ControVento n.4

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Anno 0 n° 4 Gennaio 2014 Mura di Cinta Pag. 2 Oltre il Limite Pag. 3 Mondo Liceale Pag. 4 Time Out Pag. 5 Liberi Pensieri Pag. 6 Università Pag. 7 Tutto in un click! Pag. 8

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Periodico non conforme del movimento AlPoCat & Area Studentesca

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Page 1: ControVento n.4

Anno 0 n° 4 Gennaio 2014

Mura di Cinta Pag. 2

Oltre il Limite Pag. 3

Mondo Liceale Pag. 4

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Liberi Pensieri Pag. 6

Università Pag. 7

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Chiunque avesse il desiderio di capire

come funzionano certe cose in Calabria

basta che segua attentamente la vicenda

della discarica Bat-

taglina progettata

tra i comuni di Bor-

gia e San Floro.

Decine di ettari di

terreno in un conte-

sto di bellezza na-

turale, all‟interno

del quale collocare

una discarica per la

quale i lavori sono già in stato avanzato.

Il tutto vicino a centri abitati (1Km),

corsi d‟acqua, falde acquifere e zone

destinate al rimboschimento. Tale pro-

getto all‟inizio doveva essere solo un‟i-

sola ecologica (la differenza è notevole

se non totalmente diversa) ma in breve

il tutto si è trasformato in una delle di-

scariche più grandi di Europa. Se la

situazione non fosse così grave, ci sa-

rebbe da ridere, specialmente pensando

alle altre due discariche già presenti nel

raggio di pochi chilometri (Alli e Piano-

poli). I lavori ora sono sospesi, e per

questo bisogna ringraziare dei semplici

cittadini che, insospettiti dal via vai di

camion per trasporto terra, si sono in-

formati sulla reale situazione e, costa-

tando delle evidenti illegittimità, si sono

riuniti in un comitato “No discarica Bat-

taglina”. Al contrario delle istituzioni e

delle numerose forze politiche, per le

quali oggi la discarica sarebbe, forse,

già realtà. Indipendentemente sul di-

scorso prettamente burocratico legato

alle vergognose concessioni da parte dei

comuni del catanzarese e dalle Regione

Calabria, viene a

galla, per l‟ennesi-

ma volta, il modo

completamente

sbagliato di gesti-

re i rifiuti. Mentre

negli altri comuni

d‟Italia si parla di

differenziata, ter-

movalorizzatori

ecc., in Calabria ancora si progettano

discariche in pieno bosco e si cerca di

trasformare un comune della regione (in

questo caso Catanzaro) nella pattumiera

della penisola. Questo succede per in-

competenza (tanta), ignoranza

(abbondante) e per rafforzare il legame

Regione Calabria/mafia utile e propizio

per ingrossare portafogli di politici e

malavitosi. Il tutto “mangiando” sulla

povera gente continuando a lasciare

buchi finanziari disastrosi nei conti re-

gionali. Gli stessi buchi profondi decine

di metri pagati con denaro dei calabresi

e che oggi fanno “bella” mostra tra bo-

schi verdi, colline erbose e orizzonti

infiniti.

Dal 1° gennaio è approdato nelle sale cinematografi-

che il tanto e atteso Capitan Harlock 3D. Per i fan clas-

sici e appassionati della prima ora, il film si discosta

dalla trama originaria delle saghe dei cartoni animati

che hanno appassionato e sono rientrate di diritto

nell'immaginario collettivo di due generazioni. Il film

di animazione in computer grafica si presenta sempli-

cemente stupefacente, l'ambientazione concilia lo stile gotico con le modernissime

tecnologie 3D. Un sonoro potente e coinvolgente dove lo spettatore sembra di vivere

in prima persona le battaglie, le implosioni, i fasci di luce e i combattimenti che si

protraggono nelle 2 ore della pellicola. Non diremo la trama, lasciando al lettore la

curiosità di visionare l'opera, ma, soffermiamoci sul leggendario pirata nero. Un Har-

lock nichilista a tratti wagneriani, un cocktail di forza e fierezza marziale ma nello

stesso modo un uomo con i suoi dubbi e le sue incertezze. Chi salpa sulla navicella

"Arcadia", sposa idee e stile di vita del Capitano. Arcadia diventa la via di militia, la

comunità da cui ripartire e assaltare il futuro. La via guerriera. Sfidare l'apparente

"bene assoluto", rappresentato dalla coalizione Gaia ( ricorda vagamente l'ONU) che

ha instaurato un regime dittatoriale responsabile della cacciata degli uomini dal globo

terrestre. Gli uomini si ritrovano senza la loro origine, sradicati dalla loro storia: la

patria. Per questo gli uomini e le donne che hanno nel loro cuore la voglia di riscatto e

non vogliono rimanere passivi a quello che li circonda seguono la bandiera di Harlock.

