Bergamo SOStenibile 28 > Dicembre 2013

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Numero 28 | Anno IV° | Dicembre 2013 | www.bergamosostenibile.com PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI È ancora fresca la “ferita” dell’e- liminazione di Bergamo nella corsa per diventare Capitale Eu- ropea della Cultura 2019, notizia che ha diviso i commenti dei ber- gamaschi -e non solo- tra quanti ci avevano creduto o sperato e quanti al contrario si sarebbero stupiti se Bergamo avesse pas- sato il primo turno. Venerdì 15 novembre 2013 l’an- nuncio da parte del Ministero dei Beni Culturali: le 6 città selezio- nate tra le 21 candidature sono: Dicembre segue a pagina 2 Italia capitale mondiale della cultura Pagina 8 Pagina 6 Eco dal Comune di Diego Moratti All’interno 16 pagine per vivere il cibo assaporando ogni aspetto Siamo quello che mangiamo? Attualità e news dall’Italia e dal mondo Articoli tradotti in lingua straniera In primo piano Festival de Cinema Brasileiro e Mostra fotográfica Xixuaú Livre City Angels Arrivano a Bergamo i volontari della sicurezza e del soccorso Datagate Tutti spiano tutti Inutile nascondersi Greenpeace Liberate gli Arctic30 Sardegna Le cause dell’emergenza Pagina 4 Pagina 5 Pagina 7 Alimentazione Alimentazione Speciale Speciale NUOVA RUBRICA

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Numero 28 | Anno IV° | Dicembre 2013 | www.bergamosostenibile.com

PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

È ancora fresca la “ferita” dell’e-liminazione di Bergamo nella corsa per diventare Capitale Eu-ropea della Cultura 2019, notizia che ha diviso i commenti dei ber-gamaschi -e non solo- tra quanti ci avevano creduto o sperato e quanti al contrario si sarebbero stupiti se Bergamo avesse pas-sato il primo turno.Venerdì 15 novembre 2013 l’an-nuncio da parte del Ministero dei Beni Culturali: le 6 città selezio-nate tra le 21 candidature sono:

Dicembre

segue a pagina 2

Italia capitale mondiale della cultura

Pagina 8Pagina 6

Eco dal Comune

di Diego Moratti

All’interno 16 pagine per vivere il cibo assaporando ogni aspetto

Siamo quelloche mangiamo?

Attualità e news dall’Italia e dal mondo

Articoli tradottiin lingua straniera

In primo piano

Festival de Cinema Brasileiro e Mostra fotográfica Xixuaú Livre

City AngelsArrivano a Bergamo i volontari della sicurezza e del soccorso

DatagateTutti spiano tuttiInutile nascondersi

GreenpeaceLiberate gli Arctic30

SardegnaLe cause dell’emergenza

Pagina 4 Pagina 5 Pagina 7

AlimentazioneAlimentazioneSpecialeSpeciale

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Cagliari, Lecce, Matera, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena. Nume-rose e comunque di valore tutte le altre 15 città escluse. In ordine alfabetico: Aosta, Bergamo, Ca-serta, Vallo di Diano e Cilento, Erice, Grosseto e la Maremma, L’Aquila, Mantova, Palermo, Pi-sa, Reggio Calabria, Siracusa e il Sud-Est, Taranto, Urbino, Vene-zia. Fin dall’inizio si sapeva che questa sfida sarebbe stata dura: lo slogan “Bergamo oltre le mu-ra” non è purtroppo bastato per andare oltre la prima fase della selezione. Personalmente ammetto che la notizia non mi ha più di tanto “infastidito”. Uso questo verbo, infastidire, perché non sono di certo tra quei detrattori che si sa-rebbero “sorpresi” del contrario, pronti a stracciarsi le vesti qua-lora un’improponibile Bergamo divenisse capitale della cultura. Sul versante opposto è invece comprensibile, per chi ha lavo-rato e creduto nella candidatura, provare una certa delusione per l’esito, che però non giustifica al-cune accuse espresse “a caldo” sulla correttezza della selezio-ne. In tutta sincerità posso dire di non essere stato né sorpreso né deluso per un semplice moti-vo: credo fermamente che l’Ita-lia sia senza il minimo dubbio la capitale mondiale della cultura. Ogni città del nostro Belpaese, ciascuna singola regione italiana o i tanti piccoli borghi caratteri-stici, bergamaschi o napoletani, nelle vallate o in pianura, custo-discono un patrimonio inestima-bile di storia, monumenti, cultura e tradizioni che tante nazioni al mondo non possono nemme-no sognarsi. Roma e Firenze da sole potrebbero fare impallidire ogni confronto, europeo o mon-

