Bianconero n 4

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Bianco Nero CESENA - INTER DOMENICA 26 OTTOBRE H. 18:00 -magazine- www.cesenacalcio.it TESTATA UFFICIALE CESENA CALCIO ANNO V N.4-26 OTTOBRE 2014 COPIA OMAGGIO

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Bianconero n 4

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Bianco Nero

CESENA - INTERDOMENICA 26 OTTOBRE H. 18:00

- m a g a z i n e - www.cesenacalcio.it

TESTATA UFFICIALE CESENA CALCIO ANNO V N.4-26 OTTOBRE 2014COPIA OMAGGIO

Bianco Nero

CESENA - INTERDOMENICA 26 OTTOBRE H. 18:00

- m a g a z i n e - www.cesenacalcio.it

TESTATA UFFICIALE CESENA CALCIO ANNO V N.4-26 OTTOBRE 2014COPIA OMAGGIO

PERIODICO SPORTIVO CESENA CALCIO Iscr. Reg. Stampa n. 36/010 il 15.10.2010EDITORE Coordinamento Clubs CesenaDIRETTORE RESPONSABILE Giovanni GuiducciCAPOREDATTORE Vittorio CalbucciCONTRIBUTO DI REDAZIONE Gabriele PapiIN REDAZIONE Roberto Checchia, Omar Galassi, Andrea Gori, Fabio Pagliarani, Luigi Balducci, Ettore Pasini, Eric Malatesta, Daniele Magnani, Gabriele Evangelisti, Francesco Zani

In copertina: Schachner brucia nello scatto Bachlechner e va in gol (Cesena-Inter 1-3 del 28 febbraio 1982)

STAMPA KandoFOTOGRAFIE Vittorio CalbucciGRAFICA Studio 59MARKETING, PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE Kando

TIRATURA 15.000 copie

UN CALENDARIO IN SALITA PER IL “MONTANARO” BISOLI

Al momento di stilare il calendario di serie A 2014-‘15, il computer non si è dimostrato ma-gnanimo nei confronti del neo-promosso Cese-na. Per chi non se ne fosse accorto, nelle prime nove giornate alla nostra “piccola” squadra ro-magnola sono capitati come avversari sei nomi che fanno parte della famiglia dei giganti del calcio italiano: Lazio, Juventus, Milan, Udinese, Inter, Roma, ovvero la crème del calcio italiano.A luglio, una volta conosciuto il duro verdet-to sanzionato dal computer, il pur coraggioso Pierpaolo Bisoli deve essersi detto: “Ma come è stato trattato male il mio Cesena!”. Acco-stando il calcio al ciclismo potremmo dire che la partenza dei bianconeri di Romagna non è avvenuta su tappe di pianura utili per rompere il fiato, ma… dai piedi del Pordoi con ben sei

scalate iniziali al via della stagione. Fortuna ha voluto che al volante della piccola utilitaria dal nome “Cesena” ci fosse un montanaro chia-mato Pierpaolo (Bisoli) capace di guidare con coraggio su quei terribili tornanti iniziali.Non ultima delle difficoltà iniziali per il Cese-na, l’Inter, squadra miliardaria, ricca di nomi ma che sembra aver dimenticato da tempo le memorie calcistiche lasciate da Mourinho. Noi dalla penna ormai spuntata, per qualche stagione abbiamo guardato con simpatia alla squadra milanese dai colori nero-azzurri; esat-tamente in periodi diversi, quando all’interno di quelle maglie c’erano personaggi con sangue romagnolo come Giorgio Ghezzi, Alessandro Bianchi, Adriano Piraccini, Andrea Mandorlini, Sergio Santarini, Alberto Fontana, per non par-

di Ettore Pasini

lare del tecnico Alberto Zaccheroni.L’Inter del momento non sembra la fotocopia della squadra del compianto Giacinto Facchetti ma resta pur sempre un club blasonato che pretende un posto nell’enciclopedia delle gran-di del calcio nostrano.Proprio per questo, in apertura di questo pezzo non abbiamo esitato a scrivere il nome Inter in compagnia di Lazio, Juventus, Milan, Udinese, Roma, ossia le sei grandi avversarie del “pic-colo” ma coraggioso Cesena nelle prime nove gare.E dopo tanta montagna, dove comunque nelle pur insidiose tappe con Milan e Udinese sono stati raccolti punti preziosi, arriverà un po’ di pianura?

“Titti” Savoldi ci prova dal limite ma la sua conclusione è respinta da Bedin (Cesena-Inter 0-1 del 27 gennaio 1974)

