Bianconero n 12

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Bianco Nero -magazine- www.cesenacalcio.it TESTATA UFFICIALE CESENA CALCIO ANNO V N.12-15 FEBBRAIO 2015 COPIA OMAGGIO CESENA - JUVENTUS DOMENICA 15 FEBBRAIO H. 20:45

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Bianconero n 12

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TESTATA UFFICIALE CESENA CALCIO ANNO V N.12-15 FEBBRAIO 2015COPIA OMAGGIO

CESENA - JUVENTUSDOMENICA 15 FEBBRAIO H. 20:45

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TESTATA UFFICIALE CESENA CALCIO ANNO V N.12-15 FEBBRAIO 2015COPIA OMAGGIO

CESENA - JUVENTUSDOMENICA 15 FEBBRAIO H. 20:45

PERIODICO SPORTIVO CESENA CALCIO Iscr. Reg. Stampa n. 36/010 il 15.10.2010EDITORE Coordinamento Clubs CesenaDIRETTORE RESPONSABILE Vittorio CalbucciCONTRIBUTO DI REDAZIONE Gabriele PapiIN REDAZIONE Roberto Checchia, Omar Galassi, Fabio Pagliarani, Luigi Balducci, Ettore Pasini, Eric Malatesta, Daniele Magnani, Gabriele Evangelisti

In copertina: Cesena-Juventus 73-74 il bianconero cesenate Rognoni contrastato dal capitano Scirea

STAMPA KandoFOTOGRAFIE Vittorio CalbucciGRAFICA Studio 59MARKETING, PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE Kando

TIRATURA 15.000 copie

di Eric Malatesta

IL BIONDO DI SAN MARINO

Ha esordito in serie A in un Juventus-Cesena il 13 settembre 1981 dopo che dal Cesena di Ba-gnoli era passato proprio alla Juve. E’ Massimo Bonini, che assisterà al match di questa do-menica da grande ex di entrambe le squadre. Prima però il biondo di San Marino si rituffa nel passato: partendo dal biennio ‘79-‘81 col Cavalluccio Marino sul petto. “A Cesena ho passato un periodo bellissimo, venivo dal For-lì ed ero poco più che un ragazzo. Sono stato fortunato a trovare un ambiente fantastico. Ho avuto un allenatore come Bagnoli che mi ha dato la possibilità di lanciarmi ad alti livelli e conoscere il calcio che conta. A centrocampo giocavo con altri giovani come Piraccini e Luc-chi, gente del territorio”. E proprio in quel pe-riodo arrivò la miccia che accese tutto: “All’i-nizio giocavo poco – ammette “lo straniero di Romagna” - poi al Menti di Vicenza il mister mi fece giocare e segnai: da quel momento non uscii più”. E allora arriva la Juve che chiama il

biondo in Piemonte nel 1981. “Fino ad allora non ero mai uscito dalla Roma-gna, mi ritrovai a guidare la mia auto da solo e andare a Torino. Mi presentarono assieme a Paolo Rossi e quando salii sul pullman trovan-domi davanti gente come Zoff, Cabrini e Sci-rea, capii dove ero arrivato”. Un certo Michel Platini all’epoca scherzava dicendo che lui poteva anche fumare, l’impor-tante era che corresse Bonini. “E’ vero – sor-ride l’ex centrocampista che ha anche giocato nell’under 21 italiana prima della nazionale maggiore di San Marino – con Michel ho sem-pre avuto un bel rapporto. Oltre ad uscire ci piaceva anche giocare a tennis insieme, ne venivano fuori delle sfide tiratissime: lui era un gran “pallettaro”, partiva piano perdendo il primo set poi però finivamo sempre al terzo. E’ rimasto anche molto “alla mano”. Mi ha invita-to agli Europei in Ucraina e alla finale di Euro-pa League a Torino, dove ha chiamato anche

giocatori del Toro tra cui Zaccarelli: noi man-giavamo seduti da privilegiati mentre il re di Spagna e Alex Ferguson erano in piedi al buffet e lui ci scherzava su”. Cinque gol col Cesena, cinque gol con la Juve. Lo “score” personale di Massimo Bonini è in perfetta parità, anche se poi i grandi trofei li ha raccolti col bianconero torinese. Oggi l’ex mediano lavora come istrut-tore di calcio per la Roma assieme a Ciccio Graziani, impegnandosi all’estero, spesso negli Stati Uniti dove: “Esiste una fucina di possibili campioni”. Le sue ex squadre le segue an-cora però: “Il Cesena deve continuare a cre-derci restando unito, con Di Carlo la squadra ha acquisito un’identità di gioco e mi sembra più propositiva. Di fronte c’è una Juve che è tornata a dominare la scena. Il suo segreto non è solo nei giocatori e nell’allenatore bensì nella struttura societaria. E’ soprattutto la società la matrice vincente”.