diale che sia. Per questo motivo il fatto che, come bergamaschi, non siamo rientrati nel novero dei primi della classe, poco mi infastidisce, perché in realtà già siamo in una classe di eccellen-ze. Il valore culturale dell’Italia tutta, Bergamo compresa, non deve però oscurare alcuni inoppu-gnabili dati di fatto: il lodevole sforzo di preparare la candidatura a Capi-tale europea della cultura ha natural-mente messo in luce tutti i nostri atavici difetti, sia come gente bergamasca, sia come cit-tà da sempre poco incline a conside-rarsi come meta turisti-ca. Siamo sempre stati un popolo indaffarato e concentra-to a lavorare e produrre, toccando sì punte di eccel-lenza e qualità, ma in-dubbiamente poco capaci di comunicare e di promuovere anche quanto di bello e affasci-nante c’è, compresi numerosi positivi fermenti culturali e so-ciali che covano all’ombra delle grandi mura.È sotto gli occhi di tutti che Berga-mo non ha mai avuto nei decenni passati una spiccata vocazione al turismo e all’apertura all’ester-no. L’inglese, lontano dall’essere “fluently”, è poco diffuso persino tra gli addetti ai lavori, per non

par-lare ad

esempio dei servizi pubblici che

non danno la possibilità a un vi-sitatore di muoversi se non con un’auto, oppure di doversi limi-tare al ristretto centro città, ma comunque non dopo le 8 di se-ra, quando Bergamo si spegne, tanto più agli occhi dei turisti. La sfida allora è tutta per noi ber-gamaschi: che questo tentativo di slancio verso un obiettivo così elevato, oltre le possenti ma cir-coscritte mura, costituisca solo il primo passo verso il rilancio del-la nostra città in chiave europea, più cosmopolita, culturalmente più moderna e turisticamen-

te più attraente

e accogliente. Al di là dei riconoscimenti

europei, non dobbiamo lascia-re che questa battuta d’arresto intacchi in alcun modo l’orgoglio e la consapevolezza del valore culturale -e non solo- di Berga-mo. Un valore ancora da espri-mere al meglio, ma sicuramente da sostenere e alimentare.Per una volta Bergamo ha pun-tato a un traguardo che travalica il nostro congenito provinciali-smo, ha guardato lontano e si è almeno immaginata di poter am-bire a obiettivi che, non a caso, hanno suscitato l’ilarità di molti. È facile sentenziare ora su cosa era giusto o cosa era sbagliato fare. La mancata unitarietà d’in-tenti prima, e di (auto)critica do-po la selezione, è già indice di mancanza di maturità per una

città che è ancora vittima delle piccole beghe da cortile. Matu-rità che invece obbliga ciascuno a dare il proprio contributo co-struttivo, tanto più in campo cul-turale e turistico dove è il sistema a vincere e non la singola idea o progetto.Fortificati da questa prima espe-rienza, si abbia ora l’ardire e l’umiltà di mettere in campo e condividere le idee, perplessità e ricette di ciascuno, anche quelle che sono rimaste inespresse fi-no ad oggi. Occorre che ciascu-no concorra e si adoperi in prima persona per spingere Bergamo oltre le sue mura, mura che de-vono rappresentare il simbolo di una marcata identità, non di iso-lamento. Attrazione, non chiu-sura. L’incantevole Città Alta non dev’essere un alibi per compia-cersi, ma l’occasione per guar-dare e volare alto, perché i propri confini si superano prima con l’apertura della mente. Altrimenti si rischia di non riuscire nemme-no a scorgere l’orizzonte.

Diego Moratti

Editoriale

Segue dalla prima pagina

Editoriale

Silvia Cesana .................... Scienze della ComunicazioneMara d’Arcangelo ............. Giornalista Elisa Troiani ...................... Lingue e Letterature StraniereSofia Ghislanzoni .............. Scienze della ComunicazioneRossana Madaschi ........... NutrizionistaErica Balduzzi ................... Lingue e Letterature StraniereEnrico Ubiali ..................... Scienze EconomicheLara Abrati ....................... Comunicazione enogastronomicaOrietta Maninetti .............. CEAElena Paganelli ................. Scienze della ComunicazioneAlessandro Fortis ............. Scienze dell’EducazioneAlessandro Sonzogni ........ Scienze della ComunicazioneEleonora Chiari ................. Lettere e FilosofiaSara Baido ........................ Scienze della ComunicazioneGiorgio Moratti ................. Scienze della ComunicazioneAngela Laurino .................GiornalistaIrene Giardini .................... Lettere ModerneDaniela Picciolo ................ Scienze UmanisticheMichela Offredi ................. Giornalista

