Bergamo SOStenibile 10

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di Diego Moratti Sia chiaro: non è una questione di sessualità, tutt’al più, di con- giuntivi esortativi. Siamo donne, lo affermo ora più di quanto lo avessi pensato ini- zialmente. Quando, tempo fa, dissi a mia madre che volevo de- dicare il numero di marzo di Ber- gamo SOStenibile alle donne, la risposta immediata fu: “Guarda che non ci serve il contentino”. Legittima osservazione, ahinoi più che giustificata, tanto è diffu- so ancora oggi un certo maschi- lismo, magari un po’ velato dal “politicamente corretto” parlare di quote rosa e festa della don- na. “Quote rosa o quote panda? Neanche fossimo una specie da proteggere” è infatti un’altra sprezzante risposta che mi so- no beccato da alcune donne in questi giorni, mentre cercavo di condividere le mie riflessioni. Eppure, dopo oltre un anno dall’avvio di questo giornale, voglio cogliere l’occasione di trattare la questione di genere Numero 10 Anno III - Marzo 2012 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili www.bergamosostenibile.com Alice, Claudia, Michela, Marcella, Clara, Livia, Maria raccontano storie di donne che a Bergamo e nel mondo vivono e lavorano per una società più SOStenibile A Bergamo presentata l’avvenieristica “Smart Digital City” Offredi a Pagina 4 La sfida di Expo 2015 Progettare città intelligenti segue a pagina 2 a Pagina 24 da Pagina 44 La nostra aria La vie en rose Una campagna di sensibilizzazione per migliorare la qualità di vita a Pagina 20 Attenti al gorilla EcoRace 2012 La rubrica amica della natura firmata WWF Lombardia e Bergamo SOStenibile Al via i Campionati di Duathlon Correre per l’ambiente Siamo donne Ambiente Sport Speciale Eco dal Comune da a Pagina 10 Fiera Edile di Bergamo In crescita l’edilizia “di classe” A a Pagina 30 Marzo 2012 efficienza energetica www.ressolar.it Soluzioni per il risparmio della spesa energetica

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Page 1: Bergamo SOStenibile 10

di Diego Moratti

Sia chiaro: non è una questione di sessualità, tutt’al più, di con-giuntivi esortativi. Siamo donne, lo affermo ora più di quanto lo avessi pensato ini-zialmente. Quando, tempo fa, dissi a mia madre che volevo de-dicare il numero di marzo di Ber-gamo SOStenibile alle donne, la risposta immediata fu: “Guarda che non ci serve il contentino”. Legittima osservazione, ahinoi più che giustificata, tanto è diffu-so ancora oggi un certo maschi-lismo, magari un po’ velato dal “politicamente corretto” parlare di quote rosa e festa della don-na. “Quote rosa o quote panda? Neanche fossimo una specie da proteggere” è infatti un’altra sprezzante risposta che mi so-no beccato da alcune donne in questi giorni, mentre cercavo di condividere le mie riflessioni. Eppure, dopo oltre un anno dall’avvio di questo giornale, voglio cogliere l’occasione di trattare la questione di genere

Numero 10 Anno III - Marzo 2012 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG

Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibiliwww.bergamosostenibile.com

Alice, Claudia, Michela, Marcella, Clara, Livia, Maria raccontano storie di donne che a Bergamo e nel mondo vivono e lavorano per una società più SOStenibile

A Bergamo presentata l’avvenieristica “Smart Digital City”

Offredi a Pagina 4

La sfida di Expo 2015Progettare città intelligenti

segue a pagina 2 a Pagina 24da Pagina 44

La nostra aria

La vie en rose

Una campagnadi sensibilizzazione per migliorarela qualità di vita

a Pagina 20

Attential gorilla

EcoRace 2012

La rubrica amica della naturafirmata WWF Lombardia eBergamo SOStenibile

Al via i Campionatidi DuathlonCorrereper l’ambiente

Siamodonne

Ambiente Sport

Speciale Eco dal Comune

da a Pagina 10

Fiera Edile di Bergamo

In crescita l’edilizia“di classe” A

a Pagina 30

Mar

zo 2

012

efficienza energetica

www.ressolar.it

Soluzioni per il risparmio della spesa energetica

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Editoriale

Segue dalla prima pagina

inquadrandola da un punto di vista forse inconsueto, ma cre-do più appropriato e –manco a dirlo- più SOStenibile. Con una dichiarata premessa: da uomo intendo rivolgermi agli uomini. Permetteteci, care donne, di de-rubarvi del “vostro” 8 marzo. Come direttore di questa testa-ta, mesi fa avevo già anticipato ad una giornalista di scrivere l’e-ditoriale per il mese di marzo. Ve-ro è che già in diverse occasioni alcuni editoriali sono stati scritti da donne, e pure molti articoli e le tematiche che trattiamo sono spesso molto “femminili”, in linea con la nostra mission di promuo-vere la sostenibilità, anche nel senso di più attenzione e cura alla qualità della vita. La mia idea iniziale, lungi dal concedere “quote panda” o contentini, era che una donna avrebbe saputo meglio scrivere, argomentare e rappresentare le istanze femminili. E questo è sicu-ramente vero, come dimostrano gli ispirati contributi proposti nei numerosi articoli dello “Specia-le donne” che trovate in queste pagine: donne sono i tre “Premi Nobel” per la Pace assegnati nel 2011, come donne sono alcuni esponenti ai vertici delle istitu-zioni nazionali ed europee: dalla Merkel alla Marcegalia, dalla Ca-musso alla Fornero. Ma la donna non dev’essere valorizzata solo quando si trova ai vertici, ma va apprezzata nel peculiare appor-to che può dare quotidianamen-te alla società, in ogni ambito, piccolo o grande che sia, dove sia richiesta cura, attenzione e una certa capacità di guardare al futuro con lungimiranza. Ed è proprio questa la riflessione a cui mi riferivo: una società sosteni-bile è una società che sa guar-

dare al futuro. E una società che guarda al futuro deve utilizzare al meglio le risorse di cui è dota-ta. Un concetto ripetuto spesso in questo giornale: se vogliamo preservare il pianeta Terra, dob-biamo avere cura delle risorse

naturali che esistono, non spre-carle, bensì farne un uso accor-to, intelligente, per il bene di tutti, anche dei posteri. Analogamen-te ritengo che la logica della so-stenibilità ambientale valga per le risorse umane all’interno del-la nostra società. Difficilmente sapremo arrivare a soluzioni di ampio respiro, se non sappiamo

valorizzare al meglio le differen-ze presenti nella nostra società. Difficilmente troveremo una sin-tesi equilibrata e congegnale per tutti, se lo sguardo maschile sul mondo non si incrocia e con-fronta con quello femminile. So-no due sguardi differenti, inutile negarlo ed inutile contrapporli. Esperienze diverse, predisposi-

zioni genetiche differenti, visioni e angoli visuali persino divergen-ti, ma parimenti validi e soprat-tutto utili a ricercare e comporre la migliore sintesi possibile. Non considerare l’apporto, lo sguardo, il punto di vista sulle cose che può dare una donna, all’interno della quotidianità, sul lavoro, in famiglia, in politica, nelle imprese, nelle piccole deci-sioni come nei momenti cruciali della vita, sarebbe una perdita. Ma se la sensibilità femminile non viene vista come un valo-re aggiunto, una ricchezza, se la sua presenza non è ricercata e voluta, anche dagli uomini, in modo concreto ed effettivo, al-lora è la società tutta a perderci, è la società tutta che si sta pri-

vando di un prezioso apporto. Al contrario una società soste-nibile, lungimirante, deve invece esigere lo sguardo femminile sul mondo, con il suo patrimonio di cura, attenzione e con quella in-nata capacità di interpretare la complessità del presente, pro-iettandola contestualmente nel futuro. Per questo motivo, da uomo, arrivo a dire: la sostenibilità è donna. E per questo motivo, fi-nalmente, dobbiamo fare “no-stra” la festa dell’8 marzo.Da qui la mia esortazione inizia-le, da uomo, a uomini e a donne: “Siamo donne”.(Congiuntivo esortativo).

Diego Moratti

“Da uomo intendo rivolgermi agli uomini. Permetteteci, care donne, di derubarvi del «vostro» 8 marzo”

“Se la presenza della donna non è ricercatae voluta anche dagli uomini, in modo concreto ed effettivo, allora è la società tutta a perderci”

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Valeria Annovazzi - Giurista ambientaleMarcella Messina - Dottore di ricerca dell’Università di BergamoMaria Imparato - GiornalistaAlice Motti - GiornalistaMichela Offredi - GiornalistaLuciano Valle - Fisolofo ambientalistaClaudia Proserpio - Psicologa clinicaPatrizia Mantoessi - CFLRaffaele Avagliano - GiornalistaDuccio Colombo - BiofarmLisa Casali - EcocucinaErica Bettinelli - Villino d’EricaLivia Salvi - Moda e Storia dell'arteEmma Baldin - Responsabilità Sociale d'ImpresaClara Gandolfi - Giornalista

Hanno collaborato a questo numero:EditoreStudio Green Solution S.r.l.Direttore Editoriale Marco [email protected] Responsabile Diego [email protected] Raffaella Ghisleni - [email protected] Spinelli - [email protected] Grafico ed impaginazione Layout Studio Service Srl - Bergamowww.layoutstudio.itStampa CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.itPubblicità Studio Green Solution S.r.l. - [email protected] 335.362358 - Via Privata Legler, 14 - Brembate Sopra

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

Registrazione:Tribunale di BergamoN. 25/10 del 04/10/2010Registro stampa periodici

Chiuso in redazione27 Febbraio 2012

Free Press >30.000 copie

2 www.bergamosostenibile.comNumero 10 - Marzo 2012

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In occasione del World Future Energy Summit svoltosi ad Abu Dhabi il 16-19 gennaio 2012, il Segretario Generale delle Na-zioni Unite, Ban Ki-Moon, ha ufficialmente aperto l’Anno In-ternazionale dell’Energia So-stenibile per Tutti (così è stato designato il 2012, con Risoluzio-ne ONU 65/151 del 20.12.2010). Per il corrente anno, i 193 Paesi aderenti all’Organizzazione delle Nazioni Unite si vedono impe-gnati nel garantire a tutti l’ac-cesso all’energia, oltre che nel proteggere l’ambiente mediante un utilizzo sostenibile delle fonti di energia tradizionali (non rin-novabili) e delle fonti di energia alternative (rinnovabili). Come ricordato dal Segretario Gene-rale, l’energia trasforma la vita delle persone: “Quando ero un ragazzo in Corea, nelle deva-stazioni del dopoguerra, ho studiato alla luce di una picco-la lampada ad olio sino al col-lege; ho aiutato mia madre ad alimentare il fuoco di cottura. Nel mio villaggio non c’era una clinica con farmaci refri-gerati e non avevamo alcuna comodità, come un frigorife-ro o ventilatori o aria condi-zionata. Poi il mio Paese si è sviluppato economicamente, abbiamo superato la povertà energetica che è ancora mol-to diffusa e condanna miliardi di persone al buio, a problemi di salute, ad occasioni perse per l’educazione e la prospe-rità; non è né giusto né so-stenibile che 1 persona su 5 non abbia accesso all’elettri-cità; non è accettabile che 3 miliardi di persone debbano ricorrere a legna, carbone o rifiuti di origine animale per

cottura e riscaldamento”. L’energia è fondamentale per tutto quello che facciamo per ridurre la povertà, per la lotta ai cambiamenti climatici, per la crescita economica, la pace e la sicurezza globale, per il raggiungimento degli obiet-tivi di sviluppo del millennio. È il filo d’oro che collega cre-scita economica, maggiore equità sociale e salvaguardia dell’ambiente.Scienza ed economia ci dico-no che è necessario effettua-re il passaggio ad un’energia pulita il più rapidamente pos-sibile; non bisogna, tuttavia, sottovalutare la corruzione nello sfruttamento delle risor-se naturali e, per questo, la responsabilità è un principio fondamentale di questa azio-ne globale: tutti gli impegni dovranno essere trasparenti e monitorati. A partire dal 2012, gli attori coin-volti -settore privato, finanza, governi, organizzazioni inter-nazionali, associazioni filantro-piche, società civile- si vedono impegnati per il perseguimen-to entro il 2030 di tre obiettivi complementari: garantire a tutti l’accesso a fonti di energia so-stenibili e pulite, raddoppiare l’efficienza energetica e raddop-piare la diffusione delle energie rinnovabili.Quali invece le opportunità? I go-verni possono sviluppare piani energetici nazionali, prevedere sostegni economici ed abolire tariffe; le imprese possono im-

pegnarsi ad operare con più ef-ficienza energetica, costituire partnerships pubblico-privato per migliorare la sostenibilità energetica di prodotti e servi-zi; gli investitori possono impe-gnare i capitali per lo sviluppo di energie rinnovabili; i governi, le imprese ed il mondo accade-mico possono contribuire con la

ricerca; i comuni cittadini pos-sono aggregarsi in gruppi per promuovere campagne di sen-sibilizzazione sul tema ed inco-raggiare alla trasparenza. Il primo passo verso un’azio-ne globale si concretizzerà a Rio+20, la Conferenza delle Na-zioni Unite sullo sviluppo soste-nibile (in programma per il 20-22 giugno), ove tutte le parti interes-sate saranno invitate a dichiara-re i propri impegni e i programmi d’azione a favore di un’energia sostenibile per tutti. Una prima dichiarazione è già giunta dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini: “Da marzo 600 milioni di euro saranno destinati per la ri-duzione delle emissioni”.

Valeria Annovazzi

Attualità Anno Internazionale

2012: Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile per Tutti Ban Ki-Moon “Garantire a ogni abitante della terral’accesso all’energia, incentivando le fonti rinnovabili”

“Da marzo 600 milioni di euro saranno destinati per la riduzione delle emissioni”Corrado Clini,Ministro dell’Ambiente

Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals):

1 porre fine alla povertà e alla fame nel mondo2 istruzione per tutti3 parità dei sessi4 ridurre la mortalità infantile5 migliorare la salute materna6 combattere HIV/AIDS7 sostenibilità ambientale8 costituire una partnership mondiale per lo sviluppoInfo: www.sustainableenergyforall.com; www.un.org; www.irena.org

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Mancano 1158 giorni, ma la curiosità comincia a crescere. Cosa sarà questa Expo? Nella storia ha lasciato eredità archi-tettoniche importanti come il Pa-lazzo di Cristallo di Madrid e la Tour Eiffel a Parigi. Di quali pro-digi sarà capace questa volta, proprio quando sarà l’Italia e la vicinissima Milano ad ospitarla? Mancano ancora tre anni all’a-pertura di Expo 2015, eppu-re la macchina organizzativa è già in movimento. L’Esposizio-ne universale, una sorta di cit-tà intelligente e innovativa dove muoversi, scoprire e interagire, sarà collocata su una super-

ficie di 1,7 milioni di metri qua-drati, comprendendo parte del territorio della città di Rho. So-no già 72 i paesi (sui 130 pos-sibili) che hanno confermato la loro adesione. E così, anche e soprattutto in Italia, si comincia a parlarne. Sarà perché il tema, “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, noi italiani lo sentiamo un po’ nel sangue. Sarà perché l’ali-mentazione e l’impatto ambien-tale sono sempre più attuali, in tempi in cui migliaia di persone sono ancora senza cibo, i terre-ni coltivabili sono sempre meno e gli scandali alimentari sono all’ordine del giorno.Questi e molti altri aspetti verran-no affrontati dai paesi parteci-panti durante un intero semestre nel 2015, da maggio a ottobre. Perché come ogni Esposizione che si rispetti, anche quella di

Milano, non sarà solo padiglioni espositivi e innovazioni tecno-logiche, ma una grande occa-sione per riflettere su questioni fondamentali per l’umanità.Meno 1158, si diceva. E così anche Bergamo comincia a in-terrogarsi sull’organizzazione e le ricadute di questa Expo. È accaduto in occasione dell’in-termeeting “Verso l’Expo 2015. Un’eredità per i cittadini: la smart digital city del futuro”, tenutosi lo scorso gennaio al Centro con-gressi Giovanni XXIII di Berga-mo. La serata è stata promossa dai Lions club di Bergamo in col-laborazione con la società Expo 2015 Spa (creata per gestire l’e-vento), la Provincia, il Comune, la Camera di Commercio e Con-findustria.Presenti fra le autorità Paolo Zappa, in rappresentanza dei 6 Lions club bergamaschi (Host, Colleoni, San Marco, Le Mura, Sant’Alessandro e Val Seriana), Silvia Lanzani, assessore pro-vinciale alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale ed Ex-po, Andrea Pezzotta, assessore all’Urbanistica e all’Expo 2015 del Comune di Bergamo e Pa-olo Moretti, delegato al Turismo per il Comune; tutti d’accordo nell’affermare che l’Esposizione sarà un volano per far conosce-re l’Italia e Bergamo, ma anche l’occasione per sviluppare pro-getti da lasciare ai bergamaschi.

“La tecnologia può davvero contribuire a nutrire il piane-ta ed essere energia per la vita -ha commentato Paolo Zappa in apertura- tanto più perché ciò che sarà ideato rimarrà per i cittadini e produrrà un beneficio per l’intera collettività”. Concor-de anche Silvia Lanzani che ha ricordato gli sforzi che, a livello provinciale e regionale, si stanno compiendo in attesa di un even-to che “sarà una vetrina interna-

zionale, una possibilità unica per il nostro territorio”. La Provincia, nel 2011, ha promosso il concor-so “I Giovani e l’Expo”; fra le idee migliori è emerso “Il Chicco”, un edificio innovativo ad alta effi-cienza energetica, presentato da 3 giovani bergamaschi.Ma se durante la serata “Il Chic-co” ha strappato complimenti, la “Smart digital city”, il progetto di cittadella tecnologica alla base dell’Esposizione universale, ha lasciato i partecipanti letteral-mente a bocca aperta.La “Smart digital city”, ideata da

Valerio Zinga-relli, CIO e CTO di Expo 2015 Spa, prevede la crea-zione di un’a-rea in cui le persone di una comunità potran-no interagire e scambiarsi conoscenza, esperienze, servizi. La “Smart city”, che accoglierà i visitato-ri-protagonisti dell’Ex-po, sarà una piccola città intelligente in grado di far spe-rimentare le so-luzioni per uno sviluppo so-stenibile dei nostri cen-tri urbani. “Grazie alla tec-

Attualità Expo 2015

Verso Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”La città del futuro si avvicinaAlla serata organizzata dai Lions club di Bergamo, con Società Expo 2015, Provincia e Comune,presentata la “Smart digital city”, il prototipo della città intelligente per uno sviluppo sostenibile

“L’Expo è un’Esposizione universale di natura non commerciale, organizzata dalla nazione che ha vinto una gara di candidatura e prevede la partecipazione di altre nazioni, invitate tramite canali diplomatici dal Paese ospitante”

“La “Smart city” di Valerio Zingarelli sarà una piccola città intelligente in grado di far sperimentare le soluzioni per uno sviluppo sostenibile dei nostri centri urbani”

“L’Expo 2015 sarà situata in un’area nel settore nord-ovest di Milano e occuperà una superficie di 1,7 milioni di metri quadrati”

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nologia, il visitatore potrà vivere un’esperienza che lo coinvolge-rà prima, durante e dopo la sua presenza all’Expo. Attraverso l’uso di dispositivi intelligenti e di applicazioni web mirate, sa-rà coinvolto nella pianificazione della visita e seguito in tutto il percorso -ha spiegato l’inge-gnere-. Potrà sperimentare le soluzioni innovative predispo-

ste, interagendo con il sistema grazie a smartphone e tablet, muri elettronici multi-touch e re-altà virtuale”. Scenari da film di fantascienza, meglio di “Matrix” e “Minority Report”.Vale la pena di tenersi aggiorna-ti. E non dite che non vi avevamo avvertiti.

Michela Offredi

Alla serata organizzata dai Lions club di Bergamo, con Società Expo 2015, Provincia e Comune,presentata la “Smart digital city”, il prototipo della città intelligente per uno sviluppo sostenibile

Venerdi 9 marzo alle 10:30 nello

Spazio Viterbi della Provincia si

terrà la presentazione degli Atti

del convegno GREAT 2011.

Al simposio, organizzato

dall’assessorato provinciale

Grandi Infrastrutture,

Pianificazione territoriale ed

Expo, parteciperanno prestigiosi

architetti internazionali.

L’Expo in pillole La prima Expo è stata quella di Londra nel 1851 e il suo

successo ha spinto altre nazioni ad organizzare iniziative similari, come l’Expo di Parigi del 1889 ricordata per la creazione della Torre Eiffel

Ogni Expo è dedicata a una tematica di interesse universale L’Expo si realizza in un sito appositamente attrezzato Il ruolo di Expo non è solo esporre le maggiori novità

tecnologiche, ma è orientato all’interpretazione delle sfide collettive, cui l’umanità è chiamata a rispondere

L’organismo internazionale che regola la frequenza, la qualità e lo svolgimento delle esposizioni è il Bureau International des Expositions (abbreviato in BIE) nato da una convenzione internazionale siglata a Parigi nel 1928. Attualmente aderiscono al BIE ben 157 Stati

Le Esposizioni universali hanno luogo ogni 5 anni e durano 6 mesi. Gli Stati partecipanti costruiscono i propri padiglioni

La scheda

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Chicco. Un nome che ricorda qualcosa di piccolo, ma estre-mamente prezioso. Un seme dal quale può nascere una me-raviglia. Un po’ come da un’idea può nascere un progetto verde, innovativo e riciclabile. Aggettivi che descrivono alla perfezione il lavoro di tre giovani architetti bergamaschi, neolaureati e ven-ticinquenni: Marco Invernici di Brembate di Sopra, Dan Vavas-

sori di Dalmine e Alberto Paolo Sicuso di Bergamo. I loro nomi figurano fra i vincitori del concor-so “I Giovani e l’Expo”, promos-so dall’assessorato alle Grandi infrastrutture, Pianificazione ter-ritoriale ed Expo della Provincia di Bergamo. Al bando, ideato con il fine di promuovere le tema-tiche dell’Esposizione universale e di coinvolgere su queste i gio-vani, hanno aderito 48 progetti; un totale di 171 partecipanti e un ventaglio di proposte creative e all’avanguardia. Il Chicco prende le sembianze di un edificio ad alta efficienza energetica, pensato con tecni-che di facile modalità costruttiva. “Abbiamo concentrato la nostra attenzione su un tema caro alla cultura bergamasca come quel-lo dell’agricoltura e, in particola-re, della coltivazione del mais. Una produzione, questa, mol-to diffusa al Nord –ha spiegato Marco Invernici nel corso della

serata promossa dai Lions di Bergamo, durante la quale han-no ricevuto un omaggio e molti applausi–. La struttura potreb-be essere collocata nei pressi di un’area strategica come il parco scientifico Kilometro Rosso, polo di eccellenza ben servito e vicino alla linea ferroviaria e all’auto-strada”. L’edificio, caratterizzato da un corpo centrale e due ali laterali, sarà dotato di impianti che genereranno energia dalla combustione degli scarti agri-coli derivanti dal mais; grazie a questi sarà possibile scaldare gli

ambienti d’inverno e rinfrescarli nella stagione calda. L’impianto fotovoltaico servirà per sfruttare al massimo l’irraggiamento sola-re e risparmiare energia e costi. All’interno del Chicco troveran-no spazio un grande padiglione espositivo, laboratori, uffici di di-rezione ed altri ambienti.

“Durante il periodo dell’Expo, da maggio a ottobre 2015, all’inter-no sarà collocato un padiglione espositivo con valenza didattica. Il fine è di sensibilizzare i visitato-ri sull’importanza del mais nella nostra economia –ha proseguito Dan Vavassori-. Al termine della manifestazione l’edificio, per co-me è stato concepito, potrebbe essere allestito in altri modi o per nuovi usi. In alternativa essere ri-collocato altrove”. Un motivo in più per lodare que-sti giovani e brillanti progettisti, che hanno previsto di riciclare ciò che sarà realizzato per l’Ex-po. Intuizione fino ad oggi rara, soprattutto quando si parla di grandi eventi.

M. O.

Vado a…maisUn edificio ad alta efficienza energetica e con tecniche costruttive innovativeI giovani ideatori bergamaschi fra i vincitori del concorso promosso dalla Provincia

“La struttura potrebbe essere collocata nei pressi di un’area strategica come il Kilometro Rosso, vicino alla linea ferroviaria e all’autostrada”

“Al termine dell’Expo, l’edificio potrebbe essere allestito in altri modi o in alternativa ricollocato altrove”

Attualità Expo 2015

Nella foto i tre studenti premiati

Concorso “I Giovani e l’Expo” 2012Dopo il grande successo della precedente edizione la Provincia di Bergamo propone anche per quest’anno “I Giovani e l’Expo”, bando di concorso a premi: Il concorso è destinato a giovani fra i 15 e i 25 anni con l’obietti-vo di coinvolgere le giovani generazioni sulla tematica dell’Expo 2015 “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita” e di accogliere le loro letture e interpretazioni in merito.Verranno ammessi alla valutazione i progetti che abbiano come finalità la promozione e lo sviluppo del territorio della provincia di Bergamo o di singole porzioni di esso e i progetti che mirino a valorizzare alcuni ambiti di eccellenza del territorio. I progetti potranno essere presentati individualmente o in forma associata e sotto qualunque forma espressiva, purché ne risultino chiari l’obiettivo e la modalità concreta di realizzazione. Premi per i primi 10 progetti classificati (primo premio 3.000 euro). Scaden-za per la presentazione degli elaborati: venerdì 10 marzo 2012.Per maggiori informazioni: www.provicia.bergamo.it

6 www.bergamosostenibile.comNumero 10 - Marzo 2012

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Come sarà la Milano di doma-ni? Forse avrà l’acqua, come un tempo, come qualche anzia-no ricorda ancora: chilometri di canali lungo i quali passeggia-re, talvolta pescare. Forse sarà questa l’eredità di Expo 2015, un appuntamento che per il commissario generale Roberto Formigoni “lancerà nel mondo l’immagine della città e del no-stro Paese”. Un evento futuro per restituire alla città il volto passa-to, un’identità che si era smar-rita fra cemento e disinteresse. Lo sperano amministratori e commissari, lo sperano ancora più i milanesi, accorsi numerosi a “La Darsena ritrovata. Le Vie dell’Acqua” in scena domenica 5 febbraio al teatro Dal Verme di Milano. Uno spettacolo di musi-ca, parole e immagini, curato da Andrée Ruth Shammah, per rac-contare la riqualificazione del-la Darsena e delle vie d’acqua. Sul palco, quali accompagnatori di un viaggio nel tempo e nello

spazio, alcuni protagonisti della vita milanese: Philippe Daverio, Gualtiero Marchesi, Salvatore Veca, Piergaetano Marchetti, Luca Doninelli, Livia Pomodoro, Fedele Confalonieri, Carlo To-gnoli, Umberto Veronesi e Um-berto Eco. Suggestioni e ricordi di un mondo in parte scompar-so, ma che ora potrebbe torna-re “per ricreare un rapporto con l’ambiente”, come auspica Giu-seppe Sala, amministratore de-

legato di Expo 2015 Spa.Piste ciclabili, percorsi pedonali, acqua e verde: questi i contenu-ti del progetto Vie d’Acqua, che mira alla valorizzazione paesag-gistica e ambientale degli spazi aperti dell’Ovest Milanese e del-la storica rete irrigua della città. Grazie alla creazione di un cana-le (il nuovo secondario Villoresi), il sito di Expo Milano 2015 diven-terà lo snodo di un’innovativa re-te di mobilità dolce e sostenibile. Accanto al nuovo canale, che unirà il Villoresi al Naviglio Gran-de, correrà un circuito ciclabile di circa 125 chilometri: l’anello partirà dalle Dighe di Panperdu-to e arriverà, lungo il Villoresi, al Parco delle Groane e al Naviglio Grande, per tornare indietro se-guendo l’alzaia. Quale, invece, il destino della Darsena? Ad at-

tenderla un ruolo di approdo urbano da e verso il territorio. Forse non torneranno i barconi, ma da qui partiranno i nuovi iti-nerari ciclabili. E allora, tanto per anticipare qualcosa e preparare le gambe, eccoli: Parco Cave e Boscoincittà (8-12 km), Sito Ex-po (16 km), Castellazzo di Bollate (26 km), Villa e Parco di Monza (42 km), Dighe di Panperduto passando lungo il Villoresi (75 km). La riqualificazione del porto cittadino prevede la sistemazio-

ne degli argini con alberature e passeggiate pedonali, l’amplia-mento della banchina (destinata a spettacoli e iniziative), la pedo-nalizzazione dell’area e, non me-no importanti, la conservazione e la valorizzazione delle mura spagnole e dei reperti archeo-logici. I lavori cominceranno nel 2013, per concludersi due an-ni dopo, in tempo per l’apertu-ra dell’Esposizione universale. “Anche grazie a questo proget-to Milano tornerà ad essere un

città bellissima. Questo è un im-pegno, una promessa, un sogno che già diventa realtà”, ha detto il sindaco e commissario straordi-nario dell’Expo Giuliano Pisapia. Forse nei navigli non torneranno i gamberetti, come hanno ricor-dato i Legnanesi (intervenuti du-rante spettacolo), ma una cosa è certa: la città della Madonnina avrà un aspetto più gradevole. Meno grigia, più verde e azzurra.