Massimo Bonini

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C’è stato un momento in cui anche il più in-guaribile degli ottimisti si era già rassegnato ad una triste ed annunciata retrocessione.La squadra era spenta, priva di quel furore agonistico necessario per una squadra che deve lottare ad ogni gara e ad ogni istante del campionato per guadagnarsi la salvezza. Poi, dopo tante batoste e grazie ad una vagonata di pazienza, sono arrivate due vittorie di fila con-tro Parma e Lazio, con il conseguente dimezza-mento del gap dalle dirette rivali e il ritorno di fiamma di alcuni elementi che nel girone d’an-data non erano riusciti a ritagliarsi molti spazi.Tra questi c’è sicuramente Luka Kranjc, roccio-so difensore sloveno appena ventenne, grande protagonista della riscossa bianconera.Cresciuto calcisticamente nel Maribor, già a 16 anni era nel mirino dei principali club europei, primo tra tutti il Chelsea, che dopo una serie

UN PATRIMONIO DA VALORIZZAREdi Fabio Pagliarani

di provini, ha rinunciato al suo tesseramento a causa delle eccessive pretese economiche del-la società di appartenenza.A spuntarla è stato poi il Genoa di Enrico Pre-ziosi, che nell’estate del 2012 si è aggiudicato il cartellino del giocatore, versando alla società slovena un milione di euro, e concordando con la stessa anche un premio valorizzazione, a se-conda delle sue presenze in maglia rossoblù. In quella stagione per lui anche la gioia del debutto in serie A alla “Scala del Calcio”, nel match Milan-Genoa 1-0 del 27 Ottobre 2012, subentrando a metà ripresa ad Emiliano Mo-retti, non riuscendo però ad evitare la sconfitta finale per il grifone.Per velocizzare il suo adattamento al calcio italiano serviva una bella esperienza in serie B in una piazza ambiziosa ed accogliente e Rino Foschi – sfruttando i suoi ottimi rapporti con

Preziosi- non s’è fatto sfuggire l’occasione di portare in riva al Savio il giovane Luka, per farlo crescere sotto la ferrea guida di mister Bisoli.Una stagione strabiliante, condita da 26 pre-senze ed un goal play off inclusi, che hanno spinto la società bianconera a riscattarne la metà del cartellino, allungandogli poi il contrat-to fino al 2017.Nonostante un campionato di Serie B convin-cente, quest’anno il giovane difensore sloveno ha faticato a trovare spazio con continuità.Poi il cambio di allenatore e il conseguente ri-baltamento di quelle gerarchie che al momento non avevano dato i frutti sperati.Nelle ultime gare Kranjc è riuscito a guada-gnarsi un posto da titolare e ora la sua defi-nitiva consacrazione – unita a quella di Defrel – rappresenterà una base solida per il futuro societario, indipendentemente dalla categoria.

Kranjc alle prese con il “bomber” laziale Klose

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CESENA – JUVENTUS : un derby tutto mio (o quasi)Ognuno ha le sue debolezze

