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AZZURRISSIMA La voce digitale del Club Napoli Romazzurra

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Webzine ufficiale del Club Napoli Romazzurra Anno 2 – Numero 13 del 26 febbraio 2019 Direttore: Davide Zingone Redazione: Giovanni Sorrentino Maria Elena Cristiano Angelo Chiantese Luca Marasciulo Luigi Potenza Marco Potenza Emilio Sabatino Valeria Catalano e con le amichevoli incursioni di: Crimine Esposito Web & Social Media: Maria Elena Cristiano Impaginazione: Marco Potenza Logo designer: Federico Maccheroni

Indice: L'editoriale

Io l’ho vista così L’incursione

In due sul divano Preferisco la coppa (ma anche la pizza non è male)

Tra erba e parquet Amarcord

Sai scrivere ed ami lo sport? Ti piace la nostra webzine? Vuoi proporci un articolo o una rubrica? Contattaci ed entra a far parte del mondo di Azzurrissima: www.romazzurra.com [email protected] FB @ClubRomazzurra

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Anno 2 - Numero 13 del 26 febbraio 2019 Pag. 3

L’editoriale di Davide Zingone

Carletto Ancelotti torna nella sua Emilia (è nato a Reggiolo, a pochi chilometri da Parma) e fa una gran bella figura. C’è chi è pronto a giurare che, per il viaggio di ritorno, nel suo trolley abbia stipato chili di prosciutto e di parmigiano, alla faccia di chi diceva che il Napoli non sa più segnare. 4 gol e 3 punti in trasferta. Più 9 punti su quell’Inter dagli occhi a mandorla, terza in classifica ma orfana di Icardi e, soprattutto, di quel ruolo da principale antagonista dei bianconeri che gli allegri grigliatori di agosto le avevano affibbiato con un eccesso di benevolenza (diciamo così, va…).

Dopo la scialba prestazione in settimana contro il modesto Zurigo, al Tardini si presenta un bel Napoli a trazione polacca. Armadiusz, dietro suggerimento di Carletto, segna su punizione facendo passare la palla sotto i piedi della barriera (non vi ha ricordato un certo Ronaldihno ai tempi del Barça?) e completa la doppietta con un gol di rapina per gentile concessione della difesa parmense, non particolarmente brillante. Piotr’ maramaldeggia sulla fascia sinistra: suo il gol che rompe l’equilibrio su geniale assist di un più che discreto Elseid in versione mancina (ma l’intervento di Sepe lascia qualche dubbio…). Sigilla il match un bel gol di Adam, che sta trovando continuità e sicurezza nei propri mezzi. Ci sarebbe, a dire il vero, anche un rigore piuttosto quequero provocato da Kévin, ma che l’arbitro, via VAR, annulla per precedente fallo su Peppino Vicolo, spezzando il cuore di Robert English, che già sognava di dare un dispiacere alla sua squadra di appartenenza davanti al CT Mancini.

Archiviata senza particolari patemi la pratica ducale, i tifosi dal cromosoma azzurro si gettano adesso anima e corpo nella settimana di passione che porterà alla sfida più sentita, quella della battaglia dei contrari, dell’Alfa contro l’Omega, del colore contro il bianconero, per

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capirci. Una partita inutile ai fini del campionato, ma sarà un’ottima occasione per dimostrare che i 13 punti di distacco sono piuttosto bugiardi. Nel frattempo, per ingannare l’ansia dell’attesa, nei peggiori bar di Bagnoli divampano le polemiche e si delineano gli schieramenti: da una parte ci sono i partitari de “il-Napoli-gioca-meglio-senza-Insigne” e dall’altro quelli che vorrebbero tra le mani il portiere del Chelsea, Kepa, colpevole di aver mancato di rispetto a Don Maurizio.

Il nostro ruolo ci obbliga all’obbiettività, alla ragionevolezza e al buon senso. Quindi, con la pacatezza che sempre ci contraddistingue, anziché offrire al lettore il nostro parere su questi temi scottanti, ci limiteremo a indossare la maglia dell’Atletico de Madrid sotto la camicia.

Forza Napoli e salute a noi (e un po’ di più a Ciruzzo Mertens!)

