Bergamo SOStenibile 18 > Dicembre 2012

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Numero 18 > Anno III° / Dicembre 2012 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI www.bergamosostenibile.com Il rapporto tra scelte alimentari e salute nostra e del pianeta. All’interno lo Speciale Alimentazione Mangiare bene fa bene all’ambiente Quando prendiamo una confe- zione di cibo dallo scaffale del supermercato o infilziamo la for- chetta in un boccone nel piatto interagiamo con l’intero pianeta. Esagerato? No, se pensiamo che attraverso il tema del cibo si toccano trasversalmente moltis- sime questioni fondamentali: gli equilibri del pianeta, il cambia- mento climatico, il ciclo dell’ac- qua, il modello economico, gli stili di vita, l’uso del suolo, i diritti dei popoli, la biodiversità e tanti altri. Per produrre cibo in quan- tità sufficiente e, aggiungiamo noi, di qualità adeguata, perché Dicembre segue a pagina 2 Resteremo a pancia vuota? «Insieme sul Serio» e «Suoli Condivisi» più valore al territorio da Pagina 14 Green Economy tra edilizia energia e creatività Riuso dei bancali in pallet la creatività si fa design Seriate: le iniziative verdi di Leroy Merlin Energe srl, efficienza energetica chiavi in mano 5° conto energia agevolazioni ancora possibili Efficienza Energetica Pagina 51 La sede di Londra nove piani di sostenibilità Web Pagina 10 Valle Seriana Comuni Virtuosi Pagina 21 Ecomafia Lombardia terza per reati ambientali Ecologia & Imprese Pagina 46 Europa La francese Nantes capitale green 2013 Eco dal Mondo Pagina 50 Compleanno Due candeline per il nostro mensile Società di Mario Salomone .com da Pagina 22

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Numero 18 > Anno III° / Dicembre 2012 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG

PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILIwww.bergamosostenibile.com

Il rapporto tra scelte alimentari e salutenostra e del pianeta. All’interno lo Speciale Alimentazione

Mangiare benefa bene all’ambiente

Quando prendiamo una confe-zione di cibo dallo scaffale del supermercato o infilziamo la for-chetta in un boccone nel piatto interagiamo con l’intero pianeta. Esagerato? No, se pensiamo che attraverso il tema del cibo si toccano trasversalmente moltis-sime questioni fondamentali: gli equilibri del pianeta, il cambia-mento climatico, il ciclo dell’ac-qua, il modello economico, gli stili di vita, l’uso del suolo, i diritti dei popoli, la biodiversità e tanti altri. Per produrre cibo in quan-tità sufficiente e, aggiungiamo noi, di qualità adeguata, perché

Dicembre

segue a pagina 2

Resteremo a pancia vuota?

«Insieme sul Serio» e «Suoli Condivisi»più valore al territorio

da Pagina 14

Green Economy tra edilizia energia e creatività Riuso dei bancali in pallet

la creatività si fa design Seriate: le iniziative verdi

di Leroy Merlin Energe srl, efficienza energetica

chiavi in mano 5° conto energia

agevolazioni ancora possibili

Efficienza Energetica

Pagina 51

La sede di Londranove pianidi sostenibilità

Web

Pagina 10

Valle SerianaComuni Virtuosi

Pagina 21

EcomafiaLombardia terza per reati ambientali

Ecologia & Imprese

Pagina 46

EuropaLa francese Nantes capitale green 2013

Eco dal Mondo

Pagina 50

CompleannoDue candeline per il nostro mensile

Società

di Mario Salomone

.com

da Pagina 22

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c’è anche il cosiddetto “cibo spazzatura”, ci vogliono, appa-rentemente, solo poche cose banali: spazio, acqua, suolo fer-tile. Semplice? Non tanto: agli esseri umani so-no occorsi una paio di milioni di anni per capire come fare e solo da diecimila anni si è affermata un’agricoltura stanziale, frutto di millenni di vera ricerca scientifi-ca con gli strumenti disponibili nell’età della pietra e tramandata oralmente. Scienza esperienzia-le, locale (ogni luogo ha avuto la “sua” agricoltura, oggi mol-to omologata), ma scienza. Da allora sono nate civiltà, Stati, il pensiero, l’arte, gerarchie e clas-si sociali.

Il cibo al centrodella cultura

Cibo, inoltre, non è solo riempi-re la pancia purché sia: è cultura oltre che “coltura”, è piacere dei sensi (gusto, olfatto, vista, tatto), è stare insieme (dove? In fami-glia? Al ristorante? Altrove?), è economia, è paesaggio, è tecni-che, è ricerca e innovazione in-trecciate con la tradizione. Quel cibo, inoltre, deve essere raccol-to, lavorato, trasportato, distri-buito. Dunque ci vogliono anche energia, infrastrutture, mezzi di trasporto, industrie, artigiani, commercianti, cuochi e came-

rieri. Lungo tutta la catena del sistema alimentare, c’è chi ha poco e chi ha tanto, chi è senza diritti e chi fa fortuna. A questo oggi si aggiunge un al-tro elemento: gli abitanti del pia-neta aumentano, il suolo fertile diminuisce, l’acqua è a rischio, l’energia scarseggia e quella fossile manda a fuoco il pianeta. Si parla molto di “picco del pe-trolio” (che prima o poi finirà) ma bisogna parlare anche di “picco dell’acqua”: non finirà, come il petrolio, ma il suo ciclo è turbato e l’acqua può venire a mancare nei fiumi, nelle falde, nelle sorgenti. Su quel suolo, degradato dal supersfruttamento, competono molte funzioni: urbanizzazione, antropizzazione, coltivazioni per materie prime delle “plastiche” e dei carburanti a base vegetale o per farne mangime per animali, piantumazione di alberi a scopi industriali, discariche.

Volersi bene a tavolaè voler bene al mondo

Insomma, resteremo a pancia vuota? No, o perlomeno non tut-ti. Ma per il cibo dovremo “com-petere” di più e questo sarà un danno per tutti, ricchi e poveri. Sì, continua e continuerà a esserci un mondo di sovra-consumatori che possono permettersi cibo sano e in quantità sufficiente e grandi masse minacciate dalla fame. Ma aumenteranno care-stie, prezzi dei generi alimentari, emergenze umanitarie e conflitti, anche violenti e sanguinosi, mi-grazioni forzate, rivolte. Come e dove si produce cibo, quale cibo, quanto sano e sicu-ro, è dunque una domanda che tutti devono porsi. Prevenire il collasso del sistema alimentare è interesse di tutti. Volersi bene

a tavola è voler bene al pianeta e agli altri esseri viventi (compresi i non umani, non dimentichiamo la biodiversità).

Decalogodelle buone pratiche

Il decalogo di quanto possiamo fare non è difficile da seguire e nemmeno troppo gravoso. Il WWF, ad esempio, consiglia:1) Acquista prodotti locali; 2) Mangia prodotti di stagione; 3) Diminuisci i consumi di carne; 4) Scegli i pesci giusti; 5) Privilegia i prodotti biologici; 6) Riduci gli sprechi: se l’hai ac-quistato, mangialo; 7) Cerca di non acquistare pro-dotti con troppi imballaggi; 8) Cerca di evitare cibi eccessi-vamente elaborati; 9) Bevi l’acqua del rubinetto; 10) Evita gli sprechi, anche ai for-nelli.

Editoriale

Segue dalla prima pagina

Editoriale

“Per produrre cibo in quantità sufficiente ci vogliono, apparentemente, solo poche cose banali: spazio, acqua, suolo fertile. Semplice? Non tanto”

Prof. Mario Salomone

Sociologo dell’ambiente, si è laureato a Torino con una tesi in Filosofia Teoretica su “Uomo e natura nella socie-tà tecnologica”. È professore aggregato di Politiche territo-riali e sostenibilità all’Universi-tà di Bergamo e membro del Collegio didattico della Scuola di Dottorato in Antropologia ed epistemologia della complessità. Dirige il mensile “.ECO, l’edu-cazione sostenibile” ed è direttore responsabile del semestrale scientifico internazionale “Culture della sostenibilità”. È membro, tra l’altro, del Comitato scientifico nazionale italiano UNESCO del Decennio delle Nazioni Unite per l’educazione allo sviluppo sostenibile (2005-2014) e Segretario Generale della rete inter-nazionale WEEC (World Environmental Education Congress). È autore di numerosi articoli, saggi, romanzi e racconti. Con il ro-manzo Messaggio dal futuro (Giunti, 1998) ha ottenuto la segna-lazione al Premio Legambiente “Un libro per l’ambiente”.

Alice Motti - GiornalistaValeria Annovazzi - Giurista ambientaleAlessandra Loche - GiornalistaGiorgio Moratti - Scienze della ComunicazionePatrizia Mantoessi - CFLLivia Salvi - Moda e Storia dell’ArteAlessandro Sonzogni - Scienze della ComunicazioneMarta Morarelli - Scienze della ComunicazioneAlessandro Fortis - Scienze dell’EducazioneMaria Imparato - GiornalistaGabriele Palamara - GiornalistaClara Gandolfi - Lingue e Letterature StraniereAndrea Sem Castelli - Scienze della ComunicazioneLara Abrati - Food WriterRossana Madaschi - NutrizionistaClaudia Proserpio - Educazione e Formazione CEAGiuseppe Piantoni - CEAApa Caterina - Scienze dell’Educazione

Hanno collaborato a questo numero:EditoreStudio Green Solution S.r.l.Direttore Editoriale Marco [email protected] Responsabile Diego [email protected] organizzativa Francesca Togni - Roberta [email protected] Grafico ed impaginazione Nello Ruggiero - Layout Studio Service Srl www.layoutstudio.itStampa CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.itPubblicità Studio Green Solution S.r.l. - [email protected] 335.362358 - Via Privata Legler, 14 - Brembate Sopra

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

Registrazione:Tribunale di BergamoN. 25/10 del 04/10/2010Registro stampa periodici

Chiuso in redazione26 Novembre 2012

© Copyright 2012. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.

Free Press >30.000 copie

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S o m m a r i oAttualità

Eco dalla Provincia4. L’aeroporto il Caravaggio di Orio al Serio. Prima questione: come si misura l’impatto acustico?

Eco dal comunE6. Il Natale di Bergamo si illumina a Led7. Ecosistema Urbano 2012. Bergamo migliora: 21° posto in classifica8. Obiettivo sulla Piazza Verde. Premiati gli scatti più belli9. Upper Lab. Fare rete per creare sinergie creative

comuni virtuosi 10. «Suoli condivisi» contro lo sfruttamento indiscriminato dei terreni11. Partita sul Serio la fidelity card del Distretto

Green EconomyEnErgia

12. Dal Green allo Smart: ieri, oggi, domani. Le facce dell’architetturaEdilizia

14. Creatività, altro che pallet! Impazza il riuso dei bancali tra design e arredamento16. Progettare una casa verde? Ci pensa Leroy Merlin di Seriate18. Riusindustriali 2012. I vincitori del concorso19. Energe Srl. Efficienza energetica chiavi in mano

Ecologia & imPrEsE20. Con il 5° conto energia agevolazioni finanziarie ancora possibili21. Ecomafia Lombardia 2012. Il rapporto di Legambiente

Stili di vita e d’impresasPEcialE alimEntazionE

22. Mangiare bene fa bene all’ambiente23. Terra Madre day. Festa mondiale del cibo locale24. Impressioni Slow… di ritorno dal Salone del Gusto di Torino25. Pianeta GourMarte. Un universo di sapori tra le eccellenze lombarde26. Nutrire il pianeta. Energia per la vita27. A Bergamo approda la Maratona delle imprenditrici verso Expo 201528. L’educazione alimentare inizia dalle scuole29. Mangio locale penso universale30. L’ingrediente segreto tra i fornelli? Un’ottima acqua32. L’arte del «senza glutine». Non rinunciare al gusto!33. Pata.Ma, la patata bianca di Martinengo ora anche in forma di gnocchi lisci e rigati34. La pizza si fa in otto… fette35. Il gusto della qualità nei formaggi di Villa Delizia36. Mangiare vegano sì ma con gusto37. «Ecocucina» Un libro di gustose ricette… con gli scarti38. Le marmellate fatte in casa40. Pompelmi. Ibridi di successo / Carote. Proprietà medicinali41. Le ricette

salutE & BEnEssErE42. L’universo delle essenze

amBiEntE44. C’era una volta il lupo45. Natale con il WWF

Eco dal mondo46. Nantes regina verde47. Le «Machine» e la riqualificazione dell’Ile de Nantes

sociEtà48. Processo alla noce amazzonica49. Cesvi: fermare l’Aids in Africa con un sms di solidarietà50. 100 di questi giorni!51. Google, a Londra. Il miglior posto di lavoro al mondo

storia & PErsonaggi52. Il cantico delle creature53. Il CEA apre a Treviglio. Etica, valori e percorsi per lo sviluppo del territorio

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Nato nel 1937 per scopi milita-ri, l’aeroporto di Bergamo ha una lunga storia. In realtà già dal 1911 nella provincia di Bergamo esistevano campi di volo e ne vennero costruiti altri durante la Prima Guerra mondiale. Nel 1949 si costituì un comitato per dotare Bergamo di un aeroporto civile. Ma solo il 16 Luglio 1970, a conclusione di un lungo iter, si costituì la Sacbo, Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo – Orio al Serio.Il 21 marzo 1972 partì da Orio il primo volo civile, diretto a Roma Ciampino e operato dalla com-pagnia aerea Itavia, inaugurato da varie autorità politiche. Verso la fine degli anni ‘90 Orio al Serio conobbe un notevole sviluppo, dovuto principalmente alla sua posizione baricentrica. Lo sca-lo, infatti, si trova nel mezzo di una regione con oltre 9 milioni di abitanti, di cui una buona par-te gravita attorno al bacino d’u-tenza e al centro esatto di tutta la pianura padana. Nell’Agosto 2002, l’Aeroporto di Linate chiu-de temporaneamente a causa del rifacimento della pista e par-te del traffico viene dirottato su Bergamo. Lo scalo di Orio dimo-stra, all’opinione pubblica e all’a-viazione civile, di essere pronto e attrezzato per supportare volumi di traffico di gran lunga superiori al milione di passeggeri l’anno, cifra raggiunta nel 1999.

L’arrivo dei voliLow cost

Nel 2003, con lo scoppio della bolla low cost e con l’arrivo, pri-ma di Ryanair e poi di altri vettori a basso costo, Orio al Serio ini-zia a crescere in modo esponen-ziale e, nel giro di poco tempo, diventa il più importante scalo

italiano dei voli low cost. Basti pensare che nel 2002 il nume-ro di passeggeri transitati da Orio era poco più di un milione; un anno dopo, nel 2003, il dato schizza a poco meno di 3 milioni di persone, per arrivare nel 2011 con un numero totale di viag-giatori pari a 8 milioni e 420 mila unità, diventando così il 4° scalo italiano. La crescita così marca-ta dei passeggeri ha portato con sé l’aumento dei voli e di con-seguenza un maggiore impatto ambientale dell’attività aeropor-tuale sul territorio bergamasco, sia in termini di inquinamento acustico e atmosferico, nonché della qualità di vita di chi vive nei pressi dell’aeroporto.

La misurazione dell’impatto acustico

Il Decreto Ministeriale del 31 ot-tobre 1997, al fine di contenere l’inquinamento acustico negli aeroporti civili, disciplina i cri-teri di misura del rumore degli aeromobili, le procedure per la

riduzione del rumore aeropor-tuale e “i criteri di individuazione delle zone di rispetto per le aree e le attività aeroportuali nonché quelli che regolano l’attività ur-banistica nelle zone di rispetto”. La commissione aeroportuale di Orio al Serio viene istituita nel 2000 e un anno più tardi viene presentato il piano di sviluppo aeroportuale (programmato fino al 2015), ma viene approvato so-lo nel 2003 quando ormai lo sca-lo orobico aveva già iniziato la sua crescita. Lo sviluppo dell’a-eroporto si sposta quindi verso il turismo sulla scia dei nuovi voli low cost e non più solo nell’ottica dei voli cargo, come inizialmen-te prospettato. La Sacbo infatti aveva già predisposto un piano di sviluppo aeroportuale nel ’97 con il relativo studio di impatto ambientale, che ad oggi risul-ta essenzialmente modificato, in quanto si riferiva a previsioni di traffico fortemente inferiori a quelle attuali. Successivamen-te venne presentato un nuovo piano, denominato “Master plan

1999”, modificato, migliorato e approvato nel 2001, che presen-ta ipotesi di sviluppo fino al 2015.

Curve isofoniche L’approvazione nel 2010

La misurazione del rumore, pre-vista dalla norma già dal ’97, si basa su un modello che mappa il territorio in base al rumore. Ri-producendo il rumore sulla car-tografia si ottengono delle curve, dette “curve isofoniche”, che de-terminano 3 zone: A, B, C (zo-nizzazione acustica), più o meno distanti dalla zona aeroportuale e all’interno delle quali valgono precisi limiti per la rumorosità prodotta dalle attività aeropor-tuali. Le zone A, B e C devono essere approvate all’unanimità dalla commissione aeroportuale tenendo conto sia del piano re-golatore aeroportuale, che degli strumenti di pianificazione terri-toriale e urbanistica vigenti, non-ché delle procedure antirumore previste e adottate. Per l’aero-porto di Orio al Serio la zonizza-

Eco dalla Provincia

L’aeroporto il Caravaggio di Orio al SePrima questione: come si misura l’imp BergamoSOStenibile avvia una serie di approfondimenti sulle complesse que a cominciare dall’inquinamento acustico. Una cronistoria per comprendere i

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da inserirenel proprio organico

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zione acustica è stata approvata nel novembre 2010.L’osservazione e la conseguente misurazione del rumore è effet-tuata da una rete di monitorag-gio distribuita sul territorio di Bergamo. Questa rete consta di un totale di 8 cabine (3 nel co-mune di Bergamo e le rimanenti nei comuni di Orio al Serio, Ba-gnatica, Seriate, Grassobbio e Azzano San Paolo) capaci di of-frire dati aggiornati tutto l’anno. La verifica del rispetto dei limiti di rumore si basa sul cosiddetto calcolo del “Busy Day” (il giorno di traffico maggiore), ottenuto dalla suddivisione dei rilevamen-

ti annuali in tre quadrimestri. Per ogni quadrimestre si individua la settimana con i rilevamen-ti maggiori e si comparano con le zonizzazioni acustiche. I rile-vamenti dovranno essere coe-renti e rispettosi con il piano di zonizzazione acustica, altrimenti scatta l’obbligo di provvedimen-ti.

Comprendere il problema

Fin qui la storia e alcuni elementi base per capire come e perché si è arrivati alla situazione attua-le e quali sono i veri termini del problema. Come si può evince-re dalla cronistoria, sono due gli elementi fondamentali da con-siderare per quanto riguarda la problematica dello sviluppo aeroportuale in connessione al suo impatto acustico: per prima cosa il fulcro della vicenda si gio-ca tutto attorno alla modalità di misurazione del rumore, che per legge si deve basare sul rispetto o meno delle curve isofoniche. Il secondo cruciale fatto è che le curve isofoniche sono state ap-provate dalla commissione ae-roportuale di Orio al Serio solo nel novembre 2010. Si deduce che fino al 2010 non esisteva uno strumento in grado di sta-bilire se lo sviluppo dello scalo fosse o meno conforme alla nor-mativa sull’impatto acustico. A monte sta il fatto che l’appro-vazione delle curve isofoniche è così difficile da ottenere per-ché richiede l’unanimità di tutti i membri della commissione ae-roportuale. L’unanimità è d’altronde neces-saria perché tutela gli interessi delle diverse parti in causa, in quanto in tale commissione sie-dono sia i rappresentanti dell’a-zienda, favorevoli allo sviluppo economico dello scalo, sia le istituzioni pubbliche e territoriali, sia infine i comuni limitrofi che in-vece si contrappongono ad una sua espansione, essendo porta-voce delle proteste dei residenti. Nel momento in cui scoppiava il boom dei voli low cost, la cresci-ta esponenziale dell’aeroporto è

avvenuta senza “redini”, senza l’aver saputo mettersi d’accor-do per fissare quantomeno un punto fermo, criticabile ma mi-surabile, entro il quale lo svilup-po aeroportuale avrebbe dovuto muoversi.Quando nel 2010 il punto fermo è stato messo, si sono aperte due visioni contrastanti che ve-dono per alcuni l’approvazione delle curve isofoniche come un passo verso la regolamentazio-ne di uno sviluppo finora incon-trollato, per altri invece questo punto fermo rappresenta un fat-to negativo in quanto al momen-to dell’approvazione l’aeroporto si sarebbe già spinto oltre uno sviluppo considerato ammissi-bile, disconoscendo quindi il va-lore delle misurazioni. Ci sono ovviamente molte posi-zioni intermedie e molte propo-ste o controproposte, dovute al diverso (opposto) punto di vista dal quale si guarda alla questio-ne “sviluppo aeroportuale e im-patto ambientale”.A questo si aggiungo dibattiti su questioni più tecniche (la rotta degli aerei, il numero di voli, le modalità di rilevamento acusti-co, le compensazioni richieste).Nei vari numeri di Bergamo-SOStenibile cercheremo di af-frontarli, isolando per quanto possibile i numerosi e comples-si fattori in gioco e intervistando di volta in volta i diversi attori in campo.Sicuramente quello dell’impatto acustico e della sua misurazio-ne è uno dei nodi cruciali: lungi dall’essere risolto, proviamo al-meno a iniziare a comprenderlo.

Diego MorattiMarta Morarelli

erio patto acustico?

estioni relative allo scalo aeroportuale il problema

“Nel 2003, con lo scoppio dei voliLow cost e l’arrivo prima di Ryanair e poi di altri vettori a basso costo, lo scalo inizia a crescere in modo esponenziale”

“fino al 2010non esisteva uno strumento in gradodi stabilire se losviluppo dello scalo fosse o meno conforme alla normativa sull’impatto acustico”

Come è composta la società Sacbo

S.E.A. ..................................................................30,98 % U.B.I. Banca S.p.A. .............................................. 17,89 % Comune di Bergamo ...........................................13,84 % Camera di Commercio di Bergamo ......................13,25 % Provincia di Bergamo ........................................... 13,19 % Credito Bergamasco S.p.A .....................................6,96 % Altri soci privati con quota inferiore al 5%

I membri della Commissione aeroportuale

Ministero dell’Ambiente Regione Lombardia Provincia di Bergamo ARPA Lombardia Comune di Bergamo Comune di Orio al Serio Comune di Grassobbio Comune di Seriate Comune di Azzano San Paolo Comune di Bagnatica Comune di Brusaporto Comune di Costa di Mezzate ENAV-CAAV Soc. gestione SACBO Comitato Utenti

In forma di uditori:Prefettura di Bergamo, Comune di Dalmine,Comune di Stezzano, comune di Treviolo, Comune di Lallio

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Eco dal Comune

Con l’intento di festeggiare un Natale più sobrio e attento all’ambiente, le luminarie della città saranno rigorosamente a led. Non solo: la CO2 prodotta dalla loro accensione, ma anche dall’accensione di tutte le lumi-narie private, sarà interamente compensata grazie alla collabo-razione di Abenergie. Non è un vero regalo di Natale ma, in tempi di spending review ogni boccata d’ossigeno alle casse comunali è gradita, tan-to più se rivolta a politiche di ri-sparmio energetico. Grazie alle nuove tecnologie si riesce infatti a ridurre il consumo energetico fino al 90%. E’ il caso dell’illumi-nazione a Led che negli ultimi anni ha visto crescere enorme-mente le proprie potenzialità applicative: non soltanto sem-plici spie luminose o di stand-by, ma soluzioni adatte a tutti i settori. Per questo il Comune di Bergamo ha deciso di investire in questa nuova forma di illumi-nazione candidandosi a diven-tare una vera e propria città a Led. La prima azione avviata è stata la sostituzione integrale di

tutte le 5 mila lampade semafo-riche con quelle a Led: un inter-vento recentemente terminato e realizzato direttamente da Atb Mobilità con un investimento di quasi 400 mila euro che si ripa-gherà in pochi anni. La seconda azione avviata riguarda l’illumi-nazione pubblica: partita in via sperimentale nel parco Suardi e nella grande rotatoria di ingresso del nuovo ospedale in via Martin Luther King, nei prossimi mesi si

estenderà in altri parchi, lungo le piste ciclabili e in altre strade e piazze cittadine. Altro intervento importante in corso di realizza-zione riguarda la sostituzione, nel Cimitero monumentale, di ben 17 mila vecchie lampade votive a incandescenza dalla potenza di 3 watt l’una, con al-trettante lampade a Led ma dalla potenza di soli 0,2 watt l’una, con un netto risparmio immediato e un investimento recuperabile in

appena un anno. Oltre all’illumi-nazione esterna, le applicazioni si stanno diffondendo sempre più anche per gli spazi chiusi: per dare il buon esempio tutti gli uffici del Servizio ambiente so-no stati interamente illuminati a led, mentre la stessa azione è in fase di attuazione per l’intero edificio delle piscine Italcementi. “Nella consapevolezza che l’e-ra dello sfruttamento delle fonti fossili sta terminando, diventa

indispensabile ricercare anche a livello locale nuove forme di ap-provvigionamento energetico –afferma l’assessore all’Ambiente ed energia Massimo Bandera-. Abbiamo scoperto un enorme giacimento in città: è una fonte di energia pulita, facilmente reperi-bile ma soprattutto sostenibile, si chiama efficienza energetica e a Bergamo, soprattutto nel campo dell’edilizia, ne abbiamo in abbondanza”.

Avviata in città una vasta azione di risparmio dei consumi energeticiLuminarie compensate grazie alla collaborazione con ABenergie

Il Natale di Bergamo si illumina a LedEco dal Comune

Giornata nazionale dell’alberoCon il Lions Club nuovi alberi nel parco di via Lochis

Il 21 novembre scorso è stata celebrata la Giornata nazionale dell’Albero e Bergamo per la ricorrenza ha completato la piantu-mazione del parco di via Lochis, con l’aggiunta di ben 90 alberi ad alto fusto (querce, aceri, carpini ecc.) di cui 50 donati dai Lions Club di Bergamo in ricordo del notaio Carlo Leidi, a cui è intitolato il parco. Negli ultimi tre anni sono stati piantumati più di 25 mila alberi di cui 5 mila ad alto fusto e 20 mila forestali. L’o-biettivo inserito nel progetto comunale di forestazione urbana si prefigge, entro il 2014, di raggiungere la quota di 40 mila alberi.

