Cina trends per gli acquisti del 2013

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Fonte: www.jingdaily.com CINA TRENDS PER GLI ACQUISTI DEL 2013: LA CLASSE MEDIA HA PREFERITO EFFETTUARE GLI ACQUISTI ALL’ESTERO E BURBERRY E’ IN CIMA ALLE PREFERENZE. Nel 2013 la classe media cinese ha preferito effettuare i propri acquisti di prodotti di lusso allestero ed hanno designato Burberry come il loro marchio preferito. I risultati di un recente sondaggio sul nuovo potere dacquisto nel lusso, condotto dal giornale cinese iFeng , ha portato alla luce i dati relativi alle preferenze ed ai comportamenti dei consumatori cinesi nel 2013: tipologia di prodotti acquistati, dove sono stati effettuati gli acquisti, come sono stati usati e tanti, tanti altri dati. Il sondaggio condotto era in cinese, quindi per chi non lo capisse molto bene, qui di seguito riportiamo un breve riassunto dei risultati. Secondo questo sondaggio è chiaro ancora una volta, quanto i consumatori cinesi amino i prodotti di lusso: il 76,74% degli intervistati hanno dichiarato di averli acquistati. Tutti gli intervistati fanno parte di una classe media con un reddito che va dai 5000 ai 20000RMB al mese, ovvero tra 700€ a 2500€ al mese. Per la maggior parte degli intervistati (46,32%) si intende prodotti di lusso, quei prodotti che hanno un costo maggiore a 10000 RMB (circa 1300€), mentre per il 26,96% sono

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CINA TRENDS PER GLI ACQUISTI DEL 2013: LA CLASSE MEDIA HA PREFERITO EFFETTUARE GLI

ACQUISTI ALL’ESTERO E BURBERRY E’ IN CIMA ALLE PREFERENZE.

Nel 2013 la classe media cinese ha preferito effettuare i propri acquisti di prodotti di lusso all’estero ed hanno designato Burberry come il loro marchio preferito. I risultati di un recente sondaggio sul “nuovo potere d’acquisto nel lusso”, condotto dal giornale cinese iFeng, ha portato alla luce i dati relativi alle preferenze ed ai comportamenti dei consumatori cinesi nel 2013: tipologia di prodotti acquistati, dove sono stati effettuati gli acquisti, come sono stati usati e tanti, tanti altri dati. Il sondaggio condotto era in cinese, quindi per chi non lo capisse molto bene, qui di seguito riportiamo un breve riassunto dei risultati. Secondo questo sondaggio è chiaro ancora una volta, quanto i consumatori cinesi amino i prodotti di lusso: il 76,74% degli intervistati hanno dichiarato di averli acquistati. Tutti gli intervistati fanno parte di una classe media con un reddito che va dai 5000 ai 20000RMB al mese, ovvero tra 700€ a 2500€ al mese. Per la maggior parte degli intervistati (46,32%) si intende “prodotti di lusso”, quei prodotti che hanno un costo maggiore a 10000 RMB (circa 1300€), mentre per il 26,96% sono

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considerati di lusso, quei prodotti che hanno un prezzo tra i 5000 ed i 10000RMB in su (tra i 700€ e 1300€), e per il restante 20.53% sono di lusso, tutti quei prodotti che hanno un costo dai 5000RMB in su (700€ in su). La maggioranza (45,97%), inoltre, ha dichiarato di aver speso nel 2013, l’equivalente di un salario mensile per lo shopping di lusso. Per il 2013, Burberry è risultato il marchio preferito , seguito subito da Chanel, Gucci, Louis Vuitton, Prada e in coda trascinante Dior. Questi dati danno un’idea generale sulla crescita dei numeri per l’anno nuovo. Burberry ha avuto un balzo in crescita, mentre Louis Vuitton ha visto un netto rallentamento. Le borse rimangono la categoria predominante, seguita rispettivamente da abbigliamento, gioielli e cosmetici. I prodotti di seconda mano, i contraffatti, e quelli molto loggati sono decisamente un trend in discesa ed in forte diminuizione, considerati fuori moda. I negozi vintage, e di seconda mano non trovano un mercato fertile: meno del 5% hanno dichiarato di aver acquistato prodotti usati, ed al 54% non piacciono affatto. Un 74% degli intervistati hanno dichiarato di non aver effettuato alcuno prodotto contraffatto nel 2013; il trend del NO-Logo che abbiamo assistito negli ultimi tempi, trova conferma in questo sondaggio: il 44,19% hanno dichiarato di voler evitare i prodotti molto loggati, mentre un 35,73% hanno dichiarato invece, che per loro non è importante il logo in vista, ma la qualità del prodotto. Tuttavia i prodotti loggati non sono del tutto abbandonati, in quanto un 20.08% considerano il logo in vista, ancora una delle caratteristiche che li spingono ad effettuare l’acquisto. Nella sezione del sondaggio “dove vengono effettuati gli acquisti”, i risultati sono sorprendenti: il 40,52% hanno dichiarato di averli acquistati oltreoceano. Mentre un 37,47% hanno dichiarato di averli acquistati in negozi ufficiali. L’opzione “daigou” per gli acquisti da parte di buyers che vanno appositamente all’estero per fare acquisti su commissione, non è un metodo molto proficuo come si potrebbe pensare: solo l’8,6% degli intervistati acquistano usando questo metodo. Tra coloro che effettuano gli acquisti in negozio, il 43,13% hanno dichiarato di averli acquistati all’estero, mente il 24,89% hanno dichiarato di averli acquistati ad Hong Kong

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ed il 31,98% in Cina. Questi risultati coincidono con le previsioni precedenti secondo le quali , i prodotti di lusso vengono maggiormente acquistati all’estero e questo dato è destinato a crescere ulteriormente. Il sondaggio inoltre, mostra una mappa di distribuzione dei negozi di lusso. Le città principali sono Pecchino e Shanghai con la maggior concentrazione dei negozi di lusso, seguite subito dopo da Guangzhou che ha uno o due negozi per marchio. C’è molto aspettativa per Shenyang che ha 4 negozi Louis Vuitton e 3 di Gucci. Secondo i commenti degli intervistati, c’è l’attitudine contro l’ostentazione del lusso. Uno degli intervistati ha dichiarato nel sondaggio: “acquistare prodotti troppi costosi per sè stessi non è giusto, è intrinsecamente sbagliato: un gesto di vanità e mancanza di gusto per le donne che vogliono preservare la propria facciata ipocrita e tuhao (un termine in cinese dispregiativo per definire i nuovi ricchi cinesi).”. Un altro intervistato ha dichiarato che il boom dei prodotti di lusso in Cina è dovuto al reddito grigio, alla corruzione, ad un crollo del mercato azionario, e all’ aumento della "dissolutezza", e la mancanza di fede che donare a enti di beneficenza è ancora considerata una truffa.

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Se riuscite a capire il cinese, qui di seguito riportiamo l’infografica del sondaggio:

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