So che così facendo mi inimicherò tanta gente, ma la verità va sempre raccontata e quindi ne approfitto di questa occasione, che mi viene data, per salutare l’arrivo in Romagna della Vecchia Si-gnora. Si sono tifoso del Cesena, ma “tengo” pure per la Juve !!!Sono nato 1957 e mio babbo non mi ha mai por-tato allo stadio, il nostro appuntamento clou, spor-tivo, con tutta la famiglia, era al vicino Ippodromo del Savio, per il Campionato Europeo di Trotto, ai tempi di Crevalcore e Tornese, o, al massimo, qualche partita amatoriale, che vedeva impegnati i colleghi di banca di mio babbo.Ragion per cui, quando avevo 10 anni, l’età che ha oggi il mio figlio più piccolo, il solo calcio che “vi-vevo” e che stuzzicava la mia fantasia, era quello che passava attraverso la collezione delle Figurine Panini, che ci scambiavamo nel cortile della par-rocchia di san Rocco, tra una partitella e l’altra. Il primo album che ricevetti in regalo, fu quello del campionato 1966/67 e senza un vero e pro-prio “colpo di fulmine”, fui subito attratto da quel bianconero che vestivano giocatori esotici come Sivori, Del Sol, Cinesinho, oltre ai bravi ed umili italiani, Anzolin, Zigoni, Bercellino, Salvadore, Ca-stano, ecc ecc.Ho amici, coetanei, che si facevano chiamare, a seconda delle loro rispettive “fedi”, Picchi, Maz-zola, Jair oppure Rivera, Riva, Domenghini.Il Cesena arrivò in serie A solo nel campionato 73/74 (avevo 16/17 anni, come ora il mio figlio più grande) e da quel momento, vi garantisco che sul mio diario scolastico ci finivano attaccate le “dop-

pie” dei giocatori del Cesena, e non quelli della Juve, anche se a volte, vi confido, “marinavo” la Curva Mare, alla domenica, per andare, di nasco-sto ai miei genitori, a Bologna, in treno, a trovare una mia giovanissima fiamma.Questo per capire il contesto generale di allora…poi son diventato grande, ho amato e sofferto di più per il Cesena, per il quale ho avuto la fortuna di “raccontarne” alcune importanti storie, ma la Juve, vuoi per obiettivi diversi, vuoi perché il primo amore non si scorda mai, mi è sempre rimasta nel cuore…inutile negarlo.Non sono mai stato un “malato di calcio” ma nell’82 andai ad Atene, con lo Juventus Club di Forlì, a veder la Juve di Platini e Paolo Rossi per-dere, l’allora Coppa dei Campioni, in uno stadio completamente bianconero, ma un’ora dopo la fine della gara, ero, con tutta la comitiva, in di-scoteca ed ho comunque trascorso una settimana bellissima in Grecia.Nell’85 andai pure a Bruxelles, fortunatamente nella curva opposta ed al mio ritorno ho capito, una volta di più, quanto bene mi volevano i miei genitori, che dopo aver visto le immagini in TV, passarono lunghe ore in attesa, prima di essere contattati da me solo ben oltre la mezzanotte (non era stato possibile prima, perché ancora i telefo-nini non c’erano).Ma poi ho goduto di brutto, nell’87, a San Bene-detto del Tronto (avevo 30 anni) nel 2004, a Lu-mezzane, nel 2009 a Verona, nel 2010 a Piacenza e nel 2014, in città, perché non riuscii ad andare, per lavoro, a Latina.

Ma ho anche goduto il 21 marzo del 1976, non perché fosse il primo giorno di primavera, ma il giorno della prima ed unica vittoria del Cesena sulla Juve, con doppietta, in rimonta, del grande Giuliano Bertarelli, la Juve di Parola che poi forse anche per quei due punti persi a Cesena, non vin-se lo scudetto che andò al Toro, mentre il Cesena grazie al suo sesto posto si qualificò per la Coppa Uefa.Insomma, molto più Cesena che Juve, alla quale sono legato soprattutto per l’era Trapattoni, con Platini, Boniek e Rossi, o per grandi miti che sono forse andati anche oltre alla Juventus, come Zoff, Scirea, Tardelli, Anastasi, Bettega, Baggio, Zidane e Del Piero. Juve più squadra di campioni, Cesena più squa-dra di giovani promesse, giovani talenti, uomini disposti a sudare e correre per conquistarsi e meritarsi una maglia, per tanti rimasta sulla pelle, (tanti hanno deciso di rimanere a vivere a Cesena, calcio di provincia che forse resta anche più nel cuore.Ho vissuto varie Juve e tanti Cesena, stessi colori, ma destini diversi, seppur nello stesso sport. Sono un “doppiosciarpista” ? Forse si, non lo so, dovessi scegliere, sceglierei Cesena, anche per l’umiltà, a dispetto della “su-perbia” , ben interpretata, soprattutto nel periodo Conte, la classe operaia, contro la prima della classe e se dovessi decidere se salvare il Cesena o far vincere lo scudetto alla Juve, non avrei dub-bi…salvezza per il Cesena.Buon Cesena – Juve a tutti….!!!

