2009 Trends Matrix: L'isola che non c'è
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macro trendsESCAPISM / L’ISOLA CHE NON C’È© Valentina Durante / District Vision Lab
ESCAPISM
È la fuga da un realtà che non piace, la ricerca di un’isola di riposo psicologico in un mondo sempre più incerto. Si carica di innumerevoli derive regressive. È l’anelare a un porto sicuro in una tempesta che oscura qualsiasi faro all’orizzonte. È il desiderio e il lusso di poter dire “sta andando tutto a rotoli ma faccio come se nulla fosse”. L’escapism identifica diverse mete ideali di obnubilamento.
La fuga può essere nella cura di sé.
Il corpo diventa l’estremo santuario incorrotto. Non posso controllare la realtà che mi sfugge di mano, ma almeno posso controllare il mio peso, la mia pelle, i miei muscoli, il mio intestino…
L’isola che non c’è (4 sub-trend) è dedicata ad alcuni importanti trend che interessano il mondo del food: dal cibo iperpotenziato in laboratorio alla ricerca dell’alimento naturalmente perfetto. Chi ha trovato la fontana della giovinezza?
L’ISOLA CHE NON C’È
© Valentina Durante / District Vision Lab
macro trends
macro trends
SUPER FOOD / PHARMA
SUPER FOOD / REAL
INTOLERANCE FOOD
EVIL FOOD
ESCAPISM / L’ISOLA CHE NON C’È© Valentina Durante / District Vision Lab
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
SUPER FOOD
Già da tempo il cibo non è più considerato solo in virtù del suo
apporto calorico/nutrizionale e per il suo valore edonistico.
Ma negli ultimi anni si è scatenata la caccia ai super-
cibi, alimenti – naturali o creati in laboratorio – che rivestono
una funzione specifica legata alla bellezza, alla giovinezza, alla salute, al dimagrimento…
ESCAPISM / L’ISOLA CHE NON C’È
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
SUPER FOOD
La convergenza tra alimentazione e segmenti come
la farmacologia, la dermatologia e la cosmesi è
in forte crescita.
Mai come oggi il detto di Ippocrate - fa che il cibo sia la
tua medicina e la medicina sia il tuo cibo – è stato preso
alla lettera.
ESCAPISM / L’ISOLA CHE NON C’È
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SUPER FOOD
I CIBI DELLA GIOVINEZZA
Una società che rincorre senza sosta il mito dell’eterna
giovinezza non può che lasciarsi conquistare dai regimi
alimentari che promettono di rallentare le lancette
dell’orologio:
Antiossidanti (vitamine A, E e C, selenio, zinco, rame,
flavoniodi, carotenoidi…)
Collagene
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SUPER FOOD
I CIBI DELLA SALUTE
In funzione sia preventiva che curativa:
Antitumorali
Ricchi di acidi grassi essenziali
Poveri di colesterolo
Poveri di sodio (contro l’ipertensione)
Ricchi di calcio (contro l’osteoporosi)
Ricchi di ferro (contro l’anemia)
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SUPER FOOD
I CIBI DEL DIMAGRIMENTO
Probabilmente una delle categorie di più antica storia
commerciale:
Poveri di grassi
Ricchi di fibre solubili e insolubili
A basso indice glicemico (influenza della dieta a Zona)
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SUPER FOOD
I CIBI DELLA BELLEZZA
Una categoria in espansione, si vedano i nutraceutici come
Essensis della Danone e i cosmo-supplements,
specialità cosmetiche da bere e/o assumere sotto forma di
pillole, capsule, compresse o bustine, vendute in profumeria
(es. Cellustretch di Innéov).
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SUPER FOOD
I CIBI AMICI DELL’INTESTINO
Una categoria in sicura crescita grazie all’aumento di persone che soffrono di IBS (Sindrome
dell’Intestino Irritabile).
Fibre solubili e insolubili
Prebiotici
Probiotici
Erbe dalle proprietà calmanti/antispastiche
(menta, cammomilla…) e assorbenti (cumino,
finocchio…)
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SUPER FOOD
I CIBI DELLA PERFORMANCE
Energy drinks e prodotti additivati con caffeina hanno
conosciuto un boom negli Stati Uniti, una conseguenza
dell’affermarsi di una società sempre più iperattiva.
Con la crisi economica, e la necessità per molte persone di
intraprendere un doppio o anche un triplo lavoro, la
crescita potrebbe continuare…
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SUPER FOOD
Possiamo suddividere i super food in due categorie:
REAL FOOD, cibi così come li ha fatti Madre Natura nei quali
sono state identificate, più o meno recentemente, qualità
degne di rilievo.
