Peperoncino Rosso settembre 2009

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ANNO V - Numero 4 SETTEMBRE 2009 Foto: F. Mele Gli studenti “riformati” dalla Gelmini dichiarano: abbiamo perso la faccia!

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Peperoncino Rosso settembre 2009. N°4 anno V - la scuola riapre sotto una cattiva stella. La redazione del peperoncino contro il pensiero unico. consiglio comunale 4/09/2009. Colloquio con Raffaele Capodivento. inserto scuola 2010. Trinitapoli - Centro di lettura Globeglotter

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ANNO V - Numero 4SETTEMBRE 2009

Foto

: F. M

eleGli studenti “riformati”dalla Gelmini dichiarano:abbiamo perso la faccia!

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scuola SETTEMBRE 20092Trinitapoli sotto la scure

• BAR SPORT Via Vittorio Veneto • BAR GABRIELLA Via Vittorio VenetoEDICOLA CAPODIVENTO Corso Trinità • EDICOLA RAGNO Via Papa Giovanni XXIII

• EDICOLA CAMPAGNA FRANCESCO Via XX Settembre • EDICOLA GORGOGLIONE Via Vitt. Emanuele

Il Peperoncino Rosso si trova nelle seguenti edicole:

Per i numeri arretrati rivolgersi a: Circolo MPS Corso TrinitàCentro di Lettura GLOBEGLOTTER Via Staffa

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Anno V - Numero 4 - SETTEMBRE 2009Direttore Responsabile

Nico Lorusso

Vice Direttore

Antonietta D’Introno

Segretaria di Redazione

Veronica Tarantino

Registrazione

Iscr. Reg. Periodici Trib. Foggia

n. 414 del 31/03/2006

Editore

Centro di Lettura “GlobeGlotter”

Distributore volontario

Gigino Monopoli

Fotografie

Autori vari

Direzione e Redazione

Via Staffa, 4 - Trinitapoli Fg

Tel. 0883.634071 - Cell. 340.1206412

[email protected]

Una delle prime novitàd e l l ’ a n n o s c o l a s t i c o2009/2010, introdottedall’attuale governo di cen-trodestra è l’incremento dellasoglia minima di alunni perclasse. Nell’Istituto superiore“Scipione Staffa” di Trinita-poli, ad esempio, si è formatauna sola prima classeall’indirizzo Odontotecnicodi ben 32 alunni. Sono staterespinte sette iscrizioni per-ché non è stata approvata larichiesta di formare due pri-me.

L’Odontotecnico di Tri-nitapoli è l’unico istituto su-periore della provincia diFoggia e del Nord barese esi può ben immaginare quan-to sia richiesto questo speci-fico indirizzo dagli studentidei paesi vicini. Oltre al“respingimento” forzoso deisette ragazzi, ci saranno an-che disagi per i 32 fortunatiche saranno costretti ad al-ternarsi nell’uso dei labora-tori attrezzati per meno di30 postazioni. Superfluo ri-levare che una classe in me-no significa meno insegnan-ti.

Classe III C Liceo Scientifico di Margherita di Savoia. In ginocchio da sinistra: Davide Sarcina, Flavio Parente, Sebastian Luca D’Addario, Gianluca DelVecchio, Arturo Dario Mavellia, Daniele Mastrapasqua, Gianni Pappagallo. In piedi in fila mediana da sinistra: Carmela Damato, Rossella Sarcina, RosalbaGesù, Anna Maria Cognetti, Angela Catto, Francesca Capodivento, Lorena Introna, Sonia Di Toma, Marinella Putignano, Gianmarco Mavelli. In terza fila inalto da sinistra: Daniele Camporeale, Raffaella Riontino, Martina Lattanzio, Lorena Sarcina, Sabrina Ricco, Miriam Damato, Marika Somma, Laura Di Pace.

Stampa: Grafiche Del NegroVia Cairoli, 35 - Tel. 0883.631097 - Trinitapoli Bt - [email protected]

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3informazioneliberaSETTEMBRE 2009

Egregio coordinatore,

come ben sai, nel mese di agosto il vice-sindaco Nicola di Feo si è incontrato quasigiornalmente con il sottoscritto consigliere Luca Miccoli informandoci minuziosamentedella latente crisi amministrativa e facendoci delle proposte operative.

Siamo stati così informati del fatto che l’assessore Peppino Brandi sarebbe in trattativacon il centrodestra per un cambio di alleanza in vista delle elezioni regionali e che un talmercoledì avrebbe rassegnato le dimissioni in giunta pur garantendo l’appoggio esternoe la permanenza, provvisoriamente, nella maggioranza. Venivamo informati dell’esito deiripetuti incontri di Brandi con il sindaco, delle riunioni di giunta andate deserte e di ognialtro aspetto dell’ormai palese crisi amministrativa.

Nel contempo, il vice-sindaco, a nome del suo partito e dei consiglieri Mauro Vitalee Maria Montuori, ci proponeva di raccogliere le ulteriori otto firme necessarie per loscioglimento del consiglio comunale.

Tavolta ci esortava a non perdere tempo perché era vostra intenzione anticipare lemosse dell’assessore Brandi e tal’altra a temporeggiare perché, forse, era meglio assumerea pretesto le imminenti dimissioni di Brandi e così, al riparo da ogni responsabilità, Nicoladi Feo avrebbe potuto invitare il sindaco a prendere atto della insanabile crisi e a dimettersi.

Come ben sai le dimissioni di Brandi non ci sono state ed ora state aspettando unaprossima occasione propizia.

Con la presente vogliamo comunicarti che condividiamo il giudizio negativo che datesullo stato della maggioranza, sulla inefficacia amministrativa della giunta e sulla incompetenzadegli assessori per cui sarebbe giusto sciogliere subito questo consiglio comunale edinterrompere questa lunga agonia così come proponete.

Riteniamo, però, che tutto ciò debba avvenire alla luce del sole, sulla base di undibattito ampio e franco che ponga al centro le prospettive della nostra comunità e noni destini personali di ciascuno di noi.

E diciamo questo, pur consapevoli del fatto che, a quanto si dice (ma, spesso, voxpopuli vox dei), lo scioglimento del consiglio comunale sarebbe il prezzo che il vice-sindaco Nicola di Feo deve pagare in loco, per essere accolto nel centro destra.

Noi auspichiamo che la vera motivazione resti il giudizio negativo che date, conapprezzabile autocritica, sullo stato attuale della maggioranza.

In ogni caso e a prescindere dalle prospettive future, è sufficiente che oggi siatedisponibili ad eliminare questa dannosa amministrazione.

Vi attendiamo, pertanto, alla riunione del prossimo consiglio comunale di cui, conlettera a parte, abbiamo chiesto la convocazione.

Trinitapoli, 8 settembre 2009

LETTERA APERTA DEL GRUPPO L’ALTERNATIVA ALL’UDC

SIAMO D’ACCORDOBISOGNA SCIOGLIERE QUESTO

CONSIGLIO COMUNALE

Il gruppo de l’AlternativaAntonietta D’Introno, Luca Miccoli,

Anna Maria Tarantino

Grafiche Del Negro _ trinitapoli

A livello nazionalee locale

La redazione del PeperoncinoRosso contro il pensiero unico

Il cavalier Berlusconi e alleatihanno deciso di mettere il tappoin bocca ai giornalisti di quotidianie televisione per imporre i loro“morigerati” modelli di compor-tamento e le loro esclusive“versioni dei fatti”. Questo attaccosi aggiunge ai tagli al finanzia-mento pubblico dei giornali chemettono in serio pericolo la liberacircolazione delle opinioni. Ilpremier ha anche invitato gliimprenditori a non fare pubblicitàsui giornali ostili al governo percostringerli a chiudere battenti.

La comunicazione vive mo-menti di asfissia e di censuraanche a Trinitapoli e dintorni.

Il giornalista Gaetano Sa-mele, assunto a tempo determi-

nato dal Comune come Responsa-bile dell’Ufficio stampa, vienepagato con danaro pubblico perun’informazione istituzionale chenon fornisce.

Sono scomparse, infatti, le cro-nache dei consigli comunali ed icomunicati delle opposizioni ven-gono del tutto ignorati.

I giornali, inoltre, che ricevonocontributi pubblici, come il Cor-riere dell’Ofanto, ripagano il lorobenefattore insultando i colleghidel Peperoncino Rosso per il solofatto di aver reso noto l’entità delcontributo (7.000 euro).

Non ci sembrava che fosse undato da tener segreto.

Il nostro periodico pubblicatoda una associazione culturale

“vera” (il Centro di Lettura Glo-beGlotter), ha una linea editorialeinequivocabilmente di sinistra,ma non è un organo di nessunpartito, né tantomeno, gli artisti,gli scrittori, gli studiosi e i politiciche ne fanno parte obbedisconoad alcun finanziatore. Della liber-tà di pensiero il Peperoncino Ros-so ha fatto una bandiera, al puntoche il criterio di scelta degli argo-menti risponde esclusivamenteall’esigenza di informare i cittadinie di promuovere la lettura (sapereè potere, sostiene Bacone).

Voci fuori dal coro è il nostrosottotitolo che è anche il punto diriferimento di decine e decine dibattaglie affrontate: la sicurezzanelle scuole (il caso Scuola Me-dia), SWAP e derivati finanziari(la spada di Damocle che pendesu di noi fino al 2031), Autoveloxe convenzione ACI (vedasi parere

Antitrust), la riapertura della Bi-blioteca Comunale, l’acquisto del-la Piazza della Posta, i tagli allascuola pubblica, la costruzionedel canile sanitario, la trasparenzadegli atti amministrativi, il no alrigassificatore, un servizio piùefficace di Nettezza Urbana, lasalvaguardia delle aree a verdepubblico attrezzate (si ricordi laproposta scandalosa di costruirela chiesa nel mezzo della villacomunale), le pari opportunitàuomo/donna, il no alla venditadelle case comunali di Via Bozzi,ecc. ecc. ecc., per citare solo alcu-ne delle problematiche trattate.

Noi saremo a Roma nei primidi ottobre per gridare insieme aigiornalisti e agli italiani “Viva lastampa Libera”.ANTONIETTA D’INTRONO

Libertà di espressione, plurali-smo, democrazia. Sono principiimportanti molto spesso bistrattati,sia a livello nazionale che a livellolocale.

Negli ultimi giorni si sta assi-stendo ad una vera e propria batta-glia che mira a difendere i dirittidella libera stampa, l’idea di servi-zio pubblico radio-televisivo, lapossibilità dei piccoli editori e dellecooperative dei giornalisti a conti-nuare a vivere.

Si ‘sente’ tra i cittadini il timoredi perdere la libertà di informazio-ne, senza la quale non c’è demo-crazia.

Per difendere il diritto ad infor-mare ed essere informati, la Fede-razione nazionale della stampa(FNSI) ha promosso un’iniziativa,in programma sabato 19 settembrea Roma, alla quale è prevista lapartecipazione, in maniera indistin-ta, di diverse forze politiche, socia-li, sindacali ed associative che con-dividono l’obiettivo di rafforzaree di tutelare i valori racchiusinell'articolo 21 della Costituzione.

A rendere più acceso il dibattitosulla libertà di informazione, a po-chi giorni dalla manifestazione, hacontribuito la scelta di mettere inonda in prima serata la puntata diPorta a Porta (dedicata alla conse-gna delle prime case ai terremotatid'Abruzzo), di non trasmettere Ma-trix e di far slittare la partenza di

Ballarò.Se la situazione dell’infor-

mazione a livello nazionale è moltocontrastata, le cose non vanno me-glio a livello locale, dove semprepiù spesso si assiste a sovrapposi-zioni di ruoli che minano il dirittodei cittadini ad essere informati.

Si pensi alle pubbliche ammi-nistrazioni dove, a distanza di noveanni dall’approvazione, la Leggesulla comunicazione istituzionale(Legge 7 giugno 2000 n. 150, Di-sciplina delle attività di informa-zione e di comunicazione dellepubbliche amministrazioni) non haancora trovato piena attuazione.

Nel Comune di Trinitapoli, inparticolare, è evidente che l’art. 7,riguardante in particolare la figuradel Portavoce, non sia affatto ri-spettato.

Si riporta il testo dell’art. 7,comma 1, della Legge n. 150:

“ L ' o r g a n o d i v e r t i c edell'amministrazione pubblica puòessere coadiuvato da un portavoce,anche esterno all’amministrazione,con compiti di diretta collaborazio-ne ai fini dei rapporti di caratterepolitico-istituzionale con gli organidi informazione. Il portavoce, in-caricato dal medesimo organo, nonpuò, per tutta la durata del rela-tivo incarico, esercitare attivitànei settori radiotelevisivo, delgiornalismo, della stampa e dellerelazioni pubbliche”.