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Sono stati presentati a Venezia il 29 ottobre scorso i risultati del rapporto “Ecosistema Urbano 2012”, un’iniziativa giunta alla 19° edizione, promossa da Le-gambiente, AmbienteItalia e il Sole 24 Ore, con l’obiettivo di analizzare le performance am-bientali e di sostenibilità di tutte le città capoluogo di provincia.E la città di Bergamo migliora le sue performance, passando dal 25° posto dello scorso anno al 21° di quest’anno, nella categoria delle città di media dimensione, ossia con popolazione compre-sa tra 80 mila e 200 mila abitanti. Una tendenza al miglioramento che si differenzia in positivo ri-spetto alle 104 città analizzate, con un sorpasso in classifica della città “cugina” Brescia. Il ri-sultato rappresenta la somma di diversi indicatori che analizzano la qualità ambientale delle Città ma soprattutto valutano le azioni messe in campo dalle ammini-

strazioni comunali per migliorar-la. Da un’analisi più nel dettaglio del rapporto, si evidenzia che in quasi la metà degli indicatori, Bergamo si posiziona nei primi 10 posti, entrando nelle prime 5 posizioni per 6 indicatori. Tra i migliori risultati emergono il 3° posto nella classifica “Aree verdi totali”, il 3° posto nella classifi-ca dedicata alle “Minori perdite della rete idrica”, il 4° posto nel-la classifica “Teleriscaldamen-to” e il 5° posto nella classifica “Eco-management”, “Politiche Energetiche”, “Pianificazione e Partecipazione Ambientale” e 6° posto nella classifica “Ciclabili-tà”. Inoltre, considerando solo il territorio lombardo, Bergamo risulta la 2° città nella classifica dedicata alla “Raccolta differen-ziata”. Note dolenti invece per quan-to riguarda i consumi idrici ed energetici delle utenze civili e l’annosa questione della qualità

dell’aria: “complessivamente so-no molto soddisfatto di questo progressivo miglioramento della nostra città che significa che ci stiamo muovendo nella giusta direzione -commenta l’asses-sore all’ambiente ed energia del comune di Bergamo Massimo Bandera-. Per quando riguarda

la criticità dei consumi idrici ed energetici l’Amministrazione co-munale sarà presto impegnata per una campagna di sensibiliz-zazione verso i cittadini, mentre per la qualità dell’aria molto di-pende dalla conformazione ge-omorfologica del territorio della pianura padana: un indicatore

che tra l’altro nella classifica na-zionale pesa per il 20% e quindi penalizza molto la nostra città”.Bergamo ha anche ottenuto un premio speciale per la “Miglio-re ecoazione nei centri urbani” a seguito dell’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti de-gli edifici pubblici in particolare quelli scolastici. “Soltanto 5 cit-tà su 104 hanno ricevuto tale riconoscimento, a dimostrazio-ne dell’impegno profuso dall’A-mministrazione comunale nel promuovere buone pratiche am-bientali -sottolinea ancora Ban-dera, giunto in laguna per ritirare il riconoscimento-. Quest’ultimo premio è il quarto di quest’anno per la città di Bergamo, che ar-riva dopo il premio “Città Amica della Terra”, il premio “Città per il Verde” e il premio per la raccolta differenziata di indumenti usati, oltre al recente riconoscimen-to di “Città Ideale” per la qualità della vita.

Ecosistema Urbano 2012Bergamo migliora21° posto in classificaLegambiente, AmbienteItalia e Il Sole 24 Ore stilano la classificaRimangono le note dolenti: consumi idrici, energetici e qualità dell’ariaPremio speciale “Migliore ecoazione” per il fotovoltaico sugli edifici pubblici

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Assegnati i premi per il concorso fotografico realizzato in occasio-ne della seconda edizione dell’e-vento “I maestri del Paesaggio - International Meeting of the Landscape and garden”, svolto in Città Alta dal 30 agosto al 16 settembre e capace di attrarre a Bergamo i migliori paesaggisti del mondo. Con l’immagine di Piazza verde in notturna, Carlo Buliani conquista il primo posto tra un centinaio di “aspiranti” vin-citori del concorso. Secondo gradino del podio per Clara Mangili, con la foto della Basilica di Santa Maria Mag-giore, seguita da Alberto Iacono con l’immagine di Fontana Con-tarini vestita di verde. I primi tre classificati hanno ricevuto come premio le macchine fotografiche Nikon (la Nital Nikon è stata tra gli sponsor dell’iniziativa). La quali-tà delle immagini presentate per il concorso era particolarmente alta. Tanto che ha sorpreso an-che Philip Smith, direttore del prestigioso concorso “Interna-tional Garden Photographer of the Year”, che ha affermato che

molti scatti potrebbero degna-mente partecipare al concorso inglese, nella categoria Gree-ning the City (rendere verdi le

nostre città). Anche l’assessore all’Ambiente Massimo Bandera ha lodato l’iniziativa conclusiva del meeting: “Da un lato valo-

rizza ancora più la suggestione di Piazza Vecchia, dall’altro per-mette di poter disporre di te-stimonianze fotografiche della

Piazza in una veste rara”. Queste immagini, ha assicurato, “trove-ranno presto una collocazione fruibile da tutti i cittadini”.

Gli esiti del concorso fotograficode “I Maestri del paesaggio”

Obiettivo sulla Piazza Verdepremiati gli scatti più belli

Eco dal Comune

II° posto. Santa Maria Maggiore III° posto. Fontana Contarini

I° posto. Piazza verde in notturna

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Un’ex falegnameria si trasfor-ma in uno spazio dove “fare rete” creando sinergie per far nascere nuovi progetti e idee. Il “riciclo” dell’area di Valtesse, in via Pescaria 1, è stato voluto e costruito dalla cooperativa “La-boratorio HG80”: un gruppo di giovani tra i 28 e i 33 anni che, dal primo novembre, ha dato vita a Upper Lab, lo “spazio condivi-so tra diverse realtà dedicato al lavoro e alla produzione culturale e artistica”. Uno spazio dove possono ope-rare associazioni, società srl e

cooperative, nel quale una forte attenzione è rivolta alle realtà più giovani: per gli under 30 è pre-vista una riduzione dei costi di affitto del 50% nel primo anno di attività. E, nonostante la recen-tissima inaugurazione, restano libere solo due postazioni desk e un ufficio.I 300 metri quadri dell’ex fale-gnameria sono così il terreno fertile per i professionisti, le as-sociazioni, le cooperative e le società che vogliono trovare nelle reciproche differenze non un motivo di separazione bensì un’opportunità di crescita. Per-ché con lo scambio e la conta-minazione possano nascere dei progetti condivisi, dando vita ad appuntamenti e momenti cultu-rali e sociali. “L’obiettivo -spiega-no i promotori- è il superamento della rigida demarcazione tra settori non-profit e profit, con l’i-

dea che soggetti con natura giu-ridica diversa possano costruire progetti condivisi e, quindi, valo-re sociale”.Inclusione e partecipazione so-no quindi le parole d’ordine. Inoltre, una delle principali ca-ratteristiche di Upper Lab è che l’area viene gestita proprio da un’associazione, un “soggetto indipendente, aperto e demo-cratico, pronto ad accogliere nuove progettualità”.I servizi e l’accesso agli spazi sono riservati ai soci. Ma alcu-ne zone, come l’area espositiva, possono essere affittate anche

da realtà esterne per realizzare mostre, incontri, laboratori e se-minari serali. “Un criterio-guida del progetto è la fornitura agli associati di servi-zi accessibili e la possibilità del coworking, ossia di lavorare in rete”, precisano i promotori. Per avere un proprio spazio all’interno dell’Upper Lab sono previste tre possibilità: la scri-vania nell’open space (100 euro al mese), il laboratorio delimitato (200 euro) e l’ufficio (a partire da 300 euro).

Delia Natali

Upper LabFare rete per creare sinergie creativeDa novembre è attivo lo spazio costruito dalla cooperativa «Laboratorio HG80» a disposizione per idee imprenditoriali e non profit

“L’obiettivo è il superamento della rigida demarcazione tra settori non-profit e profit, con l’idea che soggetti con natura giuridica diversa possano costruire progetti condivisi e, quindi, valore sociale”

Il Laboratorio HG80Sono quattro i soci fondatori del Laboratorio HG80, la coopera-tiva fondata formalmente nel 2011: Paolo Baraldi, Sergio Capi-tanio, Fabiana Gerosa e Maurizio Tarallo. La realizzazione dello spazio “delle idee condivise” è solo una delle iniziative concretizzate dal gruppo. Infatti quello che viene offerto è “un servizio complesso che fornisce competenze e ca-pacità, coadiuvando il cliente senza sostituirlo. Un servizio che si esplica in un processo di sviluppo dei progetti e dei prodotti, una cooperativa del “sapere” inteso nella sua dimensione fat-tuale, una sorta di studio associato che va oltre la sommatoria dei contributi personali, dando vita a un organismo collettivo”.I lavori messi in campo spaziano dalla progettazione sociale, ai percorsi artistici. E ancora, comunicazione e territorio, sviluppo d’impresa, eventi e manifestazioni. “HG80 opera con la finalità di fornire soluzioni integrate, costruite nella costante interazione con il cliente”.Tutte le informazioni si possono trovare sul sitowww.laboratoriohg80.it.

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Ogni anno in Italia ben 400 kmq di terreno, pari a 3 volte l’area urbanizzata di Milano, diventa-no suolo edificabile. Lo rivela un recente rapporto pubblicato da Inu (Istituto Nazionale Urbani-stica) e Ambiente Italia 2011. La Lombardia è in testa con il 14% della sua estensione occupata da superfici artificiali.

La cementificazione inarresta-bile e indiscriminata è una realtà sempre più preoccupante. Per questo motivo è nato il proget-to “Suoli condivisi”. Il suo scopo primario è quello di sensibilizza-

re le persone su questa realtà e stimolare l’attenzione verso quei paesaggi ancora “liberi” e natu-rali per poter avviare un nuovo modello di sviluppo. Il piano di lavoro è stato definito nei minimi dettagli per ottenere delle azioni concrete che costituiscano degli esempi di quello che si può fare davvero e per dare il via a un’in-versione di tendenza. A capo di tutto questo c’è la cooperativa sociale Linus di Al-menno San Bartolomeo che collabora con un team di con-sulenti ambientali dell’associa-zione milanese Venti Sostenibili. Il progetto, finanziato dalla Fon-dazione Cariplo, coinvolge le amministrazioni e la popolazio-ne di quattro Comuni: Albino, Nembro, Pradalunga e Ponte San Pietro. Racconta Stefania Fontana, consulente di Venti So-stenibili: “Al suolo edificabile si attribuisce oggi un valore eco-nomicamente maggiore rispetto a quello agricolo, valore che non tiene conto però delle disastro-se conseguenze dovute a una riduzione delle risorse ecosiste-miche. Di tale riduzione spesso fanno le spese le comunità loca-li, divenendo vittime di sempre più frequenti catastrofi naturali, dovute all’assenza di una piani-ficazione urbanistica e territoria-le attenta al suolo come risorsa ambientale”. Aggiunge Giulia Detomati di Venti Sostenibili: “Il progetto “Suoli condivisi” nasce per stimolare la popolazione ver-

so un nuovo modello di sviluppo che riconosca il valore del suo-lo libero attraverso interventi di educazione ambientale, di for-mazione dei tecnici comunali e realizzazione di azioni concrete che permettano ai cittadini di

sviluppare attivamente il senso di appartenenza al proprio ter-ritorio e al paesaggio che li cir-conda”. Il progetto, che ha preso il via già da un anno e che ter-minerà nel marzo 2013, preve-

de attività e interventi diversi per ciascun Comune. Ad Albino l’o-biettivo è la redazione delle linee guida per la manutenzione e la gestione del patrimonio foresta-le e ambientale. A Nembro inve-ce le azioni del progetto hanno lo scopo di rivalutare un’area naturalistica che si chiama Oa-si Saletti. A Ponte San Pietro l’attenzione è posta su un’area comunale che diventerà un orto

sociale con tanto di attrezzatu-re, allacciamento dei servizi idrici e lezioni sull’orticoltura. Infine a Pradalunga si sta lavorando su un’emergenza ambientale: il dis-sesto idrogeologico. Il progetto si concluderà con la redazione delle linee guida per la gestione del reticolo idrico secondario. E non è finita qui: “Il progetto propone anche uno spettacolo teatrale dal titolo “Cemento e l’e-

roica vendetta del letame”, con Giorgio Ganzerli -spiega Claudia Veenstra della cooperativa Li-nus- È già stato portato in sce-na varie volte in diversi paesi e a gennaio sbarcherà a Bergamo. Per informazioni e per segui-re l’andamento dei cantieri del progetto si può consultare il sito www.suolicondivisi.it.

Clara Gandolfi

Albino, Nembro, Ponte San Pietro e Pradalunga: 4 paesi impegnatinella creazione di un nuovo modello di sviluppo per il paesaggio

«Suoli condivisi» contro losfruttamento indiscriminato dei terreni

Comuni Virtuosi

“Ogni anno in Italia ben 400 kmq di terreno, pari a 3 volte l’area urbanizzata di Milano, diventano suolo edificabile”

“Al suolo edificabile si attribuisce oggi un valore economicamente maggiore rispetto a quello agricolo, un valore che non tiene conto delle disastrose conseguenze dovute a una riduzione delle risorse ecosistemiche”

Cemento e l’eroica vendettadel letame“Martino è stato accusato di aver distrutto escavatori, ruspe e trivelle di una società impegnata nella costruzione di un laghet-to artificiale. Dovrà esporre le sue ragioni in tribunale. Con le armi del paradosso e della comicità riuscirà a districare il gro-viglio di interessi e pubbliche connivenze che hanno prodotto il saccheggio del paesaggio e che solo un nuovo modello di sviluppo e l’amore per la propria terra possono fermare”. Que-sta è la storia rappresentata da Giorgio Ganzerli in “Cemento e l’eroica vendetta del letame”, scritto e diretto da Massimo Donati ed Alessandra Nocilla con la collaborazione di Giulia Detomati. Giorgio Ganzerli è un attore comico e drammatico, capace di trascinare lo spettatore in una storia dal ritmo serrato, tra l’altro ispirata a fatti realmente accaduti. Lo spettacolo è andato in scena già diverse volte riscuotendo sempre molto successo tra il pubblico. A gennaio probabilmente sarà replicato a Bergamo: consultate il sito www.suolicondivisi.it per tenervi aggiornati.

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Distretto che vai, iniziativa che trovi. Punta sulla fidelizzazione del cliente attraverso una carta sconti, il distretto del commercio “Insieme sul Serio” che, com-posto inizialmente dai comuni di Alzano Lombardo, Nembro e Albino, ha successivamente trovato l’adesione anche di Ranica e Pradalunga e allargherà a breve i pro-pri confini con l’ingresso di Torre Boldone. La card, entrata ormai completa-mente nella sua fase ope-rativa, vede già l’adesione di 63 esercenti del territorio distrettuale (per dicembre si stima possano arrivare a 100) che con grande soddi-sfazione stanno già trovando successo in questo importan-te strumento di fidelizzazione. La Serio Card infatti risponde perfettamente alle funzioni del distretto nato proprio per va-lorizzare i negozi del vicinato e rivitalizzare il centro storico dei comuni. Ancora una vittoria e un segno volto a far restare la gente sul territorio rimarcando profon-

damente la bellezza dei centri storici e l’importanza del com-mercio urbano. Insieme sul Se-rio si propone, con un’iniziativa unica all’interno dei distretti del commercio bergamaschi, come modello per altre realtà. Sono già

diecimila infatti le card distribuite ai consumato-ri che, compilando il modulo di richiesta presso qualunque de-gli esercizi coinvolti nel progetto (riconoscibili da una vetrofania che indica l’adesione al circuito), possono immediatamente ini-ziare a beneficiare dell’iniziativa. La carta sfrutta un meccanismo

di sconti calcolati in modo pro-porzionale alla spesa effettua-ta. Gli sconti, che vanno dal 2 al 5% relativamente alla tipologia di esercizio, sono applicati su spese del valore minimo di due

euro, venen-do automa-ticamente registrati ed accumulati sulla carta. Una volta raggiun-ta la quo-ta minima di 5 euro il titolare della fide-lity card

potrà utilizzare il cre-dito (interamente o solo in parte) in qualsiasi negozio del circuito utilizzandolo come se fosse de-naro contante.Per visualizzare il credito accu-mulato, da fruire entro il 31 mar-zo di ogni anno, il titolare della carta potrà guardare le informa-zioni riportate su ogni scontrino ricevuto in seguito ad un ac-

quisto effettuato con la card o, in alternativa, controllare il suo status attraverso il portale www.insiemesulserio.it nello spazio ri-servato ai titolari della carta. Non la solita carta fedeltà che sfrutta l’accumulo di punti con catalo-ghi a premi, ma denaro da spen-

dere negli stessi esercizi del distretto. Una differente politica che sembrerebbe più allineata a un periodo di crisi dove i porta-fogli delle persone sembrano al-leggerirsi ogni giorno che passa. Dai bar ai ristoranti, dagli alimen-tari all’abbigliamento, dalle far-macie ai tabaccai, passando per i negozi di articoli sportivi e dalle

attività di servizio o artigianato, spingendosi poi sino a strutture ricettive o librerie: le possibilità di usufruire dei vantaggi risul-tano molteplici e all’ordine del giorno. Anche per le spese più piccole, caffè pranzo o aperitivo, i cittadini si stanno abituando ad accumulare piccole somme quotidiane di cui possono far im-mediatamente tesoro o da utiliz-zare in vista di particolari periodi come quello natalizio. La card potrà a breve essere in-tegrata anche con nuovi servizi come i circuiti museali e i tra-sporti, questo per sottolineare l’intento di una forte promozione non solo commerciale ma anche culturale del territorio. Il progetto risulta strategico non solo per l’i-potetico bacino di esercizi com-merciali (800 con artigianato e servizi) e l’importante numero di residenti (più di 54 mila con Torre Boldone) ma anche per la zona territoriale in cui è inserito, importante luogo di transito da e verso l’alta valle.

Alessandro Fortis

Partita sul Seriola fidelity card del DistrettoGià 63 esercenti del territorio hanno aderito all’iniziativaIn 10mila portafogli il nuovo strumento di promozione del commercio

“Una volta raggiunta la quota minima di 5 euro, il titolare della fidelity card potrà utilizzare il credito in qualsiasi negozio del circuito, utilizzandolo come se fosse denaro contante”

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Si è tenuta dal 5 all’11 novem-bre a Bergamo e in diverse lo-cation in provincia e a Brescia, Como e Varese la Settimana per l’Energia, sette giorni di eventi e workshop organizzati dall’Asso-ciazione Artigiani di Bergamo, in collaborazione con Confindu-stria Bergamo e con gli Ordini bergamaschi degli Architetti e degli Ingegneri, l’Università, l’Uf-ficio scolastico e Bergamo Svi-luppo.

Tema di quest’edizione la smart city, che ha dato il nome all’in-tera manifestazione “Dal Green allo Smart: ieri, oggi, domani” e ha trovato la sua conclusione nel convegno di sabato 10 novem-bre alla Fiera Nuova centrato su: “La Governance: cambiare e migliorare i meccanismi deci-sionali che governano un paese, dalla quotidianità alla gestione dei grandi progetti”. Introdotta dal saluto del presidente dell’As-sociazione Artigiani di Bergamo Angelo Carrara, la mattinata di lavori ha toccato le criticità e i numerosi aspetti relativi alla poli-tica energetica del nostro paese quali gli alti costi energetici do-vuti alle occasioni mancate delle liberalizzazioni. Il presidente di Confindustria Bergamo Carlo Mazzoleni ha sottolineato che solo oggi, per la prima volta do-po 25 anni di attesa, abbiamo una Strategia Energetica Nazio-nale che porta in Italia un ragio-namento ad ampio raggio. E ad illustrare la nuova Strategia Ener-getica Nazionale è intervenuto Leonardo Senni, Capo Diparti-mento Energia del Ministero del-lo Sviluppo Economico, che ha ribadito che se oggi siamo in una situazione in cui l’energia costa cara è perché in passato non è stata tracciata una direzione ver-so la quale muoversi, a causa di una mancata pianificazione. Gli

obiettivi della nuova strategia so-no: riportare il costo dell’energia a livelli allineati almeno agli altri Paesi europei; tutelare l’ambien-te nel rispetto dei limiti europei del 20-20-20; migliorare la sicu-rezza energetica per non essere a rischio di distacchi di energia e ridurre la dipendenza dall’estero; dare un contributo attivo all’eco-nomia attraverso il settore dell’e-nergia come fattore di crescita.A concludere i lavori Giorgio Merletti, presidente di Confarti-gianato Lombardia che ha esor-dito “Non è vero che ciò che è grande è buono. È vero il con-trario: ciò che è buono è vera-mente grande. Per le piccole imprese non è un problema di dimensioni, bensì di rete”. Infine, sulla Smart City, ha tenuto alta l’attenzione delle imprese per tre motivi. Il primo è strutturale: oltre la metà della popolazione vive in città e oltre i 4/5 dell’energia vie-ne consumata in città; il secon-do contingente: il governo ha

messo sul piatto oltre 400 milio-ni di euro per progetti di ricerca; il terzo è sociale: il mondo della piccola impresa è fortemente legato al territorio e alla città ed è per questo -ha concluso Mer-letti- che abbiamo l’obbligo di accompagnare le imprese in un percorso di riqualificazione ca-pace di intercettare questa linea di sviluppo.

Nella Settimana per l’Energia di Bergamo convegni e workshop per migliorare i meccanismi decisionali e di governance

Dal Green allo Smart: ieri, oggi, domaniEnergia

In occasione della Settimana per l’Energia, l’Ordine degli architetti di Bergamo ha organizzato una serie di proiezioni in collaborazio-ne con Lab80. Abbiamo seguito il documentario “Julius Shulman: l’architetto nello sguardo” ed “entroterra Giambellino” rispetti-vamente di martedì 6 e giovedì 8 novembre. In entrambe le serate la sala dell’Auditorium di Piazza della Libertà era piuttosto affol-lata e i documentari proposti si sono rivelati molto interessanti.

L’architetto dello sguardo

È stato un piacere scoprire Ju-lius Shulman, un personaggio molto simpatico, un vecchietto arzillo e lucido scomparso nel 2009, l’anno successivo alla re-alizzazione del documentario a lui dedicato e narrato da Dustin Hoffman. Shulman è stato il più

grande fotografo di architettura mai esistito e attraverso i suoi scatti è stato possibile segui-re l’evoluzione della disciplina a partire dal 1930 fino ai giorni no-stri. Sostenitore di modelli archi-tettonici allo stesso tempo utili e non soltanto esteticamente ap-prezzabili, è stato il fotografo di fiducia di molti fra i più importan-ti architetti moderni e progressi-sti del 1900, tra cui Frank Lloyd Wright, Richard Neutra, John Lautner e Frank Gehry. Le sue immagini riassumono la singola-re bellezza del movimento mo-dernista del Southern California. Periferia metropolitana

Da un mondo celebre e lontano si è passati a un quartiere della periferia di Milano: Il Giambelli-no. Il documentario “Entroterra Giambellino” è stato prodotto proprio da Lab80 ed è un’opera del collettivo immaginariesplo-razioni, un progetto di ricerca interdisciplinare sulle metropoli contemporanee e, insieme, un collettivo di circa 30 giovani che, oltre ad essere la regia di ”Entro-terra Giambellino” (Lab80 film),

si è reso autore del libro “Nella tana del drago. Anomalie narra-tive dal Giambellino”. Il Giambel-lino è un quartiere storicamente riconosciuto come laboratorio politico a cielo aperto e il collet-tivo ha voluto confezionare un “percorso visuale attraverso al-cuni immaginari di una periferia metropolitana del mondo”. Un montaggio che ha dovuto sacri-ficare minuti e minuti di filmato per racchiudere il tutto in un’o-ra e catturare ciò che funge da specchio delle variegate culture che compongono il quartiere. Una serie di spaccati di vita, di piccole storie o lampi di vissu-to, che si intrecciano fra di loro innalzando la semplicità di un quartiere al concetto di piccolo mondo. Due documentari che rappre-sentano due facce dell’archi-tettura: la lontana e celebre architettura catturata nelle foto-grafie di Julius Shulman e l’ar-chitettura sociale di un quartiere non distante da noi nel quale si può riconoscere in modo defini-to la storia di chi lo abita.

Giorgio Sappilo

In due documentari la complessità di un’arte a contatto con la storia e la società

Le facce dell’architettura

Angelo Carrarapresidente Associazione Artigiani

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Tra le idee per arredare casa in maniera ecologica, il legno è un materiale che si presta per es-sere riciclato e far nascere nuovi complementi d’arredo. Uno degli elementi più trascurati è il pallet, comunemente detto anche ban-cale, una pedana in legno utiliz-zata per il trasporto di materiali, che consente lo stoccaggio ed il posizionamento durante la distri-buzione dei vari prodotti. Una volta che gli articoli sono stati trasportati, questi pallets vengono di solito scartati per fini-re in discarica o nell’angolo di un garage. Sarà per le dimensioni standardizzate (800x1200m), o per la leggerezza, per la compo-sizione in legno naturale, o per la facilità di montaggio, che questo manufatto ispira profondamente il design del riuso contempora-neo, con effetti estetici notevoli e soluzioni proposte sia da sempli-ci appassionati del fai da te, sia da designer ed architetti che lo utilizzano per la realizzazione di singoli elementi, o per la ristruttu-razione o la realizzazione di interi edifici.

Usi decorativi

Proposto in molteplici soluzioni, per rendere più calda o più rac-colta l’atmosfera di un interno, il

pallet può essere utilizzato per rivestire completamente una parete, che in questo modo as-sume particolare risalto. Un ori-ginale modo di reinterpretare il pallet nell’arredamento è quello proposto dalla designer Flavia Dalla Pellegrina, che propone

una libreria componibile, costi-tuita da un sistema a parete di doghe in legno, nella quale pos-sono essere aggiunti più moduli. Può essere utilizzata come ele-mento modulare o come vera e propria parete divisoria, con un effetto di notevole impatto visi-

vo. Per gli arredi da interni, i pallet possono essere utilizzati nei mo-di più svariati: per ricavare tavoli o tavolini, sedute singole o multi-ple, originali e variegate culle per bimbi o spaziose basi per il letto

matrimoniale, oltre a numerosi e fantasiosi mobili. Una cucina, denominata “Paletina”, realizzata interamente in pallet, è stata pro-gettata da Alessandra Sansone e Paco Serinelli per il Concorso Eco Kitchen 2012. Si tratta di una cucina ad isola composta da due moduli: nel primo sono presenti tutte le attrezzature e gli impianti elettrici, di acqua e del gas; nel secondo modulo, su una base in pallet, è posato un piano in vetro da cui è stato ottenuto il tavolo.

