EKECHEIRIA n. 4

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Ekecheiria organo d’informazione dell’Associazione Culturale Librerie Storiche e Antiquarie d’Italia a diffusione gratuita - Registrazione Tribunale di Milano n. 9098 del 31/3/2008 Direttore: Emanuele Lazzati, Assistente: Drina Xhoga - Progetto grafico: Donatella Bertoletti - Sede: Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano - e.mail: [email protected] www.libreriestoriche.it - CALS centro acquisti librerie storiche: cell. 339 6859871 - 345 2886546 copia gratuita Associazione Culturale Librerie Storiche e antiquarie d’Italia FONDATA a milano NEL 2004 Ekecheiria Anno V - Numero 4 - 2012 ˛ PERIODICO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE Franco Zazzeri, Classico dei tre caratteri , 2012, bronzo, cm 64 x 47, Libreria Bocca Editore (scheda libro a pag. 3)

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Attualmente, dopo ventuno anni di attività e una collaborazione settennale di Antonio D'Amico, Arte Incontro lascia il posto a EKECHEIRIA, organo di informazione dell'Associzione Culturale delle Librerie Storiche ed Antiquarie d'Italia. L'Associazione è stata fondata a Milano il 19 marzo 2004, in Galleria Vittorio Emanuele II, leggendario edificio costruito nel 1867, su progetto di Giuseppe Mengoni, ultimato dieci anni dopo, con l'innalzamento dell'arco sulla piazza del Duomo, primo esempio in Europa di Centro Commerciale. Scopo dell'associazione è individuare le librerie con almeno 50 anni di vita che abbiano valore storico, artistico, ambientale o che costituiscano testimonianza storica, culturale e tradizionale, tutelarle e promuoverne la salvaguardia e la valorizzazione, in quanto un patrimonio della collettività

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Ekecheiria organo d’informazione dell’Associazione Culturale Librerie Storiche e Antiquarie d’Italia a diffusione gratuita - Registrazione Tribunale di Milano n. 9098 del 31/3/2008Direttore: Emanuele Lazzati, Assistente: Drina Xhoga - Progetto grafico: Donatella Bertoletti - Sede: Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano - e.mail: [email protected] - CALS centro acquisti librerie storiche: cell. 339 6859871 - 345 2886546 copia gratuita

Associazione CulturaleLibrerie Storiche e antiquarie d’Italia

FONDATA a milano NEL 2004

E k e c h e i r i a Anno V - Numero 4 - 2012

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P E R I O D I C O D I I N F O R M A Z I O N E D E L L’ A S S O C I A Z I O N E

Franco Zazzeri, Classico dei tre caratter i , 2012, bronzo, cm 64 x 47, Libreria Bocca Editore(scheda libro a pag. 3)

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Il libro più conosciuto e forse più stu-diato in Cina dalla metà del XIII seco-lo fino agli anni Cinquanta del Nove-cento, il San Zi Jing viene pubblicato in Italia nel 1993 dalla storica Libreria Bocca che ne affida la cura ad Edoardo Fazzioli e a sua moglie Eileen Chen Mei Ling.Quello che fu un progetto editoriale, nato dal viaggio in Cina di Donatella Bertoletti nel 1987, si completa oggi, nel dicembre del 2012, dopo quasi un ventennio di gestazione che ha visto in successione: l’uscita dell’editio princeps nella collana Introvabili, rari e splendi-di volumi in carta Incunable, rilegati in copertine dipinte da vari famosi e pro-mettenti artisti: l’edizione economica, nel 1999, per i tipi della Vita Felice di Gerardo Mastrullo e l’edizione per super bibliofili realizzata in collabora-zione con le edizioni Pulcinoelefante di Alberto Casiraghi e gli artisti soste-nitori della storica libreria che hanno illustrato le novanta rime del testo, edizione iniziata nel 2000 e conclusa

nel 2009.La copertina della presente edizione è una scultura in bronzo dello scultore di fama europea, Franco Zazzeri.Le rime sono state illustrate dagli arti-sti: Lucia Abbasciano, Alvaro, Vitaliano Angelini, Agostino Arrivabene, Ora-zio Bacci, Giuseppe Becca, Gabriella Benedini, Ennio Bencini, Gianni Bolis, Fernanda Borio, Adalberto Borioli, Marianna Bussola, Mauro Cappelletti, Davide Casari, Fred Charap, Franco Colnaghi, Alfredo Colombo, Angela Colombo, Lamberto Correggiati, Do-menico D’Oora, Luca Dalmazio, Sergio Dangelo, Angelo Davoli, Sandro De Alexandris, Mario De Biasi, Nico De Sanctis, Luce Delhove, Lucio Del Pez-zo, Enrico Della Torre, Pietro Diana, Alessandro Docci, Fausta Dossi, Rafael Espada, Fernanda Fedi, Rosanna Fori-no, Carlo Franciskelli, Samuel Gabai, Gino Gini, Michela Grienti, Ho-Kan, Paolo Iacchetti, Giancarlo Ianuario, Mojmir Jezek, Roberto Kusterle, Licia Mantovani, Alberto Mari, Mirella Mari-

ni, Adelio Maronati, Max Marra, Shue Matsuiama, Maurizio Mazzoleni, Milena Milani, Albano Morandi, Guido Moret-ti, Marco Mucha, Ugo Nespolo, Filippo Noto Campanella, Giacomo Nuzzo, Claudio Olivieri, Roberto Origgi, Aldo Pancheri, Laura Panno, Clemen Par-rocchetti, Leonardo Pecoraro, Pietro Pedeferri, Gigi Pedroli, Guido Peruz, Lorenzo Piemonti, Ercole Pignatelli, Francesco Pignatelli, Roberto Plevano, Tiziana Priori, Mario Raciti, Luciano Ragozzino, Roberto Rampinelli, Karl-Heinz Reister, Brunella Rossi, Claudio Rotta Loria, Clemen Ruben Behr, Jean-nette Rutsche, Roberto Sanesi, Giulio Santabarbara, Marina Sasso, Alessan-dro Savelli, Paolo Scirpa, Elia Secci, Margherita Serra, Vito Sersale, Stefano Soddu, Valdi Spagnulo, Franco Spazzi, Luiso Sturla, Franco Tarantino, Tony Tedesco, Togo, Alessandro Traina, Va-lentino Vago, Walter Valentini, Eltjon Valle, Armanda Verderame, Luca Ver-nizzi, Giorgio Vicentini, Renato Volpini e Koji Yamamoto.

ClassiCo dei tre Caratteri

Jeannette Rutsche

Laura Panno Luiso Sturla Lucio Del Pezzo Koji Yamamoto Ugo Nespolo

Marina Sasso

Shue Matsuiama

Valentino VagoJezek Mojimir Franco Zazzeri

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FONDATA a milano NEL 2004

E k e c h e i r i a Anno V - Numero 4 - 2012

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P E R I O D I C O D I I N F O R M A Z I O N E D E L L’ A S S O C I A Z I O N E

Franco Zazzeri, Classico dei tre caratter i , 2012, bronzo, cm 64 x 47, Libreria Bocca Editore(scheda libro a pag. 31)

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Ampie vetrate ad arco mi accolgono nel-la luminosa sala espositiva della Galleria del Milione, in via Maroncelli, al 7. Grazia-no Ghiringhelli mi riceve nel suo studio milanese e con affabile semplicità mi par-tecipa una testimonianza, viva, degli anni che videro la tragedia dei bombardamen-ti, la fervida rinascita del dopoguerra ed il rinnovamento culturale operato dagli artisti che gravitavano intorno alla Galle-ria, destinati ad acquisire nel tempo fama internazionale: a questo proposito è suffi-ciente citare la profonda amicizia che legò Gino Ghiringhelli a Giorgio Morandi. Il mio interlocutore, nel suo discorre-re, rivela una grande ammirazione e un profondo affetto per gli zii, in particolare, per lo zio Gino, accanto al quale si formò professionalmente come gallerista. I ri-cordi affiorano fluenti, arricchiti da gustosi aneddoti. I protagonisti dell’arte del No-vecento, diventati dei miti nell’immagina-rio collettivo, riprendono la loro dimen-sione umana, la loro fragilità esistenziale provata da lotte e scoramenti. La Galleria fu fondata, nel 1930, dai fratelli Ghiringhelli insieme ad Edoardo Persico, prelevando da Pier Maria Bardi, che si trasferiva a Roma, lo spazio situato in via Brera al 21, di fronte alla Pinacoteca. “Dal-le vetrate si poteva vedere il Napoleone del Canova al centro del cortile”. Fu denominata Il Milione, dal libro di Mar-co Polo, per indicare lo spirito di ricerca e di esplorazione che l’animava. “Lo zio Gino, egli stesso artista, svolgeva il compito di direttore artistico, lo zio Peppi-no s’interessava anche dell’editoria d’arte, mio padre Livio era impegnato nell’ammi-nistrazione. Accanto a Gino partecipò atti-vamente anche la moglie Maria Cernuschi. Il programma artistico a cui avevano dato vita era molto aperto: promuoveva artisti sia astratti che figurativi. Erano presenti in Galleria Sironi, Morandi, De Chirico, De Pisis, Rosai, Melotti, Fontana, Licini, il Gruppo degli astrattisti: Soldati, Rho, Reggiani, Radice, Bo-gliardi, Ghiringhelli, Veronesi. Furono allestite mostre con opere di artisti europei come Ernst, Legér, Seligmann, Vordemberge-Gil-dewart, Albers, Baumeister, Kandinskij”. Una documentazione di questi eventi è rintracciabile in “Quadrante” che Il Milio-ne pubblicò dal 1933, sotto la direzione di Bontempelli e Bardi, con l’appoggio di Terragni, Ghiringhelli, Radice e la parteci-pazione di Figini, Pollini al fianco di Birolli, Melotti e Fontana. Il giornalista, pittore

e teorico d’arte, Carlo Belli contribuiva, in prima linea, alla formulazione teorica dell’astrattismo pittorico e dell’architettu-ra razionale: il suo saggio “Kn”, edito, nel 1935, proprio dal Milione è definito da Kandinskij “l’évangile de l’art dit abstrait”. Viene stabilita una vasta rete di rapporti internazionali con la presentazione di in-terventi di Le Corbusier, Gropius, Breuer, Léger e contributi anche in campo let-terario e musicale. La rivista manifesta-va anche la volontà di un dialogo tra le tendenze artistiche milanesi e quelle ro-mane. Già nel 1932, inoltre, era iniziata la pubblicazione del “Bollettino del Milione” che, costituendo il catalogo delle mostre in Galleria, primo esempio nell’arte mo-derna, offriva anche molte notizie culturali con recensioni e note: “le Temperature”, raccolte dai fratelli Ghiringhelli, quali testi-monianze del clima artistico del momen-

to. Nello spazio libreria si potevano tro-vare riviste internazionali, come “Cercle et carré,” “Art concret” e “Abstraction- Création” e i numerosi volumi editi dalla Bauhaus. “Lo zio Gino portò, anche, in Italia, i dipinti di artisti italiani giacenti nei depositi Leonce Rosenberg, rivalutò i futuristi e Modigliani, importò i primi Matisse, Rouault e Wols. Poi i bombardamenti su Milano, provoca-rono, nel 1943, un incendio gravissimo che distrusse l’edificio: andarono perduti docu-menti, contratti, l’archivio con tutti gli articoli della stampa legati alla Galleria e agli artisti, libri, opere, tra le quali due acquarelli di Kan-diskij e una cartella con una trentina di lavori di Marino Marini …”. Fu nel dopoguerra che la Galleria del Milione, dopo i trasfe-rimenti in via Manzoni e in via S. Andrea con denominazione “Il Camino”, si stabi-lì in via Bigli. Nel 1949 Gino Ghiringhelli

Galleria ed ediZioNi del MilioNe

Graziano Ghiringhelli

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Enrica Bortolazzi, laureata al Dams di Bologna, giornalista e appassionata fotografa si occupa di eventi e manifestazioni fieristiche. Da oltre un decennio nella ristorazione, gestisce Castello Malvezzi e

Carlo Magno in Brescia. Con Il coraggio di Ippocrate e i precedenti progetti editoriali – Brescia con le Ali, Gente d’acqua, Asia anime nomadi e Cuore Divino – realizza raccolte di fondi per il sostegno dei bambini in difficoltà del popolo tibetano.

