Bergamo SOStenibile 30 > Marzo 2014

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Numero 30 | Anno IV° | Marzo 2014 | www.bergamosostenibile.com PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI C’è un filo rosso -anzi verde- che collega oggi più che mai le due città e le due province, sorelle o cugine che dir si voglia: a febbra- io ha debuttato a Brescia il pe- riodico free press tutto dedicato alla sostenibilità, in stretto rap- porto con l’esperienza di Berga- moSOStenibile. Lo scorso mercoledì 19 feb- braio, nel verdissimo spazio di AmbienteParco in pieno cen- tro a Brescia, davanti a un folto e interessato pubblico è stato 2014 Marzo segue a pagina 2 Bergamo e Brescia unite dalla SOStenibilità Pagina 20 Da pagina 32 Ecologia & Imprese di Diego Moratti Debutta Brescia SOStenibile Elettricisti Green Al Patronato San Vincenzo “il sole bacia tutti” Pagina 4 Martina All’agricoltura un ministro bergamasco In primo piano Pagina 10 Bandera Ambiente: intervista di fine mandato Comune Pagina 40 Allergie Alcuni consigli per riconoscerle Alimentazione ) Tutti i volti di una parola ) Altro che mimose ) Ferite a morte ) Carolyn Merchant ) Donne e agricoltura ) La birra è donna

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Numero 30 | Anno IV° | Marzo 2014 | www.bergamosostenibile.com

PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

C’è un filo rosso -anzi verde- che collega oggi più che mai le due città e le due province, sorelle o cugine che dir si voglia: a febbra-io ha debuttato a Brescia il pe-riodico free press tutto dedicato alla sostenibilità, in stretto rap-porto con l’esperienza di Berga-moSOStenibile. Lo scorso mercoledì 19 feb-braio, nel verdissimo spazio di AmbienteParco in pieno cen-tro a Brescia, davanti a un folto e interessato pubblico è stato

2 0 1 4Marzo

segue a pagina 2

Bergamoe Brescia unite dalla SOStenibilità

Pagina 20Da pagina 32

Ecologia & Imprese

di Diego Moratti

Debutta Brescia SOStenibile

ElettricistiGreen

Al PatronatoSan Vincenzo“il sole bacia tutti”

Pagina 4

MartinaAll’agricoltura un ministro bergamasco

In primo piano

Pagina 10

BanderaAmbiente: intervistadi fine mandato

Comune

Pagina 40

AllergieAlcuni consigli per riconoscerle

Alimentazione

) Tutti i volti di una parola) Altro che mimose) Ferite a morte) Carolyn Merchant) Donne e agricoltura) La birra è donna

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Editoriale

Segue dalla prima pagina

Editoriale

presentato ufficialmente Bre-sciaSOStenibile, alla sua prima edizione, stampato in 20 mila copie e attualmente in corso di distribuzione per tutta la provin-cia. Inizialmente, come è stato per BergamoSOStenibile, la fre-quenza sarà bimestrale, ma non appena il gruppo di redazione locale si sarà rodato e affiatato, l’obiettivo è passare a cadenza mensile.Presenti alla conferenza stampa di lancio del primo numero i due assessori all’Ambiente delle città di Brescia e di Bergamo: Gian-luigi Fondra, assessore nella giunta bresciana di centrosini-stra, insediatasi lo scorso anno, e Massimo Bandera, in scaden-za di mandato nella compagine di centrodestra per il comune orobico. Un segno tangibile che la via della sostenibilità non ha colori politici e non deve avere limiti geografici; al contrario de-ve unire gli sforzi e le comunità per mettere in campo sinergie e stimolare l’emulazione delle buone pratiche. Già nella prima edizione di BresciaSOStenibile si possono ritrovare spunti interes-santi per associazioni, imprese e istituzioni bergamasche e siamo certi che molte esperienze ber-gamasche potranno essere da stimolo e confronto anche per i bresciani. Per questo motivo su entrambe le edizioni ci sarà re-ciprocamente una sezione “Da Brescia” e “Da Bergamo” con le iniziative più interessanti: in que-sto numero troverete ad esem-pio l’articolo su AmbienteParco, location della presentazione uf-ficiale di BresciaSOStenibi-le e interessante esperienza di riqualificazione in chiave green di uno spazio in pieno centro città. A guidare la redazione in pro-

vincia di Brescia è l’architetto Stefano Florioli, giovane profes-sionista esperto e appassionato di tematiche green, che si avvarrà di tutto il supporto di Bergamo-SOStenibile, con cui condividerà la società editrice, il direttore re-sponsabile e il progetto grafico. In un’epoca in cui si parla tanto di investimenti nella sostenibilità, di green economy quale possibile economia del futuro, di sostegno

alle economie locali come meto-do per superare la crisi, l’avvio di un nuovo periodico è sicura-mente un’audace scommessa, prima di tutto su noi stessi e sulla capacità della nostra società di ripartire, “rilanciando” nel segno dell’ambiente e di stili di vita e d’impresa più responsabili. Una scommessa tanto impegnativa quanto i tempi così difficili in cui viviamo. Ma le scommesse so-

no tali solo se ci sono persone che sanno rischiare e mettersi in gioco in prima persona: il lavoro sicuramente sarà intenso, ma ci auguriamo altrettanto proficuo e ricco di soddisfazioni come è avvenuto a Bergamo. Brescia e Bergamo insieme rappresen-tano le due maggiori province della Lombardia (dopo Milano), hanno configurazioni sociali ed economiche molto simili e pos-

sono davvero rappresentare un importante asse della sostenibi-lità: i due periodici insieme hanno una tiratura di circa 50 mila copie e saranno presenti anche nelle manifestazioni più significative a livello lombardo. Prima “uscita” comune sarà a fine marzo a Mila-no, alla fiera “Fa’ la cosa giusta!” dove BergamoSOStenibile e BresciaSOStenibile avranno un proprio stand, che ci auguriamo possa inorgoglire tutti i bergama-schi e bresciani (e non solo) che si spendono quotidianamen-te per migliorare questa nostra società, uniti nell’efficace motto che condividiamo e facciamo nostro: il futuro è di chi lo fa. Noi ci siamo, e da febbraio siamo pu-re in buona compagnia.

Diego Moratti

Da sinistra:il direttore Diego Moratti

l’assessore Gianluigi Fondral’editore Marco Rossi

l’assessore Massimo Banderail responsabile della redazione

bresciana Stefano Florioli

Silvia Cesana, Mara d’Arcangelo, Arianna Corti, Elisa Troiani,

Daniela Picciolo, Maria Imparato, Rossana Madaschi, Lara

Abrati, Claudia Proserpio, Onofrio Zirafi, Alessandro Fortis,

Alessandro Sonzogni, Eleonora Chiari, Giorgio Moratti, Daniele

Pinotti, Flora Virgillito, Cristina Guerra, Valter Molinaro,

Valentina Ardemagni.

Hanno collaborato a questo numero:

www.bergamosostenibile.com

Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

Registrazione:Tribunale di BergamoN. 25/10 del 04/10/2010Registro stampa periodici

Chiuso in redazione28 Febbraio 2014

© Copyright 2014. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.

Free Press >30.000 copie EditoreStudio Green Solution S.r.l.Direttore Responsabile Diego MorattiResponsabile di RedazioneAlice Motti > BergamoStefano Florioli > BresciaRedazione e SegreteriaFrancesca Togni e Roberta [email protected] Grafico e impaginazione Nello Ruggiero - [email protected] CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.itPubblicità > BresciaStefano Florioli - Tel. +39 333 [email protected]à > BergamoMarco Rossi - Tel. +39 335 [email protected]

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S o m m a r i oAttualità

IN PRIMO PIANO4. Il bergamasco Maurizio Martina alle Politiche Agricole5. Dopo le critiche Piazzale Marconi si trasforma in green square5. City Angels Bergamo inaugurata la nuova sede

PROVINCIA6. Orio sfiora i 9 milioni di passeggeri e si prepara ad accogliere l’Expo7. Perché gli aerei non sono i maggiori inquinatori

DA BRESCIA8. AmbienteParco. Science Center, relax e cultura

COMUNE10. Bandera: per l’ambiente ho dato il Massimo

VIVI BERGAMO12. Bergamo Film Meeting 2014. La cultura di tutti13. Ogni idea è un raggio di luce14. Eugenio Finardi inaugura il progetto Sorella Terra

COMUNI VIRTUOSI16. La scuola Rodari di Seriate disegna il logo dell’Ufficio diritti animali17. Vivere l’Altobrembo in sella

Green EconomyECOLOGIA & IMPRESE

18. Area Coworking. La sostenibilità della collaborazione 19. Residui di energia con Arte. La Ri-generazione secondo Assolari20. Futuri elettricisti green più consapevoli che mai20. La classi 2ª A e B del settore elettrico e il sud del mondo21. Dal limone al fotovoltaico22. Power Matrix. La sostenibilità diventa un gioco 23. Data center “green”. Ecosostenibilità per infrastrutture IT24. Smart Wall verso il futuro dell’edilizia25. Dai un taglio al giardinaggio che non rispetta l’ambiente26. Progetto Buon Fine

Stili di vita e d’impresaSOCIETÀ

28. Ca’ Foscari diventa l’edificio “green” più antico al mondo29. Hello, I’m an artigiano30. Capriole pedagogiche31. Fa’ la cosa giusta! 2014. A Milano la fiera SOStenibile

SPECIALE DONNE32. Tutti i volti di una parola34. Altro che mimose36. Ferite a morte. Tante tragedie diventano normalità38. Il percorso eco-femminista di Carolyn Merchant39. Donne e Agricoltura. Due associazioni tutte in rosa

SALUTE & BENESSERE 40. Allergie e intolleranze alimentari

ALIMENTAZIONE42. La Birra è donna!44. Frutta e verdura di stagione > Limone e Finocchio45. Ricette > Crema di finocchi con tronchetto di tonno alla soja e zeste di limone45. Ricette > Vellutata di finocchi con alghe e briciole di pane tostate

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Via Cremasca, 1 | 24052 Azzano San Paolo (Bg)Tel.+39 035 530 249 | [email protected]

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Diplomato all’Istituto tecnico agrario di Bergamo e laureato in Scienze politiche a Milano, Maurizio Martina, classe 1978, sembra avere tutte le carte in regola per il Ministero affidato-gli dal neopremier Matteo Ren-zi che, nel suo piano d’azione, il cosiddetto Job Act, pone l’a-gricoltura e il cibo tra i settori prioritari di intervento del nuo-vo Governo. Nato a Calcinate, vissuto a Mornico al Serio e ora residente a Ghisalba, figlio di operai ma con nonni conta-dini, Maurizio Martina ha sem-pre avuto la politica nel cuore,

sin dai tempi delle scuole su-periori. Nello stesso anno in cui Ermanno Olmi vinse la Pal-ma d’Oro a Cannes, in quelle terre che hanno fatto da set cinematografico al film “L’al-bero degli Zoccoli”, nasceva

il neo Ministro dell’Agricoltura, al quale guardano ora speran-zosi non solo i borghi agricoli della bassa bergamasca, ma tutto un settore che per l’Ita-lia rappresenta una parte fon-damentale dell’economia, dal comparto alimentare ed eno-gastronomico al Made in Italy in senso lato. Da militante del-la Sinistra giovanile a Segre-tario del Partito Democratico Lombardo, già responsabile nazionale Agricoltura nella se-

greteria del PD, è stato eletto consigliere Regionale la prima volta nel 2010, carica che ha lasciato lo scorso anno quan-do ha giurato come Sottose-gretario del Governo Letta. La veloce ascesa in politica ne fa oggi uno dei più giovani Mi-nistri della squadra di Matteo Renzi; più giovane di lui solo il ministro alla Pubblica ammini-strazione Marianna Madia, 34 anni, e il ministro alle Riforme e rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi, 33 anni. Tante le sfide che attendono Martina: soprintendere alla re-alizzazione dei nuovi indirizzi della politica agricola comu-nitaria in occasione del seme-stre europeo, soprintendere alla riorganizzazione di Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura e di Inea, l’Istituto nazionale di economia agraria, regolamentare gli Ogm. Ma anche il tema di Expo 2015, “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, sarà centrale per il neoministro Martina che, nel Governo Letta, aveva ricevuto proprio la delega all’Expo.

Arianna Corti

Con i suoi 36 anni siede nel Governo più giovane di sempre. Dalle terre dell’Albero degli Zoccoli al Ministero dell’Agricoltura

Il bergamasco Maurizio Martina alle Politiche Agricole

In Primo Piano

“Nato a Calcinate, vissuto a Mornico al Serio e residente a Ghisalba, figlio di operai, con nonni contadini, Maurizio Martina ha sempre avuto la politica nel cuore, sin dai tempi delle scuole superiori”

A poco più di tre mesi dall’appuntamento con le amministrative, la campagna elettorale a Bergamo entra nel vivo. Con le pri-marie del Partito Democratico dalle quali è emerso il candidato Giorgio Gori si sta delineando la corsa per Palazzo Frizzoni: a sfidare Franco Tentorio, 69 anni, leader della coalizione uscente di Centro destra, saranno dunque il democratico Giorgio Gori, 53 anni e il grillino Marcello Zenoni, 41 anni. Il Sindaco uscente Franco Tentorio si dice sereno e pronto per il confronto, forte dei risultati di cinque anni di amministrazione. Dal canto suo Gori punta tutto sul lavoro, sulla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico e sulla mobilità sostenibile per avvicinare Bergamo agli standard europei, ma guarda anche ai giovani, all’Università e all’importanza di costruire residenze universita-rie. Per il candidato Cinque Stelle Marcello Zenoni invece non ci sono differenze sostanziali tra i due rivali, in quanto solo il Movimento, nato dal basso, rappresenterebbe l’alternativa ve-ra e il cambiamento. Le parole d’ordine per il candidato grillino sono trasparenza e partecipazione, ma anche lavoro, sicurezza e ambiente. Se dunque i temi su cui si giocherà l’imminente campagna elettorale accomunano i diversi schieramenti, è sui contenuti e sui fatti che si aspetta il confronto, un confronto che, si augura l’attuale primo cittadino Franco Tentorio, possa essere sereno e rispettoso.

Sarà Giorgio Gori a sfidare Tentorio Dalle primarie del Centro sinistra la scelta di Gori. Per i Cinque Stelle già in campo Marcello Zenoni

;

Maurizio Martina

) In alto a sinistra Franco Tentorio

) In alto a destra Giorgio Gori

) In basso a sinistra Marcello Zenoni

Tel. 035 0690834 | Cell. [email protected]

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I lavori non si sono ancora con-clusi, ma le critiche non si sono fatte attendere, così come le contromisure dell’amministra-zione comunale. E così Piazzale Marconi, la piazza della Stazio-ne che accoglie turisti e visitatori al loro arrivo, accusata di esse-re priva di personalità e bellezza estetica, si trasforma e punta sul green. La zona è da sempre sta-ta oggetto di discussioni rispetto alla sua riqualificazione, sempre rinviata ma necessaria per pre-servare quest’area dal degrado urbano e dalla delinquenza. Ora per migliorare il progetto originario è venuto “naturale” il ricorso all’esperienza di Piazza Vecchia: Maurizio Vegini, presi-dente dell’associazione Arketi-pos, ha così presentato il nuovo progetto, per un costo comples-sivo di poco meno di 200.000 euro, con l’intento di rendere il piazzale più vivibile e accoglien-te. Durante la presentazione nell’Urban Center di viale Papa Giovanni, era presente anche l’assessore all’ambiente e alla sicurezza Massimo Bandera, il quale ha spiegato gli obiettivi: «Come amministrazione, inten-diamo promuovere, diffondere e valorizzare la cultura del pae-saggio naturale e antropizzato; per ora si tratterà di un allesti-mento temporaneo, come già sperimentato in Piazza Vecchia e in base a questa prova valu-teremo se attuare in futuro altre

modifiche, tenendo in conside-razione anche le esigenze della cittadinanza». L’architetto che si occuperà del completamento della piazza è il professor Franco Zagari, no-to paesaggista italiano. Le linee guida per il progetto sono state: la necessità di lasciare libero un cono di visuale verso città alta, realizzare zone verdi con brevi boschi lineari, rendere la piaz-za un luogo sicuro e piacevole anche per chi sosta in attesa di un treno o un autobus. L’intento è di creare un’ampia zona verde costituita da otto boschetti line-ari formati da filari di alberelli di magnolia disposti in modo tale che non ostruiscano il passag-gio pedonale. Tre praterie natu-rali saranno invece composte da un tappeto di fiori di vari colori per migliorare l’effetto estetico e donare un tocco ornamentale all’area in questione. Per rendere più piacevole la so-sta degli utenti, sono stati pen-sati dei parallelepipedi in pietra luminosi e dei salotti relax, ovve-ro 34 sedute a forma di X in ce-mento, sparse in piccoli gruppi. Si è pensato poi di dare in ge-stione una parte della piazza al bar della stazione, per poter di-sporre dei tavolini all’aperto che invoglino le persone a fermarsi per consumare pasti in tranquil-lità.

Daniela Picciolo

Dopo le critiche Piazzale Marconi si trasforma in green squareSpazi verdi all’aperto, gradevoli e fruibili, trasformeranno il piazzale della stazione in un’area dell’accoglienza, per turisti e cittadini

I City Angels di Bergamo, vo-lontari della sicurezza che aiu-tano gli indigenti e le persone bisognose, hanno finalmente una loro sede: l’ufficio al piano terra della residenza Cardina-le in via Angelo Maj. I traguardi raggiunti finora sono davvero importanti: da quando i volonta-ri di strada sono diventati ope-rativi, solo pochi mesi fa, hanno già effettuato 22 uscite, pari a 433 ore di servizio complessi-ve, distribuendo 250 sacchetti di cibo, acqua e vestiti. «L’obiet-tivo che s’intende raggiungere -come ha espresso Sergio Pa-lazzo, coordinatore della sezio-ne di Bergamo e volontario- è arrivare a prestare servizio due sere a settimana invece di una, il mercoledì e il giovedì dalle 21 alle 24». Durante l’inaugurazio-ne della nuova sede con taglio del nastro, è intervenuto anche l’assessore all’ambiente e alla sicurezza Massimo Bandera: “Il nuovo spazio è stato concesso dal comune nella zona di via An-gelo Maj, che essendo vicina alla stazione, rappresenta un punto critico fondamentale per l’inter-vento dei volontari. Stiamo cer-cando di implementare il servizio reso dai City Angels, garanten-do anche la presenza delle forze dell’ordine durante le ore serali, in modo tale che sia possibi-le garantire la sicurezza in cit-tà -afferma l’assessore-. Spero che i nostri volontari possano crescere di numero e servire da esempio per tutti i cittadini”. Le novità, però, non si esauriscono qui. Il presidente dell’associazio-ne Mario Furlan è intervenuto per annunciare l’importante notizia che i City Angels sono da poco diventati internazionali. Il 15 e il

16 febbraio si è tenuto, infatti, un corso di preparazione a Lugano con i colleghi svizzeri. I volonta-ri si considerano soddisfatti del lavoro svolto finora, consapevoli del fatto che, anche dopo una giornata di lavoro, per prestare servizio a chi ne ha più bisogno occorre dedizione e soprattutto la capacità di lasciarsi alle spalle i propri problemi. Cristian Arden-ghi, vice coordinatore della se-zione di Bergamo, ha espresso

tutta la sua soddisfazione per gli obiettivi raggiunti: «Siamo parti-ti in 5 e ora siamo in 17; ringra-zio tutti i volontari che svolgono la loro missione con passione e ne approfitto per ringraziare an-che l’assessore Bandera che ci ha seguito sin dall’inizio, il nostro presidente Mario Furlan e “Dolce forno” di Curno che fornisce i vi-veri per i nostri utenti».

D. P.

Volontari di strada sempre più numerosi e preparati per garantire la sicurezza in città

City Angels BergamoInaugurata la nuova sede

Il Progetto di Piazzale Marconi

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Anche il 2013 si è chiuso con il segno positivo per l’aeroporto di Orio al Serio che prosegue il trend di crescita avviato nel 2001 e sfiora i 9 milioni di passegge-ri. I dati di Assaeroporti relativi all’anno appena passato con-fermano lo scalo bergamasco in quarta posizione nella graduato-ria degli aeroporti italiani, dietro Fiumicino, Malpensa e Linate. In dieci anni Orio ha scalato le classifiche degli aeroporti italiani per numero di passeggeri, pas-sando dal sedicesimo al quarto posto. Dei primi quattro scali del

Paese, il “Caravaggio” è però l’u-nico a guadagnare passeggeri anziché perderne; e se il 2013 si è chiuso con 8 milioni e 964 mila viaggiatori, il record di 9 mi-lioni verrà sicuramente raggiun-to entro il 2015, l’anno dell’Expo. Una prima prova si è avuta già lo scorso agosto quando un to-tale di 338.100 passeggeri ha segnato il record assoluto di traf-fico mensile. Il 2014 sarà dunque un anno di crescita e di grandi lavori, anche in previsione dell’E-sposizione Universale milanese: in programma il rifacimento delle

piste, l’ingrandimento dell’aero-porto e l’apertura del parcheg-gio low cost. Ed è proprio alla formula del low cost che si può ascrivere la fortuna dello scalo bergamasco. Nove voli su dieci in partenza da Orio sono infatti voli economici, vale a dire il 90% del traffico dello scalo bergama-sco: Wizzair, Pegasus Airlines, Blue Air, Air Arabia Maroc, Blu Express, ma soprattutto Rya-nair. Il decollo del “Caravaggio” è infatti legato a quello della com-pagnia irlandese che connette il capoluogo orobico all’Europa

e viceversa. A ribadire la politi-ca low cost dello scalo, dall’an-no scorso, c’è anche il Vicook bistrot di Chicco Cerea, chef di fama internazionale del tre stel-le Da Vittorio: accessibile a tutti nell’area pubblica dell’aerosta-zione, pensato per chi è di fret-ta ma non vuole rinunciare alla qualità, per chi ama la tradizione italiana o vuole immergersi nei sapori del mondo, sempre con un occhio al portafoglio. E poco importa se, sempre lo scorso anno, Orio è stato giudicato tra gli aeroporti peggiori dove per-nottare, sicuramente ora almeno ci si potrà consolare con un’otti-ma cena.

Continua la battaglia per la gestione dello scalo di Brescia Montichiari

Ma il 2014 si apre anche con la spinosa questione dello scalo di Montichiari. Il 12 febbraio il TAR della Lombardia ha infat-ti annullato il decreto con cui lo scorso marzo il Ministero delle

Infrastrutture affidava la gestio-ne dell’Aeroporto di Brescia alla società veronese Catullo per 40 anni, accogliendo così il ricorso presentato dalla bergamasca Sacbo lo scorso giugno. In una nota Sacbo ha espresso fiducia sul fatto che il futuro dello scalo bresciano possa essere inqua-drato in una logica di sviluppo del sistema aeroportuale lombardo, ribadendo la volontà di contri-buire al rilancio dell’aeroporto di Montichiari. La prossima mossa della Catullo però potrebbe es-sere il ricorso al Consiglio di Sta-to per annullare la sentenza del TAR della Lombardia e il sindaco di Verona Flavio Tosi, tra gli azio-nisti della Catullo, ha già ribadito che il sistema Verona affronterà compatto la battaglia. Una vittoria amara, dunque, quella di Sacbo. Il pronuncia-mento del Tar implica infatti i rischi della via giudiziaria: l’even-tuale ricorso al Consiglio di Sta-to o l’eventuale gara europea, richiesta dal Tar per la conces-sione della gestione (a sua volta passibile di ricorsi), potrebbero di fatto bloccare per mesi, for-se anche anni, lo sviluppo dello scalo di Montichiari. Il rischio di stallo non riguarda solo lo sca-lo bresciano, ma anche tutto il sistema aeroportuale del Nord Est che rischia di presentarsi im-preparato all’appuntamento con Expo 2015. Una battaglia che si gioca tutta in casa Lega e che vede contrapposti gli interessi del Veneto di Zaia e Tosi e della Lombardia di Maroni.

Arianna Corti

Il Tar lombardo rimette in discussione la gestione dello scalo di Brescia Montichiari, ma è una vittoria che frena tutto il sistema aeroportuale del Nord

Orio sfiora i 9 milioni di passeggeri e si prepara ad accogliere l’Expo

Provincia

“Il 2014 sarà un annodi crescita e di grandi lavori, anche in previsione dell’Expo:in programma il rifacimento delle piste, l’ingrandimento dell’aeroporto e l’apertura delparcheggio low cost”

Orio: sospesi i voli per lavoriDal 13 maggio al 1 giugno 2014A seguito dei lavori di rifacimento della pista dell’Aeroporto di Orio al Serio tutti i voli saranno sospesi a partire dalle ore 00:01 di martedì 13 maggio 2014. La normale attività operativa ripren-derà dalle ore 06:00 di lunedì 2 giugno 2014. I passeggeri sono invitati a contattare le rispettive compagnie aeree per le infor-mazioni relative alla riprogrammazione dei voli nel periodo di chiusura indicato e agli spostamenti sullo scalo di Malpensa.