Michela Offredi

Attualità Expo 2015

Per l’Expo Darsena e Navigli rinnovatiUno spettacolo teatrale per presentare i progetti di riqualificazione delle vie d’acqua milanesi. Sul palco, con ballerine e attori, anche Eco e Veronesi

“La nuova Darsena sarà il punto di partenza e di approdo di un vasto progetto che la farà tornare uno dei luoghi più belli di Milano”

8 www.bergamosostenibile.comNumero 10 - Marzo 2012

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Il forte connubio tra il mondo delle costruzioni e Bergamo è ri-conosciuto a tutti i livelli, così co-me la sua Fiera dell’Edilizia che quest’anno giunge alla 26° edi-zione, mantenendo orgogliosa-mente il ruolo di leader tra le fiere del settore in Lombardia. Edil 2012 Tech assume un significa-to particolare per tutto il mondo lombardo delle costruzioni, qua-si fosse un “laboratorio” in cui organizzatori, espositori, asso-ciazioni, istituzioni del territorio si uniscono e fondono le rispettive competenze per rispondere in modo adeguato alle nuove esi-genze di natura tecnica e finan-ziaria del nuovo mercato delle costruzioni.L’appuntamento di quest’anno, forse, è ancora più importante di quello delle precedenti edizio-ni. La crisi che sta attanaglian-do l’economia globale ha messo le mani anche sull’ambito edile. Mai come in questo momento i protagonisti del settore hanno l’esigenza di una manifestazione che li rappresenti e indichi loro nuove strade da percorrere, per uscire il prima possibile dal tun-nel.

Grandi macchinarie ristrutturazioni“di classe” (energetica)

Edil 2012 Tech si propone quale punto di riferimento importante per tutti gli operatori del setto-re: una prestigiosa vetrina delle migliori realtà presenti sul mer-cato. La possibilità di aggiorna-mento, di confronto, ma anche e soprattutto di entrare in contatto con potenziali clienti o fornitori di altissimo livello, fanno di questa fiera un volano eccezionale per tutto il settore.La storica presenza di un com-parto macchinari di elevatissimo profilo, ha portato l’esposizione bergamasca a essere ricono-sciuta ai vertici del panorama fieristico nazionale (seconda so-lo ai due eventi di caratura inter-nazionale di Verona e Bologna), richiamando imprese di costru-zione e operatori del mondo del

trasporto e dell’industria da tutta Italia. La notorietà della fiera tra le imprese di costruzione lom-barde si stima essere superiore all’80%.A fianco del grande appeal e dell’impatto di immagine eser-citato dall’area esterna, che ri-lancia la rassegna in tutta la sua

potenzialità nei confronti delle imprese, prosegue la qualifi-cazione dei padiglioni coperti, sempre più orientati alla “Green Economy” e al comparto del-la “Ristrutturazione e Recupe-ro”. In particolare, l’attenzione è focalizzata su ristrutturazio-ne, recupero e manutenzione dell’esistente patrimonio immo-biliare, per confermare la stret-ta connessione con le nuove dinamiche del mercato. Raffor-zati i settori riguardanti l’efficien-za energetica e le soluzioni per contenere i consumi producen-do energia da fonti rinnovabili. Prosegue anche il trend posi-

tivo delle aziende che operano nell’ambito della sicurezza sul lavoro e in cantiere.La crescita tecnica e cultura-le di tutto il comparto rappre-senta la principale priorità della Fiera dell’Edilizia di Bergamo in proiezione futura. In stretta con-nessione con le Associazione di Categoria e gli Ordini Profes-sionali, l’Università degli Studi di Bergamo e la Scuola Edile, EDIL 2012 TECH punta a far conver-gere sulla fiera importanti appro-fondimenti sulle tematiche del settore con particolare riguardo alla tecnologia. Il nostro men-sile Bergamo SOStenibile sarà

distribuito in questi incontri e -a testimonianza del crescente in-teresse verso il costruire green- saremo presenti con un nostro stand: veniteci a trovare!Infine EDIL 2012 TECH presenta un’area dedicata ai più innovati-

vi prodotti e sistemi per l’edilizia. Anche quest’anno sarà ripropo-sto e potenziato il “Premio per l’Innovazione Tecnologica in Edilizia” aperto a tutti i prodotti presentati in fiera. Più ricco che mai sarà il programma di con-vegni, seminari, work-shop e corsi di formazione. L’edizione 2012 vede anche l’introduzione di “laboratori” per approfondire le conoscenze in tema di nuove tecniche costruttive (case in le-gno, costruzioni a secco, ecc.) oltre che delle corrette procedu-re di posa dei materiali più inno-vativi e performanti del cantiere moderno.

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Dal 2 al 5 marzo al polo fieristico cittadino, uno degli appuntamenti più attesi dal mondo imprenditoriale e non solo. In crescita il settore green economy, efficienza energetica e nuove tecnologie costruttiveBergamo SOStenibile presente!

“Già mesi prima “tutto esaurito” per l’area esterna dedicata a macchinari, attrezzature per il cantiere e macchine movimento terra”

“Il nostro giornale Bergamo SOStenibile sarà presente con uno stand e verrà distribuito in tutti i convegni, a conferma dell’interesse verso l’edilizia green”

Torna la fiera dell’edilizia bergamascaIl green building la strada per uscire dalla crisi

Attualità

Bergamo SOStenibile

ti aspetta a EDIL 2012

allo Stand 106 Pad. A

corsia A3

Fiera Edile

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Rendere disponibile l’energia da fonti rinnovabili ovunque, dove e quando si vuole. Sembrava una chimera fino a ieri, una vaga idea per un mondo futuro, oggi è re-altà.Un generatore fotovoltaico mo-bile, pronto all’uso, richiudibile e facilmente trasportabile, in-dicato per tutti gli utilizzi che ri-chiedono di poter spostare la propria fonte di energia, oppure per tutte quelle zone del globo non coperte da una rete elettri-ca. È questa la scommessa di iKube, un generatore di energia, brevettato dalla Pro D3, che sarà esposto alla fiera edile di Berga-mo nello stand di Kennew: i Kube è un gruppo elettrogeno fotovol-taico che sviluppa una potenza di 1,5 kW grazie alla sua vela di 9 metri quadrati, richiudibile in un cubo al-to poco più di 1 metro, per un peso totale di 500 kg. Queste caratteristiche lo rendono estrema-mente versatile e adat-tabile a mille situazioni, con una serie di vantaggi di grande utilità: oltre alla compattezza, da sottolineare la silenziosità, l’as-senza di fumi e di inquinamento, zero costi di carburante e di fun-zionamento e una manutenzio-ne minima. A tutto ciò si aggiunge un’ulterio-re innovazione: iKube può fun-zionare anche in assenza di sole

poi-ché le

batterie contenute

nella base del cubo vengono ri-caricate dal generatore fotovol-taico, con un’autonomia di 10 ore per ogni kW di carica. Si su-pera così, almeno parzialmen-te, uno dei potenziali svantaggi legati alla produzione di energia

elettrica da fonte solare, necessariamente legata

–fino ad oggi- alla variabilità delle condizioni climatiche.

Quando ricercae innovazionefanno la differenza

Se da un lato, quando si usano le belle e frequentissime parole cir-ca la necessità di “investimenti in ricerca e innovazione” si abusa di un concetto spesso fumoso e poco concreto, dall’altro lato non è sempre vero che a queste parole non corrisponda invece qualcosa di assolutamente po-sitivo e auspicabile. Questo esempio di brevetto industriale dimostra che lo sviluppo di una società e di un’economia più so-stenibile passa anche attraverso la concretissima applicazione di scoperte scientifico-accademi-che a tecnologie e prodotti in-dustriali innovativi. Una società e un’economia green devono pertanto essere sempre e continuamente soste-nute e supportate da conoscen-za e informazione a tutti i livelli, dalle università agli uffici tecni-ci, dalle imprese al singolo cit-

tadino, perché solo con questa consapevolezza diffusa si può cambiare progressivamente il volto del pianeta nel nome della green economy.Nulla ci vieta allora di prosegui-re verso questa piccola grande innovazione che è prima di tut-to culturale oltre che ambienta-le ed economica, in linea con la mission dichiarata dei produt-

tori di iKube per rispondere al crescente fabbisogno di ener-gia proponendo soluzioni inno-vative, accessibili e orientate al maggior rispetto dell’ambiente, nella consapevolezza che l’ac-cesso alle energie rinnovabili divenga un diritto di tutti e non un’esclusiva di pochi.

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Ideato un generatore mobile per produrre energia, anche dove non c’è corrente elettricaSi chiama iKube: tutto in un metro cubo, senza costi, inquinamento e rumore

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Attualità

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La scheda

Fiera Edile

“iKube

ti aspetta a Edil 2012

allo stand di Kennew

115/119 Pad. A”

12 www.bergamosostenibile.comNumero 10 - Marzo 2012

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Attualità Convegno Compere

Quanto è importante gestire al meglio un processo di risana-mento ambientale? A questa domanda ha risposto il con-vegno “Restart: Il risanamento delle aree dismesse diventa op-portunità”, svoltosi lo scorso 24 febbraio a FaSE, Fabbrica Seria-na Energia, di Alzano Lombardo. L’incontro, organizzato dal con-sorzio Compere con la parte-cipazione speciale di Bonifiche Ambientali, è stata l’occasione per sottolineare l’importanza di una corretta gestione dei pro-

cessi di risanamento ambienta-le, declinandone le diverse fasi, da quelle progettuali a quelle operative. La location non è sta-ta casuale; da ex cartiera Pigna a “nuova cittadella dell’energia”, ovvero FaSE, luogo di incontro e scambio sulle tematiche del-la sostenibilità e del recupero dell’esistente. Il tutto nell’ottica di porre fine al consumo di suolo, una pratica che ha sta danneg-giando le nostre città e il pianeta. Il programma ha visto l’inter-vento di relatori provenienti da diversi ambiti: Andrea Gueri-ni, amministratore delegato di N.c.e. Srl, Marco Morando sem-pre di Nce Srl, Giambattista Co-lombo, legale penalista del Foro di Milano, Lorenzo Vicari, legale civilista del foro di Milano, Gio-vanni Faglia, responsabile Pool Inquinamento, Muriel Conson-ni, direttore tecnico di Bonifi-che Ambientali Waste & Works, Sergio Testa, direttore tecnico di Nova Ambiente, Massimo Centemero, direttore tecnico del

Consorzio italiano compostatori e Andrea Colleoni, direttore tec-nico di Cramer.Moderatore dell’incontro è stato David Newman, vice-presidente di ISWA (International Solid Wa-ste Association). Presente an-che Pietro Romanò, assessore all’Ambiente e Tutela risorse na-turali della Provincia di Bergamo. “La Due Diligence Ambienta-le rappresenta uno strumento tecnico-professionale che con-siste nel fornire ai clienti infor-mazioni che possono aiutare a comprendere i potenziali rischi

ambientali, consentendo loro di prendere decisioni motivate -ha spiegato Andrea Guerini-. La ri-conversione dei siti industriali di-smessi comporta ad esempio la necessità di provvedere a inter-venti di bonifica in grado di ren-dere i siti adeguati, da un punto di vista ambientale, alla nuova destinazione d’uso”.A questa tematica è associata quella dell’analisi di rischio, del-le responsabilità legali e degli aspetti assicurativi. “Nonostante il rischio ambientale sia uno degli argomenti di maggiore attualità,

la consapevolezza da parte delle imprese industriali non sembra essersi ancora sviluppata piena-mente. Attualmente in Italia sono assicurate non più di 5.000-6.000 imprese con una specifica polizza inquinamento -ha detto Giovanni Faglia-. L’inquinamen-to però è un rischio specifico, con caratteristiche ben definite, che richiede un approccio spe-cializzato e una copertura assi-curativa dedicata”. Sono stati quindi presentati casi-studio di interventi di risanamento e re-cupero ambientale di aree indu-striali dismesse, a cui è seguito

un focus sulla classificazione dei rifiuti e sul loro possibile riutiliz-zo come risorsa, attraverso un corretto riciclo. Muriel Conson-ni ha sottolineato come “l’anali-si preliminare, la valutazione di fattibilità tecnico-economica, la definizione delle tempistiche e degli obiettivi finali, stabiliti sulla base della destinazione d’uso dell’area, siano di fondamentale importanza per realizzare inter-venti mirati al risanamento am-bientale”. Il collante alla base dei vari interventi è stata la conside-

razione che da un evento negati-vo, quale ad esempio la chiusura di uno stabilimento, possano svi-lupparsi nuove opportunità eco-nomiche e ambientali legate alla trasformazione di rifiuti in mate-rie prime seconde da reintrodur-re sul mercato. Significativa da questo punto di vista l’esperien-za raccontata da Massimo Cen-temero, che ha presentato i dati relativi alla trasformazione dei ri-fiuti organici in fertilizzanti orga-nici. “Il biorifiuto, originato dalla raccolta differenziata, viene trat-tato in impianti di compostaggio, oppure in impianti di digestione anaerobica e compostaggio. Nel primo caso viene prodotto ferti-lizzante organico, il compost di qualità, mentre nel secondo ca-so, oltre al compost si produce biogas e quindi energia elettrica in cogenerazione”. Perché come ha evidenziato Andrea Colleoni è necessario “trasformare il rifiuto da problema a ricchezza econo-mica ed energetica, capace di alimentare un nuovo ciclo eco-nomico”.

Quando l’area dismessadiventa opportunitàAd Alzano Lombardo il convegno “Restart”, organizzato da Compere in collaborazione con Bonifiche Ambientali: come ridurre l’impatto sul territorio attraverso una corretta gestione dei processi di risanamento ambientale

“Alla cittadella Fase,ex cartiera dismessa,il dibattito su come dalla chiusura di uno stabilimento, possano svilupparsi opportunità economiche e ambientali, senza nuova occupazionedi suolo pubblico”

“La riconversionedei siti industriali dismessi comportala necessità di provvedere a oculati interventi di bonifica ambientale in gradodi rendere i sitiadeguati alla nuova destinazione d’uso”

Muriel Consonni, direttore tecnico di Bonifiche Ambientali

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Bonifiche ambientali Waste & Works è specializzata in attività di risanamento e di engineering di alto livello, sia in settori industriali che civili: effettua direttamente interventi su siti di ogni dimensione, sia in Italia che all’estero. Si occupa di audits ambientali, analisi chimiche e biologiche, prove di tenuta con ultrasuoni, mappature e valutazione rischi, valutazione di passività ambientali, piani di caratterizzazione, progettazione di bonifiche, risanamento scarichi, bonifiche da amianto, bonifiche da fibre, bonifiche di terreni, bonifiche di serbatoi, bonifiche industriali, adempimenti legislativi.

Sei parte di ciò che ci circonda. E puoi deciderne la sorte.

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Bandi e finanziamenti sostenibiliAlcuni incentivi per operare nel rispetto dell’ambiente. Filiere di biomasse, dispositivi antiparticolato e riqualificazioni energetiche: termini e caratteristiche

Attualità Bandi

Di seguito riportiamo alcune opportunità per chi opera nel nuovo mondo della green economy. Ministeri, Regioni, Enti e Fondazioni spesso promuovono bandi e finanziamenti per chi investe in attività o progetti di sostenibilità ambientale. Vale quindi la pena di tenere d’occhio alcune possibilità che di mese in mese si aprono per imprese, associazioni o privati: Bergamo SOStenibile vi terrà aggiornati.Ecco alcuni esempi.

2 milioni di euro perdispositivi antiparticolato

La Regione Lombardia ha disposto l’asse-gnazione di contributi per l’installazione di dispositivi antiparticolato su mezzi d’opera a motore diesel, utilizzati in ambito di can-tiere. Disponibili 2 milioni di euro per im-prese individuali o societarie appartenenti alla Sezione F “Costruzioni” della classifi-cazione ATECO 2007 e con sede legale od operativa in Regione Lombardia. Ogni singola impresa potrà richiedere fino ad un massimo di cinque mezzi e l’entità del contributo è pari al 75% dei costi d’inve-stimento ritenuti ammissibili. Il contributo non può in ogni caso superare l’importo di € 4.000 a filtro per mezzi di Potenza com-presa fra 37KW e 75KW, di € 4.500 a filtro per mezzi di Potenza compresa fra 75KW e 130KW, di € 5.000 a filtro per mezzi di Po-tenza superiore a 130KW. Il bando, aperto da gennaio, scadrà domenica 15 aprile. Gli interessati possono visitare il sito della Re-gione nella sezione “Bandi”.

www.regione.lombardia.it

100 milioni di euro per filiere produttive di biomasse

Il Ministero dello Sviluppo Economico - Di-rezione generale per l’incentivazione del-le attività imprenditoriali - ha emanato un bando per interventi di attivazione di filiere produttive delle biomasse. Sono dispo-nibili in questo caso 100 milioni di euro. Possono accedere le società, i consorzi o le società consortili che vogliono realiz-zare i programmi di investimento diretti al-la valorizzazione di biomasse provenienti esclusivamente da filiere delle biomasse agroindustriali, agroforestali, da distretti industriali, ovvero dai rifiuti urbani limitata-mente alla frazione organica della raccolta differenziata per la produzione di biogas. Il bando prevede contributo in conto impianti e finanziamento agevolato. I limiti massimi di finanziamento sono del 50% per le pic-cole imprese, 40% per le medie imprese e 30% per le grandi imprese. Resta poi l’ob-bligo per le imprese proponenti di apporta-re mezzi propri per una quota almeno pari al 25% del totale delle spese ammissibili. Il bando sarà aperto da domenica 18 marzo a martedì 17 aprile. Per ulteriori informazio-ni consultare il sitowww.sviluppoeconomico.gov.it

55% di detrazioneper riqualificazioneenergetica di immobili

La manovra Salva Italia del dicembre scor-so ha confermato la detrazione del 55% delle spese sostenute per interventi di ri-qualificazione energetica sugli immobili. Sono interessati tutti i contribuenti, resi-denti e non residenti, anche se titolari di reddito d’impresa, che possiedono a qual-siasi titolo l’immobile oggetto di intervento e sostengano le spese per la realizzazione dei lavori (sono però esclusi i Comuni). Le spese detraibili comprendono sia i co-sti per i lavori edili connessi con l’interven-to di risparmio energetico, sia quelli per le prestazioni professionali necessarie per realizzare gli interventi ed acquisire la certi-ficazione energetica richiesta.I limiti massimi di detrazione sono € 100.000 per gli edifici esistenti, € 60.000 per involucri degli edifici e pannelli solari, € 30.000 per impianti di climatizzazione. Le domande devono essere presentate entro 90 giorni dal collaudo dei lavori. Il bando scadrà il prossimo 31 dicembre.

www.acs.enea.it

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Innovazione e agricoltura. Vi sembravano elementi incom-patibili? Tutt’al contrario! Oggi esiste addirittura un premio per chi si dimostra creativo in questo settore. Stiamo parlando dell’O-scar Green, il premio promosso da “Giovani Impresa Coldiretti” su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è quello di valorizza-re e far conoscere l’innovazione in agricoltura, un settore che sta dimostrando di sapere mante-nere sì le proprie radici, ma con lo sguardo ben rivolto al futuro. Spiega Fabio Bonzi, delegato di Giovani Impresa Coldiretti Ber-gamo: “Vogliamo portare all’at-tenzione dell’opinione pubblica e del mondo agricolo le espe-rienze vincenti di imprendito-ri che hanno saputo costruire progetti di impresa competitivi e sostenibili allo stesso tem-po, rafforzando il legame con il loro territorio d’appartenenza. Anche nella nostra provincia ci sono molte realtà che posso-

no ambire a questo premio, è un’occasione che non dobbia-mo lasciarci sfuggire”.Giunto alla sesta edizione, l’O-scar Green è un appuntamento molto importante perché mette in evidenza progetti aziendali orientati alla multifunzionalità, al-la qualità, al rapporto con il con-sumatore e la società nonché al legame con il territorio. Sei le ca-tegorie previste per quest’anno: “Stile e cultura d’impresa”, “Non solo agricoltura”, “In-filiera”, “Esportare il territorio”, “Cam-pagna Amica” ed “Ideando”. E’ inoltre prevista la menzione spe-ciale “Paese Amico”. Possono partecipare al premio tutti gli im-prenditori agricoli e agroalimen-tari, singoli e associati, che non hanno più di 40 anni. Possono avere qualsiasi età solo gli im-prenditori che si vogliono can-didare nella categoria “In-filiera”.“Con questa iniziativa -sottolinea Bonzi- vogliamo contribuire a dare maggiore impulso al ricam-bio generazionale in agricoltura, facendo capire come le aziende giovani siano caratterizzate da competitività e innovazione, ol-tre che da maggior dinamicità imprenditoriale.È un’attitudine propria delle nuo-ve generazioni quella di diversi-ficare la propria attività in settori differenti per presidiare il mer-cato attraverso nuove formule commerciali, come ad esempio quella della vendita diretta”.Le iscrizioni all’Oscar Green so-no aperte fino al 30 marzo 2012.

Per maggiori informazioni è possibile contattare la segreteria di Giovani Impresa Coldiretti Bergamo:[email protected]

Arrivanogli Oscar GreenGiovani Impresa Coldiretti premia l’innovazione in agricolturaIscrizioni aperte fino al 30 marzo 2012

Contro il gelo siberiano anche le piante finiscono al Pronto soc-corso. In giorni di grande fred-do molte persone si rivolgono ai vivai, dove hanno acquistato le essenze, per avere consigli su come farle sopravvivere alle temperature polari. “Per le famiglie che hanno un patrimonio verde importante –spiegano gli esperti di Coldiretti

Lombardia – i dottor green dei vivai si possono recare anche a casa. Sono così in grado di fa-re un’analisi della situazione e avviare un primo intervento con fialette di ricostituenti e teli per le varietà più delicate”.“Molti privati ci chiamano per preparare i giardini ai rigori del freddo –spiegano i fratelli Piro-la del Centro Verde dell’Isola di Ponte San Pietro–. Come prima cosa verifichiamo le esigenze delle varie piante. Ci sono quelle perenni che possono resistere, altre invece soffrono le basse temperature. Queste vengono

coperte con un telo di tessuto non tessuto. Al vivaio il cliente può richiedere e acquistare il materiale necessario. In questo modo mettiamo le persone nella condizione di essere autonomi”.A soffrire di più sono le essenze che arrivano da aree a clima mite ma che, negli ultimi, anni si sono sempre più diffuse anche al nord e nelle città. Un esempio sono gli ulivi, gli agrumi, il cocco e le “ci-cas” (una varietà di palma).

“Queste piante –spiega Fabia-no Oldani, florovivaista di Lo-di– vanno messe in una zona riparata ma luminosa, come un portico oppure sui pianerottoli dei condomini con vetrate. Per le piante che restano all’esterno si può usare il tessuto non tessuto che costa in media 55 centesimi al metro. Gli ulivi più grandi, che

hanno fra i 15 e i 20 anni, di so-lito non hanno problemi. Il gelo può invece danneggiare le pian-te giovani, quelle, per intenderci, che hanno il tronco più piccolo del polso di un uomo”.

Per qualsiasi informazioneo suggerimentowww.lombardia.coldiretti.it

Dottor GreenPronto intervento per le pianteColdiretti: con il grande freddo anche le piante soffronoQuelle più a rischio sono quelle provenienti dalle zone calde

Attualità

“A casa del cliente arrivano i “dottor green”, verificano la situazione e danno avvio ad un primo intervento con fialette di ricostituenti e teli per le varietà più delicate”

“Gli ulivi più grandi, che hanno fra i 15 e i 20 anni, di solito non hanno problemi”

Orti e giardini verticaliI giovani della Coldiretti promuovono un concorsoGli spazi verdi si restringono? Le abitazioni (e i giardini) diventano sempre più piccoli? E allora i giovani imprenditori della Coldiretti Lombarda sono pronti ad andare in verticale. Verdure sulle pareti e fiori appesi come quadri… anche questo rientra nell’originale e innovativo ban-do promosso a livello regionale da Coldiretti Lombardia. I partecipanti devono essere agricoltori fra i 18 e i 40 anni e dovranno realizzare composizioni a pa-rete con piante e fiori dei propri vivai o comunque italiani. Le fotografie delle opere dovranno arrivare per posta elettronica entro il 30 marzo 2012 agli indirizzi [email protected] e [email protected] I primi 5 classificati saranno selezionati entro il 6 aprile e tra di essi sarà proclamato il vincitore.Anche questo è un modo per divulgare e dimostrare le potenzialità innovative dei giovani imprenditori agricoli lombardi nell’ambito della floricoltura, in un campo che –come quello dei giardini verticali sui muri degli edifici- sta diventando una tendenza consolidata, soprattutto tra le giovani generazioni.www.agricolturamica.it

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Secondo una recente indagine della Coldiretti il 37% degli italia-ni dedica una parte del proprio tempo libero alla cura di picco-li orti, ma non si tratta soltanto di spazi coltivati “sulla terra”: si tratta infatti anche di orti coltivati sui terrazzi. In Lombardia se ne registrano oltre un milione, di cui 700 mila concentrati tra Milano, Bergamo e Brescia.

Negli ultimi anni un numero sempre crescente di persone ha scelto come passatempo la coltivazione di erbe aromatiche e verdure, e così facendo, oltre a ricavarsi momenti rilassanti a contatto con la natura, fornisce alla propria cucina erbe aromati-che e piccoli ortaggi. Di novità e soluzioni originali ce ne sono tante: basta informarsi e aggiungere un pizzico di pas-sione e potrete preparare anche voi un orto in qualsiasi momento, anche se pensavate di non avere il minimo spazio per allestirlo.Ad esempio l’orto “a parete” e quello “pocket” sono le ultime novità in campo di orticultura e

sono rivolte a chi ha a disposi-zione della coltivazione solo uno spazio limitato. L’orto “a parete” è approdato sulle case lombarde dopo la sua diffusione in Francia, dove sta diventando una tendenza con-solidata; si tratta di una struttura in legno ricoperta da un pannel-lo assorbente dallo spessore di alcuni centimetri, nel quale sono ricavate delle sacche in cui inse-rire terriccio e piantine: appese al muro di casa si possono coltiva-re con soddisfazione numerose specie di erbe aromatiche come prezzemolo o rosmarino, o pian-te orticole, per esempio insalata, legumi e fragole! Chi ha uno spazio ancora più ridotto può accontentarsi di un orto “pocket”: in un vaso di so-li 14 cm di diametro, biodegra-dabile al 100%, possono essere messi a dimora insalate, fagioli o fagiolini in abbinamento a fiori come tagete o violetta, che, co-me insegnano i principi dell’agri-coltura biologica, sono repellenti naturali contro gli insetti.

Un’arte antichissima tramandata nel corso dei secoli

In realtà la storia degli orti è molto antica e affonda le sue radici nel-le civiltà del passato: l’esistenza di giardini botanici è stata docu-mentata presso gli Egizi, i Cinesi e i Popoli precolombiani. Ome-ro nei suoi poemi ricorda che in Grecia, in epoca arcaica, veniva-

no coltivati giardini privati corri-spondenti ai nostri orti e frutteti: erano spazi verdi annessi alle abitazioni, e raccoglievano pian-te disposte in filari e raggruppate a seconda del tipo e della con-formazione del terreno.In epoca romana l’attività agri-cola era tenuta in grande con-siderazione ed era lodata come palestra di virtù civili: durante il regno dell’imperatore Augusto si riteneva che attraverso la cura

del verde i cittadini contribuis-sero al benessere della colletti-vità. Lo storico romano Plinio il Vecchio (120-48 d. C.) nella sua opera Naturalis Historia descri-ve i cosiddetti giardini “pensi-li”, straordinari per quell’epoca: si trattava di strutture dotate di ruote che i giardinieri spostava-no a seconda delle ore del gior-no per garantire alle piante una buona esposizione al sole. In seguito alla caduta e allo sfal-damento dell’impero romano, la

grande tradizione orticola e giar-diniera dell’antichità andò tem-poraneamente perduta.In Europa la cultura delle piante venne riscoperta nel corso del IX secolo attraverso il recupe-ro dei trattati antichi conservati nelle biblioteche dei monasteri. I monaci, custodi e trascrittori dei testi della civiltà classica, torna-rono ad interessarsi alla pratica dell’orticultura: ne è la prova il fatto che nel Medioevo ogni con-vento aveva un hortus conclu-sus, ovvero circondato da mura,

dove venivano coltivate piante dalle proprietà medicamentose. Grazie ai monaci l’importazio-ne di nuove specie botaniche ricevette un grande impulso: durante i pellegrinaggi e gli spo-stamenti da un monastero all’al-tro scambiavano bulbi e semi; questo processo aumentò dopo l’anno Mille, in seguito al fiorire in tutte le regioni d’Europa di con-venti e monasteri. Nei secoli successivi un altro fat-tore di diffusione di nuove specie botaniche fu il contatto dei cro-ciati con il mondo islamico, in se-guito al quale vennero introdotte nel sud dell’Europa numerose piante fino allora sconosciute, ad esempio il melograno: gli ara-bi erano coltivatori esperti e nel corso della storia avevano ac-quisito competenze in materia di irrigazione dalle antiche popola-zioni di Babilonia e dell’Egitto.

