BergamoUp N° 1 settembre 2009
-
Upload
grafica-bergamoup -
Category
Documents
-
view
225 -
download
2
description
Transcript of BergamoUp N° 1 settembre 2009
STORIA DI COPERTINA:
MassimilianoFerrariLA CITTA’
Franco Tentorio:il neosindacoRISTORANTE AND MORE:
Vita Caffè HosteriaEVENTS, CHI C’ERA:
Benvenuto BergamoUp;
Agoli cubani al Calle de la Industria;
3° Rally della solidarietà;
Spinning per tutti;
Moscato di Scanzo, una festa di sapori;
La Fondazione Emilia Bosis;
Bobadilla festeggia il tuo segno.
M E N S I L E D I E C O N O M I A , C O S T U M E E S O C I E T À - A N N O 1 - N ° 1 - 2 0 0 9
W W W . B E R G A M O U P . I T
SP
ED
IZIO
NE
IN
AB
BO
NA
ME
NT
O P
OS
TA
LE
- D
.L.
35
3/
20
03
(C
ON
V.
IN L
. 2
7/
02
/2
00
4 N
°4
6)
AR
T.
1 C
OM
MA
1.
DC
B B
RE
SC
IA €
. 2
,50
€.
1,5
0
1
ME
NSI
LE
BE
RG
AM
ASC
OP
UB
BLI
ZET
A
1
BERGAMO2009giugno
«E’ meglio essere ottimisti
ed avere torto
che essere pessimisti
ed avere ragione»
A. Einstein
www.bergamoup.it
2
09/2009
3
Grazie Per L’accoglienza, Continuiamo Insieme Questo Splendido Viaggio!
Non è davvero facile trovare le parole per esprime-
re le emozioni che hanno accompagnato la prima
“avventura” di Bergamo Up, quello che abbiamo
voluto chiamare il numero zero e che ha avuto il
compito di inaugurare un cammino che speriamo
possa essere lungo e ricco di cose da scoprire. Il
nostro mensile è stato accolto con grande simpatia
ed interesse, uno sguardo carico di attenzione e di
considerazione che ha confermato che è possibile
inserire nel panorama bergamasco una nuova voce
curiosa e credibile che punta, insieme a tutti voi, a
costruire qualcosa di positivo e di valido per l’intera
nostra provincia. In questo senso, più di tutte le pur
interessanti cose che si potrebbero dire in questo
momento, l’aspetto che si pone di gran lunga al
centro dell’attenzione è proprio questo. L’elemento
che può fare la differenza e che quindi può regala-
re la fortuna desiderata a Bergamo Up siete pro-
prio voi che vi apprestate a leggere queste pagine.
Da parte nostra, editore da una parte e redazione
dall’altra, possiamo dedicare a questa esperienza
che ci sta coinvolgendo in modo così profondo tutta
la nostra competenza, le nostre sensazioni, l’entu-
siasmo e (almeno si spera) la capacità necessaria
per descrivere e raccontare quello che accade in-
torno a noi. Ingredienti importanti e per certi versi
irrinunciabili, che però non riescono a “fiorire” a
dovere senza la linfa che dà vita all’intero ingra-
naggio. Un elemento essenziale che siete proprio
voi, lettori, che avete il compito determinante di
far vivere e di rendere incisivo questo nostro gior-
nale, offrendogli al tempo stesso la credibilità e la
profondità che lo possono rendere uno strumento
importante per la vita della comunità bergamasca.
E’ con questa convinzione che, dopo l’accoglienza
davvero eccezionale che è stata generosamente ri-
servata al numero che ha preceduto l’estate, Ber-
gamo Up si presenta con questo atteso numero uno
per entrare nel vivo del suo cammino. Una presenta-
zione, ci teniamo a ribadirlo, che si basa soprattutto
su due “colonne” fondamentali. In effetti tutti noi,
che lavoriamo “da questa parte” del mensile, siamo
decisi a dare il meglio delle nostre risorse e a curare
questa “creatura” che sta muovendo i suoi primi pas-
si proprio come fosse un figlio, tanto amato quanto
desiderato, che dev’essere aiutato a crescere. Nello
stesso tempo, però, il nostro impegno e la nostra
volontà non sono sufficienti per “costruire” il gran-
de progetto che è iniziato con la nascita di Bergamo
Up. Occorre quell’elemento che è molto di più della
classica ciliegina sulla torta e rappresenta il “collan-
te” che tiene in piedi l’intero edificio. Un ingrediente,
tanto per tornare all’esempio di prima, che solo voi
lettori potete dare, accogliendo con interesse e bene-
volenza questo nostro mensile, lasciandovi coinvolge-
re da questo nostro cammino e, proprio per questo,
inviandoci le vostre segnalazioni, i vostri consigli, le
vostre idee. In una parola siete proprio voi che po-
tete e dovete far crescere Bergamo Up, rendendolo
sempre più a immagine e misura di questa nostra
vasta e splendida provincia. Un vero e proprio fiore
all’occhiello da coltivare tutti insieme e che, proprio
attraverso questa cura comune, può raggiungere il
massimo del suo splendore. In tempi come questi
portare avanti un progetto come quello che ha con-
dotto alla nascita di questo mensile non è affatto fa-
cile, ma alla base c’è la convinzione (e forte) che un
territorio come quello bergamasco merita di essere
posto sotto la luce dei riflettori, per essere valorizza-
to a dovere e accompagnato nel cammino di crescita
ulteriore nel quale tutti noi crediamo fermamente.
Bergamo Up è nato anche e soprattutto per questo.
Spetta a ciascuno di voi trasformare questa felice in-
tuizione in una realtà preziosa, concreta e… duratura!
4
09/2009
Contents
LA CITÀ, TRA UNIVERSITÀ, MOBILITÀ ED EXPO
Franco Tentorio: il neosindacoDI LAURA GENERALI
18
RISTORANTE AND MORE...
Vita Cafè HosteriaDI LAURA GENERALI
24
OTTAVA EDIZIONE DEL FESTIVAL
Festival del Cinema e d’ArteDI LAURA GENERALI
30
MOLTO PIU’ DI UN’AUTO
FIAT 500DI LAURA GENERALI
34
DAL 1945 UNA TRADIZIONE CHE CONTINUA
Dottor Stefano MeraviniDI LAURA GENERALI
38
SPECIALE MUSICA
Michael JacksonDI CRISTIAN STANZINI
44
LA FILOSOFIA DEL VIAGGIARE
Friends and travelDI LAURA GENERALI
52
OFFSHORE PIGNOLO 53 RACING TEAM
Massimiliano FerrariDI LAURA GENERALI
10
5
6
DINTORNI
Moscato di ScanzoDI LAURA GENERALI
72
FAMIGLIA
Comunicazione Genitori & FigliDI ANTONIO RUSSO
78
STORIA
La Stele di RosettaDI EDWARD BATTISTI
82
ECONOMIA
Lezioni di business planDI EMANUELE LUMINI
86
FINANZA
Consulente FinanziarioDI ROBERTO CAPPIELLO
90
DIETRO LE QUINTE
Dans les coulisses de Bergamo UPDI MARYLINE JM-W
94
SOCIETA’
Salottino VirtualeDI MARYLINE JM-W
98
VIGNETTE
Parola alla SatiraDI MARYLINE JM-W
100
BELLEZZE DI CASA NOSTRA
Miss Italia Rosangela BessiDI LAURA GENERALI
60
IL PERSONAGGIO
Giovanni BarzagoDI LAURA GENERALI
64
GIOVANI ARTISTI
Matteo MottariMINO MOTTARI
66
BENESSERE
Il Sesto ElementoDI LAURA GENERALI
68
CURIOSITA’
Parola alla BirraDI MARYLINE JM-W
102
7
EVENTI
Angoli cubani al Calle de la Industria122
EVENTI
3° Rally della solidarietà128
EVENTI
Spinning per tutti132
EVENTI
Strabergamo, la Bergamo che corre136
EVENTI
Moscato di Scanzo, una festa di sapori142
EVENTI
La Fondazione Emilia Bosis148
EVENTI
Bobadilla festeggia il tuo segno154
OROSCOPO
Segno del mese: Vergine158
CAMERA OSCURA
Parola alla FotografiaDI MARYLINE JM-W
104
OPINIONI
Parola alla CriticaDI MARYLINE JM-W
106
CUCINA
Un tavolo per dueDI MARYLINE JM-W
108
EVENTI
Benvenuto BergamoUp112
8
9
Editore Pubblizeta DI EMANUELE ZARCONEVIA BRUNO BUOZZI, 5/A - 25125 BRESCIA [email protected]
Direttore GeneraleMichele [email protected]
Direttore ResponsabileLuca [email protected]
RedazioneLaura GeneraliMaryline MilesiAmministrazioneClaudia [email protected]
ArtPubblizeta [email protected]
ImpaginazioneStefano MarcoliniAlessandro Di [email protected]
Pubbliche RelazioniMassimiliano De Stefano
Progetto Grafico originaleRaineri DesignSegreteriaClaudia [email protected]
WebWWW.BERGAMOUP.IT
StampaCASTELLI BOLIS - POLIGRAFICHE SPA
Photographer
Matteo MottariMatteo DeiuriHanno collaborato:Luca Marinoni, Antonio Russo,Emanuele Lumini, Ro-berto Cappiello, Matteo Deiuri, Mario Omboni, Aurelio Bergomi, Vip International S.r.l., Luca Carrara, Nino Mottari, Barbara Epis, Raineri Design, Cristian Stanzini, Barbara Barlottini, Maurizio Zanetti, Renato Sala.
BERGAMOUP, PERIODICO MENSILE DI INFORMAZIONELOCALE ISCRIZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO N° 16/2009 DEL 18 MAGGIO 2009.
BMADV CONCESSIONARIAPUBBLICITÀ E ABBONAMENTI: T: 035 23 66 61 - F: 035 23 66 61WWW.BMADV.IT
REDAZIONE:[email protected] BERGAMO, VIA CASILINO, 5H
BERGAMOUP MAGAZINE TESTI E IMMAGINI DELLA PRESENTE PUB-BLICAZIONE NON POSSONO ESSERE RIPRODOTTI SENZA AUTORIZ-ZAZIONE FIRMATA DA PUBBLIZETA PRODUCTION
10
La velocità è sempre stata nelle sue vene. Le
prime moto in regalo le ha avute il giorno della
sua nascita da parte di suo nonno. A sei anni
sfreccia sui circuiti di motocross. A nove è già
campione regionale di minicross e a quattor-
dici campione italiano di enduro. È un’infan-
zia precoce quella di Massimiliano Ferrari, già
proiettato nel mondo dei motori fin dalla più
tenera età, complice un padre da sempre pro-
prietario di barche ed auto molto veloci. Dopo
le moto, arriva la passione per le auto e a di-
ciotto anni Max inizia la carriera automobili-
stica, fino ad arrivare al suo debutto nel Team
Ufficiale Ferrari, dove si avvia la sua carriera
da vero professionista. Dal 1999 al 2002, Max
è pilota dei Campionati Italiano ed Europeo di
Gran Turismo con la Ferrari GTC che ha guida-
to con l’amico e copilota Arturo Merzario.
Ma il vero scopo di Max è quello di raggiungere
l’offshore. Il grande sogno inizia a realizzar-
si nel 2003, quando, insieme a Tullio Abbate,
Ferrari debutta nel campionato del mondo di
Offshore P1: da quell’anno Massimiliano ini-
zia a conoscere un mondo nuovo, “il più bel
mondo delle gare sportive”. L’anno successivo
partono i lavori per creare un team tutto suo.
Per uno che a 10 anni guidava già la barca del
padre che faceva i 65 nodi, una squadra sua
era solo il passo successivo da fare. Nel 2004
inizia quindi il suo progetto personale e due
anni dopo Massimiliano è a Miami per acqui-
stare la sua prima barca: completamente in
carbonio, con una lunghezza di 40 piedi per
3500 chilogrammi, 2000 cavalli e una velocità
OFFSHORE PIGNOLO 53 RACING TEAM
MassimilianoFerrari
Velocità e motori nel sanguedi Laura Generali
11
che sfiora i 135 nodi all’ora, ossia l’equivalen-
te di circa 250 km/orari. Da questo momento
nasce la “Pignolo 53”, azienda di Massimiliano
Ferrari creata per gestire le sue attività sporti-
ve. Nel 2007 Max coinvolge il pluridato Guido
Cappellini a dividere con lui la guida del nuovo
Offshore Skater 399. Insieme a Guido affronta
anche la prima gara dei Mondiali 2008 a San
Benedetto del Tronto, gara di buon auspicio
per una stagione ai vertici.
Oggi Massimiliano è proprietario e pilota del
53 RACING TEAM che, durante la stagione
2008 nel Campionato Mondiale Powerboat P1
si è classificato al quarto posto, mentre nel
campionato IPS si è aggiudicato il secondo
gradino del podio, dimostrando la sua passio-
ne, le capacità del Team e la voglia di vincere.
Il team di Massimiliamo Ferrari conta oggi de-
cine di persone specializzate tra meccanici,
direttore sportivo, grafici, piloti, ecc.
Durante la stagione mondiale, a fianco del pi-
lota bergamasco, c’è il pilota pluriiridato Gui-
do Cappellini, nove volte Campione del Mondo
di Formula 1 Inshore. In seguito, Max Ferrari è
stato affiancato dall’amico e copilota France-
sco Redaelli.
I successi conseguiti a Marsiglia, Malta, Ham-
mamet, Nettuno, Vigo e Portimão hanno per-
messo al Team esordiente di raggiungere i ver-
tici della classifica. L’imbarcazione utilizzata
dal Team nella stagione Powerboat P1 2008
è un 40 piedi del cantiere americano Douglas
Marine Corp, produttore degli scafi Skater Po-
werboats.
Ma cos’è esattamente l’Offshore?
L’ offshore nasce per divertimento, una sfida
tra giovani ricchi di Miami che, sui loro grandi
motoscafi d’altura, si divertono in gare di ve-
locità. Ben presto questo divertimento inizia a
diventare un vero e proprio sport in grado di
regalare grandi emozioni. In Europa arriva agli
inizi degli anni ‘60 e lo Yacht Club Squadron
di Cowes, in Inghilterra, uno dei più esclusivi
12
al mondo, organizza la prima gara nel Vecchio
Continente. Agli inizi, e per i primi trent’anni,
è un mondo dominato da barche di serie e poi
via via sempre più corsaiole, ma col passare
degli anni nasce il desiderio di andare sempre
più veloci e irrompono sulla scena catamarani
in carbonio o in materiale sempre più sofisti-
cati. Quindi non più gare d’altura, ma sottoco-
sta, dove le acque sono più calme e quindi più
adatte a queste imbarcazioni.
Oggi esistono, ai massimi livelli, due tipi di
competizioni: l’Endurance P1 World Cham-
pionship, quello delle corse d’altura, il vecchio
offshore, con i tradizionali monocarena e l’ F.1
Powerboat World Championship quello dei ca-
tamarani che molto assomigliano a navicelle
spaziali piuttosto che ad imbarcazioni a mo-
tore.
L’offshore è uno sport estremo in tutti i sensi,
sia per la preparazione psicofisica che richiede
ai piloti sia per l’avanzata tecnologia dei mezzi
impiegati e richiede grande professionalità e
notevoli risorse finanziarie.
Chi lo pratica ai massimi livelli, come Massi-
miliano Ferrari, deve avere un mezzo in con-
dizioni perfette, visto che in gara si viaggia
ad una velocità di circa 260 chilometri l’ora a
pelo d’acqua. Le “barche” sono costruite con
materiali estremamente leggeri; alcune parti
sono realizzate in uno speciale materiale an-
tiurto, ricavato dall’esperienza dei caccia ae-
ronautici. È d’obbligo non sbagliare, il pilota
deve mantenere sempre una concentrazione
assoluta e costante, perché ad ogni piccolo er-
rore si può perdere il controllo della barca con
conseguenze disastrose.
Massimiliano Ferrarivelocità e motori nel sangue
13
14
Il Team di Ferrari è ben preparato a gestire
questi missili che sfrecciano sull’acqua; oltre
a Max e Guido Cappellini, coopilota, ci sono
il Principe Emanuele Filiberto di Savoia e l’at-
tore bergamasco Giorgio Pasotti, che corrono
in Endurance. Oggi Max gareggia con Marco
Pennesi, classe 1960 e un passato nel mondo
della motocross. Il suo esordio nella motonau-
tica sportiva risale al 2001 quando partecipa
al Campionato Mondiale Powerboat P1 nella
Categoria Super Sport, classificandosi al 2°
posto; nel 2004 si laurea Campione Mondiale
e negli anni successivi vince numerose impor-
tanti competizioni, tra le quali l’ultima edizio-
ne del Giro del Lario, una delle più antiche e
impegnative competizioni motonautiche.
E nonostante l’evoluzione tecnica di questi
bolidi che aumentano di anno in anno la sicu-
rezza del team a bordo, non mancano certo i
rischi. Max Ferrari lo sa bene, soprattutto dopo
il brutto incidente che lo ha visto protagonista
lo scorso maggio: durante le prove del Gran
premio di Malta, prima tappa del mondiale
15
Powerboat P1 2009 di motonautica, Max si è
ribaltato a 200 chilometri orari.
Durante una virata, infatti, la barca si è impun-
tata e si è rovesciata, compiendo un giro com-
pleto su se stessa. Max ha perso conoscenza,
ma è uscito illeso dallo spaventoso incidente
in motoscafo. Insieme a lui, il compagno di
squadra Marco Pennesi, 48 anni, di San Bene-
detto del Tronto, che ha riportato traumi ma
non si è ferito in modo grave.
Ma questa avventura da brivi non ha certo
smorzato l’entusiamo e la voglia di Max per
la velocità e l’avventura: il 18 ottobre, infatti,
vedremo in pista a Monza il campione orobico,
alla guida della Ferrari 430 per il Campionato
Italiano GT, mentre a novembre lo ritroveremo
sull’acqua in Florida, a Key West, per il Cam-
pionato americano di Offshore, l’evento moto-
nautico più importante a livello mondiale.
E il futuro di Max lo vede anche coinvolto in
un grande evento di solidarietà: l’atleta berga-
masco sta infatti collaborando con il tour ope-
rator ‘Friends and travels’ di via Pignolo, 114
in Città alta, per organizzare la spedizione di
una squadra al Mototaxi Junket, evento a sco-
po benefico che propone ai suoi concorrenti
di percorrere in due settimane – a partire dal
24 ottobre – circa 4000 chilometri, dal Perù al
Paraguay. Il tutto a bordo di un pittoresco mo-
totaxi: una sorta di motocicletta a tre ruote di
125 cc di cilindrata, sormontata da un tettuc-
cio in plastica, che dovrà portare l’equipaggio
– composto da due persone – a destinazione.
16
Massimiliano Ferrarivelocità e motori nel sangue
Lo scopo del viaggio è una raccolta fondi a fa-
vore del Cesvi, l’organizzazione umanitaria
indipendente per la cooperazione e lo svilup-
po, fondata a Bergamo nel 1985 e che oggi,
con i suoi progetti, è presente praticamente
in quasi tutto il mondo. I proventi raccolti an-
dranno a sostenere il lavoro dell’organizzazio-
ne orobica in Sud America, territorio dove il
Cesvi sta portando avanti una serie di progetti
per lo sviluppo delle zone più povere.
17
Un’Azienda che presta cont i-nua at tenzione al l ’evoluzioni del mercato of frendo al c l i-ente un servizio a 360°, s ia per l ’abitazione che per la tua azienda, compreso r is-trut turazioni murar ie.un team per lo svi luppo di un proget to d’ interni, che t iene conto del le vostre esigenze, e propone un prodot to che garant isce un s icuro impat to emozionale per dar v ita al la casa dei propri sogni.Un’azienda dinamica, mod-erna che sta al passo coi tempi ma senza tralasc iare i l gusto e la comodità.
Via T. Taramelli, 4024121 BERGAMOT. 035.270701F. 035.4227806
pu
bb
lize
ta
InterIors srl
18
Vincitore della tornata elettorale è stato Franco
Tentorio, Pdl, che al primo turno ha ottenuto
con grande successo la nomina di primo cit-
tadino. A distanza di qualche mese dalla sua
nomina l’abbiamo incontrato per capire come
è cambiata la sua vita, quali scelte ha già fatto
per la città e quali (molte) dovrà ancora fare nei
prossimi 57 mesi che lo vedranno in carica.