Libertà di informazionee diritto ad essere informati

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inregione4 SETTEMBRE 2009

Arcangelo Sannicandro: “Siamovicini ai precari della scuola”

“Siamo vicini e solidali ai precaridella scuola italiana che in questigiorni si sono mobilitati per protestarecontro i folli ed indiscriminati taglialla scuola pubblica. Qualcuno hadefinito questi tagli come ‘il più gran-de licenziamento di massa della storiaitaliana da parte dello Stato’. Nellasola regione Puglia si parla di circa4.000 docenti e 1000 ATA licenziati.Pesanti anche le ripercussioni sullaqualità del servizio offerto alle fami-glie, con il sovraffollamento delleclassi con 29, 30, 33 alunni. È deltutto giustificato, dunque, l’allarmee la preoccupazione dei precari pu-gliesi, che questa mattina sono in sit-in davanti all’ufficio scolastico regio-nale. Nella speranza che la ministraGelmini ascolti il grido di dolore diprecari, genitori e studenti, noi sare-mo al fianco di questi ultimi così

come operativamente sta già facendoil Governo Vendola. Ricordiamo,infatti, che la Regione Puglia ha ap-pena avviato un progetto, per la por-tata di 22 milioni di euro, che hacome obiettivo l’innalzamento e ilconsolidamento del livello di compe-tenze di base degli allievi chenell’anno scolastico 2008-09 hannosuperato l’esame di Stato e di quelliin possesso della licenza di scuolamedia con età inferiore ai 18 anniche hanno inteso lasciare l’istruzione.Questo progetto, che si articoleràmediante corsi di formazione di du-rata triennale, otterrà dunque anchel’effetto di ridurre la portata dei taglial personale docente decisi dal Go-verno Berlusconi. Come dire? Go-verno regionale di sinistra batte Go-verno nazionale di destra 22 milionia zero!”

1965 - Gita a Venezia della FUCI. Da sinistra: Arcangelo Sannicandro,Savino di Gennaro, Donato Maggio, Don Severino Triglione, SilvestroMiccoli. Piegato sul gruppo un allegro Nicola Frisi.

22 milioni di euro perfinanziarie i progetti delle

scuole primarie e secondarie

1955. Inaugurazione Corso Sperimentale delle “Colture Precoci” nell’attualeVilla Comunale di Via Marconi. Nella foto da sinistra: Bibino Maggio, Mons.Morra, la senatrice Giuntoli, il preside Loiodice, l’onorevole De Meo, ildottore Pietro Giannattasio, don Peppino Nenna, il preside Felice D’Introno.

La Regione Puglia ha decisodi stanziare 22 milioni di europer finanziare un progetto cheavrà l'obiettivo di potenziarel'apprendimento dei ragazzi piùdeboli delle scuole primarie esecondarie e, al tempo stesso,

garantire un'occupazione a 1200insegnanti precari e 300 dipen-denti scolastici. Il progetto è statopresentato, in un incontro con igiornalisti, dal presidente dellaRegione Puglia, Nichi Vendola,dagli assessori alla Formazione

professionale, Michele Losappio,e al Diritto allo studio, GianfrancoViesti, insieme con il presidentedella commissione consiliare,Carlo De Santis. Il piano è pro-mosso dagli assessorati al Dirittoallo studio e Formazione profes-

sionale, con lacollaborazionedell'Ufficio sco-lastico regionalee dell 'Invalsi(Istituto per lavalutazione delm i n i s t e r odell'Istruzione).Il progetto, chesarà avviato il 15novembre e siconcluderà il 31maggio 2010, èchiamato Dirittia scuola e hal'obiettivo - hadetto Vendola -"d'innalzare laqual i tà del lascuola pubblicapugliese", con larealizzazione dicorsi per ridurrela dispersionescolastica, chesaranno affidatiagli insegnantiprecari inseriti

nelle graduatorie degli uffici sco-lastici provinciali. I corsi sarannodedicati alle materie della mate-matica e dell'italiano e sarannofatti - a discrezione delle singolescuole - o durante l'orario scola-s t ico o ne l pomer iggio .''L'iniziativa - ha detto Viesti -riguarderà soprattutto, ad esem-pio, le scuole di periferia o stu-denti extracomunitari o ancora,ad esempio, quegli istituti doveesistono vere e proprie classi-ghetto''. ''Vogliamo utilizzare lerisorse intellettuali - ha detto DeSantis - in un lavoro utile per lacomunità pugliese, evitando lacassa integrazione''. Losappio hareso noto che il personale sarà'attinto' dalle graduatorie (fino aesaurimento) e verrà riconosciutoil punteggio quale anno di servi-zio, previa la sottoscrizione di unprotocollo di intesa che è già statoi n v i a t o a l m i n i s t e r odell'Istruzione. Il progetto è statocondiviso dalle organizzazionisindacali del comparto in un in-contro con Viesti e Losappio. InPuglia, con il decreto Gelmini, -è stato ricordato nell'incontro dioggi - saranno circa 4.700 i pre-cari che verranno tagliati fuoridal sistema scolastico.

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5inregioneSETTEMBRE 2009

La presentazione alla stampa, deinuovi 40 autobus delle FSE che entre-ranno in circolazione nelle provincedi Bari, Brindisi, Lecce e Taranto,avviene alla vigilia dell’inizio delnuovo anno scolastico. "Colgo perciòl’occasione per fare una riflessionesui progressi sin qui compiuti nelsettore del trasporto locale in Pugliae sulle conseguenze concrete ed im-mediate di carattere economico e so-ciale che ne derivano per i viaggiatorie in modo particolare per gli studenti.

Il Governo Regionale in questi 5anni, ha stanziato complessivamenteoltre 53 milioni di euro, per l’acquistodi n. 307 nuovi autobus che hannorinnovato il parco autobus delle azien-de pugliesi collocando la Puglia trale regioni che dispongono degli auto-bus più moderni d’Italia, per lo svi-luppo dei servizi urbani di trasportoin numerosi comuni della Puglia, apartire dal capoluogo e per quelli dicompetenza regionale e provinciale.Si tratta di uno sforzo senza precedentiin questo settore nella nostra Regione,che si aggiunge ai tanti altri, a partireda quelli riguardanti la sicurezza stra-dale, per finire alle misure del Disco-bus. Il Governo regionale ha altresìfinanziato e cofinanziato nuovi treniper 163 Milioni di euro, potenziandoe rinnovando il parco rotabile di tuttele aziende ferroviarie, pubbliche eprivate. Da decenni nella nostra Re-gione non si acquistavano treni: perciòquesti investimenti, hanno avviatouna profonda trasformazione del parcorotabile ferroviario regionale, renden-dolo tra i più moderni e confortevolidel Paese”.

Tuttavia, il provvedimento dimaggior valore sociale consiste nellariconferma per il quarto anno conse-cutivo, dello sconto del 10% a favoredei pendolari e degli studenti, trami-te l’abbattimento del 10% sul costodegli abbonamenti mensili e settima-nali ai servizi interurbani che ha com-portato una spesa nel quadriennio di16 milioni di Euro, specificamentedestinati al sostegno del reddito dellefamiglie e per agevolare il dirittoallo studio. Se facciamo queste con-siderazioni, non è per esaltare propa-gandisticamente i risultati del GovernoRegionale, ma per sensibilizzare so-prattutto le nuove generazioni sul temadella buona amministrazione e dellabuona politica in un momento cosìdifficile per il Paese. E per confidarenella loro collaborazione, affinché siprevenga il fenomeno del vandalismoe si contribuisca a rendere più civilee serena la nostra vita quotidiana”.

Auguro un proficuo anno scola-stico a tutti”.

“Esprimo doppia soddisfazioneed un lusinghiero apprezzamentoper lo sforzo profuso da tutte leautorità competenti e dalle Ferroviedel Gargano per aver reso fattiva efunzionante già da oggi la trattaferroviaria Foggia – Lucera, nonpiù operativa da quasi mezzo seco-lo.

La soddisfazione deriva dal ri-cordare come tale problema fu sol-levato in Consiglio regionale dalsottoscritto e da altri consiglieri giàdal lontano novembre 2005, quandocon una mozione urgente chiesi che

il Consiglio regionale, nella suainterezza, fosse impegnato a pren-dere atto ‘della drammatica e storicadifficoltà dei collegamenti ferroviaritra la Capitanata e la Puglia e dellastessa Puglia con le regioni delMolise, del Lazio e dellaCampania’.

In quell’occasione chiesi al Go-verno regionale ed all’assessore aiTrasporti che, d’intesa con il Go-verno centrale ed il ministero alleInfrastrutture, fossero individuatetutte le possibili soluzioni perchési rendesse compatibile una linea

ferroviaria moderna e veloce checongiungesse la città di Foggia aRoma attraverso la città di Campo-basso, Isernia e Cassino.

L’ulteriore soddisfazione deri-va, quindi, dalla possibilità che daoggi, con l’attivazione ed il ripristi-no della tratta ferroviaria Foggia –Lucera, si possa pensare a realizzareun collegamento diretto con Romache aprirebbe sicuramente nuoviscenari per la mobilità dell’interonostro territorio”. (Pino Lonigro,presidente del gruppo consiliareS.D.I., Regione Puglia)

Loizzoconferma

per il quartoanno lo

sconto del10% aglistudenti

Trasporti.Nuovi treni regionali

Finalmente operativa la trattaferroviaria Foggia-Lucera

Trinitapoli. Largo Stazione.

Novità relative alla offerta fer-roviaria regionale, che partirannodal 5 ottobre prossimo.LINEA BARI - FOGGIA

dal 5 ottobre 2009 un nuovo colle-gamento veloce da Bari a Foggia,in partenza dal capoluogo alle 18.50circa, consentirà di raggiungereFoggia in meno di 75’ con le solefermate di Trani e Barletta. Il trenocorrispondente partirà da Foggiaalle 21.50 edeffettuerà tuttele fermate in-termedie con-s e n t e n d oall’utenza delbacino del leprovince di Bari,Foggia e BATdi usufruire diun comodo col-legamento ditarda serata. Iltreno, inoltre,sarà in coinci-d e n z a c o nl’arrivo dell’ESCity 9779 pro-veniente da To-rino e quindirappresenteràun’ulteriore op-portunità per laclientela chepotrà beneficia-re di un’offertaintegrata tra lunga percorrenza etrasporto locale. La nuova offerta,con 2 nuovi treni e 822 posti offertiaggiuntivi al giorno, si inseriscenell’attuale maglia di collegamentifra il capoluogo dauno e Bari chegià conta 30 treni al giorno ed oltre14.000 posti offerti.

LINEA BARI - TARANTO

Sempre dal 5 ottobre è previstoun nuovo collegamento che con-sentirà di partire da Bari alle 12.40

circa ed arrivare a Taranto alle13.50. Lo stesso treno proseguiràper Brindisi con arrivo alle 15.01 esi sostituirà all’attuale collegamentotra Taranto e Brindisi. Il treno cor-rispondente, che attualmente parteda Brindisi alle 7.04 e arriva a Ta-ranto alle 8.09, proseguirà dal 5ottobre per Bari. L’arrivo nel capo-luogo è previsto per le 9.20 circa.Infine, grazie all’ottimizzazionedell’attuale offerta, sarà possibile

viaggiare da Bari a Lecce, passandoda Taranto e Brindisi, senza dovercambiare treno. La partenza da Bariè prevista alle 7.14. Gli arrivi invecesono previsti per le 8.45 a Taranto,le 9.48 a Brindisi e le 10.25 a Lecce.Il treno corrispondente partirà daLecce alle 11.10 e arriverà a Barialle 13.36. Le fermate intermedie aBrindisi e Taranto, saranno rispetti-vamente per le 11.41 e le 13.01.Con la nuova struttura dell’offerta,così come descritta, verranno fornitimaggiori servizi nelle fasce pendo-

lari e verranno incrementati i col-legamenti tra più capoluoghi diprovincia della regione Puglia senzapassaggi da un treno ad un altro. Laclientela, che ad oggi già beneficiadi servizi similari (2 collegamentitra Foggia-Barletta-Bari-Brindisi-Lecce e 10 tra Taranto-Brindisi-Lecce), potrà effettuare viaggi incontinuità riducendo i tempi dipercorrenza. Nel corso dell’incontro,saranno presentate le vetture ri-

strutturate, in applicazione del nuovoContratto di servizio che prevede laristrutturazione di 63 carrozze a“piano ribassato” e di 13 “semipilotapiano ribassato”. Le consegne delmateriale saranno ultimate nel 2011.A regime, quando tutte le nuovevetture “piano ribassato” sarannoconsegnate, il 60% dei treni in Pu-glia sarà effettuato con materialenuovo o ristrutturato ed i servizi cheoffriranno idonea climatizzazionecostituiranno la totalità dei collega-menti ferroviari regionali.

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società SETTEMBRE 20096La politica ieri e oggi: a colloquio

con Raffaele CapodiventoClasse ’35, democristiano, as-

sessore al Bilancio nel ’72 conl’amministrazione guidata da Mi-chele Triglione e sindaco di Tri-nitapoli nel 1978.

I suoi coetanei avranno giàcapito di chi si tratta, i più giovaniavranno sentito parlare di lui e delsuo ‘gesto coraggioso’.

È Raffaele Capodivento, oggisettantaquattro anni ed ancora unforte interesse verso la politica,locale e non solo.

Lo abbiamo incontrato perun’intervista e dal modo in cui harisposto alle nostre domande, daltono di voce, sempre pacato ma altempo stesso deciso, si intuiscel’impegno e la passione con cui siè prodigato per la politica.

Ci racconti un po’ della suacarriera politica. Quando e comeha avuto inizio?

Avevo solo dicias-sette anni e ancora nonterminavo gli studi aFoggia quando mi sonoiscritto alla DC, eral’epoca di Nunzio Sar-cina.

