Bianconero Magazine - N. 13 - 2013/2014

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ANNO IV N. 13 - 15 FEBBRAIO 2014 www.cesenacalcio.it CESENA- PALERMO Sabato 15 Febbraio h. 15:00 L’ELOQUENTE GRINTA DEL NOSTRO MISTER BISOLI

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anno IV n. 13 - 15 FEBBRaIo 2014

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Mattia Graffiedi

www.cesenacalcio.it

Cesena-PaLeRMOSabato 15 Febbraio h. 15:00

L’eLOquente gRinta deL nOstRO MisteR bisOLi

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Il big match contro il Palermo giunge nel momento migliore per il Cesena. Dopo una vittoria netta (Varese), un’altra sofferta

(Crotone), è arrivato un pareggio nel viaggio a Lanciano che, per com’è maturato, lascia tanto amaro in bocca, ma è certamente un monito importante per i bianconeri: se non si chiude la partita, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.Una lezione da scolpire sul muro degli spo-gliatoi del Manuzzi come memento, che deve spingere Succi e compagni ad essere spieta-ti, con quella fame che segna il divario tra le squadre buone e quelle vincenti. Il mundial-gol di Comi non ha tirato fuo-ri gli scheletri di paura dall’armadio come poteva succedere nel girone d’andata, ma ha dato consapevolezza ad un gruppo che, partita dopo partita, si scopre forte e com-patto. La battuta d’arresto di Lanciano può essere quindi accolta come un ritorno sulla terra, ma solo per prendere maggiore slan-

cio per un salto più alto. In questo senso, il Palermo offre tutti gli stimoli necessari per alzare l’asticella: i rosanero sono la capolista e la squadra favorita per il successo finale, senza dimenticare il match d’andata dove i bianconeri furono penalizzati dalle decisioni arbitrali. Sarà una partita entusiasmante in cui il vero fattore dovrà essere il pubblico, che può davvero fare la differenza in una sfi-da del genere.Dal punto di vista tattico, dopo il 4-3-1-2 di Lanciano, molto probabilmente si tornerà al 3-5-2 già visto nelle prime due sfide del giro-ne di ritorno, anche a causa della squalifica di Consolini. D’Alessandro tornerà sull’out di destra, ovvero la posizione ideale per la frec-cia romana, in grado di mettere a ferro e fuo-co una formazione con vocazione offensiva come quella siciliana. In posizione centrale il numero 7 bianconero non ha demeritato, ma non è riuscito ad essere devastante come gli capita quando può giocare con la linea late-

rale a suo fianco. A prescindere dalle scelte di Bisoli, D’Alessandro è un apriscatole fon-damentale per lo scacchiere del Cesena. Se l’assetto difensivo può variare, sembra ormai chiaro che la strada delle due punte è quella che offre le maggiori garanzie, anche grazie alle caratteristiche degli attaccanti. Sono tanti i tandem possibili da schierare e tutti sembrano sensati e compatibili con il gioco della squadra. Quattro punte per due maglie: con questa varietà, Bisoli potrà fare le proprie valutazioni sullo stato di forma di ogni singolo, durante la settimana. L’istinto di Rodriguez, l’esperienza di Succi, la veloci-tà di Defrel ed i colpi di Marilungo imprezio-siscono un parco attaccanti finalmente vario e affidabile, nel quale uno o due elementi è inevitabile che si siedano inizialmente in panchina, ma che possono poi diventare de-terminanti a gara in corso.

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di AndreA Gori di GiovAnni Guiducci

