Bergamo SOStenibile 22 > Maggio 2013

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Numero 22 | Anno III° | Maggio 2013 | www.bergamosostenibile.com PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI Maggio di Diego Moratti La giornata della Terra Dal 24 al 26 maggio la seconda edizione ricca di novità. Esposizioni, arte e design in mostra sul Sentierone Pagina 32 Pagina 14 L’arte di combinare i cibi Salute & Benessere Festival dell’Ambiente Eco dal Comune Alimentazione Pagina 4 Il libro Intervista a Mario Salomone In primo piano Pagina 27 Scuole In classe con BergamoSOStenibile Società Pagina 21 Banca Etica Inaugurata la prima filiale bergamasca Green Economy È sempre affascinante vedere il pianeta Terra dallo spazio, da lontano. È come quando ci si allontana per un po’ di tem- po da un luogo in cui ci si trova abitualmente o come quando si perde una persona che è sempre stata molto vicina: solo allora sembriamo comprende- re il vero valore di ciò che ab- biamo sempre avuto con noi. Succede ad esempio quando si va all’estero, quando persi- no la nostra “cara” Italia può risvegliare un senso di orgoglio per le mille bellezze e qualità che -nonostante tutto- la no- stra meravigliosa terra offre. Qualcosa di simile lo devono pensare anche gli scienziati e astronauti che si alzano in vo- lo e dall’altezza di centinaia di chilometri possono osservare il pianeta Terra nella sua inte- rezza. Da lassù ci forniscono

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Numero 22 | Anno III° | Maggio 2013 | www.bergamosostenibile.com

PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

Maggio

di Diego Moratti

La giornatadella Terra

Dal 24 al 26 maggiola seconda edizionericca di novità.Esposizioni, arte e designin mostra sul Sentierone

Pagina 32Pagina 14

L’arte dicombinare i cibi

Salute & Benessere

Festival dell’Ambiente

Eco dal Comune

Alimentazione

Pagina 4

Il libroIntervista aMario Salomone

In primo piano

Pagina 27

ScuoleIn classe conBergamoSOStenibile

Società

Pagina 21

Banca EticaInaugurata la prima filiale bergamasca

Green Economy

È sempre affascinante vedere il pianeta Terra dallo spazio, da lontano. È come quando ci si allontana per un po’ di tem-po da un luogo in cui ci si trova abitualmente o come quando si perde una persona che è sempre stata molto vicina: solo allora sembriamo comprende-re il vero valore di ciò che ab-biamo sempre avuto con noi. Succede ad esempio quando si va all’estero, quando persi-no la nostra “cara” Italia può risvegliare un senso di orgoglio per le mille bellezze e qualità che -nonostante tutto- la no-stra meravigliosa terra offre.Qualcosa di simile lo devono pensare anche gli scienziati e astronauti che si alzano in vo-lo e dall’altezza di centinaia di chilometri possono osservare il pianeta Terra nella sua inte-rezza. Da lassù ci forniscono

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Editoriale

Segue dalla prima pagina

Editoriale

immagini che possono solo sug-gerirci lo stupore e la meraviglia di quello che, purtroppo, noi non riusciamo più a vedere, vittime dell’estrema frenesia in cui vivia-mo e sempre più lontani da quei ritmi “naturali”, da quei cieli stel-lati, da quei tempi della natura e delle stagioni. Al contrario sia-mo sempre più circondati da un mondo artificiale, immersi in rit-mi “dis-umani”, costruiti dall’uo-mo in virtù di un progresso che però si sta ritorcendo contro il nostro stesso benessere.Il 22 aprile 2013 si è celebrata in tutto il mondo la 43ª giorna-ta della Terra: dall’anno 1970, un mese e due giorni dopo l’equino-zio di Primavera, questa data è il giorno in cui in tutto il mondo si celebra il Pianeta e si sensibilizza alla salvaguardia ambientale. L’origine del Earth Day, ufficial-mente proclamato dalle Nazioni Unite e celebrato ad oggi in 175 Paesi, risale ad una catastrofe ambientale: nel 1969 la fuoriu-scita di petrolio dal pozzo della Union Oil inquinò pesantemente le acque del Pacifico, in Califor-nia. In seguito a quell’evento il senatore americano Nelson, da anni attivo per portare al centro del dibattito pubblico e politico la questione ecologica, promosse una vasta campagna di mobilita-zione che portò il 22 Aprile 1970 oltre 20 milioni di cittadini ameri-cani nelle piazze e nelle strade, riuscendo così a segnare da al-lora il calendario mondiale con questa ricorrenza. Da 43 anni il pensiero ecologico ha cominciato a diffondersi e ad allargare i propri orizzonti, an-che se pensatori e scienziati fin dall’antichità hanno in qualche modo sottolineato il necessario collegamento tra l’uomo e la na-

tura che lo circonda e la conse-guente necessità di un equilibrio tra questi mondi. Equilibrio che però sembriamo aver proprio perduto. Dal 2000 al 2010 la perdita di aree forestali ha superato i 50 milioni di ettari. Nel 2011 le emis-sioni globali hanno raggiunto la cifra record di 34 miliardi di ton-nellate di CO2, la più alta mai prodotta dall’uomo. Nel 2012 è stata registrata la massima ri-

duzione della superficie della banchisa estiva artica dal 1979. Il WWF avverte che ogni anno in Europa vengono pescate 5 mila tonnellate di pesce con metodi ad elevato impatto per la biodi-versità. In un libro pubblicato di recente, il professor Mario Salo-mone, intervistato nelle pagine seguenti, ricorda come dalla Ri-voluzione industriale ad oggi, va-le a dire in un arco di tempo che copre solo 1 centesimo del per-

corso dello sviluppo dell’uomo sulla Terra, l’umanità ha prodotto il 97% di tutta la “ricchezza” (se così vogliamo chiamare il PIL…) generata in 2 milioni e mezzo di anni di vita del nostro piane-ta. Una corsa sfrenata che non sappiamo quanto ancora possa continuare, dissipando in pochi anni ciò che la natura ha preser-vato per millenni. Se riuscissimo davvero ad allargare i nostri oriz-zonti temporali, se riuscissimo

ad allargare il campo visivo da cui guardare la nostra Terra e il suo naturale continuo evolversi, allora sapremmo meravigliarci e apprezzare la storia millenaria racchiusa anche in un minuscolo filo d’erba, che ormai calpestia-mo senza nemmeno accorger-ci, attraverso mille piccoli gesti quotidiani, apparentemente insi-gnificanti o apparentemente po-co influenti sull’ambiente. A proposito, sapete che se 100 persone, durante la loro pausa pranzo, spegnessero il compu-ter, si risparmierebbero 15 kWh equivalenti a circa 8 kg di CO2 in atmosfera? Probabilmente non conosciamo i dati precisi, ma ormai sappia-mo tutti che ogni piccola azione se moltiplicata può avere un’in-fluenza enorme.Solo estraniandoci dal nostro piccolo ambito quotidiano e guardando l’azione dell’uomo nel suo insieme, lungo anni di storia come durante una pausa pranzo, vedremo quanto le sin-gole scelte di milioni di individui, comprese le nostre, possano cambiare il corso degli eventi e modificare quantomeno il senso di marcia di una tendenza che l’uomo ha inconsapevolmen-te alimentato fino ad oggi, rag-giungendo apparentemente un punto di non ritorno. Con i dati aggiornati snocciolati ogni anno in occasione della Giornata della Terra non abbiamo più nemme-no l’alibi della mancata cono-scenza. Il 22 aprile 2013, un mese e due giorni dopo l’equinozio, la “pri-mavera della Terra” tarda ad arrivare. Ma non è solo una que-stione meteorologica.

Diego Moratti

Alice Motti - GiornalistaAlessandra Loche - GiornalistaValeria Annovazzi - Giurista ambientaleGiorgio Moratti - Scienze della ComunicazioneAlessandro Sonzogni - Scienze della ComunicazioneLivia Salvi - Moda e Storia dell’ArteMarta Morarelli - Scienze della ComunicazioneAlessandro Fortis - Scienze dell’EducazioneRossana Madaschi - NutrizionistaGabriele Palamara - GiornalistaArianna Corti - GiornalistaMara d’Arcangelo - Giornalista filosofaEnrico Ubiali - Scienze EconomicheLara Abrati - Food BloggerOnofrio Oscar Zirafi - Scienze della ComunicazioneClaudia Proserpio - Psicologa clinicaRoberta Lilliu - Storia dell’arteMaria Imparato - Giornalista

Hanno collaborato a questo numero:EditoreStudio Green Solution S.r.l.Direttore Editoriale Marco [email protected] Responsabile Diego [email protected] e SegreteriaFrancesca Togni e Roberta [email protected] - Tel. 373 5316862Progetto Grafico ed impaginazione Nello Ruggiero - Layout Studio Service Srl www.layoutstudio.itStampa CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.itPubblicità Studio Green Solution Srl - [email protected]. 335.362358 e 373.5316862 - Via Broseta, 121 - Bergamo

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

Registrazione:Tribunale di BergamoN. 25/10 del 04/10/2010Registro stampa periodici

Chiuso in redazione24 Aprile 2013

© Copyright 2013. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.

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S o m m a r i o

AttualitàIn prImo pIano

4. “Dall’Antropocene al Biocene” Entropia e sostenibilità per il futuro della Terra6. Dammi 4 minuti e girerò il mondo!

Eco dalla provIncIa8. Aeroporto, Sacbo replica a Legambiente “Oltre 20 milioni per la mitigazione”10. Bergamo, la mia terra, il suo pane. Ecco l'elenco dei panifici11. Vino bergamasco sempre più «buono» sempre più bio!

Eco dal comunE12. Abitare la città: qualità urbana e vivibilità degli spazi pubblici13. Unibergamorete: la città ruota attorno a cultura e Università14. Festival dell’Ambiente 2013. Le novità della seconda edizione15. L’architetto che fa sogni di cartone16. Il Festival dell’Ambiente si mette in mostra

Green EconomyEcologIa & ImprEsE

18. Aziende Family Friendly. Le 12 realtà bergamasche premiate 20. Come diventare un imprenditore responsabile21. Bergamo festeggia la filiale di Banca Etica22. Se lo rifiuti, sei fritto. In arrivo la raccolta dell’olio usato24. Terraviva. L’agricoltura due volte buona

Stili di vita e d’impresascuola

26. La scuola oltre la scuola27. BergamoSOStenibile in classe

alImEntazIonE28. La scuola va in campagna con “Mangio locale e penso universale”29. Il Forno delle bontà dove tutto è buono come il pane30. Le nespole. Frutti che vengono da lontano30. Le fave. Base dell'alimentazione fin dall'antichità31. Falafel di fave / Parmigiana di baccelli di fava

salutE & BEnEssErE32. L'arte di combinare gli alimenti

amBIEntE34. Il grande squalo bianco in lotta contro la caccia35. 19 maggio. Festa delle Oasi WWF. La natura ti aspetta!

Eco dal mondo36. A New York il “paesaggio del rifiuto”. Da una discarica nasce un grande parco37. Energia rinnovabile. New York punta su eolico e fotovoltaico

socIEtà38. Inaugurati i nuovi uffici. Lettori e amici in redazione40. L’arte di comporre fiori viventi41. Wall House, l’abitazione ecosostenibile in terracotta42. Lo sport sicuro è anche salutare43. Le Capre a Sonagli. Sopra il palco le capre (in)cantano44. Speciale Sorella Terra edizione 201345. Il CEA raddoppia con un nuovo incontro a maggio tra giovani e territorio

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Dalla sindrome di Phileas Fogg all'effetto farfalla di Lorenz, pas-sando per il GPI e il BES. Mario Salomone lavora con immagini evocative e dati attendibili, co-me ogni bravo giornalista. Que-sta era, in effetti, la vocazione di gioventù mai veramente ab-bandonata: dopotutto formare e informare sono sempre modi di educare. Da molti anni, infatti, oltre a essere sociologo dell'am-biente e del territorio all'Univer-sità degli Studi di Bergamo, è impegnato nel campo della ri-cerca e dell'educazione all'am-biente e alla sostenibilità, come testimoniano le numerose inizia-tive in cui è coinvolto, tra cui il re-cente progetto Bergamo 2.(035): un'idea di città in un mondo che cambia, supportato dall'Univer-sità stessa e dalla Fondazione Italcementi. Incontriamo Mario Salomone sul far della sera davanti a un bicchiere frizzante, per parlare della sua ultima pubblicazione: "Dall'Antropocene al Biocene. La sindrome di Phileas Fogg e i suoi antidoti".

Professor Salomone, qua-li esigenze l'hanno portata alla stesura di questo libro? Perché ha preferito dare una panoramica estesa piutto-sto che concentrarsi su sin-gole tematiche?

L'esigenza primaria che mi ha guidato è sicuramente quella divulgativa e didattica. Il libro è stato pensato per gli studenti del mio corso ma utilizza un linguag-gio semplice e immediato acces-sibile a chiunque. Ho preferito un approccio integrato per poter creare un percorso che avesse un filo logico, che parte da basi storiche per arrivare a prospetti-ve future. Penso sia una lettura indispensabile per tutti quelli che hanno a cuore il nostro domani e vogliono avere informazioni pre-cise e attendibili rispetto al pre-cario stato di salute in cui versa il pianeta. Ho voluto proporre im-magini significative come la nave Henrietta nel romanzo di Verne, che pur di arrivare alla meta, a

forza di bruciare parti per avere “carburante”, si riduce a una mi-sera chiatta. Il nostro pianeta è come la nave de Il giro del mon-do in ottanta giorni: a causa di folli logiche consumistiche viene brutalmente sbranato ogni gior-no e presto non resteranno che brandelli. L'intento del libro però è far capire che siamo ancora in tempo, che ci sono vie alter-native, anche già parzialmen-te intraprese. Il messaggio è di speranza: come educatore am-bientale voglio costruire capaci-tà e competenze che possano formare i nuovi protagonisti del cambiamento.

In tutti i capitoli viene dedi-cata particolare attenzione a dati scientifici, parametri e criteri di valutazione nonché indicatori di sostenibilità. Quali sono i dati sconcertan-ti di cui tutti dovremmo es-sere a conoscenza e perché è così importante adottare un metodo rigorosamente scientifico di analisi?

Innanzitutto è necessario rap-portarsi a spazio e tempo in modo corretto, abbandonando la deformazione antropocentri-ca che non ci permette di per-cepire scale temporali ampie e ci fa pensare alla crisi ecologi-ca come qualcosa di lontano, proiettato in un futuro non ben delineato. I dati poi sono fonda-mentali per non rimanere a un li-vello meramente speculativo del tema. Le parole spesso confon-dono mentre i dati sono oggettivi e fanno riflettere. Pensiamo, ad esempio, che la storia dell'evo-luzione umana occupa solo lo 0,0004 della storia del pianeta Terra eppure a partire dall'età moderna il PIL, e quindi il consu-mo di energie e lo sfruttamento di risorse, ha avuto una crescita esponenziale, incidendo forte-mente sulle capacità di compen-sazione del pianeta. Nello 0,01% dell'arco temporale dello svilup-po umano -ovvero durante la Rivoluzione industriale- è stata prodotta il 97% della ricchezza generata in due milioni e mezzo

di anni. Con questi dati si può ben comprendere come ciò ab-bia provocato il riscaldamento globale, perdita di biocapacità, disastri ecologici etc. L'impronta ecologica è un indice che calco-la quanto l'umanità sta intaccan-do il capitale naturale. Il Global Footprint Network calcola che nel 2008 l'impronta ecologica mondiale superasse già del 50% la biocapacità totale, ben oltre i confini del nostro pianeta insom-ma. Citando Bauman: “stiamo consumando il nostro futuro per un presente vissuto in modo for-sennato e irragionevole”.

Denaro e felicità: quali sono i miti da sfatare? Esistono altri metodi per valutare il benessere di uno Stato?

Precisiamo subito che felicità e soddisfazione non sono sinoni-

mi come si è soliti pensare: in-fatti sulla prima incidono fattori emotivi e mentali, sulla seconda invece maggiormente fattori ma-teriali ed economici. Il benesse-re inoltre non è misurabile solo in termini di PIL, esistono diversi criteri di valutazione più completi e comprensivi, che sintetizzano i dati raccolti e analizzati: si par-la di indicatori, divisi in quattro categorie (sociale, ambientale, economici, istituzionali). Come sostiene il filosofo Patrick Vive-ret, bisogna verificare che i fon-damenti economici non siano in contraddizione con ciò che per-mette l'esistenza stessa dell'e-conomia, ovvero la presenza di esseri umani in una biosfera e su un pianeta vivibile. Si tratta di cambiare prospettiva e in Italia ci stiamo provando: personalmen-te mi dichiaro apostolo del BES, l'indice di Benessere Equo e So-stenibile proposto dal Consiglio

Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) e dall'Istat. Molte città italiane stanno portando avanti questa iniziativa cercan-do di capire “che cosa conta davvero per l'Italia”, come si può vedere sul sito www.misuredel-benessere.it. Vorrei fare un appello al sinda-co Tentorio, proponendo di far aderire anche Bergamo al pro-getto urBes: sarebbe significati-vo entrare a far parte delle città protagoniste del cambiamen-to. Ritengo, infatti, importante creare una sorta di governance ambientale, una condivisione di valori e scopi che porti a una va-lutazione e utilizzo competente degli indicatori.

L'entropia è sicuramente uno dei concetti più complessi e affascinanti trattati nel libro. Può spiegarci in parole sem-plici in che modo ordine, di-sordine e dissipazione della materia possono guidarci nella comprensione della sa-lute del nostro pianeta?

Partiamo da un'immagine: il bambino gioca e disordina la camera creando entropia. La mamma rimette ordine ma poi è sfinita perché ci vuole tanta ener-gia. L'entropia è un fenomeno che naturalmente porta la dissi-pazione della materia, nel mira-colo complessivo che è la vita; però, quest'entropia viene com-pensata dai miliardi di organismi viventi che ogni giorno nascono sul nostro pianeta. Come dire: l'albero brucia ma ne nasce uno

In primo piano

“Dall’Antropocene al Biocene”Entropia e sostenibilità per il futuro della TerraIn occasione dell’uscita del suo ultimo saggio, il Prof. Mario Salomone racconta quali sono le possibili strade-e le ultime occasioni- che abbiamo per salvare il nostro pianeta

“Il nostro pianeta è come la nave de "Il giro del mondo in ottanta giorni" a causa di folli logiche consumistiche viene brutalmente sbranato ogni giorno e presto non resteranno che brandelli”

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nuovo, il ciclo della vita rimette naturalmente ordine nel mondo. Ora, l'azione umana di sfrutta-mento forsennato, dissipazione di risorse e costruzione selvag-gia crea disordine, molto più di-sordine rispetto a quello che la Terra è in grado di sopportare. Occorre riallineare l'attività uma-na al naturale ritmo rigenerativo del pianeta, rispettando i confini e i limiti del capitale naturale.

Sostenibilità è un termine utile ma ambiguo. Spesso è legato ai concetti di crescita e sviluppo ma il rischio è di incorrere in una sostenibilità debole o di un “sustainabub-ble development”, come di-rebbero oltreoceano. Come deve essere una sostenibili-tà forte?

Purtroppo il linguaggio, spe-cialmente se è alla ricerca di slogan, crea spesso ambigui-tà e confusione, basti pensare ai numerosi casi di “green wa-shing”. Sostenibilità, in tedesco Zukunftsfähigkeit letteralmen-te “capace di futuro”, è ciò che consente di rientrare all'interno dei limiti del pianeta rispettan-do la naturale armonia del ci-clo vitale. Il resto sono perlopiù chiacchiere e sofismi che hanno diverse basi sociali e referenti politici. Io preferisco attenermi ai dati forniti dagli indicatori e agire di conseguenza. Uno sti-le di vita sostenibile richiede un cambio di paradigma: il passag-gio dall'Antropocene al Biocene. L'era di una società verde può

essere battezzata quindi Bio-cene, per il principio secondo cui una bio-coerenza prevale sull'insostenibilità. Occorre an-che una nuova economia che definisco “meekness economy”, l'economia della mitezza, che riprende valori come la cura, l'etica, la gentilezza, l'equità e, naturalmente, la sostenibilità. Ri-prendendo un verso di Leopardi “forzando la natura, non si fanno

effetti che durino”.

Altro termine oggetto di di-battito è “decrescita”, non tutti sembrano essere d'ac-cordo con Latouche. Quali sono secondo Lei i limiti di questo pensiero?

Io vorrei proprio sdoganare il ter-mine crescita, anche a costo di non allinearmi a diversi esponen-

ti del pensiero ecologico. Certo, crescita deve essere associata all'aggettivo “organica” per non generare confusione. Sincera-mente non mi piace il termine decrescita, già viviamo in tempi di crisi e quindi occorre ridurre, ma non decrescere. Mi sembra che da un punto di vista comu-nicativo evochi un sentimento di sfiducia. Crescita organica inve-ce è un concetto universale ma integrante, quindi attento alle differenze. Rispetta, secondo me, l'organismo come vita, per cui il tutto è più della somma del-le sue parti, diversamente dalle macchine composte di pezzi e ingranaggi meccanici. Bisogna inoltre utilizzare il linguaggio in modo appropriato: parlando di “decrescita felice” o “abbondan-za frugale” si generano ossimori, sembra che la necessità di ac-compagnare un termine con un aggettivo limitante lasci traspa-rire una qualche debolezza teo-rica di fondo. Parliamo piuttosto di prosperità sostenibile, benes-sere equo e rispettoso dell'am-biente. Sono queste le direzioni da dare a un discorso sulla so-stenibilità.

Innovazione sociale e creati-vità vanno di pari passo nella direzione di un cambiamen-to reale. Interessante a que-sto proposito la citazione di Langer: “La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmen-te interessante”. Come coin-volgere il cittadino in questa rivoluzione verde?

Langer era sicuramente un pre-cursore, parla di conversione che altro non è che un cambio di paradigma, un nuovo modo di pensare, una transizione eco-logica. Questi sono tutti termini positivi che guidano verso un futuro possibile. Secondo me questa intenzione già di per sé rende socialmente attraente la necessità di un percorso soste-nibile. Certo occorre veramente una rivoluzione, un nuovo uma-nesimo in cui prevalgano valori diversi, in cui si fuoriesca dalla logica homo homini lupus per abbracciare innovazioni sociali che portino alla condivisione e alla partecipazione in prima per-sona. Stiamo già andando verso una direzione virtuosa come te-stimoniano i sistemi dello “sha-ring” (carsharing, bikesharing, carpooling...) e le nuove forme cooperative e collaborative che garantiscono servizi e stili di vi-ta ecocompatibili. Occorre pe-rò anche una riqualificazione delle città come luoghi di vita e di commercio. Questo cambio di paradigma può sembrare un lavoro immenso e lungo: tutta-via piccoli gesti come lasciare a casa la macchina e prendere la BiGi, (il servizio di bike sharing di Bergamo), possono davvero portare risultati significativi. Non dimentichiamo che per Lorenz un semplice battito d'ali di far-falla in Brasile può provocare un tornado in Texas.

Diego MorattiMara D’Arcangelo

“Dall’Antropocene al Biocene”Entropia e sostenibilità per il futuro della TerraIn occasione dell’uscita del suo ultimo saggio, il Prof. Mario Salomone racconta quali sono le possibili strade-e le ultime occasioni- che abbiamo per salvare il nostro pianeta

“Nello 0,01% dell'arco temporale dello sviluppo umano -ovvero durante la Rivoluzione industriale- è stata prodotta il 97% della ricchezza generata in due milioni e mezzo di anni”

“Vorrei fare un appello al sindaco Tentorio, proponendo di far aderire anche Bergamo al progetto urBes: sarebbe significativo entrare a far parte delle città protagoniste del cambiamento”

“Occorre riallineare l'attività umana al naturale ritmo rigenerativo del pianeta, rispettando i confini e i limiti del capitale naturale”

“L'era di una società verde può essere battezzata quindi Biocene, per il principio secondo cui una bio-coerenza prevale sull'insostenibilità”

“Occorre una nuova economia, l'economia della mitezza, che riprende valori come la cura, l'etica, la gentilezza, l'equità e, naturalmente, la sostenibilità”

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Un emozionante giro del mondo in soli 4 minuti, a circa 350 km dalla Terra. Immagini spettaco-lari riprese a bordo della Stazio-ne Spaziale Internazionale (ISS) e montate con la tecnica del “ti-me lapse” da Bruce W. Berry. Nel video si possono ammirare eventi eccezionali, come l’eru-zione del vulcano Sarychev in Russia del 2009, l’uragano Irene che ha colpito le coste degli Sta-ti Uniti nel 2011, l’aurora borea-le sull’Atlantico del Nord e Stati Uniti, il bagliore lunare sul Cana-da e sugli Stati Uniti del Nord, la Via Lattea e la panoramica not-turna di Europa, Medio Oriente e America Centrale. Particolar-mente interessanti i numerosi lampi di luce che appaiono im-provvisamente sulla crosta ter-restre in mezzo alle nuvole, frutto dei temporali.

