Bianconero Magazine - N. 7 - 2013/2014

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ANNO IV N. 7 - 1 NOVEMBRE 2013 www.cesenacalcio.it CESENA- TERNANA Venerdì 01 Novembre h. 15:00 BISOLI: UN “CINQUE” SCARAMANTICO

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Bianconero Magazine - N. 7 - 2013/2014

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anno IV n. 7 - 1 noVEMBRE 2013

IBN4 numero 28-09-2012 7:27 Pagina 2

Colori compositi

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Mattia Graffiedi

www.cesenacalcio.it

Cesena-TeRnanaVenerdì 01 Novembre h. 15:00

bisoli:un “Cinque”

sCaRamanTiCo

campioNato serie b 2012-2013ceseNa-terNaNa 1-o:

defrel, a tratti iNcoNteNibile

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di aNdrea Gori

per l’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori

morali e culturali

ceseNa

In quella scienza chiamata calcio, una disciplina tutt’altro che rigida e lontana dal fornire risposte universali, ci sono piccoli esperimenti che possono generare grandi intuizio-

ni. A Pierpaolo Bisoli la sperimentazione è sempre piaciuta e negli ultimi anni ha arricchito il suo manuale di chimica bian-conera di pagine molto interessanti, trasformando giocatori nascenti in manufatti di qualità, cambiandoli di posizione e ruolo. Il caso più eclatante è quello di Parolo, arrivato in Roma-gna senza un ruolo definito e diventato una delle mezzali più efficaci della serie A; ma anche Giaccherini o Ceccarelli, quest’ultimo trasformato da esterno alto in terzino, ruolo in cui ha vissuto gli anni migliori finora della sua carriera.Nel Cesena attuale, i giocatori che più di altri stanno seguen-do un percorso di questo genere sono Tabanelli e Defrel: entrambi dotati di un talento innegabile, stanno imparando a ritagliarsi un ruolo in campo definito, dopo diversi esperi-menti magari inizialmente non esaltanti. Tabanelli ha giocato praticamente in tutti i ruoli del centrocampo e, all’emergen-za, anche da terzino, ma sta trovando la propria dimensione come mezzala, fornendo buone prestazioni supportate da un ottimo stato di forma. Diverso invece il discorso di Defrel, per il quale Bisoli potrebbe avere ancora in serbo qualche sorpresa. L’attaccante francese, anche grazie alla propria ge-nerosità e duttilità, può agire sia come punta esterna, che come trequartista, ma anche come riferimento centrale of-fensivo, giocando spalle alla porta. Negli ultimi tempi però, il tecnico bianconero ha riproposto Defrel nel ruolo di mezzala, già provato in estate, e ripresentato negli allenamenti a Vil-la Silvia per le momentanee assenze di Tabanelli e Coppola. Se non fosse per la sua importanza come pedina offensiva, l’esperimento-Defrel potrebbe rivelarsi affascinante: a cen-trocampo, il numero 17 bianconero avrebbe spazio per gli inserimenti e, soprattutto, potrebbe contare su molto campo davanti a sé, per condurre un contropiede e risultare letale nel saltare l’uomo, creando superiorità. Non ci è dato sapere se questa soluzione verrà riproposta nel prossimo futuro, ma la funzione “apriscatole” di Defrel è un aspetto sul quale Bi-soli può lavorare, magari con l’infermeria priva di attaccanti.Una scommessa vinta intanto c’è già e si chiama Cascione. Nel nuovo ruolo di mediano davanti alla difesa, il centro-campista ex Pescara si sta imponendo come dominatore del gioco. Oltre al gol (a Novara è stato il migliore in campo) si sta dimostrando assai abile nel contrastare ogni possesso avversario e a fare ripartire l’azione con una visione di gioco a 360°, che pochi giocatori in B hanno. Da mezzala Cascione mancava di dinamismo, mentre da mediano si rivela lucido ed efficace, disegnando anche solide geometrie: un risultato ottenuto da un’intuizione felice.

come bisoli trasforma i giocatoritabaNelli:bel Giocatore iN crescita

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Premiati i ragazzi del settore giovanile bianconero che hanno registrato i migliori risultati scolastici.