Un manipoli di combattenti, tra la rigidità militare e la spensieratezza scanzonata di

una ciurma di pirati, sceglie la via più difficile: quella dei sognatori. Non importa se

alla fine vinceranno o perderanno ma la rotta verso il destino è stata tracciata. Come

dice la voce fuori campo, durante le ultime battute del film, chi è sull'Arcadia sceglie

di andare avanti e più avanti ancora.

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Ed eccoci giunti nel 2014. Dopo la pausa natalizia durante la quale gli studenti si sono tranquil-lamente “rilassati”, incuranti di nuove i tasse che i genitori devo-no pagare o della disoccupazione giovanile che aumenta incessan-temente, noi, militanti di Area Stu-dentesca, abbiamo seguito con attenzione la notizia del governo Letta che, attraverso la legge di sta-bilità, vuole destinare quasi 500 milioni di eu-ro alle scuole private. Eb-bene si, ave-vamo parlato nel numero precedente di “Controvento”, dei motivi per i quali siamo scesi in piazza, tra cui il degrado in cui si trovava la scuo-la pubblica Italiana, nonostante il consiglio dei ministri avesse ap-provato il decreto “welfare per lo studente” (come chiamato dal go-verno), che destinava nuovi fondi alla scuola e agevolazioni per i ragazzi. Infatti il 23 dicembre 2013 il governo non si smentisce e con una dichiarazione del sottosegre-tario all’Istruzione Toccafondi spiega come quel “welfare” sarà destinato alle scuole private che riceveranno la consistente somma di 494 milioni di euro. Paradossali le parole di Toccafondi che parla

di una mossa importante da parte del governo in aiuto di scuole sta-tali e “non statali”. Non più private quindi, ma bensi, secondo il sotto segretario, non statali. Parole che cercano di na-scondere ciò che palesemente attua il governo in aiuto di quelle scuole che, soprattutto con questa crisi, in molti non possono permet-

tersi. Un al-tro esempio di come questo go-verno con a capo Letta speculi sui cittadini e dia molti più incentivi ai privati. Noi

di Area Studentesca Catanzaro non ci facciamo fregare, ci mobili-teremo per cercare di sensibilizza-re in primis gli studenti, ma non di meno tutta la cittadinanza, per di-fendere il nostro DIRITTO ALLO STUDIO, perché non è più possi-bile che ragazzi che dovrebbero essere il futuro della nazione, sia-no costretti a passare la maggior parte della loro giovinezza in strut-ture fatiscenti e pericolose, senza attrezzature adeguate. Il governo prima di tutelare i propri interessi dovrebbe interessarsi del popolo che non ne può più di vedere i propri figli senza il diritto allo stu-dio.

Si avvicina la tornata elettorale all’ UMG di Catanzaro, i giorni 22 e 23 gennaio ci saranno il rinnovo delle cariche di rappresentanza studente-

sca e lo studente dovrà ef-fettuare il voto bar-

rando il simbolo della lista e del can-didato correlato. Un appuntamento che in tutti gli atenei d'Italia rappre-senta un momento di politica attiva e di confronto. In tutti gli atenei ecce-zion fatta per quello del capoluogo calabrese. A parte singolari episodi di buoni risultati conseguiti, non pos-siamo che notare una mancanza di una vera politica studentesca tout court. Non ci sono gruppi umani, o meglio comunità, che sono portatori d'interesse della classe studentesca e in sinergia con il corpo docente e istituzioni universitarie vogliono il rilancio effettivo dell'università. Ci sono i piccoli orticelli da coltivare, con interessi di natura personale e le varie cordate "amichevoli". Una "politichetta" fatta di ottimi portabor-se e non di brillanti rappresentanti, animata da una vocazione sindacale. Spulciando il nome di liste, troviamo i soliti "ex" rappresentanti tra cui per-sone che hanno già conseguito la laurea, che non mollano le poltrone. Ci sono candidati che rispondono ai diktat di consiglieri comunali che ef-fettuano le designazioni delle liste, regie non occulte ma ben visibili alla luce del sole. Ribadiamo, Area Stu-dentesca ha sempre stimato chi ha concretamente portato risultati positi-vi e ne riconosce il valore del lavoro svolto, ma non basta. Troppo poco. I