“Una vittoria amara, quella di Sacbo: il pronunciamento del Tar implicai rischi della via giudiziaria e l’eventuale ricorso al Consigliodi Stato o la gara europearichiesta dal Tar potrebberobloccare per mesi, forse anni, lo sviluppo dello scalo di Montichiari”

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Le crociate ambientaliste con-tro gli aerei, ritenuti i principali inquinatori dell’atmosfera, si sa, sono all’ordine del giorno: frasi come «un aereo equivale a 500 auto euro 0» oppure «un aereo consuma come un anno di ri-scaldamento di una casa» non mancheranno mai. Questo ge-nere di messaggi si diffonde in ogni mezzo di comunicazione, dai libri di testo scolastici, ai si-ti internet “verdi”, che addirittura spingono a preferire l’automo-bile all’aereo, principale produt-tore di CO2 in proporzione ai passeggeri trasportati. Tutto ciò amplificato dalle pesanti accuse al mondo dell’aviazione civile, ri-tenuto troppo poco sensibile alle tematiche ambientali. C’è quin-di il bisogno di fare chiarezza e

di spezzare una lancia a favo-re di un settore senza dubbi in-quinante, ma oggetto di accuse eccessive. Innanzitutto perché il trasporto aereo, secondo l’IPCC (Comitato Intergovernativo sul Mutamento Climatico), è il re-sponsabile del 2% delle emissio-ni globali di anidride carbonica, principale causa dell’effetto ser-ra, oltre che dell’utilizzo del 13% del combustibile fossile consu-mato dai trasporti. I motori degli aerei emettono, oltre a CO2, an-che ossido di azoto, che contri-buisce alla formazione di piogge acide, mentre le percentuali di polveri sottili prodotte sono so-stanzialmente nulle. Per quanto riguarda il presunto consumo eccessivo di combustibile fos-sile, basta un breve calcolo per

scoprire che un aeromobile “be-ve” meno carburante di quanto si immagini. Un wide-body (ae-reo a fusoliera larga) dall’Italia al Giappone richiede 90 tonnellate di kerosene, carburante consu-mato dagli aerei, in particolare 7 tonnellate per la prima mezz’ora di volo (dalla corsa di decollo alla quota di crociera) e una tonnel-lata per l’atterraggio. Conside-rati questi dati, significa che un aereo intercontinentale consu-

ma 7 tonnellate di carburante, pari circa a 9 mila litri, per volare un’ora e coprire una distanza di 900 chilometri circa: l’aeromobile consuma quindi mille litri per mil-le chilometri, che, divisi per i 250 passeggeri a bordo, risultano 4 li-tri di carburante a testa. In pratica 25 chilometri con un litro: un con-sumo di molto inferiore alla media delle automobili. Inoltre, secondo i dati del 2009 del Dipartimento federale Svizzero dell’Ambiente, dei Trasporti, dell’Energia e delle Comunicazioni, la combustione di un chilo di cherosene produ-ce 3,15 chilogrammi di biossido di carbonio, al pari della com-bustione di un chilogrammo di benzina o gasolio. Ben consa-pevoli della necessità di ridurre le emissioni di gas serra, le com-

pagnie aeree e le organizzazio-ni del settore, guidate dall’ICAO (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile), sono spesso attive nel cercare di ridurre il loro impatto ambientale, ad esempio promuovendo lo sviluppo dei biocarburanti, da poco utilizzati anche nei voli intercontinentali, o alleggerendo le dotazioni di bor-do risparmiando carburante e quindi costi e inquinamento. Un interessante esperimento tutto italiano che va in questa direzio-ne ha permesso ad esempio un risparmio di 13.500 tonnellate di CO2, grazie alla riconfigurazione di tutte le rotte e l’accorciamento di alcuni percorsi al fine di ridurre i tempi di volo e quindi i consumi.

Daniele Pinotti

Perché gli aereinon sono i maggiori inquinatoriIl mondo del trasporto aereo civile contribuisce solo in minima parte all’inquinamento atmosferico e compie notevoli sforzi per ridurre le emissioni

“Il trasporto aereo, secondo l’IPCC, è il responsabile del 2% delle emissioni globali di anidride carbonica”

;Sulla questione generale dell’inquinamento da trasporto aereo ci scrive un giovanissimo studente dell’Istituto Aeronautico di Bergamo, Daniele Pinotti, già collaboratore di BergamoSOStenibile e vicepresidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Bergamo (CPS), il più importante organo di rappresentanza studentesca a livello provinciale.

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Dodicimila metri quadrati di ver-de nel cuore della città, a ridosso delle mura venete con un laghet-to e una ricca vegetazione a fare da sfondo a 5 edifici. Ma Am-bienteParco offre molto di più: è un luogo che sprizza sostenibi-lità da tutti i pori, ideale per co-niugare eventi raffinati a elevato contenuto tecnico-scientifico, con una serie di iniziative ludico-artistiche per un pubblico più ampio, sempre all’insegna della scienza, ma nella sua declina-zione meno rigorosa. Una mac-china multifunzionale, insomma, capace di proporre simultanea-mente un incontro professiona-le o istituzionale, un laboratorio, degustazioni, spettacoli, gio-chi. AmbienteParco permette un dialogo tra istituzioni, grandi aziende e cittadinanza, con un taglio amichevole: un luogo di

relax piacevole, curato, a misu-ra d’uomo, dove il mondo politi-co, quello scientifico e l’impresa possono incontrare i cittadini in modo informale e lontano dai “palazzi”.L’obiettivo di AmbienteParco è di farsi amplificatore della “Scienza e Tecnologia innovativa di sup-porto allo sviluppo sostenibile”. Si tratta di proporre ai cittadini competenze acquisite, perché ne possano avere maggiore consapevolezza e partecipare così alle scelte importanti di poli-tica ambientale.AmbienteParco nasce sulla con-cessione comunale di un’area ri-qualificata: la “Stazione Regia di Piscicoltura”, che nel XIX secolo si occupava dello stato dei pe-sci di acqua dolce e del controllo delle acque per tutto il nord Italia. Recuperata e riqualificata dopo un ventennale abbandono, con finalità di tipo ricreativo-cultura-

le, dal 2002 costituisce l’unico esempio in Italia di lago artificia-le, strettamente connesso a un centro storico, dotato di un tun-nel subacqueo per la visione del-le specie ittiche di acqua dolce.

Science Center e progetti con il CNR

Nel 2009, in seguito alla vittoria di un bando di gara del Comune di Brescia, la vasta area urbaniz-zata (12 mila mq di verde e circa mille mq di edifici) è stata data in gestione ad AmbienteParco, af-finché portasse avanti il progetto per la costituzione di un “Scien-ce Center” sui temi della sosteni-bilità ambientale. Uno spazio di divulgazione e sensibilizzazione scientifica che, partendo dai fe-nomeni fisici naturali, focalizzas-se l’attenzione sugli accorgimenti

comportamentali e tecnologici per il rispetto dell’acqua e dell’u-so delle materie prime, oltre che sul risparmio energetico, le ener-gie rinnovabili e la mobilità so-stenibile legata all’inquinamento dell’aria ma anche all’occupazio-ne di spazio.Dopo un anno come start up l’attività ha ospitato percor-si espositivi del CNR quali: “Semplice&Complesso”, “Ago-rà” e “La scienza e la matema-tica ai tempi di Archimede”; ha progettato, realizzato e inaugu-rato “Natur.Acqua”, mostra inte-rattiva sulla tematica delle risorse idriche, “Filo.Conduttore”, un na-stro di 93 metri con informazio-ni grafiche circa l’aumento della popolazione, i cambiamenti cli-matici, le risorse in esaurimento e le nuove fonti rinnovabili. Una variopinta e intrigante teoria di segni, testi e diagrammi che tracciano e anticipano i conte-

nuti delle mostre scientifiche, sti-molandone la visita.Da menzionare anche “Abitare.Smart”, un allestimento speri-mentale sul risparmio energetico garantito dagli involucri dell’abi-

tazione firmato “Eco.Cubi” e le soluzioni impiantistiche per l’a-bitare sostenibile di “Casa.Eco.Logica”. Il progetto è stato so-stenuto da molte aziende locali e internazionali tecnologicamente

avanzate, che espongono le loro soluzioni più innovative. Presso AmbienteParco, inoltre, si allena-no i neuroni con MateFitness-la palestra della matematica, pri-mo satellite di un progetto CNR-

Da Brescia

AmbienteParcoScience Center, relax e culturaUnico in Italia, 12 mila mq di verde nel cuore della città, all’interno dell’ex Stazione Regia di Piscicultura

“Il parco diventa percorso durante la tradizionale maratonae palco durante i concerti e gli spettacoli musicali, come lerecenti X Giornatedella Musica”

“Un luogo di relax piacevole, curato, a misura d’uomo, doveil mondo politico,quello scientifico e l’impresa possono incontrare i cittadiniin modo informale”

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Festival della Scienza. Gli spazi espositivi, informativi e didattici sono caratterizzati da qualità, ri-gore scientifico e culturale, alto valore educativo e da una co-municazione chiara, stimolante

e divertente, per rispondere alle domande di un pubblico di ogni età e livello culturale. In Ambien-teParco il tema della sostenibilità ambientale si fonde con un’of-ferta informativa innovativa, che

certamente stimolerà la curiosità anche del visitatore più esigente e più attento.

Allestimenti per Expo 2015, Alimentazione e Horizon 2020

Il crescente successo delle pro-poste sino a ora presentate, sia con le scuole che con le fami-glie e l’interesse dimostrato dalle aziende, ha spinto Ambiente-Parco a proseguire nella rea-lizzazione di nuovi allestimenti legati all’alimentazione, tematica importante anche in vista di Ex-po 2015. Fin dagli inizi promoto-re e co-attore di numerosissime iniziative di vario genere a parti-re dall’Electric Mobility Festival, passando per il Festivoltaico, fi-no ad arrivare allo Smart Living Festival, AmbienteParco si fa promotore e ospita anche even-ti a cielo aperto, coordinati con

le principali manifestazioni della città, oltre che farsi portavoce di campagne di sensibilizzazio-ne nazionale sulle varie temati-che connesse alla sostenibilità: il parco diventa percorso durante la tradizionale maratona e palco durante i concerti e gli spetta-coli musicali, come le recenti X Giornate della Musica. L’accordo di programma co-finanziato dal MIUR con Comune di Brescia, Università degli Studi di Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore Sede di Brescia, MUSIL e FEM2 ambiente, spin off dell’uni-versità Bicocca di Milano, pone AmbienteParco tra i protagoni-sti della divulgazione scientifica anche per adulti. Anche il co-fi-nanziamento di FondazioneCA-RIPLO alla proposta “La scuola esce la cultura cresce” non può che essere un rafforzamento alle collaborazioni in atto con le altre realtà culturali del territorio: Co-mune di Brescia, Brescia Musei, MUSIL e TeatroTelaio.

Edutainment, formazione e percorso Abitare-smart

AmbienteParco è, più in genera-le, anche un luogo di incontro per le diverse realtà sociali e produt-tive che si interrogano e si con-frontano sul futuro della nostra terra. Imprese locali, multinazio-nali e associazioni che condivi-dono il progetto “Edutainment”

sono ospiti della struttura per eventi e iniziative di formazione aziendale, partecipando attiva-mente allo sviluppo dell’iniziativa. Gli sponsor, e le aziende in gene-rale, trovano qui un luogo di in-contro e di confronto con le altre realtà tecniche del settore, oltre che un supporto organizzativo e logistico per eventi ed incontri. Il percorso “Abitare-smart”, inau-gurato nell’Aprile 2013, è stato ideato e realizzato in sinergia con numerose aziende e impre-se che hanno visto in Ambien-teParco una reale e concreta possibilità di visibilità per tecno-logie e marchi. I dati riguardanti il numero dei partecipanti alle visi-te guidate (circa 20.000 annui) e la capacità operativa di Ambien-teParco (400.000 frequentato-ri annui) mostrano che, con le opportune risorse, quest’ultima può essere quintuplicata dan-do la possibilità di avvicinare un nuovo target, anche grazie alle competenze nell’ambito della di-vulgazione scientifica.

Cristina Guerra

AmbienteParcoScience Center, relax e culturaUnico in Italia, 12 mila mq di verde nel cuore della città, all’interno dell’ex Stazione Regia di Piscicultura

“Il tema della sostenibilità ambientale si fonde con un’offerta informativa innovativa, che certamente stimolerà la curiosità”

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Abbiamo intervistato l’assesso-re all’Ambiente ed Energia del comune di Bergamo Massimo Bandera la prima volta a fine 2010, sul primo numero di Ber-gamoSOStenibile. A poco più di un anno dall’incarico, Bandera definiva l’ambiente come il prez-zemolo, l’ingrediente verde per ogni settore, con l’auspicio che le questioni ecologiche diventas-sero centrali in qualsiasi politica amministrativa. Ne è sempre più convinto ora che, con l’avvicinar-si delle elezioni, tira le somme di cinque anni di amministrazione; cinque anni in cui Bergamo è di-ventata una delle città capoluogo italiane più “riciclone” nella clas-sifica di Legambiente; Berga-mo inoltre si è qualificata terza, unica italiana, nel Campionato europeo delle rinnovabili ed è la città con più scuole ad energia rinnovabile d’Italia; ha adottato un regolamento edilizio all’avan-guardia, vanta le tariffe di tra-sporto pubblico più basse della Lombardia ed è riuscita ad at-trarre appuntamenti internazio-nali quali i Maestri del Paesaggio e le prossime giornate europee dell’educazione ambientale.

Tanti successi dunque, a li-vello locale, nazionale ma anche europeo. A quasi cin-que anni dall’insediamento, quali sono i principali tra-guardi raggiunti e quali inve-ce quelli su cui c’è ancora da lavorare? «La scelta di mettere l’ambiente al centro delle politiche ammini-strative e in tutti i settori come l’e-

dilizia, la mobilità, il commercio, per citarne alcune, ha pagato. Abbiamo lavorato in modo siner-gico tra assessorati e questo è stato il punto di forza del nostro mandato. Le difficoltà principali che abbiamo incontrato dipen-dono più che altro dal momento

storico in cui l’Amministrazione si è trovata a operare, un momento storico difficile e una crisi eco-nomica che ha ridotto le risorse. Nonostante la crisi però, Berga-mo è riuscita a tenere il passo con le grandi città europee, so-prattutto dal punto di vista am-bientale. Tirando le somme di quanto è stato fatto, date queste con-dizioni economiche, posso ri-tenermi soddisfatto, e i fatti ci danno ragione: nella classifica di Ecosistema Urbano sulle eco-performances dei capoluoghi di provincia italiani 2013, stilata ogni anno da Legambiente, Am-biente Italia e Il Sole 24 Ore, la città di Bergamo ha guadagna-to, in questi 5 anni, 24 posizioni, passando dalla 38a alla 14a po-sizione».

Entrando un po’ più nello spe-cifico, quali sono gli elemen-ti che hanno maggiormente caratterizzato i cinque anni

del suo assessorato?«Siamo intervenuti un po’ in tutti i settori mettendo in primo piano le tematiche relative all’ecologia e alla sostenibilità, sia con l’as-sessorato all’Ambiente, Energia e Opere del Verde che attraverso la collaborazione con altri settori. Tre elementi di cui vado partico-larmente fiero sono i risultati ot-tenuti nella raccolta differenziata, la gestione del verde pubblico e la qualità dell’aria».

Cominciamo dai rifiuti allo-ra…«Bergamo ha raggiunto risultati eccellenti nella raccolta dei rifiuti, passando dal 50.5% di raccolta differenziata del 2008 al 60,8% del 2013 e classificandosi così tra i capoluoghi più ricicloni d’I-talia. Inoltre c’è stato un calo del 10% circa nella produzione di ri-fiuti. In particolare nel novembre 2012 abbiamo introdotto la rac-colta differenziata della plastica che a Bergamo non esisteva e a

giugno 2013 è partita la raccol-ta dell’umido anche in centro. Il 2013 è stato un anno da record, in alcuni mesi abbiamo sfiorato il 65% di raccolta differenziata.Ultima novità: dal 1 aprile 2014 partirà anche la raccolta porta a porta di abiti usati, in collabora-zione con la Cooperativa Ruah e la Caritas Diocesana Bergama-sca. Il messaggio che abbiamo voluto far passare è quello del rifiuto come una risorsa e non come un problema; si tratta di un vero e proprio cambiamento culturale e l’Amministrazione de-ve essere la prima a dare il buon esempio ai cittadini. A fronte di

Comune

Bandera: per l’ambiente ho dato il Massimo Il resoconto di cinque anni di amministrazione dell’assessorato all’Ambiente ed EnergiaNonostante la crisi, migliorati tutti i servizi verso standard europei

“Nonostante la crisi Bergamo è riuscita a tenere il passo con le grandi città europee, soprattutto dal punto di vista ambientale”

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uno sforzo richiesto alla cittadi-nanza la risposta dei cittadini alla raccolta differenziata è stata for-tissima, a dimostrazione del fat-to che la buona amministrazione riporta la fiducia degli italiani nelle istituzioni. Non solo non si sono alzate le tasse, ma è da sottolineare che una corretta gestione dei rifiu-ti porta anche a vantaggi prati-ci: quest’anno ci sarà un utile di mezzo milione di euro grazie alla raccolta differenziata da ridistri-buire alla cittadinanza».

L’altro elemento sono le aree verdi e… il mancato nuovo stadio?«Abbiamo messo mano a tutte le aree verdi e ai parchi principali della città. Gli spazi fruibili sono passati dai 7,74 mq per abitante del 2008 ai 10,61 mq del 2013. L’intervento più importante è quello sul parco della Malpen-sata, che ha visto coinvolta la cittadinanza con un progetto di partecipazione del quartiere e per il quale è stato appena pre-disposto un bando di gara da un milione di euro. Abbiamo poi fatto un’importante opera di rifo-restazione urbana con la messa a dimora di un migliaio di piante tra il Parco della Trucca, il futu-ro Parco Ovest e la sistemazio-ne dei viali. L’esito delle vicende che riguardavano il progetto di un nuovo stadio non è dipeso dall’Amministrazione comunale e come assessore all’Ambiente la mia posizione è sempre stata quella di garantire che una simi-

le operazione risultasse a minor impatto ambientale possibile e anzi potesse divenire oppor-tunità di valorizzazione di aree verdi attigue. Il passo importan-te che attualmente è stato fatto è il riconoscimento del grande Parco Locale d’Interesse So-vracomunale (Plis) del Morla. Un parco agricolo che si propone come nuovo modello di gestione del territorio, attraverso la colla-borazione tra Amministrazioni comunali, imprenditori agricoli e cittadini, già inserito nella Re-te dei parchi regionali. A breve cominceranno i lavori di siste-mazione dei percorsi e di instal-lazione della cartellonistica, oltre alla pianificazione dell’educazio-ne ambientale e l’attivazione del sito web. A ogni modo abbiamo risparmiato complessivamente 1 milione 300 mila m³ di area edili-zia preventivata dal PGT adottato dalla precedente amministrazio-ne. Anche se ci fosse stata la costruzione dello Stadio, quanto a volumetrie saremmo arrivati a fine mandato in saldo positivo».

E passiamo all’aria, croce e delizia della nostra città «Dati alla mano il 2014 è inizia-to in modo decisamente delizio-so! Dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo sforato i limiti di Pm10 soltanto quattro giorni, rispetto ai 35 del 2012. Quasi meglio di Copenaghen! Ovviamente l’inci-denza delle condizioni climatiche sull’andatura dell’inquinamen-to è determinante ma, meteo a parte, i dati rivelano comunque un trend positivo migliore rispet-to al passato e rispetto alle altre città lombarde. L’anno appena trascorso è stato il migliore in as-soluto da quando si analizza la qualità dell’aria; la concentrazio-ne media annua di polveri sottili è passata dai 40 ug/m³ del 2008 ai 29 ug/m³ del 2013 e la riduzione riguarda anche gli altri inquinanti e il merito non può essere solo

del meteo». Rifiuti, aree verdi, qualità dell’aria, ma anche energia, con la delega arrivata a metà mandato, nel 2011. È la pri-ma volta che l’energia entra a Palazzo Frizzoni«Nonostante la riduzione del nu-mero degli assessorati per la pri-ma volta Bergamo ha avuto un responsabile dell’Energia. Il ruo-lo degli enti locali è fondamenta-le per la rivoluzione energetica verde.Le Amministrazioni devono dare l’esempio ai cittadini innanzitutto intervenendo sugli uffici pubblici, sia in termini di efficientamento e di riduzione degli sprechi che in termini di produzione di energie alternative.Oltre a intervenire per una ridu-zione dei consumi, in città sono cresciute le fonti rinnovabili, tan-to che Bergamo è la città italiana con più impianti fotovoltaici sugli istituti scolastici.

In generale siamo passati da una potenza fotovoltaica installata di 167 KW a 7.558,4 KW. Anche la rete del teleriscaldamento è cresciuta di 26 Km, triplicando la volumetria servita: non solo si risparmiano le emissioni equiva-lenti a quelle di 5 mila caldaie ma ancora una volta il rifiuto, que-sta volta quello indifferenziato, si trasforma in un valore. Un altro intervento importante sempre nell’ottica dell’efficientamento e del risparmio energetico interes-sa l’illuminazione pubblica, dove si è iniziato a sostituire alle tradi-zionali lampadine quelle a led».

Una parola chiave per de-scrivere questi 5 anni?«Pianificazione e sinergia. Ab-biamo elaborato piani strategici che sono stati realizzati in ma-niera partecipata. Anche gli in-terventi sulla mobilità rientrano in questa strategia di collabora-zione tra gli assessorati: a oggi Bergamo può vantare le mino-ri tariffe lombarde del trasporto pubblico con un parco mezzi tra i più ecologici, l’aumento dei per-corsi ciclabili, un servizio di bike sharing efficiente e infine quello di car sharing, oltre a diverse al-tre iniziative a sostegno della mo-bilità elettrica».

Per finire, quale suggeri-mento darebbe a chi dovrà occuparsi dell’ambiente per i prossimi cinque anni?«Operare in maniera trasversale e in modo lungimirante, aprendo canali di confronto con le altre città europee e dialogando a pari livello, perché Bergamo è già una città europea in questo ambito, come dimostrano importanti iniziative internazionali ospitate nella nostra città, dai Maestri del Paesaggio in Città Alta alle Gior-nate europee dell’educazione ambientale che si terranno il 25 e 26 settembre 2014 proprio nella nostra città. Alle Amministrazio-ni locali spetta il compito di dare uno stimolo alla ripresa econo-mica, che non può che passa-re dalla buona amministrazione, dalla green economy e dalla pre-miazione delle buone pratiche. Riuscire ad amministrare bene in questi tempi di crisi economi-ca vale più di qualsiasi grande opera, anzi è la più grande opera pubblica che un’amministrazio-ne può realizzare per i propri cit-tadini: garantire e dove possibile migliorare i servizi, ma senza au-mentare le tasse».

Diego MorattiArianna Corti

Bandera: per l’ambiente ho dato il Massimo Il resoconto di cinque anni di amministrazione dell’assessorato all’Ambiente ed EnergiaNonostante la crisi, migliorati tutti i servizi verso standard europei

“Bergamo sarà sede delle Giornate europee dell’educazione ambientale che si terranno il 25 e 26 settembre 2014”

“Riuscire ad amministrare bene in questi tempi di crisi economica è la più grande opera pubblica che un’Amministrazione possa realizzare per i propri cittadini”

Il 25 e il 26 settembre 2014 Bergamo ospiterà la seconda edizione delle giornate Pan-Europee dell’educazione ambientale verso la sostenibilità.

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Anche quest’anno torna nella nostra città uno dei festival ci-nematografici più ricchi e vari, conosciuto a livello nazionale e internazionale e apprezzato da un pubblico sempre più vasto: torna Bergamo Film Meeting. Arrivato alla 32ª edizione, il festi-val si riconferma come uno degli appuntamenti più attesi per tutti gli appassionati di cinema e non solo. Dall’8 al 16 marzo 2014 prenderà il via una rassegna ar-ticolata e vivace di circa 90 film provenienti dal panorama cine-matografico italiano e internazio-nale, con particolare attenzione al cinema autoriale e d’essai. La particolarità dell’evento è da-

ta dall’ampiezza dei contenuti proposti e dalla varietà delle atti-vità in cui tali temi vengono trat-tati: come sempre ci sarà infatti il concorso cinematografico, le diverse sezioni, gli incontri con i registi, i workshop e le proiezioni

dedicate ai più piccoli, i tributi ai grandi nomi del mondo del cine-ma, ma non solo; a completare il ricco calendario, degustazio-ni, feste, dj set e musica live. La varietà delle proposte è la carat-teristica che contraddistingue questo festival da altre realtà

forse più conosciute ma proba-bilmente più distaccate dal pub-blico. Con le sue molte proposte Bergamo Film Meeting si rivolge davvero a tutti rendendosi facil-mente fruibile, nella consapevo-lezza che la cultura -e il cinema come sua espressione- sono un bene dal quale chiunque può e deve trarre beneficio. La città è già in fibrillazione poiché anche

quest’anno prenderà il via il cir-cuito After BFM, che coinvolgerà diversi bar, ristoranti, esercizi ga-stronomici dei borghi storici del-la città e della provincia durante tutto il mese di marzo, per far vivere appieno lo spirito del Fe-stival e per sostenerlo secondo l’apporto che ognuno può dare.