Hanno collaborato a questo numero:EditoreStudio Green Solution S.r.l.Direttore Responsabile Diego [email protected] di RedazioneAlice [email protected] e SegreteriaFrancesca Togni e Roberta [email protected] - Tel. 373 5316862Progetto Grafico ed impaginazione Nello Ruggiero - Layout Studio Service Srl www.layoutstudio.itStampa CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.itPubblicità Studio Green Solution Srl - [email protected]. 335.362358 e 373.5316862 - Via Broseta, 121 - Bergamo

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

Registrazione:Tribunale di BergamoN. 25/10 del 04/10/2010Registro stampa periodici

Chiuso in redazione30 Novembre 2013

© Copyright 2013. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.

Free Press >30.000 copie

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S o m m a r i oAttualità

IN PRIMO PIANO 4. Datagate. Tutti spiano tutti, inutile nascondersi5. Liberate gli Arctic30 (#freethearctic30)6. Nuova rubrica: articoli tradotti in lingua straniera

Festival del Cinema Brasileiro e Mostra fotografica Xixuaù LivreFestival de Cinema Brasileiro e Mostra fotográfica Xixuaú Livre

7. Emergenza Sardegna. Soffermiamoci sulle causeECO DAL COMUNE

8. Niente paura. Arrivano i City Angels9. Comitati dei quartieri. Scoprire la partecipazione10. Bergamo in prima linea con la settimana europea per la riduzione dei rifiuti11. Essere o non essere… smart?

COMUNI VIRTUOSI12. “Come on”: Giovani reporter in azione per una Nembro SOStenibile

Green EconomyBERGAMOSCIENZA

14. Sopravviveremo in questo mondo stremato?15. Farmacisti per un giorno

ECOLOGIA & IMPRESE16. Incubatore d’innovazione18. AB AETERNO orologi eco-fashion green, moda & easy going life style20. Riabilitare la terra partendo dai diritti dell’uomo21. «Dall’ecologia all’ecosofia»

Stili di vita e d’impresaAMBIENTE

22. Il Re della foresta trema23. Pandagift e il Natale diventa sostenibile

ECO DAL MONDO 24. Haiti, una scuola in legno per rinascere25. Ombre dal passato, piaghe del presente

TURISMO26. Nuovo Gouter sul Monte Bianco. Sostenibilità a quota 4 mila metri27. “Ciclismo Mon Amour” non solo doping28. Expo 2015, turismo e ospitalità diffusa. La pianura può attrarre turismo slow?29. Serata fantastica, passaparola

SPECIALE ALIMENTAZIONE

30. Siamo quello che mangiamo?32. Recuperare il rapporto con la Madre...Terra33. Slow Food Story a Terra Madre Day 201334. Mamma, voglio diventare bello e intelligente35. Autoproduzione in cucina. Chi fa da sé ... risparmia 36. Orti urbani e sostenibilità alimentare. La grande sfida del futuro38. Elav, un birrificio in fermento39. Agricoltura biodinamica e pensiero antroposofico40. Dalla fiaschetteria ai mercati internazionali: il valore del territorio41. Natale vuole dire panettone? Sì, ma di qualità!42. In forma durante le feste senza rinunciare al gusto44. Arancia. Elisir di benessere al profumo di Sicilia44. Cime di Rapa. Poche calorie tanta energia45. Ricette > Nasello con cime di rapa e arancia45. Ricette > Eco-Torta agli agrumi

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Il Grande Fratello dell'era digita-le ha cinque occhi: USA, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Il 23 ottobre la chiamata di Angela Merkel al presidente Barack Obama, aveva toni tutt'altro che amiche-voli. Le ultime rivelazioni dello Spiegel sull'ampiezza e la me-ticolosità delle intercettazioni commissionate dalla National Security Agency (Nsa) hanno scosso le certezze della politica tedesca. «Spiare gli amici è una cosa che non si fa», ha dichiara-to Merkel il 24 ottobre al vertice del consiglio europeo a Bruxel-les, «Ora occorre ricostruire la fiducia». Secondo l'analisi dei documenti, è da più di dieci anni che il cel-lulare della Merkel viene monito-rato ed è difficile escludere che la presidenza degli Stati Uniti avesse autorizzato le intercetta-zioni, nonostante le assicurazio-ni che Obama aveva fornito già a giugno, il mese in cui tutto è cominciato. Il quotidiano inglese “Guardian”, sotto la guida dell'af-filata penna di Glenn Greenwald, pubblica le informazioni fornite-gli da Edward Snowden, ex con-sulente della National Security Agency (Nsa): le scottanti rive-lazioni riguardano i program-mi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britanni-co, che insieme agli altri tre pa-esi anglosassoni costituiscono quello che il quotidiano france-se Le Monde definisce “Le Big Brother Planetaire”. Le agen-zie d’intelligence in questi pae-si utilizzano sistemi informativi estremamente avanzati e senza confini, che raccolgono i dettagli delle conversazioni dei cittadini da reti di computer e telefono. Diverse aziende telefoniche collaborano in questo intensivo monitoraggio e il target varia dal semplice cittadino ai diplomatici dell'UE. Se inizialmente pareva solo una faccenda irritante -scrive il quoti-diano inglese “Financial Times”- la fuga di notizie causata da Snowden è diventata una vera e propria minaccia a settembre, quando su “O Globo”, il princi-pale quotidiano del Brasile, il