“Sicuramente dal 7 giugno la mia vita è cam-
biata molto – commenta Franco Tentorio –.
Questa nuova carica è un impegno di lavoro
e politico che mi occupa l’intera giornata, ma
che faccio molto volentieri e con tanta passio-
ne”. Il neo sindaco bergamasco, commerciali-
sta di professione, ma impegnato da sempre in
politica ha già avviato una forte collaborazio-
ne con gli altri componenti della sua squadra:
“Sto avendo dei rapporti di collaborazione mol-
to produttivi con tutti gli assessori. Inoltre, ho
riscontrato che le squadre del Pdl, Lega e Lista
civica in Consiglio comunale sono diligenti e ci
aiutano molto a sostenere le nostre tesi di fron-
te all’opposizione. Quindi direi che si tratta di
un esordio positivo e soddisfacente”.
E il primo punto toccato dal team Tentorio è
stato quello della mobilità, piste ciclabili e ztl
in particolare.
“Sì, ma nessun punto deve arrivare prima de-
gli altri: tutti gli assessori devono muoversi in
base alle proprie competenze, ognuno ha do-
vuto conoscere la macchina amministrativa, i
problemi ad essa legati, i propri collaboratori.
Proprio a tale scopo abbiamo fatto una serie
di incontri con tutti gli assessori e i dirigenti,
incontri che mi hanno confermato i principali
problemi della città, tutti di mia conoscenza.
La mobilità è stato un tema che abbiamo trat-
tato, da programma: nel nostro programma
elettorale, infatti, si esprimeva una certa per-
plessità sulle ztl, misure che fanno defluire il
traffico da una zona, ma lo scaricano su un’al-
tra, rendendo alcuni felici e molti infelici”.
E le zone 30?
Franco Tentorio: il neosindaco
LA CITTà, TRA UNIVERSITà, MOBILITà ED ExPO
Il 7 giugno scorso si sono concluse le elezioni amministrative a Bergamo che hanno decretato il nuovo sindaco della città orobica.
di Laura Generali
19
Franco Tentorio: il neosindaco
20
Franco Tentorio:il Neosindaco
“Le zone 30 sono una scelta che merita atten-
zione e condivisione tutte le volte che è ben fat-
ta. È doveroso rivedere quelle esistenti per valu-
tare se possono essere migliorate o cambiate”.
E infine le piste ciclabili della discordia, ovvero
i percorsi di via Papa Giovanni xxIII e di viale
Giulio Cesare, che sono stati smantellati.
“Lasciatelo dire a un appassionato ciclista che
l’anno scorso ha percorso 4mila chilometri in
bici – da sportivo e cittadino – e che usa la bici
più di tutti coloro che criticano le mie scelte:
queste due piste ciclabili – che sono anche gli
unici esempi attualmente esistenti in città – non
sono adatte ai ciclisti. Più che un percorso per
bici sembrano un percorso ad ostacoli: invito
a guardare quanti sono i ciclisti che percorro-
no quelle vie e usano le piste. In generale, ab-
biamo sempre condiviso la scelta dei percorsi
ciclabili, ma ce ne sono alcuni oggettivamente
sbagliati, soprattutto quelli sui marciapiedi. In
sintesi, sistemare alcuni esempi di piste uscite
male mi sembra doveroso, visto che si tratta di
un punto del programma elettorale a cui noi
non possiamo venire meno”.
A proposito di mobilità, si aprono scenari in-
teressanti anche a Bergamo grazie all’Expo. A
fine luglio Comune, Provincia e Regione erano
seduti attorno al Tavolo Bergamo Expo 2015
per discutere di importanti iniziative che ri-
guarderanno direttamente la nostra città.
“A fine luglio – commenta il sindaco – abbiamo
avuto con grande soddisfazione l’impegno del
bergamasco Marcello Raimondi, sottosegreta-
rio alla Presidenza della Regione Lombardia
che, presiedendo a questo tavolo, si è subito
impegnato perché a Bergamo l’Expo 2015
possa da un lato consentire la realizzazione
di almeno una grande infrastruttura e dall’al-
tro essere uno strumento importante per la
nostra economia; non dimentichiamo, infatti,
che il tema scelto per l’esposizione universale
del 2015 è il nutrimento dle pianeta: da qui
l’importanza per la nostra città e, soprattutto,
per la provincia”.
La grande opera cui si accenava prima è il pro-
lungamento ferroviario che dalla stazione di
Bergamo dovrebbe arrivare fino all’aeroporto
di Orio al Serio.
“La presenza di Raimondi al tavolo delle trat-
tative ci dà una grande forza e noi saremo dav-
vero felici di lavorare con lui in vista della re-
alizzazione del prolungamento ferroviario fino
ad Orio. Oggi possiamo dire con grande soddi-
sfazione che Bergamo è finalmente seduta al
tavolo dell’Expo”.
Importante risorsa per il nostro territorio è an-
che l’Università orobica, soprattutto dopo che
la classifica redatta dal Ministero dell’Istruzio-
21
22
ne sugli atenei virtuosi la posiziona al quarto
posto in Italia.
“Sono stato felicissimo – sottolinea Tentorio –
di poter fare i complimenti a nome della città
al Rettore Alberto Castoldi per il risultato otte-
nuto. Ho avuto la prova dell’ottima qualità del
nostro ateneo anche dal punto di vista perso-
nale, dato che i miei due figli si sono laureati
in Economia proprio all’Università di Berga-
mo. Il merito di tutto ciò è di Castoldi, dei suoi
professori e degli studenti che si impegnano
nel loro percorso. I dieci anni del suo retto-
rato hanno portato l’Università di Bergamo
all’avanguardia nel nostro Paese. Al Ministrio
Gelmini va invece il merito di aver formalizzato
questa classifica in modo da distribuire le ri-
sorse in base al merito e non a pioggia”.
Il rettorato di Castoldi volge però al termine,
dopo dieci anni. Che rapporto avrà il neo sin-
daco con il neo Rettore?
“La richiesta che Castoldi ha sempre fatto è
quella che il Comune e la Provincia siano più
vicini all’Università. Partendo da questi presup-
posti, noi saremo ben felici di collaborare con
l’ateneo in base alle richieste del nuovo rettore
e, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, affrontare
un percorso insieme. In particolare, con Ca-
stoldi abbiamo individuato alcuni temi che se
saranno condivisi dal suo successore potran-
no essere campo comune di impegno. Uno di
questi è il recupero del cortile di Sant’Agosti-
no, attuale sede della Facoltà di Scieze della
Formazione, un intervento comunale che può
rappresentare la messa a disposizione di nuovi
spazi per l’Università”.
Per i più giovani, invece, sono in arrivo in Lom-
bardia giri di vite sulla movida notturna, in
particolare per l’uso di alcol vietato ai minori
di 16 anni. Anche Bergamo seguirà l’esempio
di Milano?
“Una premessa è doverosa: noi bergamaschi
non giovanissimi dobbiamo dare disponibili-
tà a qualche momento di silenzio in meno e
a qualche manifestazione in più: se vogliamo
una città viva, una città che sia anche in grado
di contrastare con la sua vita e le sue luci la mi-
crocriminalità dobbiamo consentire ai giovani
di viverla. In compenso possiamo organizzare
qualche festa per gli anziani così posso andare
anch’io – commenta ridendo il sindaco –. Se
ciò non avviene, i giovani sono portati ad anda-
re fuori città e Bergamo resta morta come poi
lamentano tutti i cittadini. Quindi il principio
generale è questo: rivitalizzare i quartieri con
manifestazioni aperte anche ai giovani, far fun-
zionare meglio il Polaresco, regolamentare il
Pacì Paciana impedendo che diventi un luogo
di privilegio. Riguardo alle sanzioni per l’uso di
alcol da parte di minori di 16 anni, l’assessore
Invernizzi, incaricato alla sicurezza, studierà
Franco Tentorio:il Neosindaco
23
le ordinanze fatte in città simili alla no-
stra per vedere se e come possono essere
applicate anche a Bergamo. Senza esage-
rare – aggiunge Tentorio – perché sarebbe
sbagliatissimo fare ordinanze che poi non
verrebbero rispettate. Non vogliamo riem-
pire la città di ordinanze: se la vogliamo
un po’ più viva dobbiamo insegnare ai ra-
gazzi il giusto comportamento da tenere.
La deterrenza deve venire più dall’educa-
zione familiare, scolastica e – perché no?
– anche del Comune piuttosto che dalle
sanzioni. Il primo approccio deve essere
quindi costruttivo ed educativo. Almeno
così ho fatto con i miei figli”.
Cosa ha in serbo per il futuro, sindaco?
“Per il futuro dovremo sicuramente af-
frontare il discorso stadio per vedere se
e dove è fattibile. La collocazione di un
nuovo stadio era prevista dal program-
ma elettorale, quindi valuteremo le pro-
poste più concrete e meno invasive. Poi
sicuramente dovremo mettere in campo
qualche grande opera pubblica in tema di
mobilità perché il traffico fuori e dentro la
città ne soffre, approfondire la questione
degli accessi in città alta, senza la torre
esterna preventivata dalla precedente
Amministrazione”.
24
Luca Carrara, titolare di Vita Cafè Hosteria
25
Una dolce sorpresa attende i vacanzieri che,
soddisfatti dei loro soggiorni, rientrano in città
non senza un velo di tristezza per l’estate or-
mai terminata. Da settembre infatti, insieme
alle calde serate estive, i turisti di ritorno non
dovranno lasciarsi alle spalle anche il piacere
di una cena, romantica o in compagnia, in un
locale esclusivo e senza spendere un’esagera-
zione. La sorpresa è proposta da Vita Cafè Ho-
steria, bar & restaurant di via Borgo Palazzo,
che da questo mese stupisce i suoi clienti con
formule esclusive ed estremamente vantaggio-
se per una serata particolare. Atmosfera calda
e accogliente, ambiente raffinato ed elegante,
ma allo stesso tempo semplice e confortevole,
Vita Cafè Hosteria è il luogo ideale per pranzi
e cene, ma anche per colazioni, aperitivi e coc-
ktail da gustare dopo cena.
La formula bar & restaurant permette infatti
di divertirsi in questo locale dalla mattina fino
a notte inoltrata, quando la Vita Cafè Hosteria
si trasforma in un lounge bar perfetto per chi
vuole passare una serata circondato da un am-
biente giovane e dinamico, ricco di fascino.
Vita Cafè Hosteria,
ristorante and more...di Laura Generali
26
Luca Carrara, proprietario di Vita Cafè Hoste-
ria insieme a Gigi Popolino, ci spiega quali sa-
ranno le novità che aspettano i clienti a partire
da questo settembre.
“La sorpresa del nostro locale è una sorta di
ritorno alle origini. La Vita Cafè Hosteria era
infatti nata con una filosofia particolare: pro-
ponevamo un menu completo a cena ad un
costo fisso molto basso, inferiore certamente
alla media dei locali di Bergamo. Ora abbiamo
pensato di riprendere questa formula e pro-
porre un menù completo ad un prezzo davvero
imbattibile. La cena a menù fisso sarà compo-
sta da un piccolo antipasto misto, un primo e
un secondo rispettivamente a scelta tra cinque
piatti, un dolce, vino, acqua, caffè e coperto
inclusi. Il tutto per soli 25 euro, dal lunedì al
sabato”.
Un costo davvero accessibile, con un ottimo
rapporto qualità/prezzo. Come mai questa
scelta?
“L’ambiente sofisticato non deve ingannare
il cliente: al Vita Cafè Hosteria si può cenare
spendendo poco e passando una serata dav-
vero piacevole in compagnia o in coppia. La
nostra decisione vuole essere un aiuto ai nostri
clienti, data la difficile situazione economica
che sta colpendo un po’ tutti. Con questa for-
mula il cliente sa che può cenare nel nostro
locale, godersi un ottimo pasto in un ambiente
giovane e moderno e spendere poco. Sono so-
prattutto i gruppi di amici o le giovani coppie
che vengono per una piacevole cena da noi e
proprio a loro vogliamo rivolgerci con questa
interessante iniziativa”.
Che cosa potranno gustare i clienti della Vita
Cafè Hosteria?
“Il menù è molto ricco e i clienti potranno sce-
gliere tra diversi piatti. Il nostro locale, inoltre,
vuole puntare sulla genuinità: prodotti nostra-
ni, di altissima qualità, pasta fatta in casa e
piatti tipici. Prossimamente inaugureremo an-
che serate dedicate a temi particolari, come la
serata dei piatti regionali o la cena dedicata al
tartufo, iniziativa che abbiamo già sperimenta-
to nella scorsa stagione con grande successo.
Il menù che proporremo potrà però avere delle
varianti a seconda della scelta del cliente: la-
sceremo infatti fuori lista alcuni piatti partico-
lari come il branzino o il filetto che il cliente
potrà decidere di inserire, sempre ad un costo
accessibile. Inoltre, per chi non volesse un pa-
sto completo, dall’antipasto al dolce, può sce-
gliere meno portate, partendo da un prezzo di
20 euro”.
Vita Cafè Hosteria,
27
28
le pubbliche relazioni con Pietro nel 1994, 15
anni fa, in un locale che all’epoca si chiamava
Free Way. Dopo una relazione finita male, ho
deciso di buttarmi in questa avventura e mi
sono subito appassionato. Insieme a Pietro
abbiamo inaugurato il Vibe nel 1995 e, l’esta-
te successiva, il Lux, l’ex Meeting in Maresana,
dove abbiamo fatto una stagione estiva clamo-
rosa: 3mila persone il venerdì e 4mila il sabato
venivano nel nostro locale. Poi abbiamo iniziato
a collaborare con altri locali. È una dedizione
che continua da quindici anni e che ha segnato
una parte fondamentale della mia vita”.
Consideri le pubbliche relazioni il tuo primo
lavoro?
“Per molti anni lo sono state: dal 1999 al
2007. Ben nove anni in cui mi sono dedicato
esclusivamente a quello. Ma non lo considero
un lavoro; per me si trattava e si tratta tutt’ora
di un divertimento. Mi piace molto relazionar-
mi con le persone, soprattutto con quelle che
ben mi sopportano, dato il mio carattere par-
ticolare. Tra queste senza dubbio c’è Elena, la
mia fidanzata, che è sempre stata anche un
grande sostegno per me, incoraggiandomi in
tutte le iniziative che prendevo e continuo a
prendere”.
L’iniziativa di Luca e Gigi vuole essere un
modo concreto per fronteggiare questa crisi
ormai tristemente nota a tutti e di cui chiun-
que sembra aver sentito l’effetto. “La crisi, o
la subisci o la cavalchi. Noi abbiamo deciso
di cavalcarla” è il motto di Luca Carrara che
oltre alle novità di settembre è allo stesso
tempo alla continua ricerca di spunti per mi-
gliorare il suo locale. Cosa proponete?
“In questi mesi estivi abbiamo puntato anche
sull’aspetto esterno del locale, modificato ri-
spetto al passato. Se prima infatti avevamo
aggiunto dei divani, ora abbiamo preferito dei
tavolini, che lasciano più spazio alla gente. E
poi abbiamo proseguito con un restyling del
nostro dehors, unico nel suo genere e perfetto
per la Vita Cafè Hosteria, inserita in una zona
di Bergamo che ben permette la presenza di
uno spazio esterno al locale e che attira i gio-
vani nottambuli”.
Luca Carrara vuole quindi puntare anche a la-
sciare un segno nella vita notturna orobica,
offrendo un punto di ritrovo perfetto per gio-
vani in cerca di divertimento. Ma come nasce
questa passione per la movida serale?
“Devo molto a Pietro Cabrini, colui che mi ha
introdotto in questo mondo. A lui, il mio men-
tore e mio migliore amico, rivolgo un grazie
speciale. Ho iniziato a lavorare nel settore del-
Vita Cafè Hosteria,
29
Ed ora che dal 2007 hai aperto la Vita Cafè
Hosteria?
“Ora che ho aperto il ristorante non ritengo
nessuno dei due la mia prima occupazione,
ma solo degli hobby. Il mio lavoro non è mai
stato spinto dalla smania di guadagnare, ma
dall’interesse per queste professioni: per la
night life, nata a 24 anni e per i ristoranti, da
sempre”.
Data questa forte propensione per la movida
bergamasca, hai altri progetti per il futuro?
“A settembre inaugureremo Setai, un nuovo
locale a Orio al Serio. Creeremo il locale di
tendenza della stagione bergamasca, con, in
particolare, la serata del venerdì dedicata a un
pubblico adulto e modaiolo. E sempre per la
stagione autunnale ormai alle porte inaugu-
reremo anche l’Oro Nero, a Nembro, una di-
scoteca facilissima da raggiungere grazie alla
recente superstrada che lo collega a Berga-
mo. Queste sono le due chicche dei prossimi
mesi, ma non voglio anticipare troppo. Sono
anch’esse una sorpresa”.
30
Una rassegna ricca di ospiti e di eventi quel-
la che ha caratterizzato anche quest’anno il
Festival del Cinema d’arte, a Bergamo dal 17
al 25 luglio scorsi. Piena di sorprese la serata
inaugurale del Festival, che ha visto protago-
nisti tre grandi personaggi, a cominciare dal
presidente di giuria del Festival per il secondo
anno consecutivo, Vittorio Sgarbi, fino a Mario
Donizetti e Valentina Cortese, Premio alla Car-
riera dell’edizione 2009 del Festival. Il primo,
grande esperto ed estimatore d’arte, un criti-
co in grado di cogliere in pochi istanti le sfu-
mature anche più nascoste di un’opera d’arte
e di trasmettere con la sua dialettica e la sua
passione ciò che si cela dietro un capolavoro.
Il secondo uno dei più importanti pittori di
Festival Internazionale del Cinema d’Arte
OTTAVA EDIZIONE DEL FESTIVAL
Bergamo, celebrato in tutto il mondo e famoso
per i vizi capitali da lui dipinti nonché per i
numerosi ritratti realizzati a noti personaggi.
E infine lei, diva per eccellenza, icona di uno
stile e un’eleganza di altri tempi, sofisticata in-
terprete del cinema internazionale che ha por-
tato l’Italia oltre Oceano: Valentina Cortese.
Una serata, quella del 17 luglio, in cui l’Arte
e il Cinema hanno raggiunto l’apice estremo
della loro rappresentazione con la proiezione
del film “Effetto notte” di François Truffaut,
del quale la Cortese è protagonista. La serata
è stata un trionfo all’insegna del Premio alla
Carriera a questa elegante interprete del cine-
ma internazionale, che ha ricevuto dalle mani
di Vittorio Sgarbi e di Mario Donizetti il rico-
noscimento.
Non mancano le parole di compiacimento del
Presidente di giuria Vittorio Sgarbi, ospite
d’onore della serata, che ci racconta le sue im-
pressioni sulla città e su questo Festival.
“Bergamo è una città magnifica, – commenta
Vittorio Sgarbi – un luogo che ho visitato molte
volte e che mi ha sempre colpito. Oggi, in par-
ticolare, l’ho visitata facendo una lunga pas-
seggiata che costeggiava le mura, un percorso
diverso dal solito che ho voluto fare prima che
la luce calasse. Qui Bergamo mi ha mostra-
to una bellezza teatrale cinematografica che
di Laura Generali
31
sembra propizia a un Festival del cinema d’ar-
te. Mi è sembrato più che mai giusto, in que-
sta splendida cornice, collocare un Festival del
cinema d’arte”.
Lei ha sempre amato la città orobica.
“Questa è una città monumentale splendida,
molto bella, pulita ordinata. E non perdo oc-
casione per venire a visitarla. Ora, poi, con la
ristrutturazione dell’Accademia Carrara, sono
sicuro che Bergamo diventerà ancora più attra-
ente, per i turisti e per i suoi stessi cittadini”.
Che tipo di fruitori seguirà i film di questa
rassegna?
“Si tratta di film che presuppongono un pub-
32
blico sofisticato e che abbia almeno tre gusti:
il gusto per l’arte, per il cinema e per una frui-
zione non popolare. Non credo che da un Festi-
val come questo vangano fuori film per le mas-
se, però potrebbe capitare che qualche film di
grande qualità passi dalla fruizione di un’élite
a qualla di un pubblico più ampio.
Quale deve essere quindi l’obiettivo del Festi-
val del cinema d’arte?
“La missione di questo evento deve essere si-
curamente quella di riconoscere e dare una va-
lutazione ad alcuni film. Da questo presuppo-
sto esprimo il mio augurio a queste produzioni
cinematografiche, perché abbiano una grande
fortuna”.
