Incontri - Rivista Settembre 2009

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Il mare Biancheggia l’onda in mezzo al mar torna e ritorna per cancellar ogni orma del passar di gente, del passar di pescatori che dall’alba in sulla barca gettar le reti va in mezzo al mar. Ritorna e s’allontana l’onda del mar portar con se vuol l’allegria dei bimbi che sulla spiaggia echeggia. Libero vola l’aquilone, mentre riporta a riva la barca, stanco il pescatore. A sera di fuoco il sole appare, pian, piano si tuffa in mare e scompare all’orizzonte nell’immenso silenzio dell’ondeggiar dell’onda che ritorna e s’allontana. Dio del ciel, del mare e della terra protegger vuol i desii dei figli suoi. MafaldaVisentin Fondato nel 1948 Anno 61° n. 3 - Settembre 2009 Sped. in abb. postale comma 20, lett. C, Art. 2 - Legge 662/96 Taxe perçue -Tariffa riscossa To C.M.P. 1959/2009 50 anni di gratitudine Musica su un pentagramma speciale Qualcuno soffre di più Centro Cottolengo Nairobi Il mare Biancheggia l’onda in mezzo al mar torna e ritorna per cancellar ogni orma del passar di gente, del passar di pescatori che dall’alba in sulla barca gettar le reti va in mezzo al mar. Ritorna e s’allontana l’onda del mar portar con se vuol l’allegria dei bimbi che sulla spiaggia echeggia. Libero vola l’aquilone, mentre riporta a riva la barca, stanco il pescatore. A sera di fuoco il sole appare, pian, piano si tuffa in mare e scompare all’orizzonte nell’immenso silenzio dell’ondeggiar dell’onda che ritorna e s’allontana. Dio del ciel, del mare e della terra protegger vuol i desii dei figli suoi. MafaldaVisentin Mafalda Visentin, anni 87 da Vicenza, entrata al Cottolengo nel 1947 e da quella data (da 62 anni) è ospite della Famiglia S.S. Innocenti 1959/2009 50 anni di gratitudine Musica su un pentagramma speciale Qualcuno soffre di più Centro Cottolengo Nairobi

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Rivista "Incontri" - Periodico della famiglia cottolenghina

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Il mareBiancheggia l’ondain mezzo al martorna e ritornaper cancellar ogni orma del passar di gente, del passar di pescatoriche dall’alba in sulla barca gettar le reti va in mezzo al mar.Ritorna e s’allontanal’onda del marportar con se vuoll’allegria dei bimbiche sulla spiaggia echeggia. Libero vola l’aquilone,mentre riporta a rivala barca, stanco il pescatore.A sera di fuoco il sole appare, pian, piano si tuffa in mare e scompare all’orizzonte nell’immenso silenzio dell’ondeggiar dell’onda che ritorna e s’allontana.Dio del ciel, del mare e della terraprotegger vuol i desii dei figli suoi.

MafaldaVisentin

Fondato nel 1948Anno 61°

n. 3 - Settembre 2009

Sped. in abb. postalecomma 20, lett. C, Art. 2 - Legge 662/96Taxe perçue -Tariffa riscossa To C.M.P.

■ 1959/2009 50 anni di gratitudine

■ Musica su un pentagramma speciale

■ Qualcuno soffre di più■ Centro Cottolengo Nairobi

Il mareBiancheggia l’ondain mezzo al martorna e ritornaper cancellar ogni orma del passar di gente, del passar di pescatoriche dall’alba in sulla barca gettar le reti va in mezzo al mar.Ritorna e s’allontanal’onda del marportar con se vuoll’allegria dei bimbiche sulla spiaggia echeggia. Libero vola l’aquilone,mentre riporta a rivala barca, stanco il pescatore.A sera di fuoco il sole appare, pian, piano si tuffa in mare e scompare all’orizzonte nell’immenso silenzio dell’ondeggiar dell’onda che ritorna e s’allontana.Dio del ciel, del mare e della terraprotegger vuol i desii dei figli suoi.

MafaldaVisentin

Mafalda Visentin, anni 87 da Vicenza, entrata al Cottolengo nel 1947e da quella data (da 62 anni) è ospite della Famiglia S.S. Innocenti

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24 Maggio 2009

Convegno NazionaleAssociazione Ex Allievi e Amici del Cottolengo

Una legge, approvata all’unani-mità dal Parlamento nel 2007, hariconosciuto il 9 maggio, anniver-sario dell’uccisione dell’On. AldoMoro, quale “Giorno della me-moria” dedicato a tutte le vittimedel terrorismo e, come già lo scor-so anno, il Presidente della Re-pubblica Giorgio Napolitano haospitato, nel salone dei Corazzierial Quirinale, una cerimonia inricordo dei tragici anni di piomboe delle vittime. Per il Capo delloStato, particolarmente sensibile aquella dolorosa memoria, è statal’occasione per incontrare i fami-liari dei caduti, i superstiti e leloro famiglie.Ho avuto l’onore, in qualità diPresidente dell’Associazione na-zionale Vittime del terrorismo edell’eversione contro l’ordina-mento costituzionale dello Stato,di partecipare alla manifestazio-ne, all’inizio della quale Napo-litano ha voluto far proiettarealcuni stralci diun film-docu-mentario intito-lato “Vittime”promosso dallanostra Associa-zione con ilMinistero per ibeni e le attivitàculturali e conla RAI anche alfine di bilancia-re, almeno inparte, la ecces-

gio alla memoria delle vittime, ilPresidente della Repubblicaaveva pronunciato le seguentipaole: “Lo Stato democratico, ilsuo sistema penale e penitenzia-rio, si è mostrato in tutti i casigeneroso, ma dei benefici ottenu-ti gli ex terroristi non avrebberodovuto avvalersi per cercare tri-bune da cui esibirsi e tentareancora subdole giustificazioni.Chi ha regolato i conti con la giu-stizia deve agire con discrezione emisura, Le responsabilità moralinon cessano per il fatto stesso diaver espiato la pena, anche incaso di eventuale riabilitazione”.E quest’anno, il 9 maggio, ilPresidente Napolitano ha nuova-mente usato le seguenti dureparole: “Ci sono ancora memorieromanticheggianti di quegli anniche non sono accettabili. Non sipuò scambiare l’eversione, l’attac-co criminale allo Stato e alle perso-ne per manifestazioni di dissenso ocontestazione politica. Per quellescelte, per quei comportamenti nonci sono giustificazioni o attenuan-ti”. Abbiamo preso atto con sod-disfazione dell’atteggiamento delCapo dello Stato e, come As-sociazione, abbiamo ribadito ilfermo impegno a continuare labattaglia contro il terrorismoanche in termini culturali, colti-vando la memoria delle vittime etramandando alle generazionifuture un patrimonio di valoricome la libertà, la legalità, la giu-stizia e la fedeltà alle istituzionidemocratiche.

Dante Notaristefano

siva esposizione mediaticadi alcuni dei terroristi tor-nati in libertà. Un filmche, in linea con i nostri

dettati statutari, come già lamostra itinerante “Anni di piom-bo. La voce delle vittime per nondimenticare”, partendo dalla stra-ge di piazza Fontana a Milano, incui ci furono 17 morti e 88 feriti edi cui ricorre il quarantennale,contribuisce al ricordo degli epi-sodi di terrorismo con particolarerisalto alle vicende delle vittimeed al significato del loro sacrifi-cio. Un film che possa servire dimonito a tutti, e specialmente allenuove generazioni, affinchè nonabbiano mai più a verificarsi fatticome quelli che tante sofferenze egravi lutti portarono nel nostroPaese.Poichè già lo scorso anno, inoccasione della prima giornatadella memoria, avevamo dovutolamentare come le leggi in favo-re delle vittime del terrorismofossero rimaste in larga parteinattuate per le enormi difficol-tà burocratiche frapposte alla

concreta applicazionedei diritti riconosciuti,mentre i terroristi pro-tagonisti degli anni dipiombo trovavano sem-pre più generosa ospi-talità presso istituzionipubbliche, nelle uni-versità, nei convegni,in filmati sulle lorogesta che trasformava-no gli assassini di ierinegli eroi di oggi conulteriore grave oltrag-

sce tanti ex allievi e amici del Cottolengo di continuareegualmente a vivere per non disperdere quel buon seme chehanno ricevuto dalla Piccola Casa? Confido!...”Ma è già il 24 maggio e... incominciano a giungere alla spic-ciolata ex allievi, ex allieve ed amici. Il numero va crescen-do continuamente e, pur mancando quelli che di solito arri-vano da lontano come Guido Bianchi da Cles, Paolo Luc-chini da Udine, Giuseppina Dalle Prane da Venezia oGiuseppe Mattiotto da Luino ai confini svizzeri, altri arri-vano da svariate località del Piemonte e dalla Lombardia.Tutto sembra ritornato normale e, anche se il numero deipresenti non è quello delle annate migliori, si può procede-re con il tradizionale programma:

• S.Messa celebrata per noi da Padre Sarotto, accompagna-ta dai canti sacri delle ex allieve ed intensamente vissutaanche al momento della coinvolgente omelia.

• Assemblea con partecipazione di don Roberto Provera insostituzione di Padre Sarotto, trasferitosi di corsa aValdocco per la festa di Maria Ausiliatrice. Gioiosa acco-glienza alla lettura di una interessantissima ed affettuosalettera di Padre Gemello da Nairobi, al quale si rispondesubito con un sms.

•Pranzo splendidamente organizzato e curato da Sr. MariaPia, da tutti particolarmente apprezzato.

La sorpresa però giunge dalla lotteria. Avevamo ripetuta-mente affermato che non l’avremmo più fatta perchè, venu-ti a mancare i grandi sponsor C.R.T., Fondinvest, Feder-banca, SITAF e persino il buon Nino Floro, diventava sem-pre più difficile raccogliere dei premi ed era pertanto meglioabolirla. Invece, da ex allievi ed amici sono giunti talmentetanti premi da renderla davvero interessante e assicuran-dole quindi un grande successo.

La giornata è stata così vissuta con gioia da tutti i parteci-panti che hanno finito per chiedere a gran voce di non inter-rompere la bella tradizione che consente di mantenere vivoed operante il legame con la Piccola Casa, con il suo spiritoe con gli incancellabili ricordi.

Allora ho potuto riprendere il mio foglio bianco e scrivere,superando anche... gli incubi della vigilia e sperando chequel dito accusatore incominci lentamente a ritrarsi.

Deo gratias!