Elisa Troiani

Quest’anno tra le molte proposte una sezione interamente al femminileSconti per il noleggio giornaliero della bicicletta

Bergamo Film Meeting 2014La cultura di tutti

Vivi Bergamo

“La particolarità e la bellezza dell’evento è data dall’ampiezza dei contenuti proposti e dalla varietà delle attività in cui vengono trattati”

“Concorso cinematografico, incontri con i registi, workshop e proiezioni dedicate ai più piccoli, ma anche degustazioni, feste, dj set e musica live”

La cultura… pedala!Sconti con PedalopolisA proposito della varietà dei contenuti, quest’anno il festival promuove anche un tipo di cultura basato sulla sostenibilità e le buone abitudini eco-compatibili con l’iniziativa “A Bfm32 in bicicletta” realizzata grazie alla partnership con l’Associazione Pedalopolis. Chi sottoscrive un abbonamento per tutte le proiezioni e gli ac-creditati al Festival hanno diritto a uno sconto sul noleggio gior-naliero di una bicicletta presso la Ciclostazione 42 in piazzale FFSS a Bergamo; dall’8 al 15 marzo 2014 (domeniche escluse) il noleggio della bici sarà di 6 euro anziché di 10 euro. L’iniziativa, promossa con piacere anche da BergamoSOStenibile, è una novità di quest’anno ma si spera possa diventare un’abitudine irrinunciabile per chiunque. Tutti in sella allora, la 32a edizione di Bergamo Film Meeting sta per arrivare: sarà sostenibile e da sostenere!

Quest’anno Bergamo Film Meeting, nel segmento dedi-cato al cinema europeo, sce-glie di dare particolare risalto alle donne, alla sensibilità che si mescola con la forza e al loro sguardo sul mondo. In questa rassegna, si presen-teranno le opere di alcune tra le registe più rappresentative del panorama europeo delle produzioni cinematografiche indipendenti. Le protagoniste dell’edizione 2014 -delle quali saranno pro-posti tutti i film- sono l’italiana Antonietta De Lillo (“Non è giu-sto”, 2001 e “Il resto di niente”,

2004) che con delicatezza sa raccontare luoghi e personag-gi partenopei, spaziando dal documentario alla commedia; l’islandese Solveig Anspach (“Stormy Weather”, 2003 e “Queen of Montreuil”, 2012), il cui cinema intimo e delicato gioca costantemente con ge-neri e ruoli, delineando figure femminili a tutto tondo che costituiscono il perno vero e proprio del suo cinema; infine l’austriaca Jessica Hausner (“Hotel”, 2004 e “Lourdes”, 2009), che con uno stile algido e perturbante scava nelle pro-fondità dell’animo umano.

EuropaFemminile, Singolare

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TED nasce in America nel 1984 e si sviluppa dall’incontro e dal confronto di tre mondi, apparen-temente diversi tra loro -Techno-logy, Entertainment, Design- ma molto simili nel comune obiettivo di diffondere idee di valore. Nasce così l’organizzazione non-profit americana, che in poco tempo ha entusiasmato il mondo intero e che si è fin da subito dotata di moltissimi canali di diffusione come per esempio TEDx, una piattaforma di eventi.Nello spirito delle “idee che me-ritano di essere diffuse”, è sta-to creato questo contenitore di eventi locali, affini per esperienza e format, a TED. È proprio nella logica del diffondere per condi-videre che sbarca nel capoluogo orobico il primo TEDxBergamo. Contraddistinto da un program-ma multidisciplinare che coinvol-ge pensatori, scienziati, artisti e politici, TEDxBergamo animerà con il suo spirito innovatore il confronto e lo scambio di opi-nioni. Il primo appuntamento con TEDxBergamo sarà sabato 29 marzo 2014 presso l’Audito-rium delle Arti e dello Spettaco-lo in Piazza della Libertà. Il tema che anima questo primo evento è “Rays of Light”: si tratta delle

idee, delle performance e delle esperienze di speaker che, co-me tedofori olimpici o ambascia-tori di luce, saliranno sul palco. Un’occasione unica, con una line-up che sarà svelata solo all’ultimo momento: ecco gli in-gredienti per far splendere Ber-gamo in un evento speciale con idee “illuminate”, che converge-ranno sulla città per poi diffon-dersi ovunque come scintille sparse. L’evento, organizzato in modo completamente autono-mo da un gruppo di volontari appassionati di talk TED, gra-zie al libero contributo di alcuni sponsor, è il primo a svolgersi nella città di Bergamo, ma sono 8200 gli eventi che finora hanno

stimolato il dialogo e l’interazione in tutto il mondo. L’obiettivo degli organizzatori è creare un pon-te che colleghi in modo diretto e armonico una pluralità d’idee provenienti da esperti delle più diverse discipline ad un pubbli-co aperto ed eterogeneo.TEDxBergamo nasce principal-mente per coinvolgere la comu-nità, le organizzazioni e gli attori locali, oltre che per offrire un’ap-passionante esperienza sia per

la città che per le persone che ne prenderanno parte in modo attivo. Nel 2005 è stato creato anche il TED Prize. Ogni anno tre persone ricevono 100.000 $ ciascuna e la possibilità di espri-mere un desiderio per cambia-re il mondo e rivelarlo a TED, diffondendo il messaggio che le buone idee possano davve-ro concretizzarsi in un cambia-mento. I primi vincitori sono stati Bono, Edward Burtynsky e Ro-

bert Fischell. Il desiderio di Bo-no era che più di un milione di persone firmassero a sostegno della ONE Campaign per scon-figgere la povertà. TED però è prima di tutto una conferenza annuale che si tiene a Monterey, California; invita i maggiori prota-gonisti del “pensare” e del “fare” a pre-sentare le loro idee in mo-nologhi della durata massima di 18 minuti. La buona idea che vogliamo suggerire noi è di mettere in agenda una data: sabato 29 marzo 2014 presso l’Auditorium delle Arti e dello Spettacolo di Piazza della Libertà per il primo evento TEDx Bergamo. Info su: www.tedxbergamo.it.

Lara Abrati

Ogni idea è un raggio di luceIl 29 marzo arriva a Bergamo il primo TEDxla piattaforma di eventi dedicati alle idee più luminose

“Contraddistinto da un programma multidisciplinare che coinvolge pensatori, scienziati, artisti e politici, TEDxBergamo animerà con il suo spirito innovatore il confronto e lo scambio di opinioni”

“Un evento speciale che, per un giorno solo, farà splendere Bergamo: le idee “illuminate” convergeranno sulla città per poi diffondersi ovunque come scintille sparse”

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Grazie al grande successo delle precedenti edizioni, che hanno visto susseguirsi arti-sti come Angelo Branduardi e Moni Ovadia (2010), Davide Van De Sfroos (2011), Rober-to Vecchioni e Luca Mercalli (2012), Claudia Sorlini ed En-rico Ruggeri (2013), anche quest’anno ritorna il progetto "Sorella Terra" promosso dal Centro di Etica Ambientale di Bergamo. Martedì 15 apri-le 2014 avrà luogo la giornata evento, nella classica formula “Convegno più Concerto” con ospiti illustri dal mondo del-la cultura, della scienza, del-la comunicazione, dell’arte e dello spettacolo: Giangi Milesi, presidente CESVI e Vittorio Ri-naldi, presidente Altromerca-to, Gabriele Rinaldi, direttore Orto Botanico e Raoul Tirabo-schi, rappresentante di Slow Food Bergamo. Nella mattina-ta è previsto il coinvolgimento di docenti e studenti prove-nienti dalle scuole secondarie di Bergamo e provincia presso il Teatro G. Donizetti, in Piaz-

za Cavour 14: dalle ore 9 al-le 12.30 si terrà il convegno “Agricoltura, Famiglia, Polis”. Attraverso il simposio della mattina, si mira a costituire un laboratorio ideale di riflessione sugli scenari epistemici dell’e-tica ambientale, dell’agricol-tura e della valorizzazione del territorio. L’obiettivo è, ancora una volta, quello di aprirsi a una conversazione responsa-bile, competente e costrutti-va con le giovani generazioni

-studenti, insegnanti e sistema educativo in senso lato- e di costruire una cittadinanza più attenta e interessata all’am-biente. L’iniziativa è aperta anche a singoli uditori o pic-coli gruppi. La sera, sempre presso il Teatro Gaetano Do-nizetti di Bergamo, si esibirà il cantautore Eugenio Finardi: il modo migliore per conclu-dere la giornata immersi nella poesia e nella musica, grazie a un intrattenimento di alto li-vello dedicato all’intera cittadi-nanza di Bergamo e provincia. Un’occasione imperdibile per confrontarsi con i temi cardi-ne di UNESCO ed EXPO 2015,

ma anche per approfondire il legame tra territorialità, globa-lizzazione e sostenibilità am-bientale.

Claudia Proserpio,Responsabile Educazione

e Formazione del CEA

Il 15 Aprile convegni e concerto serale per l’atteso eventopromosso dal Centro di Etica Ambientale di Bergamo

Eugenio Finardi inaugura il progetto Sorella Terra

ViviBergamo

“L’obiettivo è aprirsia una conversazione responsabile, competente e costruttiva con i giovani e costruire una cittadinanza più attenta e interessata all’ambiente”

Il Programma in sintesiSaluti Istituzionali Don Francesco Poli, Presidente CEA Patrizia Graziani, Dirigente Ufficio ScolasticoAmbito Territoriale di Bergamo Luciano Valle, Direttore scientifico CEA “Popolazione mondiale: fame e salute”Giangi Milesi, Presidente CESVI Vittorio Rinaldi, Presidente Altromercato “Ambiente e territorio: tra cultura, natura e nutrizione”Gabriele Rinaldi, Direttore Orto Botanico Raoul Tiraboschi, Rappresentante Slow Food BergamoEugenio Finardi, Cantautore Presenta e coordina Simona Befani di BergamoTv

Per info e iscrizioni al convegnopotete contattare la segreteria del Cea: [email protected]

Eugenio Finardi

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L’attivazione di un Ufficio diritti animali (U.d.a.) è una compe-tenza facoltativa che la regio-ne Lombardia affida ai comuni al fine di favorire la convivenza tra l’uomo e il resto del mondo animale. Nella provincia di Ber-gamo, la città di Seriate è stata la prima a cogliere quest’oppor-tunità e dalla sua apertura, alla fine del 2012, si è impegnata a diffondere e promuovere tra i cittadini attività rivolte a tutelare la salute e il benessere degli ani-mali. Si sa che questo è un argo-mento caro ai più piccoli: chi da bambino non ha mai chiesto in dono a mamma e papà un ani-male con la promessa di proteg-gerlo e prendersi cura di lui? L’ufficio di Seriate ha deciso di puntare su quella risorsa ine-sauribile che è la creatività dei bambini e lo scorso ottobre ha lanciato il concorso “Crea il tuo U.d.a.”, indirizzato alle classi ter-ze, quarte e quinte delle scuo-le primarie, pubbliche e private della città, invitate a ideare un logo per l’Ufficio diritti animali. Al concorso gratuito, ogni clas-se poteva partecipare con un massimo di quattro opere, che fossero disegni o lavori grafici come collage o pittura, in bian-co e nero o a colori. L’iniziati-va è stata accolta dalle scuole con entusiasmo e, tra i nume-rosi progetti ricevuti, ne sono stati selezionati otto, ideati dal-le classi 5A e 5B della “Scuola

Elementare Gianni Rodari”, vin-citrici a pari merito, che sotto la guida dell’insegnante Federica Gritti si sono cimentate in tecni-che diverse. «Con la partecipazione al con-corso -racconta la Dott.ssa Alessia Galletti, responsabile dell'ufficio ambiente del comu-ne di Seriate- le due classi vin-citrici hanno portato a termine il percorso di educazione am-bientale iniziato lo scorso anno». La premiazione pubblica si è te-nuta presso la scuola elementa-re alla presenza di tutte le classi, della rappresentante dei genito-ri, della dirigente scolastica An-na Maria Crotti e dell’assessore all’Ambiente Achille Milesi, se-gno di come l’U.d.a. sostenuto dall’amministrazione comunale, sia considerato un ottimo mez-zo per interfacciarsi con i giova-

nissimi cittadini. L'entusiasmo con cui i ragazzi hanno parte-cipato all'iniziativa, realizzando lavori colorati dai disegni ori-ginali, corredati da fumetti con messaggi a tutela degli animali, è il successo più grande. L'in-coraggiamento dell'assessore Milesi a impegnarsi nel rispetto e nella cura non solo di cani e gatti, ma anche di tutti gli esseri viventi e della natura è la nuova sfida che li attende nel quotidia-no. Molto soddisfatta per l’esito si è dimostrata la dirigente sco-lastica Anna Maria Crotti che ha ringraziato l’amministrazione per l’opportunità data ai ragaz-zi, comunicando che la somma vinta grazie al concorso sarà utilizzata per abbattere i costi previsti per la prossima gita sco-lastica e dare la possibilità a tutti di parteciparvi. Ora non ci resta che attendere che uno degli otto lavori grafici selezionati sia rielaborato se-condo criteri tecnici e grafici per poi essere stampato come logo ufficiale dell’ufficio diritti anima-li di Seriate. L’impegno di U.d.a.

verso la scuola non finisce qui: per il prossimo triennio sono già previsti percorsi formativi ri-volti alla scuola primaria per af-frontare tematiche semplici ma importanti per il benessere del proprio animale: come compor-tarsi quando si vede un cuccio-lo, come e quando ci si avvicina,

come accarezzarlo in sicurezza.Non mancheranno anche visite guidate al Rifugio del Cane di Seriate; tutto per ricordarsi che, affinché i nostri animali siano fe-lici, è necessario essere padroni educati e consapevoli.

Eleonora Chiari

Le classi quinte della scuola primaria vincono il concorso grafico indetto dall’U.d.a. per la realizzazione del proprio logo

La scuola Rodari di Seriate disegna il logo dell’Ufficio diritti animali

Comuni Virtuosi

“Per il prossimo triennio sono già previsti percorsi formativi rivolti alla scuola primaria per affrontare tematiche semplici ma importanti per il benessere del proprio animale”

Suisio: Istituto Comprensivo intitolato a Rita Levi-Montalcini

Nel giorno della festa delle donne, sabato 8 marzo alle ore 10.30 presso il Cineteatro Nuova Alba di Suisio, Via SS. Nazario e Cel-so 10, il Comune e l’Istituto Comprensivo di Suisio che com-prende anche le scuole di Bottanuco e di Medolago, hanno organizzato un incontro con l’ing. Piera Levi-Montalcini, nipote della scienziata e premio Nobel Rita Levi-Montalcini, alla quale le Amministrazioni intendono dedicare l’Istituto Comprensivo. Rita Levi Montalcini, una delle figure femminili più importanti del XX secolo, ha consacrato la sua vita alla ricerca e alla cono-scenza. Un’eroina moderna che, in un’epoca in cui alle donne veniva chiesto prima di tutto di diventare mogli e madri, aveva affermato con forza la propria libertà, ottenendo dal padre di iscriversi alla Facoltà di Medicina all’Università di Torino. Duran-te la mattinata, aperta agli studenti e ai genitori dei tre paesi, oltre ai rappresentanti delle istituzioni comunali e scolastiche, tra cui Gianna Cesaretto, Assessore all’Istruzione del Comu-ne di Suisio, promotrice dell’incontro, interverrà anche Gianvito Martino, tra i fondatori di BergamoScienza, allievo della prof.ssa Levi-Montalcini e responsabile dell’Unità di Neuroimmunologia, dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano. «Assistere i giova-ni nello scegliere il lavoro, sia esso manuale o intellettuale, con consapevolezza e basandosi sulla più ampia informazione pos-sibile è uno degli scopi principali dell’Associazione Levi-Montal-cini -ha dichiarato Piera Levi-Montalcini- aiutando con borse di studio, sovvenzioni per le rette scolastiche o per l’acquisto di libri di testo quei ragazzi che per motivi economici non potrebbero proseguire gli studi». L’iniziativa si svolge in collaborazione con il Sistema bibliotecario e con Associazione Arts, nell’ambito del progetto “Il futuro della memoria” Letture in biblioteca (www.ilfuturodellamemoria.it).

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Con la primavera quasi alle por-te, l’associazione Altobrembo propone una nuova cartina de-dicata ai percorsi MTB che per-metterà ai bikers amanti della montagna di scoprire i traccia-ti più belli del territorio dell’Alta Valle Brembana. Si tratta di una proposta imperdibile per scopri-re i nuovi itinerari che ricoprono gli 11 paesi di Altobrembo.Frutto di un lungo lavoro sul territorio, di cui si ricorda l’indi-spensabile contributo di Guide MTB Val Brembana e Percorsi MTB Val Brembana, la cartina offre una visuale completa dei

luoghi più suggestivi e dei pae-saggi incantevoli, dove vivere su due ruote emozioni uniche tra la natura delle montagne bremba-ne. La pubblicazione propone 10 itinerari dedicati sia a bikers esperti che a principianti. Di ogni percorso vengono forniti lun-ghezza e tempo di percorren-za, grado di difficoltà e dislivello totale. Vengono poi indicate le caratteristiche tecniche di ogni percorso, tra cui l’altimetria, e una descrizione del tracciato utile per reperire indicazioni su-gli itinerari. Tutti i percorsi della cartina e gli altri tracciati del ter-

ritorio saranno disponibili sul si-to www.mtb-altobrembo.it, da dove si potranno anche scari-care direttamente le tracce GPS per le vostre escursioni. Sarà possibile trascorrere piacevoli giornate o vacanze usufruendo

dei servizi e delle offerte per gli amanti della MTB. Sul sito tro-verete i Bike Restaurants, che propongono un’offerta esclusi-va con un piatto unico (primo, secondo e contorno) a 12 euro. Per organizzare un weekend o una vacanza su due ruote, i Bi-ke Hotels, oltre a proporre il me-nu del Bikers, offriranno servizi specifici, come un ricovero sicu-ro per le biciclette e la possibilità di lavaggio, un kit per riparazioni e un punto informazioni. Inoltre, il gruppo Guide MTB Val Brem-bana offre la possibilità di visita-re sentieri e vie storiche immerse

nella natura incontaminata usu-fruendo di comode risalite grazie al Servizio Shuttle. Disponibile on line anche l’elenco dei punti di distribuzione della nuova car-tina e il calendario di eventi MTB in programma per il 2014, tra cui un raduno MTB in collaborazio-ne con il CAI, ancora in fase di organizzazione.Al progetto di Altobrembo hanno collaborato attivamente i gruppi Percorsi MTB Val Brembana www.percorsimtbvalbremba-na.it, Guide MTB Val Brembana www.guidemtb-valbrembana.it e CAI Alta Valle Brembana.

Vivere l’Altobrembo in sellaNuova cartina “MTB in Altobrembo” e servizi esclusivi per bikers

“La cartina offre una visuale completa dei luoghi più suggestivi e dei paesaggi incantevoli, dove vivere su due ruote emozioni uniche”

© YariGhidone Guide MTB Val Brembana

24042 Capriate San Gervasio, BGVia Due Giugno, 11 - Tel. +39 02 9096.4226 r.a.

www.sititarghe.it

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Il concetto di Coworking na-sce nel 2005 grazie a Brad Neuber, un programmatore informatico talentuoso e in-novatore che ha creato a San Francisco la “Hat Factory”, un locale con postazioni in affitto, dotato di WiFi di ultima gene-razione e arredato con mobili essenziali. Un’idea illuminan-te che racchiude al suo inter-no diversi concetti: comunità, collaborazione, accessibilità e sostenibilità. Coworking signi-fica “co-lavorare”, condividen-do spazi, costi e bisogni. Un sistema che permette di eli-minare gli sprechi, secondo le logiche di risparmio e sosteni-bilità. Condividendo gli spazi è possibile -pagando un canone in cui è compreso il costo per l’energia elettrica, il riscalda-mento, le pulizie, la tassa rifiuti e la connessione internet via cavo e WiFi- abbattere tutte quelle spese che spesso rap-presentano un grosso carico per le piccole aziende, soprat-tutto in fase di apertura. Da ottobre 2013 questa realtà dinamica e innovativa è arri-vata a Bergamo, precisamen-te a Brembate di Sopra in via Donizetti n.111, all’interno di un complesso polifunzionale chiamato “Centro Geller” a soli 5 km da Bergamo, 40 km da Milano. In poco tempo l’area di Brembate è diventata uno degli spazi più competitivi nel

rapporto qualità prezzo per le start-up: si parte da soli 200 € al mese offrendo un contratto di servizio diverso da quello di affitto, perché libero da vincoli di durata (i classici 6 anni per ufficio tradizionale). È possibi-le avere una postazione anche

solo per un mese, e scegliere poi in assoluta libertà se rinno-vare per periodi più lunghi. Lo spazio è pensato per tut-te le realtà, dai singoli profes-sionisti ai team consolidati e alle piccole aziende in fase di crescita: sono presenti diver-se postazioni singole perfetta-mente fornite e un’ampia sala riunioni riservata con video-proiettore 3D, oltre che una sala d’attesa per accogliere i clienti. Gli aspetti positivi e i vantaggi del coworking sono molteplici. Prima di tutto ci si disabitua all’eccesso e allo spreco, scoprendo così che è possibile condividere per aiutarsi collaborando. Il rispar-mio nel consumo di energia derivato dall’utilizzo di un me-desimo spazio ci aiuta a me-glio comprendere quali siano i beni e le risorse comuni che, poiché tali, non vanno spreca-ti né maltrattati. L’aspetto so-cio-relazionale è ampiamente agevolato: diverse personali-tà condividono le esperienze aiutandosi e confrontandosi; in questo modo è possibile tessere e ampliare le proprie reti professionali, possono na-scere nuove opportunità do-ve ognuno può dare il proprio supporto.

Il valore del network di relazioni

Rispetto ai tradizionali studi associati, nel coworking con-vivono professionalità mol-to eterogenee, che senza la condivisione dello spazio for-

se non si sarebbero mai in-contrate. La collaborazione e la cooperazione stanno pren-dendo il posto delle vecchie lo-giche di mercato ormai stantie e troppo poco partecipative e l’attenzione si sta spostando dal singolo lavoratore alla re-te in cui è inserito. Il capitale umano acquista valore grazie al capitale sociale, al network di relazioni che consente la circolazione delle informazioni e delle conoscenze. L’azione individuale e quella colletti-va lasciano il posto all’azione connettiva. Il binomio lavora-tore dipendente/autonomo è superato dalla necessità di essere lavoratori “interdipen-denti”, per cui coltivare reti di relazioni professionali diventa una delle competenze centra-li per inserirsi e muoversi nel mercato del lavoro. Torna quindi al primo posto l’aspetto umano e con esso le sue esigenze e bisogni, e il primo pensiero va ovviamen-te alle mamme lavoratrici.

Area Coworking di Brembate ha pensato anche a loro: sa-rà predisposto un locale di 40 mq caratterizzato da 4 posta-zioni di lavoro con abbinate 4 scrivanie per il bambino (età minima 3 anni) insieme a un piccolo spazio centrale di sva-go e relax. In questo modo si permette alle mamme di la-vorare in tranquillità portando con sé i propri figli. I bimbi po-tranno giocare, colorare, dise-gnare, leggere, fare i compiti, il tutto accanto alla mamma. In un momento di crisi, non solo economica e sociale ma

anche progettuale, gli spazi di coworking si stanno configu-rando principalmente come catalizzatori di persone orien-tate all’innovazione e condi-visione. Potrebbero quindi essere la risposta all’immo-bilità degli ultimi anni, sia nel mondo del lavoro che in quello delle politiche sociali. Forse è questa la spinta che stavamo tutti cercando, ripartire da noi stessi mettendoci in gioco con gli altri, come un’unica grande comunità.

