2009 Trends Matrix: Questo l'ho fatto io!
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macro trendsAUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!© Valentina Durante / District Vision Lab
AUTARCHIA
L’”arrangiarsi e rattoppare” piace sempre di più al consumatore (e anche a molti designer e aziende): perché consente di scatenare la propria creatività, perché permette di ottenere il prodotto veramente personalizzato, perché (a volte, non sempre) è un modo per risparmiare.
Questo l’ho fatto io! (8 sub-trend) non parla solo di torte di mele casalinghe e di mini-turbine eoliche sul tetto, ma anche di brico-design, crowfunding, desktop manufacturing…
Perché l’interazione fra aziende e consumatori non è mai stata così vitale.
QUESTO L’HO FATTO IO!
© Valentina Durante / District Vision Lab
macro trends
macro trends
HANDMADE E DIY
BRICO-DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
AUTARCHIA ALIMENTARE
AUTARCHIA ENERGETICA
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
MINI IMPRENDITORI
3D PRINTING E DESKTOP MANUFACTURING
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!© Valentina Durante / District Vision Lab
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Quello della personalizzazione del prodotto è un trend
costantemente in ascesa.
Ormai tutti i settori sono stati “contagiati” da questa sorta di
élitismo di massa.
Numerosi i casi nel mondo del fashion: dalle T-shirt, ai jeans,
alle scarpe…
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!
BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Svariati i casi anche nel settore alimentare.
Dal muesli on-demand di MyMuesli…
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
… alle barrette energetiche di Element Bars…
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… alle miscele di tè di Design a Tea…
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
… al cioccolato customizzato di Chocri.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Una maggiore personalizzazione la garantisce
anche la tecnologia per il vending sviluppata dall’azienda
inglese WaterWerkz.
Il distributore PouchLink mixa i concentrati aromatizzati con
l’acqua a richiesta, permettendo una maggior
varietà di proposte e di mix&match nonchè un
risparmio nei costi di trasporto.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Da Parts of Sweden si possono acquistare componenti
per personalizzare e rendere unici alcuni modelli venduti da
Ikea.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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Bemz propone invece copridivani e copripoltrone,
sempre abbinabili ai modelli Ikea.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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WOND – Wallpaper On Demand permette di realizzare
una carta da parati su misura.
In rete sono disponibili diversi pattern grafici, panorami, disegni firmati, lettering…
Oppure si può ideare qualcosa di unico partendo da una
qualsiasi foto da uploadare ed elaborare.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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Il brico design sottintende invece un concetto di non-finito:
sarà il consumatore a terminare l’opera, rendendola
così veramente “sua”.
Un esempio è Less Lamp dello spagnolo Jordi Canudas: a
forma di uovo, è customizzabile grazie a uno scalpellino.
BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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I wallpaper floreali di Hanna Nyman consentono una grande
libertà di customizzazione manuale, grazie alla loro
struttura che impiega ritagli e forme a origami.
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Fusebox di Crushpad è un kit di wine blending che permette
al consumatore di sperimentare il processo di miscelazione del
vino a casa propria.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
Guarda il video di Fusebox.
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Table Side Cooking è un concept di Chris Fox per
Electrolux: si tratta di un set di moduli di cottura da posizionare
al centro della tavola in corrispondenza di ogni
commensale.
Ognuno sarà in grado di cucinare da sè le proprie
portate con indubbi vantaggi in termini di
divertimento/sperimentazione e incompatibilità di menu (chi è a
dieta, chi è allergico, chi è vegetariano…).
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Nell’estate 2007 SANS, un piccolo marchio newyorkese, ha
lanciato un modello di T-shirt chiamato Square Shirt.
Pubblicizzato viralmente sui blog, il prodotto è andato a ruba.
Uscito dalla collezione come ready made è stato poi
riproposto sotto forma di un cartamodello che i consumatori
possono acquistare e utilizzare per cucire la propria Square Shirt
personalizzata.
Lo slogan? Pattern Made in the USA. Shirt made wherever you
are.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Il modello da basket ATR Talkin’Crazy by Reebok
consente di personalizzare la calzatura scrivendoci sopra con
un pennarello apposito.