Dante Notaristefano

N o t i z i e32 I n c o n t r i 33

Nelle ultime ore avrò scritto questoarticolo cento volte nella mia testa, eppure adesso restoqui, davanti al foglio bianco tra chili di carte accumulatein oltre trent’anni di presidenza.E mi passano davanti agli occhi tanti personaggi chehanno fatto la storia dell’Associazione: da quelli che il 20luglio del 1917 la fondarono: Aiello, Buzzo, Leonatti,Fongo, Barbera a figure storiche che hanno lasciato trac-cia nella vita del sodalizio: Crespo, Ostraccione, DellaLibera, lo stesso Campanella, dagli Assistenti Ecclesiasticidon Elia Baldassarre, don Balzaretti, don Gemello a quel-li che negli anni curarono il periodico “Incontri”: donPoggio, don Ingegneri, ancora don Balzaretti e l’attualedirettore don Carlevaris, dalle instancabili animatrici deigruppi femminili Bruna Bianchi prima e Anna TeresaGrasso Costamagna poi, all’inossidabile Tesoriere Giu-seppe Mattiotto e a numerosi altri amici e amiche chehanno creduto sempre e continuano fermamente a crede-re nell’Associazione.Li vedo purtroppo tutti con il dito puntato contro di me eli sento rivolgermi in tono accusatorio queste domande:“Cosa hai fatto di notevole per l’Associazione in tanti annidi presidenza?” “Quale impulso hai dato alla crescita delnostro sodalizio?” “Credi che sia sufficiente un incontroannuale sempre meno frequentato, oltre alla piccola riu-nione natalizia, a tranquillizzare la tua coscienza?”Li sento che urlano: “E per domani, 24 maggio 2009, comepensi di cavartela? Attendiamo di verificare il risultato”.Sono terrorizzato e vedo già la catastrofe ... Chino la testa sulla scrivania e resto a meditare, poi pensoalla Divina Provvidenza e mi sembra di poterle rivolgereuna domanda e una preghiera: “Ma anche se ha un presi-dente poco efficiente, non merita l’Associazione che riuni-

9 Maggio

Giornata della MemoriaGio

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Grande rammarico e profondodolore ha provocato in tutti lascomparsa della nostra compa-gna Candida Cipriani.Ha vissuto 80 anni alla PiccolaCasa dimostrandosi capace diamare tutti come una mamma,una sorella, sollecita ad ogni ri-chiesta di aiuto.La sua vita l’ha spesa in Dio,dando uno splendido esempiod’integrità morale, spirituale esoprattutto di costante pre-ghiera in comunione con Dio, adifferenza di altre che hannoabbandonato sopraffatte dalleavversità della vita. Don Pelle-grino l’aveva scelta come presi-dentessa dell’Azione Cattolica,incarico ricoperto con abnega-zione ed amore sino al 1963.Con Suor Giovanna Ernestina eSuor Maria Da Preda aveva stu-diato musica e recitato in teatrofinchè le sorelle son vissute.Aveva una voce bellissima, can-tava come un usignolo le lodi aDio e – maestra instancabile eprecisa – insegnava a noi ilcanto, scegliendo le ragazze se-condo le relative doti canore.

re la tua assidua presenza airaduni delle ex allieve, pronta asuonare alla funzione religiosa,ad accogliere tutte noi, Orsoline,Clarine, Invalide, ad ascoltare lenostre pene, riuscendo sempre atrovare per ognuna, con ammire-vole spirito cottolenghino, paroledi conforto e di affetto.Con infinita tristezza ho parte-cipato al tuo funerale, beneorganizzato dalle Suore e dallecompagne della Famiglia diSanta Elisabetta, commuoven-domi particolarmente al ricor-do che Don Lino ha saputodare di te e della tua vita. Eropresente anche in rappresen-tanza dell’Associazione, a ciòdelegata, per dirti che non tiscorderemo mai. E tu da lassùveglia su di noi ora che il tuospirito è con Dio.

Addio, Candida Cipriani, mimancherai tanto, dolce sorella,amica e madre, ti porterò nelcuore sino alla fine dei mieigiorni.

Rosa Lombardi Ex allieva

Ho avuto la gioia di vivere vici-no a lei per 7 anni, poi mi hasempre seguita sino al 2008anche se la malattia l’aveva or-mai segnata. L’ho amata comeuna sorella e anche i miei cin-que figli, mio marito e i mieinipoti l’hanno conosciuta e lehanno voluto subito bene. Ave-va sempre una risposta adattaai bisogni di chiunque ricorre-va a lei e, con vero senso dellacarità, aiutava persino alcuneex allieve in difficoltà economi-che con i suoi piccoli risparmi,donando con amore, senzachiedere nulla in cambio. Spesso mi diceva «Tu vieni atrovarmi sempre senza chiede-re, perchè mi vuoi bene, e diquesto ti ringrazio».Per la sua malattia non si la-mentava, soffriva in silenzio e avolte mi diceva «offro tutto an-che per te», come – con un fildi voce – disse ancora qualchegiorno prima di mancare.Cara, dolce Candida, perdendote ho perso il più grande puntodi riferimento che avessi maiavuto. Non potrò mai dimentica-

Il Padiglione denominato “Pier GiorgioFrassati” si trova all’interno del complessodel Cottolengo a Torino. L’edificio fu donatoalla Piccola Casa all’inizio del XX secolodalla famiglia di Pier Giorgio Frassati. Il suoaspetto esteriore ricorda le vecchie cascinepiemontesi. La facciata rivolta a sud è ritma-ta da tre ordini di archi ribassati che incorni-

ta inoltre le camere da lettodispongono anche di attacchiper i gas medicali. Il riscalda-mento degli ambienti è stato pre-visto con serpentine a pavimentoa bassa temperatura per daremaggior confort e per evitarecorrenti d’aria eccessive. L’in-gresso avviene dal porticato pre-sente nel tratto centrale del fron-te sud da dove si accede alla por-tineria filtrata da una bussola. Ilresto del piano è dedicato inlarga parte alle attività comuniper gli ospiti ed ai servizi sanita-ri e fisioterapici. Solo in prossi-mità della portineria sono loca-lizzati gli uffici amministrativiper la gestione dei reparti. Alpiano primo e secondo ci sono idue nuclei abitativi per gli ospi-ti suddivisi in due aree: La zonanotte che comprende le cameresingole e doppie con bagnoannesso e la zona giorno con glispazi per il pranzo, il soggiornoed il locale del personale di assi-

ciano le aperture della facciata,interrotta da due logge nellaparte centrale mentre il prospet-to a nord presenta un paramentocontinuo in mattoni a vista. Ilprogetto di ristrutturazione, ol-tre al consolidamento statico edal risanamento delle murature,ha cercato di conservare i carat-teri morfologici del manufattoesaltandoli con colori caldi nelleparti di facciata intonacate, inse-rendo in corrispondenza dellelogge, dei terrazzi aggettanti conparapetti in vetro. Internamentela progettazione si è confrontatacon le norme vigenti in materiadi prevenzione incendi e sanita-rie operando una ridistribuzionedegli ambienti al fine di realizza-re due reparti R.S.A. (ResidenzaSanitaria Assistenziale) di 20posti letto ciascuno volti a forni-re accoglienza e prestazioni assi-stenziali per utenti anziani nonautosufficienti. Tutti gli ambien-ti sono dotati di aria condiziona-

N o t i z i e30 I n c o n t r i 31

Addio, Candida Cipriani, dolce sorella, amica e madre

Candida CiprianiUna vita di fede e di amore

Gli amici che ci hanno lasciati

Candida CiprianiUna vita di fede e di amore

Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo

Padiglione “P. G. Frassati”stenza. A questi due livelli, dovegli ospiti trascorrono buonaparte del loro tempo, sono pre-senti i terrazzi dove l’ospite puòstare all’aria aperta senza neces-sariamente scendere al livellodel giardino.Particolare attenzione è statarivolta ai colori interni ed agliarredi cercando di allietare erendere il più confortevole pos-sibile il soggiorno degli ospiti.Anche la scelta della differenzia-zione delle linee di arredo tra il

momento diurno e notturno vanella direzione di scandire itempi delle giornate stimolandoil più possibile le esperienzesensoriali.La durata dei lavori di ristruttu-razione è stata di circa un annosolare ed il progetto e l’organiz-zazione generale dei lavori sonostati curati dall’ufficio tecnicointerno alla Piccola Casa coordi-nato dal Geom. I. Femia.

La Redazione

ssati”

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cura da Luigina e dalle sue ami-che. È un bel colpo d’occhio diallegri colori ed il menù è vera-mente succulento: Insalata russa e affettati comeantipasto. Lasagne al forno come primo.Bon Roll e patate fritte comesecondo Tiramisu e macedonia per chiu-dere in bellezzaC’è veramente da leccarsi ibaffi e le ragazze non impiega-

no molto per “ripulire” i piatti;anzi, molte di loro non esitanoa chiedere a gran voce il bis. Dopo un pranzo così sostanzio-so ci vorrebbe una pennichella,ma le ragazze sono più vispe chemai; non vogliono perdersinulla di questa bella giornata. Suor Eva non smette un attimodi scattare fotografie e, per

rinfrescare tutti perché la gior-nata è veramente calda. Per far rilassare le ragazze siimprovvisano nuovi canti e aSuor Debora e Suor Giacomi-na si aggiunge Samia ma anchetante ragazze fanno sentire laloro voce: Angela e Carla inprima fila. Che peccato! Le ore passano epresto arriva l’ora della parten-za che nessuno vorrebbe. Leragazze vengono fatte saliresulle macchine che si avviano esi vedono tante braccia chesalutano e tanti sorrisi felici. Non credo si possa esprimere indue parole il significato di que-sta giornata: l’incantevole sensa-zione di sentirsi in famiglia; lafelicità di vedere negli occhidelle ragazze tanta spensieratez-za; la gioia di Luigina che havisto realizzato il suo desiderio. Ed allora non si può che espri-mere un auspicio: ...che ci sianotanti altri momenti come questi. Alla prossima e Deo Gratias!

La Redazione

cogliere momenti particolari eteneri, non esita ad appostarsidietro un muro od un cespugliocome una vera professionista. E di momenti “speciali” ce nesono veramente tanti: MariaBarone che spinge la carrozzinacon sopra una divertita suorDeborah; Anna Borca che“rapisce” in continuazione gliamici volontari per fare duepassi (che con lei diventano2.000); un amico volontario

che gioca an a s c o n d i n ocon Rosellache è sempremolto brava aritrovarlo eda rincorrerloin continua-zione; la Ma-dre Superio-ra che con-segna a Lui-gina un pic-colo pensie-

ro a nome di tutte e Suor Gia-comina che le dedica una poe-sia; Don Roberto, che si riposadalle fatiche della guida, chiac-chierando spensieratamentecon Francesco; Suor Sandra,Suor Tarsilla e Samia che scher-zano gioiosamente con tutte... esi potrebbe veramente conti-nuare a lungo Alle 16 la merenda! Un buongelato è quello che ci vuole per

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1° Maggio 2009Una giornata davvero Speciale

Un cielo terso ed un meraviglioso sole fanno presagire – sin dalle prime ore del mattino– che la giornata appena iniziata sarà sicuramente “meravigliosa”. Luigina ha organiz-zato una giornata di festa a casa sua a Vinovo.