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LA DIFFERENZA TRA UNA BUONA SQUADRA E UNA SQUADRA VINCENTE

Per l’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori

morali e culturali

ceSenA

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Luca Caldirola

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Massimo Ambrosini

A parte gli ultimi incroci delle stagioni 2010-’11 e 2011-’12 in serie A, tutti gli altri precedenti tra Cesena e Palermo si sono disputati tra i cadetti a partire dalla

prima sfida alla Fiorita del lontano 27 dicembre 1970 decisa da una rete del panzer bianconero Fabio Enzo (1-0).Il bilancio complessivo dei 15 incontri finora giocati in Ro-magna, vede i padroni di casa condurre nettamente con 9 vittorie a 2 (4 i pareggi). Oltre a quello già citato del 1970 ricordiamo altri due significativi successi del Cavalluccio ai danni dei siciliani.All’ultima giornata del torneo 1977-’78 il Cesena non aveva più ambizioni di classifica, mentre il Palermo era in corsa per la serie A, ma oltre a vincere alla Fiorita doveva sperare nei passi falsi di Catanzaro o Avellino. Le speranze dei siculi durarono non più di un tempo, almeno fino all’intervallo con Cesena-Palermo e Sampdoria-Avellino ferme sullo 0-0. Poi al 5’ della ripresa Carlo Petrini portò in vantaggio i biancone-ri e negli stessi minuti le radioline di “Tutto il calcio minuto per minuto” annunciarono la rete dell’irpino Piga a Marassi. A pochi minuti dal termine arrivò il raddoppio dello stesso Petrini (2-0), quando ormai i rosanero si erano messi il cuo-re in pace. Per coronare il sogno della serie A il Palermo do-vette attendere 26 anni (come sa bene Rino Foschi…), non prima di essere passato attraverso fallimenti e retrocessioni.Nel 1995-’96 era invece il Cesena a inseguire il sogno della serie A. Quel giorno in tribuna al Manuzzi c’era anche Mar-co Pantani, di cui proprio in questo giorni ricorre il decimo anniversario della tragica scomparsa (14 febbraio 2004), e in ricordo del quale da quest’anno la maglia del Cesena sul colletto riporta un baffo rosa.A sbloccare la gara ci pensò Dario Hubner che su un cross dalla destra di Tramezzani saltò più in alto di tutti sul secon-do palo e la mise dentro per l’1-0. Il risultato non cambiò più e la vittoria consentì al Cesena di insediarsi, per la prima volta nella sua storia tra i cadetti, al primo posto solitario davanti a Bologna e Pescara. A fine partita Pantani dichiarò: “E ora dirò a Tomba che il mio Cesena è più forte del suo Bo-logna”. Le cose però non andarono come sperato, perché la squadra di Marco Tardelli iniziò a perdere colpi e fu protago-nista di un disastroso girone di ritorno. Quel successo di 18 anni rimane l’ultimo dei romagnoli al Manuzzi sul Palermo.

CESENA-PALERMO NEL RICORDO DEL PIRATA

1970-71Serie b ceSenA-PAlermo 1-0. lA rete Su riGore di enzo

1995-96, Serie b ceSenA-PAlermo 1-0.

il GrAn tiFo di mArco PAntAni

2011-12, Serie A ceSenA-PAlermo 2-2 SAntAnA reAlizzA unA delle reti biAnconere

intervento ProvvidenziAle neGli ultimi minuti di Gioco di mASSimo voltA nellA PArtitA contro il crotone

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Non meno emozionante ed eccitante era ed é per il tifoso la trasferta in treno. Se per quanto riguarda le cabale del

sabato precedente poco cambia rispetto alla trasferta in pullman, il treno è il mezzo di locomozione che rimembra più fermamente nella memoria del tifoso cesenate.Come non ricordare infatti i tre spareggi consecutivi del 86 che si conclusero con la carovana festante e gioiosa di San Benedet-to o quella purtroppo mesta e triste prove-niente dalla fatal Cremona?Tutto però iniziava alla mattina della dome-nica quando nel piazzale della stazione cer-cavi il posto per parcheggiare la tua auto e più tempo impiegavi a farlo e più ti rendevi conto della passione del popolo romagnolo per la propria amata.Quando attraversavi l’atrio e giungevi sul primo binario l’odore acre di un fumogeno acceso si mischiava quasi sempre con le esalazioni del ferro della stazione. I pochi viaggiatori occasionali in partenza da Ce-sena ti osservavano con occhi increduli e paurosi guardandosi bene dal far trapelare qualsiasi sintomo di disagio.Mentre passeggiavi sul binario più incontra-vi persone con la sciarpa al collo e più le tue mani si alzavano fino ad incocciare quelle di altri in una sorta di “cinque” caloroso e bene augurante.I treni per la trasferta allora erano soliti es-sere seguiti dall’aggettivo speciale che per il tifoso aveva il significato di proprio, or-ganizzato ed esclusivo. Tutto ciò ci rendeva orgogliosi anche se era sempre un proble-