Le scritte si cancellano facilmente senza lasciare
traccia e la scarpa è pronta per una nuova personalizzazione.
Reebok ha concepito questo modello pensando alla
possibilità di cambiare scritte in coincidenza con ogni
nuova partita.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
Guarda i video di Talkin’Crazy.
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Gli RGB Rainbow Glasses del designer portoghese Luis Porem hanno un frame in
plastica trasparente che può essere riempito con inchiostri di colori diversi per cambiare
look all’occhiale.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Bug è una basetta-computer dove si possono montare i
“mattoncini” che fanno comodo: il gps, la fotocamera, il sensore di movimento… trasformandola
così ogni volta in un gadget diverso.
Inoltre Bug è open source.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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Mozaikit di Shalgo è una linea di tessere in vinile che si
possono attaccare e staccare a piacimento per decorare e
reinventare qualsiasi tipo di superficie.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Modulair del designer cileno Rodrigo Alonso è un sistema di 4 moduli gonfiabili differenti con
cui comporre lampadari personalizzati.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Fashionology LA è un negozio di abbigliamento per bambini a Beverly Hills che consente alle
ragazzine di creare, grazie a un apposito Design Pads touch-screen, l’outfit dei loro sogni.
La personalizzazione riguarda le grafiche e le applicazioni:
queste vengono realizzate al momento grazie all’aiuto di un commesso (le stampe tramite
una pressa a caldo) e applicate direttamente ai capi.
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BRICO DESIGN E PERSONALIZZAZIONE
Guarda il video promo di Fashionology LA.
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Il trend del do-it-yourself è sempre più forte: bricolage,
ricamo, cucito, uncinetto, scrapbooking, stencil… Pezzi
unici, imprecisi e imperfetti.
È un modo per esprimere se stessi e per avere qualcosa di
veramente personalizzato. Il mass-market è vissuto come
alienante, qui invece domina la creatività allo stato puro.
Con la crisi economica l’impulso all’arrangiarsi e
rattoppare è diventato sempre più forte.
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Riscuotono sempre più successo corsi e workshop dove imparare a realizzare
qualcosa con le proprie mani.
Il servizio New York Wedding Ring accompagna i futuri sposi nella modellazione della propria
fede nuziale, sotto la guida di esperti artigiani.
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Il sito di riferimento per la comunità degli handmade-
people ( la cui età media è di 35 anni) è lo statunitense Etsy, che si descrive come una fiera
online di artigianato.
Lanciato nel 2005, conta circa 200mila “sellers” che hanno venduto quest’anno prodotti
fatti a mano pari a 50 milioni di dollari.
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Make Magazine è la prima rivista interamente dedicata alla
cultura del do-it-yourself.
In gennaio debutterà anche Make: television, lo show televisivo promosso dalle
rivista.
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Svariati gli artisti che riflettono in maniera inusuale sul
concetto del fatto a mano.
L’americana Jennifer Brooke Marsh riveste con coperture
realizzate a uncinetto o tramite patchwork svariati oggetti tipici
della nostra quotidianità, magari con un look
“industriale”.
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Il designer tedesco Sebastian Schoenheit realizza lavori a
maglia dalle proporzioni surreali, come nel caso del
tappeto 300.
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Threading Trends Berlin, alla Alte Post Gallery di Berlino
(30/10/08 – 15/11/08), ospitava opere di artisti che lavorano
con fibre e tessuti.
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Un micro-trend recente nel mondo dei video musicali
(spottato da PFSK) vede l’inserimento del crafting e del
fatto a mano nelle immagini digitali, quasi il tentativo di
recuperare un po’ di fisicità in un contesto visivo e sonoro sempre
più virtuale.
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Esempi sono Inside A Boy dei My Brightest Diamond;
Mystery Man degli Gnarls Barkley;
Weird Fishes di Tobias Stretch, uno dei vincitori dell’Aniboom
Animation Contest lanciato dai Radiohead per In Rainbows.
HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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Guarda il video di Inside a Boy.
Guarda il video di Weird Fishes.
Guarda il video di Mystery Man.