E il Presidente di giuria scherza anche sul
suo ruolo.
“Non mi sento molto considerato come Presi-
dente del Festival – ci racconta ridendo –. Forse
sono solo un presidente onorario. Per esempio,
ho fatto una segnalazione per questa serata a
scatola chiusa, ma mi è stato detto ‘vedremo
cosa ne pensa la giuria’; non ho molto potere!
Però sono un presidente molto disponibile”.
E sul piano tecnico, le piace guardare film?
“Sul piano tecnico ho un problema – continua
scherzosamente Sgarbi –: tendo ad addormen-
tarmi quando cominciano i film e quindi il mio
giudiuzio è come un giudizio dato in sogno.
Questo dipende da uno stato di spossatezza
ormai inevitabile, dovuto alla mia età, come è
inevitabile per ognuno. Dovrebbero portarmi
i film e poi darmi delle gomitate per tenermi
sveglio”.
Scherza?
“No, davvero. Pensi che una volta un grande
regista italiano mi ha chiesto di vedere un suo
film perché era intgeressato a un mio com-
mento tecnico. La produzione era molto bella,
ma anche molto statica. Il regista mi teneva
d’occhio mentre io guardavo il film e quindi
non potevo assolutamente permettermi di ad-
33
dormentarmi, perchè lui aveva il suo sguardo
minaccioso su di me. Ho passato la serata a
guardare il film e a guardare il registava che
mi osservava per vedere se facevo attenzione
al film. Alla fine l’ho visto tutto! In sintesi, ci
vorrebbe qualcuno che presidia il Presidente
– continua a scherzare il critico d’arte –. Solo
con questi acorgimenti posso assumere anche
la funzione di presidente sul piano tecnico”.
La serata inaugurale è proseguita poi sul palco
della Sala Curò del Museo di Scienze Natura-
li “E. Caffi” in Piazza Cittadella, allestita per
l’occasione tra i ricordi e le risposte della Cor-
tese alle incalzanti domandi del Presidente di
giuria. Un video amarcord dei suoi più grandi
successi l’ha introdotta tra applausi scroscianti.
In un susseguirsi di citazioni e racconti di
aneddoti, Valentina Cortese ha ripercorso la
sua carriera artistica, ricordando i grandi at-
tori e registi con i quali ha lavorato. Da Delon
a Orson Welles, da Fellini a Truffaut. Curiosi
gli episodi narrati come quando Fellini, non
avendo preparato i copioni, le disse di recitare
con i numeri, oppure come quando alla ceri-
monia degli Oscar del 1974 con il miglior film
“Effetto notte” Ingrid Bergman vincitrice come
migliore attrice disse “Questo Oscar non mi
appartiene, appartiene a Valentina Cortese!” –
e proseguì – “Valentina alzati!....Forgive me!”.
Valentina Cortese ha poi parlato della straor-
dinaria esperienza che l’ha legata a François
Truffaut, definendola gratificante. Un perso-
naggio di una dolcezza infinita con il quale ha
avuto il piacere di condividere grandi emozioni.
34
Fiat 500 non è solo un’auto, ma sinoni-
mo di tante cose: italianità, design, li-
bertà, gioventù, amore, lavoro, futuro.
Porta con sé un patrimonio immenso fatto
di valori, idee, emozioni, ma anche memorie
Fiat 500, molto più di
un’autodi Laura Generali
35
36
e nostalgie che si legano a questa vettura.
Nata dalla casa torinese nel 1936, la Fiat 500,
affettuosamente chiamata cinquino, è oggi
senza dubbio fra le auto italiane più famose al
modno: un vero e proprio mito del made in Italy.
37
38
Quando si dice un mestiere
tramandato di padre in figlio.
O meglio in figli, dato che nella
famiglia Meravini sono ben tre
gli eredi a continuare la pro-
fessione del padre dentista.
“Il papà è nato in Dalmazia,
Dottor Stefano Meravini
DAL 1945 UNA TRADIZIONE CHE CONTINUA
Croazia, quando ancora la
Dalmazia era italiana – ci
spiega Stefano Meravini, che
a Bergamo porta avanti lo stu-
dio dentistico di famiglia – ed
è arrivato in Italia insieme ad
altri profughi. Qui, nel 1945,
ha iniziato la sua carrie-
ra e ha aperto il suo stu-
dio”. I figli hanno segui-
to le orme paterne: oltre
al dottor Stefano Mera-
vini, anche i due fratel-
li operano nello stesso
campo e, per continuare
la tradizione di famiglia,
attualmente anche il fi-
glio di Stefano Meravini
sta studiando odonto-
iatria. Ma forse dei tre
Stefano è quello che più
ha voluto tener fede alla
tradizione paterna: lau-
reato nell’84, Stefano
Meravini è sempre rima-
sto nello studio di via
Scotti, 20 a Bergamo, lo
stesso aperto dal padre
decenni prima. Oggi lo
studio si è ampliato, lo
staff è cresciuto e le apparec-
chiature sono moderne, ma è
rimasta l’atmosfera familiare.
Grazie agli altri tre speciali-
sti che lavorano con Stefano
– Livia Brolis, Sara Bugatti
e Nicola Contenti – lo studio
Meravini si è specializzato in
diversi campi. Completano
lo staff quattro collaboratori
tra igienista e personale di
segreteria e amministrativo.
Lo studio non è monotema-
tico, ma altamente specia-
lizzato: “Dissento un po’ dal
professionista che si occupa
di tutto – commenta il dot-
tore – perché una persona
sola non può essere un bravo
esperto di ortodonzia, im-
pianti, ecc. Nel mio studio
ho puntato su una squadra di
più persone, ognuna di esse
specializzata nel proprio
campo per offrire al clien-
te un servizio a 360 gradi”.
Con l’arrivo del padre a Ber-
gamo nel 1945, i Meravini
muovono i primi passi in un
campo, quello medico-denti-
di Laura Generali
39
stico, che sarà poi il leit-mo-
tif di tutta una vita. Ma non
c’è solo Bergamo negli oriz-
zonti della famiglia: i fratelli
di Stefano, nel corso degli
anni, si sono infatti spostati
per aprire altri studi a Pa-
lazzolo sull’Oglio e Pontida.
Con l’attività del padre, lo
studio di via Scotti si è spe-
cializzato nel servizio di pro-
tesi sociali per l’ex Inam che
serviva tutta l’Asl locale di
allora, occupandosi per anni
delle protesi mobili per pa-
zienti anziani. Questa tradi-
zione continua ancora oggi,
anche grazie alla convenzio-
ne tra Ministero della Salute
e Landi, l’associazione nazio-
nale dentisti italiani; la con-
event40
venzione offre la possibilità
di creare protesi di tipo so-
ciale, con prezzi calmeriati
per anziani che rientrano in
una fascia di reddito bassa.
“Avendo a disposizione un la-
boratorio odontotecnico che
appartiene a uno dei miei
fratelli – continua Stefano –
possiamo continuare a for-
nire questo servizio, proprio
come faceva mio padre. Inol-
tre, alla continuità abbiamo
aggiunto l’innovazione, so-
prattutto con l’implantologia.
È anche per questo motivo
che ho puntato ad avere nel
mio studio più collaboratori e
personale specializzato: per
dare un’impronta più speciali-
stica nell’ambito dentistico”.
La lunga esperienza sul cam-
po ha permesso al dottor
Meravini di fare un bilancio
dei cambiamenti in atto nel-
la sua clientela: “Sicuramen-
te, oggi c’è più attenzione e
più cura per se stessi e per
l’igiene dentale. Un esem-
pio su tutti: nel campo delle
protesi mobili – la classica
dentiera – le richieste sono
molto calate: fino a quindici
anni fa, facevamo parecchie
protesi mobili, anche fino a
15-20 al mese. Oggi ne fac-
ciamo molte meno, arrivando
a 5-6 al mese. Questo signifi-
ca che le persone sono molto
più attente alla propria salu-
te dentale, si curano prima,
c’è molta più prevenzione, e
quindi non arrivano a dover
decidere per una protesi.
Inoltre, un ruolo importan-
te viene giocato anche dalle
campagne di prevenzione dif-
fuse dai mass media e dalla
Landi che ad ottobre propo-
ne il mese della prevenzione
coinvolgendo tutti i dentisti
associati. Decisiva, al fine
di una maggior cura di sé, è
stata poi in questi anni l’evo-
luzione dell’implantologia.
41
42
BMADV
grafica, comunicazione, pubblicità
43
w w w. b m a dv. i tvia casalino 5/h - t. 035 236661 - bergamo
La pubblicità emoziona,innamora, seduce.Suscita emozioni.
Un chilo di pubblicità può contenere 999 grammi di
razionalità, ma brillerà e si distinguerà per il suo
grammo di follia.
44
chiedete in ogni paese del mondo dal bambino
di 5 anni al caro nonnino ottantenne,siano essi
ricchi o poveri, passando per ogni etnia possi-
bile ma alla domanda chi era michael Jackson
vi arriverà sempre la stessa risposta:
si lo conosco !!
un’artista di fama mondiale di indiscusso ta-
lento che viene definito dai più come “the king
of pop”,ovvero il re del pop.
chi sia questo controverso personaggio e’ or-
mai stato più volte spiegato e ricordato dai
vari tabloid americani e di tutto il mondo e le
sue immense doti di showman sono ormai en-
trate nella vita quotidiana di tutti i giorni;ha
venduto più dischi di chiunque altro artista sul
pianeta,rivoluzionato il concetto di danza sfi-
dando le leggi della fisica con i suoi passi e le
sue coreografie,ma michael Jackson e’ davve-
ro “solo” questo?
parlo al presente perché basta accendere la te-
levisione o comprarsi il primo giornale di gos-
sip che capita tra le mani per rendersi conto
che lui è ancora li, sulla bocca di tutti, pronti
nel bene o nel male a parlare ancora di lui, lui
che ormai se n’è andato;
proprio in questi giorni sta avendo luogo una
vera e propria corsa al potere tra parenti e le-
gali per accaparrarsi la sua eredità perché, se
è vero che si parla tanto di michael, si par-
la ancora di più dei suoi soldi,a volte come
Michael Jacksonil mito che visse tra realtà e leggenda
speciale musica
di cristian stanzini
45
debiti,a volte come immensi patrimoni,tra i
quali spiccano i suoi figli,il sacro graal per pa-
renti e aspiranti tutori legali che ogni giorno si
aggiungono alla lista dei “volontari”;
sicuramente non serve una calcolatrice né un
genio in economia per capire che i “debiti”
che sono là, in grassetto nei titoli dei maggiori
tg italiani scritti da giornalisti che fanno del-
la penna la loro arma o la loro virtù, saranno
colmati sicuramente nei prossimi mesi dalle
vendite pazzesche dei suoi dischi che stanno
di nuovo andando a ruba in tutto il mondo, né
serve ricordare che mJ detiene ancora il cata-
logo dei diritti dei beatles, quotato molto più
del valore dei debiti che stanno dando in questi
giorni alla sua dipartita, ma comunque questa
precisazione mi sembra doveroso farla, perché
si sta pur sempre parlando di una persona che
non c’e’ più oltre al fatto che quest’argomento
scottante sembra essere quasi più interessan-
te della sua vita;
quindi,se non i debiti ,cosa ci ha lasciato?
Dubbi: tanti ancora per le persone che, nono-
stante aver assistito alla suo verdetto che lo
ha dichiarato innocente per tutti e 10 i capi di
accusa nella causa che lo ha visto protagoni-
sta con accuse di molestie sessuali a minori
e somministrazione di alcolici nel suo ranch
di neverland, ancora vedono in lui il “mostro
divora bambini” come e’ stato dipinto in que-
46
sti ultimi anni dalla stampa,nonostante la sua
innocenza proclamata con il processo reality
trasmesso in mondovisone nel 2005 ;
ricordi bizzarri: dagli innumerevoli interventi
di chirurgia plastica fatti al volto, al fatto che
vivesse in una camera iperbarica, non dimen-
ticandosi mai del fatto che si parli ancora oggi
della sua pelle sbiancata e di tante altre noti-
zie buttate qua e la per condire un piatto molto
“gonfio e colorato”,che però non e’ mai andato
giù a chi lo doveva mangiare,il diretto interes-
sato e i suoi amati fan,milioni di persone che
erano in grado di soffo-
cargli la voce dall’emo-
zione e di bloccargli le
parole per strappargli un
emozionato “i love you
all” e che piangeranno la
sua morte per tantissi-
mo tempo ancora;
già, perché se non altro
michael era una persona
sensibile,un bimbo mai
cresciuto che si era im-
medesimato così bene
in quel peter pan che lui
stesso mitizzava,tanto
da crearsi intorno a se un
mondo fantastico,fatto
di giostre e animali per
distrarsi dalla realtà,cosi
cruda e amara che non gli e’ mai piaciuta;
quel suo neverland, era una sorta di castel-
lo da favola dove poteva essere se stesso e
dedicarsi a quello che più amava fare,con la
semplicità e l’innocenza di un bambino mai
cresciuto,che però sapeva bene cosa voleva
dire avere un’infanzia difficile,con un padre-
padrone che lo mise a 5 anni insieme ai fra-
telli a disposizione del pubblico per colmare i
suoi sogni di gloria mancati con la carriera da
solista,solo accennata,fino all’arrivo della gal-
lina dalle uova d’oro chiamata Jackson 5 che
non si risparmiava di tanto in tanto di tenere
a bada con qualche bella “prova di forza” fatta
di pugni e violenze, per dimostrare ai figli chi
comandava……
Questa violenza michael l’ha subita
tutta,soffocata e incanalata dentro di se e ci e’
cresciuto,fragile come un ramoscello pronto a
spezzarsi,ogni volta che i fratelli lo deridevano
per il suo naso buffo;
cose normali che succedono in ogni fami-
glia quelle dei fratelli,ma cose importanti
nella vita di michael,che ne hanno segnato il
cammino,per sempre.
invece di giocare con gli altri bambini della
sua età lui provava 8 ore al giorno,invece di
familiarizzare a scuola ,veniva rinchiuso in
una salettina con un’insegnante privata per
studiare,perché non poteva andarsene a spas-
so come le altre persone visto che a 9 anni era
Michael Jackson
47
già una celebrità …
Da questa storia però, si può capire come na-
sca il carattere schivo del cantante e la sua
ossessione per ridurre quell’”orribile” naso
che era stato nei suoi ricordi il motivo per
distrarre i fratelli dal lavoro che, concedendo-
si un momento di pausa nel prendere in giro
scherzosamente il fratello, provocavano anche
le ire del padre,pronto a salvaguardare il suo
portafoglio e il suo futuro con ogni mezzo ….
michael era troppo importante per il “gran-
de” Joe Jackson per privarsene,ma quando il
figlio fu grande abbastanza da capire di po-
ter camminare con le sue gambe si mise in
proprio,iniziando a scrivere a passi di moon-
walker le prime pagine di quel capolavoro arti-
stico che e’ diventata poi la sua vita;
arrivarono quindi i soldi,quelli veri,fatti di tanti
zeri come pochi ne hanno visti,tanto da ren-
derlo negli anni ’80 uno tra le persone più ric-
che al mondo;
e se e’ vero che la ricchezza può colmare ogni
lacuna non e’ stato invece cosi per michael;
abiti sfarzeschi,shopping da favola,lo stesso
ranch di neverland,non bastavano per riempire
la sua solitudine e le poche volte che lo si vede
in pubblico felice e’ quando teneva in braccio
un bambino e messa una mano nel portafogli
e l’altra sul cuore si e’ dedicato anima e corpo
a cose come la stesura di “we are the world”,la
48
fondazione “heal the world foundation” e altre
opere benefiche a sfondo umanitario.
cantando “noi siamo il mondo” e “guarisci il
mondo”,ha messo a disposizione un tesoro
economico come nessun altro artista ha fat-
to per aiutare le persone del terzo mondo e
quanti più bambini riuscisse a strappare dalla
fame,lui che criticavano di essere un nero che
non aveva mai voluto accettare il suo colore di
pelle;
io non so sinceramente dove stesse la verità,se
era vero che soffrisse di vitiligine o lupus o en-
trambe le cose,certo e’ che le fotografie che
circolano nella rete del periodo in cui era anco-
ra scuro, qualche dubbio sulla salute della sua
pelle lo mettono anche a chi non ama la sua
musica,ma dopotutto,nell’ultima edizione del
grande fratello,l’italia intera non ha apprezza-
to la “maggiorata” proprio perché figlia della
chirurgia estetica?
posso capire che un paio di seni ingranditi
artificialmente sia più interessante di un naso
Michael Jackson
49
50
da uomo rifatto,ma definire michael Jack-
son come il più grande artista del pianeta e’
riduttivo,proprio perché il mondo ,o perlo-
meno parte di esso,non ha ancora capito chi
fosse davvero l’uomo che stava dietro a quel-
la maschera di pelle più volte ritoccata e se
e’ vero che solo pochi intimi hanno avuto il
piacere di conoscerlo veramente o perlome-
no di avvicinarlo,e’ anche vero che le notizie
più strampalate che si sono viste o lette sul
suo conto,soprattutto riguardanti la sua vita
privata,non hanno mai avuto una smentita
ufficiale quando si sono rivelate delle bufale
colossali,o comunque queste smentite non
sono state date con lo stesso peso e impe-
gno da parte dei mass media di quando lo si
accusava,ad esempio, di essere un pedofilo.
il 25 giugno 2009 cala il sipario sull’esperien-
za di vita terrena di michael,ma il segno che ha
lasciato nei cuori di milioni di persone lo por-
terà a realizzare il suo sogno proibito,vivere
per sempre:
michael ci e’ riuscito,vivrà nell’anima di chi lo
ha amato davvero ... e per favore non chiama-
telo Jacko,non gli e’ mai piaciuto quel sopran-
nome che gli ha dato la stampa;
lui e’ Jackson.
«se vieni al mondo sapendo di essere amato
e lo lasci sapendo la stessa cosa, allora tutto
ciò che nel frattempo è accaduto sarà valso la
pena.»
michael Jackson.
Michael Jackson
51
52
tre appassionati viaggiatori decidono di unire
esperienze, conoscenze, emozioni e professio-
nalità per diventare un punto di riferimento
per chi – come loro – ha nel dna la voglia di
scoprire nuovi orizzonti. nasce, infatti, dalla
visione di mario berra, valentina raho e mike
raho la “friends and travels”, un connubio tra
forte passione e una grande esperienza diretta
nella sfera del turismo.
per gli amanti delle mete da sogno e dei sog-
giorni particolari, studiati appositamente per
il cliente e che tendono a discostarsi dai tragit-
ti tradizionali, la friends and travels è il posto
giusto. non ci sono offerte strillate in vetrina o
scaffali colmi di pratiche di viaggi una identica
all’altra: ad accogliervi all’interno dell’agenzia
un comodo divano dove discutere con i tre soci
e i loro collaboratori dell’itinerario dei vostri
sogni. e, al vostro servizio, avrete tutta l’espe-
rienza e la professionalità di chi conosce bene
Friendsand travels
la filosofia Del viaggiare
di laura generali
53
i luoghi che vi consiglia, poiché frutto di una
analisi approfondita sul campo. “il nostro ap-
proccio vuole mettere al centro la persona – ci
racconta mario berra, uno dei tre soci di frien-
ds and travels –. per noi è fondamentale avere
la massima cura del cliente: conoscerlo per-
sonalmente, sapere che cosa gli piace e cosa
vuole. e, successivamente, proporgli le nostre
soluzioni: particolari, studiate nei minimi det-
tagli e personalizzate. soluzioni che abbiamo
testato personalmente nella maggior parte dei
casi e che, quindi, conosciamo a fondo”. nulla
è lasciato al caso nell’organizzazione di frien-
ds and travels e ogni richiesta del viaggiatore
viene esaudita da un team altamente qualifi-
cato, che opera con la massima professiona-
lità e flessibilità. basti pensare, infatti, che la
friends and travels offre anche una consulenza
esclusiva, raggiungendo il cliente direttamen-
te a casa, per discutere con lui le proposte di
viaggio. la disponibilità, poi, avviene tramite
un affiancamento del cliente a 360 gradi: il
viaggiatore viene accompagnato passo dopo
passo nella scelta del suo percorso e, qualora
ve ne fosse l’esigenza, anche durante la va-
canza i soci di friends and travels sono sem-
pre pronti a fornire la loro assistenza.