di Daniele Magnani

Cesena-Juventus 75-76 Bertarelli gol

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EMOZIONI, AMARCORD DI UN TIFOSO Quel Cesena – Juventus del 21 marzo 1976

Correva l’anno 1976, mi ero avvicinato come tifoso al calcio che conta da poco più di due anni, e dal ridente paesello sulle colline rimi-nesi ogni volta che il Cavalluccio giocava alla Fiorita salivo sulla macchina di Piero (una Giulia di color verde scuro) con destinazio-ne Cesena. In ogni occasione era la stessa emozione. Salire su quell’auto voleva dire fare oltre 50+50 km seduto dietro, rigorosamente in mezzo ad altre due persone più grandi e più erudite calcisticamente di me, le quali duran-te il viaggio conversavano con Piero e con il passeggero davanti del più e del meno. Io non le ascoltavo, la mia mente era già alla Fiorita..

Quello era un giorno particolare. Un giorno preceduto da una settimana di continui sfot-tò ricevuti a scuola, nell’oratorio, nel bar ed anche a casa. Mi ricordo come fosse ora le parole di mio padre una volta uscito di casa: “t’an port la cesta?” (non porti la cesta per raccogliere i gol che subirete dalla Juve?). A scuola di juventini non ce n’erano molti, ma quei pochi erano terribilmente avvelenati ed al bar i principali avventori erano i seguaci della Juve. E volente o nolente i tozzoni allora volavano come mosche sulla merda (scusate il francesismo) e già immaginavo quello che

mi sarebbe aspettato al ritorno: un tozzone per ogni gol preso. Mi ricordo che arrivammo a Cesena a mezzo-giorno; Piero e gli altri tre si avviarono verso la tribuna coperta ed il sottoscritto si mise in fila per entrare in curva. Salii quelle scale in legno con il cuore in gola e quando en-trai vidi già che lo stadio era tutto un vessillo bianconero.

Il primo tempo si concluse con la Juve in vantaggio per 1-0 con gol dell’ala destra ju-ventina con la erre moscia, Oscar Damiani.Nell’intervallo la cesta e i tozzoni mulinava-no e veleggiavano nella mia mente, ma nel mio cuore forte era il sentimento che avevo provato nell’ammirare quelle undici maglie bianche con bordi neri confrontarsi con quel-le blu-scuro dei bianconeri juventini. Una doppietta del nostro centravanti di La-gosanto, Giuliano Bertarelli, ribaltò il risultato nel secondo tempo ed i minuti che trascor-sero successivamente sembravano intermi-nabili come non mai. L’arbitro fischiò la fine ed il curvone esplose in un boato che ancora rimembrano le mie orecchie.

Ricordo che non volli lasciare subito il cur-vone, quel posto dove avevo assistito alla partita non volevo abbandonarlo, l’asse su cui i miei piedi erano poggiati sembrava at-

taccata alle suole delle mie scarpe e l’erba di quel prato verde di fronte a me emanava un profumo inebriante simile a quello che avrei percepito, pochi anni dopo, nel mezzo della curva. Senza voce, con le gambe che tremavano per la gioia, scesi quelle scale che poco prima avevo percorso, ebbro di gioia e felice come non mai. Piero e gli altri mi aspettavano in macchina e ricordo che il rimprovero subito per il ritardo ebbe lo stesso effetto di un regalo per il mio compleanno. La mia mente non era lì, in quel momento il mio pensiero era già al paesello, al bar dei mansueti juventini senza tozzoni e alla cesta rigorosamente vuota da consegnare a mio padre. I chilometri del ritorno sembravano esse-re meno lunghi del solito, il posto dietro in macchina più largo del dovuto e le curve per salire al paesello inaspettatamente diritte. Il bar vuoto all’ora dell’arrivo sembrava aspettasse solo me. Il silenzio intorno era assordante, di tifosi juventini nemmeno l’ombra, e il ritorno a casa fu il più bello di sempre. E’ dentro me, ma nella mente tua non c’e’, capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi......

“Gigi Balbo” - Luigi Balducci

Foto di Luigi Rega

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AMARCORD...