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Le opere di street art di Andy Uprock si ispirano alla pratica
molto comune (e poco artistica) di infilare i bicchierini di
plastica vuoti tra le maglie delle reti metalliche.
I bicchieri utilizzati da Uprock sono colorati e vanno a creare
delle interessanti composizioni astratte.
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HANDMADE E DO-IT-YOURSELF
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Preso in prestito dal gergo informatico, il termine hacker
viene oggi impiegato per definire un nuovo tipo di
artigianato che reinterpreta prodotti industriali di massa per adattarli alle esigenze del
singolo, utilizzarli per scopi diversi o anche solo per
divertimento.
Il fenomeno non è nuovo, ma lo è il fattore di amplificazione
garantito da Internet.
PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
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Il caso più famoso è quello del blog Ikeacker, dove vengono proposte immagini raccolte in
tutto il mondo che mostrano come personalizzare i mobili
acquistati all’Ikea.
Ad oggi il blog ha ricevuto quasi 14mila visite.
Ogni anno gli utenti premiano la migliore modifica: nel 2007 ha vinto il tedesco Marcus Winter
che ha trasformato il porta televisore modello Benno in
una serra per tartarughe.
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PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
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Platform 21, studio di design di Amsterdam, ha lanciato
quest’estate il primo Hack-your-IKEA contest.
Il primo premio è è stato diviso tra Erik the Elk di Nora
Fedderson, realizzato con un cestino FNISS e due
decorazioni STATIST…
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PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
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© Valentina Durante / District Vision Lab
… e Astrid di Lisette Haasnoot, realizzato con la scatola della
lampada Astrid.
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PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
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Altri hacking degni di menzione sono Our Biggest Idea is the
Smallest Price di Lauren Manders, realizzato con una
sedia Gulliver…
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PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
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… e l’impermeabile IKEAtjas di Sylvia Fennis, realizzato con
due borse IKEA.
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PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
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Lo studio di design tedesco Moebler ha ideato una
collezione di mobili inusuali stravolgendo gli originali
preesistenti con leggere ma inventive modifiche.
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PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Con la “Pallet series” di Studiomama anche umili
oggetti come i pallet da magazzino sono soggetti a
“violazione” da parte dei design-hacker e divengono
così irresistibili modelli di sedie, lampade e sgabelli.
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PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Un fertile movimento di consumer hacking interessa
l’utilizzo della console Wii.
Il caso più famoso è quello di Johnny Lee Chung, giovane laureato alla Canargie Mellon
University. Le inventive modifiche fatte al telecomando
(ad esempio utilizzarlo per leggere il movimento delle dita
e riportarlo sullo schermo) e postate su YouTube gli hanno procurato un invito come TED
speaker e svariate offerte di lavoro.
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PRODUCT HACKING E PROTOTYPING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
La comunità ecologista propone, per rallentare l’usura del pianeta, di inserire tasselli
di passato in un mondo sempre più tecnologico.
Dalle cisterne per raccogliere la pioggia all’acqua del rubinetto
al posto della minerale. Dal compost casalingo al vuoto a
rendere.
In espansione anche le attività culinarie da trasformare in riti
collettivi: il pane fatto in casa, le marmellate preparate con la frutta raccolta assieme agli
amici...
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AUTARCHIA ALIMENTARE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Con la crisi economica il trend si è intensificato: secondo i dati
Mediaworld in Italia le vendite di macchine per preparare il caffé in casa sono cresciute
del 20%, mentre quelle per fare il pane del 40%.
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AUTARCHIA ALIMENTARE
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Il localismo è ormai un movimento che ha delle regole, delle pagine web e dei manuali.
Negli Stati Uniti la vocazione all’autarchia alimentare ha
contagiato anche le comunità urbane che improvvisano orti e
pollai nei terrazzi o sui tetti di casa (city farmers).
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AUTARCHIA ALIMENTARE
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Negli Stati Uniti il fenomeno dell’orto urbano è
letteralmente esploso nel 2008. La Burpee Seeds, la più grande azienda americana di sementi, ha venduto il doppio di semi
rispetto all’anno scorso.