giornalista Glenn Greenwald ha accusato gli Stati Uniti di monito-rare il telefono, le mail e il browser di Dilma Rousseff, la presiden-te brasiliana. Washington non ha mai smentito l’affermazione in modo netto. A queste rive-

lazioni hanno fatto seguito no-tizie altrettanto imbarazzanti sulle intercettazioni in Messico, Francia e Germania. Le parole giustificatorie sull'importanza di sorvegliare gli individui sospet-tati di terrorismo non hanno ret-

to la portata delle accuse che da diverse parti del globo hanno colpito la Nsa. A ottobre, tutti gli interventi di diplomatici e fun-zionari dei servizi segreti alle reti tv e radio inglesi avevano i toni acuti di chi punta a minimizzare

l'entità delle accuse sulla base dell'affermazione che alla fine «tutti spiano tutti» e che le rea-zioni indignate della cancelliera tedesca Merkel e del presidente francese Holland rientrano nel-le quotidiane pratiche di ricerca del consenso di possibili elettori. Senza voler puntare il dito contro Merkel e Holland, il fatto che fino a settembre, quando le intercet-tazioni sembravano riguardare comuni cittadini, nessun politico avesse dato particolare rilevan-za al fenomeno, mentre da un mese a questa parte si parli d’i-naccettabile violazione, la dice lunga su come funzionino certe dinamiche ai piani alti del potere. Come sottolineato da Gre-enwald in un articolo che ha in-fiammato le polemiche sul caso, tutti i governi da un lato conti-nuano a sostenere quanto sia importante che le informazioni siano emerse, ma dall'altro non permettono a colui che ha sve-lato tutto questo di chiedere asilo politico in questi Paesi, né tanto meno si impegnano a sco-raggiare la sua persecuzione da parte degli Stati Uniti. Edward Snowden ora è in Rus-sia, che gli ha concesso asilo politico per un anno, suscitando l'avversione di Obama. Glenn Greenwald a breve lascerà il “Guardian” per formare con al-cuni colleghi un nuovo organo di informazione indipendente, che gli permetta di pubblicare indi-sturbato le evoluzioni future del Datagate. Dopo le ultime rivela-zioni che hanno portato alla luce ambigue e complesse relazioni tra la Nsa e l'agenzia di intelligen-ce britannica GCHQ, le pressioni della Nsa e degli stessi governi sui giornali cominciano a esse-re pesanti. «Come possono gli Stati Uniti e il Regno Unito con-tinuare a pretendere di essere considerati i paladini della libertà di stampa e permettersi di dare lezioni agli altri?» si chiede Gre-enwald. Come possono comuni cittadini avere fiducia e sentir-si protetti da questi governi, ci chiediamo noi, con quel brivido che corre lungo tutta la schiena?

MdA

Le rivelazioni di Edward Snowden hanno fatto luce su un panorama inquietante sebbene non totalmente inaspettato

DatagateTutti spiano tutti, inutile nascondersi

In primo piano

“I governi da un lato continuano a sostenere quanto sia importante che le informazioni siano emerse, ma dall'altro non permettono a colui che ha svelato tutto questo di chiedere asilo politico in questi Paesi”