73-74 Cesena-Juventus 0-2 Festa in azione

82-83 Cesena-Juventus 2-2 Walter Schachner, dopo aver saltato lo juventino Brio, trafigge Zoff

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2011-12 Cesena-Juventus 0-1 Marchisio inseguito dal giovane Arrigoni

89-90 Cesena-Juventus 1-1 Del Bianco gol

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#CESENACALCIO4CHARITY, I BIANCONERI PER IL SOCIALEProseguono le iniziative solidali a favore del progetto “Pediatria a misura di bambino”

Già dalla scorsa stagione i giocatori e lo staff della prima squadra del Cesena Calcio sono stati protagonisti di iniziative a carattere socia-le, realizzate sia in collaborazione con la lega di Serie B attraverso il progetto B Solidale, sia in maniera indipendente con il coinvolgimento di alcune realtà del territorio.In particolare è nata un’importante sinergia con il reparto di Pediatria dell’Ospedale Bufalini di Cesena che ha portato alla realizzazione di un calendario in cui i giocatori hanno prestato i loro volti e il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza al progetto “Pediatria a misura di Bambino”.La stagione 2014-2015 ha visto rafforzare que-sto rapporto. In prossimità delle festività natali-zie infatti, la Società di Corso Sozzi ha lanciato un’iniziativa a carattere benefico che ha visto la realizzazione di 500 panettoni griffati con i colori bianconeri il cui ricavato è stato intera-

mente devoluto al progetto “Clown terapia”.L’iniziativa è stata possibile grazie all’apporto di due partner come Deco Industrie (azienda ali-mentare di Bagnacavallo) e Tecnocopi (azienda cesenate che opera nel settore delle automa-zioni d’ufficio).Inoltre, prima della pausa natalizia, una dele-gazione di giocatori bianconeri – grazie alla collaborazione della dott.sa Elisabetta Mon-tesi (Direttrice Comunicazione Ausl Cesena) – ha fatto visita ai reparti della pediatria per incontrare i giovani pazienti con gli immanca-bili regali di Natale. I ragazzi hanno donato libri, giochi e sorrisi, approfittando dell’occasione per salutare i bambini e gli operatori sanitari impegnati quotidianamente nel servizio di cura e assistenza.“Pediatria a misura di bambino” è un pro-getto promosso dall’Ausl di Cesena, nato nel 2005 con l’obiettivo di migliorare l’ambiente

ospedaliero e incrementare le attività ludiche all’interno delle aree pediatriche dell’Ospedale Bufalini di Cesena per aiutare i piccoli pazienti a superare con minor angoscia la malattia e il percorso di cura, anche attraverso la clown te-rapia e l’arte terapia. Presso le aree pediatriche dell’ospedale Bu-falini di Cesena (U.O. Pediatria, Otorino, Der-matologia e Centro Grandi Ustionati) prestano attività di supporto ai sanitari i Clown Dottori dell’Associazione “L’Aquilone di Iqbal”, giovani laureati in psicologia, medicina, scienze dell’e-ducazione e scienze motorie, adeguatamente formati, che utilizzano gli strumenti del clown, integrandoli con conoscenze psico-socio-sa-nitarie per facilitare le relazioni all’interno del sistema ospedaliero. Continua così il percorso di responsabilità so-ciale del Cesena Calcio al fianco di “Pediatria a misura di bambino”.

Foto di Luigi Rega

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La gioia per la vittoria...

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BIANCONERI CONTRO BIANCONERI

Ricordiamo che in 75 anni di storia la Romagna ha girato alla Juventus Dal Monte, Cappelletti, Stacchini, Fioravanti, Bonini, Antonioli, Alpini, Zandoli, Bonaiuti, Giaccherini. Il percorso in-verso negli anni è stato prodotto da Aggradi, Magni, Turchi, Boldi, Dianti, Ninni, Bello Ca-stano II, Zaniboni, Baccin, D’Odorico, Voltolina,

Verza, Savoldi II, Badiani, Spinosi, Gabetto, Scardina, Storgato, Micillo.Dopo anni, il dialogo di scambi fra Cesena e Juventus ha chiamato in causa il portiere Ni-cola Leali, un giovane approdato in Romagna per completarsi con la prospettiva di tornare a Torino per strappare, prima o poi, la maglia

di Ettore Pasini

numero 1 dalle spalle di Gigi Buffon.Riassumendo, dalla Romagna sono partiti in 10 verso Torino; sono 20, esattamente il dop-pio, gli juventini approdati sulle rive del Savio. Quindi 20-10 a favore della Juventus!

