1 INCONTRI MICROFORM 2009/2010 22 SETTEMBRE 2009.

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INCONTRI MICROFORM2009/2010

22 SETTEMBRE 2009

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Di cosa parliamo oggi?

• Il quadro e la cornice

• L’accoglienza

• La lingua per comunicare

• La lingua per lo studio

• Prospettive

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Il bambino/ragazzo straniero deve apprendere:

il linguaggio della scuola (per capire le regole, per la relazione con compagni e insegnanti)

la lingua del qui e ora (per stabilire il contatto, interagire coi pari e con gli adulti, esprimere bisogni e richieste, capire ordini e indicazioni)

la lingua per narrare (per esprimere stati d’animo e desideri,riferire esperienze e ricordi, raccontare storie)

LINGUA PER COMUNICARE

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La lingua delle discipline è una lingua astratta

che si colloca fuori dall’interazione comunicativa

legata al qui e ora

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CONSIGLI DI LETTURA

Biblio e sitografia sterminate: tre indicazioni per cominciare…

IL KIT PAISSRealizzato dal Gruppo PAISS Cartaceo e elettronico in tutti gli Istituti della provincia Distribuito contestualmente alla formazione dei referenti di istituto

A.S. 2003/2004

LE LINEE GUIDA PER L’ACCOGLIENZA E L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

C.M. 24 / 2006

LA VIA ITALIANA ALL’INTERCULTURA

OTTOBRE 2007

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LE FONTI DEI DIRITTI DEI MINORI

1. Dichiarazione dei diritti dell’uomo ONU. 1948

(per l’istruzione v. art. 26 comma 1)

2. Dichiarazione dei diritti del fanciullo ONU 1959

3. Convenzione internaz. dei diritti dell’infanzia ONU 1989

(per l’istruzione v. art. 28 comma 1)

ratificata dall’Italia con la L. 176 del 1991

4. Costituzione italiana 1948

(Titolo II Rapporti etico – sociali, art. 34)

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Arriva un alunno straniero Sappiamo cosa fare? 

PUNTI FERMI

1.  L’accesso al sistema scolastico è un diritto di tutti i minori (quindi fino al 18° annofino al 18° anno di età)

2. Ciò vale anche per i minori irregolari irregolari (CM 5/94.)

3. Tale assunto riguarda le scuole di ogni ordine e scuole di ogni ordine e gradogrado (C.M. 5/94)

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ISCRIZIONE

•Mancano i documenti d’identità del minore

AUTOCERTIFICAZIONE

•Mancano i documenti sugli studi (classe e tipo d’istituto)

AUTOCERTIFICAZIONE

•Mancano i documenti relativi alle vaccinazioni

AUTOCERTIFICAZIONE

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Iscrizione in qualunque momento dell’a. s. anche fuori termine

Le ragioni di tale provvedimento sono evidenti: i ragazzi arrivano in Italia in qualunque periodo dell’anno, spesso dopo che, in base al sistema scolastico del Paese di provenienza, il loro anno scolastico si è concluso.

Riferimenti normativi: • DPR. 394/99 art.45 • CM 87/2000.

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LA CLASSE D’INSERIMENTO

Il criterio dell’età anagraficaIl criterio dell’età anagrafica

DPR. 394/99DPR. 394/99 Art. 45minori soggetti all’obbligo scolastico:criterio per l’iscrizione alla classe: l’età anagrafica

possibilità dell’iscrizione a una classe diversa per decisione del Collegio dei docenti in base a: • l’ordinamento scolastico del Paese di provenienza che può determinare l’iscrizione a una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto all’età (non si può comunque “retrocedere” l’alunno solo perché non conosce l’italiano C.M. 205 /1990) • la preparazione dell’alunno (necessità di TEST d’ingresso non solo per l’italiano)

• il corso di studi eventualmente seguito

• il titolo di studio eventualmente posseduto

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DPR 394/99 Art. 45

•Non costituire classi con predominanza di alunni stranieri

•Test d’ingresso per la rilevazione delle competenze

scelta della classe

Adattamento dei programmi d’insegnamento non solo per l’italiano, ma anche per le altre discipline (v. anche Dlvo 297/94)

 

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LA VALUTAZIONE

LINEE GUIDACM n.24 1.3.2006

DPR 394 31.8.1999

CM n.28 15.3.2007

NOVITÀ! NOVITÀ?