Progetti architettonici

Un intervento più massiccio, che ha consentito di dare una nuo-va immagine degli spazi inter-ni attraverso la ristrutturazione dell’esistente, è quello realizzato da Most Architecture che ad Am-sterdam ha utilizzato i bancali per dare un nuovo aspetto dinamico e creativo all’agenzia pubblici-taria Brandbase, con un costo dell’intervento pari a 50 mila eu-

ro. Viene così conformato un am-biente in cui si articolano più piani orizzontali che a seconda dell’al-tezza in cui sono riposti, possono diventare tavoli, sedute, menso-le, spazi comuni, fino a confor-mare poi la scala che consente l’accesso al piano superiore. I pallet ricoprono tutta la superfi-cie dell’ambiente, dando luogo ad uno spazio originale, innova-tivo e naturale. Altra struttura ori-ginalissima, ottenuta utilizzando pallet di riciclo, è il Pupa Pavilon: progetto di Liam Hopkins, ispira-tosi a forme e tessiture del mon-do vegetale ed animale, quali ragnatele, alveari e nidi di volatili. La struttura intende favorire il ri-utilizzo dei rifiuti, trasformandoli in opere d’arte: pallet e residui di cartone, unitamente ad altri rifiu-ti, ridotti in poltiglia e utilizzati per conformare 3.972 moduli trian-golari, tra loro assemblati per dar vita all’originalissima struttura.

Alessandro Sonzogni

Amanti del fai da te, designer e architetti riutilizzano le pedane in legno per la realizzazione di eco design funzionali e creativi

Creatività, altro che pallet! Impazza il riuso dei bancali tra design e arredamento

“Per gli arredi da interni, i pallet possono essere utilizzati nei modi più svariati: per ricavare tavoli o tavolini, sedute singole o multiple, originali e variegate culle per bimbi”

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Ultimamente si sente spesso parlare di case green o a impat-to zero e quasi sempre a questi discorsi se ne aggiungono altri che alludono a grandi opere di ristrutturazione come l’imple-mentazione di pannelli fotovol-

taici sui tetti, l’installazione di pompe di calore, la conversio-ne al geotermico e via dicendo. Senza dubbio questi interventi rappresentano il meglio degli ul-timi ritrovati dell’ingegneria edile volta a costruire case che nulla abbiano da eccepire in termini di risparmio energetico e di im-patto con il territorio. Ma tutta l’edilizia vecchia, dai palazzo-ni popo-lari degli anni ’70 ai grandi com-plessi residen-ziali degli anni ’80? Cosa fare se si è acquistato una casa che sfugge a tutti gli standard di classificazio-ne energetica? Si può ristruttu-rare, ma attenzione a scegliere i migliori materiali disponibili sul mercato. Leroy Merlin, azienda leader nel settore del fai-da-te aiuta non solo a ripensare, ma anche a creare la propria “casa del futu-ro”, più eco-compatibile e meno impattante sull’ambiente. “Cre-iamo la casa del domani” è lo slogan che identifica una serie di prodotti eco che permettono di risparmiare e avere una casa che rispetti i suoi abitanti e l’am-biente. Il negozio di Seriate partecipa at-

tivamente al progetto lancia-to dalla casa madre, tanto che in occasione della scorsa Green Week è stato premiato per aver proposto la migliore iniziativa green in sinergia con Legam-biente e con il nostro mensile BergamoSOStenibile, che du-rante quella settimana è stato distribuito a tutti i clienti al fine di promuovere una cultura e stili di vita più sostenibili. Nei primi mesi del 2013 vi accoglierà nella sua nuova “casa verde”: la creazio-ne all’interno del negozio di un bilocale campione che utilizza i migliori materiali, in termini di mi-nor impatto ambientale, dimo-

strando come sia possibile con pochi accorgimenti far diventare la propria casa un po’ più green. Il prossimo anno, all’interno di Leroy Merlin Seriate, a occupare parte delle vetrine del negozio ci sarà un piccolo appartamento di 45 mq, che verrà realizzato uti-lizzando tutti i prodotti a impatto zero presenti sul mercato e di-sponibili nello store. La casa, sarà composta da un soggiorno con cucina a vista, camera da letto e bagno, mon-terà infissi in classe A per evi-tare la dispersione di calore. I pavimenti sono stati studiati per essere ipoallergenici e verran-

no realizzati attraverso proces-si produttivi che non impattano sull’ambiente. Tutti i rivestimen-ti saranno in pietra naturale e i mobili in legno certificati PEFC e FSC, il cui scopo è quello di indi-viduare una conduzione foresta-le economicamente valida nel rispetto dell’ambiente. Anche le vernici che verranno utilizzate prevedono l’assenza di solventi e sono non inquinanti. I segna-passi saranno invece realizzati con pannelli solari che produ-cono energia sfruttando la luce naturale, e i pannelli divisori delle stanze saranno in cartongesso.Lo scopo di Leroy Merlin è quel-lo di sensibilizzare i propri clienti a un utilizzo consapevole delle materie prime e mostrare co-me con pochi sforzi ognuno di noi, anche attraverso il semplice fai-da-te, possa contribuire in modo significativo a salvaguar-dare l’ambiente e il portafoglio. Non dimentichiamo infatti che la maggior parte delle bollette salate di luce e riscaldamento derivano da una gestione su-perficiale dell’ambiente dome-stico. L’importanza di scegliere infissi in classe A consiste nella capacità delle finestre di tratte-

nere il calore all’interno dell’abi-tazione ed evitare che spifferi di aria fredda abbassino la tempe-ratura. In questo modo non oc-correrà aumentare il termostato del riscaldamento consuman-do di più, ma solamente tenere ben chiuse le finestre d’inverno. Piccole pratiche quotidiane che possono fare molto: per noi, a migliorare la qualità della vita e della gestione domestica, per l’ambiente a salvaguardare le ri-sorse che ci ha regalato.

Alice Motti

Progettare una casa verde? Ci pensa Leroy Merlin di SeriateUn appartamento a impatto zero a prezzi accessibili per tuttiverrà allestito nel 2013 in esposizione per tutti i visitatori

“Leroy Merlin, azienda leader nel settore del fai-da-te aiuta non solo a ripensare, ma anche a creare la propria “casa del futuro”, più eco-compatibile e meno impattante sull’ambiente”

“in occasione della scorsa Green Week è stato premiato per aver proposto la migliore iniziativa green in sinergia con Legambiente e con il nostro mensile BergamoSOStenibile,che durante quella settimana è stato distribuito a tutti i clienti”

Leroy Merlin e Legambiente: connubio vincente10 e 17 dicembre: Corso gratuito «Mini orti urbani»Leroy Merlin in occasione della Green Week, la settimana “eco” ideata dall’azienda per sensibilizzare e diffondere la cultura di uno stile di vita più sostenibile, ha avviato una serie di iniziative in collaborazione con Legambiente, per promuovere una serie di corsi che hanno riscosso molto successo. I prossimi appunta-menti prevedono due mini corsi della durata di due ore ciascuno a partecipazione gratuita previa iscrizione. Insieme a un agrono-mo sarà infatti possibile scoprire tutti i segreti del compostaggio domestico e le modalità per farsi un piccolo orto urbano anche sul terrazzo di casa. Entrambi i corsi prevedono l’articolazione delle lezioni in tre fasce orarie, dalle 10:00 alle 12:00, dalle 13:00 alle 15:00, dalle 15:00 alle 17:00. L’appuntamento per il corso “mini orti urbani” è previsto per il 10 dicembre, mentre il 17 di-cembre si terrà quello sul compostaggio domestico. Per partecipare al corso (gratuito), prenotarsi allo 035/2928500.

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Il concorso di idee “Riusindu-striali” bandito da Confindustria Bergamo in collaborazione con Ance, Ordine degli Architetti e Ordine degli Ingegneri, ha avuto come oggetto la riconversione di tre siti industriali della provincia: Italcementi nel comune di Albino, Legler nel comune di Ponte San Pietro e VideoPlastic nel comune di Gorlago.

I siti interessati

I tre siti sono accomunati dal-la posizione strategica nell’am-bito del sistema urbano di appartenenza (come quasi tutti i siti industriali dismessi) e quindi dall’elevata accessibilità, ma pre-sentano caratteristiche specifi-che che ne hanno determinato la candidatura al concorso. Italcementi e Legler sono siti con superfici e volumi importanti, ri-spettivamente 47 mila e 169 mi-la mq, e presentano elementi di valore storico. Sono entrambi collocati in ambiti con valenza paesaggistica (il fiume e il ver-de), ma si caratterizzano per una conformazione degli spazi deci-samente differente: Italcementi è un sito estremamente compat-to che sfrutta molto le altezze, mentre Legler è una sorta di città

fabbrica o di fabbrica giardino con sviluppo orizzontale. Vide-oplastic occupa una superficie più modesta, pari a 18 mila mq e non possiede alcuna valenza di carattere storico, ma rappre-senta un caso molto più comune di insediamento industriale sorto nella seconda metà del 1900 nel-la campagna e oggi circondato dalla città che gli è cresciuta in-torno. Al fine di meglio focalizza-

re gli elementi progettuali, il 15 giugno, è stata effettuata una vi-sita guidata ai 3 siti industriali alla quale hanno partecipato più di 100 persone. Oltre alla visita agli spazi, è stato possibile ricostruire le modalità d’uso degli ambienti e apprendere come sono cam-biati durante la vita dell’azienda.

Il successo del concorso

Oggetto del concorso, la defini-zione di proposte progettuali sul riuso. Tra i punti fermi, il fatto che la funzione produttiva dovesse conservare un ruolo caratteriz-zante ma non per forza esclu-sivo, potendo affiancare altre destinazioni d’uso come il com-mercio, la residenza, i servizi, la ricettività turistica, ecc. La vera sfida riguardava infatti la ricerca di modalità che consentissero di rendere compatibili e quin-di insediare, in un unico luogo, funzioni diverse. Pubblicato il 31 maggio, il bando del concorso, ha usufruito di modalità telemati-che, attraverso la consegna della documentazione amministrativa e del progetto esclusivamente attraverso il web, per rispondere

a una logica di contenimento dei costi e favorire la partecipazio-ne dei giovani. In tutto sono stati presentati 51 progetti, di cui 23 per l’area Italcementi, 16 per la Legler e 12 per Video Plastic e in totale sono stati assegnati premi per 10 mila euro. L’iniziativa, rivol-ta agli architetti e agli ingegneri dell’Ue in forma singola o asso-ciata, con un incentivo alla pre-senza di giovani professionisti, ha riscosso un notevole interes-se con più di 5 mila visite in pochi giorni al sito attivato apposita-mente (www.riusindustriali2012.com). Sono state registrate 86 adesioni: 31 professionisti singo-li, 49 raggruppamenti tempora-nei di professionisti e 6 tra società e raggruppamenti temporanei di società o società e professionisti,

per un totale di quasi 250 perso-ne coinvolte. La partecipazione locale è stata molto elevata con 42 iscritti della provincia di Ber-gamo, 51 iscritti in rappresen-tanza di 25 province italiane, 2 provenienti dalla Francia e 1 dal Portogallo. L’età degli iscritti va dai 25 ai 73 anni con una media che si attesta a 37 e sale a 39 nel caso dei capo-gruppo di rag-gruppamenti temporanei di pro-fessionisti e a 43 anni nel caso di professionisti iscritti singolar-mente. Il primo premio è andato all’architetto Alberto Ulisse (Uno-auno studio) con Marino La Tor-re (Unoauno studio), Fabio Rizzo e Vincenzo Moretti con un pro-getto sul sito VideoPlastic: “Per la capacità dimostrata di spin-gersi oltre una consueta visione

di riuso e di promuovere nuovi concetti di rifunzionalizzazione. Capace di creare un’occasione energetico-ambientale, rispon-dendo alle diverse declinazioni di sostenibilità attraverso un ar-ticolato masterplan. Il linguaggio utilizzato nell’esposizione degli elaborati dimostra una forte con-sapevolezza del tema rendendo ben comprensibile il concetto al-la base del progetto”. Ex aequo di 3 gruppi per il secon-do premio (in tabella) mentre una menzione d’onore è stata asse-gnata al gruppo dell’architetto Luciano Motta, con gli ingegneri Bonetti, Mondiali e Stapenhorst per un progetto sul sito Video-Plastic di Gorlago.

Marta Morarelli

Italcementi ad Albino, Legler a Ponte San Pietro e VideoPlastic a GorlagoChe fare con gli insediamenti dismessi?

Riusindustriali 2012I vincitori del concorso

Edilizia

“Elevata la partecipazione locale: 42 iscritti dalla provincia di Bergamo, 51 rappresentati di 25 province italiane, 2 provenienti dalla Francia e 1 dal Portogallo”

Riusindustriali 2012: I vincitori

1° PREMIO Architetto Alberto Ulisse con Marino La Torre, Fabio Rizzo e Vincenzo Moretti Sito: VideoPlastic2° CLASSIFICATO EX AEQUO Alessandro Alì (Ubistudio) con Mariasilvia Agresta (Ubistudio), Maddalena Leanza (Ubistudio),

Flavia Rizzini (Ubistudio), Lara Valtorta (Ubistudio), Antonio Longo (Politecnico di Milano), Arturo Lanzani (Politecnico di Milano), Simonetta Armondi (Politecnico di Milano), Alessandro Giacomel, Christian Novak

Sito: VideoPlastic

2° CLASSIFICATO EX AEQUO Emanuele Colombo, Paolo Molteni, Gabriele Rivolta Sito: Legler2° CLASSIFICATO EX AEQUO Giorgio Davide Manzoni, Stefano Pugni, Antonio Giuseppe Pennacchio, Rialto s.r.l. Sito: LeglerMENZIONE Luciano Motta, Ivano Bonetti, Carolin Christin Stapenhorst, Daniel Mondiali Sito: VideoPlastic

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l’azienda informa Messaggio Pubbliredazionale

La storia inizia nel 2008 in Val-seriana, nel territorio di Cene, dove cinque anni fa nasce la gio-vane e dinamica società Energe srl, specializzata in efficienza, ingegneria e ricerca legata al ri-sparmio energetico. Energe Srl nasce da un mix di competen-ze ed esperienze diverse, ben dosate e frullate nelle giuste proporzioni. I soci che l’hanno costituita sono Enrico Pezzoli, ingegnere dell’industria energe-tica e Eros Gotti, da oltre 30 anni nel campo dell’elettronica e nel-le telecomunicazioni. Un mix di successo visto che, avviata con sole 4 persone, l’attività coinvol-ge attualmente una quindicina di dipendenti, con un fatturato di oltre 2 milioni di euro. L’obiet-tivo di Energe è fare efficienza energetica in particolare per le Pubbliche Amministrazioni at-traverso la diagnosi degli immo-bili e degli impianti. Il che è ben diverso da un semplice audit energetico: “La diagnosi ener-getica di dettaglio con servizio di monitoraggio, oltre che rile-vare lo stato dell’arte, permette di fare delle precise valutazioni tecnico-economiche sulle solu-zioni che si possono individua-re” tiene a precisare l’ingegner Enrico Pezzoli. Grazie a ricerca e innovazione la società è in gra-do di sviluppare e produrre auto-nomamente hardware e sistema informatico, che permettono di monitorare e rilevare i consumi e, con lo stesso applicativo, di telegestire e telecontrollare tutti gli impianti tecnologici.

Soluzioni per Pubbliche Amministrazioni

La crisi economica nazionale e mondiale in atto già da qualche anno ha obbligato le Pubbliche amministrazioni a stringere i cordoni della borsa per via del “patto di stabilità”: non solo so-no diminuiti i fondi a disposizio-ne per fare investimenti, ma è ormai necessario trovare il mo-do per risparmiare su tutti i con-sumi e le spese correnti: anche sulla scia di questa necessità e venendo incontro anzitempo a

queste esigenze, Energe Srl è stata una delle prime società a divenire una Esco, con la pos-sibilità di proporre direttamente soluzioni finanziarie. In pratica è la stessa Esco che finanzia gli in-terventi di efficienza energetica nelle pubbliche amministrazioni, assumendosi in proprio il rischio d’impresa. A fine 2009 le opera-zioni finanziate da Energe am-montavano già a 3 milioni di euro e nel 2011 a 6 milioni di euro.Dal 2009 la società si rivolge anche al mercato industria-le. L’offerta si articola su 4 aree specifiche, ma complementari. Il reparto termico si occupa degli aspetti relativi all’isolamento ter-mico fino alla cogenerazione; il reparto elettrico spazia dagli im-pianti elettrici a quelli fotovoltaici; il reparto monitoraggio e con-trollo consente di videocontrol-lare e gestire gli impianti. Infine il reparto di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni di si-stema: soluzioni di sistema che,

proprio grazie alla continua ri-cerca si sono evolute sul fronte dell’automazione attraverso cui è ora possibile impartire co-mandi e funzionalità da remoto, con il risultato di migliorare ul-teriormente l’efficienza energe-tica. In modo particolare oggi la società mira al mondo della Smart City con un prodotto in-novativo chiamato “Streetlight network” in grado di dare illumi-nazione a risparmio energetico, videosorveglianza, connettività, rilevamento condizioni ambien-tali, controllo accessi, telelettura contatori di energia.

Tecnologia,innovazione e futuro

La società ha conseguito nel 2011 la certificazione 11352:2010 (la norma internazionale che de-finisce i requisiti organizzativi, diagnostici, progettuali, gestio-nali e finanziari minimi). Questa certificazione è una garanzia ul-

teriore per le aziende alla ricerca di fornitori di servizi di efficienza energetica che vogliono sele-zionare interlocutori qualificati, e sottoposti a periodici audit da valutatori qualificati apposita-mente per tale servizio. Una garanzia di affidabilità che trova riscontro nella costante crescita: il fatturato dell’azienda è suddi-viso per il 50% tra Bergamo e Provincia, il 20% in Lombardia e il 30 % nel Nord Italia. “L’obiettivo per il 2013 è puntare sul mercato estero e la costante ricerca e svi-luppo di nuovi prodotti -dichiara l’ingegner Pezzoli- grazie a nuovi prodotti e soluzioni stiamo rice-

vendo molte richieste di contatto dall’estero e ci stiamo muoven-do per concretizzare queste op-portunità e allargare il business oltre confine. L’innovazione ci ha permesso di distinguerci sino a oggi dalla massa di aziende che si improvvisano nel settore del ri-sparmio energetico, permetten-do quindi di superare e resistere alla crisi. Ritengo che l’innova-zione sia il motore della cresci-ta per le imprese, generando effetti positivi sulla produttività e sull’occupazione”. Il modello bergamasco partito da Cene è pronto a essere esportato nel re-sto dell’Europa.

Energe SrlEfficienza energetica chiavi in manoDiagnosi e soluzioni complete per privati e pubbliche amministrazioniRicerca e sviluppo: dalla progettazione all’assistenza finanziaria

Energe SrlVia Caduti 56 - 24040 Cene (BG)Tel. 035 719287 - Fax. [email protected] - www.energe.it

Impianto fotovoltaico della scuola primaria a Barzana

Impianto termico Casa della Serenità Cene Progetto in elaborazione

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Leggero per l’ambiente e più leg-gero per le tasche: è arrivata la conferma della cumulabilità del-la detassazione anche per gli im-pianti fotovoltaici. Dopo anni di incertezza la normativa ha fatto chiarezza. E per guidare al me-glio le imprese sul terreno fertile della green economy sono sorte diverse società che si occupano dei servizi di supporto finanziario fiscale e di investimento. Perché capita che non si approfitti degli

incentivi a disposizione solo per-ché non se ne viene a conoscen-za. Per illuminare -con energie rinnovabili- queste ombre, le società specializzate vengono incontro alle aziende proponen-do un ventaglio di diverse solu-zioni finanziarie, che possono comprendere anche partner-

ship con agenzie assicurative, in particolare nel settore del foto-voltaico. Un servizio di supporto per conoscere il meccanismo di promozione dell’efficienza ener-getica e delle fonti rinnovabili negli usi finali, il cosiddetto Tee (Titoli di efficienza energetica).

Le opportunità

Rimangono aperte una serie di possibilità: in primis per i proprie-tari di immobili che vogliono ce-dere il diritto di superficie per la realizzazione di impianti fotovol-taici o per soluzioni di efficienta-mento energetico. Inoltre è stata confermata l’applicazione della detassazione ambientale per le imprese che hanno già investito in energie rinnovabili e in impianti a cogenerazione, in macchinari a basso impatto ambientale o per lo smaltimento dell’amian-to. L’agevolazione per la detas-sazione ambientale consiste nell’esclusione dall’imposizione dal reddito imponibile del valo-re ambientale degli investimenti ammissibili, necessari a preveni-

re, ridurre e riparare i danni cau-sati all’ambiente. Esistono inoltre prodotti assicurativi con solu-zioni destinate a coprire i rischi a cui gli impianti a energie rinno-vabili sono esposti durante il lo-ro esercizio. Il punto è riuscire a mettere in contatto realizzatori e investitori, sia italia-ni sia este-ri, che inten-dono ven-dere o acqui-sire pro-getti in svilup-po, pro-getti auto-rizzati o im-pian-ti già realizzati. C’è infine il meccanismo Tee, che sono titoli che certificano i risparmi energetici consegui-ti attraverso la realizzazione di

specifici interventi finalizzati alla riduzio-

ne dei consumi energe-tici dell’utenza finale, come ad esempio l’isolamento delle pa-reti e delle coperture, l’impiego di collettori solari per la produ-

zione di acqua calda sanitaria, applicazione di sistemi di coge-nerazione per la climatizzazione e la produzione di acqua calda, o la sostituzione dei vetri semplici con quelli doppi e l’installazione degli impianti fotovoltaici.

Approvata la cumulabilità della detassazione anche per gli impianti fotovoltaici

Con il 5° conto energia agevolazioni finanziarie ancora possibili

Ecologia & Imprese

“Capita che non si approfitti degli incentivi a disposizione solo perché non se ne viene a conoscenza” SOCIETÀ DI CAPITALE IRES 27,5%

€ 33.000,00

ESEMPIO APPLICATIVO DI DETASSAZIONE FISCALE

COMPONENTE AMBIENTALE 60%(FORBICE DAL 10% AL 60%)

IMPIANTO AMBIENTALE€ 200.000,00

BENEFICIO DATO DALRISPARMIO DI IMPOSTA

REDDITO IMPONIBILE€ 120.000,00

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Mercoledì 7 novembre 2012 - A colloquio con l’Avvocato Sergio Cannavò, presidente dei Centri di Azione Giuridica di Legam-biente, presso la Fondazione Serughetti La Porta, in collabo-razione con Libera Bergamo, in occasione del 4° appuntamento dedicato a Le Mafie.Ecco di seguito alcune doman-de a Sergio Cannavò, al termine dell’incontro in cui l’avvocato ha presentato la piattaforma libe-ra Lombardia 2.0, un luogo di confronto e di elaborazione di contenuti sul futuro della nostra Regione e “una richiesta di in-tervento sul fronte legislativo per cercare di fare argine al fenome-no della criminalità ambientale”. Dal sito lombardia.legambiente.it è possibile scaricare libera-mente il formato PDF del dossier “Ecomafia Lombardia 2012 - Le storie, i numeri e le inchieste del-la criminalità ambientale”.

Cos’è il rapporto Ecomafia Lombardia 2012? “È un dossier contenente le sto-rie, i numeri e le inchieste della criminalità ambientale nella no-stra Regione, a cura del sotto-scritto e di Agostino Cullati. Si tratta di un estratto del rapporto nazionale Ecomafia 2012, edito da Edizioni Ambiente. E’ l’unico

documento che si occupa su scala nazionale di quella che è la criminalità ambientale in Ita-lia, ovverosia l’attività illegale nel settore ambientale; è un’opera collettiva curata dall’Osservato-rio Nazionale Ambiente e Lega-lità di Legambiente, capitanato da Enrico Fontana, l’inventore del termine Ecomafia in Italia, con il contributo di giornalisti, magistrati e forze dell’ordine”.

Dagli anni ’90 ad oggi,cos’è cambiato? “Non molto. Negli ultimi dieci an-ni il fenomeno, che si pensava confinato al sud, coinvolge tut-te le regioni del nostro Paese, con una nuova tendenza: non vi è storia che riguardi la crimi-nalità ambientale in Lombar-dia che non veda la presenza di politici, di pubblici funzionari o comunque di colletti bianchi; che non veda la realizzazione anche di reati contro la pubbli-ca amministrazione (corruzio-ne, falsificazione di documenti, falsificazione delle analisi per le inchieste, abuso d’ufficio). Sia-mo ai primi posti della classifica nazionale della corruzione am-bientale (terzi dopo Calabria e Piemonte).

Un’analisi sconfortante,ma come se ne può uscire? “Quello che manca veramente è l’attenzione e l’interesse del-la nostra classe dirigente a ri-solvere il problema. Le nostre

forze dell’ordine e la magistra-tura dovrebbero essere dotati di maggiori risorse e mezzi per contrastare la criminalità am-bientale”.

E Legambiente?“L’illegalità ambientale contem-pla reati di serie “B” che nel nostro ordinamento sono con-travvenzioni, puniti con arresto e/o ammenda. Da tempo chie-diamo l’introduzione di delitti ambientali nel Codice Penale che prevedano la pena dell’erga-stolo, reclusione, multa, com’è stato per il traffico illecito di rifiu-ti. Il nostro Paese è un fanalino di coda nella legislazione anti-ecomafia”. Per info: www.legambiente.it, www.minambiente.it

Valeria [email protected]

Ecomafia Lombardia 2012Il rapporto di LegambienteAlcune domande all’avvocato Sergio Cannavò, di passaggio a Bergamo. Lombardia al terzo posto nella classifica della corruzione ambientale

“Ecomafia è un neologismo coniato da Legambiente che indica quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l’abusivismo edilizio e le attività di escavazione come nuovo grande business”

“Stanno acquistando sempre maggiore peso anche i traffici clandestini di opere d’arte rubate e di animali esotici. New entry è l’agromafia che interessa la filiera agroalimentare”

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Speciale Alimentazione

Le scelte alimentari sono, tra le decisioni che si prendono quoti-dianamente, quelle più frequenti e anche più abitudinarie. Nono-stante la tendenza più recente sia orientata in maniera diversa, sono ancora poche le perso-ne che hanno gli strumenti per comprendere quanto è impor-tante stare attenti a “quello che

si mette sotto i denti”, lasciando spesso al “caso”-un “caso” in re-altà mediato da tutta una serie di variabili e circostanze- queste decisioni.Non intendiamo in questa sede fare un bilancio riguardo all’im-patto ambientale causato dalla produzione di un alimento piut-tosto che un altro ed è sem-

pre sbagliato condannare un singolo prodotto alimentare in maniera categorica. Occorre al contrario avere la consapevo-lezza e la conoscenza del “siste-ma” alimentare, perché appunto di sistema bisogna parlare, ed è un sistema fatto di equilibri che lo regolano, di mezzi e tecniche produttive, di aspetti economici, di ristorazione e distribuzione, di caratteristiche organolettiche degli alimenti (attraverso l’uso dei sensi e la loro educazione), e infine di aspetti legali e igienici. Tutti aspetti che portano l’indi-viduo a essere in grado di sce-gliere in maniera consapevole e, seppur a livello individuale, corretta. Diviene così importan-te non badare solo agli aspetti legati al piacere, piuttosto che al prezzo, al nostro stile di vi-ta o alla sostenibilità, intesa in senso estremamente puritano, perché ogni singolo fattore può portare in sé incoerenza e con-trosenso. E’ necessario invece conoscere e considerare l’insie-me delle questioni di un sistema

alimentare, al fine di imparare a prendere decisioni equilibrate e razionali, in modo da garanti-re e garantirsi benessere fisico, psichico e ambientale. Cerca-re di capire cosa sta dietro un prodotto alimentare, cogliere le problematiche della produzio-

ne, comprendere le caratteri-stiche e il contesto, aiuta molto a conoscere quale sia l’impatto ambientale, individuale o com-plessivo, delle scelte alimenta-ri. La consapevolezza non può che portare a scegliere prodotti meno impattanti, buoni e sicuri per la salute. Questo percorso si intraprende creando interes-samento, confronto e dibattito al fine di sensibilizzare e promuo-vere ogni passo, anche piccolo, intrapreso nella direzione di stili di vita più sostenibili. Nonostan-te cibarsi sia uno dei bisogni vi-tali, sono spesso disconosciute molte delle conseguenze sulla salute e sull’ambiente di questa azione così quotidiana; con-seguenze che, se fossero co-nosciute, orienterebbero a fare scelte più equilibrate e soste-nibili. Per questo la mission di BergamoSOStenibile, in queste pagine di Speciale Alimentazio-ne come in ogni edizione men-sile, è stuzzicare e incuriosire i lettori e indurli a passare… dalle parole ai piatti.