ma ottenere il nulla osta per questi convogli tanto che arrivò poi il momento che vennero negati definitivamente; e questo ahimè ac-cadde anche per colpa nostra.E’ doveroso però dire che essi assomiglia-vano più a treni merci che a passeggeri, con sedili angusti di legno o metallo. Ma per noi erano come divani in pelle, parte del nostro stadio e parte della nostra curva era lì, tutta unita e coesa volta a raggiungere l’obiettivo principale che non era solo vincere ma ES-SERCI!!!!’Il convoglio si trasformava ben presto in unione festante, bandiere bianconere scen-devano dai finestrini unitamente a sciarpe e vessilli al vento. Dentro le carrozze ugole in festa intonavano canti e cori e il sangiovese scorreva a fiumi sotto le sacre ed autorevoli note di Romagna Mia.Una delle prime trasferte massicce fatte in treno fu quella di Rimini (primi anni 80). Dal paesello sulle colline riminesi dove abi-tavo, andai ad aspettare il treno proveniente da Cesena direttamente sul binario e ricordo come ora l’elevato numero delle carrozze e

le innumerevoli persone che scendevano da esso. Una di loro lasciò un epitaffio sul muro della stazione volto a ricordare agli amanti della saraghina l’enorme potenza del tifo ce-senate. Vi sposteremo il mare recitava quel-la frase e devo dire che mi rimase talmente impressa che l’indomani la scrissi sulla lava-gna di scuola.Un altro bel viaggio era quello verso l’o-diato capoluogo emiliano. Quei convogli in partenza erano pieni di gente tosta, tutti col cavalluccio tatuato sul cuore e con i colori bianconeri stampati sulla propria pelle. Di questa trasferta più che la partenza è da ri-cordare l’arrivo, quando da quelle carrozze, che assomigliavano più a carri bestiame che altro, si scendeva per arrivare al piazzale de-gli autobus. Mentre si attraversava il sotto-passo della stazione le persone in partenza o in arrivo erano solite rasentare il muro dal-la parte opposta pur di non venir in contatto col nostro corteo compatto e incazzato e dove cori canti e grida echeggiavano e rim-bombavano potenti in tali anfratti.Ricordo con nostalgia, anche quando si era soliti effettuare il tragitto stazione stadio a piedi e i conseguenti attestati di stima e baci che venivano profusi dai nostri alle brutte signore bolognesi che ci osservano stupite dall’alto delle loro finestre.Ma tutto ciò era solo l’inizio, un piccolo an-tipasto di quello che sarebbe accaduto una volta entrati dentro la magione nemica, all’interno di quel anfiteatro che ci avrebbe fra poco visti protagonisti : con il cuore e con la mente un sol grido s’alzerà !Forza Cesena!(Continua)

di “bAlbo” luiGi bAlducci

IL COORDINAMENTO CLUBS CESENA CAMBIA SEDE

In questi giorni, siamo alle prese con il trasferimento del nostro punto di ritrovo presso la nuova sede a Cesena in Via Veneto 19, zona stadio.

Un trasferimento voluto fortemente per essere sempre più vicino alla casa di tutti i tifosi del Cesena, lo stadio Dino Manuzzi.Scusandoci per il disagio di questi giorni, vi chiediamo ancora un po’ di pazienza, perché la nuova sede regalerà sorprese e novità per tutti i tifosi del Cesena.