Giuliana zaGlio, attiva ed entusiasta promotrice di numerose iniziative a favore dei bisogni dei più deboli. Da sempre in prima linea, si dedica alla causa del Tibet e al sostegno dei piccoli profughi definendo

irrinunciabile l’impegno in progetti a scopo umanitario.

carla PErotti, laureata in filosofia, giornalista per anni alla “Gazzetta del Popolo”, scrittrice di numerosi libri tra i quali Amarsi e Guarire, Lungo le rive del tempo, Oltre i cinquanta, Nel giardino della

guarigione, Gli ideogrammi del benessere, Essereyoga, Asia anime nomadi, e molti altri ancora. Condivide da cinquant’anni l’esperienza dello Yoga. Allieva di George Dharmarama e poi di Jean Klein, nel 1958 ha fondato a Torino l’Associazione culturale Italo-Indiana. Vive a Torino

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propose la prima personale di Picasso in Italia: vennero esposti dieci quadri ad olio di grandi dimensioni, superavano il metro per lato. Seguirono mostre di Wols, Mor-lotti Birolli, Matta, Klein, Chagall, Ajmone, Chighine, Fasce, Carmassi, Guttuso, Mar-tini, Marini, Fontana, Manzù, Mirko, Min-guzzi, Milani, Fabbri, Tamayo e di molti altri eminenti artisti.

“Con grande successo si potenziò, dagli Anni Quaranta, anche l’editoria d’arte. Nacquero diverse collane di Arte moderna italiana e Arte moderna straniera che rappresentano i primi esempi di diffusione su larga scala delle opere delle Correnti artistiche dell’e-poca come dei singoli Maestri”. Questa passione per la divulgazione dell’arte è testimoniata da prestigiosi libri ora di cul-to. Basti, in proposito, ricordare il primo catalogo dell’opera di Modigliani curato da Ambrogio Ceroni del 1958 e la prima monografia, in assoluto, pubblicata su Si-roni del 1955, presentata da Agnoldome-nico Pica: “La copertina era blu notte con la firma dell’artista in alto su fondo chiaro. L’artista mi diceva: ‘Quando firmo, il primo puntino sulla i, lo faccio sempre più grande del secondo’. Ma per riconoscere un Sironi guardo ben altro.” Furono edite la Collana delle Cartoline dei dipinti di Brera, la Collana dei Fascicoli d’Arte, la Collana Teatro, la Collana del-le Monografie, la Collana della Giovane Pittura Italiana curata da Marco Valsecchi, la Collana Pittori Italiani Contemporanei, la Collana delle Grandi Raccolte d’Arte Contemporanea curata da Guido Pio-vene: famoso il volume della raccolta dell’avvocato bresciano Pietro Feroldi, del 1942, raccolta che verrà poi acquistata da Gianni Mattioli, negli Anni Cinquanta, tra-mite Gino Ghiringhelli. Negli Anni Settan-ta Peppino si ritira dall’attività editoriale dopo la testimonianza di una devozione appassionata alla pittura contemporanea, espressa con un impegno di eccezionale professionalità. Come non ricordare la pubblicazione sul movimento di Corrente di R. De Grada, 1952, sul Futurismo di R. Carrieri 1961, e nella serie 12 opere di… la monografia su M. Campigli di M. Raynal, 1948, su V. Guidi di A. Gatto, 1946, su A. Tosi di M. Valsecchi, 1953, su G. De Chirico di M. Bontempelli,1952, su M. Sironi di A. Pica,1952, su P. Marussing di R. Carrieri, 1947, su R. De Grada di F. Flora 1958, su A. Soffici di G. Papini, 1961. Come non ricordare i volumi su C. Carrà di G. Pac-chioni, 1959, su M. Marini, di U. Apollo-nio, 1960, su G. Manzù di C. L. Ragghianti, 1963. Uno splendido volume monografi-

co, presentato da Lamberto Vitali, fu de-dicato a Giorgio Morandi, nel 1964.Graziano Ghiringhelli ricorda molti episo-di legati all’assidua frequentazione dell’ar-tista bolognese. “Dipingeva non più di due ore al giorno, guardava molto i libri d’arte antica e più del testo lo interessavano le im-magini: ‘Lei Graziano guardi, guardi, guardi, osservi le cose, osservi tutto, osservi il pae-saggio ….Impari lei a guardare’ e mi con-fidava di aver notato come il colore verde avesse una gamma molto vasta di tonalità distinte. La pittura di Morandi è una pittura di riflessione, è una meditazione”. In merito alla sua monografia, rammenta: “Era come un’antologica ideata dall’artista stesso: lo zio Gino portava le fotografie dei dipinti. Ci si metteva nello studio e lui sceglieva: ‘Questo pubblichiamolo, questo no’…. Ho corretto le bozze. Allora, inoltre, si stam-pava in quadricromia e bisognava stare molto attenti ai risultati del colore. Io e lo zio andavamo alla tipografia Esperia a fare le necessarie correzioni. Il testo poi ha una lunga storia perché l’incarico di fare la pre-sentazione era stato affidato a Francesco Arcangeli ma, quando il critico consegnò il suo scritto, nacquero dei problemi. Morandi non era d’accordo riguardo a certe date e a quanto veniva affermato circa una sua pre-sunta crisi spirituale o di ricerca: ‘Non è vero, io non ero in crisi’. In realtà era quello un pe-riodo in cui non aveva i mezzi per procurarsi le tele e i colori. Poi altre cose …..”. Il lavo-ro, pur altamente poetico, venne rifiutato e rimase nel cassetto: Arcangeli ne soffrì moltissimo. Morandi chiamò a sostituirlo Lamberto Vitali. Sfogliando il volume, ogni pagina, ogni opera fa scattare ricordi improvvisi di grande intensità.“Lo zio Gino morì nel 1964, a due mesi dal-la scomparsa dell’amico di tutta una vita”. La Galleria proseguì nel suo impegno con

storiche mostre come quelle di Olivieri, Folon, Dorazio, Accardi, Salvo, Stefanoni, Léger, Bonnard, Gris, Dufy, Bacon, Klee, Feininger, 347 incisioni di Picasso. “Attual-mente Il Milione è diretto da Luca e Fran-cesca, miei figli, che continuano una vivace attività espositiva.”Peppino Ghiringhelli fu un antesignano delle pubblicazioni d’arte. Attuò un per-corso editoriale di grande qualità, antici-patore di quell’attenzione all’espressione artistica di respiro internazionale che si sarebbe sviluppata più avanti. Sostenne il fervore intellettuale e creativo del suo tempo con grande passione, competenza e capacità critica. Seppe coinvolgere poe-ti, letterati, critici di altissimo profilo diven-tando un riferimento prestigioso della cul-tura tra gli anni Trenta e gli anni Settanta e di questo fu perfettamente consapevole se scriveva, nel 1933, all’amico Belli: “Fac-ciamo della Storia e non della cronaca…”

Silvia Venuti

Archivio Galleria del Milione

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deGas, Capolavori dal Musée d’orsay

piCasso

A Torino fino al 27 gennaio 2013 DE-GAS - Capolavori dal Musée d’Orsay che ci raccontano di un impressionista au-tonomo ed indipendente. Basta confrontare la luce dei suoi in-terni (salvo le corse dei cavalli e qual-che paesaggio) con il colore e la luce naturale in esterno degli altri artisti (fu molto amico di Manet) che comunque frequenta ed insieme espone. Altro indice il taglio fotografico (come lui stesso definisce) della istantaneità, un fermo immagine su gesti comuni e correnti delle mani (molto studiate) di delicate ballerine, musicisti, stiratrici, donne che si lavano e vestono, tutti vi-sti da dietro le quinte con commossa attenzione ed insieme realismo, colti dal vivo. Opere che sembrano sguardi sul mon-do, reportage, illustrazioni.

Ipotecato da una malattia agli occhi, conseguita tardi, quando si arruola con-tro i Prussiani, diventerà quasi cieco, peggiorando il già rude carattere: inten-sifica l’uso del pastello e modella cera e terracotta per sculture che lui stesso definisce non avere l’impressione della finitezza. Cavalli e ballerine sono sempre colti nell’attimo di un movimento, profonda-mente studiato, con molta dinamica e riproducendone le muscolature.Oltremodo suggestiva la stanza dedi-cata alla ‘Ballerina di 14 anni’, 1879-81, vestita con tutù in tulle, nastro in satin fra i capelli, corpetto e scarpette in raso (unica scultura da lui esposta).L’opera tarda, che certa critica dice farsi più ossessiva, è esposta in altra monu-mentale mostra a Basilea, alla Fondazio-ne Beyeler, bene illuminata dalla archi-

tettura di Renzo Piano, il tetto bascu-lante insegue il sole e la luce.Non si dimentichi quanto fu ammirato da Matisse e Picasso.

Pietro Sergio Mauri

Il tepore della meraviglia e del buon umore riscaldano, cuore ed intellet-to, nel visitare PICASSO (in mostra a Palazzo Reale di Milano fino al 6 gen-naio 2013): una enorme felicità cre-ativa, libera ed altrettanto ragionata. Uno storico ritorno, dopo l’espo-sizione di Guernica nel 1953 per speciale concessione del Maestro ed oggi visibile, virtualmente, nella stessa Sala delle Cariatidi: restaurato simbolo della tragedia della Guerra.

Merita ricordare che Guernica è la città basca distrutta nel 1937 dalla Guerra Civile Spagnola, dalle bom-be tedesche in supporto al Gene-rale Franco e che Picasso dipinse lo stesso anno, in occasione della Fiera Internazionale di Parigi, dove viveva.

Che dire del talentuoso (fin da giova-nissimo) Artista? C’è poco da aggiun-gere al molto tanto detto e scritto se non le forti emozioni e reazioni che in noi sempre suscita come fossero novità, facendoci intuire quanto la sua ispirazione nasca dalla sua stes-sa vita, dalle persone, animali e cose che incontra e che subito trasfigura ed interpreta, con rapido tratto. L’in-

vito è di gustare, senza preconcet-ti, queste opere come fette di una torta ricca di ingredienti: possono sconcertare, ma affascinano per il vortice di inventiva, intuizione, inter-pretazione del suo quotidiano e dei fatti del mondo che gli succedono attorno, tutto capovolgendo in una visione dinamica e globale, sulla qua-le possiamo provare a sovrapporre il nostro quotidiano e le nostre reazio-ni emotive: ci educheremo e capire-mo molto anche di noi.

La sua vita è una scala, fatta di pe-riodi con prospettive e colori diversi: blu, rosa, cubista, surrealista, realista. Insomma visioni classiche, moder-ne, neoclassiche e, comunque, non astratte e con una continua riflessio-ne sulla propria identità.Protagonista sempre, nella vita e nelle diverse tecniche espressive (pittura, scultura, disegno, incisione, ceramica). Geniale Emblema del secolo XX: amò il cinema al suo nascere. Se avesse potuto riflettere sugli sviluppi di Internet, chissà come e se si sa-rebbe evoluta anche la sua arte. Solo lui potrebbe rispondere.

Il suo occhio ‘allotropico’ diversifica ‘le forme che trova’ in mille scompo-sizioni, soprattutto psicologiche (in particolare nei ritratti) ed è insieme attore e regista, infatti, chi incontra, come tutto ciò che vede, diventano suo cibo e bevanda, sua esperienza che l’artista gode con libertà, abilità, ironia e parodia.

”Tutto e tutti, me compreso, sacrifi-co alla pittura”!