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Sono state due trasferte diverse, con pochi denominatori in comune. A Udine il Cesena ha conquistato un punto meritato, in un momento in cui più nessuno pensava di uscire indenne dal Friuli. Il rigore su Rodriguez nel finale non c’era, eppure, nonostante le grandi polemiche

di Stramaccioni e company, i bianconeri di Ro-magna avevano meritato il pari e forse qualco-sa in più. Tutto merito di un gioco propositivo, brillante ed intenzionato a pungere gli avver-sari. Contro l’Udinese il Cesena era sceso in campo per vincere, per mettere in difficoltà una

squadra comunque in salute fisica e mentale, fin dal primo fischio dell’arbitro. Tutti hanno in-terpretato al meglio la gara, con Bisoli che ha azzeccato l’approccio tattico e psicologico alla partita. L’Udinese è cresciuta ad inizio ripresa, aumentando la pericolosità e trovando il gol, ma il Cesena non si è perso d’animo ed ha rag-giunto il pareggio nel recupero, grazie a Djuric e Rodriguez, fondamentali nell’azione che ha generato il rigore.Dopo una buona prestazione del genere, era lecito aspettarsi qualcosa in più anche nella trasferta di Palermo. Le assenze di Lucchini e Cascione sono pesanti, ma non possono rap-presentare l’alibi unico che scagioni dal reato di brutta prova. I rosanero alla vigilia erano in profonda difficoltà ed il Cesena avrebbe dovuto provare a mordere un avversario impaurito, in-vece che attenderlo ed infondere in lui coraggio.Il primo tempo è stato in pratica regalato ai siciliani, con il cambio tattico di Defrel dopo mezzora, specchio inequivocabile che i ra-gionamenti della settimana si sono rivelati errati. Con il riassetto di modulo, i bianconeri sono cresciuti, ma solamente dopo l’ingresso in campo di Rodriguez si sono resi pericolosi, cogliendo il pari su un rigore giusto, ma questa volta meno meritato per quello che si è visto in campo. Poi lo sciocco rosso a Coppola, l’in-consistenza di Ze Eduardo (possibile che Car-bonero sia così indietro di condizione da non garantire nemmeno 20’ dignitosi?) ed il gol del-la vittoria del Palermo, quando ormai la golosità di un punto ottenuto, nonostante tante ombre, si era fatta concreta.Un passo avanti e uno indietro. In pratica quasi 900 chilometri in linea d’aria in due trasferte, per rimanere fermi alla ricerca di un salto che ora, con Inter e Roma all’orizzonte, sembra difficile da fare, ma non provarci sarebbe un delitto.

di Andrea Gori

UN PASSO AVANTI ED UNO INDIETRO

Rodriguez al tiro in Udinese-Cesena

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IL CIGNO È TORNATO A VOLARE

Era da un bel po’ che al Manuzzi non si vede-va l’apertura alare del Cigno: Davide Succi ha appena segnato la rete del vantaggio contro il Milan dopo un digiuno lunghissimo e un’estate piena di dubbi. Il numero 19 bianconero ha svol-to tutto il ritiro con la valigia in mano dopo aver recuperato dall’infortunio che lo aveva messo fuori causa nel finale della scorsa stagione. Nes-suno si aspettava giocasse titolare, Bisoli lo ha lanciato e lui ha risposto presente sfruttando un erroraccio di Abbiati in respinta. Un’occasione, un gol, proprio come nel suo primo anno di serie B a Cesena.Guardandosi indietro sembrava passata una vita dopo due stagioni così piene di cose che sembrano due epoche storiche da cento anni l’una. L’inizio stentato con Nicola Campedelli e quell’espulsione tutta di nervosismo a Vicenza

prima di spiccare il volo lanciato da Bisoli: 15 reti in 37 partite, giocando spesso da trequar-tista e soprattutto segnando ogni volta che era possibile. Un fatturato clamoroso considerando quel Cesena che non giocava affatto bene e pro-duceva pochissime situazioni pericolose. «Il mio sogno è quello di arrivare in serie A con addosso la maglia del Cesena», disse proprio lui in una conferenza stampa al termine di quel campionato quando ormai la salvezza era in cassaforte. E il sogno è diventato realtà in una stagione bellissima, ma sicuramente più difficile dal punto di vista personale: 5 reti in 35 partite e quello sguardo sempre un po’ scuro di chi vor-rebbe dare molto di più. Nel mezzo l’esultanza a mostrare gli attributi dopo il gol su rigore al Siena e la rete in buca d’angolo da giocatore di biliardo nella vittoriosa trasferta di Terni. «Se

di Francesco Zani

ci fosse stato bisogno, oggi sarei entrato senza problemi», le sue parole al casello di Orte dopo la magica notte di Latina in mezzo ad un tripudio di fumogeni e alle note di Romagna Mia, cantata anche da lui a squarciagola.In questi anni Succi è stato prezioso in campo, fondamentale nello spogliatoio con Bisoli che ha sempre potuto contare su di lui. Anche quando era infortunato o completamente fuori forma. Le salvezze e le promozioni si ottengono prima con gli uomini che con i calciatori. Il Cigno durante la stagione se ne sta sempre sulle sue, con il volto concentrato e sempre un po’ arrabbiato come a studiare la sua preda. Una volta raggiunto l’o-biettivo però, si scioglie: il Manuzzi spera che anche a maggio di quest’anno sarà così. Magari con le braccia larghe dopo un gol per sentire tutto il calore della Curva Mare in fiamme.

