Dea Notizie 69

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Periodico di Informazione Cultura e Politica collegato a www.deanotizie.it - distribuzione gratuita Anno III N. 69 11 settembre 2009 Con Voi voleremo alto Con Voi voleremo alto ANALISI CLINICHE - CHECK - UP D.ssa CARLA DE ROSA & C. s.a.s. Via Luciani (Parco Agorà) Vitulazio (CE) - Telefax 0823 990 286 Si effettuano prelievi domiciliari GRATUITI ANALISI DEL LIQUIDO SEMINALE PER DIAGNOSI DI INFERTILITAVia Francesco Vito Pignataro Maggiore (Caserta) Info: 0823 654481 349 2507165 Romagnuolo: un nome, una garanzia Rimborsi Irap, in arrivo la proroga È in corso di predisposizione il provvedimento del direttore del- l’Agenzia delle Entrate che dispone il rinvio della data di attiva- zione della procedura per la presentazione delle istanze di rim- borso previste dall’art. 6 del decreto n. 185 del 2008, fissata al 14 settembre 2009. La proroga è necessaria per individuare, le so- luzioni tecniche più idonee per eliminare gli inconvenienti con- nessi al meccanismo telematico di presentazione delle istanze di rimborso, tenuto anche conto delle segnalazioni pervenute dagli Ordini professionali e dalle Associazioni di categoria. Io: il peggior nemico Sabrina Cicala - Collaboratrice da Caserta "Vorrei morire a questa età, vorrei star fermo mentre il mondo va…". Sulle vivaci note dei Bau- stelle, si sono spes- so combinati cori di adolescenti che hanno intonato con gran gioia una realtà psicologica che, analizzata e capita, spaventa e sconvolge. Urlata da atti estremi come corse sulle mo- to, vendita di droga, episodi di ano- ressia, accolta con inquietante natu- ralezza. Pane quotidiano… ma mar- cio. Perché quello che è al centro dell'informazione è solo un riflesso di ciò che, forse in modo meno platea- le, avviene tra noi. Aprendo gli occhi potremmo accorgerci di quella ra- gazza che parla poco, si nasconde tra ampi maglioni, ha un viso pallido e gli occhi leggermente incavati. Ma- gra ed eccessiva- Continua a pag. 20

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Periodico di Informazione Cultura e Politica collegato a www.deanotizie.it - distribuzione gratuitaAnno III N. 69 11 settembre 2009

Con Voi voleremo alto Con Voi voleremo alto

ANALISI CLINICHE - CHECK - UPD.ssa CARLA DE ROSA & C. s.a.s.

Via Luciani (Parco Agorà)Vitulazio (CE) - T elefax 0823 990 286

Si effettuano prelievi domiciliari GRA TUITI

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(Caserta)Info: 0823 654481

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Romagnuolo: un nome, una garanzia

Rimborsi Irap, in arrivo la prorogaÈ in corso di predisposizione il provvedimento del direttore del-l’Agenzia delle Entrate che dispone il rinvio della data di attiva-zione della procedura per la presentazione delle istanze di rim-borso previste dall’art. 6 del decreto n. 185 del 2008, fissata al 14settembre 2009. La proroga è necessaria per individuare, le so-luzioni tecniche più idonee per eliminare gli inconvenienti con-nessi al meccanismo telematico di presentazione delle istanze dirimborso, tenuto anche conto delle segnalazioni pervenute dagliOrdini professionali e dalle Associazioni di categoria.

Io: il peggior nemicoSabrina Cicala - Collaboratrice da Caserta

"Vorrei morire aquesta età, vorreistar fermo mentre ilmondo va…". Sullevivaci note dei Bau-stelle, si sono spes-so combinati cori diadolescenti che

hanno intonato con gran gioia unarealtà psicologica che, analizzata ecapita, spaventa e sconvolge. Urlatada atti estremi come corse sulle mo-to, vendita di droga, episodi di ano-ressia, accolta con inquietante natu-ralezza. Pane quotidiano… ma mar-cio. Perché quello che è al centro

dell'informazione è solo un riflesso diciò che, forse in modo meno platea-le, avviene tra noi. Aprendo gli occhipotremmo accorgerci di quella ra-gazza che parla poco, si nascondetra ampi maglioni, ha un viso pallidoe gli occhi leggermente incavati. Ma-gra ed eccessiva- Continua a pag. 20

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DEA NotizieSede legale e Redazione

via Regina Elena, 2881041 Bellona CE

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c.c.p. 33785874 - P.I. [email protected]

Settimanale di Cultura,informazione e politica

Collegato a www.deanotizie.itAut. Nr. 665/06 del

19.10.2006Tribunale S. Maria C.V.

Direttore ResponsabileFrancesco Falco

Vice DirettoreFranco V aleriani

Responsabile RedazioneAntonella Aquaro

Grafica: Antonio Scala

Luigi Reverberi: un Soldato, un Alpino, un UomoDr. Domenico Valeriani - Collaboratore da Bellona

Luigi Reverberi nac-que a Cavriago(Reggio Emilia) il10-09-1892 da pa-dre farmacista Tor-quato e DomenicaBalzani. Tenentedell'Esercito Italia-

no, nel 1912 partecipò alla Campa-gna di Libia. Durante la 1^ GuerraMondiale al Capitano Luigi Reverberifurono conferite le seguenti onorifi-cenze: Ordine Militare di Savoia, 3Medaglie d'Argento e 1 Croce diGuerra al Valor Militare. Fu promossoMaggiore per Merito di Guerra. DaComandante di un battaglione Alpinisi distinse in una azione ardimentosaquando, si aprì una breccia sul MonteGrappa e riuscì a penetrare in profon-

po d'Armata nel 1947. Il 21 gennaio1951 a Brescia, nella ricorrenza dellabattaglia di Nikolaevka, il GeneraleUmberto Utili, Comandante MilitareTerritoriale di Milano, gli consegna, informa solenne, la Medaglia d'Oro alValor Militare per le operazioni sulfronte Russo. Luigi Reverberi morì aMilano il 22-06 -1954 all'età di 62 an-ni. Riposa nel cimitero di Montecchioin Reggio Emilia e la sua tomba è me-ta di pellegrinaggio di Alpini di tutte legenerazioni. La motivazione della Medaglia d'Oroal Valor Militare conferita al GeneraleLuigi Reverberi recita: "Comandantedella Tridentina ha preparato, forgiatoe guidato in Russia i suoi Reggimentiche guadagnarono, a riconoscimentodel comune eroismo, la Medaglia d'O-ro al Valor Militare. Nel tragico ripie-gamento del Don, dopo tredici com-battimenti vittoriosi, a Nikolaevka ilnemico superiore in uomini e mezzi,sistemato su posizione vantaggiosa,resisteva ai numerosi, cruenti nostritentativi. Il Comandante nel momentocritico, decisivo, si offre al gesto riso-lutivo: alla testa di un manipolo di ani-mosi, balza su un carro armato e silancia sull'ostacolo, incitando con lavoce la colonna che lo segue coro-nando con una vittoria il successodella giornata. Esempio luminoso digenerosa offerta, eletta coscienza dicapo, eroico valore di Soldato". Niko-laevka (Fronte Russo), Agosto 1942 -Gennaio 1943.

dità nel dis-positivo av-versario, cat-turando nu-merosi pri-gionieri cheresistevanoin Val Ci-smon. Il 4a g o s t o1940, con ilgrado di Ge-nerale, as-sunse il comando della Divisione Alpi-na Tridentina. Partecipò alla guerrasul fronte greco-albanese e nel lugliodel 1942 partì per la Russia. Sul fron-te russo il 26 gennaio 1943 si distinsenella battaglia di Nikolaevka, metten-do in salvo 30.000 alpini e migliaia disbandati di varie nazionalità. Nellanotte tra l'8 e il 9 settembre il Genera-le Reverberi, fu arrestato dai tedeschia Bressanone e inviato al campo diconcentramento per Ufficiali di Posennella Germania orientale. Due mesidopo fu trasferito a Vittel, in Francia, inun campo per Ufficiali ma qui il Gene-rale prese contatto con i partigianifrancesi. Scoperto fu internato in uncampo di punizione a Wietzendorf enell'estate del 1944, nuovamente tra-sferito a Posen. Agli inizi del 1945passa nelle mani dei russi rimanendoprigioniero nella zona di Kiev. Nel set-tembre del 1945 fu rimpatriato. Entra-to nella riserva termina la sua carrieracon la promozione a Generale di Cor-

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Storia d'It alia controcorrente: Giudizi sul Sud borbonico - terza parte

Prof. Antonio Martone - Collaboratore da Pignataro Maggiore

I liberali borghesi e i cafoniPer capire chi fossero i libe-rali, è interessante leggereuna lettera che Carlo Poerionel 1848 scriveva al fratelloAlessandro; Carlo era patrio-ta liberale e proprietario ter-riero; quando nel 48 i cafoni

avevano minacciato i suoi beni, li definisce "unasetta antisociale e bestiale" che si mettono contro"la massa dei proprietari e degli onesti cittadini".La conclusione era stata amara: "Noi abbiamo perduto tutta la rendita di quest'an-no".

L'analfabestismoEra molto diffuso; le regioni del nord erano piùistruite, all'ultimo posto erano le regioni del Sud.(p. 13)Vedi in contrario D. Cosimato, L'istruzione pubbli-ca nel Mezzogiorno tra Restaurazione e Reazio-ne, Morano edit. Napoli, 1974, pp. 5-7.Come scrivevano gli uomini del Risorgimento Garibaldi quando scriveva era pieno di retorica;

Cavour scriveva e parlava in francese (p. 14) Lafamosa frase del Risorgimento "Non siamo insen-sibili al grido di dolore che da tante parti d'Italia sileva verso di noi" pronunciata da Vittorio Emanue-le II il 10 gennaio 1859 fu ideata in francese e perdi più da un francese; la suggerì infatti NapoleoneIII.

Pisacane, Garibaldi e i cont adiniCarlo Pisacane, socialista, voleva andare incontroai bisogni del popolo contadino, ma non fu com-preso, vi riuscì Garibaldi, ma i fatti di Bronte in cuiBixio fece fucilare i contadini insorti per ottenere leterre, dimostrano che anche Garibaldi fallì. (p. 21)

Il decennio di prep arazione? Capitolo II: La costruzione dello stato e il primo ri-schio di crisi dell'unità.Non ci fu nessuna preparazione perciò, quando fufatta l'unità, si dovette improvvisare: le leggi pie-montesi furono estese a tutta l'Italia (p. 28).

Piemonte: regresso e inciviltàL'avversione al Piemonte era rafforzata dalla con-

vinzione che non si trattava dello Stato italiano piùprogredito. P. Villari nel 1866 scrisse: Prima del1848 il Piemonte non era neppure una delle regio-ni più civili d'Italia.

Amministratori incap aciI ministri meridionali furono incapaci di realizzarele idee prima sostenute perché erano solo degli in-tellettuali e poco o niente pratici di amministrazio-ne. I borghesi meridionali aspiravano solo agli im-pieghi; né d'altra parte erano capaci gli ammini-stratori piemontesi venuti nel sud. La nuova eco-nomia creata dai piemontesi era fondata sugli abu-si. Critica da parte di Cavour: milioni di lire asse-gnati a non so quali martiri, nuovi impieghi creati,concessioni date per conciliarsi gli animi a spesedel tesoro di Stato (p. 32).

Il protezionismo dei Borbone in crisiLe industrie si avviano al fallimento. D'altra parte, dare lavoro non era tra le priorità delnuovo governo; l'esigenza primaria nel 1861 eranole spese militari (p. 34).

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Storia della canzone it alianaFranco Valeriani - Giornalista - Collaboratore da Bellona

anni '40, furonocomposte moltecanzoni che die-dero origine al fi-lone delle "can-zoni all'italiana"interpretate danoti artisti dellalirica come Be-niamino Gigli,Giuseppe Lugo,Tito Schipa, Fer-ruccio Tagliavini,Tito Gobbi e Gino Bechi. Nel 1940 il te-nore Lugo cantò: "La mia canzone alvento" e nel 1942 Tagliavini cantò: "Vo-glio vivere così", motivi musicali che de-scrivevano una immaginaria felicità da

Siamo giunti all'anno1937 e la canzoneche tutti gli italianicantavano era. "Vive-re", interpretata dal te-nore Tito Schipa. Ilmotivo ricordava glianni dal 1935 al 1939che furono quelli del

primo benessere economico dell'Italia:comprare una radio, un grammofono,una motocicletta, l'auto, una cucina eco-nomica e potersi recare in vacanza almare, tutte cose che, fino ad allora, era-no state "proibite"agli italiani ed i prezzi,stabiliti dal governo, erano giusti per tut-ti e controllati da un comitato vigilanza.Tra la fine degli anni '30 e l'inizio degli

gustare in campagna sotto il sole ed unleggero venticello. Mentre BeniaminoGigli cantava l'amore per la "Mamma",commuovendo intere platee. Dagli annidi un benessere illusorio, si passò aquelli della seconda Guerra Mondialeche cambiò il volto dell'Italia e dell'Euro-pa. Siamo nel 1941, anno in cui tutti can-tano un motivo di Rastelli-Panzeri. "Iltamburo della banda d'Affori", una can-zone che creò diversi problemi agli auto-ri poiché si pensò che, con "il tamburoche comanda 550 pifferi", alludessero aMussolini poiché 550 erano i consiglierinazionali del suo governo. A questa can-zone seguirono altri successi: "Pipponon lo sa" ed "Evviva la torre di Pisa". Inquel tempo i ragazzi indossavano i cal-zoni corti fino all'età di venti anni, le ra-gazze non uscivano sole la sera e petti-navano i capelli come Veronica Lake oAlida Valli due attrici di successo. Sul fi-nire degli anni trenta nacquero gli "stor-nelli"ed i cantanti erano detti "stornella-tori". Gli stornelli potevano essere dolci opungenti ed esprimevano sentimenti digelosia, sdegno, vendetta, rabbia o di-spetto. Gli stornelli erano magistralmen-te interpretati da cantanti romani, tosca-ni, napoletani e abruzzesi. Uno stornelloromano dice: "Carica de sospiri e de la-menti cammina barca mia, camminaavanti e nun avé paura de li venti". Unostornello toscano: "Allor che in cielosplendono le stelle, felice porto con imiei stornelli la buona sera a tutte le ra-gazze belle". Ed infine uno stornello na-poletano: "Sciurillo 'e noce pé tè ca chi-stu core è miso 'ncroce, aggio perduto 'apace 'o suonno e 'a voce". Molti furonogli interpreti di stornelli: Carlo Buti, Otel-lo Boccaccini, Oscar Carboni, NarcisoParigi, Claudio Villa e Luciano Tajoli. Og-gi la "civiltà" in cui viviamo ha spento l'e-co di quelle canzoni e degli stornelli, chefacevano parte di un mondo ricco di tan-ti sogni e tante speranze.

Quinta parte

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Il GiubileoFranco Valeriani - Giornalista - Collaboratore da Bellona

Il termine Giubi-leo deriva dall'e-braico Jobel chesignifica "cornod'ariete" perché ilcorno di un arieteera adoperato co-me tromba perannunciare l'ini-

zio dell'anno. Il primo Giubileo fu indettoda Papa Bonifacio VIII e stabilì che fos-se celebrato ogni cento anni. Nel 1343Papa Clemente VI stabilì che si svolges-se ogni 50 anni e nel 1390 Papa UrbanoVI volle che si celebrasse ogni 33 anni inricordo degli anni di Gesù Cristo. Conuna bolla del 1470 Papa Paolo II stabilìla scadenza ogni 25 anni e dura tuttora.Durante il Giubileo i fedeli devono effet-tuare pellegrinaggi presso un santuario,attraversare la Porta Santa in Vaticano efare indulgenze. Tutto ciò esprime il si-gnificato dell'Anno Santo. Il pellegrinag-gio è il segno dell'uomo in cammino ver-

so una méta cheporta a Dio. Tuttisiamo in cammi-no ovunque citroviamo, uncammino alla ri-cerca della Veri-tà, della Pace in-teriore e dell'in-contro con Dio.La Porta Santa èil passaggio dalpeccato alla Gra-

zia . Nel Vangelo di Giovanni , Gesù di-ce: "… Io sono la porta… "cioè nessunopuò giungere al Padre se non attraversala Porta, poiché Gesù è la Porta dellasalvezza. L'indulgenza esprime la mise-ricordia di Dio. E' il segno dell'amore delpadre che perdona il peccatore. L'amoredi Dio è un amore per i peccatori affinchési riconcilino con il Padre. Il Giubileo è unmomento di intensa spiritualità ed un raf-forzamento della Fede.