Pietro Sergio Mauri

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Cosa ci si può aspettare da un pittore che si serve di preparazioni scelleratis-sime e di colori molto oliosi? E che di-pinge spesso alla prima? Tutto il meglio possibile, perché il pittore in questione è Francesco Guardi, e perché – nono-stante gli azzardi citati – se la pittura di Canaletto appaga, quella di Guardi sedu-ce. Questa ci sembra essere la chiave di lettura della mostra che, al Museo Cor-

rer, celebra l’artista (trentino per origi-ne familiare, veneziano per nascita), una mostra frutto di un grande lavoro tutto “interno” alla Fondazione Musei Civici di Venezia, nella sua genesi come nella sua preparazione e realizzazione, così come per la ricerca scientifica della curatela di Filippo Pedrocco e Alberto Craievich e la impeccabile direzione scientifica del direttore Gabriella Belli. E ciò è giusto

motivo di orgoglio. Ma pure c’è da essere fieri del fatto, che delle 140 opere in mostra, una trentina sono di proprietà delle collezioni MUVE: Ca’ Rezzo-nico – Museo del Settecento nonché Il Gabinetto di Disegni e Stampe del Museo Correr. E, da ultimo, anche che pezzi im-portanti siano stati prestati da istituzioni museali e collezioni di alto prestigio. La scientificità della mostra poggia inoltre su una cristallina organizzazione per sezioni: Guardi pittore di

storia; Le prime vedute; Paesaggi e Ca-pricci; Feste e Cerimonie; L’ultimo Guar-di. Ben 16 sono le opere esposte in Italia per la prima volta. Altissima è la qualità di alcune vedute in collezione privata o di opere quali Il molo e la riva degli schia-voni dal bacino di San Marco, dal MET di New York, oppure di una tela intitolata Paesaggio di fantasia con tenda di pesca-tori (Coll.Varez Fisa). Di una qualità rara sono certi capricci (Paesaggio di fantasia con grandi alberi e un lago, Ermitage) ma specialmente i disegni, la maggior parte proveniente dalle collezioni veneziane. Una pittura, quella di Francesco Guar-di, che dunque è seducente per morbi-dezza di stesura e per modulazione di cromatismi, capace di ridarci la vivacità dell’attimo vissuto e la magnificenza del-la pietra architettonica, e testimonia una grandezza professionale a lungo immeri-tatamente misconosciuta.Fino al 6 gennaio 2013; www.mostraguardi.it

Paola Rapelli

“Ci sono date che partono da una cit-tà e arrivano al mondo. Nel 313 Milano proclama “ai Cristiani e a tutti gli uomini la libertà, di seguire la religione che cia-scuno crede […]”. La nostra Città, capi-tale di un Impero al suo crepuscolo, il-luminava il mondo con un fondamento di modernità. Palazzo Reale ricrea, 1700 anni dopo, il contesto in cui ebbe vita la forza profetica di quell’evento […]”. Con queste parole il sindaco Pisapia presenta une delle mostre più importanti da molto tempo organizzate a Milano, importante per tematica, scientificità, varietà e qualità dei materiali esposti. Per l’assessore Boe-ri “questa mostra rivela come Milano sia stata, oltre che capitale politica e ammini-strativa di un impero, anche un riferimen-to etico e culturale. Milano, in quel preciso momento storico, ha saputo mostrare al mondo la propria profonda civiltà attraverso l’apertura ad ogni espressione di fede e di tolleranza religiosa in un tempo in cui barbarie e tolleranza parevano regnare più sovra-ne dell’autorità imperiale”. Il percorso di

questa esposizione si articola in sei sezio-ni che approfondiscono con più di 200 preziosi oggetti (d’archeologia e d’arte) tematiche storiche, artistiche, politiche e religiose strettamente connesse tra loro: dalla Milano sede imperiale, alla conver-sione di Costantino, ai simboli cristiani del suo trionfo, dai culti pagani, alla nuo-va religione che informa di sé un mondo nuovo, alla continuità iconografica della figura dell’imperatore cristiano. La mostra è tutta milanese nella concezione e nella realizzazione: si deve infatti alla compe-tenza di Gemma Sena Chiesa e di Paolo Biscottini, direttore del Museo Diocesa-no, e conta sulla collaborazione di alcune prestigiose istituzioni museali italiane e straniere, grazie a prestiti pregevolissimi.La Fondazione Bracco (uno degli spon-sor) si è poi occupata di una iniziativa che si innesta nel progetto culturale della mo-stra, sviluppando un tema presentato nel-la sala dedicata ai personaggi della corte imperiale: ha reso possibile la pubblicazio-ne di Elena. All’ombra del potere, biografia illustrata (Electa, serie Pesci Rossi) che

svela i segreti di una donna “augusta” che non amava il potere ma si è dimostrata, a suo modo, potentissima. Tra le attività in occasione delle celebrazioni per l’anno 313 segnaliamo un percorso museale or-ganizzato dal Civico Museo Archeologico di Milano nella cripta cinquecentesca della chiesa di S. Maurizio: “Da Gerusalemme a Milano. Imperatori, filosofi e dei alle origini del Cristianesimo”. Catalogo Electa

Paola Rapelli

Guardi ovvero la seduzione del colore vellutato

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La nostra libreria nasce nell’aprile 1926 col nome Libreria Nironi e Prandi in Via Cavallotti (l’attuale via Crispi) con Arturo Nironi al reparto cancelleria e Giacomo Prandi a curare il settore li-bri. Il primo Catalogo di “libri antichi e moderni” a cura di un giovane Dino Prandi (1915-2004) è dell’aprile 1937 e, in breve tempo, il reparto d’antiqua-riato acquista sempre più importanza e una certa fama nell’ambiente culturale italiano. Nel 1947 Dino Prandi è tra i fondatori del Circolo dei Librai Anti-quari Italiani (diventato successivamen-te A.L.A.I. Associazione Librai Antiquari Italiani) che comprendeva le venti tra le più importanti librerie antiquarie dell’e-poca. Nel dicembre del 1953 appare il primo

Catalogo con cento acque-forti italiane dell’800, come supplemento al catalogo di libri n. 70. È il nostro primo Catalogo di grafica, cui seguiranno an-nualmente altri, fino a giunge-re al dicembre 1961, quando la pubblicazione avrà circa la forma attuale: un Catalogo annuale di grafica d’Arte af-fiancato da un altro dedicato per lo più a “libri illustrati da Artisti moderni italiani e stra-nieri”. Dall’Ottobre 1967 la libreria si è trasfe-rita nell’attuale sede di viale Timavo 75 con la denominazione di Libreria Anti-quaria Prandi.

Oggi abbiamo superato il traguardo di oltre cinquanta cataloghi di grafica pub-blicati, senza contare gli innumerevoli relativi ai libri e quelli dedicati a mostre collettive o d’artisti singoli.

praNdi

GrüNewaldPur trattandosi di uno dei massimi artisti di ogni tempo, il tedesco Mathis Nithart Gothardt, universalmente conosciuto come Grünewald (un soprannome che compare però solo nel Seicento), non gode della fama universale del suo con-temporaneo Albrecht Dürer.Eppure le sue opere, di una religiosità intensa e violentissima, caratterizzate da una tensione espressiva e da una ric-chezza coloristica quasi insostenibili, han-no attirato l’attenzione di artisti, scrittori e musicisti, a partire dalla sua “riscoper-ta” avvenuta nel XIX secolo: da Joris-Karl Huysmans a Max Beckmann, da Paul Hindemith a Giovanni Testori.

Ma il lettore italiano che oggi voglia ap-profondire le conoscenze su di lui si tro-va alquanto in difficoltà: non esiste una monografia completa su di lui, facilmente reperibile, in lingua italiana. Questo volume, scritto da alcuni tra i principali esperti francesi dell’artista, si propone di colmare questa lacuna, gra-zie a testi eruditissimi ma brillanti, ad ap-profondite analisi tecniche che conduco-no il lettore a seguire l’opera nelle sue fasi esecutive e nei suoi restauri storici, grazie anche a un apparato illustrativo di una ricchezza per Grünewald non si era mai vista. Una mancanza colmata da un libro che

sarà apprezzato dagli appassionati per le sue qualità editoriali e rappresenterà un punto di riferimento per gli studi futuri.

A cura della redazione

aNdrea sCaCCiatiQuesta pubblicazione monografica, frutto di lunghi anni di ricerca, mette a fuoco per la prima volta la persona-lità artistica di Andrea Scacciati (1644-1710), figura di punta insieme a Bar-tolomeo Bimbi della pittura di natura morta a Firenze in età tardo barocca. Molto amato dai Medici e dalle più note famiglie patrizie toscane, lo Scac-ciati fu autore di opere di altissima qualità stilistica, dedicate in preva-

lenza a composizioni floreali, defini-te con sapiente perizia pittorica ed esaltate da esclusivi effetti cromatici. Comprensivo di accurati saggi intro-duttivi, corredati da un ampio campio-nario di immagini di confronto, il volu-me esamina dettagliatamente il profilo biografico e il vasto catalogo dell’arti-sta, costituito da quasi 120 dipinti, 55 dei quali riprodotti in tavole a colori.

A cura della redazione

pittore di fiori, frutta e animali a Firenze in età tardo barocca

da sinistra: Andrea, Paolo, Laura Prandi

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sussurri dall’aBissoSi usa uno specchio per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare

la propria anima

George Bernard Shaw

L’indagine sull’uomo, nella sua mille-naria varietà di espressioni di ingegno, è in fondo, per l’artista, un fertile e tormentato racconto di se stesso.È il caso anche di Pier Toffoletti, pit-tore affermato la cui formazione ha avuto un percorso intenso, dapprima affrontando deserti interiori, attratto da spiritualità orientali, sperimentan-do vertigini di meditazione non meno avventurose del calarsi, come predili-ge, in grotte inesplorate o in fondali marini, nell’impervio cammino verso un Essere Assoluto, alla ricerca di una via che porti alla serenità del distacco, alla Conoscenza Suprema; concentran-do in seguito la sua attenzione sulla Natura, curioso delle sue infinite ma-nifestazioni, desideroso di immerger-sene, di averne un più diretto contat-to fisico, tastando e osservando con interesse terre, acque, rocce ai quat-tro angoli del mondo da cui caverà idee e materiali per le sue creazioni, riuscendo a stabilire un legame che, oltre che fonte di energia e di ispira-zione, sarà un suo segreto di intimo equilibrio, sperimentando sensazioni forti come accadde nell’attraversa-mento di una foresta nicaraguen-se in cui gli parve di avvertirsi parte integrante di un Tutto, infinitesimale essenza di una universale armonia, li-bero dal timore di ferirsi o di morire benché attorniato da ogni tipo di in-sidie, con un senso di serenità piena e profonda, di sintonia perfetta con quello che chiamiamo Natura o Dio, quel Dio che ci fa accettare e perfino apprezzare la vita. Percezione presto svanita al suo rientro nella “civiltà avanzata”, tecnocratica e ossessiva, prodiga di angosce, dalle quali Pier ha imparato saggiamente a prendere le distanze.Personalità sensibile ed eclettica, lunghe chiome dorate, sembianze da arcan-gelo annunciatore, Toffoletti nella sua pittura ha ugualmente inteso indagare, sperimentando le tecniche e i gene-ri più vari fino a lambire l’informale, baratro confusionale per chi guarda,

dal quale ha saputo intelligentemen-te riemergere, per trasferire nelle sue opere quella forza primigenia della Natura che tutto tiene, genera e in-cessantemente rigenera, nel desiderio di meglio definire quegli incerti con-torni di un’anima che il buio viscera-le della terra o il compatto silenzio del mare profondo sanno talvolta suggerire con illuminanti sussurri, più nitidamente di qualsiasi abbacinante solarità.Toffoletti realizza soggetti di classica perfezione formale, permeati da una vena lirica intimamente malinconica: avvenenze di volti, movenze di danza, espressività di mani, sinuosità di corpi nel rigore di un’intramontabile tradi-zione di armonia e di proporzioni che vizi e follia del nostro tempo finisco-no tuttavia per contaminare. Nel suo recente ciclo definito noir per l’incupire dei fondi, la deliberata tra-scuratezza delle colature, la prevalen-za di tonalità fuligginose, l’apparire di macchie e di striature sui corpi – come di minatori insudiciati o di infetti da contagi deturpanti – sui quali lascia in-combere un’onda d’ombra che intacca i profili del reale e annuncia l’immise-rimento della carne, Pier Toffoletti ci racconta l’assurdo martirio della pelle. Nella sua predilezione per la figura femminile, centralità estetica e mito iconografico per eccellenza - di cui la preziosa compagna Manuela è mo-dello e nesso ideale – Pier si sofferma a riflettere su le sevizie e le efferate

mutazioni che oggi le donne, ma an-che l’altro sesso, infliggono alla propria epidermide, divenuta “schermo” su cui tracciare simboli e marchiature come inequivocabili messaggi.“Il corpo, tempio dell’anima – osserva Pier – è divenuto proiezione di males-seri, oggetto di manipolazioni chirurgi-che, trafitture, tatuaggi, scarificazioni”, per attrarre attenzione in un processo di esteriorizzazione il cui imperativo è l’apparire.Così Toffoletti, saturo di corpi pro-fanati, ha inteso trasmettere un mes-saggio di disagio, “infierendo” sui nudi, negandone l’integrità, imbrat-tandoli di tonalità innaturali e bitumi-nose, non sapendo tuttavia rinunciare ad immettere in quei corpi e in quei volti, pur divenuti assillo tedioso, quel suo tocco di magnetismo sensuale, quell’impulsiva carica estetica che li trasforma in fatti pittorici di valore compiuto. Ogni giorno l’uomo accetta il suo ignoto destino, come se non sapes-se ciò che sa e senza riflettere su ciò che l’aspetta, confuso in quella fiuma-na che incede lasciando dietro di sé un’impercettibile scia di dimenticanza e di cenere. Resiste il canto dell’arte, dimostrazione di meraviglia creativa nel perseguimento di un consolante ideale di bellezza, per offrirci, come riscatto dal niente del vivere, un sia pur momentaneo risarcimento di fe-licità.