È stata una bellaesperienza, entusia-smante e, soprattuttocostruttiva. All’epoca lapolitica richiedeva im-pegno e passione. Sifacevano i comizi rio-nali per avvicinare lagente alla politica.

La cosa bella, cher icordo , è che aquell’epoca fare politicapiaceva.

Come era la poli-tica di quegli anni aTrinitapoli?

All’inizio, neglianni ’60, Trinitapoli havissuto un momento disviluppo su diversifronti: economico, so-ciale, urbanistico. Poiverso la fine degli anni’70 è iniziato un periodoun po’ ‘caotico’, sisentiva molto la con-trapposizione politica.

Infatti in pochi annisi sono alternati mandatibrevi, caratterizzati dagestioni strozzate. Prima i socialisticon Miccoli, poi la DC ed infineil PCI con Di Biase. Anche se, ipartiti che raccoglievano i maggioriconsensi erano la DC e il PCI.

Lei è stato un esponente dellaDC. Come era il partito in queglianni?

La Democrazia Cristiana, anche

a livello locale, risentiva in queglianni della disputa tra dorotei (cor-rente più cauta nell'approccio versoil centro-sinistra e più attenta alleragioni delle gerarchie ecclesiasti-che ed alle associazioni industriali)e morotei (corrente caratterizzatada una linea politica più orientataverso la sinistra), c’erano contrad-dizioni interne ed infatti nel ’72 aTrinitapoli ci furono le elezionianticipate proprio a causa di unarottura interna al partito.

Ci parli delle cariche che har i v e s t i t o a l l ’ i n t e r n odell’amministrazione comunale?

Sono stato assessore al Bilan-cio nel ’72 quando fu eletto sinda-co Michele Trigl ione, fuun’esperienza brevissima che duròcirca tre mesi.

Poi nel ’78 fui nominato sinda-co, sempre all’interno della DC, e

tenni la carica per circa un anno.Per evitare il commissariamento

del Comune mi trovai nella condi-zione di dover guidare una gestioneminoritaria, con l’astensione delPCI.

Ricorda il manifesto del ‘gestocoraggioso?

Sì lo ricordo, e tengo a precisare

che non si trattò di un atto di corag-gio, bensì di un atto di coerenzapolitica.

Mi dimisi dalla carica di sindacoperché avvertii che avevano tramatoalle mie spalle per votare un prov-vedimento in consiglio comunaleche mirava a far fuori il PCI e adunire DC e PSI.

Cosa pensa della politica dioggi?

Credo che tra ieri ed oggi siacambiato molto.

Prima in politica c’era più ri-spetto, c’erano passione ed entusia-smo e, soprattutto, c’erano i partiti.Questi ultimi, che costituiscono ilmotore della politica, oggi non fun-zionano più.

Prima per entrare in politica sifaceva la gavetta, c’era una prepa-razione, oggi invece manca com-pletamente un’educazione politica

ed entrare a far parte di una lista èdiventato troppo facile.

Cosa consiglierebbe oggi aigiovani che vogliono entrare inpolitica?

I giovani di oggi si allontananodalla politica, dal Palazzo. Quindicredo sia necessario, prima di tutto,cercare di farli riavvicinare. E que-

sta opera di convincimento nonspetta al singolo ma alle strutturepolitiche.

Poi bisognerebbe organizzareconvegni, preparare i giovani, for-marli, per renderli capaci di affron-tare un’esperienza del genere. Iragazzi di oggi, infatti, non cono-scono la storia e, soprattutto, lacostituzione.

È necessario cancellare dallaloro mente il concetto che fare po-litica significhi automaticamentearricchirsi.

Tutto questo potrebbe servire arimettere in moto i partiti e a creareun ricambio generazionale al potere.

Cosa pensa dell’attuale ammi-nistrazione di Trinitapoli?

In realtà mi aspettavo molto dipiù. Vedevo in De Gennaro un sin-daco attivo ma, o a causa di resi-stenze interne o per divergenze di

coalizioni o per l’assenza dei partiti,mi accorgo che l’attuale ammini-strazione non sta facendo molto.

In giro, nel paese, si ha la sen-sazione che non tutto vada bene.Anche i politici non sono affattocontenti.

DANILA PARADISO

1972, Piazza Umberto I. Raffaele Capodivento, con accanto il dottor Nunzio Sarcina,presenta l’onorevole Aldo Moro in visita a Trinitapoli.

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7societàSETTEMBRE 2009

Foto Francesco Mele

Foto

: F. M

ele

IN BREVE

“Lavorare è meno noiosoche divertirsi”. Questa frase diBaudelaire acquisisce un signi-ficato più profondo e veritierodopo aver incontrato la signoraGina Samele, in Calò, ed avertrascorso con lei un po’ di tempoa parlare della sua vita e, appun-to, del suo lavoro.

Una mattina dei primi di set-tembre la signora Gina ci haaperto la porta di casa da cuifuoriusciva un piacevole profu-mo di pulito accompagnatodall’odore di cucinato. Menùdel giorno: risotto con zucchinee per secondo pesce. Il tutto,ovviamente, preparato da lei.

Potrebbe sembrare una casa-linga ed invece non è così. Lasignora Gina, ottantuno anni, èora in pensione dopo aver lavo-rato fino all’età di sessantacin-que anni.

È cresciuta fra sacrifici, inuna famiglia numerosa (eranoben sette figli), senza mai arren-dersi e dedicandosi con passionee volizione al lavoro.

Proprietaria, insieme al ma-rito, dello storico negozio‘Bimbi belli’ da sempre situatonel centro di Trinitapoli e fornitodi doppia entrata, una su CorsoTrinità e l’altra su Corso Gari-baldi. La loro attività è iniziatanegli anni ’50, dapprima sotto-forma di merceria e poi è andatacrescendo, trasformandosi in unnegozio di abbigliamento edaccessori, diventato ben prestopunto di riferimento per tutti inpaese. Infatti da ‘Calò’ era pos-sibile acquistare capi per uomo,donna e bambino delle grandimarche. Genny, Burani, Valen-tino, Biagiotti, per citarne soloalcuni.

E se il marito girava l’Italia,recandosi spesso al nord peracquistare i capi, fulcrodell’attività era lei, Gina, chenel negozio era intenta ad ascol-tare i clienti, a cercare di soddi-sfare le loro esigenze, ad asse-condare i loro gusti e a dareconsigli. Tutto sempre conestrema gentilezza perché, comedice la signora “il lavoro cidava il pane, quindi era neces-sario saper stare con ilpubblico”. E lei, con i suoi modie la sua simpatia ha saputo cat-turare i trinitapolesi, creandonel tempo una clientela fedelee fidata. Era molto improbabile,infatti, che le persone uscisseroa mani vuote dal suo negozio;

spesso, ricorda Gina, prendeva-no almeno un paio di calze.

Oltre alla simpatia, alla gen-tilezza ed all’aspetto curato, ciòche contraddistingue la signoraGina è la capacità di ricordaretutti i particolari e la voglia diraccontare gli episodi accadutiall’interno del negozio. Come,ad esempio, la volta in cui, gra-zie alla sua diplomazia e riser-vatezza, salvò un matrimonio:tenne fede, infatti, alla paroladata ad una sua cliente -che ave-va acquistato il corredo per lafiglia prossima alle nozze pa-gandolo un po’ per volta- nonsvelando alla suocera la moda-lità del pagamento.

La signora Gina si diverte esorride quando ricorda alcuniepisodi che riguardano il marito,di quando diceva ai clienti che“non erano gli abiti ad esserpiccoli, ma loro ad esseredotati”.

Poi la domenica, giorno incui il negozio era aperto ancheal mattino e, dopo la funzionereligiosa, si riempiva di donne,tutte desiderose di essere servitein fretta perché i mariti non an-davano in campagna e le aspet-tavano a casa.

Dall’affluenza al negozio sicapiva anche in che periododell’anno si fosse; questo perchéin prossimità del Natale o dellaPasqua la gente si affrettava ascegliere il vestito per le feste.

Oggi l’attività commercialedella famiglia Calò continua.Due dei tre figli della signora,infatti, hanno continuato a lavo-rare nel settore, portando avantiil negozio aperto a Barletta neglianni ‘70.

Sebbene sia in pensione Gi-na è una donna instancabile, cheha lavorato tanto ma che nonriesce a stare senza far nulla.Da alcuni anni, dopo aver supe-rato anche dei problemi allavista, si dedica al ricamo. Ci hamostrato, infatti, tendine, centri,medaglioni. Lavori che fa so-prattutto per i suoi quattro nipo-ti, di cui è molto orgogliosa.

Una donna che ha amato edama il lavoro e che, nonostantele sofferenze che la vita le hariservato (ha perso un figlio gio-vanissimo) non si è mai arresaed ha continuato a guardare alfuturo con ottimismo.

Una lezione di vita per tutti.DANILA PARADISO

La lezione di vita dellainstancabile signora Gina

Abbasso il Gas, viva la fiestaDal bilancio 2008 della Tribigas abbiamo appreso che, a differenza deglianni precedenti, la nostra azienda del gas perde 50.000 euro.Il dott. Benvenuto Cifaldi, segretario del Comune di Trinitapoli nonchéamministratore unico della Tribigas, ha versato nelle casse del comune,quale finanziamento dell’evento “Premio Città Cavalieri di Malta”, ilcontributo economico di 27.000 euro.Cosa ha da dire, a questo proposito, alla pubblica opinione l’assessore alleattività produttive dott. Samarelli?Finalmente promosse a sartineL’ultimo manifesto de L’Alternativa, dove si invita l’U.D.C. ad uscire allaluce del sole, per rendere pubbliche le proposte e le valutazioni critichemanifestate agli esponenti della sinistra (ma anche della destra), è statocommentato dal sindaco con l’espressione “pettegolezzi da sartine”.Ringraziamo il dott. Di Gennaro di aver dato alle consigliere D’Introno eTarantino finalmente la patente di autonomia. Le stesse vengono da un passatodi delegittimazione continua delle proprie iniziative politiche, liquidate spessocon l’insulto di non essere persone all’altezza di formulare pensieri autonomi.Di Gennaro forse ignora che le sarte e le merlettaie sono state moltocombattive nell’Inghilterra fine ’800 per conquistare il suffragio universale(ottenuto in Gran Bretagna già dal 1919) e pertanto tutte le consiglierecomunali, anche di maggioranza, dovrebbero essere fiere di essere associatealla categoria delle esperte di cucito. Ci viene soltanto un dubbio: ma ilsindaco sa chi erano le suffragette?Solidarietà alle consigliere Montuori e Giannattasio che rischiano quotidia-namente di diventare interpreti mute e passive del “viril pensiero”.Consigliere comunali unite per i bambiniAnche quest’anno l’UNICEF riproporrà l’iniziativaOrchidea UNICEF come strumento di raccoltafondi per il “PROGETTO DI LOTTA ALLAMORTALITA’ INFANTILE IN 6 PAESID E L L ’ A F R I C A C E N T R A L E EOCCIDENTALE” nei giorni 3 e 4 ottobre p.v..Nel 2008 i risultati del lancio di questa manifesta-zione sono stati estremamente positivi e Anna MariaTarantino, volontaria dell’Unicef, si è proposta perquesto anno di riuscire a portare questa iniziativain piazza per la prima volta anche a Trinitapoli.Le consigliere comunali Rosanna Izzillo, MariaMontuori, Giuditta Giannattasio e AntoniettaD’Introno hanno aderito con entusiasmo e grandesensibilità a questo progetto.Pertanto le consigliere comunali unite per i bambinivi aspettano in Viale Vittorio Veneto il 3 e 4 ottobre2009 per l’acquisto di una pianta di Orchidee.

1970. Da sinistra: Saverio Calò, la signora “Gina”,Anna Samele e Raffaele Di Biase.

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libri8 SETTEMBRE 2009

Istruzioni agli studenti cheaffrontano gli esami di maturità

Marco Lodoli non è soltantouno scrittore, ma anche un inse-gnante, un professore nelle scuolesuperiori. Ogni giorno, in presadiretta si incontra e scontra con lascuola, con gli studenti e con ildifficile e appassionante mestieredi insegnante. In Il rosso e il bluabbandona la finzione narrativa e,attraverso brevi ma folgoranti os-servazioni, affronta i molti “cuoried errori” che sono disseminati

nella scuola italiana, e di cui è te-stimone quotidiano, esprimendocosì il suo punto di vista sui tantitemi che entrano nel dibattito pub-blico sull’educazione scolastica ei giovani di oggi: dal momentotopico dell’esame di maturità allapiaga emergente del bullismo; dallastraniante e defatigante esperienzadelle gite di classe al problema delladroga. Dall’angoscia degli studentiper il loro futuro, alla sintonia ma-

gica che talvolta si crea con il loroprofessore. Si delinea così un per-corso mai scontato, dove la chia-rezza espressiva è contemperatadalla profondità di giudizio. Glierrori della scuola sono solo unaspetto della questione. Non avreb-bero senso e importanza, se dietrodi essi non ci fosse la passione,insomma i cuori. Marco Lodoli ènato a Roma nel 1956.

Il professor MarcoLodoli in trincea

Disegno di Federica,1ª elementare:

ecco il mio ombelico.