“Molte delle nostre scelte quotidiane ci obbligano, direttamente o indirettamente, a interagire con l’ambiente esterno, “naturale” e “relazionale”. Avere coscienza di questa influenza reciproca può essere utile per mediare gli effetti negativi, creando un equilibrio tra il soddisfacimento dei nostri bisogni, il rispetto degli altri e dell’ambiente”

Dalle parole ai piatti:come le nostre scelte influisconosull’intero sistema alimentare

Mangiare bene fa bene all’ambiente

Fai parte di un GASo di un’associazione

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PER INFORMAZIONICell. 335 362.358

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A partire dal 2009, il 10 dicem-bre di ogni anno Slow Food or-ganizza il “Terra madre day” con l’obiettivo di festeggiare con le comunità di tutto il mondo il cibo locale. Ogni anno si registrano più di mille eventi organizzati e distribuiti in ogni angolo del pia-neta per promuovere produzioni e metodi di consumo sostenibili.Terra madre è una rete mondiale lanciata nel 2004 da Slow Food per creare un modello alternati-vo di produzione e consumo del cibo. Su scala globale, unisce la co-munità del cibo di 160 Paesi che condividono una visione di produzione alimentare radicata nelle economie locali, rispettosa dell’ambiente, delle conoscen-ze tradizionali, della biodiversità e del gusto. La manifestazione,

nata in realtà per festeggiare il ventennale di Slow Food, è or-mai divenuta un appuntamento fisso. I primi due anni tra le paro-le d’ordine che hanno caratteriz-zato l’evento si è puntato molto su immaginazione e fantasia; su questi input nel mondo sono state organizzate manifestazioni di ogni tipo che sono andate a caratterizzare sempre più que-sta speciale giornata.

Bergamo riccadi iniziative

Le tre condotte della bergama-sca si sono organizzate in mo-do diverso, cercando di ideare diversi eventi su tutto il territorio, dalla pianura alle valli. A Ber-gamo, si festeggerà domenica 9 dicembre presso il Chiostro di San Francesco in Città Alta, dalle 10 alle 18. In particolare, verranno proiettati alcuni inte-ressanti video del Congresso Internazionale di Torino e ci sarà una visita guidata, per grandi e piccoli, all’orto botanico Lorenzo Rota.Dalle ore 13, organizzato dalla Rete Giovane della Condotta del bergamasco, si svolgerà l’Eat In, un pranzo speciale nonché momento di importante condi-visione del cibo. Il pomeriggio proseguirà con la tavola rotonda alle 15.30 dal tema: “Dialogo su Astino”. Alle 16 verranno presen-tate la “Guida delle Osterie d’I-talia 2013”, la “Guida Locande d’Italia” e la collana Scuola di Cucina (a cui collaborano tut-te e tre le Condotte). A seguire, merenda con i prodotti preparati dalle Osterie presenti sulla gui-da: Visconti di Ambivere, Dentel-la di Bracca, Collina di Almenno San Bartolomeo, Burligo di Pa-lazzago, Taverna di Arlecchino di San Giovanni Bianco, La Conca Verde di Trescore Balneario e Zù di Riva di Solto. Nelle Valli berga-

masche invece l’appuntamento è all’agriturismo Prati Parini dei fratelli Fustinoni con la polenta taragna antica, fatta cioè con il siero del latte, e i “Giganti della montagna” (Stracchino all’anti-ca delle Valli Orobiche - Presi-dio Slow Food, Agrì di Valtorta - Presidio Slow Food, Strachi-tunt di Vedeseta DOP, Formai de mut DOP e Branzi). Per lunedì 10 dicembre invece, alle 18 a San Tomè (Almenno San Salvatore) è in programma la presentazione del volume “Centodue Ricette di mamma Maria, la dimensio-ne del gusto nella tradizione ga-stronomica della Valle Imagna”, a cura di Velio Moioli, della Colla-na Gente e terra d’Imagna. Edito dal Centro Studi Valle Imagna e dalla stessa condotta Slow Food Valli Orobiche. A seguire, al Ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo, verranno reinterpretate alcune ricette dallo chef Mario Cornali. Infine, ma non meno importan-te, l’appuntamento nella Bassa bergamasca, dove la ricorrenza verrà celebrata a Calvenzano, “terra di cooperative”, in collabo-razione con le tre realtà storiche locali del cooperativismo berga-masco (la Cooperativa agricola, con i suoi 125 anni), la Cassa Rurale e Artigiana (110 anni) e la Latteria sociale (90 anni), oltre che con la Cfl di Treviglio di cui ricorre il 40° anniversario dalla fondazione. L’appuntamento è per lunedì 10 dicembre alle ore 21 presso l’Auditorium comu-nale, dove verrà proiettato il film documentario “Terra Madre” di Ermanno Olmi. A seguire, un rin-fresco con i prodotti della Latte-ria sociale. Nel corso della serata verrà presentato il progetto di registrazione del marchio “Pre-sidio Slow Food” per il Melone retato di Calvenzano.

Lara Abrati

Terra Madre dayFesta mondialedel cibo localeIl 10 dicembre anche le tre Condotte di Slow Food operanti nella bergamasca organizzano eventi per festeggiare le comunità locali del cibo

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E’ calato il sipario sul Salone del Gusto e Terra Madre al Lingot-to di Torino, senza dubbio l’edi-zione più bella di sempre, con la conferma di Torino capitale dell’enogastronomia. Tra le de-cine di migliaia di visitatori italiani e stranieri c’erano anche alcuni di noi, soci della Condotta Slow Food Bassa bergamasca, una partecipazione arricchita dall’e-vento organizzato la mattina

di venerdì 26 ottobre presso lo stand Slow Food di Lombardia quando, insieme ai dirigenti del-la Cooperativa agricola di Cal-venzano, abbiamo presentato il Melone di Calvenzano, offrendo in degustazione alcuni prodot-ti di trasformazione (liquore e marmellate di melone). Anche il “retato di Calvenzano”, quindi, è stato tra i protagonisti del Salo-ne, un melone molto particolare

dalla forma allungata, dal peso considerevole (dai 2 ai 5 kg e ol-tre) e dalla tipica scorza rugosa detta appunto rete o ricamo, un prodotto di nicchia candidato a divenire Presidio Slow Food nel 2013. Ricordiamo che storica-mente il melone è stato impor-tantissimo per Calvenzano e la Bassa e ha avuto il suo massi-mo splendore negli anni ‘20 e ‘30; vi fu un periodo in cui veni-va consumato nei più importanti ristoranti di Parigi e servito alla famiglia reale d’Inghilterra. Il re-cupero della sua coltivazione e della sua valorizzazione è stato frutto di un gruppo di cittadini calvenzanesi coadiuvati e co-ordinati dalla Cooperativa Agri-cola di Calvenzano, la più antica d’Italia, con i suoi 125 anni, tra quelle ancora in attività. I numeri del SaloneTornando al bilancio del Salone, i dati confermano un grande suc-cesso: 220.000 visitatoti, con un incremento del 10% rispetto al 2010, tra cui moltissimi stranieri, 16.000 partecipanti alle 56 con-ferenze, 8000 studenti e 3700 bambini che hanno preso par-te alle attività educative, affron-tando temi molto attuali, quali acqua, salute e ambiente, con il tutto esaurito ai Master of Food, ai Laboratori e ai Teatri del Gusto, 15.000 download dell’applica-zione dell’evento e una notevole affluenza all’Enoteca, in cui sono stati i grandi vini i “primi attori”, accompagnati dai piatti delle vi-cine Cucine di Strada. Con il suo orto di 400 mq situato proprio al centro dell’enorme padiglio-

ne Oval, l’Africa è sicuramente stata la protagonista dell’even-to, con i suoi prodotti, le storie delle comunità e soprattutto le testimonianze dei tantissimi gio-vani che intendono riprendere in mano il futuro del continente, ritornando nei loro villaggi con gli occhi pieni di testimonianze,

idee e progetti. Africa, dunque, ma non solo. Si è parlato mol-to anche di legalità, di lotta alle mafie e alla criminalità organiz-zata, di rinascita e cooperazio-ne tra le realtà colpite da disastri naturali, dalla Liguria all’Emilia, dall’Abruzzo al Giappone. Mani che si stringono, contatti che si scambiano, idee che si confron-

tano. In mille lingue diverse. Tra colori, profumi e aromi indimen-ticabili. Parallelamente all’even-to, i 650 delegati provenienti da 95 Paesi hanno partecipato al VI° Congresso Internazionale di Slow Food, discutendo di clima, difesa del suolo agricolo, lotta al-la fame, sicurezza alimentare e biodiversità. “Con 90 interventi da 51 Paesi, Slow Food ha parlato al mondo e il mondo ha parlato a Slow Food” - così Carlo Petrini, rieletto pre-sidente dell’associazione all’u-nanimità, ha definito gli obiettivi per i prossimi quattro anni: “Il no-stro impegno non deve fermarsi

e gli obiettivi sono ambiziosi: nei prossimi quattro anni dobbiamo continuare il nostro lavoro in Afri-ca con sempre maggiore con-vinzione, e dobbiamo alimentare l’Arca del Gusto con nuovi pro-dotti tradizionali e varietà autoc-tone a rischio di scomparsa. E l’educazione continuerà a esse-re il cuore pulsante della nostra iniziativa in Italia e nel mondo”. Noi siamo tornati da Torino entu-siasti e ancora più motivati all’im-pegno nell’associazione. E già si avvicina la data del 10 dicembre, il giorno rituale in cui il respiro di Terra Madre si fa sentire nella sua dimensione planetaria.

La lettera della Condotta Slow FoodBassa bergamasca in visita alSalone del Gusto e Terra Madre

Impressioni Slow…di ritorno dal Salone del Gustodi Torino

“220 mila visitatoti, con un incremento del 10% rispetto al 2010, tra cui moltissimi stranieri”

“Mani che si stringono, contatti che si scambiano, idee che si confrontano. Africa, dunque, ma non solo. Si è parlato molto anche di legalità, di lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, di rinascita e cooperazione tra le realtà colpite da disastri naturali, dalla Liguria all’Emilia, dall’Abruzzo al Giappone”

ci scrivono

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Le eccellenze lombarde dell’arte alimentare sono pronte ad at-terrare sul Pianeta GourMarte. L’evento organizzato da Promo-berg, assoluta novità nel pano-rama delle manifestazioni del settore, sarà di scena alla Fiera di Bergamo dall’1 al 3 dicem-bre. Il polo fieristico della Città dei Mille è la location ideale per garantire tutti i servizi e le tecno-logie necessarie per un evento di tale portata. Tra piatti cucinati dai migliori cuochi e degustazioni di prodotti selezionati, in grado di rappresentare il meglio di quan-to la Lombardia esprime in fatto di produzione e cultura enoga-stronomica, Pianeta GourMarte ospiterà anche le assegnazioni della quarta edizione del presti-gioso Premio Luigi Veronelli.

Eccellenzedel territorio

Pianeta GourMarte è un format totalmente nuovo perché darà al visitatore la possibilità di al-ternare la degustazione delle specialità enogastronomiche lombarde a quelle provenien-ti da altri territori, ma che sono divenute patrimonio goloso gra-zie all’intraprendenza di aziende lombarde. Il che significa poter assaggiare i migliori vini della re-gione e gustarsi i piatti realizzati da cuochi che hanno fortemente inciso sull’evoluzione della risto-razione lombarda, dentro e fuori i confini regionali. La manifesta-zione si basa su un menù molto nutrito e appositamente ideato per consentire a tutti i cultori della buona tavola di poter degustare il meglio della proposta enoga-stronomica a prezzi accessibili e fissi. Gli appassionati potranno, infatti, scegliere tra due diverse opzioni nell’area espositiva. Una consentirà ai visitatori di degu-stare tutte le eccellenze enoga-stronomiche: in questo caso è previsto il ticket d’ingresso Gold da 30 euro. Per l’opzione “ridot-to”, che permette comunque numerosi assaggi, è previsto il ticket Silver da 18 euro. Un edu-cational tour tra le cose buone che, volendo, si potrà conclu-

dere con l’acquisto dei prodotti degustati, tramite un comodo si-stema di asporto dal magazzino predisposto all’uscita.

In campogli interpreti del gusto

Ciascun operatore è stato sele-zionato da una commissione di esperti perché ritenuto esem-plare per un prodotto specifico (lo stesso che arriverà sul banco di degustazione). Coordinata dal giornalista Elio Ghisalberti, idea-

tore con Ente Fiera Promoberg di Pianeta GourMarte, la com-missione è composta da: Fausto Arrighi (direttore Guida Michelin), Alberto Schieppati (direttore di Artù), e Enzo Vizzari (direttore Guida de L’Espresso). Per chi poi volesse gustare alcu-ni piatti che hanno fatto la storia in cucina standosene como-damente seduto a tavola, ecco entrare in scena gli “Interpreti del gusto”, cuochi e ristoratori che hanno contribuito a elevare e divulgare il buon nome della ristorazione lombarda. Questi cuochi prepareranno al meglio e in diretta nelle otto cucine a vista (in stile show cooking) i piatti che li hanno resi famosi, caratteriz-zando la loro carriera e l’evolu-zione della cucina in Lombardia. I visitatori potranno gustarli nel ristorante appositamente alle-stito, dotato di accurata mise en place e servizio di livello, a un prezzo di assoluta convenienza rispetto al costo normalmente praticato nei ristoranti: 10 euro a piatto, comprensivo di vino in

abbinamento. Preiscrivendo-si sul sito della manifestazione (www.pianetagourmarte.it), i vi-sitatori hanno la possibilità di ot-tenere biglietti e abbonamenti a prezzi speciali.

Eventisatellite

Pianeta GourMarte compren-de anche diversi eventi satellite, curati dall’Accademia del Gusto: incontri legati ai temi della cucina e della cultura enogastronomica. Sempre in tema di eccellenze, Pianeta GourMarte ospiterà la quarta edizione del Premio Luigi Veronelli. Il riconoscimento ha il proposito di celebrare la figura del padre della cultura materiale italiana, attraverso i temi terra, cibo e vini. Curato da Casa Ve-ronelli e alcune istituzioni berga-masche, tra le quali spicca Ente Fiera Promoberg, il Premio Luigi

Veronelli sarà consegnato ai tre rappresentanti delle categorie contadini, letterati e Comuni che si sono distinti nel rapporto con la terra, occupandosi meritoria-mente di enogastronomia, pro-muovendo prodotti che fanno parte, per storia e tradizione, del proprio territorio. La cerimonia di premiazione, che comprende anche la pre-sentazione del primo libro de-dicato al grande Gino, con la partecipazione di Paolo Mieli, è in programma lunedì 3 dicem-bre, a partire dalle ore 11.15. Benvenuti sul Pianeta GourMar-te: un’occasione imperdibile per tutti gli amanti della cucina d’ec-cellenza.

orari manifestazione:Sabato 1 dicembre dalle 10 al-le 22. Domenica 2 e lunedì 3 di-cembre dalle 10 alle 20Info: www.pianetagourmarte.it

Dall’1 al 3 dicembre in Fiera la nuova manifestazione dedicata ai prodotti enogastronomici di qualità. BergamoSOStenibile presente!

Pianeta GourMarte. Un universodi sapori tra le eccellenze lombarde

“La manifestazione si basa su un menù molto nutrito e appositamente ideato per consentire a tutti i cultori della buona tavola di poter degustare il meglio della proposta enogastronomica a prezzi per una volta davvero accessibili”

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Speciale Alimentazione

C’è gran fermento nell’aria del capoluogo lombardo, che ha contagiato un po’ tutta Ita-lia. Milano sarà la protagonista mondiale per l’esposizione uni-versale del 2015 imponendo all’attenzione internazionale una concetto fondamentale: “Nutri-re il pianeta, Energia per la vita”. Scopo principale è la riflessione sulle problematiche legate all’a-

limentazione quali l’approvvigio-namento di cibo, l’educazione alimentare, gli OGM e la sosteni-bilità nella sua tripartizione -so-ciale, economica e ambientale.Expo 2015 sarà uno straordina-rio evento universale che darà visibilità alla tradizione, alla crea-tività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione. È ormai noto a tutti che l’alimentazione rappre-senta l’energia vitale del Pianeta necessaria per uno sviluppo so-stenibile basato su un corretto e

costante nutri-mento del cor-po e sul rispetto delle pratiche fondamenta-li di vita di ogni essere umano. La genuinità e la diffusione di prodot-ti agro-alimentari è una necessità so-ciale ancora prima che economica: il territorio deve riacquisire un ruolo di primo piano nella vi-ta di tutti noi. La Lombardia e la provincia di Bergamo sono avvantaggiate da questo punto di vista: le pianure lom-barde vantano un’esperienza millenaria di coltivazione e oggi devono sapersi aprire alle inno-vazioni senza perdere la quali-tà dei prodotti e il rispetto della terra, sempre più sfruttata e re-legata a un ruolo secondario ri-spetto agli investimenti in altri settori produttivi. Le istituzioni pubbliche, le imprese private, le associazioni umanitarie, le or-ganizzazioni non governative, le rappresentanze dei consuma-tori e dei produttori in occasio-ne dell’esposizione universale

avranno la possibilità di creare una solida rete e una piattafor-ma di dialogo per discutere e trovare soluzioni a lungo termine per le generazioni future. Parole d’ordine di Expo 2015 saranno dunque: preservazio-ne della biodiversità, il rispetto dell’ambiente in quanto ecosi-stema per il benessere della per-sona e dell’agricoltura, la ricerca di strumenti di controllo, di in-novazione per garantire le tec-nologie che non minacciano la salute, disponibilità di cibo e ac-qua e l’impegno ad assicurare nuove fonti alimentari nelle aree

povere del mondo o in condizio-ni ambientali sfavorevoli, create anche dall’uomo, come la de-sertificazione e l’impoverimen-

to ittico e del suolo. Expo 2015 si configura quindi come una grande opportunità capace di valorizzare allo stesso tempo di-mensione locale e globale, ricer-ca accademica e mercato del lavoro, educazione e attività lu-diche, innovazione e tradizione, riflessione e ideazione di nuove prassi per vivere in sintonia con la madre Terra e con il prossimo.

Andrea Sem Castelli

In Lombardia la riflessione sull’alimentazione traina l’Expo 2015

Nutrire il pianetaEnergia per la vita

“Sarà uno straordinario evento universale che darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione”

“Scopo di Expo 2015 è la riflessione sul tema dell’alimentazione: l’approvvigionamento di cibo, l’educazione alimentare, gli OGM”

Expo: idee innovativeal servizio del progressoL’idea di un’esposizione universale è nata in Francia ma si rea-lizzò per la prima volta a Londra nel 1851. Da allora, a cadenza regolare, si sono succedute altre esposizioni in numerose città del mondo. La Tour Eiffel fu ad esempio uno dei prodotti dell’Ex-position universelle del 1889. Le esposizioni sono regolate da un organismo internazionale a partire dal 1918, denominato BIE (Bureau International des Expositions) a cui aderiscono 156 paesi. La finalità delle esposi-zioni fin dal principio è la promozione del progresso industriale e tecnologico, per offrire al mondo una vetrina di innovazioni tecniche e scientifiche portatrici di trasformazioni positive delle condizioni di vita sociali ed economiche del Pianeta. È risaputo anche come la partecipazione, le tematiche proposte, il grande numero degli attori coinvolti e le ricadute economiche di que-sto tipo di evento siano fonte di benefici per la città e i territori limitrofi.

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Uno dei progetti dell’associa-zione Confagricoltura Donna Lombardia, volto a valorizzare l’imprenditoria femminile ed a favorire le iniziative rivolte al so-stegno delle pari opportunità, sostenendone l’affermazione negli ambiti istituzionali e socia-li, è quello della “Maratona delle imprenditrici”. Lanciato lo scor-so luglio, il progetto consiste in un circuito di visite nelle aziende agricole lombarde condotte da imprenditrici che si distinguono per aver adottato sistemi inno-vativi o all’avanguardia. E’ il caso della bergamasca azienda agri-turistica Polisena, ubicata nel territorio comunale di Pontida (Bg), gestita da Tosca Comi e dal marito Marco Locatelli. L’azienda ha sede in una struttura mona-stica del ‘700 immersa nel verde, tra vigneti e boschi. Negli anni ’60 il complesso è stato adibito a colonia e poi a comunità di recu-pero. Negli anni 2000 l’acquisto da parte della famiglia Locatelli e, tra il 2010 e il 2011, l’avvio e la conclusione dei lavori di restau-ro nella struttura, che ora ospi-

ta il ristorante, le camere per gli ospiti, la Spa e una sala meeting. L’aspetto innovativo riguarda la realizzazione, durante i lavori di restauro, di una struttura eco-compatibile (per questo è chia-mato “L’altro agriturismo”) che ha permesso di ridurre i consumi a ben un decimo rispetto a una struttura convenzionale: sono stati introdotti i pannelli solari, i pannelli fotovoltaici e un sistema di riscaldamento geotermico. Nel ristorante, gestito dallo chef Francesco, figlio di Tosca e Mar-co, vengono utilizzate materie prime prevalentemente prodot-te in azienda o da realtà vicine, per abbracciare la filosofia “a km zero” e abbassare ulteriormente l’impatto ambientale. Nell’azien-da agricola vengono prodotti vi-ni biologici, attraverso anche la consulenza dell’enologo Paolo Zadra. Una precisazione in me-rito: i vini possono essere dichia-rati “biologici” in etichetta grazie al nuovo regolamento europeo n. 203/2012 dell’8 marzo 2012 e i vini Tosca rappresentano uno dei primissimi casi che possono

vantare tale certificazione. Pri-ma era permesso scrivere solo “prodotto da uve biologiche”. La struttura edilizia dell’azienda gode invece della prestigiosa certificazione Climahotel, rila-sciata dall’agenzia CasaClima dell’ente autonomo della pro-vincia di Bolzano. La maratona proseguirà, fino a coinvolgere

una ventina di aziende. “Que-sto itinerario di visite nelle realtà aziendali all’avanguardia con-dotte da imprenditrici -spiega la presidente di Confagricoltura Donna, Gabriella Poli- è stato progettato con l’intento di creare contatti e rapporti di interscam-bio e di reciproco vantaggio tra le imprenditrici stesse. Inoltre il

progetto della maratona si pre-figge di far conoscere queste eccellenze imprenditoriali anche al largo pubblico di Expo 2015, estendendo la possibilità di par-tecipare alle visite anche ai non addetti ai lavori, comunque inte-ressati alla realtà agricola”.

Lara Abrati

A Bergamo approda la Maratona delle imprenditrici verso Expo 2015All’agriturismo Polisena si è svolta la terza tappa della maratonadelle imprenditrici agricole organizzata da Confagricoltura Lombardia Donna

“Nata nell’ottobre 2010, l’associazione Confagricoltura Donna Lombardia si propone di promuovere e valorizzare l’imprenditoria femminile, favorendo le iniziative rivolte al sostegno delle pari opportunità e sostenendone l’affermazione negli ambiti istituzionali e sociali”

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Autoregolamentazione, autoe-ducazione alimentare, alimen-tazione sostenibile: tematiche all’ordine del giorno di un siste-ma sociale in crescita esponen-ziale che necessita, a sua volta, di esaminare e definire il corretto modo di vivere.Essere in salute e in perfetta for-ma fisica più che un privilegio deve essere un modus vivendi del cittadino, un presente de-stinato, almeno potenzialmente, a un miglioramento qualitativo dell’aspettativa di vita. Oggi i massimi esperti del settore par-lano di alimenti protettivi, ovvero tutti quei nutrimenti che poten-ziano la salute dell’individuo, migliorando le condizioni di vita della collettività.“Le azioni dell’ASL di Bergamo –sottolinea Lucia Antonioli, Re-sponsabile del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione- sono rivolte principalmente all’e-tà evolutiva. Esperti del settore operano a stretto contatto con Istituzioni Pubbliche e operatori della ristorazione e associazioni presenti sul territorio per definire e costruire un percorso alimen-tare che sia non solo corretto dal punto di vista nutrizionale ma anche chiaro, semplice, ottimale e capace di garantire un conti-nuo rafforzamento dello stato di salute dei cittadini”.Fondamentale garantire a tutti i giovani l’acquisizione di stru-menti e di notizie basilari che permettano di seguire in piena

autonomia decisionale il corret-to percorso nutrizionale. Parten-do dai più piccoli fino ad arrivare ad abbracciare i ragazzi delle scuole superiori, l’educazione alimentare nel tempo è divenuta parte di un percorso di preven-zione e promozione alla salute allargato che abbraccia tema-

tiche quali la lotta al tabacco, alla sedentarietà e all’alcolismo. I ragazzi vengono avviati a per-corsi di formazione continua, volti ad ampliare le proprie Life Skills (competenze che porta-no a comportamenti positivi e di adattamento che rendono l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e al-le sfide della vita di tutti i giorni) favorendo un miglioramento ed un potenziamento (empower-

ment) della propria qualità di vi-ta. Per mezzo di questi sistemi integrati l’educazione alimentare è divenuta un percorso scolasti-co curriculare, volta a sviluppa-re abilità, nozioni e conoscenze in modo continuo influenzando costantemente la popolazione adulta a contatto con i ragazzi, siano essi familiari, genitori o do-centi.