Le radici del fenomeno sono molteplici: dalla crisi economica alla paura delle frodi alimentari,
al caro petrolio, alla voglia di creare con le proprie mani ciò che si mangia, al desiderio di
contribuire in prima persona al contenimento delle emissioni.
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AUTARCHIA ALIMENTARE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
La Garden Writers Association pubblica ogni primavera una
ricerca su come gli Americani usano il giardino dietro casa. In
genere al primo posto si posiziona il prato, seguito dai
fiori e dalle piante da giardino. Ma quest’anno al secondo posto si è incredibilmente
assestato l’orto.
In tutto il Paese i corsi estivi di giardinaggio hanno registrato
il tutto esaurito e si moltiplicano le associazioni che offrono
assistenza agli urban farmers novelli.
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!
AUTARCHIA ALIMENTARE
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Un contributo fondamentale al ripensamento delle città in
funzione dell’autosostentamento
agroalimentare arriva dal mondo dell’architettura e in
particolare dal movimento delle fattorie verticali.
Si tratta di grattacieli verdi ad alta sostenibilità ambientale,
alimentati a biomassa (decomposizione di scarti
organici) e irrigati grazie al riciclaggio delle acque nere.
AUTARCHIA ALIMENTARE
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Un altro modo per accorciare la filiera tra produttore e
consumatore sono i GAS, Gruppi di Acquisto Solidale,
comunità organizzate di persone che fanno grossi ordini direttamente ai contadini o agli allevatori privilegiando le realtà
locali.
A Torino sono nati i GAC, Gruppi di Acquisto Collettivo,
che stanno tentando di avvicinare anche le fasce di
popolazione con basso potere d’acquisto a un modello di
spesa ecosostenibile.
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AUTARCHIA ALIMENTARE
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© Valentina Durante / District Vision Lab
L’autoproduzione energetica è diventata una questione non
solo affrontata dall’alto attraverso progetti pubblici, ma
anche sposata come scelta da un numero crescente di
cittadini/consumatori (vuoi per motivi ideologici, vuoi per motivi
economici).
Se fino a poco tempo fa questo significava solo pannelli
fotovoltaici, ora sono disponibili mini-eolico, pompe di calore
geotermiche, mini-idroelettrico…
AUTARCHIA ENERGETICA
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Una mini pala eolica, realizzata da Pramac e disegnata da
Philippe Starck, per produrre energia a buon mercato e democratizzare l’ecologia.
È ad asse verticale, e non orizzontale, così da catturare i
venti anche a bassa quota. Il sistema si può collocare
praticamente ovunque: tetti, giardini, gazebo, ma anche in
cima a un semaforo o al bordo dei tracciati autostradali.
AUTARCHIA ENERGETICA
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Volitan è il prototipo di uno yacht a inquinamento zero: al
posto delle vele ha due ali rigide rivestite da pannelli
solari. Queste si muovono agli ordini di un pc che le fa aprire, chiudere e ruotare in modo da ottenere dal vento il massimo
della spinta e dal sole l’energia per ricaricare la batteria.
Il progetto è dello studio di design turco Designnobis.
AUTARCHIA ENERGETICA
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Il Solar Tree di Ross Lovegrove è un lampione a
forma di albero che si ricarica di energia durante il giorno per
tramutarla in illuminazione nelle ore notturne.
AUTARCHIA ENERGETICA
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Pannelli solari a forma di foglie giganti che offrono riparo dal
sole e allo stesso tempo producono energia.
Veil Solar Shade è un'installazione disegnata da Büro North per i cortili delle
scuole australiane.
Generano energia elettrica dal sole, assicurano una piccola
oasi di frescura e avvicinano i ragazzi alle energie rinnovabili.
AUTARCHIA ENERGETICA
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
FirstLook vende a tutti coloro che vogliono intraprendere la
strada dell’autoproduzione energetica dei dettagliati report
sulla migliore strategia da seguire tenendo conto delle
condizioni ambientali di partenza (esposizione ai raggi
solari, direzione del vento…).
Il servizio è disponibile solo negli Stati Uniti.