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73-74 Cesena-Juventus “Titti” Savoldi II

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Dietro alle aziende partner dell’AC Cesena si nascondono a volte storie di (stra)ordinari im-prenditori. Storie di passioni che nascono ca-sualmente e si trasformano in eccellenze. Sto-rie di famiglie che crescono fino ad assumere i contorni di un’industria, senza però perdere per strada il sano realismo, i valori e la semplicità delle origini. Già, perché nel caso del Gruppo RF è giusto declinare la parola “famiglia” al plurale, quelle che nel matrimonio tra France-sco Rinaldi e Nicoletta Freschi trovano l’unione che darà il via anche ad un caso di successo imprenditoriale. “Erano i primi anni Ottanta – avvolge il nastro della memoria Francesco Ri-naldi, patron del gruppo – quando mio cognato mi volle con sé nella Freschi Trattamenti, l’a-zienda nata nel 1979 ma che già da qualche anno aveva iniziato ad operare nel settore dei trattamenti termici. Sono, per intenderci, que-gli interventi necessari nelle raffinerie e nelle centrali a ripristinare l’ iniziale composizione chimica dei metalli che le saldature modificano o indeboliscono”. In quel momento probabil-mente neppure lui immaginava che l’abbando-no dell’attività ristorativa, fin lì condotta senza pensare ad un’alternativa, era la rinuncia ine-

vitabile verso una nuova, più grande, opportu-nità. L’azienda resta una piccola realtà fino alla fine degli anni Novanta, poi la svolta. “Nel 1998 iniziai a rilevarla, prima con un affitto di ramo d’azienda, quindi acquistandola definitivamen-te”. E’ il 2003. Un anno prima è nata un’altra creatura, la Erretiesse Power, resa necessaria per rispondere ad un’importante commessa a Taranto dove Marcegaglia pretende un partner piantato in loco. La stessa ragione, un grosso incarico nel sud d’Italia, questa volta in Sici-lia, porta nel 2006 alla nascita di un altro dei tasselli che oggi compongono il Gruppo RF, la Nuova Xgamma. Un’altra tappa fondamentale è datata 2010. Nasce la Sepa 2 – il cui core business è nella costruzione delle macchine e delle attrezzature destinate sia alla vendita, sia ai servizi di trattamenti termici per le società del gruppo – mentre Erretiesse Power e Fre-schi Trattamenti vanno incontro ad una fusio-ne, da cui nasce la Erretiesse Freschi. Quindi, nel 2012, il definitivo salto di qualità. La Nuova Xgamma acquisisce un ramo di azienda (e con esso personale ed esperienza) di una storica realtà del nord d’Italia, diventando così leader nel mercato dei controlli non distruttivi. Oggi il

Gruppo RF (nato nel 2007) è la controllante di quattro realtà (oltre a Erretiesse Freschi, Nuova X Gamma e Sepa2, c’è la Tratenor), concepi-ta per coordinare e ottimizzare le varie aree, amministrativa, commerciale e finanziaria. Da azienda di famiglia si è evoluta in un’industria da duecento dipendenti, con un fatturato cre-sciuto del 15% nell’ultimo anno e una quota di mercato che si aggira intorno all’8%, La famiglia Rinaldi ha alle spalle una lunga esperienza nel mondo dilettantistico, fatta an-che lì di discreti successi. E, all’inizio di questa stagione, ecco la partnership con l’AC Cesena. A spiegare da dove nasce è Antonio Rinaldi, il più assiduo frequentatore del Manuzzi: “La pas-sione per il calcio è sempre stata di casa nella nostra famiglia e affiancare il Cesena per noi vuol dire consolidare il legame con il territorio dove conserviamo la sede della nostra azienda (a Mercato Saraceno, nda). L’attuale dirigenza bianconera ci dà fiducia: ha ricreato le basi per tornare nel calcio di vertice, pur mantenendo una conduzione famigliare. Come quella del Gruppo RF, quella che ci piace di più”.