L.S.

Orticoltura che passione!Nuove tendenze delle coltivazioni in cittàL’orto urbano: dalla terra, al terrazzo, alle pareti di casa!Un hobby salutare ed …eco-nomico

“L’orto «a parete» e quello «pocket» sono le ultime novità in campo di orticultura e sono rivolte a chi può dedicare alla coltivazione solo uno spazio limitato”

“In Europa la cultura delle piante venne riscoperta nel corso del IX secolo attraverso il recupero dei trattati antichi conservati nelle biblioteche dei monasteri”

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Cooperativa Sociale

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Un albero quale dono alla città. Venerdì 17 febbraio, nel parco Lochis (quartiere di Longuelo) e a seguire nel 3° Reggimento «Aquila» all’aeroporto militare di Orio al Serio, si è tenuta la ce-rimonia di piantumazione voluta dall’Associazione Artigiani. L’As-sociazione, a nome degli orga-nizzatori della “Settimana per

l’Energia”, ha donato alla città di Bergamo i venti alberi d’alto fusto che hanno adornato Piazza della Libertà in occasione della terza edizione della manifestazione dedicata al risparmio energeti-co e al consumo responsabile. Un vero giardino verde che ha adornato, per alcune settimane, il centro cittadino. Alla cerimo-nia erano presenti, oltre all’as-sessore comunale all’Ambiente

Massimo Bandera, il presiden-te dell’Associazione Artigiani Angelo Carrara e il consigliere con delega all’Innovazione Flo-riano Amidoni, la prof.ssa Pao-la Crippa dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Fabrizio Berlendis per Confindustria Ber-gamo e lo sponsor Vivai Rota.Gli alberi sono stati donati alla città per ricordare a noi tutti co-me l’impegno verso l’ambien-te inizia dalla diffusione di una cultura della sostenibilità “Una cultura che vorremmo si svilup-passe con radici profonde e for-ti in tutte le iniziative future che promuoveremo insieme”, dico-no gli organizzatori che sono già al lavoro per la prossima edizio-ne della “Settimana per l’Ener-gia”, in programma dal 5 all’11 novembre 2012.Il gesto di piantumazione degli alberi si è tenuto in occasione della giornata dedicata al con-sumo sostenibile e alle azioni virtuose “M’llumino di meno”, iniziativa nazionale promossa dalla trasmissione Rai Radio 2 Caterpillar. Comuni, associa-zioni, scuole, aziende e fami-glie di tutt’Italia hanno risposto all’appello creando un “silenzio

energetico” per fare spazio ad un’accensione virtuosa a base di fonti rinnovabili. L’Associazio-ne Artigiani di Bergamo ha par-

tecipato al simbolico gesto dello spegnimento delle luci sia nella sede di Bergamo sia nei 27 uf-fici territoriali. Anche il Comune

di Bergamo ha dato il suo contri-buto: alle ore 18 spente le luci del Palazzo Comunale (Palafrizzoni) e del Teatro Donizetti.

Ti regalo un alberoIn occasione della manifestazione “M’Illumino di meno”la “Settimana per l’Energia” ha donato alla città di Bergamogli alberi esposti lo scorso autunno presso Piazza della Libertà

Attualità

“La piantumazione degli alberi si è tenuta durante “M’Illumino di meno” la giornata dedicata al consumo sostenibile e alle azioni virtuose”

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Un traguardo l’hanno già rag-giunto gli organizzatori di Eco-Race 2012: il circuito di 5 gare sportive è difatti una sfida tan-to avvincente, quanto già vinta ai nastri di partenza. Correre, nuotare, andare in bici, insom-ma essere sportivi significa già amare l’ambiente; ma le gare di Duathlon e Triathlon di Ecorace 2012 vanno decisamente oltre: sport e ambiente, che fino ad ora hanno sempre corso in pa-rallelo, il 10 e 11 marzo a Roma-no di Lombardia avranno il loro inedito punto di incontro all’inse-

gna della sostenibilità. Una gran-de manifestazione sportiva, un campionato italiano di Duathlon che da puro evento sportivo e di divertimento diviene mezzo per conoscere e divulgare l’ecolo-gia: “Quale miglior mezzo di uno sport svolto interamente a stret-to contatto con gli elementi della natura per promuovere e sensi-bilizzare soprattutto i giovani a nuovi stili di vita, trasmettendo in questa importante sfida epocale per il nostro pianeta tutto l’entu-

siasmo e la sana energia di una gara sportiva?” ha commentato Alberto Volpi di Vipiemme So-lar srl, membro dell’organizza-zione, alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, alla presenza di Luciano Dehò, assessore allo Sport, di Mauri-zio Zurma, consigliere della Fe-derazione Italiana Triathlon e di Valerio Bettoni, presidente pro-vinciale del CONI. Tra i presentatori dell’iniziativa Ecorace 2012 che raggruppa 5 appuntamenti da marzo ad ottobre in varie località tra Ber-gamo e Brescia, il conduttore Fabio D’Annunzio, del periodico Triathlete e tecnico della Pepe-roncino Triathlon Team promo-trice dell’evento; presente il suo team manager Gianfranco Mio-ne e il romanese Matteo Anno-vazzi, pluricampione italiano di Triathlon, atleta competitivo a livello internazionale sulla di-stanza originale Ironman, ol-tre che socialmente impegnato (testimonial ADMO Lombardia). A chiudere il giro del tavolo Lu-ca Lamera della palestra Sport & Wellness srl che ha spiegato come la manifestazione preve-da in contemporanea lo “Sport in piazza”, una serie di eventi che permetteranno alle società sportive di mostrare l’offerta del territorio a bambini, ragazzi, sco-

laresche, atleti ed accompagna-tori; verranno allestite pedane di scherma, un piccolo campo da calcio, esibizioni mixando musica e biciclette BMX e infi-ne spettacoli serali di musica e intrattenimento (es. zumba fit-ness).

Le gare e i percorsidi Duathlon

L’intero circuito Ecorace 2012 prevede un tour di 5 gare tutte organizzate all’insegna dell’eco-logia: dagli atleti (che saranno do-

tati di borracce biodegradabili) agli sponsor (produttori/distribu-tori di fonti rinnovabili di energia, di cibo a km zero) che in occa-sione degli eventi otterranno la certificazione di impatto zero dei propri siti (grazie anche alla pian-tumazione di alberi per compen-sare la CO2 prodotta); previsto l’utilizzo di carta riciclata, la rac-colta differenziata dei rifiuti del-la manifestazione, mentre una quota parte dell’iscrizione verrà devoluta ad attività ecologiche sul territorio.Ad illustrare il percorso il cam-pione Matteo: sabato 10 marzo, alle 14.30 gara del circuito na-zionale di duathlon sprint indivi-duale (5 km di corsa, 20 km di bici, 2,5 km di corsa finale); da Piazza Locatelli gli atleti attra-verseranno il centro storico, per poi iniziare il percorso ciclistico, toccando i paesi vicini di Corte-nuova, Cividate al Piano, Calcio, Covo per poi rientrare a Roma-no, in Piazza Fiume. Domenica 11 marzo, Campionato Italiano Duathlon supersprint a squadre: ogni squadra sarà composta da 3 atleti, ognuno dei quali dovrà percorrere 2,5 km di corsa, 10 km di bici, 1 km di corsa finale.Special Guest: Associazione Paolo Belli e ADMO, che sarà

presente con un banchetto in-formativo e personale sanitario, affinchè la sensibilizzazione alla tematica, anche se fatta in un contesto sportivo e di festa, av-

venga comunque in modo infor-mato e consapevole.

Per info: www.ecorace.orge www.peperoncinoteam.it

Da Romano parte il tour: Duathlon e Triathlon in corsa per l’ambienteCircuito EcoRace 2012

Sport Eventi

Circuito EcoRace 2012: le date Sabato 10 marzo - 2° prova del circuito nazionale

di Duathlon sprint - Romano di Lombardia.- Bergamo Domenica 11 marzo - Campionato Italiano

Duathlon supersprint a squadre - Romano L.- Bg Domenica 20 maggio - Franciacorta Triathlon Iseo - Bs Domenica 23 settembre - Triathlon Sprint EcoRace

Romano di Lombardia. - Bergamo Domenica 14 ottobre - Duathlon sprint EcoRace - Isso - Bg

Il Triathlonnasce alle Hawaii nel 1977, a seguito di uno scherzoso dibattito su quale sia la disciplina sportiva più dura. John Collins, coman-dante della marina militare statunitense, suggerisce di combi-nare tre prove (già di per sé massacranti) in un’unica gara che prevede una prima frazione di 3,8 Km di nuoto, seguita da una di 180 km di bicicletta, conclusa con una maratona da 42 km e 195 metri. Inutile dire che il vincitore di questa competizione non può che definirsi un Ironman!Il Duathlon è una piccola costa del Triathlon: sono sempre tre le frazioni, una di corsa, la seconda di bici e la terza nuovamente di corsa.

La scheda

“Al via cinque eventi sportivi nazionali per sensibilizzare atleti e spettatori”

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A proposito di stadio

Silvia Lanzani non è una che si lascia intimorire. Laureata in Ar-chitettura al Politecnico di Mi-lano (dove è docente), iscritta alla Lega Lombarda - Lega Nord Padania e dal 1999 in Consi-glio comunale a Bergamo, oggi è assessore alle Infrastrutture pubbliche, alla Pianificazione territoriale e all’Expo per la Pro-vincia. Lei, che si è “sempre concentrata sulle competenze di una persona, non sull’esse-re donna o uomo”, non si è mai sentita a disagio, in politica e al lavoro, anche quando è circon-data da uomini. E, quando qual-cosa la interessa o la riguarda, ci tiene a esprimere un giudizio. Stadio compreso.Quando è iniziata la sua carriera politica?In politica ci sono arrivata quasi per caso, grazie all’amicizia d’in-fanzia con Daniele Belotti, oggi assessore al Territorio e Urbani-stica della Regione Lombardia. Abbiamo condiviso le vacanze estive quando avevo 5 anni. Nel 1999 fui eletta in Consiglio co-munale e così iniziò un’avventura molto interessante. La carica in Provincia l’ho accettata in segui-to, perché le deleghe proposte mi interessavano. Sono temati-che sulle quali studio, lavoro, in-segno. È importante spendersi per il proprio territorio, ma si ri-esce a farlo bene solo quando qualcosa piace e si conosce. La politica mi assorbe 365 giorni all’anno e 24 ore su 24. Sono sa-crifici, ma fatti volentieri. Non si è mai sentita svantaggiata o discriminata in quanto donna?Sono architetto e ho comincia-to ad andare in cantiere, un am-biente prettamente maschile, molto presto. Ho imparato co-me rapportarmi con gli uomini. È una cosa che non mi ha mai creato problemi, nella mia pro-fessione, in università e in poli-tica. Sono l’unica donna della Giunta provinciale, ma non mi faccio spaventare dagli altri do-dici. Quando sono entrata in po-

litica non ho pensato che sarei stata una mosca bianca o che non ci sarebbero state persone più brave di me. Questo può ca-pitare a chiunque e dovunque, non c’entra col fatto di essere donna, ma anzi per me è motivo di stimolo.Non crede che la società e la politica siano ancora troppo “maschili”?Penso sia così. In politica sia-mo poche, ma la colpa è anche del mondo femminile. Le donne hanno attitudini innate. Sono più sensibili e hanno la capacità di fare mille cose contemporanea-mente. Sono allo stesso tempo madri, mogli, lavoratrici, amiche. Gli uomini hanno altre doti. Molte pensano che per arrivare ai ver-tici si debba essere aggressive o competitive come gli uomini. C’è bisogno di altro, non credo sia la modalità giusta. Basta l’intel-ligenza a risolvere la situazione, non servono atteggiamenti ma-schili o quote rosa. Cosa pensa, invece, del nuovo stadio di Bergamo?L’idea di rifare lo stadio l’ho sem-pre condivisa, perché la colloca-zione attuale è ormai sbagliata. Non può continuare a stare, co-me ora, in una zona residenzia-le ad alta densità. Come ogni grande infrastruttura, deve es-sere posto in un luogo facilmen-te raggiungibile, vicino alle vie di comunicazione e soprattutto deve essere in un ambiente si-curo. Uno stadio è bello solo se è sicuro. La sua posizione deve consentire alle forze dell’ordine di mettere in sicurezza le perso-ne che lo frequentano. Entrando nello specifico. Cosa pensa del fatto di collocare lo stadio nel Parco Agricolo Ecologico?Non voglio pronunciarmi perché la questione è complessa. Qual-siasi soluzione potrebbe solleva-re obiezioni. Non dico sia giusto farlo nel Parco Agricolo, ma non è corretto nemmeno lasciarlo nel centro della città. Credo pos-sa avere un senso immaginarlo

vicino a un asse autostradale o ferroviario. Lo stadio è un luogo ad alto rischio sociale e qualsiasi localizzazione sia stata ipotizza-ta presentava comunque del-le criticità. O non lo facciamo o qualcuno dovrà accettare qual-cosa. Se si vuole raggiungere un obiettivo sarà necessario.Rispetto ai volumi del nuovo stadio che idea si è fatta?Non entro nel merito del proget-to perché tutti quelli presentati in questi anni sono molto belli. Lo stadio, essendo un’infrastruttura pagata da un privato, può pre-sentare degli aspetti magari di-scutibili. La presenza di strutture a fare da corollario ha senso per un equilibrio economico.È un aspetto con il quale fare i conti. Questo non significa fa-re delle opere che non siano in equilibrio con il territorio; signifi-ca che chi costruisce deve avere la possibilità di far rientrare qual-cosa di ciò che mette a dispo-sizione. Il progetto promette un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale. Cosa pensa di questi due aspetti? Penso siano fondamentali. La struttura dovrà essere realizza-ta con gli studi più innovativi e qualitativamente elevati. Fortu-na oggi queste attenzioni sono divenute buona pratica, anche per progettare cose minime. Nella nostra provincia questa sensibilità è a un buon livello e mi auguro possa diventare un atteggiamento contagioso.

Per l’edizione del mese di marzo abbiamo incontrato due donne e politiche bergamasche. Ci hanno raccontato qualcosa sul mondo femminilee i loro pareri sul nuovo progetto «Parco dello Sport» in località Grumello al Piano. La parola a Silvia Lanzani, assessoreprovinciale alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale ed Expo, e a Mirosa Servidati, vicepresidente del Consiglio provinciale

Eco dalla Provincia

Silvia Lanzani:“Uno stadio è bello se è sicuro”

A cura di Diego Moratti e Michela Offredi

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Alle spalle ha più di trent’anni in politica. Cominciò come asses-sore nel Comune di Romano, è stata una delle prime segretarie provinciali nella Margherita e og-gi è vicepresidente del Consiglio provinciale per il Pd. Eppure Mi-rosa Servidati non vive solo di politica: forse “per rimanerne autonoma” e un po’ distaccata, o forse perché il suo vero lavoro le piace troppo, la prof. Servidati insegna Lettere e Storia da più di 29 anni (da 7 anni è all’Istituto Quarenghi). “In politica le don-ne sono ancora troppo poche –puntualizza Servidati- e quan-do ci sono non fanno squadra e mancano di coraggio”. Sarà per questo che lei ci tiene a dire la sua.Fa politica da tanti anni. Ha mai avuto un modello politico? Mi è sempre piaciuta Tina Ansel-mi, una donna “partigiana” che si impegnava, che ha avuto ruoli difficili. Ha saputo accettare le sfide senza perdere umanità e femminilità. Io ho sempre difeso

le differenze perché credo siano un valore. Uguaglianza di diritti e parità non vuol dire annullamen-to delle differenze, anzi significa valorizzate.Cosa pensa delle donnein generale e delle donnein politica?Le donne italiane sono molto cresciute negli ultimi anni. Non si vivono più solo come mogli e madri, ma diventa importante anche l’impegno lavorativo, la dimensione sociale. Ma in am-bito politico sono ancora troppo poche. In Consiglio provinciale le donne sono il 10%, vale a dire 4 su un totale di 36 consiglieri. In Consiglio regionale sono sotto il 20%, mentre come deputate e senatrici sono il 18%-20%. C’è un deficit. Per risolvere i proble-mi della società sono necessa-ri sia lo sguardo femminile che quello maschile. Sono due ap-procci completamente diversi. Noi siamo abituate ad occuparci contemporaneamente di tante cose. Questa è una qualità im-portante e utile.Le quote rosapotrebbero contribuire? È una logica che io non condivi-do. Capisco che possano aiuta-re a cambiare la situazione, ma non aiutano la donna a sentirsi valorizzata. È solo una quota, quasi fossimo una specie rara. Se dovessi scegliere io farei due cose. Renderei le quote rosa temporanee; le manterrei finché passa il messaggio e cambia la mentalità. Ma soprattutto nelle votazione darei la possibilità di indicare la doppia preferenza, un uomo e una donna. In Campania è così e le donne sono qualcuna in più, circa il 30%. Cosa pensa del progetto del nuovo stadio? Credo che abbia elementi posi-tivi e importanti, anche se vedo due grandi criticità. Prima di tutto non mi convince la localizzazio-ne. Lo stadio va fatto fuori dalla città, soprattutto in una città co-me Bergamo dove ci sono pro-blemi di spazi. Abbiamo poco

suolo ancora “libero” e pensare di consumare una volumetria di queste dimensione, temo porti a soluzioni pesanti. Inoltre lo sta-dio andrebbe a deperimento del Parco Agricolo Ecologico, inter-romperebbe un corridoio natu-rale. E’ l’unico polmone verde della città. Insiste poi su un’area che è già molto in difficoltà e che sarà ulteriormente appesantita dall’ospedale. Il progetto è inte-ressante, ma faraonico. Rispetto ai criteri ecosostenibili sarebbeun progetto assolutamente all’avanguardia.Sono d’accordo. Credo che la questione dell’ecosostenibilità debba essere centrale in ogni progetto. Non si può più fare altrimenti. Dobbiamo fare degli interventi che riducano al mini-mo il consumo di suolo. Bisogna smetterla di costruire. La strada da seguire è un’altra: quella della ristrutturazione secondo crite-ri ecocompatibili, del recupero degli spazi secondo le nuove politiche energetiche. Lo stadio attuale però è un problema e necessita una soluzione. Lei cosa farebbe? Ridurrei la volumetria del proget-to, penserei a una nuova zona, con un livello di impatto accet-tabile. Tutti i nuovi stadi vengo-no realizzati al di fuori delle città. Nello spazio di Grumello al Pia-no, come Pd, avevamo pensato di collocare l’Accademia della Guardia di Finanza.Era maggiormente conciliabile perché più piccola; prevede-va un’economia di scala e gli impianti sportivi potevano es-sere fruiti dal quartiere. Le Am-ministrazione di Tentorio e di Pirovano, purtroppo, non hanno condiviso questa nostra idea. Una battutasui costi del progetto?In un momento di crisi come questo mi chiedo se Percassi potrà realizzare un progetto così ambizioso. Un conto è presen-tare un progetto, un conto poi è realizzarlo.

Per l’edizione del mese di marzo abbiamo incontrato due donne e politiche bergamasche. Ci hanno raccontato qualcosa sul mondo femminilee i loro pareri sul nuovo progetto «Parco dello Sport» in località Grumello al Piano. La parola a Silvia Lanzani, assessoreprovinciale alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale ed Expo, e a Mirosa Servidati, vicepresidente del Consiglio provinciale

Mirosa Servidati:“Non mi convince la localizzazione”

I numeridel Parcodello Sport600 mila mqArea totaledel Parco dello Sport

255 mila mq Area verde totale

75 mila mq parco pubblico

36 mila mqArea Stadio

6 mila mqArea Palasport

9 mila mqAcquaworld

52 mila mqArea Commerciale

140 mila mqArea parcheggi

52 mila mq Percorsi ciclopedonali

25.000 posti Stadio

4.000 postiPalasport

€ 250.000.000 Costo stimato dell’opera(comprese infrastrutture)

Prosegue il dibattito sul progetto

del Parco dello Sport e sul nuovo stadio.

Ogni mese Bergamo SOStenibile ospiterà

alcuni pareri rispetto alla proposta

presentata a Palafrizzoni a dicembre 2011.

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È possibile immaginare lo skyli-ne di Città Alta immerso in un cielo limpido di aria pulita e nu-vole bianche?Forse è vero, ci vuole un pizzico di fantasia, ma serve anche uno slancio, uno scatto fatto di mo-tivazione, responsabilità e coin-volgimento individuale: è questa la leva che l’assessorato alle Po-litiche ambientali del Comune di Bergamo ha scelto per presen-tare la campagna “Tieni alto il profilo della tua aria”, una cam-pagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i cittadini con l’intento di far sentire partecipe ogni persona al comune obiettivo di migliorare la qualità dell’aria. “Non si tratta solo di un proble-ma di inquinamento: migliorare la qualità dell’aria significa più in generale migliorare la qualità di vita delle persone che vi abitano” ha spiegato l’assessore Massi-mo Bandera durante la confe-renza stampa. Uno skyline con un cielo pulito è sinonimo prima di tutto di una città bella, vivibile e sana. Ma se l’obiettivo è facilmente condivi-so in linea teorica da tutti, al lato pratico si fa enorme fatica a ri-nunciare a quelle piccole ma nu-merose comodità che sommate contribuiscono a rendere le nu-vole dell’immagine un po’ meno bianche. Riscaldamento e auto in primis: una piacevole tempe-ratura in casa anche nei mesi invernali e l’irrinunciabile auto pri-vata. “L’80% dell’incidenza sulle polveri sottili Pm10 è frutto del-la combustione non industriale, ossia il riscaldamento delle abi-tazioni (57%) e del trasporto su strada (23%) –illustra Bandera snocciolando una serie di dati e rilevazioni-. Se ne deduce che le due maggiori concause proven-gono quindi direttamente dagli stili di vita dei singoli cittadini. È su questi che bisogna agire e per questo la campagna di sen-sibilizzazione si rivolge a giova-ni, famiglie, anziani, lavoratori e studenti: tutti devono partire dai propri gesti quotidiani, a comin-ciare dalla temperatura in casa e ufficio che non deve superare i 20 gradi, oltre alla raccomanda-zione sempre valida di utilizzare il più possibile i mezzi pubblici e la mobilità dolce, bici e passeg-giate a piedi”.

Le causedell’inquinamento

Certamente le cause di tanto inquinamento sono da cercare anche altrove: sappiamo tutti che la pianura Padana è alta-mente urbanizzata, industrializ-zata e poco ventilata. Questo è un dato di fatto che da decenni (e per decenni) impatterà forte-mente sulla qualità della nostra aria. Però su questo fronte le possibilità di azione di un sin-golo comune sono ridotte. Le risposte più efficaci devono –o

dovrebbero- venire dalle Regioni e da un coordinamento generale di tutte le Province e Regioni di una macroarea, come la pianu-ra Padana, dove si riscontra una elevata “base” di inquinamento fissa, che prescinde da ciascu-na buona pratica messa in atto da un qualsiasi comune.Basti pensare che le emissioni di sostanze nocive (PM10, PM2,5, SO2, NOx, ecc. ecc.) di tutta la Provincia di Bergamo incidono, rispetto alle emissioni totali della Lombardia, per valori che oscil-lano tra l’8 e il 13%, mentre se ci

riferiamo all’area critica di Berga-mo (Città e comuni limitrofi) l’in-cidenza va dall’1 al 4%. Essendo così ridotti i margini di azione a livello comunale, lo sforzo mag-giore per ottenere risultati con-creti deve invece provenire dal cambiamento di molte abitudini e comodità un po’ superflue a cui ci eravamo tutti abituati, ma che ora tutti insieme dobbiamo rivedere. Per questo la campa-gna punta in alto e nel segno della collaborazione e della con-divisione di principi e obiettivi. Aprica, ATB/TEB e AIPA hanno aderito all’invito dell’Amminist-

razione mettendo gratuitamente a disposizione i propri strumenti di comunicazione per diffondere in maniera capillare il messaggio di sensibilizzazione.I due nuovissimi autocompatto-ri a metano di Aprica sono sta-ti decorati con l’immagine della campagna; sui mezzi di ATB e TEB sono stati predisposti dei pendenti che invitano i cittadini a “tenere alto il profilo della propria aria”; l’AIPA (la società che gesti-sce le pubbliche affissioni) ha messo a disposizione una serie di cartelloni pubblicitari nei punti strategici della città per promuo-

Tieni alto il profilo della tua ariaAl via una vasta campagna di sensibilizzazione per migliorarela qualità dell’aria cittadina. La leva più incisiva? I nostri stili di vita

Eco dal Comune

L’assessore Massimo Bandera davanti al nuovo autocompattatore a metano di Aprica

“Limita la temperatura a massimo 20°Ce controlla regolarmente la tua caldaia”

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vere tra gli automobilisti l’utilizzo di mezzi pubblici. Anche le scuo-le e gli studenti saranno coinvol-ti, perché fin da giovani, quando alcune (deleterie) abitudini non sono ancora impresse irrime-diabilmente, possano compren-dere l’importanza di mantenere positivi e salutari stili di vita.

Domeniche ecologichema volontarie!

Il Comune di Bergamo, sposan-do la linea della collaborazione e della condivisione responsa-bilizzante, non ha intenzione di imporre a scopo preventivo la chiusura della città alle auto, se non quando sia necessario op-pure obbligato da motivazioni contingenti. Al contrario inten-de stilare un programma di do-meniche ecologiche volontarie dove si chiede ai cittadini di vi-vere ed appropriarsi del centro cittadino, senza ricorrere all’uti-lizzo dell’auto. “Le azioni coer-citive sono solo dei palliativi che oltre ad imporre ai cittadini una serie di limitazioni, spesso non raggiungono i risultati attesi. Dai dati in nostro possesso -afferma Bandera- calzante è l’esempio

di Brescia: in un dato giorno di febbraio la città partiva da una situazione dell’aria migliore del-la nostra e, nonostante abbia imposto le targhe alterne, a di-stanza di due giorni è risultata un’aria peggiore di quella di Ber-gamo. Capite bene quindi che la

situazione è ben più complessa di quella che può sembrare. Le azioni su cui dobbiamo lavora-re devono pertanto andare ne-cessariamente lungo molteplici direttrici”.

Diego Moratti

Per i commercianti arrivail marchio “Negozi eco sostenibili”Dal Comune è partita anche un’altra iniziativa volta a responsabi-lizzare direttamente i commercianti ed in particolare i negozianti della città. Si tratta di un marchio di qualità che contrassegnerà i negozi che si impegnano a mettere in atto azioni sostenibili per quanto riguarda la gestione di tutta una serie di attività: dai limiti sulla temperatura del riscaldamento alla raccolta dei rifiuti e del loro corretto smaltimento (in particolare degli imballaggi), dall’utilizzo di prodotti ecologici ad un’illuminazione più rispar-miosa, dall’attenzione nel trasporto merci al contenimento dei consumi idrici. Il tutto in visione dello scopo condiviso di ridurre l’inquinamento urbano e migliorare l’aria e la qualità di vita della nostra città.L’approdo a questa iniziativa è frutto di un percorso di confronto con le associazioni di categoria su come promuovere al meglio l’attenzione all’impatto ambientale di molte attività commerciali: Comune, Ascom e Confesercenti si sono quindi trovate d’accor-do su di un protocollo d’intesa che faccia leva sulla valorizzazio-ne delle buone prassi e sulla responsabilizzazione individuale piuttosto che su obblighi o imposizioni amministrative.

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www.bergamosostenibile.com Numero 10 - Marzo 2012

Page 26: Bergamo SOStenibile 10

Gli impianti di riscaldamento di case e uffici, oltre che impattare fortemente sul proprio portafo-glio, hanno anche un forte im-patto ambientale e sulla qualità dell’aria. E questo è ancora più vero nel caso di una città, dove la concentrazione di edifici è eleva-ta: numerosi condomini, spesso di grandi dimensioni, affollano i nostri centri urbani e, d’inverno, le loro emissioni dovute al riscal-damento “affollano” il cielo e l’a-ria che respiriamo.Proprio il condominio è dunque al centro di una vasta campagna di promozione attivata da marzo 2011 dal Comune di Bergamo in collaborazione con “Domo-tecnica - divisione condomini”, campagna alla quale hanno già aderito numerosi edifici berga-maschi e che prevede l’effettua-zione di diagnosi energetiche gratuite, condotte da un pool di esperti professionisti. Il condominio ha infatti un enor-me potenziale di risparmio ener-getico, direttamente connesso al risparmio in bolletta, in grado addirittura di dimezzare le spese per riscaldamento.

In aumento i costidi riscaldamentoe raffrescamento

Anche senza considerare che i freddissimi mesi invernali appe-na trascorsi faranno schizzare i costi energetici delle nostre abi-tazioni, sono molteplici i motivi

alla base del considerevole po-tenziale di risparmio.Innanzitutto alcuni dati: il consu-mo di energia per il riscaldamen-to, per l’acqua calda sanitaria e per il raffrescamento estivo de-gli edifici, rappresenta all’incirca il 40% dei consumi energetici dell’intera Comunità Europea. L’Italia è, nell’ambito dell’area mediterranea, il Paese con il maggior consumo di energia per il riscaldamento delle abitazioni.