AUTARCHIA ENERGETICA
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Un servizio analogo, ma focalizzato sui pannelli solari, lo
offre RoofRay: un tool online consente di valutare il modello
più adatto alle proprie esigenze.
AUTARCHIA ENERGETICA
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Crowdsourcing (il termine è stato coniato nel 2006 da Jeff
Howe in un articolo per Wired) definisce un modello di
business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo
sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone
non già organizzate in un team. Tale processo avviene
attraverso degli strumenti web o comunque dei portali su
internet (da Wikipedia).
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CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Sono varie le fasi del processo produttivo che possono essere decentrate al consumatore per
beneficiare del “wisdom of crowd”.
Innanzitutto l’advertising: il consumatore realizza spot
pubblicitari o interviene nella promozione del prodotto
(brand evangelism).
Un esempio è Zooppa.com (a lato il vincitore del contest Kit
Kat / print).
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CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Sempre nel campo dell’advertising si segnala
Bootb.com.
Le aziende indicono le gare, segnalandone tutti i dettagli: il
tipo di campagna, il prodotto da promuovere, il target di
pubblico, gli obiettivi, la data di scadenza e persino il budget
previsto. Gli utenti propongono le loro soluzioni creative. Al
termine della campagna l’azienda sceglie l’idea migliore e il budget passa direttamente
al vincitore.
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CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Anche il naming può essere oggetto di crowdsourcing.
È il caso di NameThis, dove gli utenti sono invitati a trovare il
nome per un’azienda, prodotto o servizio.
Si hanno 48 ore di tempo dalla richiesta, le idee vengono
votate dalla community e il compenso viene distribuito fra i
primi tre vincitori, coloro che li hanno votati per primi e gli
influenzatori.
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CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Mixaloo, un sito che vende musica in formato digitale,
decentra l’attività di promozione e distribuzione.
Ogni utente può creare la propria compilation pescando
da un database di più di tre milioni di canzoni. A lavoro
ultimato si crea un widget con il quale promuovere il mixtape
non solo in Mixaloo ma in qualsiasi pagina web, blog o
rete sociale. Per ogni compilation venduta si riceve
un fee di 8-20 centesimi a traccia.
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CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Al consumatore possono essere decentrati design e grafica di prodotto: ormai
celebre il caso di Threadless.
Si postano disegni per T-shirt, questi vengono votati dalla community e i più popolari
vanno in produzione.
L’autore viene ricompensato in denaro e T-shirt.
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Altro esempio è WEARE, un caso di user generated
fashion brand.
Il primo prodotto è stata una sciarpa limited edition
realizzata combinando una sequenza di immagini b/n
postate singolarmente da tutti coloro che si sono loggati nel
portale.
WEARE è un progetto dell’agenzia Moving Brands.
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Il consumatore può fornire contenuti di varia natura:
audio, video, foto, testi…
Il fenomeno del citizen journalism è ormai noto e
acquisito. Un esempio recente è Everywhere, un travel magazine edito da 80/20
publishing e realizzato utilizzando solo contenuti inviati
dagli utenti.
Questi sono ricompensati – in caso di pubblicazione – con
100 dollari e l’abbonamento per un anno alla rivista.
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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A essere decentrata può anche essere una delle fasi di ricerca
e sviluppo del prodotto.
Da manuale il caso di Innocentive: le aziende (nomi come Boeing, Eli Lilly, DuPont o Procter&Gamble) postano i loro problemi di R&D sul sito.
Chi riesce a risolverli viene ricompensato con una cifra che
va dai 10 ai 100mila dollari.
La percentuale di soluzione è attorno al 30%, superiore ai
risultati ottenuti con una gestione tradizionale interna.
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Ma le richieste possono essere ben più semplici: l’azienda di
ramen istantaneo Acecook si è avvalsa della collaborazione
del sito di social network Mixi per decentrare agli utenti l’individuazione dei gusti
migliori per le sue preparazioni.
4000 votanti hanno decretato la vittoria di Spaghetti al
collagene, Milk Tantanmen, Bacon+uova+verdure e Pollo al
ginseng.