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Io l’ho vista così di Luca Marasciulo

PARMA - NAPOLI 0-4 Archiviata la qualificazione in EL con poco più sforzo di quello che può essere un allenamento infrasettimanale, scoperto il prossimo avversario con un sorteggio stavolta benevolo ma da trattare con attenzione, il Napoli si avvicina alla sfida del S. Paolo contro una Juve che non vive un buon momento di salute, dopo il tonfo nella Coppa ed alcune prestazioni mediocri in campionato, purtroppo però uscendo comunque vincente; sfida che all’atto pratico non varrà di certo lo scudetto, ma importante per dare ulteriore credibilità ad una squadra che comincia a raccogliere i frutti del lavoro fatto dal suo allenatore. La squadra ha ora una sua composizione titolare, dovuta anche alle defezioni di mercato e ad una serie di infortuni, ma continua la rotazione

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di tutti gli arruolati, dando ad ognuno figura preminente nel cammino della squadra. Si va quindi in terra di lambrusco e parmigiano, stadio che riporta la memoria a tempi oscuri come la retrocessione del Napoli in serie B; molto è cambiato da allora: la squadra parmense, sugli scudi all’epoca, travolta poi da scandali finanziari e da fallimenti vari, il Napoli invece a costruirsi una dimensione leader nel campionato ed in Europa. E questo cambiamento sta tutto nel primo tempo di Parma – Napoli, con gli azzurri a dettare tempi di gioco, accelerazioni dei suoi solisti, e coralità nei movimenti, a differenza degli avversari nel tentare solo qualche sortita di rimessa. Tanta, troppa la differenza fra le due squadre, così come tanta era la differenza delle due ultime due partite di campionato (Fiorentina e Torino) fra il Napoli e i suoi avversari, partite non vinte solo per quel tocchetto che trasforma un calcio in gol. Assente Insigne per squalifica, si parte quindi con Mertens titolare, lui , con Milik, sul banco degli imputati per le troppe occasioni divorate nelle precedenti due gare. Frizzante la partita del belga nel primo tempo, ostinato nel secondo tempo a cercare quel gol che latita da un po’, tutto sommato una buona prova, trascinato dalle interessanti trame di gioco di tutta la squadra. Confermate difesa e centrocampo (Fabian Ruiz indiscutibilmente regista titolare), il Napoli di oggi vive molto sullo stato di grazia di Piotr Zielinski, uno di quei giocatori che quando acquisiscono continuità diventano oggetto di desiderio di tutti i top club; ma anche sulle conferme di Callejon (moto perpetuo) e di un Allan ormai ritornato a ringhiare in mezzo al campo (oggi era addirittura in diffida, eppure ha saputo gestire gioco duro e provocazioni da gran campione). Della conferma di Milik non ne avevamo bisogno, troppo spesso criticato quando sbaglia sotto porta, poco apprezzato per tutto il movimento che fa per la squadra: la doppietta di oggi ci dice che si, forse è proprio lui il polacco giusto.

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Il Napoli travolge quindi il Parma, lasciando agli emiliani i primi venti minuti del secondo tempo, rischiando di riaprire una partita (stavolta il VAR ci dà giustizia) che nella prima frazione non aveva avuto storia. E ora…pagelle (scritte sgranocchiando panino con prosciutto, scaglie di parmigiano ed un buon bicchiere di lambrusco): MERET 6,5 – ci si accorge della sua presenza nei venti minuti iniziali della ripresa, laddove il Parma si sistema meglio in campo e Gervinho si ricorda di avere numeri regalando al nostro portiere una plastica parata sotto la traversa. MALCUIT 6 – primo tempo devastante, scorribande sulla fascia, ma soprattutto alcuni recuperi contro frecce come Gervinho e Biabiany; nel secondo si impappina spesso ed un suo intervento maldestro in area stava consentendo al Parma di riaprire la gara con un calcio rigore poi negato giustamente dal VAR. Cavallo di razza, da addomesticare. HYSAJ 6,5 – il mister lo schiera a sinistra (in attesa del ritorno del Ghoulam quello vero, e del recupero di Mario Rui) ancora una volta, e mentre stiamo tutti storcendo la bocca a causa dei tempi rallentati per portare la palla sul suo piede preferito, ecco che l’albanese chiude una triangolazione da urlo con Zielinski mettendolo davanti alla porta dell’ex Sepe. Giocatore ritrovato per il finale di stagione. MAKSIMOVIC 6,5 – dopo averci fatto preoccupare per una probabile distorsione, stringe i denti e se la cava alla grande; esce alla fine del primo tempo, più precauzionalmente che per l’entità dell’infortunio; al suo posto LUPERTO 6,5 – entra nel secondo tempo e si comporta come il suo sosia spagnolo, attento e puntuale nelle chiusure , soprattutto quando c’è da soffrire il ritorno gialloblu. KOULIBALY 7 – che frustrazione per gli avversari vedere la palla finire dalle sue parti e sapere che no, non avrai possibilità di farla tua… regista arretrato, si permette un lancio di trenta metri che a noi più anziani ricorda un mitico Rudi Krol!

