrico V, nonavendo trovato il Papa in Roma"… si dà ad espugnare alcunecittà pontificie, fino al Circeo. Il Cardinale Ugone si difende esubisce un assedio di ventottogironi; ma la sua perizia, il suocoraggio e l'eroismo dei suoi so-dati convinsero Enrico V a desi-stere e, considerate le perdite, alasciare Roma…". Morto Pasquale II gli successeGiovanni di Gaeta che prese il

nome di Gelasio II. Ancora una volta Enrico V, desi-deroso di piegare la volontà delnuovo Papa, tornò a Roma, senzaclamore, ma "Ugone avverte ilpapa e lo convince a fuggire. Lacomitiva… sale con difficoltà legalee, naviga sul Tevere in pienafino al porto, dove gli arcieri im-periali lanciano frecce fino a serasulle imbarcazioni inermi. È una notte di bufera. Ugonecomprende la drammaticità dellasituazione: si carica sulle spalle ilvecchio pontefice (di qui l'appel-lativo di novello Enea) e difesidalla e tenebre e dall'imperversa-re di una pioggia insistente, loporta in salvo, fino al castello diArdea…". Forse, proprio per

ricompensarlo, il Papa lo nominalegato pontificio a Benevento."Ai primi di settembre del 1118,il cardinale Ugone, accompagna-to dal suo nipote Pandolfo, è nelprincipato di Benevento in quali-tà di governatore pontificio, pergarantire l'obbligo feudale deiNormanni e tenere a bada gli in-temperanti conti di Puglia e diSicilia….". Ma l'8 gennaio 1121, anche ilCardinale Ugone di Alatri muorein missione, "forse sopraffattodalla peste, assieme ad altri car-dinali…. Il Muratori lo definisceuno dei più cospicui cardinalidella Chiesa Romana…".

Avv. Fabio Padovani

Storie e personaggi

UGONE, il "novello Enea" che salvò Gelasio II16

I sedili in legno del trenino Roma - Fiuggi - Alatri - FrosinoneIl "trenino", che per tanti anni è stato ilmezzo di locomozione dei nostri nonni,iniziò il suo ultimo viaggio dalla stazioneferroviaria di Alatri nel 1977: in quell'an-

no, la linea, inaugurata nel lontano 1917,venne definitivamente smantellata e, dopo60 anni di onorato servizio, si volatilizza-va. È rimasta però nel cuore e negli occhidi molti che hanno avuto occasione di uti-

lizzare i convogli o solo di osservarli quan-do transitavano a fatica lungo i pendii deinostri centri. Lo testimoniano le storie e iricordi di quanti, avanti con gli anni, rivi-

vono oggi un mondo superato e di-menticato troppo in fretta, memo-rie da mettere nel nostro bagaglio(è il caso di dirlo...) e far riviverea più giovani che quel "trenino"non hanno mai conosciuto. Lalunga storia della ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone cominciòverso la fine del 1800, quando s'i-niziò a parlare del collegamentotra la Capitale e le zone dell'entro-terra frusinate. Dopo anni di pro-getti finalmente si giunse ad unasvolta nel 1907, quando l'ingegnerClementi, per conto di una delle

numerose società belghe che operavano inItalia in quel periodo, propose al ministe-ro la costruzione di una ferrovia economi-ca a scartamento ridotto Roma-Frosinone. La linea, realizzata fra il 1916 e il 1917,

portava fino a Genazzano e l'anno succes-sivo fu "allungata" in modo da servire an-che Fiuggi. Soltanto negli anni 1919-20 fucompletamente terminata fino a raggiun-gere Alatri e Frosinone. Iltratto fino a Frosinone è ri-masto attivo fino al 1937,quando fu dismesso permancanza di un'adeguatautenza, rimanendo capoli-nea assoluto la stazione diAlatri. I primi anni di guer-ra trascorsero abbastanzatranquilli per la ferroviama, dopo la risalita deglialleati lungo la penisola,nel 1944 la linea si trovòquasi sulla linea del fronte,venendo travolta in pienodalla bufera del conflitto: acausa delle continue incursioni aeree ladirezione d'esercizio si trovò costretta asospendere la circolazione dei convogli,mentre si registrò il danneggiamento di 7

ponti con gravi danni anche alla galleriaposta tra Cave e Palestrina. Appena termi-nata la guerra ci si rimise subito al lavoroper riattivare il servizio: il 2 ottobre del

1945 la linea tornò di nuovo percorribileinteramente. Negli anni '50 il ministero deitrasporti pose in liquidazione la "SocietàFerrovie Vicinali" che gestiva l'intera trat-ta passando il timone alla Stefer. Negli anni '70, causa un costante calo dipasseggeri oltre ad una bassa velocitàcommerciale e ad elevati tempi di percor-renza, con riflessi negativi del trafficomerci, la ferrovia mostrò chiaramente tuttii suoi limiti e la Stefer, accogliendo in pie-no le richieste sia del comune di Cave chedell'Ente Fiuggi, che chiesero a gran vocela soppressione della linea in quanto peri-colosa e di intralcio per il traffico cittadi-no (specie per l'attraversamento di Fiug-gi), restituì la parola al ministero dei tra-sporti, il quale accolse le richieste e chiu-se definitivamente l'intera tratta ferrovia-ria. Nel 1977, la gestione della linea passòdalla Stefer alla neonata Acotral (Aziendaconsortile trasporti laziali), la quale istituìvarie autolinee in sostituzione del vec-chio, caro "trenino" mandandolo definiti-vamente in pensione e con lui un'intera e-poca di trasporti.

Bruno Sbaraglia

Viaggi, storie e ricordi lungo la tratta ferroviaria dismessa da molti anni

1912 - Alatri - Costruzione Ferrovia LazialeIl Trenino al centro di Fiuggi

Sulla vita di Angelo Cerica, nato ad Alatri il 30 settembre 1885 e morto a Roma nel 1961, si è scritto molto: i suoi brillanti studiliceali presso il Conti Gentili, le innumerevoli medaglie al valore militare, l'affascinante carriera poli-tica nelle file della Democrazia Cristiana. Ciò che, a nostro avviso, non è stato ancora rilevato esaurientemente è il Cerica che emerge dallalettura della grande storia d'Italia. In questo ambito troviamo che il nostro è comandante in capodei carabinieri dal 23 luglio all'11 settembre 1943. Periodo breve ma di vera svolta storica: proprioil 23 il gerarca Grandi stava raccogliendo consensi per mettere in minoranza Mussolini alla riunio-ne del Gran Consiglio del fascismo. Il predecessore di Angelo Cerica era stato il generale Hazon,uomo di fiducia del re Vittorio Emanuele III, che però era morto nel bombardamento di San Lorenzo.Il nostro fu preferito per la successione di Hazon al più titolato ma meno umano e intelligente gene-rale Pièche. La fedeltà al re e la sua irreprensibile condotta venne confermata da Cerica quando, perl'arresto del duce, chiese ai suoi superiori: "Ciò che mi chiedete di fare è legale o illegale?".Confortato dalla promessa che ogni direttiva in proposito sarebbe prima stata avallata dal re, si misea disposizione. Il nostro generale prese tutte le precauzioni affinché l'arresto del duce non creasseincidenti o ferimenti alle persone compreso l'arrestato.