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Il 2001 è stato dichia-rato Anno Europeodelle Lingue a seguitodi un’iniziativa delConsiglio d’Europa edella UE, durante laquale migliaia di per-sone in 45 Paesi sono

state coinvolte per celebrare la diversi-tà linguistica e l’importanza dell’appren-dimento di almeno una seconda lingua.La UE è molto interessata al problemaglottologico tanto che investe più di 30milioni di euro all’anno per promuoverelo studio delle lingue straniere e la di-versità linguistica tramite numerosi pro-getti, tra cui Socrates e Leonardo da

Vinci. In tal senso il 2001 ha rappre-sentato un evento eccezionale: era laprima volta che alle lingue veniva dedi-cato un anno intero e, pur se riguarda-va solo l’Europa, la celebrazione avevaobiettivi ambiziosi e di carattere gene-rale. Ci si concentrò molto sull’impor-tanza della lingua quale espressione diidentità culturale; si svolsero molte atti-vità, tra cui gare, festival, programmi te-levisivi e radiofonici, corsi di lingue,conferenze, seminari, ed altro ancora,ed uno dei risultati è stata l’istituzionedel 26 settembre quale Giornata Mon-diale della Lingua, per concentrare l’at-tenzione pubblica sull’importanza delplurilinguismo e l’apprendimento delle

lingue lungo tutto l’arco della vita di ognisingolo uomo. Si è trattato della secon-da iniziativa di questo genere, infatti giànel 1999 l’UNESCO aveva proclamatoil 21 febbraio Giornata Internazionaledella Madrelingua per commemorare lamorte, nel 1952, di cinque studenti cherivendicavano il riconoscimento delbangla come lingua di stato dell’ex Pa-kistan (oggi Bangladesh). Anche inquesto caso lo scopo era proteggere epromuovere la diversità linguistica non-ché l’istruzione plurilingue. Nel giro disoli tre anni, quindi, si sono avute bendue giornate dedicate al problema lin-guistico e dal 2001 il 26 settembre è di-ventato un giorno importante in cui ri-flettere sulla diversità linguistica, unmomento comune per valorizzare tuttele lingue ed in particolare per mobilitar-si a favore di quelle minoritarie e quellead alto rischio di estinzione. Il 26 set-tembre è e deve essere un’occasioneper promuovere anche un maggiore in-teresse a favore di tutte le diversità e ditutti i dialetti all’interno di una lingua,nonché una maggiore attenzione versola gamma espressiva di ciascuna lin-gua, il che significa imparare ad ap-prezzarne ogni varietà e stile (formaleed informale; regionale e sociale; …).Ma soprattutto deve essere un momen-to di riflessione sul significato profondodi lingua quale espressione di identitàdi ogni singolo popolo, nonché sul suodeterminante ruolo nel progresso e nel-la società degli uomini.

Sapevate che… ?D.ssa Ylenia Galluccio – Lingue, culture e letterature moderne - Collaboratrice da Capua

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Il 30 agosto alle ore 19.00 pressola Chiesa S.Filippo e Giacomo diGiano Vetusto i coniugi FilippoZona e Giovanna De Nucci hannocelebrato i loro cinquant’anni diMatrimonio rinnovando così la lo-ro scelta d’amore con la benedi-zione del Parroco Don AntonioNacca.Gli porgono tanti auguri e felicita-zioni i figli Liberina e Bernardo, ilgenero Giacomo, la nuora Anna,e i nipoti Giuseppe, Michela, Vale-ria, Filippo e Giovanni.AUGURI anche dal Direttore edallo Staff di Dea Notizie

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Lassù qualcuno è imp azzitoD.ssa Ersilia Altieri collaboratrice da Capua

D'altro canto non èfacile restare indif-ferenti ed immunidi fronte al conti-nuo bombarda-mento della propa-ganda mediaticapropositiva di false

speranze!!! In tal senso è utile, riba-dire e ricordare i punti essenziali del-la terapia dell'obesità: PRESCRI-ZIONE DIETETICA, regolare eserci-zio muscolare e norme generali diigiene personale, in altre parole lo"Stile di Vita". Quanto consigliato vàintegrato con l'invito ad assumere unatteggiamento psicologico più auto-

nomo rispetto alla cosiddetta "cultu-ra" della globalizzazione e un più at-tento controllo dello stress, fenome-no comune al nostro tempo. In con-creto la semplice naturale alimenta-zione (con le dovute correzioni delcaso) e la regolare attività fisica, de-vono essere accompagnate da unapositiva elaborazione cognitivo -comportamentale. In effetti, la tera-pia cognitivo - comportamentale sibasa su un elementare concetto ge-nerale: Se si conosce il problema(aspetto cognitivo) probabilmente cisi comporta meglio (aspetto compor-tamentale) e ciò dovrebbe valere an-che per la condotta alimentare. Ana-lizzando l'obesità da un punto di vi-sta meramente fisiologico, essa è ilrisultato dell'interazione tra fattoriambientali facilitanti e alterazioni ge-netiche, meglio poligeniche predi-sponesti. Miriadi sono, infatti, gli im-put che intervengono nel bilancioenergetico del dare e avere, dandoper esempio attenzione ai soli ormo-ni "regolatori": leptina, NPY, grelina,

resistita, adiponectina, MSH,POMPC, eccetera… possiamo bencomprendere la complessità del tes-suto adiposo che ha funzioni sia re-golatrici sia endocrine. Insomma intermini tecnici l'assunzione di cibo ele riserve energetiche sono le varia-bili "controllate" dalla periferia delcorpo, il cervello rappresenta il "con-trollore" ed i segnali biochimici delsistema nervoso periferico e/o auto-nomo costituiscono i "messaggeri”.E' evidente quindi che, non sono po-che le discipline di base (genetica,biologia molecolare, biochimica,neurofisiologia) e le discipline appli-cate (chirurgia bariatrica, psichiatriae psicologia clinica, nutrizione clinicae farmacologia) implicate nello stu-dio e nella cura dell'obesità. Stantequanto sopra è consequenziale con-vincersi che "ingabbiarsi" in una del-le tante terapie risolutive propostedal business consumistico è innatu-rale ed artificioso… diffidate quindidalla crescente Disinformazione Af-faristica, diffidate gente…fine

II parte

Auguri

A p p r e n -d i a m ocon im-m e n s asoddisfa-zione cheil Profes-sore Pao-

lo Mesolella ha ricevuto l’incaricodi Dirigente Scolastico presso unistituto di scuola secondaria diParma. Al nostro validissimo Col-laboratore gli auguri di buon lavo-ro con l’auspicio che presto ri-prenderanno le pubblicazioni deisuoi apprezzatissimi articoli.Ciao Paolo ad maiora.

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Orario e Convenzioni alla penultima p agina

Ente Provincia Casert a

"La pesca miracolosa", il capolavoro di MarulloDott.ssa Anna Rita Mongillo - Scienze dei Beni Culturali - Collaboratrice da S. Maria C. V.

Curiosando nellapinacoteca del Mu-seo ProvincialeCampano, mi sonoimbattuta nella telaraffigurante la "Lapesca miracolosa",databile al XVII se-colo. Nel quadro

Gesù è raffigurato sulla destra e sirivolge a Simon Pietro che guardaverso di lui indicando i pesci raccoltiin una cesta, mentre alle spalle diGesù si nota una figura di cui non siconosce l'identità. La parte centraledel dipinto è occupata da una barcadi traverso, dalla quale si sporge unpescatore intento ad armeggiarecon le reti. Inizialmente l'opera fu at-tribuita dalla Commissione Conser-vatrice dei Monumenti ed Oggetti diantichità e Belle Arti della Provinciadi Terra di Lavoro a Paolo Finoglio,quando venne acquistata nel lonta-no 1891 dal museo dalla collezioneMastropaolo di Orta di Atella, ma du-rante il restauro condotto negli anni'50 del Novecento si è scoperto chela tela è autografa, in basso a destrasi scorge la firma "Joseph Marullus".Giuseppe Marullo è un pittore napo-letano nato probabilmente nel primodecennio del XVII secolo ad Orta diAtella e la sua formazione avvennein ambito stanzionesco. SecondoBernardo De Dominici, l'artista nonmancò di cercare soluzioni indipen-denti creando una maniera persona-le, ma ciò non gli impedì di gettare losguardo sull'ambiente artistico na-

poletano degli anni tra 1630 e 1670.Infatti, l'attenzione dell'artista è rivol-ta al dato naturale dei pittori vicini aRibera, all'eleganza formale di Ber-nardo Cavallino, alle forme e coloripuri di Pacecco De Rosa, seguacedella corrente classicistica di matricebolognese. Tutti questi fermenti arti-stici in atto in quegli anni a Napolinon potevano non esercitare ungrande fascino sull'artista. La nostra"Pesca miracolosa" è - secondo Raf-faello Causa - "l'opera più bella diGiuseppe Marullo", proprio perchéfonde gli elementi tratti dall'insegna-mento del maestro Stanzione con lenovità artistiche sviluppatesi in que-gli anni in ambito napoletano. Difatti,la scena è concepita alla maniera delCavallino: lo svolgimento rapido e lu-minoso dell'episodio evangelico for-se è desunto dallo Stromer. Il rappor-to col Cavallino è evidente in partico-lare nei contorni e nell'articolazionedelle immagini e anche nel modo didipingere i personaggi, nei colori ac-

cesi e pieni di luce. Invece,vicino allo stile di AndreaVaccaro è l'iconografia delRedentore e anche il mododi raffigurare le mani chesembrano, gesticolando, diintrattenere un muto collo-quio con i discepoli, e le ditaaffusolate che ricordanoquelle del Cristo tentato, di-pinto conservato della chie-sa di Santa Maria della Sa-pienza a Napoli e datato1641 dal quale l'artista può

aver preso ispirazione sia per le ma-ni elegantemente definite alcuni deiquali somigliantissimi a quelli rappre-sentati nella Cena di Emmaus delmuseo Correale di Sorrento. Altreevidenti assonanze si colgono nellafisionomia dei volti che, come in altretele dell'artista sono spigolosi ed al-lungati, segno evidente che il Marul-lo si è ispirato durante qualche viag-gio in quel di Roma al Greco. In par-ticolare il pescatore in alto sulla sini-stra con la cesta somiglia in manieratangibile alla serie di autoritratti che ilgrande artista spagnolo ha eseguitolungo tutto il corso della sua vita.

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Rientrando nel temasi chiarisce che almomento della sop-pressione dell'ONC,l'Ente contava anco-ra il possesso di cir-ca 1200 ettari ubica-ti dal Monte di Cumafino al Lago Patria,

in territorio dei Comuni di Bacoli, CastelVolturno, Giugliano e Pozzuoli. Un'altraarea nel comprensorio del basso Voltur-no, nei territori dei Comuni di CancelloArnone, Capua, Castelvolturno, Graz-zanise, PIGNATARO MAGGIORE, S.Maria La Fossa, San Tammaro di Ca-pua e Villa Literno. (da: Regione Cam-

pania - Settore Demanio e Patrimonio)Con la soppressione dell'Ente i beni era-no trasferiti al patrimonio Regionale. Acompletamento delle informazioni occor-re evidenziare che l'ONC aveva avutonelle proprie disponibilità la Tenuta diCarditello con una superficie di circa2070 ettari e la tenuta di Calvi con unasuperficie di 395 ettari circa, sita nei Co-muni di SPARANISE e PIGNATAROMAGGIORE. Parte di questi terreni sud-divisi in lotti andavano concessi ai coltiva-tori del luogo. Con riferimento al Real Ca-sino di Carditello, sorto in un'area paludo-sa e creato da Carlo III di Borbone, sottola direzione di Luigi Vanvitelli, bellissimoesempio di architettura barocca di rile-

vante interesse storico, occorre segnala-re che oggi, proprietà del Consorzio ge-nerale di bonifica del bacino inferiore delVolturno, è sottoposto colpevolmente apignoramento da San Paolo - Banco diNapoli, per debiti del Consorzio di bonifi-ca, con il rischio che tale complesso arti-stico ed architettonico possa arricchire ilpatrimonio di qualche ricco privato, indispregio di ogni considerazione storica. Recenti notizie sembrerebbero confer-mare, comunque, che sul problema vi siain itinere un provvedimento regionale, atutela dell'importante monumento, cheimpedisce la cessione a privati mediantel'acquisizione al patrimonio regionale.Queste poco esaustive notizie vengonoricordate affinché i fruitori abbiano unasincopata visione degli eventi che prece-dettero il nascere delle immagini pubbli-cate ed a testimonianza di un mondoscomparso e che ormai non esiste più. Ciha ispirati la modesta pretesa di docu-mentare attraverso le foto quanto rimanedei cosiddetti poderi che ancora, e nonper molto, possiamo incontrare nell'attra-versare distrattamente parte di quellache fu la Campania Felix Essi ove ancora esistenti, rimaneggiati,in parte diruti, fanno parte dell'odiernopaesaggio ed evocano le famiglie, gli uo-mini ed il loro duro lavoro; i bambini cheli abitarono. Manca testimonianza di tan-ti anni di lavoro per la loro realizzazione,di malattie, stenti e sacrifici che formaro-no il carattere e la volontà di uomini vo-tati e temperati da una dura sopravviven-za dopo le tragiche esperienze di dueguerre. (Fine)

I poderi dell'O.N.C.. nell'Ager Camp anus: Rag. Vittorio Ricciardi - Collaboratore da Pignataro Maggiore

Terza parte

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Scontrino p arlante ma con l'AicDr. Alfonso Di Stasio - Farmacista - Collaboratore da Camigliano

Stop al nome del farmaco in chia-ro sullo scontrino parlante, al suoposto arriva il numero di autoriz-zazione all'immissione in com-mercio (codice Aic) da rilevaretramite lettura ottica del codice abarre. Con una circolare emanata ieri

l'Agenzia delle entrate si adegua prontamente alle richiestedel Garante per la protezione dei dati personali e fornisce

i n d i c a z i o n ioperative ai fi-ni della dedu-zione e dellad e t r a z i o n ed'imposta pre-vista per lespese sanitarie. In particolare, a partire dall'anno prossimo sa-ranno ammessi solo gli scontrini che riportano il codice Aic alposto della denominazione commerciale del medicinale: le far-macie sono dunque chiamate ad adeguarsi alle nuove indica-zioni entro il primo gennaio 2010. Nel frattempo, il vecchio e ilnuovo sistema potranno coesistere: in entrambi i casi, sulloscontrino dovranno comunque essere sempre riportati anchenatura (farmaco o medicinale), quantità dei farmaci acquistati ecodice fiscale del destinatario. La circolare dà concreta attua-zione al provvedimento del Ga-rante del 29 aprile 2009, pubbli-cato in Gazzetta Ufficiale lo scor-so 11 maggio, e risponde di fattoall'esigenza espressa dall'Autho-rity di contemperare la tutela del-la riservatezza dei cittadini e l'in-teresse pubblico a ridurre il ri-schio di indebite deduzioni e de-trazioni fiscali. (fonte http://sni-purl.com/psoos)

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Piano casa: il decreto sull'edilizia residenziale pubblicaD.ssa Giusy Vastante - Avvocato - Collaboratrice da Bellona

Con la pubblica-zione nella Gaz-zetta Ufficiale n.191 del 19 agosto2009 è operativoil Decreto del Pre-sidente del Consi-glio dei Ministri,che approva il

"Piano nazionale di edilizia abitati-va", previsto dalla Manovra finanzia-ria 2009. L'obiettivo è quello di ga-rantire su tutto il territorio nazionaleil rispetto dei livelli minimi essenzialidi fabbisogno abitativo, per il pienosviluppo della persona umana. IlPiano, attraverso la costruzione dinuove abitazioni o il recupero di

quelle esistenti, mira, infatti, a incre-mentare l'offerta di abitazioni, da de-stinare prioritariamente alle catego-rie sociali più svantaggiate: a) i nu-clei familiari a basso reddito, anchemonoparentali o monoreddito; b) legiovani coppie a basso reddito; c) glianziani in condizioni sociali o econo-miche svantaggiate; d) gli studentifuori sede; e) i soggetti sottoposti aprocedure esecutive di rilascio; f) al-tri soggetti in possesso dei requisitidi cui all'articolo 1 della legge n. 9del 2007; g) gli immigrati regolari abasso reddito, residenti da almenodieci anni nel territorio nazionale oda almeno cinque anni nella medesi-ma regione. Gli alloggi saranno rea-lizzati con contributi statali, il cui

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a canone sociale l'onere a carico del-lo Stato potrà essere pari al costo direalizzazione. Le risorse finanziarie,individuate dal decreto legge 112,saranno ripartite con decreto del mi-nistero delle Infrastrutture e Traspor-ti, di concerto con il ministero dell'E-conomia, entro 60 giorni dall'entratain vigore del DPCM.