1° Maggio 2009Una giornata davvero Speciale

Ce ne sono state altre in pre-cedenza, ma questa volta l’av-venimento assume un significa-to particolare perché Luigina

festeggia i 25 anni di volonta-riato all’interno della piccolaCasa. E quale modo miglioreper festeggiarlo se non quellodi trascorrere una giornatainsieme alle sue “ragazze” deiSS. Innocenti.Alcune “Amiche del Cotto-lengo” e Volontarie si sono giàtrovate con Luigina dalle primeore del mattino per dare unamano (anzi già da qualche gior-no la casa di Vinovo è un vulca-no di attività) e, alle 11 circa,tutto è pronto per accogliere leospiti. Un allegro strombazzare prean-nuncia l’atteso arrivo; eccoentrare un piccolo corteo for-mata da tre pulmini e due mac-

chine guidate da autisti d’ecce-zione: Don Roberto, Suor Eva el’amico volontario Sergio.

Subito il giardino inizia a risuo-nare di voci e le ragazze, incu-riosite, iniziano a “prenderepossesso” del nuovo ambiente;chi si dirige nell’improvvisatacucina a dare un’occhiata; chiprende sotbraccio un’amica oper andarseneun po’ a spas-so; chi si siedeal fresco peravere un po’di refrigerio. Ecco che su-bito vengonoservite bibi-te, popcorn epatatine, congrande gioiaovviamentedi tutte.

Suor Deborah prende la suaamata chitarra e inizia senza

indugio, accompagnata dallafida Suor Giacomina, a ralle-grare l’ambiente con alcunecanzoni anni 60-70. Si avvicina l’ora di pranzo e leragazze vengono fatte sistema-re ai tavoli preparati con tanta

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Nei suoi 182 anni di storia laPiccola Casa via, via è

venuta in possesso di più di10.000 reliquie di santi e santeprevalentemente martiri. Essesono state decorosamente rac-colte ed esposte alla venerazio-ne dei fedeli nella cappelladetta “Santuario” nella chiesaprincipale della Casa madre. Inessa si venera un’immaginedella Madonna nera di Oropaconfezionata in carta stagnoladallo stesso Cottolengo e quiogni sabato, circa fino a cin-quanta anni fa e ora solo il pri-mo sabato del mese (e solo leSuore), le famiglie della PiccolaCasa si recano in processionecantando lodi e litanie e omag-giando la B. Vergine Maria conceri e fiori.Le suddette reliquie sono con-tenute in reliquiari di tre tipi: inquadri contenenti piccole teche

gilli in ceralacca sui quali èimpresso uno stemma vescovileo cardinalizio.Ebbene, questa raccolta, chenon si sa quando sia iniziata,ma che si interrompe nel 1963con i primi santi e beati delpontificato di papa Paolo VI,per la sensibilità dei superiori èstato deciso di riordinare edinventariare.Questo lavoro di grande pa-zienza comportava tre fasi. Laprima fase è stata portata a ter-mine dal volontario Sig. Fran-cesco Consiglio, il quale, coa-diuvato da un altro volontario,ha catalogato ogni reliquiario,apponendo un numero pro-gressivo; ha descritto le caratte-ristiche di ognuno di essi ; haenumerato le reliquie contenu-te in ogni reliquiario e ne hafatto un elenco scritto. Infineha corredato questo elenco di

metalliche; in cofanetti di legnodorato artisticamente scolpitied in fine in ostensori semprein legno dorato e alcuni rico-perti da una lamina metallica.Questi due ultimi sono staticollocati in grandi armadi conpareti di vetro, mentre i quadrireliquiario sono stati appesi allepareti della stessa cappella.Questi quadri sono stati confe-zionati dalle care suore del“Cuore di Maria” le quali, conarte e maestria, hanno inseritole teche porta reliquie fra fiori epalmizi ricamati in oro su vellu-to rosso. Ogni reliquia porta inbella scrittura su di una minu-scola striscia di carta il nomedel santo o del beato. Quasitutti i reliquiari sono muniti dilettera rilasciata dalle compe-tenti autorità religiose cheautenticano la veridicità dellareliquia, e sono sigillati con si-

una foto a colori formato A4.La seconda fase è stata assegna-ta a me, che munito di altrettan-ta pazienza, e perché no anchecon un pizzico di passione, perportare a termine il mio impe-gno, mi sono avvalso prevalen-temente di tre strumenti: il reli-

lavoro alla terza fase, che consi-sterà in un’ulteriore verifica ecorrezione di eventuali errori odimenticanze ed infine si sperain una futura pubblicazioneper consegnare ai posteri que-sto tesoro di arte e di fede.Portare a termine questo lavoroè stato per me motivo di soddi-sfazione e di arricchimento cul-turale e spirituale mediante il

quale sono venuto a con-tatto con tante pagine distoria sacra della chiesa.Le reliquie che mi hannotenuto compagnia pertutti questi anni e sonostate oggetto della miapur sacra indagine, mihanno sussurrato al cuo-re che la santità è unimpegno, un’avventurache anch’io, anche noi,possiamo e dobbiamoaffrontare sempre se sia-mo disposti ad offrireper amore la nostra vitaa Colui che è fonte diogni Santità.

Don Lazzaro Tranquillo

quiario; il Mar-tirologio Roma-no ed il com-puter.Il mio compitoconsisteva nelcontrollare illavoro della pri-ma fase appor-tandovi, laddo-ve era neces-sario, le dovutecorrezioni. Inoltre ai sin-goli nominatividi santi e beatiapponevo incalce una noti-cina presa dalMartirologio Romano lad-dove notificavo le caratteri-stiche generali del santo, la

data della sua morte ed il gior-no della sua liturgica memoria.Il lavoro riguardante ogni reli-quiario è stato salvato in unfloppino e poi stampato. Dopoquasi sette anni di lavoro stovolgendo al termine della miaimpresa e consegno tutto il mio

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Chiesa Grande: il Santuario delle reliquie

Chiesa Grande: il Santuario delle reliquie

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Francesco, Raffaele, Simone,Paolo, Fabio, Michele, Gio-vanni, Sebastiano, Giuseppe:sono i novizi dei Frati Minori diFontecolombo (Rieti) che han-no scelto la Casa del Cottolengodi Torino per completare il loroanno di noviziato.«Un’esperienza forte per il loroanno di prova – spiega padreAlessandro, il maestro che hacondiviso con i novizi ogni mo-mento della giornata –, è già ilsecondo anno che porto i mieiragazzi a Torino perché qui sirespira più intensamente il cari-sma del Cottolengo, che tra l’al-tro fu terziario francescano.Abbiamo molto in comune... el’incontro tra duecarismi fa scoprirela bellezza dell’al-tro nonché l’iden-tità di se stessi».Gli fa eco fra Pao-lo: «questa espe-rienza ha chiaritoun aspetto fonda-mentale della miavocazione france-scana: l’incontrocon il lebbroso disan Francesco, cheoggi si realizza conl’abbraccio a chi è

torni a casa provato dalla fatica,ma con una risposta in più sulsenso della vita, della fede e deldolore. Mi hanno fatto pensareanche i numerosi religiosi chededicano tutta la vita a questamissione». Non solo. I novizihanno scoperto quanti volontarisi prodigano silenziosamente aquesto servizio: «abbiamo vistoun bel segno di Chiesa dai millevolti: abbiamo incontrato reli-giosi di ordini diversi, volontaricredenti e non credenti, cattolici,ortodossi, valdesi... e ci si rico-nosce tutti nella stessa umanità».Qualcuno azzarda qualche sug-gerimento? «Sì, tutti dovrebberofare questa esperienza di incon-tro con il dolore – conclude fraFrancesco – in una realtà autenti-ca, serena ma fuor di ogni ireni-smo; ho visto gente accettare ildolore e gente che non si davapace, proprio come nella vita».Sono tutti d’accordo nel ricono-scere che al Cottolengo l’espe-rienza del dolore è molto forte,ma così pure la sorprendentecreatività del Signore.L’appuntamento è al prossimoanno, con un nuovo gruppo difratelli di san Francesco.

ChiaraTamagno

solo, sofferente, handicappa-to...».Ospiti dei confratelli piemontesidel convento di Sant’ Antonio daPadova, hanno passato giornatescandite dalla preghiera e dallavoro: sveglia alle cinque perarrivare puntali alle lodi al Cot-tolengo alle 6.20, colazione con ireligiosi e alle 7.30 già in servizionei vari reparti dell’enorme Casadella Divina Provvidenza, chi aservizio dei degenti più gravi del-l’ospedale, chi nelle famigliedegli anziani, dei sordomuti, deiciechi, dei disabili...Fra Michele è entusiasta: «iosono stato assegnato alla famigliadei sordomuti ed ero preoc-

cupato di farmi ca-pire, ma ho vistosubito che sonoproprio i sordo-muti a insegnarticome relazionarti,ti fanno capirequello che voglio-no, tu acquisti laloro fiducia e... aforza di starci in-sieme capisci an-che il significato diun gemito!» .Aggiunge fra Si-mone: «alla fine

Chiamati dall’Amore del Padrealla sequela di Cristo, la nostramissione come preti cottolen-ghini è caratterizzata dall’impe-gno della carità. Gesú ha pro-clamato: “Dio mi ha mandato aevangelizzare i poveri, a soccor-rere i bisognosi, ad annunziarela misericordia”. Inviando i suoidiscepoli li ha mandati con lastessa missione e lo stesso com-pito. Credo che per questo pos-siamo parlare del sacerdoziocome quel “rendere Cristo pre-sente in mezzo a tutti i sofferen-ti, a tutti i poveri, a coloro chehanno necessità o sono nellaprova”. Ho già sperimentatoche tutti i poveri possono, anzi,hanno diritto di bussare allanostra porta per trovarvi acco-glienza. “Sono i nostri padroni”e perciò ci possono chiamare alloro proprio servizio.L’atteggiamento che ritengogiusto è quello di essere pronti aservirli là dove l’obbedienza cichiama. Quando Dio ci chieded’essere suoi strumenti, ci sta

pienamente al loro ser-vizio. I miei formatori ecompagni nell’itinera-rio formativo mi hannofatto capire che perfarsi prossimo agli ospi-ti della Piccola Casa o achiunque sia affidato

alla mia cura, bisogna assimila-re lo Spirito Cottolenghino.Oggi vorrei ringraziare tutti echiedere a tutti di continuare avivere ciò che mi hanno inse-gnato, convinti che lo spiritodel nostro fondatore vive intutti noi oggi.Per i parrocchiani di Muko-thima, sono il loro primo figlio aessere ordinato prete. Qualegioia per me e per una comu-nità così giovane. RingrazioMons. Salesius Mugambi, i su-periori e tutti quelli che hannoaccolto la nostra richiesta difare questa festa a Mukothima.Erano numerosissimi i cristianipresenti, tra cui anche prote-stanti. La famiglia cottolenghi-na era rappresentata dalle suo-re, dai fratelli, dai preti, daivolontari e dagli ospiti. Ringrazio tutti e chiedo umil-mente la vostra preghiera perme e per tutti quelli che sonochiamati al sacerdozio.

Deo Gratias!