“Da pubblicazioni come “Il se-greto delle piramidi” –evidenzia la Dr.ssa Antonioli- siamo arrivati alla comunicazione visiva, molto più esplicita e diretta: “porzioni per immagini”, distribuita sul ter-ritorio ai pediatri, agli operatori della ristorazione scolastica e alle istituzioni comunali, permet-te la comprensione dei corretti quantitativi nutritivi. Abbiamo voluto avvicinare gli alimenti a oggetti di uso comune dei ra-gazzi come il cellulare, l’MP3, l’evidenziatore, la gomma, al fine di permettere l’identificazione e il rapido riconoscimento di quel-lo che è necessario e corretto mangiare per vivere bene e in salute. Alcuni ristoratori hanno introdotto, a seconda della sta-gionalità, alimenti del territorio; questa gamma alimentare a km zero permette non solo la cono-scenza dei prodotti e delle tipi-cità della zona, ma garantisce freschezza e qualità”.Varietà alimentare, corretto ap-porto calorico, presentazione equilibrata della pietanza, sono solo una parte degli aspetti e

degli studi che vengono definiti dagli esperti del settore alimenti e nutrizione. Autoregolamenta-zione e autoeducazione alimen-tare devono divenire pilastri alla base di una società che garan-tisce sempre meno tempo ai fornelli: che ci si trovi in pausa pranzo o al ristorante, la corretta conoscenza del giusto apporto nutrizionale permetterà il miglio-ramento esponenziale degli stili di vita secondo ottiche sosteni-bili ancor prima che etiche.

Gabriele Palamara

L’ASL di Bergamo al lavoro per sensibilizzare sull’importanza di una corretta alimentazione, soprattutto in età evolutiva

L’educazione alimentare inizia dalle scuole

Siamo arrivati alla comunicazione visiva, molto più esplicita e diretta: «porzioni per immagini»

“Abbiamo voluto avvicinare gli alimentia oggetti di uso comune dei ragazzi come il cellulare, l’MP3, l’evidenziatore, la gomma”

“L’educazione alimentare nel tempo è divenuta parte di un percorso di prevenzione e promozione alla salute allargato che abbraccia tematiche quali la lotta al tabacco, alla sedentarietà e all’alcolismo”

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Portare un po’ di agricoltura a scuola, anzi, nel piatto dei ra-gazzi. Proprio così: quale miglior modo di educare e far conosce-re agli studenti la realtà che sta dietro il settore agroalimentare, che quella di coinvolgerli diret-tamente attraverso un momen-to per loro così familiare come il pranzo? Non a caso lo slogan di questo progetto è “mangiare

locale e pensare universale” e la scuola è la sede azzeccata per riflettere sull’insieme di in-gredienti che entrano in gioco nella preparazione di un sem-plice menù: dalle approfondite suggestioni dell’Expo universa-le 2015 alla valorizzazione dei prodotti tipici e a km zero, dalle

visite nelle fattorie didattiche ad una dieta sana ed equilibrata, e ancora al turismo rurale, al pae-saggio, all’impatto sull’ambiente e alla promozione di nuovi stili di vita. Il progetto “Mangio Lo-cale e Penso Universale” è nato nell’anno scolastico 2010/2011 ed è frutto della collaborazio-ne tra il Comune di Bergamo, Bergamo Servizi Pubblici s.r.l., Coldiretti Bergamo e SerCar Ri-storazione Collettiva S.p.a, con lo scopo di favorire la diffusione di un corretto stile alimentare, secondo i principi di un’alimen-tazione equilibrata, della varietà e della stagionalità dei prodotti. E’ questo un modo per sensi-bilizzare le giovani generazioni sull’importanza del settore agri-colo e sulla ricchezza del patri-monio enogastronomico locale nonché favorire una corretta co-noscenza del territorio per po-terlo tutelare e salvaguardare. Al progetto hanno aderito, nell’an-no scolastico 2011/2012, sette Istituti Comprensivi cittadini, per un totale di 15 classi della scuo-la primaria: complessivamen-te circa 350 bambini coinvolti e per l’anno in corso si è raccolta una partecipazione altrettanto diffusa. Lo stesso dicasi per il

concorso abbinato, che mette in palio premi utili e gustosi per tut-ti i partecipanti, e per la mostra aperta al pubblico con elaborati prodotti dagli alunni. All’iniziativa aderisce SerCar, che si è ag-giudicata il nuovo appalto per la refezione scolastica del Co-mune di Bergamo per i prossi-mi cinque anni e ha da sempre mostrato attenzione alla poten-

zialità economica territoriale che uno sviluppo enogastronomico può avere sul futuro occupazio-nale dei giovani bergamaschi. Ma per fare questo occorre inci-dere sulle abitudini promuoven-do consuetudini alimentari sane, mettendo in campo significati-ve risorse nell’ambito dell’edu-cazione alimentare. L’obiettivo è fare del pranzo un momento educativo, arricchendo e qua-lificando l’offerta della mensa scolastica; a fianco del progetto didattico continueranno anche gli appuntamenti “gastronomi-ci”, attraverso la presentazio-

ne in mensa di menù composti interamente da prodotti a km 0, forniti dalle aziende agricole del territorio. Per gli insegnanti e gli alunni, il progetto prevede la realizzazione di una serie di laboratori didattici, la possibili-tà di effettuare visite guidate in “fattorie didattiche” e ai mercati di Coldiretti “Campagna Amica” che si svolgono in città. I prodotti agricoli locali quindi non solo en-trano nelle mense scolastiche, ma entrano anche nei program-mi didattici. Informazioni su: www.bergamo.comune.it - www.sercar.it

Mangio locale penso universaleCon il nuovo appalto della ristorazione scolastica del Comune di Bergamo un percorso verso Expo 2015

Il progetto“Mangio Locale e Penso Universale” è frutto della collaborazione tra il Comune di Bergamo, Bergamo Servizi Pubblici s.r.l., Coldiretti Bergamo e SerCar Ristorazione Collettiva S.p.a,

“15 classi coinvoltenel progetto-concorsoper le scuole”

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Speciale Alimentazione

Quello che sembra il liquido più incolore e insapore è in re-altà il migliore ingrediente per una buona cucina. Avete senti-to molte volte parlare dell’acqua come prezioso e fondamentale elemento della vita. Per alcu-ni professionisti che ne fanno ampio uso, è proprio grazie alla cura di questo elemento che si

nobilita il risultato: questo è vero soprattutto tra i fornelli, di casa o dei ristoranti, dove si stanno diffondendo soluzioni offerte da aziende specializzate per il trat-tamento dell’acqua a uso com-merciale e domestico.Un esempio concreto è presto fatto: a Curno, il centro sportivo Sportpiù si è convertito all’acqua trattata e, nel ristorante Fusillo (al suo interno) questa viene usa-ta in cucina e servita ai tavoli. A

Roncola San Bernardo, in via Pradone 25, anche il ristorante La Brasera ha cre-duto e investito nell’acqua e nei suoi benefici in cucina. Lo chef Anto-nio Placido e il suo staff usano infatti acqua osmo-tizzata per nobilitare i pro-pri piatti. Un addolcitore è installato all’ingresso delle tubazioni dell’acqua per eliminare calcare, fer-ro e manganese, men-tre attraverso l’osmosi si fornisce acqua perfetta per cucinare. Il risultato? Promosso dallo chef: “Una bel-la differenza, che si apprezza al palato e addirittura al naso, alcu-ni aromi sono più marcati”.

La qualitàscorre dal rubinetto

Prendiamo una pentola, la riem-piamo d’acqua e la poggiamo sui fornelli. Per cucinare pasta, riso, bollito e verdure. O la usia-mo per preparare gli impasti di ogni tipo e le salse. Insomma,

quando si parla di cucina l’ac-qua “piove” ovunque. Ma l’indi-spensabile liquido che sostiene la vita umana -non dimentichia-mo che siamo composti al 70% da acqua- non è tutto uguale. È lecito chiedersi se o quanto que-sta sostanza possa influire sulla qualità del piatto e sotto quale punto di vista. L’acqua pura, ci insegna la scuola americana, offre notevoli vantaggi in cuci-na, essendo capace di elevare all’ennesima potenza il gusto dei

cibi in essa preparati. E questa non è una semplice ipotesi: dagli Stati Uniti ricerche attestano che le verdure cucina-

te in acqua trattata hanno subito un incremento di gusto e pia-cevolezza al palato pari al 30%. Non è però una sola questione

“L’acqua pura offre notevoli vantaggi in cucina, essendo capace di elevare all’ennesima potenza il sapore dei piatti”

L’ingrediente segreto tra i fornelli? Un’ottima acquaDepurare l’acqua per migliorare qualità e gusto dei cibi, oltre che la salute

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di gusto: le carni e i carboidrati risultano più teneri, gustosi e in generale la digeribilità dei piatti è molto migliorata, fattore che nella mente del consumatore si traduce in un giudizio positi-vo sulla qualità degli ingredienti. Ed entrando nei locali pubblici, si scopre che gli stessi panifica-tori o pizzaioli non sono nuovi a questa scoperta: è dimostrato che utilizzare acqua addolcita per preparare il pane permet-te di risparmiare circa 3 euro di lievito ogni 100 chili di pasta, migliorando nello stesso tempo la lievitazione e la fragranza del

pane. Nelle cucine dei grandi chef si scopre che questi non usano l’acqua trattata solo per preparare i piatti. Ma vanno ol-tre, usando l’addolcitore anche per trattare l’acqua nelle lavasto-viglie, per la cottura a bagnoma-ria e per i piatti utilizzano l’acqua più pura che si possa ottenere con le tecnologie a disposizione: quella osmotizzata. Quest’ultima è infatti assoluta-mente pura e leggera, priva di ogni elemento inquinante e, se l’impianto che la produce è di buona qualità, non è privata dei sali minerali e oligoelementi. E,

trattare l’acqua che esce dal ru-binetto si traduce anche in una scelta ambientale, liberandosi dalla schiavitù delle bottiglie di plastica e risparmiando.

Le diverse soluzioni

A uso commerciale o domesti-co, sono numerose le alternative per il trattamento dell’acqua: ad-dolcitori, sistemi per l’acqua po-tabile e filtri che hanno un’ottima progettazione, un facile utilizzo e offrono un’elevata affidabilità. Tra le soluzioni proposte, l’addol-citore, che rimuove il calcare da tutta l’acqua, viene molto usa-to nei ristoranti degli Stati Uniti. Come funziona è presto detto: gli ioni di calcio e magnesio so-no sostituiti con gli ioni di sodio.

Poiché il sodio non precipita nel-le tubazioni e non reagisce ma-lamente con il sapone, vengono eliminati i problemi con l’acqua dura. Quest’ultima è la causa dei depositi di calcare (quelli che si chiamano incrostazioni) che si depositano nei tubi e negli ap-parecchi causando anche un dispendio superiore di energia elettrica quando si deve riscal-dare l’acqua. C’è poi il sistema dell’osmosi inversa: la separa-zione molecolare tra la parte buona e quella cattiva dell’acqua e, a differenza dei sistemi a filtro che poi vanno cambiati, in que-sto caso c’è un collegamento diretto con lo scarico dove ven-gono inviati tutti gli inquinanti. E ancora, si può scegliere la serie combinata e i filtri per l’acqua. Prodotti che possono essere usati sia nel settore privato che in quello commerciale e nelle strutture ospedaliere.

Alessandra Loche

“Assolutamente pura e leggera, priva di ogni elemento inquinante e, se l’impianto che la produce è di buona qualità, non è privata dei sali minerali e oligoelementi”

Una differenzache potete vedere,odorare ed assaporareEcco un semplice esempio esplicativo della differenza tra un thè preparato con acqua non trattata e uno con acqua trattata. Anche ad occhio nudo è facile osservarne la differenza, se poi si annusa ed assaggia l’infuso anche le aspettative degli altri sensi non verranno disattese, provare per credere!

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Speciale Alimentazione

L’intolleranza alimentare al gluti-ne non è più un ostacolo per gli amanti della pizza: da anni alla “Pizzeria Al 18” di Bagnatica si serve il gustoso piatto anche per i celiaci. Una risposta con-creta al problema che spesso si pone a chi scopre di avere questa intolleranza: e adesso come rimpiazzare la fragranza e la bontà dei cibi come il pane, le torte o la pizza? A Bagnatica non si deve rimpiazzare nien-te, perché nel locale di Antonio Iannotta e Simone Parimbelli, figli d’arte, l’attenzione è rivolta alla freschezza dei prodotti e al-le esigenze di tutti i clienti. Tutto nasce dalla sensibilità dei risto-ratori che sentendo tante volte la frase “avete prodotti sen-za glutine?” hanno deciso di puntare anche su questo aspetto. La celiachia è infatti un’intolleranza permanente al glutine, una sostanza proteica che si trova nel grano, nell’ave-na, nell’orzo e nella segale e in altri alimenti. Chi ne soffre, de-ve seguire quindi una dieta pri-va di questo componente. “Ho pensato: faccio un lavoro che mi appassiona -dice Antonio, piz-zaiolo da trent’anni- perché non poterlo condividere con tutti? Ho quindi deciso di rendere di-sponibili quei gusti anche a chi ha un’intolleranza alimentare”. L’impegno e la passione che si “cucinano” alla “Pizzeria al 18” sono avvalorati dall’apparte-

nenza al network dell’AIC ONLUS (Associazione Ita-liana Celiachia). Alla pizzeria si affianca poi il “Laboratorio ar-tigianale Al 18 Glutindiet®”, per offrire dolci, pane e pasta fresca adatti a tutti.

Solo prodotti freschie alta digeribilità

Tutti i prodotti che escono dal forno sono freschi e ad alta di-geribilità. Ma soprattutto, so-no cibi che soddisfano il palato

come (e forse più) di quelli dove si trova la sostanza lipoprotei-ca. “Nell’ideare i nostri prodotti abbiamo deciso di affrontare la sfida: creare impasti senza glu-tine ancor più buoni di quelli che mangereste se non foste celia-ci”. Una sfida vinta: “Dopo una lunga esperienza e una tradizio-ne che si è tramandata di padre in figlio possiamo finalmente di-re di esserci riusciti. Le nostre pizze, le torte, il pane e tutti i prodotti freschi che escono dal nostro forno racchiudono sapo-ri, sensazioni, emozioni proprie della tradizione mediterranea”. Forti di questa esperienza e del-la propria ricetta, i gestori Anto-nio e Simone lanciano la sfida: “Fate provare una delle nostre pizze senza glutine a un amico non celiaco... Scommettiamo che penserà si tratti di una pizza normale? Solo molto, ma molto più digeribile e leggera. Davvero inimitabile!”. Per provarci basta andare a Bagnatica, in via Pa-pa Giovanni XXIII, ovviamente “al 18” e accomodarsi in uno dei

cinquanta posti che si trovano nelle due salette del locale. È aperto tutti i giorni dalle 18 alle 23. È consigliata la prenotazio-ne.

La pasticceria“fatta in casa”

Un patto con la natura per offrire cibi senza conservanti, coloran-ti e additivi, per un gusto senza “effetti collaterali”. Si può quindi gustare della pasta fresca, co-me le tagliatelle, i ravioli, le lasa-gne, o assaggiare i prodotti della panetteria come il focaccione e il tostopane (morbido, ideale per i toast). Ampia scelta anche da-vanti al carrello dei dolci: dove si trova la mimosa, il tiramisù, la chantilly e diversi tipi di torte che

possono essere servite anche durante le feste di compleanno o semplicemente dopo una cena tra amici. Per tutte le informazio-ni sui prodotti per celiaci offerti a Bagnatica, si può visitare il sito www.pizzeriaal18.com

E ora come farò senza la pizza?A Bagnatica la risposta della Pizzeria Al 18

L’arte del «senza glutine»Non rinunciare al gusto!

“La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, una sostanza proteica che si trova nel grano, nell’avena, nell’orzo e nella segale. Chi ne soffre, deve seguire quindi una dieta priva di questo componente”

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Sono in molti ormai a conoscere le caratteristiche peculiarità del tubero martinenghese, risco-perto e rivalorizzato da parecchi anni in seguito all’appello “d’au-tore” di Luigi Veronelli che dalle colonne del Corriere della Sera, nel dicembre del 2000, indica-va Martinengo come una ter-ra prediletta per la coltivazione della patata: una patata a polpa bianca, dalle eccellenti qualità organolettiche che le derivano dal connubio tra il microclima e le tipologia dei terreni loca-li. “Una produzione di nicchia ancora tutta da riscoprire e da valorizzare” scriveva Veronel-li, che suggeriva a tutti gli attori della comunità di preservare e tutelare questa produzione, sia per la sua qualità intrinseca, sia in omaggio alla ricchezza della varietà alimentare, caratteristica assai preziosa e fortunatamente ancora diffusa nei nostri territo-ri. Azioni per promuovere la sua riscoperta e il suo consumo si sono sempre più moltiplicate e hanno incontrato un crescente favore di pubblico e di appas-

sionati. Con l’intento di fare ap-prezzare di più e con maggiore continuità durante tutto il corso dell’anno la bontà della patata bianca di Martinengo, l’azienda agricola Bio Farm Spineto ha

iniziato la produzione e com-mercializzazione degli gnocchi di patate ottenuti con il mede-simo tubero mediante estru-sione. Il metodo dell’estrusione garantisce che la materia prima

impiegata sia effettivamente co-stituita da patate, precedente-mente lessate, schiacciate ed unite con quel poco di farina ne-cessaria per dare la giusta con-sistenza all’impasto. Gli gnocchi potrebbero essere infatti ottenuti anche mediante farina di patate liofilizzate, ma in questo caso sarebbero qualitativamente un altro tipo di prodotto. Consapevole di questa differen-za, l’azienda ha scelto il metodo

dell’estrusione che permette an-che di aromatizzare gli impasti al fine di ottenere gnocchi al po-modoro, agli spinaci ed in altre varietà che ben si accompagna-no all’impasto primario. Gli gnocchi saranno disponibili in confezioni da 500 g sottovuo-to, il che permette di preservare le caratteristiche organolettiche del prodotto affinchè sia gustato in tutta la sua bontà dal consu-matore finale.

Pata.Ma, la patata bianca di Martinengoora anche in forma di gnocchilisci e rigatiVeronelli: “una produzione di nicchia tutta da riscoprire”

Anche d’inverno Grest in fattoria didatticaDopo il successo delle edizioni estive del Grest in fattoria di-dattica (le cui iscrizioni verranno aperte nel mese di gennaio), l’azienda agricola Bio Farm Spineto organizza anche per queste vacanze natalizie il Grest invernale che si terrà nei giorni 27-28 dicembre 2012 e dal 2 al 4 gennaio 2013. Le iscrizioni al Grest invernale sono già aperte.Si anticipa inoltre che nel 2013 sarà previsto un periodo di aper-tura del Grest estivo anche durante le vacanze di Pasqua. Mag-giori informazioni sul sito www.biofarmspineto.com

La nostra produzione comprende:

• Ortaggi e frutta di stagione;• Miele di acacia, millefiori e castagno,

polline;• Confetture di lamponi rossi e gialli,

more, fragole, ribes nero e rosso,mirabolano, cachi, castagne, mirtilli,pere, ciliegie, albicocche, pesche;

• Succhi di frutta, purea di frutta;• Mele a fette essiccate;• Pasta corta (maccheroni e fusilli) e

lunga (tagliatelle) di semola, di farro edi kamut, estrusa in trafila in bronzo inconfezione da 500 gr o superiore;

• Ravioli freschi confezionati;• Pane anche senza sale• Torte, crostate e biscotti (di frumento,

di farro e di kamut);• Gelato artigianale• Spumiglie;• Farine specifiche per crostate, per

sfoglia, per pizza;• Detersivi bio alla spina ed in polvere

con sistema riuso della confezione;• E molto altro...

Vendita anche a mezzocorriere convenzionato.

BIO - FARM SPINETO s.s.Via Delle Seradine, 103Loc. Cortenuova Sopra24057 MARTINENGO (Bg)Tel. 0363.908864 - [email protected]

Maggiori informazioni sul sito:www.biofarmspineto.com

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In vendita presso:

• Il punto vendita aziendaleil martedì pomeriggio dalle 15 alle 17,il venerdì pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30,il sabato mattina dalle 8.30 alle 12.

• Il mercato di Martinengoal martedì.

• Il mercato di Romano di Lombardiail giovedì.

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Fetta dopo fetta il cliente ha la possibilità di degustare sapori diversi pur potendo saltare un gusto non gradito. La sequenza del servizio ai tavoli è continua e questo permette di assapo-rare il prodotto sempre caldo. Insomma, come capita tra ami-ci quando si ordinano pizze di-

verse per assaggiare più gusti, da Sbafo è il personale stesso ad offrire di continuo le gustose e diverse fette. Già presente in diversi ristoranti della bergama-sca, la formula “Sbafo” piace agli

amanti della pizza ed è aperta per accogliere nella “grande fa-miglia” Sbafo altri imprenditori. La ricetta si scrive “franchising”, ma si legge affiliazione, con un rapporto paritario tra imprendi-tori che scelgono di collaborare per offrire il meglio ai propri clien-ti. La correttezza di chi opera sotto il marchio Sbafo è sia ver-so i clienti, grazie all’attenta sele-zione dei fornitori e dei prodotti sempre freschi, ma anche verso i dipendenti. E dietro il successo della innova-tiva formula “Sbafo” -far gustare ai clienti gusti diversi pagando un prezzo fisso- c’è l’intrapren-denza del suo ideatore Massi-mo Bosio, che alcuni anni fa ha aperto anche una pizzeria a New York.

Fare impresa nel modo più semplice

La grande famiglia Sbafo è aper-ta all’ingresso di nuovi imprendi-tori o di chi vuole “rigenerare” la propria attività. Marchio, com-petenza, esperienza e un soli-do modello di business è quello che viene offerto agli imprendi-

tori. “Proponiamo una modali-tà di fare impresa nel modo più semplice -ha spiegato Massimo Bosio- contenendo i costi, lavo-rando bene e restando “in piedi”: con prezzi competitivi riusciamo a fare bene il nostro mestiere”.Soprattutto in questo periodo di crisi, sono molti i ristoratori che fanno fatica ad andare avan-ti con il vecchio modello che si mostra molto oneroso, rileva Bosio. La formula Sbafo offre quindi “una soluzione più legge-ra economicamente, ma con un modello di lavoro sempre basato sulla correttezza, con un giusto rapporto lavorativo con i dipen-

denti e il rispetto per i clienti che sono i primi giudici dei prodotti”.Cosa offre Sbafo ai futuri affiliati? L’elenco è lungo: si parte dall’e-sclusiva di zona, passando per lo studio di mercato per selezio-nare la posizione migliore dove aprire il locale, e ancora avere la certezza dei costi per la sua rea-lizzazione. E c’è anche l’assisten-za dal punto di vista burocratico, la redazione del business plan, la formazione presso i locali della rete, l’assistenza per progettare l’apertura e la comunicazione e il supporto in fase di apertura per il primo mese di lavoro. Il lo-cale avrà anche spazio sul sito

ufficiale www.sbafo.it e si potrà usare il marchio Sbafo per la co-municazione locale. E queste sono solo alcune delle offerte ai nuovi affiliati. La formula del fran-chising permette inoltre, anche a chi ha una bassa propensione verso il rischio, o pochi capitali da investire al momento dell’av-vio, di intraprendere una nuova attività commerciale.Attualmente, i ristoranti Sbafo si trovano ad Albino, Clusone, Ponte San Pietro e Stezzano. A cui si aggiunge la pizzeria “Lievi-to” a New York.Tutte le informazioni si trovano sul sito www.sbafo.it.