Giovanni Serafini

Pier Toffoletti, Archetipo cm. 50x80

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Arser Edizionisede e mostra permanente: 25060 Cellatica BS (Italy) - via Badia n. 74telefono: + 39 030 312720 - Cell. 333 1817728www.arseredizioni.it • [email protected]

ARRIVANO DA BRESCIA I MULTIPLI IN BRONZO

I cataloghi della Arser Edizioni, si aprono nel 1974 con la serie "sole produttore", 6 rilievi in bronzo di oltre un metro e venti in dieci esemplari a firma di Giò Pomodoro presentati da Tommaso Trini e con due sculture di Carmelo Cappello presentate da Umbro Apollonio.Seguono poi altre collezioni prestigiose, tra cui figurano nomi autorevoli del panorama artistico italiano:un impegno di costante promozione e valorizzazione attraverso numerose partecipazioni a Fiere d'Arte in Italia e all'estero.

Walter Valentini

“Città del sole”cm. 17 x 4,5 x 20bronzo lucido e patinato, protetto da vernice trasparente150 esemplari (numerati e firmati)

“Tracce”cm. 6,5 x 18 x 4,5bronzo lucidato - 300 esemplari (numerati e firmati)

Walter Valentini

“Tavole”cm. 10 x 27 x 20bronzo lucido e argentato su base nera300 esemplari (numerati e firmati)

“Tracce piccole”cm. 5 x 12,5 x 3 - lega di stagno lucidato300 esemplari (numerati e firmati)

“Tracce grandi”cm. 8,5 x 14 x 3lega di stagno lucidato - 300 esemplari (numerati e firmati)

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Ciondolo “senza razza e nemmeno un colore definito”, Flush il cocker spa-niel della poetessa Elizabeth Barrett, “animoso, eppure assennato”, Karenin incarnazione dell’amore disinteressato: sono tutti cani resi indimenticabili dalla penna di Tolstoj, di Virginia Woolf, di Milan Kundera. A questi quadrupedi da romanzo si è aggiunto da poco il setter gordon di Franco Marcoaldi, protagoni-sta di Baldo. I cani ci guardano, pubbli-cato da Einaudi. A Baldo però è capita-to qualcosa di più: è diventato l’attore principale di un originale e inaspettato fotoromanzo. Lo ha infatti immortalato nelle sue prodezze canine un maestro della fotografia come Mario Dondero. E questi scatti in bianco e nero accom-pagnano brani tratti del libro di Marco-aldi in un volume stampato da Affinità Elettive, un nome perfetto, quello della casa editrice, per un racconto in cui le corrispondenze sono molte. Tra cani e umani, tra parola e imma-gine (Baldo. Un foto-romanzo, pagg. 71, euro15). Tanto che non sai bene se si-ano le foto a “illustrare” il testo o se, viceversa, questo sia una poetica dida-scalia di ciò che vedi.

Come Wassilij Grossman nel suo struggente racconto La strada riesce a farci vedere la brutalità del mondo e della guerra con gli occhi del mulo Giu, la coppia Marcoaldi-Dondero indi-ca, attraverso lo sguardo e la voce di Baldo che parla in prima persona, un nuovo punto di vista sullo stare al mon-do. “Ah cosa siete voi uomini! Tutto quel gran cervello per farvi del male da soli”, sospira il cane mentre passeg-gia solitario nel suo giardino. Oppure chiede, scodinzolando con la moglie Nina e il figlio Pozzo: “Vi par niente la nostra spensierata essenzialità che per voi umani resta un inarrivabile mirag-gio?“ Baldo, a differenza di Giu, è un animale fortunato: afferma di vivere in “una specie di regno di Bengodi” (e lo scatto di Dondero lo conferma), è li-bero di scorrazzare, ha la ciotola piena e, come dichiarato ufficialmente da una fotografia pubblicata proprio qui, può spaparanzarsi sul divano in barba a tut-te le teorie di presunti educatori di cani che considerano letti e poltrone luoghi proibiti. Eppure anche lui commuove. Quando lo vedi immerso nella natura, una macchia nera pensierosa che scruta

qualcosa lontano, come fosse davvero in ascolto dei segreti del mondo. D’al-tra parte, secondo John Berger, “i cani sono i naturali esperti di frontiera degli interstizi che si celano tra i diversi binari del visibile”. E poi, eccolo mentre guar-da il suo padrone. “Io mi specchio in Lui e Lui si specchia in me”, dice il testo. E la grande intuizione di Dondero è quel-la di fotografare soltanto uno dei due sguardi che si incrociano: quello di Bal-do. E lì trovi tutto. C’è la storia di una vita insieme, l’arricchimento e la felicità a cui va incontro l’ uomo che sa ricono-scere, rispettare e corrispondere quella che Borges ha chiamato “la misteriosa devozione dei cani”.

Lea Mattarella

Agli inizi del Cinquecento, tre maestri di scrittura italiani, Lu-dovico degli Arrighi da Vicenza, Giovanni Antonio Tagliente da Venezia e Giovanbattista Palati-no originario di Rossano Calabro, elaborano un tipo di scrittura detto “cancelleresca” che si dif-fuse rapidamente in quasi tutta l’Europa per le sue qualità di chia-rezza e di eleganza.Questa scrittura, successivamen-te rielaborata attraverso vari pas-saggi e adattamenti, ritornò in Ita-lia sotto il nome di “inglese” ed è ancora la scrittura che si insegna oggigiorno nelle scuole col nome di “corsivo”; ma la storia della calligrafia non si esaurisce sol-tanto nell’evoluzione di uno stile

di scrittura, è anche, se non so-prattutto, il dar voce e dignità di presenza storica a una realtà che ha coinvolto tutti fin dai banchi di scuola. Attraverso la narrazio-ne delle vicende dei protagonisti, delle lotte per la sopravvivenza e delle diatribe spesso aspre che animavano le loro coscienze si dà conto, con una vasta e originale documentazione, del cammino della calligrafia, fino al suo de-clino scolastico e al suo attuale riapparire, non solo sotto forma di semplice revival, ma di un’arte con una forte carica espressiva ancora tutta da esplorare e da scoprire.

Francesco Ascoli

Baldo un foto-romanzo

dalla CaNCelleresCa all’iNGleseL’avventura della calligrafia in Italia

dal Cinquecento ad oggi

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aGorÀ appello a tutti i liBrai iNdipeNdeNti d’italia

NOI LIBRAI INDIPENDENTI D’ITALIA appartenenti a qualsiasi gruppo o asso-ciazione che hanno creduto e credono in questo lavoro dobbiamo tutelarlo, dob-biamo difenderlo contro le speculazioni e i dettami economici dei GRANDI GRUPPI EDITORIALI E COMMERCIALI

da Paolo Deganutti ricevo e trasmettoRiunire tutti gli “indipendenti” del libro in unMOVIMENTO ANTIMONOPOLISTA trasversale, presentando subito esposti all’Antitrust italiano ed europeo.Cari colleghi e amici, sto seguendo con attenzione il dibattito che fate circolare via internet. Penso che dopo questa de-primente “Festa del Libro” siamo arrivati ad un punto in cui è possibile e necessario muoversi rapidamente per obiettivi con-creti e raggiungibili. La situazione è molto grave.La “Festa del Libro” con il suo ennesimo abusato sconto, come prevedibile, è stata in generale un grosso “flop” per le Librerie Indipendenti, che tra l’altro vi hanno ade-rito in piccolo numero, mentre ha fornito dei risultati, ma molto modesti, solo per le Catene e la GDO cui era in realtà rivol-ta e da cui era voluta. Sia l’AIE che l’ALI, che si è ridotta a fare la “foglia di fico” a questa iniziativa caratterizzata da molte discriminazioni nelle condizioni di fornitu-ra agli indipendenti, hanno dimostrato una rilevante crisi di rappresentanza con defe-zioni importanti sia di piccoli e medi editori sia della gran parte dei librai indipendenti (dal sito ufficiale della Festa risulterebbero aderenti solo 180 librerie indipendenti di cui solo una settantina dell’ALI, che ave-va inviato ripetute sollecitazioni, su 3.500 punti vendita di Catene e GDO coinvolti).Contemporaneamente stiamo assistendo, innescato dalla crisi, ad un crollo senza pre-cedenti del mercato del libro che eviden-zia come stia rapidamente implodendo la “bolla” fatta di prezzi gonfiati apposta per accedere ed essere scontati da Catene e GDO, di 60.000 novità di qualità sem-pre più bassa, fatte uscire soprattutto per rimpiazzare le rese e non per soddisfare i lettori, di promozioni e sconti a raffica che riducono i margini dei librai indipenden-ti senza che aumentino i lettori (che anzi sono calati; nel 2011 ben 700.000 lettori in meno secondo l’ISTAT!). È il fallimento della dominante e grossolana politica com-merciale basata sugli sconti, ma indifferente

Non è un gran momento per il mercato dei libri (cartacei) in Italia. E la colpa non è tanto della “svolta digitale”, che nel nostro Paese fatica a imporsi, quanto soprattutto della crisi economica generale che, stando ai dati dell’Aie, sta provocando “un rallen-tamento” anche nel mercato librario. Questa fase difficile coinvolge, ovviamente, le stesse librerie: sia le indipendenti sia le catene, mentre la grande distribuzione al momento sente più di tutti la crisi, dopo anni di crescita costante. È quindi inevitabi-le che si cerchino vie d’uscite: alle Librerie Feltrinelli, ad esempio, in queste settimane va di moda lo slogan “Chi ha detto che con la cultura non si mangia?”.Sì, perché le Librerie Feltrinelli hanno esor-dito nella ristorazione, grazie alla partership con Antica Focacceria San Francesco (atti-va a Palermo dal 1834, faro del movimen-to anti-pizzo), aprendo a Verona la prima sede che è allo stesso tempo anche bistrot.