Agli studenti che entrano a scuo-la per la prima prova d’esame pro-pongo questo decalogo di compor-tamento utile a non segnalarsisfavorevolmente di fronte a unacommissione che, ricordiamolo, ècomposta per metà da insegnantiche non li conoscono e che potreb-bero formulare al volo e in silenziogiudizi negativi.

1) Niente infradito, mi racco-mando. Entrare ciabattando, conquella disinvoltura eccessiva, bal-neare, scanzonata, dà una cattivaimpressione. Che diamine, ci vuoleun pò di stile per affrontare unatappa così decisiva della propriavita.

2) Niente pantaloni corti o ber-muda, niente canottierine fucsia,niente cappelletti, niente tute daginnastica da pensionato “che sono

tanto comode, professò!”, ma nep-pure tacchi a spillo e minigonnevertiginose da maliarda, per la stessaragione del punto uno.

3) Appena lette le tracce evitaredi mettersi le mani tra i capelli eurlare “Sono rovinato, non ce la faròmai, e adesso che m’invento?” maanche alzarsi e gridare “Olé, e an-diamo alla grande, questo é il temamio, io li rovino, io scrivo diecipagine” non depone bene.

4) Non appiccicate con il nastroadesivo la foto di Padre Pio al banco.Mi é capitato spesso di vedere stu-denti assorti in preghiera di fronteall’immagine del beato barbuto. Nonfa una buona impressione, in effettisembra che ci si affidi troppo a unaiuto e a una protezione celeste.Non é apprezzato nemmeno chi en-tra nell’aula facendosi cento segni

della croce, tipoC a n n a v a r oall’ingresso incampo. Neanchei cornetti napo-letani però van-no bene.

5) Non vabene neppureincollare la fotodel fidanzato odella fidanzatasul bordo delbanco e rivol-gerle di continuosguardi languidio d i s p e r a t i ,mandarle bacettiappassionat i .S p e r a r enell’amore comesalvezza cosmi-ca ingenera ilsospetto che il

candidato abbia studiato pochino. 6) Non scrivere il tema a stam-

patello. Quasi tutti gli studenti hannodimenticato come si scrive in corsi-vo, e questo è un guaio, perché lostampatello denota scarsa originalità,omologazione, pigrizia mentale.Una grafia chiara e personale é giàuna buona presentazione.

7) Non sostituire i puntini sullei con pallette o cuoricini, come fannosoprattutto le ragazze; si rischia dipassare per bambinette delle mediecon la Barbie nello zainetto. Evitareassolutamente di mettere le x alposto dei per, e il segno + al postodei più, e attenti alle kappa da sms,ke kakkio!

8) Non chiedere di andare albagno ogni dieci minuti, non cercaredi strappare l’ennesima autorizza-

zione dimenandosi come polipi fio-cinati, non fare battute tipo; “E chemi metto il pannolone di mio nonno?E che la faccio nel portaombrelli?”

9) Non smarrirsi in ragionamentitroppo astratti e sdrucciolosi, prividi qualsiasi riferimento reale. Neltema bisogna mettere in equilibrioesperienza e pensiero, osservazionee teoria.

Lo studente deve dimostrare diabitare consapevolmente il suo tem-po, di saper cogliere i dettagli e diriuscire in qualche modo a connet-terli con una riflessione personale.

10) Eviterei anche di finire iltema con una riga o quattro parolenella nuova facciata per dimostraredi aver “scritto tanto”. E un mezzuc-cio poverello, i professori sono spes-so persone ingenue, ma non fino aquesto punto.

(da Il rosso e il blu, pagg. 62-63di Marco Lodoli)

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scuola2010SETTEMBRE 2009

Si sente spesso parlare in te-levisione della scuola italiana edi tutte le altre scuole europee emondiali, che hanno standardqualitativi superiori ai nostri. Iocredo che questo non sia dovutoal fatto che lì ci siano studentimigliori, perché bravi non si na-sce. Sono invece istituzioni mi-gliori che formano persone mi-gliori. La scuola italiana non èscadente ma mancano i fondi perfarla risplendere al massimo. Cisono tante attività che noi nonsvolgiamo e che in altre nazionisono normale routine. In moltescuole mancano anche palestre oesistono laboratori nuovi chespesso non vengono neanché uti-lizzati. Nella maggioranza degliedifici scolastici non sono rispet-tate le norme di sicurezza…tuttoquesto in merito all’analisi dellestrutture. I docenti sono bravi esanno veramente formare il gio-vane sia caratterialmente che cul-turalmente. Una delle cose chenon tollero è invece il fatto che

ogni anno ci sia sempre qualchenuova riforma, anche se la scuolasuperiore sembra essere la“grande incompiuta”. Sempre piùsi va facendo strada la richiestadi una maggiore autonomia dellescuole e, quindi, di un minor cen-tralismo ministeriale. Noi ragazziavvertiamo la necessità che ven-gano cambiati i programmi, cosìda renderli più rispondenti sulpiano dei contenuti alle nostreconoscenze e ai nostri interessi.Vorrei una scuola che mi dessequotidianamente “garanzie esicurezze”, e dove poter socializ-zare e crescere attraverso lo stu-dio.

Ci chiedono spesso quale è ilvero problema della scuola. Ri-spondo con le parole degli studen-ti di Barbiana: sono i ragazzi cheperde per strada.

SEBASTIAN LUCAD’ADDARIO

Studente Liceo ScientificoMargherita di Savoia

C’era una volta una scuolaelementare di qualità

I bambini apprezzano!?Felici di avere un insegnante

unico che riuscirà, senza ombra didubbio, a seguirli individualmente,quando incontreranno difficoltànell'apprendimento, quando nonsaranno in grado di parlare in lin-gua italiana, quando avranno biso-gno di essere incoraggiati e rassi-curati, di essere ascoltati, diraccontarsi.

Felici di avere un maestro“tuttologo”, che non ha bisognodi avere una laurea in lingua ingle-se per insegnarla, come i vecchimaestri specialisti (in moltissimicasi); ai nuovi bastano poche raf-fazzonate lezioni, per complessive150 ore, per fare lo stesso lavoro.Sicuramente con gli stessi risultati.

Non sanno che farsene di queivecchi insegnanti che si erano de-dicati per anni allo studio delles t r a t e g i e p i ù a d e g u a t eall'apprendimento delle materieche amavano di più.

Il caro “nuovo” maestro unicosa e sa insegnare tutto, dialettocompreso (quale?). Il maestro“superman” (premier docet) oltread assumersi la “responsabilitàformativa globale dell'alunno”(Gelmini) non potrà non essereeccellente padrone delle nuovetecnologie che dovrà trasmettereai suoi 30 o più alunni da solo,controllando adeguatamente bam-bini e pc. La ministra è donna digrande fede, ci crede! Inoltre sa-rebbe bene ricordare che, per mo-tivi di sicurezza, in un'aula nondovrebbero esserci più di 26 alun-ni.

I bambini non potranno piùscegliere tra vari modelli di adulti,ma si adegueranno a seguirne condedizione uno solo, tenendo giu-stamente a bada il proprio spiritocritico. L'esercizio servirà dopoper essere un buon cittadino diquesta nuova democrazia.

Bambini felici di indossare dinuovo, dopo averlo dismesso daanni, in quasi tutta Italia, il grem-biule anni '50, perché siano tutti“uguali”, salvo poi far dire allaministra, con orgoglio, che la divi-sa scolastica sarebbe opportuna eche “alcune case di moda si sonoofferte di disegnarle”. Allora siandrà a scuola con il leopardato diCavalli o con il bianco e nero diDolce e Gabbana? Comunque fir-mato è bello!

La scuola apprezza!?Milano. 20 insegnanti si inca-

tenano davanti all'Ufficio Scolasti-co Provinciale: vogliono solo con-tinuare ad esercitare la loroprofessione. Si diceva, una volta,che fossero solo i meridionali adambire ad un posto di insegnanteperché si lavora poco e si guadagnamolto, con ferie infinite e la bel-lezza di 1200 € al mese. Non èpiù così.Benevento. Occupata la terraz-

za dello stesso ufficio di Milano.Viene il dubbio che stiano appro-fittando degli ultimi giorni di soleper completare l'abbronzatura pre-sa a Porto Cervo o in qualche villanei paraggi, tipo Certosa. Invece,udite, udite! Stanno protestandoanche loro: vogliono lavorare. In-tanto la ministra afferma che è tutta

colpa della sinistra.E le notizie si rincorrono. A

Genova, Bologna, Treviso, Bre-scia, Matera, Bari, Palermo prote-stano gli insegnanti precari, chepiù precari di così non sono maistati. La categoria ha unito il nordal sud, alla faccia delle Leghe piùo meno razziste, dialettofone, ron-diste, verdastre e…

Tutti questi insegnanti apprez-zano la riforma!?

Circa 20.000 docenti si dedi-cheranno ora alla ricerca di unnuovo posto di lavoro, perché“sono in buona salute” affermal'On. Straquadagno, aggiungendo“anch'io se non sarò più elettodovrò cercarmi un nuovo lavoro”,mentendo spudoratamente, perché,male che vada, percepirà una lautapensione non paragonabile allostipendio di un qualsiasi insegnan-te.

Le famiglie apprezzano!?C'erano una volta 27 ore di

lezione nel primo ciclo della scuolaprimaria, 30 nel 2° ciclo, 40 neltempo pieno nelle quali si attuava-no i programmi ministeriali, oggiil tempo scuola riconosciuto a que-sto scopo è di 24 ore settimanali,per le rimanenti viene concessa

solo la disponibilità di utilizzarela scuola. Saranno riattivati i vecchi“doposcuola”?

In sintesi: 1 solo insegnante alposto di 3; 24 ore settimanali dilezione per il programma invecedi 27 o 30 o 40; di fatto, elimina-zione delle compresenze, decima-zione degli insegnanti di sostegno,programmi ampliati. Sicuri di as-sistere ancora in TV a intervisteosannanti la ministra Gelmini, nonresta che augurare ai “remigini”del 2009 Buon Anno Scolastico esoprattutto Buona Fortuna! Nehanno bisogno.

LUCIA DI FIDIOInsegnante elementare

Il vero problemadella scuola:

i ragazzi che perde

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SETTEMBRE 2009scuola201010Scuola. È possibile sognare?In molti manteniamo l’abitudine

mentale di calcolare il tempo in anniscolastici, usando l’estate come mo-mento di transizione: agosto è lavera “fine dell’anno” e settembre“l’inizio dell’anno nuovo”. E, comesempre, ci si augura che qualcosacambi in meglio con l’avvio di unnuovo percorso di vita e di lavoro.Così avviene in maniera particolareper i docenti. Talvolta si cominciaanche a sognare, pur tra gli incubidi provvedimenti che hanno messoa soqquadro il mondo della scuola.

Le avvisaglie non erano dellemigliori: erano stati annunziati taglia tutto spiano e puntualmente sisono avverati. Di qui le diverse for-me di protesta, con i docenti precariincatenati ai cancelli degli ufficiscolastici o in mutande in piazza,mentre le scuole sono state costrettea formare classi con 33 alunni e arifiutare altre iscrizioni, perché erastata autorizzata la formazione diuna sola classe per quell’Indirizzo,come è successo per l’Odontecnicoall’Istituto “Staffa” di Trinitapoli.

La stampa ha dato non pocorisalto a questi eventi, così come alungo si è soffermata sugli esiti degliultimi esami di stato e sul gap tranord e sud a proposito dei 100 as-segnati: abbondanti da noi, moltomeno nella Padania. E questo con-trasterebbe con i risultati delle inda-gini internazionali, che vedono ilivelli di apprendimento degli stu-denti meridionali molto meno bril-lanti dei cugini settentrionali (e direche al nord per la maggior parte idocenti sono meridionali: sarà l’ariainquinata del Lombardo-Veneto piùcarica di fosforo ed altre sostanzeutili allo scopo? Mah!).

E poi ci si è messo quel burlonedi Bossi con la storia del dialettoda insegnare a scuola, per discrimi-nare i docenti meridionali che gliavevano bocciato per due volte ilfiglio; nello stesso tempo il ministroGelmini progetta per le superioriuna materia insegnata in inglese, ilche presuppone una buona cono-scenza di tale lingua: e allora, dob-biamo aumentare le ore di inglese,magari in laboratori adeguati, o in-segnare il dialetto? Stupidaggini dimezza estate, di una estate oltremo-do calda dagli effetti dirompenti.

Più che sui disastri ultimi dellascuola targata Gelmini, voglio sof-fermarmi su mali più profondi delsistema scolastico, originati e stra-tificatisi nell’ultimo quarantennio,e su cui i giornali sono intervenutipur nella calura estiva e nel climadistratto delle vacanze.

“La scuola ha smesso diinsegnare”, scrive Luca Ricolfi,docente universitario, su “LaStampa” del 23 luglio scorso, in cuiafferma, senza mezzi termini, chela maggior parte dei giovani cheescono dalla scuola e dall’universitàè sostanzialmente priva delle più

elementari conoscenze e capacitàche un tempo scuola e universitàfornivano. Gli fa eco Anna MariaSersale su “Il Messaggero” del 24agosto (“Università, allarme neo-iscritti: troppi somari tra lematricole”), lamentando che se unavolta gli strafalcioni li scrivevano ipoveracci, quelli che non avevanofrequentato neppure le elementari,ora i nomi storpiati, gli sfondoni digrammatica, gli errori di ortografia,la confusione nell’uso delle parolee la sintassi sballata sono diffusissi-mi tra le matricole e gli studentiuniversitari. La situazione è talmentegrave che gli atenei organizzanocorsi estivi di “alfabetizzazione”

delle matricole o comunque corsidi “recupero” della lingua italiana.A Milano, Torino, Firenze, Romae Venezia ci sono esperienze di corsigià consolidate, a Napoli e Palermosi stanno organizzando. Da Nord aSud, dunque.