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L’abbraccio di Succi alla Curva Mare dopo il gol contro il Milan\

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ROSE DELLE SQUADRE

Maglia Giocatore Ruolo Pres. Reti Maglia Giocatore Ruolo Pres. Reti

CESENA INTER

Agliardi Federico Bressan Walter Leali Nicola Capelli Daniele Krajnc Luka Lucchini Stefano Magnusson Hördur Bjorgvin Mazzotta Antonio Mordini Davide Nica Constantin Perico Gabriele Renzetti Francesco Saporetti Lorenzo Volta Massimo Carbonero Carlos Cascione Emmanuel Cazzola Riccardo Coppola Manuel De Feudis Giuseppe Giorgi Luigi Pulzetti Nico Tabanelli Andrea Valzania Luca Zé Eduardo Brienza Franco Defrel André Gregoire Djuric Milan Garritano Luca Hugo Almeida Marilungo Guido Rodriguez AlejandroSucci Davide

Berni Tommaso Carrizo Juan Pablo Costa Davide Handanovic Samir Andreolli Marco Campagnaro Hugo Armando D’Ambrosio Danilo Dodò Josè Ribeiro Donkor Isaac Opoku Jonathan Cicero Moreira Juan Jesus GuilhermeMbaye Ibrahima Nagatomo Yuto Ranocchia Andrea Sciacca Giacomo Vidic Nemanja Guarin Fredy Hernanes Anderson Kovacic Mateo Krhin Rene Kuzmanovic Zdravko M’Vila Yann Medel Gary Obi Joel Chukwuma Bonazzoli Federico Icardi Mauro Emanuel Osvaldo Pablo Daniel Palacio Rodrigo Palazzi Andrea Puscas George

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SQUADRA

Portieri: Cesaretti Giacomo, Fantini Akira, Lombardi Giovanni.Difensori: Cavallari Daniele, Ballini Marco, Zaggia Marco, Righetti Luca,

Dongellini Davide, Giulianelli Patrick, Mazzavillani Francesco,Martedì Mattia, Abbondanzieri Andrea, Alberighi Mattia.

Centrocampisti: Giuliani Gabriele, Maleh Youssef, Gasperoni Matteo, Cenci Christian, Dhamo Aleksandros, Dondini Francesco.

Attaccanti: Garattoni Alessandro, Mancini Mathias, Pregnolato Marco, Sbaragli Michele, Soumahin Joaquim, Tommasini Christian.

STAFF TECNICO

Allenatore: Ceccarelli GiovanniIstruttore tecnico: Jozic DavorPreparatore atletico: Vincenzi DanielePreparatore dei portieri: Magnani CarloMedici: Candoli Piero, Giorgi OmeroMassaggiatore: Andriotto ClaudioOrtopedico: De Zerbi MassimoAccompagnatore ufficiale: Mongiusti LucaDirigente addetto all’arbitro: Esposito AlfonsoNutrizionista/Mental coach: Zavalloni Saul

In alto da sinistra: Sbaragli M., Giulianelli P., Mazzavillani F., Mancini M., Ballini M., Lombardi G., Cesaretti G., Fantini A., Dondini F., Cenci C., Gasperoni M., Abbondanzieri M., Martedì M. In mezzo da sinistra: Soumahin J., Mongiusti (accompagnatore), Esposito (addetto all’arbitro), Vincenzi (preparatore atletico), Ceccarelli (allenatore), Andriotto (massaggiatore), Candoli (medico sociale), De Zerbi (ortopedico) Pregnolato M. In basso da sinistra: Tommasini C., Cavallari D., Maleh J., Giuliani G., Alberighi M., Dhamo A., Garattoni M., Dongellini D., Zaggia M.

ALLIEVI NAZIONALI 2014-15

WALTER SCHACHNER È TORNATO

Per i ragazzi di allora che frequentavano i gra-doni della vecchia Fiorita e per i ragazzi di oggi che ne hanno solo sentito raccontare le gesta, questo sabato 25 ottobre è l’occasione per in-contrare il “più amato” e primo straniero della storia del Cesena in serie A. L’associazione Cesena per Sempre ha organizzato un pubbli-co incontro (ore 17.30) alla presenza dell’in-dimenticato Walter Schachner presso l’aula

magna della Facoltà di Psicologia (di fronte alla stazione). A rievocare le imprese di quegli anni, oltre a fil-mati d’epoca, ci saranno alcuni ex compagni in bianconero del Bisonte austriaco, a partire da Giampiero Ceccarelli, presidente di Cesena per Sempre. A ricordo dell’evento è stata stampa-ta, in numero limitato di copie, una cartolina di Schachner con la maglia del Cesena che sarà

di Giovanni Guiducci

possibile fare autografare.L’austriaco, in onore del quale nel 1981 le Bri-gate Bianconere diventarono Weisschwarz Bri-gaden, si trattiene in città alcuni giorni e dome-nica 26 ottobre sarà allo stadio per assistere a Cesena-Inter, quando prima della gara sarà premiato in campo dai rappresentati di Cesena per Sempre.