GRUPPO RF, I “MEDICI DEL FERRO”

Da sin., Francesco Rinaldi, Antonio Rinaldi e Nicoletta Freschi, la famiglia alla guida del Gruppo FR

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Le due vittorie consecutive contro Parma e Lazio hanno rilanciato le chance del Cesena di conservare la serie A anche nella prossi-ma stagione. Ma ci sono altre classifiche che, dopo il giro di boa del campionato, vedono il club bianconero decisamente “salvo”. Sono quelle che, fornite dalla Lega Calcio, illustrano i dati di audience - televisiva e dal vivo – ag-giornati al termine del girone d’andata.Eccolo il primo numero significativo: 435.310. Tanti sono stati i telespettatori unici che, di-visi tra abbonati Sky e Mediaset Premium, in media hanno seguito davanti alla tv il Cesena. Moltiplicato per le 10 gare già giocate al Ma-nuzzi Orogel Stadium, porta ad un totale che supera abbondantemente i quattro milioni di telespettatori. Numeri che per proiettano il Ca-

valluccio davanti a squadre come Chievo, Ca-gliari, Palermo e Udinese che invece gli stanno davanti nella classifica reale, quella dei punti.E c’è un’altra buona notizia per le aziende che hanno voluto comunicare a livello televisivo (quindi nazionale) il proprio brand a bordo-campo. Nel girone di ritorno il Cesena ospi-terà Juventus e Roma, le prime due forze del campionato e anche due delle prime tre squa-dre con il seguito televisivo più alto: bianconeri e giallorossi sommano infatti oltre tre milioni e 300mila telespettatori. Se aggiungiamo la gara già disputata con la Lazio (l’altra squa-dra capitolina ha un’audience media di quasi 800mila telespettatori) e le altre sei ancora in programma, è ragionevole prevedere che la classifica dell’audience televisiva avrà visto il

Cavalluccio scalare altre posizioni, a fine cam-pionato.Ma anche le aziende del territorio che vole-vano intercettare gli spettatori presenti allo stadio possono ritenersi soddisfatte dell’in-vestimento in advertising. Nella classifica del pubblico live il Cesena si piazza quasi a metà: con una media di 16.910 presenze a partita, precede Palermo, Torino, Atalanta, Sassuolo, Parma, Cagliari, Chievo, Empoli e Udinese. Un dato che acquista ancora più valore se unito alla capacità di riempimento dello stadio: qui il club di Corso Sozzi, con il 71% di occupazio-ne, è addirittura secondo. Avanti c’è solo la Ju-ventus che porta allo stadio in media 38.500 spettatori e riempie il suo impianto per il 94%.

IL CESENA AL MANUZZI OROGEL STADIUM: oltre 4 milioni gli spettatori davanti alla tv dopo il girone d’andata

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Grande serata organizzata dal Club 0547.150 i tifosi presenti presso il ristorante/pizzeria il Borgonovo (Budrio di Longiano).

Foto di Alessandra Rossi

SERATA CLUB 0547

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Forse è una solo una leggenda saporosa, ma anche nelle leggende c’è sempre un pizzico di verità. Così come è vero che la memoria è, spes-so, il futuro sotto casa. Correva dunque l’aprile del 1974, il Cesena (sorbole) per la sua prima volta in serie A, quando scendeva alla “Fiorita” nientedimeno che la mitica Juventus (la squadra più amata dai romagnoli, dopo il Cesena). Allora i giocatori, fior di giocatori, giungevano tranquilli in treno alla Stazione (l’hotel Casali era a pochi passi) tra tifosi festanti. Mica come oggi quando, nella sala stampa del “Manuzzi Orogel” vige tut-to un ambaradan di addetti, palafrenieri e scorte varie per allenatori e presidenti, neanche fossi-mo ad un G8. Ma torniamo al nostro “amarcord” di quarant’anni fa, puntualmente testimoniato, anche allora, dagli impagabili fotoreportage di Vittorio Calbucci. E dunque scesero dal treno