PHARMA FOOD, cibi a cui sono stati aggiunti vitamine,
minerali, antiossidanti, fibre… un trend non certo nuovo ma
dall’evoluzione continua.
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Il trend “real” è sicuramente da tenere d’occhio in un contesto in
cui i consumatori sono sempre più scettici di fronte a ciò che è
sintetico e processato.
Meno ingredienti, dunque, meno additivi è un ritorno al cibo
originariamente “buono”.
Il focus si sposta su cibi come il tè verde, cavoli e broccoli, frutti di bosco, pomodoro, agrumi…
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SUPER FOOD / REAL
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… ma anche su insospettabili come il cacao (ricco di flavanoli,
che dovrebbero aiutare a controllare il diabete e contribuire
alla salute cardiovascolare).
Mars cerca un’alternativa al suo consueto junk food con
CocoaVia, cioccolato che si picca di diminuire il rischio di
cancro.
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Chocopirin-A, pastiglie al cioccolato fondente arricchito con Vitamine A e C, proposte
con un packaging da integratore alimentare.
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Svariati i brand con un’immagine un po’ “sintetica” che cercano di sottolineare la
concretezza e la naturalità dei propri prodotti.
McDonald’s ha sottoposto a revisione la grafica del
packaging inserendo le immagini dei cibi “reali” con
cui sono preparati i prodotti (ad esempio una patata sbucciata sulla confezione delle patatine
fritte).
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Pepsi ha lanciato in Inghilterra Pepsi Raw, una sorta di
alternativa salutare alla cola tradizionale perchè contiene
solo ingredienti naturali come estratto di mela, frizzante
acqua, uva, foglie di caffè, zucchero di canna ed è priva di coloranti, conservanti artificiali,
dolcificanti.
La comunicazione, firmata BBDO, è più che eloquente.
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La ricerca di nuovi super cibi non ha fine: oltre ad analizzare e ri-
analizzare gli alimenti tipici della dieta occidentale ci si insinua in
tradizioni culinarie esotiche, oppure autoctone ma
dimenticate, con la speranza di individuare il nuovo it-food.
Alcuni esempi…
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L’aronia, una bacca originaria del Nordamerica orientale e
introdotta nell'agricoltura europea agli inizi del '900.
Ricca di vitamina C e antiossidanti ha fatto la sua comparsa negli scaffali degli
health food store americani sotto forma di succo e marmellata.
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Redespresso è una bevanda ottenuta dal Rooibos, una
qualità di tè rosso prodotta in Sudafrica.
Contiene cinque volte la quantità di antiossidanti presenti nel tè
verde ed è senza caffeina.
Si prepara come un espresso e si sposa bene anche con il latte
per creare macchiati e cappuccini.
Sta riscuotendo un discreto successo negli USA.
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TerrAmazon ha addirittura esplorato i luoghi più remoti della
foresta amazzonica alla ricerca di nuovi snack sani.
Gli Organic Yakon Slices sono fette essiccate di yakon, un tubero di origine andina con
un’elevata concentrazione di oligofruttosio (uno zucchero con proprietà probiotiche e un
basso indice glicemico).
Tutti i prodotti sono certificati bio e kosher.
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Le uchuva sono un frutto originario dei Paesi
Sudamericani come il Perù, il Cile e la Colombia.
Si tratta di una bacca ricca di antiossidanti, proteine,
bioflavonodi, vitamine A, C e B12.
Viene proposta fresca o essiccata.
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Particolarmente vitale – quanto a novità di prodotto – il settore
delle acque additivate e quello di tè e infusi.
Herbal Water di Ayala mixa acqua e infusi di erbe aromatiche
e spezie (rigorosamente bio), senza dolcificanti e aromatizzanti
artificiali né conservanti.
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Il tè, soprattutto quello verde, è al centro dell’attenzione da
qualche anno per il suo elevato contenuto di catechine, un
gruppo di sostanze antiossidanti appartenenti alla
categoria dei flavonoidi.
Il mercato sfrutta il claim salutista con prodotti come Sencha Shot
della giapponese Ito En.
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SUPER FOOD / REAL
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L’emergere di una visione-panacea associata a un singolo
alimento può generare fads improvvise con spostamento (temporaneo) degli equilibri di
mercato.
In Giappone il passaparola ha scatenato il boom della “dieta
della banana mattutina”: Dole, il principale importatore, ha
registrato un aumento delle vendite del 25% e i supermercati
hanno faticato a soddisfare la crescente domanda.