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Valutazione in itinere :• non ai fini di un giudizio ma per adattare il percorso individualizzato

1° quadrimestre:• alcune discipline possono non essere valutate Es. ‘La valutazione non viene espressa perché l’alunno è nella prima fase di alfabetizzazione in lingua italiana’• la valutazione è espressa ma riferita al percorso individualizzato

Fine anno:• la valutazione va sempre espressa anche se l’iscrizione è molto tardiva Es.‘la val. si riferisce al percorso personale di apprendimento perché l’a. non ha ancora completato la fase di alfabetizzazione in lingua italiana’

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GLI ESAMIGLI ESAMI

LINEE GUIDA•ADATTAMENTO DEI PROGRAMMI = ADATTAMENTO DELLA VALUTAZIONE•PREVISIONE DI SVILUPPO DELL’ALUNNO

SCRITTI• prove con diversi livelli di difficoltà• prove di contenuto ampio

ORALI• con riferimento ai percorsi individualizzati

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Il Progetto Interculturale nel P.O.F.

CM 73 del 2 marzo 1994 - § 9:

“Dialogo interculturale e convivenza democratica: l’impegno progettuale della scuola”

“ La scuola che persegue come obiettivo l’educazione interculturalel’educazione interculturale, coglie la diversità come occasione per un rapporto costruttivo e arricchente per tutti “

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ARRIVA UN NUOVO ALLIEVO !ARRIVA UN NUOVO ALLIEVO !

CHI DEVE ESSERE ACCOGLIENTE ?

I COLLABORATORI SCOLASTICI

IL PERSONALE DI SEGRETERIA

DIRIGENTI E DOCENTI

(GLI ALTRI ALLIEVI)

PER ESSERE ACCOGLIENTI PER ESSERE ACCOGLIENTI IN MODO COERENTEIN MODO COERENTE OCCORRE UNA PROFONDA OCCORRE UNA PROFONDA SINTONIASINTONIA CHE RICHIEDE CHE RICHIEDE

UNA PREPARAZIONE UNA PREPARAZIONE COLLEGIALECOLLEGIALE

COME?COME?

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IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI STRANIERI

•UNA PROCEDURA CONOSCIUTA E CONDIVISA DA TUTTI

•IL PROTOCOLLO “MIGLIORE” NON ESISTE

•NASCE DALLA PRATICA SCOLASTICA

•È PERFETTIBILE

•VA APPLICATO E LA SUA APPLICAZIONE VA CONTROLLATA

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Il Protocollo di AccoglienzaIl Protocollo di Accoglienza

È approvato dal Collegio dei Docenti

Permette di attuare le indicazioni contenute nella normativa

Delinea prassi condivise di carattere: - amministrativo e burocratico - comunicativo e relazionale - educativo e didattico - sociale

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Come realizzarlo?Come realizzarlo?

CON LA COMMISSIONE INTERCULTURACON LA COMMISSIONE INTERCULTURA

CHE RICEVE IL MANDATO DAL COLLEGIO DEI DOCENTI

CHE E’ UN GRUPPO DI LAVORO COMPOSTO DA DS, REFERENTE, DOCENTI DEGLI EVENTUALI PLESSI E DOCENTI DELLE DIVERSE DISCIPLINE

SI OCCUPA DELLA CREAZIONE E DELLA APPLICAZIONE DEL PROTOCOLLO

NE CONTROLLA E VALUTA L’APPLICAZIONE

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IL PROTOCOLLOIL PROTOCOLLOINDICA