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CALLEJON 7,5 – esterno di destra, a ridosso delle punte, a coprire in difesa, a concludere (un suo tiro diretto al sette meritava miglior sorte): giocatore straordinario, universale, non smetteremo mai di evidenziarne l’importanza, di certo la comprenderemo quando ci lascerà. ALLAN 7 – splendida gestione dei tempi di gioco, giocate dure ma sempre efficaci (con un occhio attento ad eventuale cartellino giallo visto che era in diffida); quando alla fine il rude Kucka tenta di provocarlo, a gara ormai decisa, gli ringhia in faccia così come fa durante le gare con tutti i malcapitati avversari. FABIAN RUIZ 7 – fosforo a quantità ma anche tanta cazzimma nel rubare palloni a centrocampo. Acquisisce sempre di più autorità nel ruolo di regista, pedina imprescindibile nell’organico azzurro. ZIELINSKI 8 – il miglior primo tempo di sempre per il polacco. Sempre nel vivo del gioco, piroette e verticalizzazioni, il giusto premio raccolto con la splendida azione del gol che sblocca la gara. Quando sentiamo cifre astronomiche per alcuni, presunti, top player del nostro campionato, non riusciamo a comprendere a pieno il valore di questo giocatore che in giornata è letteralmente devastante; al suo posto VERDI 6 – entra quando la squadra è in stato di grazia per il risultato acquisito, confeziona l’assist nella splendida azione del quarto gol. MILIK 7,5 – uno che in una stagione (non ancora finita) ti piazza tre punizioni in porta, a Napoli non lo vedevamo dai tempi di un certo giocatore argentino… centravanti moderno, riferimento in area ma sempre pronto ad aprire spazi per gli inserimenti dei compagni di centrocampo. Va a pressare sempre i portatori di palla avversari e quando ruba un pallone al limite si veste da attaccante egoista (Mertens libero dalle sue parti...) e piazza un tiro a giro di rara bellezza. Due gare, quattro gol per il povero Parma! al suo posto OUNAS 6,5 – anche lui entra per far respirare i compagni, e sgusciante come sempre, si fa trovare pronto a siglare il poker azzurro. Stato di grazia al top.

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MERTENS 6 – che non trovi la porta è assodato, che abbia dimenticato come si gioca al calcio è escluso: belle le sue serpentine nel primo tempo (specie quando parte da sinistra, ruolo nel quale dà sempre il meglio di sè nelle giocate palle al piede), nel secondo tempo è votato alla ricerca del gol perduto. Vuoi vedere che si sblocca contro…?! ANCELOTTI 7 – ribadiamo il concetto che il miglior lavoro di questo allenatore sta nel tenere la squadra sempre sul pezzo. Il Napoli gioca con dedizione ogni gara, anche quelle già archiviate, riuscendo a gestire anche i momenti nei quali si deve tirare il fiato. Con lui non vale più la frase scontata che”… il Napoli deve essere sempre al cento percento ottenere il risultato”, questa squadra si comporta da bella e cinica al tempo stesso. INGLESE 7 (?)… per noi è comunque un giocatore del Napoli, ci piace dargli un bel voto soprattutto per la stagione fino ad ora messa in mostra. Cresciuto in tecnica e personalità, perché non pensarlo ad arricchire la panchina azzurra la prossima stagione…?

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L’incursione di Crimine Esposito

Esiste la vita extraterrestre? Una considerazione va fatta: se guardi con un telescopio la galassia più vicina, Andromeda, la vedi così come appariva ben 2 milioni di anni fa. Chissà quanto è cambiato in tutto questo tempo! Magari, se potessimo vederla com'è attualmente, scopriremmo centinaia di pianeti dove c'è vita più o meno simile alla nostra. E poi, parliamoci chiaro, secondo voi il Padreterno creava un universo infinito e permetteva che solo sul microscopico pianeta dove abitiamo si sviluppasse la vita? Per far nascere chi, poi? I tifosotti che fanno cori razzisti contro Napoli? Ma davvero davvero?!?