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Anche Paul McCartney si è mo-bilitato per liberare gli Arctic 30. Il quotidiano inglese “Guardian” ha pubblicato una lettera indi-rizzata direttamente a Vladimir Putin chiedendo che i 28 attivisti di Greenpeace e i due giornalisti arrestati durante una protesta al largo della piattaforma petrolife-ra Prirazlomnaya, nell'Artico ven-gano rilasciati. Tra loro anche un italiano, il trentunenne napoleta-no Cristian D'Alessandro. Come riporta il magazine “Wired”, sono ormai 56 i giorni passati dal 18 settembre, quando i 30 attivisti a bordo dell'Arctic Sunrise sono stati circondati e abbordati dagli elicotteri delle forze militari russe. Gli attivisti stavano protestando contro le trivellazioni dell'azien-da petrolifera Gazprom, per at-tirare l'attenzione sull'inesorabile distruzione dell'Artico. Twitter si è rivelato fondamentale per co-noscere gli sviluppi della storia,

dalle prime testimonianze sul-la nave: «Siamo terrorizzati, c'è stato un rumore fortissimo, ur-la in russo. Il resto del gruppo è inginocchiato per terra con i fucili puntati», a quelle relative al periodo di detenzione a Mur-mansk: «Il momento più duro è stato il primo giorno in prigione, faceva freddo, nessuno sapeva che cosa ne sarebbe stato di noi ed è stato terribile dover dividere la cella con perfetti estranei». Le ragioni della protesta sono chiare: bloccare i tentativi di tri-vellazione in questa zona dell'Ar-tico, dove i ghiacci si stanno sciogliendo e i rischi ambientali derivati da un possibile incidente sono enormi. Gli attivisti si tro-vavano in acque internazionali quindi avevano il diritto di rima-nere in quell'area. Come riporta il “Guardian”, il direttore esecu-tivo internazionale di Greenpea-ce ha affermato: «L’abbordaggio

illegale di una nave di protesta pacifica evidenzia la misura in cui il governo russo vuole tene-re lontano dal giudizio pubblico questa pericolosa operazione di trivellazione». La posizione rus-sa è ambigua, anche sul fronte delle accuse: in un primo mo-mento si era parlato di pirateria, reato che sarebbe costato agli attivisti 15 anni di carcere, ma dopo l'intervento di Putin e ben quattro settimane di attesa nella prigione di Murmansk, l'accusa è stata revocata. Il governo ha optato per il reato di teppismo e minaccia nei confronti del per-sonale presente sulla piattafor-ma petrolifera, nel qual caso la pena risulterebbe comunque in 7 anni di detenzione. Nel frat-tempo i messaggi, le lettere e i disegni degli attivisti descrivono le emozioni e le preoccupazioni in queste 8 settimane di buio che li separano da famiglia e amati: «I miei figli, di 7 e 9 anni, saranno adolescenti e la mia piccola avrà dimenticato chi sono se esco di qui tra 7 anni» scrive Philip-pe Ball, cameraman di Oxford e membro degli Arctic 30. In tutto il mondo sono state nu-merosissime le richieste rivolte alle autorità russe per chiedere la liberazione degli attivisti (#fre-ethearctic30): petizioni online, manifestazioni davanti alle am-basciate, eventi di sensibilizza-zione ma anche l’appello di 11 premi Nobel e ovviamente dei familiari. Intanto a metà novem-bre gli attivisti sono stati trasfe-riti in treno da Murmansk a San Pietroburgo e le ultime notizie dell'agenzia AP segnalano che il periodo di detenzione sarà pro-

lungato di 3 mesi, mentre il comi-tato investigativo russo continua con gli “accertamenti”. Il diret-tore esecutivo internazionale dell'organizzazione, Kumi Nai-doo esprime il suo sconcerto: «Continueremo a porre resisten-za a questa assurda detenzione prolungata. Questa è una farsa, un oltraggio che si fa beffe della giustizia. È tempo per gli Arctic 30 di tornare a casa». La spe-

ranza è che Vladimir Putin non resti insensibile a questa mobi-litazione internazionale, se non per bontà di cuore, almeno per calmare le acque attorno all'e-splosione del caso, che si è evidentemente ritorto contro gli stessi interessi di offuscamento degli affari interni a cui l'intero in-tervento militare russo puntava.

Mara d’Arcangelo

Liberate gli Arctic30 (#freethearctic30)Altri 3 mesi di detenzione per gli attivisti di Greenpeace fermati al largo della piattaforma petrolifera di Gazprom dalle forze militari russe a settembre. Tra loro anche il trentunenne italiano Cristian D'Alessandro

“L' abbordaggio illegale di una nave di protesta pacifica evidenzia la misura in cui il governo russo vuole tenere lontano dal giudizio pubblico questa pericolosa operazione di trivellazione”