PER INFO 0547.632502

coordinAmento clubS ceSenA

DAI ChE SI PARTE: LA TRASFERTA IN TRENO

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Periodico SPortivo ceSenA cAlcio Iscr. Reg. Stampa n. 36/010 il 15.10.2010editore Coordinamento Clubs Cesenadirettore reSPonSAbile Giovanni GuiduccicAPoredAttore Vittorio Calbuccicontributo di redAzione Gabriele Papiin redAzione Andrea Bertozzi, Giampiero Ceccarelli, Roberto Checchia, Davide Cucchi, Matteo Fanesi, Omar Galassi, Giovanni Guiducci,

Giorgio Lugaresi, Daniele Magnani, Marco Valentini, Ettore Pasini, Andrea Gori, Fabio Pagliarani, Luigi BalducciStAmPA Kando, CesenaticoFotoGrAFie Vittorio CalbucciGrAFicA Lisa CamporesimArKetinG, Pubblicità e diStribuzione Coordinamento Clubs Cesena tel. 0547.632502 / 0547.313090 / [email protected]

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in Collaborazione con:

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di GiovAnni Guiducci

Da quest’anno il Cesena ha un nuovo segretario per il settore giovanile. È Filippo Biondi, 25

anni di Cesena, laureando in Economia e Commercio. Un giovane al servizio dei giovani.

buongiorno biondi, come è diventato segretario del settore giovanile?Questa estate quando ho saputo che il Cesena cercava un segretario per il settore giovanile, dopo che Marco Va-lentini era passato in prima squadra, mi sono proposto. Ho sostenuto un collo-quio con il presidente del settore giova-nile, Lorenzo Lelli, e lo stesso Valentini. Da luglio dello scorso anno mi è stato affidato l’incarico. Il fatto che abbiano scelto una persona giovane come me, significa che il Cesena ha puntato su una figura da crescere fino a farla di-ventare autonoma nel corso degli anni.

Con quale bagaglio di esperienza è arrivato al Cesena?Ho iniziato alla Virtus Cesena come al-lenatore di calcio e aiutando la segrete-ria nell’organizzazione della Polisporti-va. Avevo inoltre lavorato all’organizza-zione dell’Adidas Camp a Cesenatico.

il salto non è stato da poco…Passare da una realtà dilettantistica, come la Virtus, ad una professionistica come il Cesena, significa cambiare tan-te cose, ma per questo sono importan-ti e preziosi il supporto e il confronto quotidiani che ho con Valentini. Oltre a lui mi rapporto naturalmente con il presidente Lelli e con il responsabile del settore, Gigi Piangerelli.

quali sono i suoi compiti di segreta-rio?Oltre agli aspetti normativi e relativi al tesseramento, seguo tutta la parte organizzativa che riguarda il settore giovanile, dalle trasferte alle navette dei pulmini, dalle visite mediche all’ab-bonamento all’autobus, dalla scuola al convitto e alla sistemazione per i ragazzi che vengono da fuori. Poi set-timanalmente, come segreteria, ci oc-

UN GIOVANE AL SERVIZIO DEI GIOVANI INTERVISTA A FILIPPO BIONDI, SEGRETARIO DEL SETTORE GIOVANILE

cupiamo delle elaborazioni statistiche delle partite di tutte le nostre squadre e del monitoraggio del-la situazione disciplinare dei nostri giocatori. Nel mio lavoro di segreteria posso contare sull’aiuto di Raffaele Rodoquino, la memoria storica del set-tore giovanile del Cesena, e sulla collaborazione di Gianluca Valdinoci.

Come ha vissuto l’impatto all’interno di una so-cietà, impegnata in un immane sforzo di risana-mento economico, con tutte le problematiche che ne conseguono?Risentiamo della gestione sbagliata degli anni pre-cedenti. Comunque per me è importante che non ci sia confusione nei ruoli all’interno della società. Per quel mi riguarda sono chiari i riferimenti con il presidente e il responsabile del settore giovanile, come con il segretario della prima squadra.a 25 anni è quasi coetaneo dei ragazzi delle for-mazioni giovanili. Che rapporto ha con loro? Il rapporto con i ragazzi è normale, pur nel rispetto dei ruoli. Comunque essendo anche io giovane è sicuramente improntato al dialogo perché magari alcune situazioni e dinamiche le capisco, metten-domi nei loro panni.

Come riesce a conciliare il suo lavoro con gli studi universitari?Il lavoro mi porta via molto tempo, tutto il giorno in ufficio e poi il cellulare è praticamente attivo 24 ore su 24. Però è un lavoro che mi piace molto. Adesso sono al primo anno di questa nuova espe-rienza, ma spero di andare avanti su questa strada.