QUANDO CAUSIO CHIESE, A CESENA, UNA STANZA “VISTA MARE”…di Gabriele Papi

stazione di Cesena

Bottega, Zoff e via andare. Successive cronache degne de “Il barbiere della sera” sostennero che l’estroso Causio, sapendo di sbarcare a Cesena, avesse chiesto in albergo una stanza “vista sul mare”. Il che è degno di un sorriso, ma anche di una riflessione. Se è una caratteristica dei ro-magnoli ( e di noi cesenati in “primis”) quella di considerarci ombelico del mondo, è pur vero che presso l’opinione pubblica nazionale la nostra Cesenatico, famosa località balneare, era allora più nota del suo capoluogo. E ci pare utile ritira-re fuori questa storia per ricordare la più grande intuizione di Dino Manuzzi: una squadra non solo come valore calcistico, passione sportiva ma anche come biglietto da visita per tutto un terri-torio con benefiche e inaspettate ricadute su più fronti. E stiamo attenti perché proprio questo filo conduttore ha consentito in quarant’anni - che

non sono pochi - al Cesena Calcio di mantene-re, anche nei momenti più difficili, una precisa identità societaria e territoriale che in altre realtà calcistiche più blasonate è andata in frantumi, tra il gran dispiacere dei veri tifosi. Ecco perché è importante tener botta. Ragion per cui sarà una festa rivedere la grande Juventus sul nostro campo. Un tempo la Juve (allora le cronache sportive erano più garbate) era definita la “fidan-zata d’Italia, per il suo largo seguito. E da quando mondo è mondo una bella fidanzata è oggetto di serpate e di malignità…Ma non è questo il pun-to. Più importante è che il nostro Cesena metterà in campo tutto quello che ha, e che gli intenditori vedranno belle giocate, il piacere del calcio. Ri-mirare campioni nello stadio di casa, dal vivo (già la diretta tv non è la stessa cosa) è un piccolo privilegio: da assaporare. E da raccontare.

Bardi Giampiero - Cesena Cell. 349 6360048Balestri Alessandro - Cesenatico Cell. 347 7168931Casadei Alex - Castiglione (RA) Cell. 347 5491354

TINTEGGIATURA INTERNA ED ESTERNA - CARTONGESSOTERMO CAPPOTTO - RIPRISTINO CEMENTO ARMATO

SOSTITUZIONE DI TEGOLE ISOLANTI E GRONDAIE

Il “Barone” Franco Causio Roberto Bettega seguito da Dino Zoff

Nelle foto le squadre della Parrocchia San Martino di Calisese e Parrocchia S.Giovanni Bono di Ponte Abbadesse di Cesena

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Sono le squadre delle Parrocchie San Martino di Calisese e San Giovanni Bono di Ponte Abbades-se di Cesena quelle che si sfidano nel pre-partita dell’attesissima gara fra Cesena-Juventus.L’incontro che rientra fra le gare della Junior TIM Cup, torneo nazionale promosso dal Centro Sportivo Italiano, Lega Serie A e TIM, e organiz-zato a Cesena dal comitato locale,.Oltre alla gara pre-partita è stato consentito ad un’altra squadra che partecipa alla fase locale,

JUNIOR TIM CUP - fase oratoriale di Cesena

Foto di Mauro Armuzzi

di Mauro Armuzzi

di presenziare ad un allenamento della squadra di casa. E’ cosi che nel pomeriggio di martedì 10 febbraio i ragazzi della Parrocchia Sacro Cuo-re di Macerone sono andati a Villa Silvia per un allenamento assieme ai giocatori del Cesena. Possiamo solo immaginare l’emozione e la gioia di questi piccoli atleti a confronto con i campioni di casa nostra, .La Junior TIM Cup è un torneo di calcio a 7, ri-servato a squadre di oratori o parrocchie, che

si svolge nelle città sede di squadre di serie A. Alla fase locale seguirà una fase nazionale che si svolgerà dal 5 al 7 giugno, con finalissima il 7 giugno all’Olimpico di Roma, prima della finale della COPPA ITALIA - TIM CUP. La giornata finale della fase oratoriale che qua-lificherà una squadra alla fase nazionale è in programma domenica 19 aprile a partire dalle ore 15.00 negli impianti della Virtus di Ponte Ab-badesse di Cesena.

via Fausto Coppi 59 - 47122 - FORLÍ

Nelle foto i ragazzi della Parrocchia Sacro Cuore di Macerone in allenamento con i giocatori del Cesena a Villa Silvia

Nelle foto le squadre della Parrocchia San Martino di Calisese e Parrocchia S.Giovanni Bono di Ponte Abbadesse di Cesena

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Abbiamo fatto

una scelta di campo,

per una preparazione

100% italiana.

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