Antonio Prudenzano

Alberto Galla, libraio di Vicenza, è stato nominato presidente dell’A.L.I., l’Associa-zione Librai Italiani aderente a Confcom-mercio-Imprese per l’Italia, per il quin-quennio 2012-2017 durante la 67ima Assemblea nazionale dell’Associazione.Il Consiglio Nazionale neo-eletto nel cor-so dei lavori assembleari ha affidato la guida dell’Associazione a Galla per la sua esperienza e competenza in previsione di tutte le sfide di fronte alle quali l’attuale mercato ha posto e porrà sempre di più le librerie indipendenti.“Ringrazio vivamente tutti i colleghi che mi hanno voluto dimostrare la loro sti-ma e considerazione - ha affermato Galla subito dopo la sua elezione - e mi im-pegnerò affinchè il nostro settore possa superare l’attuale fase di grave difficoltà continua a pag. 24

Agorà, in greco ἀγορά, da ἀγείρω che significa raccogliere, radunare, è il termine col quale nella Grecia antica si indicava la piazza principale della Polis.La nostra Polis è questo periodico Ekecheiria che esce quando gli sponsor ce lo con-cedono e il presidente della nostra associazione coi suoi collaboratori è in buona salute, elemento questo che, dati i tempi che stiamo vivendo, è il solo sul quale si possa contare.L'agorà è diventato il centro della Polis, in particolare dal punto di vista economico e commerciale, in quanto anche sede di mercato. Come dovrebbe accadere per noi librai storici. Era il luogo della democrazia per antonomasia, sede delle assemblee dei cittadini che vi si riunivano per discutere i problemi della comunità e decidere collegialmente sui comportamenti da tenersi, esattamente come dovrebbe essere per noi librai. La modernità ci offre i vantaggi di essere collegati e uniti anche a grandi distanze. Qui andranno discusse le nostre proposte per superare la crisi. Qui andranno inviate le vostre segnalazioni su quanto accade nel territorio dove esercitate la vostra professione. Uno spazio libero e gratuito a nostra disposizione.

dovuta alla crisi in atto, con particolare attenzione al rispetto della Legge Levi e ai processi innovativi”.

La produzione di novità editoriali è ec-cessiva rispetto alla domanda e gli editori dovrebbero adottare con le librerie il si-stema distributivo adottato per le edicole, distribuendo i libri nuovi in conto vendita, col pagamento del venduto dopo aver effettuato il reso dell’invenduto. Così si risparmierebbero i contenziosi sulle rese, sui costi di manipolazione e di trasporto, mentre gli anticipi di pagamento agli editori assomigliano sempre più ad una forma di finanziamento occulto all’editore.

Anna della Libreria Carù di Gallarate

Nel mondo, il consorzio di imprenditori di varie nazionalità ha costruito alcuni degli edifici più alti e più grandi, grattacieli, ponti, dighe, aerei super sofisticati, telescopi astro-nomici. Ha finanziato ricerche in tutti i cam-pi dello scibile. Perché noi librai storici non diamo vita ad un consorzio capace di negoziare con gli editori l’acquisto in esclusiva della produ-zione di un titolo, o di un intero mese di produzione o persino di un anno? Vedo i seguenti vantaggi: esclusiva del pro-dotto, apprezzabili margini di profitto, stret-ta collaborazione libraio-editore, assunzione del rischio imprenditoriale col relativo incre-mento di professionalità, competizione con le catene e coi supermercati e molto altro.

Giacomo, Libreria Bocca, Milano

Suggerisco alla presidenza della nostra as-sociazione la proposta di organizzare con gli editori tour di presentazioni di libri con l’autore, presso le librerie storiche aderenti all’associazione.

Nicola della Libreria Casa del libro di Taranto

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Palazzo Te a Mantovatesti di uGo BazzoTTI

cm 30 x 30, 280 pagine,300 fotografie a colori

ISBn 978-88-570-0525-6€ 59,00

Palazzo Te a Mantova è il capolavoro di Giulio romano,che immortala la corte dei Gonzaga nella fantasia

sfrenata della camera di Psiche, nell’incredibile e arditacamera dei Giganti, nella sala dei Cavalli dove il duca

Federico volle ritrarre i suoi destrieri favoriti.Spettacolari fotografie di altissima qualità esaltano la

ricchezza di affreschi e stucchi.

La Basilica di San Francescoad AssisiTesti di ChIara FruGonI

e GIanFranCo MalaFarIna

cm 30 x 30, 324 pagine,340 fotografie a coloriISBn 978-88-570-0344-3€ 59,00

la Basilica di assisi, per i grandi affreschi di Cimabue,Giotto, Simone Martini e Pietro lorenzetti e delle lorobotteghe, è uno dei tesori dell’arte di tutti i tempi.oltre trecento spettacolari fotografie a colori checomprendono anche le ultime immagini delle voltedistrutte dal terremoto del 1997.

Meraviglie d’Italia

Franco Cosimo Panini Editorevia Giardini 474/D – 41124 Modena

tel. 059 2917311 • [email protected]

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È quasi impossibile non notare la libre-ria antiquaria Vallerini di Pisa, perché sta esattamente a metà tra la piazza dei Cavalieri e la via S. Maria, la strada che conduce dritti dritti ai piedi della Torre. Non c’è turista, studente o pisano doc che passando non sia spinto a rallentare e a fare una sosta davanti alle piccole vetrine esterne e alla grande e colorata insegna di ceramica. Qualcuno si spin-ge fino a sbirciare oltre la porta a vetri, i più curiosi suonano il campanello ed entrano…

Nei primi anni di università passavo quotidianamente davanti alla libreria nel breve percorso che separava la mia stanza di studentessa fuori sede dalla facoltà di Lettere e Filosofia. Tante vol-te mi sono fermata davanti alla vetrina, affascinata dall’incredibile quantità di li-bri che si intravvedevano dall’esterno, ma, intimidita, non ho mai trovato il co-raggio di entrare. Qualche anno dopo è stato Andrea, il mio compagno, a por-tarmici per la prima volta. Da Vallerini aveva trovato alcuni testi piuttosto rari che gli erano serviti per gli esami di sto-ria dell’architettura, in seguito era ba-stata qualche visita e poche chiacchie-re per stringere una bella amicizia. Mi ero iscritta da poco al corso di Laurea Specialistica in Archivistica, Bibliografia e Biblioteconomia, e ricordo bene con quanta emozione ho tenuto tra le mani quei libri così antichi, dei quali conosce-vo a menadito la struttura, le caratteri-stiche e le tecniche produttive, ma che non avevo mai davvero potuto sfoglia-re ed ammirare così a lungo.

Siamo diventati presto buoni amici: con grande generosità e semplicità Andrea Vallerini mi ha accolto sempre più spes-so nel suo negozio, anche per una sem-plice chiacchierata, intrattenendomi il più delle volte con curiosi aneddoti su Pisa e sulla sua lunga storia editoriale.

Abbiamo così assistito all’arrivo in libre-ria di piccole e grandi raccolte appena acquistate e tutte da studiare e colla-borato con entusiasmo all’organizzazio-ne dei festeggiamenti per il centenario della fondazione della libreria. Il suo atteggiamento, aperto allo scambio di conoscenze e di punti di vista e la sua disponibilità ad assecondare il mio cre-scente interesse verso tutto ciò che ha a che fare col mondo del libro, mi han-no consentito di comprendere davvero

il grande fascino di questo mestiere, troppo spesso considerato immutabile ed “antico” dai più.

Mi ha sorpreso ad esempio scoprire con quanto dinamismo l’intero settore abbia saputo cogliere le nuove possi-bilità offerte dalle nuove tecnologie e dalla rete, aprendosi al mondo e a nuo-ve fasce di mercato. Anche la libreria Vallerini ha vissuto la sua piccola rivo-luzione digitale, inserendo il suo ricco catalogo sui principali siti nazionali ed internazionali dedicati al commercio on-line di libri e stampe. È stata un’e-sperienza coinvolgente, e l’arrivo delle prime richieste d’acquisto dagli angoli più lontani del mondo ha ripagato pie-

namente le incertezze iniziali e le inevi-tabili difficoltà tecniche dei primi tempi.

Non sono diventata una libraia (ma, lo ammetto, più di una volta ho sognato di esserlo), oggi lavoro in una bibliote-ca pubblica e mi ritengo fortunata per-ché faccio un lavoro che amo e che mi offre la possibilità di mettere a frutto le conoscenze acquisite nel corso dei miei studi, ma so che anche gli anni “valleriniani” hanno giocato una parte importante nella mia formazione e così, appena posso, passo davanti alle picco-le vetrine della libreria, rallento e non manco mai di suonare il campanello ed entrare…

Caterina Misuraca

la Mia esperieNZa iN liBreria

Andrea Vallerini

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Leo S. oLSchkiP.O. Box 66 • 50123 Firenze Italy [email protected] • www.olschki.it

Fax (+39) 055.65.30.214

caSa editriceCasella postale 66 • 50123 Firenze

[email protected][email protected]

Tel. (+39) 055.65.30.684

BiBlioteca del Senato della RepuBBlica

Catalogo del Fondo Ennio CorteseManoscritti, incunaboli e cinquecentineA cura di Alessandra Casamassima

2012, cm 21 ¥ 30, xx-428 pp. con 64 tavv. f.t. a colori. Rilegato. √ 120,00 [isbn 978 88 222 6165 6]

università degli studi «magna graecia» - catanzaro dipartimento di scienza e storia del diritto

dipartimento di scienze giuridiche storiche economiche e sociali

Gai codex rescriptusin Bibliotheca Capitulari Ecclesiae

Cathedralis Veronensiscuravit Philippus Briguglio

2012, cm 21,5 ¥ 29, viii-324 pp. a colori (facsimile del manoscritto originale). Rilegato in seta. √ 220,00 [isbn 978 88 222 6172 4]

Il naturale processo di deterioramento del Codex rescriptus XV rischiava di sot-trarre agli studiosi la possibilità di accedere a questo prezioso documento. Dall’in-contro tra un gruppo di ricercatori italiani e Filippo Briguglio, che ha compiuto un’attenta indagine scientifica e paleografica sul testo, il Gai Codex Rescriptus è finalmente disponibile in una perfetta riproduzione fotografica, per la cui realizzazione sono stati impiegati i più moderni strumenti di acquisizione e elaborazione digitale.

Primo volume del Catalogo del Fondo Ennio Cortese, relativo a manoscritti, incunaboli e cinquecentine comprese nella biblioteca privata del professore, recentemente acquisita dalla Biblioteca del Senato. Il volume è corredato da sei indici, da una corposa bibliografia finale, e da un DVD con la fotoripro-

duzione dei frontespizi delle edizioni censite. Seguirà un secondo tomo dedicato alle edizioni dei secoli XVII-XIX, per un totale di oltre mille edizioni, che costituiscono la sezione antica del Fondo Cortese.

2011, cm 17 ¥ 24. Vol. I: Inferno. lxx-290 pp.; Vol. II: Purgatorio. vi-316 pp.; Vol. III: Paradiso. vi-396 pp. Rilegati in seta, raccolti in cofanetto. √ 160,00 [isbn 978 88 222 5966 0]

La Commedia di Dante AlighieriCon il commento di Robert Hollander Traduzione e cura di Simone Marchesi

Un commento che intreccia l’esegesi puntua-le del testo dantesco all’esame di alcuni nodi concettuali della storia dell’interpretazione

del poema: il rapporto con gli antecedenti clas-sici e biblici, le vicende portanti della storia intel-

lettuale di Dante, la natura allegorica del poema, il ruolo attivo del lettore. Accompagnati da una ricchissima documentazione storico-critica, i volumi si offrono come ponte tra la sponda italiana e quella internazionale del secolare commento alla Commedia.

Questo nuovo commento alla Commedia viene pubblicato a cento anni dalla monumentale edizione realizzata da Leo S. Olschki, aperta dalla prefazione di Gabriele d’Annunzio.

Se allora l’opera fu concepita in occasione del cinquantenario dell’unità d’Italia, a distanza di un secolo questa ne festeggia i centocinquanta anni di storia.

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Versione illustrata di un classico, tra i più bei libri, per la verità assai pochi, che ho messo in biblioteca negli ultimi 10 anni.