Vittorio Emanuele III ascoltò il generale Cerica e, per la prima volta, approvò che la villa dei Savoia fosse "profanata". Il resto dellastoria di Angelo Cerica è risaputo.

Patrizio Minnucci

Angelo Cerica, l’alatrense che arrestò il duce

Page 17: Gente Comune Gennaio 2010

Gens Ciociara 17

Lord Charles Forte, da Casalattico al tetto del mondoLa storia di un emigrante che ha fatto fortuna con le catene alberghiere

CASALATTICO - Se si dovesseindicare l'esempio di un emigran-te che ha fatto fortuna all'estero,mettendo su un impero dal nulla,il nome a venire in mente dovreb-be essere quello di Charles Forte.O, meglio, di Lord Charles Forte,primo pari d'Inghilterra originariodell'Italia, con esattezza di Mor-tale, piccola frazione di Casalat-tico, un mucchietto di piccole ca-supole sperdute nella Val di Co-mino. Qui era nato Carmine Forte(il suo vero nome) nel 1908 dauna famiglia di modeste possibi-lità che, per trovare lavoro, sivide costretta a lasciare il picco-lo borgo per la Scozia. Il piccolo Forte aveva solo cinqueanni quando arrivò a Glasgow,dove i genitori aprirono i primicaffè.Dopo gli studi ad Alloa, ecco leprime esperienze lavorative comelavapiatti e cameriere. Poi, insie-me ad un cugino si trasferì a Lon-dra, dove nel 1935, aprì - nellacentralissima Regent Street - ilprimo "milk bar", rivoluzionando

da subito il concetto di ristora-zione: nel suo locale, infatti, erapossibile consumare anche pasticaldi, una novità in un Paese do-ve netta era la distinzione trapub, bar e ristoranti.

I successi prima della guerra Prima che iniziasseil conflitto, CharlesForte era già pro-prietario di 7 "milkbar", aveva avviatouna drogheria nelquartiere londinesedi Soho e si eraguadagnato il so-prannome di "Mr.Piccadilly", perchéle sue attività lam-bivano la celebrepiazza di Londra. La guerra frenòun momento il suo lavoro: fuinternato nell'isola di Man, per-ché a quel tempo, c'era diffiden-za verso gli italiani. Una voltamesse a tacere le armi, prese lacittadinanza britannica e, dotatodi un eccezionale spirito impren-

ditoriale e incredibile fiuto pergli affari, si lanciò a capofitto nelbusiness.

La scalata verso il trionfoNel 1954 acquistò uno dei localimigliori della capitale inglese, il"Cafè Royal". L'anno seguente

costituì una società di cateringper gli aeroporti di Londra,Manchester, Glasgow e Birmin-gham e quindi nel '58 comprò ilsuo primo albergo il "LondonWaldorf". E agli alberghi, in par-ticolare, è legato il suo nome.Alla fine ne aveva 940 sparsi in

tutto il pianeta, da Londra a Pa-rigi, dalla California a Tahiti, con70 mila dipendenti nella solaGran Bretagna.

La nomina a LordNel 1981, su suggerimento diMargareth Thatcher, allora primoministro, venne nominato Lord.Una soddisfazione unica per l'uo-mo che 50 anni prima aveva ini-ziato come semplice lattaio e che"certificava" il suo ingresso uffi-ciale nell'aristocrazia inglese, chebramava al punto da indossare o-gni giorno bombetta, gessato egarofano rosso all'occhiello, purmantenendo - sotto il vestito -un animo ancora sinceramente econvintamente italiano. Nel 1992, avendo accumulatoun'immensa fortuna, si ritirò da-gli affari, cedendo il testimone alfiglio Rocco.

L'impero che non conoscevamai il tramonto Il fatturato di Lord Charles Fortevenne quotato in Borsa già nel

1962 e le proprietà erano costi-tuite da hotel sparsi da un capoall'altro del mondo. Non a caso,negli anni '80, si diceva che sulsuo impero non tramontava mai ilsole. Un po' come, nel XVII seco-lo, accadde alla Spagna, le cuicolonie si trovavano ovunque,dall'Africa all'Asia all'America, nelperiodo definito significativa-mente "Siglo de Oro".

La scomparsa e il ricordo diCasalatticoLord Charles Forte è morto il 28febbraio 2007 nella sua casa diLondra, all'età di 98 anni. La piccola frazione Mortale di Ca-salattico, che in dialetto vuol di-re "Coccia di morto", ha cambia-to denominazione in Monforte inonore dell'illustre paesano di-venuto un simbolo della genialitàitaliana, capace di creare, parten-do dal niente, la migliore e la piùimportante organizzazione dell'o-spitalità nel mondo.

Pietro Antonucci

Lord Charles Forte

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Page 18: Gente Comune Gennaio 2010

Sport

Cariello: “Il Frosinone ha una super classifica”

Alfredo Cariello è sicuramenteuno dei giocatori più rappresen-tativi di questo Frosinone targatomister Moriero. Un centrocampi-sta di assoluta qualità. Considerarlo una pedina impor-tante viene ancor più semplice sesi pensa al suo esordio in sere A:siamo nel 2005 e l'Ascoli gli dà

l'opportunità di debuttare nellamassima serie. Cariello, napoleta-no classe '79, trova un modogeniale per non far passare inos-servati i suoi primi minuti nelmaggiore campionato italiano. Rasoiata di sinistro da venticin-que metri e gol del momentaneovantaggio ascolano (la partitaterminerà 2 a 1 per i padroni dicasa ndr) al Delle Alpi contro laJuventus. Un biglietto da visitadavvero niente male.Alfredo Cariello, penso sia nor-male fare un passo indietro etornare al giorno del tuo esor-dio in serie A..."Sicuramente un giorno che nonpotrò mai dimenticare. Un giornoindelebile per me. Era il 10 set-tembre del 2005 e di certo nonpotevo sognare un esordio mi-gliore. Il mio gol poi non servìper il risultato finale ma fu co-

munque una soddisfazione im-mensa. Peraltro raggiungemmo lasalvezza in quell'anno. Davveroun'esperienza positiva."Tornando a oggi, il tuo presen-te è chiamato Frosinone. Tu seisenza dubbio una dei giocatoripiù importanti ma spesso, an-che per via di un infortunio,stai trovando poco spazio."Non penso sia stato determinan-te il mio infortunio. Alla fine so-no stato fermo per soli quindicigiorni che non è un periodo cosìlungo. Ci sta che uno possa salta-re qualche partita. Il fatto è chespesso sono finito in panchinaper scelta tecnica e Basso rico-priva quello che è il mio ruolo na-turale. Comunque penso di averdato il mio contributo ogni voltache sono stato chiamato in causa(splendida la sua rete a Triestendr) e infatti adesso sto giocan-