Elisa Troiani

Brembate di Sopra ospita il primo spazio coworking con un'area per mamme e bambini

Area Coworking La sostenibilità della collaborazione

Ecologia & Imprese

“L’attenzione si sta spostando dal singolo lavoratore alla rete in cui è inserito. Il capitale umano acquista valore grazie al capitale sociale, al network di relazioni, che consente la circolazione delle informazioni e delle conoscenze ”

“Lo spazio è pensato per tutte le realtà e per tutte le necessità, dai singoli professionisti ai team consolidati e alle piccole aziende in fase di crescita ”

AREA COWORKINGVia G. Donizetti n. 11124030 Brembate di Sopra (BG) Italy tel.: +39 [email protected]

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È stata presentata alla biblioteca comunale Carlo Cattaneo di Al-bano Sant’Alessandro, la mostra “Residui di Energia, la Ri-gene-razione”, avvincente esposizione delle opere dell’artista bergama-sco Luigimaurizio Assolari. All’i-naugurazione sono intervenuti il Sindaco Maurizio Donisi, il cura-tore della galleria e direttore ar-tistico Enzo Mologni e lo stesso artista. «Facendo rete, mettendo insieme le forze in maniera pulita e trasparente, si riesce a raggiun-gere un traguardo di alto profilo culturale e a realizzare delle co-se bellissime» ha commentato il sindaco. La manifestazione è di-fatti frutto della sinergia tra ente pubblico e privato, in particolare dell’amministrazione pubblica di Albano Sant’Alessandro e della Montello Spa, azienda che rici-cla e recupera il 60% della plasti-ca dell’intera regione Lombardia. L’ispirazione arriva dal ricreare e dare nuova vitalità e funzio-ne a qualcosa che sia stato già utilizzato e consumato; i pae-saggi rappresentati sono una visione del disagio contempo-

raneo creato dall’abbandono di rifiuti come bottiglie, cavi o scarti tecnologici, divenuti ormai spa-ventoso esito dell’atteggiamento consumistico della nostra socie-tà. Tuttavia l’arte filtra e astrae i “residui”: piuttosto che lasciare degradare la materia scartata, questa viene rielaborata, trasfor-mata attraverso la combustione e assemblata con colori e luci, proponendo così un contenuto nuovo e soprattutto alternativo. «Un’energia altra che viene cre-ata in modo giusto, avveduto e

attento» come spiega l’artista. Il primo quadro esposto è quel-lo che maggiormente rappre-senta il lavoro artistico dietro le sue opere e s’intitola “Futuro al-la Finestra”. È come se l’artista stesso invitasse lo spettatore ad aprire una finestra: ciò che si presenta all’occhio è una rap-presentazione delle stagioni co-sì come erano vissute una volta, che quindi invita a ritrovare un rit-mo vitale ancora legato alla na-tura. Saltano al tatto e all’occhio dei granuli di plastica presenti in

questa e altre opere dell’espo-sizione: sono il prodotto creato direttamente e appositamen-te dall’attività di recupero della Montello Spa e sottolineano la virtuosità e il sostegno di perso-ne, associazioni e aziende che si impegnano in una “Ri-gene-razione” più attenta e pulita del mondo. La stessa formazione artistica di Luigimaurizio Assolari è stato un continuo rigenerarsi, un percorso evolutivo nato dal-la costante ricerca e passione verso diverse forme espressi-

ve. “Residui di Energia, La Ri-generazione” rientra all’interno del Teatro Festival Albanoarte e sarà visitabile fino al 9 marzo. La rassegna è ricca di eventi imperdibili, come la Prima Na-zionale di “Micro”, performance della Compagnie Dernière Minu-te di Pierre Rugal, coinvolgente ed energica esperienza teatra-le, che si terrà il prossimo 9 e 10 marzo e idealmente completa la visita della galleria artistica.

Flora Virgillito

Residui di energia con Arte La Ri-generazione secondo AssolariIn occasione di Albanoarte, le opere dell’artista Luigimaurizio Assolari propongono un mondo alternativo e sostenibile

“L’arte filtra e astrae i residui: piuttosto che lasciare degradare la materia scartata, questa viene rielaborata, trasformata attraverso la combustione e assemblata con colori e luci, proponendo così un contenuto nuovo e soprattutto alternativo”

“È come se l’artista stesso invitasse lo spettatore ad aprire una finestra: ciò che si presenta all’occhio è una rappresentazione delle stagioni così come erano vissute una volta, che quindi invita a ritrovare un ritmo vitale ancora legato alla natura.”

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Ecologia & Imprese

Futuri elettricisti greenpiù consapevoli che mai

Siamo i ragazzi della scuola Pa-tronato San Vincenzo di Ber-gamo. Con i nostri insegnanti abbiamo partecipato a un bando della Fondazione Cariplo aperto alle scuole secondarie di secon-do grado e ai Centri di formazio-ne professionale, come il nostro. Il Patronato San Vincenzo è stata la prima scuola professio-

nale a vincere il bando “Scuola 21” e il progetto che abbiamo presentato ha durata biennale, fino al 2015. I protagonisti sia-mo noi ragazzi delle due clas-si del secondo anno del corso per operatore elettrico, insieme ai nostri insegnanti. Il titolo del nostro progetto è “Il Sole bacia tutti - l’energia solare e la globa-

lizzazione” e le tematiche su cui lavoreremo sono: energie rinno-vabili, sostenibilità ambientale, competenze professionali nel campo del fotovoltaico e infine cultura ambientale. Il progetto si sviluppa in quattro fasi. Le prime tre fasi saranno svolte in questo anno scolastico. La prima con-siste nell’esplorazione dell’ar-

gomento grazie all’intervento di alcuni esperti del Centro di Etica Ambientale, nelle uscite didat-tiche e nell’esperienza di Ber-gamoscienza. La fase due ha come obiettivo il confronto con il tema ambientale e energetico. Nella terza fase si raccoglieran-no i dati elaborati, che saranno poi selezionati per valutare quale

potrà essere il progetto concre-to finale. Nell’ultima fase, che si svolgerà il prossimo anno sco-lastico, attueremo un interven-to concreto sul tema prescelto, che dovrà avere una ricaduta nel contesto locale. Con il progetto “Scuola 21” e, nello specifico, il percorso “Energeticamente consapevoli,” i docenti puntano a migliorare l’offerta formativa scolastica, collegando tutte le materie tra loro, sulla base di un tema ambientale. Alla conclu-sione del progetto saremo co-sì pronti ad essere cittadini più consapevoli e responsabili con un’opinione critica sulle azioni che compiamo.

Il Patronato San Vincenzo di Bergamo vince il bando “Scuola 21”della Fondazione Cariplo con il progetto “Il sole bacia tutti”

Quest'anno grazie al progetto Scuola 21 abbiamo la possibilità di confrontarci con la realtà della Bolivia e del Kenya attraverso vi-deoconferenze Skype. La Bolivia è uno Stato dell'Ame-rica Latina, ha come capitale politica la città di La Paz. La sua superficie è di 1.098.581 km² e conta circa 10 milioni di abitanti. In Bolivia è presente un istituto professionale simile al nostro, fondato dal Patronato San Vin-cenzo nel 1972. Attualmente sono attivi cinque corsi di for-mazione professionale: fabbro, riparatore elettrico, falegname, meccanico d’auto e operatore alle macchine utensili. L’istituto professionale è situato all' inter-no della "Ciudad de los niños", una grande struttura dove viene data la possibilità ad orfani o a minori che vivono in situazioni di-sagiate di avere una casa.Abbiamo anche un forte legame con il Kenya. Il Kenya è uno stato

dell'Africa orientale, ha una su-perficie di 582.650 km², conta circa 40 milioni di abitanti e la sua capitale è Nairobi. L'istitu-to ST. Kizito Vocational Training

nel distretto di Ruaraka (Nairobi) accoglie ogni anno il nostro pro-fessore Claudio Drago. L’obietti-vo è quello di istruire, nel settore elettrico, giovani kenioti che non

avrebbero altrimenti la possibili-tà di studiare. Questo Istituto è stato avviato nel 1994 con soli tre corsi. Dal 2001 i corsi a di-sposizione sono otto, della du-

rata di due anni. Siamo felici di poter conoscere realtà molto di-verse e distanti dalla nostra, con le quali cercare di cooperare per il bene comune.

La classi 2ª A e B del settore elettrico e il sud del mondoI rapporti del Patronato di Bergamo con le realtà della Bolivia e del Kenya

Le classi seconde del corso per operatore elettrico

Laboratorio di falegnameria in Bolivia Alunni dell’Istituto St. Kizito durante una lezione con il professore Claudio Drago

Per informazionesui progettiwww.afppatronatosv.orgwww.ilsolebaciatutti.org

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Nel periodo tra settembre e ot-tobre del 2013 noi studenti delle classi seconda settore elettrico abbiamo partecipato a Bergamo Scienza, un festival che ha co-me scopo la divulgazione delle scienze al grande pubblico.

La nostra scuola ha ospitato i ragazzi provenienti da scuole esterne, tre giorni a settimana. La finalità di questo progetto era mostrare come produrre energia partendo da un sem-plice limone fino ad arrivare ad

un complesso pannello fotovol-taico. Si iniziava con un video di presentazione sul risparmio energetico e un quiz dal tito-lo: “Quanto sei energicamente consapevole?”. In un secondo momento i ragazzi sono stati portati nel nostro laboratorio do-ve venivano effettuati vari esperi-menti. Il primo esperimento ( foto 1) produceva energia attraverso semplici limoni. Sono stati pre-si due limoni e inserite due viti ciascuno, una di rame e una di zinco. Si è collegato un elettrodo alla vite di rame di un limone e un altro elettrodo alla vite di zinco dell’altro limone. Grazie all’acido citrico contenuto nei limoni si ot-tenuto elettricità. Nel secondo ( foto 2 ) si è esposto il fenomeno dell’elettrolisi. Presa una baci-nella contenente acqua distillata e immersi due elettrodi collega-ti a un generatore si è aggiunto sale all’interno della bacinella. Il sale a contatto con l’acqua è diventato conduttore di elettri-cità. Nel terzo ( foto 3 ) esperi-mento si aveva una casetta con un pannello solare sul tetto e un motore interno collegato a delle pale esterne. Vicino alla casetta abbiamo predisposto una lam-padina che simulava il sorgere e tramontare del sole. Aumentan-do la luminosità le pale giravano più velocemente mentre rallen-tavano quando la luminosità di-minuiva. Infine, vi era un tavolo con degli attrezzi da lavoro e un

piccolo impianto dove i ragaz-zi potevano improvvisarsi per qualche minuto elettricisti. Ini-zialmente non è stato facile par-lare davanti a gruppi di ragazzi diversi ma dopo le prime giorna-te tutto è diventato più semplice e naturale. Quest’esperienza è

stata utile perché abbiamo vis-suto una scuola diversa, dove non dovevamo stare sempli-cemente seduti ad ascoltare la lezione ma abbiamo progettato e gestito il nostro tempo. Per la prima volta in veste di profes-sori.

Dal limone al fotovoltaicoI ragazzi del corso per operatore elettrico espongono la scienza ai giovani

Visite e incontriGrazie al progetto “Il sole bacia tutti”possiamo capire l'importanza della green economyper il nostro futuro lavorativo

Le nostre classi hanno partecipato a diverse uscite sul territorio e a interventi con esperti in campo ambientale. È stata scelta come prima uscita la Torre del Sole di Brembate Sopra perché il sole è la nostra risorsa principale ed è anche una delle maggiori fonti di energia rinnovabile. Dopo la visione delle slides sulla sto-ria dell’universo, ci siamo avviati verso la sala del planetario per esplorare le costellazioni e infine all’osservatorio astronomico. Abbiamo poi partecipato a un laboratorio condotto dalla dotto-ressa Claudia Proserpio chiamato “L’ambiente attraverso parole e immagini” con l’obiettivo di farci percepire il mondo con occhi diversi. Abbiamo avuto il piacere di incontrare il direttore del Cea, il professor Luciano Valle, che ci ha spiegato che nel mondo ogni anno sono abbattuti più di dodici miliardi di ettari di foreste e ha concluso il suo intervento dicendo che tutto ciò che ci circonda è intimamente collegato e che dobbiamo salvaguardare l’am-biente perché senza di esso non potremmo vivere. L'uscita al museo “Leonardo da Vinci” è stata un'occasione per fare sem-plici esperimenti con il sole e il vento e assistere alla simulazione di una centrale elettrica. Abbiamo così appreso nuovi principi scientifici che consentono di produrre energie alternative. Nei prossimi mesi ci attendono incontri con altri esperti come il professor Renato Romano che ci parlerà della green economy e dei green jobs; la dottoressa Proserpio approfondirà, invece, le tecniche di “problem solving” e “decision making” e l’ingegnere Alex Borlini ci parlerà di energia, tra crisi e risorse rinnovabili.

Quanto sei energeticamente consapevole?

Le soluzioni del quiz: Domanda 1: BDomanda 2: A Domanda 3: A Domanda 4: B Domanda 5: B Domanda 6: A Domanda 7: A Domanda 8: BDomanda 9: A Domanda 10: C Domanda 11: B

0 – 2 Scialacquatore3 – 5 Sprecone6 – 9 Risparmioso10 - 11 Ecologo

Per lavarsi, si consuma meno acqua:a. Facendo il bagno b. Facendo la doccia c. Inondando la cantina trasformandola in piscina

Un bravo risparmiatore non infilerebbe mai nel frigo: a. Un minestrone fumante b. Una cipolla puzzolente c. Un gelido spumante

Facendo un normale bucato,si spende di più:a. Per l’elettricità b. Per l’acquac. Per il detersivo

Per parcheggiare 100 motorinisi occupa lo spazio: a. Di 50 automobili b. Di 20 automobili c. Di 8 automobili

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Il nome dell’energia eolica deriva:a. Dall’Eolide, regione dell’Asia minore assai ventosab. Da Eolo, antico re dei venti c. Da Eolo, nano di Biancaneve dai potenti starnuti

Una lampadina a incandescenza trasforma fino al 96% dell’energia:a. In luceb. In calore c. In radioattività La prima casa è stata illuminata con lampadine elettriche:a. Nel 1880b. Nel 1915c. Nel 1940

Per risparmiare, e lampadine vanno:a. Spolverate con curab. Raffreddate con cubetti di ghiaccio c. Sostituite ogni tre mesi

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L’unità con cui misuriamo l’energia elettrica che si consuma in casa è: a. Il kilobyte (kB)b. Il kilowattora (kWh)c. Il kilofastolavoro (kFsL)

L’effetto serra aumenta e il surriscaldamento della terra potrebbe portare entro un secolo:a. All’inondazione delle città costiereb. All’evaporazione degli oceani c. All’esplosione di pomodori, meloni e zucchine

Quale di queste forme di energia non è stata utilizzata nei secoli passati per macinare il grano:a. Energia solare b. Le correnti d’aria e acqua c. La forza degli animali

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Scopri se sei scialacquatore, sprecone, risparmioso o ecologo

QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ

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Dal virtuale al reale. Per com-prendere quanto le scelte energetiche possano influen-zare la crescita e il benessere quotidiano della propria città, arriva Power Matrix. Bastano un mouse e un pc e chiunque può diventare un Energy Manager di succes-so. Gli ideatori del gioco online gratuito Power Matrix, svilup-pato dal Settore Energy di Sie-mens, hanno creato una realtà virtuale in cui l’obiettivo è co-struire un sistema energetico urbano sostenibile e permet-tere così, grazie al contributo di tutti gli utenti, di immaginare un futuro per le nostre città, studiandone processi e stra-

tegie adattabili alla realtà. Lo scopo del gioco è, quindi, di-ventare un Energy Manager di successo di una città, proget-

tando un sistema energetico sostenibile. Il gioco parte con la creazione di una città da ze-ro: c’è il terreno incolto e disa-bitato e bisogna urbanizzarlo. Il giocatore ha quindi il compi-to di contribuire alla crescita di una città attraverso la creazio-ne di un mix energetico intelli-gente e attraverso la fornitura di impianti di alimentazione. Migliore è il mix energetico che il giocatore riesce a crea-re, combinando le diverse fon-ti di energia, più velocemente crescerà la sua città. Insom-ma, l’Energy Manager deve valutare la combinazione di più metodi, sia tradizionali sia innovativi, affinché la città pos-sa svilupparsi nel modo meno nocivo possibile per il pianeta. Il posizionamento nella classi-fica delle città dipende dalle at-

tività e dal bilancio energetico; in un’apposita sezione è inol-tre possibile controllare diversi parametri, come il consumo delle risorse energetiche o la potenza generata, per decide-re dove intervenire per miglio-rare l’efficienza del sistema. L’energia prodotta in eccesso rispetto al fabbisogno degli abitanti può essere venduta ad altre città e quindi ad altri concorrenti. Il giocatore può, inoltre, confrontarsi con gli al-tri concorrenti e condividere i risultati delle proprie ricerche

per migliorare l’efficienza della propria città. Un gioco nato con l’intento di far riflettere un numero sem-pre più elevato di persone su come le scelte relative all’ap-provvigionamento energetico influenzino la crescita e il be-nessere della vita quotidiana di un aggregato urbano, per po-ter così proiettare il virtuale sul reale e agire di conseguenza. Basta un click e il gioco (ener-getico) è fatto.

Alessandro Sonzogni

Il Settore Energy di Siemens ha sviluppato un gioco online per diventare Energy Manager

Power MatrixLa sostenibilità diventa un gioco

Ecologia & Imprese

L’Energy Manager… nella realtàConsiglia, analizza, ma, soprattutto, progetta soluzioni tecnico-finanziarie legate al risparmio energetico. Si tratta del responsa-bile per la conservazione e l’uso razionale dell’Energia, meglio conosciuto come Energy Manager. Figura poco nota nel varie-gato universo del management, esiste in Italia già dal 1991, con la legge 10, che la istituzionalizza all’interno di enti ed imprese portate a consumare grandi quantità di energia. Soggetti ob-bligati ad assumere l’Energy Manager, a pena di sanzione, le imprese industriali che consumano 10.000 tep di energia all’an-no (consumi energetici equivalenti a tonnellate di petrolio); Enti Pubblici e soggetti del Terziario che consumano 1000 tep annui, che corrispondono a circa 1,2 milioni di metri cubi di gas natu-rale o 4,5 milioni di kwh.La figura dell’Energy Manager è ancora spesso sottovalutata in azienda. Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Ener-gy Management nella maggioranza dei casi è sempre l’Ammi-nistratore delegato a concludere le trattative con i fornitori di energia e a prendere le decisioni finali, lasciando nell’ombra questa categoria di dirigenti che, ancora oggi, occupa una po-sizione dirigenziale solo sulla carta.Nel 38% dei casi l’Energy Manager non decide, ma i benefici che portano alle aziende per le quali lavorano sono innegabili. Sebbene troppo spesso surclassato dall’Amministratore dele-gato, infatti, riesce a seguire un progetto dalle fasi iniziali fino alla realizzazione ottenendo notevoli risultati già nell’arco di due an-ni: si parla di un risparmio energetico per l’impresa che si aggira intorno al 10,8%, una percentuale che la dice lunga sull’impor-tanza di queste figure dirigenziali innovative e proiettate verso la green economy.Lo studio informa inoltre sulle modalità usate dall’Energy Mana-ger per selezionare un fornitore, sia nel settore privato sia nel-la Pubblica Amministrazione: la durata media di una trattativa ruota intorno ai sei mesi e sembra allungarsi quando si svolge con un Ente Pubblico. Generalmente il bando di gara coinvol-ge tre potenziali fornitori e la scelta finale si basa su due criteri fondamentali: l’entità delle tariffe e l’affidabilità della compagnia erogatrice di energia.

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L’impegno per ottimizzare l’ef-ficienza energetica e la ridu-zione dei consumi ha, nei data center, uno scenario di note-vole interesse con importanti opportunità di sviluppo, consi-derando che circa il 2% dell’in-tera quantità di Co2 emessa nel mondo proviene attual-mente dai consumi connessi all’informatica. Nei prossimi anni la gestione più sostenibile delle grandi infrastrutture in-formatiche rappresenterà uno dei fattori chiave per quanto ri-guarda l’efficienza energetica. Sul tema abbiamo intervistato Mattia Paolini, Sales e Mar-keting Manager della società Nanosoft di Brescia, che oltre ad essere specializzata in ar-chitetture per l’efficienza IT, ha

sviluppato una notevole espe-rienza nel proporre soluzioni integrate per l’ottimizzazione energetica dei data center.

Cosa si intende per data center ecosostenibile?

«L’attenzione verso l’ecososte-nibilità dei data center è un te-ma di grande interesse anche se spesso ancora sottovaluta-to. Progettare da zero o riorga-nizzare un data center in modo ecosostenibile significa appli-care un approccio olistico: considerare ogni singolo com-ponente dal data center come parte di un sistema migliora-bile. Un driver essenziale, ad esempio, è stabilire come po-sizionare le apparecchiature nelle sale, configurando un la-

yout tecnologico che punta al migliore raffreddamento delle macchine».

Come si ottiene un miglio-ramento della temperatura all’interno di un data cen-ter? Contano le dimensioni degli armadi e lo spazio in cui sono collocati?

«Entrambe le componenti so-no importanti, anche se spes-so le temperature più elevate e i maggiori problemi di clima-tizzazione si rilevano in data

center di piccole e medie di-mensioni, piuttosto che nelle grandi strutture. Nei piccoli data center, a volte costituiti solamente da uno o due ar-madi, l’alloggiamento avviene in locali angusti e senza por-re attenzione alla temperatu-ra. Questo comporta diversi problemi anche dal punto di vista dell’efficienza energetica e quindi dei consumi. In ogni caso bisogna curare sempre la lunghezza del percorso dei flussi d’aria, evitare la resisten-za al flusso e favorire lo smalti-

mento dell’aria riscaldata delle apparecchiature. Da ciò de-riva anche il posizionamento e la scelta dei climatizzatori. Bisogna poi curare il coordi-namento tra condizionatori, garantendo così risparmi che possono superare il 40% ri-spetto a una struttura non adeguatamente climatizzata».

E per quanto riguarda la decisione di portare par-zialmente o totalmente la gestione e la memoriz-zazione dei propri dati in

cloud? È una scelta che si traduce in vantaggi effetti-vi e quantificabili dal punto di vista dei costi e dei con-sumi di energia nel data center?

«È chiaro che in questo caso l’efficientamento proviene dal fatto che eliminando i server aziendali per passare a cen-trali in remoto, vengono meno le relative voci di spesa riguar-danti anche i consumi ener-getici. Per chiarezza e serietà professionale, però, ricordia-mo sempre ai nostri interlocu-tori che la scelta del cloud non è automatica o sempre scon-tata: anch’essa deriva da una verifica, da un auditing che sa mettere in luce le necessità, le opportunità e le convenienze. Non a caso proprio la valu-tazione di ciò che esiste e di quello che si può fare, così co-me un piano strategico riguar-dante il cloud, li consideriamo come punti di forza dell’offerta di servizi Nanosoft. Possiamo ragionevolmente dire che per chi si occupa di architetture delle infrastrutture IT l’auditing energetico rappre-senta ormai una componente imprescindibile del lavoro e dell’offerta alla clientela. Gra-zie alla riduzione dei consumi energetici si può realizzare un più rapido ammortamento del costo dei nuovi impian-ti e ripagarsi dell’investimento effettuato, con il vantaggio di disporre di tecnologie evolute, che rendono di più e rispetta-no l’ambiente».