Gran parte degli edifici ha infatti consumi molto elevati: per il solo riscaldamento, si consumano in media tra i 140 e i 170 Kwh/mq anno, un dato certamente allar-mante se si considera che oggi in edilizia esistono tecnologie e sistemi che consentono di ab-bassare i consumi per il riscal-damento a meno di 15 kwh/mq anno.L’efficienza energetica media degli stabili condominiali con impianto centralizzato, costruiti prima del 1990, è solo del 50%. Questo comporta che per ogni 100 € spesi in riscaldamento, almeno 50 € vengono inutil-mente sprecati a causa di im-pianti ob-sole-

ti, sovradimensionati ed energivori. Tutta questa energia, la cui domanda è in continuo aumento sia per questioni cli-matiche che per le accresciute esigenze di comfort dei cittadini, è prodotta in gran parte da com-bustibili fossili, le cui emissioni di anidride carbonica contribui-scono ad incrementare l’effetto serra e a peggiorare la qualità dell’aria e della vita nelle nostre città.

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Gli amministratori condominiali e le famiglie che abitano nei con-domini sono avvisate: è ancora possibile approfittare della cam-pagna di check up gratuito di Do-motecnica e successivamente valutare se affrontare interventi di efficientamento energetico, senza affrontare alcun esborso, in quanto gli interventi di riquali-ficazione possono essere finan-ziati esclusivamente dallo stesso risparmio energetico (garantito da una polizza) e dalle detrazioni fiscali previste dallo Stato.Per questo è importante che gli amministratori che ancora non hanno usufruito dell’invito non perdano tempo in quanto la dia-gnosi va preferibilmente realiz-zata quando l’impianto termico è acceso, ma soprattutto ha sen-so effettuarla in tempo per poter usufruire degli incentivi fiscali del 55% in scadenza a fine 2012.Va inoltre ricordato che da ago-sto 2012 in Lombardia sarà comunque obbligatorio l’inse-rimento della contabilizzazione e termoregolazione negli stabi-li con impianto centralizzato e pertanto… perché non approfit-tare ora che la diagnosi è ancora gratuita?

Diego Moratti

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Eco dal Comune

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Con Decreto ufficiale del Pre-sidente della Repubblica, al Comune di Martinengo è sta-to concesso il titolo onorifico di “Città”. La firma del Capo dello Stato, apposta in data 13 dicembre 2011, è stata poi tra-smessa dalla Prefettura di Ber-gamo il 31 gennaio 2012: per i martinenghesi, da sempre

consapevoli ed orgogliosi della ricchezza storico-culturale del proprio borgo medievale, un motivo in più di soddisfazione, che va ad aggiungersi ai nume-rosi traguardi che in questi anni Martinengo sta conseguendo anche in termini di tutela am-

bientale. Da diversi anni ai vertici delle classifiche per la raccolta differenziata tra i Comuni Rici-cloni con oltre 10.000 abitanti, la cittadina ha adottato lo scorso anno il Piano d’Azione per l’E-nergia Sostenibile (Paes), i cui interventi consentiranno non solo di raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Unione Europea circa la riduzione del 20% del-le emissioni in atmosfera, ma anche di ristrutturare e rende-re energeticamente efficien-te il patrimonio architettonico pubblico, compreso il grande complesso denominato “Il Fi-landone”, la storica filanda col-locata nel centro del paese e in disuso dalla metà del secolo scorso. “Un raro esempio di ar-cheologia industriale che però, a causa dei suoi enormi volumi, rende estremamente oneroso il riscaldamento e raffrescamento –spiega il sindaco Paolo Nozza-. Grazie all’installazione di un im-pianto di geotermia sarà possi-

bile invece climatizzare l’intera struttura, dove troveranno po-sto la biblioteca, l’archivio stori-co, uno spazio espositivo e una sala conferenze”.Efficienza energetica che per-mette la rivalorizzazione del pa-trimonio storico, dunque. Ma non solo: nel percorso verde di Martinengo, l’Amministrazione comunale ha scelto di acquista-re per le strutture comunali e per l’illuminazione pubblica, energia 100% proveniente da fonti rin-novabili, tramite la certificazio-ne R.E.C.S. (Renewable Energy Certificate System) attraverso il Consorzio per l’Energia CEV, di cui Martinengo fa parte.E dulcis in fundo, quasi a ciliegi-na sulla torta di questa “verde” primavera martinenghese, il Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano, per quest’anno ha scelto la cit-tadina della bassa quale borgo storico da visitare durante l’ini-ziativa nazionale in programma sabato 24 e domenica 25 mar-

zo 2012: in quella data saranno aperti al pubblico importanti edi-fici di epoca medievale, come il complesso dell’ex monastero di Santa Chiara e il convento di Santa Maria Incoronata.La famiglia di Bartolomeo Col-leoni nel ‘400 dimorò a lungo proprio nel borgo della bassa e

contribuì in modo massiccio a fortificarlo ed abbellirlo architet-tonicamente, con i caratteristici portici che ancora caratterizza-no il centro storico.Durante le giornate di primavera del Fai saranno inoltre visitabili l’imponente Filandone nonché i cortili e le ville in stile Liberty che si affacciano sul Vallo colleone-sco: l’antico fossato che ancora circonda il borgo medievale, re-taggio di un passato importante e indiscutibilemente gradito an-che ai “novelli” cittadini.

Diego Moratti

Comuni Virtuosi

“Certificazione 100%da fonti rinnovabiliper l’energia elettrica delle strutture comunali e per la pubblica illuminazione”

“Nel Filandone,storico esempio di archeologia industriale, un impianto geotermico di climatizzazione”

Nella Città di Martinengole giornate del F.A.I.Il presidente Giorgio Napolitano ha firmato il Decreto con cui il borgo storico della bassa bergamasca diviene ufficialmente “Città”Il 24 e 25 marzo le giornate di primavera del Fondo per l’Ambiente Italiano

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È il sindaco di Cassinetta di Lu-gagnano (Milano), Domenico Fi-niguerra, ad essersi aggiudicato il titolo di “Personaggio Ambien-te Italia 2011”, premio istituito lo scorso anno per dare un ricono-scimento a chi svolge un ruolo di rilevanza nel settore ambien-tale italiano. Il sindaco Finiguerra -tra i promotori della campagna e del movimento nazionale ‘Stop al Consumo di Territorio’ partita da Cassinetta nel 2009, nonché uno dei primi firmatari dell’ap-pello per la Costituente ecolo-gista civica- ha ottenuto quasi il 17% delle preferenze nella vo-tazione generale. A Cassinetta di Lugagnano hanno deciso di non occupare più un solo me-tro quadro di suolo agricolo con nuovo cemento -per la precisio-ne, la scelta più comunemente adottata è quella di “congelare” le previsioni di espansione urba-na dei piani precedenti- perché i cittadini sono preoccupati della

condizione allarmante di con-sumo del suolo, fenomeno che, nella sola Lombardia, comporta in media la cementificazione di 13 ettari al giorno (la provincia di Milano vanta il triste primato del 43% di suolo edificato).“E’ un premio -scrive Finiguerra nel suo blog- che voglio condivi-dere con tutte le persone che mi hanno segnalato e, in particola-re, con i comitati, gli ambientali-sti, le associazioni, i cittadini che ho incontrato in Italia negli ultimi tre anni, nel corso di oltre 300 in-contri sul tema del consumo ze-ro del suolo: dal Parco del Ticino al Salento, dalla Val di Susa al Veneto, dalle Langhe a Procida. Un premio che voglio dedicare, in particolare, a tutte le donne e a tutti gli uomini che si battono nei loro territori, per tutelare i beni

comuni e difenderli dall’arrogan-za e dalla furia distruttrice di chi spesso, detenendo le leve del potere, pensa di poter disporre liberamente del futuro di chi quei territori li abita”.

Finiguerra ha dovuto misurar-si con candidati di tutto rispet-to: da Wangari Maathai (premio alla memoria) ad Andrea Segrè (fondatore di Last Minute Mar-ket), dal Forum dei Movimenti per l’acqua a padre Alex Zano-telli, da Maurizio Pallante e Nichi Vendola ai lavoratori di Fukushi-ma. Il premio rappresenta anche un ulteriore trampolino di lancio per la campagna elettorale di

Domenico Finiguerra a sindaco di Abbiategrasso, per trasfor-mare la piccola città lombarda in un laboratorio civico e politico per l’Italia. La scelta di Finiguerra premia una battaglia decennale contro la devastazione e la ce-mentificazione forzata del territo-rio e riflette la convinzione, ormai diffusa tra molti italiani, che sia

davvero giunto il tempo di tute-lare il suolo fertile, inteso come il primo dei beni comuni. Costruire e cementificare significa, infatti, non solo compromettere defini-tivamente la dimensione esteti-ca di un determinato territorio, ma anche realizzare interventi che distruggono suolo fertile in modo irreversibile (dal momen-to che il suolo agricolo impiega migliaia di anni per riformarsi), contribuendo così all’impove-rimento e alla riduzione delle ri-sorse alimentari del mondo.

Maria Imparato

Stop al consumodi territorioDomenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi), vincitore del premio per il personaggio Ambiente Italia 2011

“In gara per il titolo anche padre Alex Zanotelli, Maurizio Pallante, Nichi Vendola e i lavoratori di Fukushima”

“In Lombardia vengono cementificati 13 ettaridi terreno al giorno”

Comuni Virtuosi

Domenico Finiguerra

Premio Lombardia Urbanisticaper la gestione virtuosa del suoloRegione Lombardia ha istituito il “Premio Lombardia urbanistica, buone pratiche di governo del territorio” che offre alle Ammini-strazioni locali l’opportunità di mettersi in evidenza quali realiz-zatori delle migliori pratiche di governo. Il bando, attraverso la raccolta e la selezione delle esperienze più virtuose, promuove la progettazione di qualità nel territorio regionale attraverso la diffusione di pratiche di recupero e di riqualificazione degli in-sediamenti, e dell’uso razionale del suolo. Il rilancio e la tutela dei nuclei antichi cittadini, nonché le politiche di rinnovamento e sostituzione edilizia, finalizzate al contenimento del consumo di suolo (con riferimento al recupero di aree dismesse, volumi inutilizzati, volumi non efficienti sotto il profilo energetico o volumi non coerenti al paesaggio locale) sono alcuni esempi di gestione virtuosa del territorio. Le migliori esperienze verranno premiate e pubblicate sul sito della Direzione Generale Territorio Urbanisti-ca. Le domande vanno presentate entro il 31 marzo 2012.

Info: www.territorio.regione.lombardia.it

www.bergamosostenibile.com Numero 10 - Marzo 2012

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Se il 99% degli abitanti di Curitiba è felice della sua città, un motivo c’è… anzi, più di uno! Premiata nel 2010 come città più sosteni-bile al mondo, questa metropoli “ad alta quota” (oltre due milioni e mezzo di abitanti a quasi 1000 mt di altitudine) ha dimostrato anche ai più scettici che la so-stenibilità non è un sogno, ma un progetto realizzabile anche in una metropoli: basta volerlo. La svolta green di Curitiba iniziò ne-gli anni Settanta quando Jaime

Lerner fu eletto sindaco a soli trentaquattro anni; Lerner non si era mai occupato di politica: era urbanista e architetto. Il punto di forza del suo mandato fu l’ap-proccio integrato alla sostenibili-tà, ovvero l’attenzione verso temi sociali, ambientali ed economici. Il primo intervento del neo-sin-daco riguardò l’allontanamento del pericolo di alluvioni, che mi-nacciava la città per la particola-re conformazione geografica del territorio e per la mancanza di vie di drenaggio. Lerner acquistò la pianura alluvionale che delimita-va lo spazio urbano e, invece di costruire dei costosi canali arti-ficiali, bonificò il terreno realiz-zando bellissimi parchi. La loro manutenzione era economica, oltre che ecologica: per tagliare l’erba venivano chiamati pastori con greggi di pecore.

“Bus Rapid Transit”,un esempio per il mondo intero

Una delle caratteristiche che de-finiscono una città “sostenibile” è il suo essere “compatta” che, nel caso di una metropoli, signi-fica avere un sistema di trasporti efficiente. Lerner fece potenziare il servizio degli autobus creando la “Rede Integrada de Transpor-te” (detta anche “Bus Rapid Transit”). La novità del progetto

stava nel fatto che i percorsi per gli autobus erano separati dalle strade destinate al traffico auto-mobilistico; questo rese il servi-zio più rapido rispetto al sistema tradizionale e creò una sorta di metropolitana in superficie, dieci volte più economica del metrò, sia per la costruzione che per la manutenzione.Un’altra innovazione furono le fermate costituite da strutture in vetro tubolare e rialzate dal ter-reno. Essendo poste alla stessa altezza delle porte dell’autobus, esse evitano ai passeggeri di fa-re scalini e rendono più rapide le operazioni di salita e discesa dai mezzi. Il “Bus Rapid Transit” collega ancora oggi in modo ra-pido le aree della città: la capil-larità della rete e il buon servizio incentivano l’utilizzo dei mezzi pubblici, tanto che il 35% degli automobilisti ha rinunciato all’u-tilizzo del proprio mezzo.

Solidarietà al passocon l’ecologia

Oltre ad aver di-mostrato atten-zione verso l’ambiente e i trasporti, l’-Amminist-razione di Curitiba si è distinta per politiche sociali innova-tive ed efficaci, abbinando il soste-gno ai più bisognosi con la difesa dell’ambiente. I rifiuti sono separati ac-curatamente dalle sin-gole famiglie secondo i principi della rac-colta differenziata e vengono ritirati da camioncini del Co-mune; sono quindi pesati e, in base al peso, viene loro attribuito un valo-re corrispondente in “buoni acquisto” da assegnare alle famiglie per comprare beni alimentari, quaderni, libri o biglietti per l’autobus. Questo sistema pratico garantisce un vantaggio a più livelli: le famiglie ricevono un aiuto concreto, la

Eco dal mondo Brasile

Curitiba, in Brasile: da sogno a realtàIn America Latina un esempio concreto per la città del futuro Trasporti pubblici, case per tutti, attenzione alla differenziata, un centro pedonale…e colorato

“A Curitiba i cittadini sono più sani che nel resto del Brasile: il tasso di mortalità infantile è ridotto ad un terzo rispetto alle altre regioni del Paese”

Argentina

Paraguay

Bolivia

Peru

Chile

Santiago Buenos Aires Montevideo

Asuncion

La Paz

Lima

Quito

Bogota

Caracas

Gergetown

Ecuador

Colombia

Venezuela

GuyanaSuriname Guyane

Paramaribo Cayenne

Uruguay

Rio de Janeiro

Brasilia

Manaus

São PauloCuritiba

Brasile

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città si mantiene pulita e i rifiuti vengono riutilizzati per produrre energia. A Curitiba i cittadini so-no più sani che nel resto del Bra-sile: il tasso di mortalità infantile è ridotto ad un terzo rispetto alle altre regioni del Paese.

Cultura e abitazioni,un diritto per tutti

A Curitiba la cultura è un valore, e per questo l’Amministrazione si sforza di renderla accessibile a tutti: le biblioteche sono dis-seminate nei quartieri insieme a teatri, musei, centri culturali. Cu-ritiba è inoltre una città multietni-

ca che ha imparato a fare della diversità una risorsa: grazie ad una politica sociale ispirata ad accoglienza e integrazione, per-sone di cultura diversa convivo-no pacificamente. Quella che oggi è una città all’a-vanguardia, prima degli anni Settanta viveva una situazione molto diversa: come in altre cit-tà del Sud del mondo, baracco-poli e abusivismo edilizio erano problemi apparentemente irri-solvibili; oggi i quartieri popola-ri di Curitiba sono i più belli del mondo e la soluzione che è stata messa in atto, ancora una volta, si è caratterizzata per lo sguardo

rivolto al futuro. Il Comune, oltre ad aver costruito 14 mila case popolari, distribuisce ai cittadi-ni piccoli pezzi di terra per col-tivare orti e costruire abitazioni, fornendo materiali di costruzio-ne che vengono pagati con rate mensili bassissime. Il Comune offre ad ogni famiglia la consu-lenza di un’ora con un architetto e regala un albero da frutto ed uno ornamentale per ogni nuova casa.

Nel centro pedonaleil sabato mattinasi dipinge

Grazie all’esperienza di urbani-sta e alla sua mente illuminata, Lerner fece un innovativo inter-vento sulla città che dimostrò grande lungimiranza: nel 1972 infatti Curitiba fu la prima città al mondo ad avere un centro urbano pedonale chiuso al traf-fico. La reazione di negozianti ed automobilisti non fu subito favorevole. Temendo un bloc-co dei lavori da parte di coloro che erano contrari, Lerner batté i rivoltosi sul tempo, decidendo di costruire l’isola pedonale in tempi record: opere che normal-mente sono realizzate in quat-tro mesi vennero concluse nel giro di quarantotto ore! A cose fatte, gli automobilisti minaccia-

rono una protesta e si prepara-rono ad invadere con le proprie auto la zona riservata ai pedoni. Per scoraggiare la rivolta in mo-do pacifico, Lerner organizzò un evento coinvolgendo tutti i bambini della città, invitandoli a dipingere su grandi fogli di car-ta, che coprivano tutta la nuova pavimentazione del centro. Gli automobilisti non oltrepassaro-no il limite riservato ai pedoni e nessuna nuova rivolta venne or-ganizzata. Da allora tutti i sabato mattina i bambini si riuniscono in centro a colorare!

Livia Salvi

Curitiba, in Brasile: da sogno a realtàIn America Latina un esempio concreto per la città del futuro Trasporti pubblici, case per tutti, attenzione alla differenziata, un centro pedonale…e colorato

“Curitiba fu la prima città al mondo ad avere un centro urbano pedonale chiuso al traffico. Era il 1972”

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Ambiente

Ogni anno a causa di deforesta-zione e taglio illegale, nel cuore dell’Africa vengono persi irrime-diabilmente quasi 700.000 etta-ri di foreste: l’habitat del gorilla. Ma non basta, perchè i gorilla sono anche perseguitati dai cacciatori di frodo, che si arric-chiscono grazie al commercio di carne di specie selvatiche (Bushmeat), cibo venduto a prezzi da capogiro nei mercati clandestini di molti paesi. E visto che i gorilla pesano 200 Kg, il lo-ro valore economico è tale che continuano ad essere uccisi a migliaia ogni anno. La ripresa di guerre in Ruanda, Congo, An-gola e negli altri paesi del centro Africa causa significative per-dite fra i gorilla di montagna, e i centri di ricerca (fra cui quello

famoso di Karisoke fondato da Dian Fossey) sono stati abban-donati dal personale e invasi dalle truppe e dai profughi. La forte crisi sociale ed economi-ca scatenata dalla guerra civile e dalla povertà inarrestabile sta causando gravissimi danni an-che a questa specie.

LA SCHEDA Grande primate“a forma di uomo”pesa 280 kg e vivein branco Il gorilla è il più grande primate esistente; appartiene al grup-po delle scimmie antropomor-fe, ossia “con forma di uomo”, supera il metro e 75 di altezza e 280 chili di peso. Le femmine

sono un po’ più piccole e pesa-no circa 140 chili.Hanno un corpo tozzo, un petto enorme e delle braccia e delle gambe molto possenti. Possie-dono un mantello folto di colore grigio nero; i maschi adulti han-no il viso, i piedi e le mani privi di peli, arcate sopracciliari molto marcate, narici carnose e orec-chie piccole.Vivono preferibilmente sul ter-reno e si nutrono di vegetali; hanno braccia adatte per ar-rampicarsi anche se il loro enor-me peso rende praticamente impossibile vivere sugli alberi.Sono animali molto sociali e vi-vono in gruppi composti anche da 40 individui; è il maschio do-minante a decidere per il grup-po e i contrasti tra i membri

sono ridotti al minimo. Il gruppo rimane con la stessa composi-zione per periodi molto lunghi, occupando un territorio con di-versi habitat (esteso anche per circa 30 km), difendendolo stre-nuamente e cercando di sfrut-tarlo in maniera parsimoniosa per il nutrimento.I rapporti sessuali all’interno del gruppo sono di tipo patriarcale il sultano fa ciò che vuole con le femmine, anche se nel con-tempo ha la responsabilità di di-fendere il proprio gruppo; tutta l’esistenza della comunità ruota intorno alla figura dell’anziano dai capelli grigi, che è anche l’u-nica figura che lega le femmine e i loro piccoli.Tra i gorilla, le femmine manten-gono una certa indipendenza

all’interno del gruppo. Quando il capobranco muore o si indebo-lisce viene sostituito da un ma-schio solitario e viene costretto a restare ai margini del gruppo. Solitamente si cibano di grandi quantità di foglie specialmen-te quelle di determinate pian-te; amano stare nella foresta aperta o nelle zone coperte da alte erbe, creando dei tragitti regolari che vengono sfruttati durante il giorno. Quasi il 90% della popolazione dei gorilla vive nella foresta pluviale di pianura

Il Gorilla nel mirinoIl cuore verdedell’Africabatte per lui

Gorilla gorilla (gorilla di pianura)e Gorilla beringei (gorilla di montagna)

Imponente per dimensioni e forza,ma soprattutto per la sua intelligenzaI gorilla sono tra le specie più amatee carismatiche: ma questo non basta a salvarli

WWF

“Tutta l’esistenza della comunità ruota intorno alla figura dell’anziano dai capelli grigi”

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Nata solo cinque anni fa a Sindney, l’iniziativa Earth Hour di WWF si è trasformata, in bre-ve tempo, nel più grande evento mondiale contro i cambiamenti climatici.Sono 135 i Paesi che hanno aderito all’iniziativa e, per ma-nifestare la propria sensibilità al problema climatico, si impe-gneranno a spegnere i monu-menti più importanti per un’ora. Il 31 marzo 2012, dalle 20.30 alle 21.30, quasi due miliardi di persone potranno assistere allo spegnimento di Tour Eiffel, Co-losseo, Piramidi, Città proibita, Empire State Building e molti altri.Spegnere la luce, un gesto quo-tidiano che può diventare sim-bolo della volontà di contrastare il global warming attraverso una politica volta all’efficienza ener-

getica e all’utilizzo di risorse rinnovabili.

Quest’anno l’ “Ora della terra” si

svolgerà in prossi-

mità di un

evento fondamentale all’interno del dibattito internazionale sui cambiamenti climatici: “Rio+20”, la conferenza mondiale sulla sostenibilità a Rio de Janeiro. L’incontro, a vent’anni dal prece-dente, è considerato un pilastro su cui poggiare le basi per de-cidere le sorti degli ecosistemi e della biodiversità globale. Le tematiche che i leader mondiali andranno ad affrontare saran-no le stesse del 1992 ma, oggi, i tempi d’opera sono decisamen-te più stretti. È d’obbligo pren-dere decisioni concrete, andare oltre le attuali politiche energeti-che cercando soluzioni più co-raggiose ed efficaci.Anche ai singoli comuni italiani WWF chiede di “andare oltre” e, per l’edizione 2012, propone un’iniziativa speciale per rac-cogliere e raccontare i progetti territoriali a favore della soste-nibilità, portando così le ammi-nistrazioni allo sviluppo di azioni concrete in grado di superare il semplice gesto simbolico.I progetti saranno vagliati da un comitato scientifico e i migliori verranno segnalati al concorso internazionale “City Challenge” lanciato da WWF Svezia.L’associazione metterà a dispo-sizione dei comuni aderenti do-cumenti e dossier contenenti gli ultimi studi e buone pratiche in tema di efficienza energetica.Nello specifico, WWF conse-gnerà ai sindaci il documento “Reinventiamo la città”, conte-

nente 10 proposte per migliorare la sostenibilità cittadina e “Solu-zioni urbane”, un dossier in cui vengono riportati gli studi sugli effettivi vantaggi di un comune sostenibile.

Nel materiale messo a disposi-zione vengono affrontate le sfide che le amministrazioni dovran-no sostenere nel percorso alla sostenibilità. Un percorso a cui WWF vuole affiancarsi, consa-pevole dell’importanza di città efficienti e con una bassa im-pronta ecologica. Non una mera questione di rinuncia, ma un’oc-casione per reinventare la città, sfruttandone il potenziale per of-frire ai cittadini un futuro soste-nibile senza influire sulla qualità della vita.Ma per arrivare a un cambia-mento così radicale, bisogna iniziare da un gesto semplice: spegnere la luce.

soprattutto perché lì vi trovano una gran varietà di fiori, frutti e foglie. I gorilla dimostrano gran-de adattabilità alle situazioni più diverse. A conferma della vicinanza con la specie umana, una recente ricerca è riuscita a documentare l’utilizzo, da par-te dei gorilla allo stato libero, di strumenti: un bastone per veri-ficare la profondità di uno sta-

gno prima di attraversarlo, per appoggiarsi durante la raccol-ta di frutti o per attraversare un terreno fangoso.

I NUMERIAlcune specie si stanno già estinguendo!

Il Gorilla di Pianura Occidentale, circa 95 mila individui, popola le foreste dell’Africa occiden-tale, principalmente in Congo, Gabon, Camerun, Repubblica Centroafricana, Guinea equa-toriale.Il Gorilla del Cross River vive soltanto in una piccola area al confine tra Camerun e Nigeria: ne restano 250-300. In assolu-to è questa la specie più in pe-ricolo. Per il Gorilla di Pianura

Orientale, solo 17.000 individui, è invece difficile intervenire a causa della grave instabilità politico–economica di questi territori. Il Gorilla di Montagna, ormai rarissimo, circa 680 in-dividui, vive nel Parco Nazio-nale dei Virunga, a circa mille chilometri di distanza da quello di pianura, e nel Bwindi Impe-netrabile National Park nel sud ovest dell’Uganda e Congo. In 10 anni la popolazione dei goril-la è diminuita del 75%. Si stima che, in mancanza di inversioni di tendenza, tra dieci anni en-trambe le due specie più a ri-schio si saranno estinte. Il WWF è impegnato in Africa centrale dal 1978 con oltre 300 persone coinvolte in 5 paesi della regio-ne.

Il 31 marzo torna Earth Hour, che spegnerà per un’ora Tour Eiffel, Colosseo e altri edifici in 135 paesi del mondo

Il pianeta si scaldai monumenti si spengono

Adotta una specieProgetto GorillaDal 1978 seguiamo uno speciale progetto internazio-nale in Ruanda che permette di migliorare le strutture dei parchi, di addestrare ed equipaggiare il persona-le, di rafforzare l’applicazione delle leggi e di “abitua-re” i gorilla ad essere osservati, favorendo così anche un progetto turistico di sostanziale importanza a livel-lo economico. Ci battiamo per fermare il commercio illegale; favoriamo la creazione di nuove aree protette contribuendo alla salvaguardia di un habitat e non di una sola specie. È urgente trovare insieme 370.000 euro per finanziare, per un anno, il lavoro delle pattu-glie antibracconaggio in un‘area critica come la riser-va di Dzanga-Sanga nella Repubblica Centrafricana. Con 182.000 euro potremo riuscire a finanziare per oltre due anni le indagini sul traffico illegale di specie selvatiche in tre città dell’Africa Centrale e garanti-re un’appropriata applicazione delle leggi. Sostieni il progetto gorilla: wwf.it/gorilla

“Quasi il 90% della popolazione dei gorilla vive nella foresta pluviale di pianura, dove trovano una gran varietà di fiori,frutti e foglie”

“Ai comuni italiani WWF propone un’iniziativa per raccogliere e raccontarei progetti territoriali a favore della sostenibilità. I migliori saranno segnalati al concorso internazionale “City Challenge” lanciatoda WWF Svezia”

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Page 34: Bergamo SOStenibile 10

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E’ stato l’orso bruno il protago-nista dell’Orobie Film Festival. Il WWF ha partecipato alla mani-festazione bergamasca con una mostra e con tavoli informativi presidiati da esperti. Un’ottima occasione per parlare anche della salvaguardia dell’ambiente montano a un pubblico selezio-nato di frequentatori e appassio-

nati di montagna.L’orso bruno è oggi una delle specie più minacciate in Italia. Una spietata persecuzione da parte dell’uomo e la distruzione dell’ambiente naturale lo hanno spinto sull’orlo dell’estinzione. Disboscamenti, bracconaggio, strade forestali, nuovi impianti sciistici: la vita per gli orsi è di-ventata davvero difficile. Testimonianze del passato cer-

tificano la presenza dell’orso anche nella Bergamasca; sulle nostre montagne erano presenti diversi esemplari ed erano molto cacciati. Il primo atto ufficiale co-nosciuto risale al 1866, quando il vescovo di Bergamo Guala affit-tò il Monte Cornello agli abitanti di Frerola e Bracca riservandosi la caccia all’orso, mentre fino al XX secolo furono poste addi-rittura delle “taglie” per la loro cattura. Nel corso degli anni Ot-tanta e Novanta diversi esem-plari di orso, maschi e femmine, sono stati avvistati, feriti e uccisi in Val Brembana.Per contrastare le numerose minacce che l’orso oggi deve affrontare, il WWF Italia ha svi-luppato, tra il 1998 e il 2000, il progetto LIFE per favorire il ri-torno dei Grandi Carnivori sulle Alpi. L’iniziativa ha consentito il risarcimento dei danni provoca-ti dalla specie sugli allevamenti, la realizzazione di opere di pre-venzione (ad esempio recinzio-ni elettriche per ovili e apiari), interventi volti al miglioramento dell’attività venatoria, l’elimina-zione della pratica di caccia agli ungulati con il segugio. Sono state poi avviate azioni di co-municazione, sensibilizzazione costante dell’opinione pubblica

residente nelle aree interessate (e potenzialmente interessate) dall’azione di colonizzazione spontanea. L’intento del WWF è far si che gli orsi trovino un ambiente più accogliente e più sicuro. È quindi al lavoro per ri-sanare i frutteti abbandonati e per creare dei corridoi faunistici, ovvero sentieri per permettere agli orsi di spostarsi senza in-contrare centri abitati, strade e autostrade. Molto apprezzato è sta-to, lo scorso gennaio (sempre in occasio-ne di Orobie Film Fe-stival), l’intervento del dottor Mauro Belardi, che ha raccontato il pro-gredire del progetto di reintroduzione. Queste le parole del WWF Lom-bardia a coronamen-to della serata: “Un ringrazia-mento parti-colare va agli

organizzatori della manifesta-zione per l’invito, gli spazi con-cessi e il cortese supporto, al dr. Belardi per il suo importante contributo e infine alla sezione WWF Bergamo per l’impegno profuso”.