Nicholas Fr. Kirimo, SSC(ordinato sacerdote domenica 28

giugno a Mukothima [Kenya])

chiedendo di cooperare con Luicosicché il suo Amore Divinopossa passare agli altri. Unonore e una responsabilitàenormi.Questo passo dell’ordinazionesacerdotale significa prima ditutto consegnarsi totalmente eper sempre senza condizioni,restrizioni o riserve. La scopertadella vocazione, infatti, esige direndersi conto dell’amore diDio che inonda i nostri cuoriper mezzo dello Spirito Santoelargitoci (Rom 5,5). È l’amoreche ci spinge. Oggi sto provan-do ad aprirmi all’amore di Dio,cioè, superare i limiti di unapura umanità. Voglio dire che lamia esperienza, come pretenovello, non è altro che tendereverso l’autenticità. E ciò vuoldire imparare a stare dalla partedi Dio, una scelta che mi fa con-sapevole della mia fragilità.Credo che accorgermi delle miedebolezze mi spinge a stareancora di più dalla parte di Dio(cf. 2 Cor12,9).Sono contento di vivere il miosacerdozio al Cottolengo, casadei poveri, dove posso donarmi

I n c o n t r i 25T e s t i m o n i a n z e24

Un gruppo di Novizi dei Frati minori di Rietiha scelto la Casa del Cottolengo di Torino per completare il loro anno di noviziato

Caritas Christiurget nos:provare per credere...

Caritas Christiurget nos:provare per credere...

Tendere versol’Autenticità

Associazione ex allievi ed amici del Cottolengo

FESTA DELLA FAMIGLIADomenica 13 dicembre prossimo, alle ore 16, si terrà la tradizionale Festa della Famiglia. L’incontro avverrà, come di con-sueto, nel locale “Mensa dipendenti” di via San Pietro in Vincoli n.9. Oltre al solito scambio di notizie sulla vita dell’Associazionee sulle novità della Piccola Casa, si affronterà l’argomento del Convegno annuale per il 2010 e se ne fisseranno la data e le moda-lità di svolgimento. Sarà un piacevole momento di festa per i partecipanti e l’occasione per porgere gli auguri in vista delle immi-nenti festività natalizie al Sig. Padre, a tutti i superiori e alla comunità della Piccola Casa.

Il Presidente Dante Notaristefano

Tendere versol’Autenticità

Page 7: Incontri - Rivista Settembre 2009

M istica al femminile

In questo secondo numero della rivista Magis, trovano posto anzitutto le conferenze svoltesi neimesi di gennaio, febbraio e marzo presso la Casa di Spiritualità Mater Unitatis, per il ciclo ‘Misticaal femminile. Donne del ‘900’. Tre incontri interessanti, volti ad approfondire rispettivamente tre figure straordinarie di donneche in modo diverso hanno segnato la cultura e la spiritualità del secolo appena trascorso: EttyHillesum, Simone Weil, madre Teresa di Calcutta. Questi profili sono stati presentati rispettivamente da Luca Bistolfi, giornalista torinese, Oreste Aime pro-fessore di Filosofia a Torino, e da sr. Elena responsabile della comunità “Missionarie della Carità”, unicapresenza delle suore di Madre Teresa a Torino.

un italiano infarcito di parolein inglese, lingua ufficiale dellacongregazione delle Missio-narie della Carità; e col suoparlare s’è creato nella sala un

Provvidenzialmente, abbiamoavuto la grazia di averlo tra noi.In un ottimo italiano ha pre-sentato il tema affidatogli: Qua-le spiritualità per il laico oggi. Un tema importante per il cri-stianesimo odierno e soprattut-to per la nostra Casa di Spi-ritualità che desidererebbeacquisire col tempo proprio la

clima di surreale silenzio e dipreghiera. Non è stata una conferenza,bensì momento di incontro colDivino. Madre era presente. EDio con lei.

Il quarto contributo è una con-ferenza di Anselm Grün, mo-naco benedettino tedesco del-l’abbazia tedesca di Münster-schwarzach in Franconia. Un gigante della vita spirituale,un uomo eccezionale. Autoreprolifico; si pensi che in italia-no oggi sono pubblicati circa140 titoli, e in totale ha vendu-to, nel mondo, oltre 14 milionidi libri!

S p i r i t u a l i t à22 I n c o n t r i 23

M istica al femminileDonne del ’900

Riguardo ad Etty Hillesum e aSimone Weil, si è trattato d’in-contri di presentazione di figu-re forse non molto note al gran-de pubblico. Dopo una letturabiografica d’insieme, i relatori,con indubbia bravura, hannocercato di approfondire l’a-spetto mistico di queste duedonne eccezionali, e attraversotesti e testimonianze hannocondotto un vero e proprio

invito alla lettura come scoper-ta, o riscoperta, di un tesoroche se accostato e frequentatocertamente non delude, anzi,dopo aver affascinato e scon-volto per profondità e ricchezzanon abbandonerà più facilmen-te il cuore del lettore.

Riguardo la terza conferenza,Madre Teresa Mistica, è statatenuta da sr. Elena. Mi sento indovere di ringraziare nuova-mente, anche qui, questa caris-sima suora per la sua disponibi-lità e per l’esempio donato atutti gli astanti di quella sera. Ilparlare in pubblico non rientracertamente nell’abitudine diqueste sorelle, schive e silenzio-se per ‘vocazione’. Ma alla fine,grazie anche all’intercessione diamici in comune, questa figliadi Madre Teresa ha accettato. Siè presentata timidamente dietroad un tavolo immenso, quellodella sala conferenze, con unpiccolo pezzo di carta su cui

v’erano appuntate poche paro-le a matita. Quando è stato ilmomento di prendere la parola,sr. Elena ha esitato un minuto,e senza alzare la testa ha messoda parte il foglietto e ha comin-ciato, immersa nel suo grandemicrofono a parlare, leggendo,questa volta, nel cuore. Quelcuore impresso a caratteri cubi-tali da anni trascorsi conMadre, come confidenzialmen-te la chiama lei. E il tutto conEtty Illesum

Madre Teresa

Simone Weil

peculiarità di essere centro diformazione spirituale per il lai-cato. Un intervento da leggere,rileggere e meditare.

I testi qui riportati sono sbobi-nature di registrazioni non rivi-ste dagli autori. Risentono, mal-grado l’ottimo lavoro di trascri-zione, necessariamente del ’par-lato’, ma ciò che conta, credia-mo, al di là della forma esteticadello scritto è il contenuto. Eriguardo a questo siamo in pre-senza di qualcosa di profonda-mente alto, in grado di nutrire,e di guarirci dalle nostre di-strazioni e superficialità. E diquesto ringraziamo.

Don Paolo Scquizzato

Il Quaderno di spiritualità è possibilereperirlo presso la Casa di Spiritualità“Mater Unitatis” di Druento o presso laportineria della Piccola Casa in viaCottolengo 14 a Torino

Anselm Grün

Page 8: Incontri - Rivista Settembre 2009

Una presenza cottolenghinain Nairobi era richiesta dallanecessità di facilitare gli studidelle nuove leve maschili efemminili e di creare una casadi accoglienza per i religiosi edi volontari in arrivo e partenzaper l’Italia.Di conseguenza negli anni1986-87 sono stati acquistati 20acri di terreno (8 ettari) nellazona Langata Road-Karen ed apartire dal 1989 sono iniziate lecostruzioni: prima le case deiPadri e delle Suore, poi neglianni 1993-94 il centro assisten-ziale, nel 1996 il noviziato delleSuore e negli anni 2007-08 ilseminario.Attualmente le Suore in servi-zio formano due comunità:

orfanotrofio per una eventualeadozione, oppure vengono

comunità Madre Nasi per i ser-vizi generali e comunità S.G.B.Cottolengo per il servi-zio al centro assisten-ziale.Il noviziato ospita 5novizie del secondoanno, il seminario 11studentidi filosofia eteologia, la casa Padridon Giusto ed il sotto-scritto, nonché i sacer-doti ed i Fratelli di pas-saggio.Il Centro assistenzialeospita 70 bambini sie-ropositivi, di cui 20dall’età di un meseall’età di un anno. Secon la cura diventanonegativi, passano in un

ripresi da qualche familiare;quelli invece che permangonopositivi, restano da noi e fre-quentano le scuole materna,primaria e secondaria. Questibambini ci vengono segnalatidagli ospedali, dove muore lamamma per Aids, oppure da

mortalità di questi bambini eramolto alta; ora con i nuovi far-maci è diminuita, ma restanocreature molto fragili, senzadifese immunitarie e quindisoggette a raffreddori, mal digola ....Inoltre si presenta un nuovogrosso problema: come inserir-li nel lavoro e nella societàdopo la scuola primaria e se-condaria?Naturalmente non solo le spesedel vitto, vestiario, medicineecc.. sono a carico della Pic-cola Casa, ma anche tutte lespese degli studi, perché all’in-terno del nostro centro vi è sol-tanto la scuola materna e laprima classe della scuola pri-maria, mentre tutte le altreclassi sono inserite in altri isti-tuti a pagamento, né esistonosovvenzioni statali o di altrogenere. Ancora una volta si faassegnamento sulla DivinaProvvidenza e sulla generositàdei benefattori.

Don Francesco Gemello

religiosi che ne sonoa conoscenza. Lacura consiste soprat-tutto nell’alimenta-zione, nella sommi-nistrazione di vita-mine, nelle medicineantiretrovirali.Negli anni passati la

N o t i z i e20 I n c o n t r i 21

Il CCentro CCottolenghinodi NairobiIl CCentro CCottolenghinodi Nairobi

Page 9: Incontri - Rivista Settembre 2009

La giornata scorre tranquilla,l’unica preoccupazione è

che gli ospiti abbiano un’assi-stenza adeguata. A fine turnomi fermo a riflettere sulle per-sone che ho incontrato e provotenerezza. Alcuni mi hanno sorriso, altrimi hanno parlato con natura-lezza, penso: “finalmente illavoro che mi piace. Mi fermoqui!”. In questi anni al Cottolengo diMappano sono cresciuta, hoavuto l’impressione di dare,invece ora, riflettendo, mi sonoaccorta che ho ricevuto molto e

Il mio servizio non è per “qual-cosa” (denaro) ma per “qualcu-no”. A volte osservo le mie col-leghe e gioisco nel vedere l’at-tenzione e la premura rivolta airagazzi, come semplicementecambiare un bavaglino, unamaglietta, dare da bere, regala-re una carezza, sembrano pic-cole cose ma dimostrano come,in tutte noi, emerga lo spiritomaterno. Le suore, i fratelli, i sacerdoti

sono certa cheancora riceve-rò, giorno do-po giorno, inmodo partico-lare dai ragazziche si trovanonelle situazionipiù difficili. Basta un lorosorriso e lagiornata s’illu-mina.