do con maggiore continuità rac-cogliendo i frutti del mio lavoro".Quindi non esiste un problema dirapporto tra te e mister Moriero?"No assolutamente. C'è un granderispetto dei ruoli tra me e il tec-nico. Io devo pensare solamentea fare il giocatore e a farmi tro-vare pronto quando c'è da aiutarela squadra".Peccato per l'ultima sconfittain casa del Mantova. Esiste unproblema di continuità per ilFrosinone?"Effettivamente si. A Mantovaabbiamo regalato il primo tempoperché nel secondo abbiamo fat-to davvero bene. Peccato per ilrigore subito dopo la ripresa per-ché il Frosinone era rientrato incampo molto determinato. Il ter-zo gol loro non fa testo: noi era-vamo tutti in avanti per recupe-rare lo svantaggio. Comunque

non è facile essere continui in uncampionato così difficile e livel-lato come la serie B".Tralasciando tutte le scaraman-zie del caso, un pensierino aiplay off lo state facendo dentrogli spogliatoi?"E' chiaro che si faccia un pensie-ro ai play off. Del resto abbiamouna super classifica e viene natu-rale sognare. Ma noi siamo con-centrati sulla realtà e la nostra cidice che sappiamo di essere unasquadra normale, con avanti for-mazioni molto più organizzate.Siamo soddisfatti in pieno diquello che stiamo facendo e con-tinueremo a pensare partita dopopartita, senza progetti a distan-za. Poi se verso la fine dovessimostare ancora lì…"

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Alfredo Cariello

Isola Liri: un rilancio con Michele Mangiapelo protagonistaUn sogno iniziato a sedici anni. Stagione calcistica 2002-2003 eun ragazzino di nome MicheleMangiapelo faceva parlare moltobene di se tra le fila degli Allievidella Sampdoria. Michele Mangiapelo, di professio-ne portiere, è nato e cresciuto adAlatri. "Mister Novellino mi con-vocò per la sfida della Sampdoriaa Venezia. Avevo solo sedici annie ricordo che fu un'esperienzabellissima. Mi disse che forse miavrebbe fatto esordire". In portac'era Turci e la stagione in que-stione vedeva i blucerchiati im-pegnati nel campionato di serieB. La Samp, disputò quella garacon la certezza matematica diaver già conquistato la massimaserie. E allora perché non premia-re quel "portierino" apprezzatoda tutti oltre che per le gesta te-cniche anche per comportamentida vero professionista? Il caso comunque volle che fini-rono le sostituzioni per infortunitra gli undici in campo e Man-giapelo, il "premio" del debuttotra i professionisti a soli sedicianni, non poté ritirarlo. Ma pa-zienza. Importanti scenari sem-bravano comunque essere aperti. E quindi la convocazione per ilritiro con la squadra blucerchiatanella seguente stagione, stavoltaimpegnata in serie A, sembravaessere il giusto proseguimento diun sogno. Avrebbe fatto la spola traprima squadra e la formazione dellaPrimavera. Davvero niente male.Ma qualcosa andò storto. "Nonandavo molto d'accordo con l'al-lenatore della squadra Primaverae decisi quindi di accettare il pre-stito a Rieti, nella serie D". Lì,dopo una stagione eccelsa checulminò con la vittoria del cam-

pionato, fu eletto miglior portie-re di tutta la categoria nazionale. Ma questo non mutò il fatto che,come dichiarato dallo stessoMangiapelo, "se potessi tornareindietro non lascerei mai più di

mia volontà la Sampdoria". La fortuna ha dato, la fortuna hatolto. Perché poi, tornato proprionella città ligure, qualcosa nelrapporto con la società si era rot-to. E allora cambi di procuratore,trafila tra squadre di serie C e se-rie D, e nella stagione 2006-07quattro interminabili mesi senzasistemazione. Poi l'approdo a Fe-rentino in serie D e l'ennesimaprova di grande bravura e affida-bilità che sono valsi una nuovachiamata tra i professionisti. Ritorno tra i professionisti che si-gnifica l’approdo nell'Isola Liri inquesta stagione, squadra impe-gnata in Lega Pro Seconda Di-visione (serie C2 ndr). Per Michele nemmeno una pre-senza nelle prime sei giornate.Risultato? L'Isola non conquistanemmeno un punto in classifica. "Non stavo giocando ma l'allena-tore mi disse di attendere il mio

turno. Poi ha puntato su di me edevo dire che sta andando moltobene". Michele da allora viene im-piegato sempre dal primo minuto. L'Isola oggi si trova addiritturafuori dalla zona play-out anche

grazie alle sue parate spesso de-terminanti. Con la fortuna è chiaramente indebito. "Il futuro? Rimanere alungo tra i professionisti - haglissato Mangiapelo - è il mio o-

biettivo principale". Riagguantare quello che ha la-sciato a sedici anni è forse la suasperanza non dichiarata. La fortuna ha tolto, la fortunapotrebbe restituire.

E' stato l'ultimo colpo del mercato detto di ripara-zione. La ciliegina sulla torta che va a completareun organico ben assortito e che comanda il campio-nato di Seconda Categoria. Il più geniale dei prota-gonisti di quella stagione in Eccellenza dove l'Alatrifinì al terzo posto rischiando, da matricola, un cla-moroso successo e il rispettivo passaggio in serie D.Era il 2004. Da allora molte cose sono cambiate eDiamanti, ha fatto le fortune di squadra e dei rispet-tivi tifosi in una formazione umbra. "Si per motiviuniversitari ho militato in una squadra di Eccellenzain provincia di Perugia. E' stata un'esperienza moltobella e interessante. Adesso però sono felice diessere ripartito da dove avevo iniziato".Diego Diamanti, in arte El Pibe, torna dunque al"Chiappitto", davanti al pubblico che forse più lo haadorato da quando gioca al calcio. Il suo sopranno-me è il biglietto da visita ideale. Certo il paragonenon sta in piedi, ma lui, in queste categorie, se tro-va la giornata giusta rischia sempre di far ammatti-re gli avversari: "E' stato sempre un mio grande de-siderio tornare a vestire la maglia verderosa e sonoentusiasta di tornare in una città dove ho dei bel-lissimi ricordi". I presidenti Tagliaferri, evidente-mente amanti del buon calcio, ne hanno prepoten-temente caldeggiato l'arrivo:"Devo dire che sono ri-masto molto ben impressionato dai Presidenti - hacontinuato Diamanti -. Due ragazzi molto ambiziosie che vogliono cercare di ottenere grandi risultatiper il calcio alatrense. Una scelta non semplicissi-ma quella di tornare ad Alatri. Diamanti, prima diraggiungere nuovamente la città ciclopica, faceva lefortune del Valmontone, formazione impegnata nelcampionato di Promozione. Scendere in Seconda Ca-tegoria per uno abituato a fare la differenza in cam-pionati di caratura maggiore non deve essere statauna valutazione facilissima:"Indubbiamente essere