Abbiamo chiesto a Mattia Paolini della società Nanosoft di Brescia un parere sul consumo energetico delle infrastrutture IT e su come renderle più ecocompatibili

Data center “green” Ecosostenibilità per infrastrutture IT

“Progettare da zeroo riorganizzare unData center in modo ecosostenibile significa applicare un approccio olistico: considerareogni singolo componente come parte di un sistema migliorabile”

Mattia PaoliniSales e Marketing Manager di Nanosoft

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“Anche i muri hanno occhi e orecchie”, non solo un’espres-sione metaforica, ma una fulgida realtà. Si tratta di Smart Wall, la parete di legno intelligente, pro-getto avanguardista nato in pro-vincia di Bergamo che potrebbe cambiare il futuro dell’edilizia, oltre che rivoluzionare la vita di molte persone e aziende. Andiamo con ordine: la paterni-tà di questa innovazione si deve alla Mba Green Build, società di consulenze per l’edilizia che sot-tostà a Mba Group srl, azienda di Almenno San Bartolomeo presieduta da Roberto Redael-li. Il progetto si è recentemente aggiudicato il bando “Impresa digitale 2012”, promosso dal-la Camera di Commercio e dal Comune di Milano: un importan-te riconoscimento che ha visto

l’azienda della Valle Imagna pre-valere con pieno merito su oltre 800 candidature. “Smart Wall” è un prefabbricato ligneo che ha davvero poco in comune con le consuete pareti domestiche: è infatti in grado di monitorare un ambiente ed elaborare i dati in esso percepiti, attivando conse-guentemente interventi risolutivi

in caso di anomalie o pericolo. In termini pratici, il sistema per-mette di racchiudere in un’uni-ca soluzione i diversi dispositivi elettronici attualmente utilizzati per il controllo di un edificio e inerenti, per esempio, al rispar-mio energetico o alla sicurezza. Il cuore pulsante di questa pa-rete intelligente è la sinergia tra

i materiali utilizzati e le termina-zioni di cui si compone, le quali hanno proprietà piezoelettriche, cioè in grado di trasformare energia meccanica in energia elettromagnetica. Attraverso le proprietà fisiche intrinseche del-la parete in legno, le terminazioni piezoelettriche - collegate a un convertitore analogico-digitale – rilevano vibrazioni meccaniche o acustiche propagate nello spa-zio circostante; grazie poi ad un software e algoritmi dedicati, il dispositivo è in grado di interpre-tare e classificare i diversi input registrati. Nella vita di ogni gior-no l’utilizzo delle “Smart Wall” può essere adottato nei contesti più disparati, integrandosi con gli attuali dispositivi domotici: dagli edifici residenziali a quel-li commerciali, passando per le scuole, le case di cura o gli ospe-dali. Le sue terminazioni posso-no rilevare movimenti inattesi come l’intrusione di un estra-neo o la caduta di una persona, oppure uno sbalzo improvviso della temperatura (connesso per esempio a un principio d’in-cendio) o ancora una vibrazione dell’edificio legata a una scos-sa di terremoto. Questi dati sa-ranno quindi riconosciuti dalla parete come segnali d’allarme, generando una richiesta d’inter-vento agli organi preposti (pron-to soccorso o forze dell’ordine) o l’invio di un messaggio scritto a un cellulare o un tablet. Ulteriori applicazioni riguardano l’ambito del cosiddetto “Smart Energy Management”: grazie a sensori in grado di monitorare i consu-mi energetici di un edificio di-venta possibile attuare eventuali

azioni di controllo e di ridistribu-zione dell’energia. Anche la “te-lemedicina” può trarre benefici da Smart Wall, semplicemen-te appoggiando una mano alla parete, infatti, il muro è in grado di rilevare il battito cardiaco del paziente, consentendo al perso-nale medico di monitorare la si-tuazione anche da remoto.

Onofrio Zirafi

La parete di legno intelligente di Mba Green Build permette di monitorare un ambiente ed elaborarne i dati con applicazioni in molti ambiti

Smart Wallverso il futuro dell’edilizia

Ecologia & imprese

“Le sue terminazioni possono rilevare movimenti inattesi come l’intrusione di un estraneo o la caduta di una persona, oppure un principio d’incendio o una scossa di terremoto”

Mba Group, azienda nata nel 2010 e quindi in piena congiuntura economica ne-gativa, ha scelto di imboc-care con decisione la strada dell’innovazione, lanciando nuove tecnologie e realiz-zando prodotti innovativi: una strategia che si è dimo-strata foriera di successi. Mba Group conta ora 55 dipendenti: nel 2012 ha fat-turato circa 9 milioni di euro, ed anche il 2013 si è chiuso con un incremento di circa il 15%. Il Nord Europa rappre-senta lo sbocco sul merca-to più cospicuo (circa l’80% del totale), e ora l’azienda spera in un ulteriore salto di qualità grazie a “Smart Wall”. In coerenza con i prin-cipi promossi, questo pro-getto è stato applicato nella nuova sede del gruppo ad Almenno San Bartolomeo, dove uffici, showroom e la-boratori sono stati ricavati recuperando e bonificando un edificio pre-esistente, nonché arredati con mate-riale green e riciclato.

Roberto Redaelli

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Occuparsi del proprio giardino è un vero momento di godimento per ogni appassionato del verde e della natura. Ora che si comin-ciano a intravedere le prime gior-nate di sole non si può far altro che aspettare che arrivi la pri-mavera con quell’esplosione di profumi, colori, foglie, germogli e fiori. Ma ogni giardino in fiore che si rispetti nasconde, dietro le quinte, ore di lavoro e dedizio-ne passate a tagliare l’erba del prato, recidere i rami di troppo, spazzare le foglie cadute e sba-razzarsi dei rifiuti organici che derivano da questi lavori. Inoltre sì, lo vogliamo dire: non esistono più le stagioni di una volta! Pioggia, sole, freddo, cal-do, tempo imprevedibile fino a giugno. Aggiungiamoci un inver-no molto più mite del solito e il risultato per il nostro giardino è qualcosa di simile all’anarchia floreale. Oltre a un’insolita tem-pistica di fioritura, c’è sempre il problema del taglio dell’erba, difficoltoso se il prato è bagnato e che richiede la continua ma-nutenzione del rasaerba, una

tanica di benzina sempre dispo-nibile in casa e la necessità di smaltire i residui organici. Gra-zie all’innovazione tecnologica, anche il taglio dell’erba ha ormai conosciuto nuove frontiere che consentono efficienza e risultati migliori, il tutto accompagnato dall’attenzione all’ecologia che caratterizza le migliori invenzioni degli ultimi anni. Neumann Robotics ha introdotto Mission e MiniMission, due droni tosaerba (concetto simile ai dro-ni utilizzati per la pulizia delle pi-scine) che garantiscono la salute e la bellezza del manto erboso con risultati simili a quelli che si possono ammirare sui campi da golf, tenendo in considerazione il lato ecologico ed economico. Il continuo passaggio del drone sul prato fa in modo che le punte dei fili d’erba non ingialliscano e che il verde del prato sia unifor-me. Il drone non strappa le punte dei fili d’erba, ma le taglia di netto lasciando la parte di troppo sul prato a fungere da fertilizzante, limitando l’evaporazione dell’u-midità del suolo, consentendo

un inferiore utilizzo di acqua per annaffiare il giardino ed evitando la crescita di erbacce indeside-rate, anche senza diserbanti. Vantaggi non indifferenti anche per il costo della fonte energe-tica che passa da circa 75 eu-ro all’anno per il carburante a 10 euro, grazie alla ricarica elettrica. Le emissioni di Mission sono pa-ri a zero e la diminuzione di in-quinamento riguarda non solo l’ambiente ma anche l’acustica

(57 dB di Mission contro gli 85 di un classico rasaerba).Oltre alla linea di tosaerba, Neu-mann Robotics ha pensato an-che ad altri utensili utili per la cura del verde di casa mantenendo la stessa filosofia che assicura me-no fatica, meno consumi, rispet-to per l’ambiente ed efficienza. Gli attrezzi Neumann funzio-nano grazie a una batteria al li-tio ricaricabile, il che comporta meno spesa per il carburante,

emissioni pari a zero, leggerez-za (fino al 40% in meno rispetto agli attrezzi a motore a scoppio), meno inquinamento acustico e maneggevolezza, soprattutto grazie alla combinazione fra leg-gerezza e assenza di cavi, come avviene per i comuni soffiatori di foglie e decespugliatori elettrici.A trarne vantaggio è la qualità del lavoro, l’ambiente e la salu-te, senza sottovalutare l’aspet-to relativo alla sicurezza: tempi di arresto equivalenti alla metà rispetto alle versioni a scoppio, nessun contatto fra carburante altamente infiammabile e mo-tori surriscaldati, nessun cavo (pericoloso, ingombrante e vin-colante per alcune posizioni). E infine le vibrazioni prodotte dagli attrezzi Neumann sono ridotte a più della metà rispetto agli at-trezzi classici, che causano gravi danneggiamenti alle articolazio-ni. Quando arriverà la primavera, non facciamoci cogliere impre-parati, usiamo gli strumenti mi-gliori.

Giorgio Sappilo

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La lunga e persistente crisi economica ha fatto emerge-re la condizione di povertà e deprivazione che si sta diffon-dendo anche nei cosiddetti paesi sviluppati. Questa situa-zione richiama l’attenzione sul paradosso per cui, accanto a condizioni di estrema povertà, persistono sprechi di risorse che vengono distrutte, invece di essere destinate a chi ne ha più bisogno. Lo spreco di cibo in questo contesto è un indicatore evidente delle gravi disfunzioni dell’attuale sistema economico. A partire da que-sta constatazione il 5 febbraio 2014 è stata indetta la Prima

Giornata nazionale di preven-zione dello spreco alimenta-re. A Roma presso il Ministero dell’Ambiente è stata convoca-ta la Consulta degli stakehol-der della filiera agroalimentare italiana, per la predisposizione di un Piano Nazionale di pre-

venzione degli Sprechi Alimen-tari (Pinpas). Coop, portatrice dei valori cooperativi e forte della sua esperienza contro gli sprechi e delle scelte per la so-stenibilità ambientale e sociale ha partecipato alla Consulta con una serie di proposte tese a superare alcuni limiti buro-cratici e interpretativi delle nor-me che hanno impedito fino ad oggi la possibilità di estende-

re ulteriormente la funzionalità della “legge del Buon Samari-tano” e di conseguenza anche l’ulteriore sviluppo del progetto “Buon fine”. In questi anni l’ini-ziativa “Buon fine” si è via via affinata fino a divenire un pro-getto vasto e originale di col-laborazione tra le cooperative di consumatori e il mondo del non-profit a sostegno dei più bisognosi. Coop Lombardia in

concomitanza di questa gior-nata ha comunicato i risultati ottenuti nell’impegno contro lo spreco alimentare nel 2013 che riportiamo nella tabella. Tra i dati menzioniamo il nume-ro di ben 3.500 persone assi-stite ogni giorno per un valore totale di prodotti donati pari a quasi 3 milioni di euro.

Valter Molinaro

Coop in prima linea nella Giornata nazionaledi prevenzione dello spreco alimentare

Progetto Buon FineEcologia & Imprese

“Coop, portatrice dei valori cooperativi, è forte della sua esperienza contro gli sprechi e delle scelte per la sostenibilità ambientale e sociale”

ProgettoBuon fineDa spreco a risorsa

L’idea è semplice: ogni giorno la grande distribuzione deve smal-tire come rifiuti quantità significative di alimenti che sono ancora perfettamente commestibili, ma che per i più svariati motivi non sono più vendibili: per esempio il packaging è danneggiato, il prodotto fresco è ammaccato, ci sono stati errori negli ordini, sono prodotti con data di scadenza ravvicinata destinati pro-babilmente a rimanere invenduti, sono residui di attività pro-mozionale e di campionatura, sono residui di test e lanci, sono intervenuti eventi sfavorevoli come il meteo o gli scioperi.Il progetto di Coop Lombardia “Buon Fine” trasforma questo spreco in un’opportunità recuperando il cibo e organizzando la cessione gratuita di questi alimenti alle persone bisognose attraverso il rapporto diretto e senza intermediazione, con le or-ganizzazioni non-profit attive nel sociale e presenti nel territorio.

Buon fine 2013 COOP Lombardia

546.982 kgQuantità prodotti alimentari recuperati

2.910.806 €Valore dei prodotti donati

3.500Numero giornaliero persone assistite

1.250.000Numero pasti erogati

43*Punti vendita coinvolti

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Ca’ Foscari è Università, è Ve-nezia, è storia, è regata. Dal 1457, quando fu abitato per la prima volta dal doge Fran-cesco Foscari, nei suoi ultimi giorni di vita, il palazzo goti-co di Ca’ Foscari, progettato da Bartolomeo Bono, è parte integrante della magnifica ar-chitettura cittadina di Venezia. Affacciato sul Canal Grande, è ancora oggi strettamente collegato al rituale della Re-gata Storica, che si svolge a Venezia nella prima domenica di settembre: da Ca’ Foscari si accede alla “machina”, ossia il palco dove siedono le autorità e dove i vincitori -i primi quattro classificati per ogni corsa- ri-tirano il premio più ambito: la bandiera. Dal secondo piano di questo magnifico palazzo gotico Canaletto dipinse due celebri vedute cittadine: “Ca-nal Grande da Ca’ Balbi verso Rialto” (1720-1723, Museo del Settecento veneziano a Ca’ Rezzonico) e “Regata sul Ca-nal Grande” (1732 circa, Win-dsor, Royal Collection). Il palazzo di Ca’Foscari è stato inserito fra i siti paesaggistici e i beni culturali, cui il Forum Nazionale dei Giovani ha as-segnato il bollino di “meraviglia italiana” nell’ambito dell’omo-nimo progetto, nato in occa-sione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Ebbene, Ca’ Foscari, dal 1868 sede storica dell’U-

niversità di Venezia, ha oggi ricevuto la prestigiosa certifi-cazione “Leed” (Leadership in Energy and Environmental De-sign), diventando così l’edificio “green” più antico al mondo. Promossa da Us Green Buil-ding Council, la certificazione “Leed” attesta il livello di soste-nibilità di un edificio nelle atti-vità di conduzione, di gestione e manutenzione dell’immobile. Ca’ Foscari è stato valutato, nonostante la sua antichità, come palazzo straordinaria-mente all’avanguardia per ef-ficienza idrica, efficientamento energetico e approvvigio-namento da fonti rinnovabili, acquisti verdi, gestione rifiuti, prodotti delle pulizie sostenibili a bassa tossicità, mobilità so-stenibile. «Sono molto soddi-sfatto di questo traguardo che certifica un insieme di scelte e politiche sostenibili portate avanti da Ca’Foscari in molte-

plici ambiti con il sostegno dei suoi organi attraverso la Carta degli impegni per la sostenibi-lità e il Report di sostenibilità pubblicato ogni anno -ha di-chiarato il Magnifico Rettore dell’Università “Ca’ Foscari”, Carlo Carraro- L’assegnazio-ne della certificazione “Leed”,

per un palazzo che ha seco-li di storia e caratteristiche strutturali molto diverse dagli immobili contemporanei, ri-conosce l’impegno e gli sforzi concreti dell’Ateneo per il be-nessere degli studenti e del personale e il rispetto del terri-torio. L’auspicio è che altri ate-

nei italiani raccolgano questa sfida». Il traguardo raggiunto da Ca’ Foscari, capofila tra le università italiane in termini di sostenibilità, è il risultato del-la partnership con Habitech, consulente per la riqualifica-zione sostenibile degli edifici esistenti, e Coster, azienda che opera nel settore del con-trollo dell’energia. La gestione virtuosa degli impianti e le po-litiche sostenibili dell’Ateneo veneziano hanno dunque per-messo di raggiungere questo risultato ambizioso, che apre uno scenario nuovo sulla ne-cessità di innestare la cultura della sostenibilità ambientale, anche nel contesto della tute-la e della valorizzazione degli edifici storici. In quest’ottica è indispensabile un importante cambiamento nella cultura del-la conservazione dei beni sto-rici e architettonici, all’insegna del trinomio “conservazione - restauro - ristrutturazione”, da realizzare mediante tecniche conservative innovative. La sfida è di integrare restauro e conservazione con tecnologie nuove, in grado di tendere ver-so il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. Una sfida audace e intelligente, che apre a prospettive di stra-ordinario interesse legate alla progettualità e all’innovazione.

Maria Imparato

La prestigiosa sede storica dell’Università di Venezia riceve la certificazione “Leed” per la gestione e la manutenzione sostenibile dell’infrastruttura

Ca’ Foscari diventa l’edificio “green” più antico al mondo

Società

“L’assegnazione della certificazione “Leed” per un palazzo che ha secoli di storia e caratteristiche strutturali molto diverse dagli immobili contemporanei riconosce l’impegno e gli sforzi concreti dell’Ateneo”

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Artigiano: chi esercita un’arte. Spesso l’etimologia delle parole regala il loro significato più pro-fondo che, anche se evidente all’interno della parola, può pas-sare in secondo piano. È il caso della parola “artigiano”, così co-munemente usata nel linguaggio professionale da celarne ormai la provenienza più autentica e pregevole.L’arte dell’artigiano ha recente-mente conosciuto periodi molto difficili in cui la sua sopravviven-za è stata messa a dura prova. Fino a pochi anni fa (o forse me-si?) pensando alle attività artigia-nali ci venivano in mente soltanto antiche professioni da bottega, portate avanti da anziani calzo-lai, falegnami e fornai grazie a dedizione, passione e a condi-zioni economiche migliori. Poi la crisi, il commercio su ampia scala, la concorrenza globale, la necessità di ottimizzare la tria-de tempi-costi-produzione ha portato a due fenomeni assolu-tamente opposti: la scomparsa quasi totale delle botteghe ar-tigiane risalenti a chissà quale secolo e la comparsa di nuove attività artigiane con la riscoper-ta del lavoro manuale e della sua unicità. Ulteriore piacevole cu-riosità: sembra che siano pro-

prio i giovani i più intraprendenti ed entusiasti nuovi artigiani. Sarà per via delle poche soddisfazio-ni che il mercato del lavoro offre oggigiorno, sarà per prendere le distanze da un ritmo di vita det-tato sempre più da ritmi di lavo-ro massacranti, sarà per poter staccare ogni tanto gli occhi dal computer, sarà per via della ne-cessità di tornare a sporcarsi le mani anche senza una particola-re spiegazione razionale. Troppe forse le ragioni, ma una è la più convincente di tutte: la passione.

Niya, strumenti musicali fatti con le mani e la passione

Non si tratta di un’antica bottega di liutai che resiste alla grande produzione degli strumenti mu-

sicali; al contrario, è una nuova attività che fa della diversità la sua forza. Maurizio Barba e la moglie Ileana hanno poco più di 30 anni e hanno avviato da zero il progetto Niya, costruendo con le proprie mani strumenti musi-cali partendo dalla lavorazione del legno. Il lavoro dei due giova-ni ha avuto fin dai primi mesi un grande apprezzamento, anche grazie alla particolare elabora-zione di cui gode ogni loro crea-zione. Differenziarsi dal mercato globale è la chiave del successo di Niya che dopo aver costrui-to, intagliato e assemblato ogni pezzo dello strumento musicale lo decora con la tecnica del dot painting, accostando cioè, con pazienza e precisione, tanti pun-tini fino a ricavarne un disegno a colori.Oggi Niya è il leader nel settore self-Made in Italy e proprio co-me la parola “artigiano”, anche il significato del suo nome svela la vera essenza del lavoro: Niya, nella lingua degli indiani d’Ame-rica, vuol dire “spirito”, lo stesso spirito che dal legno si conserva fino a quando gli strumenti musi-cali sono pronti per parlare.Kalimba fatta in vero cocco, an-che elettrica, Wood Drum a una, due, tre, quattro note. E poi la Ci-

gar Box Guitar, leggendaria chi-tarra Blues che gli afroamericani costruivano proprio partendo da una scatola di sigari, viene risco-perta e proposta amplificabile in

ogni dimensione e accordatura. Questi strumenti vengono utiliz-zati in diversi contesti, dalla mu-sicoterapia per bambini (e non solo), alla musica di spettacolo e cantautoriale. Come ogni arte il progetto Niya nasce dalla passione per la mu-sica che Maurizio e Ileana hanno coltivato per anni. Uno dei tanti esempi di come l’Italia sia la patria di quella cre-atività che l’ha resa famosa in tutto il mondo e ancora oggi, in un contesto in cui sembra diffi-cile emergere, esistono realtà virtuose che hanno trasformato una passione in un’idea, un’idea in una realtà. Segno che la cri-si, riletta in chiave creativa, può a volte diventare un’opportunità.

Giorgio Sappilo

Hello, I’m an artigianoIl nuovo artigianato è giovane e intraprendenteFuori dalle leggi del grande mercato ma vicino al pubblico anche grazie a internet

30 gennaio, Bergamo, pioggia, musica, ecologia. Forse la piog-gia non ci sta proprio bene ma era l’unica nota stonata della serata in compagnia dei Man-zella Quartet che presentavano l’ultimo album all’Edoné di Ber-gamo. “Come taste (a little bit of) the band” è il nome dell’ulti-ma creazione della Formazione Instabile che gli strumenti se li costruisce da sé con materia-li che altrimenti avrebbero un utilizzo assolutamente diverso

o sarebbero rifiuti. La celebre tegliarra col fedele bidonbasso, l’ecobatteria, la washboard e ogni altro strumento (erano tan-ti) presente sul palco hanno ac-compagnato il pubblico che da spettatore curioso è diventato parte della band durante gli ul-timi pezzi, assoldato come coro di maracas. Le maracas in verità erano vecchi barattoli e l’effetto del riciclo è fantastico se suona-to da tanta gente.

;Il riciclo prende suono con i Manzella Quartet all’Edoné Presentato il nuovo album della eco-Band

Si chiama Joe Koala, si trova a Osio Sopra e da marzo sarà un nuovo punto di riferimento per la musica, i musicisti, chi ama la buona compagnia e la birra artigianale. Joe Koala nasce dall’unione di un per-sonaggio bonaccione che prende vita da una canzone delle Capre a Sonagli, gra-zie ai disegni di Dulco Maz-zoleni, fumettista conosciuto come Fulvo il Lupo che si esi-birà proprio al Joe Koala con il nuovo progetto “Moostroo” l’8 marzo. Si tratta di artigia-

nato dell’intrattenimento: dalla musica alle birre, i tre giova-ni gestori del locale daranno spazio alla qualità non “main-stream”, senza troppi fronzoli e senza badare a cosa va di moda. Quattro spillatrici di bir-re artigianali, una delle quali, a rotazione, sarà ogni volta di-versa per dare la possibilità a nuovi birrifici di far conoscere la qualità del proprio prodotto e la propria realtà. Aggiorna-menti e programmazione su facebook!

;Joe Koala presenta musicadi qualità senza tirarsela

Fotografie di Lorenzo CortiLogo ideato da Laura Ferrara

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Provate a prendere la scuola. Poi prendete un po’ di educazione vecchio stampo. Mescolatele shakerando e una volta ottenuto il composto, ribaltatelo. Il drink che vi offriamo è un’inversione dei vettori pedagogici, pronto a soddisfare le esigenze dei più critici, i bambini per esempio. Una scuola dove sia possibile divertirsi, un luogo dove la cre-scita e l’apprendimento non si-ano predeterminati ma pronti a offrire una realtà scevra da ma-nipolazioni.

Il 22 febbraio l’auditorium di Nembro ha aperto le porte a questa diversa modalità di pen-sare l’educazione illustrandoci come il ribaltamento pedagogi-co non sia solo una teoria, ma una realtà già presente in mol-te scuole del nostro paese. Fra i relatori, Davide Donadi, Raffaella Cataldo e Davide Facheris, attivi da anni sul nostro territorio con percorsi di formazione alla pe-dagogia attiva e non direttiva co-sì come all’educazione libertaria e alla comunicazione empati-ca. Queste correnti di pensiero, nate in seno alle teorie di Maria Montessori, Alexander Neill e

Marshall Rosenberg, ribalta-no la comune prassi vedendo il bambino come il protagonista attivo del processo educativo e non come ricevente passivo dell’azione dell’adulto. L’educa-tore smette di essere “direttore d’orchestra”, riconsegnando a bambini e a ragazzi la possibili-tà di autoregolarsi. Come si so-no avvicinate queste scuole a princìpi e idee così alternative? Innanzitutto rinunciando all’i-dea del possesso: la pedagogia

deve diventare terreno neutro di autocoltura per sopravvivere nel mondo dell’educazione, do-

ve l’imprevedibilità di percorso è la quotidianità, e l’applicazio-ne cosciente di capacità resta sopita. Qualità invisibili spes-so cancellate, derise o peggio soppresse da un’ideologia della “prestazione”, del “successo” e dell’“eccellenza da mostrare”. Lo scenario dipinto dai relatori, rappresenta quello di un’educa-zione volta allo specifico benes-sere dell’individuo, condizione non esprimibile algoritmicamen-te attraverso una formula uguale per tutti. Una pedagogia che ab-bracci l’energia vitale dei ragazzi

invece che reprimerla per omo-logarli a comportamenti e sche-mi precostituiti. Una scuola dove la pratica possa passeggiare mano nella mano con la teoria, in un rapporto dialettico sempre vi-vo; un luogo dove l’errore non sia solo concesso come fisiologico percorso di crescita, ma diven-ti spunto irrinunciabile volto alla creazione di nuove idee. Il risul-tato sarebbe una pedagogia so-stenibile, che si sviluppa in piena armonia con l’uomo e l’ambiente e che vada incontro agli effettivi bisogni e processi che li gover-nano. Un’educazione che non impone delle regole ma che, ascoltando quelle dei suoi inter-locutori, riesca a riprogettarsi in modo libero e sempre nuovo.Perché allora non puntare su una comunicazione empatica, volta cioè alla capacità di rico-noscere i propri bisogni e quelli dell’altro attraverso uno stile non violento fondato sulla reciproci-tà. Quanto descritto nella confe-renza del 22 febbraio, non è solo un pensiero, ma una realtà che si sta realizzando in sempre più istituti, come la Piccola Scuola Libertaria Kether di Verona. Un sistema che democraticamente permette a ogni suo membro di partecipare all’organizzazione e alle attività che gli sono pro-prie. È così che la parola edu-cazione, riappropriandosi del suo significato etimologico -dal latino educere: tirare fuori, con-durre fuori- ribalta la prassi or-mai troppo comune del mettere dentro, riempire un vuoto, pla-smare e manipolare, ricordan-doci che la pedagogia è invece ascolto e rispetto. Un percorso in cui si accompagnano le per-sone, lasciando spazio alle di-verse personalità e alla libertà di espressione.