Walter Schachner il “Bisonte” inseguito da Bagni e Müller (Cesena-Inter 2-2 del 7 novembre 1982)

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IN CASA

1973-74 (serie A) CESENA-INTER 0-11974-75 (serie A) CESENA-INTER 0-01975-76 (serie A) CESENA-INTER 2-31976-77 (serie A) CESENA-INTER 0-01981-82 (serie A) CESENA-INTER 1-31982-83 (serie A) CESENA-INTER 2-21987-88 (serie A) CESENA-INTER 2-21988-89 (serie A) CESENA-INTER 1-21989-90 (serie A) CESENA-INTER 2-31990-91 (serie A) CESENA-INTER 1-52010-11 (serie A) CESENA-INTER 1-22011-12 (serie A) CESENA-INTER 0-1

IN TRASFERTA

1973-74 (serie A) INTER-CESENA 3-11974-75 (serie A) INTER-CESENA 0-11975-76 (serie A) INTER-CESENA 0-01976-77 (serie A) INTER-CESENA 1-11981-82 (serie A) INTER-CESENA 3-21982-83 (serie A) INTER-CESENA 3-11987-88 (serie A) INTER-CESENA 2-01988-89 (serie A) INTER-CESENA 1-01989-90 (serie A) INTER-CESENA 1-11990-91 (serie A) INTER-CESENA 2-02010-11 (serie A) INTER-CESENA 3-22011-12 (serie A) INTER-CESENA 2-1

I PRECEDENTI DI CESENA - INTERUNA VITTORIA CHE MANCA DA 39 ANNI

“Micio” Orlandi e Fedele si contendono la palla (Cesena-Inter 0-1 del 1973-’74)

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L’ultimo Cesena-Inter (0-1) del 2011-’12: Ranocchia anticipa Antonioli e beffa il Cesena

Corrado Benedetti controllato a vista da Bagni e Beccalossi (Cesena-Inter 2-2 del 1982-’83)

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CLASSIFICA 7a giornata

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Bisoli impartisce disposizioni ai suoi giocatori nel corso di Cesena-Empoli (2-2)

Pt G V N P GF GS

Juventus 19 7 6 1 0 14 3

Roma 18 G 6 0 1 14 4

Sampdoria 15 7 4 3 0 9 4

Milan 14 7 4 2 1 16 10

Udinese 13 7 4 1 2 9 6

Lazio 12 7 4 0 3 13 7

Napoli 11 7 3 2 2 10 9

Verona 11 7 3 2 2 7 8

Inter 9 7 2 3 2 13 10

Genoa 9 7 2 3 2 7 7

Fiorentina 9 7 2 3 2 5 5

Torino 8 7 2 2 3 5 7

Empoli 7 7 1 4 2 9 9

Atalanta 7 7 2 1 4 3 8

CESENA 6 7 1 3 3 6 12

Palermo 6 7 1 3 3 8 15

Cagliari 5 7 1 2 4 9 11

Chievo 4 7 1 1 5 5 12

Sassuolo 4 7 0 4 3 4 13

Parma 3 7 1 0 6 11 17

TURNO ODIERNO (8° andata)

Empoli- Cagliari 25 ottobre 2014 (15:00) Parma- Sassuolo 25 ottobre 2014 (18:00)Sampdoria-Roma 25 ottobre 2014 (20:45) ChievoVerona-Genoa 26 ottobre 2014 (15:00)Juventus-Palermo 26 ottobre 2014 (15:00)Udinese-Atalanta 26 ottobre 2014 (15:00) CESENA-INTER 26 ottobre 2014 (18:00)Lazio-Torino 26 ottobre 2014 (18:00)Napoli-Hellas Verona 26 ottobre 2014 (18:00)Milan-Fiorentina 26 ottobre 2014 (20:45)

PROSSIMO TURNO (9° andata) Sassuolo-Empoli 28 ottobre 2014 (20:45)Atalanta-Napoli 29 ottobre 2014 (20:45) Cagliari-Milan 29 ottobre 2014 (20:45) Fiorentina-Udinese 29 ottobre 2014 (20:45) Genoa-Juventus 29 ottobre 2014 (20:45) Inter-Sampdoria 29 ottobre 2014 (20:45) Palermo-Chievo Verona 29 ottobre 2014 (20:45) ROMA-CESENA 29 ottobre 2014 (20:45)Torino-Parma 29 ottobre 2014 (20:45) Hellas Verona-Lazio 30 ottobre 2014 (20:45)

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L’assenza di Cascione a Palermo si è fatta sentire. Qui in azione con il milanista Torres

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FONTANA: “LEALI FARÀ STRADA,MA NON CHIAMATELO IL NUOVO BUFFON”