al centro di un progetto ambizioso e lungimirante èstato un fattore determinante per la mia scelta. E'chiaro che la la vittoria di questo campionato rap-presenti solo l'inizio. Poi l'organico allestito dallasocietà ha ben poco di una Seconda Categoria vistoche molti sono stati miei compagni ai tempi del-l'Eccellenza."Organico che, perun errore in fase ditesseramento, coni dirigenti alatren-si del tutto esentida colpe, dovrà fa-re a meno di Ales-sandro Galuppi,che tornerà ad Ar-ce sino al terminedella stagione: "Midispiace molto perPippo (Galuppi ndr).E' un giocatore im-portante e ci a-vrebbe dato unagrossa mano. Vorràdire che vinceremoil campionato an-che per lui." Un ritorno in grande stile dunque. Tanti bei ricordie la volontà di contribuire al rilancio definitivo perla formazione verderosa. Dribbling, estro e fantasiaracchiusi in un piede sinistro che di certo avrebbemeritato altri palcoscenici. Intanto c'è da vincerequesto campionato e il suo contributo sarà fonda-mentale. Del resto il suo arrivo è un'ulteriore con-ferma delle volontà di questa società. Volontà cheben si coniugano con le ambizioni di una piazza im-portante come Alatri.

Diamanti torna ad Alatri: "Sono qui per un progetto ambizioso"

Michele Mangiapelo con la magliadell’Isola Liri

Diego Diamanti in azioneFoto di: Massimiliano Sarra

Pagina a cura di:Riccardo Strambi

Intervista esclusiva di Gente Comune al centrocampista canarino che si è detto soddisfatto di quanto fatto finora dal Frosinone

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Sport 19

Veroli ripone in Dontaye Draper le speranze della ripartenzaVEROLI - Continua la corsa dellaPrima Veroli nel girone di ritornodel campionato di Legadue. Uncammino che fino a questo mo-mento sta vedendo i giallorossicon più di qualche problema so-prattutto nelle sfide in trasferta,nelle quali Rossi e compagni han-no spesso dimostrato di avere an-cora dei limiti nella gestione neimomenti decisivi. Va comunque considerato il fattoche coach Massimo Cancellieri hadovuto spesso far fronte a diver-si infortuni, che, soprattutto perquanto riguarda il settore lunghi,mai hanno consentito di potercontare su tutto il roster al com-pleto. Chi scoppia di salute, e re-citerà sicuramente un ruolo im-portante nel proseguio della sta-gione giallorossa, è il playmakeramericano Dontaye Draper, con ilquale abbiamo fatto il punto

della situazione in casa Prima. Prima di tutto parlando della ne-cessità di trovare continuità dirisultati, continuando la rincorsa

alla capolista Banco di SardegnaSassari. "In questo girone di ritor-no vogliamo azzerare completa-mente tutto - spiega Draper - cer-cando di renderci protagonisti diuna striscia vincente indipenden-temente dai risultati degli altri. Vogliamo vincere per noi stessi edimostrare che possiamo essereprotagonisti fino alla fine dellastagione". Il classe '84 nativo diBaltimora, poi, giudica il momen-to fisico e psicologico della squa-dra: "E' difficile allenarsi in que-sto modo, con tutti questi infortu-ni, ma credo che tutti ci stianomettendo il massimo per sopperi-re a queste mancanze. Siamo unasquadra unita che lotta per unobiettivo comunque, e stiamo la-vorando duro". Nell'analisi del playmaker giallo-rosso non potevano mancare dueparole sul suo momento persona-

le, e sul proces-so di adatta-mento che do-po il "boom"delle prime par-tite, sta andan-do avanti pian

piano: "Questa è la mia secondastagione in Europa e sto ancoracercando di capire fino in fondocome giocano i miei compagni,quale sia il metro arbitrale, e co-

me giocano le altre squadre chedovremo affrontare. Ogni volta cheentro in campo, comunque, sonofelice di giocare e cerco di dare ilmassimo traendo il meglio dal mio

modo di stare sul parquet".A proposito di altre squadre, co-me del resto è nel "Canc pensie-ro", impossibile far sbilanciareDraper su quelle che fino a que-sto momento sono state le forzein campo nel torneo: "Ogni parti-ta nasconde sempre tantissimedifficoltà, e di questo mi sto ren-dendo conto weekend dopo wee-kend. Un campionato omogeneoanche per stili di gioco, e tranneSassari, che in questo momentomagari ha un gioco più libero, ba-sato più sulle caratteristiche indi-viduali che su un vero e proprio si-stema, sicuramente ci sarà da lot-tare fino in fondo e tutte le squa-dre daranno filo da torcere a tuttele altre". Draper conclude la chiacchieratacon un proposito per il 2010:"Dal nuovo anno mi aspetto unaserie di vittorie, di continuare alottare sempre per il primo posto,e di andare avanti sempre congrande energia e positività"

La "Prima" affannata per i troppi infortuni continua a puntare in alto nel campionato di Legadue

Dontaye Draper

Pagina a cura di: Carlo CaponeIl Sindaco di Frosinone Michele Marini ha

incontrato una delegazione dell'A.S. Dilet-tantistica Judo Frusinate, guidata dal pre-

sidente Annunziatina Arena, che ha avutomandato dalla Fijlkam (Federazione Ita-liana Judo Lotta Karate e Arti Marziali) diorganizzare a Frosinone il Campionato Ita-liano a Squadre maschile e femminile inprogramma per i giorni 27 e 28 novembre2010. Le gare si svolgeranno presso il Pa-lazzo dello Sport "Città di Frosinone".Questo importante traguardo è stato rag-giunto anche grazie alla disponibilità delSindaco, che ha consentito alla città diFrosinone di prevalere su altre importanticandidature. <Sono onorato e lusingato -

ha dichiarato il Sindaco Marini - di avercontribuito alla realizzazione di un cosìprestigioso traguardo. La città di Frosino-ne che rappresento si onora di ospitare,per la prima volta la finale del campiona-to italiano a squadre maschile e femmini-le della Federazione Italiana Judo, lottakarate e arti marziali. E' un appuntamentoche ci proietta in una dimensione sportivanazionale e internazionale. L'interesse ver-so lo sport che anima questa amministra-zione da vari anni avrà una ulteriore con-ferma proprio nel novembre del 2010. Losport quale base di una completa forma-zione umana deve essere sempre sostenu-to e incoraggiato. Una città sportiva è unacittà dinamica, forte, competitiva; cheguarda al futuro con fiducia e ottimismo.La finale della Fijlkam sarà l'occasione perconfrontarci con diverse realtà e la possi-bilità concreta di attirare a Frosinone ap-passionati, sportivi e turisti. La mia con-vinzione nella validità dell'iniziativa, mivedrà lavorare al vostro fianco per realiz-zare un evento storico per la crescita dellanostra città>. All' incontro erano presenti ValentinaCalcagni, segretario del Comitato organiz-zatore del Campionato; i responsabili tec-nici dell'A.S. Dilettantistica Judo Frusina-te, Antongiulio Campioni e Chiara Cam-pioni; l'arbitro mondiale di judo MassimoSulli, il consigliere comunale Gallon e ilcoordinatore dell'evento per il Comune diFrosinone Anniballi.