Arctic 30Gli sviluppi degli ultimi giorniA pochi giorni dall'uscita del numero di dicembre di Bergamo-SOStenibile, si sono verificati significativi sviluppi sul caso Arc-tic30. Il 18 novembre si cominciava a temere il peggio poiché su richiesta del Comitato investigativo, il tribunale del distretto di San Pietroburgo aveva annunciato il prolungamento di 3 mesi della detenzione preventiva di uno dei trenta attivisti di Green-peace in cella da settembre, l'australiano Colin Russell. Intanto però venivano liberati tramite una cauzione di 45 mila euro cia-scuno, tre membri dell'Arctic 30, tutti russi. Nei giorni successivi sono stati liberati, sempre su cauzione, altri attivisti tra cui l'italia-no Christian D'Alessandro. Il 24 novembre Colin Russell rimane l'unico membro del gruppo coinvolto nella protesta contro le estrazioni di petrolio nell'Artico, a cui è stata negata la richie-sta di liberazione. La famiglia di Russell si è quindi rivolta con un appello a Tony Abbott, primo ministro australiano, perché si impegni in maniera più decisa a risolvere la situazione. Gli altri attivisti sono quindi liberi, sebbene ancora sotto processo in Russia. «Potranno lasciare la Russia quando saranno superati alcuni ostacoli che li riguardano», afferma il capo di gabinetto del Cremlino, Sergei Ivanov, che però non entra nei dettagli. Sicu-ramente uno dei problemi più rilevanti riguarda la mancanza dei visti sui passaporti degli appartenenti dell'organizzazione am-bientalista arrestati dopo una manifestazione.

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L’Associazione Capoeira Angola propone a Bergamo, dal 21 no-vembre al 12 dicembre, un omag-gio alla cultura brasiliana con una selezione di film che offrono uno sguardo sulla sfaccettata realtà del paese. Quattro appuntamenti

da non perdere per il primo Festival del Cinema Brasilei-ro, presso il Cinema Teatro del Borgo: uno sguardo altro sulla contemporaneità di un intero continente, mostrata attraverso una varietà di generi come la commedia, il do-cumentario, la biografia d’autore e l’avventura. Il festival propone un approfondimento sulla cultura brasiliana non solo attraverso la capoeira, ma aprendosi ad altri linguag-gi, come quello del cinema, che attraverso la rottura dei più comuni stereotipi, offre una visione approfondita della realtà brasiliana. I film traggono spunto da una ricca e differenziata uma-nità, nelle città e nei piccoli centri, per costruire propo-ste narrative innovative, che mettono insieme realismo e poesia, dramma e ricerca estetica. L’intera rassegna affronta il tema dell’individuo a confronto con il conte-sto sociale e politico del paese. I film in calendario, ogni giovedì sera dal 21 novembre al 12 dicembre sono: 5 x Favela - Agora por nós mesmos, Xingu, Amanhã nunca mais, Vinicius. Il Gruppo Capoeira Angola Bergamo na-sce nel 2001, organizza corsi per bambini, adolescenti e adulti e partecipa a manifestazioni di interesse sportivo e culturale in città e in provincia. Oltre a promuovere la diffusione della Capoeira, propone manifestazioni tipiche della cultura popolare brasiliana, promuove progetti territoriali come “Gioco e relazione”, che prevede l’organizzazione di laboratori presso le scuole bergamasche e si impegna da anni a diffondere la conoscenza della cultura brasiliana. Oltre al Festival, l’Associazione Italiana di Capoeira da Angola, in collabo-razione con Amazônia Onlus e con Associazione Vaga-luna, propone, dal 21 dicembre al 30 gennaio presso la Sala Viscontea dell’Orto Botanico in Piazza Cittadella, la Mostra fotografica Xixuaú Livre, sulla vita della comunità Xixuaú in Amazzonia. Un’esposizione di immagini realiz-zate da sei importanti fotoreporter -Barry Cawston, Al-berto Cambone, Andrea Frazzetta, Roberto Isotti, Emiliano Mancuso e Luca Locatelli - che si sono concentrati sulla comunità tradizionale della regione amazzonica Xixuaú, in Brasile. Nelle loro opere vengono affrontati temi come la deforestazione e degrada-zione ambientale della zona, presentando anche gli interventi delle associazioni atti-ve sul territorio a favore della tutela della biodiversità amazzonica, unica al mondo in quanto a varietà e ricchezza di generi. La mostra, curata da Tiziana Faraoni, rientra in un progetto nato in Brasile, che si propone di preservare la foresta amazzonica.