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Individui o massa?Dr.ssa Antonella - Psicologa - Collaboratrice da Pastorano

Nel 1971 Philip Zim-bardo professore del-l'Università di Stan-ford, mise in atto unesperimento che pas-sò alla storia. Nei sot-terranei dell'università

ricreò tutte le condizioni di un vero eproprio carcere. I partecipanti furonoreclutati tramite un annuncio, al qua-le risposero poco più di 70 persone.Tutti i candidati furono intervistati esottoposti ad una batteria di test dipersonalità al fine di eliminare quellicon problemi psicologici, malattie oprecedenti criminali o di abuso didroghe. Alla fine, furono selezionati

24 studenti univer-sitari statunitensi ecanadesi, ai qualiofferono 15 dollarial giorno per parte-cipare alla ricerca.Ai candidati furonoassegnati casual-mente il ruolo di

prigioniero o di guardia carceraria.Al prigioniero consegnavano un’uni-forme che doveva indossare senzabiancheria sotto. Davanti e dietroc'era stampato un numero identifica-tivo. Alla caviglia destra ognuno diloro aveva sempre una pesante ca-tena chiusa con un lucchetto. Ai pie-di portava sandali in gomma, in testaun berretto fatto di calze femminili dinylon. Le guardie avevano un’unifor-me color cachi, portavano un fi-schietto attorno al collo e un manga-nello preso in prestito dalla polizia eocchiali a specchio che impedivanodi vedere i loro occhi o leggere le lo-ro emozioni, contribuendo così arenderli ancora più anonimi. Leguardie non ricevettero nessun ad-

destramento specifico, fu solo dettoloro di fare il necessario per mante-nere l'ordine e farsi rispettare dai de-tenuti. Risultato? L'esperimento fu sospesodopo soli 6 giorni dal suo inizio. I de-tenuti iniziarono a mostrare moltopresto segni evidenti di sofferenzapsicologica, spersonalizzazione e uncomportamento passivo e docile. Leguardie assunsero un atteggiamentosadico e vessatorio,costrinsero i detenu-ti a cantare canzonioscene, a defecarein secchi che poi gliimpedivano di svuo-tare, e misero in attodelle strategie psico-logiche per disgre-gare l'unità del grup-po dei carcerati. Ma cosa aveva re-so bravi studentiuniversitari ungruppo di sadiciviolenti? Secondo alcunipsicologi sociali,quando si entra afar parte di ungruppo, si ha un

processodi deindi-viduazio-ne cheporta lapersonaad unap e r d i t adel sen-so di col-pa, vergogna e paura. Il singolo attri-buisce la responsabilità delle proprieazioni all'intero gruppo a cui appar-tiene, si crea così una sorta di ano-nimato che lo rende meno persegui-bile. Questo esperimento, condotto 38anni fa, resta di grande attualità. Nel2003 balzò alla cronaca il caso delcarcere di Abu Ghraib, e ogni giorno,purtroppo, sentiamo storie di violen-ze di gruppo su vittime indifese. Per maggiori informazioni visita il si-to: http://www.prisonexp.org/italiano/

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Ricette di Niett aCollaboratrice da Bellona

Zuppa di cimette di zucchine con p atate

Ingredienti per 6 perso-ne: 3 mazzetti di cimettedi zucchine, un mazzet-to di basilico, 2 cipollemedie, 3 patate, aglio eolio extra vergine d'oli-

va. Lavate e tagliate grossolanamen-te le cimette di zucchina con i fiori, unacipolla e le patate. Fate soffriggere conl'olio in un tegame di coccio l'aglio tri-tato e le cipolle, aggiungete le patate,fatele intenerire per qualche minuto,quindi unite le cime con i fiori ed ilmazzetto di basilico. Aggiustate di sa-le e versate due mestoli di acqua cal-da, coprite facendo cuocere a fuocodolce per circa 20 minuti. Servite inpiatti fondi aggiungendo un filo d'olio ecrostoni di pane tostato. La minestrapuò essere servita anche fredda.

Maccheroni alla boscaiola Ingredienti: g. 400 di maccheroni; fun-ghi prataioli e guanciale, a piacere; po-modori pelati; olio extravergine di oli-va; noce moscata; peperoncino; sale.Preparazione: mondate i funghi, puli-teli con un panno umido, affettateli epassateli in padella con l'olio e il guan-ciale a dadini. Dopo una decina di mi-nuti aggiungete i pomodori spezzetta-ti. Salate; insaporite con noce mosca-ta e peperoncino; servitevene per con-dire la pasta cotta al dente in abbon-dante acqua salata. Aggiungete sca-glie di pecorino stagionato.

Come prep arare i pomodori per conserve naturali e profumate

Da maggio a settembre negli orti ma almercato si trovano tutto l'anno moltoapprezzati sulle tavole per il contenutoin vitamina C e A. Le salse sono ingiu-stamente accusate di essere nemichedella salute e della linea: è senz'altrovero se sono grasse, pesanti, carichedi spezie e condimenti. Se invece so-no semplici, poco calorici e impiegatiin dosi leggere, salse e sughi sonopreziosi per rendere gustoso e soddi-sfacente qualsiasi piatto. La salsa dipomodoro cruda o cotta è la base dimoltissimi sughi diversi. Le indicazionie controindicazioni variano in relazio-

ne agli ingredientiscelti soprattutto almetodo di conserva-zione riservato ai po-modori crudi che inquesta stagione rag-giungono naturalmen-te il rosso di matura-zione. Gli ingredienti,per le buone conser-ve, da usare tutto l'an-no, sono semplici. In-nanzi tutto i pomodori,che secondo gliesperti devono esserenon trattati, perché è possibile far cre-scere le piantine bagnarle poco ma cu-randosi di usare concimi organici. Ilprodotto della raccolta darà pomodori-ni rossi brillanti, medio-piccoli, ovali econvessi, dal profumo delicato e dallapolpa maturata dal sole. Poi vengonolavati ed asciugati, spaccati e messicon una presa di sale marino dentrodei boccacci di vetro medi. Chiudeteaccuratamente i barattoli e avvolgetelidentro panni per evitare che si rompa-no, quindi metteteli sul fuoco a stratidentro una grossa pentola in acquafredda. Lasciare un'ora a fuoco bassoe due ore dopo che comincia il bollore.

Polpette al sugo500 gr di carne bovina tritata, 100 gr dipane raffermo, sa-le, 3 spicchi diaglio (a piacere),olio extravergine

d'oliva, 50gr di parmigianograttugiato, 2 cuc-chiai di pan gratta-to, 50 gr dipecorino grattu-giato, 5 foglie dibasilico, 1 pizzicodi noce moscatagrattugiata, pas-sata di pomodori,pomodori pelati,prezzemolo trita-to, 3 uova. Mettetea bagno nell'ac-qua un pezzo dipagnotta di pane

raffermo, strizza-telo e sbriciolate-lo. Ponete la car-ne trita in una ter-rina capiente eaggiungete il pangrattato, le uova,il prezzemolo, iformaggi grattu-giati, il sale, la no-ce moscata e l'a-glio tritato. Amal-gamate bene gliingredienti con lemani fino ad otte-

nere un composto compatto e unite ilpane strizzato e sbriciolato. Formate,aiutandovi con i palmi delle mani (inu-midite di acqua), tante palline grandipoco meno di una noce che disporreteman mano in un piatto. Nel frattempomettete in un tegame 3 cucchiai di oliocon 2 spicchi di aglio divisi a metà, fa-teli dorare e versateci dentro i pelati ela passata di pomodoro. Fate cuocerela salsa, salate e disponete poco allavolta le polpettine, muovendo delicata-mente il tegame per farle assestare.Lasciate consumare per circa 20 minu-ti a fuoco basso e prima di spegnere ilfuoco buttateci dentro le foglie di basi-lico. Servite calde insieme al sugo dicottura.

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Fino a non moltianni addietro,quasi tutte le fami-glie, della nostrazona, dal periododi fine agosto ini-zio settembre, eraconsuetudine fare

la conserva con la passata di pomo-dori. La procedura non era laboriosama lunga. I pomodori, privati del pe-duncolo, lavati e schiacciati, eranomessi a cuocere in un grosso pento-lone adagiato sopra un trespolo, perrendere più agevole la sistemazionedella legna da utilizzare per la cottu-

'A cunserva 'e pummarola Sandro Di Lello - Appassionato di tradizioni antiche - Collaboratore da Bellona

ra o, nel casosi trattava diuna piccolaquantità, sicuocevano inuna pentolasul fornellodella cucina.Un altro me-todo per cuo-cerli era quel-lo di infornar-li, in appositirecipienti, nei forni di campagna ri-scaldati a legna. Anche in questo ca-so, ovviamente, ai pomodori veniva

fatto lo stesso trattamento prima del-la cottura. Queste procedure servi-vano per farli ammollire in modo darendere più facile e sbrigativo sepa-rare il succo dai semi e le bucce conl'ausilio di un setaccio di crini a ma-glia stretta. Altri usavano passare alsetaccio i pomodori crudi. Quest'al-tra procedura era più faticosa ma, incompenso, pur essiccandosi, la pa-sta rimaneva più cremosa e più sa-porita. Il succo ottenuto dalla passa-ta a crudo o cotta, veniva opportuna-mente salato per non farlo inacidiree, per farlo essiccare, restava a lun-go esposto al sole su tavoli di legnobordati (foto), per meglio contenerela parte liquida. Un addetto era in-caricato a girare e rigirare con 'acucchiara, (grosso cucchiaio di le-gno) per avere una più omogeneaessiccazione e scacciarebadareeventuali insetti. Diventata pastosa,la passata (foto), era conservata invasetti di creta smaltata. Da questi,all'occorrenza, si prelevava la quan-tità necessaria che, mischiata conaltri ingredienti, fatta rosolare in untegame di creta si lasciava cuocere,a fuoco lento, fino ad ottenere un sa-porito ragù. Durante la cottura unaroma si propagava nei paraggi, ilche lasciava capire, (è il caso di di-re), che cosa bolliva in pentola. Unadelizia per l'olfatto da far venire atutti l'acquolina in bocca!

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Congratulazioni alla giovane poetessa Francesca Elia

Francesca Elia, una bimba di anni 6,della classe I sez. A° della ScuolaElementare ‘N. Izzo’ di Petrulo diCalvi Risorta (CE) ha partecipato al-la IV edizione del concorso di poesia“Piccoli – Grandi Poeti” organizzatoe promosso dalla fondazione premioCales, diretta da Gigi Mele, nel mae-stoso palazzo baronale sito nella fra-zione di Zuni, aggiudicandosi il terzoposto con la splendida poesia dal ti-

tolo “Il sogno”, che riportiamo di se-guito.

SOGNO

Quel mattino al mercato un cavallo ho incontrato

era molto elegante, alto, grande: un gigante.

La mia voce da quel giorno insisteva con il nonno:

‘‘Impariamo a cavalcare, per i prati a scorazzare’’.

Pochi giorni la mia attesa: che fantastica sorpresa! Sotto l’albero di cedro

ho trovato un bel puledro. Grazie al cuore di mio nonno

si è avverato un grande sogno.

Brava Francesca, continua suquesta strada, riceverai tantis-sime soddisfazioni.

Le inserzione su quest a

test ata restano

per sempre su

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Black AngelMariella Bovenzi - Collaboratrice da Pignataro Maggiore

Nell'ultimo anno ilboom di letteraturafantasy e goticad'oltreoceano ci hainvasi tanto da farcivenire l'orticaria.Ma In questo viavai di autori stranie-ri che affollano le li-

brerie pochi hanno dato un'occhiataalle nostre meravigliose penne italia-ne. Una chicca la sforna Paola Boni,ventitreenne romana, cresciuta a pa-ne e fantasy che dopo aver affinato lasua scrittura con Alda Teodorani haterminato il suo primo romanzo fan-tasy, Black Angel edito da 0111 edizio-ni. L'eroina e protagonista del roman-zo è una Paola più giovane e introver-sa, trascinata in un mondo oscuro inbalia di vampiri, poteri sconosciuti esette segrete. Paola cammina, com-

batte, sogna, in unagotica Roma deigiorni nostri, affian-cata dal bellissimoLucas, Lord dellaComunità dei Vam-piri, e dai suoi amiciDaniel e Rick. Veg-gente, capace dipercepire la realtà inmodo diverso dallesue coetanee e ado-lescente in balia dise stessa la prota-gonista riuscirà a in-carnare le vesti diuna cacciatrice divampiri e regalarci avventure emozio-nanti, attraverso personaggi ben deli-neati e scenari suggestivi. Ho avuto ilpiacere di parlare con quella che èstata definita la principessa gotica ita-

liana che deliziosa-mente ha risposto allemie domande e haplacato in parte la miacuriosità. “Il tuo primoromanzo, Black Angel,com'è nato?” “BlackAngel è nato circaquattro anni fa, in par-te dalla rielaborazionedel primo vero e pro-prio romanzo che hoscritto, un fantasy nelquale facevano già laloro comparsa moltidei personaggi princi-pali dello stesso Black

Angel, in parte da un sogno dal qualeè stata ulteriormente sviluppata la fi-gura di Lucas. Fin dall'inizio l'ho con-cepito e strutturato per essere il primodi una serie sicuramente di tre volumianche se molto probabilmente la sto-ria stessa mi porterà avanti almeno fi-no al quinto”. “Quali sono gli scrittorida cui trai ispirazione?” “Le autrici chepiù di tutti hanno influenzato la miascrittura sono senza dubbio Laurell K.Hamilton, che è stata la prima, con lasaga di Anita Blake, a farmi appassio-nare alla letteratura "vampirica" e Al-da Teodorani, che per me è stata ed ètuttora un esempio e un modello mol-to importante. Per quanto riguarda l'i-spirazione vera e propria la traggo unpo' da tutte le mie letture. Quando micapita leggere un libro che riesce atrasmettermi emozioni particolarmen-te intense, inevitabilmente mi ritrovoad avere addosso una voglia matta diaccendere il mio portatile e di metter-mi a scrivere”. Oltre a collaborare costantementecon gli Scrittori Sommersi e pubbli-cando una serie di racconti legati allatrilogia, Paola, sta lavorando al segui-to del romanzo. Non mi resta che au-gurare a tutti buona lettura!

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Il 183° ReggimentoParacadutisti "Nem-bo" ha sede in Pistoiae dipende dalla Briga-ta Paracadutisti "Fol-gore" di stanza in Pi-sa. Lo scudo araldico delreggimento si divide indue tronchi. Il primo dinero alla banda nebu-losa d'argento, attra-versato da una folgored'oro posta in sbarra; ilsecondo d'azzurro allacroce d'oro accantonata nei primidue quartieri da due draghi alati af-frontati di rosso (Belluno). Sulla tron-catura una fascia d'azzurro caricata

da una stella d'argen-to di cinque raggi e dasei filetti laterali di ros-so suddivisi in tre perlato. Lo scudo è sormonta-to da una corona turri-ta d'oro, accompa-gnata sotto da nastriannodati nella corona,scendenti e svolaz-zanti in sbarra e inbanda al lato delloscudo, rappresentatividelle ricompense al

Valore. Sotto lo scudo su lista bifida d'oro,svolazzante, il motto che recita: "...E PER RINCALZO IL CUORE".

Stemma Araldico del 183° Reggimento Paracadutisti "Nembo"

Dott. Domenico Valeriani - Collaboratore da Bellona

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Vi invitiamo a partecipare, gratuitamente, al nostro concorso. Ogni numeroriporterà una foto. Colui che riesce ad identificare la foto si aggiudica 2 pun-ti, il comune si aggiudica 3 punti. Chi riesce ad identificare, oltre al comuneanche il luogo esatto si aggiudica 5 punti. Colui che a fine anno risulta pri-mo classificato vince un cesto natalizio; al secondo classificato un prosciut-to crudo con osso; al terzo una confezione contenente una bottiglia di spu-mante con panettone. La risposta, completa di recapito telefonico, deve per-venire, entro il settimo giorno successivo la data della pubblicazione della ri-vista, ai seguenti indirizzi: via E-mail [email protected] - fax 0823966794 oppure: Dea Sport Onlus via Regina Elena, 28, 81041 Bellona (CE).La classifica sarà riportata su questa rivista ed aggiornata ad ogni numero.

Foto pubblicat a sul nr . 68:Cappella dedicat a alla Madonna di Loreto - Pastorano

Classifica aggiornat aPUNTI 25: Abbate Carlo AversaPUNTI 23: Bove Sandro; Capua; Pagano Teresa CamiglianoPUNTI 20: Falco Gianfranco Bellona - Izzo Angela Calvi RisortaPUNTI 18: PUNTI 5: Cafaro Tatiana Bellona; Calvosa Anna Pantuliano; Falco Antonietta Vitulazio; Fiorillo Gio-vanni - Vitulazio; Ruocco Nino Caserta; Valletta Ciro - Capua, Verolla Nicandro Calvi Risorta.PUNTI 3: Fusco Anna Sparanise; Gagliardi Nino Teano; Sivo Mario S. Maria C.V.

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Tra scroscianti applausi è st atasottolineat a l'elezione a MissCalvi Risort a della giovanissimaNausicaa Guglielmo (foto). Lafascia della "più bella" è st ataindossat a da Nausicaa nell'am -bito della manifest azione MissMuretto. Grande soddisfazione,ma non sorpresa, è st ata ester -nata dagli amici e p arenti dellaneo Miss.

Clima impazzito: quando il guardaroba non è l’unico problemaD.ssa Pina Caliento - Collaboratrice da Calvi Risorta

Il clima sta impazzendo,questo ormai è evidenteper tutti, ce ne accorgia-mo anche dalle piccolecose. Noi donne, peresempio, non sappiamocosa indossare, il cambiodi stagione non è mai sta-

to così difficoltoso come negli ultimi tem-pi, se fino a poco tempo fa “non esistonopiù le mezze stagioni” era solo un detto,adesso è la pura realtà. L’inverno sem-pre più rigido ed insolitamente piovoso,l’arrivo repentino dell’estate calda e afo-sa come non mai, la bella stagione chesi spalma sull’autunno e dura fino ad ot-tobre e poi ecco all’improvviso, senza laminima avvisaglia, il grande freddo alleporte. La conseguenza di tutto ciò è, ap-punto, che non abbiamo nulla da mette-re, le magliette di mezza stagione sonoormai un capo in via d’estinzione, troppocalde per l’”autunno pazzo” e troppofredde per l’improvviso gelo, i maglioni dilana vanno repentinamente sostituiti conle canotte e viceversa di lì a qualche me-se. L’ulteriore conseguenza è che l’ar-madio esplode di vestiti, maglie e panta-

loni lunghi e corti, sciarpette e cappellinidegni della meta polare più gelida checonvivono con abiti adatti ad un tropica-le villaggio vacanze. Insomma, non soloil clima, anche noi impazziamo perchénon abbiamo nulla da indossare, ma seridimensioniamo il problema e smettia-mo per un attimo di pensare alle futilità,ci accorgiamo che le conseguenze deicambiamenti climatici possono essereanche molto gravi. I cambiamenti clima-tici causati dall’effetto serra (dovuto allenostre eccessive emissioni di gas serranell’atmosfera e al nostro bruciare com-bustibili e foreste) hanno moltiplicato idanni prodotti dagli eventi estremi, sem-pre più frequenti si alluvioni ed improvvi-se siccità. Se non si porrà rimedio al sur-riscaldamento globale il numero e la por-tata dei disastri naturali crescerà. Mauna buona notizia c’è ed arriva dai tantovituperati sms. Per salvaguardare la nostra sicurezza ela nostra economia, gli esperti hannopensato ad un sistema di comunicazionecapillare che sfruttando gli sms avvisa lepersone dell’arrivo di possibili calamitàcome straripamenti, ondate di calore, ci-

cloni e così via. Il miglioramento del si-stema di allerta ha già portato ad una ri-duzione dei rischi dovuti ad eventi natu-rali, basta quindi un solo sms a metterciin guardia da possibili pericoli, bastanoquesti pericoli a farci capire che il guar-daroba non è il nostro vero problema ebasta un po’ più di attenzione e amoreper l’ambiente per rendere il nostro pia-neta un posto migliore.