Alle dieci di sera dopo averlilavati, cambiati, aver rimbocca-to le coperte e dato il baciodella buona notte la stanchezzasi fa sentire ma con la consape-volezza che servire i nostriragazzi è servire Gesù. Deo Gratias

Nadia Guidi

T e s t i m o n i a n z e18 I n c o n t r i 19

Il mio servizioa Mappano

Sono già passati nove anni e sembra ieri.Ricordo con precisione il primo giorno dilavoro: fresca di corso, senza alcuna espe-rienza con persone disabili, in un ambientereligioso, per me nuovo.

sin dall’inizio li chiamavano “inostri ragazzi” ed è vero nonsono più ospiti, come ci aveva-no insegnato a scuola, mamolto di più. Li sentiamonostri, perché con loro condi-vidiamo metà della nostragiornata. Sì, ragazzi, per-ché anche seavanti con glianni la purezzali mantiene gio-vani. Molti di loro cihanno lasciati, equando li ricor-diamo emergo-no particolari te-neri e diverten-ti... che ci fannoanche scenderequalche lacri-ma. Altri sono arri-vati con un cari-co di sofferenzagrande e che inbreve tempo si ètrasformata inserena accetta-zione.

Page 10: Incontri - Rivista Settembre 2009

Ma ho incontrata Suor Imma-colata, responsabile del laborato-rio musicale femminile [ .... ] chescoprendo che sono una violini-sta, mi volle con sé per aiutarlacon le sue “buone figlie”. Oggiringrazio Dio di questo incontroe cambio di programma, perchéil mio modo di pensare si è com-pletamente ribaltato: se inizial-mente credevo che mi sarebbemancato un dialogo con le perso-ne che andavo ad assistere, hoscoperto invece un rapportofatto, non di discorsi, ma diamore puro e semplice, di gestidi affetto, di piccole cose; e secredevo di andare per dare loroqualcosa, ho presto capito cheera molto di più quello che rice-vevo. Le buone figlie accolgonochiunque a braccia aperte, comese lo conoscessero da sempre,

ne notizie e di pregare per lui;che si accorgono quando sei aterra con una sensibilità rarapersino nelle persone “norma-li”; non si può non uscirne tra-sformati. Con i disabili si speri-menta come la felicità non con-sista tanto nell’avere, quantonell’essere: tu ai loro occhi valinon per la tua posizione sociale,per l’attività che svolgi o perquello che possiedi (nessuna diloro ti chiederà queste cose!) maper i sorrisi che sai regalare, perle carezze e i baci di cui sonotanto avidi che doni loro, per iltempo trascorso insieme. Agliocchi della nostra società, sem-brano invece solo persone chenon hanno nulla dalla vita senon la vita stessa. La mentalitàrelativista ed edonista tipica delnostro tempo, considererebbe

senza sapere chi è e cosa fa, conla semplicità, l’innocenza e l’en-tusiasmo dei bimbi. Dopo che seistata con loro una volta, capisciche non può rimanere un episo-dio isolato, che ti hanno già lega-ta a sé, ti amano, ti aspettano, eche tu comunque ormai hai biso-gno di loro, li senti già come latua famiglia.Nella Piccola Casa le sofferenzefisiche e morali sono tante, maquello che si respira al suo inter-no è gioia, pace, amore per lavita e per il prossimo, fiducia inDio. È una grande lezione divita: quando si vedono personeche pur con gravi handicap sonosempre sorridenti e capaci digioire, di ringraziare per ognipiccola cosa; che se confidi lorodi avere un familiare ammalato,mai si dimenticano di chiederte-

l’esistenza di moltidi loro nemmenodegna di esserechiamata vita. As-sistere chi è co-stretto all’immobi-lità, magari anchementalmente ritar-dato, necessitato diassistenza in tutto,sovente, con unsignificato comple-tamente distorto èritenuto un atto dicarità e forse sa-rebbe auspicabileuna morte dignito-sa, magari una soppressione nelgrembo materno se la creaturaè down, oppure è senza bracciae senza gambe! “Fateli nasceree poi dateli a noi” raccomanda-va Madre Teresa di Calcutta.E tanti di loro grazie al buonDio hanno avuta questa possi-bilità e così le nostre “perle”,sono felici di essere nel mondoe di godere di quello che han-no; non possiedono beni mate-riali, non hanno l’integrità fisi-ca, ma si sentono ricchi, perchépossono godere di tante altrecose belle che la vita offre mache sfuggono ai nostri occhisaturi di paganesimo, soprat-tutto hanno l’amore di chi lecirconda, che per loro è la cosapiù importante! Queste creatu-re, rifiutate dalla società e spes-so anche dalle famiglie d’origi-ne, perché diverse, imbaraz-zanti, hanno nella Piccola Casala loro famiglia, sono qui accol-te e amate, nonostante sianocosì, ma di più, proprio perchésono così. E’ questo il criterioche ispira religiosi e laici cotto-lenghini, che non si limitano alcorretto esercizio dei loro com-piti, ma compiono ogni cosacon amore e attenzione, nella

quanto vengono com-prese e apprezzate dachi le riceve, ma perl'amore con cui le sicompie, per il valoreche hanno in sè, perl'offerta che di esse sifa al Signore. "CaritasChristi urget nos":una forza, una perse-veranza, un amorecosì grande nell'occu-parsi dei più poveri,non possono venireche da Dio, e sarebbeingiusto relegare l'atti-vità della Piccola Casa

a pura assistenza sociale. Laprincipale e più importanteattività dei religiosi cottolen-ghini è la preghiera, e la caritàne è la conseguenza; manifesta-zione dell'amore da Dio e perDio. Per usare ancora parole diMadre Teresa di Calcutta: "Lapreghiera genera fede, la fedegenera amore e l'amore generadedizione ai poveri". "Deo Gratias" è il saluto e rin-graziamento che usano scam-biarsi i cottolenghini, a conti-nuo riconoscimento che ognicosa viene da Dio; e di tutto aDio bisogna rendere grazie. Un'esperienza di volontariatonella Piccola Casa arricchisceprofondamente e lascia un se-gno indelebile, fa riflettere sulvero senso dell'esistenza, sulvalore della fede e della perso-na, sull'importanza dell'incon-tro e della condivisione, e datanta gioia a chi dona e a chiriceve.

Paola Betella

Paola è violinista del Teatro Regio diTorino. Fa volontariato nel padiglioneS.S.Innocenti dalle buone figlie.

consapevolezza di avere davan-ti Gesù. Non dobbiamo servirei poveri come fossero Gesù;dobbiamo servirli perché sonoGesù (madre Teresa di Cal-cutta). Condividere questa visionenon è conquista immediata, oalmeno, per me non è statocosì. Agli inizi sono stata tenta-ta di chiedermi a che cosa po-tesse servire fare musica con lehandicappate più gravi, appa-rentemente incapaci di capire,dallo sguardo perso nel vuoto,talvolta urlanti, senza reazionial suono del mio violino, e inquella situazione mi sentivoinutile, anche forse un po' ridi-cola. Ma le mie amiche suore,con il loro esempio mi hannoaiutata, "coccolando le lorobimbe con il consueto entusia-smo, con baci, parole dolci,trattandole come persone per-fettamente normali e in gradodi capire tutto"; anzi con piùtenerezza ancora perché piùdeboli e indifese e mi dicevano:"Paola sii contenta perché oggihai suonato per Gesù", inse-gnandomi così, che non si giu-dicano le azioni solo in basealla loro utilità pratica o a

T e s t i m o n i a n z e16 I n c o n t r i 17

M usica su un pentagramma

SpecialeSvolgo la mia esperienza di volontariato presso gli

handicappati mentali, i più fragili e indifesi, i buoni figli, le perle preziose del Cottolengo ed è nata,

più per un disegno della Provvidenza che per unamia scelta; la mia intenzione in origine era infatti sìquella di occuparmi di persone bisognose, ma che

fossero in grado di comunicare con me, con cui poteravere una relazione... dagli altri, pensavo, ci sarebbeandato qualcuno con più esperienza, più forte di menell’affrontare quel tipo di difficoltà e si accontentas-se di un rapporto personale limitato.

Page 11: Incontri - Rivista Settembre 2009

Un bel programmino, densodi impegni e di forti solleci-tazioni; ben studiato e organiz-zato, non poteva che riuscirebene. Infatti, già a partire dalleadesioni che hanno raggiuntosubito la completa saturazionedel pullman, la soddisfazionedei partecipanti è stata palese etotale e ha reso giustizia al Pre-sidente che non si era certorisparmiato nell’organizzare iltutto.

Arrivati a Corneliano, sullabella piazza dominata dallamaestosa facciata della ChiesaParrocchiale dedicata a SanGallo e Nicola e dove ancora sirespira un non lontano passatonapoleonico, ad attenderci tro-viamo il Parroco Don Italo, checi dà il benvenuto con amicizia.Raccolti nella sua bella Chiesa,ci ha parlato del passaggio inCorneliano del Santo Cotto-lengo, dei primi passi delnovello Pastore di anime, chepur nel breve tempo della suapermanenza, si è fatto ben

L’incontro con le sorelle Ado-ratrici del monastero di Pra-lormo è stato un momentomolto bello, coronato subitodalla Santa Messa, celebratadal nostro Don Roberto che ciaccompagnava nel pellegrinag-gio. È stata la premessa peruna giornata, nel bello ma inpreghiera. Terminata la SantaMessa un saluto dalla Rev.daSuperiora che ci ha donatal’immagine della Madonna

della Spina daloro tanto vene-rata e poi subito,partenza versoCorneliano, nel-la gioia di unagiornata densadi colori meravi-gliosi, sullo sfon-do di vette alpi-ne innevate, tut-te a sfoggiare laloro maestosità.

volere e ha cominciato da su-bito a manifestare la disposi-zione della sua anima verso ipoveri e i più bisognosi. Don Italo aveva poi preparatola preghiera della Santa Messadella festa del Santo, che distri-buita a tutti i convenuti èdiventata corale preghiera diringraziamento al Santo Cot-tolengo per quanto, partendoda questa sua prima esperien-za, ha saputo donare allaChiesa. Certamente il clima diquesti meravigliosi avanpostidelle prime colline collocate traRoero e Langhe e la meravi-gliosa serenità di questi luoghi,devono aver inciso non poconell’animo del giovane Sa-

lucido. Tutti attorno a lui, perun po’ di ricordi, di preghiere eun bel canto alla Salve Regina,prima di scendere al Pilonevotivo per rinnovare la gratitu-dine al Padre Provvidente peril dono del Venerabile e prega-re perché arrivi presto la suacanonizzazione. Deo Gratias!