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SUPER FOOD / REAL
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Il successo mediatico di alcune diete ha il potere di influenzare, almeno per un certo periodo di
tempo, il comportamento dei consumatori.
Questo fenomeno, non nuovo, viene oggi potenziato dalle reti
sociali che si creano grazie al web 2.0 (la stessa dieta della
banana si è diffusa viralmente grazie ai social network).
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Dopo la Zona di Barry Sears (che ha comunque introdotto
permanentemente una maggiore attenzione per l’indice glicemico
degli alimenti), quella del gruppo sanguigno di Peter D’Adamo e quella lifting di Perricone, ora è il momento della dieta ormonale
di Thierry Hertoghe…
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… e del NuVal Nutritional Score del Dr. Katz, una sorta di
indice di qualità nutrizionale (secondo molti discutibile) che
stila una classifica degli alimenti più e meno sani.
Il punteggio NuVal verrà introdotto nel 2009 in alcuni
supermercati americani: sarà stampato a fianco dell’etichetta
del prezzo con lo scopo di entrare a far parte della routine
di acquisto dei consumatori.
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SUPER FOOD / REAL
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Il mercato si divide tra i sostenitori del “tutto naturale” e
coloro che abbracciano con entusiasmo le nuove scoperte
scientifiche e processi produttivi che consentono di
sviluppare cibi “potenziati”.
Ad esempio oggi solo un Inglese su cinque mostra
perplessità nei confronti degli OGM, una percentuale
dimezzata rispetto a 9 anni fa.
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SUPER FOOD / PHARMA
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Poiché per molti consumatori il profilo funzionale/salutista è
una discriminante essenziale nella scelta di un cibo, molte
aziende tradizionalmente associate allo junk food stanno
cercando di crearsi una nuova immagine con l’inserimento di
prodotti ad hoc.
Coca Cola ha già lanciato Enviga, bevanda a base di
estratti di tè verde, caffeina e micronutrienti vegetali che
dovrebbe bruciare calorie e far perdere peso.
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SUPER FOOD / PHARMA
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Ora ci riprova con JÍANCHÍ, una bevanda a base di frutta, tè
ed estratti vegetali miscelati secondo i principi dell’antica
saggezza cinese per riportare armonia a corpo, mente e
spirito.
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SUPER FOOD / PHARMA
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Le bavande con probiotici sono uno dei trend
maggiormente consolidati nel mercato dei functional food. In ascesa anche il segmento dei
prodotti ricchi di antiossidanti così come quello dei cibi
(magari di base tutto fuorché sani) arricchiti di Omega 3.
Negli USA il compromesso fra healthy e junk si ha con prodotti come Spaghetti Plus di Heinz, spaghetti in scatola con Omega
3, calcio, ferro e fibre.
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Se il benessere cardiovascolare è stato il main target dei functional food della
fine degli anni ’90, oggi il settore più promettente sembra
essere quello della salute gastrointestinale.
Su questo topic sta ad esempio puntando Sunsweet con il suo
PlumSmart: il mercato è vitale, tenendo conto che 60-70
milioni di Americani soffrono di problemi digestivi.
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I “cibi per la bellezza” sono un altro settore in crescita.
La statunitense Borba Nutraceuticals utilizza nei suoi
prodotti frutti come l’açai, la meolograna e i goji (quello delle
bacche è un trend molto forte nell’area beauty/salutistica).
Fra i prodotti più popolari ci sono le Borba Gummi Bear,
caramelle gommose che rinnovano e rigenerano la pelle
dall’interno.
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L’idea che si possa curare la pelle dall’interno ha fatto
molta presa sulle consumatrici, che non si fermano neppure di
fronte a prezzi non proprio popolari (un sacchetto di Borba Gummi Bears costa 25 dollari).
Altro esempio è Glowelle di Nestlè, integratore alimentare
liquido e in polvere che rallenta il processo di invecchiamento
cutaneo.
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I Laboratoires Noreva propongono invece Noreva
Norélift, una marmellata antirughe ad alta
concentrazione di acidi grassi, antiossidanti, licopene, norelina e vitamine E e C che promette di ridurre i segni del tempo del
74% in un mese.
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Fra le giapponesi, notoriamente ossessionate dal desiderio di mantenere una pelle perfetta,
sono molto popolari cibi e bevande che contengono
collagene.
Esempi sono le caramelle Eiwa Collagen Marshmallow e la polvere solubile Meiji Amino
Collagen.
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Hanno riscosso molto successo, grazie al carisma del personaggio, i cosmeceutici del
dottor Perricone (Perricone Nutraceuticals).