54
grazie all’esperienza nel mondo dei viaggi e
alle conoscenze nel campo della comunica-
zione, il team di friends and travels debutta
con friendsandtravels.com, il magazine on line
dedicato a viaggi e lifestyle. “abbiamo scel-
to di proporre il nostro magazine nel mondo
del web, anziché in quello cartaceo per diver-
si motivi – ci spiega mario berra–. crediamo
fortemente che la rete sia il futuro per la sua
interattività, per il fatto di essere ecologica-
mente sostenibile, ma soprattutto perché non
risponde ai vincoli logistici per la diffusione a
cui è soggetta, invece, la stampa su carta. il
nostro magazine on line potrà essere letto con
un solo clic da internauti collegati da tutto il
mondo”.
friendsandtravels.com interpreta la filosofia
che accomuna i tre soci: una forte passione
per il viaggio e l’interesse per la persona. “il
viaggiatore sarà al centro – anticipa valentina
raho –, questa sarà la nostra linea editoriale.
il nostro magazine parlerà del viaggio, legato
alla persona che lo fa: ci saranno, quindi, in-
terviste a viaggiatori noti o a persone che del
viaggio fanno il loro lavoro, che racconteranno
le loro esperienze e dispenseranno consigli.
Daremo, poi, anche spazio ai nostri clienti in
modo privilegiato: attraverso una community,
potranno pubblicare le foto delle loro vacanze
e dei posti che hanno visitato. il tutto in modo
save the Date: 24 settembre, Debutta frienDsanDtravel.com
55
reale, senza ritocchi o rifiniture patinate che
spesso ingannano i turisti”.
la pubblicazione così ideata si posiziona a
metà tra il puro oggettivismo e il soggettivi-
smo senza limiti che spesso caratterizzano i
periodici dedicati al turismo.
“friendsandtravels.com sarà il virtuale punto
di partenza e di arrivo dei viaggiatori – mette
in luce valeria barizza, direttore editoriale del
magazine – uno spazio di incontro e confronto
tra chi, per vari motivi, ha la valigia sempre
pronta: dai professionisti, agli amanti delle
mete esotiche, dalle mamme che portano con
sè bimbi piccoli, a chi sceglie di non lasciare
il cane a casa ma preferisce portarlo sempre
con sè. friendsandtravels.com è una sorta di
vademecum, di diario di bordo, raccoglie an-
notazioni di viaggio, consigli, idee, stimoli dal
mondo”.
e per un gruppo di viaggiatori così atipici e
56
nello stesso tempo così appassionati ed esper-
ti, quale migliore occasione del lancio del ma-
gazine on line per parlare anche della loro ul-
tima, particolare iniziativa: durante la serata
di presentazione della nuova testata, sarà pre-
sentato il mototaxi Junket, spedizione a scopo
benefico a cui la friends and travels prenderà
parte il prossimo ottobre. la singolare inizia-
tiva coinvolgerà squadre di due partecipanti
ciascuna, provenienti da tutto il mondo che – a
bordo di un mototaxi a tre ruote di 125 cc di
cilindrata, sormontato da un tettuccio in pla-
stica – percorreranno in due settimane circa
4000 chilometri, dal perù al paraguay. Durante
la traversata il magazine sarà il punto di con-
tatto con i lettori che, attraverso una rubrica
fissa, potranno essere aggiornati sui luoghi e
sui retroscena dell’avventura, grazie ai repor-
tage che verranno fatti quotidianamente.
scopo del viaggio in sud america sarà la rac-
colta fondi da destinare a “operation smile,
fondazione costituita da volontari medici, in-
fermieri e paramedici che realizzano missioni
umanitarie in 51 paesi del mondo per correg-
gere con interventi di chirurgia plastica rico-
struttiva gravi malformazioni facciali.
e, per aiutare la raccolta fondi, la serata di lan-
cio del magazine prevede un’asta benefica, nel
corso di un aperitivo.
l’evento inaugurale – su inviti – si terrà giovedì
24 settembre a partire dalle 18.30 in poi nella
sede della friends and travels, in via pignolo
114 a bergamo. friends and travels ringrazia
filippo e marcello, titolari dell’hemingway
café di via piccini 4 a bergamo, e tutto il loro
staff. l’hemingway sarà sponsor-partner della
serata e della partecipazione di friends and
travels al mototaxi Junket.
57
per maggiori informazioni:
via pignolo 114 – bergamo
tel 035 4284039
…esistono pochi luoghi dove si avverte l’emozione di una scoperta...
Friends and travels da sogno
lasciatevi affascinare da due delle mete da so-
gno che la friends and travels vi propone: re-
ethi rah , maldive e saint roch, courchevel.
reethi rah, Maldive
caratterizzato da uno stile ed un’eleganza che
va oltre le migliore aspettative, reethi rah è
divenuto di diritto uno dei resort più raffinati
e lussuosi dell’oceano indiano. ubicato su una
delle più grandi isole dell’atollo di male nord,
a soli 35 km dall’aeroporto e raggiungibile in
circa 40 minuti da malè con un trasferimento
in Yacht privato, permette ai suoi ospiti di go-
dere, nella massima privacy, di momenti ma-
gici in un ambiente semplicemente fantastico
dove i colori diventano protagonisti, con il tur-
chese del mare che si fonde con il bianco delle
spiagge e il verde dell’interno dell’isola.
saint roch, courchevel
l’ultima frontiera dell’escllusività si trova a
courchevel. un hotel che vi porta fuori dai
confini del mondo: una meta riservata a po-
chi, selezionati ospiti... solo cinque camere,
19 suites, un appartamento da 400 metri qua-
drati e uno chalet da 500 metri quadrati che
si affacciano su bellecôte. completo di spa,
piscina, sauna, bagno turco e un ristorante ga-
stronomico.
58
59
60
nata a romano di lombardia nel 1972, ro-
sangela bessi balza all’onore delle cronache
quando, appena maggiorenne, vince il titolo di
miss italia. per rosangela il mondo della moda
e della televisione diventa da quel momento un
impegno costante: dopo un anno di lavoro con
la miri – patrocinante del concorso di bellez-
za nazionale – la miss orobica inizia a lavorare
nel campo della moda, suo reale interesse. la
sua immagine viene utilizzata per campagne
pubblicitarie di costumi da bagno, redazionali
di moda e pubblicità televisive, ma rosangela
bessi è presente anche sulle passerelle di mi-
lano, piazza di spagna e l’alta moda romana
e tokyo.
nei seguenti dodici anni gli impegni della no-
stra miss si susseguono tra video clip musicali,
fiction rai e trasmissioni rai e mediaset dove
rosangela viene invitata come ospite. l’ultima
in ordine di tempo è la tramissione “il miglio-
re” condotta da mike bongiorno, nel 2006.
rosangela inizia da quell’anno una collabora-
zione come autrice televisiva con la endemol
per i programmi ‘chi vuol essere milionario’ e
‘50-50’, collaborazione che prosegue tutt’ora.
attualmente, rosangela bessi collabora con
mino mottari, amministratore unico della vip
international, presenziando anche agli eventi
da lui egregiamente gestiti a bergamo.
la collaborazione della miss con mottari e la
vip international parte da un marchio impor-
tante e prestigioso della nostra provincia: ro-
berta. rosangela bessi inizia a posare come
fotomodella e a sfilare in passerella per quella
casa di lingerie che tanto rese famosi i lati b
di rosa fumetto prima e di michelle hunziker
poi.
ma rosangela lascia un segno della sua pre-
senza e della sua bellezza soprattutto agli
eventi organizzati da mino mottari, ammini-
stratore della vip international, che la invita a
inaugurazioni e serate mondane come ospite
d’onore o madrina degli eventi a bergamo.
nel 2003 rosangela partecipa per la vip inter-
national, come madrina della serata, all’inau-
gurazione dello smart centre della mercedes di
bergamo e nello stesso anno, insieme ad altre
due miss italia – gloria zanin e tania zamparo
– rosangela, sempre su invito di mino mottari
della vip international, è presente alla serata
di premiazione e di consegna delle targhe ai
dirigenti della phass spa presso la discoteca
bobadilla di Dalmine. la serata, presentata da
fabrizia carminati, dà particolare risalto alle
collezioni della lingerie triumph e della pellic-
ceria pagano.
l’anno successivo rosangela bessi è la ma-
Rosangela Bessibellezze Di casa nostra
Miss italia
61
drina per altri due eventi organizzati da mino
mottari, amministratore della vip internatio-
nal: l’inaugurazione di leroy merlin al maresa-
na resort e della discoteca anghelus, sempre
in territorio orobico.
Qualche anno dopo la miss italia bergamasca,
invitata dalla vip international, è la madrina
della prima edizione di bergamo moda, evento
tenuto nella splendida cornice di villa moroni,
a bergamo.
recentemente, rosangela bessi, sempre invi-
tata dalla vip international di mino mottari,
62
è stata ospite d’eccezione al premio agazzi,
concorso internazionale di pittura,acquerello
e grafica. alla serata hanno partecipato: fio-
rella pierobon, il prefetto di bergamo camil-
lo andreana, l’ex presidente della provincia
valerio bettoni, il deputato leghista giacomo
stucchi, il presidente dell’agazzi ars silvano
ravasio, l’allora presidente del consiglio re-
gionale ettore albertoni e giovanni barzago,
grande appassionato di arte, insieme a molti
altri ospiti.
a documentare le serate della vip internatio-
nal di mino mottari con i suoi scatti è matteo
mottari, fotografo ufficiale degli eventi.
63
64
precisiamo che la lettera del presidente del consi-glio è su carta istituziona-le e non politica
abbiamo ospitato la prima opera di animal-
art in occasione dell’evento di presentazione
della ns rivista oggi dopo aver visto i comu-
nicati stampa siamo tornati ad intervistare il
direttore giovanni barzago, professionista da
sempre amante dell’arte, che in questi mesi,
ha assistito l’artista guido visentini e la sua
compagna silvana bracchi nella realizzazione
della linea gold.
il cavallo a grandezza naturale in ecoplastica è
stato migliorato nella combinazione dei colori
e nelle forme, con l’obiettivo di renderlo più
“vivo”.
ha ottenuto così il consenso della croce rossa
italiana e di unicef per i prossimi eventi con
aste di beneficenza.
proprio di ieri l’accoglimento delle opere nella
biennale di firenze il prossimo dicembre.
in brescia durante il festival di franciacorta
le opere saranno le protagoniste del vin art di
tenuta ambrosini.
ma soprattutto si è iniziato il percorso artistico
che permette al maestro visentini di raggiun-
gere livelli artistici ancora più elevati.
con il cavallo my life, esposto nella galleria
arte contemporanea di milano, si è stupita la
signora nicoletta mantovani che ha autoriz-
zato la realizzazione di un cavallo rivestito da
500 foto del grande luciano pavarotti.
opera che sarà premio al festival della com-
media il 27 novembre in montecarlo, con la
presenza del principe alberto.
Giovanni Barzagoprofessionista da sempre amante dell’arte
65
Da settembre nei giardini del casinò monega-
sco si possono ammirare gli 8 pavarotti lyfe
in argento.
il critico d’arte andrea Di pre da settembre in-
serirà le opere nel suo programma di cultura
in onda ogni giorno su sky.
il maicol soyer presidente del bal de paris, ha
chiesto 20 cavalli per asta di beneficenza du-
rante la cena del ballo.
sotheby milano apprezzando le opere si è già
offerta gratuitamente di gestire le relative aste
benefiche.
e’ in corso la realizzazione del cavallo dedica-
to a giuseppe garibaldi in occasione del bi-
centenario.
apprezzamenti politici dalla famiglia berlusco-
ni, ministro giulio tremonti e umberto bossi.
onorevole michele Darchangelo presidente del
www.ilmeda.org con l’aiuto della diplomatica
hanane moussaid sabrina ha organizzato a
roma hilton cena con gli ambasciatori del me-
dioriente.
il Dr. fratto, gallery manager, si sta occupando
della presentazione nel mondo professionale
dell’arte.
siamo felici di sottolineare che l’animal-arte è
mossa anche dall’obbiettivo di riportare l’arte
alla natura, nelle forme e nei materiali, rinun-
ciando a profitti per la sola beneficenza.
66
c’è un filo diretto che lega bergamo con mia-
mi, un filo fatto di scatti fotografici, creatività
e passione. un lungo filo che matteo mottari,
giovane artista ventisettenne di bergamo, ha
iniziato a tessere pochi anni fa con l’obiettivo
di dare forma a un sogno: fermare le emozioni,
le sensazioni e le immagini di un istante e ren-
derle infinite, così come solo la fotografia rie-
sce a fare. ora quel sogno è diventato realtà.
nel suo nuovissimo studio fotografico di ber-
gamo, dotato delle migliori attrezzature, si re-
spira l’entusiasmo, la voglia di fare che hanno
guidato matteo da bergamo alla florida e di
nuovo a casa, perché su quella rotta il giovane
ha maturato la sua ferma volontà di affermarsi
come fotografo e fare della fotografia la sua
vita.
È iniziato tutto negli anni dell’università: una
volta terminati gli studi all’istituto superiore e
assolto il servizio militare nel corpo degli al-
pini, matteo decide di iscriversi alla facoltà di
comunicazione d’impresa. ben presto però si
rende conto che quella non è la sua strada,
si avvicina al mondo della fotografia e assa-
pora l’amore per quest’arte. senza pensarci
due volte matteo parte per gli stati uniti, de-
stinazione miami, la città che forse più di altre
rappresenta il suo senso di libertà, la sua vo-
glia di comunicare e conoscere il mondo. Qui
viene a contatto con alcuni fotografi di fama
mondiale, con la loro tecnica, i loro linguaggi
e con le emozioni che ciascuno scatto riesce a
trasmettere.
terminata la parentesi americana, matteo ri-
torna a bergamo e non perde neanche un se-
condo. spinto dall’onda di quell’esperienza, si
iscrive alla più prestigiosa accademia fotogra-
fica, supera brillantemente i vari corsi e ini-
zia così il percorso verso la professione vera
e propria.
oggi mottari ha un proprio studio fotografico
e un portfolio già ricco e denso di lavori: colla-
bora con una serie di giornali, riviste, effettua
cataloghi per aziende, servizi fotografici a ma-
trimoni, serate d’intrattenimento e nei locali; è
il fotografo ufficiale della vip international, so-
cietà leader nel campo della moda e della pub-
blicità che lavora con personaggi dello spetta-
colo, della televisione, del cinema e dell’alta
moda. collabora inoltre con i più prestigiosi
studi fotografici milanesi che diventano per
lui la scuola ideale per appendere le miglio-
ri tecniche della fotografia, perché a suo dire
“nella professione bisogna sempre migliorarsi
Matteo Mottari Giovane artista ventisettenne di Bergamo
67
ufficio via corti
studio fotografico via canovine
24126 bergamo
tel. 035.314567 338.6168301
www.matteomottari.it
seguendo con umiltà chi ha saputo dare tanto
a quest’arte e chi continua a rendere ogni foto-
grafia una vera e propria opera d’arte”.
ed è forse grazie a questa umiltà, unita alla
determinazione, ad un certo carisma e ad una
vivace intraprendenza che matteo ha già rag-
giunto un traguardo importante: è stato infatti
invitato per la prossima primavera ad un con-
corso mondiale di fotografia che si terrà negli
stati uniti, precisamente a miami, la città da
cui la sua storia professionale è iniziata.
68
l’ayurveda si occupa da tutti i punti di vista
del benessere dell’uomo, nel suo aspetto fisi-
co, psichico e spirituale; il suo scopo è quello
di aiutare i malati a curarsi e le persone sane
a mantenere il proprio benessere e preveni-
re le malattie. essa conta cinque elementi
essenziali: aria, acqua, fuoco, terra, etere.
secondo l’ayurveda, questi cinque elementi,
combinati in porzioni diverse, creano tre do-
sha, energie vitali di cui è pervaso il nostro
corpo e che determinano tramite il loro stato
di equilibrio o squilibrio lo stato di benessere
o malattia dell’individuo. mariana Drinceanu,
con il suo centro estetico, ha deciso di essere
il sesto elemento per completare la cinquina
dell’ayurveda. nel suo centro – chiamato ap-
punto per questo il sesto elemento – mariana
ci spiega cos’è l’ayurveda: “l’ayurveda è la
scienza della longevità che permette di godere
di una salute positiva, di mantenere una bel-
lezza naturale. la tradizione ayurvedica pren-
de in considerazione l’individuo non soltanto
da un punto di vista fisico, ma anche spirituale
ed emotivo. Questa disciplina ci insegna che la
salute consiste in un gioco di equilibri tra tre
energie: vata, pitta e Kapha. Queste tre fonti
energetiche sono responsabili di tutte le forme
di materia. lo scopo dell’ayurveda è riuscire a
mantenere un equilibrio nell’individuo per ga-
rantirgli una crescita nei tre ambiti emotivo,
Il Sesto ElementoBenessere Per Il Corpo e La Mente
il centro estetico
di laura generali
69
fisico e spirituale”.
nel centro il sesto elemento, sono diversi i
trattamenti tra cui il cliente può scegliere.
ogni massaggio è importante perché esso può
influire positivamente sul nostro stato di salu-
te. la vita moderna, infatti, è caratterizzata da
stress e tensioni profonde che influenzano il
nostro benessere. l’arte del massaggio è quin-
di indispensabile per combattere ansia e ten-
sioni. attraverso la pelle, infatti, il massaggio
agisce sull’organismo, riattiva la circolazione
e il dialogo corpo-mente, donando beneficio al
metabolismo. uno dei trattamenti dagli effetti
molto positivi che si possono fare al sesto ele-
mento è il bagno di vapore, dove il connubbio
tra calore e vapore è in grado di regalare effetti
benefici come una profonda pulizia della pelle
e un effetto tonificante; allo stesso tempo il
bagno di vapore riduce lo stress e consente
al metabolismo di liberarsi delle scorie. asso-
ciando al bagno di vapore alla cromoterapia, si
può poi ottenere un bagno di colore che influi-
sce positivamente sull’organismo. ogni colore
ha infatti la sua proprietà specifica e sprigiona
energia: così, per esempio, i colori caldi dona-
no gioia di vivere, mentre quelli freddi aiutano
la distensione e la meditazione.
se volete riempire il bisogno di contatto uma-
70
no che spesso viene perduto con un massag-
gio fatto di gesti dolci e semplici, ma efficaci,
il massaggio californiano è quello che fa per
voi. con un ritmo lento che segue quello del
respiro, il californiano è indicato per chi sof-
fre di ansia e paure o deve rimediare ai danni
dello stress.
per chi è alla ricerca di un momento di totale
rigenerazione e di puro rilassamento, la linea
Dreaming spa è perfetta: Delizia per i sensi è
una coccola per il corpo e leggerezza per lo
spirito. consiste in trattamenti di puro piacere
sensoriale inspirati alla polinesia per conce-
dersi una piacevole pausa; un nuovo, mera-
viglioso trattamento corpo per un benessere
completo, ad azione esfoliante, energizzante e
riequilibrante. la tradizione “ naturalista” poli-
nesiana Dreamingspa attinge ai principi attivi
dell’ olio di tamanu, ritenuto un dono sacro
degli dei e dalle moltiplici proprietà benefi-
che, dell’estratto di noni, l’albero della vita in
grado di crescere anche sulla roccia lavica e
utilizzato da oltre 2000 anni per i suoi innume-
revoli impieghi, e del monoi di tahiti, simbolo
di bellezza e purezza, che nella lingua maohi
significa “olio miracoloso”.
il trattamento ayurvedico garshan, effettua-
to con prodotti bio-ecologici di lakshmi, ha
un’azione drenante e
disintossicante che
combatte gli inesteti-
smi della pelle, come
la pelle a buccia d’arancia che provoca gonfiori
e ritenzione idrica. già con i primi trattamenti
si ottengono straordinari effetti benefici, elimi-
nando le tossine, raggiungendo un piacevole
senso di leggerezza, eliminando i centimetri di
troppo e rendendo la pelle più elastica. ogni
seduta dura 1 ora e 40 minuti e avviene trami-
te un massaggio con guanti di seta; poi si pro-
cedere con l’applicazione degli olii preziosi e
con un massaggio fatto di movimenti di aper-
ture e scarico-drenanti. segue l’applicazione
del fango, elemento ricco di estratti vegetali
come centella, rusco edera e ippocastano im-
preziosito dai sali del mar morto dal grande
potere osmotico, drenante ed idratante. suc-
cessivamente si passa a un bagno vapore per
20 minuti e alla cromoterapia.
il sesto elemento - via provinciale, 2 - 24040 lallio (bg)tel. 035 201434 - ampio parcheggio
71
72
Dall’11 al 13 settembre scorso si è aperta per
il quarto anno consecutivo la festa del mosca-
to di scanzo e dei sapori scanzesi. l’evento
vuole essere una festa in onore di un prodot-
to eccellente, conosciuto in tutta italia e non
solo per la sua qualità: il moscato di scanzo.