Frosinone ospiterà il Campionato Italiano di Judo

ANAGNI - Basket Days 2010. Questo è l'evento per il quale in casa Anagni Basket si èlavorato nei giorni scorsi: lo scorso 24 gennaio, infatti, e il prossimo 7 Febbraio, in occa-sione delle due partite casalinghe della Serie B dilettanti contro la N.P. Firenze e il BasketClub Rieti, la società anagnina ha invitato tutto il suo settore giovanile ad essere pre-

sente durante i match, per passaredue giornate all'insegna dellosport come gioco e tifo. Nello scorso weekend tutti i tesse-rati della società, dal minibasketalle prime squadre, passando per legiovanili e per i gruppi di miniba-sket delle scuole, nonché le tresquadre senior, sono state ospiti alPalazzetto dello Sport per assiste-re all'incontro tra la Romana Chi-mici e Firenze. Un'"onda biancorossa" ha invaso le

tribune del Palazzetto per incitarela propria squadra; al termine delmatch, spazio alle fotografie uffi-ciali della stagione 2010 per tuttii gruppi presenti. A partecipare a questo primo even-to del nuovo anno, sono stati invi-tati non solo tutti gli iscritti del-l'Anagni Basket, ma anche tutti gliatleti, allenatori e dirigenti dellasocietà Pall. Colleferro, società cheormai collabora a tempo pieno conla Romana Chimici Anagni di PatronDi Palma. Presenti inoltre anche imini-cestisti dei Centro Minibasketdi Sgurgola, Osteria della Fontana, Tufano e Pantanello, società affiliate al centro spor-tivo anagnino. Gli eventi saranno curati dallo staff tecnico e dirigenziale della società anagnina, un gre-mito gruppo di persone che giornalmente si dedica alla vita quotidiana di un centro spor-tivo che vanta oltre 400 iscritti, compresa la realtà di Colleferro, dove l'attività è ripar-tita in grande e vanta oltre 100 tesserati.

Basket Days 2010: due domeniche all'insegnadei colori biancorossi

Dontaye Draper

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La moda è un modo espressivo u-sato dall' uomo per rappresentarese stesso, per confrontarsi nelcontesto sociale, usando quest'espressione per "etichettarsi" emostrare agli altri l' appartenen-za sociale. Questo non avvienesolo in codice vestimentario, maha diverse forme espressive comeil tatoo e il piercing, che rappre-sentano, come il vestiario, unmodo comunicativo non verbale.La moda rappresenta l'identitàpersonale, l'arte e lo stile che de-finisce l'individuo parte della so-cietà o di un gruppo. Le varietendenze possono nascere dalpassato, dalla strada, dalla musi-ca… L'industria della moda,creatrice di grandi e piccole Grif-fe si regge sul consumo di massae stabilisce ogni anno le varietendenze Primavera/Estate e Au-tunno/Inverno manipolando lostile individuale! Spot pubblicita-ri, riviste di moda o programmi tvpilotate dai bureau du style "co-stringono" la gente ad indossare

e quindi ad acquistare ciò che èstato stabilito dalle griffe indu-striali, così la moda non è più e-spressione artistica ma semplice-mente "economia". Le imposizio-

ni degli stilisti e fissi parametridi bellezza rendono il mondo del-la moda un "copia e incolla" dell'individuo. La moda e le tendenzegiovanili come rispondono a que-

sto problema? Divisi per gruppi levarie tendenze dark, punk, metal-lari, fricchettoni, gothic lolita…e ultimissimi gli "emo" che com-prendono una fascia di età tra i

14 e i 19 anni. "Emo" prende ilnome da emozione e gli adole-scenti che seguono tale correntevengono considerati adolescentidisturbati e autolesionisti. Ma è

davvero così? Vestito nero, truc-co appariscente, t-shirt a sfondogotico, ciuffo che ricopre solo unocchio, accessori borchiati a stri-sce colorate e Convers ai piedi.Per questi ragazzi, essere Emo,non è solo un modo di vestire,ma un percorso di vita, alla ricer-ca di emozioni nella sofferenza ditutti i giorni; un modo di reagirealla vita consueta. Bisogna anche dire che alcuni diloro hanno la tendenza all' auto-lesionismo ma "non bisogna faredi tutta un'erba un fascio"! C' èchi si nasconde dietro una "ma-schera" per paura di mostrare al-l'esterno il dolore che si portadentro tutti i giorni e ci sono gliEmo che la maschera l'hanno but-tata per mostrare al mondo che lasofferenza è una realtà esistente. I cosiddetti "ragazzi normali" chesi definiscono tali per l'abbiglia-mento classico, provano una cer-ta ostilità verso l'Emo-style. Ininternet, specie su you-tube, sitrovano video anti-emo con "sce-

nette" dirette ai coetanei deri-denti e offensive. Quanta insensibilità e disgustosuscitano! Si può forse giudicareun libro solo dalla copertina? O-gnuno ha il diritto di vivere lapropria adolescenza come megliodesidera e se questo significa ve-stire Emo, nessuno ha il diritto digiudicare. Ai genitori, preoccupa-ti, bisogna dire che l'adolescenzaprima o poi passa attraverso tan-te fasi. Perché la moda si trasforma spes-so in polemica e pregiudizio?Quando si giudica superficial-mente una persona da ciò che in-dossa… ma l'abito non fa il mo-naco! Il vero problema è che la"diversità" se non si conosce sievita o si giudica in maniera sba-gliata e ciò che non si compren-de spaventa e crea polemiche. Essere diversi dai canoni stabili-ti dalle grandi aziende purtrop-po inevitabilmente crea il pre-giudizio!

Erika Rossi

Moda & Cinema

Gli EMO. La moda si trasforma in pregiudizio!20

“IL CINEASTA”Film, cortometraggi, anteprime e interviste…

RUBRICA

Finalmente anche in Italia è arrivato"Avatar" di James Cameron. In ritardo diqualche settimana per non contrastare icinepanettoni De Sica e Pieraccioni, ha giàbattuto ogni record di incassi sia nel tota-le del weekend che per singolo giorno diprogrammazione. Ed ha già ricevuto i Gol-

den Globe per regia e miglior film. La ge-stazione durata oltre 15 anni, e i 4 anni dilavorazione per avvolgere lo spettatore nelmondo spettacolare creato dal regista di"Titanic" stanno dando i loro frutti. Unodei maggiori motivi che hanno causatoquesta lunga attesa è dovuto dalla man-canza di mezzi tecnologici adeguati a rea-lizzare il progetto. La storia è semplice:Jake Sully è un ex-marine, che anche se ècostretto a vivere paralizzato su una sediaa rotelle è rimasto un combattente, riceveuna proposta economica allettante: sosti-