di Eric Malatesta

È una chiacchierata che si sviluppa a tutto campo quella che esce dalla “porta” di Alberto “Jimmy” Fontana. Tra l’esordio in serie A col Cavalluccio Marino contro la Sampdoria nella stagione 1990-‘91 e il suo ritiro nel 2009 a Palermo, ci sono in mezzo più di 500 partite tra i professionisti con le maglie anche di Bari, Atalanta, Chievo, Napoli e Inter. Proprio quell’In-ter che scende al Manuzzi questa domenica: “Il Cesena deve fare la sua partita così come sta interpretando il suo campionato ovvero senza commettere troppi sbagli. Dal canto suo l’Inter in avanti non è ancora a posto, alterna alti e bassi, ma se è in giornata è capace di punge-re. La squadra di Mazzarri è ancora un’inco-gnita, ma se sta concentrata può esprimere un bel calcio. Nelle ultime stagioni il livello della serie A si è un po’ livellato: ci sono due squa-dre come Juve e Roma che sembrano di un altro pianeta e la Juve resta la favorita anche quest’anno. Poi ci sono le altre “grandi”, tra cui l’Inter, che sono posizionate alcuni gradini più in basso. È un po’ lo specchio del Paese: com-plice la crisi anche nel calcio non ci si possono più permettere budget altisonanti per attrarre grandi giocatori”. Il Cesena però ha un fuoriclasse come Rino Fo-schi in cabina di regia. “Vero – ammette il por-tierone di Pinarella – Rino è un valore aggiunto ed è grazie a lui se il Cesena può bussare a certe porte”. Guarda caso tra i pali c’è uno dei più promettenti portieri italiani: “Leali è un gio-vane di grandi prospettive, è partito bene e mi piace il suo atteggiamento, umile e concentrato e poi ha ancora margini di miglioramento. An-che il mio amico Toldo me ne parlava già molto bene. Attenzione però alle etichette: chiamarlo il nuovo Buffon può disturbarlo. Per l’immedia-to, dopo Gigi, vedo Sirigu, un portiere fortissi-mo che è inspiegabile come non sia stato nel mirino di grandi club italiani. Poi ci sono tanti giovani che si stanno mettendo in mostra, basti pensare a Bardi e Sportiello”. Per Fontana c’è spazio anche per l’amarcord: “A Cesena ricordo ancora la tensione che ave-

vo prima di esordire in serie A contro la Sam-pdoria a Marassi, perdemmo 1-0 ma feci una buona prestazione. Di quel campionato ricordo anche i 5 gol presi dall’Inter. Ma soprattutto posso dire che giocare per la squadra di cui hai sempre fatto il tifo da bambino non è mai cosa semplice. In ogni caso ero e resto molto legato alla famiglia Lugaresi e a Pier Luigi Cera. Del periodo milanese invece serbo un grande ricor-do dell’ambiente e di persone come Moratti e Facchetti, figure semplici e genuine. All’Inter non mi sono mai sentito una semplice compar-

sa, ma parte integrante di un progetto”. Il Fontana di oggi invece, tra una partita a rac-chettoni e l’altra, vive di tanta famiglia e calcio in tv a Pinarella: “Seguo il calcio fuori dallo sta-dio, osservo le sorti del Cesena e mi auguro che si salvi: ha tutte le carte in regola per riuscirci e con un mister come Bisoli ce la farà. Un mio ritorno nel mondo del calcio? Non credo, per ora non ne sento il bisogno: dalla mia carriera ho già avuto tanto. Me l’hanno anche chiesto ma preferisco dedicarmi alla famiglia e seguire i miei due figli”.

“Jimmy” Fontana ai tempi del Cesena, cresciuto alla scuola del grande Giorgio Fioravanti

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Il cammino verso la salvezza è sempre pieno di trappole e di insidie, come il prossimo match casalingo contro l’Inter, avversario che in terra di Romagna non ha mai conosciuto l’amarez-za della sconfitta. Un vero e proprio incrocio pericoloso, superabile solo con il cuore e una buona dose di intelligenza tattica, le armi dei “poveri”, come diceva un grande saggio quale Carletto Mazzone.Proprio in queste occasioni è l’esperienza a giocare un ruolo determinante e per mister Bisoli c’è l’opportunità di pescare nel mazzo affidando la fascia destra al sempre duttile Ga-briele Perico che questo avvio di campionato lo ha passato per lo più all’ombra di Daniele Ca-pelli, difensivamente perfetto, ma con qualche esitazione di troppo in fase di impostazione. Sarebbe una mossa tattica con lo scopo di ab-bassare il baricentro di una compagine schiava del 3-5-2 di Mazzarri, che produce gioco solo sulle corsie esterne, avendo una linea mediana non proprio entusiasmante. Una missione sulla carta complicata per Perico, il quale dovrebbe svolgere il doppio compito di tenere a bada levrieri col vizio del goal come Nagatomo e D’Ambrosio - con la variante Dodò sempre in agguato - e nel contempo creare qualcosa in fase offensiva.Nessuna paura per uno che vincendo tante sfi-de è arrivato fino al paradiso della serie A.Nativo di Bergamo, Perico è uno dei tanti pro-dotti del florido vivaio orobico, ma è maturato in provincia vestendo i colori dell’Albinoleffe. Con la compagine seriana ha vissuto una lunga parentesi, iniziata in sordina coprendo le spal-le al “quartetto difensivo storico” composto da Garlini-Teani-Sonzogni e Regonesi, che in un anno e mezzo gli ha concesso solo 9 presenze.Per trovare continuità venne ceduto in presti-to al Monza, dove le sue sgroppate sono state fondamentali per trascinare i brianzoli ad un passo dalla promozione in B, svanita solo nella finale play-off contro il Pisa.Sogno che è sfumato anche nella successiva stagione 2007-‘08, all’apice della storia dell’Al-binoleffe, dove nel frattempo era rientrato, con

UN INCROCIO PERICO…LOSO TRA LE MURA AMICHEdi Fabio Pagliarani

Perico titolare domenica scorsa a Palermo e (nella foto) in coppa Italia contro la Casertana

un’altra sconfitta in finale play-off contro il più blasonato Lecce. È stato quello un periodo d’o-ro per la squadra lombarda, con tanti giovani che hanno spiccato il volo verso il palcosceni-co della serie A, basta citare i vari Marchetti,

Ruopolo, Laner e Peluso. Per Perico c’è voluto qualche anno in più, indispensabile per rag-giungere lo status di giocatore completo, quello che serve al Cesena per rimanere tra i grandi del calcio italiano.