È stata allevata una generazionedi ragazzi – scrive Ricolfi – a cui,a forza di generosi aiuti e sostegnidi ogni genere, è stato fatto crederedi possedere un’istruzione, là dovein troppi casi esisteva soloun’allegra infarinatura. Ora la realtàpresenta il conto. Chi ha avuto unabuona istruzione spesso (non sem-pre) ce la fa, chi non l’ha avuta cela fa solo se figlio di genitori ricchi,potenti o ben introdotti. Per tutti glialtri si aprono solo due strade: ac-cettare i lavori, per lo più manuali,che oggi attirano solo gli immigrati,o un lungo percorso di lavoretti nonmanuali ma precari, sotto l’ombrelloprotettivo di quegli stessi genitoriche per decenni hanno festeggiatola fine della scuola di élite. Ed eccoil paradosso: partita con l’idea diincludere le masse fino allora esclu-se dall’istruzione, la generazionedel ’68 ha dato scacco matto proprioa coloro che diceva di voler aiutare,coloro per i quali una scuola che fa

sul serio è una delle poche chancedi promozione sociale. Se le utopieegualitarie imposte dall’alto produ-cono mostri, si deve pensare a comerendere concreta l’eguaglianza delleopportunità. È possibile sognare?

All’origine del grave fenomenodell’impreparazione dei nostri stu-denti Giorgio Israel (“Il disastro delsuccesso formativo garantito” e “Ilmerito in cattedra per salvare lascuola”, in “Il Messaggero” del 28agosto e del 27 maggio) vedel’alleanza tra un ceto di “esperti” eburocrati e alcune scuole di peda-gogia e didattica attorno a una seriedi slogan ripetuti pappagallescamen-te: meglio una testa ben fatta che

una testa piena, primato della meto-dologia sui contenuti, valorizzarele competenze rispetto alle cono-scenze, garanzia del successo for-mativo, autoapprendimento, e viadicendo. La pedagogia intelligente,invece, è quella che costruisce ilsaper ragionare sul materiale vivoe concreto della conoscenza e nonmediante la trasmissione di precettiastratti di metodologia pura (la“scienza dei nullatenenti”, secondoLucio Colletti). Occorre che gli in-segnanti e i dirigenti scolastici, perquanto e per tanti versi umiliati,ritrovino il senso della loro funzione,così centrale e strategica in unasocietà avanzata; sottraendosi aitentat ivi di r idurl i a meri“facilitatori” e compilatori di que-stionari; ritrovando il piacere ditrasmettere conoscenze; costruendola capacità di conoscere per la viamaestra, che è quella di suscitare lapassione di apprendere, la curiositàper quel che non si sa. È possibilesognare?

Importante un altro tema affron-tato da Claudio Gentili su “IlMessaggero” del 5 lugl io(“Liberiamo la scuola dai talentikiller”). Se la scuola italiana haadottato una quantità davvero rile-

vante di iniziative per combatterela dispersione scolastica, è mancatauna strategia per coltivare e inco-raggiare i talenti (gli studenti eccel-lenti “seguiti” sono 200 contro i20.000 in Francia). Questa nostraallergia alla cura dei talenti è fruttodel mito non ancora superatodell’egualitarismo che fa apparireiniziative di tal fatta politicamentescorrette. Ma schiacciare i bravi inattesa che crescano i meno bravi,per “non lasciare nessuno indietro”,non è produttivo, perché rallenta iritmi dell’intera carovana classe. Losport, invece, insegna altro: nellecorse ciclistiche, quando il gruppoè unito il ritmo della gara si fa lento;ma quando c’è una fuga, tutto ilgruppo comincia ad inseguire. Ipicchi di eccellenza, quindi, nellosport come a scuola, fanno crescerela media della maggioranza deglistudenti. Promuovere l’eccellenza,perciò, e far crescere i ragazzimeno bravi si può.

Scoprire i talenti non solo deglialunni, ma anche dei docenti: laprassi invece è non scoprire i talentie non cacciare i somari recidivi.N e l c a s o d e i d o c e n t il’egualitarismo impone il livella-mento in basso delle retribuzioni.Nel caso degli alunni si preparanomasse di spettatori per il grandefratello. Chi si salva è perché hala fortuna di capitare con bravidocenti o di essere nato in unaculla giusta, cioè in una famigliaseria e intelligente. È possibilesognare?

Mortificante, infine, l’analisidi Luigi Berlinguer (“Due Italie

anche nell’istruzione”, in “Il Sole24 Ore” del 23 agosto), allorchéannota che al Sud buona parte dellasocietà non chiede il merito allascuola, ma voti formali buoni per iconcorsi pubblici, non la cultura delrisultato – cioè la traduzione delsapere in innovazione nella vita deicittadini del domani –, ma solo “unpezzo di carta”. C’è bisogno, allora,di tornare al patto di una volta trala scuola e la società, in base alquale si volevano le stesse cose esi lavorava nella stessa direzione.La scuola esigeva studio e fatica, ela famiglia era d’accordo C’era unameta condivisa: una buona forma-zione culturale che la scuola si im-pegnava a fornire. Quel patto varinnovato, ponendo fine ad unascuola facile e divertente, che haabolito le difficoltà, la fatica el’impegno, che assomiglia a un par-co giochi o a un centro sociale. Nonè più possibile chiedere alla scuoladi snaturarsi, tradendo così se stessae anche i giovani, che ad essa affi-dano il proprio incerto futuro. Èpossibile sognare?

PIETRO di BIASEVice Preside I.I.S.S. “S. Staffa”

Trinitapoli

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SETTEMBRE 2009 scuola2010 11Insegnante?

Si, ma precariaSilvia Dipace ha 32 anni,vive a San Ferdinando diPuglia. Si è laureata inL e t t e r e p r e s s ol’Università degli Studi diB a r i , a b i l i t a t aall’insegnamento, insegnaItaliano e Storia nellaScuola secondaria di se-condo grado da tre anni.Ha conseguito un masterin Editoria Libraria e la-vorato in varie case edi-trici, fra le quali la LibriScheiwiller, Edizioni LaMeridiana e l’Editrice Ro-tas.È giornalista pubblicistacon regolare iscrizioneall’Albo. Ha pubblicato,presso Prospettiva Editri-ce il suo primo libro, daltitolo “Il multiforme uni-verso della poesia di AldaMerini”.

Avviso ai naviganti

La Regione Puglia ha assegnato a Trinitapoli lasomma di 102.153,00 euro per sostenere le famiglienelle spese per l’istruzione dei propri figli per l’annoscolastico 2008/09 e che abbiano un reddito nonsuperiore a 10.632,94 euro.

Sono state presentate 1271 istanze (di cui 16 esclu-se) così distinte per tipo di scuola: Scuola Elementare572, Scuola Media 371 e Scuola superiore 312 (232pendolari).

Agli studenti della Scuola Elementare andranno 30euro, a quelli della Scuola Media 70 euro e ai ragazzidelle Superiori 100 euro (160 per i pendolari).

La nave Scuola ha levato gli or-meggi, per l’anno scolastico 2009-10. Usurato è lo scafo, precaria laciurma, incerta la rotta, il mare intempesta … e non c’è nessun ca-pitano Achab all’orizzonte.La piacevolezza (intellettuale) dellametafora, che fra l’altro ci aiutameglio a sopportare la cruda realtàe tenere acceso l’ottimismo dellavolontà, rischia tuttavia un approdoauto consolatorio ed irresponsabile.Allora, svegli!Siamo di fronte al più grande li-cenziamento di massa della storiadella scuola italiana, al più lucido“respingimento” di giovani lavo-ratori intellettuali dalla cittadelladel “sapere”: 42.500 posti in menotra i docenti, 15.000 tra il personaleata, in Italia; 4000 posti in meno,tra i docenti, 1500 posti in menotra il personale ata, in Puglia. Esiamo di fronte solo al primo deitre anni di “tagli” voluti dal ministroTremonti ed accettati dal ministroGelmini; alla fine dell’operazionesaranno “tagliati” complessiva-mente 180.000 posti fra docenti epersonale ata. Diminuiscono leclassi, ma aumentano gli alunni perclasse. Le cattedre nella Scuolasuperiore sono tutte a 18 ore, senzaalcuna flessibilità. L’organicofunzionale è una chimera. Chi faràle supplenze? Boh? I soldi per

l’ordinario funzionamento dellescuole sono stati ridotti negli ultimi5 anni del 40%; allora si rimandanogli studenti a casa, si diminuisce iltempo scuola, si toglie spazio allascuola pubblica, allargando quellodella scuola, non privata, ma“commerciale” ( due, tre anni inuno!), in omaggio al modello cul-turale del “tutto e subito”, il piùreazionario che ci sia. Stiamo esagerando? E allora con-tinuiamo.È alle porte una riforma di cui nes-suno discute: passaggio dalle cono-scenze alle competenze, diminuzio-ne dei curricula, ridefinizione deisaperi secondo una gerarchia euro-pea, richieste di nuove professiona-lità (i docenti devono saper inse-gnare in inglese almeno unadisciplina non linguistica!), nuoveforme di organizzazione (dalladotazione di Uffici tecnici allatrasformazione dei Consigli diIstituto in Consigli di Ammini-strazione). E scusate se è poco!Comunque non si discute, o meglio,non si discute tra coloro che do-vranno essere gli attori di tali in-novazioni e trasformazioni, i do-centi, non si discute nei luoghi chevedranno l’attuazione della riforma,gli Istituti scolastici.L’impressione è quella di unosmarrimento: sembra che abbiamo

smarrito la carica ideale e culturaleche induceva a domandarci: qualescuola per quale società? O forsela risposta è nella stessa domanda,se la nostra società si annoveraormai fra le “democrazie senzademocrazia”, come titola il suoultimo libro lo storico MassimoSalvadori.Comunque, coraggio!L’Italia è il paese dell’ossimoro,come dice lo scrittore e giornalistaFrancesco Merlo, ed insegnare (no-nostante tutto e quando è possibile)è il più bel mestiere del mondo,perché ci sono bambini e bambine,ragazzi e ragazze che stanno facen-do esperienze irripetibili di crescita,perché ci sono docenti che ancoracredono nella forza della conoscen-za, perché ci sono persone che an-

cora pensano che lo studio,l’apprendimento, il sapere è l’unicoargine alla inciviltà, alla maleduca-zione, alla volgarità, perché ci sonoancora quelli che sono convinti chele scuole possano essere i luoghidella difesa della democrazia e dellaelaborazione di nuove forme dipartecipazione.Qui al “Silone”, come in tante scuo-le di Puglia e d’Italia, ci accingiamoa fare la manutenzione dello scafo,a tenere su il morale della ciurma,a fissare la rotta (la meno incerta)e, ancora una volta, a spiegare levele per la caccia a …Moby Dick.

CARMINE GISSIDirigente scolastico

Ist. Istruzione Superiore “I. Silone”San Ferdinando di Puglia

Se mi avessero detto, a distanzadi anni dall’abilitazione, conditida corsi di aggiornamento, migliaiadi km percorsi, sforzi e sacrificiper poter svolgere il lavorodell’insegnante, che quest’anno,probabilmente, avrei rischiato dinon insegnare, avrei pensato chequalcuno si stesse divertendo ascoraggiarmi. E invece no. Nem-meno la più irrealistica e pessi-mistica delle ipotesi avrebbe potutodipingere il panorama di questigiorni. Mentre i mezzi di comu-nicazione maggiori censurano ireali accadimenti, si consuma undramma ancor superiore rispettoa quello degli operai della Fiat. Lecifre parlano chiaro: migliaia diprecari rimangono a casa, e nonè che l’inizio.

18.000 tagli, tra corpo docentee personale ATA, la maggior partedei quali ben ripartiti fra le nostreregioni del Sud. Poco importa sealle spalle queste persone - e nonquesti numeri in graduatoria -abbiano famiglie, bambini, mutuida pagare, anni di servizio. Ciòche importa è tagliare selvaggia-mente, al solo scopo di rientrare

in un bilancio. Perché di questo sitratta. Di bilanciare le finanze. Nondi offrire un servizio migliore, co-me il Ministro in carica vorrebbefarci credere. Non di migliorare ladidattica, o aggiornare il corpodocente, o portare davvero la scuo-la italiana agli standard europei.Si tratta di accorpare le classi, ren-dendo inconcepibile un qualsiasiintervento didattico serio. Si trattadi ridurre le ore di lezione, i giorni,se non addirittura gli anni scolasti-ci. È questo il motivo preferitodella riforma: ridurre, tagliare. Nonmigliorare. Perché insegnare inclassi con 35 persone non si può.E immaginare di ridurre ancora igiorni, se non gli anni, è risibile,visto che nel resto dell’Europa ilcalendario scolastico non è risicatocome da noi. La scuola che vorrei,quella che immagino quando misoffermo a sognare, è davvero unascuola che metta al centro l’alunno.Tanti sono i proclami fatti sullacentralità dell’alunno nel processoeducativo e formativo, anche dalgoverno in carica. Purtroppo pro-grammi vuoti, privi di fondamentoreale. Quale centralità si pensa di

poter offrire ad un ragazzo chedebba condividere un docente conpiù di trenta amici? Quale conti-nuità, se il professore che l’alunnoha di fronte cambia, di anno inanno, a causa del mai risolto - eoggi ingigantito - problema delprecariato?