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In due sul divano di Luigi & Marco Potenza

Parma Napoli 0-4

Parte prima: Luigi Dopo il rilassante impegno di giovedì contro lo Zurigo in Europa League, dopo il successivo sorteggio che ha messo sulla nostra strada verso Baku (speriamo…) il Salisburgo (non certo l’Arsenal o il Chelsea, ma poteva sempre andare meglio), torna l’inutile campionato con un Parma - Napoli davvero ultra-stimolante!

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Battute a parte, evidenziata ancora una volta la mia idiosincrasia per il principale torneo nazionale soprattutto se comparato con le competizioni internazionali, mi dispongo a trascorrere i miei abituali 90’ sul divano in compagnia degli azzurri, perché comunque fosse anche un’amichevole io ci devo essere. Quindi dopo un lauto e prolungato pranzo domenicale con tanto di migliaccio della nonna, alle 18 siamo puntuali “sul pezzo”. Formazione senza Lorenzo, Mario Rui e Raul, con il ritorno sulla fascia sinistra dell’onesto faticatore albanese e sulla destra di “Cavolfiore” Malcuit, con Alex in porta ed i soliti noti. Partiamo e potremmo tranquillamente risparmiare metà campo. Il Parma prova ad aspettarci rintanato praticamente ai limiti della propria area, con la speranza nemmeno troppo recondita di riuscire ad applicare un complicatissimo schema, mandato a memoria nel corso delle tante sedute di allenamento, che potremmo riassumere in “chiudi gli occhi e lancia lontano la palla, sperando che la prenda Gervinho”. Fortunatamente per noi, oggi l’ivoriano sembra aver trovato in Cavolfiore un avversario altrettanto veloce, in grado non solo di disinnescare con apparente semplicità i primi 2 o 3 tentativi di ripartenza ma anche di spegnere sul nascere qualsiasi fantasia da “fenomeno” dell’ex romanista, facendolo di fatto sparire dal terreno di gioco. Con questo livello di concentrazione difensiva, resta solo da capire una cosa:i nostri “avanti” avranno avuto modo di far asciugare le polveri, rivelatesi oltremodo bagnate nelle 2 precedenti partite contro Fiorentina e Torino? Bastano 18 minuti a Piotr per rispondere al quesito, raccogliere un tocco sopraffino del mio idolo Hysaj, battere Sepe e indirizzare il match nella giusta direzione, e ne bastano altri 18 ad Arek, per far tesoro di un suggerimento di Mister Carlo e calciare sotto la barriera (sì, avete letto bene, sotto) una punizione dal limite e fissare lo 0-2 che ci porta all’intervallo.

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E’ vero che siamo in controllo ed in vantaggio, ma perché sfidare la sorte? Chiamiamo subito mio fratello! A telefonata (non è scaramanzia, ça va sans dire) terminata eccoci pronti alla ripresa, che si apre con la sostituzione di Nikola infortunato con Luperto che ha così finalmente l’occasione di giostrare nel suo ruolo abituale di centrale sinistro. Si ricomincia purtroppo con gli azzurri un po’ meno frizzanti che lasciano campo ai locali, e come ripeto sempre io a Marco, che infatti mi odia e non ne può più, anche due goal di vantaggio possono essere pochi se dai modo agli avversari di risorgere e non li schiacci definitivamente. Quando l’arbitro sanziona (giustamente) un fallo di Cavolfiore con un calcio di rigore, la calma con cui mi stavo gustando la partita va praticamente a donne di malaffare. Fortuna vuole che prima che Roberto Inglese calci dagli 11 metri il VAR segnali al direttore di gara un precedente fallo subito da Josè: fermi tutti, on field review e, dopo lunghi secondi di incertezza (e di tachicardìa), rigore cancellato e punizione per gli azzurri. Il rischio potenziale diventa un incredibile stimolo: minuto 73, Arek aggancia un passaggio indietro dei parmensi, si sposta la palla sul sinistro e ignorando Dries tutto solo spara un sinistro a giro che evita Alves e batte Sepe; minuto 82, scambio tra Callejon, Verdi e Ounas e sinistro di quest’ultimo che spiazza l’incolpevole portiere avversario. Sullo 0-4, il resto della partita è accademia. C’è tempo per qualche legnata di troppo presa dal nostro Adam, e c’è tempo per Allan di vendicare il compagno facendo un friariello (o una busta, o un tunnel, chiamatelo come volete voi…) con la suola ad un arrabbiatissimo Kucka, per il gaudio massimo di Marco che si è stranamente acceso più per questa umiliazione (a suo avviso meritata, visti i falli inutili che i parmensi stavano facendo) inflitta agli avversari che per le 4 polpette! Quando l’arbitro fischia la fine è tutto positivo: 4 goal, la porta imbattuta,