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L’Esperto informa... ticoDr. Gianfranco Falco - Ingegnere informatico - Collaboratore da Bellona

Il sistema giustizia dalla cart a al pc

Il Ministro della Pub-blica amministrazio-ne e l'innovazione,Renato Brunetta, edil Ministro della giu-stizia, Angelino Alfa-no, hanno presenta-

to il 10 giugno scorso, a PalazzoChigi, le iniziative in atto per la digi-talizzazione del sistema della giusti-

zia. Le iniziative riguardano: le noti-ficazioni telematiche, il rilascio dicertificati giudiziari, la trasmissionedelle notizie di reato, la registrazio-ne degli atti giudiziari civili, l'accessopubblico alle sentenze, la Raziona-lizzazione delle infrastrutture e l'ICT.Le innovazioni presentate sono ilfrutto di un lungo lavoro svolto insie-me ai vertici del Tribunale, delle can-cellerie e dell'avvocatura, che haavuto come obiettivo la ricerca di so-

luzioni capaci di rendere più fluidaed efficiente l'attività di ciascuno. So-no state chiamate "sperimentazioni",perché di ciascun prodotto si intendetestare le potenzialità, ma si trattad'idee e pratiche che dovranno esse-re adottate in tutti i Tribunali in modocoerente ed unitario. Ciascuna inno-vazione influirà sull'organizzazionedegli uffici, porterà risparmi econo-mici e libererà il personale da attivitàmeramente manuali.

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Il Colonnello Masiello promosso allo S tato Maggiore a RomaNunzio De Pinto - Giornalista - Collaboratore da San Nicola La Strada

Casagiove - Dopo24 anni di serviziopresso la CasermaPisacane di Livor-no, sede del 185°Reggimento Para-cadutisti Acquisi-zioni Obiettivi dellaFolgore, il Colon-

nello Carmine Masiello di Casagiovesi appresta ad assumere un prestigio-so incarico presso lo Stato Maggioredell'Esercito a Roma. Infatti, giorni ad-dietro, nella Caserma livornese, il Co-lonnello Masiello ha ceduto il coman-do dell'unità d'elite al pari grado Co-lonnello Stefano Mannino. Masiello ènato a Casagiove (Caserta) nel 1963.Dopo la maturità scientifica presso laScuola Internazionale di Shape, fre-quenta il 163° Corso "Lealtà" dell'Ac -cademia Militare di Modena. Il Colon-nello Masiello non è solo un "soldato",ma ha una preparazione culturale diampio spessore. È, infatti, in possessodi ben tre lauree: oltre a Scienze Stra-tegiche, è in possesso della laurea inScienze Politiche conseguita con lodepresso l'Università di Bologna e dellalaurea in Scienze Internazionali e Di-plomatiche conseguita presso l'Uni-

versità di Trieste.Ha, inoltre, fre-quentato il corso diperfezionamento ingeopolitica dei Bal-cani presso l'Uni-versità di Cassinoed il Master di per-fezionamento instudi europei pres-so l'Istituto Alcidede Gasperi. È co-noscitore delle lingue inglese, france-se e spagnola ed è felicemente spo-sato con la signora Federica dal 1989e padre di Maria Vittoria e Alessandro.Masiello con il grado di Tenente fu as-segnato al 185° Gruppo Artiglieria daCampagna Paracadutisti. Nel 1992frequentò il corso per Comandanti dibatteria presso la Scuola di artiglieriadell'Esercito Statunitense al terminedel quale conseguì la qualifica di "Ma-ster Warfighter". Titolare di Scuola di Guerra frequentòil 120° Corso Superiore di S tato Mag-giore ed il 4° Corso ISSMI presso ilCentro Alti Studi per la Difesa in Ro-ma. Partecipò alle operazioni ProvideComfort nell'Iraq settentrionale, Ibis inSomalia, Implementation Force in Bo-

snia, Unifil in Libano. È in pos-sesso di numerosi brevetti:paracadutista militare, coman-dante di pattuglia guida, diret-tore di lancio, S3 air/FAC, cor-so basico di sci, corso basicodi roccia, corso basico per l'a-violancio con la tecnica dellacaduta libera. E' in possesso dei brevetti diparacadutista militare france-se, belga, statunitense, mari-

nes, canadese e giordano. E' decoratocon la croce di bronzo al merito dell'E-sercito, l'onorificenza di Cavaliere del-l'Ordine al Merito della Repubblica Ita-liana, la croce d'argento al merito per15 anni di servizio, croci commemora-tive per le missioni in Iraq, Somalia,Bosnia e Libano, croce al merito per15 anni di paracadutismo, medagliad'argento della Difesa Nazionale dellaRepubblica Francese, croce al meritomilitare con distintivo bianco dell'Eser-cito spagnolo, medaglia Marechal Her-mes dell'Esercito brasiliano, croce conspade dell'ordine al Merito Melitensedel Sovrano Militare Ordine di Malta.Insomma, un super professionista alquale auguriamo sempre maggiorisuccessi.

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Cancro alla prost ata per troppo sesso

Una ricerca della Nottingham Uni -versity , che ha studiato le abitudi -ni sessuali di 800 adulti, ha dimo -strato che gli uomini che tra i 20 ei 30 anni hanno avuto un'intensavit a sessuale, anche onanistica,potrebbero avere maggiori possi -bilità di ammalarsi di tumore allaprost ata. Lo studio, pubblicatosul Brtish Journal of Urology , haverificato un legame tra alti livellidegli ormoni sessuali, l'intensoappetito sessuale e lo sviluppodel cancro.

Romanzo di John Fo-wles, scomparso nel2005 a Lyme Regis,The French Lieute-nant's woman (Ladonna del Tenentefrancese) è uno deifondamenti della nar-

rativa del Novecento. Sin dal princi-pio, l'opera beneficiò di grande con-senso di pubblico e di favorevole ap-prezzamento di critica: il momentostorico degli avvenimenti è quello vit-toriano, e la località degli episodi èproprio Lyme Regis, un paesino ca-ratteristico nella Contea di Dorset, inInghilterra, soggiogato da un ardentebigottismo. Charles Smithson ed Er-nestina Freeman sono prossimi allenozze: Charles è un giovane paleon-tologo alla ricerca di fossili, molto at-tratto dalle teorie darwiniane, Ernesti-na riflette l'archetipo della donna vit-toriana, l'incarnazione della donnaangelo, il simbolo del Generale dellafamiglia rispettabile e onorata di bee-toniana memoria. Ma il loro amore èmesso in crisi da Sarah Woodruff,meglio conosciuta nel borgo come "ladonna del Tenente francese": perso-naggio misterioso, figura enigmatica,isolata dai pregiudizi, relegata daipreconcetti, perché sedotta e abban-donata da un giovane Ufficiale. Lasua reputazione e il suo nome sono

La donna del T enente franceseProf. Francesco Fraioli - Docente Università Federico II - Collaboratore da Napoli

quindi irrimediabil-mente compromes-si: nel villaggio siparla dei suoi co-stumi corrotti, delladissolutezza del-l'ormai etichettatafallen woman (don-na caduta), con ilconseguente ostra-cismo morale im-posto dal sistemavigente. Lavoravacome governante acasa di Mrs. Poulteney, una donnacon la psicosi del perbenismo, ango-sciata dall'espiazione dei vizi. In mol-ti sono convinti della follia della Woo-druff: in completo isolamento, giornodopo giorno, fissa il mare in tempestanei pressi degli attracchi di Lyme Re-gis, aspettando, forse, un improbabi-le ritorno del militare. Ma Sarah, non-ostante la sua presunta alienazionementale, è una donna acuta, brillan-te, sagace, e il giovane Smithson sene innamora. Dopo ripetuti incontrisulle terrazze della scogliera, Sarahgli narra la sua storia dolorosa: gliracconta dell'incidente del TenenteVarguennes, della sua convalescen-za, della sua ingannevole promessadi matrimonio, del suo essersi con-cessa a dispetto delle convenzionidel tempo. Dopo ulteriori peripezie,

Charles scoprirà che Sarahha mentito, che non si è maiconcessa al giovane Tenen-te, perché aveva scoperto intempo i suoi inganni. Moltointeressanti sono i diversiepiloghi che Fowles ci pro-pone alla fine del romanzo.Nell'opera Ernestina e MrsPoulteney sono lo stereotipodel famigerato compromes-so vittoriano, risultano vintee sottomesse dal puritanesi-mo e conformi ai dettami del

tempo. Sarah non rappresenta in al-cun modo l'icona della donna dell'e-poca: è la risposta alla condizionefemminile e ai limiti imposti dalla so-cietà farisea del tempo. Ella incarnala bramosia di cambiamento, il sognodella redenzione pubblica, personifi-ca la proiezione di nuovi costumi e diuna moderna moralità, librandosi al dilà del ruolo secondario imposto dalleconvenzioni comuni dell'Ottocento in-glese.

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Il 14 dicembre scorso hapreso il via, dalla sede diArabesque, una manife-stazione di sicuro suc-cesso. Nell'occasione èavvenuta la prima sele-zione di giovani delladanza. Per il Centro Ara-besque: Roberto De Ro-sa, Vincenzo Carpino,Camilla Rega, MartinaFasano, Katia Maroccoe Matthia Sorrentino. Dopo un primo pe-riodo di prove e successive selezioni igiovani hanno ballato insieme ad altri ditutta la Regione in diverse coreografie diLuciano Cannito. L'allievo Vincenzo Car-pino, per le sue particolari doti, si è esi-bito in un assolo su coreografia di FabioGibson. La serata fu molto interessantepoiché parteciparono tutti i massimiesponenti della danza italiana come: gliallievi dell'Accademia diDanza, del Teatro di SanCarlo di Napoli, del Teatrodell'Opera di Roma e delTeatro alla Scala, di Milano.La serata fu organizzata daAnnamaria Di Maio, che dàsempre la sua disponibilità,sia organizzando a Caserta,presso la propria sede, ini-ziative come questa, che si-curamente offrirà ai giovanicasertani, un'esperienza eun'occasione per ottenerevisibilità, sia per la propriapersonale adesione e collaborazione aiprogetti di indiscussa valenza. I giorni 23e 24 gennaio del 2010, si terrà un semi-nario di danza contemporanea con Eu-genio Buratti; il 31 gennaio ed il 1° feb -braio, ci sarà un corso di perfeziona-mento di danza classica tenuto da SoniaVillani. Inoltre il 2 e il 3 febbraio prende-rà il via un nuovo progetto di Arabesque"Campania Centro del Mediterraneo" e,per l'occasione, sarà a Caserta ArturoCannistrà, per iniziare a montare nuovecoreografie. In particolare si è molto di-

Vincenzo Carpino: Un sogno realizzato con... DeterminazioneLaura Ferrante - Collaboratrice da Caserta

stinto Vincenzo Carpi-no che, nonostante lasua giovanissima età,ha già un lungo curri-culum di tutto rispettonel mondo della dan-za. Vincenzo nasce aFortaleza in Brasile il18 marzo 1990. Dal1998 al 2008 frequen-ta la scuola di danza "Arabes-que", a Caserta, diretta da An-

namaria Di Maio. Tra il 2000 ed il 2008,studia e si perfeziona con molti inse-gnanti di fama mondiale. Per quanto ri-guarda la danza classi-ca, ha studiato con: An-namaria Di Maio, LoretaAlexandrescu, IrinaKistyakova, Bella Rat-chinskaja, Ofelia Gon-zales, Alessandro Mo-

lin, Pablo Mo-ret, Sonia Fe-nisia Villani,Giulia Meni-cucci, ClarissaMucci, UgoRanieri, Bru-nella Vidao.Per la danza moderna e con-temporanea ha studiato con:Silvio Oddu, Bill Goodson, Ro-berta Fontana, Andrè De LaRoche, Eugenio Buratti, ArturoCannistrà. Inoltre tra il 2000 edil 2008, ha partecipato a nume-

rosissime rassegne e spettacoli che sisono tenuti in Cam-pania ed in altre Re-gioni d'Italia, e pren-de lezioni, periodica-mente, allo Ials diRoma. Il 28 aprile2007, ha partecipatoalla giornata Interna-zionale della Danza(World Dance Allian-ce Europe&IDC-ITI -Unescu), che si è te-

nuta all'Accademia Na-zionale di Roma. Alla ma-nifestazione presero par-te molti esponenti delladanza, della politica e delgiornalismo. Presentato-redella serata AlessandroCecchi Paone che riscos-se molti consensi. Nelfebbraio del 2008 Vincen-

zo partecipò in un passo a due, nel pro-getto: "Leggere per ballare", per le scuo-le elementari e medie della Campania al"Teatro delle Palme" in Napoli, con la re-gia di Cannistrà (Il piccolo principe). Nel

luglio del 2008, partecipò allaTerza Edizione del Concorso"Palinuro Danza Festival" vin-cendo la borsa di studio a se-guito della quale studiò coninsegnanti di fama internazio-nale al "Chianciano dancestudio". Da settembre a No-vembre 2008, fece parte delcorpo di ballo della trasmis-sione televisiva di Carlo Contii "Migliori anni 2". Da aprile amaggio 2009, Vincenzo Car-pino entrò a far parte del Cor-po di Ballo del Teatro Massi-

mo di Palermo danzando in Romeo eGiulietta, con Eleonora Abbagnato e Le-tizia Giuliani, per la coreografia di Lucia-no Cannito. Da Luglio a Ottobre, sta par-tecipando alla Tournè italiana estiva dan-zando la Carmen con Rossella Brescia eJosè Perez, con le coreografie di Lucia-no Cannito.

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Beowulf Prof. Francesco Fraioli - Docente Università Federico II - Collaboratore da Napoli

Di autore anonimo, Beo-wulf è un poema cavalle-resco scritto in inglese ar-caico (sassone con con-taminazioni vernacolariangliche) e appartiene al-l'epopea dell'antica sagagermanica: fa parte delNowell Codex, detto an-che Cotton Vitellius, dai nomi deisuoi antichi proprietari, LaurenceNowell e Robert Cotton. Il palazzoreale di Hrothgar, re dei Danesi, èpreso di mira da Grendel, creaturaterrificante e feroce, essere disuma-no e malvagio, che, nottetempo, siintroduce nella Reggia uccidendo

chi vuole con-trastarlo. Beo-wulf, eroicoguerriero do-tato di una for-za sovruma-na, nipote delre dei Geati,fronteggia il

mostro in battaglia strappandogli ilbraccio: Grendel, esangue, si trasci-nerà verso i cupi pantani per lasciar-si morire. Il borgo è in festa, ma laterribile madre di Grendel, affranta,grida vendetta. Beowulf la affronterànel suo antro nei pressi del lago e laucciderà. Diventato re dei Geati,Beowulf regnerà serenamente per50 anni, ma i suoi sudditi e i suoi do-mini verranno turbati dall'arrivo di undrago terrificante. Nuovamente il resi cimenterà in battaglia contro il mo-stro sanguinario, riuscendo a scon-

figgerlo, ma troverà anch'egli la mor-te nel combattimento. Beowulf è unmanoscritto di fantasia, tuttavia èpossibile riscontrare riferimenti stori-ci, come il saccheggio in Frisia di reHygelac, figlio di Hrethel, e la pre-senza di alcuni personaggi come reHrothgar della leggendaria epopeascandinava e delle antiche cronisto-rie della Danimarca, o come re Hro-thulf, ricordato nella letteratura nor-rena come figura epica e sovranoeroico. Al contrario, non emerge al-cuna rispondenza storiografica sul-l'intrepido Beowulf. Gli studiosi sonoconcordi nel ritenere che, in passato,doveva trattarsi di un componimentodella tradizione narrativa orale, e chela presenza di elementi cristiani èdovuta ad una rielaborazione suc-cessiva. Il troppo preponderante èl'allitterazione, cioè il replicare di sil-labe o lettere al principio o all'internodi vocaboli susseguenti, mentre laforma espositiva è rappresentatadall'espediente della kenning, un'an-tica figura retorica simile alla metafo-ra, che comporta una traslazione disenso su un insieme di altri termini: èovvio che talvolta il tessuto narrativorisulta di difficile intesa, proprio acausa delle circonlocuzioni allegori-che di cui è pieno il romanzo nei suoi3182 versi.