La pizza si fa in otto… fettePiù gusti a prezzo fissoLa formula di Sbafo conquista i ghiottoni e non solo

“Una soluzione più leggera economicamente, ma con un modello dilavoro sempre basato sulla correttezza, con un giusto rapporto lavorativo con i dipendenti e il rispetto per i clienti, che sono i primi giudici dei prodotti”

Speciale Alimentazione

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Formaggi di qualità, gustosi e genuini. Premiati sì, con presti-giosi riconoscimenti come l’am-bito “Cheese of the year” vinto al campionato mondiale dei for-maggi di qualità a Cremonafiere 2011. Ma l’unica vera prova che non teme smentita, si sa, è solo una: l’assaggio. Lo sanno bene all’agriturismo Villa Delizia di Mornico al Serio, l’agriturismo cinquecentesco affiancato all’attività agricola condotta dalla famiglia Dolci, che orgogliosamente propo-ne i prodotti del proprio lavoro ai buongustai che si fermano a pranzo o cena nelle ampie e ca-ratteristiche sale della villa o agli

affezionati visitatori che vengono appositamente per acquistare “dal produttore al consumato-re”: formaggelle, bocconcini fior di latte, ricotta e tomini aroma-tizzati ed una varietà di formaggi

di varia stagionatura e tipologia, garantiti dall’esperienza e dalla lavorazione tutta interna all’a-zienda. Tutti i formaggi vengo-no infatti realizzati con il latte

prodotto dall’azienda agricola: il latte appena munto viene su-bito lavorato perché solo con la lavorazione del latte crudo e non pastorizzato si riescono a man-tenere intatte tutte le proprietà nutrizionali e olfattive, così tipi-che dei migliori formaggi nostra-ni. Al termine della lavorazione la stagionatura avviene in una serie di celle differenziate a seconda della temperatura e dell’umidità necessaria, sempre nei locali aziendali.Si diceva poco sopra che la ve-ra prova, per intenditori e sem-plici buongustai, è l’assaggio. Sicuramente l’esperienza di de-gustare i formaggi direttamen-te all’agriturismo non ha eguali: nelle caratteristiche sale della Villa cinquecentesca viene ser-vito un incredibile antipasto già di per sé sufficiente a saziare i palati più raffinati, ma anche quelli più ghiotti. I prodotti ca-seari cucinati deliziosamente e nelle modalità più diverse, ven-gono accompagnati da affettati e salumi nostrani che ormai si incontrano raramente sulle tavo-le dei ristoranti, mentre il menù può proseguire con primi e se-condi piatti tipici della tradizione gastronomica locale, senza tra-lasciare la varietà di dessert e, perché no, dello stesso gelato prodotto artigianalmente.I formaggi e i prodotti si possono trovare anche presso fiere di set-tore o mercati di prodotti locali e a kilometro zero, beneficiando del risparmio garantito dalla filie-ra corta. Un risparmio associato anche alla sostenibilità, che, ol-tre la genuinità dei prodotti na-turali, fa leva sulla disponibilità di energia da fonte rinnovabile pro-dotta dagli impianti fotovoltaici presenti in azienda. L’azienda agricola Villa Delizia fa parte del circuito delle fattorie didattiche, mentre le spaziose sale e la cor-te interna rendono l’agriturismo indicato anche quale suggestivo e originale contesto per cerimo-nie e banchetti. Per informazioni su menù e i prodotti in vendita dal produttore al consumatore nello spaccio aziendale telefo-nare allo 035/844078 o si veda il sito: www.agriturismovilladeli-zia.com

Il gusto della qualità nei formaggi di Villa DeliziaVincitore del premio Cheese of the year 2011All’agriturismo solo prodotti genuini a kilometro zero

“L’unica vera prova che non teme smentita, si sa, è solo una: l’assaggio”

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Cucina “cruelty free”: mangia-re vegano sì, ma con gusto. E a ritmo con la natura. La “Bio-contessa” e presidente di Asso Vegan-Associazione Vegani Ita-liani Renata Balducci, in un libro scritto a quattro mani con lo chef Chicco Coria, sfata l’idea che i piatti vegan siano pieni solo di verdurine cotte. In “Nobili scor-pacciate Vegan - Le quattro sta-gioni” si trovano sfiziose ricette che si adattano al ritmo della ter-ra, scegliendo i cibi che la natura offre nei diversi periodi dell’anno. Piatti coloratissimi come si ve-de nelle immagini del fotografo Gianluca Acca che ha curato lo shooting fotografico, abbinati ai vini etici vegan. L’autrice del li-bro, edito da Quantic Publishing

e che ha la certificazione etica VeganOk, sarà a Dalmine il 3 di-cembre al Teatro Civico per par-lare della vita vegan e presentare Sharon Gannon, famosissima insegnante di yoga, che presen-terà il suo libro “Vivere lo yoga”.Antipasti, primi piatti, secondi e dessert. La tavola dei vegan è ricca e colorata, come indica-no le ricette di Renata Balducci. Nel freddo inverno si può iniziare con gli involtini di zucca e cavo-

li, provare i ravioli ai carciofi, ci-mentarsi con il piatto unico dello sformatino di puntarelle e termi-nare il pasto con i bignè palla di neve. La Biocontessa, che ha abbracciato lo stile di vita vegan nel 1999 -anno in cui fonda an-che la testata sull’informazione etica Promiseland- ha non solo sperimentato in prima persona i benefici di una vita sana, pri-va di alimenti animali o da que-sti derivanti, ma ha riscoperto la fantasia in cucina: ogni giorno si cimenta con nuovi abbinamen-ti. E nel libro, si trovano alcuni di questi nuovi piatti preparati con prodotti (escluso il latte di soia) rigorosamente italiani. Ricet-

te promosse dal musicista dei Pooh Red Canzian, vegan doc, che scrive nella prefazione: “È veramente un gran bel lavoro, appagante per gli occhi e, quan-do avrete modo di mettere in pratica le ricette, lo sarà sicura-mente anche per il palato”. Non meno importante, la scelta di ab-binare a ogni piatto un vino etico, scelto dal sommelier Giacomo Crocchini. “Essere vegan, quindi vivere e alimentarmi senza pro-vocare la sofferenza e la morte di altri esseri viventi -spiega Re-nata Balducci- mi ha portato al raggiungimento di uno stato di benessere fisico e interiore mol-to profondo”. Nutrirsi dei doni della natura, rispettando anche il ritmo della terra selezionando i prodotti a seconda della stagio-ne e, possibilmente, a chilometro

zero. Insomma, un rispetto per la vita che si manifesta in ogni sin-gola azione quotidiana. Renata Balducci, per offrire diverse ri-cette agli amici vegani ma anche a chi vuole sperimentare questi piatti, ha coinvolto nella stesura del libro il famoso chef interna-zionale Chicco Coria (dell’Antico ristorante del Moro), conosciuto una sera mentre si trovava a ce-na nel suo ristorante nel centro di Bergamo. I piatti dello chef han-no conquistato la Biocontessa e da quel momento anche per lo chef bergamasco Coria è iniziato un nuovo percorso: nel suo risto-rante viene proposta con entu-siasmo anche la cucina vegan, seducendo così anche i clienti tradizionali.

Delia Natali

La scelta veganLo stile di vita vegano esclude l’utilizzo di prodotti animali o suoi derivati. Non solo nell’alimentazione, ma è in ogni aspetto della quotidianità che si manifesta il rispetto per la vita. Dalla matti-na quando si usano i detergenti per lavarsi, all’abbigliamento, all’arredamento e alla cosmetica si usano solo prodotti etici. E con questo rispetto profondo per l’ambiente circostante Asso Vegan-Associazione Vegani Italiani ha stretto sodalizi con altre associazioni che lavorano per proteggere gli animali, l’ambiente, insomma la vita.

Al Teatro Civico di Dalmine il 3 dicembre presentazione del libro “Nobili scorpacciate Vegan - Le quattro stagioni” di Renata Balducci e Chicco Coria

Mangiare vegano sì ma con gusto

“Il libro sfata l’idea che i piatti vegan siano pieni solo di verdurine cotte”

Speciale Alimentazione

La copertina del libro: i cuochi Coria e Balducci.

La bio contessa Renata Balducci in cucina

Il musicista dei Pooh Red Canzian

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«Anche il cibo ha un lato B». Gustoso, inaspettato, tutto da valorizzare. Da due anni su Ber-gamoSOStenibile potete leg-gere le originali ricette di Lisa Casali, ecologiche, economiche e rivolte a ridurre gli sprechi ali-mentari, ora anche in un libro che verrà presentato alla fiera GourMarte domenica 2 dicem-bre dalle 10 alle 12.“Ecocucina” è il nome del blog di Lisa Casali che l’ha resa cele-bre, ma è anche il nome del suo ultimo libro, un manuale contro-corrente per azzerare gli sprechi in cucina, senza perdere il buon umore, e portando in tavola piat-ti buonissimi e super economici. Perché gambi, bucce, torsoli, fo-glie, lische, possono trasformar-si in piatti golosi e raffinati.Ma non chiamateli scarti: lo sa-pevate che le foglie di carcio-fo hanno un sapore delizioso? E che della zucca non si butta via niente, nemmeno la buccia? Non ci sono solo le “parti nobili”, da mettere in pentola (e in tavola) ma anche quello che può sem-

brare da buttare in realtà riserva grandi sorprese. “Si tratta solo di imparare le tecniche di base -af-ferma l’autrice- dopo, come me, non sarete più capaci di buttare via le foglie esterne dei carciofi o i gambi degli asparagi”. An-che perché, “non è necessario cambiare drasticamente il pro-

prio stile di vita, ma è sufficien-te modificare qualche abitudine per ridurre la propria impronta ecologica”. Il tema degli spre-chi alimentari è di grande attua-lità: la commissione Ambiente dell’Unione Europea ha avviato uno studio nel 2010 proprio in

vista di una possibile Direttiva volta a ridurre gli sprechi di ci-bo. Quello che stupisce è che in Europa il settore domestico è in media responsabile di almeno il 40% degli sprechi di cibo. Tra le principali ragioni degli spre-chi domestici ci sono gli acquisti superiori al fabbisogno, catti-va conservazione dei prodotti, scorretta interpretazione delle date di scadenza e anche la ten-denza a scartare tante parti del cibo che sono invece commesti-bili. Gran parte di frutta e ortaggi hanno uno scarto superiore al 50%, ad esempio cavoli, zuc-ca, carciofi, finocchi, ecc. Que-sto vuol dire che per 20 euro di frutta e verdura acquistati, circa 10 Euro, li buttiamo via sotto for-ma di gambi, bucce, foglie, ecc. Il messaggio che Lisa trasmette tramite il suo blog e i suoi libri, è proprio questo: si possono cambiare abitudini, consuman-do il 100% dei prodotti in modo da dare più valore al cibo e a chi lo produce. A beneficiarne non è solo il portafoglio ma anche

l’ambiente, per le minori emis-sioni legate a trasporto e smal-timento oltre che per il risparmio di risorse necessario per pro-durre nuovo cibo. Meno scontati sono invece i benefici per la sa-lute perché molte parti di scarto

hanno un contenuto di vitamine e fibre pari o superiore alle parti nobili che di solito consumiamo. Tre benefici quindi a portata di mano e che non ci costano nul-la, se non il superamento di qual-che pregiudizio.

«Ecocucina» Un libro di gustose ricette… con gli scarti

“Da 2 anniLisa Casali collabora con il nostro mensile BergamoSOStenibile presentando ogni mese ricette con scarti di frutta e verdura di stagione”

Lisa CasaliÈ un’eco-foodblogger con due grandi passioni: l’ambiente e la cucina. Il suo blog ecocucina.org, dove l’autrice -con il sopran-nome di “Lisca”- dispensa ricette e consigli per ridurre l’impatto ambientale in cucina e preparare ricette usando gli scarti, è un cult. Con Gribaudo ha già pubblicato La cucina a impatto (qua-si) zero e Cucinare in lavastoviglie. Tiene la rubrica La Cucina Eco-nomica all’interno del programma Uno Mattina in famiglia di Rai 1 il sabato alle 7.30 ed è protagonista di una nuova serie di Gambero Rosso Channel, Zero Sprechi, in onda tutti i giorni alle 18.30. Oltre che con Bergamo Sostenibile collabora con il WWF per il progetto One Planet Food e con altre testate come Lifegate Magazine e Il Fatto Quotidiano.

È un’eco-foodblogger con due grandi passioni: l’ambiente e la

Lisa Casali presenta a Gourmarte il suo manuale per divertirsiin cucina riducendo l’impatto dei consumi sull’ambiente

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Speciale Alimentazione

Le motivazioni che ci spingo-no a preparare le marmellate in casa possono essere diverse, ma tutte valide. Ad esempio po-tremmo avere la necessità di uti-lizzare delle eccedenze di frutta senza doverle buttare oppure la voglia di assaporare tutto l’anno il sapore tipico dei frutti di sta-gione, ma anche semplicemen-te il desiderio di personalizzare il gusto, gli ingredienti o assecon-dare le richieste dei nostri cari e gioire del nostro “home-made” che letteralmente significa “fat-

to in casa”. Magari utilizzando il tempo delle festività natalizie per dedicarsi alla preparazione o per un’idea regalo sicuramen-te gradita. Tuttavia, sia che sia-mo tra coloro che si mettono ai fornelli o tra chi predilige soprat-tutto la degustazione, per indi-care la classica preparazione a base di frutta, utilizziamo senza accorgerci il termine errato di “marmellata”. Infatti dal punto di vista merceologico, le conserve di frutta non sono tutte uguali e vengono anche classificate con

nomi diversi. Ovviamente dalla frutta si possono ottenere anche altre preparazioni sotto forma di bevande, come ad esempio lo sciroppo o i succhi di frutta. Lo sciroppo si ottiene dalla concen-trazione di zucchero in succo di frutta che, dopo essere stato di-

luito, è utilizzato soprattutto per la preparazione di bevande. Il succo di frutta invece è un pro-dotto derivato dalla trasforma-zione della frutta in bevanda e il migliore è quello ottenuto dalla frutta fresca centrifugata!

La scelta della frutta

Per le varie preparazioni, non potendo probabilmente cogliere direttamente la frutta dagli albe-ri, cerchiamo almeno di acqui-stare frutta matura, profumata, di prima qualità, preferibilmente senza prodotti di sintesi (quindi proveniente da agricoltura bio-logica, biodinamica o da frutteti di nostra conoscenza) e soprat-tutto di stagione. Evitate perciò le primizie e le tardizie, che si di-stinguono in senso negativo per un prezzo maggiore, a volte con minor sapore e per il quantitati-vo inferiore di nutrienti rispetto al corrispondente prodotto stagio-nale. Ovviamente prima del suo

utilizzo la frutta dovrà essere lavata, mondata, eventualmen-te snocciolata ed impiegata nel più breve tempo possibile nelle varie preparazioni. La quantità di frutta segnalata nelle ricette è sempre riferita a ingredienti che hanno già subito le precedenti fasi di lavorazioni. Le preparazio-ni a base di frutta possono for-nire un apporto calorico diverso determinato da vari fattori come ad esempio il tipo di frutta utiliz-zata, la quantità e la tipologia di dolcificante presente, l’aggiunta di eventuali altri ingredienti (noci, mandorle, ecc.). Indicativamente possiamo dire che 100 grammi di conserve dolci apportano cir-ca 250-300 calorie.

Le pentolee gli utensili necessari

A seconda della preparazione che vorremo realizzare, e del ti-po di frutta utilizzata, potrebbe essere necessario avere dispo-

nibili alcune attrezzature tra que-ste elencate: una o più pentole (preferibilmente di rame o accia-io inossidabile), una bilancia, dei barattoli o vasi di vetro e rispettivi coperchi, dei canovacci da cuci-na, un tagliere, coltelli con diver-sa lunghezza di lama, cucchiai di legno, bacinelle (di vetro, acciaio o ceramica), un pelapatate, uno scavino, un leva torsoli, uno o più mestoli in acciaio (preferibilmen-te con beccuccio), setaccio di crine o in acciaio, un colapasta, un passaverdura, un misuratore di capacità graduato.

I vari dolcificanti

Per realizzare gustose prepa-razioni e stabilire il giusto grado di dolcezza gradito, si possono utilizzare dolcificanti diversi qua-li lo zucchero (privilegiate quello integrale), il miele, la melassa, il malto (di riso, di mais, di orzo, di frumento o di farro), lo sci-roppo d’acero o d’agave oppu-

Le marmellate fatte in casaCome preparare ottime conserve di frutta da assaporare in compagnia o com

“Le preparazioni a base di frutta possono fornire un apporto calorico diverso determinato da vari fattori come ad esempio il tipo di frutta utilizzata, la quantità e la tipologia di dolcificante presente, l’aggiunta di eventuali altri ingredienti”

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re a volte, in sostituzione dello zucchero, dolcificanti sintetici (preferibilmente da evitare). Lo zucchero viene anche utilizzato per evitare lo sviluppo di un mi-crorganismo chiamato Clostri-dium botulinum o Botulino che può provocare una serie di for-me di avvelenamento e anche la morte. Lo zucchero è infatti leta-le per questo batterio anaerobio ma attenzione: la percentuale deve però essere superiore al 35%. In ogni caso le cellule bat-teriche del botulino hanno una termo-resistenza piuttosto la-bile e quindi la bollitura prolun-gata rende innocui gli alimenti sospetti; la tossina può essere distrutta se mantenuta a tempe-rature superiori a 80°C per più di 10 minuti. Anche ambienti con ph inferiore a 4,5 (ambienti acidi) presentano condizioni sfavore-voli per lo sviluppo del botulino e questo è uno dei vari motivi per cui si aggiunge il succo di limone per la conservazione della frutta.

I tempi e lemodalità di cottura

È importante porre particola-re attenzione alla cottura della vostra preparazione al fine di ovviare a diversi inconvenienti, come ad esempio il rischio che si attacchi sul fondo della pen-tola o si verifichi una cristallizza-zione eccessiva dello zucchero. I tempi di cottura sono indicati nelle ricette (generalmente cor-rispondono a circa ½ ora-1 ora) e possono variare in base al-la tipologia di frutta scelta, alla quantità di zuccheri aggiunti, alla consistenza desiderata o alla presenza di gelificanti come ad esempio la pectina, sostan-za che si ricava dalla frutta. Per aumentare la consistenza della conserva, si consiglia di aggiun-gere il succo di uno o 2 limoni per ogni chilogrammo di frutta. Per verificare il giusto grado di cottu-ra potete effettuare “la prova del piatto”: versate una goccia del-

la vostra preparazione su di un piattino asciutto e controllate che scorra lentamente aderen-do alla superficie (in questo caso sarà pronta).

Conservazione

Le varie preparazioni vanno mantenute in un luogo asciutto e, una volta aperte, si devono conservare in frigorifero e con-sumare entro 1-3 settimane (la conservazione dipende dalla quantità di zucchero presente). Si consiglia di etichettare ogni singola conserva scrivendo la data di preparazione ed il con-tenuto degli ingredienti. Scartate le preparazioni casalinghe che all’apertura rilasciano gas o pre-sentano bollicine, formazioni di muffe, cattivi odori e alterazioni del colore. Inoltre se notate ri-gonfiamenti del tappo non con-sumatele!

Rossana Madaschi

me gustosa idea regalo

Rossana MadaschiÈ dietista e docente di Scienze dell’Alimentazione presso alcuni istituti alberghieri di Bergamo e provincia, tiene corsi di cucina naturale ed è ospite presso numerosi programmi televisivi e ra-diofonici.

Non solo marmellate…

Marmellata

Confettura

Gelatina di frutta

Composta

Extra

Si intende una miscela cotta realizzatacon zucchero e agrumi in pezzi(limone, arancia, mandarino, ma anchepompelmo, clementina, cedroe bergamotto)

Si indica la stessa preparazionedescritta precedentemente, ma riferitaa tutti gli altri tipi di frutta.

Viene prodotta cuocendo il succo difrutta con pari quantità di zucchero(senza polpa o buccia).È maggiormente usata in pasticceriaper apricottare i dolci prima di glassarli.

Si distingue dalla marmellata per ilmaggior contenuto di frutta e,conseguentemente, il minor quantitativodi zucchero aggiunto. La percentuale di frutta presente deveessere per legge più del 65%.

Per la preparazione di una confetturaextra, marmellata extra, gelatina extraecc., è richiesta una percentualedi frutta più del 45%.

Non solo marmellate…TIPOLOGIA DESCRIZIONE

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Speciale Alimentazione

Se chie-dete a un caval-lo, vi dirà che la carota è sicura-mente uno degli alimenti più buoni e non a torto. Sulla tavola italiana è arrivata nel 1700 ma era conosciuta già da greci e roma-ni, che l’apprezzavano per le sue pro-prietà medicinali. La carota, dal greco Karotòn, è una pianta erbacea dal fusto verde e la parte più consumata è la ra-dice, dal colore arancione e lunga 18-20 cm. Ma il caratteristico colore arancione non è certo il suo colore naturale, infatti le prime carote erano piccole e di colore rosso, giallo o viola e solo a partire dal XVII

secolo, ad opera di orticoltori olandesi in omaggio alla famiglia reale d’Olanda, le carote hanno assunto il colore che cono-sciamo.La carota oggi è conosciuta anche per le sue innumerevoli proprietà. È ricca di vitamine, sali minerali e zuccheri semplici e per questo motivo il suo consumo fa-cilita un aumento delle difese dell’orga-nismo contro le malattie infettive. Tra le sue vitamine troviamo il Betacarotene, che favorisce l’abbronzatura, previene la formazione di rughe e cura la pelle sec-ca. Per questo motivo è molto usata in

cosmesi. Infine, si conoscono anche le proprietà della caro-ta in merito alla vista: portano infatti sollie-vo ad occhi stanchi, ma la voce secondo cui migliorerebbero la visione notturna sembra una leggenda nata durante la se-conda guerra mondiale, quando i soldati inglesi, volendo nascondere la nuova tec-nologia per il rilevamento di velivoli nemici, sostennero che i piloti stessero mangian-do un sacco di carote, per vedere di notte come di giorno. Le leggende e la simbologia legate alla carota sono molto diverse a seconda dei popoli. Nella tradizione araba quest’or-taggio è diventato simbolo di bontà, in quanto favorisce l’alito fresco e la salute della bocca.

Con il termine pompelmo, oltre al frutto, la cui varietà più comune è il pompelmo rosa che può arrivare a pesare fino a 2 kg, si identifica anche l’albero, alto soli-tamente dai 5 ai 6 metri, appartenente al genere Citrus. Il pompelmo nasce come antico ibrido tra l’arancio dolce ed il pomelo, ma da se-

coli costituisce specie autonoma. Giunge dall’Estremo Oriente, dove veniva consi-derato un frutto benedetto (insieme alla pesca e al limone) ed era simbolo di pro-sperità e fecondità per Greci, Romani e per i popoli del vicino Oriente. Sulle nostre tavole, però, il pompelmo è arrivato tardi, intorno al XIX secolo, mentre a lungo è stato usato solo come pian-ta ornamentale. L’ori-gine del suo nome è legata a due parole: il termi-ne olandese “pompoen”, cioè

grosso, e la parola “limoes”, originaria della lingua di Giava, che vuol dire limone. Ma per quanto abbia tardato ad appa-rire nella nostra dieta, da subito si sono notate le diverse proprietà di questo frut-to. Positive e negative. Le proprietà po-sitive sono diverse, tra cui la più nota è sicuramente quella di bruciare i grassi. Il succo di pompelmo combatte inoltre la letargia e la secchezza di gola; qualche goccia di essenza nell’acqua del bagno contribuisce a far ritornare la fiducia, il suo profumo migliora la memoria, aiuta la concentrazione e stimola il lato destro del cervello. Anche i semi del pompelmo sono molto utili in quanto il loro estratto contiene qualità antisettiche e disinfettan-ti che vengono usate nel trattamento di patologie. Di negativo, invece, ha la capacità di ini-bire diversi farmaci, bloccando l’enzima predisposto al loro trasporto dall’intesti-no al circolo sanguigno. Sembra inoltre che sognare dei pompelmi indichi una

situazione aspra e sgradevole da affrontare, di cui non ci si

rende conto o che si rifiu-ta di vedere. Meglio quindi man-

giarli che sognarli!

Caroteproprietà medicinali

Pompelmiibridi di successo

La rubrica che vi invitaa conoscere e gustare i frutti che la

natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e

minor impatto ambientale

Apprezzate già dai greci e ricche di vitamine, sali minerali e zuccheri

Ottimi brucia-grassi e preziosi alleati per la concentrazione

“Un pompelmo è un limone che ha avuto un’opportunitàe ne ha approfittato”(Oscar Wilde)

“Pianta erbacea dal fusto verde e la parte più consumata è la radice, dal colore arancione e lunga 18-20 cm”

Bietole, broccoli, carciofi, porri, cavolfiori, cime di rapa, finocchi

Verdura di stagioneDicembre

Arance, avocado, banane, cachi, kiwi, mandarini, mele, pere

Frutta di stagioneDicembre

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La ricetta di Lisa Casali

Involtini di parti verdi di porroe ortaggi

PrEParazionEQuest’involtino, che si prepara con la par-te verde dei porri, è perfetto per una ce-na in piedi, ideale come antipasto. Potete prepararli anche in anticipo. Lavate e asciugate le parti verdi del porro, le carote e le zucchine. Riempite d’acqua una piccola pentola e portate a ebollizio-ne. Sbollentate per alcuni minuti le parti verdi dei porri sfogliati, quindi scolatele, immergetele in acqua fredda e stendete-le su un panno ad asciugare. Preparate la salsa di yogurt mescolando allo yogurt una punta di curry, il succo di limone, un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, l’erba cipollina tritata, il sale e il pepe. Ri-ponete in frigo fino all’utilizzo. Tagliate le carote e le zucchine a piccoli bastoncini e conditeli leggermente con olio, sale e pepe. Prendete un mazzetto di baston-cini misti (carote e zucchine) e dispone-telo sull’estremità di una foglia di porro. Arrotolate per almeno un giro completo quindi tagliate la parte verde avanzata (da

usare per il prossimo involtino). Ricavate da una foglia di porro tante strisce sottili. Usate una striscia per legare bene l’invol-tino. Procedete così fino a terminare gli ingredienti. Cercate di non fare involtini troppo grandi perché altrimenti sarà più complicato mangiarli. Al momento di ser-vire suddividete la salsa in ciotoline: una per ogni commensale. Portate in tavola gli involtini che ognuno condirà a piacere con la salsa allo yogurt.

ingrEdiEnti per 6 persone• La parte verde di 2 porri• 3 carote• 3 zucchine• 1 Limone• 1 yogurt bianco compatto• Erba cipollina• 1 punta di curry• Olio extravergine• Sale e pepe

Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore.

La ricetta biologica del Villino di Erica

Flan di carote su cremadi formaggi e noci tostate

PrEParazionELavare e mondare le verdure. Tagliare il porro sottile e cominciare e rosolarlo in una pentola con l’olio. Tagliare le carote a fette, unirle ai porri, salare, pepare, ag-giungere un bicchiere d’acqua e cuocere a fuoco medio, col coperchio, per circa mezz’ora, o finché le carote diventeranno morbide. Durante la cottura, se necessa-rio, aggiungere altra acqua. A cottura ultimata, versare le carote in un frullatore insieme a tutti gli altri ingredien-ti (uova, panna, formaggio grattugiato). Frullare bene, salare e pepare. Preparare 12 contenitori di alluminio per flan/panna cotta ed imburrarli molto bene. Versarvi il contenuto fino circa ¾ dello stampino, riporli sulla placca da forno nella quale avrete messo un dito d’acqua e cuocere a 140°C per circa 45 minuti. Nel frattempo preparare la crema di formaggio facendo sobbollire la panna ed il taleggio a fuoco molto lento fino al raggiungimento della

cremosità desiderata indicativamente per 20-30 minuti, rimestando spesso con una frusta. Servire il flan con uno specchio di crema di formaggio tiepida e qualche noce to-stata.

ingrEdiEnti per 4 persone• 1,2 kg carote• 1 porro•600 ml. panna fresca da cucina• 6 uova• 1 manciata parmigiano gratt.• sale, pepe• 3 Cucchiai olio oliva e.v.• burro q.b.• Per la crema di formaggio:• 100 gr. panna fresca da cucina• 50 gr. formaggio morbido tipo

Taleggio • sale e pepe q.b.