Sulle tracce dell’orso brunoPresente all’Orobie Film Festival anche il WWF, con una mostra e momenti informativi su questo affascinante abitante delle foreste

Ambiente Orso bruno

“L’orso bruno è oggi una delle specie più minacciate in Italia. Nel corso degli anni Ottanta e Novanta diversi esemplari di orso, maschi e femmine, sono stati avvistati, feriti e uccisi in Val Brembana”

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La sfida sembra impossibile, bizzarra: cuocere i cibi in lava-stoviglie mentre i piatti vengono lavati. Non si tratta né di un gioco né di una provocazione, bensì di una rivoluzionaria tecnica di cot-tura che permette di risparmiare acqua ed energia, preservando ed esaltando le proprietà nutriti-ve e organolettiche dei cibi. Lisa Casali, eco-foodblogger, specialista di rischi ambientali e autrice di “La Cucina a impat-to (quasi) zero” (da cui riportia-

mo molte delle nostre “ricette del mese”) ha appena dato al-le stampe il suo nuovo volume: “Cucinare in lavastoviglie”, il pri-mo manuale al mondo su que-sta geniale intuizione. L’autrice è arrivata a sperimentare questa tecnica in un processo di ricer-

ca sulla cottu-ra a basso impatto am-bientale. I risultati ot-tenuti, o per meglio dire i piatti, sono migliori ri-spetto alle cotture tra-dizionali, per quan-to riguar-da gusto, profumi e consistenze. Le virtù della cottura a bassa temperatura, infatti, sono cono-sciute e ampiamente utilizzate nell’alta cucina. Le temperature di lavaggio delle lavastoviglie ri-entrano proprio nel range ideale di cottura (55°C - 75°C) e per-mettono di realizzare cotture lunghe e delicate con estrema facilità. E riducendo il proprio impatto ambientale.Tutti i modelli di lavastoviglie hanno almeno quattro program-mi di lavaggio in comune (Rapi-do, Eco, Normale e Intensivo), ognuno con specifiche durate e temperature. Le ricette proposte sono studiate per essere pronte esattamente nel tempo del ciclo di lavaggio. Mentre la lavastovi- glie è in funzione si può, sfruttan-

do la durata del programma (da 30 min a 3 ore circa), preparare pietanze senza dover badare al-le pentole sul fuoco. Quanto alla difficoltà, niente paura, la cucina in lavastoviglie non poteva es-sere più semplice: si utilizzano vasetti di vetro o sacchetti per sottovuoto adatti alla cottura. Basta superare l’iniziale diffi-denza e abbandonare ogni pre-giudizio e –c’è da giurarci– la lavastoviglie conquisterà anche i cuochi più tradizionali. Nel libro di Lisa Casali si trovano interi menù, suddivisi per ogni sta-gione. Particolare attenzione è stata prestata alla scelta delle materie prime impiegate nelle ricette, sia in ottica ambientale sia salutistica. Non sono pre-senti piatti con pesci, crostacei o molluschi sovrasfruttati o a ri-schio di estinzione. Per le carni infine si sono privilegiati tagli di seconda e terza scelta. Gli ali-menti cotti in lavastoviglie, chiusi ermeticamente in vasetti di ve-tro o sacchetti sottovuoto, che stupiranno il palato per gusto e

aroma, sono sicuri perché non entrano in contatto con l’acqua di lavaggio, come dimostrano le analisi chimiche effettuate su piatti realizzati con questa tec-nica. Si è cercato di ridurre an-che l’impatto ambientale relativo alla produzione del libro. Oltre a scegliere carta FSC, si sono compensate le emissioni di CO2

derivanti dalla stampa delle va-rie copie, aderendo così al pro-getto Impatto Zero di Lifegate. Controindicazioni non sembra-no esistere, i benefici sembrano tanti: perché allora non comin-ciare a vedere la lavastoviglie sotto una nuova luce. E provare a cucinare il primo arrosto in la-vastoviglie!

Un metodo rivoluzionario che sforna gusto, sostenibilità e risparmioNelle librerie il nuovo libro di Lisa Casali

“Gli alimenti, chiusi ermeticamente in vasetti di vetro o sacchetti sottovuoto, sono sicuri perché non entrano in contatto con l’acqua di lavaggio. Lo dimostrano le analisi chimiche”

Il cibo cuoce in lavastoviglieAmbiente Libri

Lisa Casaliè un’eco-foodblogger trentenne con due grandi passioni: l’am-biente e la cucina. Laureata in Scienze ambientali e con un Master in Management ambientale, Lisa Casali lavora come specialista in rischi inquinamento e, nel tempo libero, come chef non professionista. Il suo sito web ecocucina.org (dove l’autrice – con il soprannome di “Lisca” – dispensa ricette e consigli per ridurre l’impatto ambientale e preparare ricette usando gli scarti) sta diventando un cult. Con Edizioni Gribaudo ha già pubbli-cato “La cucina a impatto (quasi) zero”. Collabora con diverse testate come Lifegate, Valore Alimentare, Bergamo SOStenibile e Il Fatto quotidiano, dove tiene un blog dedicato al cibo e all’a-limentazione dal punto di vista ambientale. È protagonista nella stagione 2011-12 del programma Uno Mattina in Famiglia su RAI 1 con la rubrica La Cucina Eco-nomica, in diretta tutti i sabato mattina verso le 8.40.

Chi èCooperativa Biplano

Il Laboratorio del Re

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Detergenti biologici: è questa la scelta e l’offerta di Bio Farm Spineto di Martinengo. Una strada quasi spontanea, poiché l’azienda è da sempre all’avan-guardia nell’agricoltura e nell’al-levamento biologico. “Le ragioni risiedono nel fatto che si tratta di detergenti e prodotti di cosmesi

completamente reintegrabili nei cicli biologici naturali –spiegano dall’azienda-. Nella produzione vengono impiegati ingredienti naturali, materie prime al 100% vegetali e provenienti da agri-coltura biologica. Si sottolinea in modo particolare l’impiego dei migliori saponi e tensioattivi non etossilati, completamente vege-tali e senza derivati petrolchimi-ci”. Detto in altre parole: materie prime rapidamente e facilmente biodegradabili, senza tossicità

per il consumatore e per l’am-biente. Anche ai detersivi si pos-sono dunque applicare i principi del km zero e della filiera corta, privilegiando così ingredien-ti vicini al luogo di produzione. Ma non è tutto. Un’attenzione specifica può essere data agli imballaggi e ai contenitori, che impiegano minime quantità di plastica riutilizzabili e sono com-pletamente riciclabili. “Un buon prodotto e un ottimo imballaggio non servirebbero a nulla se poi fossero gettati alla fine dell’u-so– prosegue Duccio Colombo, dell’azienda Bio Farm Spineto-. La consapevolezza che il riciclo comporta comunque un grosso dispendio di energie ci ha con-vinti a fare di più. Abbiamo allora optato per il riuso di tutti i mate-riali e contenitori impiegati. Que-sta scelta, unitamente al sistema di vendita alla spina, dà origine al circolo virtuoso del riuso”. Riusare è meglio che riciclare, dunque. Ma come si attua il riu-so? Le taniche sono riutilizzabili e vengono ritirate dal produttore, che, dopo averle sterilizzate, le riempie nuovamente e le restitui-

sce. Il consumatore attinge dalla tanica nel punto vendita, riempie le bottiglie da un litro e, una volta terminato il prodotto, le restitui-sce in cambio di altre piene.Il rifiuto non rimane quindi tale, ma diviene una risorsa da riutiliz-zare. Si consuma solo il prodot-to, mentre l’impatto ambientale è zero, o comunque molto vicino a questa soglia. Il tutto senza per-dere qualità ed efficienza, carat-teristiche altrettanto irrinunciabili per chi utilizza questo tipo di prodotti, sia in casa propria che in un laboratorio alimentare.

Riusare è meglio che riciclareUna vasta scelta di detergenti biologicima non solo: all’azienda Bio Farm Spineto di Martinengo si incoraggia la vendita alla spinae il riuso dei contenitori

Detersivi

“Un buon prodotto e un ottimo imballaggio non servirebbero a nulla se poi fossero gettati alla fine dell’uso”

Grest in fattoria didatticaSono aperte le iscrizioni per la proposta estiva “Grest in fattoria didattica” dell’azienda Bio Farm Spineto di Martinengo. L’iniziativa si rivolge a tutti i bambini dai 6 ai 13 anni e sarà disponibile dall’11 giugno al 7 settembre 2012. Cura degli animali, giochi all’aperto, cucina, compiti delle vacanze e divertimento: tanti gli ingredienti per rendere le giornate in fattoria davvero speciali. I pasti e le merende saranno a base di prodotti biologici, con i piccoli che imparano a cucinare e ad apparecchiare la tavola. Il costo settimanale (comprensivo di pasti) è di 90 euro a bambino.

Per informazioni:www.biofarmspineto.com - Tel.0363908864.

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La nostra produzione comprende:

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more, fragole, ribes nero e rosso,mirabolano, cachi, castagne, mirtilli,pere, ciliegie, albicocche, pesche;

• Succhi di frutta, purea di frutta;• Mele a fette essiccate;• Pasta corta (maccheroni e fusilli) e

lunga (tagliatelle) di semola, di farro edi kamut, estrusa in trafila in bronzo inconfezione da 500 gr o superiore;

• Ravioli freschi confezionati;• Pane anche senza sale• Torte, crostate e biscotti (di frumento,

di farro e di kamut);• Spumiglie;• Farine specifiche per crostate, per

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Una storia breve, una fiaba o una filastrocca per condivide-re i valori della creatività e della responsabilità, dell’ecologia e della consapevolezza ambien-tale. Torna per il quarto anno consecutivo il premio letterario “I Racconti del Parco”, il concorso per i provetti scrittori che hanno a cuore le tematiche ambientali.Questa edizione promuove un genere inedito, Evergreen Tale, il racconto sempreverde che nar-ra la passione senza tempo per i riti, le trasformazioni e gli abitanti ( reali o immaginari) del mondo naturale. Quest’anno il premio si inserirà fra i tanti eventi collaterali della Fiera del Libro, in program-ma a fine aprile a Bergamo.La premiazione dei vincitori av-verrà, infatti, a conclusione del-la fiera. Si confermano invariate per l’edizione 2012 le categorie del concorso. Il premio, come di consueto, si rivolge agli studenti delle scuole medie, delle supe-riori e agli adulti con più di 18 an-ni di età. La lunghezza massima delle opere ammesse, pena la validità del racconto, dovrà es-sere di 5 cartelle dattiloscritte (ogni cartella non do-vrà avere più di 30 righe con un massi-mo di 60 battute per riga), per un totale di 9.000 battu-te spazi inclusi. Coloro che ama-no la sintesi potranno cimentarsi nella stesura di un Na-noracconto: un vero e proprio

romanzo in sole 10 parole.Gli elaborati dovranno perveni-re, entro e non oltre il 27 marzo, presso la segreteria organizzati-va: Multiconsult, via Locatelli,31 - 24121 Bergamo. Dovrà inol-tre essere inviata una copia in formato elettronico all’indirizzo [email protected] con l’indicazione del titolo del racconto e del nome e cognome del partecipante.Ricchi premi saranno destinati agli scritti migliori delle diverse categorie. Il concorso, come or-mai è tradizione, dedica inoltre una sezione - e il premio volu-to dalla Misericordia Maggiore di Bergamo - agli studenti della Scuola in Pigiama, del reparto di pediatria degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Il Premio speciale Camera di Commercio eleggerà poi il miglior racconto in assolu-to, che sarà proclamato il pros-simo settembre, in occasione della manifestazione “Notti di Luce”.

Per ulteriori informazioni:www.raccontidelparco.it

Stili di vita e d’impresa

Scrivere verdeI Racconti del ParcoIl concorso letterarioaperto fino al 27 marzo

Sole, Terra, Aria e Acqua: saran-no ispirate ai quattro elementi presenti in natura le aree tema-tiche della prima edizione del Festival dell’ambiente di Berga-mo, la tre-giorni che dall’11 al 13 maggio, animerà il nostro “salot-to” cittadino: il Sentierone. Una grande manifestazione, organiz-zata dall’Associazione Festival dell’Ambiente e dal Comune di Bergamo, che darà l’occasione di esporre prodotti e innovazio-ni nel campo della green eco-nomy e prendere sempre più coscienza dei temi della tutela ambientale e urbana, in tutte le sue accezioni.Sotto il simbolo del “Sole” tro-veranno spazio le aziende le-gate alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica e all’e-dilizia sostenibile; l’elemento “Terra” ospiterà i produttori e coltivatori di prodotti naturali, biologici, a chilometro zero, oltre a quelli che rispecchiano la cul-tura e la tradizione bergamasca.In quest’area esporranno anche aziende in grado di offrire so-luzioni legate al benessere e al relax naturale psicofisico delle persona.L’“Aria” sarà invece collega-ta alla mobilità sostenibile, con la presentazione di auto, mo-to, scooter alimentati da ener-

gie meno inquinanti da un lato e dall’altro il trasporto pubblico e la mobilità dolce. Infine con l’ “Acqua”, elemento presente in tutte le forme viventi, si vuole rappresentare ciò che permea la nostra società: istituzioni, as-sociazioni, movimenti e circoli, nonché il mondo dell’educazio-ne e della scuola, riconoscendo l’importanza che questo ambito

assume per sensibilizzare e pro-muovere sempre più una cultu-ra e stili di vita e d’impresa più sostenibili. A questo proposito durante la manifestazione sa-ranno organizzati eventi, mostre e convegni per favorire il coinvol-gimento, la partecipazione e il di-battito dei cittadini, delle scuole

e istituzioni, senza escludere at-tività ludiche e di intrattenimento per i più piccoli. Bergamo avrà così il suo Festival dell’Ambiente e, considerato il fermento che la nostra provincia può vantare in questo settore, l’occasione sarà propizia per fare il punto di una realtà in forte crescita. È ormai noto il primato della Bergama-sca quanto a Comuni firmatari del Patto dei Sindaci, l’iniziati-va lanciata dall’Unione Europea per favorire efficienza e rispar-mio energetico, alla quale hanno aderito oltre 200 comuni su un totale di 244.Ma decisamente significati-vo risulta orami tutto l’indotto economico e occupazionale di questo settore: all’interno della nostra provincia sono sempre più numerose le aziende legate al campo delle energie rinnova-bili, bioedilizia, mobilità soste-nibile, efficienza energetica e agricoltura biologica, emble-ma di quel progresso culturale, scientifico e tecnologico rappre-sentato dalla green economy, all’insegna di uno sviluppo e di una società che torni ad essere sostenibile.

Per info: www.associazionefe-stivaldellambiente.it [email protected]

Festival dell’Ambiente di BergamoDall’11 al 13 maggio sul Sentierone di Bergamo la prima edizione della manifestazione dedicata agli stili di vita e d’impresa sostenibili con esposizioni ed approfondimenti per famiglie, imprese, associazioni e scuole

“Il nostro tradizionale stile di vita non è più sostenibile. Occorre sensibilizzare e promuovere tra i cittadini le soluzioniche il progresso tecnologico metteoggi a disposizioneper limitare l’impatto ambientale”

Il Festival dell’Ambiente si svolgerà nel “salotto” di Bergamo

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Una cosa è certa: per uscire dalla crisi, non si può perpetua-re il modello economico che ci ha portato all’attuale situazione economica e finanziaria. Cosa fare? Per quanto simili e spesso in accordo tra loro, le opinioni di Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, e Andrea Di Stefano, di-rettore del mensile di economia sociale e finanza etica “Valori”, divergono. E il pubblico, che ha letteralmente affollato l’audito-rium della Cassa Rurale di Trevi-glio dove i due relatori sono stati ospiti dell’iniziativa per il 40° della Cooperativa Famiglie Lavoratori (Cfl) lo scorso 26 gennaio, ascol-ta perché ha voglia di capire le cause della crisi e trovare un mo-do per uscirne. Qui proviamo a riassumere i punti centrali dell’in-contro.Quali sono le cause dell’attuale crisi economico-finanziaria? E cosa fare?

Pallante: “Sin dall’inizio è stata una crisi economica e produt-tiva e non solo finanziaria. Uno dei maggiori problemi è il debi-to pubblico e quello privato, ma nessuno sui grandi media si è mai chiesto il perché. La rispo-

sta è che si produce troppo, la crescita è stata troppo alta e per sostenerla ci si è indebitati. Il Pil è cresciuto ma l’occupazione no, perché la crescita è dovuta alle tecnologie. Ora dobbiamo trovare il denaro per ridurre il de-bito. Come fare? Occorre ridurre gli sprechi: basta pensare che il 3% del Pil è dovuto ai rifiuti del cibo. Combattendo questi spre-chi, riduciamo il Pil, ma stiamo meglio!”.Di Stefano: “La crisi è strutturale e ricette per uscirne non ce ne sono. Di certo fare provvedimen-ti “Cresci-Italia” non serve a nulla. La prima cosa da fare è fermare la finanza-Frankestein che ci ha portato a questa situazione: oggi infatti si scommette su prodotti teorici che valgono 30 volte il Pil mondiale. Occorre anche ridi-stribuire la ricchezza. Basta fare un esempio per capirne il motivo: in cinque anni il reddito dell’1% della popolazione degli Stati Uni-ti è aumentato del 275%, quello del 99% del 18%, ma siccome il Pil è sostenuto dai consumi, per sostenere la crescita si è fatto in-debitare le famiglie americane (il 99% appunto, ndr), generando un meccanismo infernale senza via d’uscita”.

Quali sonole possibili alternative?

Pallante: “Se la crescita è trop-po alta è assurdo pensare di uscire dalla crisi puntando sulla crescita. La crescita è un au-mento quantitativo delle merci, non un miglioramento qualitativo dei beni e servizi. Ora bisogna cominciare a introdurre criteri qualitativi agli obiettivi econo-mici. Per esempio, ristrutturare il nostro patrimonio edilizio che consuma tre volte in più rispetto a quello tedesco, significa crea-re occupazione, migliorare le no-stre condizioni di vita, ma anche decrescere perché si consuma meno”.Di Stefano: “Ridistribuire il red-dito non significa riproporre una formula politica di sinistra, ma riscrivere tutto il nostro modello. Il nostro welfare è basato sull’e-conomia industriale, ma ora bi-sogna scrivere un patto sociale sulla cittadinanza che preveda un reddito minimo per tutti”.Sviluppo sostenibile egreen economysono possibili soluzioni?

Pallante: “Sviluppo sostenibile è un ossimoro perché, se lo svilup-

po si misura con la crescita del Pil, non può essere sostenibile. La green economy mi sembra lo stesso imbroglio con parole di-verse, basta pensare ai campi agricoli coperti di pannelli solari. Invece dobbiamo tornare all’e-conomia del dono, all’autopro-

duzione e “deglobalizzarci” il più possibile”.Di Stefano: “Si può avere un’e-conomia “verde” se è tesa al ri-sparmio energetico, al riciclo e al riuso delle risorse”.

Raffaele Avagliano

Come (de)crescere?Alla BCC di Treviglio il faccia a faccia fra Maurizio Pallante, Movimento per le Decrescita e Andrea Di Stefano, economista della rivista “Valori”

Stili di vita e d’impresa

Maurizio PallanteFondatore nel 2007 del Movimento per la Decrescita Felice (de-crescitafelice.it), si occupa delle tematiche legate all’ecologia e all’economia dal 1985. Attualmente il Movimento conta una qua-rantina di circoli, tra cui uno a Bergamo.

Andrea Di StefanoDirettore della rivista “Valori” (www.valori.it), mensile di econo-mia sociale, finanza etica e sostenibilità promosso da Banca Etica, ha lavorato come giornalista economico per Repubblica. Ogni venerdì, dalle 8.45 alle 9.30 conduce «Il giorno delle locu-ste» su Radio Popolare.

Chi sono

“Occorre ridurregli sprechi: basta pensare che il 3%del Pil è dovutoai rifiuti del cibo”Maurizio Pallante

“Ora bisogna scrivereun patto socialesulla cittadinanzache preveda un reddito minimo per tutti”Andrea Di Stefano

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Una delle figure femminili che più ha arricchito il recente di-battito sulle nuove forme “del pensare e del fare ecologici” è indubbiamente la nota Barba-ra McClintock. Non una figu-ra direttamente impegnata nel campo della cultura ambientale, ma una biologa che dall’inter-

no del campo della scienza si è da sempre mostrata aperta alle suggestioni e alle relazioni con il territorio dell’etica, della me-tafisica, della soggettività. Du-rante la sua storia, ci ha fornito un percorso di riflessioni parti-colarmente stimolanti e sugge-stive nell’ambito del rapporto

dell’uomo con il mondo natura-le. Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 1983 per i suoi studi sulla genetica del mais, Barbara McClintock ha costru-ito una concezione della realtà, della conoscenza e della comu-nicazione nelle sue diverse for-me che non può che rientrare nel campo delle epistemologie di quel sapere che chiamiamo ecosofia.Intanto, ecco la sua tesi dello statuto ontologico della realtà: Il reale non è una struttura sempli-ce, costituita da oggetti manipo-labili sul piano logico e tecnico dell’uomo; esso è, al contrario, struttura iper-complessa. A un primo livello è costituito da cose “molto più meravigliose di quel-le che ci permette di concepire il metodo scientifico”. Esse, le cose, per l’appunto, sono uni-tà, un “uno” (“tutto è uno”) nella loro costituzione autentica, al di là dell’intervento logico-classifi-catorio, riduzionista, artificializ-zante della scienza. Inoltre, sono in stretta, intima, relazione l’una con l’altra.Nel mondo della vita, poi, la real-tà si presenta organizzata come un organismo. E l’organismo, che è realtà dinamica è anche singolarità. Al tempo stesso, l’organismo è anche relazione. È in relazione con l’ambiente. Perciò la scienza deve aprirsi a un’inedita rivoluzione epistemi-ca, uscendo dai limiti del pro-prio statuto tradizionale. Deve,

intanto, essere accompagnata, rifocillata dalla capacità di ve-dere e di ascoltare, diventando così un nuovo modo di pensa-re, di guardare le cose, un modo “meraviglioso, semplicemente meraviglioso”. La scienza deve diventare capace di dare, come la poesia, “un’anima alle cose”. Il sapere scientifico, per Barba-ra McClintock, non rende conto della trascendenza di forma e di senso delle cose. Il mondo del-la vita richiede, addirittura, una procedura scientifica e non in-contra oggetti, ma realtà viva:“Ogni volta che cammino sull’er-ba mi rincresce, perché so che l’erba mi strilla”.“Un organismo non è sempli-cemente un pezzo di plastica, è qualcosa in continua relazione con l’ambiente”.“Così conosco ogni pianta del campo. Le conosco intimamen-te e ricavo un immenso piacere dalla loro conoscenza”.Un’apertura statica che si fa comprensione, un dare l’anima, sentirsi in sintonia con l’organi-

smo, che Barbara McClintock trova, in particolare, nella sag-gezza buddhista. Questo “pen-siero”, questa ragione che incontra il cuore, può essere il ri-medio, il “farmaco” contro i limiti oggettivistici, parcellizzanti della scienza tradizionale e della tec-nica, che con il loro riduzionismo hanno preparato la colonizza-zione devastatrice del pianeta, intaccando il suo equilibrio am-bientale:“Stiamo rovinando l’ambiente in maniera spaventosa e pensa-vamo che tutto andasse bene, perché stavamo usando le tec-niche della scienza. Tutto si tra-

sformava in tecnologia, finché si rivolta contro di noi, che non ci abbiamo pensato abbastanza. Avevamo azzardato delle pre-supposizioni che non avevamo il diritto di fare. Eravamo carenti dal punto di vista del funziona-mento dell’intero sistema, cono-scevamo solo come funzionava una parte […] Non ci siamo nem-meno preoccupati di indagare, non abbiamo neanche visto co-sa succedeva intorno. Stavano succedendo tante altre cose e noi non ce ne accorgevamo.”

Luciano ValleDirettore scientifico del CEA

“Se il Gene non è una Cosa”Sui passi di Barbara McClintockUna biologa particolarmente attenta al rapporto fra l’uomo e il mondo naturale Storia & personaggi:

la rubrica che intende ripercorrere-attraverso fatti salienti e personalità illustri-la nascita e l’evoluzione del “pensiero ecologico”, dal suo avvio negli Stati Uniti degli anni ’60,fino ai giorni nostri.La rubrica è curatadal prof. Luciano ValleDocente di Etica, Università di Paviae Direttore del Tavolo Tecnico Scientifico del Centro di Etica Ambientale di Bergamo.

www.centroeticaambientale.com

Rubrica

“Stiamo rovinando l’ambiente in maniera spaventosa e pensavamo che tutto andasse bene, perché stavamo usando le tecniche della scienza”

Storia & personaggiStili di vita e d’impresa

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Da sempre ispirato all’unicità e alla bellezza della nostra Terra, anche quest’anno il Centro di Etica Ambientale rinnova l’ormai atteso appuntamento con il pro-getto “Sorella Terra: verso una nuova alleanza tra Arte, Scienza, Etica e Religioni”. Il tema scelto per il 2012 è quello dell’energia sostenibile, in raccordo con le attività dell’Anno internazionale dell’Energia sostenibile procla-mato dall’ONU.Un’opportunità per le scuole, gli studenti e i docenti, che duran-te l’anno scolastico hanno preso parte ad incontri sui temi dell’e-tica ambientale e della sosteni-bilità energetica. Un programma notevole, che si concluderà il prossimo 17 aprile con un ap-puntamento di influenza nazio-nale e aperto a tutti.L’obiettivo è, ancora una volta, quello di fare uscire il mondo del-la cultura da una certa autorefe-renzialità e aprirsi a un dialogo serio, competente e costruttivo, con le giovani generazioni, che sono il futuro della nostra società e del nostro mondo. Crediamo, infatti, che i giovani non possa-no essere visti solo come “frui-tori passivi”, ma abbiano diritto di ricevere gli strumenti più ade-guati per diventare protagonisti attivi di un nuovo modo di abitare il pianeta -la nostra Sorella Ter-ra per l’appunto- e di costruire una cittadinanza più responsa-bile e attenta all’ambiente. Una giornata evento, un’occasione di riflessione e musica, quella del 17 aprile, con protagonisti pre-stigiosi del campo della cultura e dello spettacolo: un incontro sulla necessità di riflettere per

inaugurare un nuovo rapporto di dialogo degli esseri umani verso l’ambiente. Figure di rilievo saranno chiama-te a testimoniare e a dialogare su quei valori di bellezza e di di-gnità della natura, della mente e dell’anima, nella tavola rotonda della mattinata, presso l’Audito-

rium del seminario vescovile di Bergamo. Roberto Vecchioni, in concerto la sera al teatro Doni-zetti, concluderà la giornata al-lietando i partecipanti all’evento.Per maggiori informazioni è pos-sibile rivolgervi alla segreteria

organizzativa del Centro di Eti-ca Ambientale: www.centroeti-caambientale.com.

Claudia ProserpioResp. Educazione e

Formazione del CEA

“Per sora nostra matre terra”Torna la terza edizione di “Sorella Terra: verso una nuova alleanza tra Arte, Scienza,Etica e Religioni”. Fra i presenti Magdi Cristiano Allam, Luca Mercalli e Roberto Vecchioni

“L’obiettivo èquello di fare uscireil mondo dellacultura da una certa autoreferenzialità e aprirsi a un dialogo serio, competente e costruttivo, con le giovani generazioni”

I prossimi appuntamenti Giovedì 1 marzo: con inizio alle 14.30 nella Casa del Socio di

Treviglio, è in programma un workshop di educazione ed etica ambientale per gli insegnanti delle scuole di Treviglio. Presente il prof. Luciano Valle, direttore Tavolo Scientificio C.E. A che pre-senterà un intervento dal titolo “Quale Etica Ambientale per un modello di sviluppo eco-compatibile”.