Il Cesena Calcio alla presenza del presidente del settore giovanile Lorenzo Lelli e del responsabile Luigi Piangerelli ha premiato con una borsa di studio messa a disposizione dalla Bcc di Gatteo, i propri atleti del settore giovanile che nell’anno scolastico 2012-2013 hanno conseguito migliori risultati scolastici. Il senso del premio è chiaro:Conciliare studio e sport, si può, anche se spesso è faticoso, visto l’impegno quasi quotidiano che a molti dei ragazzi del vivaio bianconero è richiesto. E’ questo che ha sottolineato il Prof. Antonio Bonoli ex dirigente didattico che da qualche anno segue questo progetto, valutando i risultati sportivi dei ragazzi.

In occasione della premiazione svoltasi a fine settembre l’immagine della sala stampa del Dino Manuzzi era davvero inusuale. Oltre 30 ragazzi presenti con i loro genitori. Ben quattordici i “pulcini” che hanno registrato una media di voti superiore al nove. Vincitori ex-equo Selleri Gabriele di Meldola e Farnedi Andrea di Ravenna, che oltre all’allenamento come altri ragazzi devono anche dedicare tempo ai trasferimenti. Negli esordienti, Brando Sami ha registrato la media del 9,66, Savelli Gianmarco del 9,33, Sartini Matteo del 9,00, Zammarchi Andrea del 8,91.Nella classifica delle scuole medie, BCC di Gatteo ha deciso di aggiungere due borse di studio. A tutta la giuria infatti è sembrato doveroso dare un riconoscimento a tutti e 3 i primi classificati: Minotti Andrea 10,00 e lode. Bilotta Fabio 10,00,

Salvatori Matteo 10,00. Più si sale con l’età e il

grado scolastico piu’ diviene difficile conservare

l’ elevata numerosità di ragazzi che riescono ad

essere così brillanti; su questo tema è importante

innescare una riflessione e chiedersi come si

possa favorire un loro impegno importante anche

alle scuole superiori. Nella classifica delle scuole

superiori ha vinto Evangelisti Andrea studente

dell’Istituto Agrario di Cesena con una media del

9,58, secondo Righetti Luca (Liceo Pedagogico

di Rimini) 8,66, terzo Sbaragli Michele (Liceo

Scientifico di Forlì) 8,40. Da segnalare la media di

7,82 di Valzania Luca studente dell’Itc Serra già

inserito nel giro della prima squadra e in passato

già premiato nell’ambito dello stesso premio.

settore giovanile: premiati gli studenti top

RISULTATI SCUOLE ELEMENTARI PULCINI 2003- 2004

NOME MEDIA DI TUTTI I VOTI

1. FARNEDI ANDREA 10

2. SELLERI GABRIELE 10

3. POLIDORI LORENZO 9,88

4. MANTOVANI ALESSANDRO 9,80

5. SULIANI DANIELE 9,80

6. COLA MATTIA 9.70

7. BRIGLIADORI ALEX 9.70

8. CIANCIULLI MIRKO 9.55

9. PERUGINI FEDERICO 9.20

10. GUARINO EMANUELE 9.20

11. CASSANI ALESSANDRO 9.20

12. MINGOZZI RICCARDO 9,18

13. CAPICCHIONI LORENZO 9,18

14. GALASSI DAMIANO 9,00

CLASSIFICA SCUOLE MEDIEESORDIENTI ANNO 2001-2000+ GIOVANISSIMI 1999

NOME MEDIA DI TUTTI I VOTI PROVENIENZA

1) MINOTTI ANDREA 10 E LODE DA CESENA

2) BILOTTA FABIO 10 DA RIMINI

3) SALVATORI MATTEO 10 DA BOLOGNA

4) BRADO SAVI 9,66 DA CESENATICO

5) SAVELLI GIANMARCO 9.33 DA RAVENNA

6) SARTINI MATTEO 9.00 DA RIMINI

CLASSIFICA SCUOLE SUPERIORIALLIEVI 1996-1997 + GIOVANISSIMI 1998 -1999

NOME MEDIA DI TUTTI I VOTI SCUOLA

1) EVANGELISTI ANDREA 9,58 ISTITUTO TECNICO AGRARIO CESENA

2) RIGHETTI LUCA 8,88LICEO CLASSICO PEDAGOGICO

GIULIO CESARE RIMINI

3) SBARAGLI MICHELE 8,40 LICEO SCENTIFICO DI FORLI’