Straordinarie immagini, sapien-temente montate, appunto, con la tecnica cinematografica del “time lapse”, che consiste nel catturare una serie di fotogra-fie in sequenza in un periodo di tempo lungo montandole poi in un filmato fluido alla frequenza standard di 24 fotogrammi al se-condo. Questo permette di os-servare, in pochi minuti, eventi di lungo corso altrimenti difficili o impossibile da vedere.La Stazione Spaziale Internazio-nale è interamente dedicata alla ricerca scientifica. Mantenuta a un'orbita compresa tra i 278 km e i 460 km di altitudine, la Stazio-ne viaggia a una velocità media di 7.743,8 km/h, completando 15,7 orbite al giorno. È abitata continuativamente dal 2 novem-bre 2000 e l'equipaggio, da al-lora, è stato sostituito più volte.

Le immagini scattate sono di enorme valore per gli studiosi: laboratorio scientifico spaziale e reale esempio di cooperazio-ne internazionale, la ISS offre un punto di osservazione unico per monitorare lo stato di salute del-la nostra Terra. Oltre alle regola-ri rilevazioni, gli astronauti, dalla cupola della Stazione, possono scattare foto spontaneamente: dalle improvvise fuoriuscite di petrolio agli uragani, dalle tem-peste di sabbia all’inquinamento atmosferico, dallo scioglimento di iceberg e ghiacciai al grave fe-nomeno della desertificazione.Grazie al lavoro della Stazione Spaziale Internazionale si pos-sono acquisire frequentemente osservazioni regolari su tutta la superficie del pianeta; le Agen-zie Spaziali NOAA e NASA, con sede negli Stati Uniti, l’Agenzia

Spaziale Europea (ESA), l’A-genzia Spaziale giapponese (NASDA), la russa RKA e la ca-nadese CSA studiano e monito-rano l’ambiente su scala globale.

Un laboratorio scientifico nello spazio

Costruita a partire dal 1998, la ISS sarà completata entro la me-tà del 2013 e dovrebbe restare in funzione almeno fino al 2020. Con un costo totale stimabile in circa 100 miliardi di euro in 30 anni, l’obiettivo principale è quel-lo di sviluppare e testare tecno-logie per l'esplorazione spaziale, soprattutto per voli di lunga du-rata. Laboratorio di ricerca unico non solo per la totale assenza di gravità, la Stazione Spaziale In-ternazionale consente agli equi-paggi di condurre esperimenti di biologia, chimica, medicina,

fisiologia e fisica e compiere os-servazioni astronomiche e me-teorologiche. Negli anni la ISS ha potuto osservare l’aumento dell’effetto serra, monitorare le foreste tropicali del pianeta e il relativo tasso di deforestazione, la diminuzione dei ghiacci polari, il rapido cambiamento climatico del nostro pianeta, mostrando la nascita e lo svilupparsi di uragani, tempeste di sabbia ed eruzioni, formazione di tempeste, cicloni tropicali, tornado, fuoriuscite di petrolio e, come già citato prima, l’avanzare della desertificazione. Fanno sicuramente riflettere le immagini che mostrano la Terra nelle ore notturne: le nostre città appaiono come veri focolari per nulla isolati, ma ben vicini gli uni agli altri, segno di come il piane-ta sia sovrappopolato, il nostro territorio sovra-urbanizzato e l’inquinamento luminoso da noi prodotto ormai incontrollato. Le immagini satellitari ci mostrano un pianeta affascinante ma affa-ticato, un po’ malato, alla ricerca disperata di energia e materie prime per se stesso -e non solo per i propri abitanti. Chissà che questo breve e appassionante volo, di soli 4 minuti intorno alla Terra, non scuota un po’ le no-stre coscienze e anche quelle di qualche potente.

Marta Morarelli

Dammi 4 minuti e girerò il mondo!La Stazione Spaziale Internazionalemostra la Terra da un’altezza di circa 350 km

“Negli anni la ISS ha potuto osservare l’aumento dell’effetto serra, monitorare le foreste tropicali del pianeta e il tasso di deforestazione, la diminuzione dei ghiacci polari e il rapido cambiamento climatico”

Il giro del mondo in pochi minutim Link del video http://vimeo.com/61487989 e Oppure vai su www.bergamosostenibile.com Buon viaggio!

■ L'eruzione del vulcano Sarychev (Russia, giugno 2009) ■ In volo, dalla Turchia verso l'Iran ■ L'uragano Irene colpisce gli Stati Uniti (agosto 2011) ■ Dall'Oceano Indiano al Pacifico: lo spettacolo dalla "finestra" dell'ISS ■ Le grandi pianure degli Stati Uniti, panoramica notturna ■ L'aurora boreale sull'Atlantico del Nord ■ L'aurora boreale dagli Stati Uniti ■ In volo sulla costa orientale del Nord America ■ Dal Myanmar verso la Malesia ■ Dall'Europa occidentale verso l'India ■ Dal Medio Oriente all'Oceano Indiano ■ L'aurora Boreale sull'Europa ■ Medio Oriente (panoramica notturna) ■ Europa (panoramica notturna) ■ In volo dagli Stati Uniti all'America Centrale (panoramica notturna) ■ Il bagliore lunare sul Canada e Stai Uniti del Nord ■ Le stelle dall'Oceano pacifico ■ Le stelle e la Via Lattea sull'Atlantico ■ La Via Lattea e diverse tempeste sopra l'Africa

L’Italia fotografata nelle ore notturne

In primo piano

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Sui cieli di Orio al Serio continua-no a volare alti i botta e risposta tra Legambiente e Sacbo. In estrema sintesi, secondo l’asso-ciazione ambientalista ci si trova davanti a “troppi ampliamenti e nessuna mitigazione”, e viene mossa una critica anche al fatto che nonostante i “tanti utili” in-troitati dall’aeroporto, il livello di occupazione “è ancora ai livelli del 2007”. La società di gestione dello scalo bergamasco replica quasi in tempo reale all’indice che le è stato puntato contro. “Ancora una volta -ribadisce con un comunicato del 16 marzo- le tesi di Legambiente sull’aeropor-to di Orio al Serio stravolgono la realtà e producono assoluta di-sinformazione a danno delle pro-spettive concrete di realizzare gli interventi necessari a mitigare l’impatto dell’attività aeronautica sul territorio”.

“Interventi programmati”

Per mettere in campo gli in-terventi “che Sacbo ha avvia-to da tempo e dichiarato di voler mettere in atto sulla base di procedure e verifiche previ-ste dalle normative vigenti”, sono stati messi a disposizione oltre 20 milioni di euro. Di questi, una prima parte, ricorda la società, sono già stati utilizzati per ese-guire gli interventi nelle scuole che si trovano nella zona dell’a-

rea aeroportuale. “Va rilevato al-tresì -ha proseguito Sacbo- che i ricorsi prodotti avverso la zo-nizzazione acustica da vari sog-getti, e tra questi Legambiente, abbiano rallentato il processo di predisposizione del piano di mi-

tigazione ambientale”. Tuttavia, prosegue la nota, questo fatto non ha distolto Sacbo “dall’o-biettivo di rispettare gli impegni assunti con il territorio e proce-dere nelle fasi di interventi pro-grammati su abitazioni private, le più prossime al sedime (l’area, ndr) aeroportuale, che avranno inizio nel corso dei mesi estivi”.Quindi, i tempi di avvio dei lavori, secondo il calendario annuncia-to, sono ormai brevi. Sul fronte dei lavori di ampliamento dell’a-erostazione, Sacbo ribadisce che gli stessi sono “necessari per adeguare e razionalizzare le infrastrutture al servizio dei pas-seggeri”, e inoltre “rientrano nel Piano di sviluppo aeroportuale e nella Valutazione d’Impatto Am-bientale (Via) a suo tempo appro-vati e vigenti”. Infine, la società di gestione dello scalo “rigetta i pretestuosi riferimenti alle condi-zioni di sicurezza, che restano ai massimi livelli grazie a dotazioni

tecnologiche all'avanguardia”, annunciando che “la pista di volo sarà sottoposta a due interventi programmati: il primo, parziale e senza interruzione delle attività operative, nel corso del mese di settembre 2013. Il secondo, che ne prevede la chiusura tempora-nea, nella primavera 2014. Per gli interventi alla pista di volo Sacbo ha stanziato oltre 40 milioni”.

Le accuse di Legambiente

Le precisazioni di Sacbo -in ri-sposta alle accuse di Legam-biente- non sembrano abbiano soddisfatto l’associazione am-bientalista, in particolare per quanto riguarda quella che con-sidera una non-risposta “sui costi del terreno per la realizza-zione di 5.300 nuovi parcheggi. Ciò conferma che la somma pa-gata, 28 milioni, per un’area priva di valore a fondo pista è super-

valutata. Senza risposta -prose-guono gli ambientalisti- è rimasta anche l’affermazione di Legam-biente che dal 2007 l’occupa-zione di Sacbo non è cresciuta, mentre i voli e i passeggeri sono quasi raddoppiati, a conferma che i benefici sociali sono limita-ti ma i danni ambientali sempre crescenti”. Sui 20 milioni di euro stanziati per la mitigazione ambientale, Le-

Prosegue il botta e risposta tra la società di gestionedello scalo bergamasco e l’associazione ambientalista

Aeroporto, Sacbo replica a Legambiente“Oltre 20 milioni per la mitigazione”

Eco dalla Provincia

Sacbo: “La pista di volo sarà sottoposta a due interventi programmati: il primo, parziale e senza interruzione delle attività operative, nel settembre 2013. Il secondo, che ne prevede la chiusura temporanea, nella primavera 2014”

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gambiente rileva che “sono stati stanziati da anni ma mai spesi”, e non solo: “Sono una quantità insufficiente se si vuole ottem-perare alla prescrizione della Via circa la delocalizzazione, inso-

norizzazione e climatizzazione a prescindere dalla nuova zo-nizzazione acustica bloccata al Tar”. Posizioni opposte anche sul terreno dei lavori di ampliamento dell’aerostazione che secondo

l’associazione ambientalista de-vono essere sottoposti alla Via perché “non erano ricompresi e quindi autorizzati dalla Valuta-zione d’impatto ambientale del 2003. Anche perché -prosegue la nota- oltre a essere antece-dente al nuovo piano di investi-menti, nel 2003 si prevedeva un massimo di 68 mila voli l’anno, cifra largamente superata dagli attuali 74 mila voli del 2012”. Non vengono promossi neppure gli aerei che passano per lo scalo bergamasco che avrebbero do-

vuto essere di “piccole dimen-sioni e quindi meno rumorosi e con meno emissioni inquinanti in atmosfera. La Sacbo dimen-tica inoltre che la vecchia Via prevedeva un massimo di 2.600 residenti esposti nelle zone più vicine all’aeroporto mentre oggi sono 7.500 cioè il triplo di quelli previsti”. Su un punto Legam-biente è soddisfatta: “Grazie alla replica di Sacbo si apprende che l’aeroporto verrà chiuso 15 giorni per il rifacimento della pista nella primavera del 2014. Questa deve essere l’occasione per una prova tecnica di trasferimento almeno dei voli notturni a Montichiari”.

Dalia Natali

“Una prima partedei fondi messi a disposizione sono già stati utilizzati per eseguire gli interventi nelle scuole che si trovano nella zona”

Legambiente:“I lavori di ampliamento dell’aerostazione da poco progettati vanno sottoposti alla Via perché non erano ricompresi e quindi autorizzati dalla Valutazione d’Impatto Ambientale del 2003”

Sacbo, il CdaLa società di gestione dello scalo di Orio al Serio viene costituita nel luglio del 1970. Attualmente il direttore generale della so-cietà è Andrea Mentasti. Secondo quanto deciso nella riunione del Consiglio di amministrazione del novembre 2011, Andrea Alborghetti è stato nominato consigliere, in sostituzione proprio di Mentasti. E Yvonne Messi ha assunto la carica di vice presi-dente. Per il triennio 2011-2013 il Cda risulta così composto da:

presidente Miro Radicivice presidente Yvonne Messi, Emilio Zanetticonsiglieri Diego Alborghetti, Pierfranco Barabani, Pietro Macconi, Giovanni Paolo Malvestiti, Carlo Montalbetti, Roberto Rio, Cesare Zonca

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Eco dalla Provincia

L'elenco dei punti vendita dei panificatori associati ASPANche producono il pane con farina tipo 1 di grano bergamascoALME' ROTA GIOVANNI PAOLO VIA CAMPOFIORI 17

ALBANO SANT'ALESSANDRO CORTINOVIS BATTISTA PIAZZA CADUTI 4

ALZANO LOMBARDO ABATI FORNO SNC VIA ROMA 85

ALZANO LOMBARDO TRIONFINI CARLO VIA EUROPA 47/49

AZZANO SAN PAOLO CASA DEL PANE DI ANGELINI LUCA & C. SNC VIA DON DONADONI 5

AZZANO SAN PAOLO CORTESI EMILIO VIA PIAVE 33

BAGNATICA BRAVI ARMANDO VIA SANTISSIMO REDENTORE 31

BERGAMO BAKEHOUSE L'ARTE DEL PANE DI CHRISTIAN CALLIGARI VIA G. ROSA 20

BERGAMO CAPELLO S.R.L. VIA CORRIDONI 39

BERGAMO CAPELLO S.R.L. VIA LAZZARETTO 26

BERGAMO CAPELLO S.R.L. VIA A. MAY 13/A

BERGAMO GABUCCI IRENE VIA DON L. PALAZZOLO 23/F

BERGAMO MOROSINI ANGELO & C. S.N.C. VIA BORGO S. CATERINA 34

BERGAMO PANIFICIO ANTICHI SAPORI DI DATO CLAUDIA VIA PIETRO ISABELLO 1/D

BREMBATE CASATI ERMINIO VIA CIALDINI 15

BRIGNANO GERA D'ADDA PANETTERIA MAGGI NATALE DI MAGI PATRIZIA VIA MATTEOTTI 25/27

BRUSAPORTO CORTINOVIS BATTISTA VIA CA' 8

CANONICA D'ADDA RICUPERATI GIOVANNI PIETRO VIA MATTEOTTI 24

CAPRIATE SAN GERVASIO PANIFICIO PEDRONCELLI CRESPI D'ADDA - VIA STELVIO 5

CAROBBIO DEGLI ANGELI GAGNI ERMES ANGELO PIAZZA LOCATELLI 18

CISERANO BANI DIONISIO ZINGONIA - CORSO EUROPA 22

CLUSONE BONADEI GIUSEPPE VIA CIFRONDI 3

COLOGNO AL SERIO OL FORNER DI ADOBATI SILVIA VIA SOLFERINO 24

CREDARO BELUSSI PAOLO VIA TITO SPERI 13

CURNO PANIFICIO FINARDI VIA MERENA 21

DALMINE CORNAGO GIULIO VIA DANTE ALIGHIERI 16

DALMINE GHEZZI ERMENEGILDO VIA CONTE FRANCO RATTI 13

DALMINE ONGIS SNC VIA PESENTI 22

DOSSENA FORNO E ALIMENTARI MV SNC DI TRIONFINI VIA DON PIETRO RIGOLI 1

FUIPANO VALLE IMAGNA CANELLA CORRADO VIA DONIZETTI 17

GORLAGO PANIFICIO AMBONI SNC BALDASSARI F. E LIBICO V. VIA SIBELLINI 12

GORLE CORTINOVIS BATTISTA VIA MAZZA 7

LEVATE BRAGA SRL PANIF. PAST. VIA F.LLI SAVIO 1

LOVERE PANIFICIO MUSONI SNC VIA GRANDI 25

NEMBRO ZANINONI PATRIZIO VIA MONS. BILABINI 4

OSIO SOPRA ANTICO FORNO DI GIPPONI ETTORE VIA XXIV APRILE, 2

OSIO SOTTO ALGISI F.LLI S.N.C. VIA V. VENETO 50

PALAZZAGO IL FORNO DELLE BONTA' DI MATTAVELLI RAFFAELE VIA STATALE BRIANTEA 46

PONTE SAN PIETRO GHISONI EUGENIO E C. SNC VIA SAN CLEMENTE 11

PONTERANICA PANIFICIO QUADRIFOGLIO SNC DI MAGITTERI VIA FAUSTINA 35

ROMANO DI LOMBARDIA RICUPERATI ARMANDO & C. S.N.C. VIA BALILLA 20

SAN PELLEGRINO TERME FORNO E ALIMENTARI MV SNC DI TRIONFINI PIAZZA GRANELLI 1

SERIATE CAPELLO S.R.L. CORSO ROMA 72/A

SCANZOROSCIATE CORTINOVIS BATTISTA VIA PIAVE 20

STEZZANO PANIFICIO BOSCHINI PIAZZA LIBERTÀ 3

TERNO D'ISOLA RECANATI SNC DI RECANATI P. E VIA BRAVI 1

TORRE BOLDONE MOROSINI ANGELO & C. S.N.C. VIA ROMA 2

TREVIGLIO A.N.G.I. DI DELBINI MARIA LUCIA E C.SAS VIA ZARA 4

TREVIGLIO FERRANDI SRL VIA DEI MILLE 25

TREVIGLIO MAGGI EMILIO VIA MONS. AMBROGIO PORTALUPPI 19

URGNANO PANIFICIO SUARDELLI DI SUARDELLI SERGIO & C.SNC VIA ANTONIO LOCATELLI 54

VERDELLINO ARTOS SAS DI BRUGALI ALBERTO fraz. ZINGONIA CORSO AMERICA 2/A

VERDELLO B.E R. SNC DI BELOTTI E.E RUBIS R. VIALE REPUBBLICA 20

VILLONGO LOCATELLI LORENZO & C. SNC VIA BELLINI 2

ZOGNO ZANCHI SNC DI ABRAMO ZANCHI VIA S.GIOVANNI BATTISTA 19

C’è chi ha scelto di usare il grano bergamasco per ogni tipo di im-pasto, chi ha scelto di impiegarlo solo per alcune tipologie di pa-ne: ciascuno dei fornai aderen-ti al progetto lanciato da Aspan “Bergamo, la mia terra, il suo pa-ne” ha scelto una propria moda-lità per partecipare ad un unico importante obiettivo, quello di tornare a riappropriarsi –alme-no in parte- di una quasi perduta sovranità alimentare. Noi italiani importiamo dall’este-ro circa l’80% del grano utilizza-to per la panificazione, quando i nostri agricoltori avrebbero tutte le carte in regola per coltivarlo nelle nostre terre. E in tempi di crisi generalizzata queste “car-te in regola” valgono anche dal punto di vista economico: l’as-sociazione provinciale dei pani-ficatori bergamaschi (Aspan) ha infatti messo a punto il progetto in modo che tutti gli attori della

filiera del pane possano riceve-re un giusto compenso, con il valore aggiunto di creare nuova occupazione per una produzio-ne sicuramente di qualità che valorizza l’agricoltura del nostro territorio. In questo modo pu-re l’ambiente se ne avvan-taggia grazie al ridotto impat-to am-bientale dovuto al minore tra-sporto di grano da nazioni co-me la Rus-sia, ma anche Au-stralia e Nuo-va Zelanda.Un esempio

di eccellen-za non solo dal punto di

vista del valore del pa-

ne bergamasco e della filosofia in esso racchiusa di sostenibilità economica e ambientale. L’A-span ha meritato persino il pa-

trocinio ufficiale dell’Expo 2015 (il cui motto, ricordiamo, è “nutri-re il pianeta, energia per la vita”) per la capacità di mettere in rete una serie di importanti partner come Ubi Banca Popolare di Bergamo, Provincia di Berga-mo, Camera di Commercio, Col-diretti, Confagricoltura, Fogalco, Slow Food e anche Cesvi: un centesimo al Kilo di pane ven-duto verrà infatti devoluto per un progetto di autonomia alimenta-re in Uganda, condotto dall’or-ganizzazione bergamasca.Di motivi per comprare il pane con grano bergamasco ce n’è più di uno, ma resta sempre vali-do il tema della campagna “Ber-gamo, la mia terra, il suo pane: amiamo il territorio, acquistiamo il pane di casa nostra”. Pane che ora si può richiedere direttamen-te al panificio di fiducia aderen-te all’iniziativa, magari proprio quello sotto casa.

Dove trovare il pane con grano bergamasco: cercate nella vostra città oppure chiedete al vostro panettiere di fiducia

Bergamo, la mia terra, il suo paneEcco l'elenco dei panifici

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In un periodo in cui le certificazio-ni “bio” riscuotono grande suc-cesso, sia in termini di adesione da parte dei produttori, che di scelta da parte dei consumatori, non si può sottovalutare il ruolo che queste rivestono in un setto-re così strategico per il compar-to agricolo ed enogastronomico italiano come la vitivinicoltura. La certificazione biologica ri-guardante il vino ha una storia recente: è infatti normata dal Regolamento (UE) n. 203/2012 dell’8 marzo 2012. I primi vini coinvolti sono quelli prodotti con le uve della vendemmia 2012. Il marchio che indentifica la certi-ficazione è l’eurofoglia e le prime bottiglie che hanno ottenuto tale certificazione sono state presen-tate a Verona all’inizio di aprile, nel corso di Vinitaly.In realtà, il vino biologico, impro-priamente detto, ha una storia ben più lunga e radicata. Infatti sono molti i viticoltori italiani che da anni coltivano i propri vitigni senza abusare dei trattamen-ti con fitofarmaci, mentre alcuni hanno scelto la strada della vi-ticoltura biodinamica. Certifica-zione o no, si può comunque parlare di un uso concreto del buon senso, in vigna e in canti-na, per cercare di ristabilire un equilibrio tra la pianta e l’am-biente circostante. Equilibrio che

poi si ritrova necessariamente in bottiglia e permette di non dover ricorrere all’utilizzo massiccio di composti come l’anidride solfo-rosa (in etichetta indicati come solfiti), responsabile di svariati ef-fetti collaterali legati al consumo di vino, come il comune “cerchio alla testa”.

Dal Vinitaly: un settore tra crescita e occupazione

Anche i consumatori, dai più esperti ai meno intenditori, sono sempre più sensibili e consape-voli riguardo al tema della soste-nibilità legata alla produzione di

vino. Sempre più persone, ad esempio, ricercano il vino sen-za solfiti chiedendo un “vino che non fa venire il mal di testa” e inol-tre sono sempre più frequentati gli eventi legati al mondo dell’e-

nologia e all’apprendimento del-le tecniche di degustazione. Non solo, riscuote successo anche la riscoperta dei vitigni locali che, essendo radicati nella tipicità di ciascun territorio, non necessita-no di particolari interventi in fase di produzione, cosa che li rende particolarmente adeguati a ri-spettare i disciplinari di sosteni-bilità. Confrontando la situazione descritta con i più recenti dati nazionali di mercato, si può nota-re che i primi mesi del 2013 si ca-ratterizzano per una crescita del fatturato del settore agroalimen-tare, unico in controtendenza rispetto a tutto il settore indu-striale. L’incremento è dato dal

valore delle esportazioni, so-prattutto del vino (fonti: ISTAT e Coldiretti). Da altre ricerche svol-te alla vigilia dell’ultima edizione di Vinitaly, risulta che nel settore enogastronomico e in particola-re proprio nel segmento vitivini-colo, sono in crescita anche le assunzioni di personale, grazie alle buone opportunità lavorative per operatori della comunicazio-ne e del marketing, specialisti del web e commerciali per l’estero. Questo scenario positivo po-trebbe essere una grande chan-ce per la viticoltura bergamasca e la promozione del territorio e, anche se non facile e scontato, è un cambiamento da auspicare e da supportare. Nella provincia di Bergamo, la Coldiretti indica che la superficie coltivata a vite convertita, o in conversione, è passata da 6 a 25 ettari. Ancora certamente molto limitata rispet-to al totale, ma sostenuta da una forte e recente crescita.

Lara Abrati

Vino bergamasco semprepiù «buono» sempre più bio!La viticoltura bergamasca negli ultimi anni ha fatto passi da giganteMigliorata la qualità percepita e la diversificazione produttivacome avvenuto con la denominazione “Terre di Colleoni”Prossima sfida: la sostenibilità!