Mario Carissone

cerdote. Neilocali della par-rocchia poi,Don Italo ci haillustrato i tantidocumenti ereferti lasciatidalla perma-nenza delSanto in Cor-neliano, unabella e curataraccolta che ciha stupiti; poile belle imma-gini in Chiesa atestimoniare ilnon sopito ricordo di Cornelia-no per il nostro Santo. Prima diripartire tutti sulla gradinatadella parrocchiale, per unabella foto ricordo.Ripartiamo e le colline sonosempre più belle, ricche di vi-gneti curati come tanti ado-lescenti in fasce. All’arrivo a Castellinaldo subi-to al ristorante, perché ormaida tempo le campane del belcampanile avevano rintocca-to l’Ave dell’Angelus. Anchequi un’atmosfera tanto diver-sa dalle abituali che troviamoin città, non secondario an-che che abbiamo mangiatoveramente bene… e che vini!A fine pranzo una rapida efugace visita al paese, che dai

suoi terrazzi con-sente di spaziaresu una successio-ne di colli e vignetali da mozzare ilfiato per la lorobellezza. Poi in-contro con Ri-sbaldo (fratellodi Fratel LuigiBordino), ormainovantaduennema sempre molto

N o t i z i e14 I n c o n t r i 15

Torino 2 maggio 2009 “G ita”AssociazioneAmici del Cottolengo

Il calendario dei programmi formativi, prevede-va per questo primo sabato del mese di maggio,un pellegrinaggio attraverso i luoghi dellamemoria cottolengnina comprendente: “Visitaal monastero di Pralormo, sosta a Cornelianod‘Alba, prosecuzione verso Castellinaldo, visitaa Risbaldo, fratello del Venerabile Fratel Luigi,preghiere al Pilone votivo, eretto dai due fratel-li per ringraziare la Vergine della Consolata delritorno incolumi, dalla drammatica esperienzanelle sterminate e gelide steppe della Russia edella Siberia”.

AssociazioneAmici del Cottolengo

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avremmo causato ad Esther, cheè nullipara ed ha diciannoveanni, una sterilità permanenteche forse le potrà causare undivorzio e quasi certamente leprecluderà ogni possibilità dirisposarsi. Non abbiamo potutochiederle il permesso, perché leidormiva e forse sarebbe stataincosciente ancora molte oredopo l’operazione a causa del-l’ipotensione e dell’anemia.“Che responsabilità davanti aDio… eppure non posso micarischiare di riparare una salpin-ge che poi le causerà una nuovaemorragia interna, quasi certa-mente mortale”. Ho quindideciso di relegare questi dubbinel profondo del mio cuore, diaffondare due klemmer nellegamento largo, di tagliare epoi suturare.Ho controllato il campo opera-torio e lavato abbondantemen-te con soluzione fisiologica. Non sanguinava più.Abbiamo chiuso in fretta ilperitoneo, prima che si met-

tesse a spingere e ci desse pro-blemi con le anse intestinali.Quando ho visto la donnadopo l’operazione, mi sembra-va una bambina. Era ancoraaddormentata, ed una nuovasacca di sangue scendeva sta-volta lentamente. Ho pensatocon un brivido al momento incui le dovrò dire che non potràpiù avere figli.

anni 27, Koim-makkadu JobinAntony, di anni27, e VargheseXaviour di anni29.

Nello stesso gior-no hanno avviatoil tempo inizialedi formazione cot-tolenghina due al-tri giovani semi-naristi, Costama-gna Gabriele, pro-veniente dalla Fa-miglia Tommasini,e Kurishinkal Jose-lin John Paul, pro-veniente dal Cotto-lengo Seminary diParur.

Deo gratias.

T e s t i m o n i a n z e12 I n c o n t r i 13

Sabato 4 aprile Shijo Solomon eLourdusamy Vincent Xavier,entrambi provenienti dal Cot-tolengo Seminary di Parur, ter-minato il periodo della forma-zione iniziale nella casa madredi Torino, hanno emesso per laprima volta la promessa diobbedienza, per entrare a farparte della comunità dei Sa-cerdoti cottolenghini. Auguri.

Venerdì 19 giugno, solennitàdel Sacro Cuore di Gesù, treseminaristi cottolenghini, conla promessa perpetua di obbe-dienza hanno offerto definiti-vamente la loro vita al Signorenel servizio dei poveri dellaPiccola Casa della Divina Prov-videnza: altri preziosi frutti delCottolengo Seminary di Parur(Kerala-India), dove essi hannoiniziato il loro cammino di for-mazione sacerdotale, e dellaFamiglia dei Tommasini, ovel’hanno completata. Essi sono: Francis Benny, di

Nuove Professioni fra i Sacerdoti Cottolenghini

Caritas Christi urget nos!

Monastero Cottolenghino “Sacro Cuore”

19 giugno 2009, Manziana - Roma

Carissimi Benny, Jobin e Xaviour

con grande gioia abbiamo accolto l’annuncio della

vostra Promessa Perpetua nella Società dei Sacerdoti

Cottolenghini. Vi siamo particolarmente vicine in questo

giorno che segna anche l’inizio dell’anno sacerdotale: il

Santo Curato d’Ars vi sia guida e modello di conformazio-

ne al Cuore di Cristo.

La vostra vocazione è un dono davvero grande per la

Chiesa, per la Piccola Casa e per tutti noi e insieme ringra-

ziamo il Signore.

Maria, la donna del SÌ, di cui la Chiesa fa memoria

domani del Cuore Immacolato, vi accompagni sempre per-

ché possiate annunciare con la vita a quanti incontrate

l’Amore e la tenerezza di Dio Padre Buono e Provvidente.

Auguri di cuore, uniti in Lui,

Priora e Sorelle

“Queste comunicazio-ni sono la parte peg-giore del nostro lavo-ro”, ho confidato conamarezza ad Ogembo. Poi, camminando ver-so la comunità, con lasperanza che mi aves-sero lasciato qualcosada mangiare, ho ripen-sato alla mia de-pressione del mattino. Non che il dolore pro-vato poche ore fa siapassato del tutto, ma lastoria di Esther mi haaiutato a mettere ognicosa nella prospettivapiù corretta: ha sensolottare… ce l’ha sem-pre. Per Esther è statoimportante che ci fos-

simo, prima che per lei fossetroppo tardi… e poi non devofare la vittima. C’è tanta genteche sta molto peggio di me. Esther rischia di essere ripudia-ta, additata a vista come unadonna sterile e quindi inutile equesta condizione la bollerà persempre: che diritto ho io dilamentarmi?

Fr. Beppe

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volta che tentava di mettersi inpiedi. La sua fronte era imperla-ta di sudore freddo. Ho misura-to la pressione, ma non si è sen-tito nulla. L’ho fatta portare inambulatorio e, mentre la prepa-ravamo per l’eco, ho notato unacicatrice sulla pancia:“Quanti anni hai?”“Diciannove”, ha risposto convoce flebile.“Hai altri figli? Che tipo diintervento hai subito?”“Non ho bambini… si è tratta-to di un intervento per gravi-danza extrauterina”.Non ho risposto, ed ho messola mano sul suo addome. Eradolentissimo e la donna saltavaad ogni mio tentativo di preme-re un po’. Mi sono quindi foca-lizzato sulle congiuntive: era

fatica a ritrovare le motivazio-ni. Certo, lo devo fare per Dio,che tutto vede e non si lasciacerto impressionare da ciò chedice la gente: Lui sa vedereanche sotto lo strato di fangoche a volte ci viene spalmatoaddosso; Lui è anche capace ditogliere il bollo che spesso ci hamarchiati e classificati.Ma la mia poca fede in questomomento chiede anche unsegno da Dio.Ed il Signore ha risposto allamia richiesta. Fin da stamanicontinuavo a chiedermi chesenso ha lottare e stancarsi finoallo sfinimento, e la risposta èarrivata verso mezzogiorno: erauna giovane donna, minuta, dinome Esther. È arrivata inbarella perché collassava ogni

davvero pallida. Ho pro-vato a percuotere la pan-cia, ed ho sentito un gor-gogliare di fluido che sistava muovendo.Immaginavo già di cosa sitrattava ma ho deciso ditrattenere le mie fantasiee di lasciar parlare lasonda ultrasonografica.Purtroppo la diagnosi si èpresentata immediata-mente, ed è apparsa vera-mente spietata: era chiaroche si trattava di unanuova ectopica, nell’uni-ca tuba che era rimastaad Esther.La malata intanto peggio-rava ed ora era quasi inco-sciente. Era chiaro chel’emorragia interna eramassiva. Abbiamo quinditrasfuso in fretta e furiauna sacca di sangue e poisiamo entrati in sala conprocedura di emergenza.Mentre mi lavavo e mi prepara-vo all’intervento, continuavo asperare di estrarre il prodottodel concepimento e dipoter riparare la salpinge.Abbiamo operato sottoketamina, perché la spi-nale avrebbe ulterior-mente peggiorato l’ipo-tensione: è stata una ane-stesia difficile, con la pa-ziente che ha smesso direspirare due volte. Ilsangue raccolto in cavitàaddominale era moltissi-mo, e facevamo fatica adaspirarlo. Il pavimentodella sala era inondato,ed io non riuscivo a tro-vare la tuba a causa deifiotti di sangue che e-mergevano dalla brecciaoperatoria come da unidrante rotto.

Jesse ha continuato a infon-dere sangue, usando anchelo spremisacca per fareprima. Le condizioni gene-rali pian piano si sono nor-malizzate, ed abbiamo cosìpotuto riflettere un mo-mento. La tuba era letteral-mente scoppiata insieme alsacco ovulare; tutto intornoalla ferita si presentavanecrotica. Abbiamo rimos-so il prodotto di concepi-mento ormai morto datempo, e poi abbiamo ten-tato di suturare quello cherimaneva della salpinge. Maogni volta che provavamo acucire, il filo tagliava il tes-suto “marcio” e causavauna nuova emorragia.Pressati anche da Jesse checi chiedeva di chiudere infretta a causa delle gravicondizioni della donna,siamo stati forzati verso

l’inevitabile: abbiamo dovutoaccettare la realtà. L’unica via diuscita era di asportare la salpin-ge, con la consapevolezza che

Poi, quando finalmente sonoriuscito a mettere una klemmernel punto giusto, il torrenteematico si è arrestato di colpo.