Prima di entrare nei quadri societari, come se-guiva il Cesena?Sin da bambino sono stato un appassionato del Cesena, come da tradizione della mia famiglia. Mio babbo è un abbonato storico e da piccolo mi por-tava con lui allo stadio. Il primo ricordo che ho è di una trasferta a Venezia in traghetto e poi il gol di Dario Hubner.

a proposito di tradizione familiare, che effetto le fa lavorare con suo zio Roberto biondi, stori-co e apprezzato talent scout del settore giova-nile del Cesena?Ho sempre seguito il suo lavoro e adesso che la-voriamo insieme ci confrontiamo spesso sulle va-rie questioni, anche se i nostri ruoli sono diversi: io sto in ufficio, mentre lui è sempre in giro a cer-care i nuovi Ambrosini e Giaccherini.

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IN RICORDO DEL NOSTRO MARCO PANTANI10 anni fa, il 14 febbraio, moriva tragicamente -troppo presto- il grande ciclista romagnolo Marco Pantani, come una falena bruciata da una luce sbagliata. Gli sportivi, e non solo loro, provarono allora pietà, nel senso profondo di questa antica parola: sentimento di partecipazione alla infelicità altrui. Capita anche ai grandi campioni di cadere in disgrazia: forse è per questo che li sentiamo più vicini. In questa ricorrenza, molteplici sono le testimonianze in memoria dell’indimenticato campione di Cesenatico. Anche nel nostro stadio che in questi anni non hai mai smesso di ricordarlo: Pantani amava mescolarsi tra i tifosi per tifare il Cesena. Altre parole non servono: meglio il sorriso nel ricordo di Pantani e delle sue memorabili imprese ciclistiche, nei giorni belli, sugli aspri tornanti alpini del Mortirolo e dell’Alpe d’Huez. Quando lo sport, malgrado tutto, sa diventare epica, favola. E’ questo il suo antico segreto.

di GAbriele PAPi e vittorio cAlbucci

Cesena

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di ettore PASini

Per diventare un allenatore di grido è consigliabile partire dalla panchina del Cesena. Per averne conferma ba-

sterebbe rileggere la storia di alcuni tecni-ci che dopo le poche esperienze vissute su panchine quasi anonime trovarono proprio a Cesena la giusta pedana di lancio verso l’alto del calcio nazionale. Qualcuno di questi, nel tempo conquistò il titolo di campione d’Ita-lia (Radice, Bersellini, Bagnoli, Bigon, Lippi) e addirittura la guida della nazionale (Lippi come responsabile tecnico, Tardelli come vice di Cesare Maldini e come responsabile tecnico della nazionale U21).Andiamo per ordine.

gigi Radice arrivò nel Cesena come tecnico dopo le modeste affer-mazioni alla guida del Monza e del Treviso. Due anni alla gran-de con il Cesena, una promozione esaltante

in serie A (72/73) che fece notizia ovunque. Dopo questa esperienza in terra di Romagna, Gigi Radice salutò il Cesena per approdare sulla più prestigiosa panchina della Fiorenti-na e poi del Torino dove conquistò il titolo di campione d’Italia.

eugenio bersellini, altro giovane tecni-co che maturò la sua esperienza nel Cese-na dopo aver fatto le scuole piccole sulle panche del Como e del Lecce. Affiancato dal

suo vice Armando Onesti, si mise in luce at-traverso i risultati prodotti con i bianconeri di Romagna. La fama di Bersellini tecnico capace arrivò fino all’Inter. A fine stagione l’allenatore prese la strada per Milano dove si impossessò della panchina nerazzurra. Risultato? Conquistò addirittura lo scudetto.

Pippo Marchioro pro-veniva dal Como con la scarsa esperienza di un giovane tecnico alle prime armi. Nel-lo spazio di una sola stagione alla guida del

Cesena divenne un grande allenatore. Con quel poco che trovò nella rosa ristretta del Cesena, Pippo Marchioro riuscì ad ottenere risultati al di sopra di ogni aspettativa. A fine stagione il suo “piccolo” Cesena di Serie A riuscì a piazzarsi nell’alta classifica tanto da guadagnarsi la Coppa Uefa.