«Queste storie non avvennero mai, ma sono sempre». Tali parole di Sallustio – forse la più bella, certamente la più concisa definizione del mito – si leggono nell’epigrafe delle Nozze di Cadmo e Ar-monia. E ci ricordano che le storie degli dèi e degli eroi greci non soltanto si tro-vano all’origine di tutta la letteratura oc-cidentale, ma continuano a vivere sino a oggi: una vita intessuta di parole innanzi-tutto, ma altrettanto di immagini. Per più di tremila anni, dai sigilli micenei fino a certi quadri del secolo ventesimo, quelle storie sono state raccontate anche per figuras, sotto forma di statue, vasi, stele, monete, dipinti, affreschi, disegni, rilievi. È un immenso corteo di immagini, che mostrano ogni volta come quegli dèi, quegli eroi e le loro gesta sono stati concepiti, di epoca in epoca, in quanto epifanie. Le nozze di Cadmo e Armonia – libro che appartiene al più antico genere

letterario: la mitografia – presuppone non solo il continuum delle fonti scritte del mondo classico, a partire da Omero, ma anche le innumerevoli raffigurazioni dei miti greci attraverso immagini di ogni specie. Con questa edizione, che si presenta come una versione a sé stante, a distan-za di vent’anni dalla prima pubblicazione, quelle immagini affiorano in superficie, sempre in corrispondenza a certi dettagli – narrativi o esegetici o anche stilistici – del testo. E si calano nella gabbia tipogra-fica più congeniale e azzardata, che è lo specchio di pagina dove vennero dispo-ste le silografie di un libro che apparve nel 1499 e in cui sembra essere conflui-to il vasto corso della mitologia classica: la Hypnerotomachia Poliphili. Ogni buon lettore sarà sfidato a cogliere i nessi di questo gioco, che mira a espandere le risonanze delle parole e delle immagini, per via di osmosi, contrappunto e con-trocanto. Al testo delle Nozze di Cadmo e Armonia si giustappone qui un saggio, Lo sguardo sommario, che tratta di quella

singolare e inconfondibile ebbrezza a cui le immagini degli dèi greci – attraverso «le opere e i giorni» di molti secoli – in-vitano ad abbandonarsi.

Roberto Calasso

“Arte medievale” è una rivista specialistica internazio-nale dedicata alla critica dell’arte del medioevo, fon-data nel 1983 da Angela Maria Romanini.

Questo numero prosegue la pubblicazione della nuo-va serie – inaugurata nel 2002 – in veste ulterior-mente rinnovata: l’uscita infatti passa da semestrale ad annuale (con un numero maggiore di contributi per ciascuna uscita) e la pubblicazione vede l’Univer-sità La Sapienza di Roma come coeditore, insieme a Silvana Editoriale.

Ogni rivista raccoglie ricerche e interventi di esperti del settore, pubblicati in lingua originale e arricchiti da un vasto apparato iconografico, per offrire a tutti gli appassionati e studiosi della materia nuovi spunti di approfondimento sull’arte medievale.

ARTE MEDIEVALE 2010-2011

IV serie - anno I, 2010-2011

pp.: 312

illustrazioni: 179 in b/n e 41 a colori

60,00 Euro

le NoZZe di CadMo e arMoNia

arte Medievale

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La seconda domenica del mesedalle 8.00 alle 17.00 Portici meridionali di piazza del Duo-mo, portici di piazza Diaz, via Baracchini e via Gonzaga Milano.La manifestazione Vecchi libri in piazza è nata nel 1995 e si occupa esclusiva-mente della promozione di libri anti-chi, rari, di pregio, insieme alle edizioni esaurite e fuori catalogo.

Gli espositori sono più di 100 e più di diecimila visitatori tra appassionati e cu-riosi che ammirano gli stand dei librai provenienti da tutta Italia, dalla Francia e dall’Olanda. Si consiglia la visita alla mattina per poter visionare anche quegli esposito-ri che, provenendo da regioni diverse, non sempre garantiscono una perma-nenza fino alle 17.

Maggiori informazioni, per chi fosse interessato a partecipare come espo-sitore, o per ulteriori delucidazioni, possono essere richieste rivolgendosi a: Associazione Maremagnum Librorum Via S. Tecla 4 20122 Milano. Telefono 02-36.63.37.44

Fax. 02-36.63.37.45

veCCHi liBri iN piaZZa

alla qualità in un mercato ormai ingessato e privato di una sana libera concorrenza da un Oligopolio collusivo di quattro Grandi Gruppi Editoriali che controllano tutta la fi-liera del libro dalla produzione alla distribu-zione, fino al dettaglio: sia tramite Catene che via Internet. E che controllano anche altri importanti media: giornali, televisioni, cinema….Il controllo e la pressione si spingono al punto da imporre per la “Festa del Libro”

modalità di rimborso sconto sul venduto discriminatorie e limitate a chi è collegato e disponibile a dare i propri dati aziendali di vendita ad Arianna (di proprietà del colos-so Giunti-Messaggerie) che ambisce così a diventare non solo il leader ma anche il fornitore unico di servizi informatici di data base e teleordering. Studi che circolano negli ambienti editoriali prevedono la spa-rizione di metà delle Librerie Indipendenti entro due anni: strangolate dal colossale

conflitto di interessi che le vede obbligate a rifornirsi dai distributori di quegli stessi Grandi Gruppi che hanno invece interesse a favorire le proprie Catene e Siti. Come ben sappiamo le Catene o la GDO go-dono di condizioni di fornitura e operative ben diverse e incomparabilmente migliori delle librerie indipendenti, per non parlare dei Siti. Questa non è libera concorrenza ma abu-so di posizione dominante.

da pag. 18 - Appello a tutti i librai indipendenti d’italia

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STORICA LIBRERIA BOCCA

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L’ARTE DI VENDERE LIBRI D’ARTEe TROVARE QUELLI RARI

e INTROVABILIMilano - Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - Tel. 02.86462321 - Fax 02.876572

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Ugo Virgilio da Celada - Natura morta 1926 - cm 52x36

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pHilippe daverio: NeCessitÀ dei liBri ed apoloGia del Casoleggere sì ma perché?

Segue dal numero 3

Così feci quella conferenza mettendo in-sieme il pensiero di Michelet e le critiche di Proudhon, devo dire che mi presero tutti per un tecnico della materia. Non lo ero affatto, era “la casualità dei libri” che mi aveva indirizzato in quel modo e così mi è successo troppe volte perché non sia vero. In una banale simpatica banca-rella trovai, una volta, la prima edizione del trattato napoleonico per la soppres-sione della Sacra Rota, cioè dell’Inquisi-zione in Spagna, libro che mi ha aperto un mondo: mai avrei guardato la pittura di Goya sotto quel riflettore. Sulla stes-sa bancarella ho trovato di Victor Hugo un libro curioso, di cui non sapevo nulla, Storia di un crimine, cronaca della presa del potere di Napoleone III fra il 1850 e il 1851 e del successivo colpo di Stato (fra gli oppositori Victor Hugo stesso) che mi ha riaperto un flashback su quel mondo: senza quel libro avrei dovuto cercare per anni. A Parigi, cercavo un libricino scritto da Claude Levi Strauss “Ecouter, voir et lire” sulla sua esperienza personale che nelle

librerie non trovavo.Decido di andare a mangiare cervelas re-moulade da Lipp a St. Germain, di fronte c’è una libreria fantastica, la libreria più trendy d’Europa, andate lì, comperate quello che c’è sul bancone e sarete degli intellettuali chic. La commessa mi dice: “Guardi c’è un angolo con libri di antropologia”: c’era, solo 12 euro. La provvidenza me lo fece trovare, se non avessi mangiato cervelas remoulade non avrei mai raggiunto quel libro “che stava lì”. Una volta che voi accettate questo rap-porto provvidenziale, sono i libri che tro-vano Voi. Potete portare avanti questo gioco della prassi in altri ambiti, anche all’interno del libro stesso: è molto utile ogni tanto guardare l’indice, però po-trebbe anche essere utile non guardar-lo affatto, come pure andare a leggere cinque o sei frasi per vedere se il libro interessa o meno. La cosa in assoluto più perversa è anda-re a leggere solo “le note a pié di pagi-na”, neanche leggere il libro: un maestro assoluto Max Frisch che ha scritto un libricino delizioso, “Guglielmo Tell raccon-

tato ai bambini”, una presa in giro di tut-ta la storiografia elvetico-germanica nel quale il testo sono poche righe mentre le footnotes sono il corpo vero del libro. Le footnotes contengono ogni tipo di ironia e di interpretazioni possibili: sono l’ingresso nel mondo della fantasia, un viatico, il luogo dove si nascondono i segreti.

(continua il prossimo numero)Pietro Sergio Mauri

Libreria Princivallivia Bafile 25430016 Lido di Jesolo VEtel 0421/[email protected]@libreriaprincivalli.it

Questo spazio del giornale lo dedico all'amico editore veneziano Michele Toniolo, ideatore e factotum della sua preziosa e raffinata casa editrice Amos Edizioni. La libreria che io conduco, per inte-resse, per sintonia di intenti, ha cerca-to negli anni di prestare attenzione al suo lavoro di editore e ha presentato alcuni autori e libri del suo catalogo, in incontri serali che intiepidivano l'aria infreddolita dall'inverno jesolano.Amos edizioni ha un catalogo che sor-prende per le scelte apparentemente di nicchia, dando spazio però a nomi che risaltano nella letteratura mondiale. In-contriamo Julio Llamazares, uno dei più importanti scrittori spagnoli contem-

poranei, lo scozzese Kenneth White, figura tra le più significative nell'attuale panorama letterario, Douglas Livingsto-ne, il maggiore poeta sudafricano degli ultimi sessant'anni, Jean-Philippe Tous-saint, scrittore belga definito erede del-la grande tradizione del nouvea roman francese, Tiziano Scarpa grande roman-ziere, drammaturgo e poeta, oltre che lettore scenico, vincitore del Premio Strega nel 2009, insieme ad autori o poeti del territorio, come Roberto La-mantea e Renzo di Renzo, per citarne solo alcuni. Ha ideato dei piccoli libri a piccolo prezzo, da poco pubblicati Sebastiano Gatto e Vladimir Makanin, mentre a breve verranno date alle stampe opere di James Baldwin, Frank Norris, Stephen Gray, Vladimir Kantor, a dimostrazione del lavoro attento e di rivalutazione di scrittori di ambito mondiale.I suoi libri sono essenziali, estetica-mente semplici e belli, con copertine in carta perlopiù bianca, talvolta con paesaggi su fondo grigio o scuro. Co-

stano dai 6 ai 14 euro.Un risultato che noi librai dovremmo promuovere perché, se ci viene chie-sto un consiglio, siamo certi di segnala-re una buona lettura. E in questo sen-so mi ritrovo in sintonia con quanto pubblica Michele Toniolo, penso che noi, sia io che lui, in un diverso gradino della filiera del libro, cerchiamo di svi-luppare uno stesso pensiero.Nell’ultima pagina di ogni suo libro, che esce in copie numerate, si riporta-no collana, caratteri di stampa, tipo di carta e grammatura, cartiera, numero di copie, stampatore e data di stampa. Arrivati alla fine della lettura si com-prendono l’iter e le scelte che accom-pagnano una pubblicazione, un lavoro che è ancora artigianale, se così si può dire, e intellettuale, partendo anche dal momento in cui si origina un libro, cioè dalla scrittura.Non è poco in tempi di ebook.