“Sono molti i viticoltori italiani che da anni coltivano le proprie viti senza abusare dei trattamenti con fitofarmaci oppure quelli che hanno scelto la strada della viticoltura biodinamica”

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Rendere la città più sicura e ac-cogliente è l’obiettivo di “Abitare la città”, un ambizioso progetto promosso dal Consiglio delle donne del Comune di Bergamo, per migliorare la qualità della vita urbana. L’incontro su que-sto tema era stato organizzato nel novembre 2011 dallo stes-so Consiglio delle donne al fine di studiare le problematiche del territorio e far emergere i valori e i riferimenti che stanno alla base

di una convivenza democratica e partecipata; l’approfondimen-to si è ora concretizzato nella pubblicazione degli Atti del Con-vegno dal titolo “Abitare la città: qualità urbana e vivibilità de-gli spazi pubblici” presentati lo scorso 26 marzo nella splendida cornice dell’Aula Consiliare del Comune di Bergamo.«L’attività del Consiglio -spie-ga Luisa Pecce, Presidente del Consiglio delle Donne del Co-mune di Bergamo- consiste

nell’analizzare temi al femminile e trovare risposte che siano adat-te a tutta la cittadinanza. Come donne, siamo molto attive nello sviluppo di progetti e soluzioni. Il nostro impegno è fatto sul cam-po, va al di là dei partiti e finora ha avuto successo in maniera trasversale. Le nostre intuizioni sono risultate decisamente utili e molti assessori ci hanno ascol-tato, mettendo in opera soluzioni derivanti dalle nostre proposte».

Un progetto per abitare “bene” Bergamo

Tra le proposte emerge, in parti-colare, il progetto Abitare la città, nato da ricerche e studi condotti nell’ultimo decennio in Europa sul modello dei Paesi nordici, da sempre virtuosi per spazi e po-litiche a misura di cittadino. Nel realizzare questo studio è stato coinvolto l’UNI -Ente Nazionale Italiano di Unificazione- incarica-to nel 2007 di elaborare le nor-me di recepimento dei Technical Reports, ovvero gli aspetti tec-nici emersi dagli studi. Si tratta di un’associazione privata sen-za scopo di lucro, fondata nel 1921 e riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che stu-dia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie –le cosiddette “norme UNI”– in tutti i settori industriali, commerciali

e del terziario, rappresentando l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (CEN) e mondiale (ISO).Una prima analisi del fenomeno evidenzia che la mancanza di sicurezza in città influisce nega-tivamente sulla vita quotidiana, specie per i cittadini più debo-li. «Così -continua la Presidente del Consiglio delle Donne- insie-me alla referente della Commis-sione che si occupa della realtà urbana, Giulia Martinelli, e alla dottoressa Cerboni, ci siamo poste alcune domande sulla re-altà dei quartieri in cui viviamo. Ne è risultato che Bergamo è una città che non ha più appeal

per i giovani, che mantiene una sua popolazione fissa sui 120mi-la abitanti, con quartieri che non sono appetibili e situazioni che potrebbero essere migliorate».

Quali interventi? La sicurezza comincia dalla sorveglianza spontanea

Per ottenere una città più vivibile e funzionale diventa indispensa-bile operare una pianificazione urbanistica radicale che rispetti criteri di qualità ed estetica de-gli spazi. Su questa dimensione progettuale si è tenuto l’inter-vento della dottoressa Clara Cardia, Docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, dirigen-te del laboratorio Qualità urbana e Sicurezza e coordinatrice della delegazione italiana che ha ela-borato la norma CEN sulla pre-venzione del crimine attraverso l’urbanistica. Dal suo intervento, inserito negli Atti del Convegno appena pubblicati, risulta che la città diventa sicura soltanto se i cittadini contribuiscono in prima persona al mantenimento del-la sicurezza. La sicurezza degli spazi urbani determina infatti un’influenza profonda sull’uso della città da parte dei cittadini, influisce sulle loro uscite quoti-diane, sulle loro scelte di attività culturali, ricreative e di scam-

bio. Quando in una città viene a mancare la sicurezza, la vita cambia in modo drammatico e radicale. Dunque, la sicurez-za è un bene da ricostruire e difendere, cominciando dalla sorveglianza spontanea. Non c’è polizia che possa garantire una città sicura. Sono i cittadini che possono e devono rendere lo spazio quotidiano sicuro. Se però lo spazio urbano non è pro-gettato in un certo modo, questo non può avvenire: servono criteri urbanistici specifici, che renda-no la città sicura, accessibile e a misura di cittadino. Da qui la valorizzazione della normazione UNI sulla sicurezza della città, che ha dimostrato come que-sto Ente, seppure ancora poco conosciuto, svolga un lavoro eccezionale e possa diventare una guida negli assessorati non soltanto per la sicurezza della città, ma anche per le questio-ni ambientali. Ad intervenire su questo aspetto è stato Ruggero Lensi, della Direzione Relazioni Esterne, Sviluppo e Innovazione dell’UNI, sottolineando proprio l’urgenza di restituire centralità al dibattito sulla sicurezza delle città, dibattito che non può pre-scindere dalla definizione di si-curezza come concetto positivo, strettamente correlato all’idea di una revisione globale delle po-litiche urbanistiche, all’insegna della prevenzione del crimine, della qualità della vita dei citta-dini, delle azioni di inclusione, accoglienza e condivisione delle regole.

Maria Imparato

Prende vita il progetto del Consiglio delle donne del Comune di Bergamoper migliorare la nostra vita in città

Abitare la città: qualità urbanae vivibilità degli spazi pubbliciRipensare al concetto di Sicurezza

Eco dal Comune

“Non c’è polizia che possa garantire una città sicura. Sono i cittadini che possono e devono rendere lo spazio quotidiano sicuro”

“Se però lo spazio urbano non è progettato in un certo modo, questo non può avvenire: servono criteri urbanistici specificiche rendano la città sicura, accessibile e a misura di cittadino”

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Unibergamorete ha aperto uf-ficialmente i battenti l’8 aprile scorso, dando inizio al suo pro-gramma di appuntamenti che animeranno la città fino al pros-simo 4 maggio. Avendo fatto te-soro dell’esperienza degli scorsi anni, l’organizzazione si è mossa per questa edizione in un’ottica di arricchimento dell’iniziativa, proponendo sette filoni tematici cui si ricollegano le tipologie di iniziative in corso: “Università e lavoro”, “Sostenibilità e dintor-ni”, “Gioia di vivere”, “Università e Comunità”, “Orizzonti Interna-zionali”, “Lectura Dantis” e “Do-cente Autore” sono i temi che fanno da fil rouge dell’iniziativa e che mettono in evidenza quan-to ciascuna facoltà dell’Ateneo abbia portato un suo contributo, dagli ambiti umanistici alle ultime frontiere della tecnologia, infatti, nulla è stato tralasciato. Da anni l’Università di Bergamo vanta notevole attenzione per il benessere dello studente e per la sua crescita umana, acca-demica e sociale. Un ventaglio di proposte che non dimentica nemmeno lo sport, grazie alla

sinergia con il CUS -Centro Uni-versitario Sportivo- che ha orga-nizzato per il prossimo 2 maggio un open day “notturno” presso la sua struttura di Dalmine con ani-mazione, test e tornei sportivi: una vera e propria notte bianca dello sport. All’interno del pro-gramma grande spazio riserva-to anche ai docenti dell’Ateneo che nel corso di Unibergamore-te hanno presentato i propri libri, ulteriore prova di quanto, all’in-terno del contesto accademico bergamasco, la ricerca e la spe-rimentazione siano vive, forti e pulsanti. Massima attenzione è

come sempre dedicata al lega-me tra l’Università e il mondo del lavoro: oltre a essere “ambascia-tore della cultura”, l’Ateneo inve-ste molto per il futuro dei giovani studenti in ottica occupazionale e in quest’ottica sono stati orga-nizzati una serie di appuntamenti incentrati sull’accesso al mondo del lavoro. Evento centrale è sta-to il Careeer Day: un’opportunità riservata a laureati e laurean-di che hanno potuto incontrare alcune tra le maggiori imprese italiane e locali presso il Campus Economico di Via dei Caniana. Il 16 aprile, in questa sede, i gio-

vani talenti hanno potuto così conoscere ed entrare in con-tatto con le numerose e diverse realtà imprenditoriali presenti in terra orobica e a livello naziona-le. In questa logica si collocano anche le iniziative di internazio-nalizzazione: numerosi e ricchi i programmi di scambio e colla-borazione che l’Università ber-gamasca ha attivato con i più prestigiosi atenei internazionali. Ben otto sono stati, infine, i con-vegni dedicati alla sostenibilità e all’ambiente: ciò dimostra che la salvaguardia del nostro pianeta è un aspetto preponderante an-

che nella realtà accademica. La dottoressa Piera Molinelli, Re-sponsabile dell’Organizzazione di Unibergamorete e Prorettore all’Orientamento, sottolinea che questo format, impostato con convinzione nel 2011 attraver-so l’autofinanziamento, ha con-sentito all’Istituzione Università di “valorizzare i propri talenti e le proprie eccellenze, sia tra gli studenti che tra i docenti. L’Uni-versità si apre alla cittadinanza per rimarcare il suo ruolo sociale attraverso la comunicazione, le competenze e le opportunità of-ferte alla società civile”.

Enrico Ubiali

“L’organizzazione siè mossa per questa edizione in un’otticadi arricchimento dell’iniziativa, proponendo sette filoni tematici cui si ricollegano le tipologie di iniziative in corso”

28 giorni di eventi promossi dall’Ateneo, in 19 diversi luoghi della cittàda spazi all’aria aperta ai cineteatri e altri luoghi di cultura

Unibergamorete: la città ruotaattorno a cultura e Università

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Page 14: Bergamo SOStenibile 22 > Maggio 2013

Molte novità per la seconda edi-zione del Festival dell’Ambiente, che quest’anno offre a Bergamo tanti appuntamenti imperdibili per chi è sensibile alle tematiche ambientali, anche grazie a enti, istituzioni e organizzazioni che hanno aderito in modo entusia-stico a questa avventura. Organizzato in collaborazione con il Comune di Bergamo e l’Expo Scuolambiente, la mani-festazione tornerà sul sentiero-ne della città per promuovere iniziative, associazioni e impre-se che lavorano per un mondo più green, nel rispetto del nostro pianeta e di stili di vita più eco-compatibili.

Non Profit

Cesvi Onlus, organizzazione no profit internazionale, nata e cre-sciuta a Bergamo, proporrà per i giorni del Festival due interes-santi progetti. Il primo é “L'ener-gia del Castano”, un percorso fotografico a pannelli dedicato all'importanza della pianta del-la Noce Amazzonica nelle zone di Bolivia e Perù. Il secondo é “Bergamo di tutti”, un progetto sviluppato nell’ambito dell’inter-vento “Dalle Alpi alle Ande- Ge-stione partecipata del territorio e tutela ambientale tra Italia e Boli-via”, promosso dalle Associazio-ni di migranti Casa dei Boliviani e Red Madre Tierra in collabo-razione con Cesvi, Celim Berga-mo e Legambiente Bergamo. Il progetto affronta in maniera tra-sversale ai due paesi, il tema del rispetto della natura, del riciclo e dell’utilizzo sostenibile delle ri-sorse. Durante il festival questo proget-to si tradurrà in una giornata di raccolta differenziata dei rifiu-ti e piantumazione di “piantine” in aree del centro e in periferia, individuate in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente e i comitati di quartiere cittadini. Nello spazio gazebo riservato a Cesvi saranno inoltre distribui-te delle shopping bag realizzate con tessuti di riuso dal gruppo di lavoro Red Madre Tierra.

Spazio ai piccoli e alle famiglie

Le Cooperative Alchimia, Bipla-no, Linus e Ruah propongono diversi laboratori e giochi. Da Ecobus, il laboratorio itineran-te che “trasporta saperi e pro-pone esperimenti scientifici”, al Grande Gioco dell'Oca Solare, dove ad ogni casella raggiun-ta si “conquistano” nuove pra-tiche del vivere sostenibile. In collaborazione con il Museo del Falegname verrà presentato il progetto “Ri-Casa” uno spazio abitativo ricostruito a grandezza naturale che propone l'utilizzo intelligente di materiali di recupe-ro nell'arredamento della casa e alcune “dritte” per occuparsi di piccoli spazi verdi o orti pensi-li esterni alle abitazioni, anche quando non c'è un vero e pro-prio giardino.Il Centro di Etica Ambientale con l'Associazione Paguro Blu pro-pongono laboratori, come “Ev-viva il Riciclo” e presentazioni di libri tra i quali “Ecofamiglie” di Elisa Artuso e molte altre attività dedicate alle mamme e ai bam-bini. Sabato pomeriggio si svol-gerà la Grande Caccia al Tesoro che farà tappa nei vari stand del-le associazioni e delle organiz-zazioni presenti al Festival come WWF Lombardia e A.ri.bi. CEA ospiterà inoltre alcuni incontri in collaborazione con Spazio Ne-omamma dedicati alle mamme, all'allattamento e ai primi giorni dei bambini.

Che lo spettacolo abbia inizio

Teatro Prova organizza per i tre giorni una serie di spettacoli du-rante le ore pomeridiane, de-dicati alla sensibilizzazione su tematiche ambientali diverse:“La Discarica di Cenerentola”, narra-zione con animazione teatrale di Chiara Masseroli, dove la be-neamata principessa spera di incontrare “il paese perfetto, in cui regna l'onestà, il rispetto... e la raccolta differenziata!”. “La Storia di Celestina” di Patrizia

Geneletti racconta invece di una goccia d'acqua che cambia, di-venta fiocco di neve, nebbia o ancora brina.“Parola d'Albero” è invece un momento di gioco/te-atro che si svolge passeggiando tra alberi, animali e letture.

Moda, arte, musica e design

Poi la moda, con Amandla Co-operativa che presenterà al Festival la nuova collezione pri-mavera-estate realizzata per Altromercato da Marina Spada-fora, con l’utilizzo di tessuti pro-venienti da produzione biologica e “fair-trade”. Mostre d'arte e desing saranno ospitate in varie

location del festival: le opere di Koji Yoshida e Dario Tironi, co-struite con materiale riciclato. La mostra “Insetti” di Palumbo all'interno di Parco Caprotti e per finire l'esposizione di design dell'architetto Caporaso “Sogni di Cartone - La Sostenibile Leg-gerezza del Design”. Piazza Dante ospiterà durante i tre giorni i laboratori di SpaCo Lab nei quali giovani architetti e creativi ri-penseranno l'assetto urbano della piazza e degli spazi intorno al quadriportico del Sen-tierone lavorando all'interno di un container-laboratorio posto proprio al centro della Piazza.Il progetto è a cura di Associa-zione Culturale Spaco - Spazio

Container, in collaborazione con Immobiliare della Fiera e Giaco-mo Cavalleri di MadeinBergamo.Nelle ore serali di Sabato e Do-menica sono previsti due con-certi di musica live promossi dall'associazione “L'Ambiente si Nota”, gruppo culturale che promuove band musicali che suonano strumenti costruiti con materiale riciclato. Tra i grup-pi presenti i Manzella Quar-tet, gruppo Bergamasco parte dell'associazione nazionale.

Convegni e seminari

Dagli incontri con Aprica, per di-scutere di riciclo e raccolta dif-ferenziata alla “Guida energia

Festival dell’Ambiente 2013Le novità della seconda edizioneDal 24 al 26 maggio concerti, spettacoli teatrali, convegni green economy ed esposizioni d'arte e design

Eco dal Comune

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Nella serata di mercoledì 10 aprile si è alzato il sipario sulla prima mostra personale dedica-ta al noto architetto e designer Giorgio Caporaso: Sogni di car-tone – La sostenibile leggerezza del design. Questo il titolo dell’e-sposizione curata da Nicoletta Romano, Direttore di Living is Life, e ospitata dalla prestigio-sa Villa Recalcati di Varese. Fi-no al 25 aprile è stato possibile visionare gli oggetti e gli arredi della sua Ecodesign Collection di Lessmore (www.lessmore.it): dai “classici”, come il siste-ma More e la chaise-longue X2Chair, al versatile intimismo del vaso ToBe, dal tavolino Tap-

po alle ultime produzioni pre-sentate in anteprima, come sedie e tavoli sperimentali ma estremamente funzio-nali, oltre a soluzioni d’ar-redo in grado di portare “il verde” nella vita di tutti i giorni. Oggetti e arredi che sarà pos-sibile vedere anche

durante il Festival dell’Ambiente di Bergamo, dal 24 al26 maggio sul Sentierone.

L’architetto

Giorgio Caporaso nasce a Va-rese e nel 1996 si laurea in Ar-chitettura con indirizzo Disegno Industriale e Arredamento, muo-vendo quindi i primi passi come architetto e designer. Dal 1999 si dedica a progetti attenti ai temi del rispetto ambientale e, proprio lo studio di una serie di prodotti di design consapevole e sostenibile, lo porterà nel 2007 a realizzare la sua prima linea MORE. Le opere di Caporaso sono state ospitate da impor-tanti fiere e mostre di settore: le stesse sono valse al suo autore alcuni importanti riconoscimenti tra i quali la Selezione d’Onore al XVIII Compasso d’Oro e la Men-zione d’Onore alla XVI Biennale BIO16 di Lubiana.

La produzione

La Giorgio Capora-so Ecodesign

Collection incarna un percor-so che parte dal sogno, dall’in-tuizione

di un mon-do in cui esteti-

ca ed eco-sostenibilità possono convivere felicemente. Un viag-gio creativo, basato sulla ricer-ca della forma, della funzionalità e dei materiali, con un occhio sempre rivolto all’essenzialità, alla trasformazione e all’espres-sione di un’anima eco-friendly. Il punto d’approdo è la realizzazio-ne di oggetti trasformabili e mul-tifunzionali in grado di vivere a lungo, seguendo i cambiamen-ti della vita delle persone, e per questo riutilizzabili con facilità e modalità differenti. Tangibile la predilezione per i materiali riciclati e riciclabili, co-me il cartone e i materiali natura-li: i prodotti finali risultano quindi facilmente disassemblabili e se-parabili per il riciclo e lo smalti-mento differenziato. Nelle opere di Caporaso si fondono un de-sign estremamente ricercato ed un intenso piacere sensoriale unito alla possibilità di esprime-re il proprio gusto nell’arredare: il tutto inscritto in un’ottica di sen-sibilizzazione verso il rispetto

dell’ambiente e verso stili di vita meno impattanti.

La mostra

La mostra Sogni di cartone, patrocinata dalla Provincia di Varese e dall’Agenzia del Turi-smo della Provincia di Varese, è soltanto una delle molteplici situazioni espositive che hanno visto coinvolto l’autore varesino anche al Fuorisalone 2013, in occasione della Milano Design Week: dal progetto GOODE-SIGN presso la Cascina Cuc-cagna alla presentazione del prodotto X2Chair, all’interno de-gli spazi comuni della Triennale di Milano, passando per l’evento Out Of Mido presso lo spazio di Mazzucchelli 1849 -con cui Ca-poraso ha avviato una collabo-razione- e la presentazione del primo Biologic Bar Ecocertifica-to presso l’EcoWorldHotel di via Vittorio Scialoia 3 a Milano.

Onofrio Oscar Zirafi

L’architettoche fa sogni di cartoneDurante il Festival dell'Ambientein mostra le opere dell’architetto e designer Giorgio Caporaso Perfetto connubio di green living e innovazione

e Ambiente” per gli insegnanti, tanti sono gli appuntamenti per parlare e ampliare la propria co-noscenza in merito a tematiche ambientali. Nella mattinata di Sabato 25 maggio si svolgerà l'incontro “Verso un Futuro So-stenibile - Società 2000 watt”, promosso e organizzato da Cli-mAbita, dove per l'occasione sarà presente il presidente Nor-bert Lantschener. Ricordiamo inoltre la tavola rotonda PRIA sul Piano Regionale per gli Interven-ti per la qualità dell'Aria, che si terrà sempre sabato 25 maggio nell'ambito del progetto Regio-nale ExpoScuolAmbiente XX° Edizione, importante progetto dedicato alle scuole promosso da Regione Lombardia, Fonda-zione Lombardia per l'Ambiente e Ufficio Scolastico Regionale Lombardia, che quest'anno farà tappa nella nostra città. Al Piaz-zale Alpini e all'Urban Center si terrà il consueto appuntamento mensile con “Mercato e non so-lo” di Cittadinanza Sostenibile.Potete seguire le news giorno per giorno sul sito dedicato al-la manifestazione all'indirizzo www.associazionefestivaldel-lambiente.it

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C’è un protagonista silenzioso che scandisce il ritmo della vita nella foresta amazzonica, l’eco-sistema più ricco di biodiversità al mondo: è il castaño, un albero affascinante e millenario, in gra-do di raccontarci tante storie. In primo luogo quella delle co-munità native Ese 'Eja, residenti nell’area al confine tra Perù, Bra-

sile e Bolivia che il Cesvi difende e sostiene fin dal 1989.La castaña, altrimenti detta noce amazzonica, è una fonte di red-dito di primaria importanza per queste comunità, legata a dop-pio filo al ruolo della donna e allo sviluppo delle attività di com-mercializzazione. La castaña è anche, inaspettatamente, una

fonte di energia: i gusci, separa-ti dal frutto con un lavoro lungo, paziente e meticoloso, vengono accumulati e poi frantumati con un particolare procedimento in grado di riconvertirli in energia sostenibile. L’albero del castaño è, purtroppo, anche il simbolo dell’azione distruttrice dell’uo-mo, l’ultimo baluardo in grado di

resistere a pratiche sconsiderate di deforestazione. Un baluardo che si erge solitario, in un pae-saggio spoglio e desolato, per ricordarci quanto sia necessa-rio preservare il giusto equilibrio tra le leggi della natura e i biso-gni dell’uomo. La posta in gioco è alta: il benessere della terra e quello delle future generazioni, messo a rischio da problema-tiche quali il surriscaldamento globale e il cambiamento clima-tico. A tutti questi temi si ispira la mostra fotografica del Cesvi che, attraverso le fotografie in bianco e nero di Pino Ninfa, suggestive

e delicate, ripercorre le tappe di un impegno ultraventennale per lo sviluppo delle comunità indi-gene e lo sfruttamento soste-nibile delle risorse forestali. La mostra si inserisce all’interno di un progetto, finanziato dal Co-mune di Milano, di “Appoggio alle comunità native per la ge-stione delle risorse naturali, nelle regioni di Madre de Dios e Pan-do (Perù - Bolivia)”. Il progetto prevede azioni multisettoriali per la difesa della biodiversità della foresta amazzonica e per il sup-porto della raccolta e lavorazio-ne della castaña.

Quest'anno il festival incontra l'arte: dalla fotografia al design, dai reportage di viaggio alla realizzazione di vere e proprie sculture fatte con oggetti e materiali di riciclo. Ecco alcune delle mostre ospitate e fortemente volute al Festival. L’amore per l’ambiente si trasforma e genera bellezza, utilizzando materiali di scarto, fino ad arrivare a trasfor-mare la morte in vita, attraverso la sublimazione artistica che fa bene anche al pianeta.

Il Festival dell'Ambiente si mette in mostraTre giorni dedicati all’arte: il Sentierone di Bergamo si colora di bellezza

Alcune foto di Pino Ninfa per Cesvi Onlus

CESVI Onlus L’energia del castaño mostra fotografica

di pino ninfa

Eco dal Comune

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Sculture realizzate con materia-le di riciclo: due giovani artisti bergamaschi presentano occhi, braccia, seni che altro non sono che pezzi di oggetti frantumati e buttati, riassemblati in modo tale da generare nuove forme pos-sibili. La quotidianità, inquinata da forme malsane di relazione e scambio supera i confini dello

spazio terreno, diventando par-te del corpo umano e della vita stessa. Ed è proprio dall’entro-pia materiale che domina i tempi moderni che l’arte arriva a ordi-nare e creare bellezza: la perfe-zione estetica è inversamente proporzionale alla qualità dei materiali prescelti, non certo tra i più canonici.

La nuova mostra del medico-artista Domenico Palumbo inti-tolata “Farfalle e illusione” si terrà al Parco Caprotti durante i giorni del festival. Sette specie di far-falle, conservate al Museo civico di Scienze Naturali “E. Caffi” di Bergamo, sono i soggetti di que-sta mostra. L’obiettivo è quello di “dare all’os-servatore l’illusione di riprendere a volare e la sensazione che non è tutto finito”. L'iniziativa è pen-

sata a quattro mani dal medico artista, Domenico Palumbo, in collaborazione con l’assessore all’Ambiente del Comune di Ber-gamo, Massimo Bandera, con lo scopo di valorizzare il verde pub-blico e gli spazi a disposizione di cittadini e dei turisti, mettendo in relazione il mondo della scienza con quello dell’arte. Un viaggio nel gioco delle illusio-ni che vuole fermare la bellezza e la breve vita delle farfalle per

testimoniarne la straordinarietà. Farfalle che però rinascono nella mente dell’artista e che, grazie a particolari tecniche fotografiche e di ripresa, sembrano tornare alla vita. La farfalla morta che ritorna a vo-lare diventa così l’emblema di un mondo intero che aspetta solo di essere liberato, dove la vita e la morte, intimamente legate, tro-vano una nuova dimensione di speranza.