Osvaldo bagnoli, altro allenatore alle prime armi quando sbarcò a Cesena proveniente, anch’egli, dal Como. Due stagioni da fa-vola alla guida di un Cesena di Serie B. Al

termine del biennio, con il brillante risultato della promozione della squadra bianconera in Serie A, mister Bagnoli emigrò a Verona vuoi per guidare la squadra scaligera ma, soprattutto, per trovare una sistemazione ad una delle due figlie. E proprio con il Verona Osvaldo Bagnoli riuscì a vincere lo scudetto.

alberto bigon non aveva alcun preceden-te di rilievo quando arrivò a Cesena come tecnico. I tifosi lo ricor-davano solo per i suoi gol quando giocava nel Milan. Nonostante

tutto, una volta vestiti i panni dell’allenatore, Bigon da Padova si manifestò bravo e dili-gente come maestro di panchina. Purtrop-po il suo mandato in terra di Romagna non durò a lungo. Dopo aver salvato il Cesena in Serie A, Bigon non esitò ad accettare l’invito del Napoli a sedere sulla panchina azzurra. Risultato? Grande stagione calcistica del

Napoli con il coronamento di una splendida conquista dello scudetto!

Marcello Lippi, fino alla chiamata del Ce-sena di Serie A, poteva vantare la modesta e breve esperienza vis-suta precedentemente sulla panchina di C2

della Carrarese; poca roba! Buona la prima stagione con il Cesena (salvezza); meno buona la seconda. Infatti, a metà campiona-to, Lippi dovette subire l’umiliazione dell’e-sonero propinatogli dal presidente Edmeo Lugaresi. Ironia della sorte, successivamen-te quello stesso Lippi una volta approdato sulla panchina del Napoli riuscì addirittura a vincere lo scudetto.

alberto Cavasin era ancora un aspirante allenatore quando dirigeva la panchina del Fiorenzuola (C2) e quando accettò la sfida di allenare il Cesena. Pur ancora principiante si dimostrò subito tecnico con grinta e ricco di idee innovative. Nel Cesena fece benissimo ma non restò a lungo. A fine stagione, dopo un tira e molla durato un mese, decise di emigrare sulla panchina del Lecce lasciando un po’ in imbarazzo la società del Cesena e gli sportivi romagnoli.

Fra gli allenatori che attraverso il Cesena Calcio hanno fatto il salto di qualità van-no annoverati i nomi di Fabrizio Castori e Pierpaolo bisoli.Il primo (Castori) pri-ma del Cesena vantava le modeste seppur va-lide esperienze vissute alla guida di Tolenti-no, Castel di Sangro e Lanciano. Il secondo

(Bisoli) è letteralmente esploso nel Cesena (promozioni dalla Serie C alla Serie A) dopo la gavetta vissuta prima a Prato e poi a Foligno.

IL CESENA PEDANA DI LANCIO PER FIOR DI ALLENATORI

SPonSor del troFeo

Per reGolAmento e votAzioni www.ceSenASenA.com

bisOLi

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OGGI IL CESENA È DAVVERO DEI SUOI TIFOSI

È scattata la “Fase 2” di “Cesena per Sempre”, l’Associa-zione di tifosi bianconeri nata nel 2013 per permettere ai tifosi stessi di diventare una componente societaria

importante, con un proprio capitale economico e con po-tere decisionale sulla gestione del club, tramite i suoi due rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione dell’ A.C. Cesena.Dopo avere raccolto circa 130 adesioni, che hanno consen-tito di portare nelle casse societarie 100mila euro, viene ora lanciata una seconda fase con nuove iniziative e nuovi pro-getti, per continuare a sostenere economicamente il Cesena. Ciò sarà possibile solo con il contributo di nuovi soci e di nuove idee, per questo sono stati messi a punto nuovi pac-chetti di adesione a “Cesena per Sempre”, e relativi benefit, volti ad andare incontro alle esigenze di un maggior numero di persone che hanno il Cavalluccio nel cuore.

