2009 Trends Matrix: Segnali di decrescita

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macro trends AUSTERITY / SEGNALI DI DECRESCITA © Valentina Durante / District Vision Lab

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Ricerca multiclient realizzata nel 2009. In piena recessione economica (si parlava di soli due anni, all’epoca), con la zona euro inchiodata a crescita zero e i consumi delle famiglie al palo, ecco una ricerca tendenze affiancata ad una crisis trends map. Quali sono i comportamenti adottati dai consumatori per stare a galla in piena burrasca (a parte quello, ovvio, di spendere meno)? Quali sono i prodotti e i servizi che riescono ad essere appetitosi in un mercato sempre più anoressico? 9 parole-chiave, 14 macro-trend e oltre 70 micro-trend: c’è tutta la carne al fuoco che serve per impostare un’efficace strategia di design, marketing e posizionamento in un momento particolarmente delicato.

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AUSTERITY

È la reazione più razionale e scontata: ci sono meno soldi? Si compra di meno. Il ridimensionamento dei consumi non è solo quantitativo, ma anche qualitativo.

Piacciono brand e prodotti in grado di distillare l’essenza e di aiutarci a scendere amorevolmente dalla giostra degli acquisti compulsivi.

In Segnali di decrescita (7 sub-trend) si raccontano le strategie per fare meno ma meglio: partendo dalla ricontestualizzazione dei prodotti e del loro utilizzo e finendo con una valutazione consapevole del loro impatto.

Alla scoperta di aziende e designer che stanno scoprendo nuove frontiere nella comunicazione, nella progettazione e nel packaging partendo dalla necessità di ottenere il massimo dal minimo possibile.

SEGNALI DI DECRESCITA

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RIVALUTARE: SLOW LIFE

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RICONTESTUALIZZARE: RE-WILDING

RISTRUTTURARE: COMUNITÀ A IMPATTO ZERO

RILOCALIZZARE: LOCAL FOOD

RIDISTRIBUIRE: IO NON COMPRO

RIDURRE: NO WASTE

RIUTILIZZARE E RICICLARE: RICICLAGGIO

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The New Age of Frugality: titola Business Week.

Gli Americani – notoriamente degli shopaholic patologici –

stanno reagendo alla crisi consumando molto meno e

risparmiando di più.

Dagli anni ’50 agli ’80 la loro percentuale di risparmio era pari al 9% del reddito. Negli

ultimi anni questa percentuale era scesa all’1%.

LA NUOVA FRUGALITÀ

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Le previsioni per il 2009 sono di un meno 3%, pari a una contrazione nei consumi

dell’1% nel 2009 (400 miliardi di dollari spesi in meno), la

peggiore registrata dal 1942.

Sociologi ed economisti avvertono: non sarà una

parentesi temporanea, ma una vera svolta culturale.

Gli Americani hanno infatti bisogno di pagare i propri debiti e rimpinguare le casse dei fondi

pensione.

A lato: manifesto di propaganda durante la 2° Guerra Mondiale.

LA NUOVA FRUGALITÀ

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La “società della decrescita” presuppone, come primo

passo, la drastica diminuzione degli effetti negativi della crescita e, come secondo

passo, l’attivazione dei circoli virtuosi legati alla decrescita.

Questo processo comporta otto obiettivi interdipendenti, le 8 R: rivalutare, ricontestualizzare,

ristrutturare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare.

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LA NUOVA FRUGALITÀ

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Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali

organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono

esser cambiati.

L’altruismo dovrà prevalere sull’egoismo, la cooperazione

sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull’ossessione

del lavoro, la cura della vita sociale sul consumo illimitato,

il locale sul globale, il bello sull’efficiente, il ragionevole

sul razionale.

(Serge Latouche)

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RIVALUTARE SLOW LIFE

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Suscita nuovo interesse il movimento Voluntary

Simplicity.

L'espressione è stata resa popolare negli Stati Uniti da

Duane Elgin grazie al suo libro Voluntary Simplicity, pubblicato

nel 1981.

La sintesi è: meno denaro e meno oggetti ma più tempo e

maggiore consapevolezza dei propri reali bisogni.

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RIVALUTARE SLOW LIFE

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In Argentina il terribile crack finanziario del 2001 ha ispirato

la nascita della rivista Sede dedicata allo slow lifestyle.

RIVALUTARE SLOW LIFE

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Modificare il contesto concettuale ed emozionale di

una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso.

Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di

povertà e ancor più urgentemente per scarsità e

abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice

dell’immaginario economico.

(Serge Latouche)

RICONTESTUALIZZARE

RE-WILDING

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Il re-wilding è una sorta di neo-primitivismo scelto da comunità

di individui che rifiutano vantaggi e svantaggi

dell’attuale stile di vita per abbracciare un lifestyle in totale

armonia con la natura.

Il fotografo Lucas Foglia ha dato il via a un progetto che

documenta il fenomeno del re-wilding negli Stati Uniti

sudorientali.

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RE-WILDING

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E una sorta di “ritorno alle orgini” è ciò che caratterizza il

trend del wood design, declinato primariamente nell’arredo e nell’hi-tech.

PAPPA*PHONE di Hulger è il primo telefono VoIP in legno.

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RE-WILDING

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Miniot è una custodia per l’iPhone3G ricavata da un

singolo pezzo di legno.

È possibile incidere il proprio nome o il proprio

monogramma.

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Magno Wooden Radio

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Maple Phone di Hyun Jin Yoon e Eun Hak Lee, secondo

classificato all’International Design Excellence Awards

2008.

Sfruttando la capacità conduttiva del legno, i due

designer hanno messo a punto uno slider con tecnologia touchscreen in cui i tasti

(embedded) si illuminano al passaggio delle dita.

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I televisori e i monitor della svedese Swedx.

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E l’ormai famoso EcoBook bamboo laptop della Asus.

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Il legno è ovviamente uno dei materiali di base nel mondo

dell’arredo.

Il trend qui presentato non sta nell’utilizzo del materiale in sé,

bensì nella sua natura volutamente non-finita,

primitiva, minimalista senza intellettualismi.

Un esempio è la poltrona Nature V2.01 di Draw Me a

Sheep presentata a 100% London.

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O i mobili della francese Bleu Nature.

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O ancora la Set Piece Chair del designer svedese Peter

Andersson.

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Wardrope of Nature, la collezione di abiti e accessori di

Anni Rapinoja, è realizzata con petali di fiori, cotone e aghi

di pino.

La Rapinoja affronta il tema dell’urgenza ecologica in

termini di fragilità e diversità: fragili sono i materiali (tanto che

gli abiti non si possono indossare) così come i tempi di

realizzazione, che dipendono dai ritmi di crescita naturale.

RICONTESTUALIZZARE

RE-WILDING

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Il MUJI Award 03 aveva come tema found, un riferimento al concetto di riutilizzare il know

how di coloro che ci hanno preceduti.

Il primo premio è andato a Straw di Yuki Iida, la

riproposizione delle cannucce ricavate dalla paglia di grano,

un esempio di forma creata dalla natura stessa senza il

minimo intervento umano.

RICONTESTUALIZZARE

RE-WILDING

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Adattare in funzione del cambiamento dei valori le

strutture economico-produttive, i modelli di

consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da

orientarli verso una società di decrescita.

RISTRUTTURARE COMUNITÀ A IMPATTO

ZERO

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In Inghilterra è nato un movimento di piccole città “in transizione” che si preparano

alla fine del petrolio senza aiuti politici ma solo grazie alla

buona volontà e allo spirito di auto-organizzazione degli

abitanti.

Un esempio di Transition Town è Totnes, nel Devon.

L’esempio italiano è Varese Ligure, premiato dalla

Comunità Europea come “paese rurale più virtuoso

d’Europa”.

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RISTRUTTURARE COMUNITÀ A IMPATTO

ZERO

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Il movimento partito da Totnes è per chi è stanco di aspettare e alle parole preferisce i fatti.

Si tratta di fare ricorso alla stessa creatività che abbiamo

usato sulla strada di uno sviluppo ascendente per

imboccare il senso opposto.

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RISTRUTTURARE COMUNITÀ A IMPATTO

ZERO

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Non vuol dire ritornare a un’esistenza primitiva ma

inventare un nuovo modello di comunità in cui si viaggia

meno, si mangiano cibi locali, si consuma solo ciò che serve e si riscopre un modo diverso di

stare insieme.

(Rob Hopkins)

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RISTRUTTURARE COMUNITÀ A IMPATTO

ZERO

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Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da

aziende sostenute dall’economia locale.

Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i

movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti

al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto

serra e cambiamento climatico).

A lato: manifesti di propaganda durante la 2° Guerra Mondiale.

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RILOCALIZZARE LOCAL FOOD

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Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse

naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza,

assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di

vita dignitose per tutti.