Rielaborazioni fotografiche a cura dell'Artista

Alcune opere in esposizione realizzate da Dario Tironi e Koji Yoshida

DOMENICO PALUMBOFarfalle e Illusione

DARIO TIRONIE KOJI YOSHIDAmostra fotografica

di domenico palumbosculture con

materiale riciclato

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Nel numero di aprile abbiamo dato ampio spazio alla prima edi-zione del Premio Family Friendly. L’iniziativa, lanciata dal Comitato per la Promozione dell’Impren-ditorialità Femminile sostenuta da Camera di Commercio, Ber-gamo Sviluppo, Consulta delle Politiche Familiari del Comune di Bergamo, Provincia di Ber-gamo, Consigliera di Parità, Asl e realizzata in collaborazione con il sistema associativo loca-le e le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil, ha l’obiettivo di va-lorizzare e diffondere le azioni di pari opportunità e di concilia-zione vita-famiglia-lavoro svolte dalle imprese bergamasche a favore dei propri dipendenti, nel-la speranza che queste possa-no diffondersi sempre di più sul territorio.Sei le categorie nelle quali sono state premiate le aziende: Stra-tegie per promuovere la valoriz-zazione del personale interno e i temi della parità tra i generi e della conciliazione vita-famiglia-lavoro; Flessibilità lavorativa e organizzazione del lavoro condi-visa; Strategie organizzative e/o benefit per conciliare lavoro-fa-miglia-genitorialità; Strumenti e benefit per agevolare/sostenere la gestione domestica; Servizi/iniziative integrative per accre-

scere la qualità della vita dei dipendenti e/o dei loro familiari; Partnership con il territorio loca-le (imprese e istituzioni) per svi-luppare servizi comuni o nuovi, fruibili anche dai dipendenti.All’iniziativa hanno aderito tredi-ci aziende, molto diverse tra lo-ro per settore di attività, livello di strutturazione, azioni realizzate e forma giuridica. Dalla Tenari-sDalmine, costituita nel 1906, che conta oggi 2.300 operai in cinque stabilimenti, all’Asilo Ni-do La Stellina di Azzano San Paolo, 7 dipendenti, aperto nel 2005: un segno che le pratiche di buon senso accomunano tante realtà bergamasche, da quelle storiche alle realtà più re-centi. Perché di buon senso si tratta, dicono i rappresentanti delle aziende premiate lo scorso marzo, che sottolineano quanto un buon clima tra datori di la-

voro e dipendenti contribuisca alla salute dell’azienda. Se per le aziende più importanti e di dimensioni maggiori può esse-re più semplice mettere in atto azioni family friendly, cosa però tutt’altro che scontata, anche per le realtà più piccole le buone pratiche costituiscono un mo-dus operandi virtuoso.

Un viaggio tra le buone prassi

Un esempio in questo senso è l’Asilo Nido la Stellina che, ci spiega la titolare Giovanna Pa-rimbelli, non pensava nemmeno potesse rientrare nelle categorie del premio con le sue pratiche che sono, a suo avviso, «normali e di buon senso». Invece il Nido la Stellina è la più family friendly tra le aziende partecipanti, pre-miata in ben quattro categorie. Il

Premio è stato un riconoscimen-to importante e allo stesso tem-po una conferma per genitori e dipendenti, che li ha resi fieri del “proprio” nido. L’attenzione per l’ambiente è da sempre una prio-rità: pannelli solari, riscaldamen-to a pavimento, frutta biologica e giocattoli in legno o riciclati, molti dei quali creati direttamente con il coinvolgimento dei genitori. Genitori e dipendenti costante-mente coinvolti e un nido che diventa un luogo di comunica-zione di stili di vita sostenibili, dal punto di vista ambientale e uma-no, perché la cura della persona deve cominciare da zero anni in su e deve quindi riguardare non

solo i piccoli ospiti, ma anche le loro famiglie e chi lavora nella struttura.Anche per la Cooperativa So-ciale AEPER di Bergamo, 140 tra dipendenti e collaboratori, la maggior parte donne, prendersi cura del personale è uno degli obiettivi da raggiungere, mentre per Autotrasporti Cappella Bru-no, la cui ditta conta 20 dipen-denti, è importante ricordare che le aziende sono fatte prima di persone e poi di macchine e che la motivazione e il coinvolgimen-to dei dipendenti costituisco-no un fattore più determinante del salario stesso. Anche per la Cattaneo Meccanica SpA fi-

Ecologia & Imprese

“Dalla TenarisDalmine, con 2.300 dipendenti in 5 stabilimenti, all’Asilo Nido La Stellina, 7 dipendenti: le pratiche di buon senso accomunano tante realtà bergamasche”

Aziende Family Friendly Le 12 realtà bergamasche premiate Le azioni di pari opportunità e di conciliazione vita-famiglia-lavoro delle aziende vincitrici del Premio Family Friendly

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delizzare i 46 dipendenti è uno dei compiti fondamentali per il

successo di un’impresa. La cre-azione di un gruppo-famiglia è

anche la politica della camiceria conto terzi Filo di fate, di Nem-

bro, costituita da 14 operai, dei quali 13 sono donne. Donne coinvolte in ogni fase del lavoro e attualmente impegnate anche nella creazione di una collezione ispirata “a e da” loro. Quello del coinvolgimento del personale è un concetto fondamentale per molte delle aziende premiate, anche per una multinazionale che conta più di 2.000 dipen-denti come la TenarisDalmine, che oltre ad adottare uno spe-cifico programma di “gender diversity” e investire sulla forma-zione continua del livello tecnico e manageriale interno, sostiene anche la formazione di studenti universitari con 45 borse di stu-dio annuali. Anche per le Fonde-rie Mario Mazzucconi di Ponte San Pietro, le persone sono il valore aggiunto per rendere vin-cente un’impresa, che deve es-sere in grado di creare cultura e favorirne la crescita: centralità e coinvolgimento dei dipendenti e

condivisione della mission costituiscono in questo caso la strategia vin-cente già attiva da diversi anni, tant’è che il Pre-mio è stato visto come un’ulterio-re conferma della bontà della strada intrapresa. Le inizia-tive adottate mira-no al rafforzamento dell’appartenenza aziendale e della mo-tivazione e possono essere una risposta ai bisogni “non espressi” dei dipendenti. Aper-ta inoltre la possibilità di tradurre tutte queste prassi in una “Carta Wel-

fare aziendale”.Anche per Italian Cable Com-pany, 240 dipendenti, si parla di iniziative di buon senso, perché la forza di un’azienda sta infatti anche nelle capacità di ascolto delle esigenze, manifeste e non, dei dipendenti, che costituisco-no un capitale umano da gestire attraverso la formazione e, ap-punto, l’ascolto. Sidip World di Isso tiene a sot-tolineare come i suoi 47 dipen-denti debbano sentirsi in primo luogo dei collaboratori e per Soltur di Dalmine la misura della soddisfazione interna è un valo-re imprescindibile, che bisogna far passare alla clientela, senza influenze sul prezzo di produ-zione. E per Giuseppe Lamera, titolare di Euro-Kemical srl, è sempre stato importante met-tersi sullo stesso piano dei propri dipendenti, tanto che sono sta-ti proprio quest’ultimi, a sua in-saputa, a presentare domanda di partecipazione dell’azienda al Premio. L’azienda riconosce da anni a tutti i dipendenti una remunerazione integrativa e un bonus natalizio che contribui-scono a garantire tranquillità e a generare un clima collaborativo e positivo, che di questi tempi non è certo facile trovare in ogni posto di lavoro.

Arianna Corti

Aziende vincitrici per ogni cAtegoriA del premio

Categorie del Premio Aziende premiate

1.Strategie per la valorizzazione del personale, dei temi della parità tra generi e della conciliazione vita-famiglia-lavoro

• Tenaris- Dalmine• Italian Cable Company• Sidip World• Asilo Nido La Stellina

2.Flessibilità lavorativa e organizzazione del lavoro condivisa

• Fonderie Mario Mazzucconi• Italian Cable Company• Filo di Fate Soltur

3.Strategie organizzative e/o benefit per conciliare lavoro-famiglia-genitorialità

• Cattaneo Meccanica• IVS Italia• AEPER• Asilo Nido La Stellina

4.Strumenti e benefit per agevolare/sostenere la gestione domestica

• Tenaris-Dalimine• Fonderie Mario Mazzucconi• Euro-Kemical• Asilo Nido La Stellina• Soltur

5.Servizi/iniziative integrative per accrescere la qualità della vita dei dipendenti e/o dei loro familiari

• Fonderie Mario Mazzucconi• Autotrasporti Cappella Bruno• Asilo Nido La Stellina

6.Partnership con il territorio locale per sviluppare servizi comuni o nuovi fruibili anche dai dipendenti

• Tenaris - Dalimine

Le azioni di pari opportunità e di conciliazione vita-famiglia-lavoro delle aziende vincitrici del Premio Family Friendly

“Per la Euro-Kemical srl di Covo, sono stati i 13 dipendenti che, a insaputa del titolare, hanno presentato domanda di partecipazione dell’azienda al Premio Family Friendly”

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Come può un imprenditore, impegnato tutti i giorni nella gestione della propria azien-da, assicurare allo stesso tem-po all’impresa il vantaggio dato dalla competitività a lungo ter-mine e, in generale, la continui-tà degli affari? La risposta della Commissione Europea è breve: Responsabilità Sociale delle

imprese (Corporate Social Re-sponsability - CSR) o imprendi-toria socialmente responsabile. Di fatto è una strategia secondo la quale il successo di un’attività

economica può essere poten-ziato migliorando la reputazione dell’azienda e conquistando la fiducia dei portatori di interesse (stakeholder) e della comunità locale. In ciò le PMI, per natura più flessibili rispetto alle grandi imprese, possono reagire rapi-damente nell’individuare e sfrut-tare le opportunità del mercato. A tal fine, la Commissione ha in-dividuato alcune semplici azioni che le imprese possono intra-prendere per integrare la Re-sponsabilità Sociale nella prassi aziendale, come ad esempio in-vestire nelle risorse umane con corsi di formazione o introdu-cendo assetti che tutelino i lavo-ratori ed incoraggiare le risorse umane a svolgere del volontaria-to per la comunità. Alle PMI dovrebbe inoltre risul-tare agevole gestire i rapporti con la comunità locale, le istitu-zioni pubbliche ed il territorio in cui operano e di cui esse stes-se sono parte integrante. Anche impegnarsi sul fronte ambientale dovrebbe essere una prerogati-va delle PMI, poiché l’ottimizza-

zione energetica, la prevenzione dell’inquinamento, la minimiz-zazione dei rifiuti e il riciclaggio possono portare alla riduzione dei costi e migliorare i rapporti con la comunità, gli enti di con-trollo e le altre istituzioni, oltre che far nascere nuove opportu-nità commerciali, con clienti che siano alla ricerca di fornitori “ver-di”. Si suggerisce l’instaurazione

di collaborazioni con organizza-zioni o altre realtà imprenditoriali e la promozione di strategie di gestione aziendale socialmente responsabile. E per far quadrare il cerchio della Responsabilità Sociale la comunicazione è un elemen-to fondamentale: comunicare all’esterno cosa si sta facendo può aiutare a trarre il massimo

vantaggio da iniziative di questo genere. Sebbene molti la riten-gano una strategia di marketing cinica, di competenza esclusi-va delle aziende più grandi, in realtà le PMI hanno un impatto maggiore sulla comunità di ap-partenenza cui sono legate, che è direttamente interessata alle informazioni sui valori dell’azien-da, nonché sui servizi e sui pro-dotti forniti. La comunicazione costituisce inoltre un buon mezzo di diffu-sione delle buone prassi azien-dali e un esempio positivo e di confronto per le altre realtà im-prenditoriali del settore. La vo-stra organizzazione aziendale risponde ai requisiti suggeriti dall’UE? Sul sito dell’Unione Eu-ropea (enterprise/policies) trove-rete anche un questionario per mettere alla prova la Responsa-bilità Sociale della vostra azien-da. Ci vogliono solo 10 minuti, ma il risultato potrebbe essere davvero sorprendente.

Valeria [email protected]

Manuale UE per Piccole e Medie Imprese: l’importanza di comunicarei valori aziendali al proprio territorio

Come diventareun imprenditore responsabile

Ecologia & Imprese

“Semplici azioni che le imprese possono intraprendere per integrare la Responsabilità Sociale nella prassi aziendale, come ad esempio investire nelle risorse umane con corsi di formazione”

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L'aria di festa respirata all'inau-gurazione della filiale bergama-sca di Banca Etica, sabato 20 aprile, ha poco a che vedere con la retorica pomposa di certe cerimonie celebrative che spes-so accompagnano l'apertura di nuove banche. La pioggia in-cessante non ha frenato l'entu-siasmo dei molti soci e cittadini presenti alla festa, curiosi di vi-sitare la nuova sede, al 9/b in via Borgo Palazzo, aperta ufficial-mente da lunedì 22 aprile.Domizia Rossi, Coordinatrice dei soci di Banca Etica della provincia di Bergamo, è molto soddisfatta della giornata e del-la partecipazione corposa sia all'incontro pubblico della mat-tina -sui temi di finanza etica, economia solidale, legalità e la-

voro- che all'inaugurazione del pomeriggio, con animazione musicale, buffet a Km zero, ta-glio del nastro e visita della sede.Il neo Direttore della filiale An-drea Bravi, già membro del GIT (Gruppo di Iniziativa Territoriale) di Bergamo, afferma l'impor-tanza di avere un punto di rife-rimento in città per gli oltre 700 soci che già supportano da anni Banca Etica e vedono in questo evento un premio significativo per l'impegno e la partecipazio-ne nella direzione di una Finanza Etica. L'attenzione agli aspetti sociali e ambientali si riscontra anche nella struttura stessa della filiale: quattro uffici accoglienti realiz-

zati secondo i criteri della bioe-dilizia, con una pavimentazione in legno certificata FSC e illumi-nazione a LED per un minor con-sumo energetico. Gli elementi di arredo, inoltre, sono realizzati in cartone riciclato dalla Coopera-tiva Terre di Mezzo, che impiega i detenuti del carcere di Asti. La novità della sede di Bergamo è poi rappresentata dall’area self-service accessibile 24 ore su 24 dove, grazie a un dispositivo ATM d'avanguardia, è possibile effettuare numerose operazioni bancarie quali versamenti gratu-ito di contanti e assegni sul con-to corrente, prelievi fino a 750 euro al giorno e 3mila al mese, bonifici gratuiti in Italia per im-porti inferiori a 5mila euro.I primi dati emersi mostrano come, al 31 marzo 2013, cioè

quando la filiale non era anco-ra operativa, la raccolta diretta in Provincia ammontava a circa 12 milioni di euro. Più di 5 milio-ni e mezzo sono stati impiegati per il finanziamento di progetti di cooperative sociali e attivi-tà no profit. Banca Etica è una delle poche realtà italiane in espansione e con bilanci posi-tivi. La sfida del 2013 secondo Mario Crosta, Direttore Genera-le di Banca Etica, è continuare a mantenere il trend di crescita e, per farlo, sarà fondamentale la scelta di cittadini e organiz-zazioni che dovranno decidere quale tipo di economia soste-nere attraverso i propri risparmi. Mai come ora l'economia deve diventare etica e l’innovazione fi-nanziaria, accompagnata dal ra-dicamento sul territorio, saranno

gli obiettivi di un 2013 all'insegna della positività. Nel marasma di un'economia volatile, fatta di ca-

pitali inesistenti e manovre inevi-tabili, Banca Etica rappresenta un'alternativa possibile con pro-spettive reali, segno che in fondo il cambiamento, con la “C” maiu-scola, è alla portata di tutti.

Mara D’Arcangelo

Bergamo festeggiala filiale di Banca EticaMusica leggera, cabaret frizzante e merenda bioper la festa d’inaugurazione

“L'attenzione agli aspetti sociali e ambientali si riscontra anche nella struttura stessa della filiale: quattro uffici accoglienti, realizzati secondo i criteri della bioedilizia”

“I primi dati emersi mostrano come, al 31 marzo 2013, cioè quando la filiale non era ancora operativa, la raccolta diretta in Provincia ammontava a circa 12 milioni di euro. Più di 5 milioni e mezzo sono stati impiegati per il finanziamento di progetti di cooperative sociali e attività no profit.”

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Secondo i dati diffusi dal Mi-nistero della Sanità, in Italia ogni anno si producono circa 1.400.000 tonnellate di olio ve-getale, con un consumo medio pro capite di circa 25 kg annui. Di questa quantità è stato stimato che la parte non utilizzata cor-risponde a circa il 20%. Questo vuol dire che l’olio vegetale usato e quindi “restituito” all’ambiente è di oltre 280 mila tonnellate, cir-ca 5 kg a testa, di cui 160 mila provengono dall’uso domestico, la cui eliminazione avviene prin-cipalmente attraverso gli sca-richi dei lavandini, provocando

danni gravissimi per l’ambiente. Ressolar, azienda bergamasca leader nel settore energetico da oltre 50 anni, che dal 2005 ha allargato il proprio campo di azione occupandosi anche di energie rinnovabile ed efficienta-mento energetico, è al lavoro da 14 mesi per soddisfare le esigen-ze di ristoranti, grandi catene di distribuzione e singole abitazioni per la gestione degli oli esausti, proponendosi ai Comuni e alle imprese della bergamasca co-me partner dal punto di vista lo-gistico e informativo. «Attraverso taniche in plastica da 5 litri per uso domestico, e da 50 o 100 litri per gli esercizi commerciali, sarà possibile raccogliere l’olio vegetale impiegato per friggere o proveniente dalle confezioni sott’olio. Compatibilmente con i tempi tecnici dovuti al consegui-mento di tutti i permessi neces-sari per la raccolta differenziata, speriamo di poter essere ope-rativi da luglio», spiega Gianluigi Piccinini, presidente di Ressolar. Infatti, se le attività commerciali da tempo smaltiscono in modo

corretto l’o-lio esausto, non altrettan-to succede a quello utilizza-to in casa, che spesso finisce giù dal lavandi-no, provocando danni enormi per l’ambiente: a causa delle elevate tempe-rature raggiunte durante la frit-tura e alla presenza di residui di cibo, gli oli alimentari modifica-no la loro struttura molecolare e le loro caratteristiche, diventan-do veri e propri killer dell’ecosi-stema. Se disperso nell’acqua, l’olio vegetale forma un film sot-tilissimo attorno alle particelle di terra, impedendo alle radici l'assunzione delle sostanze nu-tritive. Se l'olio raggiunge lo specchio della falda freatica for-ma uno strato di 3-5 cm che può raggiungere pozzi di acqua po-tabile anche molto lontani, ren-dendoli inutilizzabili: un solo litro di olio rende non potabile circa mille metri cubi di acqua.

Vantaggi economici e ambientali... in attesa dell’iter autorizzativo

La campagna lanciata da Res-solar, “Se lo rifiuti, sei fritto”, si muove nell’ottica della soste-

nibilità promuovendo informa-zione e consapevolezza tra la cittadinanza per adottare com-portamenti più responsabili, al fine di decretare il successo del servizio di raccolta fin nell'am-bito domestico. «L’iter è tuttavia lungo e si scontra con una bu-rocrazia spesso non altrettanto veloce come l’emergenza su cui stiamo cercando di intervenire

-spiega Piccinini- soprattutto per quanto riguarda le utenze private». Se è vero infatti che la produzione media di oli esau-sti delle utenze commerciali è di circa 180 kg contro una pro-duzione domestica ad abitante di circa 5 kg, è altrettanto vero che il quantitativo globale pro-dotto dalle utenze domestiche è pari a 2,5 volte quello imputa-

bile alle utenze commerciali: una palazzina abitata da 12 famiglie produce la stessa quantità di oli vegetali esausti di un’utenza commerciale. «L’obiettivo cui tendiamo è dif-fondere una cultura comporta-mentale di impegno comune, dando la possibilità a tutti i cit-tadini di effettuare la raccolta differenziata dell’olio vegetale esausto, anche perché i benefi-ci sono tanto ambientali quanto economici» conclude Piccinini. Incrementare la quantità di rifiuti differenziati riduce infatti i costi per la gestione dei depuratori e per la manutenzione degli scarichi e delle reti fognarie, evita il soffocamento dei corsi d’acqua e diminuisce l’utilizzo a fini industriali di oli vergini,

preservando le risorse na-turali. «L’olio vegetale, se raccolto in modo differen-ziato dagli altri rifiuti -spie-ga Piccinini- è fonte di risparmio energetico per-ché, dopo corretti proces-

si di rigenerazione, si può riutilizzare a livello industriale». Raccolto in contenitori adatti, Ressolar invia l’olio esausto al-le aziende di rigenerazione che permettono di ottenere un buon combustibile alternativo a quelli tradizionali, il Bio-diesel, che può essere sfruttato in centrali per la produzione di energia e calore, con il doppio vantaggio di un basso impatto ambientale e di un alto rendimento. Inoltre, con una specifica e com-plessa preparazione, può esse-re raffinato fino a renderlo adatto alla miscelazione con olio mine-rale lubrificante, bitumi stradali ed emulsionanti, glicerina per saponificazione.

Alice Motti

La raccolta di oli vegetali esausti salva-ambiente ideata da Ressolar saràa breve disponibile per esercizi commerciali e amministrazioni comunali

Se lo rifiuti, sei frittoIn arrivo la raccolta dell’olio usato

Ecologie & Imprese

“Più della metà deglioli di scarto prodotti in Italia derivano dall’uso domestico. Se dispersi nell’ambiente, inquinano il terreno e le falde freatiche per lungo tempo”

“Un solo litro di olio rende non potabile circa mille metri cubi di acqua. È necessario un corretto smaltimentoche parta dalla raccolta”

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Compie trent’anni la coopera-tiva sociale Gasparina di Sopra di Romano di Lombardia: nata nel 1983, è stata costituita per riabilitare, integrare e promuo-vere le persone con problemi di tossicodipendenza attraverso tre Unità Operative di tipo resi-denziale (dette Comunità Tera-peutiche), tutte accreditate dalla Regione Lombardia, localizzate a Romano e a Cologno al Serio.Con l'obiettivo di reintrodurre nell'ambito lavorativo gli ospi-ti della comunità, è partito dal 2009 il progetto “Terraviva” che vede la coltura e la vendita di prodotti biologici, coltivati in campo aperto e in serra, nel ri-spetto dei tempi e della stagio-nalità delle varie produzioni. Le persone che si sono prese cura della loro coltivazione sono poi

incaricate anche di seguire la fa-se della vendita. «Per una buona reintegrazione nella società, è necessario per prima cosa riacquistare fiducia in se stessi e questo può avveni-re grazie a questo progetto: ave-

re a che fare con chi compra la verdura coltivata personalmente significa ricevere una forma di sostegno che va oltre il sem-plice atto di vendita, perché dà valore al lavoro svolto e infonde autostima – spiega Fabio Loda, operatore della Cooperativa Ga-sparina - Da sottolineare è anche la scelta di inserire le nostre colti-vazioni in un progetto più ampio, ossia quello di valorizzare la pro-duzione e la vendita a km zero di ortaggi coltivati biologicamente, senza l'introduzione di additivi e altre sostanze chimiche, andan-do quindi in controtendenza ri-spetto alla monocoltura e alla coltivazione intensiva che carat-terizza le nostre campagne».I risultati si vedono: nel dicembre 2012 è stato riconosciuto all’atti-vità agricola della Cooperativa il marchio biologico ICEA, conse-guenza della mutata visione del-la società per ciò che riguarda le questioni ambientali. Il successo

dell'agricoltura biologica rispet-to alle nuove attese della società risiede nella capacità di produrre alimenti sani e genuini e concor-rere allo stesso tempo alla prote-zione delle risorse naturali e allo sviluppo equilibrato del territorio, creando occupazione e riser-vando maggiore attenzione alla qualità del lavoro.La vendita e la distribuzione dei prodotti agricoli avviene princi-

palmente presso i punti vendita di Romano di Lombardia e di Cologno al Serio e la parteci-pazione a mercati rionali o a km zero della provincia di Bergamo e Milano. Si riforniscono presso la cooperativa anche gruppi di acquisto solidale della provincia di Milano. La cooperativa è pre-sente inoltre con i suoi prodotti nel mercato di Campagna Ami-ca Coldiretti di Seriate.Tutto questo avviene nell’anno in cui la cooperativa festeggia il trentesimo anniversario dalla sua costituzione. Durante tutto il corso dell’anno, la cooperativa Gasparina di Sopra organizzerà alcuni eventi e dibattiti per sotto-lineare il ruolo della cooperazio-ne sociale, non solo nell’ambito specifico delle dipendenze, ma anche rispetto alle politiche di welfare del territorio.