T e s t i m o n i a n z e10 I n c o n t r i 11

C’è semprequalcuno che

soffre di piùOggi mi sono svegliato conl’umore sotto i tacchi e con unsenso di depressione e di falli-mento: a volte sembra chequanto più ci si impegna, tantopiù il prossimo pare ignorarequello che facciamo per attac-carci ancora, e metterci un po’di fango sulla faccia.La tentazione dello scoraggia-mento è forte, ed è così profon-da oggi che mi attanaglia lagola e rende il mio cervellolento ed impastato. Vorrei sdra-iarmi sulla barella di room 17,chiudere la porta a chiave, spe-gnere la luce e rimanere inerteguardando il soffitto.Eppure non è possibile: me nerendo conto che devo lavoraree che bisogna aiutare gli altri,ma in questo momento faccio

C’è semprequalcuno che

soffre di piùO

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Era il 1989 quando l’alloraSuperiora Provinciale di

Torino mi chiese di “rendermidisponibile” ad accogliere per-sone e gruppi che spesso bus-savano alla porta n. 14 di viaCottolengo, chiedendo di poterconoscere la realtà della Pic-cola Casa. Il servizio, iniziatoquasi in sordina, nell’arco diquesti venti anni, è andato sem-pre più organizzandosi, preve-dendo un luogo di accoglienza:il Punto incontro, (locali sottola Chiesa Grande); del mate-riale audiovisivo e stampe cosìda presentare in modo efficacela persona e lo spirito del SantoCottolengo e la vita nella Pic-cola Casa.L’apice, come affluenza e varie-tà di gruppi, è stato toccato nel

Sempre in quell’anno, si sonoavute presenze particolaricome il Metropolita russo orto-dosso Kirill, ora Patriarca diMosca e di tutte le Russie. Un momento straordinario èstato offerto dalla Giornatamondiale della Gioventù cheha portato a Torino migliaia digiovani. Anche la Piccola Casaha accolto, per quattro giorni,un folto gruppo di giovanifrancesi, diretti a Roma. È stata un’esperienza bella egioiosa, di nuove conoscenze eamicizie. L’arricchimento èsempre reciproco.Le richieste continuano per untotale di alcune migliaia di per-sone all’anno.Ma perchè una visita al Cot-tolengo? Che cosa spinge par-

Giubileo del 2000. Già dall’ini-zio dell’anno giubilare numero-si gruppi parrocchiali, associa-zioni, istituti religiosi, studenti,anziani e tante altre categorie dipersone da tutto il mondo, ave-vano scelto di celebrare il loroGiubileo al Cottolengo. Lamaggior confluenza è stata poiregistrata nel periodo dell’O-stensione della Sindone (14 ago-sto – 22 ottobre 2000), per ildesiderio di unire la contempla-zione del Volto del Crocifissoall’attenzione ai Crocifissi, cioèa coloro che completano nellaloro carne i patimenti del-l’Uomo della Sindone. Per l’ac-coglienza degli oltre quindici-mila pellegrini si rese necessarioorganizzare un servizio connumerosi volontari.

roci, catechisti, professori,scuole, responsabili di gruppi,a chiedere un incontro allaPiccola Casa? In generale mi pare di poterrispondere che non è soloentrare in un luogo che destaammirazione estupore per lagrandezza e l’or-gan izzaz ione ,ma più profon-damente per fa-re un’esperienzadi fede, di spe-ranza, di carità edi pace. Lo si legge neglisguardi, a voltecommossi o nel-le esclamazioni;lo si intuisce neisilenzi pensosicon cui vengonoaccolte alcune te-stimonianze. Perdono della Di-vina Provviden-za, la Piccola Ca-sa rimane, per ilmondo, un luogo

simbolo, un segno, sia per laLode Perenne a Dio che sieleva fra le sue mura, sia perl’umile e silenzioso servizioofferto a persone in difficoltà,compiuto nella fedeltà al pro-prio carisma.

T e s t i m o n i a n z e8 I n c o n t r i 9

L’Accoglienza deiV isitatori nella Piccola CasaL’Accoglienza deiV isitatori nella Piccola Casa

È il fascino sempre attualedella santità di S. GiuseppeBenedetto Cottolengo – di cuiil 19 marzo abbiamo celebratoil 75° anniversario della cano-nizzazione –, che invita: “Se voi pensaste e comprende-ste bene chi è il povero, di con-tinuo lo servireste in ginoc-chio”, espressione che illuminale parole di Gesù: “In verità vi dico, ogni voltache avrete fatto queste cose aduno solo di questi miei fratellipiù piccoli, l’avete fatto a me”(Mt 25,40).

È il “Caritas Christi urget nos”,che ancora affascina e rendetestimone chi si lascia possede-re da questo Amore.

Per tutto e sempre:

Deo gratias!

Sr. Milvia Molinari

Page 15: Incontri - Rivista Settembre 2009

Il canto di comunione ideatonelle parole e nella musica dalMaestro Davide Tepasso ci fagustare profondamente la gioiadi “aderire intimamente e indis-solubilmente al Signore Gesù edi concretare la nostra donazio-ne totale in un servizio di amoreverso i fratelli, particolarmenteverso i più bisognosi” (cfr. For-mula di Consacrazione dellesuore cottolenghine).

Al termine della solenne Conce-lebrazione, Madre Giovanna, leConsigliere e altre sorelle, siportano alla Cappella del SantoFondatore: la preghiera si falode, canto, ringraziamento…tutto per la Gloria di Dio il benedei fratelli e delle sorelle piùbisognosi di pane e d’amore… All’uscita di Chiesa, si è invitatea passare da Casa Madre dove,vicino al grande pannello cele-brativo, è stato installato perl’occasione, un video che rac-conta momenti della nostraStoria: un assaggio di quello chevedremo poi, alla sera, nellaSala Convegni! Che lieta sor-

di un carisma “semi-nato” nel mondo,musiche e canti pro-posti dal Coro S.Cecilia. Il tutto ha “strap-pato” applausi… acascata! numerosi,entusiasmanti, meri-tatissimi…Al termine, SuoraMadre raccoglie l’e-redità: commossaringrazia e ricordale sorelle che cihanno preceduto inquesto cammino disantità ed ora abita-no il Cielo; le sorelle

che, negli anni immediatamenteprecedenti all’Approvazione,hanno dato le loro migliori ener-gie di mente, di cuore senza esi-tare di dare, anche per questoevento, la vita, come fece suorVice Madre Agnese che tornòalla Casa del Padre due giorniprima dell’Approvazione, aven-do nel cuore e sulle labbra il

presa per le sorelle! Un’occa-sione per rivedersi, ricordare,riportare alla memoria delcuore… l’onda della gioia s’in-frange sugli scogli degli anniche passano!Il pomeriggio è caratterizzatodalla recita, in Chiesa Grande,del Rosario: nell’enunciazionedei misteri risuonano le paroleincoraggianti, profonde edesortative delle ultimenostre Madri Generali. Se-gue il canto del Vespro, ilmomento dell’adorazione eil solenne Te Deum di rin-graziamento!La giornata volge al terminema le sorprese non sonoancora terminate e l’ultima èdavvero… sorprendente! Realizzato da Suor MilviaMolinari un montaggio diminuziosa ricerca storica e difine bellezza ci ha portate, distupore in stupore, dalla no-stra prima Madre MariannaNasi all’attuale Madre Gio-vanna Massè!Date, ricordi, eventi, esorta-zioni, “curiosità di famiglia”note o meno note, immagini

desiderio chequesto si avve-rasse. Il ricordograto anche asuor Lucia Cec-cotti, ancora “sulcampo” in terrad’America.E gratitudine pertutte le sorelleco t to l engh inecon l’augurio diuna santità, umi-le, fiduciosa, quo-tidiana.Gratitudine aPadre Aldo e aiSacerdoti, a Fra-tel Giuseppe e atutti i Fratelli. Ilpensiero di Ma-dre Giovanna vaanche al prossi-mo appuntamen-to capitolare e, su tutte, invocalo Spirito di Sapienza per aiutar-ci a camminare sulle vie del-l’amabile Divina Provvidenza eguidarci, passo dopo passo, infedeltà al carisma del nostroSanto Fondatore.

“là siano fissi i nostri cuori dove è la

vera gioia.”In conclusione il canto del DeoGratias risuona nella sera ormaiinoltrata; s’alza libero, lieto eoltrepassa confini e orizzonti…forse attende la prima stella delmattino per annunciare anche alnuovo giorno e, ad ogni nuovogiorno, che nel cuore cottolen-ghino c’è sempre un angolo dovecelebrare la memoria dell’operadi Dio e coltivare la gratitudine.La Chiesa nella liturgia del lune-dì della V° settimana di Pasquaci fa pregare così: “O Padre…

vivono o operano, a diverso ti-tolo nella Piccola Casa, partico-larmente alle sorelle cottolen-ghine in ogni luogo dove laDivina Provvidenza le chiamaad operare: la loro vita risplen-da d’amore e, soprattutto dovenel cuore degli uomini il cielo èpiù buio, come stelle luminoserisplendano, presenze umili eoperose, Testimoni di quellaPresenza che è vita ineffabileed eterna. Auguri, a tutte e atutti… di santità!Deo Gratias sempre!

Sr. Luisa Busato

T e s t i m o n i a n z e6 I n c o n t r i 7

concedi di amare ciò che coman-di e desiderare ciò che promettiperché tra le alterne vicende delmondo, là siano fissi i nostricuori dove è la vera gioia”.

Sembra di sentire la voce delCottolengo quando esortava atenere gli occhi e il cuore rivoltilassù, a confidare straordinaria-mente in Dio Padre che pensa anoi più di quanto noi pensiamo aLui, a vivere di fede, a far sì chela pace regni sempre tra noi, adesercitare la carità con entusia-smo per vivere pienamente quel-la chiamata alla Santità, unicofine per il quale Dio, nella suaDivina Provvidenza e Miseri-cordia, ha aperto la Piccola Ca-sa; a questo solo scopo operaEgli, ad ogni istante meravigliee miracoli! (Cottolengo, Detti epensieri, 184, 41, 178, 116, 291,319, 312).

Questo scritto è dedicato atutti coloro che risiedono,

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canta le meraviglie dell’amoredi Dio Padre, di Gesù il Figlioamato e dello Spirito Santo,dono di Grazia e di Fedeltà. Si prega e si canta con fede,con amore e con gratitudine“Vergine Consolata, sei la gioiadello Spirito…” “Vergine Ma-ria, Madre di Gesù, fateciSanti!”.Domenica 21 Giugno: SantaMessa di comunità. Le notedell’organo e le voci del Corodanno alla Celebrazione untocco Festivo speciale! “Can-tiamo osanna, la nostra Chiesaè in festa…”. Il canto d’ingres-

Nel giorno dedicato allaConsolata, cinquant’anni

dopo, l’Ouverture dell’Operamirabile che lo Spirito Santo hascritto per le Suore Cot-tolenghine nella Piccola Casadella Divina Provvidenza, si

so accoglie i Sacerdoti e iMinistranti.Nella preghiera di lode ci unia-mo al canto della creazione perbenedire Colui la cui Grazia“vale più della vita”(Sal 62,4) eal quale s’innalza il nostro“canto nuovo” (Sal 149).

“La Carità di Cristo ci possiede, ci spinge,

ci sospinge, ci travolge, ci avvolge…”

La Liturgia s’inoltra nell’ascoltodella Parola e, sorprendente-mente e provvidenzialmente,ascoltiamo l’invito di S. Paoloche ci porta al cuore del nostrocarisma “La Carità di Cristo cipossiede, ci spinge, ci sospinge,ci travolge, ci avvolge…” (2 Cor5,14). Paolo scrive ai cristiani diCorinto, scrive a ciascuno di noi.

“La chiamata è un invito, sempre rinnovato, a seguire Gesù”

Decreto di Approvazione; suorElda porta le Costituzioni men-tre le 12 sorelle formanti il Con-siglio Generale (sorelle di vitaattiva e contemplativa) portano12 lampade accese. L’olio dellacarità, della fede e della speran-za, arda nella lampada dellanostra vita per continuare adessere quel segno certo dellaPresenza di Dio che riempie l’u-niverso!

L’Amore veglia sul cammino deifigli e delle figlie della PiccolaCasa della Divina Provvidenza;veglia anche su quello della no-stra Congregazione Religiosa.