problemi continuano ad essere trop-pi: dalle borse di studio Ardis, alla mancata consegna dei lavori delle case site a Germaneto, alle tasse elevate ragionali fino ad arrivare ai trasporti e tutti i servizi principali che continuano a latitare. Per questi mo-tivi Area Studentesca invita tutti i suoi simpatizzanti e gli studenti liberi a non far parte di questo siparietto elettorale. Siamo una comunità che da poco tempo si è ramificata all'in-terno dell'università, una forza giova-ne che non ha la presunzione di competere e misurarsi. Per la nostra visione crediamo nel lavoro quotidia-no, passo dopo passo, l'obiettivo è di costituire una realtà studentesca do-ve il vero valore è rappre-sentato dall'attivi-smo in prima li-nea. La politica del Fare e non dei comunicati a mezzo stampa. Ci discostiamo e non diamo fiducia ai "piccoli" politicanti, pedine di una scacchiera di equilibri lontani dal campus di Germaneto. Le elezio-ni e le nomine di rappresentanti sono uno strumento effettivo per il lavoro di una comunità e non un fine per squadre redatte all'ultimo memento per il fatidico appuntamento del cer-care il "voto". Cambiamo registro, invertiamo la marcia dell'immobili-smo senza credere alle sirene del politicamente corretto. Forma e so-stanza. In queste elezioni, mancano entrambe e Area Studentesca si astiene!

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Acca Larentia è il nome di una piazzetta di Roma e negli anni

ottanta diventò il nome di una sede dell‟MSI. Francesco Cia-

vatta, Maurizio Lupini, Franco Bigonzetti, Giuseppe D‟Audino

e Vincenzo Segneri I ragazzi che quella sera si trovavano alla

sede di Acca Larentia, stavano per iniziare uno dei loro quoti-

diani impegni: informare, lottare, scrivere. Quella sera avrebbe-

ro fatto volantinaggio per pubblicizzare un concerto degli Ami-

ci del Vento. Dai racconti dei sopravvissuti si è ricostruito

quanto successe : si era all‟imbrunire e si era deciso di chiudere la sezione, le ultime racco-

mandazioni “hai spento la luce?” la preoccupazione di quelle bollette sempre troppo care

per le loro tasche. Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta sono già sull‟uscio, e mentre

parlano con gli amici che stanno dentro, danno le spalle alla strada e non si accorgono che

dietro di loro, dietro i piloncini di marmo che delimitano il marciapiede, hanno preso posi-

zione, come un plotone di esecuzione, cinque o sei vigliacchi armati, con il volto appena

coperto da sciarpe e passamontagna. Era la sera del 7 gennaio „78 e cominciarono a spara-

re alle spalle di quei ragazzi innocenti. Fiamme e fumo uscivano dalle canne, un crepitio di

colpi che sembrarono agli ignari bersagli dei tardivi mortaretti di capodanno. Ma la trage-

dia non era ancora finita sul selciato giacevano i corpi di due giovani non ancora ventenni

uccisi a sangue freddo, e nel giro di qualche ora ad Acca Larentia erano arrivati tutti i mili-

tanti dell‟ MSI e non, simpatizzanti, extraparlamentari, le forze dell‟ordine, c‟era un gran

parapiglia, i ragazzi gridavano slogan, volevano in qualche modo sfogare la loro rabbia

impotente, avevano disteso bandiere a terra per coprire il sangue dei loro camerati, ma i

poliziotti li spintonano, vorrebbero smobilitarli, la situazione si fa incandescente e precipi-

ta nel giro di pochi attimi. C‟è chi racconta che la scintilla scoppiò quando un giornalista

gettò sul sangue non ancora rappreso di Francesco una cicca di sigaretta e per evitare il

linciaggio un carabiniere sparò ad altezza uomo, colpendo a morte un altro ragazzo dell‟