I consumatori si sentono rassicurati quando le
prestazione vengono garantite da un ipse dixit proveniente
dall’ambito medico.
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SUPER FOOD / PHARMA
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I super-cibi possono anche aiutare l’umore e migliorare
le prestazioni mentali.
Nel primo caso ci troviamo di fronte a mood food come il cioccolato Mental Balance
della giapponese Glico: contiene GABA, un
neurotrasmettitore coinvolto nella riduzione dello stress.
Le vendite annue di questo prodotto hanno toccato i 40
milioni di dollari.
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SUPER FOOD / PHARMA
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Oppure c’è Drank, un anti-energy drink al gusto di uva
con melatonina, bacche di rosa e radice di valeriana.
È diventato popolare soprattutto nel sud degli Stati
Uniti.
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Nel secondo caso abbiamo prodotti come l’energy drink
Nerd, che migliora la concentrazione e la
memorizzazione.
SUPER FOOD / PHARMA
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CAFFEINE CRAZIES
Gli energy drinks sono un settore in forte crescita negli
USA. 200 nuovi prodotti di questo tipo hanno debuttato sul
mercato con un aumento del 50% nelle vendite.
E cresce anche il contenuto di caffeina: se una lattina di Coca
Cola ne contiene 34 mg, una Red Bull ne totalizza 80. 120 mg
per la Rockstar Zero Carb e 280 mg per la Censored (ex
Cocaine).
E arrivano anche prodotti per la prima colazione addittivati:
Buzz Donuts e Buzzed Bagels.
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Il settore delle acque addittivate sperimenta innovazioni non
solo di prodotto, ma anche di packaging.
Un esempio è il brevetto VIZcap sviluppato da VIZ:
vitamine e supplementi sono contenuti nel tappo; è
sufficiente premerlo e agitare per ottenere il prodotto finale
che, in questo modo, non sperimenta alcun decadimento prestazionale dovuto al tempo
e alle condizioni di conservazione.
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SUPER FOOD / PHARMA
Guarda il video di VIZcap.
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La stessa tecnologia viene utilizzata nel packaging del
functional drink Activate: vitamine ed erbe sono
conservati – sotto forma di polvere – in una capsula
inserita nel tappo.
ESCAPISM / L’ISOLA CHE NON C’È
SUPER FOOD / PHARMA
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Sono moltissime le aziende che decidono di vantare questa o
quell’altra proprietà curativa o preventiva nel loro prodotto.
Ma attenzione alle false promesse: possono rivelarsi
un boomerang. Un paio di anni fa la GlaxoSmithKline è stata
costretta a pagare una multa di 115mila euro dopo che due studentesse neozelandesi
hanno scoperto che il succo di ribes Ribena non conteneva
affatto la quantità di vitamina C dichiarata nella pubblicità.
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SUPER FOOD / PHARMA
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Ma il cibo può diventare anche un nemico: non ci riferiamo a
patologie alimentari come anoressia e bulimia né alle
problematiche di natura allergica (che affronteremo in un sub-trend separato), ma ai
fads che si diffondono tra i consumatori colpevolizzando,
in modo più o meno legittimo, un particolare alimento.
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EVIL FOOD
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Dopo la demonizzazione dei lipidi (che ha generato prodotti come il grasso non assorbibile
olestra) e dei carboidrati (decine di diete a tema dalla
vecchia Scarsdale alla più recente Zona) negli Stati Uniti è
la volta dell’onnipresente sciroppo di mais ad alto
contenuto di fruttosio, implicato (pare) nell’epidemia di
obesità che affligge il Paese.
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EVIL FOOD
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Il trend è così forte che la Corn Refiners Association ha
lanciato una imponente campagna di marketing e un
sito internet (sweetsurprise.com) per
difendere il dolcificante.
Nel frattempo le vendite di Coca Cola contenente lo
HFCS sono calate lo scorso anno del 5,5% negli USA. La
contrazione è stata ancora più forte per Sprite (-9,2%) e
Pepsi (-8,9%).
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EVIL FOOD
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Si diffondono così i dolcificanti alternativi: oltre ai tradizionali
zucchero di canna e miele ci sono novità-non-nuove come la
stevia, una pianta usata da secoli in America latina con un
potere dolcificante 300 volte più potente dello zucchero.
Con la stevia è prodotto PureVia, risultato di una joint venture fra PepsiCo e Whole Earth Sweetener Company.
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EVIL FOOD
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Un altro dolcificante naturale sulla cresta dell’onda è lo
sciroppo d’agave.