4) MAZZAVILLANI FRANCESCO 8,00 ITC SERRA CESENA

5) VALZANIA LUCA 7,82 ITC SERRA CESENA

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Massimo Ambrosini

reNzetti affiaNcato da krajNc:più che positiVi iN quel di NoVara

Alcuni giovani tifosi ci hanno chiesto ulte-riori notizie sul cavalluccio marino, sim-bolo del Cesena. Giusta curiosità: c’è un

motivo, insieme ad altri perché, alla base della tradizione del calcio cesenate, patrimonio che si rinnova e che manca ad altre città romagnole (e non solo). Non per caso, oggi, è un’immagine del nostro stadio che campeggia nelle sigle te-levisive, sia di Sky, sia di Novantesimo Minuto. Ecco allora, insieme alla “cavalluccio story”, altre notizie non sempre conosciute appieno. Ad esempio il fatto che il “Processo al calcio”, poi matrice di fortunate e varie trasmissioni televisive, nacque a Cesenatico (Ziznatic), nel 1965, con incalzante formula avvocatesca alla “Perry Mason”: imputati calcistici alla sbarra,

tra il serio ed il faceto. Entrambe le trovate, il cavalluccio come distintivo del Cesena e il “Processo al Calcio”, furono ideati del fantasio-so conte Alberto Rognoni, tra i padri fondatori del Cesena Calcio, nonché direttore del glorioso “Guerin Sportivo”. Ma andiamo con ordine, pur nell’obbligo della sintesi. Il cavalluccio marino era familiare, mezzo secolo fa, lungo la nostra costa romagnola. Un simpatico pesce (anche se sembra un crostaceo), sapiente nuotatore, capace di guizzanti dribbling davanti ai retini dei bambini di allora che cercavano di pigliar-lo. Così peculiare che Alberto Rognoni lo volle come immagine del Cesena Calcio: ogni squa-dra che si rispetti deve avere un suo “totem” identificante. Non stupisce dunque che, pochi

anni dopo, proprio un cavalluccio marino, nel 1955, promuovesse l’immagine di Cesenatico in tutta Italia nel bel manifesto commissionato dall’allora Azienda di Soggiorno al bravo car-tellonista, oggi diremmo “creativo”, Natalino Arfelli. Anche Alberto Rognoni, come parecchi cesenati, era di casa- d’estate e non solo- a Cesenatico. Il suo capanno da pesca, sul por-tocanale di Cesenatico, divenne ben presto mi-tico ritrovo del fior fiore del calcio italiano del tempo. Ospitava presidenti di grandi squadre, allenatori, giornalisti, personaggi; tra cui un ra-gazzo cesenate, tal Rino Foschi detto “il giallo”, che in quegli anni iniziava il suo apprendistato come dirigente calcistico e apprezzato talent scout…

breve storia del nostro simbolo: il cavalluccio marino

e l’apprendistato di rino foschi nel capanno da pesca, a cesenatico, del conte rognoni

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di Gabriele papi di GioVaNNi Guiducci

Cesena e Ternana si incontrano in campionato, tra casa e trasferta, per la 35a volta. Le prime sfide ri-

salgono alla metà degli anni ‘60 quando le due formazioni militavano in serie C. Le successive gare si sono giocate tutte tra i cadetti, ad eccezione della stagione 1974-’75 con romagnoli e umbri insieme in serie A ed una vittoria per parte: 2-1 alla Fiorita e 1-0 al Liberati. A fine campionato la Ternana retrocesse in B (e da allora non ha più fatto ritorno nella massima serie), mentre il Cesena di mister Bersellini rag-giunse una meritata salvezza.Trenta anni più tardi (torneo 2004-’05) erano invece i bianconeri a rischio re-trocessione, ma questa volta dalla B alla C. Alla vigilia di Cesena-Ternana, valida per la penultima giornata, la squadra di Castori-Gadda aveva visto il suo vantag-gio dalla zona play-out ridursi ad un solo punto. Con Venezia e Catanzaro già con-dannate rimaneva da stabilire la terza che avrebbe fatto loro compagnia e le due da disputare i play-out. Al Cesena mancava un punto per evitare la retrocessione di-retta, mentre in caso di vittoria avrebbe potuto festeggiare la matematica salvezza a condizione che contemporaneamente il Crotone espugnasse a Pescara e la Trie-stina non vincesse a Perugia. La gara contro la Ternana poteva dunque valere un campionato, contro un avversa-rio senza più ambizioni di classifica e che per la trasferta in Romagna non poteva contare sul suo uomo di maggior talento, il futuro bianconero Luis Jimenez, impe-gnato con la Nazionale cilena.Il pubblico del Manuzzi rispose con qua-si 11mila presenze e subito si infiammò per le notizie provenienti dagli altri campi dove sia il Crotone che il Perugia stavano vincendo. Mancava solo il gol del Cesena che si fece attendere fino a metà del primo tempo, quando sugli sviluppi di un corner Ambrogioni illuminò la serata infilando la porta umbra con un colpo di nuca. Passati dieci minuti Piccoli raddoppiò per il defi-nitivo 2-0 che sancì la salvezza matemati-ca con un turno d’anticipo.