Quest’anno, poi, la festa è quanto mai giusti-
ficata, visto che al prodotto in questione – gia
D.o.c. – è stata assegnata la Denominazione
di origine controllata e garantita. con questo
riconoscimento, il famoso vino di scanzoro-
sciate va a far parte delle 42 D.o.c.g. italiane,
diventando la quinta in lombardia.
ma in cosa consiste esattamente questa due
Moscato di Scanzo
giorni dedicata al moscato di scanzo? “si tratta
di una vetrina importante per tutte le aziende
aderenti del territorio – commenta massimilia-
no alborghetti, sindaco di scanzorosciate –; in
queste giornate di festa scanzorosciate propo-
ne con orgoglio il suo prodotto di punta con, a
corollario, tutti gli altri prodotti del territorio
scanzorosciatese. ormai è un appuntamento
molto atteso, l’anno scorso abbiamo avuto
più di 9000 visitatori”. non solo vino, quindi
ma anche atelier dell’uva, spettacoli ad opera
di artisti di strada e una camminata lungo gli
itinerari della strada del moscato di scanzo e
dei sapori scanzesi per scoprire e degustare i
di laura generali
73
74
prodotti di questa zona.
e, visto il successo delle edizioni precedenti, la
manifestazione si è riproposta con entusiasmo
anche quest’anno, portando con sé un’impor-
tante novità che riguarda la sede della festa:
“Quest’anno abbiamo
proposto la festa nel borgo storico di rosciate,
continua alborghetti. Questo per accompagna-
re alla promozione del moscato e dei prodot-
ti scanzesi anche il rilancio dei nostri centri
storici, che meritano attenzione e tutela”. e
il sindaco manifesta anche una soddisfazione
particolare per la Denominazione di origine
controllata e garantita ottenuta dal prodotto
proprio nel 2009: “la D.o.c.g. è motivo d’or-
goglio e di soddisfazione per noi. come per la
ferrari a maranello, anche per il moscato di
scanzo è necessario avere una comunità che
promuova iniziative e abbia a cuore il proprio
prodotto di punta. non è un caso che alla fe-
sta del moscato arrivino moltissime persone
anche da fuori provincia; questo sta a dimo-
strare che l’eccellenza del vino è riconosciuta
e, come tale, è motivo d’orgoglio per tutti gli
abitanti di scanzorosciate”.
per conoscere la zona e il suo vino la festa del
moscato è un’ottima occasione, ma certamen-
te visitare i luoghi di nascita e di produzione di
questo nettare vi aiuterà a capire meglio come
Moscato di Scanzo
75
76
l’impegno e la tenacia dei produttori riescano
a creare un vino così speciale. “a scanzoro-
sciate, lungo la collina che va da scanzo fino
alle coste di gavarno, vi sono scorci e luoghi
che non hanno nulla da invidiare ai migliori
paesaggi toscani, commenta il sindaco. chi
passeggia sulle nostre colline scopre una vera
e propria culla del vino esposta a sud, dove
filari di vite e boschi si intrecciano in panorami
molto belli”.
per sostenere il pregiato moscato di scanzo
esiste anche un’associazione, la strada del
moscato di scanzo e dei sapori scanzesi che
agisce per tutelare e far conoscere le eccellen-
ze di questa zona. il sindaco alborghetti ne è
il presidente e ci spiega che “la festa del mo-
scato di scanzo e dei sapori scanzesi è il cuore
dell’attività dell’associazione. ma la promozio-
ne non si esaurisce con la festa: altre iniziative
sono quelle dedicate alla cartellonistica e alla
promozione turistica di scanzorosciate
attraverso internet e non solo. il comune si
propone, attraverso questa associazione, di
sostenere e aiutare i produttori vitivinicoli nel
difficile compito della promozione commercia-
le. e credo proprio che la direzione intrapresa
sia quella giusta”.
Moscato di Scanzo
77
78
nella comunicazione familiare il dialogo,
l’ascolto, l’attenzione sono gli elementi fon-
damentali per la crescita, lo sviluppo e la
maturità dei figli. per instaurare una comuni-
cazione efficace è importante partire da una
dimensione di ascolto, prestando attenzione
alle emozioni e alle opinioni che i figli possono
esprimere.
e’ una norma di comunicazione che va costru-
ita quotidianamente, con pazienza e attenzio-
ne, cominciando dai primi scambi verbali e
non verbali.
Quando i bambini sono piccoli, sono impor-
tanti la funzione e la norma della comunica-
zione - numero di scambi, varietà di segnali,
ricchezza del linguaggio - per aiutarli a svilup-
pare il linguaggio, le competenze comunicati-
ve e l’intelligenza.
e’ fondamentale prendere seriamente quello
che dice il bambino, che ha bisogno di essere
ascoltato attentamente e non superficialmente.
l’essere sempre interrotto o criticato non gli
permette di acquisire sicurezza nei suoi stessi
pensieri e di sviluppare un buon livello di au-
tostima, ma anche, dargli sempre ragione, la-
sciarlo parlare continuamente quando ha biso-
gno di essere contenuto, non gli permettere di
sviluppare un proprio senso critico e la capacità
di interpretare in modo obiettivo ed equilibrato
un evento, una situazione, un argomento, ecc.
ComunicazioneGenitori & Figli
il sostegno maggiore è dato dall’essere ascol-
tato fino in fondo, dal sentirsi compreso, ap-
poggiato e contenuto e dalla possibilità di
confrontarsi con l’adulto quando questi ha
un’opinione diversa dalla sua.
un aspetto fondamentale della comunicazio-
ne in famiglia è l’apertura al dialogo, infatti,
è possibile uno sviluppo più armonico e sere-
no se c’è maggiore confidenza con i genito-
ri e se si creano situazioni in cui è possibile
per ognuno raccontare le proprie esperienze,
quanto accade durante la giornata; i bambini,
i ragazzi sono emotivamente più equilibrati e
socialmente maturi.
una fase dello sviluppo che mette a dura pro-
va la comunicazione fra genitori e figli sono la
fase adolescenziale. lo stato di conflitto tra i
bisogni di autonomia e di protezione dell’ado-
lescente si esprime all’interno della famiglia
attraverso nuove e diverse forme di comunica-
zione sia verbali come silenzi,aggressività ver-
bale, aumento dei conflitti, provocazioni, che
non verbali come modo di vestire e di atteg-
giarsi, rapporto con il cibo, norma di gestire
gli spazi personali.
la fase dell’adolescenza caratterizzata da
comportamenti che vanno dalla solitudine
all’irrequietezza, dal rifiuto delle regole fami-
liari (fino allora accettate) al rifiuto scolasti-
co, dalle nuove richieste ed esigenze che si
di antonio russo
79
ComunicazioneGenitori & Figli
riferiscono al desiderio di avere il motorino,
di andare in discoteca, di non avere orari da
rispettare, comporta delle irregolarità di con-
dotta nella situazione familiare, che rischiano
di compromettere in modo notevole la comu-
nicazione all’interno della famiglia.
le domande più frequenti che i genitori pongo-
no agli operatori riguardo alle situazioni diffici-
li che stanno vivendo sono:
• non riusciamo più a capire cosa vuole
• non riusciamo più a farci ascoltare
• cosa possiamo fare?
• come dobbiamo comportarci?
• come può aiutarci un esperto?
• si può risolvere il problema?
• dove abbiamo sbagliato perchè si rivolta
così contro di noi?
• perchè si comporta così?
• è colpa nostra?
• perchè i miei figli sono così diversi tra loro
quando ci siamo comportati con entrambi
allo stesso modo?
• perchè è così svogliato, testardo, irascibile,
taciturno?
• riusciremo di nuovo ad aver un rapporto se
reno con lui/lei?
• la situazione si può aggravare?
• come sarà da adulto?
la comunicazione fra genitori e figli può, quin-
di, diventare difficile, i genitori possono sen-
tirsi insicuri, poco informati, e i figli possono
sentirsi incompresi, non ascoltati, e non trova-
re argomenti da condividere con i genitori.
per i genitori è importante essere flessibili e
cambiare le norme comunicative adottate:
mantenere il rapporto maturato con il figlio
dall’infanzia rischia, infatti, di portare incom-
prensioni e continue ed esasperate richieste
e provocazioni da parte del ragazzo, con il ri-
schio di compromettere il dialogo e di rompe-
re i rapporti.
una comunicazione funzionale, posta a un li-
event80
vello condiviso permette al genitore di cono-
scere ciò che i figli sanno, i loro punti di vista,
per questo motivo l’ascolto dovrebbe essere
empatico e non giudicante, questo permette
di capire le reali richieste dei figli rispetto alle
loro conoscenze dell’ambiente circostante e ri-
spetto al sostegno che inconsciamente richie-
dono ai genitori riguardo alle loro scelte e ai
loro comportamenti.
anche nelle decisioni da prendere e nella de-
finizione delle regole è importante cercare di
mantenere un atteggiamento di negoziazione.
l’atteggiamento più efficace, in base all’età,
potrebbe essere quello di stabilire degli orien-
tamenti, dopo averli discussi, con i figli, cer-
cando di arrivare a delle regole il più possibile
condivise, senza imposizioni troppo rigide.
nella famiglia, il dialogo e il confronto rappre-
sentano, un mezzo per
creare senso di fiducia,
affetto e senso di ap-
partenenza.
parlare ai figli in modo
da tenere aperti i ca-
nali di comunicazione
permette di superare i
disaccordi.
mettersi in una posizio-
ne di ascolto può mo-
dificare molto ciò che
si vuole dire e anche il
modo di dirlo.
in questo caso l’interven-
to psicologico propone
percorsi di approfondi-
mento e miglioramento
degli stili educativi e
della comunicazione in
famiglia attraverso un
coinvolgimento attivo e
concreto.
partendo dalle situa-
zioni di difficoltà quo-
tidiana si possono in-
dividuare dei percorsi
per facilitare la comu-
nicazione nel rapporto educativo con i figli,
entrare in empatia con loro, acquisire abilità
nell’ascolto e nella riformulazione dei messag-
gi, saper esprimere i sentimenti, negoziare le
regole, la disciplina, educare alla gestione dei
conflitti.
favorire la comunicazione, l’espressione e il
confronto sulle diverse reazioni emotive (amo-
re, rabbia, insofferenza,tenerezza, frustrazio-
ne, affetto, passione, attaccamento, avversio-
ne, indifferenza, solidarietà, ostilità, ecc.) dei
singoli membri della famiglia, permette di
individuare e verificare norme alternative di
comportamento così da ampliare il repertorio
espressivo verso canali più adatti e funzionali.
vuoi saperne di più scrivi a: [email protected]
81
your magazine
anche online
www.bergamoup.it
82
Forse il masso più famoso del mondo. La stele
di Rosetta (Rosetta Stone British Museum No.
24) fu scoperta casualmente presso i residui
del tempio di Bolbitina dedicato al dio Tem
costruito probabilmente ai tempi del regno di
Nektanebus I nel 378 a.c. nelle vicinanze di
Rashid o Rosetta nel Delta Occidentale. Fu un
tal M. Broussard o Brouchard un ingegnere in
forza alle truppe francesi ed addetto ai lavori
di fortificazione di Fort de Rachid che si chia-
mava già allora Fort St. Julien, il primo nome
a cui venne attribuito il ritrovamento della ste-
le avvenuto il 15 Luglio del 1799.
In realtà non furono ne Brouchard e tanto-
meno Dhautpoul capo delle truppe del genio
francesi, ma un soldato che temiamo rimarrà
sconosciuto per sempre, a rinvenirla durante i
lavori di ristrutturazione.
Ma in sostanza a parte la paternità della sco-
perta, che in fondo ai fini della nostra storia
conta ben poco, è da sottolineare come si capì
di fatto la sua importanza venendo subito mo-
strata al Gen. Manou che decise di portarla
ad Alessandia affrettandosi a considerarla suo
bottino personale.
Che ci facevano i Francesi in Egitto?
Napoleone Bonaparte aveva pensato che per
aprirsi la strada per le Indie e quindi ai suoi
allettanti mercati, era necessario avere il pre-
dominio su tutto il Mare Mediterraneo rigoro-
samente in mani britanniche e per far questo
organizzò una imponente spedizione che partì
da Tolone il 17 Maggio del 1798 con una flotta
di 328 navi ed una forza di 25 - 30000 uomini.
Conscio delle notevoli conoscenze storiche che
si potevano attingere da tutto il mondo medio
orientale, associò alla spedizione anche 175
tra scienziati, disegnatori, storici che avevano
il compito di studiare e catalogare tutto quan-
to di utile fosse venuto alla luce nel corso della
campagna militare.
Va da se che le truppe non vedessero di buon
occhio il fatto di dover proteggere gente poco
incline alle faccende di guerra ed il grido di
“Somari e studiosi al centro!” nello schiera-
mento del famoso quadrilatero napoleonico
eccheggiava spesso nelle assolate lande de-
sertiche.
Le cose belliche non andarono per niente bene
e la sconfitta navale ad Abukir ad opera di Ho-
ratio Nelson segnò di fatto l’ inizio della fine,
con conflitto chiusosi piuttosto in fretta con il
trattato di resa firmato ad Alessandria.
I Francesi dovettero abbandonare i sogni di
gloria, ma venne loro concesso il diritto di pro-
seguire gli studi in terra egizia, il che ovvia-
mente non dispiaceva agli Inglesi.
Complesse le vicissitudini che portarono la
stele a Londra. Sembra infatti che Manou non
avesse alcuna voglia di separarsi dal “suo”
masso e di consegnarlo nonostante gli accor-
di del Capitolo XVI del Trattato di Capitolazio-
ne. Fu una lettera di fuoco del Gen. Inglese
Hutchinson, che rischiava di creare un vero
incidente diplomatico ad indurre Manou a miti
consigli ed a privarsi della stele senza troppi
complimenti. Il masso di basalto nero fu così
impachettato ed issato a bordo della fregata
“Egyptienne” sequestrata ai francesi in Ales-
sandria, raggiungendo la Gran Bretagna nel
La Stele di Rosettadi Edward Battisti
83
porto di Portsmouth nel Febbraio del 1802.
Non fu portata subito al British Museum, ma
rimase per qualche tempo nei saloni della So-
cietà delle Antichità sempre in Londra, prima
di raggiungere la sua sede definitiva dove an-
cor oggi possiamo ammirarla.
E’ costituita da una lastra di granito scuro det-
ta basalto di origine vulcanica dal peso di circa
760 kg e dalle dimensioni irregolari di 114 x
72 cm.
L’iscrizione consta di tre grafie, nessuna delle
quali completa.
14 linee in geroglifico in alto, 32 in demotico
centrali e 54 in greco alla base.
Trattasi inoltre di un iscrizione bilingue e non
trilingue essendo in realtà geroglifico e demo-
tico due varianti di una medesima lingua:l’
Egizio Antico.
Il “Demotico” (una delle lingue più difficili al
mondo da decifrare) rappresenta una variante
dello “Ieratico” o sacerdotale termine greco in-
vero piuttosto inesatto, detto anche geroglifico
Edward Battisti
Medico Chirurgo Speciali-
sta in chirurgia plastica Bo-
ard Director Associazione
Europea di Chirurgia Este-
tica.
Si dedica da anni al rin-
giovanimento facciale con
l’utilizzo di luci artificiali.
Studioso di Egittologia
(www.egittologia.net) ha te-
nuto numerose relazioni e
conferenze sul tema.
Docente e Collaboratore
della Società Egiziana di
Chirurgia Plastica.
84
corsivo, ma con una fondamentale differenza.
Mentre nello ieratico si può mantenere una
corrispondenza unitaria con il segno geroglifi-
co pur nelle varianti delle grafie, ovvero quella
dei testi ufficiali o ieratico onciale e quella dei
più rapidi trattati commerciali o ieratico corsi-
vo propriamente detto, nel Demotico o scrit-
tura popolare termine anche questo di origine
greca, la connessione si perde totalmente ed
è difficile ricondurre i segni demotici all’ origi-
nale geroglifico.
Si pensò che fosse stata scritta inizialmente in
Greco, venendo pertanto Demotico e Gerogli-
fico considerate due traduzioni, in realtà studi
più approfonditi hanno ormai accertato che fu
invece inizialmente scritta in Demotico, perché
si è visto che ne il geroglifico ne il greco rap-
presentino l’ esatto significato di molte frasi
e pensamenti dell’ articolato testo demotico,
quasi fossero sintetizzati.
Sebbene sia considerato un vero caposaldo nel
risolvere l’ enigma della traduzione dei Gero-
glifici, è giusto dire che senza le iscrizioni in
Greco e Geroglifico rinvenute alla base dell’
obelisco di File, probabilmente la sola stele di
Rosetta non sarebbe bastata, ma è indubbio
che proprio dalla scoperta del masso si die-
de il via alla vera e propria Egittologia intesa
come scienza e all’ impulso definitivo per risol-
vere il secolare enigma.
Ma di che parla insomma la nostra stele?
Le iscrizioni ci raccontano dei ringraziamenti
del potente clero sacerdotale riunitosi a Menfi,
nel nono anno del Regno di Tolomeo V Epifane
(27 marzo196 a.c.), ove viene commemorata
l’ incoronazione del Re avvenuta ufficialmente
solo all’ ottavo anno del suo regno.
Tolomeo V Epifane era figlio di Arsinoe III la
regina tolemaica di cui abbiamo parlato a pro-
posito della Vittoria Alata di Brescia in un pre-
cedente numero.
Nel testo si ringrazia inoltre il Re per alcuni
privilegi concessi a sacerdoti e soldati, per
avere costruito dei canali per permettere alle
acque reflue dell’ inondazione del Nilo di ren-
dere più fertili le terre dando benefici alla clas-
se contadina, di avere abbassato le tasse, di
avere ristrutturato ed arricchito i templi e lo si
ringraziava di avere partecipato direttamente
a tutti le cerimonie del Giubileo.
Altresì il compleanno ed il giorno dell’incoro-
nazione dovevano essere celebrati in pompa
magna e si stabiliva che nei primi cinque gior-
ni del mese di Thoth, dovesse ogni anno essere
organizzata una festa in onore del Re.
Le fasi che portarono alla decifrazione di tutto
il testo geroglifico costituiscono sicuramente
una delle più straordinarie tappe della cono-
scenza umana.
Ma chi fu il primo a decifrare i geroglifici? Fu
davvero solo Champollion a fornirne la chiave
di lettura? Chi erano De Sacy, Akerblad,Young,?
Si copiavano segretamente o erano davvero all’
oscuro l’uno degli studi degli altri? Chi era Kir-
cher, solo un ciarlatano o un fine osservatore?
E sapete che nella piramide di Cheope esiste
una lunga iscrizione in geroglifico falsa? Argo-
menti veramente complessi che cercheremo di
sviscerare nella prossima puntata.
Non perdetela!
85
I piatti nascono dalla ricerca di
ricette della tradizione romana
cucinati con passione e diverti-
mento, per fare in modo che il
cibo non sia solo nutrimento ma
sazi anche lo spirito.
www.oster ianumeroset te. it
Osteria numerosette
Cucina Romana
Osterianumerosette via Pignolo 50 - Bergamo Tel. 035 212510
Aperto tutti i giorni a pranzoLa sera dal Mercoledì al Sabato
86
Lezioni di business planSta diventando uno strumento di moda per affrontare la crisi, attrarre investitori e relazionarsi con potenziali partners.t
COS’E’ UN BUSINESS PLAN?
Il business plan consiste in una spiegazione
scritta del modello di business dell’impresa.
E’ la carta d’identità dell’azienda, attraverso
la quale si mettono per iscritto tutte le compo-
nenti di un piano imprenditoriale: dall’analisi
di mercato al progetto finanziario, dal marke-
ting alla gestione delle risorse umane.
Non si tratta di una semplice descrizione
dell’attività che si intende avviare, né di un pro-
memoria sulle principali spese da sostenere.