Sogno una scuola che diadavvero al ragazzo la possibilitàdi scegliere. Laddove scegliere unIstituto Scolastico, in totale libertà,significa immaginare a cosa ci sipotrebbe trovar di fronte, e di si-curo non ad un continuo cambiodi professori, perfino di presidi,niente affatto esonerati dal flagellodell’incertezza lavorativa. Sognouna scuola che sia una casa, unafucina di esperienze, educative maanche di preparazione al lavoro,quella che dovrebbero fornire inostri Istituti Professionali, ridottiinvece a scarto o scelta per i malinseriti, i mal educati, i mal accet-tati. Una scuola nella quale il do-cente si possa identificare, che sianon solo posto di lavoro, ma realtàda far progredire e nella quale cre-scere. Cosa che si può verificaresolo nella continuità di ogni giorno.

La scuola di un tempo, dicevadon Milani, “ha un problema solo:i ragazzi che perde”. La scuola dioggi ne ha uno diverso: i docentiche restano a casa, patrimonio,voglio credere, non ancora irrime-diabilmente perso.

SILVIA DIPACEDocente di Scuola secondaria

di secondo grado

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scuola201012 SETTEMBRE 2009

Le regioni più colpitedai tagli agli organiciCampania 8.122 (14.0%)Sicilia 7.299 (12.7%)Lombardia 6.733 (11.7%)Puglia 5.293 (9,2%)Lazio 4.586 (8.0%)

La campanella

L’estate è ancora calda pur sele piogge annunciate lasciano in-tendere che il cambiamento cli-matico è ormai alle porte: mi tirosugli occhi il lenzuolo come perrubare un altro po’ di tempo alsonno, all’alba che già si affacciadietro le persiane ancora chiuse.

Il primo giorno di scuola co-mincia come sempre gaio e lu-minoso per il sole che filtra im-pertinente senza lasciarsi scalfiredai primi brividi autunnali: ariafresca nei polmoni che si allenanogià alle nuove gare da intraprendereper l’inverno. Vocalizzi di baseper ora, esercitazioni innocentibuone per una prima chiacchieracon i proff. appena ritrovati, primadi affrontare l’arena dei collegi, idibattiti, i consigli, le assemblee…

Anche la mente pigramente sirisveglia a cercare sotto la sabbiadei castelli estivi qualche buonaidea da mettere in campo al primosuono della campanella.

Mi rigiro tra le lenzuola e nontrovo posizione né spunti per lamia ricerca: non sarà che alla lucedegli ultimi dibattiti sulla scuola,qualcosa davvero non mi torni?

E sì che avverto una vagaconfusione, una certa ansia co-mincia ad assalirmi: ma cosa mimette tanta agitazione?

Ah, ora che ci penso, devoassolutamente rivedere dei datifondamentali prima di riprendereil lavoro: e precisamente il miobagaglio dialettale!

La Lega ha infatti proposto,durante la calura estiva, che ild ia le t to de i padr i venga“promosso” a disciplina scolastica,salvo che i padri se ne sono andatida tempo, e con loro l’autenticitàdi quella lingua (madre in verità),che nessuno può più restituirci, nétantomeno insegnarci.

Non vorrei dunque che i mieidocenti mi trovassero impreparataad argomentare su una Unità diApprendimento sul dialetto, magaririgorosamente in dialetto, definen-do come sempre: L’obbietteive, i’contenout, u’ met’d, i’ comptenz,e… c’ cos’ ‘ma ‘nzgnè!

Così gli alunni, non ancora ingrado di districarsi nei meandridella lingua italiana (mi ossessio-nano i dati OCSE che vedonol’Italia sempre agli ultimi postinella competenza linguistica…maquando risaliremo la china?), de-vono rinunciare alla riscossa, quan-do appena cominciano a riscattarsida una condizione di inferioritàlinguistica che rende sempre piùdifficile il loro accesso alla cittadi-nanza europea,

Ma ora, a parlare di promozio-ni sento che un nuovo senso diansia mi assale facendo agitare conme anche il lenzuolo! Non è statoquello delle promozioni o megliodelle bocciature il tormentone dellachiusura dell’anno scolastico? “basta un cinque, anzi un 5, in unasola disciplina per bocciare; speciese trattasi di 5 in condotta”, recita-vano più o meno così le circolariministeriali di fine anno, gettandoi docenti nello scompiglio valuta-tivo, proprio in periodo d’esami!

E così se ne sono andati in fu-m o a n n i d i d i b a t t i t isull’antidispersione, lotte al bulli-smo, passerelle per recuperare unmese, un anno, una disciplina, perrimettersi in carreggiata; i PON, iCollegi, i Consigli, le reti e i pattiformativi: e cosa valutiamo, e comevalutiamo, e le competenze? Le

culture? I valori?...Di tutto ciò laScuola è stato il Tempio, e tutto èprecipitato all’improvviso e senzastoria in un minuscolo segno gra-fico, un piccolo voto, un“cancellino” che come un colpo dispugna ha portato con sé il pensierodi tanti grandi pedagogisti, el’azione di tanti docenti in trinceache tale pensiero hanno faticosa-mente studiato ed applicato! Perfortuna, mi consolo, nella nostrascuola, le buone prassi ci hannoconsentito di raggiungere il nostroobiettivo: dispersione zero! Maora, che fare?

In tanto precipitare, per poconon finisco giù dal letto anch’io,sudata e affranta per tutti quei pen-sieri: aiuto, aiuto, ma che ci faccioin questa scuola? E la sveglia simette improvvisamente a trilla-re…liberandomi così dall’incubo.

Ma sì, è stato solo un bruttosogno: oggi, primo giorno di scuo-la, la campanella non suonerà perme! E mi stiracchio sorridendo esbadigliando…la mia sveglia daoggi riprende i suoi tic tac biologi-ci, sospingendomi senza strappi

verso altri cantieri: ho da riscoprirela dimensione ludica, creativa,affettiva e solidale della vita; hoda ritrovare la coerenza dei mieipassi di nuovo in sintonia con ilpensiero e le emozioni; ho dacontinuare il mestiere di dare e diavere, di insegnare e di apprenderema questa volta in campo aperto,fuori dalle vigne padronali, davverolibera di scegliere e di decidere! Elo sguardo, affacciato sull’alba delgiorno che nasce si perde a dismi-sura e si confonde con i suoni delrisveglio: il vagito di un bambino,l’abbaiare di un cane in lontananza,il ritmo del bastone di un vecchiosul selciato, la filastrocca dellabimba che prepara lo zainetto, lafresca allegria di un gruppo di gio-vani in corsa per il tram che liattende, la voce di una donna checanticchia lietamente: “canta don-na, il sole è alto…..”.

RITA CECIPreside in pensione

“Bene”, dice il prof, “visto che non vi piace leggere.. saròio a leggervi dei libri”.Senza transizione, apre la cartella e tira fuori un libronegrossissimo, un affare cubico, veramente enorme, dallacopertina patinata. Quanto di più impressionante si possaimmaginare in fatto di libri.“Ci siete?”Non credono né ai loro occhi né alle loro orecchie.Quel tizio ha intenzione di leggere tutto quell’affare? Maci vorrà l’intero anno scolastico!Perplessità.. Anche una certa tensione… Non esiste!C’è sotto qualche fregatura.“Ci leggerà tutto quel libro... a voce alta?””Non vedo come potresti sentirmi se leggessi a vocebassa… Si parte”.Ci sono… Scettici, ma ci sono.

(D. Pennac, Come un romanzo)

I dirittiimprescrittibili

del lettore1) Il diritto di non leggere2) Il diritto di saltare le pagine3) Il diritto di non finire un libro4) Il diritto di rileggere5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa6) Il diritto al bovarismo

(malattia testualmente contagiosa)7) Il diritto di leggere ovunque8) Il diritto di spizzicare9) Il diritto di leggere a voce alta

10) Il diritto di tacere

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13culturaSETTEMBRE 2009

Giorgio Bettinelli. Il 15settembre 2008, all’età di 53 anni,in Cina, sulle rive del fiumeMekong (dove viveva con la mo-glie)... è' partito per un viaggioche non ha più ritorno.

Laureato in lettere pressol’Università di Roma, è famosoper i suoi quattro lunghi viaggicompiuti a bordo di una PiaggioVespa. Infatti durante la sua per-manenza in Indonesia, come pa-

gamento di una serie di debiti, gliviene regalata una Vespa di cui siinnamora immediatamente. Mai,prima di allora, Giorgio avevaguidato un veicolo a due ruote.

Da quel giorno Giorgio con lasua Vespa ha percorso strade im-percorribili in luoghi sempre piùlontani, ha incontrato gente mitee persone difficili, ha faticato maha anche vissuto momenti di sfre-nata libertà. Ha viaggiato in tutti

i continenti e con i suoi racconti,la descrizione di paesaggi indi-menticabili e gli innumerevoliincontri on the road ci ha saputoregalare sempre nuove emozionie, soprattutto, la voglia di avven-turarci... in Vespa.

Bettinelli, oltre ad essere mu-sicista e poeta, ha scritto e pubbli-cato i seguenti romanzi che con-sigliamo. Avvertimento: dopo lalettura di uno soltanto di questi

libri, i vespisti rischiano di diven-tare lettori e i lettori rischiano didiventare vespisti!

“…E fu così che mi ritrovaidi punto in bianco, senza chel'avessi minimamente voluto e anziquasi controvoglia, padrone dellamia prima sgangheratissimaVespa”.

Giorgio Bettinelli

Il cantante Vinicio Caposselaricorda Bettinelli

Ho incontrato Giorgio Bettinellinel settembre 2004 al festival dellaletteratura di Mantova. Era tra ilpubblico e aveva ascoltato la pre-sentazione. Non si muore tutte lemattine. Venne ad esprimere il suointeresse con generosità ed entu-siasmo. Aveva questi occhi comefuori di sè, febbricitanti, protesi inavanti, entusiasti ed infebbrati. Eramagro come una faina, un fisicominuto. Avrebbe potuto fare ilfantino forse, ma era troppo intel-lettuale per i cavalli, era infatti unfantino a due ruote, fantino dellostrumento da viaggio pensante: laVespa Piaggio. La passeggiata adue ruote.

A viaggiare in Vespa si è bendiversi dai centauri, uno strumentopiù amichevole, ispira solidarietàe non si alzano mai davvero i piedida terra. Giorgio Bettinelli è statol’unico vero grande viaggiatore cheho mai conosciuto. Veniva la ver-tigine a constatare attraverso la suapersona quanto mondo era al di làdi quello generalmente conosciuto.Mentre le mie e nostre stagioni siripetono e cambiano le canzoni,forse, ma non i luoghi, Bettinellifaceva due giri del mondo. Giriguadagnati chilometro a chilometro.Un Phileas Fogg a due ruote, chenel giro del mondo trovava anchela sua futura sposa, ancora più aoriente delle Indie.. in Cina. Peròsempre dandogli un passaggio sullasua Vespa mongolfiera. O forse eraparente di quei grandi velisti solitaricome Fogar, che agli abissi avevanosostituito la polvere e lo sterrato.Una sua leggerezza gli permettevadi prendere la vita sapendo prenderee lasciare. Fermarsi e ripartire.Abbiamo passato alcune sere aMilano, dove era venuto per la casaeditrice e per un fratello che ci vive,e fu come un lembo ritagliato diquotidianità.. Per due giorni ab-biamo provato il lusso di esseredello stesso quartiere. Dava lavertigine però, pensare a quantemigliaia di chilometri ci avrebberoseparato dal prossimo incontro.Incontro circolare che mi avrebbetrovato allo stesso punto, ma chenecessitava di un suo giro di pianeta.

Q u e s t o g i r a r e e r a

un’elaborazione della sua vocazionealla scrittura. Tutto quel viaggiarenon avrebbe avuto senso se nonfosse stata materia da rielaboraresulla pagina, perché era la paginala vera rotta del suo viaggiare.

Giorgio è stato prima scrittoreche viaggiatore. Le sue Caramelledi liquirizia vennero prima dellaVespa.