gli amarcord con la ternanaarchiVio storico Vittorio calbucci

1969-70 ceseNa-terNaNa 1-1: il biaNcoNero marmo autore del Gol ceseNate

1974-75 ceseNa-terNaNa 2-1: a siNistra il Gol di festa a destra quello di roGNoNi

2004-2005 ceseNa-terNaNa 2-0: a siNistra il Gol di ambroGioNi, raddoppio di piccoli

Nell’accoGlieNte ritroVo del coNte roGNoNi, uN GioVaNe foschi Versa da bere a ferlaiNo, presideNte del Napoli: sullo sdraio, italo allodi

archiVio storico Vittorio calbucci

quel dicembre 1981, quando sacchi mi chiese...

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di ettore pasiNi

archiVio storico Vittorio calbucci

Il 12 ottobre il presidente Roberto Chec-chia ed una delegazione del Coordinamen-to Clubs Cesena (composta da Nicoletta

Budini, Massimo Carigi, Manuela Casadei e Moreno Sforzini) sono stati impegnati in una trasferta speciale, fino in Svizzera, dove hanno partecipato alla serata di festa per celebrare il 40° anniversario del Club Forza Cesena di Ginevra. Fiore all’occhiello del tifo organizzato bianconero, il club (l’unico all’e-stero) fu fondato nel lontano 1973 (primo

presidente Romano Miserocchi) grazie ad un gruppo di emigrati legati dall’amore per la Romagna. Dal 1987 è guidato con entusia-smo, passione e spirito di partecipazione dal presidente Oliviero Bisacchi. Fin dalla sua fondazione il club ha portato avanti, nell’am-bito della S.A.I.G. (Società delle Associazioni Italiane di Ginevra), attività culturali, sociali e di volontariato rivolte agli italiani del can-tone ginevrino mantenendo vivo il legame con la terra di origine. E anche la passione

per la squadra del Cesena, nutrita da questi lavoratori romagnoli emigrati, è da sempre uno strumento per combattere la nostalgia. Le celebrazioni si sono svolte presso il salo-ne delle feste della cittadina di Carouge, con la partecipazione di oltre 250 persone, con orchestra, sciucaren (fruste), ballerini, vini e menu rigorosamente romagnoli. Era presen-te anche il sindaco di Cesena Paolo Lucchi che nell’occasione è stato ricevuto dal colle-ga svizzero, Nicolas Walder.

a ginevra con il cesena nel cuore

coordiNameNto clubs ceseNa

Un freddo pomeriggio del dicembre 1981 quan-do, a Castiglione di Ravenna, il Cesena di Gian Battista Fabbri stava allenandosi con tanto di