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mente attenta. Poco piùin là, un gruppo di ragazziè intento a scambiare sol-di e sacchetti bianchi.Ricchi di attese nei con-fronti di quella polverinache cambierà il loro umo-re e porterà via i loro pro-blemi. Chi sui polsi ha deisegni sospetti. Chi è fre-quentatore abituale deibar, fino a tarda sera. Madietro questo sipario di vita, cosa sinasconde? Un cuore giovane con uncomplicato labirinto di eventi troppograndi per "entrare in così poco spa-zio". Allontanati tutti, soli con se

stessi, cercano forzanel fondo di un bic-chiere, sicurezza inuna bella immagine,energia in una siringa.Un attimo di piacereche costa una vita. Secorri a duecento all'o-ra sull'autostrada, saidi star sfidando lamorte. L'adrenalina èuna compagna ingan-

nevole che abbandona quando ètroppo tardi per ritirarti dalla gara. Sei tuoi giorni sono condizionati dal ci-bo, i tuoi occhi sono uno specchiodeformato, sai di star valicando la

pericolosa linea dell'autocontrollo.Perché quando è una voce dentro dite a decidere, è lei che sta vivendo,tu le dai solo un corpo per realizzar-si. Se, di fronte all'alcool, non hai fre-ni, è lui che sta bevendo la tua per-sonalità. Si sta saziando della tuamisura. Se ti abbandoni all'estasimomentanea della droga, stai ven-dendo la tua adolescenza. Preten-dendo libertà, così la perdi. Affer-mando maturità, rinunci così allagiovinezza. In una disperata azionedi riscatto, ecco che si diventa il peg-gior nemico di se stessi. E non ci sa-rà nessun tribunale, nessuna prigio-ne, nessuna pena che potrà fare giu-stizia, che potrà porci al sicuro. Lecolpe si pagano sulla propria pelle eil giudice non sarà clemente. Né conl'imputato, né con quelli a cui questiha rivolto il suo grido silenzioso e na-scosto di aiuto. La possibilità di as-solverci è data solo a noi stessi. Per-ché non c'è maggior libertà che re-spirare la propria aria. Non c'è dolo-re più proficuo che versare lacrimeamare sulla propria ferite, con unaspalla amica accanto. Non c'è estasipiù travolgente di una risata pura dacontaminazioni. non c'è facoltà piùpreziosa del decidere autonoma-mente. Cambiare il mondo è un no-bile progetto, ma liberare se stessi èil vero invito alla vita. Brava Sabrina, continua su questastrada. F. Falco

Dalla prima pagina

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Il mondo femminile non è st ato ancora liberatoCaro Direttore, ogni giorno una fitta schiera di maschietti perseguitano donne a lo-ro sposate, o ex mogli o ex fidanzate o semplicemente sventurate che hanno lasfortuna di aver attirato la loro attenzione di maschi carnefici in cerca di prede dasbranare. Le donne provano a sfuggire alle loro grinfie. Quasi sempre inutilmente.Questi maschi "incompresi" quasi sempre la fanno franca anche quando uccidonola loro preda femminile. Ma essere donna vuol dire essere preda? Vorrei che nonfosse così, ma le numerose donne che mi hanno raccontato la loro triste storia equelle di cui ho visto in tv o sui giornali la storia della loro persecuzione, mi co-stringono a pensare che essere donna anche oggi è più che mai una sfortuna. Na-scere donna significa rischiare prima o poi di imbattersi in un cretino che ti rende-rà la vita impossibile. Maria S. da PignataroCara Maria, quello della violenza alle donne è un mondo sommerso, un altro mon-do, sconosciuto e parallelo, al mondo che appare. Quando le cronache ci spiattellano esperienze di violenza, non vi è chi non si ac-corga che il racconto è misero. Non esiste neanche un linguaggio che le sappiaesprimere compiutamente. Più che racconti, in superficie arrivano gemiti. Eppure,se si sapesse almeno ascoltare, basterebbero quei gemiti per dire che il mondofemminile non è stato ancora liberato.

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Dove eravamo rima-sti? Ah sì … alla pa-sta e ceci e al colpofallito! Peppe si èmesso a fare il mura-tore ma, si sa, il lupoperde il pelo ma nonil vizio e, con l’occa-

sione di un nuovo colpo, torna allavecchia “carriera” di ladruncolo. Vir-gilio il milanese gli propone un piano“scientifico” per un allettante bottino:rubare l’incasso del Totocalcio du-rante il trasporto, provocando un in-cidente con un camion all’uscita del-

la galleria, aMilano. C’èanche l’alibi,la partita dicalcio. Oranon restache riunirela strampa-lata banda,Mario, Ferri-botte e Ca-p a n n e l l econ unanew entry:Ugo PiedeAmaro (Ni-no Manfredi), il meccanico esperto diauto truccate con tanto di targa gire-vole! Nella gang c’è anche una bion-dona che si presta a dare lezioni dimilanese a Peppe, per consentirgli dioccultare l’accento romano che po-trebbe incastrarlo. Arrivati a Milano, decidono di portarea compimento l’opera nonostantel’arresto di Virgilio; tutto è pronto perbloccare l’auto del Totocalcio coltamponamento. Nell’impatto, Peppesfonda il parabrezza e si lascia scap-pare un’imprecazione romanesca«Ahio... oddio... mannaggia la zoz-za!!!». Sono fregati. Le indagini sispostano nella capitale e vengonoconvocati in questura tutti i sospetta-

ti. L’alibi della partita funziona,soprattutto per Er Pantera chedà un’incredibile prova di ra-diocronista. Insomma, la vali-gia coi soldi c’è ma diventauna sorta di patata bollente daevitare perché si rischia di es-sere sgamati dalla polizia.Dapprima depositata in sta-zione, poi presa da Capannel-le che per la fame non riescea resistere alla tentazione diuna scorpacciata, fino al rico-vero per indigestione. La vali-gia è con lui, sotto al letto del-l’ospedale, e passa nelle mani

dei compagni; tanta fatica per acca-parrarsi quei soldi, e poi? PiedeAmaro, er Pantera, Ferribotte, Mario,tutti rinunciatari per paura o, magari,per un po’ di onestà che in fondoognuno cela nel proprio animo dabrigante. La pellicola è un crescendodi gag favolose e battute frizzanti, dinuovo la sceneggiatura di Age eScarpelli ma la regia passa a NanniLoy, in cui mancano gli accenni ama-ri e malinconici che Monicelli usavainserire nelle proprie opere. Il film diLoy, altrettanto grandioso e merite-vole, si snoda a ritmo incalzante e, acinquant’anni di distanza, siamo an-cora affezionati a questi sfigati av-venturieri.

Audace colpo dei soliti ignotiLe recensioni di Fabiana Salerno - Collaboratrice da Bellona

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Io mi autoscattoCliccando - Nikolina Pisek, unaconduttrice della tv croata, impaz -za sul web. Ha pubblicato sul webdelle foto mozzafiato fatte conl'autoscatto tanto che molti sitidove compare il suo nome sonostati oscurati. Nonostante ciò il suo successoaumenta sempre più.

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La musicoterapia per l’infanziaMaestra Cecilia D'Iorio - Musicista - collaboratrice da Giano VetustoFin dal concepimentoil suono ha una fon-damentale importan-za nello sviluppo ar-monico del bambino,e dopo la nascita rap-presenta il principalecanale espressivo edi comunicazione che

attraverso la voce e il movimento glipermette di affermare la propria perso-nalità ed entrare in relazione con ilmondo esterno. Perciò la musicotera-pia per l’infanzia si rivela utile per risol-vere piccoli disagi, come una grandetimidezza, per il trattamento di disequi-libri psicologici dovuti a traumi o shock,e nell’approccio con i bambini portato-ri di handicap. Le sedute di musicote-rapia per l’infanzia si articolano intornoa una serie di giochi molto semplici co-me la manipolazione e la creazione di

oggetti sonori, l’esplorazione di stru-menti musicali, il ballo, l’esplorazionedel corpo come strumento musicale: sibattono le mani, si schioccano le dita,si canta. Alcuni esercizi proposti du-rante le sedute possono essere fattianche a casa, ad esempio se mammae papà sono disponibili, possono can-tare con e per il bambino. Si chiama“canto familiare”: in Francia viene pra-ticato dai musicoterapeuti nelle scuoleo nei consultori per risolvere e disten-

dere i rapporti tra genitori e figli. Du-rante l’ascolto di una melodia ha moltaimportanza il tatto, infatti, i bimbi per-cepiscono le vibrazioni dei suoni contutta la superficie corporea e non solocon l’udito. Questo aiuta nel trattamen-to dei piccoli non udenti, che messi acontatto con gli strumenti musicali op-pure toccando la propria cassa toraci-ca mentre emettono un suono, ne per-cepiscono la vibrazione, così possonofare l’esperienza dell’ascolto. La musi-coterapia viene utilizzata anche peraiutare i bambini sordi ad abituarsi agliapparecchi acustici e a relazionarecon il mondo che li circonda. Il tratta-mento musicoterapeutico serve ad au-mentare l’abilità motoria del bambino,accresce le abilità cognitive, migliorala concentrazione, aumenta le capaci-tà di relazione, e migliora le capacitàimmaginative.

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E di gusti non si discuteLettera al Direttore

Caro Franco Falco, in un recente di-battito televisivo uno dei partecipanti,riferendosi a vicende del nostro Pae-se, ha detto che gli italiani all'esterosi vergognano di essere italiani. Mol-ti anni fa, essendo all'estero mi è ca-pitato di assistere a un raduno milita-re internazionale e quando l'entratadei bersaglieri è stata salutata da ap-plausi fragorosi mi sono sentita orgo-gliosa di essere italiana e di dire atutti che lo ero. Cosa è cambiato daallora? Cordiali saluti Francesca Vi-sco - Caserta

Cara Francesca, è cambiato il moti-vo, lo scenario per cui quel parteci-pante "si vergogna" e tu sei "stata or-gogliosa". Vestire sempre i panni del-la vergogna o quelli dell'orgoglio, far-

ne un abito immutabile anche quan-do non è adeguato, sarebbe scioccoed inopportuno. E' anche questionedi sensibilità: un quadro con tutti gliingredienti di cui si sta connotando,può piacere agli italiani che abitanoin Italia e non ai residenti all'estero,soprattutto se lo paragonano alleesperienze che hanno sotto gli oc-chi. Il presidente di un cantone sviz-zero sale su un autobus di linea co-me un comune cittadino, mentre danoi non è così. Qualche personaggio, prendendocontinuamente in giro l'Italia e gli ita-liani ha imparato molto bene a mi-schiare le carte facendo in modo chealla distribuzione a lui capita semprela "Scala reale". In Svizzera sarebberoba dell'altro mondo.

Cara Francesca, i grandi ma anche ipiccoli ci guardano. In pubblico com-mentano, si scandalizzano, ridono,si divertono di noi italiani, ci stimano,ci esaltano, ci emulano. Non è tutto questo che viviamo an-che noi per loro? A seconda di quelche all'estero avviene, un italianocambia umore, se non addiritturasentimento. Può esternarlo o tener-selo dentro. Così come noi tutti pos-siamo infischiarcene di quel che di-cono di noi, oppure fermarci a riflet-tere sulla materia in esame. E non sitratta per forza di essere moralisti,potrebbe bastare il fiuto, la misura,qualche volta addirittura la decenzaper farci eventualmente ricredere.Ma si tratta di gusti. E di gusti non sidiscute.

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Realizziamo i V ostri Sogni

Festa dell’emigranteDott.ssa Aurora Michela Renna - Giornalista - Collaboratrice da Vitulazio

Non ancora si èspenta l’eco dellamani festazione-evento che si svol-se a Pastoranogiorni addietro.Molto apprezzatofu l’intervento dellastudentessa Fran-

cesca Pasconcino (foto 1) che ilgran numero di richieste ci impone apubblicarlo: “Signore e signori buo-nasera, questa manifestazione orga-nizzata dal circolo"N" e Patrocinatadal Comune di Pa-storano, è dedicataa l l ' em ig raz ione .Vuole essere unomaggio a tutti gliemigrati che, dopoanni vissuti oltrefrontiera sono rien-trati nel loro paesedi origine. Il fenome-no della migrazioneha origine nell'anno1861. Nel corso di poco più di un se-colo, 27 milioni di italiani si sono tra-sferiti all'estero e 25 milioni di meri-dionali hanno scelto di andare alnord. La domanda che ci poniamo è:"Che cosa ha spinto i nostri compa-trioti a cambiare paese e vita dopo laseconda guerra mondiale? Un esse-re umano non lascia la propria terrae la propria famiglia per altre frontie-re se non costretto da cause di forzamaggiore, come la miseria accre-sciuta nel decennio del dopo guerra.Prendere la decisione di andare via,lasciandosi alle spalle una vita, lapiazza luogo di ritrovo, gli amici, i

compagni di scuola , le donne in filadal fornaio, le fanciulle corteggiate, ibambini che calciano una pigna inuna serena giornata invernale, so-gnare di rivivere quei momenti, conla speranza che un giorno sarebberoritornati. Si scappava via dalla disoc-cupazione, dalla mancanza di mate-rie prime necessarie per la ricostru-zione, si fuggiva da una terra distrut-ta. Intere famiglie mettevano nellevaligie il ricordo ancora vivo del pro-prio paese, pronti a partire per un fu-

turo migliore,scossi dauna lunga eto rmenta taguerra chedistrusse tut-te le risorseper ricomin-ciare. E poi?dove anda-re? Dove po-ter dimenti-care la fame,la povertà e

gli stenti? Si pensò allora di trovarerifugio nelle nazioni bisognose di ma-nodopera: i paesi dell'America Lati-na, la Francia, il Belgio, la Svizzera ela Germania occidentale, sembrava-no queste le vie d'uscita. Era un nuo-vo inizio, ma non si poteva dimenti-care il passato, molti di loro sperava-no ancora nel ritor-no a casa. E' dopoquasi due decenni,grazie al "miracoloeconomico", feno-meno che permiseall'Italia di avviare ilprocesso di rivalu-

tazione in positivo, che i "rifugiatieconomici", partono ancora, ma sta-volta non sarà una fuga dalla distru-zione, al contrario, la meta è a casa.Abbiamo quindi l'onore di riavere tranoi oggi, gli emigrati che sessant'an-ni misero in gioco la loro vita, hannovissuto di sacrifici e hanno semprecoltivato il desiderio di ritornare inpatria. Ad essi è rivolta la nostra sti-ma e il più caloroso rispetto per avercombattuto la guerra di una vita. Col-go l'occasione per rivolgere un parti-colare ringraziamento all'Ammini-strazione del Comune di Pastoranoche, molto diligentemente, ha favori-to lo svolgimento della Festa dell'E-migrante ed a coloro che hanno col-laborato affinché questa manifesta-zione fosse gradita a tutta la cittadi-nanza. Grazie a nome del consigliodirettivo e iscritti del circolo sportivoe ricreativo "Napoli", ma soprattuttograzie ai cittadini di Pastorano per lafattiva partecipazione".

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Con… turbante Dubai!Dalla nostra inviata Dott.ssa Miriam D’Aiello - Collaboratrice da Vitulazio

Collocati nella Eco-nomy class del vo-lo delle 12.33Swiss (con breakdel tutto made inSwiss) destinazio-ne Dubai, non sipuò non allungare

l’occhio nella Business class cercan-do di scorgere qualche famososceicco dal turbante cromatico etroup-harem al seguito: donne co-perte del tutto, solo sul polso c’èspazio per una LV o Prada da 1000euro. Welcome to Dubai! Il paese delre Mida ci accoglie tra le sue gene-rose braccia. Non c’è nulla da fare èla meta più intrigante del momento.Amata o odiata per le sue numerosecontraddizioni, il pittoresco “mercatoall’aperto” tra oriente e occidente,contrappone quadri naturali di de-serti, beduini e palme alla pista dasci più bizzarra del mondo (una pistanel deserto) e ai paesaggi fatti digrattacieli. Ribattezzata la Manhat-tan del deserto per la decisione delgoverno di investire su nuovi servizie in particolare sul turismo, aumen-tando il valore immobiliare. Ha un

cuore chepulsa 24ore su24commercioe costru-zioni. Lesponde delC r e e k ,un’insena-tura natu-rale chedelimita ledue areepr inc ipa l idella città:la vecchiaDeira e la nuova Bur Dubai, sonoimpreziosite da moschee e da soukdi oro e raggiungibili con delle pic-cole imbarcazioni-taxi:gli abra. Sisfrena qui la fantasia, proprio tra leviuzze e le torri del vento dove untempo mercanti persiani e iranianiscambiavano merci preziose e spe-zie coinvolgendo tutti i cinque sensi.Per un tuffo nel passato oltre al Du-bai Museum, l’edificio più antico del-la città, il Forte di Al Fahid e il museocittadino Shaikh Saeaed Al-MakoumHause (edificio costruito con i meto-

di tradizionalidel corallo ri-vestito dallacalce una mi-gliore frescu-ra) ci sono leescursioni. IGip Safari so-no sicura-mente il modomigliore peresplorare edivertirsi tra ledune del de-serto, conclu-dendo la gita

con una deliziosa cena in un campobeduino accessoriato con tandoor(forni a cupola dove si cuociono pitesottili) danza del ventre, the, datterie narghilè. Per le strade sfreccianocome biglie sbizzarrite di un flipperanni ‘80, tra i luccichii dei titanicigrattacieli, limousine bianche e rollsroyce da cui scendono emiri dalletuniche bianche e rolex dorati; unadelle loro destinazioni preferite è ilBurj Al Araba, l’albergo a sette stellepiù lussuoso del mondo, meglio co-nosciuto come La Vela e dove unasemplice cena costa intorno ai milleeuro (ricompensati oltre che dal ser-vizio, dal panorama e dalle portate).Quì non c’è tempo per sognare per-ché la realtà è talmente onirica cheimmediatamente ti precede. Questaè la Dubai da mille e una notte. Ed èproprio la notte che infittisce le con-traddizioni mentre gli operai conti-nuano a costruire, i palazzi a salire,tutto è più splendente, tutto è wor-king in progress, si consumano fiumidi alcol, sesso con moderne concu-bine e ombreggia la droga. La nottela voce del Ramadan si spegne.