•AZIONIAZIONI

•RUOLIRUOLI

•TEMPITEMPI

IN UN PRIMO TEMPO

IN MODO SCHEMATICO

IN SEGUITO

PIÙ APPROFONDITO

IL PROTOCOLLO SARA’ PIÙ FACILMENTE COMPRESO E CONDIVISO

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IL PROTOCOLLO DEFINISCE

COSA FARE

CHI DEVE AGIRE

QUANDO DEVE AGIRE

dalla prima accoglienza alla integrazione:

•come gestire i rapporti con la famiglia

•come gestire i rapporti con l’allievo

•come individuare classe e sezione di inserimento

•come accogliere l’allievo in classe

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L’ISCRIZIONEOCCORRERÀ METTERE A PUNTO PROCEDURE CHIARE PER LA RACCOLTA E LA GESTIONE DI TUTTI I DATI UTILI

•ALLA COMMISSIONE CHE SI OCCUPA DELL’ACCOGLIENZA

•AI DOCENTI DELLA CLASSE DI DESTINAZIONE

•ALLE ISTITUZIONI CHE NE FARANNO RICHIESTA

È EVIDENTE L’IMPORTANZA

•DEL RUOLO DEL PERSONALE NON DOCENTE (RUOLO CHE NON SI ARRESTA A QUESTA FASE)

•DI UNA COLLABORAZIONE STRETTA E CONTINUATIVA TRA SEGRETERIA E REFERENTE

•DEL SOSTEGNO EVENTUALE DI UN MEDIATORE CULTURALE

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L’ATTO DELL’ISCRIZIONE L’ATTO DELL’ISCRIZIONE È IL PRIMO PASSO È IL PRIMO PASSO PER LA CONOSCENZA RECIPROCA TRA PER LA CONOSCENZA RECIPROCA TRA

SCUOLA E SCUOLA E FAMIGLIAFAMIGLIA

Interessiamoci aInteressiamoci a

Cause e modalità della migrazione

Obiettivi e progetti della famiglia legati alla migrazione

Conseguenze e difficoltà incontrate

RINTRACCIAMO QUINDI UNA STORIA DELLA MIGRAZIONE DELLA FAMIGLIA DENTRO LA QUALE COLLOCARE UNA BIOGRAFIA DEL NUOVO ALLEVO

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TRACCIATO QUINDI UN QUADRO CON

•ANAGRAFICA

•PREGRESSO SCOLASTICO

PROCEDIAMO ALLA CONOSCENZA PIÙ APPROFONDITA DELL’ALLIEVO NEOARRIVATO ATTRAVERSO INCONTRI DURANTE I QUALI SARANNO

SOMMINISTRATI I TEST D’INGRESSO.

Occorre testare la conoscenza dell’Italiano? “Ma non conosce neanche una parola…”

Bisogna comunque testare le competenze linguistiche:È alfabetizzato nella lingua d’origine?Sa leggere, come legge, comprende?Sa scrivere?

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Conosce altre lingue?

Possiamo poi continuare con

test di matematicatest senza parole…..: geografia, storia…

CHI PREPARA I TEST? CHI LI SOMMINISTRA? QUANDO? DOVE? COME?

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LA COMMISSIONE ORA POTRÀ

SU BASE CERTA

•DECIDERE IN QUALE CLASSE E SEZIONE ISCRIVERE L’ALUNNO

•INDICARE LA NECESSITÀ DELL’INSERIMENTO CONTESTUALE IN UN LABORATORIO DI ITALIANO L2

• FORNIRE, AI DOCENTI CHE ACCOLGONO, ELEMENTI UTILI ALLA REALIZZAZIONE DI UNA PROGRAMMAZIONE INDIVIDUALIZZATA

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LA CLASSE ACCOGLIENTELA CLASSE ACCOGLIENTENEI PRIMI INCONTRI CON I NEOARRIVATINEI PRIMI INCONTRI CON I NEOARRIVATI