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aRChiViO stORiCO VittORiO CaLbuCCi

DONAZIONI E PACChETTIsOCiO sOstenitORedonazione da € 1.000 a € 5.000 (finanziabili in 5 anni a rate bimestrali) Questo tipo di donazione può essere effettuata anche da più persone in quota e dà diritto ad abbonamenti gratuiti e scontistiche speciali per I 5 anni dalla sottoscrizione

sOCiO ORdinaRiOdonazione libera: senza alcun vincolo di importo Pacchetto 100: donazione di € 100. Benefit pacchetto 100: 10% di sconto sull’acquisto di materiale ufficiale con scontrino unico per una spesa minima di € 50.

Pacchetto 300: donazione di € 300. benefit pacchetto 300: maglia da gioco originale autografata dal giocatore preferito

Pacchetto 500: donazione di € 500. Benefit pacchetto 500: maglia originale autografata e incorniciata del proprio giocatore preferito + carnet di biglietti per settore distinti (10 biglietti) o cur-va (15 biglietti)

i pacchetti, le modalità di pagamento e finanziamento e tutti i benefit possono essere approfonditi nel dettaglio sul sito www.cesenapersempre.com

ceSenA Per SemPre

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quando hai incominciato a collezionare e perché? Cominciai a collezionare maglie nel 2005. Mi piaceva indossarle a calcetto e con la diffusione di eBay diveniva sempre più faci-le comprare casacche di squadre “alternative” alle classiche strisciate. Mi divertivo a spulciare il sito quotidianamente, alla ricerca di qualche maglia bella a costi abbordabili. Col tempo di-ventavo sempre più appassionato e mi dissi di dare un senso alla mia collezione. La svolta ar-rivò a fine 2005, quando vinsi una maglia alla lotteria in pullman in occasione di una trasferta col Coordinamento. Da lì decisi di iniziare a col-lezionare solo Cesena, iniziando a scambiare le maglie che avevo con altre in mio possesso; da quel giorno, ho accumulato 64 modelli diversi del Cavalluccio.tifi Cesena da quando? Tifo unicamente per il Cesena dai primi anni ‘90, quando mio nonno mi portava allo stadio. La prima partita in cui mi ricordo di essere stato allo stadio fu una gara vinta 4-0 con reti di Hubner, forse nel 1993, a 5 anni di età. Nella mia famiglia l’unico appas-sionato di calcio era mio nonno, quindi per tanti anni andai allo stadio con lui in tribuna al suo fianco fino al 2001, anno della sua scomparsa.

Dalla stagione successiva iniziai così ad abbo-narmi in curva e andare allo stadio coi compagni di classe.quali sono le maglie a cui sei più affeziona-to? Sicuramente le due maglie anni ‘70 in lanet-ta rappresentano la punta di diamante della mia collezione. Ho un simpatico ricordo anche della Pouchain del 1980/’81.qual è la maglia che ti dà più ricordi? Essen-do nato nel 1988, ricordo solo la storia recente del Cesena e pertanto tutte le maglie datate non mi rievocano particolari ricordi. Sicuramente la maglia che porterò sempre nel cuore è quella del 2009/’10, che feci autografare da tutta la rosa all’allenamento del lunedì seguente la vitto-ria promozione di Piacenza. Anche la maglia del 1997/’98 mi evoca bei ricordi, facendomi saltare alla mente la punizione di Gadda a Montevarchi, con la palla rimasta incastrata sotto l’incrocio o la serpentina di Masitto nel 4-0 contro il Li-vorno.hai un calciatore al quale sei più legato? Francamente non ho mai avuto modo di legare personalmente con giocatori della squadra. Ora vivo all’estero, in Scozia, quindi escludo di po-terlo fare anche in un futuro prossimo.