Alessandro Fortis

La nuova pedagogia è arrivata all’auditorium di Nembro per ribaltareil sistema educativo e creare una scuola più sostenibile

Capriole pedagogicheSocietà

“Queste correnti di pensiero ribaltano la comune prassi vedendo il bambino come il protagonista attivo del processo educativo e non come ricevente passivo dell’azione dell’adulto”

“Una pedagogia che abbracci l’energia vitale dei ragazzi invece che reprimerla per omologarli a comportamenti e schemi precostituiti”

“La scuola, un luogo dove l’errore non sia solo concesso come fisiologico percorso di crescita, ma diventi spunto irrinunciabile volto alla creazione di nuove idee”

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30 www.bergamosostenibile.comNumero 30 - Marzo 2014

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Dal 28 al 30 marzo torna a Mila-no “Fa’ la cosa giusta!”, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili organizzata da “Terre di mezzo Eventi” e “In-sieme nelle Terre di mezzo on-lus”, un evento ormai affermato a livello nazionale, dopo il suc-cesso dell’edizione precedente, chiusa con 72 mila presenze. La fiera tornerà per l’undicesima volta nella consueta location di fieramilanocity, con tante novità, centinaia di prodotti e idee per rendere la propria vita a misura d’uomo e d’ambiente. L’edizio-ne 2014 si articolerà in dodici sezioni tematiche, che spazie-ranno dall’alimentazione biolo-gica alla moda etica, passando per la mobilità elettrica, il mondo dell’infanzia, il turismo consape-vole e la cosmesi naturale. Fra queste, anche la nuova sezione “Sprigioniamoci!” - Economia carceraria, dedicata alle coo-perative e associazioni di pro-mozione culturale che operano nel mondo carcere. Si potranno

gustare gli antichi sapori del-la tradizione culinaria popolare all’interno della “Locanda di Fa’ la cosa giusta!”, ma anche at-traverso mostre, lezioni di cu-cina, degustazioni, laboratori e show cooking. Denominatore comune gli ingredienti semplici ed economici quotidianamente presenti sulle tavole dei nostri

nonni, come pane, legumi, pata-te e cipolle.All’innovazione dal basso e agli “artigiani digitali” sarà dedica-ta l’area “Green Makers”, un luogo d’incontro per designer, inventori e auto-produttori, in cui professionisti e semplici ap-passionati potranno scambiarsi idee, condividere progetti e spe-

rimentare. All’interno di “Spazio Makers” saranno presenti realtà ad alto contenuto tecnologico ma a basso impatto ambienta-le, come i pannelli per la ricarica di dispositivi elettronici senza fili e la nuova frontiera delle stam-panti 3D. Tanti anche gli incontri e i laboratori che proporranno l’utilizzo di tecnologie innova-

tive o corsi base, come quello organizzato da “Joomla! Lom-bardia”, per imparare a creare e gestire un sito web solidale, fa-cile e gratuito. Tra le novità del 2014 ci sarà anche uno spazio Eco-Wedding, interamente de-dicato a tutte le coppie di futuri sposi che vogliono organizzare un matrimonio che rispetti l’am-biente e sostenga le economie locali, senza rinunciare a bellez-za e novità. “Fa’ la cosa giusta!” è un even-to che si rivolge contemporane-amente al grande pubblico, ai gruppi d’acquisto e agli addetti ai lavori in ambito green. Non mancheranno tante occasioni per imparare a fare da sé: gran-di e piccini potranno mettersi al-la prova in laboratori di cucina, di autoproduzione di cosmeti-ci e all’interno di workshop per imparare a realizzare vestiti e accessori con materiali di recu-pero. Per saperne di più: www.falacosagiusta.org

Fa’ la cosa giusta! 2014A Milano la fiera SOStenibileDal 28 al 30 marzo innovazioni, laboratori e prodotti per vivere la quotidianità in modo più leggero per sé e per l’ambienteBergamo e BresciaSOStenibile presenti!

Milano, 28-30 MaRZo 201411ª fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibilifieramilanocity - M1 lotto fiera

Main sponsororganizzato da: Paese ospite Brasile con il sostegno di

laboratori, spettacoli, incontri, convegni con ospiti di prestigio, pro-iezioni di film e documentari di fama internazionale in una vera sala cinema. 12 sezioni tematiche, centinaia di espositori, cibo biologico e attività coinvolgenti dedicate a grandi, bambini e scuole. Ci rimboc-chiamo le maniche, per costruire insieme il futuro che vogliamo.

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La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è stata appro-vata dall’Assemblea delle Na-zioni Unite il 10 dicembre del 1948; l’articolo 119 dei Trattati sostitutivi della Comunità eu-ropea, che sancisce la parità delle retribuzioni tra lavoratori di sesso maschile e femminile per uno stesso lavoro, garantendo pari diritti in materia di acces-so all’occupazione, formazione professionale e condizioni di la-voro, risale invece al 1957. Eppu-re, a più di 50 anni di distanza, il traguardo verso una concreta parità tra uomo e donna sembra ancora molto lontano. Con que-ste premesse, quali prospettive si aprono sul tema della violenza contro le donne? Una proble-matica che inizia a farsi strada nel dibattito internazionale sola-mente pochi decenni fa.

La Dichiarazione sull’eliminazio-ne della violenza contro le donne è stata varata durante la Confe-renza di Vienna sui diritti umani nel 1993. Uno “strumento inter-nazionale” che per la prima volta delinea i confini di tutti quegli atti di violenza sessista che produ-cono, o potrebbero farlo, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, comprese le mi-nacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della li-bertà, sia nella vita pubblica che in quella privata. Non solo per-cosse, abusi sessuali, stupri co-niugali, mutilazioni genitali, delitti d’onore, ma anche sfruttamento, tratta delle donne, prostituzione forzata, violenza per questioni di dote, aborti selettivi per sesso, infanticidio di bambine, disugua-glianza di genere nell’accesso all’alimentazione, matrimoni pre-

coci, il “sati” o rogo delle vedove diffuso in India, test di verginità pre-matrimoniali, attacchi con l’acido, costrizioni in materia di abbigliamento, violenza contro le donne a sfondo etnico e razzi-sta o legata a pregiudizi cultura-li, all’intolleranza, all’estremismo religioso e anti-religioso, mole-stie e intimidazioni sul lavoro o nelle istituzioni scolastiche. La lista è lunga e assume le defor-mazioni sociali e culturali di tutti i paesi del mondo.

Piazze, istituzioni e quotidianità

Il dibattito sulla violenza contro le donne non si ferma sui tavoli del Palazzo di Vetro dell’ONU: molto prima che trovasse un abito “istituzionale”, vestiva gli slogan dei movimenti delle don-

ne e delle loro campagne di de-nuncia, ma è solo nel 1997 che Parlamento europeo lancia una forte iniziativa contro la violenza a cui segue il finanziamento di numerosi progetti europei che dura tuttora. Eppure, nonostan-te la rassicurante smobilitazione delle istituzioni internazionali, la vita quotidiana si tinge ancora di paura per circa due donne su tre, solo in Italia. Nel 2013, i ca-si di femminicidio (sulla base dei dati raccolti dall’UDI e dalla Casa delle donne per non subire vio-lenza di Bologna) sono stati 130. Ma i femminicidi fanno parte di un fenomeno molto più vasto: dagli ultimi dati ISTAT, indagine multiscopo sulle famiglie “Si-curezza delle donne” del 2006, ammontano a circa 7 milioni le donne che nel corso della loro vi-ta sono state vittime di violenza

fisica o sessuale. In altre parole, il 31,4% della popolazione fem-minile italiana è stata, in qualche modo, vittima di violenza da par-te di un uomo.

Realtà virtuale violenza reale

E in rete, la sottile linea rossa

La marcia verso il rispetto è una rosa piena di spineDati ancora allarmanti ma cresce il coraggio per denunciare

Tutti i volti di una parola

“Il problema va affrontato in maniera integrata: le strutture dello Stato e la società civile devono lavorare insieme per rispondere in modo efficace alle sempre più numerose denunce”

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si fa ancora più impalpabile ma non per questo meno affilata. Il 5 gennaio 2013, a Novara, Ca-rolina Picchio, 14 anni, si è sui-cidata dopo essere stata vittima di atti di cyberbullismo: «Le pa-role fanno più male delle botte» ha scritto nel biglietto lasciato alla famiglia. Sul web la violen-za nei confronti delle donne si manifesta nella violazione della loro immagine attraverso la pub-blicazione di foto e video, con conseguenze tragicamente rea-li nella vita delle persone. Il web non ha nulla di virtuale quando si trasforma nello strumento per consumare crimini e atti di violenza. La diffusione dei dati diffusi dall’organizzazione sta-tunitense “Working to halt online abuse”, ha fatto luce su un oscu-ro universo sommerso: delle 3.787 persone che hanno de-

nunciato episodi di violenza sul web, il 72,5% è rappresentato da donne. Per la maggior parte adolescenti, aggredite con insul-ti verbali, che in certi casi si sono tradotti in molestie fisiche. Lungi dal sostenere la necessità di un bavaglio alla libera espressione della rete, occorre però che ven-gano prese delle misure efficaci contro siti e immagini che istiga-no all’odio sessista, così come avviene per i siti pedopornogra-fici o quelli nazisti e fascisti che istigano all’odio razziale.Grazie a iniziative come lo spet-tacolo “Ferite a morte” di Sere-na Dandini e Maura Misiti, che coinvolge anche personalità del mondo della politica come Em-ma Bonino e del sindacato come Susanna Camusso, l’attenzione al fenomeno è sempre più alta, ma non bisogna pensare che

basti la parola, anche se di de-nuncia. Perché nessuna donna è immune alla violenza, in qua-lunque forma essa si presenti. Non lo sono quelle che ricopro-no ruoli istituzionali importanti, pensiamo alle recenti denunce di Laura Boldrini, Presidente del-la Camera dei Deputati, in meri-to alle aggressione di cui è stata vittima sul web, non lo sono le professioniste affermate, né tan-tomeno quelle che conducono una vita “tranquilla” in piccoli centri di paese dove non succe-de mai nulla.

Ribaltamento culturale

Il problema va affrontato in ma-niera integrata: le strutture dello stato e la società civile devono lavorare insieme per rispondere

in modo efficace alle sempre più numerose denunce. Perché i da-ti parlano chiaro: su dieci donne uccise, sette si erano già rivolte alle forze dell’ordine. Tutti colo-ro che si trovano coinvolti, dal-le forze dell’ordine ai medici che accolgono le vittime al Pronto Soccorso, in base alle rispettive funzioni a competenze, devo-no sapere cosa fare quando si trovano difronte una donna che chiede aiuto, fornendo un soste-

gno reale e superando le barriere di una burocrazia molto spesso scoraggiante e inefficace. Ma ol-tre a volontà politica, adeguate risorse e comportamento virtuo-so di comuni e regioni, non ci si può esimere da una seria rifles-sione che scandagli quegli an-fratti culturali per cui la violenza maschile è tollerata e giustifica-ta. È compito della cultura, della scuola e dei mezzi di comuni-cazione combattere stereotipi, modificare linguaggi, individuare nella storia e nella letteratura le radici della disparità di potere. L’aggressione e l’intimidazione nei confronti delle donne sono una minaccia ai principi di egua-glianza e libertà di espressione: siamo tutti responsabili perché il male non diventi banalità.

Alice Motti

“La Dichiarazione sull’eliminazionedella violenza contro le donne è stata varata durante la Conferenza di Vienna sui diritti umani nel 1993”

Grazie alla collaborazione di BergamoSOStenibile con la società

di traduzioni ViceVersaGroup - Translations & Multilingual services,

questo mese la donna non ha confini.

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È celebre la frase con cui il pre-sidente francese Charles de Gaulle liquidò la filosofa e attivi-sta Simone Weil: «Elle est folle», disse. Per molto tempo dopo la sua morte, Weil ha continuato a essere oggetto di disprezzo e adorazione, di benevolenza e di scherno. Sembra sia questo il destino delle donne influenti anche oggi, a più di settant’anni dalla morte della filosofa. Quelle che prima erano provocazioni, se non insulti verbali, oggi sono spesso confezionate in post o tweet, ma la sostanza è la stessa visto che sempre di parole vio-lente si tratta.È innegabile che, considerando la struttura delle diverse sfere in cui la società si trova a opera-re, dall’economia, alla finanza passando per l’imprenditoria, il giornalismo e approdando alla politica, sia l’impronta maschile a prevalere, non solo per la mag-giore presenza di uomini, ma anche per come i diversi sistemi sociali, che quotidianamente vi-viamo, sono strutturati. Certo, se ci spostiamo in ambiti diversi co-me la musica, la letteratura, il so-ciale, la scienza e l’arte, la varietà di genere è sicuramente più ac-centuata. Questo porta alla -for-se scontata- riflessione che più la donna si avvicina a zone di po-tere e influenza a livello globale, più la sua presenza è ostacolata. Non a caso le donne che riesco-no a realizzarsi maggiormente a livello personale e professionale sono spesso imprenditrici di se stesse, coloro che riescono a

dare un’importanza economica o un’influenza politica al proprio settore di appartenenza. Sono molti i casi di donne giovani che sono state in grado di reinven-tarsi professionalmente, crean-do nuovi brand, aprendo scuole di cucina, mettendosi in società con altre, tuffandosi nel mondo dell’educazione con occhi di-versi o adottando la sostenibilità come stile di vita.Quando però non si parla d’im-prenditrici autonome, ma di donne alla ricerca del proprio posto in un sistema economi-co e politico già prestabilito e irrigidito nella propria obsoleta struttura, la prospettiva è molto meno rosea.

Le donne in politica

La presenza di donne in politi-ca, sia a livello nazionale sia in-ternazionale è sempre una sfida,

un obiettivo faticosamente rag-giunto o ancora da raggiungere. Secondo l’ultimo report (2012) dell’Inter-Parliamentary Union (Ipu) and UN Women, che mo-stra la situazione delle donne in politica a livello internaziona-le, sono 17 i Paesi con donne a capo del governo, dello stato o di entrambi: il numero è raddop-piato rispetto al 2005 e questo dato fa ben sperare. La media mondiale di donne in parlamen-to nel 2011 era di 19.5%, uno 0.5 di punti percentuale in più

rispetto all’anno precedente. La media europea del 22.3% è rag-giunta grazie soprattutto ai Pae-si nordici, che soli si distinguono a livello internazionale per una media del 42% di donne parla-mentari, con Svezia e Finlandia tra le prime dieci classificate.Nonostante i dati mostrino un cauto progresso, le parole di Anders B. Johnsson, segreta-rio generale Ipu fanno riflette-re: «Oggi nel mondo le donne parlamentari sono meno di una su cinque; si tratta di dati pre-occupanti, non più giustifica-bili all’attuale livello di sviluppo storico-sociale; il problema più grave è che nella maggior parte dei casi la volontà politica di ap-portare un cambiamento reale è ostacolata, se non desolata-mente assente».Le donne sono ancora raffigura-te e spesso si raffigurano esse stesse alternativamente come pioniere in un mondo ostile, vit-

time incomprese di un sistema malato, vincenti yuppie in gon-nella inevitabilmente ostili verso le possibili rivali. La realtà è che spesso le donne a qualsiasi livel-lo sociale e professionale sono semplicemente sole e, di conse-guenza, diffidenti.

Dalla Gran Bretagna all’Afghanistan

È interessante vedere come an-che nella terra del politically cor-rect, la Gran Bretagna, in politica le donne debbano scontrarsi con giochetti sessisti e sottili agghiaccianti ironie da parte dei colleghi. L’ultimo caso è quel-lo della parlamentare del parti-to conservatore Ann McIntosh che, vittima di battute di cattivo gusto, messaggi ostili e com-menti maliziosi da parte del suo stesso partito, è stata poi esclu-sa dai candidati del suo gruppo alla corsa per le prossime elezio-

Altro che mimoseLe donne in politica a livello internazionale affrontano un mondo ostile e giudicanteServe più collaborazione, a tutti i livelli, in tutte le sfere

“Parità non è essere temuta e rispettata come un uomo; parità è essere riconosciuta e rispettata come donna e come persona, unica e preziosa”

Safak Pavey

Fawzia KoofiAnn McIntosh

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ni generali. Dopo questo fatto, il domenicale inglese “Observer” ha voluto indagare a livello in-ternazionale le difficoltà che le donne incontrano nel cercare di penetrare le élite politiche domi-nate dal genere maschile; i risul-tati invitano sicuramente a una riflessione al di là dagli stereotipi con cui spesso il tema è trattato.Sembra quasi che le politiche britanniche abbiano vita facile se confrontate con le colleghe di Paesi più ostili, che quotidia-namente devono affrontare mi-nacce di morte: il pensiero, tra le altre, va alla parlamentare af-ghana Fawzia Koofi, la cui stes-sa presenza nella vita pubblica offende mortalmente i Talebani al potere. La sua lotta quotidia-na è quella per la presidenza o meglio quella per un Paese in cui le figlie possano essere rispetta-te in quanto esseri umani: «L’Af-ghanistan della gente è pronto per un cambiamento perché ha

sofferto molto la discriminazio-ne e l’ingiustizia -afferma Koofi- il problema è che ogni passo in avanti ne implica cento indietro, per il semplice fatto che sei don-na».

Turchia, Sudafrica e Italia

Safak Pavey rappresenta il par-tito d’opposizione repubblicano a Istanbul. È stata la prima don-na disabile a essere ammessa in parlamento e ora è più preoc-cupata che mai rispetto ai temi del dibattito politico turco: «È conveniente che le donne incin-te camminino per le strade? Ra-gazzi e ragazze possono stare nella stessa classe? Queste sono le domande che i nostri politici si pongono! È de-solante». La classe dirigente è più concentrata a sentenziare come le donne dovrebbero ve-stirsi e atteggiarsi e soprattutto

è ossessionata dal concetto di castità: «Puoi essere corrotto o anche un’omicida, ma niente è peggio che essere sospettata di comportamenti sessualmen-te immorali, non ci sono mezzi termini, si viene linciate», afferma Pavey. Se portare i pantaloni è consi-derato moralmente oltraggio-so in Turchia, alla parlamentare sud-africana Lindiwe Mazibuko è stato richiesto di «spiegare pubblicamente che cosa avesse fatto ai capelli». Non giustifichia-moci dietro la falsa coscienza che umiliazioni di questo genere sarebbero intollerabili nelle no-stre educate società occidentali, perché nei fatti non è così. Dietro la vigliacca scusa della goliardia e della satira all’italiana, sono tante le politiche che hanno do-vuto subire commenti di cattivo gusto anche nel nostro Paese: Emma Bonino, Cécile Kyenge e Michela Murgia, solo per citar-ne alcune. Con i social media, gli insulti e le minacce vengono schiaffati in faccia senza rimor-

si, incapsulati in tweet e post. Il fenomeno è diffuso globalmente e non colpisce solo le politiche: Amanda Hess, giornalista del-la pubblicazione statunitense “Pacific Standard” denuncia gli insulti, le aggressioni verbali, le minacce di morte e stupro che tante donne come lei subiscono ogni giorno da molestatori ano-nimi, che a causa della loro “vir-tualità” sfuggono alla giustizia.

I Paesi Nordici Così vicini così lontani

Che dire poi di tutte quelle don-ne, politiche e non, per cui la maternità diventa un problema? Orari di lavoro imprevedibili, chiamate all’ultimo minuto, inti-midazioni da parte dei superio-ri –spesso uomini– e umiliazioni per una presunta inefficienza, compromessi costanti tra la propria ambizione professionale e i sensi di colpa come madre, rischiano di rovinare i rapporti familiari e torturare coscienza e sentimenti individuali. Jo Swinson, neo mamma e mi-nistro delle Pari Opportunità nel partito liberale inglese è solo una delle tante donne a combattere affinché siano rispettati i tempi di allattamento e sia possibile por-tare i pargoli sul posto di lavoro con le relative facilitazioni, come accade nei Paesi nordici, senza il peso del giudizio costante sul proprio operato. La Norvegia con i suoi congedi di paternità obbligatori, congedi di mater-nità, incentivi, programmi di ri-

entro post-maternità e l’Islanda con il suo diritto legale di tornare al lavoro dopo la nascita del fi-glio e un sistema capillare di asi-li nido e scuole materne offerto da parte dei principali comuni, sembrano utopie, lontane isole di felicità, nonostante la relativa vicinanza geografica.Forse però, invece di lamentar-ci di una politica inconcludente e di sentirci vittime di un siste-ma sociale marcio, dovremmo quotidianamente metterci in questione: che cosa faccio io, nel mio piccolo per cambiare le cose? Sarebbe il caso di ripar-tire proprio da quella solitudine che genera sospetto e diffiden-za. Quanto sono forti un gruppo di mamme che insieme possa-no combattere per una città a portata di bambino? Quanto sono potenti le politiche che al battibecco sostituiscono la cri-tica costruttiva? Quanto sono vincenti le colleghe che all’arri-vismo individuale sostituiscono il boicottaggio collettivo di un sistema datato di minacce co-darde?L’8 Marzo non è solo mimose e auguri, ma un appuntamen-to annuale che ricorda quan-to ancora ci sia da lavorare per cambiare le cose, a tutti i livelli, in tutte le sfere, con la consape-volezza che parità non è essere temuta e rispettata come un uo-mo; parità è essere riconosciuta e rispettata come donna e come persona, unica e preziosa.

Mara D’Arcangelo

Altro che mimoseLe donne in politica a livello internazionale affrontano un mondo ostile e giudicanteServe più collaborazione, a tutti i livelli, in tutte le sfere

“Forse, invece di lamentarci di una politica inconcludente e di sentirci vittime di un sistema sociale marcio, dovremmo metterci in questione: che cosa faccio io, nel mio piccolo per cambiare le cose?”

Lindiwe Mazibuko

Jo Swinson

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«Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti», inizia così Ferite a morte, lo spettacolo tea-trale scritto da Serena Dandini e raccolto, poi, in un volume con lo stesso titolo. Uno spettacolo nel quale grandi donne provenienti dal mondo dello spettacolo in-terpretano racconti immaginari postumi di donne ammazzate dal proprio marito, amante, pa-dre o padrone: donne uccise

dall’uomo che avrebbe dovuto amarle e proteggerle. «Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti», il dub-bio è reale e ruota tutto attorno alla predisposizione, ai segnali non colti e alle colpe; spesso si parla di tragedie, azioni sconsi-derate compiute da individui in-sospettabili, persone per bene, gentili con tutti, che poi improv-visamente accoltellano la pro-pria donna riducendo un corpo a brandelli. Uomini troppo inna-morati che, presi da un attacco di gelosia, picchiano a sangue la propria compagna ammaz-zandola di botte, ex fidanzati che accecati dall’amore prima perseguitano e poi, dopo l’en-nesimo rifiuto, perdono il senno e ammazzano la “senza-cuore” causa dei loro mali nei modi più atroci. Sembrerebbero persone malate, mostri, ma se così fosse, come si fa a non accorgersene? Le protagoniste dello spettaco-lo, come anche tutte noi donne, si arrovellano cercando il segna-le, il momento in cui la maschera è caduta e la violenza è appar-sa. «Non ce la facciamo a capi-re che sono proprio loro a farci questo, la violenza ha mille volti,

ma come fai se ha quello del tuo amante? -dice una delle prota-goniste-. Persone che un tempo apparivano meravigliose d’un tratto sono assassini, i nostri as-sassini».