APERTA E COSTANTE

CURIOSA MA NON INQUISITORIA

CHE SA SCEGLIERE I TEMPI GIUSTI E LE MODALITÀ ADATTE

CHE RISPONDE AGLI INTERROGATIVI

CHE PASSA CHE PASSA DALL’ACCOGLIENZA DALL’ACCOGLIENZA ALL’INTEGRAZIONEALL’INTEGRAZIONE

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L’ACCOGLIENZA È FATTA ANCHE DI “MATERIALI”

•FRASI, PAROLE, INDICAZIONI MULTILINGUE CHE AIUTANO I NON ITALOFONI AD ORIENTARSI NEI VARI AMBIENTI

•FOTOGRAFIE, MOSTRE, DISEGNI CHE PARLANO DEL MONDO

•CALENDARI MULTILINGUE, POSTER MULTICULTURALI

•OPUSCOLI E VOLANTINI INFORMATIVI IN VARIE LINGUE

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UN LAVORO DI COOPERAZIONE TRA TUTTI I DOCENTI DELLA CLASSE

• Tutti i docenti

sono coinvolti

nella creazione per ogni alunno di un percorso possibile

• Tutti devono condividere l’idea che la conoscenza dell’Italiano L2 è fondamentale e ha priorità

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IL TEAM/IL CONSIGLIO DI CLASSE

fissa gli obiettivi minimi trasversali che ciascun alunno

di recente immigrazione deve raggiungere in un anno

definisce i criteri di valutazione

CIASCUN DOCENTE

esplicita gli obiettivi minimi in relazione ai nuclei fondanti della propria disciplina

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BICS Basic Interpersonal Communication Skills

Abilità comunicative interpersonali di baseLINGUA PER COMUNICARE

4 MESI - 1 ANNO

CALP Cognitive-Academic Language Proficiency

Competenza Linguistica Cognitivo-Accademica

LINGUA PER LO STUDIO

4 – 7 ANNI

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FASE DEL SILENZIOFASE DEL SILENZIO

ASCOLTARE IL SILENZIO

L’osservazione dell’alunno, del suo linguaggio non verbale, dei tentativi per riuscire a comunicare, fanno capire se il silenzio è quello dell’attenzione e dell’attesa oppure se è un silenzio vuoto che segnala disagio, ripiego, reazione al clima di non appartenenza.

La durata della fase “silente” è variabile in base a diversi fattori.

•Età

•Scolarità

•Situazione linguistica

•Motivazione

•Attitudini e stili di apprendimento

•Implicazioni psicologiche ed affettive

LA FASE DEL SILENZIO VA RISPETTATALA FASE DEL SILENZIO VA RISPETTATA

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VARIABILI IN GIOCO NEL QUADRO DELL’ACCOGLIENZA

età

- arrivo prima dei 6 anni- arrivo nella fascia di età corrispondente all’obbligo scolastico-arrivo oltre i 15 anni

scolarità precedente- bambino non ancora scolarizzato per ragioni di età- anni di scuola più o meno corrispondenti all’età-situazioni di sottoscolarizzazione o non scolarizzazione

situazione linguistica- padronanza orale della lingua familiare- padronanza orale della lingua familiare e competenza anche nella lingua scritta-apprendimento scolastico di una lingua straniera

progetto migratorio e inserimento della famiglia

- cause e motivazioni della partenza (motivi economici, richiesta di asilo politico..)- caratteristiche del progetto migratorio (provvisorietà, stabilizzazione di medio periodo, soggiorno definitivo)- composizione del nucleo familiare e scolarità dei genitori-condizioni di inserimento (lavoro, alloggio…)

caratteristiche individuali

- emozioni in gioco nella migrazione (rifiuto del paese d’accoglienza, desiderio di inserimento, chiusura…)- motivazione all’apprendimento- risorse del bambino neoarrivato (riuscita scolastica nel paese d’origine, abilità acquisite…)-atteggiamenti nella relazione con adulti e coetanei

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IL LABORATORIO DI ITALIANO L2Chi lo organizza?

Chi lo gestisce?Come dovrebbe essere?