Roberta Lilliu

La cooperativa Gasparina di Sopra di Romano di Lombardia da trent’anni favorisce il reinserimento sociale grazie all’agricoltura biologica

TerravivaL’agricoltura due volte buona

Ecologia & Imprese

“La vendita e la distribuzione dei prodotti agricoli avviene principalmente presso i punti vendita di Romano di Lombardia e di Cologno al Serio e la partecipazione a mercati rionali o a km zero della provincia di Bergamo e Milano”

Dove trovare i prodottidi TERRAVIVA > Dal Lunedì al Venerdì (9/12 - 14/18) presso il nostro Punto Vendita nella sede della Coop. Gasparina di Sopra di Romano di Lombardia> 3/4/5 Maggio - Partecipazione a Sapori d’Italia presso il Ca-stello Sforzesco di Milano, in collaborazione con Coldiretti> 18 Maggio e 15 Giugno - Mercato Km 0 di Zanica> 1 Giugno - Mercato Km 0 di Stezzano (davanti al Comune)> Ogni Martedì mattina - Bancarella presso la Comunità “Casa Aurora” a Cologno al Serio> Ogni Giovedì mattina - Partecipazione a Mercato Coldiretti di Seriate (piazzale del Comune)> Siamo fornitori di frutta e verdura biologica per G.A.S. (Grup-pi Acquisto Solidale) con consegna a domicilio

Cooperativa Gasparina di SopraViale Dante Alighieri, 190 - Cascina Gasparina di Sopra24058 Romano di Lombardia (BG)Tel. 0363 901274 - Fax 0363 [email protected]

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Nella Casa Nataledi Giovanni XXIIInasce PAPAJ23Uno spazio multimedialeper raccontare l’attualitàdel Papa “buono” evalorizzare il suoinsegnamento.

Destina 100 punti Coopa sostegno del progetto per PapaJ23 e Coopli raddoppia

per

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Riforme e innovazione, in tempo di crisi, sono le parole che ca-ratterizzano il mondo del lavo-ro. Anche il mondo della scuola deve restare al passo coi tempi e l’idea di una scuola strutturata in materie autonome e indipen-denti sembra oggi inadeguata. Se n’è discusso lunedì 15 aprile all’incontro di aggiornamento re-gionale “La didattica integrata, le voci delle istituzioni, delle scuole e delle aziende”, cui hanno preso parte professori, rappresentanti delle aziende partner del proget-to scuola-lavoro e gli alunni delle classi 5°A e 5°B dell'Issis Natta con il loro progetto Scuola21, a cui BergamoSOStenibile ha de-dicato due pagine nel numero di aprile. Integrazione, competen-ze e metodi sono state le parole chiave dell’incontro. La recente introduzione nella programma-zione curriculare dell’insegna-mento delle Scienze Integrate

prevede infatti l’unione di diver-si campi del sapere scientifico, teorico e pratico. «Le situazioni di vita odierne richiedono com-petenze scientifiche non acqui-

sibili con una singola disciplina; allo stesso modo l’acquisizione di competenze si genera at-traverso la soluzione di proble-mi complessi che richiedono più tempo di quello concesso a ogni singola disciplina in am-bito scolastico», spiega Mario Fierli dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazio-ne e Ricerca Educativa (INDI-RE), coordinatore del progetto "Il cannocchiale di Galileo". Un progetto che ha come finalità la realizzazione di percorsi didatti-ci funzionali al passaggio, anche culturale, dall’integrazione delle scienze con la componente tec-nologica, verso un’integrazione disciplinare a 360 gradi. E chi meglio di Galileo, fisico, astro-nomo, matematico e filosofo poteva essere l’emblema del-la perfetta sintesi della cultura scientifico-umanistica?

Esperienze nelle scuole bergamasche

Insomma, una scuola pensata per gli studenti ma anche con gli studenti. Per Claudia Cremone-si, Organizational Services Ma-nager di Robur e per Rosalia Di Martino, Responsabile forma-zione di Italcementi, lavorare a fianco degli studenti nell’ambi-to del progetto Learning Week è stata un’esperienza formativa per entrambe le parti. Gli stu-denti si sono confrontati con il mondo del lavoro e con se stes-si per capire le proprie qualità e competenze, mentre le aziende hanno colto l’occasione di una

ventata di freschezza e un pun-to di vista più giovane al proprio interno. «Anche BergamoScienza -sot-tolinea Raffaella Ravasio socio fondatore, membro del con-siglio direttivo e del comitato organizzativo dell'associazio-ne- promuove da sempre la divulgazione scientifica con il fondamentale aiuto delle scuo-le, rivolgendosi ai giovani per dare una risposta alle loro in-clinazioni e ambizioni culturali, proponendo la scienza nelle sue varie componenti attraverso un intreccio di cultura, spettacolo e la scoperta di nuovi linguaggi». BergamoSOStenibile dal canto suo, per una settimana ha ac-colto in redazione due studenti, pubblicando un articolo elabo-rato con loro sul progetto Scuo-la21. In tre occasioni inoltre la redazione di BergamoSOSteni-bile ha avuto modo di incontrare gli studenti delle classi 3°, 4° e 5°

dell’Isis G. Natta, per presentare la storia del giornale: come è sta-to fondato, quali percorsi profes-sionali hanno dato vita a questa esperienza e per spiegare quali siano i molteplici fattori che influ-iscono sulla vita di un giornale e sulla sua linea editoriale.

Ben consci dell’importanza di collaborare con il mondo della scuola e con i giovani, Berga-moSOStenibile offrirà la possi-bilità alle scuole secondarie di primo e secondo grado di Ber-gamo e provincia di organizzare un ciclo di laboratori finalizzati all’apprendimento delle tecniche giornalistiche e delle pratiche di sostenibilità ambientale, dando così un contributo all’integrazio-ne tra scuola, mondo del lavoro e quotidianità. In fondo, niente di nuovo sotto il sole se già Albert Einstein, in un discorso del 1936, disse che “la scuola deve forma-re persone capaci di agire e di pensare autonomamente e, in-sieme, di vedere nel servizio del-la comunità il massimo obiettivo della propria vita […] Deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e non ri-dotto a uno specialista”.

Arianna Corti

Scuola

La scuola oltre la scuolaDall’Isis Natta l’appello alle scuole bergamasche per un rinnovamento in chiave di didattica integrata e alternanza scuola-lavoro

“La scuola deve formare persone capaci di agiree di pensare autonomamente e, insieme, di vedere nel servizio della comunità il massimo obiettivo della propria vita.Deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosae non ridotto a uno specialista”Albert Einstein

“La recente introduzione nella programmazione curriculare dell’insegnamento delle Scienze Integrate prevede l’unione di diversi campi del sapere scientifico, teorico e pratico”

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Distribuito in diversi istituti ber-gamaschi e sempre più richiesto come materiale didattico, Ber-gamoSOStenibile ha considera-to fin dalla sua nascita la scuola come un partner cruciale per co-municare stili di vita e d’impresa sostenibili. Adesso è il momento di fare di più. Portare la sosteni-bilità nelle scuole è la nuova ini-ziativa di BergamoSOStenibile rivolta alle scuole secondarie di primo e secondo grado di Ber-gamo e Provincia. In seguito a diverse esperienze di collabora-zione con l’Isis Giulio Natta e con l’Università di Bergamo, Corso di Laurea Magistrale in Comuni-cazione, Informazione e Editoria, sfociata in incontri e laboratori incentrati sulla comunicazio-ne della sostenibilità e motiva-ti dal buon esito dell’iniziativa e dall’interesse suscitato, nasce la proposta “BergamoSOStenibi-le nelle scuole”, un’iniziativa che porterà direttamente in classe niente meno che la redazione di BergamoSOStenibile con i suoi giornalisti e i suoi esperti di so-stenibilità e tematiche ambien-tali: dall'alimentazione alla green economy, dalla raccolta differen-ziata alla biodiversità, dal gior-nalismo alla comunicazione sui

nuovi social network, dalla mo-bilità al turismo sostenibile, tutti temi d’attualità sia per l’aspetto ambientale che formativo-pro-fessionale. Come in una vera e propria redazione gli argomenti verranno discussi per poi pro-porre laboratori di scrittura fina-lizzati alla stesura di articoli.

Progetto per le secondarie di primo grado

Due le tipologie di progetti pen-sate: una per le scuole medie e una per le scuole superiori. "Il nostro giornalino di classe con BergamoSOStenibile” è il pro-getto pensato per i più giovani: com’è fatto un giornale? Come si scrive un articolo? Cosa è la sostenibilità e perché è impor-tante? Perché la raccolta diffe-renziata? Riuso e riciclo, come si fa e cosa si potrebbe fare? Ali-mentazione e sostenibilità, l’im-portanza di mangiare sano per noi e per il Pianeta; natura, biodi-versità e animali in via d’estinzio-ne. Sui temi affrontati in classe, che potranno essere concordati sia in base alle esigenze di do-centi e studenti che in base alle tematiche d’attualità, verranno

elaborati articoli con i ragazzi e i migliori saranno pubblicati su BergamoSOStenibile. Dei veri e propri laboratori di scrittura dove studenti, docenti, giornalisti ed esperti di settore lavoreranno fianco a fianco per un progetto che può prevedere anche la realizzazione di un vero e proprio giornalino di classe o della scuola.

I lavori “Green” per le scuole superiori

Più orientato al mondo forma-tivo-professionale il progetto pensato per le scuole superiori. Attraverso il racconto del caso concreto di come è nata l’espe-rienza di BergamoSOStenibile, fondato da due giovani che han-no unito le rispettive competen-ze e passioni per un “ambizioso” progetto in cui hanno fortemen-te creduto e lavorato, gli studenti potranno ripercorrere e ricostru-ire le tappe della realizzazione e dello sviluppo di un’idea im-prenditoriale poi divenuta vera e propria professione. Si potrà così comprendere come orien-tare i propri percorsi personali di studio e di lavoro valorizzando le qualità che si esprimono fin da

giovani nello sport, nel volonta-riato, nella musica e in qualsiasi ambito in cui sia possibile espri-mere una propria personalità e specificità, mettendo così le basi per un reale successo formativo, professionale e personale.Oltre all’analisi degli articoli gior-nalistici e di come funzioni la co-municazione tra vecchi e nuovi media, ci si concentrerà su co-me conoscere e trasmettere l’importanza di intraprendere stili di vita più sostenibili: ogni lezione sarà una tappa di un percorso al tempo stesso teorico e pratico che vedrà gli studenti coinvolti in prima persona nell’ideazione e nella stesura di articoli e/o di un giornale scolastico, affian-cati dalla nostra redazione e da esperti di settore che di volta in volta presenteranno e introdur-ranno gli studenti al mondo dei Green Jobs, ossia le emergen-ti opportunità delle professio-ni verdi che stanno crescendo attorno alla green economy: giuristi ambientali, alimentaristi, comunicatori e media expert,

certificatori ambientali, educato-ri, consulenti, tecnici, ingegneri e architetti che, come ogni figu-ra professionale di ogni ordine e grado, dovranno sempre più confrontarsi con gli aspetti legati alla sostenibilità. Gli incontri po-tranno essere organizzati nella forma di conferenza (con due o più classi) o di ciclo di laboratori (5 - 8 incontri). Con i progetti sarà compresa la fornitura del nostro mensile per tutto l'anno scolasti-co in modo da poter prosegui-re nell'approfondire il percorso educativo avviato insieme. Un grande passo per BergamoSO-Stenibile e ci auguriamo un pic-colo passo in avanti per il futuro della sostenibilità!

BergamoSOStenibile in classeBergamoSOStenibile va a scuola e parla con studenti e professoridi giornalismo, ambiente e professioni della green economy

per info sui progetti scuola: tel. 328 [email protected]

“Un’iniziativa che porterà in classe la redazione di BergamoSOStenibilecon i suoi giornalistie i suoi esperti”

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Riprendono le uscite didattiche legate al progetto "Mangio loca-le, penso universale" promosso dal Comune di Bergamo, Sercar Spa, Bergamo Servizi Pubblici e Coldiretti di Bergamo, che dà la possibilità agli alunni delle scuo-le cittadine di vivere in prima per-sona la realtà della campagna,

nonché conoscere le principali produzioni agricole e l’importan-za del lavoro nei campi. In que-sto secondo anno di progetto sono arrivate a diciotto le classi delle scuole primarie degli Istituti Comprensivi cittadini che han-no aderito, per un totale di cir-

ca 400 ragazzi coinvolti. Dopo aver affrontato in classe i temi dell’agricoltura, della provenien-za degli alimenti, del territorio e dei prodotti locali, gli alunni sono coinvolti in un’esperienza all’aria aperta a diretto contatto con la natura, andando in visita alle fat-torie didattiche. Presso la Cascina dei Prati di Credaro (BG) gli alunni delle classi quarte della Scuola Pri-maria Locatelli di Bergamo han-no partecipato attivamente ai laboratori per la produzione di burro e formaggio, che hanno poi potuto gustare consuman-

do una sana merenda, e hanno conosciuto più da vicino alcuni animali della fattoria come galli-ne, asini e pecore, cimentando-si infine con le attività di semina e di riconoscimento delle erbe aromatiche. Alla visita in campagna si so-no uniti anche i rappresentanti dei soggetti promotori del pro-getto: Danilo Minuti, Assessore all’Istruzione, Politiche giovanili, Sport e Tempo Libero del Co-mune di Bergamo, Stefano Ro-vetta, Presidente di Bergamo Servizi Pubblici, Alberto Brivio Presidente di Coldiretti Bergamo

e Marco Carrara, titolare di Ser Car Spa. L’uscita in campo del progetto "Mangio Locale, penso universale" ha l'obiettivo di avvi-cinare i ragazzi a un mondo re-ale e concreto, che non ha nulla a che vedere con i videogiochi e con la televisione. Sperimen-tare in prima persona la vita in campagna rappresenta un mo-do diverso di educare le nuove generazioni a valori importanti come la corretta alimentazione e il rispetto dell'ambiente. Inoltre è importante che i bambini di og-gi, futuri consumatori di domani, conoscano da vicino le diverse

attività agricole per capire l'im-portante lavoro degli agricoltori che ogni giorno s’impegnano per produrre del buon cibo di qualità che non nasce sugli scaf-fali dei supermercati. Grazie al progetto "Mangio lo-cale, penso universale" gli alunni hanno la possibilità di avvicinar-si a nuovi e importanti concetti sperimentando dal vivo lo stret-to legame tra prodotto e territo-rio e il nesso imprescindibile tra corretta alimentazione e salute, oltre che iniziare a riflettere sul significato dell’Expo 2015 che ormai è alle porte.

Al via anche quest’anno il progetto didattico per la riscoperta dell’agricoltura bergamasca con diciotto classi delle scuole primarie

La scuola va in campagna con “Mangio locale e penso universale”

“Sperimentare in prima persona la vita in campagna rappresenta un modo diverso di educare le nuove generazioni a valori importanti come la corretta alimentazione e il rispetto dell'ambiente”

Alimentazione

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Tutto nasce nel 1958 in una pic-cola bottega artigianale, dove Carlo e Lucia sfornavano quoti-dianamente pane fragrante ven-duto in giornata, oltre a vari generi alimentari. Nel tempo, l’attività si è evoluta sempre più, ampliando sì l’offerta, ma con un’attenzio-ne particolare alla qualità e alla sostenibilità della materia prima utilizzata. Dal 1991 infatti, il figlio Raffaele Mattavelli, con l’aiuto della moglie, rinnova la produ-zione e decide di non utilizzare più prodotti semilavorati. Questo gli permette di offrire ai suoi clienti un prodotto artigia-nale di qualità. Nel laboratorio di panificazione vengono lavo-rate diverse tipologie di farine, fra cui quella proveniente dalla macinazione del grano coltiva-to in bergamasca per il proget-to dell’Aspan “Bergamo, la mia terra, il suo pane” (farine semi - integrali di tipo “1”), poi farine biologiche di cereali rari ad alta digeribilità, come Kamut, Farro, Timilia (antico grano Siciliano), Monococco (coltivato nelle pia-nure bresciane dalla cooperativa “L’antica Terra” di Cigole), grano tenero e semola di grano duro. Insieme al pane vengono realiz-zati diversi prodotti da forno co-me focacce, pizze e salatini. È stato dato un particolare impulso anche alle produzioni di pastic-

ceria che annoverano diverse tipologie di torte, biscotti, pastic-cini, panettoni, colombe e molto altro ancora. Oltre all’alta qualità delle farine utilizzate, tutti questi prodotti sono realizzati con lievi-

to madre. Il “Forno delle Bontà” è una delle poche realtà della provincia di Bergamo che pro-duce in proprio la pasta madre che permette una migliore dige-stione e conferisce al prodotto lievitato caratteristiche migliori in termini di struttura, consistenza e carico aromatico.

Non solo pane

Raffaele e la sua famiglia han-no comunque proseguito con la rivendita di generi alimenta-ri. Accanto ai prodotti classici è possibile trovare una linea di prodotti dedicati al biologico. Dal 2001 parte della produzione di pane e prodotti da forno han-no la certificazione biologica rila-

sciata dall’organismo di controllo Icea. L’offerta è completata da salumi e formaggi meticolosa-mente selezionati. Si può trovare lo Strachitunt, il pregiato formag-gio erborinato prodotto dalla co-operativa agricola Sant’Antonio di Vedeseta (Bg) oppure l’Agrì di Valtorta e lo Stracchino all’antica, entrambi Presidi Slow Food ed entrambi prodotti dalla Latteria Sociale di Valtorta. Da citare so-no anche i salumi della bergama-sca come il salame, la pancetta

e il prosciutto crudo di Ardesio, forniti da alcuni produttori locali. La produzione del forno è desti-nata, oltre ai clienti diretti, anche ai bar, ai ristoranti, alle rivendite di alimentari e alle collaborazioni con i Gruppi di Acquisto Solida-le. Vengono inoltre organizzati buffet per eventi e inaugurazioni, piccoli servizi di catering per fe-ste di compleanno e ricorrenze, previa richiesta e prenotazione.

Lara Abrati

A Palazzago il laboratorio artigianale che sforna pane prodottocon farine a Km 0 e altri cereali altamente digeribili da agricoltura biologica a lievitazione naturale con pasta madre

Il Forno delle bontàdove tutto è buono come il pane

“Particolare attenzioneè rivolta alla sostenibilità ambientale, razionalizzando la produzione e lavorando possibilmente su prenotazione, per ridurre al minimo gli sprechi di energia e materie prime”

Le farine antiche e rareLe farine rare e antiche utilizzate dal forno sono molteplici, ma hanno in comune una caratteristica di base: il fatto di contenere una maggiore quantità di principi nutritivi, necessari al buon fun-zionamento dell’organismo. In particolare, il Monococco (farro antico), progenitore del grano, mantiene caratteri selvatici come il suo duro mantello. Dalla sua esile spiga provengono nutrienti in abbondanza come da nessun altro grano, tra cui i carotenoidi. La Timilia è, invece, una varietà di grano duro antico siciliano dal profumo e dal gusto eccezionali. Entrambi i grani presentano un basso indice di glutine e un'elevata digeribilità. Con questi due grani antichi si producono ottimi pani a lievitazione naturali e prodotti da forno.

Il Forno delle BontàVia Briantea, 46 - PalazzagoTel. 035 540076 - www.ilfornodellebonta.com

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La fava, o Vicia Faba, appartiene all'ordine delle leguminose. Il suo aspetto è quello di un legume allungato, appiattito, cilin-drico e terminante con una punta e il suo baccello può contenere variabilmente da due a dieci semi. Diversi sono i tipi di fava

disponibili in commercio, anche se non tutti sono adatti all'alimentazione umana. La fava che solitamente si trova sulle no-stre tavole è la fava grossa, che produce semi appiattiti e, appunto, di dimensioni più grandi. Nella maggior parte dei casi viene raccolta a mano per evitare la rottu-ra dei semi. Insieme a questa, molto co-muni sono il favino e la favetta. Il primo possiede semi rotondeggianti e piccoli, usati per la semina e per nutrire il bestia-me. La seconda, det-ta anche

“fava cavallina”, è provvista di semi piatti di media grandezza e si usa principalmente come cibo per il bestiame. Sebbene og-gi sia consumata anche dall'uomo come granella fresca in scatola. Le fave sono da sempre base dell'alimentazione me-diterranea e mediorientale. Dall'antichità fino a tutto il Medioevo, esse hanno co-stituito la base proteica fondamentale di molte popolazioni dell'Italia, specialmen-te nelle regioni meridionali. Oltre a esse-re fondamentali per la dieta dell'uomo, le fave erano ben accette negli orti in quanto arricchivano il terreno di azoto e attirava-no su di sé tutti i parassiti preservando gli altri ortaggi. Nonostante tutti i vantaggi connessi alla coltivazione e al consumo di questo legume, Pitagora e i suoi disce-poli, per una ragione oscura, si rifiutavano non solo di mangiarlo ma anche di toc-carlo. Si narra che il grande matematico e filosofo si fece catturare dai suoi insegui-tori piuttosto che fuggire per un campo di fave. Una credenza popolare narra anche che, qualora si trovi un baccello con sette semi, si avranno sette anni di fortuna. Vale la pena tentare, no?

Con il termine nespola si indicano gene-ralmente due frutti diversi. Uno, infatti, è il frutto del Mespilus germanica o Nespolo europeo. Di forma tondeggiante, questo frutto è di origine caucasica e si raccoglie in tardo autunno. L'altro invece è prodotto

dal Nespolo del Giappone o Eriobotrya japonica ed è proprio quest'ultimo ad ar-rivare sulle nostre tavole in questo perio-do. Le nespole, molto simili a delle piccole uova dal cuore dolce e succoso, sono ori-ginarie della Cina, anche se al Giappone va il merito di aver selezionato l'attua-le varietà. Infatti, dopo l'apertura dell'impero del Sol Levante alle potenze occidentali, le nespole sono approdate in Europa: nel 1784 sono state impiantate nel Giardino Botanico di Parigi e, nel 1787, è iniziata la loro col-tivazione ai Kew Gardens di Londra. A partire da quei primi semi importati, si sono diffuse varietà internazionali

e locali: tra le più note, la nespola di Tra-bia, la Precoce di Palermo, la Mogi, la Va-niglia, la Early Red e la Champagne.Per chi è attento a consumare frutta e verdura di stagione, le nespole segnano l'inizio della primavera. Il nespolo giappo-nese richiede infatti un clima caldo, fio-risce a febbraio e per il mese di maggio è pronto a lasciarsi privare dei suoi frut-ti. Al contrario della nespola comune, quella giapponese, a maturazione, è già commestibile e può avere interessan-ti applicazioni culinarie: può essere gu-stata fresca, in macedonia o sotto forma di conserva. Una menzione particolare spetta al miele di fiori di nespolo, un pro-dotto siciliano divenuto famoso in tutto il mondo. Non mancano nemmeno i liquori a base di nespola come il nespolino o il ratafià francese.

Le faveBase dell'alimentazione fin dall'antichità

Le nespoleFrutti che vengonoda lontano

La rubrica che vi invitaa conoscere e gustare i frutti che la

natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e

minor impatto ambientale

Indispensabili per l'alimentazione ma anche per il benessere della terra

Gialle o arancioni, ideali per essere consumate fresche o sotto forma di conserva

“Molto simili a delle piccole uova dal cuore dolce e succoso, sono originarie della Cina, anche se al Giappone va il merito di aver selezionato l'attuale varietà”

Asparagi, pomodori, carote, cicorie, fagiolini, fave, finocchi

Verdura di stagioneMaggio

Ciliegie, fragole, kiwi, mele, arance, banane

Frutta di stagioneMaggio

Alimentazione

“Le fave erano ben accette negli orti in quanto arricchivano il terreno di azoto e attiravano su di sé tutti i parassiti, preservando gli altri ortaggi”

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La ricetta di Lisa Casali

Parmigiana di baccelli di fava

Questo piatto è molto più leggero di una normale parmigiana perché i baccelli non sono fritti ma solo sbollentati. Il pane grat-tugiato si mescola al sugo e il gusto ri-corda moltissimo la pappa al pomodoro, che adoro. Questo piatto vi stupirà per la bontà e la ricchezza del gusto. Provatelo senza timori. Un’altra buona ragione per provarlo è che i baccelli costituiscono quasi l’80% del peso delle fave e quindi sono uno dei prodotti a più alto tasso di scarto!

prEparazIonESgranate le fave e conservate in acqua fredda i baccelli fino al momento di utiliz-zarli. Eliminate il peduncolo e il filamento di chiusura se coriaceo. Cuocete i bac-celli per 10 minuti in acqua bollente leg-germente salata. Nel frattempo preparate il sugo: se ne avete un po’ già pronto o avanzato, usatelo per questa ricetta; in alternativa, fate rosolare a fuoco bassis-simo uno spicchio d’aglio con due cuc-chiai di olio extravergine. Unite la passata o la polpa di pomodoro, condite con sale e una punta di zucchero e fate cuocere

per almeno 10 minuti a fuoco medio. Un-gete leggermente una piccola teglia con i bordi alti, o 4 stampini monoporzione, e spolverizzate con poco più di metà del pan grattato. Create uno strato di baccelli sul fondo e cospargeteli con la salsa di pomodoro, una manciata di scaglie di formaggio e qualche foglia di basilico fre-sco. Proseguite così fino a completare gli ingredienti. Cospargete infine con il pan-grattato e infornate a 180 gradi per 30 mi-nuti. Servite caldo. Lasciatene un po’ da parte perché il giorno dopo sarà ancora più buono!