partitella infrasettimanale contro la formazione Pri-mavera allenata da Arrigo Sacchi. In quella fase del campionato di serie A, il Cesena stava galleggiando in cattive acque della classifica. Durante l’intervallo della partitella, Sacchi si appostò a stretto contatto con il taccuino che avevo in mano e, senza esitare, mi disse: “Perché non suggerisci anche il mio nome come possibile allenatore del Cesena qualora Fabbri venisse licenziato?”. Io non accettai il suggerimen-to nonostante il valore tecnico di Arrigo stesse già emergendo alla guida di quella squadra Primavera che, a breve, avrebbe guadagnato meritatamente il titolo di “campione d’Italia”! Il Cesena, dopo aver li-cenziato Fabbri dalla guida della prima squadra, pas-sò il timone a Renato Lucchi. Perché non accettai di sostenere la candidatura di Arrigo Sacchi alla guida del Cesena? Semplicemente perché allora ritenevo quasi un rischio il passaggio dalla panchina di Fabbri ad un giovane, pur bravo, con precedenti trascorsi da calciatore fra i dilettanti e con la semplice guida della squadra del Bellaria. A togliermi i dubbi, nel tempo, ci pensò lo stesso Arrigo Sacchi. Dopo aver salutato la Primavera del Cesena campione d’Italia, lui scelse la guida del Rimini; poi passò alla Primavera della Fiorentina; l’anno dopo ritornò a Rimini (serie C) dove fece meraviglie con i Bianchi, i Zoratto, i Rossi, ragazzi da lui cresciuti precedentemente nella Prima-vera del Cesena. Successivamente, a Parma, Sacchi si mise in luce per quel gioco splendido e concreto che destò meraviglia ed attenzione da parte di quel Milan che dopo poco gli consegnò quella panchi-na che in pochi anni veniva gratificata da vittorie in campionato e Coppa dei Campioni. Non sazio della stupenda esperienza nel Milan, Arrigo Sacchi conqui-stò meritatamente la panchina della nazionale azzurra onorandola per ben sei anni.Quel lontano pomeriggio del 1981, a Castiglione di Ravenna, io non avevo ca-pito chi fosse e chi potesse diventare quel giovanotto alto non più di 1,70 che sedeva sulla panchina della Primavera del Cesena. Allora io evitai di scrivere che Arrigo Sacchi aveva già i numeri per ereditare la pan-china della prima squadra. Forse è stata la sua fortu-na. Nel tempo, con il suo talento calcistico, scrisse lui stesso il suo nome nell’albo dei più grandi allenatori del mondo.Comunque, scusa Arrigo.

Chi non ricorda le bizze a cui il pubblico del Manuzzi dovet-te assistere prima di godersi

a fondo la vera maturazione del “Genio di Forlì” Emiliano Salvetti?Tutto ciò non sembra appartene-re al talentuoso Luca Garritano, giovanissimo attaccante tascabile classe 1994, atteso dalla stagione della definitiva consacrazione.Solitamente al talento si asso-ciano comportamenti bizzarri in campo e fuori, indisciplina tattica e scarsa coesione caratteriale con il restante gruppo. Invece, con piacevole sorpresa, abbiamo sco-perto un ragazzo pane e salame, aggregatosi alla truppa in punta di piedi, umile e generoso negli allenamenti, sempre in silenzio ad inizio campionato quando il mi-ster lo relegava spesso in panchi-na nonostante un precampionato strepitoso.Poi arriva il Lanciano, siamo nel secondo tempo, il Cesena macina gioco ma gli abruzzesi concretiz-zano, Bisoli non sa più a che santo votarsi, si volta verso la panchi-na e fa segno al giovane Luca di entrare in campo. Il suo impatto sul match è lampante, sembra la diretta continuazione del precam-pionato, addirittura sfiora il goal del pareggio nel recupero.Da qui incomincia la svolta, il pe-perino calabrese guadagna sem-pre più posizioni di gradimento, che culminano con i galloni da titolare a Castellammare di Sta-bia, suggellati da una pregevole rete dopo un fraseggio stupendo con il compagno di reparto Davide

Succi. La gara in casa con il Bari è storia recente, sappiamo tutti come è andata, ma ci ha fornito un’altra conferma di come il no-stro numero 16 appartenga alla categoria dei “genietti”. Osser-vandolo si capisce chiaramente di come il suo cervello possa viag-giare il doppio rispetto a quello degli altri, in campo per lui è ovvio ciò che per gli altri è impossibile.Nonostante le grandi qualità pos-sedute, Luca non è stato esente dalla gavetta, per sfondare nel mondo del calcio bisognava la-sciare la Calabria ed immergersi nella vita di una grande metropoli come Milano. Per un comune ra-gazzino l’impatto poteva essere devastante ed invece Luca si è integrato in fretta, bruciando le tappe, vincendo praticamente tut-to in ambito giovanile e addirittura debuttando ancora minorenne in serie A ed in Europa League con la società nerazzurra.Gli almanacchi sembrano confer-mare che anche la componente genetica abbia fatto la sua parte, essendo Luca il nipote di un certo Salvatore Garritano, guizzante at-taccante-ala degli anni ’70-’80, la cui carriera fu però pesantemente frenata dagli infortuni.Se anche il dna non mente, viene spontaneo augurarsi che le buo-ne prestazioni fin qui offerte dal nuovo“Golden Boy” bianconero, siano solo l’inizio di una brillante e sfolgorante carriera nell’olimpo del calcio italiano.