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Riflesso di uno specchio Di Lillo Maddalena da Vitulazio - Racconto breve

Una soffitta quante co-se possiede? Quanti ri-cordi nasconde tra pol-vere e ragnatele? Tan-ti, infiniti. Ricordi di ungiorno, una notte, me-si, anni: di una o più vi-te vissute per essere

felici. E lì, tra polvere, ricordi, ragni,cose rotte e vecchie, si erige ungrande specchio che riflette tutta lamalinconia che aleggia in quellastanza. Un giorno vi sono salita perprendere una cassa, e specchiando-mi ho notato qualcosa di molto stra-no. Lì per lì, ho pensato a un sognoo a un’allucinazione. Quella nellospecchio non ero io. Era una speciedi fantasma, e ciò che era più stranonon avevo paura, anzi mi incuriosi-va. C’era penombra perciò non eroconvinta di aver visto giusto. Presiun lenzuolo e lo lasciai sullo spec-chio, poi con fatica lo portai nellamia stanza. Mi accertai che non vifosse nessuno in casa e levai il len-zuolo. Mi rispecchiai. Nessun so-gno, né allucinazioni. Era riflessauna nuvola a forma di donna che so-migliava decisamente a me anchese molto più bella, sembrava un an-gelo senz’ali. Mi sorrise, mi indicò escomparve. Poco dopo riapparveuna casa. Casa mia. All’interno unabimba appena nata in una culla, ac-cerchiata da tutti i miei parenti dagiovani (anche chi non è più in vita).Ero io. Man mano apparvero scenediverse della mia vita che percorre-vano tutto il mio passato come sefossero tante diapositive in succes-

sione. Fino achè non giun-se una diapo-sitiva doveesso mi sem-brò per la pri-ma volta unnormalissimo specchio che riflettevala mia immagine. Pensai fosse arri-vato a termine ma iniziarono a scor-rere di nuovo, più veloci, nel mio fu-turo. Mi voltai di scatto spaventata.Potevo leggere il mio futuro. Potevo,ma non volevo. Mi rigirai e intravidiuna piccola bambina fantasma chemi fissava con l’aria impaurita, micalmai per tranquillizzarla ed ellaparve incuriosirsi. Possibile chequello specchio poteva riflettere an-che i miei stati d’animo oltre al miofuturo? Quale altra sorpresa avevain serbo per me? Osservai meglioquella bambina.Non ero io da pic-cola, come mi sa-rei aspettata; misomigliava maquegli occhi, quel-le labbra non era-no miei. Allora chiera? Volevo saper-lo, ma come? Nonaspettai a lungo

per una risposta, poiché ella milesse nel pensiero e scompar-ve. Riapparve una casa, sta-volta non era la mia. Non l’ave-vo mai vista, piccola ma stu-penda. Mi voltai di scatto ca-pendo tutto. Quella sarebbe

stata casa mia. Non volevo saperealtro del mio futuro. Mi girai di nuovoverso lo specchio, era ricomparsaquella bambina. Adesso, sapevo chiera. Mi sembrò arrossire, nonostantel’aspetto di uno spettro. Era timida.Scomparve. Era meglio dare un ta-glio a quell’alchimia. Presi il lenzuolo e lo ricoprii per nonavere altre sorprese. Per oggi basta-vano tutte quelle emozioni contra-stanti provate. Chissà dopo quantotempo mi sarei rispecchiata. - “Ad-dio, bella bambina, ci rivedremo nelfuturo.”

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frecce in una volt aUn debito tira l'altro

Non sempre fama e potenza port ano felicità

In mancanza di p ane si mangianole croste

La nostra sorte dipende spesso dalla nostra volontà

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Pagina 26

Il gelato non cono-sce stagione. Simangia sempre.Logico che inestate ci sia piùgusto. E' un verotoccasana controla calura dei mesiestivi. Anche in

questi giorni, la temperatura è abba-

stanza elevata. E allo-ra non c'è niente dimeglio che una bellapasseggiata gustandoun buon gelato. Fruttao crema che sia, l'im-portante è che riesca asoddisfare le papillegustative di chi lo con-suma. Se fino a qualche annofa, mangiare la pizzaera indicato come mo-mento di aggregazio-ne, ora anche il gelatosi candida come pastoche fa da cornice altempo libero degli italiani. In tutte lecittà i gelatai si sbizzarriscono percreare coppe enormi dai nomi e daigusti più variegati. In particolare, iproprietari delle gelaterie si sonomostrati sempre attenti ai cambia-menti sociali. E soprattutto negli ultimi anni, chesono stati caratterizzati dall'aumentodelle comunità straniere sul nostroterritorio. Un'occasione in più, per igelatai, di sperimentare e di trovarenuovi gusti. Con l'obiettivo di conqui-stare nuovi mercati, che poco cono-scono il gelato made in Italy. Ognigelataio sa che oggi, per soddisfareil cliente moderno, sia abituale sia di

passaggio, non è sufficiente pro-porre un buon ge-lato preparatocon prodotti di al-ta qualità. Biso-gna viziarlo ecoccolarlo e, so-prattutto, stupirlo.E qui la creativitàassume un ruolofondamen ta le .Non più, quindi, isoliti gusti con-venzionali. Bastaa cioccolato, pi-stacchio, fragola

o tiramisù. E via libera a gelato al ba-silico, al parmigiano e via dicendo.Ma siamo proprio sicuri che sianomolti quelli a cui piacciono questi gu-sti? La maggior parte dei gelatai nonla pensa così. Alla fine, secondo molti la creazionedi questi insoliti gelati è solo una tro-vata pubblicitaria. Un modo per atti-rare clientela. Sarà anche così, manel gioco della creatività e dell'inge-gno ci sta. E poi, a pensarci bene,c'è chi all'estero fa colazione con fa-gioli e salsicce. Quindi, volete cheuna volta arrivati in Italia non si fac-ciano prendere dalla voglia di prova-re sapori diversi dal solito?

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Annalisa Minetti in concerto Laura Ferrante - Collaboratrice da Caserta

Durante i festeggiamentiin onore di Sant’Anna aCaserta si è tenuto unconcerto di Annalisa Mi-netti che doveva iniziarealle 21 ma, come tutte le

donne, si è fatta attendere. Non mol-to, solo 20 minuti. Inizialmente l'arti-sta. apparsa in video con la sua al-legra e squillante voce, si è autopresentata con l'allegria e la gaiezzadi una presentatrice professionista.

Giunta sulpalco hacat tura totutti i pre-senti, conle sue me-ravicliosec a n z o n i .Tra uncambio divestito eduna can-zone, ri-evocandovecchie e nuove melodie, comequelle di Baglioni, Battisti e Loreda-na Bertè. Annalisa, mentre cantavasi cimentava in piccole danze e pi-roette, poco lontano dal microfono,che lasciava in mezzo al palco, qua-le punto di riferimento. Piccoli gestiballati, che avvicinavano ed allonta-navano l'artista dal microfono. Alla fi-ne delle canzoni, uno dei ragazzi delgruppo, che costantemente control-lava affinché tutto procedesse comeda copione. Era palese vedere l'af-fiatamento del gruppo, di cui la gio-vane cantante non esitava ad elo-giarne le doti. Alla fine dello spetta-colo, Annalisa lasciava perplesso ilpubblico mostrando le forti immagi-ni della sua esperienza da volontariain un paesino africano. Lei, non ve-dente, aiutava altrinon vedenti appar-tenenti ad una As-sociazione di cuiella è promotrice.Le sue battute sul-la cecità, che lacolpì a soli diciot-to anni, spingeva-no i presenti aduna profonda ri-

flessione: anche dueocchi che vedono per-fettamente, spessonon hanno il coraggio,la forza o la volontà, difare di più per se stes-si o per gli altri, trasci-nandosi nella vita sen-za una méta, senza fi-ne . Al contrario dellagrande forza che inve-ce si intravedeva chia-ramente in quella gio-vane artista. Annalisa

ha confessato, senza remore, che aguidare i suoi passi, è il marito che,da dietro le quinte, le dice come edove muoversi. Preziosi consigli, cheogni sera le permettono di realizza-re un bellissimo spettacolo. Speciale,questa è stata inoltre la parola chenon è passata inascoltata. La giova-ne ha parlato della sua cecità comeuna cosa speciale, un dono che noinormali, non possiamo capire. Conqueste parole, ha fatto sentire tuttinoi normali… anormali e disabilii.Speciali come lei, che nonostantetutti i bocconi amari ingoiati nella suacarriera, non ultima l'esclusione dalFestival di Sanremo, non si è maifermata, arresa, lasciata andare.Forse speciali, sono anche le perso-ne che l'hanno resa così: Speciale.

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Anche gli uomini indossano il bikini

Che anche gli uomini si facciano de-pilare, da un po' di anni non è piùuna novità. La voglia di essere glabrie levigati come le donne si è diffusatra i maschi dell'Occidente come unvirus: per cui centri di estetica e Spaper soli uomini sono sorti in tutta Eu-ropa e negli Stati Uniti, pieni di si-gnori virili che fanno la coda per farsparire i peli con vari metodi. Maadesso l'uomo del XXI secolo ha fat-to un altro passo avanti sulla stradaper identificarsi col suo oggetto deldesiderio, ossia con la femmina: il"bikini". Non nel senso che indossail due pezzi in spiaggia, ma in quellodella depilazione, così chiamata,che le donne fanno da tempo primaappunto di mettersi il costume perandare in spiaggia. Cioè in mezzoalle gambe. Nella zona più intimadel corpo, in quella più dolorosa seci passi sopra la ceretta.

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Un chiarimentova subito fatto: èun errore parla-re, come si fa og-gi, della sessuali-tà come di qual-cosa di isolato odi isolabile, nella

personalità umana. Solo nei momenticritici, in cui i rapporti di forze si altera-no nella psiche, che la sessualità simanifesta come preponderante, per-vasiva, tanto da somigliare a una con-dizione patologica. Questo accade talvolta negli adole-scenti quando non si riesce a fare ri-entrare lo sviluppo della sessualità nelcontesto generale dello sviluppo dellapersona. Il comportamento degli ado-lescenti, in questo caso allarma gliadulti di riferimento, genitori e inse-gnanti: si tende a "normalizzare" ilcomportamento adolescenziale, per-ché si temono le conseguenze ditransfer nel comportamento sessuale.Allora si invoca la cosiddetta "educa-zione sessuale". A questo proposito èopportuno fare due chiarimenti:1.la parola educazione va intesa nellasua totalità per cui appare poco effica-ce, nell'intervento educativo, limitarsi afornire prescrizioni agli adolescenti,quando non si è capito quale sia lospecifico momento vissuto dall'adole-scente e il significato attribuito alla sin-

gola esperienza. Per cui appare im-portante rivolgere l'attenzione a quellafase specifica del vissuto adolescen-ziale, con cui bisogna cercare di en-trare in sintonia.2.l'educazione sessuale non può es-sere confusa con una disciplina di stu-dio, da somministrare agli educandicome semplici nozioni ed istruzioni.L'aspetto emozionale così preponde-rante nel vissuto sessuale richiede daparte dell'educatore un transfer, cioètrasferimento di contenuti emotivi chesolo dal vissuto esperienziale dell'a-dulto può essere trasmesso al giovaneper cui bisogna concludere su questopunto, che si può educare l'adolescen-te solo a partire da quelle esperienze,che furono a suo tempo le nostre "sco-perte". Anche se il primo significato delvissuto sessuale è testimoniato daigenitori, l'influenza di modelli compor-tamentali, in questo ambito è esercita-to molto dai mass media. Si corre il ri-schio, sotto l'influenza delle informa-

Adolescente e sessualità Dott.ssa Letizia Ippolito -Psicologa - Esperta in Psicologia Giuridica - Collaboratrice da Sparanise

zioni mass-mediali, di svuotare di si-gnificato questi comportamenti legatialla sessualità, se non c'è una ricchez-za fantastica e desiderativa, a livellosoggettivo. La sessualità allora deveconservare la sua dimensione di mi-stero da esplorare gradualmente, unameta da raggiungere, un obiettivo daconseguire. Togliere alla sessualitàquell'alone di sacralità che da semprelo ha accompagnato, significa disper-dere un patrimonio di emozioni e difantasie, che i nostri antenati sin daltempo più remoto hanno vissuto e cihanno lasciato in consegna.

Riceviamo dalla Dott.ssa Katia Min -gione di Campobasso: “Da 15 anniconservo una poesia di autore sco -nosciuto che mi colpisce per la sua"realtà di vit a". Potrebbe pubblicar -la? Buon lavoro ed auguri per ilgiornale”.

Come binariCorrono p arallele,

come binari,le mie due identità.

Vanno,per monti e per valli,

per cieli e terre sconosciute,e non s'incontrano mai

Così simili, ma, così diverse,due anime dello stesso corpo,

sulle quali, scorre veloce,il treno della vit a!

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Fotovolt aico e termico le nuove frontiere energeticheIng. Ezio Fusco - Collaboratore da Pignataro Maggiore

Sono sempre piùgli italiani che si av-vicinano alle fontirinnovabili per sod-disfare il propriofabbisogno energe-tico. La sensibilitàper l'ambiente e

l'attenzione al tema del risparmio dienergia, la possibilità di fare qualco-sa in prima persona grazie alle tec-nologie disponibili sono spesso laprima molla che fa scattare questointeresse; se si aggiungono i rispar-mi sulle bollette, i costi piu' accessi-bili dei dispositivi e il sistema di in-centivi statali che favorisce l'impiegodi queste soluzioni, il generico inte-resse può trasformarsi in qualcosadi concreto. Queste linee rappresentano la spin-ta per coloro i quali, in Campania, epiù generalmente in Italia, hanno de-ciso di dotare la propria abitazione ola propria Azienda di impianti per laproduzione di energia elettrica o ter-mica secondo modalità alternative. Imoduli fotovoltaici catturano l'ener-gia solare trasformandola in energiaelettrica da utilizzare per le piu' sva-riate esigenze; questo sistema per-mette di produrre: energia elettricapulita, evitando le emissioni di ani-dride carbonica ed altri inquinanti

naturalmentec o n n e s s econ l'utilizzodi combusti-bili fossili; rin-novabile, poi-ché l'energiacomplessiva-mente neces-saria per rea-lizzare modu-li ed impiantoviene restitui-ta integral-mente nei pri-mi 2 anni dif u n z i o n a -m e n t o(Energy Pay-back Time) afronte di una vita utile di 35 anni; maanche: risparmio concreto sul bilan-cio familiare o aziendale in bolletta eun cospicuo guadagno economicograzie al D.Lgs Conto Energia, chericonosce incentivi a chi installa que-sto tipo di impianti per una durata di20 anni. Il Conto Energia, infatti,eroga contributi in denaro in base al-la produzione di ogni singolo im-pianto come incentivo alla produzio-ne di energia con fonti alternative,ciò oltre al naturale risparmio in bol-letta. Un impianto per una abitazio-

ne monofamiliareda 3kWp produrràuna quantità dienergia tale da rice-vere dal ContoEnergia una sommache si aggira intor-no ai 1800 eurol'anno per venti an-ni, che si sommanoad un risparmio inbolletta di circa750/800 euro l'an-no; l'introito totale di2500 euro/annoconsente un rapidoritorno dell'investi-mento e, dunque,una importante resaeconomica. Un Giu-

sto ed efficace percorso verso unideale di Sviluppo Sostenibile, resopossibile sia dall'avanzamento tec-nologico, sia da un apparato legisla-tivo mutuato dall'esperienza teutoni-ca all'avanguardia mondiale nel set-tore. Una volta entrati in contattocon il mondo delle rinnovabili si sco-prono tante possibilità per razionaliz-zare i consumi energetici, senza ri-nunciare a nessun comfort, anzi mi-gliorando la qualità della propria vitae quella degli altri, e, perché no, ri-sparmiando tanti soldi.

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La "costruzione" del tempo come vissuto individualeProf. Antonio Ippolito - Collaboratore da Sparanise

La "costruzione"del tempo è un'e-sperienza che tut-ti i giorni faccia-mo, per dare unsignificato alla no-stra esistenza. Diproposito si è

usata questa parola, esistenza, per-ché spesso si confonde la parolaesistere con il concetto di vita cioècon qualcosa che scorre in modo au-tomatico. Invece c'è differenza, per-ché esistere significa dare significatoa tutti i momenti da noi vissuti. Spes-so si fa riferimento al tempo misura-to da orologi o vari strumenti e spes-

so ci lamentia-mo della po-chezza deltempo a nostradisposizione.Ma non è que-sto il tempo dicui intendiamoparlare, cioèdell'ora che èspesso soltan-to un fatto arti-ficioso e bana-le. Si intendequi parlare del-l'istante, quel punto in cui nei mo-menti qualificati da eventi cruciali,

tutta la nostra esi-stenza sembra pas-sarci davanti conuna rapidità, chenessuno strumentomai sarà in grado dimisurare. La doman-da che si pone in-nanzi a tutte le altre,cercando di dare unsignificato a tutto ciòche ci accade intor-no, spesso si ac-compagna ad un to-no affettivo caratte-

rizzato dall'angoscia, che noi chia-miamo esistenziale. In queste occa-sioni ci si lamenta accusando noia,stanchezza a volte anche stati de-pressivi, rifiutandoci di accettare chetutto ciò è parte del vivere o megliodell' "esistere"; quello che proviamoè inevitabilmente collegato all'espe-rienza di essere al mondo. Alloradobbiamo concludere dicendo chesono proprio questi momenti di an-goscia che danno significato alla no-stra esistenza, permettendoci di con-quistare un ruolo attivo, progettuale,che corrisponde alla decisione di vo-ler vivere. Ecco perché si è dettoche è il tempo che ci riguarda è unanostra costruzione non è nulla diastratto, esso è lotta contro la soffe-renza, la noia, il ripetersi degli even-ti. In questo modo il tempo ci appar-tiene e però non va confuso conquello trascorso davanti al bar, dovela chiacchiera e il sentito dire sonol'unico interesse che ci porta a con-fondere il chiasso, la novità del mo-mento con l'evento nuovo e signifi-cativo che può veramente dareun'impronta alla nostra vita.