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Le essenze ci guidano, anche se non sempre ce ne accorgiamo: dalle erbe aromatiche in cucina alle essenze acquistate in profu-meria. Più o meno consapevol-mente un profumo, un gusto, ma anche il calore e la freschezza di un aroma evocano sempre sen-sazioni ed emozioni. Sono un in-terruttore in grado di richiamare alla mente un ricordo. Ma che cos’è un’essenza? L’es-senza costituisce l’insieme dei vari costituenti chimici presenti negli organuli della pianta, nei suoi organi di sintesi, di raccol-ta e di secrezione. Alla pianta

possono servire per respinge-re attacchi da parte di insetti, animali o funghi, possono ave-re una funzione regolatoria nei processi di crescita della pianta stessa o essere dei messaggeri biologici. Per olio essenziale in-vece si intende lo stesso grup-po di sostanze una volta estratte dalla pianta ed è ottenuto con alcune tecniche specifiche. L’Aromaterapia è una branca della Fitoterapia che utilizza gli oli essenziali per prevenire e curare. L’efficacia è provata da tempo e vi sono numerosi studi scientifi-

ci pubblicati su riviste mediche, inoltre nella Farmacopea Ufficia-le (F.U.) della Repubblica Italiana, emanata dal ministero della Sa-lute, sono riportate le monogra-fie di alcune essenze con i relativi parametri qualitativi per l’impie-go a scopo farmaceutico. Gli oli essenziali servono a curare o più semplicemente a migliorare lo stato di salute e di benessere e sono complementari ai tratta-menti classici della medicina. L’olio essenziale è l’estratto più concentrato, si ottiene general-mente da pianta fresca, la pianta secca viene invece utilizzata per le droghe di importazione. Pri-ma del processo di estrazione, alcune parti (legno, corteccia, radice) vengono pulite e tritu-rate, mentre altre più delicate (foglie, fiori) vengono sottopo-ste a macerazione. Le tecniche di estrazione sono numerose: pressione a spremitu-ra, estra-zione con solventi quando non si possa utilizzare il calore, distilla-zione in acqua

sottoposta a calore diretto, di-stillazione a produzione di vapo-re indiretto, “enfleurage” per fiori e parti delicate che, appoggiate su uno strato di grasso animale depurato, viene nel tempo sa-turato di olio essenziale, estra-zione in supercritica di anidride carbonica. Un olio essenziale è in realtà una miscela abbastanza complessa di numerose sostanze chimiche, sono biomolecole di piccolissi-me dimensioni capaci di attra-versare le barriere fisiologiche (pelle, sistema respiratorio). La maggior parte degli oli essenziali contiene una media di 50 mole-

cole distinte che ne spiegano la polivalenza e la possibilità di im-piego nel trattamento di diverse patologie. Un esempio è l’olio di Lavanda (composto da 200 mo-lecole) che può essere utilizza-to come analgesico locale (mal di testa, reumatismi), oppure per lo stress come rilassante. I componenti fondamentali (alco-li, aldeidi, idrocarburi, perossidi, derivati solforati) contemporane-amente presenti giustificano le differenti propriètà (antisettiche, purificanti, antivirali, battericide, antinfiammatorie, analgesiche, sedative, antispastiche). Assunti a scopi alimentari, applicati sul-la cute o aggiunti all’acqua del bagno sono un concentrato di sostanze chimiche di grande efficacia e potenziale tossici-tà. Proprio perché

Un profumo, un gusto, ma anche il calore e la freschezza di un aroma evocano sempre sensazioni ed emozioni

Salute & Benessere

“L’Aromaterapia utilizza gli oli essenziali per prevenire e curare. Gli oli essenziali sono complementari ai trattamenti classici della medicina”

L’universo delle essenzeStile di vita e medicina integrata:un approccio olisticoper la salute e il benessere

Oggi salute significa cura, prevenzione e benessere psicofisico. Con questa rubrica vogliamo porre l’attenzione sui rimedi naturali, sul loro affiancamento all’allo-patia (medicina classica) e sulle loro potenzialità nella prevenzione e benessere dell’individuo. Per olistico si intende un approccio alla cura dell’individuo che tiene conto della sua totalità.

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efficaci possono, nei sogget-ti sensibili, dare anche reazioni avverse come allergie, irritazio-ne, causticazione. Non vanno mai ingeriti puri per via orale né usati in gravidanza e allattamen-to. L’olio essenziale estratto è generalmente un liquido limpido, trasparente, di colore variabile, aromatico e lipofilo. Allo stato puro si tratta di sostanze ad alta concentrazione di principi attivi. Un flaconcino di olio essenziale è al tempo stesso una bomba farmacologica e tossicologica. Data la loro elevata capacità di penetrazione attraverso l’epi-dermide bisogna tener conto del potenziale assorbimento a livello sistemico e soprattutto essere consapevoli che ci sono aree del corpo come il volto e i genitali in cui l’assorbimento è maggiore e quindi più rischioso. La loro

eccezionale capacità di pene-trazione nell’epidermide li rende un ottimo veicolo per facilitare la penetrazione di altre sostanze attive utilizzate in cosmetica. In misura estremamente conte-nuta sono aggiunti in alcune for-mulazioni in capsule e sciroppi assunti per via orale, in alterna-tiva per inalazione con aerosol ma solo su prescrizione medica perché potenzialmente irritanti o in bagni durante i quali si assiste all’assorbimento per via aerea e cutanea. Gli oli essenziali rari (per ottenere 1 Kg di olio sono necessari minimo 10 Kg) ed effi-caci sono polivalenti, possiedo-no differenti proprietà e hanno un largo spettro d’azione. Oggi grazie ai frutti della ricerca sap-piamo come usarli nella cura di disturbi comuni come la tosse, l’acne o nell’utilizzo in cosmetica e gastronomia. Non bisogna pe-rò sottovalutare i potenziali rischi di un uso improprio, dovuto ad automedicazione. È bene invece consultare sem-pre uno specialista in grado di indicarci come beneficiare di un altro dono della natura per sal-vaguardare salute e benessere.

Patrizia Mantoessi

“La loro eccezionale capacità di penetrazione nell’epidermide li rende un ottimo veicolo per facilitare l’assorbimento di altre sostanze attive utilizzate in cosmetica”

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Ambiente

Il lupo italico è, per dimensioni, simile a un grosso cane. In ge-nere un adulto arriva a pesare fra i 25 ed i 35 kg. Il suo man-tello è di colore variabile e va dal grigio al bruno rossiccio, crema chiaro sul ventre. Ha le orecchie corte e arrotondate, splendidi occhi gialli dal taglio obliquo e la punta della coda, molto folta d’inverno, nera. Le zampe, così come la muscolatura del collo, sono estremamente potenti.

Vita da lupi

L’habitat preferito dal lupo è per lo più montagnoso e ricoperto da fitte foreste in grado di offri-re cibo, tranquillità e un sicuro

rifugio. Generalmente il lupo si riposa durante il giorno e dedi-ca le ore notturne alla caccia, quando è meno probabile un

incontro con il suo peggior ne-mico: l’uomo. La ricerca del ci-bo in un ambiente degradato e impoverito come quello italiano porta il lupo a compiere lunghi spostamenti lontano dalla tana, andando incontro a non pochi pericoli. Il fiuto del lupo è parti-colarmente sviluppato e, grazie al suo grosso, tondo e umido “nasone”, avverte l’odore della preda anche a grande distan-za. Per restare in forma il lupo dovrebbe mangiare circa 2 kg di carne al giorno, un’impresa

non sempre facile in un ambien-te naturale reso sempre più po-vero dall’uomo e aggredito da cemento e asfalto. Per questo, in Italia, mangia un po’ di tutto, adattandosi alla disponibilità dell’ambiente. Nei boschi, dove le prede selvatiche sono abbon-danti, si nutre di cinghiali, daini, caprioli, cervi e piccoli mammi-feri, come lepri, conigli e talpe; può anche catturare fagiani e altre specie di uccelli, e al biso-gno finiscono nella sua pancia anche bruchi, insetti e farfalle ol-

tre a mele, pomodori, zucchini, uva, bacche della rosa canina e diversi tipi di vegetali! Solo in rari casi, se la fame è tanta e le pre-de naturali scarseggiano, può ricorrere al bestiame domestico mal custodito come pecore, ca-pre o galline.

L’ululato

È un suono profondo, continuo, cupo e lamentoso che dura per diversi secondi. Lo si può ascol-tare nei boschi al tramonto o nel

C’era una volta il lupoLa popolazione del Canis lupusin Italia è in ripresa ma i pericoli non sono finiti, anzi!

“In Italia vivono circa 800-1.000 lupi sulle Alpi e sugli Appennini. Ogni anno oltre 100-200 finiscono nei lacci dei bracconieri, sono vittime dei bocconi avvelenati, vengono impallinati senza scrupoli o sono vittime di incidenti stradali”

“Gli ululati sono parte del loro linguaggio: avvertono gli altri lupi che quello è il territorio del branco e non si ammettono intrusi”

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Tigri, orsi, tartarughe e tante al-tre specie stanno scomparen-do. Per proteggere gli animali, gli ambienti e promuovere uno sviluppo sostenibile, il WWF re-alizza numerosi progetti in tutto il Pianeta. Sono necessarie molte risorse per difendere e tutelare interi ecosistemi. Oltre 5 milioni di persone in tutto il mondo, con il loro aiuto, permettono al WWF di portare avanti le sue sfide, ma serve anche il tuo aiuto: dona per un progetto, potrai ricevere le bellissime stampe disegnate

e firmate dal Pre-sidente Onorario del WWF Italia, Fulco Pratesi, dedicate alla ti-gre o al lanario, a sostegno del progetto con-tro la caccia. Oppure se preferisci i calendari, potrai scegliere tra quello “Adozioni”, con le immagini di alcune delle specie animali che sono più in pericolo, o quello dedicato ai “Cras”con le fotografie dei cuc-cioli che il WWF contribuisce a salvare nei Centri di Recupero per Animali Selvatici. Con questo contributo il WWF può intervenire per fermare fenomeni come bracconag-

gio, deforestazione, inquinamento, fino al vero e pro-prio soccorso degli esemplari feriti. Il tuo dono aiuterà a salvare le foreste di bambù, le tigri di Su-matra, gli orsi polari dei ghiacci dell’Artico, gli elefanti della sa-vana africana e i lupi dei nostri monti appenninici.

Per maggiori informazioni consulta il sito www.wwf.it.

Regalati o regala un’iscrizioneper prenderti cura del pianetaUn dono prezioso per rendereil nostro pianeta un posto migliore

Natalecon il WWF

Pagine a cura di WWF Lombardia e Bergamo SOStenibile

cuore della notte, quando i lupi si preparano alla caccia e hanno bisogno di comunicare tra loro. Gli ululati sono parte del loro lin-guaggio: avvertono gli altri lupi che quello è il territorio del bran-co e non si ammettono intrusi, chiamano a raccolta i compagni prima di una battuta di caccia oppure servono nei “dialoghi” fra adulti e cuccioli. A volte diversi lupi ululano in-sieme, in una sorta di “ululato corale”, comunicando con altri gruppi vicini.

Il WWFper il lupo

In Italia vivono circa 800-1.000 lupi sulle Alpi e sugli Appennini. Ogni anno oltre 100-200 finisco-no nei lacci dei bracconieri, sono vittima dei bocconi avvelenati, vengono impallinati senza scru-poli o sono vittime di incidenti stradali. Il WWF per il lupo è im-pegnato contro la crudele pratica del bracconaggio. Nei Centri di Recupero per Animali Selvatici si prende cura di tutti quei lupi feriti

dai bracconieri, trovati in difficoltà o investiti sulle strade. Favorisce l’impiego di tecniche tradiziona-li di pastorizia per scoraggiare eventuali attacchi del predatore agli allevamenti dell’uomo e dimi-nuire in questo modo il conflitto uomo-lupo. Sta creando corridoi verdi protetti, in modo che i lupi possano spostarsi da un tratto di bosco all’altro, al riparo da peri-coli e minacce, con la volontà di aumentare la sorveglianza dei luoghi dove è più frequente la presenza del lupo.

“Più di 1300 progetti, dall’Italia all’Artico, dall’Africa alla Cina. Ma le minacce continuano: deforestazione, bracconaggio e commercio illegale di specie vegetali e animali, cambiamenti climatici”

e firmate dal Pre-sidente Onorario del WWF Italia, Fulco Pratesi, dedicate alla ti-gre o al lanario, a sostegno del progetto con-tro la caccia. Oppure se preferisci i calendari, potrai gio, deforestazione, gio, deforestazione,

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La metropoli francese, capoluo-go della regione della Loira, è stata insignita dell’ambito titolo di capitale europea della soste-nibilità e porterà la corona per tutto il 2013. Il concorso è nato quattro anni fa e fino ad oggi le città vincitrici sono state Stoc-colma nel 2010, Amburgo nel 2011 e quest’anno la spagnola Vitoria-Gasteiz. Da gennaio lo scettro verde sa-rà in terra di Francia: Nantes ha trionfato sulle altre finaliste ov-vero la spagnola Barcellona, la svedese Malmö, la tedesca No-rimberga e l’islandese Reykjia-vik. Il titolo premia la città che ha dimostrato maggior talento nel minimizzare l’impatto sull’am-biente migliorando la qualità della vita dei suoi cittadini. E’ assegnato in base all’esigente valutazione di più criteri: produ-zione e gestione dei rifiuti, pre-senza di aree verdi, consumo di

acqua e trattamento delle acque di scarico, attenzione alla natura e promozione della biodiversità, trasporti locali, qualità dell’aria e livelli dell’inquinamento sonoro. Grande rilievo viene assegna-to anche alla capacità di rea-lizzare progetti che puntino ad uno sviluppo urbano rispettoso dell’ambiente. La sfida è ardua e non finisce qui. La “capitale green” deve anche dimostrare di essere un centro di irradiazione per la cul-tura dello sviluppo sostenibile, capace di porsi come fonte di ispirazione per altre città. La vit-toria è stata frutto di buone pra-tiche iniziate circa due decenni fa. In seguito alla crisi industria-le degli anni 90, l’amministraz-ione urbana ha compreso che Nantes doveva puntare su una rinascita all’insegna della soste-nibilità: così facendo sarebbe potuta diventare un modello per la città europea del futuro. Così è stato. Certamente questo non

sarebbe stato possibile senza il coinvolgimento dei cittadini, in-vitati a contribuire attivamente alla realizzazione degli ambiziosi obiettivi. Il primo passo è stato ripensare a una politica dei tra-sporti volta alla riduzione dell’u-tilizzo delle automobili: Nantes è stata la prima città francese a reintrodurre i tram elettrici, ha promosso pratiche ecologiche come bici-noleggio e car-sha-ring e ha favorito lo sviluppo pe-donale del centro-città. Gli effetti di queste decisioni si

sono concretizzati nella netta ri-duzione del traffico urbano e nel-la discesa dei livelli di CO2 sotto i valori limite. Un’ulteriore vittoria sull’inquina-mento atmosferico è stata pos-sibile grazie ad un programma volto a preservare la biodiversi-tà che ha reso necessaria una netta riduzione del consumo di pesticidi chimici (meno 85% in sei anni); l’aria di Nantes è oggi molto pulita e per verificare la sua qualità, oltre agli strumenti standard, è stato attivato lo spe-

rimentale “pollen watch garden”, che rileva gli allergeni e identifica i rischi per la salute dei cittadini. Un altro fiore all’occhiello della metropoli è la grande presenza di spazi verdi: parchi pubblici, giardini e campi coltivati arriva-no a coprire il 60% del territorio, tanto che ognuno dei 590 mila abitanti può contare su un pol-mone verde a soli 300 metri dalla propria abitazione. Nantes si è dimostrata innova-tiva (e decisamente originale) anche nella modalità scelta per

trasmettere la cultura sostenibi-le al resto dell’Europa. Oltre alla partecipazione attiva a gruppi di lavoro e iniziative internazionali promosse dall’UE, la città man-derà i suoi ambasciatori dell’e-cologia nelle piazze di Madrid, Helsinki, Berlino... qui la gente vedrà apparire l’“aéroflorale”, una bizzarra serra mobile con a bordo scienziati, botanici e ricer-catori attrezzati per prelevare in loco campioni di piante e pronti a fare lezioni estemporanee sulla biodiversità.

Eco dal mondo

Nantes regina verdeLa città francese è la European Green Capital per il 2013

“Il titolo premia la città che ha dimostrato maggior talento nel minimizzare l’impatto sull’ambiente migliorando la qualità della vita dei suoi cittadini”

Il progetto dell’Aeroflorale Les fonderies, giardino pubblico sull’Ile - Autore: Maximeo

La chiesa St. Louis e gli anelli di BurenAutore: Annik Demolin

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Come abbiamo visto, Nantes si è contraddistinta per la capaci-tà di mettere in pratica politiche lungimiranti e per la volontà di orientarsi al futuro in modo inno-vativo. Tenendo in considerazio-ne questi aspetti, non stupisce sapere che uno degli scrittori più visionari della storia della let-teratura provenisse proprio da questa città. Si può affermare che si tratta di uno dei padri del-la fantascienza e che, con la sua fantasia intuitiva, ha ispirato nu-merose imprese scientifiche re-alizzate nei decenni successivi. Stiamo parlando di Jules Verne (1828-1902), autore di “Ventimi-la leghe sotto i mari”, “Viaggio al centro della terra”, “Dalla terra alla luna”, “Il giro del mondo in ottanta giorni”. La città di Nantes ha voluto ren-dere omaggio a questo cittadino illustre realizzando le “Machine de l’île”, mostri meccanici in fer-ro e bulloni ispirati all’immagina-rio dei suoi romanzi. Il più noto è un gigantesco elefante che ogni giorno raccoglie attorno a sé

una folla di curiosi; il pachiderma meccanico, alto ben 12 metri, passeggia sulle rive della Loira spruzzando acqua dalla probo-scide. Quest’estate è venuta alla luce l’ultima creatura progettata dagli artisti-costruttori delle “Ma-chine”: si tratta del “Carrousel”, un enorme mondo marino im-maginario popolato da fantasio-si pesci, alto 25 metri e largo 20.

Queste incredibili opere d’arte sono simboli dell’Ile de Nantes, isola del fiume Loira, un tem-po occupata da strutture por-tuali ed industriali. Il progetto di riqualificazione di questo quar-tiere è diventato un esempio di politiche di sviluppo sostenibile coordinate; è stato elaborato da una équipe guidata dall’architet-to Joan-Louis Berthomieu e dal

paesaggista Alexandre Cheme-toff. Gli obiettivi erano ambiziosi: fare dell’isola una zona urbana all’avanguardia rispettando l’am-biente naturale e valorizzando gli edifici di archeologia industriale pre-esistenti, contribuire allo sviluppo economico di Nantes, espandere il centro della città connettendolo con il fiume. Una mossa decisiva è stata il trasfe-

rimento sull’Ile della sede di im-portanti funzioni amministrative, economiche e di ricerca scienti-fica; in questo modo il quartiere è diventato un punto nevralgico per l’intera metropoli. La riqualifi-cazione si è distinta come esem-pio di innovazione della pratica urbanistica, anche grazie al lar-go spazio dedicato all’arte ur-bana che ha reso il quartiere un distretto culturale d’eccezione. L’Ile è disseminata di opere ar-tistiche integrate con lo scenario urbano e i vecchi cantieri nava-li sono oggi adibiti a contenitori culturali e spazi espositivi; edifici abbandonati sono stati ristruttu-rati o rinnovati con interventi di architettura contemporanea, e il materiale di scarto ricavato dai rifacimenti è stato utilizzato in al-tre costruzioni. L’isola, inoltre, è con il tempo diventata un modello di soste-nibilità: i trasporti pubblici sono molto efficienti, e non mancano zone pedonali e piste ciclabili. Grande importanza è stata data alla biodiversità: lungo gli argini della Loira, nelle piazze, per le strade sono state piantate nu-merose specie botaniche, e per innaffiare questi spazi verdi vie-ne utilizzato un sistema che rac-coglie e purifica l’acqua piovana. Il punto di forza di questo impo-nente progetto di riqualificazio-ne è stato il rispetto del contesto geografico e ambientale, e la trasformazione di ogni esigenza di intervento sul tessuto urbano in un’occasione per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Livia Salvi

“La città di Nantes ha voluto rendere omaggio all’illustre concittadino realizzando le “Machine de l’île”, mostri meccanici in ferro e bulloni ispirati all’immaginario dei suoi romanzi”

Le «Machine»e la riqualificazionedell’Ile de NantesOpere d’arte nell’isola della Loira ispirate a Jules Verne

Tratto del fiume Loira sull’Ile des Nantes - Autore: Pom’

Machine de l’Ile, l’elefante - Autore: Klefer

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Lunedì 15 ottobre 2012, ore 17.00, Aula di Corte d’Assise del Tribunale Penale di Bergamo. Si apre solennemente il “Processo alla noce amazzonica”, orga-nizzato da Cesvi e Slow Food nell’ambito della X Edizione di BergamoScienza e patrocinato da Comune di Bergamo, Provin-cia di Bergamo ed Expo 2015 con il contributo del Comune di Milano. Non è mancata neppure la degustazione finale a base di Noce e Moscato di Scanzo. Presidente del Tribunale è Carlo Casti, Governatore di Slow Fo-od Italia. L’accusa è sostenuta dall’avvocato Daniela Rubino del Foro di Milano, mentre la di-fesa spetta all’avvocato Ettore Tacchini del Foro di Bergamo. Cancelliere, dal tono vivace e brillante, Margherita Antonelli (at-trice). In gabbia, l’imputata: Ber-tholletia excelsa, comunemente nota come noce del Brasile o noce amazzonica, che cresce principalmente nell’Amazzonia meridionale, tra Perù, Brasile e Bolivia. Quattro i testimoni: Prof.ssa Cristiana Peano dell’Univer-sità di Torino, Facoltà di Agraria e Fondazione Slow Food per la Biodiversità; Prof. Carlo Modo-nesi dell’Università degli Studi di Parma - Dipartimento di biologia evolutiva e funzionale; dott.ssa Valeria Bigliazzi della Cooperati-va Chico Mendes di Modena; il photoreporter Pino Ninfa, autore dello splendido reportage foto-grafico “L’energia del castaño” che è stato presentato in aula nel corso del dibattimento. La giuria popolare, a cui spetta emettere il verdetto finale, irrevocabile, è costituita da studenti del Liceo “Falcone” di Bergamo.

L’accusa

Vengono letti i capi d’accusa, sostenuti dall’eccezionale dia-lettica dell’avvocato Daniela Ru-bino: la noce amazzonica -che vive solo allo stato di natura e viene raccolta manualmente dagli abitanti della foresta- rap-presenta il simbolo di un’eco-nomia primitiva, legata ad una tradizione atavica che potrebbe impedire un reale sviluppo del-le zone in cui cresce, ostacola-re la diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento e frenare la

modernizzazione; è responsa-bile di numerosi incidenti, anche mortali, durante la fase di raccol-ta, provocando infortuni gravi e malattie professionali; determina un forte impatto ambientale e un depauperamento delle risorse idriche e naturali; resiste alla de-forestazione forzata; sfavorisce le donne e genera lavoro mino-rile.

La difesa

A difesa della noce amazzonica intervengono, sotto solenne giu-ramento, alcuni dei testimoni e il brillante avvocato della difesa, Ettore Tacchini: il castagno, che nasce spontaneo e non si colti-va, sembra adattarsi a situazioni estreme, rimanendo a baluardo di una natura violentata e depau-perata dalla selvaggia azione di deforestazione dell’uomo (come testimoniano le straordinarie im-magini del photoreporter Pino Ninfa, proiettate nel corso del processo). Il castagno, attorno a cui si sviluppa un delicato eco-sistema che può sopravvivere solo in un ambiente naturale in-tatto ed incontaminato, difende il sottobosco e consente la salva-guardia della foresta. La noce amazzonica costitu-isce la forma primaria di cibo per la popolazione locale, es-sendo dotata di alte potenzialità

organolettiche, gustative e sa-lutistiche con un forte apporto proteico, nutritivo ed energetico; dato l’alto contenuto di grassi, la noce è utilizzata anche per la produzione di olio commestibile e contiene, tra gli altri minerali, buone quantità di selenio con proprietà antitumorali. Da tempi immemorabili, inoltre, gli abitanti della foresta, oggi organizzati in cooperative e perciò protagoni-sti del loro lavoro, vivono proprio grazie alla raccolta e alla com-mercializzazione di questo frut-to.

Il verdetto

La parola passa infine alla giuria popolare, che si ritira per il ver-detto. E dopo una lunga e trepi-dante attesa, ecco la sentenza finale, come sempre all’insegna della salvaguardia del nostro pianeta vivente e della Terra Ma-dre. “Nel nome del popolo go-loso e sapiente, il tribunale ha valutato l’incapacità dell’imputa-ta di intraprendere la scelta della sostenibilità ambientale, cultu-rale ed economica. A motivo di

questa opzione, gravemente le-siva dei diritti delle comunità del cibo e delle popolazioni amaz-zoniche, la valutazione della cor-te è stata fortemente negativa. L’imputata ha mostrato un’as-sidua reiterazione di numerose condotte arrecanti danno a per-sone e cose con devastazione e abuso di ambienti e risorse na-turali. Per questi motivi dichia-ra l’imputata colpevole quanto ai capi 2 (sottrazione di beni e terreni perpetrando un grande danno all’ambiente) e 3 (delitto di devastazione ambientale) e, concesse le attenuanti generi-che, condanna l’uomo, “domi-nus” dell’ambiente, e affida la noce amazzonica ai servizi so-ciali per il suo recupero ad una vita sociale corretta con l’elimi-nazione delle sue predisposi-

zioni allo sfruttamento, in modo che possa imboccare la via della sostenibilità. Condanna altresì la suddetta a trascorre la vita nella colonia penale dell’area foresta-le di competenza, con obbligo per i poteri costituiti di creazio-ne di aree agricole all’interno dei villaggi dei raccoglitori, che consentano l’autosussistenza della comunità e la possibilità di far conoscere a tutto il mondo le sue indubbie potenzialità orga-nolettiche, gustative e salutisti-che. Assolve l’imputata al capo 5bis relativo all’agropirateria, per la quale non è considerata im-putata, ma parte lesa. Le buone pratiche imposte contribuiranno a salvare il nostro pianeta vivente e la Terra Madre”.

Maria Imparato

Società

Processo alla noce amazzonicaBergamoScienza con Cesvi e Slow Foodnell’Aula di Corte d’Assise del Tribunale di Bergamo

“La noce amazzonica costituisce la forma primaria di cibo per la popolazione locale”

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“L’Energia del Castaño”: Foto di Pino Ninfa > Rufino Rodriguez e sua figlia. Rufino segue con la sua famiglia l’intero ciclo della castaña: dalla raccolta all’essiccazione, fino alla sbucciatura e alla preparazione dei sacchi per la fabbrica.

“L’Energia del Castaño”: Foto di Pino Ninfa > Disboscamento a trenta kilometri da Puerto Maldonado, in Perù.

“L’Energia del Castaño”: Foto di Pino Ninfa > Cooperativa di agricoltori “Coinacapa LTDA” a Porvenir, nella regione del Pando, in Bolivia. I sacchi contengono le castane selezionate, sullo sfondo quelle ancora in essicazione.

Bastano pochi euro donati con un semplice messaggio o una telefonata al numero 45508 (fino al 21 dicembre) per sostenere la campagna di lotta all’Aids del Cesvi. Con i fondi che verranno raccolti l’organizzazione umani-taria laica e indipendente potrà fornire le terapie farmacologiche per ridurre la trasmissione del vi-rus dalle madri ai neonati. Inoltre, si potrà assicurare assistenza medica ai malati di Aids, attivare programmi di assistenza alimen-tare e psicologica, promuovere campagne di prevenzione e sensibilizzazione e supportare le strutture di accoglienza e di lotta all’esclusione sociale per gli orfani del virus in Zimbabwe, Congo e Sudafrica. Un dono di Natale che costa so-lo due euro se si invia un mes-saggio dal cellulare Tim, Wind, 3, CoopVoce, PosteMobile e Nòverca o chiamando da un te-lefono Twt. Oppure, chiamando da rete fissa Telecom Italia, Fa-stweb e Infostrada è possibile

contribuire alla campagna Cesvi con 5 oppure dieci euro.Nella sola Africa sub-saharia-na si contano quasi 23milioni di persone con l’Hiv: il 67% dei sieropositivi di tutto il mondo. In questa Regione, il 60% delle donne ne sono affette e questo comporta un altissimo rischio

per i neonati. Solo nel 2010 ben 390 mila bambini sono stati contagiati, quasi sempre la tra-smissione è avvenuta durante la gravidanza o l’allattamento. Per fermare il diffondersi del vi-rus, cinque volti noti si sono uni-ti alla campagna di lotta all’Aids del Cesvi.