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Anche il produttore di bevande Calpis ha utilizzato Mixi per
decentrare agli utenti la scelta delle combinazioni di frutta per la sua linea di succhi, assieme
al packaging design e al copywriting.
A vincere è stato un mix di mela, pera, mandarino e
banana.
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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© Valentina Durante / District Vision Lab
Delocalizzare alla folla l’attività di cool hunting è diventato
assai facile grazie a streetstyle blogger come The
Sartorialist, Stil in Berlin o Prada and Meatballs, solo per
citarne alcuni.
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
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macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Stitsh.com aggiunge all’ormai popolare attività di streetstyle
photo blogging un elemento che finora mancava: l’e-
commerce.
Le immagini scattate per strada vengono postate sul sito e
direttamente linkate ai siti delle aziende che producono i capi
indossati dai modelli-per-caso.
Ispirarsi alla strada non è mai stato così immediato.
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Un fenomeno che si è particolarmente gonfiato negli
ultimi mesi è il crowdfunding, dove il consumatore
contribuisce al finanziamento del progetto imprenditoriale.
Uno dei settori che più utilizza il crowdfunding è quello
musicale.
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Uno dei primi casi è stato quello di SellaBand, una
piattaforma che consente la sponsorizzazione di band
indipendenti da parte dei fans.
Questi ultimi finanziano la registrazione professionale del
demo e si fanno parte attiva nella pubblicizzazione del
gruppo. In cambio ricevono una percentuale degli introiti
derivanti dagli spazi pubblicitari venduti dal sito.
CROWDSOURCING: MONEY
(CROWDFUNDING)
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Esempi analoghi a quello di Sellaband sono il francese My
Major Company, l’inglese Slice The Pie e l’italiano Sold
Out Music.
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Non solo musica…
L’inglese BeerBankroll sta raccogliendo i soci per creare
un’azienda produttrice di birra e un pub.
La quota individuale di partecipazione è di 50 dollari
per un minimo atteso di 50mila partecipanti. I soci potranno
contribuire a decisioni che vanno dal nome dell’azienda,
alle strategie di marketing alla creazione del logo… oltre
ovviamente a ricevere una parte dei profitti.
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CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Il portale irlandese Catwalk Genius ha lanciato il progetto
Adopt a Designer.
I supporter possono acquistare delle “quote” di un designer
indipendente nella speranza di condividere I futuri profitti.
Una volta che 50mila quote sono state vendute il designer riceve 70mila euro per creare
una nuova collezione in 6 mesi.
AUTARCHIA / QUESTO L’HO FATTO IO!
CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Crowfunding e fashion anche per nvohk (si pronuncia invoke): l’azienda di Los
Angeles sta reclutando dai 20 ai 40mila soci che
contribuiscano ciascuno con 50 dollari annui per lanciare un
brand di abbigliamento ecosostenibile.
I profitti saranno nell’ordine del 35% sotto forma di buoni
acquisto per prodotti, più uno sconto permanente del 25% su
tutta la merce. Il 10% sarà donato ad associazioni
ambientaliste.
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CROWDSOURCING E CROWDFUNDING
macro trends
© Valentina Durante / District Vision Lab
Il trend dei mini-imprenditori ha conosciuto un boom negli ultimi anni grazie a una felice
combinazione di concause che vanno dal web 2.0, alla
deflazione digitale, all’emergere del low cost in
molti prodotti e servizi.
La democratizzazione dei mezzi interessa, anzitutto, i
tools di lavoro: attrezzature un tempo pensate solo per un utilizzo professionale o da
ufficio vengono proposte in versione pocket/economica a
privati e dilettanti.
MINI-IMPRENDITORI
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Sviluppato da HP, MagCloud permette a chiunque di creare
gratuitamente una rivista online, di farla stampare e di
distribuirla.
Una percentuale degli introiti va ad HP (20 centesimi di dollaro
per pagina), che si occupa della gestione degli abbonamenti e
delle spedizioni (si paga tramite Paypal).
MINI-IMPRENDITORI
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È più facile acquisire competenze grazie al boom di
scuole, corsi, forum, siti internet, blogs dedicati
all’implementazione o acquisizione di nuove capacità
creative.