Come non dovrebbe essere?Quando si svolge?

Quali materiali sono necessari?Quali metodi utilizzare?

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COME DOVREBBE ESSERE UN LABORATORIO L2?

Un locale ( o, in assenza di un locale, un’area di un locale)

Accogliente

Arredato adeguatamente ( sedie e tavoli per piccoli e per grandi, tappeti, cuscini …)

Tranquillo (evitando così difficoltà uditive)

Luminoso (evitando così difficoltà visive)

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COME NON DOVREBBE ESSERE UN LABORATORIO L2?

Freddo dal punto di vista della relazione

Isolato o eccessivamente decentrato

Provvisorio o cambiato spesso di ubicazione

Un ambiente di passaggio

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QUANDO ORGANIZZARE

IL LABORATORIO L2?

A cadenza regolare

Intensiva e via via più sporadica (adeguata ai progressi di apprendimento)

esempio

o 2 ore al giorno

o poi 2 ore ogni 2 giorni

o in seguito 2 volte un’ora alla settimana

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COME ORGANIZZARE

IL LABORATORIO L2?

Con attività individuali

ma soprattutto di gruppo.

I gruppi di lavoro possono essere

•omogenei (insistendo sulle attività specifiche per livello di apprendimento)

•eterogenei (favorendo in questo modo la cooperazione tra allievi con anche forme di tutoraggio)

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IN QUALI ORE SVOLGERE LE ATTIVITA’ NEL LABORATORIO L2?

L’allievo dovrà stare nella propria classe per il maggior tempo possibile (si integra e apprende la L2)

Il laboratorio si svolgerà in ore concordate all’interno del Consiglio di classe, tenendo conto delle disponibilità dei facilitatori.

Il laboratorio non è comunque scollegato dalla classe

•Il facilitatore va anche in classe (a volte, all’inizio, anche il mediatore)

•Le attività svolte in laboratorio vengono valorizzate in classe ( e l’allievo ne svolge autonomamente anche in classe quando non riesce a partecipare attivamente a quelle in corso)

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QUALI SONO I MATERIALI NECESSARI NEL LABORATORIO L2?

•Immagini e testi dei Paesi di origine

•Planisferi e cartine

•Storie e testi in L1

•Testi bilingui (+ glossari e dizionari)

che segnino il “passaggio” dalla L1 alla L2

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E ANCORA

•immagini e testi sulla storia individuale

•materiali sul viaggio: giochi, libri, oggetti…

•produzione degli allievi (che testimoniano i progressi fatti nell’apprendimento della L2

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OLTRE A…

•Testi in L2 e immagini

(organizzati, strutturati)

•Testi facilitati graduali

•Liste di parole

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E TECNOLOGIA

•Registratore

•TV e videoregistratore

•Computer

•Apparecchio fotografico digitale

•Materiali multimediali

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E LO SCHEDARIO INTERCULTURALE DELLA SCUOLA

Perché dovrebbe trovarsi nel laboratorio di L2?

Potrà arricchirsi dei materiali e delle testimonianze degli allievi ma soprattutto potrà testimoniare la possibilità reale di convivenza e la pari dignità tra le culture.

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IL LABORATORIO L2:

UN’ESPERIENZA DA DOCUMENTARE

Documentiamo sempre rilevazioni e attività:

•tenendo un “diario”

•registrando le produzioni degli allievi (conversazioni, espressioni, testi, disegni e altro)

•raccogliendole in un portfolio (sviluppando al tempo stesso le prime pratiche di autovalutazione)

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UNA LEZIONE-TIPO

•Partiamo sempre dal “fare” (ascolto, comprensione, interazione). Presentazione del lessico

•Stimoliamo a produrre oralmente (senza pretenderlo subito). Memorizzazione e riutilizzo del lessico

•Fissiamo le strutture di base (domanda/risposta, trasformazione, abbinamento). Uso in strutture semplici e via via più complesse