IngrEdIEntI

• Baccelli di 1 kg di fave non trattate• 500 gr di passata di pomodoro• 200 gr di formaggio in scaglie• 180 gr di pangrattato• 1 spicchio d’aglio• Olio extravergine• Foglie di basilico fresco• Sale e pepe

Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore.

La ricetta biologica del Villino d'Erica

Falafel di fave

Particolarmente diffusi in Siria, Giordania, Egitto e Israele, i falafel sono polpette fritte e speziate a base di legumi, generalmente fave o ceci tritati con cipolla, aglio, cumino e coriandolo. I falafel sostituivano la car-ne nei giorni del digiuno dei copti egizia-ni. Il termine è formato da tre parole che in copto significavano letteralmente 'con tanti fagioli'.

prEparazIonETagliare le cipolle a pezzi grossi e metterle nel mixer assieme ad aglio e sale. Iniziare a frullare e poi aggiungere le fave, le spe-zie e il prezzemolo. Continuare a frullare fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo di colore verde chiaro. Ripor-lo in frigorifero per un’ora. Quindi formare

delle polpettine e friggerle in olio abbon-dante finché non diventano dorate. Si possono servire accompagnate da una salsa di yogurt.

IngrEdIEntI

• 250 gr fave secche decorticate (ammollate per 24 ore)

• Una manciata di prezzemolo tagliato grossolanamente

• 2 o 3 spicchi d’aglio• 2 cipolle bianche o dorate • Un pizzico di cumino, pepe bianco

e coriandolo in polvere• Un bel pizzico di sale• Olio di girasole o mais per friggere

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Per combinazione alimentare, o dieta dissociata, s’intende ab-binare -o dissociare- corretta-mente i cibi tra loro e in particolar modo assumere separatamente gli alimenti prevalentemente ric-chi di carboidrati come pasta, riso, pane, dagli alimenti con un contenuto elevato di proteine: carne, pesce, formaggi, uova, legumi. L’approccio e l’applica-zione nella dieta quotidiana del-le combinazioni alimentari può essere dettato da diversi moti-vi: perdere peso o mantenere il peso forma ottimale, individuare un’intolleranza alimentare, as-similare meglio i nutrienti, mi-gliorare la digeribilità con minor produzione di tossine, ridurre il gonfiore addominale o l’acidità, disintossicarsi, aumentare le di-fese immunitarie, ottimizzare la preparazione dei menù dei pa-sti, acutizzare il senso del gusto e dell’olfatto. Per introdurre questo meto-do nella propria alimentazione quotidiana, è necessario ri-spettare alcune indicazioni che rappresentano i cardini delle combinazioni alimentari. In ogni caso è importante cominciare gradualmente e non effettuare cambiamenti in modo troppo rapido: meglio valutare innanzi-tutto quali indicazioni è possibile applicare, senza stravolgere di colpo il proprio stile alimentare.

La Piramide Alimentare per variare le scelte dei cibi

Variare a tavola significa assu-mere tutti i nutrienti, tenendo naturalmente conto della giusta

qualità e quantità dei cibi scelti. La monotonia a tavola, oltre che appiattire il gusto, può aumen-tare il rischio di introdurre so-stanze nocive o antinutrizionali -che cioè potrebbero ridurre la biodisponibilità di alcuni nu-trienti- eventualmente presenti o concentrate nello stesso cibo abitualmente consumato. A tal proposito potrebbe essere utile fare riferimento alla Piramide Ali-mentare che può essere adot-tata, in termini generali, come guida nutrizionale. Gli alimen-ti andrebbero consumati in modo proporzionale all’am-piezza della sezione che occupano nella pirami-de: alla base si trova l’acqua, da utilizzare quindi in quantità maggiore, men-tre salendo sino al ver-tice sono situati i cibi da

consumare in quantità mino-re. È importante ricordare che nessun alimento, se assun-to singolarmente, è in grado di soddisfare tutte le esigenze del nostro organismo, quindi qualsi-asi cibo venisse eliminato dalla dieta per problemi di salute, ad esempio intolleranze o allergie, motivi etici, religiosi o altri, potrà comunque essere sostituito con un altro alimento purché abbia

caratteristiche nutrizionali ana-loghe a quello abolito.

Semplificare l’alimentazione, privilegiando la qualità e controllando la quantitàUna buona abitudine da acqui-sire è fare cinque pasti nel corso della giornata: colazione, spun-tino mattutino, pranzo, merenda e cena, cercando inoltre di as-sumere cibi preparati o cucina-

ti in modo semplice, non troppo elaborati o con-

diti (lasciando comun-que spazio ad alcune

eccezioni). Acqui-stare se possibile

alimenti biolo-gici per evita-

re sostanze chimiche e

garanti-re una

mag-gior

concentrazione di nutrienti al nostro organismo, riducendo di contro il consumo di cibi indu-striali, a lunga conservazione, concentrati di additivi chimici e spesso con alto apporto calo-rico e basso potere saziante e nutritivo, come ad esempio le merendine. È importante inve-ce arricchire la propria alimen-tazione introducendo cibi di qualità come olio di semi di lino,

centrifughe vegetali fresche, lie-vito di birra in scaglie, germogli freschi, alghe, germe di grano, miso (condimento fermentato), gomasio (preparazione a base di semi di sesamo e sale), impa-rando nuove ricette salutari da portare in tavola. È bene tutta-via ricordare che anche un ali-mento di qualità se assunto nelle quantità sbagliate può nuocere alla salute, anche per questo è importante cercare di alzarsi da tavola non troppo sazi.

Attenzione a “come” si mangia e niente fretta a tavola

È importante “cosa” si mangia, ma anche “come” si mangia. Evitare quindi di mangiare in fret-ta, ma cercare di gustare il cibo stando seduti, concentrandosi su ciò che si sta mangiando sen-za troppe distrazioni, come la tv, che aiuta a ingrassare. Si deve evitare inoltre di spiluccare fuori dai pasti principali e non trascu-rare l’aspetto visivo del piatto: è importante curare anche l’este-tica delle pietanze arricchendo i menù con tanti colori, che per

di più stimolano la produzione dei succhi gastrici essenziali per i processi digestivi. Altra impor-tantissima regola da applicare è masticare correttamente i cibi: la prima digestione avviene infatti in bocca e coloro che masticano poco o male, mangiano solita-mente più del necessario.

Quali cibi a colazione?

Per prima cosa è consigliato as-sumere a digiuno, appena alzati, un bicchiere d’acqua con succo di limone che oltre a favorire la diuresi, garantisce l’apporto di una buona quantità di vitamina

Salute & Benessere

L'arte di combinare gli alimentiQuali sono i motivi che potrebbero indurre a una dieta dissociata

“La monotonia a tavola, oltre che appiattire il gusto, può aumentareil rischio di introdurre sostanze nocive o antinutrizionali eventualmente presenti o concentrate nello stesso cibo abitualmente consumato”

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Corsi di cucina naturale a BergamoParte a maggio il Corso base di cucina naturale a Bergamo organizzato da Nutrirsi di salute.Il corso sarà tenuto da Rossana Madaschi, dietista e docente di Scienza dell’alimentazione. Il percorso formativo si svolge-rà dall'8 al 22 maggio e sarà articolato in tre incontri: i cereali integrali; legumi; frutta, verdura e germogli. Ogni lezione sarà differenziata in più parti, partendo dall’educazione alimentare. La seconda parte sarà pratica, con la preparazione di ricette naturali e l’utilizzo di ingredienti biologici. Le giornate formative si chiuderanno con la degustazione del menù completo che sarà composto da otto o nove ricette, dall’antipasto al dolce.Info: Tel. 347 0332740 - www.nutrirsidisalute.it

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C. Per la colazione, l’ideale è combinare tra loro frutta fresca, possibilmente prima di qualsiasi altro alimento o bevanda; latte o yogurt - classici o di soia, ri-so ecc.; fette biscottate, muesli, cereali, pane integrale biologico, meglio se tostato; marmellate, confetture, miele; frutta secca e frutta essiccata. È importan-te bere con moderazione tè e caffè - preferendo, nel caso, tè giapponesi o caffè d’orzo, infu-si e tisane - e, come dolcificanti, zucchero integrale, miele, sci-roppo d’acero e simili.

Come abbinare gli alimenti. Pranzo, cena e… spuntini

Le indicazioni per una sana combinazione alimentare, sug-geriscono di abituarsi ad as-sumere gli alimenti contenenti prevalentemente carboidrati e gli alimenti ricchi di proteine in pasti differenti -o a pranzo o a cena- perché richiedono diverse mo-dalità di digestione. Gli alimenti proteici necessitano di un pro-cesso digestivo più impegnati-vo, perciò è possibile decidere

se consumarli a pranzo o cena secondo esigenze personali. Ad esempio a pranzo è possi-bile assumere un antipasto di verdure di stagione e a seguire un primo piatto ricco di carboi-drati. Attenzione a non esage-rare con intingoli, sughi, salse: per insaporire i vari piatti, antipa-sti inclusi, meglio utilizzare erbe aromatiche e spezie. A cena è possibile scegliere un secondo proteico a base di carne, pesce, uova, formaggi, facendo però attenzione a non abbinare questi alimenti tra loro e accompagnandoli sempre con verdure di stagione crude o cot-

te. Sia lo spuntino mattutino che la merenda dovrebbero essere a base di frutta meglio se di sta-gione e da agricoltura biologica.

Stili di cottura

Altro aspetto importante è il me-todo di cottura: si consiglia di privilegiare la cottura a vapore o ai ferri e favorire le preparazione di cibi senza aggiunta di con-dimenti ad elevato apporto di grassi e calorie. La frittura può essere contemplata in un regime alimentare corretto, ma solo una o due volte al mese.

Assunzione idrica

Si consiglia di assumere almeno otto bicchieri d’acqua naturale preferibilmente lontano dai pasti e integrando con tisane, infusi o decotti. Evitare invece le bevan-de gassate e zuccherine ricche di conservanti e coloranti. Le be-vande alcoliche solo in piccole quantità e a basso tenore alco-lico, come vino e birra.

Dott.ssaRossana Madaschi

Consigli per depurare l’organismof Pianificare una giornata con pasti a base di sola frutta o verdura…Frutta e verdura forniscono all’organismo molte vitamine, sali mi-nerali, fibre vegetali, acqua e altre sostanze protettive. Una volta alla settimana, o eventualmente al mese, è possibile mangiare esclusivamente prodotti ortofrutticoli crudi, naturalmente di sta-gione e meglio se provenienti da agricoltura biologica. In queste giornate è consigliato bere acqua, possibilmente a piccoli sorsi.

f …e a seguire una giornata a base di soli liquidiÉ possibile effettuare la medesima esperienza assumendo però unicamente sostanze liquide tra cui acqua naturale, centrifughe di frutta e verdure fresche, acqua di cottura di prodotti ortofrut-ticoli senza alcuna aggiunta di sale o zucchero, brodi vegetali, zuppa di solo miso. Ottimi anche degli infusi o decotti a base di tarassaco, radici di gramigna, carciofo, timo, bardana, melissa, cardo mariano, achillea, ortica, profumate “pozioni” da assu-mere calde, tiepide o fredde. Sono invece escluse tutte le altre bevande come latte, latte vegetale, bibite gassate e zuccherine, tè, caffè, alcolici di qualsiasi tipo.

f Trascorrere del tempo all’aperto, esporsi al sole e fare attività fisicaIn ogni stagione dell’anno è consigliato di programmare, se pos-sibile, del tempo all’aperto facendo semplici camminate o pra-ticando dell’attività sportiva, utile anche per eliminare le tossine dall’organismo. Troppo spesso si trascorrono molte ore della giornata in ambienti chiusi, con aria viziata e poco areata, con-dizionata, senza alcuna esposizione alla luce e ai raggi solari. Il sole, invece, apporta benefici alla salute: è antidepressivo, con-tribuisce ad aumentare le difese immunitarie, favorisce la pro-duzione della vitamina D utile per fissare il calcio e, con le giuste protezioni, dona una bella e sana abbronzatura!

“È importante «cosa»si mangia, ma anche «come» si mangia. Evitare quindi di mangiare in fretta, ma gustare il cibo stando seduti e concentrandosi su ciò che si sta mangiando senza troppe distrazioni”

La rubrica è promossa daPunto Ristorazione srl

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Ambiente

Il grande squalo bianco in lotta contro la cacciaA serio rischio di estinzione uno dei più temuti predatori del pianeta cacciato per le sue pinne e per la sua carne

Il grande squalo bianco -no-me scientifico Carcharodon carcharias- chiamato anche carcarodonte o pescecane, è il più grande pesce predatore del pianeta, caratteristica che lo colloca in cima alla catena alimentare, facendogli ricoprire un ruolo importantissimo per il delicato equilibrio marino. Si è guadagnato una pessima repu-tazione presso il pubblico come “mangiatore di uomini”, in segui-to al successo del famoso film “Lo squalo” di Steven Spielberg e a causa della distorta informa-zione fornita dai media. Nel Mar Mediterraneo sono avvenuti so-lo diciotto attacchi in circa cento anni, cinque dei quali in Italia.

Morfologia del grande squalo bianco

Nonostante la corporatura vari

da esemplare a esemplare, trat-to comune a tutta la specie è la massiccia mole. Le dimensio-ni medie di uno squalo bianco oscillano tra i 4 e i 6 metri ma, in casi eccezionali può superare anche i 7 metri di lunghezza, con un peso -negli esemplari adulti- compreso tra i 1.000 e i 1.900 kg. Il muso è di forma conica, un po’ bombato nella parte inferiore e gli occhi sono scuri e rotondi. Sui lati del muso si aprono cin-que fessure branchiali che pos-sono pompare acqua soltanto se lo squalo è in movimento. La

prima pinna dorsale, di dimen-sioni molto grandi rispetto alla seconda, ben più piccola, è a forma di falce, così come quelle pettorali, mentre la pinna cauda-le, sempre di grandi dimensioni, è a forma di mezzaluna simme-trica. Il colore è bianco nella par-te inferiore del corpo, mentre ha tonalità variabili dal grigio al blu, talvolta ardesia, nella parte su-periore. La linea di separazione tra le due colorazioni è netta e frastagliata, ed è proprio grazie a questa doppia colorazione che la visibilità dello squalo bianco ri-sulta ridotta, perché si presenta scuro se visto dall'alto e chiaro se visto in controluce.La pelle è ricoperta da dentelli dermici appuntiti, che ricordano piccole squame, di lunghezza che varia da qualche decimo di millimetro a 1 cm: sono costi-tuiti da una dentina ricoperta di

smalto e servono per far scorre-re in modo altamente idrodina-mico l'acqua lungo il corpo dello squalo, oltre a proteggerlo dai parassiti. Lo squalo bianco pos-siede infine quella che probabil-mente è la più potente mascella tra gli animali viventi, dotata di varie file di denti triangolari e se-ghettati, sia sulla parte superiore che inferiore.

I sensi

Lo squalo bianco percepisce le vibrazioni sonore a grande di-stanza e il suo olfatto è in grado di rilevare una goccia di sangue diluita in migliaia di litri d'acqua. Inoltre, può percepire dei debo-lissimi campi elettrici e bio-elet-trici generati dall'attività motoria delle sue potenziali prede. Deve questa capacità a particolari or-gani sensoriali posti sull'estremi-

tà del muso chiamate Ampolle di Lorenzini. Possiede inoltre la cosiddetta linea laterale, un or-gano composto da una serie di piccoli organi ricettori disposti lungo i fianchi dell'animale, sen-sibili alle vibrazioni a bassa fre-quenza e alle onde di pressione generate dal moto di corpi solidi nell'acqua. Grazie a questi or-gani sensoriali lo squalo bianco può percepire la posizione, la grandezza e i movimenti di una preda, anche senza vederli, co-sa utilissima in acque torbide, poco illuminate, o nella fase fina-le dell'attacco, quando lo squalo ha già ruotato gli occhi all'indie-tro per proteggerli da eventuali graffi causati dalla preda che si difende.

Squali in pericolo

Un accurato studio della Dal-

“È il più grande pesce predatore del pianeta, caratteristica che lo colloca in cima alla catena alimentare, facendogli ricoprire un ruolo importantissimo per il delicato equilibrio marino”

“Nel Mar Mediterraneo sono avvenuti in circa cento anni solo diciotto attacchi all’uomo, cinque dei quali in Italia”

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Le 114 Oasi del WWF sono co-me un unico grande parco, che si sviluppa dalle Alpi alla Sicilia, rappresentativo di tutta la natura italiana: 35.000 ettari che con-sentono di proteggere la biodi-versità e in particolare alcune specie che vivono solo in picco-lissime aree, come il cervo sardo

nell’Oasi di Monte Arcosu, la te-stuggine palustre siciliana (Emys trinacris) o il geotritone (Speleo-mantes genei), specie endemica del Sulcis Iglesiente. Più diffuse, ma sempre a rischio, la lontra (Lutra lutra), specie tipica degli ambienti acquatici e presente in diverse Oasi del centro-sud Italia e i pipistrelli, per i quali sono in corso particolari studi nelle Oa-si: Gole del Sagittario, Calanchi d’Atri e Valpredina. Le Oasi WWF sono allo stesso tempo una risposta e una sfi-da alla distruzione e al degrado degli habitat presenti nel nostro Paese, all’eccessivo e assurdo

consumo di suolo. Sono la testi-monianza di come sia possibile custodire e valorizzare la biodi-versità: sono boschi, tratti di co-sta, fiumi, laghi, montagne in cui la natura è viva e protetta, con oltre 100 luoghi straordinari dove specie animali e vegetali hanno trovato rifugio, spesso salvan-dosi dall’estinzione.

L’Oasi WWF di Valpredina

Nell’Oasi WWF di Valpredina di Cenate Sopra, un angolo di na-tura tra i più intatti delle Prealpi bergamasche, dal mese di aprile riapre il Centro Visite. Riprendo-no le visite guidate nell’area di-dattica, con novità interessanti, tra cui gli “incontri ravvicinati” con i protagonisti eccellenti de-gli ecosistemi acquatici: libellule, tritoni, salamandre e il rarissimo gambero di fiume. Imperdibili le tante proposte e attività per conoscere da vicino la nostra Oasi: domenica 19 maggio, in occasione della Festa delle Oa-si italiane del WWF, si potranno seguire visite guidate lungo il Sentiero Natura dell’Area didat-tica alla scoperta delle pecu-liarità naturalistiche, i laboratori ludici per i più piccoli, l’incontro “Emozioni…in sella”, durante il quale grandi e piccini potranno avere un primo contatto con i ca-valli accompagnati dai volontari e inoltre la proiezione di filmati sulla storia e la biodiversità della riserva naturale di Valpredina. In-fine sarà possibile prendere par-te all’emozionante liberazione di alcuni rapaci e altri volatili au-toctoni curati presso il C.R.A.S. WWF di Valpredina.Per informazioni dettagliate sul programma della giornata e per prenotazioni (obbligatorie) tele-fonare al numero 035.956140, oppure inviare una mail a [email protected] oppure consultare il sito www.oasivalpredina.it

Nella bergamasca grande appuntamentoall’Oasi WWF di Valpredina a Cenate Sopra

19 maggio Festa delle Oasi WWFLa natura ti aspetta!

Pagine a cura di WWF Lombardia e Bergamo SOStenibile

housie University (Canada) sulla caccia illegale agli squali rivela che, in tutto il mondo, sarebbe-ro all'incirca 100 milioni gli squali uccisi ogni anno per le loro pin-ne, la pelle, l'olio, i denti, le carni e la cartilagine. Molti degli squali catturati vengono privati del-le pinne e gettati in mare anco-ra vivi. Questa crudele pratica, chiamata finning, risponde alla crescente domanda di zuppa di pinne di squalo considera-ta una prelibatezza in varie zo-

ne dell'Asia, al pari del tartufo o del caviale: una ciotola di zuppa può arrivare a costare persino 60-70 euro. L’Italia è tra i mag-giori importatori di squali, tanto che nel 2005 si è classificata al terzo posto a livello mondiale. Queste importazioni consistono principalmente in carne di squa-lo congelata, surgelata o fresca, che viene venduta sotto vari no-mi. Fortunatamente, grazie al-la pressione delle associazioni ambientaliste, nel marzo scorso la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Mi-nacciate di Estinzione (CITES) ha approvato una regolamenta-zione più restrittiva e dettagliata sul commercio internazionale degli squali.

Tutte le iniziative del WWF sono disponibili sul sito www.mediter-raneo.wwf.it

“In tutto il mondo,sono circa 100 milioni gli squali uccisi ogni anno per le loro pinne, la pelle, l'olio, i denti, le carni e la cartilagine”

“Boschi, tratti di costa, fiumi, laghi, montagne in cui la natura è viva e protetta: più di 100 luoghi straordinari dove specie animali e vegetali hanno trovato rifugio, spesso salvandosi dall’estinzione”

Foto scattate in Valpredina da AnnaMaria Gibellini.

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È possibile associare l’immagi-ne di una discarica al concetto di sostenibilità e di rispetto am-bientale? È possibile dar vita a un progetto in grado di conver-tire gli “spazi dello scarto e del rifiuto” in luoghi di educazione ambientale, rispetto della natura e valorizzazione del territorio co-me risorsa da condividere e con-segnare alle generazioni future? Se è corretto estendere il termi-ne “riciclo” ai luoghi, Fresh Kills Landfill rappresenta un esempio positivo di rinnovamento ecolo-gico e pianificazione territoriale: una strategia creativa in grado di dare nuova identità a un sito che per oltre cinquant’anni ha accolto ogni genere di rifiuto, tra i quali le macerie del World Tra-de Center. Rappresentazione emblematica di “paesaggio del rifiuto”, Fresh Kills Landfill, con i suoi 890 ettari -circa tre volte le dimensioni di Central Park- de-

teneva lo scomodo primato di più vasta area di stoccaggio di rifiuti al mondo. Attiva dal 1948 e collocata nel borough di Staten Island, una delle cinque contee della città di New York, la di-scarica era capace di ricevere 29.000 tonnellate di materiale al giorno, generando un comples-so di agglomerati dell’altezza

superiore a quella della Statua della Libertà. A seguito di con-tinue pressioni da parte dell’opi-nione pubblica locale, nel 2001 l’U.S. Environmental Protection Agency decise di chiuderla de-finitivamente, dando avvio a un programma di lavori con l’o-biettivo di convertire, nel giro di trent’anni, quest’area nel più

grande parco verde della città.

Il programma e i cinque temi per il parco

La collaborazione fra il New York Departement of City Planning e lo studio James Corner Field Operation ha portato alla ste-sura del masterplan definitivo,

ovvero un programma trenten-nale che si fonda sull’integra-zione di tre sistemi distinti, utili alla creazione di un complesso coeso e dinamico. Innanzitutto la pianificazione delle attività e delle strutture necessarie a pro-muovere il parco come luogo d’incontro e “fertile” destinazio-ne culturale; in secondo luogo il recupero e la protezione della flora e della fauna per risanare l’habitat naturale dell’area e ripri-stinare la ricchezza del paesag-gio originario; infine la creazione di una capillare rete di percorsi e sentieri utili a migliorare l’acces-sibilità al parco e favorire, al suo interno, una mobilità più rispet-tosa dell’ambiente. Fresh Kills Park, grazie alla sua estensione, sarà suddiviso in cinque aree destinate a diversi usi e funzio-ni: The Confluence, cuore cultu-rale e ricreativo del parco, punto d’arrivo e partenza dei principali

A New York il “paesaggio del rifiuto” Da una discarica nasce un grande parcoFresh Kills Landfill, la discarica più grande del pianeta, si appresta a essere trasformatanel parco più grande dell'area metropolitana della Grande Mela

Eco dal Mondo

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percorsi, ospiterà parchi giochi, eventi, mercati all’aperto, attivi-tà artistiche ed educative; North Park, destinato alle attività all’a-ria aperta, sarà caratterizzato dalla presenza di percorsi per passeggiare, correre, andare in bicicletta e di hot spot sensibili per la pratica del birdwatching e della pesca; South Park, area caratterizzata da avvallamenti in grado di marcare viste significa-tive sul paesaggio, ospiterà i luo-ghi adibiti allo sport come campi da calcio, piste d’atletica, centri equestri e percorsi nel verde; East Park, concepita come un percorso panoramico integrato nel paesaggio, dove troveran-no spazio aree umide e zone di riserva naturale da destinare al reinserimento delle specie ani-mali e vegetali locali; West Park, che con i suoi 220 ettari sarà l’a-rea più estesa del parco. Fresh Kills Park non vuole essere solo

un rinnovato ambito territoriale da destinare agli abitanti di New York, ma ha l’obiettivo ambizio-so di trasformarsi in una mo-derna piattaforma informativa, capace di generare conoscenza ed essere modello per quanto riguarda i temi del ripristino, del recupero e della salvaguardia ambientale e paesaggistica. Termini come rimboschimento, valorizzazione dell’habitat natu-rale, miglioramento della qualità dell’acqua e produzione di ener-gie alternative sono solo alcuni dei fondamenti su cui poggia l’intero intervento, un progetto ambizioso con scadenza a lungo termine che dimostra come, se riconosciuti e considerati, anche i luoghi del “rifiuto” possono di-ventare occasioni capaci di me-ravigliare, offrendo nuovi spazi di relazione e trasformandosi in vettori utili a ricostruire un ideale paesaggio collettivo.