garritano, genio e regolatezza

di fabio paGliaraNi

periodico sportiVo ceseNa calcio Iscr. Reg. Stampa n. 36/010 il 15.10.2010editore Coordinamento Clubs Cesenadirettore respoNsabile Giovanni Guiduccicaporedattore Vittorio CalbuccicoNtributo di redazioNe Gabriele PapihaNNo collaborato i GiorNalisti Luca Serafini, Fabio BenagliaiN redazioNe Andrea Bertozzi, Giampiero Ceccarelli, Roberto Checchia, Davide Cucchi, Matteo Fanesi, Omar Galassi, Giovanni Guiducci,

Giorgio Lugaresi, Daniele Magnani, Marco Valentini, Ettore Pasini, Andrea Gori, Fabio Pagliarani stampa Kando, CesenaticofotoGrafie Vittorio CalbucciGrafica Lisa CamporesimarketiNG, pubblicità e distribuzioNe Coordinamento Clubs Cesena tel. 0547.632502 / 0547.313090 / [email protected]

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dida

Stagione:2011-12Sponsor Tecnico: AdidasSponsor Istituzionale: TecnogymToppa: Serie A Tim in gomminaParticolari: manica a maniche lunghe,

modello Formotion, nome e numero termoapplicato.Notizie: Maglia indossata da Giuseppe Colucci durante la partita Napoli-Cesena 0-0 del 1/02/12.

Ne vuoi sapere di più?Questa e tante altre divise sono su www.bianconerocesena.it, il sito della storia della maglia del Cesena.

di bertozzi aNdrea e matteo faNesi

il museo bianconero

Napoli-ceseNa 2011-12: 0-0

luca GarritaNo

E’ morto all’età di 84 anni (era nato a Cesena il 12 aprile 1929) l’ex giocatore bianconero Romano Piraccini so-prannominato “Sciuto”. Stopper-centomediano grin-

toso, che prediligeva il gioco maschio, iniziò a giocare nel Rumagna di Sant’Egidio e fu notato dai dirigenti del Cesena che però lo lasciarono andare alla Savignanese, in conco-mitanza dello svolgimento del servizio militare. In vista del-la stagione 1953-54 di IV Serie i bianconeri lo richiamarono a casa, ma per dissidi con l’allenatore Pellarin, già durante il precampionato, ripartì per la Sammaurese. Dalla stagio-ne seguente indossò finalmente la maglia del Cesena per quattro anni (1954-1958) tra Promozione e Interregionale, diventandone poi il capitano per complessive 75 presenze. Giocò anche nel Sulmona e nel Perticara.

ci ha lasciato “sciuto” piraccini, vecchio capitano bianconero

“Vecchio” ceseNa: Nel toNdiNo il compiaNto “sciuto”

C’è una grande bandiera bianconera che sventola a Motta Visconti, encla-ve romagnola in provincia di Milano,

dove risiede l’ingegnere Marino Vernocchi consigliere del Cesena Calcio e titolare della “S.B. Motori” azienda leader mondiale nella costruzione di motori per ascensori oleodi-namici, il quale da qualche tempo ha un nuo-vo vicino di casa, Ettore Rognoni, figlio del conte Alberto, fondatore dell’A.C. Cesena.