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una buona prestazione di tutti… la testa può volare al 7 marzo, all’andata degli ottavi di finale di Europa League. Dite che c’è prima un’altra partita di campionato, contro una squadra non colorata? E’ vero, avete ragione… anche se il campionato non mi stimola, è una partita che anche da sola, avulsa dalla classifica, ha un senso. Ma meglio parlarne dopo, no? La scaramanzia è scaramanzia!!! Parte seconda: Marco Dopo una partita di Europa League relativamente tranquilla, che ha permesso il superamento dell'esperimento in 'molti sul divano' con Davide e Giovanni, nonché la possibilità di giocarsi gli ottavi di finale con il Salisburgo (da non sottovalutare), arriva la trasferta di Parma. Avere un distacco pre-match di 16 punti dalla capolista proprio non aiuta a sentirla come la partita della vita, ma la voglia di vincere di certo non manca. Il rapporto con i ducali, è un po' ambiguo: da una parte la rivalità che ha caratterizzato il passaggio tra gli anni '90 e i 2000, dall'altra la consapevolezza di avere attualmente la squadra più' amica' in Italia (forse insieme al Carpi?), con una serie di prestiti nell'ultimo periodo (chissà se questo in parte avrà influito sulle vittorie non proprio al cardiopalma). Non per questo siamo tranquilli. Non è bastato nemmeno o'migliaccio di nonna, nonostante ci abbia avvicinato alle radici partenopee. Iniziamo il match orfani di Raul, Faouzi e Lorenzo. Se la prima assenza era nota e l'ultima quasi gradita (dato lo stato di forma attuale), quella di Ghoulam ancora non ha trovato in me alcuna motivazione. Non tanto per il giocatore, ancora non ai livelli a cui ci aveva abituato ma soprattutto per evitare eventuali ricadute, quanto per il suo sostituito. Non sono tra i più critici di Elseid, anzi credo che sia tra i terzini più bravi nel chiudere la diagonale difensiva. Tuttavia, se i limiti in fase di spinta sono già arcinoti sulla destra, a sinistra diventano abnormi. Eppure, a sorpresa, il vantaggio azzurro nasce proprio da una sua invenzione, con un passaggio di esterno

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destro (alla Quaresma?) che apre un varco a Piotr, permettendogli un appoggio facile facile in rete. Ora al di là delle colpe parmensi, la semplicità della conclusione fa ragionare: spesso non serve il tiro perfetto, potente o a giro, ma semplicemente la scelta più intelligente. Da qui la partita è in discesa, con i gialloblu mai pericolosi e solo Roberto Inglese a combattere fino alla fine. Il gol di Arek, su una trovata di Carlo, è geniale. Non tanto per la scelta, quanto per la preparazione. Nelle dichiarazioni post partita infatti il nostro mister dichiarerà di aver segnalato ad Arek che i difensori del Parma in barriera 'saltano spesso'. Sarà folle, sarò ingegnere ‘dentro’, come dice papà, ma dietro questa frase vedo tutto il lavoro fatto in settimana. Nel secondo tempo, oltre il brivido per il rigore - non rigore, si manifesta solo la mia sconfitta al Fantacalcio, avendo contro Arek e Piotr, che prosegue il suo percorso di crescita con un'altra prestazione monstre. Adesso, con la testa sgombra, andiamo a battere i non colorati! Forza Napoli sempre!

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Preferisco la Coppa (ma anche la pizza non è male)

di Giovanni Sorrentino

Allora, contenti ?