E anche le canzoni che avevascritto e di cui non sapeva beneancora che fare. Parlando delle no-stre vite, mentre io mi affacciavo amezzo dei suoi racconti a tutti iluoghi, le strade e i paesi che avevogià mancato, Bettinelli veniva coltodal rammarico per tutte le cose chenon avrebbe scritto, le canzoni chenon avrebbe composto, gli spettacoliche non avrebbero visto la luce, acausa di tutto quel viaggiare. Cosìalmeno da questo ci sentimmo ac-comunati. Dal fatto che tanto adandare che a stare fermi c’è semprequalcosa che manchiamo… Eranoqueste, considerazioni di vita, scelte,destini, che rimanevano come cene-re alla fine di racconti mirabolanti.Bettinelli essendo abituato a portarsipoco aveva spazio per tutto, e cosìtrovò il modo di portarsi dietro an-che la nostra amicizia. Dava notiziedi sé, da laggiù, sul Mekong. Facevainviti, e si portava con sé parti dinoi. Memorabile fu l’incontro conil mio amico Marco Cervetti, il gi-gante. Entrambi sapevano parlareil cinese, e Bettinelli portava setteorecchini al lobo, uno per ogni lin-gua che aveva imparato. Cervettilesse tutti i suoi libri dopo che fupartito, a voce alta, tenendone vivala voce. Mi raccontò Bettinelli cheper lenire il dolore del primo abban-dono che subì da un suo amore,andò immediatamente, e ancorapiangendo, in un agenzia di viaggi.Prese il primo viaggio disponibilenel pomeriggio stesso. E ancora conle lacrime agli occhi si ritrovò afinire di piangere nel Borneo. E dalì stette mesi, e poi per caso siprocurò una vespa. E così cominciò.Girò tutta l’Africa e rischiò la vitae perdette la Vespa al contatto concerte popolazioni, presso le qualiera proibito entrare senza protezioni.Bettinelli ha attraversato la Siberia

prima del gelo, ha posato pneuma-tici e piedi sul lago Baikal e, dadiavolo qual è, è arrivato fino inTasmania. Ha attraversato tutto ilNordamerica e poi la Patagonia, etutta la Cina dove si è anche costru-ito una casa e una famiglia, e poi epoi… l’altra mattina da così lontano,ecco insomma ho appreso che nonci sarà più modo di salutarci. Forseè così che succede con i viaggiatori,o forse così succede a tutti noi.

Borges diceva che se in fondonon ci considerassimo immortalinon avremmo la forza di salutarci,perché ogni volta potrebbe esserel’ultima, però con un viaggiatore ètutto ancora più lontano, non puoiche rivolgerti al cielo, per fargli unsaluto, ed è al cielo che rivolgo lemie lacrime per non potere più sa-

lutare, né rivedere gli occhi infeb-brati di Giorgio Bettinelli. Cosìsuccede con i viaggiatori, se nevanno e la loro fine resta avvoltanel mistero, poche righe amorevoliprovenienti da terre lontanissime.Dicono quelle righe che ora Giorgioè in un altro freddo mondo, cosìcome tutti noi saremo, ma con unviaggiatore la fine si fa più disar-mante, perché ci pone più a contattocol mistero del nostro vivere, veder-ci e sparire. Forse per questo mipare che l’unico mezzo a cui affi-dare queste lacrime sia scriverne,come fosse al cielo. Brum brumamico con una chitarra per bagaglio,a tracolla, antica… e che lo spazionon ti manchi, ancora più che iltempo.

VINICIO CAPOSSELA

Giorgio Bettinelli, morto il 15 settembre 2008,in Australia con la sua amata Vespa.

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incomune14 SETTEMBRE 2009

La delibera di variazione delbilancio non era completa degliatti di rito, che ogni gruppo avreb-be dovuto controllare.

La documentazione relativaalle maggiori entrate pervenute alcomune (da cui la variazione) nonè stata esaminata neanche dal re-visore dei conti che ha elaboratoun parere di mera regolarità“aritmetica” della delibera di giun-ta n. 71 dell’8/7/’09, così comeda lui evidenziato. Non esiste,inoltre, uno straccio di motivazio-ne che giustifichi l’assegnazionedelle somme di maggiore entrata

ad un capitolo invece che ad unaltro.

Ad esempio “Spese per liti”(cap. 138), già altissime, dopoappena un mese dall’approvazionedel bilancio preventivo viene rim-pinguato, senza alcuna spiegazio-ne data al consiglio, di 32 milaeuro.

Idem per “Spettacoli e variemanifestazioni” (cap. 1036), 30giorni prima con soli 20 mila euro,diventa di 95 mila euro senza unaparola di commento. Nulla poi sisa di un contributo di 10 mila europervenuto dall’Unione dei Comu-

ni, leggasi Comune di Trinitapolia se stesso.

“Sono stati messi in bilancio– afferma la segreteria- e pertantonon sarebbe necessaria alcuna co-municazione scritta sull’entità del-la somma assegnata”.

Ma allora perché la variazione,se già era in bilancio? Si variaqualcosa che non c’è.

Non sono arrivate risposte.Solo inviti ad atti di fede da partedel sindaco, ed insulti da parte delvicesindaco. Il gruppo deL’Alternativa ha abbandonatol’aula per protesta.

Consiglio comunale del 4 settembre 2009

Perché il gruppoL’Alternativa ha

abbandonato l’aula

Erano in discussione la ratificadella G. C. del 5/8/09 su variazio-ne di bilancio per assegnazionecontributi per borse di studio e laratifica della delibera di G.C.dell’8/7/09 di variazione al bilan-cio di previsione approvato unmese prima, il 9/6/09.

Le due ratifiche sono stateprecedute dall’illustrazione delleinterrogazioni dei consiglieri suspecifiche problematiche solleci-tate dai cittadini (e riportate inquesto numero).

In apertura numerose sonostate le comunicazioni dei capi-gruppo e del presidente. In parti-colare il capogruppo M. Vitaleha presentato la formazione delgruppo consiliare “Unione diCentro” di cui fanno parte N. DiFeo, vicecapogruppo, e M. Mon-tuori, segretaria, passata di recentenella maggioranza.

Il P.D., invece, si è diviso indue gruppi, uno capeggiato da G.Giannattasio (con Tedesco, Aqui-lino, di Gennaro e Samarelli) el’altro da Silvestro Elia (con P.Lamacchia, R. Izzillo).

Il presidente del consiglio, G.Triglione, ha poi letto la letterainviata dal segretario cittadinodel PD, Donato Piccinino, che haaffermato che i consiglieri Elia,Lamacchia e Izzillo non rappre-sentavano il PD poiché quello“vero” era la formazione con den-tro Samarelli.

È seguita immediatamente lad ich ia raz ione impe tuosadell’assessore Piero Samarelli cheha negato di essersi iscritto al PD.

Nel contempo, però, ha affer-mato di aderire al gruppo consi-liare del PD senza condividernele idee fondanti non avendo maisostenuto nella sua carriera poli-tica le battaglie di alcun partito.

(Traduzione per i normodota-ti: sono con voi ma sto solitariosu un gradino più alto. Fuori dalPD, invece, i consiglieri iscrittial PD. Mah!)

Il capogruppo D’Introno deL’Alternativa ha invece espressola solidarietà del suo gruppo alpresidente del consiglio Triglione,minacciato, in una lettera a firmadell’UDC, di essere destituitodall’incarico perché troppo al disopra delle parti. Feroce la rea-zione del vicesindaco Di Feo cheperò dimenticava che anche il suosindaco aveva inviato una letterapubblica di solidarietà al presi-dente.

Il primo cittadino, tra l’altro,aveva concluso la sua missivacon un appello ad “elevare iltono” della politica.

E fu così che Di Feo elevò iltono della sua voce di qualchedecibel, riversando sui presentiun pentolone di parole confuse,difficili da capire anche conl’aiuto della registrazione, avendoconfuso il livello del dibattito conquello della voce.

Tra comunicazioni edichiarazioni surrealiPoiché il futuro

si prospettanella sua

incertezza,l’uomo politico

deve risponderedelle

conseguenze(prevedibili) delle

proprie azioniche hanno un

peso sulla vitadei propri simili

(Max Weber1864 - 1920)

È quanto hanno imparatoi due giovani consigliericomunali di Trinitapoli,Anna Maria Tarantino e

Pasquale Lamacchia,inviati a Trieste al

convegno ANCI (ottobre2008), in rappresentanzadel Consiglio Comunale

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15incomuneSETTEMBRE 2009

La consiglieraAnna Maria Tarantino• Interroga il Sindacoper conoscere le ragioni per lequali fino ad oggi non ha preso inconsiderazione la petizione popo-lare riguardante il randagismo epervenuta al comune già a febbraio2009, problema peraltro, già sol-levato dal gruppo l’Alternativa.• Interroga l’assessore alla traspa-renza, Flaminio Aquilinoper conoscere le ragioni per lequali le delibere di giunta e diconsiglio vengano pubblicate sulsito internet del Comune con ritardiinaccettabili.• Interroga il sindaco e l’assessoreall’ambiente Antonio Marcellinoper sapere se si è reso conto diquanto sia male organizzato il ser-vizio di ecologia e di quanto sianoforti le proteste dei cittadini. Se èa conoscenza del fatto, per esem-pio, che i sacchetti dei rifiuti nonvengono raccolti negli orari stabi-liti e che le buste non vengono piùdistribuite.Se avverte l’urgenza di porre riparoad una situazione ormai parados-sale: da un lato una popolazionevirtuosa che effettua la raccoltadifferenziata nella misura apprez-zabile del 24,7% e dall’altro unaorganizzazione del servizio del

tutto inadeguata.• Interroga l’assessore alle attivitàproduttive Pietro Samarelliper sapere la ragioni per le qualia tutt’oggi non è stata esperitaalcuna gara, come promesso, peri l r i lascio di concessioniall’apertura di chioschi e attivitàcommerciali sui suoli comunali.Se è a conoscenza che presso gliuffici giacciono inevase numeroseistanze con grave disappunto deicittadini interessati.La consiglieraAntonietta D’Introno• Interroga l’assessore all’ambienteper sapere cosa ha fatto per elimi-nare le lastre di amianto dispersenella zona umida e addirittura neipressi della Casa di Ramsar cosìcome denunciato da un gruppo digiovani con un servizio fotografi-co.• Interroga l’assessore alla traspa-renzaper sapere se è al corrente dellascarsa conoscenza che la segreteriadel comune ha delle leggisull’accesso agli atti amministrativida parte dei consiglieri comunali.Se è a conoscenza del fatto che èstata richiesta addirittura una istan-za scritta per visionare la piantinadei posti a sedere di uno spettacolo

pubblico.Se non ritiene di far parteciparealmeno il responsabile dell’ufficioad un corso di formazione e ag-giornamento.• Interroga l’assessore alle finanzee al patrimonio, Saverio Lamac-chiaper conoscere le ragioni per lequali non rescinde ancora il con-tratto stipulato nel 2006 (senzaalcuna gara preventiva) con la dittaComunicando che in cambio(ohibò) della installazione di centopali pubblicitari avrebbe dovutoregalare al comune una guida dellacittà (!) una carta dei servizi (qua-li?) arredi urbani, panchine, segna-letica turistica, orologi, paline difermata autobus etc.Se è a conoscenza che ad oggisono stai installati 11 pali (e menomale) e che il comune ha incassatoin 3 anni appena 163 euro.Il consiglierePasquale Lamacchia• Interroga l’assessore all’ambientepe r s ape re pe rché dopol’interrogazione fatta in precedenzasugli alberi di tiglio estirpati inViale Libertà, non sono stati ri-piantati come ha assicurato nono-stante la città di Trinitapoli si fregiadel premio “Città del Verde”. Ècomunque una triste realtà di que-

sto comune tagliare alberi senzauna relazione degli esperti.• Interroga il sindaco e l’assessoreall’ambienteper sapere quali provvedimenti siintendono assumere per la gravesituazione igienica di Via Foggiae Piazza Mattarella abbandonateda tempo dal servizio di raccoltarifiuti.• Interroga il sindaco, l’assessoreai LL.PP. e l’assessore alla P.I.per conoscere i motivi dell’assenzadell’ufficio tecnico comunale inoccasione del sopralluogo dispostodall’ufficio scolastico regionale perverificare le condizioni di sicurezzadegli immobili e, inoltre, quali in-terventi l’amministrazione intendefare in seguito alle “pesanti” segna-lazioni degli ispettori?Il consigliere Silvestro Elia• Interroga il sindaco e l’assessoreall’urbanisticaper conoscere le motivazioni perle quali, nonostante non esista unprogetto dell’ufficio tecnico delcomune sulle opere di urbanizza-zioni relative alla Residenza Pro-tetta di Via della Transumanza,sia stata realizzata ugualmente unacompensazione degli oneri, conl’aggravante che la legge riportatain delibera è stata abrogata.

Seduta del Consiglio Comunale del 04/09/2009Svolgimento della sessione di interrogazioni

A profitto dei disinformati redattoridei manifesti della destra

L’amministrazione Sannicandrodel 1973 nacque dopo la caduta delsindaco Michele Triglione sorrettoda una alleanza tra la DC (13 consi-glieri) ed il MSI (3 consiglieri) cheassicurava l’appoggio esterno; aquei tempi, sindaco e giunta veniva-no eletti e destituiti dal consigliocomunale.

La giunta Triglione, in verità,cadde a furor di popolo intendendo-si, a quei tempi, scandalosal’alleanza con i neofascisti.

Per giorni e giorni, da gennaioa giugno si susseguirono comizi,manifestazioni e moti di piazza so-stenuti dal PCI e dal suo capogruppoArcangelo Sannicandro.

Questi fu eletto sindacosull’onda di quelle manifestazioniin coerenza con il sentimento popo-lare che indusse alcuni consiglieriDC (Orfeo, Clemente, De Palma,Filipponio) a rompere con il loropartito e ad allearsi con il PCI.