I numeri della violenza

Sono stati 128 i casi di femmi-nicidio in Italia nel 2013 e sono state ben 2.220 le donne assas-sinate tra il 2000 e il 2012: in me-dia una donna ogni due giorni. E questo solo in Italia, un pae-se civile, democratico, un paese dove la parità dei sessi sembra essere stata raggiunta, “anche troppo”, si dice spesso scher-zando. Questi dati però, non fanno ridere, non sono numeri da sdrammatizzare e non so-no nemmeno da leggere come sfortunate tragedie, singoli casi che riguardano uomini psicola-bili. Queste tragedie sono tante, troppe, al punto di diventare nor-malità, una normalità che però

non è accettabile. Nel rapporto fra i due sessi, c’è sempre stato il problema dei ruoli e delle aspet-tative: ci hanno insegnato ad assecondare, sedurre, amare e prenderci cura dei nostri uomini, ci hanno spiegato che solo con loro potremo vivere per sempre felici e contente. Tutto questo può forse apparire limitante, ma il male non sta qui. Il problema forse è cosa a loro è stato inse-gnato. Come dev’essere un uo-mo secondo un uomo? E come dev’essere una donna? Se un uomo lo crede necessario può permettersi di prendere a cal-ci una donna, può permettersi di “farsi prendere dai 5 minuti” e non rispondere più delle pro-prie azioni? Quando la donna viene percepita come un’ap-pendice dell’uomo, un oggetto

da possedere, una proprietà e non è rispet-tata prima di tutto in quanto essere uma-no, nessuno può fermare la violenza. Analizzando i singoli casi non trove-remo attimi d’ira senza movente, che a volte si riduce a un candeg-gio sbaglia-to. Sembra impossibile da accettare, ma per molti la normalità è che la donna è proprietà dell’uomo e l’uomo di conseguenza si arro-ga il diritto di agire come meglio crede su ciò che dovrebbe ap-partenergli. Per questo è così importante parlarne, non isolan-do i singoli casi ma al contrario accrescere la consapevolezza di quello che succede intorno a noi. Il progetto di Serena Dandini è arrivato fino alla sede Onu di New York ed è diventato anche

un blog che raccoglie e diffonde informazioni, perché l’attenzio-ne venga tenuta alta: «Dietro le persiane chiuse delle case italia-ne -afferma Serena Dandini- si nasconde una sofferenza silen-ziosa e l’omicidio è solo la pun-ta dell’iceberg di un percorso di soprusi e dolore che risponde al nome di violenza domestica; per questo pensiamo che non biso-gna smettere di parlarne»

Elisa Troiani

Il femminicidio non è un susseguirsi di fortuite sciagureL’origine va cercata anche nei modelli delle nostre società

Ferite a morteTante tragedie diventano normalità

“Sono stati 128 i casi di femminicidio in Italia nel 2013 e sono state ben 2.220 le donne assassinate tra il 2000 e il 2012: in media una donna ogni due giorni”

“Lo spettacolo di Serena Dandini è arrivato fino alla sede Onu di New York ed è diventato anche un blog che raccoglie e diffonde informazioni, perché l’attenzione venga tenuta alta”

“La violenza ha mille volti, ma come fai se ha quello del tuo amante?”

Messico: il confine delle croci rosa di Ciudad Juarez. Lucia Baldini. Scarpe senza donne. Scarpe di donne scomparse. Scarpe rosse che ricordano il sangue.

36 www.bergamosostenibile.comNumero 30 - Marzo 2014

Page 37: Bergamo SOStenibile 30 > Marzo 2014

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Carolyn Merchant, muovendo-si nell’ambito della storia della scienza, dei saperi e dell’episte-mologia, con il suo lavoro più im-portante “La morte della natura” (1980), offre spunti interessanti per il filone di ricerca ecosofica che indaga l’organismo-femmi-nile. Questo percorso è carat-terizzato dal rifiuto dell’ecologia amministrativa, quella stessa che oggi vorrebbe ridurre la complessità della “comunità ve-getativa” a ecosistema per con-trollare e dominare la natura.«Il mondo che abbiamo perduto era organico», inizia così la critica radicale della Merchant alla rivo-luzione scientifica e alla mecca-nicizzazione: una nuova scienza per cui la natura continuava a essere “femmina”, ma non più la Madre che nutre, bensì un sog-getto passivo da violentare e se-zionare per carpirne i segreti. A questa visione si contrappone la valorizzazione di “un’alternativa ecocentrica”, “organica” basa-ta su “Etica della terra” di Aldo Leopold, su “Trascendentalismo americano” di Emerson, Thore-

au, ma anche su Marx giovane, sui vitalisti del 1800, sulla psico-analisi di Wilhelm Reich e sull’o-lismo di Jan Christian Smuts. Senza dimenticare la scienza botanica di Frederic Clements, la filosofia del processo di Alfred North Whitehead.Carolyn Merchant mostra quan-

to la rivoluzione scientifica co-stituì una sorta di premessa culturale del capitalismo, dive-nendo la base metodologica e filosofica sulla quale è stato co-struito un nuovo sistema di rela-zioni “naturali”. Il cambiamento nel modo di vedere la natura e di studiarla implicava anche una radicale trasformazione delle re-lazioni non solo tra esseri uma-ni e natura, ma anche all’interno della società, tra gruppi sociali e tra donne e uomini. Non era un caso che all’epoca la critica radicale alla nuova scienza pro-venisse spesso dalle donne e che lo sforzo repressivo e nor-malizzatore del meccanicismo si dispiegasse con forza contro le donne, andando a marcare ge-rarchie e confini netti tra generi. Va inoltre ricordato che la storia del conflitto ambientale ha inizia-to a far emergere il ruolo centrale delle donne nella difesa della sa-lute e della vita. Per la Merchant il simultaneo ap-parire del movimento femminista e di quello ambientalista solleva nuove domande sui rapporti tra femminismo ed ecologia: en-trambi infatti si avvalgono di lin-guaggi interagenti che implicano obiettivi politici comuni. “Sia gli ecologisti sia le femministe dan-no valore a tutte le parti del siste-ma della natura umana e hanno cura di esaminare le conseguen-

ze a breve e lungo termine delle decisioni che influenzano un in-dividuo, un gruppo o le specie; nei casi di conflitto etico si dovrà, di volta in volta, discutere il caso all’interno della visione dell’inter-connessione di tutte le parti e del bene dell’intero”. Per ecologisti e femministe la casa della Terra e la casa umana sono habitat di cui avere amorevole cura. L’e-nergia scorre dentro e fuori, molecole e atomi vanno e ven-gono. Alcune sostanze e forme di energia sono di supporto alla vita, altre la combattono; quelle che conducono al malessere sul pianeta o nella propria casa non possono essere tollerate.“Nessun pasto è gratuito” è l’essenza delle leggi della ter-modinamica: per produrre ma-teria organizzata è necessaria energia in forma di lavoro. Tut-tavia ogni passo su per la scala della vita organizzata, ogni og-getto materiale prodotto, ogni bene d’uso realizzato, aumen-ta l’entropia nei suoi dintorni e quindi accresce la quantità di

energia non disponibile per il la-voro. Benché si usi dire che gli ambientalisti accettano “pasti gratuiti”, la natura non può co-munque seguitare a fornire be-ni e i servizi gratuitamente per esseri umani affamati di profitto, perché i costi finali sono troppo grandi: quando e dove possibile, quello che è preso dalla natura dovrebbe essere restituito per mezzo del riciclaggio dei beni e la condivisione dei servizi.La Merchant sottolinea che per le femministe, la reciprocità e la cooperazione, piuttosto che pa-sti e altri servizi domestici gratui-ti, sono una meta desiderata. Le casalinghe sovente spendono parecchio del loro tempo nello sforzo di eliminare gli effetti della seconda legge della termodina-mica: cercare continuamente di creare ordine dal disordine to-glie energia ed è spiritualmente dispendioso. Di conseguenza il dualismo delle sfere pubbliche e private sepa-rate dovrebbe terminare e i ruoli maschili e femminili nella condu-zione domestica e nel luogo di lavoro dovrebbero confluire in uno solo. La cooperazione fra uomini e donne in ogni conte-sto specifico potrebbe essere gratificante sul piano emotivo. E gli uomini e le donne si impegne-rebbero insieme nella produzio-ne di beni e prodotti che sono “costosi” per la natura.

La critica radicale alla rivoluzione scientificae alla meccanicizzazione della natura

Il percorso eco-femminista di Carolyn Merchant

“Per ecologisti e femministe la casa della Terra e la casa umana sono habitat di cui avere amorevole cura”

Storia & personaggi:la rubrica che intende ripercorrere -attraverso fatti salienti e personalità illustri- la nascita e l’evoluzione del “pensiero ecologico”, dal suo avvio negli Stati Uniti degli anni ’60, fino ai giorni nostri.A cura del Centro di Etica Ambientalewww.centroeticaambientale.com

“Il mondo che abbiamo perduto era organico”

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Nel mondo mediatico del vino si parla molto al femminile, dal blog inglese “HumbleGrape Wi-ne” che stila la classifica inter-nazionale delle donne che più influenzano il mondo del vino, alla rivista “Wine Enthusiast,” che seleziona per ruoli cruciali in termini di assaggio, selezione e produzione dei contenuti, pro-fessioniste appartenenti al gentil sesso. In Italia invece, è di pochi anni fa l’uscita del documentario di Giulia Graglia dal titolo: “Senza trucco - le donne del vino natu-rale”, tre storie di vignaiole dedite alla coltivazione della vigna e alla produzione di vino con compe-tenza, passione e amore.Abbandonando l’ambito della comunicazione, a livello nazio-nale e professionale operano da diversi anni due associazioni che coinvolgono diverse opera-trici dei settori enoici e olivicoli: “Le donne del vino” e “Le don-ne dell’olio”. Si tratta di due as-sociazioni che permettono a chi professionalmente interagisce con il settore enologico e oleico, di accedere alla rete e scambiar-

si informazioni, al fine di conso-lidare questa sempre maggiore presa di coscienza delle proprie capacità tecniche e imprendito-riali, in settori in cui da sempre prevale la figura maschile.

Le donne del vino

Ben 25 anni fa, nasce “Donne del vino”, che ormai vanta circa 650 socie a livello nazionale che

operano nel mondo della produ-zione e comunicazione vinicola, oppure possiedono e gestisco-no attività di ristorazione. La presenza femminile nel campo vitivinicolo è presente da tempo, anche se troppo spesso relega-ta dietro le quinte. Il cambiamen-to principale cui si assiste negli ultimi anni, risiede nel fatto che sempre più donne conducono e gestiscono esse stesse attivi-

tà di questo tipo, con la consa-pevolezza di poterlo benissimo fare e di avere le competenze necessarie. Molte anche le don-ne che si sono trovate a ereditare questa tipologia di attività e al-trettante quelle che consumano questa bevanda, la assaggiano, la sanno valutare e sono in gra-do di fare delle scelte qualitative. Il mondo del vino, quindi, non è più un settore precluso al genere femminile, grazie anche al lavo-ro che ha portato avanti questa associazione; nella bergamasca sono circa una decina le asso-ciate, tra produttrici e ristoratrici.

Le donne dell’olio

Ben più recente è invece la sto-ria dell’associazione “Le donne dell’olio” nata 14 anni fa a Ca-vaion Veronese, la cui attività è meno nota perché meno valoriz-zato risulta essere il settore a cui si riferiscono. «Il nostro obiettivo è fare cultura, facendo emerge-re il lato conciliante e costruttivo delle donne» sostengono le por-tavoci.

A differenza di quella a tema enoico, l’associazione è aperta a tutte le donne, comprese le simpatizzanti; possono quindi aderirvi produttrici, assaggiatri-ci, agronome, oleologhe, opera-trici commerciali, giornaliste, ma anche semplici consumatrici.

Quelli illustrati sono due semplici esempi di come, nel corso degli anni e con il relativo lavoro svolto sul territorio italiano, il ruolo della donna, in comparti agricoli im-portanti per l’economia italiana, si sia intriso di consapevolezza, distinguendosi e affermandosi. Moltissime sono le realtà più o meno recenti di imprenditrici che scelgono la strada della produ-zione e trasformazione agricola, con una marcia in più quanto a sensibilità, forza e concretezza, non arrendendosi di fronte ai muri culturali e ai pregiudizi, ma dando il giusto valore al proprio ruolo con impegno e dedizione, indipendentemente dalla posi-zione ricoperta.

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Sempre più frequentemente ne-gli ultimi anni, si sente parlare di allergia alimentare; bombardati da un gran numero d’informa-zioni, non sempre corrette, fac-ciamo spesso confusione tra allergie e intolleranze alimentari. Ecco dunque una serie d’indica-zioni utili per fare un po’ di chia-rezza sull’argomento.

Allergia e intolleranza alimentare sono la stessa cosa?

Le allergie alimentari fanno parte

del più vasto campo delle “rea-zioni avverse agli alimenti”, all’in-terno delle quali si distinguono “reazioni di tipo tossico”, che dipendono dalla dose assunta e “reazioni di tipo non tossico”, che dipendono dalla suscetti-bilità individuale. Queste ultime comprendono le allergie e le in-tolleranze alimentari. L’intolleran-za alimentare comprende ogni reazione che segue all’ingestio-ne di un alimento, ma non è una reazione di tipo immunologico, per la maggior parte dei casi è causata da difetti enzimatici,

come per esempio l’intolleran-za al lattosio. L’allergia alimen-tare comprende ogni reazione che segue all’ingestione di un alimento, ma basata su una re-azione immunologica anormale, mediata da anticorpi di tipo IgE (Immunoglobuline E). Ci sono inoltre le pseudo allergie che pur determinando segni e sintomi sovrapponibili alle reazioni aller-giche, non sono sostenute da meccanismi immunologici.

Che cosa si intende per meccanismi immunologici?

Il sistema immunitario ha la fun-zione di proteggere l’organismo contro agenti estranei, quindi li identifica e attiva delle rispo-ste per eliminarli. Le cellule del sistema immunitario sono or-ganizzate in strutture presenti in diversi distretti e agiscono su tutto il corpo, anche a livello in-testinale. L’apparato gastro-inte-

stinale è esposto a una grande varietà di sostanze in grado di provocare allergie, ma quest’ap-parato possiede delle barriere che hanno la funzione di limitar-ne l’ingresso. Questi meccani-smi possono essere di tipo non immunologico (barriera gastrica, flora batterica intestinale, enzimi) o di tipo immunologico, attraver-so cui il corpo riconosce sostan-ze estranee e produce anticorpi per attivare risposte immunitarie mirate.Normalmente gli alimenti che as-sumiamo non provocano reazio-ni allergiche, perché durante lo sviluppo embrionale si stabilisce un meccanismo di tolleranza. Se ciò però non avviene possono subentrare allergie, ovvero una reazione immunitaria esagerata e inadeguata che si manifesta, nelle persone geneticamente predisposte, nei confronti di so-stanze che non creano problemi alla maggior parte delle persone.Generalmente i sintomi associati

alle reazioni avverse agli alimen-ti sono di tipo gastro-intestinali (dolori addominali, stipsi, diarrea o alternanza), oro-faringei (sin-drome allergica orale, stomati-te ulcerativa), cutanei (orticaria acuta e angioedema, dermati-te) e respiratori (broncospasmo acuto, asma).

Come si effettua la diagnosi di allergia?

A seconda che si tratti di aller-gie o intolleranze ci sono delle differenze nel tipo di diagnosi a cui sottoporsi. La diagnosi del-le forme IgE mediate, ovvero le allergie, si fa attraverso l’anam-nesi, che ha l’obiettivo di valu-tare la familiarità, attraverso test diagnostici in vivo (skin prick test, patch test), test diagnosti-ci in vitro (fatti in provetta e non nell’organismo vivente come il Rast), la dieta di eliminazione, il test di provocazione. Secondo l’Espghan (European Society

Salute & Benessere

Allergie e intolleranze alimentariSempre più persone reagiscono negativamente all’assunzione di alcuni alimenti. Riconoscerli ed evitarli è fondamentale per stare meglio

Rossana MadaschiDietista e Docente diScienza dell’AlimentazioneCell. [email protected]

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of Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition) e la Società Europea di Allergologia e Immunologia Clinica Pediatri-ca, la diagnosi di allergia alimen-tare si deve basare sulla stretta eliminazione del cibo sospetto (dieta di eliminazione) e su un test di provocazione con lo stes-so cibo. Il cibo sospetto viene tolto dalla dieta per constatare l’eventuale scomparsa dei sin-tomi e successivamente reintro-dotto per verificarne la possibile ricomparsa. Dopo l’eliminazione della sostanza incriminata, i sin-tomi gastrointestinali regredi-scono in 2-3 giorni, mentre per i sintomi cutanei sono necessari almeno 10-14 giorni.

Come si effettua la diagnosi di intolleranze?

La diagnosi di forme non IgE mediate avviene tramite biopsia della mucosa intestinale, dosag-gio delle citochine, eosinofili cir-

colanti e proteine derivanti dagli eosinofili, test di inibizione della migrazione dei leucociti, reat-tività bronchiale dopo il test di provocazione alimentare. Esi-stono poi una serie di Test dia-gnostici non riconosciuti dalla medicina ufficiale come il Dria test, la chinesiologia applicata, il Vega test, il test citotossico e molti altri. Questi test sono mol-to diffusi ma, allo stesso tempo, sono opinabili perché si basano su presupposti scientifici non confermati dalle evidenze e pos-sono indurre a comportamenti alimentari restrittivi, incongrui e inutili.

Quali sono le allergie e intolleranze alimentari più diffuse?

Gli allergeni, le sostanze respon-sabili dell’allergia, che più fre-quentemente possono creare reazioni avverse sono presenti nel glutine, la parte proteica di al-cuni cereali come frumento, or-zo, farro, segale, avena, triticale, spelta, kamut; nel latte vaccino, che nella maggior parte dei casi si risolve entro i primi 3 anni di vita; nell’uovo, laddove l’albume è più allergenico del tuorlo e l’uo-vo cotto è meno allergenico di quello crudo; nella frutta secca, come mandorle, noci, noccio-le, ad esclusione dei pinoli; nei legumi come soia, piselli, ceci, fave, fagioli; nella mele e prunoi-dee, ovvero prugne, albicocche, pesche, ciliegie, che spesso in-teragiscono con gli allergeni di alcuni pollini e con il lattice; nel pesce, per cui nel 50% dei casi l’allergia è causata da qualsiasi pesce, nei restanti casi solo da alcune specie di pesce come il merluzzo; nei crostacei, spes-so concomitante all’allergia ai dermatofagoidi, agli acari della polvere; molluschi di mare co-me cozze, ostriche, vongole, calamari, seppie, polipi; carni, soprattutto il maiale.

L’intolleranza al lattosio e l’allergia alle proteine del latte

Comunemente si tende a consi-derarli sinonimi e si parla gene-ricamente di “allergia al latte”. In realtà, anche se la dieta per que-ste allergie e intolleranze è molto simile, la causa è molto diversa.

L’intolleranza al lattosio è l’inca-pacità dell’organismo a metabo-lizzare (“smontare”) lo zucchero del latte, il lattosio appunto, nei suoi costituenti cioè glucosio e galattosio (due zuccheri sem-plici). L’organismo non riesce a compiere questa funzione poi-ché l’enzima, lattasi, che do-vrebbe svolgerla è insufficiente o totalmente assente. Se questo enzima è presente in quantità ri-dotte, l’intolleranza è parziale: il soggetto riesce a digerire solo determinate quantità di lattosio, oltre questo livello si presenta-no i sintomi. Se invece l’enzima è completamente assente, il soggetto non tollererà neanche minime quantità di lattosio. L’in-tolleranza, inoltre, può essere congenita (dalla nascita) o ac-quisita, temporanea o perma-nente. L’allergia alle proteine del latte vaccino, invece, si verifica quando l’organismo riconosce come “estranee” e “pericolose” le proteine dello stesso; quindi nel soggetto allergico, l’introdu-zione di alimenti contenenti que-ste proteine, causa una reazione immunitaria, cioè la produzione di anticorpi.

Dove si trovano il lattosio e le proteine del latte vaccino?

Le proteine del latte vaccino e il lattosio, come indicano i termini stessi, si trovano nel latte vacci-no e nei derivati. Qualche individuo potrebbe non tollerare nemmeno la carne di vitello a causa di una possibile reazione crociata con le protei-ne presenti nell’animale. Si de-ve fare particolare attenzione ai seguenti alimenti: latte, formaggi vari, yogurt, burro, panna, pa-tate, gnocchi, gnocchi alla ro-mana, risotto alla parmigiana, frittata, grissini. Ma anche car-ne di manzo e vitello, lasagne di carne con besciamella, pro-sciutto cotto, bresaola. Un occhio vigile anche su pasta pasticciata, pesto, lavorazio-ni varie (gratin), gelato, biscotti, torte varie e budini.Molti degli alimenti indicati sono naturalmente privi di latte, ma spesso questo viene aggiunto durante la preparazione, pertan-to è opportuno prestare atten-zione alle etichette e/o durante la preparazione delle pietanze.

Qual è la parte dell’uovo che può provocare l’allergia?

La parte più allergizzante dell’uovo è rappresentata dall’al-bume, questo perché gli aller-geni sono molecole proteiche e l’albume è più ricco di proteine. Tuttavia, anche il tuorlo contie-ne sostanze allergizzanti, perciò anche se in misura minore può scatenare delle reazioni così co-me l’albume. L’uovo cotto è me-no allergizzante dell’uovo crudo perché le proteine, con la cot-tura, cambiano la loro struttura (si denaturano), provocando re-azioni di minore entità. I sintomi e le reazioni possono interessa-re solitamente la cute (orticaria, dermatite atopica), l’apparato gastrointestinale (diarrea, vomi-to) e respiratorio (asma, rinite, tosse). Questa allergia colpisce soprattutto i bambini: dopo il lat-te vaccino, l’uovo è l’alimento più a rischio per allergie alimentari ma, come per l’allergia al latte, i sintomi tendono col tempo a scomparire, divenendo molto rari oltre il 4° anno di vita. Il 50% di questi bambini però rischia di sviluppare un’allergia a inalanti, in particolare agli acari e al gatto.

Qual è la terapia?

Ovviamente l’unica terapia è l’esclusione dalla dieta del lat-te, dell’uovo e dei suoi derivati. Il problema però è che questi

sono ingredienti molto utilizzati dall’industria alimentare e quin-di diffusi in moltissimi alimenti. Pertanto, fondamentale in que-sto caso come per tutte le in-tolleranze e allergie alimentari, è la lettura delle etichette, che rappresentano la carta d’iden-tità del prodotto, e sono l’unica fonte che ci permette di acqui-sire informazioni sulla sua com-posizione. Bisogna per esempio escludere gli alimenti contenenti albume (bianco d’uovo), tuorlo, polvere di uovo, rosso d’uovo, globulina, livetina, lisozima, ma-ionese, meringa, ovoalbumina, ovomucina, ovovitellina, ovomu-coide, lecitina (E322). Attenzione inoltre anche ad alimenti quali bi-scotti, torte dolci e salate, budi-ni, caramelle, cereali per la prima colazione, cialde. Anche creme, gelati, sorbetti, miscele pronte per torte, salse in genere, so-ufflé, zuppe, polpette, salsicce, hamburger e attenzione infine al vino, che può essere stato chia-rificato con albume.

In conclusione è importante sot-tolineare che malgrado intolle-ranze e allergie alimentari siano sempre più diffuse, oggigiorno sono disponibili sul mercato una vasta gamma di prodotti privi di sostanze allergizzanti e possono essere così garantite salute e va-rietà a tavola.

Rossana MadaschiDietista e Docente di Scienza

dell’Alimentazione

Sempre più persone reagiscono negativamente all’assunzione di alcuni alimenti. Riconoscerli ed evitarli è fondamentale per stare meglio

La rubrica è promossa daPunto Ristorazione srl

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La sua etimologia lo dice chia-ro….la birra (dal lat. Bibere) è la bevanda per eccellenza e in effetti da quando c’è uomo c’è birra. A dirla tutta, da quando c’è donna! Dal momento che si ipotizza che la birra sia nata casualmente dal pasticcio di una signora che nel tentativo di trovare un modo per conser-vare i cereali in acqua, ha dato vita a una fermentazione ante litteram. A partire da quel fa-tidico e fortunatissimo errore, la birra è sempre rimasta for-temente legata alle donne, che possono senza dubbio essere considerate le prime vere bir-raie della storia; nelle primitive civiltà brassicole la scelta e la cura degli ingredienti così co-me la preparazione stessa di quella che può essere consi-derata la prima forma di birra, era infatti appannaggio delle donne e avveniva all’interno delle mura domestiche.In quanto detentrici del sape-re in materia birraia, le piccole grandi scoperte che hanno via via contribuito alla nascita della birra in senso moderno, sono riconducibili sempre alle don-ne; per esempio furono loro a intuire che, masticando i grani, la fermentazione avveniva più velocemente, fatto di cui poi la scienza ha effettivamente da-to riscontro rintracciando nel-la saliva umana la ptialina, un enzima che trasforma l’amido in zuccheri adatti alla fermen-tazione. Sempre nelle civiltà primitive, è femminile anche la maggior parte delle divinità le-gate alla birra e ai prodotti della terra utili alla sua preparazio-ne: la dea sumera Ninkasi, Hathor in Egitto, la babilonese Nidaba, Cerere, la dea romana del raccolto e la sua versione greca Demetra, Yasigi in Afri-ca, la figura mitologica arme-na Armalu; a loro era affidata la buona riuscita dei raccolti che

avrebbe permesso di fare birra buona e in quantità.

Il Medioevo

Si può quindi senza indugi af-fermare che la nascita e i primi passi della nostra beneamata bevanda sono avvenuti sotto una guida tutta femminile e in realtà il primato delle donne sulla sua produzione si è poi protratto fino al Medioevo; a ri-prova di questo, si possono ci-tare le stesse leggi germaniche che proprio in questo periodo in un loro punto sanciscono il diritto di proprietà delle tenuta-rie sul materiale di brassaggio, che spesso viene addirittura annoverato nella stessa dote di matrimonio. Anche in Gran Bretagna nel XV secolo sono le “Ale Wives” a dominare la scena birraia, occupandosi in via quasi esclusiva della pre-parazione e anche della ven-dita di birra.