Boom anche per i vari contest creativi, con o senza premi in denaro. Anche in questo caso
Internet ed e-mail hanno facilitato sia la comunicazione
da parte del proponente che l’invio del materiale da parte dei
partecipanti.
MINI-IMPRENDITORI
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Non mancano vetrine e showroom dove esporre e
vendere le proprie creazioni: oltre a eBay ed epigoni,
esistono anche opportunità più “fisiche” come inQbox
(Singapore), Yokozuna (Amburgo), EMERGE*nyc
(New York), iD Gallery (Shanghai) e Residents
Apparel Gallery (San Francisco).
A São Paulo ha da poco aperto Endossa, il primo collaborative
store dell’America Latina.
MINI-IMPRENDITORI
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Servizi come Paypal hanno reso i pagamenti più facili, economici, veloci e sicuri.
E per i finanziamenti, oltre alle banche, ci sono servizi come
Zopa, dove i privati si chiedono o concedono prestiti fra di loro.
MINI-IMPRENDITORI
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Si possono cercare collaboratori (o mettere a
dispozione il proprio talento) grazie a siti come
GetAFreelancer.com, eLancer.co.kr, Contracted
Work e Freelance Work Exchange.
Oppure fare semplicemente network con siti sociali come
Linkedin.
MINI-IMPRENDITORI
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Con la crisi economica lo slancio imprenditoriale ha
ricevuto un’ulteriore spinta dettata dalla necessità.
Due terzi degli Inglesi, ad esempio, stanno cercando di
guadagnare extra-cash intraprendendo un secondo
lavoro, vendendo oggetti che non utilizzano più o
trasformando un loro hobby in attività redditizia.
8 persone su 10 partecipano a sondaggi retribuiti online e il 72% ha venduto qualcosa in
un’asta web.
MINI-IMPRENDITORI
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La stampa 3D sta diventando un servizio sempre più
accessibile anche al mondo consumer (o dei mini-
imprenditori).
Un esempio è la neozelandese Ponoko: si carica il disegno del prodotto che si vuole realizzare,
si sceglie il materiale e la tiratura. Si riceverà l’oggetto
direttamente a casa.
Volendo si possono anche vendere le proprie creazioni sul
sito in cambio di una percentuale.
3D PRINTING E DESKTOP
MANUFATCTURING
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Recentemente Ponoko ha lanciato un nuovo servizio chiamato Ponoko ID che
permette a membri di richiedere oggetti a designer,
aggiungendo descrizioni, uploadando idee e indicando il
prezzo che si e' disposti a pagare per veder realizzare il
progetto.
Designer interessati possono poi contattare il richiedente
direttamente per la completare la transazione.
3D PRINTING E DESKTOP
MANUFATCTURING
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Ulteriore implementazione è Ponoko Photomake, che
consente di inviare, piuttosto che un progetto 3D, un disegno
bidimensionale. Quindi si sceglie il materiale di
fabbricazione fra quelli disponibili e si accetta il
preventivo.
È sufficiente per avere l’oggetto realizzato e spedito a casa.
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Un po’ meno accessibile (bisogna progettare con un software CAD) è l’olandese
Shapeways: si uploada il progetto, si sceglie fra 4 diversi
tipi di plastica e si riceve l’oggetto in 10 giorni. Il costo
varia dai 50 ai 150 dollari a seconda di peso e dimensione
dell’oggetto.
Shapeways fa parte del Philips Lifestyle Incubator.
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MANUFATCTURING
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E i prezzi delle stampanti 3D stanno scendendo: il target non
è ancora il consumatore singolo, ma molte medie aziende sono in grado di
permettersi un acquisto come la ZPrinter 310 di Z Corp
(20mila dollari).
La 3D System sta sviluppando un modello che avrà un costo
inferiore ai 10mila dollari, mentre la Desktop
Manufacturing prevede di lanciare prima della fine del
2009 una stampante 3D a 4.995 dollari.
3D PRINTING E DESKTOP
MANUFATCTURING
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© Valentina Durante / District Vision Lab© Valentina Durante / District Vision Lab
www.valentinadurante.com