•Verifichiamo gli eventuali progressi (sempre attraverso il “fare”). Riutilizzo di lessico e strutture

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TEMI PER UNA PRIMA FASEProponiamoli in contesti reali, fornendo lessico, espressioni, strutture, favorendone l’acquisizione con esercizi pratici

•Io; gli altri intorno a me…

•L’aula, la scuola, gli oggetti della scuola, le attività…

•La famiglia, la casa, le attività, i giochi…

•Il corpo, la faccia, l’abbigliamento…

•Il tempo, le ore, i giorni, i mesi, le stagioni…

•I negozi e altri luoghi pubblici, gli acquisti, il cibo…

•I mezzi di trasporto…

•Il tempo libero…

Ciascun tema viene sviluppato in maniera “modulare”

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QUALI FUNZIONI LINGUISTICHE SVILUPPARE?

Proponiamoci di sviluppare le capacità di base nei vari moduli

•Presentarsi e saper chiedere agli altri di farlo…

•Salutare, richiamare l’attenzione…

•Denominare, indicare, scrivere gli oggetti della scuola…

•Chiedere un oggetto e ringraziare…

•Dare e scrivere il proprio indirizzo…

•Indicare il possesso…

•Invitare e rispondere a un invito…

•Denominare le parti del corpo, indicarne le caratteristiche…

•Esprimere stati e bisogni…

•Indicare azioni, collocarle nel tempo…

•Indicare gusti e preferenze

•Collocare oggetti, persone, luoghi nello spazio…

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CHI QUANDO VANTAGGI PUNTI CRITICI

Insegnante di sostegno

Alcune ore settimanali

Risorsa disponibile Nessuna formazione specifica; rischio di autosvalutazione degli apprendenti

Insegnante di classe Ore di compresenza, eventuali ore di religione, rientri pomeridiani …

Conoscenza diretta dell’alunno e dei suoi bisogni

Mancanza di formazione specifica; scarsità di tempo

Insegnante di lingua straniera

Alcune ore settimanali

Conoscenza della didattica della lingua straniera

Necessità di integrare proposte proprie dell’insegnamento della lingua straniera con i bisogni specifici della L2

Insegnante su progetto specifico

(facilitatore)

L’intero orario di cattedra

Risorsa ad hoc; possibilità di sperimentare percorsi innovativi e di articolare l’intervento per gruppi, livelli e bisogni diversi

Risorsa da formare; rischio della “delega” da parte degli insegnanti di classe; necessità di ridefinire l’intervento didattico (obiettivi, percorsi, valutazione)

Mediatore linguistico straniero

Alcune ore settimanali (a carico dell’Ente locale)

Positiva accoglienza facilitata dall’uso della L1; figura di identificazione positiva per il bambino straniero; valorizzazione della lingua e della cultura d’origine

Spesso, nessuna formazione; figura di sostegno debole (spesso slegata dalla classe); poca chiarezza sugli obiettivi dell’intervento

Risorse extrascolastiche:

volontari, educatori, studenti universitari

Alcune ore settimanali (a carico dell’Ente locale, dei servizi sociali..)

Risorsa disponibile da utilizzare nel tempo extrascolastico come aiuto allo studio, attività di doposcuola, occasione di sviluppo della L2

Nessuna formazione specifica; intervento ”tampone”, limitato nel tempo; rischio di prossimità fra disagio e immigrazione

Tabella: Chi insegna l’italiano L2, in G. Favaro, Imparare l’italiano, imparare in italiano

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IL FACILITATORE

Il facilitatore linguistico, chiamato anche

facilitatore di apprendimento,

è un insegnante specialista nell’insegnamento della L2.

Vi sono docenti distaccati su progetto, altri che hanno porzioni di cattedra dedicati a questo insegnamento.

Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di insegnanti che dedicano, sempre su progetto, ore aggiuntive, finanziate in genere con i fondi di istituto (o con fondi per aree a forte processo immigratorio).

Sempre più spesso questi progetti nascono e funzionano in ambiti di collaborazione di rete tra istituti e enti territoriali.