Predare meno piuttosto che “dare di più”.

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RIDISTRIBUIRE IO NON COMPRO

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Ci sono gli oltranzisti: comunità come The Compact, Froogles

e Freecycler che riducono gli acquisti allo stretto

indispensabile (con punte di fanatismo, tipo rifiutarsi di

comprare la carta igienica) e si scambiano gli oggetti anziché

acquistarli.

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RIDISTRIBUIRE IO NON COMPRO

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I Freegans sono ancora più intransigenti: rifiutano di

comprare qualsiasi cosa e recuperano ciò di cui

necessitano per vivere nei cassonetti della spazzatura.

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Ma anche senza raggiungere queste vette di fanatismo, la

combinazione di crisi e sensibilità alle problematiche

ambientali spinge molti consumatori ad adottare

comportamenti decisamente più frugali.

A guadagnare riscontro è la pratica dell’affitto e del

noleggio, che si sostituiscono al consumo specie nel caso di

spese voluttuarie.

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Molti consumatori decidono di affittare anziché acquistare non

solo per ragioni economiche, ma anche per questioni di

flessibilità e libertà (a volte il possesso di un bene diventa

una schiavitù).

È il risultato di uno stile di vita low commitment e incentrato

più sull’esperienza che sul possesso – una caratteristica

sempre più diffusa tra i Millennials.

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Si moltiplicano i servizi di noleggio tramite Internet.

Il caso più noto è quello di Avelle (ex

BagBorrowOrSteal), citato anche nel film di Sex & The

City: si possono affittare borse, gioielli e occhiali di brand

famosi (e costosi) per qualsiasi periodo di tempo.

E, se proprio non si riesce a separarsi dall’oggetto, è

prevista anche la possibilità di acquisto (che però diventa

meno impulsivo).

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iLetyou mette in contatto consumatori e negozi

interessati ad affittare i propri prodotti (attualmente 65mila).

È uno spazio che offre visibilità e crescita anche ai piccoli

imprenditori.

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E ancora: RentMeAHandbag affitta (a dispetto del nome)

anche capi d’abbigliamento, calzature, gioielli e mobili.

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E poi ci sono i servizi che affittano giocattoli: la texana

Babyplays invia ogni mese agli iscritti 4-6 giocattoli. Questi

possono essere trattenuti per tutto il tempo che si desidera.

Alla restituzione segue l’invio di nuovi prodotti.

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Lo stesso principio anima il servizio proposto dalla tedesca

Lütte-Leihen: solo che in questo caso non si tratta di

giocattoli ma di vestiti per bambini.

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Quando si parla di vacanze e spostamenti “io non compro”

diventa “io non viaggio”.

Mark Ellingham - il fondatore delle Rough Guides e l’uomo che ha incoraggiato un’intera

generazione di giovani a partire alla scoperta del mondo - ha

paragonato i danni causati dal turismo all'impatto dell’industria

del tabacco.

A lato: manifesto di propaganda durante la 2° Guerra Mondiale.

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Tutti noi che lavoriamo nell’industria del turismo

abbiamo la responsabilità di informare i viaggiatori sul costo

ambientale dei loro voli.

Dobbiamo incoraggiare le persone a viaggiare meno.

Valutando i pro e i contro non sono convinto che esista una

vacanza responsabile o etica.

Ellingham propone di istituire una tassa verde di circa 150

euro su tutti i voli per l’Europa e l’Africa e di 400 euro per il resto

del mondo.

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Se potessi cambiare una sola cosa, eliminerei il binge flying.

Viviamo in una società in cui la gente prende un aereo e va a Budapest per 48 ore. Voliamo

dappertutto alla minima occasione. È un problema che

va affrontato subito.

Anche Tony Wheeler, ideatore della guida Lonely Planet,

sostiene la filosofia fly less and stay longer.

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Leo Hickman, dopo il fortunato A life stripped bare, ha

pubblicato The Final Call: In Search of the True Cost of Our Holidays (2007) in cui

denuncia i danni del turismo fast food.

Dietro di lui c’è tutto il movimento dello slow travel, eco travel, green travel che,

sebbene scarso in Italia, spopola dagli Usa al Nord

Europa.

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Il vademecum per ecoturisti prevede regole come:

1) Volare il meno possibile e mai per soggiorni brevi.

2) Controllare la “bontà” del tour operator su Tourism

Concern.