Elisa Troiani

A Associação Capoeira Angola propõem, de 21 de novembro a 12 de dezembro, na cidade de Bergamo, uma homenagem à cultura brasileira com uma sele-ção de filmes que apresentam o vislumbre da realidade multiface-

tada do país. Quatro eventos imperdíveis para o primei-ro Festival de Cinema Brasileiro, realizado no Cinema Teatro del Borgo: é um olhar sobre a vida contemporâ-nea de um inteiro continente, mostrado através de uma variedade de gêneros, como a comédia, documentário, a biografia do autor e aventura. O festival oferece uma visão profunda da cultura do po-vo brasileiro, não apenas por meio da capoeir mas por outras formas de linguagens, entre elas o cinema, que rompendo com os estereótipos comuns, oferece um olhar diverso da realidade brasileira. Os filmes transmi-tem a humanidade rica e diversificada das cidades e pequenos centros, construindo inovadoras propostas narrativas ao reunir realismo com poesia, drama com pesquisa estética. Toda a exposição aborda o tema do indivíduo em contraste com o contexto social e político do país. Os filmes a serem exibidos nas noites de quin-ta-feira, de 21 de novembro a 12 de dezembro, são: 5x Favela - Agora por Nós Mesmos, Xingu, Amanhã Nunca Mais e Vinicius.O Grupo Capoeira Angola Bergamo nasceu em 2001, organiza cursos para crianças, adolescentes e adultos e participa de eventos culturais e esportivos na cidade e na região. Além de promover a difusão da Capoei-ra, propõem manifestações típicas da cultura popular brasileira, promove projetos territoriais como o “Gioco e Relazione” que prevê a organização de laboratórios nas escolas bergamascas e há anos se dedica a difun-dir a cultura brasileira. Além do Festival, a Associação Italiana de Capoeira da Angola, com a colaboração da ONG Amazônia (organização não governamental) e As-sociação Vagaluna, oferece de 21 de dezembro a 30 de janeiro na Sala Viscontea do Jardim Botânico na Piazza Cittadella, a Mostra Fotográfica Xixuaú Livre, que retrata a vida da comunidade Xixuaú na Amazônia.

E’ uma exposição de imagens realizadas por seis importantes fotojornalistas: Barry Cawston, Alberto Cambone, Andrea Frazzetta, Roberto Isotti, Emiliano Mancuso e Luca Locatelli - que se concentraram na comunidade tradicional da região amazônica Xixuaú do Brasil. O trabalho dos fotojornalistas enfocam temas como o desmatamen-to e a degradação ambiental da região, inclusive imagens da luta das associações ativas na área para a proteção da biodiversidade amazônica, única ao mundo em termos de variedade e riqueza de gêneros. A mostra, curada por Tiziana Faraoni, parte de um projeto brasileiro que visa preser-var a Floresta Amazônica.

Festival del Cinema Brasileiro e Mostra fotografica Xixuaù Livre

Festival de Cinema Brasileiro e Mostra fotográfica Xixuaú Livre

Due eventi per esplorare una cultura, nuovi linguaggi per andare oltre il luogo comune

Dois eventos para explorar uma cultura, novas linguagens para ir além do clichê

Al via la nuova rubricaArticoli tradotti in lingua straniera

Foto di ©Andrea Frazzetta

Foto di ©Emiliano Mancuso

Foto di ©Luca Locatelli

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Grazie alla collaborazione di BergamoSOStenibile con la società di traduzioni ViceVersaGroup - Translations &

Multilingual services, ogni mese un articolo a tema, con la traduzione a fronte in lingua originale.

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Diciotto morti e 3 mila sfollati, questi sono i dati allarmanti che riguardano l’alluvione avvenuta in Sardegna tra il 18 e il 19 No-vembre 2013. Olbia e Torpè so-no le zone più colpite, ricoperte da detriti, case ed edifici crollati, che a loro volta hanno provocato danni ambientali rilevanti. Ora è giusto fare chiarezza per ciò che riguarda la causa dell’alluvione e la voce più autorevole in questo senso è sicuramente la neonata Federazione Italiana dei Media Ambientali (FIMA.), un’associa-zione che aggrega giornalisti, blogger e media che si occupa-no di ambiente e sostenibilità, a cui ha aderito fin dalla sua fon-dazione anche il nostro mensile BergamoSOStenibile.Presidente appena eletto della

FIMA è Mario Salomone, do-cente all’università di Bergamo e già conosciuto dai nostri lettori come commentatore e presti-giosa firma del nostro giornale: “I media e i politici hanno solo commentato e mostrato i danni provocati dall’alluvione, senza prendere in considerazione le cause e gli aspetti scientifico-ambientali del fenomeno che si è abbattuto senza pietà sul ter-ritorio sardo, caratterizzandosi come la prima e unica tempesta tropicale registrata negli ultimi decenni nel nostro paese -ha af-fermato il presidente Salomone-. Quello su cui bisogna concen-trarsi è il tipo di cambiamento che il clima sta affrontando e le conseguenze che possono ri-versarsi sugli esseri umani. Il mar