Alessandra Princivalli

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Salviamo le Librerie Storichedal rogo dell’ignoranza

sono sufficienti pochi ma efficaci provvedimentiapprovati in tempi rapidi dal Parlamento

1Stabilire i criteri di riconoscimento di Libreria Storica

2Riconoscere lo stato di Bene Culturale alle Librerie Storiche

3Impedire lo sfratto di una Libreria Storica

4Applicare i patti in deroga ai rinnovi dei contratti di affitto

Fahrenheit 451

Quella luminosa baia che recinge la for-tezza spezzina, tra l’incanto di Lerici e Portovenere, assunse nell’ottocento la suggestiva denominazione di Golfo dei poeti, in virtù della testimonianza delle esequie di Shelley da parte di Byron. Furono entrambi due aristocratici in-glesi, fautori e testimoni di quel movi-mento squisitamente europeo che fu chiamato Romanticismo, una volta di-spersisi nelle vicende storiche il vento rivoluzionario e la tempesta napoleo-nica. Fu Byron l’indiscusso anticipatore del Romanticismo letterario che andrà a concludersi con l’avvento del Deca-dentismo di Rilke e D’Annunzio. Personaggio di eccezionale ambiguità, troverà fasto e celebrazione nell’am-bito della ispirazione e del contenuto

musicale, arte che, in quell’epoca, era assurta all’acme della sua significazione. Educato in Scozia, laddove Mendels-sohn traeva spunti per le sue “Grotte di Fingal” e per la Terza sinfonia, deno-minata appunto “Scozzese”, visse a lun-go e predilesse l’Italia, per poi andare a morire in Grecia, insorta contro l’Impe-ro Ottomano, e aderì alla Carboneria.Il personaggio di Aroldo ha caratte-rizzato l’elegante armonia del poema sinfonico “Aroldo in Italia” di Berlioz, in cui è predominante la viola, negletto strumento tra gli archi, quasi caratteriz-zante l’estrosità di Byron, superstizioso, altezzoso e sprezzante sino all’anarchia, lascivo sino all’incestuosità, in simbiosi con la sua satira epica del Don Giovanni che si connette con l’opera lirica di Mo-

zart e col primo sinfonismo di Richard Strauss. La disamina prosegue con la Parisina, l’infelice eroina ferrarese, che tentò Mascagni con esito sfortunato in grazia all’aulico libretto dannunziano.Mentre Ciaikoski sublimerà i tormenti del giovane Manfredi, Liszt si soffermerà sul Mazeppa volteriano e Verdi e Rossi-ni doneranno al mondo la gloria de “I due Foscari” e de “L’Assedio di Corinto”.Nessun altro gigante della letteratu-ra ha suggellato così copiosamente il campo delle belle arti, pur se la fama di Byron ha perduto valore e mordente, forse per l’infima incidenza dello spirito romantico nella storia e nel costume del popolo inglese.

Emanuele Lazzati

ByroN e il MoNdo MusiCale

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Biblioteca Civica Contini di Domodossola 15 dicembre 2012 - 5 gennaio 2013Biblioteca Universitaria di Friburgo 13-18 maggio 2013

«Che il bello potesse convogliare il vero, fu un’idea che nacque in lui sponta-neamente» ha scritto Gianfranco Contini di Alberto Tallone, il quale sin dal 1949 aveva coinvolto l’eminente filologo in al-cuni importanti progetti editoriali basati sull’unione di tipografia pura e filologia, a partire dall’edizione dei Rerum Vulgarium Fragmenta di Petrarca stampata a Parigi nel 1949 e salutata da Ungaretti come un «miracolo», la cui fondamentale lezione è tutt’oggi quella di riferimento. Nel cente-nario della nascita dello studioso, la mostra ricostruisce la collaborazione tra il filologo e l’editore, attraverso un nucleo documen-tario di epistole, bozze, progetti editoriali e manoscritti provenienti dall’Archivio dell’E-ditore Tallone e dal Fondo Gianfranco Contini depositato presso la Fondazione Ezio Franceschini. La mostra sarà ospitata a Domodossola, luogo natale di Contini (dal 15 dicembre al 5 gennaio) e succes-sivamente all’Università di Friburgo (13-18 maggio), dove il professore ottenne la cattedra di Filologia Romanza. Promossa da Roberto Cicala, docente di Editoria li-braria e multimediale all’Università Catto-lica e membro del Dipartimento di studi medioevali, umanistici e rinascimentali, la mostra è stata allestita presso l’Università Cattolica di Milano (24-31 ottobre), e ivi inaugurata con un convegno, durante il quale Rosanna Bettarini e Carlo Carena hanno commemorato Contini e presenta-to il nuovo volume di studi Il bello e il vero. Petrarca, Contini e Tallone tra filologia e arte della stampa a cura di Roberto Cicala e Maria Villano, Edizioni EDUCatt. A pochi mesi dalla sua uscita, il Petrarca di Contini offrì nuove opportunità: diventò per Giulio Bollati l’occasione per «agganciare», usan-do le parole di Giulio Einaudi, il filologo alla casa editrice torinese, proponendogli un «magnifico libretto»: il «Petrarcone» - così il tipografo di Parigi chiamava affettuosa-mente la progettata seconda edizione del Canzoniere - si trasformerà, ci vorrà però un quindicennio, in un «Petrarchino» nella Nuova Universale Einaudi – a cui è dedicata un’appendice della mostra – dimostrando come l’impresa condotta sotto l’insegna dell’editore-stampatore parigino sia un

esperimento riuscito o, per usare le parole di Contini, una «scommessa vinta»: «L’ho fatto per scommessa; scommessa con me stesso di ottenere qualcosa di quand même leggibile» risponde nel 1950 a Bollati da Friburgo.

Successivamente all’edizione del Rerum Vulgarium Fragmenta del 1949, Alberto affidò a Contini la cura di diverse opere, anch’esse in mostra: Galeazzo di Tarsia, Rime (1951); Brunetto Latini, Il tesoret-to. Il favolello (1967); Leonardo Sinisgalli, Archimede i tuoi lumi i tuoi lemmi (1968); Guido Calvalcanti, Le rime (1968) e una nuova edizione del Canzoniere petrarche-sco (1974). Infine, nel 1989 uscì per i tipi talloniani I Nomi degli Anonimi, uno dei «postremi» scritti di Contini, se non l’ulti-mo, definito dalla vedova Margaret in una lettera a Bianca Tallone del 7 marzo 1990, il «suo testamento», che Contini, «stanco della fotocomposizione», aveva inviato pochi mesi prima ad Alpignano affidando-lo «alle loro mani sapienti per vedere se se ne può ricavare una plaquette minusco-la». Questo testo si presenta ora in una rinnovata veste tipografica, corredato da una nota finale di Roberto Cicala, che ne ha caldeggiato l’uscita nel centenario della nascita del filologo.

La mostra esplora inoltre i particolari, interessantissimi, di un progetto edito-riale, elaborato da Contini, che si rivelò fondamentale per i futuri sviluppi culturali dell’editoria italiana. La Biblioteca Rara Tal-lone, così si sarebbe intitolato, sempre fon-dendo «la soddisfazione della forma con gli obblighi del vero», avrebbe incluso nu-merosi titoli a cominciare dai Carmina pe-trarcheschi curati da Giuseppe Billanovich. La collana sarebbe stata monopolizzante per la casa editrice, tanto che Alberto Tal-

lone decise di demandare la realizzazione del progetto ad editori industriali usi ai grandi numeri; in grado, dunque, di desti-nare, come richiesto da Contini, 50 copie di ciascuna opera in omaggio alla stampa. Infatti, Alberto, conscio dei tempi produt-tivi della propria struttura artigianale legata alla composizione a mano, pari a quelli di un’officina veneziana del Quattro-Cinque-cento, ritenne che questo progetto non avrebbe permesso aperture ad altri temi letterari a lui congeniali. Fu una scelta che gli permise di gettare le basi di un catalogo che conta, fino ad oggi, 400 titoli, spazian-do dai Presocratici greci ai poeti contem-poranei, quali Alda Merini ed Eugenio de Signoribus, tutti interpretati in una veste grafica originale.

Qualche mese dopo il progetto della Biblioteca Rara Tallone, Contini riceve da Giulio Einaudi la proposta di dirigere la Nuova Raccolta di classici italiani annotati. Qui Contini, «cortesemente colluttando con Einaudi», riesce negli anni a pubblicare alcuni dei testi inseriti nel piano originario della Biblioteca Rara Tallone: tra i primi ti-toli della direzione Contini si trovano in-fatti le Dicerie sacre e la Strage degli inno-centi di Marino curate nel 1960 dall’allievo Giovanni Pozzi oltre al Libro dè Vizi e delle Virtudi e il Trattato di virtù e di vizi di Bono Giamboni pubblicato nel 1968 a cura di Cesare Segre.

Anche la casa editrice Ricciardi vi troverà ispirazione: a quei testi «poco editi o male editi» che dovevano costituire il nucleo centrale del progetto talloniano sembra rinviare il manifesto dei Documenti di filolo-gia firmato nel 1957 da Gianfranco Conti-ni e Alfredo Schiaffini, anteposto al primo volume delle Rime di Calvalcanti a cura di Guido Favati. Elisa Tallone

il Bello e il veropetrarca, Contini e tallone tra filologia e arte della stampa

da sinistra: Tallone, Contini, De Nicola

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Libreria Antiquaria Gonnelli, Firenze dal 1875 Via Ricasoli, 6 - 14/r - 50122 Firenze Marco Manetti tel. 055.216835 - fax 055.2396812 e.mail: [email protected] - www.libreria-gonnelli.it

Libreria Antiquaria Gozzini, Firenze dal 1850 Via Ricasoli, 49/103r - 50122 Firenze Francesco Chellini tel. 055.212433 - fax 055.211105 e.mail: [email protected] - www.gozzini.it

Libreria Antiquaria Malavasi, Milano dal 1940 Largo Schuster, 1 - 20122 Milano Maurizio Malavasi tel. 02.804607 - fax 02.864002 e.mail: [email protected] www.libreriamalavasi.com

Libreria Antiquaria Mediolanum, Milano dal 1928 Via del Carmine, 1 - 20121 Milano Luca Pozzi tel. 02.86462616 - fax 02.45474333 e.mail: [email protected] www.libreriamediolanum.com

Libreria Antiquaria Prandi, Reggio Emilia dal 1926 Viale Timavo, 75 - 42100 Reggio Emilia Paolo Prandi tel. 0522.434973 - e.mail: [email protected] www.libreriaprandi.it

Libreria Antiquaria Pregliasco,Torino dal 1912 Via Accademia Albertina, 3/bis - 10123 Torino Umberto Pregliasco tel. 011.8177114 - e.mail: [email protected] www.preliber.com

Libreria Antiquaria Rappaport, Roma dal 1906 Via Sistina, 23 - 00187 Roma Bernardo e Marlis Seacomb tel. 06.483826 - fax 06.4818079 e.mail: [email protected] - www.rappaport.it

Libreria Antiquaria Regina, Napoli dal 1880 Via S. Maria di Costantinopoli, 51/103 - 80138 Napoli Carlo e Ettore Regina tel./fax 081.459983 - 081.290925 e.mail: [email protected] - www.libreriaregina.it

Libreria Antiquaria Vallerini, Pisa dal 1909 Via dei Mille, 7/a - 13 - 56126 Pisa Andrea Vallerini tel. 050.555450 - fax 050.562752 e.mail: [email protected] - www.vallerini.it

Libreria Alterocca,Terni dal 1890 Corso Tacito, 27-29 - 05100 Terni Giovanna Durastanti tel. 0744.409201e.mail: [email protected]

Libreria Ambrosiana, Milano dal 1882 Via San Clemente, 1 - 20122 Milano Orazio Perenzin tel. 02.86462158

Libreria Arnoldi, Bergamo dal 1913 Piazza Giacomo Matteotti, 12 - 24122 Bergamo Pier Paolo Arnoldi tel. 035.243462 - fax 035.235423 e.mail: [email protected] - www.arnoldilibreria.it

Libreria Belforte, Livorno dal 1805 Via Grande, 91 - 57123 Livorno Pasquale Di Paolo, Guido Guastalla tel. 0586.887379 - e.mail [email protected] www.libreriabelforte.it

Libreria Bocca, Milano dal 1775 Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano Giorgio e Monica Lodetti, Drina Xhoga tel. 02.86462321 - 02.860806 - fax 02.876572 e.mail: [email protected] www.libreriabocca.com

Libreria Borghese, Roma dal 1972via della Fontanella Borghese, 64 00186 RomaSilvia Piattinitel. 066876403 fax. 066876403e.mail: [email protected]

Libreria Bozzi, Genova dal 1810 Via Cairoli, 2/a r - 16124 Genova Tonino Bozzi tel. 010.2461718 - fax 010.2461652 e.mail: [email protected] - www.libreriabozzi.it