L’accostamento con il sindacoDi Gennaro, perciò, è del tutto im-proprio e ingiurioso. Di Gennaro èstato eletto sindaco con un votopopolare (come stabilisce la leggeattuale) e oggi continua ad esserlocon una maggioranza diversa daquella espressa dalle urne. Ha estro-messo dalla maggioranza i suoi con-siglieri Rosanna Izzillo, Elia Silve-stro e Pasquale Lamacchiasostituendoli con consiglieri elettinelle liste avversarie: Antonio Ra-gno, candidato sindaco del centro-destra, Maria Montuori (Forza Ita-lia), Geremia Buonarota (ComunistiItaliani). Si tiene come vice sindacoNicola di Feo, trasmigrato ancorauna volta, e provvisoriamente insie-me a Mauro Vitale, in un partitoestraneo all’originaria alleanza elet-torale e oggi, come ieri, ostile alcentrosinistra. Anzi in tale nuovacollocazione combatte attivamenteil centrosinistra, si cimenta strenua-

mente e scompostamente in attacchialla vita privata e professionale dipolitici del centrosinistra e addirit-tura del suo nuovo partito (vedi ilcaso del presidente Triglione). Anzi,pur di conquistare una poltrona persé o per un proprio familiare non haesitato durante l’ultima campagnaelettorale ad attaccare il sindaco ela giunta di cui fa parte con unafaccia tosta che non conosce parinella storia di Trinitapoli.

L’accostamento, perciò, è deltutto fuori luogo.

Michele Triglione, si trovò inun passaggio epocale della vita po-litica locale: il tramonto della DC,colpita da una crisi irreversibile. Asua giustificazione può affermarsiche con deboli forze cercò dispera-tamente di impedire il tracollo. Nonci riuscì e dignitosamente ne preseatto e si dimise.

Sannicandro, il PCI, il PSI, partedella DC e tanti democratici

dell’epoca ritennero dovere morale,prima che politico, impedire che ineofascisti rialzassero la testa.

Per questo obiettivo, ogni sforzo,ogni tattica, ogni apparente contrad-dizione era utile.

Non si lottava per impadronirsidi una poltrona ma per difendere esalvaguardare gli ideali democraticie l’antifascismo.

L’accostamento con Di Genna-ro, insomma, è infondato e grotte-sco.

Un accostamento impossibileper la qualità delle persone, per latensione morale e ideale che animòi protagonisti di quella esaltantestagione. Un’epoca in cui la poltronanon era un obiettivo ma solo unmezzo per il progresso della comu-nità.

Insomma, convinciamoci tutti,Di Gennaro, di Feo, Ragno, Buona-rota e tutto il resto dell’assortimentonon c’entrano nulla con la politica.

Notarella di storia locale

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figliefoglidelcasale16 SETTEMBRE 2009

I disegni naïf di Peppino Di CuonzoPeppino Di Cuonzo. Bracciante in pensione, il 78enne “compagno” DiCuonzo trascorre, quando la salute glielo consente, le mattinate a disegnarenella sede dell’ex P.C.I. di Corso Trinità ora P.D.. Dopo aver coltivato i campiper decenni della sua vita, può finalmente dedicarsi a coltivare la sua grandepassione: il disegno a carboncino. Nella sezione sono esposti numerosi deisuoi minuziosi lavori.

1938 - unacartolinapostale diTrinitapoli

La signora Maria Lops Di Fidioscrive a Titina Sarcina, figliadi Angelina Staffa nipote di Sci-pione Staffa.

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17iniziativediLibriAmo2009SETTEMBRE 2009

Scrivere è un gesto solitario:le dita sospese sulla tastiera, loscrittore da un lato, la pagina bian-ca dall’altro. La mente di chi scri-ve è abitata da storie dotate di unaloro profondità spaziale. Lo scrit-tore prende queste storie e leschiaccia nelle due dimensionidella pagina. Qualcuno pensa chescrivere serva a togliersi le cosed’addosso. Liberarsi, sfogare unistinto impetuoso, una necessitàirrinunciabile, senza che importia chi le parole sono rivolte.

Non è così: per quanto non losi possa fare che da soli, scrivereè un atto che ha bisogno di almenoun’altra persona, oltre allo scrit-tore. Il lettore.

Le parole cercano orecchie dacui farsi sentire, occhi che passeg-gino tra le righe, cuori in cui ri-suonare.

Tocca al lettore ridare alla pa-gina la terza dimensione, ricrearenella propria testa, nel propriocuore, il mondo da cui è partitolo scrittore. In ogni testa nellaquale vibreranno le parole, si pro-durrà un suono diverso. Leggereè un gesto altrettanto individuale,e altrettanto solitario.

Se un libro allora è solo unfiltro bidimensionale tra i monditridimensionali di chi scrive e dichi legge, accade purtroppo chespesso, nelle loro solitudini, loscrittore e il lettore non riescanoa incontrarsi.

Salvato il file, finita la stampa,finché il libro resta chiuso, leparole ritornano piatte, nell’attesache due mani vadano ad accarez-zarle, due occhi prendano a sci-volare tra le linee. Nell’attesa chechi legga restituisca loro spazia-lità.

È questo il grande merito diGlobeglotter. Aiutare scrittori elettori a incontrarsi, aiutare leparole a ritrovare profondità.

Ogni volta che ho partecipatoagli incontri di Trinitapoli, hoprovato una strana e gratificantesensazione.

Che le parole si fossero messein viaggio dal mio cuore. Che sifossero lasciate sistemare nelbianco della pagina. Che, una vol-ta lì, si fossero messe ad aspettarepazienti.

Finché due mani, guidate dagliappuntamenti di Globeglotter, nonavevano ripreso il libro, riapertole pagine.

Negli occhi dei lettori, ho vistoil sorriso di chi schiudendo unlibro, lo sente tornare a respirare,vede le parole saltargli addossoe puntare al cuore. È lì che horitrovato le mie storie, nel cuoredei lettori. Alla fine del viaggio,con l’impressione che fossero ar-rivate proprio lì dove volevanoandare.

FRANCESCO MAROCCOScrittore

Leggere è uguale per tuttiLetture “INFETTEET PERNIZIOSE”

Se solo gli estensori degli“Indici”, gli inquisitori che battevanoin lungo e largo l'Europa dal XIII alXVI sec. avessero previsto la scarsaattrazione che suscitano oggi i libri,avrebbero fatto a meno delle loroperegrinazioni alla ricerca di libriproibiti, ma soprattutto dei lettori cheosavano sfidare con lo sguardo e lamente le severe norme che la SantaRomana Chiesa emanava.

Tempi bui quelli in cui alSant'Uffizio doveva essere consegna-to l'elenco dei libri in vendita allaFiera di Francoforte […] “ovviarealmeno che simil peste de' libri non

infetti queste nostre parti d'Italia”.Si provvedeva allora a dare sug-

gerimenti infuocati per evitare letture“infette et perniziose”.

Nel frattempo, si è fatto ricorsoa tecniche meno infiammabili, lavoglia di scoprire, di leggere, di con-frontarsi senza scontrarsi, è venutameno pian piano, nemmeno un cerinoè stato sprecato!

Tutto è stato delegato ad una sca-tola che ripropone su scala i possibilivissuti.

Un “grande fratello” per ognioccasione, in cui ciascuno può rico-noscersi e vivere.

Vivere, forse è un verbo troppoimpegnativo, diciamo specchiarsi,s e n z a b a d a r e a l l ' o p a c i t àdell'immagine riflessa.

Intanto i libri sono rimasti a pre-sidiare il fronte, a volte completamen-te soli, ma sicuri e fieri del compitoloro assegnato da chi ha scelto parolaper parola le storie che dovevanotramandare.

Accanto a loro ci siamo noi e ilettori, insieme in questi anni abbiamoportato i libri dappertutto, con i mezzipiù improbabili.

Li abbiamo seminati (o dissemi-nati?) senza timore, con la certezza

che il morbo fosse infetto!Quest'anno abbiamo scelto due

romanzi che rischiano di propagaresenza limiti il virus della lettura, sitratta di due capolavori della lettera-tura: “Madame Bovary” di monsieurGustave Flaubert e “Lolita” di misterNabokov Vladimir.

Dedicheremo loro due incontri,due processi in cui un giudice e dueavvocati dibatteranno insieme aitesti/lettori se quanto narrato è“INFETTO ET PERNIZIOSO”.

AGATA DIAKOVIEZLibraia

Berlino. L’imponente monumento alla letteratura a Babelplatzdove settant'anni fa, il 10 maggio 1933,vi fu il più grande rogo dilibri considerati dai nazisti contrari allo «spirito tedesco». Nellefiamme bruciarono Thomas ed Heinrich Mann, Heine e Brecht.

citazione da Madame Bovary:[…] Sicché fu deciso di impedire a Emma di leggere romanzi. Non pareva cosa facile. La brava donnaprese l’incarico per sé. Passando da Rouen sarebbe andata personalmente dal libraio e gli avrebbedetto che Emma interrompeva l’abbonamento al prestito. Non avrebbero avuto forse il diritto dirivolgersi alla polizia, se il libraio avesse ugualmente insistito nel suo mestiere di avvelenatore?”

Le parole cercano occhiche passeggino tra le righe

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iniziativediLibriAmo200918 SETTEMBRE 2009

2003, Biblioteca Comunale diTrinitapoli. Incontro sulla scritturacreativa “Mi vien da scrivere”. Dasinistra: la psicoterapeuta RosaPeschechera, Antonietta D’Introno,la scrittrice Angela Sarcina e ildottor Mauro Albrizio.

Verso il 1880 esplose in Pu-glia la passione edilizia ed anchea Trinitapoli si costruì molto. ICafiero avevano terminato nel1881 l'edificio all'estremità norddella via Trinità destinato a resi-denza di Graziano; nel 1882,mentre si iniziava la costruzionedella chiesa dedicata al patronoS. Stefano, i Di Fidio si eranotrasferiti in una nuova dimora, ilpalazzo più grande del paese so-prannomina to subi to “ I lVaticano”.

I capitoli matrimoniali di Gra-ziano e Marianna redatti dal no-taio Landriscina, nella primaveradel 1885, stabilivano che Grazia-no diventasse proprietario del pa-lazzo di via Trinità, ultimatoall'interno con affreschi sulle voltee completamente arredato nonchédella masseria le Fontanelle, men-tre Marianna avrebbe recato indote la masseria Montaltino. Se-guiva l'elenco dettagliato del cor-redo da casa e personale e dei

gioielli ed oggetti preziosi ricevutiin dono dagli sposi.

Marianna era entrata per laprima volta nel palazzo di viaTrinità per trascorrervi la nottenuziale. La mattina dopo Grazia-no si era congedato da lei pregan-dola di attendere nella stanza lavisita della madre e della suocera.

Le due signore erano giunteinsieme recando cioccolata caldae dolci gareggiando in affettuosi-tà. Come stava la sposina? Nontroppo male vero?

Comunque non bisognavapreoccuparsi, ci si abitua presto.Oggi niente persone estranee,avrebbero provveduto a lei perso-nalmente, le mamme ci sono ap-posta. Carezzevoli ed efficientil'avevano aiutata ad alzarsi, a la-varsi e a indossare un insieme dacamera. Dato un rapido sguardoalle lenzuola, le avevano tiratevia ed ammucchiate per terra, poiavevano rimesso a nuovo il letto.

Per quel giorno era meglio

che restasse nella stanza. Se lanotte preferiva riposare da solanon aveva che da dirlo, un genti-luomo sa come comportarsi conuna sposina. Graziano le mandavaa dire che l'avrebbe raggiunta soloquando lei avesse voluto. Ma nonsono malata, pensava Mariannache si era aspettata indicibili sof-ferenze, per quanto tempo dovevastarsene rinchiusa? Arrossendomormorò che suo marito potevarecarsi da lei in qualsiasi momen-to. Le signore apparvero compia-ciute, bene, molto bene, avrebberoriferito. Se l'indomani si fossesentita di farsi vedere dalla servitùe di salire in carrozza poteva co-minciare la luna di miele a Mon-taltino, che avrebbe preceduto ilviaggio di nozze.

ANGELA SARCINA,Emilia e gli altri.

Cronache familiarifra ’800 e ’900, pagg 11-12,Piero Lacaita Editore 1993.

1885: prima notte di nozze nelCentro di Lettura Globeglotter

Dedicato ad Angela Sarcina. Il 30 settembre alle ore 20.00, nella Sala delle Arti del GlobeGlotter in Via Staffa n.4, il regista Giuseppe Sansonna presente il documentario “Il paese dell’anima di Angela Sarcina”. Il palazzo di Corso Trinità era statocostruito dal nonno della scrittrice il barone Pasquale Sarcina. L’opera è l’inizio di un lavoro più complesso che si concluderà conl’inserimento di alcuni episodi sceneggiati tratti dal romanzo “Emilia e gli altri . Cronache familiari tra ’800 e ’900 di Angela Sarcina”.

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LibriAmo2009SETTEMBRE 2009 19

Nella grandebiblioteca del mondo

lasciateci liberidi informarci

(Finale dello spettacoloChe vestito mi metto?,

regia diRosa Tarantino).

Non esiste un vascelloveloce come un libroper portarci in terre lontanené corsieri come una paginadi poesia che si impenna-questa traversatapuò farla anche un poverosenza oppressione di pedaggio-tanto è frugaleil carro dell’anima.

Emily Dickinson

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LibriAmo2009 SETTEMBRE 200920