“Deo Gratias, Deo Gratias, ticantiamo Divina Provvidenzacon San Giuseppe BenedettoCottolengo, in noi risplendaogni giorno la carità di CristoSignore!”

“tutto per la Gloria di Dio il bene dei fratelli e

delle sorelle più bisognosi di pane e d’amore…”

Padre Aldo, nella sua omelia,sottolinea come “Cristo siamorto per tutti… perché noinon viviamo più per noi stessima per Lui, che è morto e risor-to per noi…” (cfr 2 Cor 5,15).La chiamata è un invito, sem-pre rinnovato, a seguire Gesù,rivelatore del Volto di Dio,Padre Buono e Provvidente e alquale orientare l’anelito dellanostra preghiera. “Nella pre-ghiera confidente, ci ricordaPadre Aldo, troviamo la forzaper la testimonianza; solo laCarità, la vera Carità ci confer-ma come cottolenghini; la fedesi manifesta, si fa visibile nellacarità”. È la stessa Carità che ha av-volto e sospinto le sorelle che cihanno preceduto e che, con illoro amore e la loro dedizione,hanno fatto risplendere il cari-sma nei secoli!È intenso, commovente e toc-cante il momento dell’offertorioquando, insieme al pane e alvino, presentiamo la nostra vitaperché lo Spirito ci trasformi inamore. Vengono presentati altri doni:Suora Madre ha tra le mani il

T e s t i m o n i a n z e4 I n c o n t r i 5

19592009

50 anni diG ratitudine!

50° di Approvazione Pontificia delle Suore

20 Giugno 1959: finalmente la desi-derata Approvazione! Sì! L’approva-zione delle Suore di San GiuseppeBenedetto Cottolengo riconosciutedalla Chiesa come vere Religiose diDiritto Pontificio. Con Decreto afirma del Prefetto della SacraCongregazione dei Religiosi, Car-dinale Valeri, le suore Cottolen-

apre ai piedi della Consolata,splendida Icona dell’Amore . IlRosario, proposto ai fedeli sti-pati nel Santuario per l’impos-sibilità, a causa del maltempodi dare il via alla processione, èguidato da suor Milvia e dalcoro delle suore cottolenghine. Il ricordo dei 75 anni dellaCanonizzazione del Cottolengoe la memoria del 50° di Ap-provazione Pontificia delleSuore, sono i due eventi porta-ti all’attenzione orante di tutti:l’amore a Maria del nostroFondatore è il “filo condutto-re” che, di “Ave in Ave…”

lenghine “pronte per amore delSignore e dei poveri ad ognisorta di sacrificio, di preghiera edi lavoro…” (dal Decreto 20Giugno 1959) ottengono il Ri-conoscimento affinché “gli uo-mini conoscano ed ammirinosempre più l’Opera della DivinaProvvidenza…”( ib.)

Page 17: Incontri - Rivista Settembre 2009

Periodico della Famiglia Cottolenghina e degliex Allievi e Amicidella Piccola Casa

n. 3 settembre 2009

Periodico quadrimestraleSped. in abb. postaleComma 20 lett. C art. 2Legge 662/96 Reg. Trib. Torino n. 2202 del 19/11/71

Indirizzo: Via Cottolengo 1410152 Torino - Tel. 011 52.25.111C.C. post. N. 19331107Direzione IncontriCottolengo Torino

Direttore responsabileDon Carlo Carlevaris

AmministrazioneAvv. Dante Notaristefano

Segreteria di redazioneSalvatore [email protected]

Comitato di redazioneSalvatore AcquasMario CarissoniMauro CarossoDon Roberto ProveraRodolfo Scopelliti

Progetto graficoSalvatore AcquasValter Oglino

Prove digitaliLEM Stampa digitalevia Bologna 220 - TorinoTel. 011 2475546

Stampa:Tipografia Gravinese Corso Vigevano 46 – TorinoTel. 011 28.07.88

In copertina:Bambini Centro Cottolengo Nairobifoto di: Don Eugenio Cavallo

SOMMARIO

NOTIZIE

3 Il puntoM. Carosso

14 e 15 Gita Associazione Amici del CottolengoM. Carissoni

20 e 21 Il Centro Cottolenghino di Nairobidon F. Gemello

30 Gli amici che ci hanno lasciati: Candida CiprianiR. Lombardi

31 Padiglione P.G. FrassatiRedazione

32 9 maggio Giornata della memoriaD. Notaristefano

33 Convegno annuale associazioneex allievi e amici del CottolengoD. Notaristefano

34 Leggiamo un libroM. Carissoni

35 Salvare una stellaN. Monari - G. Pinna

PERSONAGGI

28 e 29 Una giornata davvero speciale 25 anni di volontariato di LuiginaRedazione

SPIRITUALITÀ

22 e 23 Mistica al femminile: Donne del ‘900don P. Scquizzato

26 e 27 Chiesa Grande: il Santuario delle reliquiedon L. Tranquillo

TESTIMONIANZE

4-5-6-7 1959-2009, 50 anni di gratitudineSr Luisa Busato

8 e 9 L’accoglienza dei visitatori nella Piccola CasaSr M. Molinari

10-11-12 C’è sempre qualcuno che soffre di piùFr. Beppe

13 Nuove Professioni tra i Sacerdoti CottolenghiniRedazione

16-17 Musica su un pentagramma specialeP. Betella

18-19 Il mio servizio a MappanoN. Guidi

24 Caritas Christi urget nos: provare per credereFrancescani al CottolengoC. Tamagno

25 Tendere verso l’AutenticitàN. Kirimo

36 Il Mare - poesiaMaffalda “S.S.Innocent”

I l p u n t o

Rieccoci dopo la calda pausa estiva, occasione di riposo e di utili esperienze, conun nuovo numero di “INCONTRI” che vi racconta gli ultimi avvenimenti dellaPiccola Casa e del mondo Cottolenghino. Eravamo indecisi sull’uscita di un terzonumero per l’anno in corso perché - in confidenza - ogni pubblicazione e spedizioneha un costo che, seppur contenuto, ha finito per liquidare le nostre già scarse risorse.Ma qualcuno era ben fiducioso che la Provvidenza non sarebbe andata in ferie, e cosìè stato. Molti ex allievi e amici cottolenghini hanno inviato il loro contributo che ciha permesso questa nuova pubblicazione, ulteriormente rinnovata nella grafica.Speriamo sia di vostro gradimento.

Cosa vi raccontiamo? Prima di tutto il doveroso ricordo del 50° anniversario delriconoscimento Pontificio della Congregazione

delle Suore di San Giuseppe Cottolengo, avve-nuto il 20 giugno 1959. Un lungo e altisonantetitolo che poi, in sostanza, non ha aggiuntonulla al Carisma e allo stile di semplicità e gran-de generosità delle nostre Suore. Un atto giuri-dico, certamente importante, che ci dà l’occasio-ne di ricordare quanto tutti noi abbiamo ricevu-to da loro, come bambini, alunni e malati. Unvero fiume di carità che ha coinvolto, fin dal-l’inizio, numerosissime comunità, istituti, e fon-dazioni sparse in tutta Italia, lasciando tracceindimenticabili. Poi le missioni, con testimo-nianze di grande impegno, il nuovissimoPadiglione Frassati, la realtà del Centro Cot-tolengo Nairobi, l’interessante esperienza dei

novizi Francescani, e le notizie sempre attese di Casa. Vi lasciamo allora alla lettura con un arrivederci al pros-

simo numero, ricordandovi che, per proseguire, abbiamobisogno di tutti e saremo quindi grati a chi vorrà dimostrar-ci apprezzamento, anche inviando articoli, commenti, o…contributi economici. Qui ci sta proprio bene un maiuscoloDEO GRATIAS.

MAURO CAROSSO

Page 18: Incontri - Rivista Settembre 2009

Sul numero due del mese dimaggio, abbiamo dedicato unapagina alla presentazione dellabiografia di Suor Maria CarolaCecchin, ripresa dallo scrittorePaolo Risso. A partire da que-sto numero è nostro desiderioche a seguire, ogni numeroabbia uno spazio per proporredi volta in volta un altro deitanti libri della bibliografia cot-tolenghina. Ne sono stati scrittimolti, in tempi recenti e intempi lontani; tutti molto belli.Il libro che vogliamo presentar-vi oggi è la “Storia delle SuoreVincenzine del Cottolengo inAfrica nel periodo 1903-1925”.Una raccolta di vite missionarie

l’arrivo delle Suore Cottolen-ghine di cui si parlerà am-piamente nella seconda partedel libro. Troviamo qui strug-genti note biografiche e breviricordi di tutte le 44 suoreVincenzine del Cottolengo, chehanno collaborato, coadiuvato,condiviso lunghi anni con iprimi missionari della Conso-lata. Fedeli alla Piccola Casadella quale erano Figlie, esecondo l’insegnamento delBuon Padre, il Canonico Cot-tolengo, servirono i poveri piùpoveri anche con il sacrificiodella vita. Storie di vite genero-se, in un bel libro, da leggeretutto in un sol fiato!

Mario Carissoni

scritta da suor Giu-liana Galli dopo unlungo lavoro di ricer-ca. Presentato dallacompianta Madre E-miliana Allasia, ladomenica delle Pal-me del 2003, aprecon l’invito a medi-tare l’entrata trion-fale di Gesù in Ge-rusalemme, GesùSignore della sto-ria e della nostravita, portatore di grazie,dono prezioso delle nostre esi-stenze, che accogliamo e conletizia vogliamo annunciare aquanti Egli pone sul nostro

cammino, a coloro dei qualivogliamo farci prossimo, acercarli ove sono. Proprioquello hanno fatto le nostresuore missionarie cent’anni fa.La prima parte del libro è unbreve accenno alla nascitadella Piccola Casa, delleprime religiose e ai Carismiche il Santo inculcava inquanti raggiunti dalla grazia,approdavano alla PiccolaCasa. Abbiamo poi un pas-saggio sul Canonico Alla-mano e sul suo istituto, l’in-contro con l’Africa deltempo, i suoi primi missiona-ri, le difficoltà, la chiamata e

Un bimbo al mattino andava sulla spiaggia a ributtare le stellemarine che erano portate insecca dalle onde.

N o t i z i e34

Leggiamo un libro

Parliamo un po’ di noi

Storia delle Suore Vincenzine del Cottolengo in AfricaStoria delle Suore Vincenzine del Cottolengo in Africa

Quando qualcuno lo vide, gli disse chetale lavoro era completamente inutile, perchè egli non sarebbe mai riuscito a ributtare in mare tutte le migliaia di stelle, che si trovavano sul bagnasciuga.

Il bambino con calma guardò la stella che aveva ancora in mano,

la buttò in acqua e poi rispose: “per questa stella sicuramente non è stato inutile”.

Chiunque abbia voglia di aiutarci in questointento, fosse anche per salvare una sola

stella... non sarà stato invano. Grazie.

Salvare una stellaTesto di Nadia

Monari

Disegni diGiuliano

Pinna

R e d a z i o n e 35