In Germania nel XII secolo ri-troviamo una figura chiave della storia della birra: Sant’Il-degarda da Binden, badessa del monastero benedettino di Rupertsperg e grande bo-tanica. È stata lei a introdurre il luppolo nella preparazione brassicola, segnando così la nascita della birra per come siamo abituati a bere oggi. Purtroppo poi, con l’avvento dei Monaci sulla scena birraia, la donna cominciò a perdere

centralità nell’ambito della pro-duzione che da lì in poi passò quasi esclusivamente in mani maschili.

Il ritorno del binomio donna-birra

L’altra metà del cielo ritorna sul-la scena birraia qualche seco-lo dopo, protagonista in alcuni ambiti, a partire dal mondo pubblicitario, dove il binomio donna-birra, rintracciabile sin dalle prime “réclames”, si con-ferma così vincente da protrar-si in forme e modalità diverse sino ai giorni nostri. Si passa dalle figure delicate e roman-tiche di inizio Novecento, a quelle sempre più avvenenti e accattivanti di fine secolo, fino a immagini femminili sempre più reali e quotidiane nei tempi recenti, quando la donna entra nella schiera dei possibili con-sumatori.Il ritorno ufficiale delle don-

ne nel mondo della birra si ha con l’emancipazione dall’im-maginario tutto maschile per il quale è l’uomo che beve bir-ra; dopo averla utilizzata solo come trattamento di bellezza per bagni e impacchi, la don-na si riappropria della bevan-da che ha fatto nascere e ne diventa grande consumatrice. Secondo una recente ricer-ca di Assobirra, alle donne la birra piace molto di più di altre bevande alcoliche in quanto leggera e salutare; inoltre fa ingrassare meno e grazie agli antiossidanti che contiene in quantità, mantiene anche gio-vani .Negli ultimi vent’anni la recente crescita della birra ar-tigianale ha riportato le donne al centro dell’industria bras-sicola, sia nei ruoli accessori che in quello più importante di birraio. Nello stesso movimen-to italiano si registrano molti nomi femminili e, a vedere dai risultati, sembra che la storia confermi le origini. La birra è indiscutibilmente donna e anche il Birrificio In-dipendente Elav lo conferma, onorando la Dea-madre nel suo logo, ispirato a incisioni su pietra primitive dove si rap-presenta l’origine della vita. Questo per ricordarci che, se oggi possiamo gioire di birra, lo dobbiamo anche e soprat-tutto a Lei.

Valentina Ardemagni

Sono soprattutto donne le protagoniste della storia di questa mitica bevanda che dalla Mesopotamia ai giorni nostri rallegra gli spiriti e inebria i corpi

La Birra è donna!

Alimentazione

“Dopo averla utilizzata solo come trattamento di bellezza per bagni e impacchi, la donna si riappropria della bevanda che ha fatto nascere e ne diventa grande consumatrice”

“In quanto detentrici del sapere in materia birraia, le piccole grandi scoperte che hanno via via contribuito alla nascita della birra in senso moderno, sono riconducibili sempre alle donne”

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Al via per tutto il 2014la rubrica di BergamoSOStenibile

sulla cultura della birra curatadal Birrificio Indipendente Elav

) Alla vistaSi presenta di un invitante color ambrato, limpido e con schiuma pannosa molto compatta.

) Al nasoCom’è giusto che sia per lo stile di riferimento, sorprende il bilanciamento tra l’abbondante luppolatura e l’utilizzo dei malti. Le note agrumate, tropicali dei luppoli utilizzati convivono in perfetta armonia con le più dolci sfumature donate dai malti

) In boccaLa Indie Ale è perfetta se spillata a pompa. La sua carbo-nazione è leggera, il corpo medio le permette comunque di riempire il palato a dovere. L’attacco iniziale è dominato dai malti, con sensazioni di caramello che lentamente si fondono con quelle fruttate, tropicali e agrumate appor-tate dall’abbondante luppolatura. Il finale rivela a sorpre-sa un amaro che tende all’erbaceo, molto delicato e per nulla invadente, invita anzi il bevitore a poggiare imme-diatamente le labbra al bicchiere, per godere di un altro sorso.

) BrassaggioIl procedimento che più caratterizza questa birra è la “Luppolatura in Continuo”, ossia l’aggiunta di gittate di luppolo ogni tot minuti. Viene infine utilizzata la tecnica del “Dry Hopping”, cioè l’immissione di abbondanti quan-tità di luppolo nel mosto a fine fermentazione.

) CuriositàIndie Ale può vantare un invidiabile medagliere. Infatti nel 2012 nel celebre concorso belga Brussel Beer Challenge si è avvalsa della medaglia d’argento nella categoria Pale & Amber Ale. Medaglia d’oro invece nel 2013 in Italia, dove è stata eletta birra dell’anno nella categoria chiare ambrate, basso/medio grado alcoolico, luppolate, di ispi-razione angloamericana.

Tempura di gamberi e verdure alla birra Indie AleRealizzata per noi dalla Trattoria Sant’Ambroeusdi Bergamo Alta. A cura dello chef Samuel Perico.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE• 16 gamberi • 1 carota• 1 peperone• 1 zucchina• 1 melanzana piccola• 2 bottiglie di Indie Ale (33 cl)• 250 gr di farina bianca• 5 gr sale• 0,5 cl di olio extra vergine di oliva• 1 lt di olio di arachidi• 2 rossi d’uovo• 2 bianchi d’uovo

PREPARAZIONELavare e pulire dal budello i gamberi utilizzando un coltellino. Ta-gliare a fette alte mezzo cm le verdure realizzando forme regolari di circa 5x1 cm. Preparare la pastella in una bacinella di acciaio mischiando tutti gli ingredienti tranne il bianco d’uovo che an-drà montato a parte. Mischiare tutto con una paletta. Montare i bianchi d’uovo con una frusta e aggiungerli alla pastella. Frig-gere in abbondante olio di arachidi bollente, ma non fumante, le verdure e i gamberi, uno a uno. Per la presentazione utilizzare le verdure e adagiare i gamberi al di sopra.In una ciotola di bambù sistemare le cozze ancora calde.Servire con le rispettive birre utilizzate nelle ricette.

Birrificio Indipendente ElavVia Autieri d’Italia, 268 (trasversale di via Europa)24040 - Comun Nuovo (BG)Tel. 035334206 - www.elavbrewery.com

Indie Ale

LaRICETTA

In questa rubrica, suddivisa in dieci appuntamenti, il Birrificio Indipendente Elav proporrà un’analisi sensoriale delle proprie birre, curata da degustatori professionisti, abbinata a una ricetta creata in collaborazione con altri produt-tori artigianali bergamaschi. Non mancheranno curiosità e approfondimenti sul mondo birraio artigianale italiano ed estero, con lo scopo di avvicinare i lettori alla bevanda per eccellenza: la birra.

Recensita da Federico Zivillica su Enjoy Food & Wine (www.enjoyfoodwine.it)

NomeIndie Ale, Amber Ale

ProvenienzaBergamo, Italia.

Materie prime3 Malti:Pils, Monaco scuro e Crystal.5 Luppoli:Columbus, Bramling cross, Citra, Simcoe Centennial e Cascade.Lievito neutro.

Gradazione alcolica5,5% Vol.

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Il finocchio (Foeniculum vulgare) è una pianta erbacea mediterranea. Antica-mente era denominato marathon, poi-ché originario di Maratona, località greca dove si affrontarono Ateniesi e Persiani, e dove la pianta cresceva rigogliosa. Fu-rono i Romani a diffonderla nell’Europa continentale. Anticamente utilizzato per insaporire i cibi e nascondere eventuali “pecche”, veniva offerto nelle locande per rendere bevibile il vino di pessima qualità. Il finocchio si distingue in selvatico e “dol-ce” (quello di produzione agricola). Nel-la varietà selvatica il fusto può arrivare ai due metri di altezza e le foglie sono filifor-mi e verdi, con fiori di colore giallo. I frutti (acheni) sono prima verdi e poi grigi. Il finocchio coltivato, più piccolo, raggiun-ge al massimo gli ottanta centimetri di altezza. Questa pianta si coltiva per poi raccoglierne il grumolo, cioè l’insieme delle guaine fogliari, in tutte le stagioni, in base alle diverse zone di produzione. Il finocchio possiede vitamina A e C, ma anche sali minerali, tra cui sodio, fosfo-ro, calcio e potassio. Proprio il potassio è fondamentale per il corretto fun-

zionamento dei nervi, dei muscoli e di alcune attività cardiache. Innumerevoli sono le proprietà di questa pianta: diure-tiche, aromatiche, antinfiammatorie, anti-spasmodiche. Inoltre, è particolarmente indicata per chi ha difficoltà digestive o vomito e durante l’allattamento aumenta la produzione del latte, migliorandone il sapore e riducendo le coliche d’aria dei pargoli. Molti medici sottolineano come il finoc-chio possa essere un prezioso alleato nel trattamento della sindrome da colon irri-tabile e di alcuni disturbi che accompa-gnano la menopausa. Pianta tipicamente invernale, ricco d’acqua, con pochi grassi e fibre a volontà, è fantastico per aiutare l’organismo a “incamminarsi verso la pri-mavera”.

Il limone (Citrus/Limon), albero da frutto che appartiene al genere Citrus e alla fa-miglia delle Rutacee, è un ibrido ottenuto dal melangolo e dal cedro. Questo frutto è, tuttavia, considerato ormai da seco-li una specie autonoma, che si propaga per talea e innesto. La prima coltivazione europea di limoni è successiva al X secolo, in Sicilia. L’albero di limone può raggiungere i sei metri di altezza e presenta dei gradevoli germogli e petali, di diverse tonalità di colore, dal bianco al violetto. Dove il clima è acco-gliente, fiorisce e fruttifica due volte l’an-no. Dalla buccia, usata per la produzione di canditi, si estraggono pectina e diverse essenze. Dai semi di limone si estrae l’o-lio. Il succo, invece, che contiene tra i 50 e gli 80 grammi/litro di acido citrico, viene utilizzato per diverse bevande e alimenti o per una classica limonata. Il limone è apprezzatissimo anche per le innumerevoli qualità: disinfettante, an-tiemorragico, antisettico, utile per ab-

bassare la pressione e per curare artriti, reumatismi e malanni di stagione. È inte-ressante notare che 100 grammi di polpa di limone costituiscono il 71% del fabbiso-gno giornaliero di vitamina C, il 7% di quel-lo relativo al potassio e il 9% di magnesio. Inoltre l’acido citrico è essenziale per il ri-cambio energetico delle cellule del nostro corpo. Il limone aiuta a ridurre i livelli di colesterolo “cattivo”, aumentando quelli del colesterolo HDL, quello “buono”; cura le affezioni della pelle, favorendo la gua-rigione di verruche, foruncoli, piaghe e ferite. Spalmato accuratamente sulla pel-le, la ammorbidisce e la nutre, grazie ai suoi oligominerali, mantenendo la giusta

acidità. Una bella spre-muta di limone,

presa rego-larmente,

disin-tossica e depu-ra il fega-

to. E, infine, per la gioia delle donne, ma an-che per quel-la degli uomini, ecco un piccolo trucco: se ap-plicato sul cuoio

capelluto, il succo di limone, attenua

la forfora e la caduta dei capelli, donando una lucentezza na-turale.

FinocchioLimone

La rubrica che vi invitaa conoscere e gustare i frutti che la

natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e

minor impatto ambientale

Inaspettatamente preziosonon solo in cucina

Acido sì, ma vero amicodi fegato, pelle e capelli

Alimentazione

“Il limone è apprezzatissimo anche per la cura dei malanni di stagione, dei reumatismi e contro foruncoli e verruche”

“Il finocchio è alleato delle donne in allattamento, aumentando la produzione di latte e migliorandone il sapore”

Piselli, ravanelli, cardi, aneto, lattuga, scorzonera, songino

Verdura di stagioneMarzo

Avocado, ananas, arance, pere, banane, pompelmi, limoni

Frutta di stagioneMarzo

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La ricetta di Lisa Casali

Vellutata di finocchi con alghe e briciole di pane tostate

PREPARAZIONELavate bene gli ortaggi e tagliateli a cu-betti. Scaldate un cucchiaio di olio in una pentola a pressione. Unite la cipolla e fa-te appassire per qualche minuto. Unite le altre verdure, le alghe e il sale. Lasciate cuocere 5 minuti mescolando. Copri-te d’acqua fredda, chiudete il coperchio della pentola a pressione e fate cuocere 15 minuti dal fischio. Quindi fate sfiatare la pentola e passate la minestra al passa-verdura. Suddividete la crema così otte-nuta nelle fondine, completate con un filo d’olio extravergine, una macinata di pepe e briciole di pane tostate.

INGREDIENTI

• Foglie esterne e ciuffi verdi di 2 finocchi

• Foglie di sedano• 1 cipolla• 1 bicchiere di legumi già cotti • Gambo di 1 broccolo• Qualche alga• 2 fette di pane raffermo• Olio extravergine d’oliva• Sale • Pepe

Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore.

La ricetta biologica del Villino d'Erica

Crema di finocchicon tronchetto di tonnoalla soja e zeste di limone

PREPARAZIONEPulire, lavare e tagliare a pezzi i finocchi; cuocerli con brodo vegetale, olio e sale. Una volta portati a cottura, frullarli con olio extravergine d’oliva e passare il tutto al setaccio fine. Tenere in caldo. Nel frat-tempo, scottare il trancetto di tonno in una pentola antiaderente con degli aromi e sfu-mare con la salsa di soja. Servire la crema calda con i trancetti di tonno, zeste di limone e un filo d’olio.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

• 2 Finocchi• 240 gr di tonno• Salsa di soja• Zeste di 1 limone• Olio extravergine d’oliva• Sale • Pepe

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Calendario appuntamenti

Segnalateci i vostri incontri o eventi a: [email protected]

Appuntamenti sostenibiliData Orario Evento Tipologia Luogo svolgimento Contatti

15 Feb/9 Mar Residui di Energia Mostra Biblioteca Comunale - Albano S.A. (BG) [email protected]/22 Mar 16.30-19.30 Né alle mani, né agli occhi Mostra Via del Galgario 13 - Bergamo [email protected] - Tel. 035 06031863 Mar 20.30-22.30 Cucina a km zero Evento gastronomico Comunità alle Cascine, via Cristallo 3

Almenno San Bartolomeo (BG)Tel. 328 2219860 - 035 643484 (prenotazione)

3 Mar 18.30-22.30 Comunicazione Empatica. Il Potere dell’Empatia Incontro Cascina Solidale Terra Buona, via Puccini 30 - Nembro (BG) www.comunicazioneempatica.com - Cell. 333 9297622 (prenotazione)4 Mar 18.30-22.30 Comunicazione Empatica. Il Potere dell’Empatia Incontro Via XXIV Maggio 93 - Brembate Sopra (BG) www.comunicazioneempatica.com - Cell. 333 9297622 (prenotazione)5 Mar 20.45 Presentazione Programma 2014 Tutela Ambiente Montano Convegno Sala conferenze Palamonti, via Monte Gleno - Bergamo www.caibergamo.it5 Mar 21.00 “L’altra faccia dell’arancia” - I volti di un mercato itinerante Incontro Circolo Barrio, via F. Dell’Orto - Bergamo Informazioni su Facebook: Barrio Campagnola5-7 Mar BioEnergy Italy - Salone delle tecnologie per le biomasse

e per le rinnovabili in agricolturaFiera Cremona Fiere [email protected] - [email protected]

6 Mar 21.00 Cinema, Ambiente e Sostenibilità - Proiezione “Trashed” Film Cinema Teatro del Borgo, via Borgo Palazzo 51 - Bergamo [email protected] Mar 20.30 Corso di filosofia Enèrgheia - Dialogo filosofico tra soci Noesis Convegno Auditorium biblioteca civica - Seriate (BG) www.noesis-bg.it6/9 Mar Bergamo Creattiva 2014 Fiera Fiera Bergamo, via Lunga - Bergamo [email protected] - Tel. 035 32309116 Mar/16 Apr 20.45 Terra: giardino dell’Eden? - 8° Ciclo di incontri sull’uomo e sull’ambiente Convegno Sedi varie www.terragiardinodelleden.it8 Mar 20.00 Donne a Palazzo Cena/incontro Ristorante Palazzo Colleoni, via Molino 2 - Cortenuova (BG) [email protected] - Cell. 328 74480468/16 Mar Bergamo Film Meeting Festival Cinematografico Auditorium - Piazza Libertà, Bergamo; Cinema San Marco

- Piazzale Repubblica 2; Cinema Capitol - Via T. Tasso 41 www.bergamofilmmeeting.it

9 Mar 16.00 Visita all’Orto Botanico di Bergamo - L’Orto Botanico, scrigno di biodiversità Visita guidata Scaletta di Colle Aperto - Bergamo [email protected] - Tel. 035 28606110 Mar 20.30-22.30 Cucina a km zero Evento gastronomico Comunità alle Cascine, via Cristallo 3

Almenno San Bartolomeo (BG)Tel. 328 2219860 - 035 643484 (prenotazione)

11 Mar 20.00 Corso di filosofia Enèrgheia - Umanità planetaria e ragione futura Convegno Auditorium Liceo Scientifico Mascheroni - Bergamo www.noesis-bg.it (prenotazione)13 Mar 21.00 Cinema, Ambiente e Sostenibilità - Proiezione “Slow Food Story” Film Cinema Teatro del Borgo, via Borgo Palazzo 51 - Bergamo [email protected] Mar 18.00 Bookcrossing - La scatola delle idee Incontro Circolo Barrio, via F. Dell’Orto - Bergamo Informazioni su Facebook: Barrio Campagnola14 Mar 20.30 Appuntamenti di… vini alla Polisena - Bollicine e sciabola Evento enogastronomico Località Riviera, via Ca’ di Maggio 333 - Pontida (BG) [email protected] - Tel. 035 79584115 Mar 8.30-14.00 Mercato agricolo e non solo Mercato Monterosso - Piazza Pacati www.cittadinanzasostenibile.it15 Mar 20.30 Le nuove frontiere dell’ecologia: la medicina olistica Conferenza Auditorium Spazio Polaresco, via Del Polaresco 15 - Bergamo www.ondavitale.it - [email protected] - Cell. 335 549585615 Mar 19.00 Emozioni in quota Evento sportivo Località Piani dell’Avaro - Cusio (BG) [email protected] - www.altobrembo.it15 Mar 18.15-23.00 Ciaspolate sotto le stelle Evento sportivo Rifugio Trifoglio - Località Valtorta-Ceresola (BG) [email protected] - www.altobrembo.it15/23 Mar Arts for Africa Mostra/beneficenza Sala esposizioni - Filandone di Martinengo (BG) www.ukclub.it16 Mar 16.00 Visita all’Orto Botanico di Bergamo - L’Orto Botanico si presenta Visita guidata Scaletta di Colle Aperto - Bergamo [email protected] - Tel. 035 28606116/23 Mar Bergamo Jazz 2014 Manifestazione/concerto Bergamo www.teatrodonizzetti.it17 Mar 20.30-22.30 Pasta fatta in casa e Finger Food Evento gastronomico Comunità alle Cascine, via Cristallo 3

Almenno San Bartolomeo (BG)Tel. 328 2219860 - 035 643484 (prenotazione)

18 Mar 18.30-22.30 Comunicazione Empatica. Empatia verso Noi Stessi Incontro Via XXIV Maggio 93 - Brembate Sopra (BG) www.comunicazioneempatica.com - Cell. 333 9297622 (prenotazione)18 Mar 20.00 Corso di filosofia Enèrgheia - Individuo e comunità nelle culture orientali Convegno Auditorium Liceo Scientifico Mascheroni - Bergamo www.noesis-bg.it22 Mar Giornata mondiale dell’acqua Giornata Mondiale Mondo www.wwf.it/oradellaterra/index.aspx22 Mar 16.00 Barrio Bazar Mercatino/Baratto Circolo Barrio, via F. Dell’Orto - Bergamo Informazioni su Facebook: Barrio Campagnola22 Mar 22.00 DopoFestival Jazz Concerto Bar del Polaresco, via del Polaresco 15 - Bergamo Informazioni su Facebook: Bar del Polaresco - Café de la Paix23 Mar 16.00 Visita all’Orto Botanico di Bergamo - Una foresta, mille funzioni Visita guidata Scaletta di Colle Aperto - Bergamo [email protected] - Tel. 035 28606124 Mar 20.30-22.30 Pasta fatta in casa e Finger Food Evento gastronomico Comunità alle Cascine, via Cristallo 3

Almenno San Bartolomeo (BG)Tel. 328 2219860 - 035 643484 (prenotazione)

25 Mar 20.00 Corso di filosofia Enèrgheia - Della vita: elogio dell’amore Convegno Auditorium Liceo Scientifico Mascheroni - Bergamo www.noesis-bg.it (prenotazione)26 Mar 21.00 Parcheggio della Fara: una storia infinita? Incontro Circolo Barrio di Campagnola, via F. Dall’Orto 20 - Bergamo www.barriocampagnola.org28 Mar 20.30 Appuntamenti di… vini alla Polisena - Oltre il vino Evento enogastronomico Località Riviera, via Ca’ di Maggio 333 - Pontida (BG) [email protected] - Tel. 035 795841 28/30 Mar Fa’ la cosa giusta Fiera Via Calatafimi 10 - Milano [email protected] Mar 20.30-21.30 L’ora della Terra Iniziativa mondiale Mondo www.earthhour.org29 Mar 9.30-18.00 Workshop - Pedagogia e Libertà - Capovolgere i punti di vista dell’educazione Incontro Cascina Solidale Terra Buona, via Puccini 30 - Nembro (BG) [email protected] - www.elir.altervista.org (prenotazione)29 Mar 12.00-14.00 TEDx Bergamo Conferenza Auditorium Arti e dello Spettacolo di Piazza della Libertà www.tedxbergamo.it30 Mar 16.00 Visita all’Orto Botanico di Bergamo - Risvegliamo i cinque sensi all’Orto Visita guidata Scaletta di Colle Aperto - Bergamo [email protected] - Tel. 035 28606130 Mar 9.30-18.00 Workshop - Pedagogia e Salute - Educazione all’errore Incontro Cascina Solidale Terra Buona, via Puccini 30 - Nembro (BG) [email protected] - www.elir.altervista.org (prenotazione)31 Mar 18.30-22.30 Comunicazione Empatica. Esprimere la Rabbia Incontro Cascina Solidale Terra Buona, via Puccini 30 - Nembro (BG) www.comunicazioneempatica.com - Cell. 333 9297622 (prenotazione)3-6 Apr Edil 2014 - Fiera dell’edilizia Fiera Fiera Bergamo, via Lunga - Bergamo [email protected] - Tel. 035 32309115 Apr 18.15-23.00 Ciaspolate sotto le stelle Evento sportivo Rifugio Trifoglio, Località Valtorta - Ceresola (BG) [email protected] - www.altobrembo.it6 Apr 17.00 Barattiamo Mercatino/Baratto Spazio Giovani Edoné Informazioni su Facebook: Edoné Bergamo

Data Orario Evento Tipologia Luogo svolgimento Contatti

Mercati Agricoli e Biologici

Tutti i martedì 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Bergamo, piazza S. Spirito Coldiretti Tel. 035.4524125Mercoledì 5 e 19 marzo 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Caravaggio, largo Cavenaghi Coldiretti Tel. 035.4524125Mercoledì 12 e 26 marzo 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Ponte San Pietro, via S.Anna Coldiretti Tel. 035.4524125Tutti i giovedì 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Seriate, piazza Alebardi Coldiretti Tel. 035.4524125Tutti i venerdì 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Bergamo, piazza Pontida Coldiretti Tel. 035.4524125Tutti i sabati 9.00-12.00 Mercato “bRiologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] 1° sabato del mese 8.00-12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Stezzano (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.itOgni 2° sabato del mese 8.30-12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Albino (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.itOgni 3°sabato del mese 8.00-12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Zanica (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.itOgni 3° sabato del mese 9.00-13.00 Mercato Agricolo e non solo Mercato Agricolo Bergamo, piazzale Alpini [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it Ogni 4°sabato del mese 8.00-12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Madone (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.itOgni 1° domenica del mese 9.00-18.00 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Città Alta Bergamo, piazza Mascheroni Coldiretti Tel. 035.4524125Ogni 2° domenica del mese 8.00-12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Osio Sotto, piazza Papa Giovanni XXIII www.a21isoladalminezingonia.bg.itOgni 3° domenica del mese 9.00-13.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Sant’Omobono Imagna (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it

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Page 47: Bergamo SOStenibile 30 > Marzo 2014

FESTIVAL DELL’AMBIENTEBERGAMO 16 - 18 MAGGIO 2014

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