E’ uno strumento che assolve due funzioni fon-
damentali. La prima è quella di svolgere all’in-
terno dell’azienda un ruolo informativo e di
indirizzo nei processi di decisione in modo da
non perdere mai di vista quali sono gli obiettivi
dell’azienda e di controllarne l’andamento.
La seconda consiste nella capacità di convin-
cere gli operatori economici circa la credibilità
del business per ottenere i fondi necessari per
l’avvio delle operazioni.
Redigere un buon business plan non è un’ope-
razione agevole, non esistono regole o formule
vincenti da seguire, occorre focalizzare l’atten-
zione su determinati fattori considerati critici.
QUALI SONO LE INFORMAZIONI CHE CARAT-
TERIZZANO UN BUON “BUSINESS PLAN”?
Gli aspetti sui quali porre maggior attenzione
sono quattro:
• Le persone;
• L’opportunità;
• Il contesto;
• Rischi e vantaggi.
Quando si visiona un business plan gioca un
ruolo fondamentale la sezione dei profili pro-
fessionali.
Non stupisce il fatto che
molti investitori preferi-
scano manager i cui nomi
siano già noti. E’ meglio
dar credito a persone
con esperienza compro-
vata che a principianti, in
quanto si privilegia finan-
ziare le persone rispetto
alle idee.
Quando il team è compo-
sto da persone con un cer-
to “Know how” esistono
già le garanzie sufficienti
di Emanuele Lumini
87
per la credibilità di un certo progetto.
Può essere utile indicare se i manager abbiano
già lavorato insieme in precedenza.
Coloro che si accingono a scrivere un business
plan dovrebbero tenere in mente questa am-
monizione mentre stendono il loro progetto.
Per quanto riguarda l’opportunità una doman-
da fondamentale da porsi è se il
mercato totale del nuovo prodotto/
servizio è vasto, è in rapida cresci-
ta o entrambi i casi.
Gli investitori abili cercheranno di
scoprire i mercati virtualmente in
forte crescita quando sono ancora
all’inizio del loro sviluppo, nei qua-
li il costo di produzione è basso,
e comunque dove i consumatori
sono disposti ad elargire denaro.
Non è così semplice nella realtà
individuare tali nicchie.
Più volte la storia recente ha dato prova che,
buttarsi in nuove iniziative imprenditoriali ac-
cecati dall’entusiasmo e senza fare buoni stu-
di di marketing ha portato molte aziende a
fallimenti.
Una volta assicuratisi che tali mercati siano
allettanti occorrerà indicare rigorosamente nel
business plan questa opportunità. Se ciò non
è verificabile bisognerà giustificare come l’im-
presa riuscirà ad ottenere profitto in modo tale
da convincere i potenziali finanziatori.
Una volta analizzato il mercato di riferimen-
to occorrerà esporre dettagliatamente come
si produrrà e lancerà il prodotto/servizio sul
mercato.
Una chiave per il successo è che il prodotto sia
economicamente abbordabile per il consuma-
tore. Si possono avere anche idee geniali, ma
se la realizzazione comporta oneri elevati, il
rischio di insuccesso è probabile. In ogni caso
non è semplice sapere quale sarà la risposta
dei consumatori. Il mercato è incostante ed
imprevedibile. Quanto la gente sarà disposta a
spendere per un determinato prodotto? Anche
a questa domanda occorrerebbe trovare una
risposta.
E’ necessario creare un modello aziendale pro-
spettico che tenga in considerazione i tempi di
rientro del cash flow. E’ importante per i finan-
ziatori capire quando l’impresa acquisterà le
risorse, quando le pagherà, quanto tempo pas-
serà prima che il cliente effettui i pagamenti,
quanto capitale immobilizzato sarà necessario
per produrre profitto.
L’impresa dovrà spiegare come ampliare la
sua gamma di prodotti/servizi, come amplia-
re la clientela e l’area geografica per esempio
attraverso canali virtuali.
Un altro tema da trattare è quello della con-
correnza. Bisogna studiarla, capire quali sono
i punti di forza e quali le debolezze, come re-
agirà all’ingresso di una nuova impresa, come
neutralizzarla e batterla magari attraverso al-
leanze strategiche.
Tutte le opportunità hanno prospettive allet-
tanti ma anche svantaggi. Il buon business
plan non nasconde questi ultimi. Il fatto di
analizzare anche queste problematiche rende
il progetto stilato dall’impresa più aderente
alla realtà e gode di maggior credibilità. Signi-
88
fica che il team imprenditoriale ha analizzato
bene il mercato e questo non può che essere
un punto a favore.
Conoscere il contesto economico nel quale si
opera è indispensabile perché è prioritario per
capire come può aiutare o impedire l’attività
di business. Che leggi ci sono? Che politiche
fiscali sono presenti? In alcuni casi i cambia-
menti di qualche fattore contestuale creano o
distruggono il business. Per questo motivo il
progetto aziendale deve indicare quali saranno
i rimedi da attuare in caso di contesto sfavo-
revole .
Se il management è in grado di influire sul
contesto in maniera favorevole grazie ad ap-
poggi politici sarebbe utile indicarlo.
Un buon business plan descrive le persone, le
opportunità e contesti come fattori dinamici.
Tutti questi elementi muteranno nel tempo
ma l’importante è cercare di prevedere i rischi
e trovare soluzioni pratiche a tali problemi.
Naturalmente effettuare “ fotografie” di even-
ti futuri rappresenta una sfida, che un buon
progetto aziendale cercherà di vincere ma il
rischio non si può azzerare. Chi si porrà queste
domande, a volte scomode, soprattutto quan-
do si è in cerca di un finanziamento, avrà mag-
gior credibilità.
Un ulteriore aspetto da curare è il canale di
“Way out” .
Significa il meccanismo attraverso il quale si
programma e disciplina contrattualmente il
proprio disinvestimento (“dismissal”). Quando
dei professionisti investono preferiscono com-
pagnie che offrano un’ampia gamma di opzio-
ni di “uscita”.
La quotazione in borsa di alcune aziende crea
delle difficoltà in quanto renderle pubbliche
significa rivelare informazioni che potrebbero
danneggiare la loro posizione nei confronti
della concorrenza, anche se spesso i finanzia-
tori chiedono se l’impresa si quoterà proprio
per la facilità del disinvestimento.
Lo scopo finale del business plan è fare un ac-
cordo. E’ molto importante scegliere il partner
giusto. Un investitore esperto saprà stare vici-
no alla società e la aiuterà a risolvere i proble-
mi. Non si farà prendere dal panico rifiutando-
si di elargire denaro. Un accordo non dovrebbe
essere statico, un documento fatto una volta
per tutte che stabilisca la
disponibilità di una som-
ma di denaro. Il trucco è
trattare l’impresa come
una serie di esperimenti.
Per ogni esperimento ver-
rà creato un prototipo di
cui si verificherà l’attuabi-
lità e le risorse necessarie
per la realizzazione.
Ultimo consiglio è quello
di salvaguardare le infor-
mazioni contenute nel
business plan, facendo
firmare ai lettori del pia-
no un apposito accordo
di confidenzialità. Dimen-
ticarsi di questa piccola
clausola può voler dire
regalare ad altri un’idea
d’oro.
*Partner: www.studiolumini.it
89
90
Consulente Finanziario Indipendente Fee Onlydi Roberto Cappiello
IL dIFFICILE EQUILIBRIO FRA
PAURA/AvIdITà E RAZIONALITà
Molte scelte degli investitori, purtroppo, sono
dettate da una qualche variante del sentimen-
to di paura o di avidità. Danni enormi vengo-
no costantemente compiuti dal “desiderio di
recuperare le perdite” che rappresenta una
combinazione dei due sentimenti. La maggio-
ranza dei media che si occupa di finanza fa di
tutto per alimentare questo modo di concepire
i mercati, specialmente quelli azionari e la c.d.
“industria del risparmio gestito” sfrutta que-
sta situazione proponendo prodotti che solle-
ticano questi sentimenti (“capitale garantito”,
“double-win”, ecc.). La scelta degli investimen-
ti finanziari non avviene quasi mai all’interno
di una strategia complessiva che tenga conto
delle caratteristiche dell’investitore e dell’inter-
no portafoglio finanziario. Solitamente, quan-
do si rende disponibile nuova liquidità, si parte
alla caccia dell’investimento “migliore”. Qual
è il miglior titolo in questo momento? Qual è
il miglior prodotto in questo momento? Senza
comprendere che il “migliore” non esiste! Ma
tutto il mondo che circonda gli investitori fa
capire l’esatto opposto...
La maggioranza degli investitori rimane intrap-
polato in questa situazione che genera costan-
temente perdite rilevanti. Come uscirne? La
scelta sicuramente sbagliata è quella di nega-
re e frustrare questi sentimenti che sono cer-
tamente innati negli esseri umani. La via della
razionalità assoluta, nel campo della finanza,
è doppiamente sbagliata. In primo luogo per-
ché la materia stessa di cui stiamo trattando è
tutto fuorché razionale. Come scriveva Keynes:
essere razionali in un contesto nel quale tutto
intorno a te non è razionale è la scelta meno
razionale che si possa compiere. Affidarci alle
metodologie di asset allocation tradizionali
proposte dalla maggior parte delle istituzioni
finanziarie (media/varianza, “frontiera effi-
ciente” e tutto quel teatrino dell’assurdo che
ancora viene proposto agli investitori come
“consulenza finanziaria”) fornisce l’illusione di
avere fatto scelte razionali, ma espone a de-
lusioni ancora più cogenti perché avvenute a
seguito di un lavoro che sembrava essere “lo
stato dell’arte della finanza”. Per la maggior
parte degli investitori, specialmente quelli con
portafogli finanziari non enormi (diciamo sot-
to il mezzo milione di euro tanto per capirci),
la strada più sensata per uscire dalla trappola
della paura/avidità è quella della pianificazio-
ne finanziaria e quindi la definizione precisa
degli obiettivi di vita collegati ad esigenze fi-
nanziarie. La paura e l’avidità si combattono
molto meglio quando non si ragiona in termini
di percentuale di rendimento, ma in termini
di “quanti soldi servono per...” far studiare i
91
Consulente Finanziario Indipendente Fee Only
figli, andare in pensione, acquistare la casa,
ecc. Inquadrato nel contesto di una più ampia
pianificazione, il portafoglio finanziario acqui-
sisce finalmente la funzione che deve avere:
uno strumento per raggiungere degli obiettivi.
Il denaro è (o dovrebbe essere) un mezzo, non
un fine! Gli investitori potrebbero fare da soli
un abbozzo di pianificazione finanziaria inve-
stendo un bel po’ di tempo nello studio del-
la materia, ma certamente la nascita di una
classe di professionisti in grado di fare questo
genere di consulenza costituirebbe un enorme
vantaggio non solo al singolo investitore ma
all’intera società. Se la pratica della pianifica-
zione finanziaria fosse correttamente diffusa
presso la maggior parte degli investitori, i be-
nefici in termini di ottimizzazione delle risorse
economiche per la società sarebbero enormi.
Purtroppo siamo ancora molto (ma molto!) di-
stanti da questa concezione. Le stesse norme
giuridiche concepiscono la consulenza finan-
ziaria come quell’attività volta a “fornire racco-
mandazioni, adeguate al singolo cliente, a ven-
dere, acquistare o detenere specifici strumenti
finanziari”. Un recentissimo studio pubblicato
sul sito della Consob (Quaderni di Finanza n.
64 – Luglio 2009 - “Le scelte di portafoglio de-
gli investitori retail e il ruolo dei servizi di con-
sulenza finanziaria”) propone un quadro della
consulenza finanziaria in Italia aberrante, a
nostro modesto modo di vedere. Nello studio
si afferma che “quasi i 2/3 delle famiglie di-
chiara di avere un consulente finanziario ma
è possibile stimare che solo il 20% circa delle
famiglie riceve effettivamente servizi di consu-
lenza”. La situazione, purtroppo, è molto più
drammatica. La percentuale di famiglie che
ricevono un servizio vero di consulenza finan-
ziaria è da prefisso telefonico: lo zero virgola
qualcosa, altro che 20%. Circa il 20% riceve
proposte di vendita di prodotti finanziari, ven-
dita che può essere abbinata o meno a forme
92 SN ADVERTISING di Nadia Scotti - SHOW ROOM in via S. Bernardino, 42/A Bergamo - Tel. 035.2815394 - www.snpubblicita.it
di consulenza strumentale.
A pagina 11 dello studio, al paragrafo “La
diffusione dei servizi di consulenza fra gli in-
vestitori retail”, lo studio si avvale di una ri-
cerca condotta dalla società GfK Eurisko su
un campione rappresentativo di 2.500 fami-
glie italiane. Il campione è stato suddiviso in
4 categorie classificate sinteticamente come:
“nessuna consulenza”, “consulenza passiva”,
“consulenza generica” e “consulenza attiva”.
Nella categoria “consulenza attiva”, la ricerca
ripresa dallo studio della Consob vi fa rientra-
re le famiglie che dichiarano di avere ricevu-
to almeno una proposta di acquisto relativa
a specifici strumenti o prodotti finanziari dal
consulente di fiducia nei 12 mesi precedenti
l’intervista. Questa situazione, definita come
“consulenza attiva”, costituisce – secondo lo
studio Consob - probabilmente la proxy più vi-
cina al servizio di consulenza in senso stretto
come definito e disciplinato dalla MiFID, per
quanto non si abbiano informazioni circa il fat-
to che le raccomandazioni o le proposte siano
state presentate come adatte al profilo della
famiglia.
Ma come? Fare una proposta di acquisto di
strumenti finanziari in 12 mesi rappresente-
rebbe una buona approssimazione del servizio
di consulenza finanziaria? Ma stiamo scher-
zando?
Purtroppo, no. Non stiamo affatto scherzando
e questa è la situazione reale in cui viviamo.
Non resta che auspicare che presto possa dif-
fondersi una vera e propria classe di liberi pro-
fessionisti che propongano reali attività di con-
sulenza finanziaria e non vendite di prodotti
finanziari abbinate a consulenza strumentale.
Studio Cappiello, Via fratelli Lechi 13
25121 Brescia - Tel/Fax 0305030934.
www.studiocappiello.it
Il dott. Cappiello è delegato Aduc per Brescia
93SN ADVERTISING di Nadia Scotti - SHOW ROOM in via S. Bernardino, 42/A Bergamo - Tel. 035.2815394 - www.snpubblicita.it
94
Appena addentrata dietro le quinte, ho avuto il
piacere di incontrare Michele Oggioni, il diret-
tore generale3, che si è gentilmente offerto di
accompagnarmi nella nuova sede della rivista
in via Casalino.
Quella sera sull’agenda scrissi: “Ormai manca
solo la targa fuori; i muri sono stati fraîchement
peints4 e i mobili montati con ben un giorno
di anticipo. I colori caldi e sobri, e l’ambiente
luminoso rendono gli uffici accoglienti benché
ancora spogli. Solo l’eco persiste, nell’attesa
che Alessandro Di Miceli prenda posto per oc-
cuparsi della grafica, che i due Matteo riem-
piano lo spazio con i loro scatti, e che l’uraga-
no Max continui a comunicare.”.
Era il 9 giugno mancavano ancora tre giorni
al D Day così abbiamo approfittato di un mo-
mento di tregua tra due impegni per raccon-
1Alto, snello e dalla criniera corvina, con i suoi modi disinvolti e scherzosi, Max è un vero uragano che vola da una meta all’al-tra con la sua Smart e risponde e/o passa una decina di telefonate in meno di mezz’ora.2Dietro le quinte di Bergamo up (preferisco la versione francese - che è la mia lingua madre - solo perché “tra le quinte” mi sembra meno carico di promesse da mercanti: leggete signore e signori che vi sveleremmo i segreti di...) 3Sembra molto pacato a fianco a Max. Discreto per natura, o per necessità, Michele mi odierà per queste parole spese su di lui, ma son côté intègre lo spingerà a rispettare la libertà d’espressione ne sono sicura. 4Appena stati tinteggiati.
tarci. Quando ho saputo che l’idea di esporta-
re Brescia UP - rivista nata due anni fa con una
tiratura di 15.000 copie mensili - è nata all’in-
domani di San Valentino, a me, inguaribile ro-
mantica, è subito sembrato di buon auspicio.
Avrei voluto saperne di più del numero zero,
ma nulla è trapelato; era una sorpresa! Ab-
biamo dunque parlato dei contenuti, dell’ob-
Dans les coulisses de Bergamo UP .
“Non vi siete mai chiesti cosa ci fosse dietro una finestra? Per me è un’ossessione. Ogni volta che la
fretta non guida i miei passi, i miei occhi scrutano i palazzi alla ricerca di qualche attimo di vita. Adoro
quando questi rettangoli trasparenti, grandi e piccini, diventano palcoscenici sui quali appaiono attori di
una dimensione - il presente - che è anche mia, ma di cui, fino a qualche secondo prima, non sospettavo
neanche l’esistenza; o protagonisti divenuti familiari per averli osservati più volte, ma la cui realtà mi
sfugge.” Così iniziavo il mio primo libro un paio di anni fa, quindi capirete perché dopo aver cono-
sciuto Massimiliano De Stefano1 al vernissage della mostra di Antonella Massa non ho resistito al
suo invito a partecipare alla serata di presentazione del mensile Bergamo UP.
Ma siccome da cosa nasce cosa, ancor prima del fatidico 12 giugno, ci siamo ritrovati nel suo
ufficio a parlare di un’eventuale collaborazione per creare uno spazio nel quale sarei stata libera
di passeggiare sul “palcoscenico” della quotidianità, alla scoperta di “attori” protagonisti o no.
Come tutti m’intrigano gli scheletri negli armadi e le scoperte spettacolari, ma non solo. Anzi,
l’essenza dietro l’apparenza, l’uomo dietro il personaggio... insomma la dimensione “normale”
delle persone, quella appunto dietro le quinte, ecco cosa mi affascina veramente.
Detto questo la prima tappa in questa nuova avventura non poteva essere che una passeggiata...
2
di Maryline JM-W
Maryline JM-W
95
biettivo di diventare un’opportunità per valo-
rizzare le aziende locali di qualità, le iniziative
e la gente che con il suo operato contribuisce
a rendere Bergamo e la Bergamasca speciale.
Ho sorriso pensando che avevamo qualcosa in
comune: l’attaccamento a questa terra. Altro
buon auspicio. Non fraintendetemi, non sono
superstiziosa, bensì fermamente convinta che
esistano dei segni esteriori della strada da per-
correre e una vocina interiore che, se sappia-
mo ascoltarla, ci sussurra dove cercarli.
Detto l’essenziale5, ci siamo messi d’accordo
per i giorni a venire; dalle bozze del grafico ai
gadget che sarebbero stati distribuiti il giorno
del grande lancio, volevo vedere tutto.
Quando finalmente arrivò le jour J6, nella piaz-
za cittadina delle grandi occasioni, alle 19 un
venticello fresco accoglieva gli ospiti. Amici
venuti da Brescia, da Bergamo e dei dintorni,
soci, artisti e donne che sfoggiavano vestitini
leggeri per il piacere degli occhi; c’erano tutti.
Lenta per natura, amo prendere possesso con
gli occhi del luogo, dell’atmosfera, prima di
andare verso le persone. Così mi sedetti in
un angolo e lasciai il mio sguardo perdersi in
mani che vigilavano all’ingresso mentre altre si
stringevano. Mani che animavano la serata con
5Il resto passa a pelle. Michele è di poche parole ma emana una piacevole sensazione di forza tranquilla. Tuttavia non lasciatevi ingannare, tranquillo non vuol dire inattivo, anzi. Infatti un suo progetto d’inchiesta sulle truffe delle banche a danno dei clienti dimostra uno spirito combattivo que j’adore.6Chissà se in italiano quel famoso D day, o jour J - che si riferisce al grande giorno, il 6 giugno 1944, quando gli alleati sbarca-rono in Normandia durante la seconda guerra mondiale - viene tradotto in giorno G? Devo chiedere perché non ho mai sentito quest’espressione.
96
un sottofondo musicale e altre che parlavano,
mangiavano o bevevano.
Poi mi persi tra la folla per andare incontro a
chi conoscevo e a chi avrei conosciuto quella
sera. E di nuovo mi isolai per gustarmi altre
mani. Mani in dolce attesa, mani che svelaro-
no la neonata rivista, altre che la sfioravano e
mani che tagliarono le torte mentre le mani
dei due Matteo immortalavano la serata.