tuire il fratello gemello, scienziato mortoimprovvisamente, nel suo incarico su Pan-dora, una luna del pianeta Polyphemus, nelsistema Alpha Centauri. La RDA é una so-cietà che ha un grande interesse per i ric-chi giacimenti, presenti sulla luna, diUnobtainium, un minerale indispensabileper fronteggiare la crisi energetica dellaTerra. Al fine di poter lavorare nell'ambien-te rarefatto di Pandora, la RDA utilizza al-cuni Avatar, degli esseri geneticamentemodificati somiglianti agli abitanti delpianeta originati da esseri umani: Jake èstato scelto perché condivide la stessastruttura genetica del gemello e può sosti-tuirlo nella gestione del suo Avatar. Jakedovrà prima conquistare la simpatia ddelladottoressa Grace Augustin, interpretata daSigourney Weaver che aveva già lavoratocon Cameron in "Alien", ed ora interpretala responsabile del progetto scientifico cheha creato gli Avatar per cercare di instau-rare dei rapporti cordiali con i Na'vi. Nellasua missione viene accolto bene dai Na'vi,la popolazione indigena che vive sul pia-neta, la cui esistenza è improntata all'ar-monia tra la natura di Pandora e i suoi a-bitanti, in un immantenismo spirituale. Tutto il pianeta è collegato attraverso unarete neurale che interconnette la vita ditutta la flora e la fauna, facendo sì chePandora funzioni come un unico sistemaarmonioso. Il primo impatto di Jake con iNa'vi avviene quando Neytiri lo salva dal-l'attacco di alcune belve della foresta plu-viale di Pandora. Neytiri deve uccidere al-cuni Viperwolf, azione che va espiata im-

mediatamente elevando una preghiera alladea che riunisce in sè tutte le creature chevivono su Pandora. L'ansia distruttrice del-la RDA viene in conflitto con la societàNa'vi e Jake, non solo per il legame senti-mentale nato con Neytiri, la figlia del capoclan, si schiera coni nativi guidandoli allaresistenza contro gli invasori terrestri. Latrama potrebbe anche sembrare secondariarispetto all'impatto visivo del film. Se peròci si ferma a riflettere agli innumerevolirimandi si comprende quanto essa sia com-plicata. Già il nome del pianeta, Pandora,rinvia alla mitologica creatura il cui nomesignifica pan doron (tutti i doni). Ad essaZeus affidò un vaso da tenere serrato, Pan-dora non riuscì a resistere alla tentazionedi scoprirne il contenuto e dal vaso usciro-no tutti i mali del mondo. Il protagonistaJake è un soldato, rimasto paralizzato, cheaccetta la missione per potersi poi pagarel'operazione che gli consentirà di cammi-nare. Il tema si inserisce alla perfezionenel progetto che il Presidente Obama staperseguendo dell'allargamento della tutelasanitaria anche a chi non ha la coperturaassicurativa. La struttura della società Na-'vi ha molti richiami a quella dei pelleros-sa, definiti native americans per distin-guerli dagli altri americani. La realizzazio-ne visiva della forma fisica dei Na'vi è un'e-voluzione del Gollum, della saga "Il Si-gnore degli Anelli", ma Cameron rende o-maggio anche all'altra saga che lo ha gui-dato nella realizzazione di Avatar: GuerreStellari. Dalle prime immagini ci troviamosospesi nell'assenza di gravità del traspor-

to spaziale procedendo così fino ai fioriche ci danzano davanti agli occhi, alle sce-ne in cui Jake vola sulla groppa dei Ban-shee, uccelli coloratissimi ai quali i Na'vi siuniscono in simbiosi servendosi della lun-ga coda di cui sono dotati, alle scene dibattaglia iper tecnologica, è tutto straor-dinario. Viene spontaneo schivare le fogliedi un albero, così come gli spettatori del-l'arrivo del treno nella stazione, proiettatodai Fratelli Lumiere, scapparono davantialla locomotiva, per paura di essere inve-stiti. Ormai il cinema è cambiato. Da ora inpoi la tecnologia consentirà solo di miglio-rare le immagini che illustreranno le ideedei registi, con Avatar il passo è statocompiuto. Cameron ha chiesto ad espertizoologi di creargli gli animali che abitanoPandora in modo tale che fossero del tuttoplausibili; con l'aiuto del linguista PaulFrommer ha creato prima la grammatica epoi la lingua dei Na'vi che gli attori hannodovuto imparare per parlarla nel film. Ilcapo del dipartimento di botanica dellaUniversity of California ha dato il nome la-tino ed ha descritto tutte le piante diPandora. Sotto l'aspetto tecnico, Cameronsi è fatto costruire delle macchine da presaapposite per consentire agli operatori dipoter girare portandosi dietro un peso di22 chili invece dei 205 delle macchine peril 3D finora utilizzate.

Avatar sorprende davvero e non solo per glieffetti speciali e diciamo che chi non lovede in 3D non potrà afferrane molto.

Alfredo Salomone

AVATAR, il culto del 3D

Sam Worthington è Jake Skully

Page 21: Gente Comune Gennaio 2010

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Page 22: Gente Comune Gennaio 2010

Almanacco22

"Il 13 gennaio 1915 un violentissimo terremoto rase al suolo Avezzano e fece enormidanni in tutta la Ciociaria. Sora, Isola del Liri, Castelliri furono certamente le città in pro-vincia di Frosinone che più delle altre subirono la furia cieca del terremoto. Monumenti e case furono buttate giù dalla “mostruosa rabbia travolgente del misterioso

uragano sotterraneo”, (definizioneconiata dal Touring Club Italiano dimarzo 1915): quasi nulla rimase diSora, se non macerie e morti. Maanche altri paesi della provincia diFrosinone furono duramente colpi-ti, come Torre Cajetani, dove lamaggior parte delle case crollaronoa causa del terremoto e le pocherimaste in piedi, a causa delle gra-vi lesioni subite, furono demolitedal Genio Civile.

Per rendere appieno la forza distruttrice del terremoto del 1915 basti pensare che “unquarto di tutte le case esistenti in Ciociaria è condannato inesorabilmente a cadere…”Ad Alatri, invece, “... i monumenti sono quasi tutti salvi, pur se danneggiati un poco, men-tre le casi sono pericolanti per un terzo, e la chiesa di Sant’Andrea dovrà essere abbattuta”:nessun danno significativo, per fortuna, subirono le mura poligonali.Dinanzi all’immane tragedia che colpì i vicini paesi dell’Abruzzo, quali Avezzano, e quelliancor più prossimi quali Sora, Isola del Liri, Veroli, Torre Cajetani, è incredibile come lacittà di Alatri, ancora una volta, sia riuscita a non subire ingenti danni. I nostri concittadini, riconoscenti per lo scampato pericolo, vollero degnamente ringra-ziare San Sisto e S. Emidio: in due diverse processioni, migliaia di persone si strinsero at-torno alle statue dei due santi protettori portate a spalla per le strade della nostra città. Ancora una volta una “mano” protettrice ha salvato la nostra città.