3) Informarsi sulla responsabilità etica e ambientale dell’hotel.

4) Evitare di sprecare risorse.

5) Usare guide locali e trasporti pubblici.

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Siti per trarre ispirazione sono slowtrav.com, scritto da una

community di viaggiatori consapevoli.

E lowcarbontravel.com, dove l’ambientalista Ed Gillespie

racconta come viaggiare il mondo senza mai usare

l’aereo.

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Ian Roberts e Fiona Godlee hanno pubblicato sul British

Medical Journal un editoriale sull’impronta ecologica dei

convegni di medicina.

Hanno scoperto che i voli dei partecipanti ai convegni annuali

della European respiratory society e dell’American thoracic

society hanno immesso nell’atmosfera più CO2 di

quanto facciano, in un anno, 110mila ciadiani o 11mila

indiani.

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Fra i trend segnalati dall’agenzia JWT per il 2008

rientra anche il fenomeno dello staycation: passare le vacanze

a casa propria per risparmiare denaro e CO2.

A lato: manifesto di propaganda durante la 2° Guerra Mondiale.

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Travelling without moving è il workshop organizzato dal

collettivo di artisti finlandesi Katastro.fi nell’ambito del

festival Pixelache (marzo 2008) per parlare di come usare

meno gli aerei e di più e meglio le videoconferenze.

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Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad

un’impronta ecologica pari ad un pianeta.

Oggi il Nord America consuma dodici volte tanto, l’Europa

occidentale cinque, mentre un terzo dell’umanità resta ben

sotto questa soglia.

A lato: manifesto di propaganda durante la 2° Guerra Mondiale.

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RIDURRE NO WASTE

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Il primo imperativo è quello di non sprecare.

Le famiglie italiane sono tra quelle che sprecano più generi

alimentari in Europa.

600 € di prodotti alimentari finiscono ogni anno nella

spazzatura, pari al 12% di ciò che si compra.

E 2 italiani su 5 sprecano per eccesso di acquisti.

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RIDURRE NO WASTE

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Un elemento che incide molto sull’impatto del prodotto (sia

ambientale che monetario) è il packaging.

Questo spiega il trend di crescita che caratterizza

l’acquisto di prodotti sfusi.

Le vendite degli Eco-Point di Crai crescono al ritmo del 20%

annuo.

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RIDURRE NO WASTE

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In crescita anche il consumo di latte alla spina (700 distributori

in Italia).

In Inghilterra e negli Stati Uniti sempre più consumatori hanno

recuperato l’abitudine di farsi consegnare il latte fuori dalla

porta di casa con vuoto a rendere.

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RIDURRE NO WASTE

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In calo il consumo di acqua in bottiglia (del 2-3% nella

grande distribuzione, del 7-8% nella ristorazione, dati

Mineracqua), mentre si diffonde l’abitudine di bere l’acqua che

esce dal rubinetto di casa.

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RIDURRE NO WASTE

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Il sindaco di New York Michael Bloomberg ha investito 700mila

dollari in pubblicità per convincere i suoi concittadini a

bere acqua del rubinetto.

Il New York Post dedica un servizio al declino della San Pellegrino (e di tutte le altre

minerali): anche i ristoranti più lussuosi servono tap water in

caraffa.

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RIDURRE NO WASTE

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L’associazione Tappening ha promosso una significativa

campagna di marketing per spingere gli americani a

rinunciare all’acqua in bottiglia.

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RIDURRE NO WASTE

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In Italia l’acqua del rubinetto è servita in molti ristoranti e

mense scolastiche.

Si segnalano poi le campagne contro la privatizzazione

dell’acqua (es. 100% pubblica a Venezia).

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RIDURRE NO WASTE

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Quanta acqua utilizziamo per lavarci? E quanta ne

sprechiamo?

Aspettare che l’acqua si scaldi prima di entrare sotto la doccia

è una considerevole fonte di spreco. L’azienda Evolve

Showerheads ha messo a punto la tecnologia

ShowerStart in cui il flusso viene ridotto a un gocciolio

finché l’acqua non raggiunge la temperatura desiderata.

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RIDURRE NO WASTE

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La riduzione o la totale eliminazione del packaging

rientra in un approccio definito precycling (termine coniato nel

1988 in occasione di una campagna di sensibilizzazione

contro gli sprechi).

Non è necessario riciclare gli scarti se si evita di accumularli

in prima istanza.