Dopo più di quattro ore e mezza di festa, quan-
do ancora si sciabolavano bottiglie di spuman-
te, mentre altri provavano la Fiat 500 Watt, mi
congedai. Je suis plus coq que hibou7.
L’indomani mi sedetti comodamente sul di-
vano e percorsi il numero pilota di Bergamo
UP. Come in tutte le vere riviste trovai repor-
tage, interviste su protagonisti della finanza,
del commercio e dello spettacolo insieme a,
purtroppo, tanta “anima del commercio”, ma
questo è inevitabile, anzi è addirittura buon
segno. Tuttavia, benché simile è vero a quello
che si trova sul mercato, mi colpì l’originalità,
la ricerca della grafica e la scelta del bianco e
nero... come per illustrare la filosofia della ri-
vista svelata ai lettori in queste parole dell’edi-
toriale: “Pur senza aver particolari mezzi a no-
stra disposizione, [siamo] animati soprattutto
da grande voglia di fare [...].”
Così sospirai, e chiusi la nuova testata conten-
ta di avere accettato questa collaborazione.
Consapevole che solo il confronto apre gli oriz-
zonti, i giorni che seguirono mi rivolsi ad amici
e conoscenti per sapere la loro opinione, per
ricevere suggerimenti. “Bergamo avrebbe bi-
sogno di una rivista che non fosse schierata,
che non avesse per obiettivo semplicemente
l’autoincensamento di pochi”, mi risposero
all’unisono. Quindi sottoposi queste parole e
il progetto del salottino UP a Michele e a Max.
Ed è con piacere che li sentii confermarmi la
loro intenzione di fare di Bergamo UP una rivi-
sta che promuoverà la cultura e il dibattito.
Quindi, come si dice dalle mie parti,
à bon entendeur, salut8.
7Sono più gallo che gufo. Ossia sono più operativa al mattino che la sera.8A buon intenditore, arrivederci (poche parole). Nata nel XVII secolo quest’espressione è un invito alle perso-ne che hanno colto il senso delle parole dette di agire e reagire. In questo caso è anche un invito a scrivermi, se ave-te delle quinte da svelare. Quindi vi lascio il mio indirizzo e-mail: [email protected]. E, per i più curiosi, le quin-te di chi vi scrive le trovate sul blog del mio libro che si diverte a raccontarmi: http://milemary.blogspot.com/.
97
98
Salottinovirtuale
Sofà e poltrone ricoperti di un caldo cuoio in-
vecchiato. Un odore di libri vecchi e di qualche
prelibatezza che cuoce in cucina. La luce sof-
fusa di poche candele.
E voci di uomini e di donne perse in piacevoli
conversazioni, con i rumori delle carrozze sui
ciottoli in lontananza...
Chi non ha letto o sentito parlare di
quei salotti culturali più o
meno prestigiosi.
Personalmente
ho sempre so-
gnato di sedermi
un po’ in dispar-
te in uno di essi e di
restar lì ad ascoltare pensieri
ed opinioni che si confrontavano.
Devo dire tuttavia che più che le coffee-house
- nate in Inghilterra verso il ‘600 dove le clas-
si più abbienti discutevano di problemi attinenti
allo stato e alla situazione politica dell’epoca -,
m’intrigano les Salons nati il secolo dopo in
Francia sull’onda delle teorie dell’illuminismo.
Non per mero sciovinismo come qualcuno di
voi sta già pensando, ma perché vi si discuteva
di scienza, letteratura e politica, favorendo lo
sviluppo culturale e la nascita di una critica
sociale, del libero pensiero.
Sospiro. Qualcuno dice che sono solo una so-
gnatrice. Può darsi.
Ma quando Michele ha espresso il desiderio
di dare a questa rivista un taglio diverso, mi
sono detta: “Ora o mai più”. Così, ho chiesto
1Per commenti e suggerimenti vi lascio il mio indirizzo e-mail: [email protected].
pareri e consigli ad amici e sconosciuti, e con
mille idee in testa sono tornata da chi a questo
punto aveva il potere di realizzare il mio sogno.
Ed eccoci qui.
Il salottino virtuale vuol essere un appuntamen-
to mensile con habitués e ospiti occasionali, in
cui ognuno di loro avrà il suo spazio. L’obiet-
tivo oggi come allora è di creare un’occasione
di confronto e di scambio sugli argomenti più
vari e disparati possibili. Dalla scienza, all’arte
passando per la finanza o la natura e i piaceri
della gola, nulla e nessuno è escluso. Mi rendo
conto che la virtualità dell’incontro differirà nel
tempo commenti e reazioni eventuali1 , ma, se
non sbaglio, si dice che l’attesa aumenti il de-
siderio, quindi...
Prima di lasciare la pa-
rola a nomi illustri,
meno illustri e
non ancora illu-
stri della nostra
terra (mia per
adozione), vor-
rei ringraziare di
cuore ognuno di
loro per averci conces-
so la loro fiducia, accettando
con entusiasmo il nostro invito a questo pri-
missimo salottino virtuale.
Sporte
Natura
Architetturae
Satira
Fotografiae
Critica sociale
Arte e
Filosofia
Poesiae
Letteratura
Economiae
Società
Teatroe
Cinema
di Maryline JM-W
99
Salottinovirtuale
Sporte
Natura
Architetturae
Satira
Fotografiae
Critica sociale
Arte e
Filosofia
100
“Se una moneta tu mi dai e se una moneta io ti dò, con una moneta per ciascuno resteremo. Ma
se un’idea tu mi dai e se un’idea io ti do con due idee per ciascuno resteremo!”
Anonimo
1 Vignettista, Vilfred Moneta, ha collaborato satiricamente per il blog di Beppe Grillo, e per lui ha inoltre realizzato lo storico simbolo del primo V-DAY.Insieme allo scienziato Stefano Montanari ha realizzato “Il Futuro Bruciato” (come ci stanno incenerendo il pianeta e la sa-lute) per le Edizioni Creativa. Senza dimenticare diverse collaborazioni con periodici e quotidiani nazionali, e alcune mostre satiriche. http://www.monetalbum.splinder.com/
Parola alla Satiradi Vilfred Moneta1
101
102
di Enrico Lovera1
Per qualcuno l’arrivo dell’autunno vuol dire
Oktoberfest… parola che evoca immediata-
mente l’immagine di enormi boccali di birra,
canti e abiti folkloristici bavaresi, abbondanti
mangiate e giri, giri… di giostra, reali e/o “vir-
tuali”.
Ma che cos’è questa festa? Da dove nasce?
L’Oktoberfest per antonomasia, quella di Mo-
naco di Baviera, ha origine storiche ben do-
cumentate. Correva l’anno 1810, il mese di
ottobre per l’appunto, il giorno 12 per essere
precisi, quando Sua Altezza il Principe erede
al trono Ludwig I di Baviera prese in sposa la
Principessa Therese di Sachsen-Hildburghau-
sen e festeggiò le nozze con una grande ce-
rimonia che si svolse sull’enorme prato detto
“Wiese” alle porte della città di Monaco. Alla
festa, che durò 5 giorni, furono invitati tutti gli
abitanti della città e il clou dei festeggiamenti
1Esperto degustatore ha tenuto vari corsi di degustazione in Italia (e anche dalle nostre parti, nel 2008 era a Lallio) e all’este-ro, ed è l’autore della storia della birra per la Guida alle birre d’Italia 2009 ed. Slow Food Editore
Parola alla Birra
fu una spettacolare corsa di cavalli. E la birra?
Naturalmente si presume che sia stata consu-
mata abbondantemente durante i festeggia-
menti! Dato il successo popolare, negli anni
successivi la celebrazione fu replicata ed arric-
chita, aggiungendo via via altre attrazioni:
inizialmente una gioiosa festa agricola (1811),
poi semplici giostre ed altalene (1818), quindi
tendoni, sempre più grandi, dove consumare
la birra tipica di Monaco.
Quest’anno si svolgerà la 176° edizione
dell’Oktoberfest, diventata man mano la festa
pubblica più grande del mondo, con circa 6 mi-
lioni di visitatori (inclusi i bambini) ed un con-
sumo di altrettanti milioni di litri di birra. Solo
6 birrifici, tutti operanti nella municipalità d
Monaco, possono servire le loro birre durante
la festa, ognuno nel rispettivo padiglione, det-
to “Bierzelte”: Löwenbräu, Hofbräu, Paulaner,
103
Spaten, Hacker-Pschorr e Augustiner. A parti-
re dal 1950, alle 12:00 in punto del giorno di
inaugurazione, la festa ha inizio con l’apertura
della prima botte di birra, al grido di: “O’zapft
is!” che significa in bavarese: “È stappata!”. E
poi si va avanti per 2 settimane…
Ma che birra si beve all’Oktoberfest? Tutti i
birrifici, pur nel loro “stile” di casa, servono
la stessa tipologia denominata “märzen”. Si
tratta di una birra a bassa fermentazione, di
colore oro carico fino all’ambrato con tenore
alcolico tra 5,5 e 6 %; il gusto è tipicamente
dolce, di malto leggermente tostato.
Perché il nome “märzen” per una birra be-
vuta a “oktober”? Quando il freddo artificiale
non era ancora stato inventato (grazie a Carl
Von Linde nel 1871), la produzione di birra,
in area centro europea, veniva tradizionalmen-
te interrotta tra aprile e settembre, giacché le
alte temperature estive non consentivano una
fermentazione controllata: nel mese di marzo
(märz in tedesco) si produceva l’ultima birra
della stagione, più forte di quelle normali in
quanto doveva conservarsi fino a fine settem-
bre; a inizio ottobre le vecchie scorte potevano
essere finite e la nuova produzione ricomincia-
va regolarmente. Questo pare essere il vero
motivo storico di tante “feste della birra” ce-
lebrate tra fine settembre e inizio ottobre in
ambito germanico e non solo, non legate certo
al lieto evento di Ludwig e Therese.
Per chi non vuole immergersi nella festosa
bolgia di Monaco, si consiglia di degustare le
seguenti birre bergamasche ispirate, in modo
più o meno stretto, allo stile tradizionale delle
birre bavaresi: la Francy prodotta a Ponte San
Pietro da Maspy, le birre del birrificio Mai Visto
di Sedrina oppure le ELAV di Pagazzano.
Prosit!
104
Parola alla Fotografiadi Maurizio Buscarino1
… C’è un forte odore di zolfo. Il sentiero è se-
gnato da luci di wood che ci permettono di
vedere in maniera intuitiva e di percepire le di-
stanze. Ognuno dei presenti vede gli altri solo
in quel modo tipico e spettrale dell’ultra violet-
to fosforescente degli occhi e dei panni bianchi
che riflettono la luce nera del wood, facendo
tutto il resto ancora più nero. [...]
Mi rendo conto solo adesso che Laura si è
spogliata e ha davvero intenzione di entrare
nell’acqua.
Intorno alle vasche ci sono molte persone, che
guardano chi si immerge lentamente e tutto è
pacificamente surreale. Sulle acque nere gal-
leggiano lettere luminescenti di parole della
Bibbia e del Vangelo: parlano del Battesimo
e, però, forse per l’odore un po’ infernale di
zolfo, si inclinano verso un rito pagano.
Tento di scattare qualche immagine appog-
giando la macchina, aprendo l’otturatore per
trenta secondi o un minuto, un tempo che
equivale all’eternità. So bene che con questo
tempo di esposizione, tutto ciò che è fermo
lascerà una traccia sui sali d’argento della pel-
licola, ma tutto ciò che si muove, che transita,
non potrà permanere: non si vedrà, non esiste-
1 Nato a Bergamo il 7 Maggio 1944. Dal 1973 percorre come fotografo il “territorio” del teatro, da quello europeo a quello americano e orientale. La sua opera è un imponente lavoro sul teatro contemporaneo e, allo stesso tempo, una tenace e singo-lare rappresentazione della sua visione del mondo. Fra i suoi ultimi libri: “La giornata libera di un fotografo” ed. Titivillus, dal quale è tratto questo brano; “Kantor”, Leonardo Arte, Milano, 2001 e “Il teatro segreto”, Leonardo Arte, Milano, 2002.
rà nella fotografia.
Questo fatto deve avere una relazione con quel
principio di indeterminazione di Heisemberg
per cui un corpuscolo, ma anche un corpo, se
osservato come corpo non rivela la sua natura
ondulatoria, il suo movimento, la sua vitalità;
invece, se guardato nel movimento come onda,
come raggio di luce, non manifesta più la sua
natura corpuscolare, quella che comunemente
chiamiamo natura fisica. Se osserviamo la ma-
teria non vediamo l’energia che la esprime, e
viceversa. Questo principio, formulato
negli anni venti a proposito dello studio del
comportamento di certi elettroni sparati con-
tro uno schermo
fosforescente - che oggi si chiama televisione -
ha aperto dovunque e a catena crepe profonde
sulla possibilità di arrivare a una conoscenza
definitiva e certa della realtà, e non solo nella
scienza, generando, o forse già esprimendo,
quello che conosciamo come il relativismo del-
la cultura contemporanea, ma
anche del nostro modo di sentirci al mondo. Si
è scoperto che il processo conoscitivo modifi-
ca la realtà che vuol conoscere: si è scoperta
la categoria dell’incertezza.
105
Non si può più considerare il mondo esterno
come indipendente dall’individuo che lo esplo-
ra e lo attraversa.
Il gesto della fotografia, un atto conoscitivo che
nasce un secolo prima, nelle ultime propaggini
dell’alchimia, è ancora un tentativo di afferrare
la realtà per trattenerla: per cogliere l’imma-
gine della farfalla, la fotografia deve bloccarla
nel suo movimento, ma, per quanto lo faccia
delicatamente, la ucciderà. La fotografia agi-
sce attraverso la categoria del certo: isola i
punti, i corpuscoli del movimento, dell’onda
vitale, trattenendoli ma mostrandone la morte
interna. Con la fotografia l’uomo ha creduto,
per un momento, di aver conquistato un elisir
di certezza e, invece, scopre che dentro la re-
altà, afferrandola, c’è un annuncio di morte e
di separazione.
Poi il cinema, con un inganno, un trucco, è tor-
nato più tardi a riunire e ricomporre i punti
separati dell’onda, mostrandoli uno di seguito
all’altro, ricostituendo la sintassi del movimen-
to e della vitalità, rimettendo in moto la per-
cezione del reale attraverso l’illusione, luogo
della categoria dell’ovvio e anche della favola.
Femminea, Laura si bagna lentamente e si
appoggia al ciglio della piscina, Stefano sta
seduto all’asciutto accanto a lei. Ho spiegato
che devono stare fermi fermi, come dei sassi.
Mentre armeggio per inquadrarli, un giovanot-
to stanziale che sta dall’altro lato della vasca
vuol tentare l’approccio con Laura, la fanciulla
che si immerge.
Lo stanziale si rivolge a me, con un fare un po’
sbruffone, e mi fa: - Che ddici, fotografo, me
butto su Laura? Poi me mandi la foto! -.
Nell’inquadratura c’è anche lui. Gli vedo solo i
denti, gli occhi bianchi e il brillio di una croce
sul petto, ho un momento di esitazione ma,
crudele, gli dico: - Buttate! -.
E mentre lo stanziale lentamente fa l’alligato-
re verso Laura, io faccio partire l’otturatore. Il
tempo è partito, comincio a contare, Laura e
Stefano immobili mi guardano, il corpo scuro
del giovanotto che avanza nell’acqua è l’indica-
tore ondulatorio ma invisibile della progressio-
ne del tempo. Arrivato, emerge come un fauno
scuro davanti a Laura; lei immobile continua a
fissarmi, mentre io fisso lei; lui la guarda,
si gira verso di me e poi ancora verso Laura,
molte volte, mentre io sto sempre fisso col dito
sull’otturatore, perché il tempo si compia. Pen-
so abbia avuto un vago sentore di follia perché,
inquieto, dice qualcosa che non capisco, si im-
merge e va via.
106
Parola alla Criticadi Marco Nodari1
Premetto che sono nato a Bergamo e che ho
sempre amato questa città nonostante alcune
mie esperienze mi abbiano portato a pormi
dei perché rimasti senza risposta.
Da quando la Lituania è diventata una secon-
da patria in cui trascorro metà della mia vita
quello che più mi meraviglia è che la Mia Città
è famosa nel mondo, grazie ad alcuni Berga-
maschi, ma sembra che nessuno lo sappia! Un
giorno mi trovavo a Vilnius e su un giornale
locale, a caratteri cubitali, leggo Truffaldino da
Bergamo - spettacolo teatrale. Incredulo di tro-
vare Arlecchino, nota maschera bergamasca,
così lontano da casa, ho voluto andare a vede-
re la rappresentazione. Con grande meraviglia
non sono riuscito a trovare posto nonostante la
compagnia si esibisse per ben due settimane
intere.
Pensando ad uno sbaglio sono andato a con-
trollare di persona; rimasi scioccato nel vedere
la ressa che vi era per entrare.
Da allora dentro di me un pensiero malinconi-
co permane: nessuno è profeta nella propria
terra, soprattutto a Bergamo,ma Perché?
Ho trovato veramente tanti Bergamaschi famo-
si nei paesi dell’Est, ma pochi di loro ricono-
sciuti nella città dove sono nati. E purtroppo è
così ovunque. All’indomani della perdita del re
della pop mi viene in mente un altro esempio.
Quanti fra noi sanno che Michael Jackson ave-
va commissionato dei calzini per la sua pros-
1Consulente per lo sviluppo dei rapporti economici e culturali tra l’Italia e la Lituania presso il consolato lituano di Milano ele aziende.
sima tournée al calzificio Bresciani di Spirano?
Pochi penso, anzi pochissimi.
Perché? Perché lo star system conosce il calzifi-
cio Bresciani e noi no?
Perché le istituzioni non valorizzano i Grandi
del costume, dell’architettura, dell’ingegneria,
della meccanica, della tessitura, della musica
o altri che fanno della nostra terra una terra
ricca e apprezzata da tanti nel mondo... ma
non dalla propria gente?
Ogni giorno, anche per il lavoro che svolgo, mi
chiedo perché Bergamo non si apre di più al
turismo culturale internazionale, specialmente
con i Paesi dell’Est. Ci sono stati diversi tenta-
tivi da parte di varie associazioni, invano. Per
darvi un esempio, quando in occasione del-
la settimana della Lituania sono arrivati due
ambasciatori della cultura Europea, nessuna
carica istituzionale, anche se preventivamente
avvisata, li ha accolti. Perché?
Con il presidente dell’associazione Eventi
d’arte di Sant’Omobono, Antonio Sanfilippo, li
abbiamo portati a visitare Bergamo e la Valle
Imagna. Sono rimasti piacevolmente colpiti.
Erano sinceramente curiosi di vedere i luoghi
natii di diversi personaggi che conoscevano,
ma che per la maggior parte sono
sconosciuti ai Bergamaschi. E di nuovo questa
domanda piena di rammarico, perché?
?
107
108
Un tavolo per dueRistorante A Modo1
Il posto è carino, poco oltre l’Hotel San Mar-
co sulla strada che porta in città alta. Diversi
tavoli all’aperto, in un’area non affollata e con
il rumore del traffico non troppo vicino. Anche
l’interno è grazioso, con cucina a vista, colo-
ri caldi, e arredamento funzionale ma non di
bassa lega. Qua e là, dei pennuti in ferro bat-
tuto hanno sostituito dei porcellini argentati,
che per la verità preferivo.
Il servizio è da lodare, gentile più che sempli-
cemente cortese. L’attenzione ed il buonumo-
re del personale fanno partire bene la serata.
Ci provano a guastarla, naturalmente, le zan-
zare: così son fatte le donne, che lei chiede
dell’Autan. Mi oppongo, in silenzio, alla richie-
sta, preannusando l’orrendo aroma chimico
che ammazzerà ogni profumo e sapore, ma
per fortuna il molesto ingrediente non c’è. Lei
se ne duole, io son contento: forse ciò dipende
anche dal fatto che le zanzare preferiscono le
APPASSIONATO DI CUCINA, MEMBRO DI UN’IMPORTANTE ACCADEMIA GASTRONOMICA, QUAN-
DO PASSA PER BERGAMO, CERCA UN BUON LOCALE PER PASSARE UNA SERATA CON LEI.
Ricordiamoci di
prenotare la prossima
volta, così mangiamo
in terrazza. Ti dirò, non mi
dispiace neanche
mangiare davanti alla
cucina a vista...