Remo Costantini

PPiilllloollee ddii ssttoorriiaa13 gennaio 1915

Avezzano e Sora rase al suolo

Leifior di loto al solecolore chiaro d'una passione fortesguardo lontano,impossibiledolcezza forte d'un mare di vetro;una volpe sola

frammenti d'orgogliogocce di lunacielo trapuntato…tristezza,una valle misteriosasenz'anima,…né luce, …nè amore.

Leidi Giuseppe Gatta

VERSI inVERSI

Il 13 ottobre 2009, a Cremona, si è aper-to il processo contro gli imputati di frode

c h eh a n n oimmesso- o sta-vano perimmette-re - sulmercato

tonnellate di prodotti caseari avariati,con gravissimi pericoli per la salute pub-blica. Quanti di voi erano al corrente diquesta notizia? Poco se ne è parlato, sia sulla stampa chein televisione, ma il fatto rimane gravis-simo, indipendentemente dal risalto chevi è stato dato sui media.L'ingente documentazione raccolta dallaGuardia di Finanza, racconta di episodisconcertanti: formaggi scaduti, coperti di

muffa, in stato di avanzato deterioramen-to ed in alcuni casi estremi anche la pre-senza di topi morti negli imballaggi.La scaltrezza dei colpevoli era quella dinon immettere sul mercato direttamenteil prodotto scaduto, ma di sottoporlo atrattamento termico per riutilizzarlo co-me semilavorato adatto alla preparazionedi formaggi da fusione (formaggi filanti,sottilette, mix di grattugiati).Fra gli imputati oltre ai titolari ed ai la-voratori delle aziende incriminate (la Me-gal e la Tradel), anche funzionari di al-cune Asl che producevano compiacentirelazioni sui controlli.Speriamo che il processo citato riaccendal'attenzione degli organi competenti e deimezzi di informazione su tutto ciò che ri-guarda la salute alimentare ed ambienta-le dei cittadini.

Paolo Fiorenza

Lo scandalo dei formaggi avariatiSOS CONSUMATORI

Il diritto al mantenimento dei figli maggiorenninon economicamente indipendentiLa legge n.54/2006, nell'in-trodurre l'art. 155quinquies c.c.,

detta alcune rilevanti novità consentendoal giudice, "valutate le circostanze, di di-sporre in favore dei figli maggiorenni nonindipendenti economicamente il paga-mento di un assegno periodico. Tale assegno, salva diversa determinazio-ne del giudice, è versato direttamente al-l'avente diritto". La norma richiamata mira a regolare queirapporti che, nella precedente formulazio-ne, non trovavano una loro individuazionespecifica, non distinguendosi tra figli mi-norenni e maggiorenni, qualora quest'ulti-mi non fossero economicamnete indipen-denti. Il diritto al mantenimento del figliomaggiorenne deriva ed è correlativo al do-vere, incombente su entrambi i genitori anorma dell'art. 147 c.c., "di mantenere,istruire ed educare la prole tenendo contodelle capacità, dell'inclinazione naturale edelle aspirazioni dei figli". L'affermazione di questo principio discen-de dalle attuali condizioni ed abitudinisociali per le quali il figlio, in particolarese aspiri a completare un normale ciclo distudi o ad acquisire specializzazioni utiliin campo lavorativo, non diviene indipen-dente economicamente prima che sianotrascorsi molti anni dal raggiungimentodella maggiore età. L'obbligo di contribu-zione al mantenimento del figlio maggio-renne, dunque, permane sino a che questinon abbia raggiunto una propria indipen-denza economica e sempre che il genitoreobbligato non provi che il figlio, con col-pa, non si sia messo nelle condizioni diconseguire un titolo di studio o di procu-rarsi un reddito mediante l'espletamentodi una idonea attività lavorativa o per a-ver ingiustificatamente rifiutato tale atti-vità. La mancanza di autonomia del figlionon deve intendersi come assoluta assen-za di percezione di redditi, ma come man-cata percezione di redditi congrui e conti-nuativi, idonei a rendere il giovane auto-sufficiente in relazione alle primarie esi-

genze di vita. L'età del figlio, inoltre, non è un elemen-to che in sé valga a determinare la cessa-zione dell'obbligo al mantenimento; se-condo recente giurisprudenza, "il limite dipersistenza dello stesso va determinato,non sulla base di un termine astratto,bensì sulla base del fatto che il figlio,malgrado i genitori gli abbiano assicuratole condizioni necessarie per concludere glistudi intrapresi e conseguire il titolo indi-spensabile ai fini dell'accesso alla profes-sione auspicata, non abbia saputo trarneprofitto".Peraltro, la nuova normativa dispone che,ove sia opportuno il versamento di un as-segno, questo sia, di regola, versato diret-tamente al figlio e non, come avveniva inprecedenza, all'altro genitore con cui ilpredetto conviva. La preferenza del legislatore per la corre-sponsione alla prole viene ancor più evi-denziata dalla formula "salvo diversa de-terminazione del giudice", ma, nel con-tempo, non ne indica obbligatorietà. Ciò significa che, qualora il giudice indivi-dui valide ragioni, l'assegno può continua-re, come in passato, ad essere material-mente consegnato da un genitore all'altro.Ad oggi, pertanto, sia il genitore che ilfiglio possono agire, l'uno nel giudizio diseparazione e l'altro in separata sede, perchiedere il mantenimento, con preclusio-ne, per il genitore, in caso di effettivo e-sercizio dell'azione autonoma da partedella prole e con inesistenza di una facol-tà per quest'ultima di intervenire nel giu-dizio di separazione.In definitiva, il diritto al mantenimentodel figlio maggiorenne, la determinazionedell'assegno, il versamento dello stessodirettamente all'avente diritto, dovrannoderivare da un'analisi svolta in un'otticapiù concreta ed a fronte di una più capil-lare indagine e sensibilità, anche del giu-dice, delle dinamiche interne alla famiglia.

Avv. Angela Rossi Mediatrice familiare

e-mail: [email protected]

Ho coltivato i miei giardini,li ho riempiti con le specie più rare,ma la notte mente ancorala notte lentamente ha perso i tuoi occhi,la terra t'ha donato la cenere,la cenere che nutre questi fiori

e veloce passa il pensiero;

ti risento nel petalo timido d'inverno nel sole opacoe distante.

A KURT BRUHN Alberto La Prova

La poesia è dedicata a Kurt Bruhn, ebreoomosessuale internato ad Auschwitz (il ti-tolo del pezzo riporta il numero di matri-cola che gli fu assegnato nel campo diconcentramento). Un accenno delicato quello di La Prova,che esorcizza il dramma dell'olocaustonella rapida ed intensa immagine di unaterra che dona "cenere". Soltanto in questa parola viene evocata laviolenza, una violenza che, tuttavia segnail momento culminante dell'annullamentoche precede la rinascita. E' la cenere stes-sa infatti che nutre quella natura in cui ilpoeta riesce a far rivivere,il ricordo diBruhn.