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Il QUADRO COMUNE EUROPEOdi riferimento per l’insegnamento e

l’apprendimento delle lingue

UNO STRUMENTO UTILE, FORSE INDISPENSABILE

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Livello principiante (= alunni stranieri neoarrivati)

• A1 = livello molto elementare,di primo contatto

• A2 = livello elementare

• B1 = livello intermedio, soglia dell’autonomia

• B2 = livello intermedio superiore

• C1 = livello avanzato

• C2 = livello competente

I SEI LIVELLI

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IL PERCORSO DI ALFABETIZZAZIONE

DOBBIAMO AGIRE

SU UN DUPLICE PERCORSO

•Nel quotidiano

una lingua concreta la lingua per comunicare

•Nella scuola

una lingua astratta la lingua per lo studio (anche per gli autoctoni resta una premessa indispensabile al successo scolastico)

DOBBIAMO AGIRE SUBITO

Serve un insegnamento rapido ed efficace

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Quando percorso di alfabetizzazione è abbastanza avanzato cioè l’alunno è in grado di formulare brevi, semplici frasi su argomenti relativi alla sfera del concreto e della quotidianità,allorapuò iniziare la FASE PONTE , fase in cui inizia, contestualmente all’apprendimento della lingua per comunicare (BICS), il percorso guidato verso la lingua per studiare(CALP)

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Il problema linguistico legato alla comunicazione interpersonale di base (BICS) pare risolto……

A questo punto possiamo commettere l’errore di ritenere che il nostro alunno possa anche seguire i contenuti delle discipline come gli altri suoi compagni italiani

MA È IN GRADO DI FARLO ?

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SE L’ALUNNO NON COMPRENDE….

RISCHI:• Progressivo divario nelle

competenze rispetto ai compagni• Perdita di motivazione e di autostima• Senso di isolamento, frustrazione,

chiusura o aggressività• Blocco anche dell’apprendimento

della L2• Insuccesso scolastico

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DIFFICOLTA’ DEI TESTI DI STUDIO

di tipo lessicale: termini specifici, decontestualizzati, uso di linguaggio comune in accezioni particolari, espressioni ambigue, parole poco comuni…

di tipo morfosintattico: uso di subordinate, di incidentali, forma passiva, forme impersonali, modi indefiniti…

di tipo testuale: riferimenti a conoscenze pregresse, necessità di applicare strategie cognitive ( selezione, analisi, classificazione, deduzione, formulazione d’ipotesi, collegamento d’informazioni…)

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È un animale straordinario, in tutto e per tutto. Per cominciare non è un

pesce, come molti forse pensano, ma un mammifero.

Il suo cervello, sia per forma che per dimensione, è quello che, fra tutti gli

animali, si avvicina di più a quello dell’uomo.

È anche capace di emettere e di imitare una larga gamma di suoni ad alta e bassa frequenza; tanto che qualche scienziato sostiene di poter addirittura

insegnargli a parlare.

Tra tutti gli animali, poi, il delfino è il solo che ami la compagnia dell’uomo per se stessa e che abbia nei suoi riguardi un’amicizia disinteressata.

Vi sono casi innumerevoli, noti fin dall’antichità, di gente salvata dai delfini, o di navi guidate fuori da pericolose secche……..

IL

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ILÈ un animale straordinario, in tutto e per tutto. Per cominciare non è un pesce, come molti forse pensano, ma un mammifero; il suo cervello, sia per forma che per dimensione, è quello che, fra tutti gli animali, si avvicina di più a quello dell’uomo. È anche capace di emettere e di imitare una larga gamma di suoni ad alta e bassa frequenza; tanto che qualche scienziato sostiene di poter addirittura insegnargli a parlare. Tra tutti gli animali, poi, il delfino è il solo che ami la compagnia dell’uomo per se stessa e che abbia nei suoi riguardi un’amicizia disinteressata. Vi sono casi innumerevoli, noti fin dall’antichità, di gente salvata dai delfini, o di navi guidate fuori da pericolose secche……..