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RIDURRE NO WASTE

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Una ricerca condotta da Intelligence Group ha

evidenziato come il 45% dei trendsetter e il 14% dei

consumatori mainstream americani abbia eliminato

l’acqua in bottiglia.

L’eliminazione delle borse di plastica riguarda

rispettivamente il 49% e il 16%.

Sainsbury ha segnalato una crescita del 36% nella vendita

di lunchbox.

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RIDURRE NO WASTE

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Il negozio londinese Unpackaged vende solo

prodotti (food e non-food) sfusi.

Non solo: offre un servizio mensile di consegna a

domicilio di prodotti non deperibili (sapone, carta

igienica, tè, zucchero…) agli uffici della zona, rendendo il

packaging inutile.

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RIDURRE NO WASTE

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Dalla collaborazione fra UPS e HP è nato un sistema

scanner/printer che stampa le etichette di spedizione

direttamente sui pacchi rendendo inutili quelle adesive.

UPS ha stimato un risparmio di circa 92.456 ore lavoro annue, di 1.338 tonnellate di carta e di

3.807 tonnellate di Co2.

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RIDURRE NO WASTE

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Nella maggior parte dei casi il packaging è impossibile da

eliminare, ma si può lavorare a una sua ottimizzazione in

chiave ecosostenibile.

Sta suscitando molto interesse l’utilizzo di confezioni in

carta/cartone per trasportare acqua e bevande. Un esempio è il parallelepipedo in cartone messo a punto da Hauswein

per il vino: è disponibile la versione da 3 e da 5 litri.

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RIDURRE NO WASTE

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macro trends

© Valentina Durante / District Vision Lab

Lo studio di design e brand strategy Brand Image ha

messo a punto un concept di paper bottle in carta riciclata

per acqua e bevande varie.

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© Valentina Durante / District Vision Lab

Un’altra soluzione è quella di puntare sul dual-use

packaging, confezioni che possono avere una seconda

funzione.

HP utilizza come packaging per i suoi laptop una messenger

bag che a) consente di ridurre gli scarti del 97%; b) permette

di spedire più pezzi per carico e c) diventa uno strumento di

marketing virale poiché viene utilizzata ed esibita dal

consumatore.

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RIDURRE NO WASTE

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© Valentina Durante / District Vision Lab

La confezione di Y Water, bio functional drink per bambini,

diventa un gioco di costruzioni modello Lego.

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© Valentina Durante / District Vision Lab

In crescita anche il trend delle stylish shopping bag.

Greenaid di Lovegrove & Respucci è una shopping bag riutilizzabile contenuta dentro

un portachiavi a forma di granata da tenere sempre

appeso alla propria borsa o zaino.

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© Valentina Durante / District Vision Lab

Moukisac è uno zaino che contiene sacchetti trasparenti per i diversi prodotti acquistati

sfusi.

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Loopt di Eva Bauer & Hetal Jariwala è una shopping bag

che si arrotola come una stuoia occupando pochissimo spazio

in borsa.

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© Valentina Durante / District Vision Lab

Ridurre il packaging non ho solo un impatto a livello

ambientale: può anche ridurre lo stress e semplificare la vita.

Questo è il concetto su cui fa leva l’iniziativa “Frustration

Free Packaging” lanciata da Amazon.

I prodotti coinvolti sono in primo luogo i giocattoli e le memory

card.

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RIDURRE NO WASTE

Guarda il video del Frustration Free Packaging.

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© Valentina Durante / District Vision Lab

È stata nominata “word of the year" per il 2008 dal New Oxford

American Dictionary.

Hypermiling, termine coniato nel 2004, significa massimizzare

l’efficienza del proprio veicolo attraverso modifiche allo stesso

o con comportamenti di guida adeguati.

La competizione che si crea tra hypermilers funge da ulteriore

incentivo a questa pratica ecosostenibile.

A lato: manifesto di propaganda durante la 2° Guerra Mondiale.

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© Valentina Durante / District Vision Lab

Le emissioni non sono solo quelle causate dai mezzi di

trasporto: riscaldamento, condizionamento e utilizzo

domestico di apparecchiature elettroniche hanno un considerevole impatto

ambientale.

La londinese Green Home Concierge aiuta le famiglie a monitorare l’impatto della loro

abitazione e suggerisce le modifiche da apportare per

risparmiare CO2.

1. ECO-TECHNO

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Aumentano le proposte di apparecchiature per controllare

il consumo energetico domestico.