Io si. Il Salisburgo, nostro prossimo avversario di Europa League è un’ottima squadra ma sicuramente alla portata del Napoli. Il passaggio del turno non è scontato (come abbiamo tutti pensato quando dall’urna è uscito il nome dello Zurigo) ma di certo è alla nostra portata.

Lo strano sorteggio - quello che tutte, ma proprio tutte, le squadre tendenzialmente più forti si potevano augurare – dopo la partita casalinga porterà gli azzurri in territorio asburgico, una trasferta non particolarmente scomoda in una città molto bella. Se i “nostri” dovessero spuntare una bella e corposa vittoria al S. Paolo, il ritorno potrebbe davvero essere l’occasione per organizzare una bella scampagnata nelle terre di Mozart… senza lo stress del risultato.

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NAPOLI-ZURIGO E’ andata esattamente come si prevedeva. Un allenamento del giovedì e, come tale, non si potevano pretendere ritmi serrati e agonismo alle stelle. Poco più di una sgambatura, una prova di assetti e sistemi di gioco che hanno poi prodotto utili risultati a Parma, solo tre giorni dopo. Nel solito stadio semideserto che accompagna il Napoli in questa parte di stagione, gli azzurri hanno vinto senza fatica contro i modesti svizzeri che si sono limitati a “menare” come boscaioli i malcapitati partenopei e a correre forte per un’oretta buona: fortuna che, dopo una bella giocata di Ounas, il redivivo Verdi ha sbloccato il risultato mandandoci al riposo con la qualificazione ormai certa. Nei minuti precedenti al gol (e in quelli antecedenti al raddoppio dello stesso Ounas), il Napoli si era esibito ancora una volta - sia pur in formato ridotto – nella sagra degli errori che ha caratterizzato il nostro ultimo mese agonistico. Tra i più distratti, ahinoi, dobbiamo annoverare il neo-capitano Insigne che ha giocato con grande sufficienza, sbagliando lo sbagliabile e facendo innervosire anche i suoi più accaniti tifosi con una serie di tiri e di giocate davvero fuori misura e talvolta fuori luogo. Idem con patate per il Ciruzzo belga… non sappiamo davvero che gli succede, sembra che non veda più la porta, nemmeno per errore. Per fortuna, la bella prova di Ounas ci ha consentito di vincere con un punteggio più tondo una gara, onestamente, senza storia.

IL SORTEGGIO Avevo azzardato una previsione, la settimana scorsa scrivendo questa frase: “Sulla base dei risultati delle partite di giovedì scorso, queste le altre 15 secondo me: Zenit San Pietroburgo, Dinamo Kiev, Siviglia, Inter, Genk, Benfica, Betis Siviglia, Arsenal, Bayer Leverkusen, Dinamo Zagabria, Salisburgo, Valencia, Chelsea, Eintracht Francoforte, Villareal”.

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Bene, ho quasi ‘azzeccato’ tutto, al netto del B. Leverkusen che ha ceduto al Krasnodar, al Genk che è stato travolto dallo Slavia Praga e al Betis Siviglia travolto in casa dai francesi del Rennes.

Quello che è successo al sorteggio del giorno dopo ha dell’incredibile: nessun derby, nessuno scontro tra squadre importanti, nessuna “finale anticipata”. Certo, anche in questo caso “strano” la nostra ‘sfiga’ dei sorteggi ci ha beneficiato, assegnandoci una delle squadre più difficili del lotto delle abbordabili. Ma come ho detto prima non occorre lamentarsi. Se è vero che il Napoli e Ancelotti vogliono arrivare in fondo alla Coppa… beh, non bisogna proprio aver paura del Salisburgo.

L’ALTRA COPPA (E QUELLA CHE POTEVA ESSERE LA PARTITISSIMA) L’Atletico Madrid ci ha fatto molto godere e dispiacere: nel primo caso per la vittoria ed il punteggio ottenuto; nel secondo caso perché i gol sbagliati dai suoi attaccanti sono stati tanti e clamorosi (se mutatis mutandis il prode Arkadio si fosse divorato la rete non segnata da Diego Costa chissà dove lo avrebbero voluto appendere i tifosotti). Sul meritato 4-0 il discorso sarebbe stato davvero chiuso e la squadra dalla maglia a strisce definitivamente fuori. Così non è, purtroppo, e anche se i madrilisti con il Cholo in panchina hanno perso solo 10 volte in otto anni con un passivo di tre gol senza segnarne alcuno, il discorso qualificazione è ancora aperto. Basta un episodio, un rigorino, un gol fortunoso ad inizio partita… dovremo soffrire ancora 90’ per gioire davvero di una eliminazione abbastanza meritata per quanto fatto vedere dagli strisciati in Europa, sia come risultati (3 sconfitte in 7 partite) sia - manco a dirlo - come gioco espresso in campo. Tuttavia, la palla è rotonda e dobbiamo attendere per esultare.