Martedì 6 marzo: corso di formazione per gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole superiori di Treviglio. L’incontro “L’Etica Ambientale. Scenari e principi” con Luciano Valle, Giovanni Testa e Roberto Carrara (entrambi di Legam-biente Bergamo), avrà inizio alle 14.30 nell’auditorium “Cassa Rurale” di Treviglio.

Martedì 17 aprile: Roberto VecchioniDalle 9.30 alle 12.30 si terrà il convegno- tavola rotonda “So-rella Terra” con gli interventi di mons. Francesco Beschi, Ettore Pirovano, Franco Tentorio e don Francesco Poli, Magdi Cristia-no Allam, Luca Mercalli e Roberto Vecchioni. Modererà Simona Chinelli, docente di filosofia. In serata, con inizio alle 21, concerto di Roberto Vecchioni al Teatro Donizetti di Bergamo.

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Il titolo “Thè e simpatia” è ispira-to a un vecchio film statunitense (1956), una originale commedia drammatica di Vincente Minnelli e che ben si presta a sintetizza-re le caratteristiche non solo ali-mentari della bevanda, che ha un ruolo anche culturale e pro-piziatorio all’amicizia.Appuntamento quotidiano o pretesto per una pausa, la taz-za di thè non solo ha innumere-

voli proprietà alimentari legate all’uso tradizionale, ma vi sono anche continui e recenti studi scientifici che rafforzano e am-pliano la loro portata d’azione. La pianta del thè, nota in lette-ratura scientifica come Camelia sinensis, appartiene alla famiglia delle Theaceae; le parti utiliz-zate sono le foglie che, trattate quando ancora fresche con va-pore ad alta temperatura, danno origine al thè verde. Quando le foglie vengono fatte fermenta-re si ottiene il thè oolong (detto anche thè blu o thè qing) e il thè nero. Questo comporta l’ossida-zione delle foglie e ne modifica componenti e attività biologiche. Tutte le varietà sono comunque ricavate dalla stessa pianta.

Le proprietàdel thè

Nell’uso tradizionale le foglie del thè manifestano azione sti-molante, angioprotettrice (pro-tezione dei vasi sanguigni) e leggermente astringente. Con-siderata bevanda dissetante e

corroborante, ha da sempre un ruolo nel trattamento delle aste-nie, nelle diete dimagranti e nel trattamento sintomatico delle diarree leggere. L’attività del thè è meno incisiva e più prolungata nel tempo rispetto a quella del-la sola caffeina; responsabile dell’azione stimolante a livello del sistema nervoso centrale, che si manifesta con un aumento delle

attività intellettuali, della vigilan-za e del tono psichico, e un au-mento della diuresi. La caffeina è spesso aggiunta in formulazioni farmaceutiche che possono comportare sonnolenza, come gli antistaminici, anche per dare una dolce allerta.Ad oggi l’attenzione e i risultati più interessanti riguardano il thè verde, i cui principali componen-

Gli studi ne evidenziano le virtù nutrizionali, energetiche e salutistiche Ottime scuse per godersi ancora di più una calda tazza di thè, soli o in compagnia

Salute & Benessere

Stile di vita e medicina integrata:un approccio olisticoper la salute e il benessere

Oggi salute significa cura, prevenzione e benessere psicofisico. Con questa rubrica vogliamo porre l’attenzione sui rimedi naturali, sul loro affiancamento all’allopatia (medicina classica) e sulle loro potenzialità nella prevenzione e benessere dell’individuo. Per olistico si intende un approccio alla cura dell’individuo che tiene conto della sua totalità.

Rubrica

“Il thè incrementa la lipolisi nel tessuto adiposo con conseguente consumo dei lipidi. E’ utile nelle diete dimagranti non tanto come infuso, ma in compresse o capsule”

“Thè e simpatia”Fra riti, usi tradizionali e scienza

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ti attivi sono polifenoli (catechine) e caffeina. I polifenoli presenti nel thè verde sono più comu-nemente noti come flavanoli o catechine, hanno un’azione an-tiossidante, efficace nel contra-stare lo stress ossidativo delle cellule, alla base di numerose patologie cronico degenerative e responsabile dei processi di invecchiamento. Gli sono attribuite proprietà an-tinfiammatorie, termogeniche, dovute soprattutto alla sinergia con la caffeina per l’attivazione di geni responsabili della produ-zione di calore, probiotiche ed antimicrobiche.

Thè verde: ideale per chi è in sovrappeso

Negli ultimi anni è cresciuta l’at-tenzione verso il thè per gli effetti sul sovrappeso. Incrementa in-fatti la lipolisi nel tessuto adiposo con conseguente consumo dei lipidi (grassi) e per questo è utile nelle diete dimagranti, non tanto come infuso ma in compresse o capsule (estratti secchi).Oltre agli studi in vitro, condot-ti in laboratorio sui topi, è stato condotto e pubblicato nel 2009 un interessante studio clinico sull’uomo, volto a valutare gli effetti di un estratto di thè verde

come coadiuvante di una die-ta ipocalorica per il trattamento dell’obesità.Lo studio ha arruolato 100 indi-vidui in sovrappeso (al di sopra del 20-40%), uomini e donne di età compresa tra i 44 e 56 anni. Divisi in due gruppi da 50 indi-vidui ciascuno, sono stati sot-toposti a dieta di 1350 calorie le donne e 1850 calorie gli uomini. Oltre a seguire la dieta, i membri di uno solo dei due gruppi hanno assunto un estratto di thè verde. Si è valutato il peso iniziale medio nei due gruppi, per poi rivalutarlo dopo tre mesi di trattamento. Il gruppo che aveva assunto an-che thè verde ha riportato non solo una significativa diminuzio-ne del peso, ma anche una ridu-zione del girovita e del BMI (body mass index, indice di massa cor-porea che si ottiene dividendo il peso per l’altezza).Il BMI è molto utile per una valu-tazione del rapporto tra massa magra e massa grassa. E’ stata osservata anche una diminuzio-ne del colesterolo e dei triglice-ridi. Di poco antecedente, invece, uno studio ha valutato la capa-cità di migliorare il controllo della glicemia; potrebbe inoltre avere effetti benefici nel ridurre il ri-schio di diabete di tipo 2.

Il tradizionalerito del thè

Alla luce delle recenti scoperte, la scienza e la frenesia dei tempi

moderni non scalfiscono la reite-razione di un rituale più o meno complesso per la preparazione e l’assunzione dell’infuso, so-prattutto in Inghilterra o nell’I-slam. In queste culture il rito del thè rappresenta, in un caso, un momento di coesione familiare e sociale, in un altro, un veicolo propiziatorio per l’amicizia e la ri-duzione delle tensioni.

Il thè, quindi, non è solo un ali-mento dalle virtù nutrizionali, energetiche e salutistiche ma uno strumento con un ruolo or-ganizzatore delle relazioni intra e interpersonali.Le scoperte scientifiche ne am-pliano ulteriormente le potenzia-lità di impiego.

Patrizia Mantoessi

“Nella cultura islamica il rito del thè è un veicolo propiziatorioper l’amicizia e la riduzione delle tensioni.In Inghilterra è momento di coesione familiare e sociale”

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Un germoglio. Questo ricorda il suo nome (brocco) e, non a caso, di questo ortag-gio si consumano proprio le ramificazioni fiorite. Il broccolo è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Crucife-re, come il cavolo e il cavolfiore. Siamo abituati a vederlo verde ma esiste anche nella varietà violacea.La tradizione fa risalire la sua coltivazione in Asia Minore. Sacro per Greci, pare che i Romani lo usassero per curare diverse malattie e lo consumassero crudo, prima dei banchetti, per consentire (pensate!) all’organismo di assorbire meglio l’alcool. Furono i navigatori e gli esploratori a sco-prirlo nelle loro rotte e a portarlo in Italia, dove poi si è largamente diffuso.Lo sgradevole odore emanato durante la cottura (a causa dello zolfo in esso contenuto), lo rende a prima vista (o meglio a primo olfatto!), un poco antipatico. È sufficiente però spremere un limo-ne nell’acqua di cottura per eliminare questa ca-ratteristica poco invitante. La raccolta dei broccoli ini-zia nel mese di ottobre e li si possono trovare in commer-cio per tutto il periodo in-vernale. La pianta continua infatti a produrlo, anche dopo essere stata ta-gliata. Con l’arrivo della bella stagione si svilup-pano i fiori e, a que-sto punto, non è più commestibile. Nel-la forma migliore si presenta chiuso (così come i suoi gambi), ben com-patto e dal colore

vivo. E’ consigliabile mangiarlo appena acquistato, anche se è possibile conser-varlo nel cassetto del frigorifero per 3-4 giorni. Può essere consumato sia crudo che cotto: crudo si può mangiare in pinzi-

monio, cotto a vapore. Questa soluzione consente di esaltare, nel modo migliore, il sapore e preservare inalterate tutte le proprietà salutari e nutritive. Ricco di vi-tamina C, contiene anche vitamina A,

potassio, magnesio, ferro e fosforo; è pertanto un valido alleato

contro acciacchi e malanni di stagio-

ne.

Arrivò in Europa nel periodo delle “Cine-serie”, chiamato così perché erano molto in voga gli oggetti provenienti dalla Cina. Eppure non stiamo parlando di vasi o por-cellane, ma del mandarino. Questo frutto, proveniente dalle zone tropicali dell’Asia, precisamente dalla Cina e Indocina, ven-ne introdotto in Europa sul finire del XIX secolo.L’etimologia del suo nome è assai curio-sa. Nel 1828, quando il frutto fece la sua comparsa nel Mar Mediterraneo, si deci-se di battezzarlo con un nomignolo che ricordasse la sua origine cinese. Tutti sa-pevano che in Cina le massime autorità erano i “mandarini”, perciò sembrò giusto dare lo stesso nome a questi nuovi frutti altrettanto nobili ed altrettanto… pallidi, visto il confronto con le loro sorelle aran-ce. L’appellativo scherzoso ed irriverente non tardò a diventare la denominazione ufficiale. Il mandarino possiede un parti-colare tipo di frutto chiamato esperidio e la sua polpa è formata da un grande nu-mero di spicchi ricchi di succo; il succo contiene grandi quantità di vitamina C, fla-vonoidi e olii essenziali. Esso è il frutto fre-sco più ricco di zuccheri, con oltre il 17%, e quindi di calorie, 72 per 100 g. Questa caratteristica, unita all’indice di sazie-tà abbastanza basso, fa del mandarino un frutto del quale non si deve abusare e del quale devono sempre essere considerate le qualità assun-te. In effetti non è difficile mangiare 1 kg di mandari-ni, con il suo to-tale di circa 500 calorie! Il mandarino è una buona fonte di vitamina C (an-

che se meno delle arance - 40 mg contro 60). La buccia del mandarino contiene un terpeno antiossidante, il limonene, e un olio essenziale utilizzato per produrre li-quori, sciroppi e profumi. Il mandarino generalmente viene consu-mato fresco ma è anche particolarmente apprezzato sotto forma di frutta candita o marmellata. Un albero adulto può for-nire circa 600 frutti all’anno, considerati molto preziosi per la salute, specialmen-te nei mesi autunnali e invernali quando le difese immunitarie si abbassano e si è più esposti ai malanni di stagione. I mesi migliori per acquistarli sono da gennaio a marzo e a dicembre; occorre però ri-cordare che in quest’ultimo mese gene-ralmente raggiungono il massimo della maturazione e quindi del gusto.

Non fare il broccolo... mangialo!

Cinese?No, mandarino!

La rubrica che vi invitaa conoscere e gustare i frutti che la

natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e

minor impatto ambientale

Ricco di vitamine, contiene anche potassio e ferro. E i Romani lo usavano per potenziare l’assorbimento dell’alcool

Siamo abituati a trovarlo in tavola, ma la sua è una lunga (e simpatica) storiaChe comincia con un nome non casuale

Alimentazione Alimenti di stagione

a cura di Duccio Colombo

“Il broccolo puzza? È sufficiente spremere un limone nell’acqua di cottura per eliminare il suo tipico e sgradevole odore”

“Il succo di mandarino contiene grandi quantità di vitamina C, flavonoidi e olii essenziali. Ed è il frutto fresco più ricco di zuccheri”

Radicchio, Sedano, Cardo,Cime di Rapa, Spinaci, Cavolfiori, Broccoli, Patate, Finocchi, Carciofi, Porri, Zucche

Mandaranci, Mandarini,Arance, Clementine,Mele, Pere, Kiwi,Banane, Pompelmi

Verdura di stagioneGennaio Febbraio

Frutta di stagioneGennaio Febbraio

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La ricetta di Lisa CasaliLa ricetta biologica del Villino di Erica

Bicchierini mousse di broccolo, straccetti di mozzarella e briciole alle mandorle

Quiche di broccolicon besciamella di soia

Alimentazione Le ricette

Un finger-food da offrire come antipasto, adatto anche ad una cena in piedi. Il broc-colo è cotto al vapore per qualche minuto per mantenere inalterate il più possibile le proprietà nutritive, un vero alleato per la nostra salute. E visto che anche il pala-to vuole la sua parte, un’armonia di gusto dove ogni ingrediente esalta gli altri in una ricetta facilissima da preparare.

PREPARAZIONELavate i gambi e le foglie. Tagliateli a cu-betti e cuoceteli a vapore per circa 5 mi-nuti, meglio se sfruttando il vapore di una

pentola in ebollizione. Frullate le mandor-le, quindi unite il pane del giorno prima e frullate insieme. Dovrete ottenere delle briciole che metterete in padella con un filo di olio, sale e pepe a tostare. Frulla-te i gambi e le foglie fino a ottenere un composto omogeneo. Versate a filo l’olio extravergine montando con il frullatore. Salate e pepate. Tagliate la mozzarella a cubetti o, nel caso della burrata, straccia-tela con le mani. Suddividete la mousse di broccolo in 4 bicchierini, unite la moz-zarella/burrata e disponetevi sopra le bri-ciole di pane alle mandorle. Completate con un filo d’olio e un pizzico di peperon-cino.

PREPARAZIONEMischiare bene tutti gli ingredienti per l’im-pasto e amalgamare con le mani aggiun-gendo pian piano l’acqua fino ad avere un panetto morbido ma ben consistente. Lavorare per 3-4 minuti, poi stendere col mattarello una sfoglia abbastanza sotti-le e foderare la tortiera. Lavare i broccoli, mondarli e tagliarli a cimette; scottarli per 6-7 minuti in acqua bollente leggermente salata. Scottarli e tagliarli a pezzi piccoli. Tagliare molto sottile il porro e rosolarlo in

padella con un filo d’olio, finché diventa morbido. Unire i broccoli cotti, sale, pepe e timo. Dopo un paio di minuti aggiunger-vi anche ¾ di besciamella, amalgamare bene e dopo poco spegnere. Aspettare il raffreddamento poi versare il composto ottenuto nella tortiera, aggiungervi sopra la restante besciamella per coprire. Cuo-cere a 180°C per 30-40 minuti.

INGREDIENTI (per 4 bicchierini)• 300 g di gambi e foglie di broccolo• 1 mozzarella (o meglio ancora

burrata o stracciatella) da 150 g circa

• 1 manciata di mandorle• 1 o 2 fette di pane del giorno prima• 1 pizzico di peperoncino• olio extravergine intenso• sale e pepe

INGREDIENTIPer l’impasto:

• 250 g farina bianca• 100 g farina integrale• 3 cucchiai olio di girasole•½ bustina lievito per dolci

(non vanigliato)• un pizzico di sale• acqua q.b.

Per il ripieno:•½ porro• olio di oliva q.b.• 500 g di broccoli• un pizzico di timo• 500 g besciamella di soia

Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore.

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Il rosa è ancora un colore che non riesce a trovare spazio nel mondo. Se i colori rosso, verde, giallo, arancione e blu godono di una degna collocazione all’in-terno della politica e il bianco in ambito civile, il rosa è ancora un must stagionale. Del resto nemmeno gli archetipi femminili più ancestrali, legati al mito e alle favole, vestivano di ro-sa. Da tempi immemorabili però le donne hanno sempre vestito gli stessi panni: o erano streghe da uccidere, o fanciulle da salvare o principesse da dare in premio al principe che avrebbe sconfit-to il nemico. E come biasimare Raperonzolo se la felicità la trova grazie ai lunghi capelli biondi o la Bella che per un grande ca-stello si abbandona all’amore di una Bestia con il doppio dei suoi anni? Probabilmente le favole le avranno raccontate anche a lo-ro quando erano bambine. E se per secoli la donna è stata dipin-ta come orfana, martire, strega, o maga -nel migliore dei casi, in cucina- perché lamentarsi che nel XXI secolo sia diventata an-che guerriera? La sovranità maschile che è pas-sata dal padre al marito, dal ma-rito al padrone, dal padrone al capoufficio, dal capoufficio alla classe dirigente che governa il paese, ha iniziato a scricchiola-re alcuni decenni or sono. Pic-coli terremoti chiamati Margaret Thatcher, Golda Meir, Rita Levi-Montalcini hanno raccolto il te-stimone di altre grandi donne del passato che in tempi di maschi-lismo imperante sono riuscite ad emergere grazie alla loro intelli-genza e competenza. Angela Merkel in Germania, Susanna Camusso ed Emma Marcega-glia in Italia, Cristina Fernàndez de Kirchner in Argentina o Hilary Clinton negli Stati Uniti: la politica coinvolge sempre più donne.

Essere donnein Italia

In Italia nel 1865 le donne non godevano di diritti politici, civili e giuridici ed erano ancora sot-toposte ad “autorizzazione ma-ritale” per comprare una casa, aprire un conto in banca, iscriver-si all’Università o cedere capitali. La donna, angelo del focolare, non aveva nemmeno potestà

sui figli e l’adulterio era punito con la detenzione. Solo nel 1945 con il Decreto legge De Gasperi-Togliatti le donne conquistarono il diritto di voto e nel marzo del 1946 anche l’eleggibilità, grazie a cui Lina Merlin riuscì ad inserire nell’articolo tre della Costituzio-ne italiana la frase “senza distin-zione di sesso” perché maschi e femmine godessero dei medesi-mi diritti. Una speranza, più che un dato di fatto, almeno fino agli anni Settanta quando le donne riescono a guadagnarsi una vera uguaglianza giuridica, con rifor-me strutturali sul diritto di fami-glia, con la legge sull’aborto e il controllo delle nascite e contro il delitto d’onore. Il dibattito sul te-ma delle pari opportunità, volto a incrementare l’attribuzione di poteri e responsabilità alle don-ne e a riconoscere e garantire uguale libertà di scelta a donne e uomini, ha assunto presto ca-rattere mondiale.

In Islanda pariopportunità, mentrein Italia le donnenei CdA sono l’8%

In Islanda “equal pay for equal work” non è uno slogan di un movimento femminista che an-cora deve smaltire i postumi del Sessantotto. È una legge che, come in Gran Bretagna, garantisce parità salariale tra lavoratori e lavoratrici. E l’Islan-da, dopo il disastroso crac fi-nanziario nel 2008, ha deciso di ripartire dall’uguaglianza tra uo-mini e donne per costruire le ba-si di una società più equilibrata. Al timone una donna: Jóhanna Sigurðardóttir, prima leader di governo dichiaratamente omo-sessuale. E per guidare la ristrut-turazione di due delle banche responsabili del crac, sono state scelte altre due donne.Certamente competere con l’I-slanda, che si trova al primo posto nella classifica del World Economic Forum, è fantascien-za. Eppure anche il paese dove la parità sembra un dato di fat-to presenta delle zone d’ombra, annidate in quel 10 per cento di differenza salariale tra uomo e donna a parità di lavoro.Manco a dirlo in Italia il gap è del 20 per cento, tasso che si polverizza (causa mancanza di

dati) quando si sfiora il così det-to “tetto di cristallo”, cioè quelle posizioni ai vertici a cui le donne difficilmente riescono ad acce-dere: ancora oggi la metà delle aziende quotate è gestita da soli uomini.Sugli oltre 1.200 consiglieri di amministrazione in scadenza, le donne sono oggi 88. La presen-za femminile nei consigli delle società quotate in Italia si aggi-ra attorno all’8 per cento, contro una media europea del 12,5 per cento.

Nel XXI secolo le donne sono davvero amazzoni del potere e della loro vita?

“Voi non avrete maialtri diritti, all’infuoridi quelli che avrete saputo conquistarvi”Anna Maria Mozzoni 1892

“Lavorano come uomini, guadagnano come donne”Avanti!1957

“Nel lavoro le donne hanno maggiori difficoltà nell’accesso, minore continuità e ridotte possibilità di fare carriera pur partendo da un livello di istruzione superiore”Elsa FoneroMinistro del Lavoroe delle politiche sociali 2012

La vie en rose

Margaret Thatcher Angela Merkel Rita Levi Montalcini

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E sullequote rosa?

La legge bipartisan approvata dal Parlamento ha stabilito che a partire dal 2012 i CdA delle aziende quotate e delle società a partecipazione pubblica do-vranno essere composti per un quinto da donne. Dal 2015 le quote rosa saliranno a un terzo. Ma se, considerando i dati del-la recente ricerca di Consob, la presenza delle donne ai verti-ci delle aziende dovesse man-tenere il tasso di crescita degli ultimi anni, non basterebbero sessant’anni per raggiungere il 33 per cento imposto dalla leg-ge. Inoltre c’è da dire che il 47 per cento di quelle che “ce l‘hanno fatta” non ha un ruolo esecuti-vo né indipendente: la maggior parte sono mogli, sorelle, figlie e amanti inserite a bella posta per fare numero e/o bella figura. Dei 173 posti “rosa” nei consigli di amministrazione infatti, 94 sono occupati da donne che appar-tengono alla famiglia azionista di riferimento o di controllo della società. E questo non solo mi-na il concetto stesso di parità basata sul merito, rifacendosi al contrario ad un atavico principio legato all’eredità dinastica, ma in alcuni casi ha alimentato una go-vernance peggiore. In situazioni di capitalismo familiare, il CdA della società si riunisce otto vol-te l’anno, rispetto alle undici dei board in cui i consiglieri donna non fanno parte della famiglia che controlla l’azienda, meno in ogni caso di quanto avvenga in quelli costituiti da soli uomini.

I detrattori della legge chiosano che il concetto di “quote rosa” disonora il principio di cittadi-nanza, perché concedere diritti ad una persona in base a ge-nere, razza o colore della pelle è discriminazione, senza con-siderare che, imporre con una legge dello stato decisioni ge-stionali che riguardano le azien-de, è un’intrusione pubblica nella sfera privata. E c’è anche chi si domanda se, introdotte le quote rosa, non bisognerebbe pensa-re di farlo anche per i giovani, gli immigrati o altre categorie poco

rappresentate.Ma forse, al di là delle polemi-che, bisognerebbe concentrar-si sul perché, nel ventunesimo secolo, il diritto al lavoro debba essere regolato dalle leggi del-lo stato e non dalla cultura della meritocrazia. Quella cultura che non guarda al colore, al gene-re, alla razza, alla religione o al partito politico di appartenenza. Quella meritocrazia che, anche nelle favole, permette ai buoni di sconfiggere i cattivi.

Alice Motti

Nel XXI secolo le donne sono davvero amazzoni del potere e della loro vita?

Rita Levi Montalcini Emma Marcegaglia Susanna Camusso Elsa Fornero

Prenotazioni: 3287448046

[email protected] www.facebook.com/promoeventibg

della Seduzione

8 marzo - Cena letteraria

Il fascino della seduzione femminiletra arte, letteratura e cinema

MENU’Buffet di antipastiRisotto con scamorza e trevisanLasagne vegetarianeArrosto con patate al fornoGelato artigianale, caffe e vini

25 euro a personaAlle ore 20Agriturismo Villa DeliziaVia Marconi, 7Mornico al Serio (Bg)

L’Arte

Relatrice:dott.ssa Helga OgliariLetture: Yuri Plebani

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Persino il padre fondatore del-la psicoanalisi, Sigmund Freud, dovette riconoscere, con gar-bata franchezza e celato im-barazzo, la sua difficoltà –una difficoltà non solo maschile- nel-lo studiare e nell’interrogare il ge-nere femminile. Apprezzabile la sua schiettezza, in una lezione, la numero 33 del 1932, oggi co-nosciuta come La Femminilità, in cui dovette concludere: “Questo è tutto quanto avevo da dirvi sul-la femminilità. E’ certo incomple-to e frammentario e non sempre suona gentile. […] Se volete sa-perne di più sulla femminilità, in-terrogate la vostra esperienza, o rivolgetevi ai poeti, oppure atten-dete che la scienza possa darvi ragguagli meglio approfonditi e più coerenti”. Un’ammissione di incompiutezza, in parte, un di-screto e, forse, curioso sguardo verso la preziosità di un universo dall’ambiguo e misterioso fasci-no: l’immaginario femminile e la sua anima.Ed è proprio attraverso l’Ani-mus, l’archetipo dell’anima, che l’altrettanto conosciuto Carl Gu-stav Jung si interrogò sul tema, identificando nell’Anima, per l’appunto, l’arcaica sintesi tra femminile e maschile, presente indistintamente nella psiche sia degli uomini che delle donne, sin dalla primissima infanzia, se non già nella vita intrauterina. Entrambi gli elementi, maschile e femminile, abitano la nostra mente attraverso lo sviluppo di un Animus positivo e –superan-

do quella sterile contrapposi-zione di cui oggigiorno la nostra società sperimenta gli effetti dannosi- rivelano nel loro incon-tro la fecondità del maternage, la creazione di qualcosa di nuovo e sorprendente: un’unione in cui l’atteggiamento attivo (diciamo “maschile”) fatto di pensieri, lo spirito di iniziativa, l’audacia e la determinazione si coniuga con un atteggiamento ricettivo (fem-minile) in grado di ascoltare e accogliere i messaggi e i sugge-rimenti dell’inconscio, di entrare in sintonia con il flusso dell’esi-stenza accettando i tempi di ge-stazione, maturazione, nascita e

finitudine di ogni esperienza.Anima intesa, qui, rispettivamen-te quale aspetto inconscio della psiche maschile che deriva dalla sedimentazione di tutte le espe-rienze, d’origine remota, dell’uo-mo con la donna; e l’Anima quale energia complementare, intesa come personificazione della na-tura maschile nell’inconscio del-la donna. Ciò che le differenzia è principalmente il fine, la qualità

e la direzione dell’energia crea-tiva insita nell’universo psichico e corporeo di ciascuno, filtrata, interpretata e utilizzata dall’indi-viduo in base al suo stato di co-scienza e di azione:

L’energia maschile, logos, attiva, fiduciosa e concentrata, volta all’affermazione, all’acqui-sizione di indipendenza e auto-nomia, all’autorealizzazione;

L’energia femminile, ricettiva, unificante, diffusa, con la sua forza attrattiva, volta all’unione e alla relazione per assicurare la continuazione e la sopravviven-za della specie.

Anche avendo qualità e finalità apparentemente distanti, que-ste energie, non sussistono l’u-na indipendentemente dall’altra, come la luce e il buio, il giorno e la notte, il vuoto e il pieno, l’as-senza e la presenza, l’unione e la separazione. Proprio gra-zie alla loro complementarietà, non possono essere sottopo-ste ad un giudizio di valore l’u-na rispetto all’altra se non per quelle peculiarità generative e

primarie -volte ad assicurare la vita- di cui parlava lo psicoana-lista Aldo Carotenuto “l’energia femminile è qualcosa di più di una delle due diverse possibili-tà dell’esistenza, ne costituisce il presupposto cardine”. La nostra esistenza, la storia di ciascuno di noi, si fondano, per l’appunto, su questo rapporto affettivo pri-mario, unico e irripetibile, di cui ha memoria anzitutto la nostra anima, grazie all’esperienza di un materno “tutto nostro” e per-sonalissimo. Quell’evento originario di accu-dimento, di cura e di vicinanza, dell’origine della vita attraverso il femminile, di quella gestazio-ne –dell’anima e del corpo– di-venta integrazione degli opposti, capace di superare la sopraffa-zione di un aspetto sull’altro e capace di produrre il “nuovo”, un terzo elemento: la sintesi al di fuori del banale, lo sguardo complice del bambino al sorri-so amorevole della sua mamma. Anche qui qualcosa sfugge alle parole e ai discorsi, relegati all’in-conscio psicoanalitico, ad un ri-

cordo archetipico nascosto nelle memorie del corpo e della men-te. Molto è stato detto e scritto, e molto ancora si dirà e si scriverà, sull’uomo e sulla donna, sull’u-manità e sulla psiche, sulla con-ciliazione, le pari opportunità, la maternità e le nuove famiglie. E una cosa è certa: ci si doman-da, per quanto tempo ancora, la donna debba attendere il suo posto nel mondo. Tra lavoro e vita domestica, violenze e con-quiste, fragilità e forza, desideri, sogni e ambizioni. Eppur ciascu-no appartiene a questo mondo, quello femminile. E questo mon-do, allo stesso modo, ci appar-tiene e ci interpella ogni giorno: quando meditiamo, quando sogniamo, quando ci sentiamo protagonisti di un dono, di una carezza, di un abbraccio. Quan-do ci sentiamo, uomini e donne. Semplicemente e meravigliosa-mente Noi.