Wattson rappresenta l’energia consumata in valuta corrente

(euro, dollari, sterline o yen) ed enfatizza il tutto attraverso

variazioni cromatiche.

Home Joule invia le informazioni relative all’impatto

economico acquisendole direttamente dall’azienda

fornitrice.

1. ECO-TECHNO

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© Valentina Durante / District Vision Lab

Il governo britannico, che ha intenzione di arrivare nel 2016 all’obbligo di costruire case a

emissioni zero, ha iniziato a trasformare il contatore di

alcune decine di migliaia di abitazioni in un segnalatore

domestico di consumi di CO2.

1. ECO-TECHNO

RIDURRE NO WASTE

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© Valentina Durante / District Vision Lab

Sul concetto di spreco inconsapevole è incentrata la

concept light progettata da Mingyu Jeung, una lampada

che si accende solo dopo aver risolto un semplice calcolo

matematico.

L’invito è: pensa, prima di accendere!

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macro trends

© Valentina Durante / District Vision Lab

Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in

una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla

società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti

e la continua “tensione al nuovo”.

Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle

nostre attività.

A lato: manifesto di propaganda durante la 2° Guerra Mondiale.

RIUTILIZZARE E RICICLARE

RICICLAGGIO

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© Valentina Durante / District Vision Lab

Il riciclaggio è diventato mainstream: non si contano gli

esempi (sia sostanziali che meramente estetici) nell’arte,

nella moda e nel design.

Nike ha cavalcato il trend con il modello Trash Talk, prodotto

utilizzando gli scarti delle lavorazioni.

RIUTILIZZARE E RICICLARE

RICICLAGGIO

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© Valentina Durante / District Vision Lab

Il brand inglese Fromsomewhere recupera gli scarti dell’industria della moda

(resti degli abiti, stoffe danneggiate, fondi dei rotoli di

tessuto…) e li converte in abiti-pezzi unici.

RIUTILIZZARE E RICICLARE

RICICLAGGIO

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macro trends

© Valentina Durante / District Vision Lab

La giapponese Uniqlo ha un programma di riciclaggio di abiti

usati: possono essere portati nei punti vendita nei mesi di

marzo e settembre.

I prezzi ancora in buono stato vengono consegnati

all’associazione umanitaria Japan Relief Clothing Center.

Gli scarti vengono recuperati per imbottiture o combustibile.

RIUTILIZZARE E RICICLARE

RICICLAGGIO

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macro trends

© Valentina Durante / District Vision Lab

Marks & Spencer consegna un buono sconto di 5 sterline a chi

dona i propri abiti usati (fra cui deve esserci almeno un capo

M&S) all’associazione umanitaria Oxfam.

RIUTILIZZARE E RICICLARE

RICICLAGGIO

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macro trends

© Valentina Durante / District Vision Lab

Softwalker ritira i vecchi jeans e li riconsegna al consumatore

sotto forma di sandali.

Altri brand che recuperano materiali usati sono

TRAIDremade, Worn Again, Junky Styling, Use-UK e

Goodone.

RIUTILIZZARE E RICICLARE

RICICLAGGIO

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Dalla collaborazione fra Worn Again (iniziativa eco-fashion

dell’inglese Anti-Apathy) e Virgin Atlantic è nata una

linea di borse realizzata con i tessuti riciclati da aerei in

demolizione.

Sono stati prodotti 2mila pezzi in edizione limitata recuperando

i sedili di mille aeroplani.

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RIUTILIZZARE E RICICLARE

RICICLAGGIO

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Eco Emporia è un online store che vende gioielli, borse,

abbigliamento e materiale di cancelleria realizzato con

prodotti riciclati.

Il rescued paper notebook è ottenuto piegando a metà della carta stampata da un solo lato.

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RICICLAGGIO

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La parigina Stanker Design di François Royer recupera barili

d’olio abbandonati per realizzare tavole, sedie, scaffali

e lampade.

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RIUTILIZZARE E RICICLARE

RICICLAGGIO

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Abteil realizza accessori con borse dell’acqua calda

utilizzate dall’esercito tedesco.

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La statunitense Podlaski Design LLC trasforma tavole

da skate rotte in pezzi d’arredamento.

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RICICLAGGIO

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Balloona Stool di Natalie Kruch è uno sgabello rivestito da 500 palloncini annodati fra

loro.

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RICICLAGGIO

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Joel Hester realizza tavolini da caffè recuperando le lamiere da

auto d’epoca americane.

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www.valentinadurante.com