Flavored Agave Dessert Syrup e Raw Agave Gelato
sono inoltre senza lattosio, soya e glutine.
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EVIL FOOD
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Un altra manifestazione del trend degli “alimenti senza
qualcosa” è il crescente interesse riscontrato negli Stati
Uniti per una dieta senza glutine anche fra coloro che
non sono affetti da morbo celiaco.
Lo scorso anno sono stati venduti prodotti gluten free per
almeno 2 mld di dollari. Il mercato oscilla fra i 15 e i 30
milioni di Americani, un numero assai più alto di quello
dei malati di celiachia.
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EVIL FOOD
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A sposare la dieta gluten free sono i genitori di bambini
diagnosticati con ADHD o autistici, donne incinte, persone allergiche e altri che dichiarano
di sentirsi meglio escludendo dall’alimentazione questa
proteina.
E poi ci sono celebrity endorser come Oprah Winfrey
(per un periodo) e Jenny McCarthy.
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EVIL FOOD
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Ci sono però casi – sempre più frequenti – in cui il cibo non è
un nemico per partito preso ma perché l’organismo lo rifiuta o
ha problemi a digerirlo e assimilarlo.
Quella dei prodotti per consumatori allergici e/o
intolleranti si sta rivelando una nicchia di mercato sempre più
profittevole.
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INTOLERANCE FOOD
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Il caso più noto è quello degli alimenti per celiaci. In Italia,
ad esempio, la patologia interessa 400/600mila
individui anche se i diagnosticati sono poco più di
85mila. Il trend di crescita è del 10% annuo.
Il mercato vale 150 milioni di euro con un centinaio di
aziende coinvolte: 2/3 del giro d’affari è nelle mani del circuito farmaceutico, la restante parte
alle aziende della grande distribuzione.
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INTOLERANCE FOOD
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Un’altra intolleranza diffusa è quella per il lattosio.
Sul mercato si stanno moltiplicando le opzioni rivolte a chi non riesce a consumare
latte vaccino: dal latte delattosato (inefficace però in
caso di intolleranze gravi) ad alternative provenienti da soya, riso, mandorle, avena, farro e anche cocco, come nel caso di questa linea di gelati e yogurth
prodotti da Turtle Mountain.
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INTOLERANCE FOOD
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Sul banco degli imputati anche il fruttosio, uno zucchero utilizzato diffusamente in
sostituzione del saccarosio negli ultimi anni e che, in
eccesso, genera problemi di malassorbimento in molti
individui.
Si stima che in Europa il 30-40% delle persone soffra di
questo disturbo (metà i sintomatici), spesso mal
interpretato come sindrome dell’intestino irritabile.
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INTOLERANCE FOOD
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Ci sono poi situazioni in cui le sindromi allergiche diventano
multifattoriali: e il caso dei disturbi respiratori che
peggiorano con l’ingestione di alcuni alimenti e soprattutto del
nichel, un minerale che provoca dermatite da contatto
ma anche disturbi cutanei e intestinali se ingerito in eccesso (anche si ci sono controversie a
riguardo).
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INTOLERANCE FOOD
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Sloane Miller, psicologa newyorkese e poliallergica buongustaia, ha creato un
network – Allergic Girl Resources Inc. – che si
occupa dei problemi di chi, come lei, è allergico a uno o più
alimenti.
Il suo blog si intitola “Please don’t pass the nuts” e
contiene numerosi consigli per tutti coloro che vogliono
mangiare fuori casa senza correre rischi.
ESCAPISM / L’ISOLA CHE NON C’È
INTOLERANCE FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
“I ristoratori cominciano a capire che siamo buoni clienti (perchè estremamente loyal)
e stanno nascendo I primi locali specializzati in menù
per allergici.
La nicchia di mercato è infatti promettente: solo negli Stati
Uniti soffrono di allergie alimentari 12 milioni di
persone con un aumento vertiginoso del 18% nell’ultimo
decennio.
ESCAPISM / L’ISOLA CHE NON C’È
INTOLERANCE FOOD
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
L’ultima idea della Miller sono I Worry Free Dinners,
appuntamenti gastronomici mensili per allergici adulti dove nessuno si sente in imbarazzo
per il fatto di dover rifiutare qualche portata.
Per ora i Worry Free Dinners si tengono solo a New York.
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INTOLERANCE FOOD
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Per facilitare la vita agli allergici viaggiatori ci sono le Allergy
Translation Card: card personalizzate con traduzione
delle allergie alimentari in 20 lingue.
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INTOLERANCE FOOD
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