A New York il “paesaggio del rifiuto” Da una discarica nasce un grande parcoFresh Kills Landfill, la discarica più grande del pianeta, si appresta a essere trasformatanel parco più grande dell'area metropolitana della Grande Mela

Il futuro energetico di New York? È nelle fonti rinnovabili. Secondo uno studio dello Stanford Wo-ods Institute for the Environment e del Precourt Institute for Ener-gy, in collaborazione con gli scienziati della Cornell Univer-sity e della University of Califor-nia-Davis, la maggior parte del futuro fabbisogno energetico dello Stato di New York potreb-be essere soddisfatto da eolico per il 40% e da fotovoltaico per il 38%. Nel rapporto vengono in-dicati prodotti e tecnologie verdi già disponibili su scala commer-ciale o pronti a esserlo nel bre-vissimo periodo. Anche la geotermia potrà se-condo i ricercatori giocare un ruolo chiave, così come la pos-sibilità di ricavare energia dal moto marino. Possibilità già am-piamente sfruttata, ricordano gli autori, tanto che la maggior parte delle centrali idroelettriche

richieste per realizzare le loro aspettative sulle fonti pulite so-no già in attività. È inoltre già in fase di test un progetto sperimentale di recu-pero dell’energia delle maree lungo l’East River. Lo studio tie-

ne conto di un ampio spettro di fonti rinnovabili sfruttabili a livello locale, alle quali andran-no aggiunti tutti quei kilowatt assicurati dai collegamenti con i centri di produzione da eolico nel Midwest. Un tale sviluppo delle rinnovabili andrebbe ine-

vitabilmente a incidere sull’ap-porto di energia da combustibili fossili. Secondo gli autori dello studio, questo cambio di rotta produrrebbe notevoli vantaggi in termini di riduzione della spesa sanitaria e del numero di deces-si legati a fattori di inquinamento atmosferico. Le morti diminui-rebbero di circa 4.000 unità ogni anno, oltre a garantire allo Stato un risparmio tangibile in termini economici: risparmierebbe, in-fatti, circa 33 miliardi di dollari, il 3% del suo Prodotto Interno Lordo, in costi sanitari ogni an-no. Lo studio, inoltre, stima che le emissioni sarebbero in gra-do di ridurre i costi USA per far fronte ai cambiamenti climatici, come l’erosione della costa e i danni da fenomeni atmosferici estremi, di circa 3,2 miliardi di dollari all’anno.

Alessandro Sonzogni

Energia rinnovabileNew York punta su eolicoe fotovoltaico Il futuro energetico della cittàsarà nelle fonti rinnovabiliObiettivo: ridurre la mortalità legataalle emissioni da combustibili fossili

“Anche la geotermia potrà secondo i ricercatori giocare un ruolo chiave, così come la possibilità di ricavare energia dal moto marino”

“Fresh Kills Park ha l’obiettivo ambizioso di trasformarsi in una moderna piattaforma informativa, capace di generare conoscenza ed essere un modello per il ripristino, il recupero e la salvaguardia ambientale e paesaggistica”

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Società

La Giornata Mondiale della Terra è stata festeggiata nel migliore dei modi nella nostra città, pre-cisamente in quel di Via Broseta 121 dove è stata inaugurata la nuova sede di Bergamo SOSte-nibile. L’open space ha aperto le porte alle 14.00 di lunedì 22 aprile e il continuo via vai di visi-tatori ha superato di gran lunga le nostre aspettative. Fra i pre-senti tanti gli amici affezionati al mensile che ci seguono sin dalle origini nell’ormai lontano 2010. Moli anche i lettori e i semplici passanti che hanno pensato be-ne di dare un’occhiata al nuovo spazio in città. In un ufficio affollatissimo, dalle 18 in poi è stato servito l’aperitivo a km zero con spumanti e vino del Consorzio Tutela Valcalepio, salumi e formaggi Promoserio e focacce e pizzette del Forno Delle Bontà. L’atmosfera, vivace e conviviale, è stata resa ancora

più piacevole dal fumettista Lu-ca Rota Nodari che ha cattura-to i volti dei presenti ritraendoli a tempo record in versione fumet-to. Luca ha recentemente vinto il Bergomix Prize come Miglior Promessa Bergamasca 2013 grazie al suo fumetto chiamato “Bergaman”, il Supereroe della città che dopo aver trovato nella roccia sotto le mura un bastone della polenta, ha acquisito i su-perpoteri che gli permettono di volare e viaggiare nel tempo con il suo “scettro”.Durante la serata non è manca-ta la presenza istituzionale, anzi, abbiamo avuto l’onore di rice-vere la visita dei tre assessori all’ambiente: Massimo Bande-ra per il Comune di Bergamo, Pietro Romanò per la Provincia e Claudia Terzi per la Regio-ne Lombardia. Dopo la bene-dizione dei locali eseguita dal presidente del Centro di Etica

Ambientale Don Francesco Poli, è stato Massimo Bandera a sot-tolineare l’inatteso successo del mensile: “All’inizio dell’avventura di Bergamo SOStenibile mi chie-devo se fosse veramente possi-bile dedicare tante pagine ogni mese all’informazione sostenibi-le e devo dire che questo giorna-le ci riesce con ottimi risultati da più di due anni”. L’assessore re-gionale Claudia Terzi ha ricorda-to i prossimi due appuntamenti che vedono l’ambiente quale assoluto protagonista, entrambi nella nostra città: la manifesta-zione regionale ExpoScuolam-biente e Il Festival dell’Ambiente, organizzato in collaborazione con il Comune di Bergamo, che si svolgeranno in concomitanza dal 24 al 26 maggio. Infine la parola a Marco Rossi, editore di Bergamo SOStenibile, che ha spiegato la filosofia del-

la ristrutturazione dei locali. La scelta ha seguito la logica del “consumo di suolo zero” riqua-lificando un immobile già esi-stente e ormai in disuso. Tutte le aziende coinvolte nei lavori sono imprese artigianali che distano meno di 50 km da Bergamo, i materiali utilizzati sono in larga misura naturali, gli impianti in-stallati sono ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale. Anche la nuova sede di Berga-mo SOStenibile rispecchia così i valori e i principi di sostenibilità che il giornale intende diffonde-re. Un grande spazio a traspa-renze, aperto e luminoso e una scelta di colori che accosta il “green” al colore del legno. L’or-ganizzazione ad open space intende proprio valorizzare un lavoro basato sulla condivisione delle esperienze.

Non potevano mancare le pa-role del direttore responsabile Diego Moratti, che a proposito di condivisione ha voluto sotto-lineare un concetto fondamen-tale per la mission stessa del giornale: “Dopo i primi anni in cui siamo stati ospitati dall’incuba-tore d’impresa, questi nuovi uffici

rappresentano per noi un passo significativo. La presenza di così tante persone oggi denota che c’è un sempre maggior interes-se attorno a BergamoSOSteni-bile e questo lo si percepisce dai sempre più numerosi lettori che ricercano il nostro mensile, che ci scrivono, commentano oppu-re ci criticano: è questa la vera redazione di un giornale, che deve vivere in mezzo alla gente e interagire costantemente con la comunità di riferimento, nelle case, nei bar, nelle scuole”.Al termine dei discorsi ufficiali l’a-peritivo di inaugurazione è conti-nuato fino a tarda serata fra una chiacchiera e l’altra. Per sapere come è andata basta cliccare sul sito e cercarci in Facebook: foto, fumetti e commenti no stop anche sul web. È sì perché la re-dazione di BergamoSOStenibile ormai non ha più confini.

Inaugurati i nuovi ufficiLettori e amici in redazioneGrande affluenza all’apertura della nuova sede Così BergamoSOStenibile saluta la Giornata della Terra

“La nuova sede rispecchia i valori e i principi di sostenibilità che il giornale intende diffondere”

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L’ikebana è l’antica arte di com-porre i fiori diffusasi in Giappone prima dell’anno 1000. Nata con finalità religiose -le composizio-ni erano, infatti, offerte in dono a Buddha- si è poi trasformata in una multiforme espressione artistica che non scorda che le sue radici affondano nel buddi-smo zen. In Italia, la diffusione di questa disciplina è iniziata negli anni ’60 quando sono stati pub-blicati i primi manuali di Jenny Banti-Pereira. La nostra città, dal 2001, è se-de dell’Associazione Culturale Ikebana Ohara. L’ha fortemen-te voluta un’ikebanista di lunga esperienza, Elena Kikoh Ghezzi, che l’ha fondata insieme ai suoi

allievi della prima ora, diventati maestri. La signora Ghezzi, do-po essersi dedicata alla com-posizione floreale occidentale, si è avvicinata a quella orientale nel 1990 frequentando le lezio-ni di Miranda Perletti e di mae-stri italiani, svizzeri, francesi e giapponesi presso il Garden

Club di Milano. Innamoratasi di quest’arte, ne ha approfondito la conoscenza frequentando corsi e seminari in tutta Europa e spin-gendosi fino in Giappone, dove ha conseguito il titolo di Master I Associato. Come mai ha deciso di fondare l’Associazione? «La passione per quest’arte ha fat-to nascere in me il desiderio di diffonderla. Ikebana in giappo-nese significa “fiori viventi”: è un percorso di avvicinamento alla natura rivolto a tutti coloro che hanno sensibilità per i fiori». L’As-sociazione ha oggi all’attivo set-te maestri diplomati alla scuola di Tokyo e organizza incontri durante tutto l’arco dell’anno. «Quest’anno, dal 17 al 19 mag-gio, il maestro Mutti di Zurigo terrà un seminario internazionale nella sede di Trescore Balneario. L’ultimo giorno faremo un open-day aperto a tutti: i visitatori ve-dranno le composizioni prodotte durante il seminario e potranno provare a comporre qualcosa di semplice». Con quali regole si compone? «Prima di tutto si utilizzano fiori e rami di stagione e se ne rispetta e valorizza il portamento natu-rale. Si ricerca l’asimmetria, più dinamica, evitando la simmetria, considerata statica. Infine in ogni composizione ricorrono due ele-menti: l’acqua, elemento vitale, e il vuoto, spazio per i propri pen-sieri». Quali elementi dell’ikebana

delle origini sono stati trasmessi nella disciplina contemporanea? «Ci sono tre elementi ricorren-ti fin dall’antichità. Questi sono simboleggiati in ogni composi-zione nelle diverse posizioni dei rami: il cielo nel ramo alto, la terra

in quello basso e l’uomo, sempre al centro, considerato mediato-re tra cielo e terra». Per maggiori informazioni scrivere a [email protected].

Livia Salvi

A Bergamo l’Associazione culturale Ikebana Ohara di Tokyo

L’arte di comporre fiori viventi

“Ikebana in giapponese significa fiori viventi; è un percorso di avvicinamento alla natura rivolto a tutti coloro che hanno sensibilità per i fiori”

Per Filo e per sognoalla 5ª edizioneLa fiera del tessile ecologico è ormai un appuntamento fisso per i bergamaschi. Nata nella primavera del 2011, è stata da subito apprezzata come momento d’incontro con i produttori e occa-sione di acquisto diretto di prodotti. Domenica 5 maggio dalle ore 10 alle 18.30 gli espositori torneranno a Ponte San Pietro al centro La Proposta per presentare capi per primavera ed estate realizzati secondo i principi della moda sostenibile.

Dettaglio di una composizione

Composizione “Moribana”

Composizione “Bunjin”

Società

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Si chiama Wall House ed è la casa tutta ecosostenibile che l’architetto indiano Anupama Kundoo ha costruito per sé ad Auroville, in India, poco più di 10 anni fa. Una casa in mattoni non è poi un’idea così originale, ma qui l’uso che si fa dei mate-riali è sapiente perché dettato solo dal risparmio energetico e dal comfort climatico, culmine e fulcro delle ricerche dello stu-dio della talentuosa Anupama. Apparentemente l’abitazione presenta una planimetria ardi-ta che, in realtà, è motivata da scelte ben precise. La pianta è lineare, orientata in direzione sud-est e con un’articolazione spaziale che ricalca le abitudini quotidiane dell’architetto, predi-ligendo spazi ampi per i collega-menti, per le terrazze e la zona giorno, mentre le camere private sono alcove in cui ritirarsi. È uno spazio lungo e stretto -appena 2,2 metri- inserito tra due pareti in mattoni, con tutti gli spazi de-dicati alle diverse attività dispo-sti in fila come le carrozze di un treno. Il risultato è un edificio che respira e che si piega ai mutevo-li bisogni dell’uomo, soprattutto per garantire il giusto comfort climatico, anche attraverso la regolazione stagionale delle im-poste delle finestre. Lo spesso-re delle pareti varia in base alla funzione dei setti, dei vani e delle temperature; inoltre il ricorso in alcuni spazi alla doppia altezza facilita la circolazione dell’aria. La massiccia mole della residen-za risalta tra il verde degli alberi per l’uso dell’achakul, il mattone indiano di formato 19x10x3 cm, ma nonostante ciò vive in com-pleta armonia con la foresta, grazie a numerose terrazze e vasche d’acqua.

La struttura

La Wall House è un’abitazione spartana ed essenziale, negli ar-redi e nelle finiture: se si esclude il tavolo della zona giorno, rica-vato dal tronco di un palissandro quasi morto, tagliato e senza trattamenti superficiali, l’unico elemento decorativo e di dialogo

è la terracotta, nelle sue moltepli-ci declinazioni. È a questo mate-riale che l’architetto si è affidato per creare soluzioni tecnologi-che che hanno enormi vantag-gi. L’achakul, legato con malta per erigere le pareti e le volte, è posto in opera riducendo al mi-nimo il ricorso al cemento. Insie-me al mattone indiano troviamo le tessere di guna, materiale cot-to in forni a temperature eleva-tissime, che come l’achakul non necessita di finiture superficiali. In terracotta sono anche i tubi svasati che, impilati e affiancati permettono di ottenere una volta a catenaria che non richiede l’u-so di acciaio strutturale, ma so-lo un’ossatura leggera per dare la forma corretta alla curva. Da

sole, queste volte isolano il tet-to con il solo ausilio di materiali locali assemblati velocemente tra loro. L’uso di questi elementi presenta notevoli vantaggi: dalle coperture che non necessitano di strutture di supporto e di or-diture, come travicelli in legno, al fatto che le parti in terracot-ta possono essere realizzate dai vasai del villaggio, investendo nell’economia locale. Così fa-

cendo si riducono i costi di co-struzione e di trasporto mentre l’assemblaggio è veloce perché gli elementi sono modulari. Inol-tre la texture di tubi, vasi e mat-toni in terracotta ha un’elevata valenza estetica e non necessi-ta di finiture ulteriori, le strutture diventano energeticamente effi-cienti mentre le cavità degli ele-menti hanno un effetto isolante, assicurando il giusto comfort

climatico. Queste soluzioni, in-sieme alla ridotta domanda di energia dell’abitazione, ottenuta con la semplice applicazione dei principi di bioclimatica per il gua-dagno solare passivo, l’uso del solare fotovoltaico per produr-re energia elettrica e riscaldare l’acqua, rende l’abitazione com-pletamente ecosostenibile.

Alessandro Sonzogni

Wall House, l’abitazione ecosostenibile in terracottaRealizzata in India un’abitazione sensibile al climagrazie agli innumerevoli vantaggi della terracotta

“Il risultato èun edificio che respirae che si piega ai mutevoli bisogni dell’uomo, soprattutto per garantire il giusto comfort climatico”

OPEN DAYSabato 18 maggio

e che utilizza in maniera sostenibile sole, verde, acqua, legno e li trasforma in un ambiente sano e bello...

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L'importanza della salute e del-la sicurezza in ambito sporti-vo è una tematica da sempre all’ordine del giorno, tanto per gli addetti ai lavori quanto per la collettività stessa. L’Azienda Sa-nitaria Locale effettua, mediante specifici piani di attività, il con-trollo e la vigilanza del mante-nimento dei requisiti strutturali, funzionali, gestionali, di palestre e piscine con un approccio alla tutela della salute pubblica.I controlli sono indirizzati sia al-la corretta gestione ed appli-cazione di tutti gli elementi che concorrono alla sicurezza infra-strutturale sia al supporto at-tivo ai gestori in un'ottica di un miglioramento degli impianti. «I requisiti per la sicurezza in tutti gli ambienti in cui si pratica atti-vità fisica, come le palestre e le piscine -sottolinea Pietro Imbro-gno, Direttore dell’Area Salute e ambiente dell’ASL Bergamo- sono correlati allo stato di salu-brità e alle condizioni di carattere igienico-sanitario e di sicurezza dell’ambiente in cui la disciplina sportiva è praticata. È necessa-rio ragionare ad ampio raggio, sia in termini di sicurezza degli ambienti che in termini di pro-mozione della salute, con azio-ni formative e informative mirate tanto a coloro che praticano lo

sport per professione quanto a tutte quelle persone che vi si de-dicano in modo ludico e spesso non continuativo». Lo sport ha aumentato esponenzialmente la propria esposizione mediatica nel corso dell’ultimo trentennio: ciò ha proporzionalmente deter-minato un aumento del rischio potenziale di mala interpretazio-ne, soprattutto da parte dei più

giovani, del significato stesso di sport, da non intendersi esclusi-vamente come atto di puro e cini-co agonismo. Pertanto, anche in base ai numeri che evidenziano l’ampia diffusione della pratica fra la popolazione bergamasca, sia essa agonistica che amato-riale, appare fondamentale dif-fondere un’etica di sostenibilità anche nel mondo sportivo. In

tale contesto partner essenziali divengono, per ruolo e ampiez-za, scuola e Università, le quali garantiscono un approccio reti-colare e sistemico che permette di raggiungere facilmente tutti i maggiori interessati, tramite l’in-serimento curricolare delle te-matiche della prevenzione, della sicurezza e della educazione sa-nitaria nella scuola dell’obbligo,

per mezzo di proposte formati-ve differenziate a seconda delle varie fasce d’età. Fra i principali obiettivi dell’educazione sanita-ria non c’è solo la promozione dell’attività fisica come sano e regolare stile di vita ma anche la tutela della corretta pratica del-le attività sportive a tutti i livelli, prevenendo e contrastando il fenomeno del doping e ope-rando attraverso l’informazione e l’educazione alla salute, affin-ché lo sport sia uno strumento di crescita e di benessere per tutti. In tale ottica appare necessario saper fornire informazioni mirate agli studenti, permettendo non solo l’acquisizione delle com-petenze operative, per mezzo di esperienze pratiche volte a favorire un atteggiamento indivi-duale positivo, ma anche svilup-pando la corretta informazione sull’attività sportiva, sulla corret-ta alimentazione, sugli ambienti e sull’abbigliamento idoneo. A supporto di questa campagna di sensibilizzazione alla salute an-che i video cartoon realizzati dal regista bergamasco Bruno Boz-zetto per il progetto "ComunicA-mare la salute" volto a diffondere e promuovere sani e corretti stili di vita.

Gabriele Palamara

L’essenza dello sport tra salute e sicurezza

Lo sport sicuro è anche salutareSocietà

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Le Capre a Sonagli sono una specie rara. Vivono ai piedi delle valli bergamasche, a Osio So-pra, ma fedelmente alla loro na-tura nomade si spostano in tutta Italia a prescindere dalla stagio-ne. Emettono strani suoni diffi-cilmente accostabili ad altri già sentiti e nonostante apparten-gano alla famiglia delle capre, si distinguono per inventiva e origi-nalità. Giusto per chiarire: questa non è la rubrica del WWF… Le Capre a Sonagli esistono davve-ro, le ho viste coi miei occhi ma soprattutto le ho sentite. Questa è la rubrica musicale e stiamo parlando della band bergama-sca che sta facendo parlare di sé in tutta Italia grazie all’originalità dei pezzi proposti e alla straor-dinaria energia espressa sul pal-co: appunto, Le Capre a Sonagli.Sono andato a trovarli nella loro saletta prove di Osio Sopra un martedì di aprile. Le Capre era-no appena rientrate da una delle

loro uscite fuori porta per an-dare al Pascolo: il tour che li sta portando a “brucare” per l’Italia. Fortunatamente, pur essendo una razza nomade, Le Capre a Sonagli hanno forti radici, che regolarmente le riportano nel loro habitat naturale. Le radici bergamasche si sentono nella musica che passa oltre i confini spaziando in vari generi, senza cadere nel vortice di uno di quei nuovi e pluri-composti nomi tan-to cool che confondono le idee più che chiarirle. In un mare di alternativismo fatto di musica normale e gente minuziosamen-te alternativa, Le Capre a Sona-gli hanno scelto la combinazione opposta. Ora, dire che Stefano, Giuseppe, Matteo e Enrico sono delle persone normali forse non è la più grande verità: per fare musica di questo tipo una spol-verata di pazzia è sicuramente necessaria, ma chiacchierando

con loro la presunta pazzia si presenta vestita di semplicità e simpatia. Con il recente rientro da Toscana e Umbria, i conse-guenti aneddoti e l’entusiasmo per la notizia della vittoria ad Arezzo Wave Lombardia, rice-vuta il giorno stesso, la serata decolla alla grande.

SAdiCAPRA è uscito nel novembre 2012

Avevo avuto il piacere di ascol-tare Le Capre a Sonagli mesi fa quando il loro ultimo album SAdiCAPRA era in streaming in esclusiva per XL di La Repub-blica, per poi sentirli finalmente dal vivo dove il loro valore viene indubbiamente confermato e rafforzato. L’album è stato una scommessa vinta dai quattro ragazzi che sono riusciti a ot-tenere un risultato che rispec-chia la sostanza delle loro idee. Completamente autoprodotto, SAdiCAPRA è il risultato della determinazione della band che nel 2011 ha vinto Nuovisuoni Li-ve, concorso indetto dal Comu-ne di Bergamo, il cui premio in denaro è stato reinvestito com-pletamente nel progetto del nuo-vo album. Delle capre porta con sé la te-stardaggine: testa dura, occhi e orecchie puntati nella direzio-ne della strada scelta facendo di testa propria. Non c’è dubbio questo album SAdiCAPRA al 100%. Un lavoro che nel senso più positivo del termine, pos-siamo definire artigianale, dalla prima all’ultima fase. Un’ultima fase coronata dalla serigrafia eseguita copia per copia da An-drea Baldelli della CORPOC di Stezzano: un prodotto realizzato a contatto con la pelle delle pro-prie mani dall’inizio alla fine. Alle origini di SAdiCAPRA c’è il legno di una chitarra acustica. Le cor-de a contatto con il legno hanno liberato le idee che con la chitar-ra elettrica non riuscivano a tra-sferirsi dalla testa al suono vero. Una genuinità musicale che ha portato Le Capre a Sonagli ad avvicinarsi a sonorità folk, senza però abbandonare la linea sto-

ner che è ben radicata sia nel primo album, sia nelle esperien-ze precedenti della band con il nome di Mercuryo Cromo. Il se-condo album de Le Capre a So-nagli è un viaggio e ogni pezzo è un luogo totalmente immagi-nario visitato nella sua più nu-da essenza: da ambientazioni piratesche a deserti, a saloon e altro ancora. I testi non descrivo-no nel dettaglio l’ambientazione della canzone ma lasciano spira-gli all’immaginazione dell’ascol-tatore che, per essere coinvolto totalmente, deve affidarsi all’in-terpretazione del cantato più che alle parole.