In questo contesto, gli odiati (in senso sportivo) avversari, forti del +13 e con la voglia di non rischiare qualche muscolo o qualche infortunio, potrebbero affrontare la gara di domenica prossima un po’ in surplace: speriamo lo facciano, così da aiutarci ad ottenere almeno una vittoria di

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prestigio che renda merito al miglior gioco espresso finora dal Napoli ed al suo pur efficace cammino in campionato (di partite brutte brutte, di fatto, ricordo solo la sconfitta nel Marassi sampdoriano e il triste pareggio nella Milano rossonera). Per il resto i nostri azzurri hanno sempre dominato in campo e se solo i legni ci avessero aiutato contro Chievo e Torino la distanza con la prima sarebbe stata ora di soli 9 punti (che sarebbero potuti diventare 6).

Alla fine, penso che il punteggio in campionato oscillerà tra gli 86 e gli 88 punti, vertici all’altezza del triennio sarriano. E se, come credo, andremo un po’ più avanti in Europa, Re Carlo avrà fatto meglio dell’adorato predecessore.

Ma questa è un’altra storia.

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Tra erba e parquet di Emilio Sabatino

Hsc Roma-Gevi Napoli 82-84 (26-19; 44-37; 56-67)

Hsc Roma: Di Simone 3, Di Paolo, Mouaha 24, Costi 23, Dron 6, Bruni 13, De Robertis ne, Rubinetti, K. Ndzie 3, Fokou 10 Greggi ne., B. Ndzie. Coach Bizzozi

GeVi Napoli: Guarino 9, Chiera 14, Malagoli 2, Erkmaa 1, Molinari, Di Viccaro 17, Dincic 11, Giovanardi ne, Bagnoli 21, Puoti, Milosevic 3, Milani 6. Coach Lulli

Il Napoli Basket piazza dieci vittorie di fila in Serie B. Una grande impresa per la società partenopea, con coach Lulli che già aveva fatto un ottimo lavoro a Palestrina.

L’obiettivo è entrare nei playoff nella migliore posizione possibile. La società è molto ambiziosa e vuole riportare Napoli in Serie A2.

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Amarcord

di Emilio Sabatino

Ala del Napoli, nelle tre stagioni in Campania disputa 80 partite di campionato, segnando 24 reti e contribuisce attivamente al secondo posto finale dei partenopei nella stagione 1974-1975 e alla vittoria della Coppa Italia.

Lo chiamavano il “George Best italiano” per la somiglianza fisica col fuoriclasse britannico. Sulla panchina azzurra nel 1973, quando Braglia arrivò al San Paolo, c’era Luis Vinicio. Arrivò al sesto posto nella classifica dei cannonieri. Molto particolare nel carattere, divenne croce e delizia dei tifosi. Hippie del pallone con il suo capello al vento in stile Beatles.

I tifosi gli volevano molto bene ed in coro urlavano: “Braglia, Braglia, Braglia, Napoli a mitraglia”.

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Fantastiche le sue cavalcate sulla fascia che però non sempre erano efficaci, ma che gli valsero comunque il soprannome di cavallo pazzo. In una recente intervista ha dichiarato di avere ancora Napoli nel cuore: “E credo mi riconoscerebbero ancora in diversi, ho i capelli lunghi e i baffi, come quando giocavo. Feci crescere i capelli in onore del mio idolo George Best: motivo, questo, per cui non tifo per nessuna squadra italiana in particolare, ma il mio cuore batte per il Manchester United”.

“A Napoli ti senti la frenesia addosso, quando torni qui ti vengono i ricordi e quindi la malinconia. È questo il motivo per cui non sono mai più tornato”.

AZZURRISSIMA torna martedì 5 marzo, con gli articoli su Napoli - Juventus