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C’ERA UNA VOLTA IL CESENA: LE RADICI D’UNA PASSIONEdi Gabriele Papi

Ormai un secolo fa. A cavallo tra il 1919-20 sor-geva anche a Cesena la passione del calcio, in virtù della voglia di un gruppo di ragazzi appas-sionati. Ecco “Sport Club Cesena”: articolo 1, “ S.C. Cesena è basato sulla serietà” (programma più che mai valido, anche cento anni dopo). Il gioco del calcio era agli albori, ma già prendeva gli animi. Quei ragazzi assunsero per le loro ma-glie i colori del nostro stemma cittadino: il bianco e il nero. Non a righe, ma a quadrettoni, a scac-chi, al modo inglese. Molta voglia, pochi i mezzi: giocare a calcio vo-leva dire palloni di cuoio, maglie, costosi scarpini che pochi potevano permettersi. Ma la passione spesso supera gli ostacoli. Si giocarono dunque le prime partite, sfide rusticane ma leali tra squa-dre cittadine. Poi, finalmente, dopo la “Barlèda” (una larga spiaggia sabbiosa del fiume Savio,

verso Martorano) ecco il primo campo sportivo della città degno di questo nome. Non il campo sportivo dentro l’Ippodromo del Savio, che sto-ricamente venne dopo. Ma dall’altra parte della città, come vedete nelle belle foto d’epoca di uno dei primi fotografi cittadini (Francesco dell’Amo-re, dall’archivio della nostra bella Biblioteca Ma-latestiana). Quel campo sportivo (non solo calcio, ma anche pista per corse in bici e moto, atletica, e campo di bocce) sorgeva più o meno dove oggi c’è l’Istituto per ragionieri “Renato Serra”. Gli spogliatoi, in legno, erano dov’è ora l’hotel Casali. Dietro c’era, allora, il vecchio ospedale (oggi c’è l’I.T.I.). Quel campo sportivo, realizzato con lavoro, carriole e badili dai soci dell’Unione Sportiva fu inaugurato nel 1922. Era un campo polisportivo che riuniva varie discipline. Dedicato a Renato Serra, il nostro concittadino illustre let-

terato, purtroppo morto durante la Prima Guerra Mondiale, che (lo diciamo ai più giovani) che era un tutto meno che un “topo da biblioteca”. Rena-to Serra, il cesenate diede nuova luce alla cul-tura italiana dei primi del ‘900, amava molto lo sport: e anche le belle donne (fu persino ferito da un marito geloso, scandalo che fece epoca…). Tornando al nostro Cesena, anch’esso in quel tempo giocò sotto le insegne della “U. S. Renato Serra”. La squadra di calcio era la meno ricca (il suo veglione al Teatro Verdi era il maggior in-troito) ma si giovò dei primi “sponsor”: tra cui la Sezione Cacciatori della Cesena di quel tempo (cosa che piacerà all’attuale presidente Giorgio Lugaresi, nota “doppietta”). Curiosamente, già i primi derby di allora tra Cesena e Rimini susci-tarono tra le tifoserie colorite animosità e ruggini durature. Per ora ci fermiamo qui.

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“Tiferò Cesena, ci mancherebbe”. In coda ad un’ora di chiacchierata, la confessione arri-va spontanea e non ha bisogno neppure del-la domanda. Ma per Niko Castellari, insieme al fratello Matteo oggi alla guida di Mokador, Cesena-Inter sarà una sorta di derby: del cuore, diviso tra il bianconero di Romagna e il neraz-zurro, ma non solo. Già perché, dopo quattro stagioni partner dell’Inter, la storica azienda di caffè con sede a Faenza è per il terzo anno al fianco del Cavalluccio, in qualità di Gold Spon-sor. La Castellari Holding oggi è una società che ingloba altri due marchi (Sacao e Gualtieri) ma non c’è dubbio che è il brand Mokador a raccontare come la passione per il caffè abbia portato una realtà nata e cresciuta in Roma-gna a dilatare i propri confini oltre l’Italia, oltre l’Europa.Passione e storia piantano le radici a Faenza nel 1967 in una piccola bottega artigiana, una Casa del Caffè: “Mio padre - ricorda Niko Castellari - aveva già una lunga esperienza nel settore e decise di provare a fare il salto di qualità, av-viando un’attività in proprio: lui era uno che sa-peva guardare avanti ed ebbe ragione perché da lì partì un processo di crescita in atto ancora oggi”. Una crescita vertiginosa: dal negozio di torrefazione ben presto arriva il trasferimento in un impianto semi-industriale, alla fine degli anni Settanta si apre il canale dei bar e viene formata una rete di agenti perché ormai Faen-za è un mercato troppo stretto. Il primo vero salto di qualità è alla fine degli anni Ottanta, quando viene acquisito un nuovo stabilimento e realizzato un impianto innovativo per la tor-refazione del caffè, che permette all’azienda di preparasi all’ulteriore sviluppo”. Nel 1992 un’altra, decisiva, tappa: la necessità di diver-sificare dal canale Ho.re.ca. (bar e ristoranti) impone a Mokador di aprirsi alla distribuzione automatica. Oggi Niko Castellari - a coordinare l’intera area commerciale - e Matteo - a dirige-re tutta l’area dedicata alla produzione - sono al timone di un’azienda da oltre 60 milioni tra cialde e capsule e 85 milioni di tazzine di caffè