La cultura musicale, i video e Appropolipo

Durante la non-intervista si parla di tutto: di cosa significhi il termi-ne “alternativo” e di quanto sia fi-go il termine “underground”. Poi

si passa alla parola “emergente”, da cui non emerge sicuramente un chiaro significato, se non che si tratti piuttosto di un’emergenza musicale che in molti casi rischia di essere infinita. Proprio sul vol-gere del discorso cade un piat-to: il premio vinto a un concorso. Una coincidenza che diventa un filo conduttore che ci porta al capitolo “Premi: quelli veri”. Si-curamente la partecipazione ad Arezzo Wave, a fine giugno, sarà una gran bella tappa nell’espe-rienza della band, ma ora quello che li rende veramente felici è il fatto di aver conosciuto, duran-te il loro tour, tante persone che hanno dimostrato di credere nel-la cultura musicale. Le 22.30: l’o-

ra della riunione di Appropolipo Records, il collettivo che vede collaborare Le Capre a Sonagli e i Sakee Sed, un’idea nata all’ini-zio del 2012 con l’intento di unire le forze delle due band, per re-mare nella stessa direzione. L’u-nione sembra dare i propri frutti e, a rafforzare la filosofia con-divisa, contribuiscono anche i video delle due band, realizzati da Alessandra Beltrame. Ca-ronte, il video presentato da Le Capre a Sonagli durante la sera-ta del 4 aprile all’Edoné, è stato filmato interamente in formato Super 8 ed è ambientato fra le case delle valli bergamasche. La canzone e il video si sposano perfettamente: i continui stac-chi di montaggio, immersi nella sensazione di antichità, passa-no dalla tradizione riconoscibile nel paesaggio ad alcune scene isteriche, dando lo stesso senso di ambivalenza e confusione che rende la musica così originale. Il protagonista del video è Dulco dei Dulco Klo Charm, il trio con il quale Le Capre a Sonagli colla-boreranno nel prossimo futuro. Non resta altro che consigliarvi l’ascolto de Le Capre a Sonagli su CD e soprattutto live: www.lecapreasonagli.it

Giorgio Sappilo

Le Capre a SonagliSopra il palco le capre (in)cantanoEmettono suoni difficilmente accostabili ad altri già sentitiLa band bergamasca che sta girando l'Italia al Pascolo (tour)

“Questa non è la rubrica del WWF. Si parla di musica: vi presentiamo Le Capre a Sonagli”

“Essere selezionatida gestori di locali che si sono dimostrati prima di tutto persone che valutano la musica nel suo valore assoluto, ascoltando e riascoltando attentamente l’album,è la più grande soddisfazione toccata finora”

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Siamo giunti alla quarta edizio-ne del progetto Sorella Terra, l’iniziativa culturale e di sensibi-lizzazione sulle tematiche am-bientali proposta dal Centro di Etica Ambientale di Bergamo, che quest’anno ha organizzato un simposio mattutino con le scuole e ospiti illustri del pano-rama culturale, religioso, gior-nalistico e musicale italiano, per poi concludersi, alla sera, con un grande evento: il concerto di En-rico Ruggeri. Davanti a una gio-vane platea, il convegno è stato aperto da Don Francesco Poli, Presidente del CEA. Partendo dalla domanda “Se questo even-to fosse un tema…?”, Don Poli ha sottolineato la complessità, parallelamente all’importanza, rivestita dagli argomenti affron-tati. Si parla della ricerca di un nuovo umanesimo planetario: un’azione in cui credere per ri-trovare armonia tra ambiente, comunità e sviluppo. Il Vescovo di Bergamo, Monsignor Fran-cesco Beschi, ha impostato il suo saluto su tre concetti car-dine: apprezzare la bellezza del nostro pianeta, valorizzarne la sua fecondità e abitabilità assu-mendosi la responsabilità di cu-stodire tutto il Creato. Un’analisi filosofica della questione è stata avanzata dal Direttore Scienti-fico del CEA, Luciano Valle. Si ricordano le prime battaglie am-bientaliste portate avanti da Ra-

chel Carson, donna coraggiosa che denunciò nel 1962 l’abuso di pesticidi, sancendo la nascita dell’ecologia. Come per tutte le grandi menti scomode ai pote-ri forti, il suo messaggio è stato debitamente oscurato. È così che con un’idea forte si giunge all’apprezzamento del mondo, alla valorizzazione della sua bio-diversità. Lavorare la terra signi-fica custodirla e comprenderne i segnali, come ad esempio il preoccupante fenomeno legato alla progressiva scomparsa del-le api. Si è poi passati ad analiz-zare il concetto dal punto di vista scientifico con Claudia Sorlini, Preside della Facoltà di Agraria di Milano. Si è così analizzato il problema dello squilibrio delle risorse: 900 milioni di persone soffrono la fame. È stata sotto-lineata la necessità di una svol-ta nella produzione di biomasse da mais e granaglie: il cibo deve

svolgere la sua funzione alimen-tare, non di combustibile. Oltre alla fame sussiste inoltre il pro-blema della sete: 1 miliardo di individui ne è drammaticamente coinvolto e, dati alla mano, il 70% dell’acqua è impiegato in agricol-tura. Claudia Sorlini, esponente anche del Comitato Scientifico di Società Expo, ha analizzato il fenomeno di un progressivo ritorno all’agricoltura. Proprio la Lombardia è capofila in Italia di questo trend, con un deciso aumento di addetti agricoli, del

settore agrituristico e della pro-mozione della filiera corta. Tali fenomeni, traducendosi anche in opportunità lavorative, de-vono fronteggiare lo scottan-te problema del consumo del suolo, che vede martoriare aree sconfinate di potenziale terre-no coltivabile. È poi intervenuto Emanuele Bonpan, giornalista ecologista ed esperto di nego-ziati internazionali legati ai mer-cati energetici, che ha impostato il suo discorso sui cambiamenti climatici, sulla deforestazione e, più in generale, sulle alterazioni dei cicli naturali. Bonpan non ha dimenticato di spronare i giovani a un impegno diretto sulla fron-tiera dell’associazionismo am-bientalista. Anche Enrico Ruggeri è interve-nuto in sintonia con la necessità di sensibilizzare il grande pub-blico alle tematiche green, sia in un’ottica positiva, che di denun-

cia. Analizzare questioni sociali è un impegno insito anche nel fare musica. Durante l’intervento di Giorgio Fornoni, collaboratore di Report dal 1999, sono stati infine proiet-tati spezzoni di servizi tv scottan-ti, che vanno dalla dismissione dei sottomarini nel Mar di Ba-rentz all’estrazione petrolifera e mineraria con tutti gli effetti che ciò comporta. Con una simile rassegna culturale, rivolta spe-cialmente ai più giovani, il CEA spera di indurre anche le nuove generazioni verso la riconcilia-zione tra natura e cultura: l’una a supporto dell’altra. Giungere, come ha sottolineato Don Poli, al già menzionato nuovo uma-nesimo planetario: un futuro so-stenibile che metta in armonica relazione la natura, la comunità e il suo sviluppo.

Enrico Ubiali

Il 16 aprile un convegno con ospiti illustri e il concerto di Enrico Ruggeriin un’ottica di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali

Speciale Sorella Terraedizione 2013

“Si parla della ricercadi un nuovo umanesimo planetario: un’azionein cui credere per ritrovare armonia tra ambiente, comunitàe sviluppo”

Enrico Ruggeri a Bergamoun concerto tra musica e riflessioniMilanese, classe 1957: il cantautore Enrico Ruggeri ha allieta-to un numeroso pubblico riunito la sera dello scorso 16 aprile presso l’Auditorium del Seminario di Bergamo Alta. Si è trattato di una serata di grande musica, condita da un mix di riflessioni che hanno introdotto ogni singola canzone. Ruggeri, vestito in jeans e camicia e pronto a cimentarsi anche con la tastiera, è stato accompagnato da tre suoi musicisti: un batterista e due chitarristi. La carrellata di canzoni proposte ha valorizzato un re-pertorio ultraventennale, in un connubio tra pop e rock. Ruggeri è infatti un cantante che si è sempre presentato come innovativo e contemporaneamente sensibile ai temi scottanti del XX e XXI secolo. Esemplari sono i ragionamenti introduttivi alla canzone "Nessuno tocchi Caino", chiara invettiva contro la pena di mor-te, piuttosto che quella dedicata al genere femminile dal titolo "Quello che le donne non dicono". Oltre agli inossidabili successi come "Polvere" e "Mistero", degna di nota è certamente "Gi-mondi e il Cannibale". Questa canzone, infatti, rievoca gli epici duelli ciclistici tra il campione bergamasco Felice Gimondi e il cosiddetto Cannibale, Eddy Merkx. Tra i due nacque una rivalità sportiva e, specialmente agli inizi degli anni ‘70, Merkx dominava quasi incontrastato. Enrico Ruggeri, cogliendo la lezione di vita di Gimondi che riuscì degnamente a farsi strada sconfiggendo in varie occasioni il Cannibale assetato di vittorie, sottolinea in questo modo l’importanza di non mollare mai. Un motto da con-dividere in tutti i campi, tanto più per una sfida apparentemente ardua, che però può farsi strada se sostenuta con il contributo di ciascuno di noi: la sostenibilità.

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Lo scorso 16 aprile il Centro di Etica Ambientale di Bergamo ha incontrato più di 900 studenti mentre sul palco dell’Auditorium Seminario Vescovile hanno dia-logato le voci illustri del filosofo Luciano Valle, dell’agronoma Claudia Sorlini, del giornalista Emanuele Bompan, del reporter Giorgio Fornoni e del cantautore Enrico Ruggeri. Ma la kermesse ideata dal CEA Bergamo, non si

è esaurita nel seminario “Agricol-tura, Etica e Tutela del Territorio” e nel concerto serale ‘Cantare la Terra’ di Enrico Ruggeri: un seguito di quest’evento è già in programma per il prossimo 25 maggio. «Quel giorno -spiega Ettore Gasparini, Direttore Ge-nerale del CEA Bergamo- all’Ur-ban Center, dalle ore 9.30 alle 12.30, ci sarà un secondo mo-mento di confronto sul tema

“Quale uso del nostro Territorio”. Anche in quella circostanza pro-tagonisti saranno i giovani, rap-presentati dagli studenti delle classi quinte del “Giulio Natta”, coinvolti nel progetto Scuola 21- Energicamente consapevoli». Replicando un format abbastan-za simile a quello messo a punto per aprile, il 25 maggio il grup-po di studenti si confronterà con altri invitati -l’imprenditore Gior-

gio Gori modererà gli interventi di Coldiretti Bergamo, Montello SpA, TenarisDalmine, Ressolar Srl e altri rinomati ospiti- sul tema di un uso appropriato del terri-torio bergamasco. «Abbiamo deciso di calibrare questo dop-pio appuntamento sui giovani -prosegue il direttore generale del CEA Bergamo- perché rite-niamo necessario trasmettere ai protagonisti e responsabili del-

le decisioni del prossimo futuro tutte le informazioni indispensa-bili per fare le necessarie rifles-sioni, prima di trarre le dovute conclusioni operative. Quelle, cioè, che costituiranno i mattoni del cosiddetto “Nuovo Umane-simo Planetario”».

Claudia ProserpioResponsabile Educazione e

Formazione del CEA

Il CEA raddoppiacon un nuovo incontro a maggiotra giovani e territorio“Sorella Terra 2013” non lascia. Anzi, raddoppia

) Quant’era bello da bambino giocare all’aria aperta?Molto. Una delle cose che ricor-do con maggior nostalgia era-no le passeggiate nel frutteto e la gioia (che ho ancora oggi) di mangiare la frutta dopo averla direttamente raccolta dall’albe-ro. Ma anche le nuotate.

) Il gioco preferito?Il “ciancol”, le biglie, ruba ban-diera, le arrampicate sugli albe-ri.

) Chi o che cosa non poteva mai mancare?Le amiche e gli amici e i miei fratelli e spesso mio padre che ci accompagnava sui campi di neve a camminare o a sciare o al fiume a fare le gare di tuffi dai platani.

) Che ruolo aveva la Natura nella sua fanciullezza?Era il contesto in cui mi sentivo libera, dove gli spazi erano ampi e dove potevo correre, andare in bicicletta a grande velocità, giocare a palla. ) E in questo momento, che posto ricopre l’Ambiente nella sua vita?Fondamentale. Ho scelto un la-voro che mi ha costantemente

messo a contatto con tanti am-bienti diversi, che ho studiato per le mie ricerche: dal deserto alle foreste, ai terreni inquinati da risanare. Ma resta fondamenta-le anche il piacere di godere un tramonto infuocato, un mare infinito, una foresta misteriosa, un cielo terso, un mare pulito che sfuma i suoi colori dal verde smeraldo al blu notte. Mi hanno incantato da bambina e conti-nuano a incantarmi anche oggi con la stessa intensità.

) Un profumo indimenticabile legato alla Natura?Quello dei ciclamini che racco-glievo da bambina in una zona boschiva del Lago di Garda do-ve passavo le estati con la non-na e i miei cugini.

) La cosa più preziosa del nostro Pianeta?Le foreste.

) E la cosa più pericolosa?Non saper apprezzare né go-dere di queste risorse straordi-narie, lasciandosi prendere da modelli di vita ispirati a una ge-rarchia di valori che vede al pri-mo posto il proprio vantaggio e il proprio comodo. I comporta-menti che ne seguono portano al saccheggio delle risorse na-turali, come, per esempio, alla

scelta di urbanizzare un suolo perché così acquista maggior valore di quello agricolo, a sca-ricare abusivamente rifiuti nei fiumi perché così non si paga il prezzo del disinquinamento e così via.

) Quante volte ci si dimentica dell’Ambiente?Ogni volta che s’inquinano ac-que, suoli e aria, senza rispetta-re le regole morali dentro di noi e quelle della legalità sancite dalla società, ogni volta che si spre-cano alimenti e acqua. Ogni volta che si creano ecomostri o si consumano suoli fertili con colate di cemento senza alcuna motivazione, se non quella della speculazione.

) Un messaggio per il Pianeta Terra?Il nostro pianeta è l’unico che abbiamo a disposizione. Dipen-derà dalle grandi strategie dei potenti e dai virtuosi comporta-menti di tutti noi se lasceremo in eredità ai nostri figli e ai nostri nipoti una Terra ancora vivibi-le. È indispensabile rispettare la natura e far sì che le attività antropiche non interrompano i naturali cicli biogeochimici degli elementi che creano le condi-zioni perché la vita possa conti-nuare a perpetuarsi nei suoli, nei mari e in tutto il Pianeta.

) Quant’era bello da bambino giocare all’aria aperta?Era bello anche se giocavo a Milano in mezzo alla strada, però almeno non c’erano macchine.

) Il gioco preferito?Naturalmente il calcio: due cartelle o due maglioni per fare i pali e via!

) Chi o che cosa non poteva mai mancare?La bicicletta per spostarsi da una strada all’altra e il pallone.

) Che ruolo aveva la Natura nella sua fanciullezza?Era il punto di arrivo, quando arrivava luglio e potevo andare al mare.

) E in questo momento, che posto ricopre l’Ambiente nella sua vita?Ho la consapevolezza che l’Uomo è l’unico animale pericoloso per la Terra che abita.

) Un profumo indimenticabile legato alla Natura?I primi che arrivavano fin quasi al mare a Pescara Pineto, il posto in cui passavo le vacanze da bambino.

) La cosa più preziosa del nostro Pianeta?L’intelligenza dell’Uomo.

) E la cosa più pericolosa?La poca intelligenza dell’Uomo.

) Quante volte ci si dimentica dell’Ambiente?Tutte le volte che non si considera che milioni di piccoli gesti pos-sono salvare il nostro Pianeta.

) Un messaggio per il Pianeta Terra?Molte persone stanno lavorando per prolungarti la vita e molti stanno migliorando il loro livello di sensibilità.

Claudia Sorlini Enrico Ruggeri

60 SECONDI PER L’AMBIENTE:IL CANTAUTORE ENRICO RUGGERI E LA SCIENZIATA CLAUDIA SORLINI A CONFRONTO

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Fiere, convegni, incontri, mostre, mercati e molto, molto altroper comunicare, partecipare e condividere stili di vita sostenibili

Calendario appuntamenti

Appuntamenti sostenibili

Data Orario Evento Tipologia Luogo svolgimento Contatti

Data Orario Evento Tipologia Luogo svolgimento Contatti

Vuoi vedere pubblicati i tuoi “Appuntamenti Sostenibili”?

Non vi è garanzia che gli appuntamenti vengano pubblicati. La pubblicazione degli appuntamenti resta a discrezione e ad insindacabile giudizio dell’editore.

Manda i tuoi comunicati all’[email protected]

1 Mag 9.00-18.00 Festa del Lavoro e dell'economia solidale Mercato produttori Locali e Presentazione Progetti

Calusco d'Adda (BG), Al Centro Civico - Chiesa Vecchia

1 Mag 10,00-24,00 Festa del Calendimaggio o Festa Celtica di Beltane Giornata a tema San Giovanni Bianco, Cascina Gervasoni www.maxarchetti.it Max Archetti 338/2677703 [email protected] Mag 20,30-22,30 Spettacolo teatrale gratuito Donne Ribelli Spettacolo teatrale Bergamo, Cinema Conca Verde, via Mattioli 65 www.liberabg.it2 Mag 20,30-22,30 Serata introduttiva all'apicoltura Incontro a tema Zogno, frazione Endenna Oratorio [email protected] Marta: 347/69858283 Mag 20.30 Sette appuntamenti di … vini alla Polisena. "Il biologico altre

frontiera"Cena con degustazione Pontida Loc. Riviera, Via Cà di Maggio, 333 c/o Agr. Polisena Tel. 035.795841 - [email protected]

4 Mag 7,50 Alle radici del formaggio edizione primaverile. Dall'allevamento della capra alla produzione dei formaggi caprini

Incontro a tema Costa Serina, agriturismo la Pèta, via Pèta 3 www.ilsoleelaterra.it

5 Mag 9.00 Biciclettata Brusaporto-Bergamo-Astino Biciclettata Partenza dalla sede conviviale del Rotary Club di Dalmine Claudia 338/8401535 www.aribi.it5 Mag 10,00 Carovana sul Serio 2013, 4° edizione Un museo......diverso Incontro a tema Casale Cremasco, Museo dell'acqua www.carovanasulserio.net5 Mag 9.30 La natura ha bisogno di cura! Volontariato Dossena (BG), Loc. Prato Molinaro Fraz. Molini Volontariato per curare boschi, fiumi e sentieri5 Mag 10.00-18.30 Per filo e per sogno Fiera/Mercato del Tessile Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Claudio 338.7520039 - Chiara 349.27260377 Mag 19,15 Aperitivo e Assemblea dei Soci Coop. Il Sole e La Terra Riunione Curno, via Fermi 56, Centro Zebra www.ilsoleelaterra.it7 Mag 20,00 Riunione di Greenpeace Riunione Bergamo, Spazio Polaresco [email protected] - Chiara 347/2827787 Veronica

339/86878687/11 Mag 16° convegno europeo sulla forestazione urbana Convegno Milano www.emonfur.eu8 Mag 21,00 Ciclo i Legami sociali: Appartenenze,identità plurali, migrazioni Incontro a tema Bergamo, La Porta, viale papa Giovanni XXIII, 30 www.laportabergamo.it10 Mag 9.00 Convegno sul tema della sicurezza stradale con tema “Bici e

sicurezza: questo matrimonio s'ha da fare”Convegno Bergamo, Palazzo Frizzoni, Sala Tremaglia Claudia 338/8401535 www.aribi.it www.rotaryclubdalminecentenario.org

10 Mag 20,30-22,30 Gorle Smart City: incontro sul tema dell'efficienza energetica e dell'uso delle fonti rinnovabili

Incontro pubblio Gorle, Auditorium Biblioteca Comunale, via Marconi 5 www.comune.gorle.bg.it

11 Mag 9.00 Il Signore dei Formaggi-primo episodio: la lavorazione Visita ad un caseificio di fondo valle Valtorta www.slowfoodbergamo.it/rete-giovane/programma-rete-giovane/11 Mag 8.45 Dove ancora cantano le rane..A Bereguardo insieme al FAI Visita a azienda agricola biodinamica,

pranzo e visita alla Certosa di PaviaBereguardo e Pavia www.slowfoodbergamo.it/programma-condotta/dove-ancora-cantano-le-

rane/12 Mag 8,00 Ricordando Giuseppe Verdi: visita a Busseto Visita Guidata Ritrovo a Bergamo, piazzale Malpensata www.mutuosoccorsobergamo.com 035/24715112 Mag 9.00-16.00 Bimbinbici 2013 Biciclettata Bergamo, piazza Cavour, Laghetto dei Cigni Claudia 338/8401535 www.aribi.it15 Mag 20,30-22,30 Gorle Smart City: incontro sul tema dell'efficienza energetica e

dell'uso delle fonti rinnovabiliIncontro pubblico Gorle, Auditorium Biblioteca Comunale, via Marconi 5 www.comune.gorle.bg.it

17/19 Mag Beerghèm 2013 Degustazione Castello di Clanezzo, Ubiale Clanezzo www.birrificioviapriula.it17/18 Mag Elettricittà 2013 Fiera Fiera di Bergamo17/19 Mag Seminario internazionale di Ikebana dell'Associazione culturale

Ikebana Ohara di TokyoSeminario Trescore Balneario www.ikebanabergamo.it [email protected]

18 Mag 19.30 L'aperitivo si tinge di rosso Aperitivo con Rete Giovane Slow Food La Tinaia, Colle dei Pasta, Torre de Roveri www.slowfoodbergamo.it/rete-giovane/programma-rete-giovane/18 Mag 10.00 Open Day cantiere Immagina una casa che produce più energia

di quanta ne consumaOpen Day Osio Sotto, via Verga [email protected] - www.abc-studio.it

19 Mag Festa del Volontariato Incontro Bergamo, Spazio Giovani Edonè [email protected] - Chiara 347/2827787 veronica 339/8687868

19 Mag Festa delle Oasi italiane del WWF: escursione e laboratori ludici per bambini

Giornata a tema Valpredina-Cenate Sopra, Oasi del WWF www.oasivalpredina.it [email protected] 035/956140

21 Mag 20,30-22,30 Gorle Smart City: incontro sul tema dell'efficienza energetica e dell'uso delle fonti rinnovabili

Incontro pubblico Gorle, Auditorium Biblioteca Comunale, via Marconi 5 www.comune.gorle.bg.it

23-25 Mag Expo Scuolambiente Manifestazione Bergamo, Museo di Scienze Naturali E. Caffi, piazza cittadella 10

www.istruzione.lombardia.gov.it

24/26 Mag 10.00-22.00 2° Edizione Festival Ambiente Bergamo Mostra/Convegno Bergamo Sentierone [email protected] - Cell. 335.36235825 Mag 9.00 Slow Food Day Incontro Bergamo, piazzale Alpini www.slowfoodbergamo.it26 Mag 19.30 L'aperitivo si tinge di verde Aperitivo con Rete Giovane Slow Food La Tinaia, Colle dei Pasta, Torre de Roveri www.slowfoodbergamo.it/rete-giovane/programma-rete-giovane/25 Mag 6° Edizione Floreka "I nostri Germogli tra Petali e Parole" Mostra/Mercato Gorle, c/o Parco Pubblico Centro Culturale 393.154355 - [email protected] - www.floreka.sitiwebs.com27 Mag 20,30-22,30 Gorle Smart City: incontro sul tema dell'efficienza energetica e

dell'uso delle fonti rinnovabiliIncontro pubblico Gorle, Auditorium Biblioteca Comunale, via Marconi 5 www.comune.gorle.bg.it

Tutti i martedì 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Bergamo, piazza S. Spirito Coldiretti Tel. 035.4524125Tutti i giovedì 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Seriate, piazza Alebadri Coldiretti Tel. 035.4524125Tutti i venerdì 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Bergamo, piazza Pontida Coldiretti Tel. 035.4524125Tutti i sabato 9.00-12.00 Mercato "Briologico" Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected] 1° sabato del mese 8.30-12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Stezzano (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.itOgni 2° sabato del mese 8.30-12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Albino (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it Ogni 3° sabato del mese 8.30-12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Zanica (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.itOgni 4° sabato del mese 8.30-12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Madone (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.itOgni 4° sabato del mese 9.00-13.00 Mercato agricolo e non solo Mercato Agricolo Bergamo, piazzale Alpini [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.itOgni 1° domenica del mese 9.00-18.00 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Città Alta Bergamo, piazza Mascheroni Coldiretti Tel. 035.4524125Ogni 3° domenica del mese 9.00-13.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Corna Imagna (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it

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ASSOCIAZIONE FESTIVAL DELL'AMBIENTETel: 035.237323 • 335.362358 / 334.3156193

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