Libreria Carù, Gallarate dal 1942 Piazza Garibaldi, 6 - 21013 Gallarate (VA) Anna Carù tel. 0331.792508 - 0331.776122 - fax 0331.791071 e.mail: [email protected] - www.caru.com

Libreria Casa del Libro, Siracusa dal 1930 Via Maestranza, 20/22 - 96100 Siracusa Lorenzo Mascali tel. 0931.65186 - e.mail: [email protected]

Libreria Casa del Libro,Taranto dal 1936 Via D’Aquino, 142 - 74100 Taranto Nicola Mandese tel. 099.4520504 e.mail: [email protected] - [email protected]

Libreria Cattaneo, Lecco dal 1930 Via Roma, 52 - 23900 Lecco Tina Cattaneo tel. 0341.286323 - fax 0341.285189 e.mail: [email protected]

Libreria Cattolica, Ascoli Piceno dal 1950 Piazza Arrigo, 21 - 63100 Ascoli Piceno Francesco Armandi tel. 0736.259679 - fax 0736.259625 e.mail: [email protected] www.libreriacattolica.com

Libreria Cavallotto, Catania dal 1954 Corso Sicilia, 91 - 95131 Catania Anna Cavallotto, Adalgisa D’Ambra tel. 095.310414 - 095.320431 e.mail: [email protected] - www.cavallotto.it

Libreria Cesaretti, Roma dal 1888 Via Piè di Marmo, 27 - 00186 Roma Saverio Lefevre tel. 06.6786264e.mail: [email protected]

Libreria Ciofalo, Messina dal 1939 Piazza Municipio, 35 - 98122 Messina Nino Crapanzano tel. 090.675311 - [email protected]

Libreria Dante Alighieri,Torino dal 1911 Piazza Carlo Felice, 19 - 10123 Torino Mimmo Fògola tel. 011.535897 - e.mail: [email protected] www.fogola.com

Libreria Docet, Bologna dal 1952 Via Galliera, 34/a - 40121 Bologna Loris Rabiti tel. 051.255085 e.mail: [email protected]

Libreria Fissore, Alessandria dal 1951 Piazza della Libertà, 26 - 15100 Alessandria Francesca Orzalesi tel. 0131.252768 e.mail: [email protected]

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Libreria Galla,Vicenza dal 1880 Corso Palladio, 11 - 36100 Vicenza Alberto Galla tel. 0444.225200 - 0444.225252 - fax 0444.225210 e.mail: [email protected]

Libreria Goggia, Asti dal 1850 Corso Alfieri, 299 - 14100 Asti Luigi Doano tel./fax 0141.592804 e.mail: [email protected] www.libreriagoggia.it

Libreria Guida, Napoli dal 1920 Via Port’Alba, 20/23 - 80134 Napoli Mario Guida tel. 081.446377 - fax 081.451883 e.mail: [email protected] - www.guida.it

Libreria La Toletta,Venezia dal 1933 dorsoduro, 1213 - 30123 Venezia Giovanni Pelizzato tel. 041.5232034 fax 041.2415371 e.mail: [email protected] www.libreriatoletta.it

Libreria Lapaglia, Catania dal 1906 Via Etnea, 391/3/5 - 95125 Catania Enrico e Stefano Morgano tel. 095.446640 e.mail: [email protected] www.librerialapaglia.com

Libreria Laterza, Bari dal 1896 Via Sparano da Bari, 136 - 70121 Bari Giovanna Gennari Laterza e Maria Laterza tel. 080.5211780fax 080.5243767 e.mail: [email protected] www.laterza.it

Libreria Nanni Arnaldo, Bologna dal 1825 Via dÈ Musei, 8 - 40124 Bologna Nerio Nanni tel. 051.221841 - fax 051.279198 e.mail: [email protected] www.libreriananni.it

Libreria Paolino, Ragusa dal 1953 Corso Vittorio Veneto, 144 - 97100 Ragusa Salvatore Paolino tel. 0932.626260 - e.mail: [email protected]

Libreria Nuova Libreria Fratelli Coccovia Dante, 50 ang. via G. Deleda 09127 CagliariPaolo Coccotel. 070663887e.mail: [email protected]

Libreria Paravia,Torino dal 1802 Via Garibaldi, 23 - 10122 Torino Nadia e Sonia Calarco tel. 011.540608 - fax 011.5184475 e.mail: [email protected] www.libreria-paravia.it

Libreria Prampolini, Catania dal 1894 Via Vittorio Emanuele, 333 - 95124 Catania Luigi Calabrese tel. /fax 095.321099 e.mail: [email protected] www.prampolinilibreria.it

Libreria Princivalli, Lido di Jesolo dal 1954 Via Bafile, 254 - 30016 Lido di Jesolo (VE) Alessandra Princivalli tel. 0421.93736e.mail: [email protected]

Libreria Resola, Brescia dal 1948 Corso Garibaldi, 39/b - 25122 Brescia Gianfranco Resola tel. 030.42476 - fax 030.3756090 e.mail: [email protected]

Libreria Riminese, Rimini dal 1931 Piazzetta Gregorio da Rimini, 13 - 47900 Rimini Mirco Pecci tel. 0541.26417 - fax 0541.26246 e.mail [email protected]

Libreria Umberto Saba,Trieste dal 1919 Via San Nicolò, 30 - 34100 Trieste Mario Cerne tel./fax 040.631741 e.mail [email protected]

Libreria Serra Tarantola, Brescia dal 1908 Corso Zanardelli, 52 - 25121 Brescia Marco Serra Tarantola, Silvana Tarantola Serra tel. 030.49300fax 030.3772569 e.mail: [email protected]

Libreria Tarantola, Sesto San Giovanni dal 1859 Piazza Martiri di via Fani, 15 20099 Sesto S. Giovanni (MI) Giorgio Tarantola tel. 02.2621696 - e.mail: [email protected]

Libreria Tombolini, Roma dal 1885 Via 4 Novembre, 146 - 00187 Roma Daniele Brisigotti, Vincenzo Orieti, Carla Tombolini tel. 06.6795719 - 06.6785925fax 06.69941790 e.mail: [email protected] - www.tombolini.net

liBrerie storiCHe d’italia

segreteria Libreria Bocca cell. 339 68 59 871 – [email protected]

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Ekecheiria 31

Organigramma AssociazioneSede: Galleria V. Emanuele II, 1220121 Milano

PresidenteGiacomo LodettiLib. Bocca 1775 - MI

Segretario GeneraleVincenzo OrietiLib. Tombolini - RM

Consiglieri

Luigi CalabreseLib. Prampolini - CT

Mario CerneLib. Umberto Saba -TS

Mario GuidaLib. Guida - NA

Maurizio MalavasiLib. Malavasi - MI

Commissione sociPresidenti

Anna D’Ambra Cavallotto Lib. Cavallotto - CT

Alessandra Princivalli Lib. Princivalli - Lido di Jesolo

Nicola Mandese Lib. Casa del Libro - TA

Commissione rapportiFerdinando LarizzaLib. Larizza - Solaro MI

Consulente LegaleAvvocato Pietro Santoro

Direttore di EkecheiriaEmanuele Lazzati

SegreteriaDrina Xhoga

Libreria GiuridicaSede storica, Via Sant’Agostino 8 – 10122 TorinoFiliale, C.so Francia 64 – 10143 TorinoTel. 011.4367076 – 7495165Titolari: Maurizio Travaglia e moglie Mensio soci LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria dell’usatoVia Carlo Alberto, 53/a – 10121 TorinoTel. 011.19504453Titolare: Sonia Mereu, socia LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria OOLPVia Principe Amedeo, 20 – 10123 TorinoTel. 011.8122782Titolare: Giovanna Sartori, socia LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria PostumiaVia Emilia Pavese, 105 – 29121 PiacenzaTel. 339.3360365Titolari: Claudia e Romano Gobbi Presidente LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria LarizzaVia Como, 9 – 20020 Solaro MiTel. 0296798132 - 3403445567Titolare: Larizza Ferdinando Vice Presidente LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria Internazionale Romagnosi via Romagnosi 31 29121 Piacenza Tel. 0523-338474 – 384061 Fax. 0523-304612mail: [email protected] www.libreriaromagnosi.it

Libreria EinaudiVia del Coroneo, 1 - 34133 TriestePaolo DeganuttiTel. 040 367053 fax: 040 368237mail: [email protected]

Hanno collaborato:

Francesco Ascoli, Roberto Calasso, Paolo Deganutti, Emanuele Lazzati, Lea Mattarella, Pietro Sergio Mauri, Caterina Misuraca, Paolo Prandi, Alessandra Princivalli, Paola Rapelli Giovanni Serafini, Elisa Tallone, Silvia Venuti.

Librerie che, pur non facendo parte dell’Associazione Librerie Storiche ed Antiquarie d’Italia, aderiscono al programma di tutela e promozione delle librerie indipendenti:

MANUFACERE ET SCOLPIRE IN LIGNAMINE. Scultura e intaglio in legno in Sicilia tra Rinascimento e Barocco” a cura di Teresa Pugliatti, Salvatore Rizzo, Paolo Russo 24x33 – pagg. 720 – illustrato – Cod. 2012/13 Euro 180,00 ISBN 978-88-7751-358-8 Nell’ambito delle attività di ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale siciliano, la nostra casa editrice, in collaborazione con l’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana, ha realizzato il volume “MANUFACERE ET SCOLPIRE IN LIGNAMINE. Scultura e intaglio in legno in Sicilia tra Rinascimento e Barocco” che rappresenta in assoluto la prima trattazione organica dedicata al tema della scultura e dell’intaglio in legno in Sicilia dal Rinascimento al Barocco, unico per la qualità e

varietà delle testimonianze diffusamente presenti nell’Isola e per la loro eccezionale qualità artistica. La pubblicazione è frutto di un lungo lavoro di studio e l’esito di una vasta campagna di ricognizione conoscitiva e documentale estesa a tutto il territorio regionale intrapresa da numerosi studiosi di diversa provenienza e orientamento. Il volume, arricchito da una pregevole documentazione fotografica appositamente realizzata, propone un viaggio affascinante attraverso capolavori dell’arte dell’intaglio in legno in Sicilia: dal magnifico coro della chiesa di S. Francesco d’Assisi a Palermo (1520-1524) a quello spettacolare dell’abbazia di S. Martino delle Scale (1597), al non meno sorprendente coro della Cattedrale di Nicosia (1622); dalle splendide cantorie tardo manieriste della chiesa madre di Castroreale agli scenografi armadi che rivestono le sacrestie della chiesa di casa Professa a Palermo e della chiesa dell’Annunziata a Trapani, al trionfo dell’arte barocca nella cappella del Santissimo Crocifisso del duomo di Monreale, e ancora i mirabolanti gonfaloni architettonici, le ingegnose macchine lignee e i sontuosi “fercoli” processionali, le elaborate cornici. Quindi un popolo di statue in legno dalle sontuose vesti damascate rilucenti d’oro destinate alla devozione popolare e i loro autori. L’opera dunque, oltre a costituire un originale contributo alla conoscenza di tale patrimonio artistico, rappresenta un fondamentale riferimento per la sua conservazione.

MANUFACERE ET SCOLPIREIN LIGNAMINE

Scultura e intaglio in legno in Sicilia tra Rinascimento e Barocco

GIUSEPPE MAIMONE EDITORE

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Ekecheiria organo d’informazione dell’Associazione Culturale Librerie Storiche e Antiquarie d’Italia a diffusione gratuita - Registrazione Tribunale di Milano n. 9098 del 31/3/2008Direttore: Emanuele Lazzati, Assistente: Drina Xhoga - Progetto grafico: Donatella Bertoletti - Sede: Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano - e.mail: [email protected] - CALS centro acquisti librerie storiche: cell. 339 6859871 - 345 2886546 copia gratuita

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FONDATA a milano NEL 2004

E k e c h e i r i a Anno V - Numero 4 - 2012

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P E R I O D I C O D I I N F O R M A Z I O N E D E L L’ A S S O C I A Z I O N E

IMPAGINATO 2009 OK_IMPAGINATO 2009 OK 07/11/12 10.53 Pagina 2