Dr.ssa Claudia ProserpioPsicologa clinica

www.claudiaproserpio.comhttp://psicologabergamo.blogspot.com

Sono le parole di Freud, di fronte al misterioso fascino femminileUn fascino dal quale tutti, uomini e donne, proveniamo

Aldo Carotenuto:“L’energia femminile è qualcosa di più di una delle due diverse possibilità dell’esistenza, ne costituisce il presupposto cardine”

“Se volete saperne di più sulla femminilitàinterrogate la vostra esperienza”

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Ellen Johson Sirleaf è stata la prima presidente di uno stato africano, la sua connazionale Leymah Gbowee è un’avvoca-tessa pacifista, Tawakkul Kar-man è il volto della Primavera araba in Yemen. In comune han-no la voglia di cambiare il mondo, la consapevolezza di poterlo fa-re e, dallo scorso ottobre, il pre-stigioso Nobel per la pace. La commissione norvegese ha scelto questi nomi “per esaltare la loro lotta non violenta in favore della sicurezza delle donne e del loro diritto a partecipare al pro-cesso di pace”. Ellen, Leymah e Tawakkul rappresentano l’Africa e il Medio Oriente, e le donne di

queste terre, ancora vittime di guerre, violenze, malattie, con-venzioni sociali e religiose. Lotta-no per garantire un presente –e un futuro- di giustizia, per sé e i propri figli. Johnson Sirleaf è dal 2005 ai vertici della Liberia, un paese di-laniato da una guerra civile du-rata quattordici anni. Madre di quattro figli, già economista per la Banca Mondiale, oggi ha 73 anni. E lo sguardo profondo di chi ha avuto una vita intensa. Nel 1980 lasciò la Liberia per andare in esilio a Nairobi. Tornò in patria nel 1985, anno in cui partecipò alle elezioni del senato, accu-sò pubblicamente il regime e fu condannata a dieci anni di prigio-ne. Rilasciata dopo poco tempo, si trasferì a Washington e rientrò in Africa solo nel 1997, in veste di economista. Sfidò allora Taylor per le presidenziali, ma invano.Si ripresentò nel 2005 e questa volta venne eletta, quale “sim-bolo della nuova Africa” e di una Liberia che sognava la rinascita.Ed è proprio in quella terra rossa e fra le vie della capitale Monro-via, che si incontrarono i passi di Sirleaf e quelli di Leymah Gbo-wee. Avvocato, militante pa-

cifista e nonviolenta, Leymah ha lottato per mettere fine alle sanguinose guerre civili di que-sto paese. Il “suo” scandaloso “sciopero del sesso”, coinvolse migliaia di donne e costrinse il re-gime ad ammetterla al tavolo del-le trattative per la pace. “Mighty be our powers: how sisterhood, prayer, and sex changed a nation at war” (“La forza dei nostri pote-ri: come le comunità di donne, la preghiera e il sesso hanno cam-biato una nazione in guerra”) è il titolo dell’autobiografia che ha pubblicato recentemente. Giovane, mamma e coraggiosa è anche Tawakkul Karman: ha 33 anni e il coraggio di guidare la protesta contro il presidente Ali Abdallah Saleh. Giornalista e fon-datrice dell’associazione “Wo-men journalists without chains”

(Giornaliste senza catene) per la libertà di opinione ed espressio-ne, lo scorso anno è stata arre-

stata dalle autorità yemenite; è stata rilasciata sotto la pressio-ne delle manifestazioni in suo sostegno. “E’ un premio per me -ha commentato alla notizia del Nobel- ma soprattutto per tutte le donne dello Yemen”. Parole che fanno riflettere e chiedono, anche all’Occidente, cosa signi-fica essere donna. Scrive Pegas Ekamba Bessa, griot e musicista congolese: “La donna occiden-tale, come gesto simbolico della

sua rivolta, fece un gesto sempli-ce, ma che ha toccato la mente degli intellettuali: decise di strap-parsi il reggiseno.Strapparsi il reggiseno aveva un significato di libertà, ma nei luo-ghi più sperduti dell’Africa si os-serva che la donna africana non ha mai indossato il reggiseno per dire al mondo che lei è da sem-pre libera”. Nonostante tutto.

Michela Offredi

Il premio Nobel per la pace 2011 è andato a tre donnePremiate due liberiane, la presidente Ellen Johnson Sirleaf e l’avvocato Leymah Gbowee, e l’attivista yemenita Tawakkul Karman

La pace è rosa

“In Africa e in Medio Oriente le donne sono ancora vittime di guerre, violenze, malattie, convenzioni sociali e religiose”

Ellen Johnson Sirleaf

Leymah Gbowee

Tawakkul Karman

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La sostenibilità è donna? La ri-sposta è sul web. Secondo il sondaggio online “alfemminile.com”, tra 450 utenti presenti sul sito, la grande maggioran-za (61%) delle internaute avver-te la necessità di denunciare lo scarso impegno delle potenze mondiali nella risoluzione dei problemi ecologici, il 56% sce-glie acquisti biologici, il 38% compra prodotti a km 0, il 31% predilige trasporti pubblici per evitare di utilizzare la macchina e il 74% vorrebbe ricevere mag-

giori consigli per rispettare il pia-neta attraverso i gesti quotidiani. Quello di “al femminile.com” non è un caso isolato in cui il web si mobilita per capire gli stili di vi-ta delle donne di oggi; la rivista online “donnamoderna.com” ha avviato un’inchiesta per scoprire “l’eco-crimine” femminile, ovve-ro quanto impattano le donne. L’indagine di “Fondazione Im-presa”, avviata nel 2011, costru-isce l’identikit della persona con

comportamenti più ecososteni-bili: donna, con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, evita lo spre-co d’acqua, utilizza lampadine a basso consumo, consuma pro-dotti di stagione e pratica la rac-colta differenziata.

In Lombardia

E il binomio donna-ambiente coinvolge anche la Lombardia: secondo la Camera di Com-mercio di Milano le donne lom-barde sono molto più virtuose degli uomini. Sotto la Madonni-na, le donne sono molto attente a risparmiare acqua ed energia, così come in otto casi su dieci, sono a conoscenza degli inter-venti in casa che possono far ri-sparmiare acqua ed energia. Da segnalare che il 58% delle don-ne lombarde compra nei negozi del mercato equo e solidale. A tal proposito fino a venerdì 30 marzo, nelle sale del Castello d’Albertis è allestita la mostra “Donne del sud del mondo, cuore di imprese, integrazione ed economia solidale” che pro-muove e racconta le storie le-gate alla nascita e allo sviluppo del commercio equo e solidale, gestito e coordinato interamen-te da donne. Sono numerosis-sime le imprese che producono

e importano prodotti dall’Africa, dall’Asia e dal Sudamerica; le cifre presentate parlano chia-ro: 290 attività, la maggior par-te delle quali vede una donna al comando. Donne provenienti dal Senegal, Marocco, Eritrea, Ghana, Egitto che si sono tra-sferite in Italia iniziando così un percorso di integrazione, anche economica, nel nostro Paese; ma anche donne africane che nei loro paesi d’origine lavorano e commerciano lo zafferano o le artigiane peruviane, lavoratrici e decoratrici della ceramica tradi-zionale.

Conciliazionematernità e lavoro

All’interno di questa prospettiva, fortemente positiva, viene natu-rale chiedersi se lo stile di vita della donna di oggi sia sosteni-bile anche dal punto di vista degli spazi della città e della concilia-zione con i “tempi” di lavoro e di vita. Secondo i dati Istat (2011),

la fase critica della vita profes-sionale di una donna collima con la realizzazione personale: la formazione della famiglia. La maternità, infatti, è spesso as-sociata ad una caduta dell’oc-cupazione femminile e in Italia questo effetto viene amplificato: il tasso di occupazione di una donna senza figli è al 63,9% (con una media europea del 75,8%),

scende al 60% (media europea 71%) per le madri con un figlio e al 53% in presenza di due figli (media europea 69,2%). Anche le nostre città non aiutano e si rivelano sempre più incapaci di offrire stili di vita e occasioni che consentano la realizzazione pro-fessionale e personale. Il tempo che le donne possono dedica-re a se stesse è pochissimo e

Sondaggi e ricerche testimoniano come la donna si preoccupi di più per la salute del pianeta

“L’88% dei cittadini britannici adulti pensa che ci dovrebbero essere più donne a progettare le città”

Donne al …verde

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le occasioni per crescere come persone sono rare e spesso con orari che non permettono una fattiva partecipazione.

La green technologyLe donne e professioni verdi

A fronte di un quadro che pre-senta luci e ombre per l’impe-

gno delle donne nella società contemporanea, quali sono le possibilità in grado di superare i vincoli esistenti? Forse è proprio a partire dalle buone pratiche che si può individuare la strada per la ricostruzione di una real-tà urbana in grado di prendere le forme, le misure e i linguag-gi di chi le abita. Un sondaggio inglese ci lancia una provoca-

zione possibile: l’88% dei citta-dini britannici adulti pensa che ci dovrebbero essere più donne a progettare le città (Studio Atkins, 2007). Gran parte degli intervi-stati, infatti, sostiene che tutti gli edifici sarebbero più pratici se ci fossero donne nella progetta-zione e nella realizzazione. Mike Biddulph della Scuola si Piani-ficazione Urbana e Regionale dell’Università di Cardiff spiega che i progettisti donna tendono ad avere una maggiore empatia: “I maschi si concentrano sulle tecnologie, le strutture, la co-struzione.Sarebbe una bella cosa vede-re più ingegneri stradali donne, perché cambierebbe il modo di progettare le strade”. A soste-gno di queste parole, un recen-te studio della National Science Foundation afferma che “le don-ne hanno più capacità di fare carriera nel mondo delle tec-nologie quando sanno di poter incidere su una questione so-ciale”. In questo senso la “green technology”, quel mix di tecno-logia, scienze umane, scienze sociali e ingegneria può fare la differenza.Anche secondo i dati ISFOL il connubio tra donne e profes-sioni verdi esiste e si fortifica di anno in anno: dalla geotermia, all’edilizia bio, al termodinamico, è boom di presenze femminili. Secondo i ricercatori Riitta Rä-ty e Annika Carlsson-Kanyama della Swedish Defence Rese-arch Agency (FOI) di Stoccolma (Svezia), in uno studio pubblicato su “Energy Policy” che ha messo a confronto il consumo di ener-gia degli uomini e delle donne in Svezia, Norvegia, Germania e Grecia, queste differenze do-vrebbero essere prese maggior-mente in considerazione nelle politiche ambientali perché in grado di modificare le abitudini di consumo della società.E anche il libro di Kira Gould “Women in Green: Voices of Sustainable Design” eviden-zia come le donne sostengano maggiormente le cause ambien-tali attraverso scelte di consumo. Un’ulteriore conferma di come quando si parla di sostenibilità, il divario è chiaramente a favore delle donne.

Marcella MessinaUniversità di Bergamo

Sondaggi e ricerche testimoniano come la donna si preoccupi di più per la salute del pianeta

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Quanto lavorano le imprenditrici bergamasche? Quali sono i van-taggi e gli svantaggi di un’attivi-tà in proprio? Come affrontano questa crisi? Sono domande a cui il Comitato per la Promozio-ne dell’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Bergamo -in collaborazione con Bergamo Sviluppo, azienda spe-ciale della CCIAA di Bergamo, l’Associazione Artigiani e l’Ufficio statistico dell’ente camerale- ha

provato a dare delle risposte, presentate nel corso del conve-gno “Economia imprenditoriale e familiare delle imprese femminili bergamasche: lettura statistica e interpretazioni a confronto”. Non solo parole, dunque, ma dati, raccolti tramite un questionario destinato alle imprenditrici ber-

gamasche e compilato da 318 di loro (il test era stato inviato a circa 3.850 imprese). “La deci-sione di effettuare una rilevazio-ne statistica “di genere” a livello provinciale è nata dalla volontà di conoscere più da vicino la realtà locale, dal momento che i numeri mostrano sia una tenuta sia una crescita delle imprese rosa. Ma i numeri da soli non forniscono un quadro della situazione nella quale le imprenditrici operano –ha spiegato Silvia Campana di Bergamo Sviluppo che ha cu-rato l’indagine-. In un momento di incertezza e cambiamenti, il Comitato ha pensato di chiede-re alle imprenditrici come reagi-scono alla crisi a livello aziendale e familiare, se essa ha inciso sui risultati, se è cambiata la condi-zione economica dell’impresa e della famiglia”.“Volevamo capire come vivono e resistono le nostre colleghe –ha proseguito Ida Rocca, presiden-te del Comitato, che a Bergamo è una realtà vivace e consolidata (esiste infatti da oltre 10 anni)–. Le donne bergamasche, in un periodo come questo, devono far sentire la loro voce, la coeren-za e i valori che a Bergamo non si

sono persi. Queste imprenditrici devono proseguire il loro cammi-no, unite e salde nelle posizioni intraprese”.A sottolineare come “le donne si-ano una risorsa per la vita econo-mica del Paese” è stato Giovanni Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio di Ber-gamo, mentre Lucio Cassia, di-rettore del Centro di Ateneo per la nuova imprenditorialità giova-

nile e familiare, ha ricordato con quale “passione, entusiasmo ed energia” esse operano. Enzo Rodeschini, direttore operativo di Unioncamere Lombardia, ha evidenziato come la società non può “lasciare da parte l’immen-so capitale femminile, fatto di competenza e professionalità, che ha dimostrato di sapersi ri-tagliare spazi importanti”. Com-menti più che mai interessanti,

soprattutto se si considera che l’Italia, nonostante i tanti procla-mi e auspici, resta uno dei Pae-si europei a più basso tasso di occupazione femminile. Fortuna che, a questo triste panorama, si contrappone, tra le donne che lavorano, una vivace propensio-ne imprenditoriale; la tendenza si rivela quale via per aumentare il tasso di occupazione femminile e sostenere l’economia nel suo

Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità femminile della Camera di Commercio ha fotografato la realtà aziendale, economica e familiare delle imprenditrici bergamasche

“I vantaggi di un’attività in proprio sono la maggior autonomia decisionale e la possibilità di realizzare idee e attitudini personali”

L’impresa bergamasca è, anche, donna

Il tavolo dei relatori del convegno

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complesso. Tornando però alle aziende rosa della nostra pro-vincia il questionario ha messo in luce che si tratta di imprese “mature” (il 59% è presente sul mercato da oltre 10 anni), in gran parte ditte individuali e società di persone. “Sono per lo più micro e piccole imprese, che operano nel territorio locale e regiona-le, principalmente nei settori del commercio, nel manifatturiero, nei servizi alle imprese e alla per-sona -ha spiegato Campana che ha presentato i dati-. Le ore che vengono dedicate al lavoro sono in media 9. I vantaggi di un’attivi-tà propria sono la maggior auto-nomia decisionale e la possibilità di realizzare idee e attitudini per-sonali”. E gli svantaggi? In cima alla lista le imprenditrici indicano le responsabilità, gli elevati rischi economici, i carichi fiscali elevati e un reddito non sicuro e rego-lare. Rispetto alla crisi, invece, come è cambiata la situazione? Risponde Campana: “Il 51% in-tende ancora realizzare inve-stimenti in futuro. Nel periodo 2008-10 il 45% delle imprenditri-ci bergamasche non ha assistito a particolari variazioni del reddito familiare, il 39% ha avvertito una diminuzione e solo il 14% l’ha vi-sto aumentare. Nello stesso arco temporale, però, il 70% di loro ha visto crescere le spese familiari. Per i prossimi tre anni, a livello di reddito, le previsioni sono di so-stanziale stabilità”. I dati, presen-tati nell’autunno 2011, lasciavano ancora trasparire un ottimismo

di fondo. Oggi, a quasi un anno di distanza da quando venne av-viato il questionario, la situazio-ne generale è molto cambiata. Benché abituate ad affrontare e

risolvere i problemi, chissà se le imprenditrici bergamasche con-fermerebbero le loro risposte.

M. O.

Un Comitato di imprenditriciLe donne costituiscono un immenso serbatoio di talento, non ancora pienamente utilizzato. Portatrici di attitudini e capacità specifiche, costituiscono un’opportunità per il mondo del lavoro e il sistema economico nel complesso. Diventa quindi impor-tante, oggi più che mai, favorire la diffusione e la valorizzazione di uno spirito imprenditoriale femminile. Con questo intento nel 1999, e poi nel 2003, il Ministero dell’Industria e Unioncamere nazionale hanno siglato due Protocolli d’Intesa per la creazione –nelle Camere di Commercio aderenti- di Comitati per la Promo-zione dell’Imprenditorialità femminile. Numerosi i compiti di un Comitato: favorisce, nell’ambito della programmazione came-rale, iniziative che riguardino lo sviluppo e la qualificazione delle presenze femminili nel mondo dell’imprenditoria, promuove in-dagini conoscitive per individuare opportunità, facilita l’accesso al credito e le sinergie con gli enti territoriali. Organizza inoltre attività di informazione, formazione professionale e servizi di as-sistenza manageriale mirata per le imprese in senso generale.La Camera di Commercio di Bergamo ha dato vita al proprio Comitato nel marzo 2000. Dalla sua nascita a oggi, il Comita-to ha proposto tramite convegni, seminari, incontri e occasioni formative, tematiche di carattere trasversale, indirizzate agli im-prenditori dei diversi comparti e tipologie di impresa, al fine di diffondere informazioni, sensibilizzare su nuovi argomenti e far crescere le competenze degli operatori economici locali. Il Co-mitato, che rimarrà in carica fino a settembre 2012, è composto da 16 rappresentanti, indicate dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni sindacali, tutte nominate dalla giunta came-rale. La presidente in carica è Ida Rocca.

Crisalide: per spiccare il primo voloLo sportello Crisalide è un servizio d’orientamento rivolto a don-ne, interessate ad avviare nuove attività imprenditoriali o di lavo-ro autonomo, e desiderose di inserirsi (o reinserirsi) nel mondo del lavoro. “Si tratta di un primo passo per favorire la riflessione, da parte delle utenti fruitici, delle competenze necessarie per avviare e poi gestire un’attività in proprio. In un periodo particolare come quello attuale, è sempre più importante valutare le forze e le debolezze prima di mettersi in gioco. Un percorso mirato, che prevede un colloquio valutativo delle competenze generali, l’a-scolto e analisi dell’idea ipotizzata e l’approfondimento delle pro-prie attitudini imprenditoriali, si rivela un valido supporto –spiega Francesca Raso, responsabile del servizio-. Nel 2011 ben 46 aspiranti imprenditrici hanno chiesto la nostra consulenza e, dai riscontri avuti, una buona parte di esse è in fase di avvio o di progettazione della propria attività”. Allo sportello, che è aperto due mercoledì al mese (dalle 8.45 alle 12.30), si può accedere gratuitamente su appuntamento.Per informazioni è possibile chiamare il numero 035/3888011o scrivere a [email protected]

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Ha trent’anni, una laurea in Re-lazioni pubbliche, parla corretta-mente inglese e francese. Ama lo snowboard e il suo fidanzato, e torna volentieri a Bergamo, la sua città natale. Vista da fuori Michela Stancheris è una nor-malissima trentenne con un bel sorriso e tanti sogni nel cassetto. E in effetti lo è anche se, dal suo curriculum, emergono delle par-ticolarità. Michela dal 2006 sta al Parlamento Europeo di Bru-xelles e, dopo aver lavorato con Pia Locatelli, oggi è assistente parlamentare di Rosario Crocet-ta, ex sindaco di Gela e in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Una battaglia che a Crocetta è costata la scorta e diversi attentati sempre fortuna-tamente sventati.Come sei arrivata a Bruxelles e come sei diventata assistente parlamentare di Crocetta?Nel 2006 a Bruxelles ho iniziato uno stage per l’allora parlamen-tare Pia Locatelli e ho lavorato con lei fino al termine della sua legislatura. Nel 2009, quando lei è rientrata, ho deciso di con-tinuare il mio percorso al Par-lamento. Ho mandato alcuni curricula e sono stata chiamata da Rosario. Non lo conoscevo, ma mi è piaciuto subito. Rosario è dotato di grande carisma. Ho pensato fosse interessante lavo-rare e crescere con una persona come lui. Magari con altri avrei avuto una vita più normale, ma mi affascinava e mi affascina il suo stile, il suo impegno civico, la sua forte umanità.

Non ti fa paura essere così vicina a un uomo che Cosa Nostra vuole morto?All’inizio ci pensavo, col tem-po diventa una cosa norma-le. Vivo tranquilla, benché non sia semplice avere sempre la

scorta. È necessario organizza-re giornalmente e nel dettaglio spostamenti e impegni. Serve prevedere tutto per comunicar-lo agli agenti. Fortuna loro sono molto bravi, ci fanno sentire sicu-ri. Qui a Bruxelles si può convive-re con questo aspetto. Ricordo però la sensazione di claustrofo-bia provata a Gela. Lì ho respi-rato l’eccezionalità, e anche la pericolosità, di stare al fianco di Rosario Crocetta. Come trascorrono le tue giornate?Vivo giornate molto intense e va-rie. Mi sveglio abbastanza presto e una volta in ufficio leggo la ras-segna e organizzo l’agenda. Nel corso della mattinata ci sono i convegni e le riunioni da seguire. Rosario si occupa di tematiche forti come la criminalità organiz-zata, le vittime di soprusi, l’emi-grazione, i Paesi della Primavera araba. Nel pomeriggio abbiamo gli appuntamenti in ufficio. Ho

la possibilità di conoscere mol-te persone e tantissimi mondi, mi giungono stimoli continui. Mi piace incontrare gli studenti e trasmettere loro un po’ del no-stro lavoro; se non fossimo ca-paci di raccontarlo a chi sta fuori, perderebbe il suo senso. Nel tuo futuro cosa vedi? Come donna non vorresti una vita più tranquilla? Il mio fidanzato mi dice sempre di fare attenzione, ma questo la-voro mi regala emozioni.Devo impegnarmi molto, ma sono soddisfatta di quello che faccio. Mi ritengo fortunata. Con Rosario mi trovo bene e la sua carica durerà fino al 2014. Do-po? Vedremo. Questa esperien-za sarà un buon punto da cui partire. Mi piacerebbe prose-

guire nel settore delle Relazioni pubbliche. Cosa ti insegna una persona così speciale? Rosario dice che ogni cosa che si fa, che sia il cuoco o il par-lamentare, deve contribuire a creare un modello di società mi-gliore. Bisogna crederci, anche per chi verrà dopo di noi.Questo è l’insegnamento più grande che mi ha trasmesso in questi anni. Anche la mia idea di mafia è cambiata nel tempo. Non ricordo nemmeno più cosa pensavo prima di conoscere Ro-sario. Ho capito che è un modo di essere e di operare. È un fe-nomeno trasversale, che va oltre l’Italia, il Nord e il Sud.

Michela Offredi

Michela Stancheris, originaria di Bergamo, è l’assistente parlamentaredi Rosario Crocetta, un uomo che Cosa Nostra vorrebbe eliminare

Avere trent’anni e la scorta

Rosario CrocettaRosario Crocetta è nato e cresciuto a Gela, in Sicilia. Nel mag-gio del 2002 decise di candidarsi come sindaco della sua città. Inizialmente venne eletto Giovanni Scaglione; Crocetta fece ri-corso e nel 2003 il giudice del Tribunale amministrativo regionale della Sicilia chiese un nuovo spoglio. Risultarono 307 voti di van-taggio in suo favore e così divenne primo cittadino. Si autodefinì “sindaco antimafia” e fece della necessità di combattere Cosa Nostra la sua missione. Una battaglia che si è rivelata pericolo-sa. Nel 2003 è stato sventato un agguato della Stidda che aveva assoldato un killer per ucciderlo. Da quel momento gli è stata assegnata la scorta. Al termine dei cinque anni si è ricandidato come sindaco, vincendo con il 64,8% dei consensi. Nel 2008 ha aderito al Partito Democratico e nelle elezioni europee del 2009, con 150.091 voti, è divenuto parlamentare europeo nel Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici. La sua vita però è in pericolo anche oltre confine. Dopo che nel febbraio 2008 l’esito di un’indagine ha fatto emergere che era il bersaglio di attentato mafioso, nel gennaio del 2010 la Direzione Distrettuale Antimafia ha sventato un piano di Cosa Nostra per ucciderlo e ha arrestato cinque affiliati al clan mafioso Emma-nuello di Gela.

Chi è

Michela Stancheris

Rosario Crocetta

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Leggere la città di Bergamo con uno sguardo al femminile. Così si può sintetizzare il compito di un Consiglio molto speciale del Comune di Bergamo, dove le quote rosa non esistono, sem-plicemente perché è tutto rosa. E’ Il Consiglio delle Donne, un organo istituzionale costituito nel 1996.

Da un paio di anni ne è presiden-te la professoressa Luisa Pecce Bamberga: “Il Consiglio delle Donne ha un compito molto im-portante che è quello di offrire al Comune un’interpretazione al femminile su temi importanti. Ci occupiamo di studiare pro-blematiche, soprattutto sociali, che riguardano la città di Berga-mo nel suo insieme, quindi non solo legate alle donne, ma a tutti i cittadini. Essendo tutte donne lo facciamo con quella sensibi-lità e attenzione che può essere solo nostra. Presentiamo poi alla Giunta e al Consiglio Comunale le nostre ricerche e documen-tazioni nonché le proposte che secondo noi possono migliora-re la nostra società. Vogliamo inoltre essere un punto di rife-rimento per molte associazioni e gruppi femminili e svolgiamo un’opera di supporto, consulen-za e coordinamento”. Ci sono

sei commissioni, cioè gruppi di lavoro divisi per temi di studio e ricerca: dalle politiche educative e familiari alla cultura, dall’ac-cessibilità della città alla salute, dall’ambiente all’urbanistica. Il lavoro, gratuito, è molto vasto e non si occupa solo di proble-matiche, ma per esempio offre spunti culturali attraverso incon-tri e convegni. Continua Pecce Bamberga: “Tra le tante iniziative proposte dal nostro Consiglio, vorrei segnalarne alcune. La pri-ma è diventata ormai popolare ed è la seconda edizione di “Ro-sa femminile plurale” iniziata lo scorso ottobre. Si tratta di un ci-clo di appuntamenti a scadenza mensile con donne che definirei “particolari”, cioè donne che si sono distinte per il loro lavoro e le loro competenze nel mondo scientifico, della comunicazio-ne, dello sport o dell’economia. Gli appuntamenti continueran-no fino a giugno e tra le diverse ospiti avremo anche l’astronauta Samantha Cristoforetti”. Un’altra iniziativa che il Consiglio ha mol-to a cuore è una pubblicazio-ne dedicata ai preadolescenti. Spiega: “Fin dalle prime riunioni di questo mandato, il Consiglio ha deciso di trattare l’argomento

della preadolescenza. C’è una sorta di zona grigia nell’offerta e nell’informazione che riguar-dano quella fascia d’età in cui, come dicevano i nostri anziani, non si è “né carne né pesce”. E’ un’età molto particolare sia per i giovanissimi che fanno fatica a riconoscersi in un corpo che cambia, sia per i genitori che de-vono affrontare le contraddizio-ni, le insofferenze e le ribellioni dei loro figli. Il libretto viene di-stribuito in questo periodo nelle scuole”. Come non segnalare infine le iniziative dedicate all’8 marzo, Festa della Donna: alle 20.30 del 1° marzo all’Audito-rium di Piazza Libertà ci sarà lo spettacolo teatrale “Historia ov-vero la storia al femminile” di e con Laura Mantovi, regia di Sara Poli. L’8 marzo il Consiglio delle Donne incontrerà invece l’Am-ministrazione nell’aula consiliare alle 17.30. La seduta è aperta al pubblico. Per conoscere meglio l’attività del Consiglio delle Don-ne e le sue iniziative visitare il si-to del comune di Bergamo nella sezione “Organi Istituzionali”. Per info: 035 399897 [email protected]

Clara Gandolfi

Il Consiglio delle Donne, organo istituzionaledel Comune di Bergamo, propone iniziativeper sensibilizzare tutti i cittadini su problematiche che riguardano la vita quotidiana

“Dopo aver riflettuto sulle risorse disponibilie sui bisogni rilevati,il Consiglio mettea disposizione del Comune le sue analisi per trovare insiemedelle risposte”

Lo sguardo femminiledi Bergamo

Da chi è formato il Consiglio delle Donne 57 donne compongono il Consiglio: 8 sono le Consigliere co-munali (tra cui il presidente Luisa Pecce Bamberga), 3 le Consi-gliere circoscrizionali (cioè le rappresentanti delle Circoscrizioni di Bergamo) e le altre sono le rappresentanti di gruppi sindacali, associazioni di volontariato, associazioni culturali e politiche di diverso genere.

Chi è

Un’iniziativa molto greenTra le attività più recenti del Consiglio, ce n’è una particolarmen-te verde. L’anno scorso il Consiglio ha proposto ai cittadini (in collaborazione con l’assessorato Ambiente, Energia, Opere del Verde e con le Guardie Ecologiche) un questionario sui parchi della città per conoscerne il gradimento. “Ora questi questionari –spiega Luisa Pecce Bamberga– sono allo studio dell’assesso-rato per poter adeguare dove possibile i parchi alle aspettative emerse dai questionari”.