La video-cap sula per la colonscopiaDott. Silvio Di Rubbo - Medico - Collaboratore da Bellona

Il problema dellacolonscopia, èche, in genere, èmolto fastidiosa ea volte anche do-lorosa. Perciò so-lo una piccola

percentuale dei cinquantenni sisottopone a questa analisi, che in-vece dovrebbe essere di routine.Per questo motivo è stata messaappunto una video capsula da in-goiare, una vera e propria pillolada ingerire. Per dimostrarne la va-lidità, è stato condotto uno studiomulticentrico comparato europeo,al quale ha preso parte il policlini-co universitario Agostino Gemelli,di Roma, e i cui risultati sono statipubblicati sul New England Jour-nal of Medicine. Complessiva-

mente, sono stati presi in esamepiù di 300 pazienti, in tutta Euro-pa. I risultati, dicono gli esperti,sono "molto incoraggianti". Unodegli esami più fastidiosi, sta peressere reso semplice, ed indolore.Speriamo che questo strumentosia reso di pubblico utilizzo nel mi-nor tempo possibile. La colonsco-pia, resta uno degli strumenti pre-ventivi più importanti nella lotta alcancro del colon.

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La professionalitàe la cortesia

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Arpino, il p aese di CiceroneMarco Gigliofiorito - Collaboratore da Castrocielo (FR)

Il 3 gennaio del 106a.C. nasce nel picco-lo centro di Arpinumcolui che nei decennisuccessivi sarebbedivenuto uno dei piùgrandi oratori: MarcoTullio Cicerone. Il fu-

turo console romano ricorda nei suoiscritti la propria città natale, accettandofieramente le proprie origini. In una suaopera scrisse: "La nostra patria è rozzae montuosa ma semplice e fedele"; inquesto passo Cicerone vuole mettere inevidenza le differenze tra la corrotta so-cietà romana e quella agreste, ma valo-

rosa, delp r o p r i opaese. Ilpaesino,situato aca. 500m di al-tezza sudi un col-le chesovrastala Valledel Liri evicino aimonti dell'Appennino centrale, ha dato inatali ad un altro grande personaggio.

Nasce infatti nel156 a.C. Caio Ma-rio che grazie allesue doti militari ri-uscì a farsi notareda Scipione l'Emi-liano nella campa-gna di Spagna. Inpoco tempo diven-ne comandantedell'esercito ed inseguito venne elet-to per ben 5 volteconsole romano.

Anche Mario, all'apice del suo successo,non dimenticò il proprio luogo d'origine;dopo la conquista della Gallia cisalpinadonò le terre appena occupate proprio adArpino. Sempre nel territorio di Arpinumnacque nel 63 a.C. Marco VipsanioAgrippa, un personaggio molto importan-te all'epoca di Augusto. Come abbiamovisto, il modesto centro ciociaro ha datoorigine a personaggi grandi come lo sonostate le loro imprese. Anche la nascita delpaese, avvolta ancora oggi nel mistero,da un tocco in più di bellezza al luogo; laleggenda narra infatti che fu il dio Satur-no a creare il centro. Gli Arpinati, che oggi sono circa 8000,possono essere fieri di appartenere aduna terra così ricca di storia e dal miticopassato. Va inoltre ricordato lo splendidoscenario naturale che circonda Arpino eche fa da cornice ad uno dei più belli bor-ghi antichi di sempre.

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Di un uomo vorrei capire t ante coseLettera al Direttore

Caro Franco, l’uomo non lo capisco.E dicono che le donne sono compli-cate, ma per carità! L'enigma, dicia-mocelo, sono gli uomini. Io sì, lo so,sono oltre le righe, ma resto sempli-ce. Loro no, quando si complicanocon l'età, è come scalare l'Everest.Mesi di approccio, finalmente si faavanti. L’uomo ti invita a cena. E nonsa che ore prime sei stata in predaad un delirio, hai cambiato almenotre vestiti, scoprendo di non averenulla di adatto. Tacchi a spillo o zep-pa? E il push up? Ma no, troppo au-dace. La prima sera ha bisogno disguardi, ti dici. Devi capire. Studiare.Ah, eccolo che arriva. No, lui no, nonha badato proprio a che cosa met-tersi addosso. Puzza di sudore, arri-va dal lavoro. Capita. Tu sorvoli. Infondo è com'è dentro che ti piace. Atavola sarà meraviglioso. Ho semprepensato che l'approccio con il cibosia fondamentale. Da come mangiaun uomo capisci come fa l'amore.Se è troppo ingordo, significa che re-sterai delusa, farà tutto troppo in

fretta, se è troppo attento alla dieta èpeggio: giudicherà ogni tuo sottile fi-letto di ciccia. Ma lui no, lui è diver-so. Poi mentre ti sta di fronte e tagliala carne, ti dice che non vuole impe-gni, ma leggerezza. Ma se neancheabbiamo consumato... inizia a man-giare con ingordigia. Altro che ani-ma, è solo un pollo arrosto! E stase-ra andrà in bianco. In bianco persempre. E' così difficile capire cheprima bisogna conoscersi? Letterafirmata.Cara amica, cosa vuoi che ti dica:No comment.

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La Colonna T raianaDr.ssa Angela Izzo - Collaboratrice da Calvi Risorta

La Colonna, collo-cata nel Foro traia-neo, era decoratada un fregio conti-nuo disposto a spi-rale e misurava cir-ca 100 piedi roma-ni con il fusto, il to-ro in forma di coro-

na di alloro ed il capitello e poggiavasu una base decorata da armi e trofeidestinata a raccogliere le ceneri del-l'imperatore. Al suo interno fu ricavatauna scala a chiocciola illuminata dastrette feritoie, che probabilmente nonerano state previste nel progetto origi-nario, dal momento che obliteranoparte dei rilievi. La sua erezione si col-loca negli anni tra il 110 e il 113 d.C.ed è un'opera dallo spiccato caratterecelebrativo, di chiara propaganda po-litica attraverso l'esposizione delle vit-toriose campagne compiute da Traia-no in Dacia (la Prima del 102-103 d.C.e la Seconda del 105-107 d.C.). Taliguerre furono determinate da motiva-zioni economiche e politiche in quan-to la Dacia, paese ricco di giacimentidi oro e ferro, ostacolava la politica ro-mana di espansione verso l'Oriente ecreava problemi di sicurezza lungo iconfini. Le guerre daciche, condottepersonalmente da Traiano, si svolseroal di là del Danubio, dalle Alpi Transil-vane sino ai Carpazi orientali. Il rilievoè bordato da un orlo irregolare e mos-so, che dà l'impressione di un rotolo dipapiro o di stoffa. La tecnica impiega-ta è quella di un rilievo tenuto bassis-simo, con un forte effetto pittorico. Al-l'esecuzione dei rilievi lavorarono di-verse maestranze, probabilmente sot-to la direzione di un 'unica, notevolemente' creatrice che aveva sicura-mente realizzato i modelli e aveva co-stituito per Traiano ciò che Fidia erastato per Pericle: il portavoce sia degli

ideali etico-politici di un'epoca sia ilcreatore di un linguaggio artistico nuo-vo. Il nome delloscultore che ha con-cepito il grande fre-gio non ci è nota dal-le fonti ma, secondoalcuni studiosi, po-trebbe identificarsicon Apollodoro diDamasco, architettoe ingegnere di Traia-no, autore del Foro edi numerose operetra cui la costruzionedel ponte sul Danu-bio che figura in unascena della stessacolonna. Altri pensa-no piuttosto ad una sua collaborazio-ne con un grande scultore che dirige-va il lavoro degli artisti e che è statodenominato il 'maestro delle impresedi Traiano'. Nel rilievo del fregio la nar-razione procede secondo un ordinecronologico, partendo dal passaggiodell'esercito su un ponte di barche sulDanubio fino al suicidio di Decebalo.La narrazione si basa su temi fissi cheforse erano tratti dal repertorio dellepitture trionfali: la partenza, il discorsoai soldati, l'assedio, la battaglia; la co-struzione di ponti, strade, fortificazio-ni; le cerimonie religiose e di sacrifi-cio; la sottomissione dei barbari, sce-ne di saccheggio e distruzione, di cru-deltà. Lo stesso imperatore è presen-te in ogni scena alla testa dei suoi sol-dati, mentre riceve ambascerie, passain rassegna le truppe, sorveglia le co-struzioni, compie sacrifici. Nelle scenedi sottomissione dei capi barbari egliappare più come un giudice che noncome un vincitore. Ne emerge un ri-tratto non idealizzato né sovraumanodell'imperatore, presentato qui qualeprimo funzionario dello Stato, un uo-

mo la cui posizione è legata alle suegrandi capacità e alle sue virtù, al sen-

so di disciplina oltre che al-la sua saggezza. La narra-zione procede con preci-sione nella rappresentazio-ne realistica degli eserciti,dei loro armamenti, dei co-stumi barbarici, servendosidi elementi topografici, co-me le vedute paesaggisti-che, le scene di boschi e difiumi, rappresentazioni dicittà e villaggi, di fortini, pa-lizzate, che danno l'impres-sione di una grande cartageografica animata. Lanarrazione si svolge in unalternarsi di toni idillici e so-

lenni, per poi passare a toni patetici diintensa drammaticità e tragicità comenelle teste dei barbari infilzate su palio nelle scene di deportazione di fami-glie barbariche, o con toni eroici, dacui viene fatta emergere la grandezzad'animo dei barbari o nella fiera e di-gnitosa figura di Decebalo, capo deiDaci che fugge tra i boschi, parla aipochi fedeli che si uccidono ed infine,al sopraggiungere del nemico, si la-scia cadere da cavallo e si uccide aipiedi di un albero. La colonna istoriataappare come un quadro di grandeumanità e rispetto: seppur ammirati difronte alla potenza travolgente dell'e-sercito romano non si può fare a me-no di provare un sentimento di parte-cipazione per queste popolazioni cheseppur vinte, soccombono eroicamen-te all'esercito romano. La colonnaistoriata non è solo un monumentodall'alto valore artistico ma è ancheuna preziosa testimonianza di unframmento della storia del grande im-pero romano e soprattutto l'espressio-ne autentica e vera di un'arte imperia-le romana.

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Ettore Fieramosca o FerramoscaD.ssa Graziella Rispoli - Conservazione dei Beni Culturali - Collaboratrice da Capua

La famiglia di EttoreFieramosca o Ferra-mosca deve annove-rarsi tra le più anti-che e ricche famigliedi Capua sin daitempi di Landone eGiovanni II , infatti si

sa che possedeva un palazzo ampioe un bellissimo giardino ed avevauna gabella detta Gabella dei Fiera-mosca. Dall'illustre Rinaldo nacquerocinque figli: Ettore, Guido, Cesare,Alfonso e Porzia. Ettore fu il maggio-re dei figli ed ereditò i beni feudali dalpadre e fu dotato di una profonda fe-de cristiana. La sua prima educazio-

ne la ricevette a Capua e il suo nomecompare tra i cortigiani del re Ferran-te come paggio, con uno stipendio didieci ducati al mese. A quei tempi lacorte di Napoli era tra le più splendi-de, Re Ferrante amava le arti e la

scienza e si circondava di uomini illu-stri e colti, poeti famosi, medici rino-mati, fu in quell' ambiente che si for-mò. Il Galateo scrive che Ettore erapiccolo di statura ma grande d' animoe dotato di una forza meravigliosa. Icavalieri di casa Fieramosca avevanoseguito la Regia famiglia con grandefedeltà, furono fedeli e valorosi negliavvenimenti che, sul finire del quindi-cesimo secolo, turbarono il regno. L'I-talia meridionale ebbe una notevoleimportanza nel gioco delle potenzeeuropee. Ettore, ancora giovane magià capitano dei balestrieri diede pro-va della sua abilità cavalleresca. Par-tecipò all' assedio di Gaeta con il pa-dre, con Sforzino Visconti e con LelioGentile Capuano. Nella battaglia diGaeta morì il padre ed ereditò la si-gnoria. Dopo la presa di Gaeta, Etto-re e altri valorosi sostenitori della ca-sa d' Aragona, si impadronirono deicastelli e delle terre appartenenti ainobili alleati alla Francia ma ciò era il-leggittimo e Francia e Spagna si co-alizzarono a danno dell' Italia e si fe-cero concedere, dal Papa, la sparti-zione del Regno di Napoli. La bravu-ra ed il valore di Ettore non bastaronoa salvare Capua dalla rovina veden-dola cadere nelle mani dei francesi il24 luglio. La presa di Capua restamemorabile nella storia per le iniquitàdei francesi e di Cesare Borgia. Nel-l'armeria del museo di Capodimonteè possibile osservare la spada appar-tenuta a Ettore. L'arma riprende loschema della mezza spada alla spa-gnola. La parte superiore è finementelavorata con decorazioni floreali asbalzo sul bottone, sul pomo, sull' im-pugnatura, sul braccio di guardia, sulbraccio di parata e sull' archetto diguardia. Anche la lama presenta mo-tivi decorativi floreali ed un marchio.

Caro Direttore, il dirigentescolastico della mia scuolaha disposto l'obbligo, daparte del suo ufficio, dicontattare le famiglie degli

alunni ogni volta che si verifichi il ca-so di assenza di un'intera classe. E

Quando il genitore supera la decenzaLettera al Direttore

così, tempo addietro, è toccato a mecomporre una ventina di numeri persegnalare a padri o madri l'assenzascolastica. Le riporto una conversa-zione avvenuta lo scorso anno sco-lastico: "Sono il professore di suo fi-glio… Questa mattina non è in clas-se, come d'intesa volevo segnalarleil caso… Lei conosce anche la moti-vazione di questa assenza?". Rispo-sta: "Professore, se mio figlio non èin classe, a lei che cosa gliene fre-ga? Non c'è, se ne occupi quandoc'è". Se fosse stato lei al mio posto,che cosa avrebbe detto a questogenitore? La ringrazio. Lettera firmata.

Caro professore, gli avrei detto népiù né meno quello che è d'obbligoin simili accadimenti: "Chiedo scusaper il disturbo e prometto di non im-portunarla mai più per simili scioc-chezze, anche se in realtà ci sareb-be da fare ben altro”.

Medici robot L'Italia è il secondo paese al mon-do dopo gli Usa per l'utilizzo di ro-bot come medico di eccellenza ne-gli interventi chirurgici di urologia. Ilpiù rinomato è il Robot Da Vinci,costituito da 4 bracci operativi chelavorano materialmente sull'addo-me del paziente attraverso mini-in-cisioni cutanee, mentre il chirurgosiede ad una consolle di comandoche trasmette i segnali in radiofre-quenza.

Casa di Ettore Fieramosca - T rastevere (Roma)

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Fedifraghi, sospirate! Ci sono le Agenzie di alibiAntonietta Falco - Collaboratrice da Vitulazio

Dopo gli ultimi arti-coli che parlavanodi "mariti in affitto"e "amore te lo giu-ro" (le bugie + ri-correnti nella cop-pia) non potevamancare la ciliegi-

na sulla torta. Girando sul web misono resa conto che c'è una persona(e diverse come lui) che con le bugiehanno costruito un’attività, un lavorovero e proprio. Stò parlando di agen-zie di alibi, agenzie on line che forni-scono alibi alle persone. Sono anda-ta a fondo della cosa ed ho scopertoche un 45enne siciliano trasferito aBucarest abbia aiutato un amico acoprire una scappatella. Da lì è par-tita l'idea di un’agenzia, stranamenteanche per lui, le cose sono andate agonfie vele (molta gente allora tradi-sce???). L'agenzia fornisce quindiprove della vostra "innocenza", qua-li, ad esempio, ricevute del ristoran-te o degli hotel, convocazioni a con-ferenze mai esistite, prenotazioni di

voli o treni, eperfino chia-mate telefoni-che con la vo-ce maschile ofemminile, poitra le varie co-se che offre cisono anchechiamate diconferma (inpratica men-tre il traditoreè sulla spiag-gia e la mo-glie chiama alnumero di ho-tel rispondel'agenzia di-cendo che il tizio è in riunione…) ol-tretutto l'agenzia fornisce anchesouvenir dei luoghi del congresso,regali personalizzati per la famiglia,insomma veramente di tutto e dipiù. La cosa che invece mi ha sor-preso è sapere che la maggior partedelle chiamate per procurarsi un ali-

bi arrivano da donne,casalinghe o donne incarriera, che hanno bi-sogno di un weekenddi relax (vuol dire allo-ra che gli uomini sonpiù bravi a mentire?Credo di si). Altra co-sa stupefacente: all'i-nizio i clienti erano so-lo italiani, ora riceve ri-chieste da tanti paesieuropei e persino daIndia, Nigeria, Austra-lia o Stati Uniti. L'a-genzia comunque nonpromette l'impossibilee se il partner traditoscopre l'inganno, i sol-

di non saranno restituiti ne l'agenziapuò essere ritenuta responsabile delfatto. Sembra che l'idea dell'agenzia siapiaciuta molto ai fedifraghi, così tan-to che la lista delle prenotazioni èlunghissima… Speriamo soltantoche nel frattempo non vi scoprino!!!