consumate ogni anno, un fatturato passato da quasi 8 a oltre 15 milioni in dieci anni. “Il no-stro mercato va dal Basso Veneto all’Abruzzo, per quello che riguarda l’Ho.re.ca., mentre con l’area vending (uffici e famiglie, nda) copriamo tutta l’Italia”. Ma il domani, anzi l’oggi, di Mo-kador si chiama estero. “Questione di presti-gio, necessità di diversificare il mercato: siamo molto concentrati sullo sviluppo dell’export. Oggi esprime il 15-20% del fatturato: voglia-mo arrivare al 40%. Come? Pianificando atti-vità mirate di marketing e comunicazione, con manager specializzati. Così, da un approccio standard, da semplice esportatore, siamo pas-sati ad una visione internazionale che punta a creare una relazione col cliente. Oggi bar con il nostro marchio si trovano in cinque continenti e oltre venti location prestigiose tra cui Dubai, Miami, Parigi, Atene e Wellington”.Negli ultimi dodici mesi Mokador ha intrapreso

un processo di posizionamento del brand pas-sando anche attraverso un restyling del logo (il lettering richiama quello delle origini, nda) ma non si è trattato di un semplice maquillage gra-fico. “E’ piuttosto un cambiamento di paradig-ma, perché oggi non vendiamo solo un prodotto ma una marca e i suoi valori: rispetto, qualità, tradizione, trasparenza. In tutti i bar del mondo siamo presenti con lo stesso tipo di miscela: questo vuol dire rispetto verso il cliente e ga-ranzia di qualità”.Per comunicare il proprio brand, Mokador ha incrociato spesso le strade dello sport. “Ab-biamo iniziato in Formula Uno, al fianco della Minardi, grazie all’amicizia che tuttora ci lega al suo patron, Giancarlo. Poi siamo passati alle due ruote, partner di Fausto Gresini, che abbia-mo seguito sia da pilota che da team manager , quindi una parentesi nel ciclismo, main spon-sor di una squadra dilettantistica, la Reda”. Agli inizi del Duemila l’approdo nel calcio: “Ci fu proposta l’opportunità di affiancare il nostro brand all’Inter: nacque una partnership che per quattro stagioni ci ha visti tra i fornitori ufficiali nerazzurri”. Era l’Inter di Figo, Stankovic, Cor-doba e tanti altri campioni che, sotto la guida di Mancini, stavano per aprire la stagione delle vittorie. Dalla terrazza di San Siro, frequenta-ta da personaggi famosi della politica e dello spettacolo, alla tribuna dello stadio Manuzzi: nel 2011 Mokador “sposa” il Cesena. “Il club bianconero rappresenta la Romagna e noi vo-gliamo consolidare la presenza sul territorio”. Già, perché lo sguardo è rivolto al mondo ma il cuore resta romagnolo. E il cuore, alle 18 di domenica 26 ottobre, sa già per chi batterà.

DERBY DEL CUORE IN CASA MOKADOR

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CLUBS IN FESTA

Martedì 16 settembre 2014 si è tenuta la festa del Club “Del Passatore” di Forlimpopoli presso il Ristorante Pizzeria “Rosa dei Venti” sempre in quel di Forlimpopoli. Graditi ospiti della se-rata i giocatori Giuseppe De Feudis, Alejandro Rodriguez e Davide Succi. Gli onori di casa sono stati fatti dallo staff del Club capitanati dal Presidente Bruno Rossi, coadiuvato da un duo di conduttori che ha animato la serata, compo-sto da Daniele Magnani e Michelone di Gatteo

i quali si sono cimentati, alla stregua di “La sai l’ultima?”, a raccontare alcune barzellette. Martedì 14 ottobre 2014 i Clubs “Araba Fenice” di Ronta-Cesena, presieduto da Vincenzo But-ticè, e “Tartari” Mercato Saraceno, presieduto da Paolo Fabbri, hanno vissuto, presso la piz-zeria “Araba Fenice” Borgo Ronta di Cesena, la propria festa. Manco a dirlo graditi ospiti i gio-catori Gregoire Defrel, Milan Djuric, Luka Krajnc ed Andrea Tabanelli. In entrambe le feste i gio-

di Gabriele Evangelisti

catori sono stati accompagnati dal team ma-nager Fiorenzo Treossi che ringraziamo per la preziosa collaborazione. Sono state due serate particolarmente vissute sia numericamente, sia come partecipazione attiva da parte dei pre-senti con cori e canti da stadio. Sono momenti che traspirano serenità e spensieratezza con la possibilità per i tifosi di vivere da vicino i prota-gonisti della domenica in campo. Quindi avanti così e sempre “Forza Cesena”

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CONCORSO “LA TIFOSA PIU’ BELLA D’ITALIA”di Gabriele Evangelisti