La presidente Luisa Pecce Bamberga

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Dietro un grande uomo c’è sempre una donna. E dietro un “grande” borgo, c’è sempre un gruppo di donne. Sedici per la precisione. Sedici “Donne di montagna” (è questo il nome della loro cooperativa) che han-no ereditato il carisma e la grinta delle loro nonne. Di quelle che un tempo sfidavano neve e fred-do, fame ed emigrazione pur di mantenere unita la famiglia e far crescere i figli. Oggi i tempi sono cambiati e i problemi, a Ornica, sono altri. Spopolamento, man-canza di servizi, poche possibi-lità di trovare lavoro: queste le difficoltà che, un paesino di 167 anime, deve affrontare. Destino comune ad altri centri montani, in Val Brembana e nelle vallate vicine. È nato così un albergo diffuso, per far rivivere scorci, ambienti e tradizioni che rischia-vano di scomparire. Si è formato così un gruppo di signore, unite

in cooperativa, promotrici e cu-stodi di un nuovo progetto.“Con il termine albergo diffuso si indica un albergo orizzontale, situato in un centro storico, con camere e servizi dislocati in edi-fici diversi, seppure vicini tra di loro -spiega Graziana Regaz-zoni, che gestisce le prenota-zioni e l’accoglienza dei turisti–. Da anni, in paese, c’erano case abbandonate o sempre vuote. La popolazione e l’Amminist-razione comunale hanno mes-so a disposizione una decina di appartamenti, che sono stati ri-strutturati e dotati di posti letto, bagno e cucina ”. E i più avventu-rosi possono decidere di allog-giare in due baite, situate ad una ventina di minuti dal centro. Gli ospiti mangiano nell’unico risto-rante del paese o, se capitano nel fine settimana, partecipano

alla cena itinerante: un antipasto in casera, il primo e il secondo in taverna, i dolci in piazzetta. Fra un piatto e l’altro, tutti a base di cibi locali e di stagione, si può assistere a uno spettacolo tea-trale o a un concerto. E durante la bella stagione sagre e iniziative non mancano. La “Festa del Ma-iale” è l’occasione per celebrare il simbolo della “ricchezza” con-tadina, la “Festa del cacciatore” è ideale per scoprire gli “abitan-ti” del bosco; la “Festa della pe-

cora” insegna a tosare e a filare, quella “dei boscaioli” a maneg-giare scure e motoseghe. Il tutto nel rispetto degli equilibri natura-li, come solo gli antichi mestieri sapevano fare. E se di sera si fe-steggia, di giorno si può cammi-nare fra le viuzze del borgo o per i sentieri che risalgono le cime. Si può chiedere alle “donne di montagna” (che si trasformano in guida turistica, casara o cuo-ca) di farsi raccontare la storia della chiesina, di raccogliere le

erbe selvatiche, fare il fieno o il formaggio. Sono stati rispolvera-ti gli antichi mezzi di trasporto: in estate si va a cavallo o con l’asi-no, d’inverno in slitta. “Ci adattiamo in base alle esi-genze. Ai turisti offriamo la possi-bilità di sentirsi a casa, di sentirsi parte della comunità, condivi-dendone la cultura e le tradizioni centenarie –prosegue Grazia-na–. Anche i bambini sono stati coinvolti in questa valorizzazione locale. Abbiamo creato un orto

didattico e una fattoria con asi-ni, pecore, galline e capre. Sono i piccoli della scuola primaria e la loro insegnante ad occupar-sene”. E ad accompagnare co-etanei, magari cittadini, in gita scolastica. “Ognuno nel paese ha il suo compito e tutti si im-pegnano per il successo delle proposte -aggiunge Graziana–. In tre anni sono arrivati tantissimi visitatori e la cooperativa si sta consolidando. Alcune di noi so-no riuscite a ritagliarsi un piccolo stipendio. L’obiettivo è quello di offrire, magari negli anni, un’oc-cupazione alle nuove genera-zioni”. Se la sfida di Graziana e colleghe non è semplice, quel-la delle figlie non sarà da meno: prendere il testimone di queste “donne di montagna” richiederà altrettanto impegno e passione.Per maggiori informazioni: www.albergodiffusoornica.it

Michela Offredi

Grazie all’albergo diffuso il piccolo borgo di Ornica è rinatoSedici donne del paese accolgono turisti e visitatori

“Gli abitanti e l’Amministrazione comunale hanno messo a disposizione una decina di appartamenti, che sono stati ristrutturati e dotati di posti letto, bagno e cucina. E ci sono anche due baite”

“In paese tuttihanno un compitoe si impegnanoper il successodelle proposte.In tre anni sonoarrivati tantissimi turisti”

Signore dei monti, signore delle cime

Un momento di festa nel borgo

Il paese di Ornica La fienagione

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Mai come quest’anno si è senti-to tanto parlare della pittrice Ar-temisia Gentileschi, soprattutto in seguito al successo riscosso dall’esposizione a lei dedicata allestita da settembre a genna-io a Milano, a Palazzo Reale. Da marzo, al Musée Maillol di Parigi, sarà allestita una nuova mostra incentrata sulle opere di questa grande artista. Artemisia visse ed operò nel

Seicento, in un periodo storico durante il quale, per una donna, fare la pittrice era un “mestiere” estremamente difficile. Nacque a Roma nel 1593 da Oreste Gen-tileschi, importante pittore pisa-no che fu tra i maggiori seguaci di Caravaggio. Iniziò a dipingere quand’era ancora una bambi-na, frequentando la bottega del padre; crescendo si distinse per una precoce abilità artistica. Nel 1610, a soli diciassette anni, fir-mò l’opera Susanna e i vecchio-ni, conservata ora nella galleria di Pommersfelden, in Germania: si narra che il padre Orazio espose con orgoglio quest’opera per di-mostrare a colleghi e conoscenti la maestria raggiunta dalla figlia. Nel 1611 la pittrice fu affidata dal

padre al paesaggista Agostino Tassi perché imparasse a dipin-gere la prospettiva e le architet-ture. A quest’uomo è legato un episodio molto doloroso che se-gnò per sempre la vita di questa giovane donna: Tassi la violentò e Artemisia l’anno seguente ven-ne processata pubblicamente. Oltre a subire disprezzo ed umi-

liazione, fu sottoposta ad una tortura crudele, soprattutto per una pittrice: le vennero schiac-ciati i pollici. Chiuso il processo Artemisia lasciò Roma per rifu-giarsi a Firenze dallo zio, il pitto-re Aurelio Lomi; qui la famiglia la obbligò ad un matrimonio “ripa-ratore” con un ricco fiorentino. A Firenze Artemisia raggiunse successo e notorietà. Nel 1616 fu ammessa all’Accademia del disegno e fu la prima donna che godette di questo privilegio nella storia dell’istituzione. Negli anni fiorentini ricevette incarichi di grande rilievo; oltre a lavora-re per la corte medicea, venne chiamata dal pronipote di Mi-chelangelo a dipingere l’allegoria dell’Inclinazione nella galleria di Casa Buonarroti: l’opera doveva rappresentare la naturale predi-sposizione alle arti e per realiz-zarla la giovane fu pagata con un compenso tre volte superiore a quello di suoi colleghi uomini. Nel 1620 Artemisia lasciò Fi-

renze (e il marito) e fece ritorno a Roma dove si stabilì prenden-do casa con la figlia. Poco prima della partenza dipinse una delle sue opere più note e discusse: la tela raffigurante Giuditta e Olo-ferne conservata a Firenze nel-la Galleria degli Uffizi. La scena colpisce per la brutalità e l’effe-ratezza dell’atto.Giuditta e la sua ancella, con fermezza e risoluzione, tengono fermo il feroce condottiero nemi-

co mentre il sangue schizza dal suo collo e Giuditta, impassibile, pare scostarsi per evitare che il suo bellissimo abito venga mac-chiato.A Roma Artemisia dimostra di avere la sensibilità per cogliere le tendenze artistiche della città e si afferma anche qui come pro-tagonista; quando si trasferisce

a Napoli, nel 1630, è una pittrice famosa, richiesta da tutti i gran-di della sua epoca: i regnanti di Spagna ed Inghilterra, il duca Francesco I d’Este, i cardinali Francesco e Antonio Barberini. Un soggiorno in Inghilterra, su invito di re Carlo I, interrompe il periodo napoletano: la donna si reca a Londra dove si ferma per alcuni anni, per poi rientrare a Napoli (probabilmente nel 1642) dove prosegue la sua attività.

Gli ultimi anni della sua vita so-no difficilmente ricostruibili, sia per l’assenza di documentazioni geografiche relative alla sua vi-ta che per la varietà dei registri delle sue opere, non sempre di sicura attribuzione.Artemisia è stata una donna ec-cezionale ed ha saputo sfidare le convenzioni sociali diventan-

do una pittrice di rilievo europeo in un’epoca nella quale nelle ac-cademie d’arte erano ammessi soltanto gli uomini: attraverso la sua attività ha posto una pietra miliare nella storia dell’emanci-pazione femminile, sostenendo il diritto al lavoro per le donne.

Livia Salvi

Fu la prima pittrice riconosciuta dalla storia. Dimostrò ai contemporanei(e ai posteri) che una donna poteva vivere della sua arte

“Chiamata per dipingere un’allegoria nella Casa Buonarroti, Artemisia fu pagata con un compenso tre volte superiore a quello di suoi colleghi uomini”

“Nel 1616 fu ammessa all’Accademia del disegno e fu la prima donna che godette di questo privilegio nella storia dell’istituzione”

Il ritorno di Artemisia Gentileschi

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Un’iniziativa che parla per tutte le donne che ancora non hanno parlato, per quelle che vorrebbe-ro farlo ma non ne hanno il co-raggio, ma anche per quelle che hanno sperimentato la solidarie-tà e la gioia dell’incontro con al-tre donne, spezzando il silenzio, il buio e la solitudine vissuti per troppi anni. E’ questa la Gior-nata del 4 marzo 2012, dal tito-lo “Dacci una mano, anzi due” e ideata da Danielle Marinoni,

presso l’Holiday Inn Express Bergamo West di Mozzo, il pri-mo albergo in Italia in classe energetica A. L’iniziativa, giunta alla 2^ edizione, è organizzata a sostegno dell’associazione “Aiu-to Donna. Uscire dalla violenza” che dal 1999 a Bergamo tende la mano alle donne vittime di vio-lenza in famiglia, aiutandole a

vincere la disperazione e l’isola-mento, a ribellarsi ai soprusi cer-cando una via d’uscita, a vedere in altre donne -avvocatesse, psi-cologhe, religiose, assistenti di consultorio (tutte volontarie)- un sostegno per ritrovare la dignità perduta e liberarsi dall’incubo e dall’umiliazione della violenza subita. “Sono ancora troppe le donne italiane succubi dell’uo-mo -dichiara Danielle Marinoni, con il suo accento francese-. E sono ancora poche le donne in Italia capaci di autentica solida-rietà al femminile. In Francia la si-tuazione è molto diversa”.Nella giornata di domenica 4 marzo le partecipanti, aiutate da esperte del settore potran-no liberamente sperimentare il laboratorio artistico Al’Kemia Lab con la modellazione di un gioiello mediante la tecnica della fusione a cera persa; potranno creare biscotti in pasta frolla dal-le forme fantasiose e realizzare decorazioni per torte; e ancora, sarà possibile realizzare acces-sori all’uncinetto, fermacapelli o accessori per sciarpe, borse e accessori di moda in tessuto e originalissimi segnaposto e fiori.L’esperienza è aperta a tutte le donne interessate e non richie-

de particolari capacità manuali. Sono previste due fasce ora-rie: dalle 10.00 alle 13.00; dalle 14.00 alle 17.00. E’ consigliabile

prenotare ai numeri 035 611190 o al 393 6096511. Per la parteci-pazione è richiesto un contributo libero, a partire da 10 Euro. Tutto

il ricavato sarà destinato all’as-sociazione “Aiuto Donna Onlus.

Maria Imparato

Uomini non più violentiQuante sono le donne che ancora oggi sono vit-time di violenza? Tante, troppe. E spesso non si tratta di abusi da attribuire a sconosciuti, mal-viventi o stranieri. Nella maggior parte dei casi i fatti avvengono fra le mura domestiche, nella cerchia ristretta delle relazioni personali. Fatti che spesso vengono taciuti per vergogna, sen-so di colpa, rimorso. Anche a Bergamo e nella sua provincia.Per fare fronte a questi problemi è nato un nuo-vo servizio, promosso dalla cooperativa sociale Il Varco e finanziato dalla fondazione Comunità Bergamasca: l’iniziativa “Uomini non più violenti” si inserisce nell’ambito dei progetti per la pro-mozione della sicurezza in famiglia. L’obiettivo è quello di prevenire gli agiti violenti e ridurre il ripe-tersi di questi episodi, ma al centro dell’attenzio-ne si è scelto -diversamente da ciò che accade in genere- di porre il maltrattante, benché si offra allo stesso tempo assistenza anche alla donna (per definire un adeguato piano di sicurezza, evi-tare il pericolo ed elaborare il trauma).“Nostro intento è favorire la consapevolezza che la violenza familiare non è una questione solo femminile, ma coinvolge uomini e donne-

spiega la psicologa Silvia Pedrini, referente per il progetto-. Attraverso un percorso specifico aiu-tiamo l’uomo a prendere coscienza del proprio comportamento e della sua problematicità”.Per procedere in modo concreto è stata atti-vata una linea telefonica gratuita, da chiama-re per chiedere consiglio e aiuto. Gli operatori rispondono (al numero gratuito 800 121939) il lunedì dalle 18 alle 19 e il mercoledì dalle 12.30 alle 13.30. La segreteria, invece, è attiva 24 ore su 24. Al call center, che consente un avvicina-mento (e talvolta un supporto) più immediato, si aggiunge poi la possibilità per l’uomo di iniziare un percorso di terapia individuale o di gruppo. Ad occuparsi di lui è presente un’intera equipe costituita da psicologi, psicoterapeuti, counsel-lor ed educatori.Per ulteriori informazioni:tel. 800121939 - [email protected]

Il ricavato della giornata, che si svolgerà domenica 4 marzo all’Holiday Inndi Mozzo, sarà destinato all’associazione “Aiuto Donna Onlus”

Contro la violenza sulle donne

“L’associazione “Aiuto Donna Onlus” da oltre dieci anni aiuta le donne a denunciare la violenza in famiglia, a ritrovare dignità ed autostima”

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Il Codice etico è uno dei prin-cipali strumenti per l’attuazione della responsabilità sociale nel contesto di un’organizzazione imprenditoriale. È un documen-to aziendale che chiarisce a tutti i partecipanti all’impresa -e agli interlocutori esterni- quali sono i criteri fondamentali che orien-

tano e devono orientare tutte le scelte dell’azienda: le decisio-ni di tipo strategico e le scelte operative effettuate quotidiana-mente dai collaboratori, ad ogni livello organizzativo. I Codici etici rappresentano sia la risposta a problemi legati al-

la complessità e imprevedibilità dei contesti e degli eventi sia la bussola in grado di sviluppare chiare responsabilità sociali del-le organizzazioni e degli indivi-dui che le compongono.Attraverso il Codice etico l’im-presa comunica in modo chiaro e trasparente:

la missione, la visione e i valori su cui si fonda la cultura dell’or-ganizzazione;

la mappa degli stakeholder di riferimento;

le aree di responsabilità verso ciascun stakeholder;

i principi e gli standard di com-portamento che traducono in impegni concreti i valori dell’im-presa verso ciascun gruppo di stakeholder;

le procedure e i meccanismi di attuazione e controllo che rendono operativo il Codice eti-co e ne assicurano la corretta applicazione in tutti i processi e le decisioni aziendali;

le strutture preposte e le re-lative responsabilità per l’attua-zione e periodica revisione del Codice;

In tal modo il Codice etico pro-muove relazioni basate sulla fi-ducia, induce la cooperazione degli stakeholder e quindi so-stiene la reputazione e la legit-timazione morale dell’impresa.

I contenuti e la metodologiadi sviluppo

Nelle formulazioni più comple-te il Codice etico contiene sia principi etici generali, che defi-niscono i valori fondanti dell’im-presa, sia specifiche norme di comportamento che chiarisco-no, anche con esempi pratici, i comportamenti ammessi e

quelli vietati, proibendo azioni illegali, indicando modalità di comportamento per situazio-ni “a rischio etico” e definendo standard di condotta a loro volta osservabili e verificabili. Principi etici e norme di comportamento sono legati in maniera indissolu-bile: da un lato, le regole di con-dotta hanno bisogno di principi etici generali che ne chiariscano il significato e le finalità ultime; dall’altro, le dichiarazioni sui va-lori perdono di efficacia e quin-di di credibilità se non ne viene esplicitato il contenuto specifico in relazione alle diverse situazio-ni di applicabilità.Per quanto riguarda i temi mag-giormente trattati dai codici eti-ci, una ricerca dell’OCSE -su un campione di 236 codici di im-prese operanti in 23 Paesi diver-si- rileva come al primo posto ci siano le condizioni di lavoro; questo tema è trattato dal 60% dei codici etici esaminati, se-guito da protezione ambientale (59%), rapporti con i consuma-

tori (47%), corruzione (22%), concorrenza (20%) e trasparen-za delle informazioni (18%). La metodologia di sviluppo del Codice etico si basa su un pro-cesso di consultazione degli stakeholder interni ed esterni dell’organizzazione; è importan-te sottolineare che, trattandosi di un processo di autoregola-mentazione e non di imposizio-ne di norme esogene, quanto più tempo e risorse l’impresa in-veste nella fase di elaborazione del Codice etico, tanto più effi-cace sarà l’attuazione del codi-ce, grazie alla condivisione del processo.

Il Codice etico nonè solamente un codicedi condotta

La distinzione tra codici etici e codici di condotta assume particolare rilevanza in relazio-ne all’importanza assunta nel contesto italiano attuale dalla Legge 231 sulle responsabilità

Codice eticoBussola dell’impresa in tempidi variabilità e incertezzaIl Codice etico permetteil riconoscimento e la prevenzione di comportamenti non etici e il consolidarsi di relazioni di fiducia tra l’impresa e i suoi interlocutori

Green Economy

“Il Codice etico rappresenta la “carta costituzionale” dell’impresa, una “carta dei diritti e doveri morali” che definisce le responsabilità di ogni partecipante dell’organizzazione”

“Non è solo un codice di condotta, ma anche un codice dei valori dell’impresa, valori che mirano a prevenire azioni illegali o ambigue e la corruzione”

Codice Etico

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secondo regole di antica sapienza

60 www.bergamosostenibile.comNumero 10 - Marzo 2012

Page 61: Bergamo SOStenibile 10

degli amministratori. Il mecca-nismo incentivante introdotto dalla 231 sembra, infatti, favo-rire l’introduzione di codici etici in cui prevalgono chiaramente le preoccupazioni di tipo regola-mentativo, finalizzate a discipli-

nare i comportamenti al fine di prevenire gli illeciti, in particolare la corruzione. Tale tendenza ri-specchia fedelmente quanto avvenuto negli Stati Uniti a se-guito dell’emanazione nel 1991 delle Sentencing Commission

Guidelines for Organizations. Le Sentencing Guidelines, tutta-via, a differenza del decreto 231 avevano definito in modo preci-so le caratteristiche e i contenuti dei “modelli organizzativi” idonei a prevenire gli illeciti, indicando esplicitamente le sette caratte-ristiche che dovrebbe avere un “effective ethics program”.Ma c’è un altro aspetto critico: se il codice etico di un’impresa vie-ta solamente i comportamenti illegali, ma non le condotte non etiche, che creano la possibilità di generare azioni illegali, allora non sarà un buono strumento preventivo. In conclusione, la speranza è che anche nel nostro Paese, come del resto sta ac-cadendo negli Stati Uniti, dopo un’iniziale fioritura di codici etici basati prevalentemente sull’ap-proccio di compliance con il quadro legislativo, si affermi an-che l’importanza dell’approccio basato sui valori, riequilibrando così il rapporto tra principi eti-ci e norme di condotta, che al momento appare squilibrato in favore di queste ultime.

Emma Baldin

Funzioni dello strumentoFunzione cognitiva:il Codice etico, attraverso l’enunciazione di principi astratti e generali e di regole di comportamento precauzionali, consente di riconoscere i comportamenti non etici (opportunistici) e di chiarire l’esercizio non abusivo dell’autorità, della discrezionalità, della delega e dell’autonomia decisionale di ogni partecipante dell’organizzazione;

Funzione di legittimazione morale:il Codice etico, esprimendo i diritti e le responsabilità dell’im-presa nei confronti degli stakeholder, offre a costoro le basi per poter comprendere se le loro aspettative e attese legittime so-no trattate equamente ed esprimere giudizi sulla reputazione dell’impresa;

Funzione strategica:il Codice etico ha importanti riflessi anche sulla formulazione delle strategie dell’impresa, è uno strumento di governo delle relazioni tra l’impresa e i suoi stakeholder, oltre che un insieme di regole di condotta per i membri dell’organizzazione;

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Fiere, convegni, incontri, mostre, mercati e molto, molto altroper comunicare, partecipare e condividere stili di vita sostenibili

Calendario appuntamenti

Appuntamenti sostenibili

Data Orario Evento Tipologia Luogo svolgimento Contatti1 Mar 20.30 Progetti territoriali a sostegno delle imprese artigiane Incontro sede da definire - Romano di Lombardia Tel. 035.3888011

[email protected] www.bergamoformazione.it 1 Mar 20.30 - 22.30 Dall’orto alla tavola: “L’orto” Incontro pubblico Parco dei Colli, via Valmarina 25 Bergamo www.cooperativabiplano.it2 Mar 14.15 Obiettivo 2020 in Italia: il recupero energetico degli edifici esistenti Incontro pubblico Fiera di Bergamo - Via Lunga (Bg) www.culturaeambiente.it2/5 Mar Edil 2012 - Fiera delle costruzioni Fiera Fiera Bergamo - Via Lunga www.fieraedile.it3 Mar 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Osio Sopra (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it3 Mar 17.00 Bio ma certificato Incontro pubblico Ostello dei Tasso, via Orbrembo 20 - Camerata Cornello desvalbrembana.wordpress.com4 Mar 14.00 - 15.00 Visita all’Ecomuseo delle miniere di Gorno Visita guidata museale Ecomuseo di Gorno, piazzale Bersaglieri - Gorno www.ecomuseominieredigorno.it

035707145 interno 16 con operatore6 Mar 20.00 Slow Food Educa: “Vette del Gusto. I Giganti della Montagna” Seminario Istituto Alberghiero, via della Vittoria 6 - San Pellegrino www.slowfoodvalliorobiche.it❀ 8 Mar 20.00 Cena letteraria “L’arte della seduzione femminile” Cena letteraria Agriturismo Villa Delizia - Via Marconi 7, Mornico al Serio (Bg) [email protected] - Cell. 328 74480469/11 Mar Acasa - Climatica: Tecnologie, comfort e design per l’abitare sostenibile Fiera MalpensaFiere - Busto Arsizio (VA) www.arredoecasa.com10/11 Mar “ECOTOUR“ Sport in Piazza Manifestazione sportiva Romano di Lombardia Sport & Wellness - Tel. 0363.90909110 Mar 8.30 - 12.30 Mercato e Cittadinanza Albino Mercato agricolo e non solo piazzale del Comune, Albino www.cittadinanzasostenibile.it10 Mar 14.00 - 18.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Solza (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it15 Mar Sodalitas Social Innovation Incontro tra aziende e realtà

del terzo settoreAuditorium di Assolombarda,via Pantano 9, Milano

www.sodalitas.it

15 Mar 20.30 - 22.30 Dall’orto alla tavola: “Serata pratica di cucina” Incontro pubblico Parco dei Colli, via Valmarina 25 Bergamo www.cooperativabiplano.it16/18 Mar Acasa - Climatica: Tecnologie, comfort e design per l’abitare sostenibile Fiera MalpensaFiere - Busto Arsizio (VA) www.arredoecasa.com17 Mar 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Zanica (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it17 Mar Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie Manifestazione Genova www.libera.it18 Mar Bergamo in bicicletta Ciclopasseggiata Bergamo www.aribi.it20 Mar Educa il gusto: laboratorio del pane Corso Cfl Treviglio, viale Piave 43 - Treviglio slowfoodtreviglio.blogspot.com22 Mar Giornata mondiale dell’acqua Giornata mondiale www.worldwaterday.org23 Mar 21.00 Storie di piccoli - grandi produttori: “biOrto” Incontro con i produttori locali Centro Socio Culturale di Borgo Palazzo,

via Borgo Palazzo 25, Bergamogasbobo.blogspot.com

23 Mar 9.30 - 12.30 azero tour 2012 - Bergamo - Progettare e costruire edifici a energia quasi zero Convegno Starhotels Cristallo Palace, Via Betty Ambiveri, 35 - Bergamo [email protected] - Tel. 0481.72216624 Mar 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Madone (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it24/25 Mar Giornate di primavera del FAI Iniziative culturali Martinengo www.comune.martinengo.bg25 Mar Escursione nel Plis del Brembo in bici Ciclopasseggiata Plis Basso Brembo27 Mar 17.30 - 20.00 “La Terra nelle nostre mani” con Vandana Shiva Convegno Centro Congressi Giovanni XXIII,

viale Papa Giovanni 120, Bergamowww.celimbergamo.org

28 Mar 20.00 Terra Madre Convivio: “L’agnello pasquale a più mani” Convivio Saps Agnelli Pentole di via Madonna 20 - Lallio www.slowfoodvalliorobiche.it29 Mar Educa il gusto: laboratorio del pane Corso Cfl Treviglio, viale Piave 43 - Treviglio slowfoodtreviglio.blogspot.com30 Mar/1 Apr Fa’ la cosa giusta Fiera Fiera Milano City - Milano www.falacosagiusta.org30 Mar Scuola delle buone pratiche Corso Fa’ la Cosa Giusta, Fiera Milano City - Milano www.scuoladellebuonepratiche.it31 Mar Earth Hour - L’ora della Terra Evento internazionale www.wwf.it/oradellaterra/31 Mar Educa il gusto: i nostri casari (25 posti disponibili su prenotazione) Corso Caseificio Taddei - Fornovo San Giovanni slowfoodtreviglio.blogspot.com4 Apr 20.00 Slow Food Educa: “Vette del Gusto. Gli animali, il pascolo, il cortile” Seminario Istituto Alberghiero, via della Vittoria 6 - San Pellegrino www.slowfoodvalliorobiche.it7 Apr 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Osio Sopra (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it14 Apr 8.30 - 12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Albino (Bg) [email protected]

www.cittadinanzasostenibile.it 14 Apr 14.00 - 18.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Solza (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it16 Apr 10.30 Teatro ecologico. Spettacolo “Facciamo la differenza” Spettacolo teatrale Teatro Sociale - Bergamo www.teatrodonizetti.it17 Apr 9.30 Tavola rotonda “Sorella Terra” Convegno CEA Auditorium Seminario Vescovile - Bergamo www.centroeticaambientale.com17 Apr 21.00 Roberto Vecchioni in concerto per “Sorella Terra” Concerto Teatro Donizetti - Bergamo www.centroeticaambientale.com19 Apr 21.00 Teatro ecologico. Convegno sullo stile di vita ecocompatibile

con Mario Tozzi, Gianfranco Bologna e Luciano ValleConvegno Teatro Sociale - Bergamo www.teatrodonizetti.it

20 Apr 21.00 Teatro ecologico. Spettacolo“Asso di monnezza. I traffici illeciti di rifiuti in Italia”

Spettacolo teatrale Teatro Sociale - Bergamo www.teatrodonizetti.it

22 Apr Giornata mondiale della Terra (Earth Day) Giornata mondiale Italia/mondo www.giornatamondialedellaterra.it27 Apr 21.00 Teatro ecologico. Spettacolo “Il giardino sacro” Spettacolo teatrale Teatro Sociale - Bergamo www.teatrodonizetti.it28 Apr 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Madone (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it28/30 Apr 17° Casambiente arredamento Mostra Vaprio d’Adda (MI) - Villa Castelbarco www.villacastelbarco.com1 e 4/6 Mag 17° Casambiente arredamento Mostra Vaprio d’Adda (MI) - Villa Castelbarco www.villacastelbarco.com4 Mag 15.00 - 18.00 Serge Latouche: Comunicare la decrescita Seminario e tavola rotonda Università di Bergamo - Piazza Rosate Aula 3 [email protected]

[email protected] Mag 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Osio Sopra (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it9/11 Mag Solarexpo

mostra convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuitaMostra/Convegno Fiera di Verona www.solarexpo.com

11/13 Mag Festival Ambiente Bergamo Mostra/Convegno Bergamo Sentierone [email protected] - Cell. 335.36235812 Mag 8.30 - 12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Albino (Bg) [email protected]

www.cittadinanzasostenibile.it 12 Mag 14.00 - 18.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Solza (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it19 Mag 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Zanica (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it20 Mag “ECOTOUR“ Sport in Piazza Manifestazione sportiva Franciacorta - Iseo Sport & Wellness - Tel. 0363.90909124/26 Mag Energethica - Salone dell’energia rinnovabile e sostenibile Fiera Lingotto Fiere Torino www.energethica.it

62 www.bergamosostenibile.comNumero 10 - Marzo 2012

Page 63: Bergamo SOStenibile 10

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