1Viale Vittorio Emanuele, 19 – Bergamo. Tel.: +39 035 210295
donne, vuoi che abbiano buon gusto, vuoi che
trovino più spazio d’atterraggio disponibile.
Bene, cominciamo: il menu è chiaro e presenta
piatti apparentemente saporiti, moderatamen-
te creativi. C’è un piccolo inciampo sul vino,
arrivando il cameriere senza lista a proporre
qualche banalità, tipo “fermo o mosso”, e an-
cora “Chardonnay o Pinot Grigio”. Ecco final-
mente la lista: potrebbe essere più pienotta
ma, senza cercare stranezze, un Greco di Tufo
di buon livello ad un prezzo ragionevole lo si
trova.
Ordiniamo tagliolini al nero di seppia con
scampi, e intanto arriva un gradito, impre-
visto, piattino con una sorta di panzanella,
che spezza l’attesa. Non male anche la cesta
pane/grissini/focaccine, che in molti ristoranti
grida vendetta.
Il locale all’interno non è rumoroso, si può
chiacchierare in santa pace, all’esterno i tavoli
109
sono un po’ più pigiati. Ecco dunque i tagliolini,
dopo un’attesa non esagerata. Qualifichiamoli
così: delicati, che è come dire gradevoli ma di
poca personalità. Il nero di seppia è incorpo-
rato nella pasta, che sarà più coreografico ma
in quanto a sapore, niente a che vedere con
un sugo espresso. Di secondo ordiniamo una
tartare di manzo, ed degli involtini di salmone
e melanzane. Discreta la prima, anche se riten-
go sia sempre buona norma accompagnarla
con un’insalatina, che non c’è, e consultare il
cliente sul condimento al di là del rituale “con
l’uovo o senza ?”. Buono, croccante, saporito
i secondi, che dà un po’ di vivacità ad un pro-
dotto, il salmone appunto, a forte rischio di
piattezza.
Dessert: una cosetta con nome strano in cui
c’entra la pesca per me, e un po’ di frutta ri-
mediata dopo articolata discussione per lei
(avete mai visto una donna a cena riuscire a
ordinare “solo” qualcosa che c’è nel menu ?).
Potabili ed innocue entrambe.
Poi, il conto, che quando come in questo caso
arriva dopo una cena piacevole ma non entu-
siasmante può far la differenza: 60 € procapi-
te, nessuno scandalo ma un po’ tanto per una
serata di buon livello ma senza acuti.
Tirando le somme: in altre circostanze il menu
ci aveva soddisfatti di più, ma la disponibilità
del personale, e la sensazione che comunque
si tratti di un locale complessivamente di uno
standard sempre accurato e professionale ci
spingeranno comunque a ritornare. Una pota-
tina al conto (molto più contenuto, come ovvio,
a pranzo), in sintonia con la concorrenza più
illuminata, non guasterebbe, di questi tempi.
Mr. Pink
110
EVENTI:LA DOLCE VITA
111
EVENTI:LA DOLCE VITA
event
112
12 giugno 2009: si festeg-gia l’inizio di un’avventura. È l’avventura di BergamoUp, il nostro nuovo mensile che, lo scorso giugno ha festeg-giato il suo primo numero. La pubblicazione nasce da BresciaUp, edito dalla Pub-blizeta di Emanuele Zarcone e già una realtà affermata sul territorio bresciano da oltre
Benvenuto BergamoUp
113
114
due anni. Il 12 giugno tutto lo staff dei due mensili era riu-nito al Caffè Colleoni di Ber-gamo per dare il benvenuto al nuovo nato: dall’editore Emanuele Zarcone, al gene-ral manager Michele Oggioni, al direttore responsabile del-le due testate Luca Marino-ni fino a tutto lo staff che ha reso possibile il numero zero: giornalisti, fotografi, grafici ol-tre a una serie di amici e col-leghi che hanno contribuito in modo detrerminante alla rea-lizzazione di BergamoUp. La
Benvenuto BergamoUp
EVENTI:LA DOLCE VITA
BERGAMASCA
115
EVENTI:LA DOLCE VITA
BERGAMASCA
116
serata si è svolta tra brindisi e spettacolo, tra torte giganti ed artisti in piena attività. E tutti ovviamente hanno porta-to con sé il primo numero di BergamoUp, la prima tappa di una grande avventura.
Benvenuto BergamoUp
EVENTI:LA DOLCE VITA
BERGAMASCA
117
EVENTI:LA DOLCE VITA
BERGAMASCA
118
Benvenuto BergamoUp
EVENTI:LA DOLCE VITA
BERGAMASCA
119
EVENTI:LA DOLCE VITA
BERGAMASCA
120
Benvenuto BergamoUp
121
event122
Da Cuba a Londra, con
una tappa a Brescia.
L’artista habanera Ma-
gali de La Cruz è stata
ospite lo scorso 11 lu-
glio del Cigar club Cal-
le de la Industria 520
di Iseo (BS). L’artista,
scappata da Cuba die-
ci anni fa e trasferitasi
Angoli cubani al Calle de la Industria 520
a Londra, è scrittrice
di racconti e poesie,
oltre che grande cono-
scitrice di sigari Avana.
La serata al Calle de la
Industria è stata l’oc-
casione per presentare
il suo libro di poesie e
naturalmente per gu-
stare ottimi sigari.
123
event124
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
Angoli cubani al Calle de la Industria 520
125
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
event126
Angoli cubani al Calle de la Industria 520
D�� 1962Via A Vivaldi, 12 • 24040 Calvenzano (BG) Italy
Tel. 0363 86146 • Fax 0363 [email protected] • www.cigarstime.it
Il clima migliore per i vostri sigari
Afrika
Knotty
Krokko
®
127
D�� 1962Via A Vivaldi, 12 • 24040 Calvenzano (BG) Italy
Tel. 0363 86146 • Fax 0363 [email protected] • www.cigarstime.it
Il clima migliore per i vostri sigari
Afrika
Knotty
Krokko
®
128
3° Rally della solidarietà18 luglio 2009
FEDERATO A.S.I. dal 1997
Erano in tutto 62 gli equipaggi su auto d’epo-
ca che il luglio scorso hanno caratterizzato la
2^ edizione del rally della Solidarietà, mani-
festazione sportivo-solidale partita dalla sede
della Moda Mobil di torre de’ roveri, azienda
leader nell’arredamento della casa e dell’uffi-
cio. La Moda Mobil è stata sponsor della ma-
nifestazione e ha prestato il proprio piazzale
per il rinfresco e le premiazioni. I proventi della
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
129
3° Rally della solidarietà
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
130
manifestazione sono stati devoluti in benefi-
cienza a vari enti: alla Fondazione Bartolomea
Spada - Casa di riposo di Schilpario, alla casa
di riposo di nembro e alla Croce Bianca. La
corsa, dopo un percorso tra val Camonica,
val di Scalve e val Seriana, è arrivata a nem-
bro, nel piazzale dell’azienda Moda d’Inter-
ni, della stessa famiglia della Moda Mobil.
131
132
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
Un evento aperto a tutti, soprattutto agli ap-
passionati delle due ruote con un buon fiato.
Quella organizzata alla palestra iClub San Mar-
co il 10 settembre scorso era una vera e pro-
pria maratona di spinning: dalle ore 20, cin-
quanta amanti della bicicletta hanno pedalato
per un’ora e mezza incitati da due istruttori.
non solo sport, però. Dopo la fatica infatti,
l’iClub, con i proventi raccolti dalla maratona,
ha invitato gli sportivi ai giardini e offerto un
meritato aperitivo.
Spinning per tutti: la maratona di Bergamo
133
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
134
Spinning per tutti: la maratona di Bergamo
135
136
Strabergamo, la Bergamo che corre
Si è svolta domenica 13 settembre la 33ª edizio-
ne della Strabergamo, organizzata dall’Unione
Sportiva olimpia-Agnelli in collaborazione con
l’Azzurro Events. La camminata si è sviluppata
su tre percorsi di 5, 9 e 17 chilometri, e ha
visto anche quest’anno una partecipazione re-
cord da parte del pubblico: circa 8.000 perso-
ne si sono date appuntamento sul Sentierone
per una marcia all’insegna dell’amicizia e del
divertimento.
137
138
139
140
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
Strabergamo, la Bergamo che corre
141
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
142
Per il quarto anno consecutivo si è svolta a
Scanzorosciate la Festa del Moscato di Scan-
zo, diventato proprio nel 2009 prodotto con
Denominazione di origine Controllata e ga-
rantita. Dall’11 al 13 settembre scorso si è
aperto l’atteso appuntamento che ha attirato
nel comune orobico migliaia di persone con la
passione per i sapori scanzesi. Le due giorna-
te sono state infatti una festa all’insegna del
vino, prodotto di punta di Scanzorosciate, ma
non solo: atelier dell’uva, spettacoli ad opera
Moscato di Scanzo, una festa di sapori
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
143
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
144
di artisti di strada e una camminata lungo gli
itinerari della strada del Moscato di Scanzo
e dei sapori scanzesi sono state le tappe es-
senziali per scoprire e degustare i prodotti di
questa zona.
145
146
Moscato di Scanzo, una festa di sapori
147
event148
La Fondazione Emilia Bosis è
una istituzione senza scopo
di lucro che si occupa di psi-
chiatria. tale problematica,
sempre più diffusa special-
mente nel settore giovanile,
ha spesso relegato ai margini
della società le persone che
soffrono di disagio psichico
mentale, stigmatizzandone
il ruolo sociale. obiettivo pri-
La Fondazione Emilia Bosis
mario della Fondazione, che
svolge la propria mission sia a
livello locale che nazionale, è
il reinserimento sociale e pro-
fessionale dei pazienti.
numerosi sono i progetti ria-
bilitativi realizzati dalla Fonda-
zione, dalle iniziative culturali
ai momenti ludico-ricreativi,
dai progetti prettamente tera-
peutico sanitari a quelli socio-
149
event150
pedagogici, dai progetti arti-
stici a iniziative di solidarietà
ed aiuti umanitari internazio-
nali, per arrivare infine ad una
serie di attività territoriali di
incontri conviviali e feste di
alto profilo ludico.
Per l’occasione, si è conclusa
nel mese di luglio 2009 la 5°
edizione di “Cascina germo-
glio in festa”, a verdello, sede
di una struttura psichiatrica
della Fondazione.
A tale festa, hanno contribuito
EvEntI:LA DoLCE vItA BErgAMASCA
151
EvEntI:LA DoLCE vItA BErgAMASCA
event152
i pazienti, i loro familiari, il vo-
lontariato e l’èquipe pluripro-
fessionale della Fondazione;
numerose le iniziative svolte,
dalle sfilate equestri a spetta-
coli teatrali, da gare cinofile a
performances artistiche, dalla
buona cucina direttamente
alla tavola di alcuni prodot-
ti biologici coltivati nell’area
agricola della Fondazione.
numerosissimo il pubblico e
le autorità presenti, dai Sin-
daci locali agli Amministratori
pubblici, fino a S.E. il vesco-
vo di Bergamo che ha aperto
ufficilamente la tre giorni di
festa.
La filosofia che da sempre
contraddistingue l’operato
della Fondazione è la lotta alla
stigmatizzazione della malat-
tia mentale, al fine di ridare
piena dignità e cittadinanza ai
pazienti psichiatrici
il Presidente
Pier giacomo Lucchini
La Fondazione Emilia Bosis
153
event154
L’appuntamento è per ogni
primo martedì del mese e la
festa è dedicata allo zodiaco: è
la Festa del Segno, evento fis-
so del Bobadilla Feeling Club
che da oltre vent’anni riempie
di stelle la notte del locale di
Dalmine. L’8 settembre la sta-
gione del Bobadilla è ripartita
in gran stile con la festa dedi-
cata ai nati del mese in cor-
so. Agevolazioni ed estrazioni
premi sono solo alcune delle
iniziative della serata che ha
offerto come sempre ottima
musica dal vivo fino alle 22,30
e dj set fino all’1,30.
Bobadilla festeggia il tuo segno
155
156
Bobadilla festeggia il tuo segno
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
157
EvEntI:LA DoLCE vItA
BErgAMASCA
158
Il pianeta dominante è Mercurio, l’elemento è la
terra è la qualità è mutevole.
Il segno della vergine e’ uno dei piu’ seri e at-
tendibili dello Zodiaco. Il suo elemento, la terra,
lo spinge a ricercare risultati concreti in tutte le
sue attivita’. Il pianeta dominante, Mercurio, gli
dona un’intelligenza particolare. La vergine ama
portare a termine i propri compiti nella maniera
piu’ precisa e affidabile possibile.
E’ attentissima ai particolari. Questa caratteri-
stica porta qualcuno a ritenere che il suo carat-
tere sia puntiglioso e troppo critico. In realta’, la
vergine e’ fermamente convinta che il rispetto di
regole e prassi sia indispensabile per il benesse-
re di tutti, non solo del proprio. Le critiche che, a
volte, muove verso amici, parenti e, soprattutto,
verso il partner sono dovute al fortissimo senso
di responsabilita’, a cui la vergine non riesce a
rinunciare.
ogni azione, ogni movimento della vergine deve
essere da questa ben pesato. raramente agisce
d’istinto. Le sue capacita’ analitiche la portano a
Segno Zodiacale:Vergine
rappresentanti importanti di questo segno sono:
J. W. goethe, Ingrid Bergman, greta garbo, Bruce Springsteen,
Sofia Loren, Sean Connery, richard gere.
Il Sole transita nel segno all’incirca tra il 23 Agosto e il 22 Settembre.
scegliere professioni in cui la fermezza e l’onesta’
intellettuale siano indispensabili. L’attivita’ medi-
ca le si addice particolarmente: i migliori dottori
appartengono a questo segno!
nelle corrispondenze fra segni e corpo umano,
alla vergine spetta la parte piu’ bassa dell’addo-
me, insieme con le sue funzioni digestive. Puo’
dunque soffrire di calcoli, di coliti e di stitichezza.
necessita di idratarsi piu’ degli altri segni e di ali-
mentarsi con una certa cura, possibilmente con
una sua dieta specifica.
negli affetti, la natura analitica della vergine,
spesso, non da’ risultati all’altezza degli altri
campi della sua esistenza. La vergine puo’ infatti
essere poco romantica, poiche’ vive il rapporto
amoroso in maniera cerebrale piu’ che passiona-
le. non ha la tendenza a tradire, a meno che non
possa ricavare particolari favori dalla persona
con cui avviene il tradimento. non soffre di par-
ticolare gelosia. Se, ciononostante, viene tradita,
la vergine assume un atteggiamento vendicativo
che fara’ pentire il fedifrago partner!
Colore da portare: il grigio, che tranquillizza.
Pietra Portafortuna: lo zaffiro.
Metallo: il mercurio.
Fiore: il giglio.
giorno favorevole: il mercoledì.
159
Segno Zodiacale:Vergine
rappresentanti importanti di questo segno sono:
J. W. goethe, Ingrid Bergman, greta garbo, Bruce Springsteen,
Sofia Loren, Sean Connery, richard gere.
ARIETEnati tra il 21marzo e il 20aprile
Questo lunedì dovreste tentaredi pazientare un animo arietinoun po’ troppo in-soddisfatto,guardando il lato positivo dellecose.La Luna con-giunta a Marte non permette un umore ottimale.
TOROnati tra il 21aprile e il 20maggio
trascorrete la-giornata il piùpossibile nell’am-bientebancario perché ci saranno dei movimenti finan-ziari e l’econo-miapotrebbe avere delle evoluzionipositive.Proprio finanzia-riamente potretericavare molto,forse attraverso icontatti di lavoroche, ulteriormen-te, portano frutti.
GEMELLInati tra il 21maggio e il 21 giugno
Qualche accordopotrebbe essereforiero per lavostra carrieraanche se i ianetiin vergine po-trebbero portarequalche dubbiosul come proce-dere.Così, cercate di trascorrere la giornata senzafarvi venire dub-bio alcuno e met-tete a segnoi progetti. Al massimo chiedesupporto a unprofessionista.
CANCROnati tra il 22 giugno e il 22 luglio
oggi siete davve-ro coinvolti daivostri cari chereclamano lavostra attenzio-ne.Se è vostra ma-dre o sorella l’importante èche non ci sianodistanze o confi-ni. Così, potreb-be esserciuna qualche dia-triba ma saràcomunque dolceper il bene cheprovate per loro,la vostra amatafamiglia.
LEONEnati tra il 23luglio e il 22agosto
oggi potreteintravedere unulteriore possibi-lità di rivalsanel l ’ambiente.Questo inizio set-timana è un mo-mento valido per guardare oltrel’orizzonte dellavostra quotidia-nità. vi potresteritrovare alla sera con qualche certezza in piùse solo guardere-te al nuovo. Sorprese.
VERGINEnati tra il 23agosto e il 22settembre
Fate massima at-tenzione agli in-contri che farete oggi in particolar modo per chi è solo. Se riuscite,verso sera andate a qualche evento sociale perchédi certo avreteuna gran scia diammiratori e tradi esse un nuovoprobabile amore.I viaggi portanobene.
BILANCIAnati tra il 23settembre e il23 ottobre
oggi forse riusci-rete a vincere gliostacoli quotidia-ni se solo nont rascenderet enegli atteggia-menti.Mercurio nel se-gno potrebbeaiutare il dialogo ma Marte con-giunto alla Luna potrebbe anche farvi trascenderenella foga del dire ciò che pen-sate.Cercate una viadi mezzo.
SCORPIONEnati tra il 24ottobre e il 21 novembre
Luna e Martecongiunti nel se-gno del Cancrofanno trascorrerela giornata otti-mamente attra-verso buonerelazioni senti-mentali, con ungran trasporto.C’è più morbi-dezza e voi riu-scite a rilassarvi anche dentrol’alcova in cuidiventate perfe-zionisti dell’arteamatoria. Bene così.
SAGITTARIOnati tra il 22novembre e il 21 dicembre
Chiedete suppor-to ai vostri amicinel caso in cuiabbiate necessità di comprenderealcune parti delvostro carattereche ancora nonvi tornano. Qual-che possibile lie-ve miglioramento nella coppia.Lasciate stare letroppe parole,quindi, e pensate a migliorare e amigliorarvi.
CAPRICORNOnati tra il 22dicembre e il 20 gennaio
Un inizio di set-timana non pro-prio del tuttofavorevole conMarte e Lunain aspetto disso-nante.oggi potrebbe esserci qualche diatriba in più con una persona che voi reputate importante e che vi rende proprioper questo in-soddisfatti.Cercate di appia-nare le divergen-ze che sicura-mente sono solo caratteriali
ACQUARIOnati tra il 21gennaio e il 19febbraio
Questo lunedìsiete serenicome non mai.Questa giornata,con le Stelle chevi assistono è unottimo momentoper pensare confiducia al futuro.Il dialogo miglio-ranettamentene l l ’ambi ent ema con venereancora avversasappiate sempreessere menoegocentrici.
PESCInati tra il 20febbraio e il 20 marzo
oggi è bene rivol-gere ancora lavostra attenzionealla dolcezza deisentimenti piùveri. Forse unapersona vicinoa voi potrebbeavere necessitàdella vostra vici-nanza.Lasciatevi tra-sportare dai buoni intenti so-prattutto se si tratta di bambini o anziani. generosità
event160
STORIA DI COPERTINA:
MassimilianoFerrariLA CITTA’
Franco Tentorio:il neosindacoRISTORANTE AND MORE:
Vita Caffè HosteriaEVENTS, CHI C’ERA:
Benvenuto BergamoUp;
Agoli cubani al Calle de la Industria;
3° Rally della solidarietà;
Spinning per tutti;
Moscato di Scanzo, una festa di sapori;
La Fondazione Emilia Bosis;
Bobadilla festeggia il tuo segno.
M E N S I L E D I E C O N O M I A , C O S T U M E E S O C I E T À - A N N O 1 - N ° 1 - 2 0 0 9
W W W . B E R G A M O U P . I T
SP
ED
IZIO
NE
IN
AB
BO
NA
ME
NT
O P
OS
TA
LE
- D
.L.
35
3/
20
03
(C
ON
V.
IN L
. 2
7/
02
/2
00
4 N
°4
6)
AR
T.
1 C
OM
MA
1.
DC
B B
RE
SC
IA €
. 2
,50
€.
1,5
0
1
ME
NSI
LE
BE
RG
AM
ASC
OP
UB
BLI
ZET
A