Venerdì 10 ottobre 2014 trenta ragazze in rap-presentanza di vari Coordinamenti hanno par-tecipato a Pescara al concorso “La Tifosa più Bella d’Italia”. La manifestazione, giunta alla 6° edizione, è stata organizzata dall’A.N.F.I.S.S.C. (Associazione Nazionale Femminile Italia-na Sostenitrici Squadre Calcio) e dal Pescara

Da sinistra Elisa e Sabina

Tessera n° 1 del Club Lamone Traver-sara e tifoso bianconero di lunga data, Tonino Frontali è scomparso nei giorni scorsi. Gli amici di Traversara lo ricor-dano come assiduo frequentatore, fino a quando le condizioni di salute glielo hanno permesso, della Curva Mare, dove soffriva e gioiva per l’amato Cese-na, sempre a fianco del fratello France-sco e dell’amico Amedeo.Tonino è stato anche un grande appas-sionato di ciclismo, che per lungo tempo ha praticato a livello amatoriale, e si è sempre distinto per la disponibilità e l’impegno nell’organizzazione di eventi sportivi e sociali.Il suo amore per il Cesena e la sua pas-sione per lo sport in generale sono il ricordo che lascia in tutti coloro che lo hanno conosciuto.Ciao Toni e Forza Cesena sempre e ovunque!

CIAO TONI

Coordinamento Clubs

Club Donne Biancazzurre sotto la guida della signora Nella Grossi. Il nostro Coordinamento è stato degnamente rappresentato da Elisa Arfilli e Sabina Hatibi. La vittoria è stata appannaggio di una rappresentante del Club Donne Biancaz-zurre. Non per pensare male ma forse il fatto di “giocare” in casa in qualche maniera può

averla aiutata perché a detta degli addetti ai lavori c’erano altre ragazze che meritatamente potevano ambire allo scettro. Ad ogni modo per noi le vere “Tifose più Belle d’Italia” sono sta-te le nostre Elisa e Sabina che ringraziamo ed alle quali vogliamo dire un semplice ma sentito “Orgogliosi di Voi”.

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SI PARLA DI TUTTO, MA NON DI CALCIO

Intervistare il giocatore fuori dall’ambito stret-tamente calcistico, cercando di fare venire fuori la sua anima e personalità, è la l’idea della tra-smissione radiofonica, molto semplice, che mi è venuta in mente di realizzare tre anni fa, dopo il ritorno del Cesena in serie A.Fu Valentina Mazzotti, allora dj di punta di Radio Studio Delta, a propormi il titolo del program-ma, “Scarpini”, e la formula a doppia condu-zione, che tuttora funziona con il bravo Daniele Tigli, il quale ha poi preso il posto di Valentina, intervallando la conversazione con tre brani musicali a libera scelta dell’ospite.Così, dopo i due anni di serie A, 2010-‘11 e 2011-‘12, una stagione di pausa in serie B, le puntate sono riprese nella primavera di quest’anno, quasi ad accompagnare il Cesena nel suo ritorno in A.Siamo ripartiti un mesetto fa, dopo Lazio–Ce-sena, e finora sono andate in onda cinque pun-

tate con Luigi Giorgi, Manuel Coppola, Riccardo Cazzola e Daniele Capelli, (oltre all’ex bianco-nero Massimo Bonini, alla vigilia di Juventus-Cesena), che si sono raccontati senza remore e timori, scoprendosi anche ottimi intenditori di musica e buoni conversatori.Uno dei leitmotiv che ha unito i primi quattro ospiti bianconeri è stato sicuramente l’amore per la musica, sia ascoltata, in privato ed in pubblico, assistendo a diversi concerti, che suonata ed eseguita.Giorgi suona la chitarra e se la cava come vocalist, Capelli da due anni studia “batteria”, Coppola sta cercando di imparare a suonare la chitarra… e insieme si trovano almeno una volta alla settimana in una stanzetta messa a disposizione dal fisioterapista. Prima della fine dell’anno contiamo di allestire una mini band ed imbastire uno pièce musicale rock, da pre-sentare in pubblico, magari con incasso da de-

di Daniele Magnani

volvere in beneficienza.Giorgi inoltre è un collezionista di dischi in vi-nile, Coppola non si fa mai mancare la Nutella nella sua dispensa, Cazzola va pazzo invece per il risotto alla veronese, mentre Capelli ama il freddo e va a funghi, anche se poi manco li assaggia…Tutti sono concordi nel dire che gli affetti sono importanti, anzi indispensabili: c’è chi ha figli e chi spera di averli presto, chi ama far sport anche quando non gioca a calcio e chi invece gli altri sport preferisce guardarli in tv.Sono tutti bravi ragazzi, giovani, ma consape-voli di aver avuto tanta fortuna nella vita a fare il calciatore, nonostante i tanti e diversi infor-tuni che hanno avuto la sfortuna di subire ma anche di superare.Appuntamento allora con “Scarpini”, il martedì dalle ore 19 alle 20, con l’ospite in diretta. Si parla di tutto, ma non di calcio.

via Fausto Coppi 59 - 47122 - FORLÍ

Manuel Coppola ospite a Radio Studio Delta con Daniele Tigli, Daniele Magnani e Alberto Emiliani

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Abbiamo fatto

una scelta di campo,

per una preparazione

100% italiana.

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