MSI. In quel momento di pura follia, un altro vigliacco mai pagò per il suo gesto inconsul-

to, questa volta indossava una divisa da carabiniere. A cadere raggiunto da un colpo in

mezzo alla fronte è un diciannovenne, si chiamava Stefano Recchioni e sarebbe dovuto

partire da lì a pochi giorni per andare ad arruolarsi nei paracadutisti, coronando il suo so-

gno. Giovani che erano veri eroi, che sfidavano l‟omologazione voluta dalla sinistra e dal

potere imperante, che si riunivano con coraggio, con determinazione e cocciutaggine in

qualche sede sgangherata per condividere idee e per dire no alla prepotenza di altri ragazzi

che volevano imporsi con la forza dei numeri. Per noi ragazzi di Al.Po.Cat è un dovere

morale ricordare la “strage di Acca Larentia” in quanto a questi tre ragazzi non ancora

vent‟enni fù “strappata” la vita, per il semplice motivo di credere in qualcosa e di portare

avanti le proprie idee in anni che purtroppo non lo consentivano, dove “uccidere un fasci-

sta non era reato” e l‟odio

comunista e dei “Servi dello

Stato” incominciava a farsi

sentire.

Mentre le famiglie italiane attraversano

uno dei momenti economici più diffici-

li degli ultimi decenni, Letta, assieme

al suo governo, continua a prendere in

giro gli italiani: dichiarazioni di nuove

manovre anticrisi, tagli alle spese pub-

bliche, facilitazioni per famiglie, per i

lavoratori e per imprenditori. Fino ad

ora però l‟unica vera strategia è stata

quella di introdurre nuove tasse con

nomignoli sempre più difficili da ricor-

dare.

Noi del movimento AlPoCat. non chiu-

diamo gli occhi davanti a questi sopru-

si, oramai da troppo tempo il

popolo italiano si trova a su-

bire le decisioni di chi non ha

nessun interesse nei confronti

del popolo. I cittadini Italiani

sono accusati di fare populi-

smo e di ignorare le vicende

politiche, la verità però e che

ogni giorno sentiamo storie di

disperazione, dove per prota-

gonisti ci sono imprenditori, padri di

famiglia e giovani, i quali, rispettiva-

mente, non riescono a pagare stipendi,

non riescono a mantenere la propria

famiglia e non hanno più la possibilità

di trovare un impiego. Il 2014 ormai è

iniziato da un mese e all'orizzonte non

si intravedono cambiamenti, stessa sto-

ria dell'anno passato, gli stessi annunci

di rilancio e ripartenza di Gennaio

2013. A oggi siamo sicuri solo del fatto

che sono passati altri dodici mesi e i

problemi sono drammaticamente tutti

uguali, pressione fiscale sempre più

alta e famiglie che “sopravvivono” cer-

cando di arrivare a fine mese. Se ce ne

fosse bisogno, una delle ultime confer-

me a quanto detto arriva dai risultati

del Rapporto sulla Coesione Sociale,

stilato da Istat, Inps e Ministero del

Lavoro: questa è l‟Italia più povera dal

1997. Il 15,8% degli individui vive

sotto la soglia di povertà, un pensionato

su due vive con meno di mille euro al

mese, calano i posti fissi per i lavorato-

ri under 30. Solo la Grecia sta peggio

di noi. E ancora, sono oltre 47,6mila le

persone senza una casa mentre la di-

soccupazione giovanile ha raggiunto

quota 41% (+ 14% dall‟inizio della

crisi). Inoltre, nonostante l‟aumento

delle tasse, dal 2011 le retribuzioni dei

lavoratori sono rimaste pres-

soché immutate, l‟aumento

medio degli stipendi mensili,

infatti, è di soli 4 euro.

La cosa più assurda e che

mentre la nave va a fondo, i

nostri politici sprecano tempo

e denaro (il nostro) per discu-

tere la fiducia a Silvio Berlu-

sconi, a dibattere da dietro le

scrivanie dei loro partiti e a occuparsi

di tutto tranne che degli interessi degli

Italiani.

La nostra voce potrà essere solo una

goccia in un mare, ma chiediamo a chi

ci legge e alla popolazione Italiana che

ancora crede in questo tipo di politica,

di smettere di illudersi e finirla di ap-

poggiare questi oscuri signori servi

delle banche e delle lobby massoniche.

Il nostro sogno è vedere italiani fieri

che si ribellano e scendono per le stra-

de, di giovani che lottano per un lavo-

ro, una famiglia. Basta con pigre perdi-

te di tempo davanti la pay-tv, è tempo

di ricominciare a credere in se stessi e a

prenderci ciò che ci appartiene tornan-

do a lottare.