Il mio orticello Dott.ssa Stefania Castellone - Collaboratrice da Giugliano

Oggi mangio le ver-dure del mio orticel-lo, che soddisfazio-ne poter esclamarequesta frase! E pen-sare che in 50 metriquadrati si può or-ganizzare un bell'or-

to con svariate colture che permettonodi avere frutta e verdura fresca tutti igiorni. Vedere crescere dal seme una piantinaè motivo di grande emozione e portarein tavola i frutti delle proprie "fatiche", èuna vero piacere. E' un'attività gratifi-cante e facile anche per chi non hagrande esperienza e può diventare unhobby appassionante. Si può scegliere di piantare i semi op-pure di acquistare piantine già svilup-pate. Le piantine di pomodori, insalatae aromatiche sono le più semplici dacoltivare. E' opportuno sistemare le piùdiffuse piante aromatiche, rosmarino,prezzemolo, salvia, menta, basilico el'alloro in un angolo del terreno per nondar fastidio agli ortaggi. La menta deve

essere interrata in un vaso a parte per-ché si espande notevolmente a dannodelle altre piante. Ma si possono coltivare anche melan-zane, zucchine, cetrioli, fagiolini, pata-te, verdura, peperoni e peperoncini.Mentre i peperoni, melanzane e pepe-

roncini, se potati e protetti dal freddo, siconservano per l'anno successivo, lepiantine di zucchine, fagiolini, cetrioli epomodori devono essere rimpiazzatidopo la raccolta di luglio. Coltivare unproprio orto aiuta a rilassarsi e dà gran-di soddisfazioni.

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Basta che respiriChiara Dell’Aversano - Collaboratrice da Pastorano

Molto spesso noidonne vedendociscrutate dagli espo-nenti dell'altro ses-so, ci illudiamo diessere belle e sexy.A volte basterebbeun po' di autocritica

per capire che forse se ci osservanoè perché anche se non siamo quellestrafiche che crediamo di essere, ciatteggiamo manco fossimo tutte Mo-nica Bellucci (foto). A parte questaconsiderazione, c'è da dire che ilmondo maschile si divide in due ca-tegorie: quelli che preferirebberoavere un sacco di mazzate, piuttostoche adempiere ai loro doveri masco-

lini; e quelli che so-no perennementein cerca di nuoveesperienze. Natu-ralmente tutti i ma-schietti che stannoleggendo ritengo-no di appartenerealla seconda cate-goria. Comunquesu quelli un po' re-stii non c'è moltoda dire, ognuno hai suoi tempi e lesue necessità, noirispettiamo tutti. Per gli altri semprea caccia, la vita non è molto sempli-ce, molto spesso devono essere di

bocca buona e acconten-tarsi di quel che passa ilconvento, da qui il famosodetto: “basta che respiri!”Ma una persona a memolto cara (di cui non fac-cio il nome pena la denun-cia) ha perfezionato il mot-to, trasformandolo così:"anche se non respira più,basta che sia ancora cal-da!". Pensando a tutto ciòmi è chiara la considera-zione, care signore, cheabbiamo ben poco da

vantarci di eventuali conquiste se te-niamo presente l'insondabilità dellamente maschile.

La “Nunziatella” apre le porte al sesso femminileNunzio De Pinto - Giornalista - Collaboratore da San Nicola La Strada

Lunedì sette settembre 2009 un eventodal carattere eccezionale si è verificato aNapoli nella sua più antica istituzione: laScuola militare “Nunziatella”. Dopo ben221 anni, in cui il “Rosso Maniero” di Piz-zofalcone ha ospitato migliaia di giovanipreparandoli alla vita militare e civile, edha aperto, per la prima volta, le porte al-le giovanissime “teenager” italiane. LaScuola oggi è chiamata al difficile compi-to di formare le nuove generazioni aduna piena e consapevole cittadinanzache sappia interpretare il contesto in cuivivono. Compito che il prestigioso Istitu-to di Pizzofalcone assolva da ben 221anni, formando generazioni di giovani il-lustri. Da Carlo Pisacane al Re d’ItaliaVittorio Emanuele III, la “Nunziatella” si èconquistata il primato di “Istituzione d’e-lite” ben oltre i confini della propria città,proiettandosi nel mondo globalizzato.Varie riforme scolastiche succedutesi neltempo hanno modificato man mano l’or-dinamento degli studi presso la “Nunzia-tella”, attualmente impostato sull’intero

corso del Liceo Classico (3 anni) e degliultimi 3 anni del Liceo Scientifico. Ora la scuola va incontro ad una nuova“riforma”, per certi versi “epocale”, inte-grandosi con l’evoluzione dei tempi chevogliono una parità di opportunità conl’”altra metà del mondo”. Infatti il bandodi concorso per l’anno 2009-2010, pre-vede posti riservati alle concorrenti disesso femminile. Le tredici future allieve, come i loro com-pagni di corso, hanno dovuto sosteneree superare: la prova preliminare di cultu-ra generale e di edu-cazione fisica, accer-tamenti sanitari edattitudinale nonchèla prova orale di cul-tura generale. La“Nunziatella”, si èpreparata nel miglio-re dei modi a questoevento e continuanel perfezionamentoper la miglior acco-

SCHERZIDEL GRANO

di Salvatore CORBOvia Vitt. Emanuele III, 73

Pignat aro MaggioreCon il grano facciamo t anti

scherzi ma mai con la qualità

glienza delle allieve, non dimenticando,ovviamente, i vincitori di concorso di ses-so maschile. Il Comandante e Dirigente Scolastico,Colonnello Filippo Troise, darà il benve-nuto al 222° Corso, nonché ai familiaridegli allievi, ai quali, nell’aula magna, il-lustrerà il piano di formazione. Le ragaz-ze durante la loro permanenza alla scuo-la saranno seguite, tra gli altri, dal Te-nente Sara Scala, comandante di ploto-ne, e dai caporali VFP1 Angela Raffa eStefania Renella, Istruttori militari.

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Il coraggio e la p auraDr. Raffaele Serino - Collaboratore da Curti

Tommaso Dianaaveva partecipatoalla grande guerraprendendo parte aquasi tutte le azionibelliche con corag-gio da vendere. Un corpo agile e

scattante, un intuito perspicace e at-tivo nel valutare le situazioni e pren-dere decisioni, un temperamentocalmo e rassicurante, capace di esa-minare tutti gli aspetti di qualsiasifaccenda e di scegliere la soluzionepiù vantaggiosa. Un giorno il suo co-lonnello gli affidò un messaggio incodice, da recapitare al Comando dizona. L'Ufficiale spiegò ogni partico-lare della missione e si accertò che ilsoldato avesse compreso tutto. Undettaglio, anche minimamente tra-

scurato o rima-sto confuso,avrebbe potutocomprometterel'esito della mis-sione o rappre-sentare un peri-colo per il solda-to. I due uominir a g g i u n s e r oun'intesa perfet-ta per ogni ele-mento della mis-sione. Tommaso rivolse molte do-mande al Colonnello che chiarì ogniaspetto, cercando di non lasciare al-cunché al caso. Al termine del collo-quio Tommaso guardò il Colonnellonegli occhi, fece un colpo leggero ditosse poi con una voce calma: "Si-gnor Colonnello è una missione a ri-

schio estremo?" Nonavrebbe dovuto farequella domanda, maconosceva l'ufficialeda circa un anno e ilsuo comportamentofranco e leale gli ave-va dato il coraggio diparlare. La domandagli frullava per la te-sta sin dall'inizio delcolloquio e man ma-

no aveva preso corpo e consisten-za. La risposta del colonnello fu ra-pida e decisa: "Diana, se il messag-gio giungerà al comando, molte vitedi soldati italiani saranno salvate.""Agli ordini, signor colonnello" Il col-loquio si interruppe, il soldato s'irrigi-dì sugli attenti, salutò e andò via,mentre l'ufficiale riprese a compilareun verbale. Rimasto solo, l'uomo po-sò la penna, prese lentamente unasigaretta, l'accese e tirò una lungaboccata di fumo. Posò poi la sigaret-ta e riprese la penna per scrivere madopo qualche attimo la ripose sullascrivania. Continuò a fumare fissan-do lo sguardo nel vuoto ma pensan-do intensamente. "La guerra, un mo-stro cieco, cinico, vorace e senz'ani-ma e noi i suoi burattini? Ho intuitoquello che passava per la mente diquell'uomo, ed il suo stato d'animoma ho dovuto dargli l'ordine di parti-re. Alla fine se cadrà dovrò proporloper una medaglia al valore, lo stes-so farò se tornerà vivo ma chi lo ri-pagherà della tragedia dell'anima difronte alla quasi certezza di unamorte assurda? Ed è tragedia per-ché sappiamo che la missione èmortale ma nessuno deve affermar-lo ne vorrebbe affrontarla."

Continua

Prima parte

Tintarella goodbyeInsieme all'estate è finito, o quasi, il di-vertimento e la spensieratezza delle se-rate estive, lontani da lavoro, studio e re-sponsabilità. Anche l'ultimo ricordo delletrascorse vacanze svanisce e, con il do-rato colorito acquisito in faticose sedutesotto il "solleone", se ne va ogni velleitàdi godere a lungo benefici acquisiti conl'abbronzatura e far "morire di invidia"chi, fanatico della tintarella, non è maistato. La pelle abbronzata è destinata,infatti, a perdere i pigmenti di melaninache la rendono così colorita in meno diun mese: in media i tempi del ricambiocellulare della cute. Chi non è disposto aperdere in così poco tempo quel bel co-lore ambrato faticosamente ottenuto,che tanto ci fa sentire belli dentro e fuo-ri. Ecco qualche accorgimento per af-frontare il rientro in città e la ripresa dellavoro, mantenendo il più a lungo possi-bile l'ultimo segno dell'estate e con essoil benessere che ne deriva. Principalenemica dell'abbronzatura è la disidrata-

zione, complice magari anche l'aria con-dizionata di abitazioni e uffici, nel giro dipochissimo la pelle si disidrata e comin-cia l'esquamazione; bere molto è il primoconsiglio per aiutare dall'interno la pellea non seccarsi troppo. Bisogna evitare che la pelle diventi sec-ca. Meglio usare oli naturali come quellodi mandorle o di cocco o creme ammor-bidenti evitando quelle a base di gliceri-na o vasellina che al contrario aumenta-no la secchezza della pelle in profondità.E poi bisogna continuate a mangiare ca-rote e verdure. L'idratazione comincia anche dall'inter-no: mangiare frutta e verdura gialla earancione (carote, arance, meloni, albi-cocche, pesche, cachi), e bere almenoun litro e mezzo d'acqua al giorno sono imigliori antidoti. Il consiglio in più? Con-dire l'insalata con la salsa di soia: contie-ne ingredienti che migliorano la pelle e laaiutano a non seccarsi e a non perdere ilcolore.

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di Alessia MaglioccaP.zza Riccardo II

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Inail: cambiano gli importi per il 2009 Donato Bencivenga - Sindacalista - Collaboratore da Bellona

A partire dal 1° lu -glio 2009 e fino al30 giugno 2010, l’I-nail rivaluterà gli im-porti delle presta-zioni economicheper infortunio sul la-voro e malattia pro-fessionale per i la-

voratori impiegati nei settori dell’industriae dell’agricoltura e per i medici radiologicolpiti da malattie e lesioni causate dal-l’azione dei raggi x e delle sostanze ra-dioattive. In attesa dell’emanazione, da parte delministero del Lavoro, dei decreti in mate-ria previsti per legge, vediamo, in detta-glio, le modifiche agli importi.

Settore Industriala retribuzione media giornaliera passa a68,33 euro. I nuovi limiti retributivi annuiminimo e massimo da assumere ai finidel calcolo della rendita sono i seguenti:minimale: 14.349,30 euro massimale: 26.648,70 euro

Settore Agricoltura la retribuzione convenzionale annuapassa a 21.655,81 euro

Marittimi I nuovi massimali retributivi sono: co-mandanti e capi macchinisti 38.374,13euro primi ufficiali di coperta e di mac-china euro 32.511,41euro per gli altri uf-ficiali euro 29.580,06

Medici colpiti da malattie e lesionicausate dall’azione dei raggi x

la retribuzione convenzionale annua, sul-la cui base riliquidare le rendite di inabili-tà permanente, in godimento dal 1° luglio2009, è di 54.757,58 euro. Per quanto ri-guarda gli assegni continuativi mensili:Inabilità, Settore industriale, Settore agri-colo dal 50 al 59% 265,14 euro 332,09euro dal 60 al 79% 371,98 euro 463,40euro dall’80% all’89% 690,61 euro795,54 euro dal 90% al 100% 1.063,96euro 1.127,67 euro 100% + assistenzapersonale e continuativa 1.537,05 euro1.600,13 euro. Per quanto riguarda l’as-segno “una tantum” in caso di morte,l’importo passa a 1.893,04 euro per i set-tori industriale ed agricolo. L’assegno perassistenza personale e continuativa pas-sa a 472,45 euro.

I compiti a casa in comp agnia dei genitoriD.ssa Anna Iodice - Pediatra - Collaboratrice da Salerno

Per imparare oc-corre esercizio an-che con i genitori.La maggior partedelle conoscenzesi consolida con l'e-sercizio; sono dav-vero poche le coseche si imparano

subito e che si fissano nella mente unavolta per tutte. Ma il bambino deve fare tutto da solo? Ibambini possono memorizzare autono-mamente quello che hanno imparato ascuola e possono farlo con i propri ritmi.Meglio non intervenire subito, altrimentiil bambino si abituerà a dipendere sem-pre da un adulto che pensa, pianifica eorganizza per lui. Dunque, come pos-siamo aiutarli? Fare i compiti al postodei bambini non ha senso, ma insegna-re ad organizzarsi, a fare ricerche, a ca-pire un passaggio difficile è molto im-portante. Sin dall'inizio i genitori posso-no seguire il bambino perché impari acapire che esiste una logica per affron-tare un qualsiasi compito (un tema ri-chiede di pensare prima a ciò che si

vuole scrivere, tracciare una "scaletta"ecc); a cercare le informazioni sui libri discuola, sull'enciclopedia, su Internet; aconcentrarsi sul compito da fare dando-si dei tempi per realizzarlo (spesso l'at-tenzione è limitata e le distrazioni tante,esercitiamoci a "resistere" agli stimoliesterni, ad esempio la Tv). Bisognaprogrammare brevi pause, piccoli breakche aiutino a ritrovare la concentrazio-ne. Dove è meglio fare i compiti? È importante predisporre un ambientefavorevole allo studio: preparare un luo-go ordinato e tranquillo (lontano da tele-visori, videogiochi o altre fonti di distra-zione); dare un orario fisso per i compi-ti (sempre prima dicena e possibilmen-te dopo una meritatapausa di gioco); es-sere presenti nellospazio fisico delbambino, ma mo-strarsi intenti alleproprie attività; invo-gliare il bambino acondividere il lavoroche sta facendo, ma-

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gari leggendo a voce alta o raccontandoquale soluzione ha trovato. Ma anche lamamma e il papà dovranno seguire del-le regole. Essere innanzitutto presenti per guida-re, sostenere, aiutare il bambino tenen-do una distanza sempre maggiore. Solocosì aiuterete i vostri figli nel complessocompito di seguirli durante l'apprendi-mento. Dal canto loro, se il lavoro riusci-rà, daranno i risultati preannunciati ascuola. Ultimo consiglio per i genitori: mostratesempre tanta pazienza e fate capire lo-ro che siete contenti di seguirli e inse-gnargli come essere autonomi in futuro.

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Pignat aro Maggiore Turno festivo e fuori orarioLa Farmacia aperta la domenica, diseguito indicata, coprirà il fuori orariola settimana successiva.Domenica 13 09 2009 FuscoDomenica 20 09 2009 RegaDomenica 27 09 2009 FuscoDomenica 04 10 2009 Rega

Capua Turno festivo e prefestivo

12.09.09 - Apostolico 13.09.09 - Corvino19.09.09 - Costanzo20.09.09 - Russo26.09.09 - Vecchione27.09.09 - Apostolico03.10.09 - Corvino

Numeri ed indirizzi utili04.10.09 - Costanzo

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11.09.09 - Simonelli12.09.09 - Tafuri13.09.09 - Beneduce14.09.09 - Salsano15.09.09 - Antonone16.09.09 - Merolla17.09.09 - Salsano18.09.09 - Bovenzi19.09.09 - Antonone20.09.09 - Tafuri21.09.09 - Beneduce22.09.09 - Simonelli23.09.09 - Bovenzi24.09.09 - Salsano25.09.09 - Antonone26.09.09 - Beneduce27.09.09 - Iodice28.09.09 - Merolla29.09.09 - Tafuri30.09.09 - Simonelli01.10.09 - Iodice02.10.09 - Merolla03.10.09 - Salsano04.10.09 - Bovenzi05.10.09 - Beneduce06.10.09 - Tafuri07.10.09 - Antonone

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