M.M.

POL 23520 KLAUSCHWITZ

VERSI inVERSI

TTRRAA UUNN’’EEDDIIZZIIOONNEE EE LL’’AALLTTRRAA SSEEGGUUIICCII SSUUWWWWWW..GGEENNTTEE-CCOOMMUUNNEE..IITT

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Extras - Di tutto di più 23

Curarsi con l'Arte... L’OTTOVOLANTERubrica "sui generis" di letteratura, a cura di Franco Malandruccolo

Torna lo scrittore di "Come Dio comanda" con un nuovo romanzo e stupisce con unastoria vecchiostile. Niccolò Ammaniti ritorna, dopo una pausa di tre anni, e lo fa ingran stile. Abbandona il filone più realistico della sua scrittura per ritornare sullascia surreale dei suoi primi romanzi.Saverio detto Mantos è a capo di una setta satanica di Oriolo Romano sull'orlo delfallimento. Con gli altri tre membri - i Cavalieri dell'Apocalisse - progetta il grandesacrificio di cui parlerà tutta Italia. Fabrizio Ciba è l'eterna giovane promessa (anche se trentenne) della letteratura ita-liana. Non scrive più una riga da anni, ma continua ad essere sulla cresta dell'onda.Si mostra al suo pubblico di lettori come il prototipo dello scrittore maledetto, ma,in realtà vive una vita squallida. Si ritroveranno entrambi al party più esclusivo dell'anno a Roma nell'ex parco comu-nale di Villa Ada, comprato da Sasà Chiatti; un imprenditore edile proveniente daambienti poco onesti. Sono lì con fini diversi ma entrambi verranno coinvolti in unasorta di apocalisse scatenata da uomini dalle fattezze mostruose. Che la festa cominci è una critica alla società dello spettacolo, è uno sguardo allamediocrità di alcune vite di provincia. Tutto inizia con il realismo delle vite dei pro-tagonisti fatte di frustrazioni, matrimoni falliti, romanzi che non si riescono a scri-vere, mobilifici in crisi. Questo realismo, fa spazio, nella parte finale all'immaginazione. È un' immaginazio-ne che ritroviamo, ad esempio, nella sua prima pubblicazione Branchie: un misto dinoir e horror, e che è diventata, negli anni la caratteristica principale di Ammaniti

CHE LA FESTA COMINCI (Einaudi collana stile libero big)

Una grandissima risorsa nel lavoro psico-educativo o riabilitativo, nei percorsi tera-peutici o formativi sia per gli utenti cheper gli operatori, è costituito sicuramentedall'Arteterapia.In quest'ambito la parola arte va intesacome potenzialità che ognuno ha di elabo-rare artisticamente il proprio vissuto e ditrasmetterlo creativamente ad altri perfacilitare uno stato di benessere, dove"essere" significa stare, esistere e quindi"stare bene", contrapposto a malessere,"esistere male, faticosamente, con insod-disfazione". Sarebbe riduttivo dire che laqualità della vita dipende unicamente dalmodo di porsi.Ma è comunque nello spazio tra il malesse-re ed il benessere che è possibile lavorarecon l'arte, per ridurre il disagio e facili-tare l'emergere della creatività, sceglien-do tecniche che potenzino gli aspetticaratteriali positivi ed offrendo un conte-nitore emotivo e degli strumenti idonei nelcaso si manifestino tensione, dolore, pas-sività, disorientamento.Lavorare in quest'ottica, anche senza esse-re arteterapeuta, vuol dire essere fiduciosinelle capacità degli individui: valorizzandole parti positive si possono attuare evolu-zioni e cambiamenti più facilmente e sta-bilmente, che andando a "rimuovere leparti ritenute insoddisfacenti e oscure". Del resto in tutta la storia dell'uomo le e-spressioni artistiche hanno sempre avuto,oltre alla valenza estetica, un importantis-simo significato terapeutico, si pensi soloal valore catartico del teatro, alla poten-zialità "unificatrici" della musica, all'im-menso valore delle arti visive, della poesia.Dopo un lutto, una separazione o quandosi devono affrontare scelte difficili, sonotante le situazioni nelle quali si sente il bi-sogno di "rimettere insieme i pezzi" dellapropria vita o di "ricomporre i cocci" dopoesperienze laceranti. Per farlo c'è una tec-nica che, proprio perché rappresenta unametafora di questo percorso, può aiutare afare il "patchwork" giusto di interessi,emozioni, valori. Questa tecnica si defini-sce Psico-collage ed impararla è davverofacile, sebbene per parlare propriamente diarteterapia occorra un professionista spe-cificatamente preparato e il setting (con-testo) adeguato. La parola "collage" vienedal francese e significa letteralmente "in-collare", così oggi si definisce con questo

termine qualsiasi manufatto realizzatoincollando sulla superficie uno strato, ov-vero un'opera ottenuta attaccando insiemeelementi, anche diversi, come carta digiornale, carta da parati, illustrazioni,stoffa su una superficie piatta. Il collagepsicologico è caratterizzato dal fatto che,pur restando invariata la tecnica, sono i"ritagli" o inserti scelti ed il loro modo dicombinarli ad avere un valore speciale,proprio perché si tratta di "immagini" checi riguardano da vicino, che in qualchemodo parlano di noi. Il foglio bianco di-venta lo schermo su cui proiettare i nostrifantasmi, le nostre paure, i nostri ricordi,una sorta di filo d'Arianna; esso ci permet-te di mettere in scena la nostra fiaba inte-riore accedendo al nostro immaginariolasciando tuttavia intatte le nostre difese. In arteterapia il Collage è una grossa ma-schera che rispetta molto le difese di chilo fa: attraverso una immagine ci si puònascondere e permettere che essa parli innostra vece. In più è un ottimo mezzo perabbassare il critico interiore, colui chemina continuamente la fiducia in noi stes-si non necessitando di alcuna particolarecompetenza artistica.Dal punto di vista strettamente psicologi-co, inoltre, attraverso le varie fasi: la scel-ta dell'immagine, la de-struttrazione (ta-glio o strappo della figura) e la ri-configu-razione dello scenario (che fino all'incol-laggio può essere riposizionato all'infini-to), permette di sperimentare , ri-creare eri-organizzare nuove e diverse ambienta-zioni come possibili metafore di situazionedi vita. "Un'unica tonalità non è che uncolore; due tonalità sono un accordo, sonovita. Bisogna saper salvaguardare la fre-schezza con la quale un bambino esplora lecose, bisogna proteggere questa innocen-za. Per tutta la vita uno deve essere fan-ciullo e al tempo stesso uomo che ricava lasua energia dalle cose" (Henri Matisse).Con la speranza che nelle vostre vite ci siasempre un po' di spazio e di tempo perl'Arte, vi saluto e aspetto vostre richiesteper i prossimi numeri della rubrica.

Rubrica di psicologia e benesserepersonale a cura della

D.ssa Chiara Camperi - [email protected]

The English Corner

Rubrica a cura di Daniela Pagliaroli

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