quali sono i sogni e le ambizioni di Museo bianconero? L’ambizione è quella di rendere i tifosi del Cesena consapevoli dell’importanza e della bellezza che può avere una collezione di maglie del Cavalluccio ben assortita cronolo-gicamente. Le maglie poi verrebbero prestate gratuitamente per eventi, come cene dei gruppi o per musei temporanei, in questo modo con-tribuirebbero a creare atmosfera e rievochereb-bero parecchi ricordi. Mi auguro che un giorno riusciremo a completare la collezione, con la speranza di convincere qualche osso duro, di solito tifosi della squadra, a venderci alcuni dei pezzi a cui sono tanto affezionati e che mancano alla nostra collezione.

di AndreA bertozzi e mAtteo FAneSi

I VOLTI DEL MUSEO BIANCONERO: FILIPPO MAZZONI

Con l’avvento del nuovo anno abbiamo ritrovato un Cesena più conscio delle proprie qualità e ambizioso. Tra quelli

apparsi più in palla, dopo la lunga sosta in-vernale, c’è Davide Succi, giocatore dotato di fondamentali importanti, dei quali mister Bi-soli si è calcisticamente innamorato, proprio perché messi totalmente a disposizione del collettivo.Inoltre la sessione invernale di mercato ha regalato al Cesena due pedine importan-ti come Marilungo e Belingheri, che di fatto hanno aumentato il tasso di classe dell’intera truppa, permettendo alla compagine roma-gnola di rendere la propria fase offensiva più fluida, ma soprattutto imprevedibile. Inseri-menti centrali e laterali a sostegno del lavoro delle punte sono oramai diventati flagello in-cessante per le difese avversarie, che spesso si trovano di fronte cinque o sei bianconeri ad accompagnare l’azione, con la possibilità

concreta di arrivare quantomeno alla conclu-sione in porta. Un calcio dunque meno episodico e più conti-nuativo, dove Succi è costantemente nel vivo dell’azione. Finora però al capitano è manca-to la gioia della rete, in particolar modo a Va-rese ha vinto l’oscar della sfortuna colpendo due pali e sbagliando il rigore, in casa con il Crotone l’urlo del goal gli è stato strozzato dal proprio diretto marcatore, franatogli ad-dosso a due passi dalla linea di porta, con la complicità di un arbitro ipovedente, mentre a Lanciano avrebbe potuto chiudere a chiave il match, ma sul più bello si è incartato davanti al portiere.L’aspetto comunque più importante è che Succi c’è, anche se al momento non per se stesso, ma per i compagni. Succi rimane in-fatti uno dei pochi attaccanti disposti a can-tare e a portare la croce, ma c’è da scommet-tere che prima o poi il cigno tornerà a volare.

Oggi al Manuzzi il numero 19 del Cavalluc-cio si ritroverà di fronte quel Palermo, che nell’estate del 2008 gli regalò l’opportunità di misurarsi con la serie A, a compimento della propria crescita professionale. Per con-vincere il presidente Zamparini sulla bontà dell’acquisto, Succi rispose con i fatti rifilan-do proprio ai rosanero, addirittura allo stadio Barbera, una sonante doppietta nella sua ul-tima sfida con ancora addosso la maglia del Ravenna, eliminando i siciliani dal terzo turno di Coppa Italia.Quel che è avvenuto dopo è noto, tanti sono stati i problemi fisici per un bomber etichet-tato troppo frettolosamente come finito, sen-za poi fare i conti con un carattere d’acciaio che gli ha consentito di rimettersi in carreg-giata, con l’aiuto di un mister che ha sempre creduto in lui e di un ambiente disposto ad aspettarlo. E continua ad aspettarlo…

IL CIGNO TORNERÀ A VOLARE

di FAbio PAGliArAni

dAvide Succi

Scomparso il 15 febbraio 2010

amico e consigliere del CLub gatteO

Il tempo passa ma non stempera, non affievolisce il ricordo di una persona che nella sua semplicità, serietà e solarità ha segnato con la sua presenza e il suo sorriso chi l’ha conosciuto. Vogliamo continuare a ricordarlo e salutare in modo particolare gli amici del Club Gatteo.“DAVIDE SEMPRE CON NOI”

Coordinamento Clubs Cesena

l’AnGolo dei ricordi

DAVIDE MARCONI “ACE”

Page 7: Bianconero Magazine - N. 13 - 2013/2014