cosa ci fa un dirigente e grande tifoso del cesena in lombardia?La mia famiglia è originaria di San Mauro Pascoli e mio padre Italo fu trasferito a Mot-ta Visconti come preside di scuola. Io ero piccolissimo, ma ho sempre mantenuto for-te il legame con la Romagna. Da bambino andavo alla pesa pubblica del paese e aspet-tavo i camion targati “FO” per chiedere agli autisti informazioni sul Cesena e poi li invi-tavo a magiare o a dormire a casa nostra per continuare a parlare. La mia prima partita, accompagnato da zio Ivo, fu Cesena-Brin-disi del 1973 con la squadra di Radice che stava volando verso la serie A. Poi continuai a venire a vedere il Cesena con il treno, ma anche in trasferta, mi piaceva mettermi vici-no agli ultras. Venivo anche per partecipare alle feste e conobbi Edmeo Lugaresi. Fu un crescendo e già da allora pensavo che mi sarebbe piaciuto entrare in società.

come avvenne il suo ingresso nel cesena calcio?Mi arrivò all’orecchio che la società aveva promosso l’azionariato diffuso. Era il maggio 2002 e iniziai a telefonare in sede per avere notizie e mi dissero che mi avrebbero fatto sapere. Ma non mi chiamava mai nessuno. Poi per uno strano incrocio del destino il 5 agosto mia madre mi chiamò per darmi la notizia della morte dello zio Ivo, quello che mi aveva portato a vedere il Cesena per la prima volta. Cadde la linea, poi il telefono squillò di nuovo. Risposi pensando che fos-

se ancora lei, invece era Michele Manuzzi, vice presidente del Cesena. Da lì iniziò tutto. Il 28 settembre ero nel cda della società. Nel 2006 diventai vice presidente.

Vivendo e lavorando lontano da cesena, come riesce a seguire i suoi impegni di dirigente?Dormo pochissimo, un’abitudine che mi porto dietro da quando da ragazzo facevo il panettiere e mi alzavo alle 2 di notte e dopo aver finito alle 8,30 andavo a lezione all’u-niversità. Anche adesso alle 5 sono già in azienda e così in effetti le mie giornate sono più lunghe. Per tanti anni ho seguito con Gabriele Valentini le sessioni di mercato a Milano. Ricordo quella volta all’Hilton Ho-tel nel gennaio del 2004: c’era da chiudere con il Milan per Pozzi. Giorgio Lugaresi era in Lapponia, ma era irraggiungibile, l’affare rischiava di saltare. Alla fine riuscì a metter-mi in contatto, Giorgio prese un cavallo e si fece 14 km per andare a fare un fax. A quel punto però bisognava trovare il modo per fare digerire a Castori la cessione di Pozzi. Demandarono me. Il mister mi disse che al-lora voleva due giocatori, Ranalli e Mundula. Giorgio disse fate pure voi con Rino Foschi, il quale ci dava una mano per il mercato, ma che come direttore sportivo del Palermo era quell’ultimo giorno di mercato impegnatis-simo nella trattativa per Grosso. Toccò an-cora a me. “Mundu... chi?” rispose Rino, poi mi congedò con “ma sì prendiamoli, ma adesso andate a fan...”.

È vero che nel suo giardino a motta Vi-sconti sventola una bandiera del cesena?Nell’estate di tre anni fa una sera tornai a casa dal lavoro alle 9,30 e mi chiamò Valen-tini che insieme a Marin erano andati all’a-eroporto di Milano a prendere il presidente del Tokio e altri due dirigenti per concludere l’affare Nagatomo. Salirono in macchina per tornare verso Cesena, ma non si mise in moto. I tre giapponesi infuriati non volevano

più saperne e volevano andarsene. Valenti-

ni allora mi disse che avrebbero preso un

taxi e sarebbero venuti da me a prendere la

mia auto. A 4 chilometri da casa mia a Motta

Visconti in mezzo alla campagna il gps del

taxista perse il segnale. A quel punto fortu-

natamente Valentini vide in lontananza una

bandiera bianconera e disse all’autista di an-

dare in quella direzione. Arrivati a casa mia

madre riuscì ad apparecchiare un tavolo da

ping-pong e a servire una cena superlativa.

Alle due di notte i giapponesi erano ancora lì

che mangiavano e bevevano, quando final-

mente ormai ubriachi riuscimmo a caricarli

in macchina e a portali a Cesena. Se Nagato-

mo diventò un giocatore del Cesena è anche

grazie a mia madre e al mio bandierone di

16 metri.

di GioVaNNi Guiducci

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marino vernocchi: il cervello in lombardia, il cuore in romagna

iN Nostro mariNo VerNocchi Nello storico stadio marassi di GeNoVa