Cesvi: fermare l’Aidsin Africa con un smsdi solidarietàIn campo anche Claudio Bisio, Alessio Boni, Lella Costa, Cristina Parodi e il Trio Medusaper bloccare il diffondersi del virus

Chi è CESVICesvi è un’organizzazione umanitaria italiana laica e indipen-dente (Fondazione di partecipazione ONLUS), fondata nel 1985 a Bergamo. Opera in tutti i continenti per affrontare ogni tipo di emergenza e ricostruire la società civile dopo guerre e calamità. Ma soprattutto realizza progetti di lotta alla povertà e iniziative di sviluppo sostenibile, che fanno leva sulle risorse locali e sul-la mobilitazione delle popolazioni beneficiarie. Nell’ultimo anno Cesvi ha aiutato oltre 3 milioni di persone avvalendosi di uno staff formato per l’88% da personale locale. Il 93% dei fondi rac-colti è stato destinato direttamente ai progetti. In Italia è stata la prima associazione premiata con l’Oscar di Bilancio per la sua trasparenza nel 2000 e di nuovo nel 2011. www.cesvi.org

Claudio Bisio “Il mio legame con Cesviè nato 10 anni fa, quando nel tour estivo di Zelig lanciammo l’sms solidale. Far sì che in Africa nascano bambini sani, senza Aids, è una sfida da vincere: fa bene non solo alla nostra anima, ma al futuro di tutti!”

Trio Medusa“Cesvi non va in Africaa distribuire quello cheha comprato qui, ma a produrre, costruire cose che devono rimanere e funzionare nel tempo, coinvolgendo e formando lo staff locale. Se vuoi piantare un seme che poi germogli, devi portare la conoscenza”

Lella Costa“È un privilegio per chifa un lavoro come il mio essere utile alle cause in cui si crede, come quelle del Cesvi, che uniscono idealità e concretezza.Con questo progetto in Zimbabwe, per la prima volta, è stato capovolto il punto di vista sull’Aids in Africa. Una vera rivoluzione”

Cristina Parodi“Sono stata più volte sul campo a vedere il loro lavoro. Il ricordo più bello riguarda il viaggio con mio marito e i miei tre figli nel sud dell’India, dove Cesvi si occupa di bambini disagiati.È stato un viaggio molto istruttivo per i miei figli, che se lo ricorderanno per tutta la vita”

Alessio Boni“Sono stato in Zimbabwe a visitare i progetti del Cesvi contro l’Aids.Noi siamo fortunati, perché siamo nati nella parte ‘ricca’ del mondo. Credo sia nostro dovere tenere viva l’attenzionesu questa enorme pandemia”

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Venerdì 16 novembre. Ore 20. Al Vecchio Tagliere di Zanica. 90 persone. 1 evento: il secondo compleanno di Bergamo Soste-nibile! L’atmosfera è quella tipica di un giorno di festa. Ci sono tutti: dal-la direzione alla redazione, dagli sponsor ai lettori. Se ci fossimo immaginati una serata coi fioc-chi sarebbe stata sicuramente così: una calorosa partecipa-zione in un contesto simpatico e conviviale, in un’azzeccata lo-cation. Dopo qualche esitazio-ne nell’assegnazione dei posti (come in tutte le migliori feste), ognuno trova la sua sistema-zione grazie all’assistenza delle

preziosissime Francesca e Ro-berta, le instancabili anime ope-rative di Bergamo SOStenibile che anche in una serata di festa non si esimono dall’organizzare il tutto senza una pecca (quando si dice deformazione professio-nale). Gli antipasti promettono bene: ci sono salumi e formaggi a kilometro zero, polenta (gra-ditissima dai non-bergamaschi presenti alla serata), il tutto ac-compagnato dal vino della ca-sa che ovviamente ha dato una piccola mano a creare quella spensieratezza e allegria che ha caratterizzato l’intera serata. Fra una portata e l’altra anche gior-nalisti e collaboratori colgono l’occasione per scambiarsi due parole, d’altronde ritrovi come questo purtroppo non capitano molte volte durante all’anno.Il primo piatto è risotto con cre-ma di scalogno e stracciatel-la di bufala e dopo il secondo (arrosto ripieno di salsiccia e castagne con puré di patate di Martinengo) è tempo di discorsi: Marco Rossi, l’editore, e Diego Moratti, il direttore, prendono la parola. La notizia dei discorsi al-larma qualcuno dei presenti che si preoccupa immaginando i so-liti discorsi di rito infiniti e noiosi.

Ovviamente non è così (mica ci chiamiamo Bergamo inSosteni-bile!) e tra poche parole e un po’ di emozione si svolgono i ringra-ziamenti necessari e doverosi.

Cresce la famiglia diBergamoSOStenibile

Sono in tanti coloro che lavora-no per la buona riuscita di que-sto mensile che già a due anni dalla sua nascita può vantare una serie di lettori affezionati e una crescente attenzione del pubblico, che può così venire a conoscenza di opportunità, ini-ziative volte a diffondere stili di vita socialmente e culturalmen-te sostenibili. Un grazie anche ai preziosissimi sponsor, senza i quali il nostro progetto “free press” non sarebbe “sostenibi-le”. Sono infatti 30.000 le copie sparse nei 500 punti di distri-buzione presenti in tutta la ber-gamasca, in tutte le fiere e negli appuntamenti di settore più im-portanti. Infine il ringraziamento ai lettori, con i loro contributi, commenti e critiche, che rendo-no vivo e vissuto il nostro gior-nale. Fa davvero piacere inoltre vedere che l’attaccamento a questo mensile si concretizzi in

presenza fisica ad appuntamen-ti come questo, auspicando che lo stesso valga per ogni appun-tamento da noi consigliato.

La redazione e il sito web

Il secondo anno è stato mol-to produttivo e, tra le principa-li novità e traguardi, ha visto la nascita del sito web Bergamo-SOStenibile.com che ci permet-te di essere sempre fruibili anche dove non arriviamo col giornale cartaceo. Le infinite potenziali-tà del web e dei social network Facebook e Twitter ci hanno av-vicinato anche ad un pubblico più giovane al quale rivolgiamo con immenso piacere le nostre informazioni e le nostre propo-ste. A tal proposito è doveroso il ringraziamento e il saluto all’In-cubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo che per 2 anni ha ospi-tato la nostra sede operativa, di-spensando corsi e consulenze, dalla comunicazione al web, e soprattutto fornendo l’occasio-ne di un piacevole e proficuo confronto con gli altri giovani im-prenditori. Al momento del dolce tutti i col-laboratori giornalisti presenti alla serata, entrati a far parte della giovane e dinamica redazione (siamo ormai oltre i 20 collabora-tori!) sono chiamati al tavolo dei festeggiati dove Marco e Diego si dilettano in pose acrobatiche per procedere al taglio della torta (sono sicuramente meglio come editore e direttore… che come pasticceri o camerieri).

Beneficenza allaAssociazione Angelman

Ogni cena di compleanno che si rispetti ha anche il momento del regalo, ma stavolta il regalo lo hanno fatto tutti i presenti, devol-vendo parte del costo della cena all’Associazione Angelman, un gruppo di volontari impegnato a raccogliere fondi a favore della ricerca per la lotta alla Sindrome di Angelman che affligge so-prattutto i neonati. Con la cena e unendo altri contributi pervenu-ti, si sono raccolti 700 euro: un gran bel regalo e segno di soli-darietà e BergamoSostenibile non poteva chiedere di meglio per il suo compleanno.

Grazie!

Anche a nome di tutti i collabo-ratori scrivo ringraziando chi ci dà la possibilità di partecipare a questo progetto davvero in-

teressante, encomiabile e nato dal basso. L’atmosfera in cui si affronta l’uscita di ogni numero, la libertà di esprimere il proprio parere e proporre argomenti da trattare e gli obiettivi di fondo del giornale sono caratteristiche ve-ramente apprezzabili e il tutto, unito alla giovane età dei colla-boratori, partecipa a definire la coerenza fra metodo e mission di Bergamo Sostenibile. Non ci resta che augurarci un fu-turo roseo e 100 di questi giorni. Solo un rammarico… peccato che il compleanno si festeggi soltanto ogni 12 mesi! A poche settimane dal Natale approfittiamo per fare a tutti voi lettori i migliori auguri sperando che anche queste festività ven-gano vissute in linea con una filosofia di vita più sostenibile. Arrivederci all’anno prossimo!

Giorgio Sappilo

La cena del secondo compleanno del nostro mensile fra buona compagnia, buon cibo, buoni propositi e beneficenza. In una parola: Sostenibile!

100 di questi giorni!Società

Ci scrivonoNoesis, associazione per la divulgazione delle discipline filoso-fiche, nel nome del suo presidente Giovanni Paninforni, ringra-zia dell’invito: “Abbiamo partecipato con piacere alla bellissima serata per festeggiare il secondo compleanno del giornale Ber-gamoSOStenibile. Durante la serata abbiamo avuto il piacere di conoscere nuove persone, ma soprattutto tanti giovani appas-sionati, volenterosi di utilizzare la scrittura come mezzo con il quale trasmettere il proprio pensiero, le esperienze e divulgare le possibilità di ecosostenibilità esistenti. Noesis è lieta di poter continuare una collaborazione con il giornale anche con l’intento di promuovere il tema della sostenibilità attraverso i suoi incontri.

Da sinistra: Marco, Valeria, Clara, Livia, Alice, Lara, Giorgio, Alessandro F., Nello, Roberta, Alessandro V., Francesca, Diego

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È finalmente stato completato l’edificio di nove piani che a par-tire dal 4 Ottobre 2012 ospita la nuova sede di Google a Lon-dra, situata nel palazzo St. Gi-les di Renzo Piano, all’interno del Central Saint Giles di Covent Garden, e che già durante la fase progettuale faceva parlare di sé. Sì perché la nuova sede londine-se di Google è già stata definita il fiore all’occhiello fra i 70 uffici che la multinazionale possiede in oltre 40 sedi in tutto il globo: in termini di comfort dei propri dipendenti, di location e di at-

tenzione ai consumi energetici. Il progetto, che porta la firma del team di architetti della Penson, si estende su una superficie fra i 15 mila ed i 16 mila mq: am-bienti di lavoro informali, in totale continuità fra zone lavoro e spa-zi relax, che si rivelano un mix di benessere sul posto di lavoro, efficienza per quanto concerne le tecnologie per il funzionamen-to della struttura ed ecologia per le scelte progettuali e per i risul-tati raggiunti in fase esecutiva. La struttura comprende anche soluzioni innovative per quanto riguarda la possibilità di lavorare e impiegare i momenti liberi, at-traverso l’utilizzo di una palestra e di una sala di danza. Il Google head quarter di Lon-dra, oltre ad aver sottoscritto l’Healthy Material Program con cui si impegna a non utilizza-re materiali da costruzione dei quali non sia stato verificato il reale impatto sulla salute, è in gara per la certificazione LEED Platinum, puntando a diventa-re un prototipo di sostenibilità. Nell’ecosostenibile sede di Goo-

gle i dipendenti potranno anche coltivare il proprio orto urbano, grazie a diversi giardini e al tet-to verde allestito sulla sommità dell’edificio. Tutti i materiali per la realizzazione sono ecologici e completamente privi di sostanze nocive o inquinanti, sia per l’am-biente che per i suoi fruitori. De-

finito dal quotidiano inglese The Indipendent come “il miglior po-sto di lavoro al mondo”, il nuovo ufficio londinese di Google è già diventato un esempio di come anche le sedi di lavoro possano essere accoglienti e confortevo-li.

Alessandro Sonzogni

Google, a Londra il miglior posto di lavoro al mondoArredo anti tossico, design informale e giardino coltivabile per i dipendenti Google

“Tutti i materiali perla realizzazione sono ecologici e completamente prividi sostanze nociveo inquinanti sia per l’ambiente che peri suoi fruitori”

Il risparmio energetico di GooglePer Google la sostenibilità è ben più di una parola. I consumi, infatti, vengono monitorati costantemente per capire come in-tervenire per ridurre le emissioni inquinanti e abbattere i consu-mi. Le politiche di contenimento dell’impatto ambientale sono talmente radicate nelle pratiche aziendali da essere diventate, nel corso degli anni, una parte integrante del modo di fare bu-siness del gigante dell’informatica. Non è un caso che si stima che dal 2007 ad oggi Google abbia tagliato del 50 % i consumi di elettricità. L’impegno di Google non va solo nella direzione della riduzione dei consumi sul luogo di lavoro. Per rendersene conto, basta vedere cosa è stato fatto nella sede principale di Mountain View, dove gli sforzi per la sostenibilità sono stati no-tevoli. Gli impiegati, infatti, si muovono all’interno del campus in bici o con veicoli elettrici e si recano al lavoro con bus elettrici messi a disposizione dall’azienda, permettendo di togliere dalle strade almeno 3 mila auto. Sui tetti della sede centrale, inoltre, ci sono pannelli solari che producono 3 milioni di Megawatt/ora. E proprio le rinnovabili rappresentano un altro punto di forza di Google: negli ultimi anni sono stati investiti oltre 900 milioni di euro e ad oggi il 33 % del fabbisogno energetico del colosso californiano è caratterizzato da fonti di energia pulita.

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Le “Laudes creaturarum” o “Cantico delle creature” o “Can-tico di frate sole”, composte da Francesco d’Assisi nel tempo estremo della sua vita, rappre-sentano la mistica comunione del frate orante con l’intero cre-ato. In tutta umiltà il santo con-templa e sacralizza, nel primo testo poetico della letteratura italiana, l’infinita possanza, la diffusa bellezza e la bontà di Dio

che ha fatto all’uomo doni d’a-more leggibili nelle manifesta-zioni della creazione, inscritti nei fatti naturali, in un mondo armo-niosamente destinato alla felicità degli uomini e discreti. La lode sale al Creatore come ri-conoscente omaggio per il sole che allieta la soave chiarità degli spazi; per la luce e il calore pro-digati regolarmente; per la luna e le stelle che si offrono al nostro

stupore aperto sulle notti stel-late e l’incanto dei pleniluni.E dai corpi celesti, la lode a Dio si estende al quotidia-no mondo della nostra esperienza ambien-tale terrena. Non c’è immagine di tempesta nel vento e le nubi e l’al-terno an-da-

mento delle stagioni che si avvicendano a garantire la vita e la sopravvivenza di tutte le cre-ature.La terra, l’aria, l’acqua e il fuoco, i quattro elementi che secondo la concezione della fisica classica e medioevale formano il mondo, sono chiamati con semplicità e confidenza madre, sorella e fra-tello. Di ognuno Francesco loda e ringrazia Dio per i doni conferi-ti al sostegno e alla regolazione della nostra vita nel contesto di una bellezza sparsa con infinita bontà e sapienza: bello è il so-le, bella la luna e le stelle, bello il fuoco... E chiamandoli madre, sorella, fratello, Francesco re-spinge l’idea di un uomo sovra-no sul creato, in favore di un’idea

di fratellanza con tutti gli esseri anche dei più umili e modesti. Negata ogni velleità di dominio, l’uomo del creato diventa il cu-stode e l’ammiratore perché in esso si svela l’atto della potenza creatrice e l’amore della prov-videnza perpetuate dall’Onni-potente. Infine è l’uomo l’ultima creatura esaltata dal “Cantico”; ma l’uomo che perdona perché è stato perdonato. L’uomo che soffre senza ribellione perché, francescanamente rivolto a Cri-

sto, accetta la sua croce nell’at-tesa dell’incoronazione finale. Così la morte del corpo non è che l’ultima sorella della nostra condizione umana.Probabilmente Francesco com-pone gli ultimi versi quando il suo stato di salute si è aggravato e si approssima all’abbandono di tutte le gioiose creature celebra-te nella prima parte del “Canti-co”. Ma qui, la morte dell’uomo, sinolo inscindibile di corpo e di anima, è sottratta alla cupa ine-sorabilità di un destino universa-le. C’è un criterio specifico per la creatura dotata di libero arbitrio. Se nel contesto dell’armonia uni-versale l’uomo avrà seguito con umiltà la volontà di Dio nell’imita-zione di Cristo, la sorella morte corporale non sarà che l’ultimo accompagnamento ad una vita eterna. Perciò, conclude Fran-cesco, sia lodato e benedetto e ringraziato il Signore come in chiusura di un canto liturgico.

Giuseppe PiantoniCentro di Etica Ambientale

Storia & Personaggi

“la morte del corpo non è che l’ultima sorella della nostra condizione umana”

Storia &personaggi:la rubrica che intende ripercorrere -attraverso fatti salienti e personalità illustri- la nascita e l’evoluzione del “pensiero ecologico”.A cura del Centro di Etica Ambientale www.centroeti-caambientale.com

Letture dal«Cantico di Frate sole»Altissimu, onnipotente bon Signore,Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfano,et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore cum tucte le Tue creature,spetialmente messor lo frate Sole,lo qual è iorno, et allumini noi per lui.Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’, mi Siignore, per sora Luna e le stelle:il celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate Ventoet per aere et nubilo et sereno et onne tempo,per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua.la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi Signore, per frate Focu,per lo quale ennallumini la nocte:ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre Terra,la quale ne sustenta et governa,et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.

Laudato si’, mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amoreet sostengono infrmitate et tribulatione.

Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace,ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato s’ mi Signore, per sora nostra Morte corporale,da la quale nullu homo vivente pò skappare:guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,ka la morte secunda no ‘l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiatee serviateli cum grande humilitate.

Il ringraziamento di San Francesco a Dioper bellezza sparsa con infinita bontà e sapienza

Il cantico delle creature

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Il Centro di Etica Ambientale di Bergamo e la Cassa Rurale di Treviglio sono legate alle comu-nità locali da “un’alleanza per lo sviluppo”, ove “sviluppo” assu-me un significato ben più ampio di quello strettamente economi-co, avvicinandosi al concetto di “equità” e “bene comune”. Firmatarie di un Protocollo d’In-tesa che ne suggella la collabo-razione, CEA e BCC sono da tempo impegnate per la pro-mozione dei valori dell’etica e della sostenibilità ambientale. Un impegno solido e concreto,

attraverso la promozione di un modello condiviso di sviluppo sostenibile, partendo dal rispet-to e dalla tutela di tutto ciò che costituisce la Terra in cui vivia-mo, fonte di risorse naturali, di crescita sociale e di opportunità di sviluppo, anche economico. Il Convegno “Etica, Valori e Per-

corsi per lo sviluppo del Territo-rio” tenutosi lo scorso Sabato 17 Novembre presso l’Auditorium Cassa Rurale di Treviglio, ha fat-to il pieno di presenze. Con oltre 250 iscrizioni ha vo-luto offrire all’attenzione e alla sensibilità della città di Treviglio, piattaforme e percorsi tra i più suggestivi della “sostenibilità Ambientale”: dall’ecologia all’e-quità, dal locale al globale, dalla

crescita alla bellezza. Uno spa-zio di dialogo con la popolazione civile e le istituzioni di Treviglio, con la presenza del sindaco tre-vigliese Giuseppe Pezzoni, del presidente BCC-Cassa Rurale Gianfranco Bonacina e i salu-ti del presidente del CEA Don Francesco Poli, per condivide-re il cambiamento in atto e gli scenari futuri in un’ottica di Eco-Equo-Sostenibilità. Suggestive

le interrogazioni dei relatori: il professore Luciano Valle, diret-tore scientifico del CEA, che ha approfondito i principi e dei va-lori ispiratori del nuovo progetto dell’Abitare con la sintesi inedita di etica, tecnica e mondo natu-rale. Molto apprezzato il dialogo con professore Giacomo Bono-mi, da cui è emerso un interes-sante concetto di “Ambiente”, quale punto di connessione fra

“Sviluppo Sostenibile” e difesa dei beni e del bene comune. A chiudere la toccante lettura del professore Giuseppe Piantoni, dal Cantico delle Creature di S. Francesco d’Assisi. Da segna-lare, l’inaugurazione della nuo-va sede “Sportello permanente Centro di Etica Ambientale - Tre-viglio Lombardia” con la finalità di offrire, a cadenza settimanale (tutti i mercoledì del mese dalle

10 alle 12), momenti di dialogo, e approfondimento sui temi dell’e-tica e della sostenibilità ambien-tale presso lo Sportello Famiglia Giovani della Banca di Credito

Cooperativo (via S. Martino, 15 - Treviglio).

Claudia ProserpioResp. Eco Educazione e

Formazione CEA di Bergamo

“Firmatarie di un Protocollo d’intesa, CEA e BCC da tempo impegnate per la promozione dei valori dell’etica e della sostenibilità ambientale”

Il CEA apre a TreviglioEtica, valori e percorsiper lo sviluppo del territorioSi è svolto sabato 17 novembre il convegno che ha visto impegnati insieme il Centro di Etica Ambientale e la Cassa Rurale di Treviglio per lo sviluppo territoriale

Gianfranco Bonacinapresidente BCC-Cassa Rurale Treviglio

Don Francesco Polipresidente Centro Etica Ambientale

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27 Nov/6 Dic 21.00 Orchestra di Via PadovaBiglietto ridotto per chi si reca in bicicletta

Concerto Tieffe Teatro www.tieffeteatro.it

29 Nov/10 Dic 21.00 “tre atti unci da Anton Checov”Biglietto ridotto per chi si reca in bicicletta

Spettacolo teatrale “Teatro i” Via Gaudenzio Ferrari, 11 Milano www.teatroi.org

30 Nov 20.45 Approfondimento floristico: Campanulaceae Incontro Gruppo Flora Alpina BergamascaCentro sociale Monterosso

www.floralpinabergamasca.net

3 Dic 21.00 “Archi de Sono” - Helena WinkelmanBiglietto ridotto per chi si reca in bicicletta

Concerto Sala Verdi del Conservatorio, Via Conservatorio 12, Milano

www.seratemusicali.it

1/3 Dic “Gourmarte” Il piacere dell’arte alimentare in Lombardia Fiera Fiera Bergamo - Via Lunga [email protected] Dic 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Stezzano (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it1 Dic 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] Dic Presentazione Libro “Ecocucina” di Lisa Casali Presenatzione libro c/o Fiera Gourmarte - Fiera Bergamo - Via Lunga www.ecocucina.org4 Dic 20.00 Oltre il rischio: la Fiducia - Strade che portano lontano Corso di filosofia Bergamo, Centro Congressi Giovanni XXIII www.noesis-bg.it5 Dic 8.00 - 12.00 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Ponte San Pietro, via Sant’Anna (Passerella) Coldiretti Tel. 035.45241255/6 Dic Compra Verde Buy Green VI edizione Mostra Convegno Palazzo delle Stelline VI Edizione www.forumcompraverde.it8 Dic 8.30 - 12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Albino (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it 8 Dic 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] Dic 12,30 Terra Madre Day 2012: la taragna dei prati Parini Incontro/Pranzo Sedrina Cà Chinaglio (Bg) c/o Agriturismo Prati

PariniTel. 035244612/[email protected] - [email protected]

9 Dic 16,00 Terra Madre Day 2012: presentazione guida delle osterie (e non solo) Presenatzione Città Alta, Sala Capitolare ex Convento di San Francesco (Bg)

Tel. 035244612/[email protected] - [email protected]

10 Dic 21.00 “Trio di Torino”- Violino, violoncello, pianoforteBiglietto ridotto per chi si reca in bicicletta

Concerto Sala Verdi del Conservatorio, Via Conservatorio 12, Milano

www.seratemusicali.it

10 Dic 10-12/13-15/15-17 Mini orti urbani Corso gratuito Seriate c/o Leroy Merlin Per prenotazioni Leroy Merlin Seriate - Tel. 035292850011 Dic 20.00 Porta più lontano la realtà o l’immaginazione? - Strade che portano lontano Corso di filosofia Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni www.noesis-bg.it11 DIc 20,30 Obbligo di rimozione dell’amianto Incontro pubblico Sotto il Monte XXIII (Bg), Piazza Giovanni Paolo II www.sottoilmontesol.altervista.org12 Dic 8.00 - 12.00 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Ponte San Pietro, via Sant’Anna (Passerella) Coldiretti Tel. 035.452412513 Dic 14,00 - 18,00 Verso una società a bassa intensità di carbonio. Strumenti per dimostrare

l’impegno delle aziende dalla norma ISO 14064 per gli inventari delle emissioni di gas serra alla carbon footprint di prodotto

Convegno Bergamo, c/o Parco Scientifico Kilometro Rossovia Stezzano 87

www.certiquality.it/13dicembre2012

14 Dic 21.00 Orchestra sinfonica del conservatorio “Debussy e dintorni”Biglietto ridotto per chi si reca in bicicletta

Concerto Sala Verdi del Conservatorio, Via Conservatorio 12, Milano

www.seratemusicali.it

15 Dic 21.00 Concerto Gospel Solidarietà Teatro del Seminario di Bergamo [email protected] Dic 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Zanica (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it15 Dic 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] Dic 9,00 - 13,00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Corna Imagna (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it 17 Dic 21.00 Pianista Louis Lorte “In attesa dell’anno di Wagner”

Biglietto ridotto per chi si reca in biciclettaConcerto Sala Verdi del Conservatorio, Via Conservatorio 12,

Milanowww.seratemusicali.it

17 Dic 10-12/13-15/15-17 Compostagio domestico Corso gratuito Seriate c/o Leroy Merlin Per prenotazioni Leroy Merlin Seriate - Tel. 035292850018 Dic 20.00 “Duc in altum” Prendi il largo - Strade che portano lontano Corso di filosofia Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni www.noesis-bg.it19 Dic 8.00 - 12.00 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Ponte San Pietro, via Sant’Anna (Passerella) Coldiretti Tel. 035.452412520 Dic 20.00 Slow Food Rete Giovane “La Grigia, la Bruna, la Reggiana” Incontro/Degustazione Zanica, Ristorante Al Vecchio Tagliere, Via libertà, 87 [email protected] - www.slowfoodbergamo.it22 Dic 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Madone (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it22 Dic 10.00 - 18.00 Mercato agricolo e non solo Mercato Agricolo Città Alta Bergamo, Piazza della Cittadella [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it22 Dic 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] Dic 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] Gen 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Stezzano (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it5 Gen 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] Gen 20.00 Attraversamenti. Dall’animale all’uomo (e ritorno) - Strade che portano

lontanoCorso di filosofia Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni www.noesis-bg.it

12 Gen 8.30 - 12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Albino (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it 12 Gen 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] Gen 20.00 La strada per Dio: parola o silenzio? - Strade che portano lontano Corso di filosofia Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni www.noesis-bg.it19 Gen 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Zanica (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it19 Gen 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] Gen 9,00 - 13,00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Corna Imagna (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it 22 Gen 20.00 La via del coraggio nell’epoca del capitale globale - Strade che portano lontano Corso di filosofia Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni www.noesis-bg.it

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