• Conoscenze pregresse, termini specifici

• Lessico non comune

• Parole ambigue

• Costrutti complessi, modi di dire

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ILCOSA VOGLIAMO CHE IL NOSTRO ALUNNO SAPPIA ?•Il delfino non è un pesce, è un mammifero

• È molto intelligente

• Sa fare molte cose

• Spinge i pesci in un luogo trappola e li mangia

• Fa molti suoni con significati diversi: ha un linguaggio

• È veloce: in un’ora può nuotare anche per cento chilometri

• Ama la compagnia dell’uomo

• Segue spesso le navi e fa grandi salti fuori dall’acqua

ABBIAMO SEMPLIFICATO ANCHE IL LESSICO

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ILIl delfino non è un pesce, è un mammifero.

È molto intelligente. Sa fare molte cose

Spinge i pesci in un luogo trappola e li mangia

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Fa molti suoni con significati diversi: ha un linguaggio

È veloce: in un’ora può nuotare anche per cento chilometri

Ama la compagnia dell’uomo

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Segue spesso le navi e fa grandi salti fuori dall’acqua

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GLOSSARIOMAMMIFERO = animale che allatta i suoi piccoli. Anche gli esseri umani sono mammiferi.

TRAPPOLA = oggetto o luogo da cui gli animali non possono uscire

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IL PERCORSO

Semplificazione del testo Comprensione del testo

appropriazione dei concetti

Riformulazione e uso della lingua “astratta” da parte dell’alunno

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INTERVENTI PER FACILITARE LA COMPRENSIONE

1. Produrre testi a elevata comprensibilità (o “a scrittura controllata”: si controlla il proprio modo di scrivere ponendosi dal punto di vista del ricevente e tenendo conto della sua condizione linguistica, culturale e sociale) = semplificazione di un testo esistente o produzione di un testo da parte dell’insegnante

2. Elaborare esercizi per la comprensione e memorizzazione dei contenuti

3. Sviluppare le abilità di lettura e studio

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La semplificazione

Non è solo cambiare i vocaboli

ma individuare:

• i concetti fondamentali che si vogliono far apprendere

• le parole chiave che esprimono i concetti

e poi…

procedere alla rielaborazione del testo

Tutti gli insegnanti devono conoscere le procedure di facilitazione

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Criteri per la semplificazione dei testi

• Informazioni in ordine logico e cronologico

• Frasi brevi in testi non superiori alle 100 parole

• Frasi coordinate• Lessico di base e spiegazione di parole non

comuni (glossario)• Ripetizione del nome evitando sinonimi e pronomi• Costruzione della frase seguendo l’ordine SVO• Forma attiva e modi verbali finiti• Evitare personificazioni (“i soldati” e non “l’esercito”)

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•Evitare forme impersonali, figurate ed espressioni idiomatiche

•Evitare le nominalizzazioni: es. inveceinvece di “..la vittoria dei Romani sui Cartaginesi” usare “..i Romani vincono i Cartaginesi”

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Accorgimenti grafici• Caratteri grandi

• Paragrafi brevi con sottotitoli

• Evidenziazione, mediante grafia diversa, riquadri, glossari a fine pagina, di termini specifici e parole chiave

• Inserimento di schemi grafici e immagini strettamente pertinenti al testo

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IN CLASSE TUTTI INSIEME………

Per la motivazione:

Presentazione argomento con immagini, filmati, titoli ….(in modo attraente)

Brainstorming

Far emergere conoscenze pregresse

Per i ragazzi autoctoni: i testi di studio

Per i ragazzi stranieri: i materiali semplificati

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LA DURATA DEL PERCORSO……

Come sempre dipende:

dalle caratteristiche individuali

(età, scolarità, situazione linguistica, motivazione,

attitudini e stili di apprendimento, implicazioni

psicologiche e affettive)

Fra queste:

il percorso scolastico precedente

le competenze e i concetti già acquisiti

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