Mediterraneo ha inglobato così tanta energia da sprigionare ve-re e proprie tempeste tropicali, per cui l’uomo nei prossimi an-ni dovrà prendere coscienza del fatto che questi eventi catastrofi-ci potranno ripresentarsi”, Una situazione che meritereb-be più attenzione, così come la condizione precaria di molti immobili a rischio idrogeologi-

co, costruiti in maniera abusiva e poi condonati. Temi scomodi per l’agenda politica e anche per i media tradizionali che sembra-no fermarsi al conto delle vittime più che ricercare le cause di una catastrofe che, come per molte altre verificatesi nel nostro Pae-se, poteva essere evitata.

Sofia Ghislanzoni

Emergenza SardegnaSoffermiamoci sulle causeLa FIMA interviene: le informazioni sui cambiamenti climatici sono sempre approssimative e poco chiare, oscurate dalla cronaca nera

“Quello su cui bisogna concentrarsi è il tipo di cambiamento che il clima sta affrontando e le conseguenze che possono riversarsi sugli esseri umani”

Dall’aprile scorso una nuova realtà si è imposta nel pano-rama giornalistico italiano: è la FIMA, Federazione Italiana dei Media Ambientali, nata ufficialmente nella giornata inaugurale del Festival Inter-nazionale del Giornalismo di Perugia, con l’obiettivo di favorire una maggiore diffu-sione dell’informazione am-bientale e una sua maggiore qualità. Unica nel suo genere a livello Europeo, vuole offri-re una base d’informazione qualificata sui temi ambientali di interesse pubblico, aggre-gando testate giornalistiche tradizionali e online, giornali-sti, blogger e tutti coloro che condividono la stessa mis-sione: accrescere il peso di queste tematiche all’interno dell’opinione pubblica e dei grandi media. Per far que-sto è necessario promuovere competenze di carattere con-tenutistico e strumentale, per evitare che l’informazione am-bientale si trasformi in quello che oltreoceano viene definito “greenwashing”, ovvero l’ap-propriazione di virtù ambien-taliste da parte di chi vuole creare un’immagine positiva delle proprie attività, nascon-dendo le proprie responsa-bilità su impatti ambientali negativi. Durante l’assemblea generale che si è tenuta a Ri-mini in occasione della fiera Ecomondo ci si è accorda-ti sul programma di lavoro

2013-2014 e sono stati eletti il presidente e i rappresentanti in carica per i prossimi tre an-ni. Mario Salomone, profes-sore aggregato di Sociologia Ambientale e del Territorio e di Educazione Ambientale presso l’Università degli Studi di Bergamo, nonché diretto-re del mensile “.Eco”, è sta-to eletto presidente e Marco Frattodi, direttore di “Nuova ecologia”, segretario. Non meno importanti le cariche degli altri componenti, che spaziano nelle numerose ca-tegorie che fanno capo all’as-sociazione: blogger, esperti in campo ambientale, opera-tori dei social network, orga-ni d’informazione, giornalisti, comunicatori d’impresa e pro-fessionalità attive nei campi della ricerca, dell’associazio-nismo e della comunicazione. I progetti della Federazione ri-guardano l’istituzione di alcuni gruppi di studio che approfon-diranno tematiche ambientali come il cambiamento clima-tico, l’inquinamento e i nuovi stili di vita, organizzando se-minari per i giovani interessati all’argomento. L’interesse sul-le questioni ambientali è cre-sciuto molto negli ultimi anni e sarà compito della FIMA diffondere la sostenibilità e le informazioni riguardanti l’am-biente creando un’alleanza tra scuole istituzioni, società civi-le, università e imprese.

Nasce la Federazione Italianadei Media AmbientaliUn supporto qualificato per l’informazione green. Mario Salomone presidente. BergamoSOStenibile presente

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Anche Bergamo è finalmente entrata a far parte delle città ita-liane che appoggiano l’associa-zione “City Angels Italia Onlus”, un gruppo di volontari di strada d’emergenza che, in collabora-zione con le forze dell’ordine e sostenuta dall’assessorato alla sicurezza del comune di Ber-gamo, intervengono per presta-re il loro aiuto a tutte le persone svantaggiate presenti sul terri-torio, come anziani, immigrati e senzatetto, ma anche a pas-santi, turisti o residenti. «Sono una risorsa preziosa che ci aiu-ta a presidiare ancor di più le aree sensibili della città -afferma l’assessore Bandera- come la stazione, via Quarenghi e la Mal-pensata. I loro berretti blu sono un importante deterrente contro la criminalità di strada».

Il nostro mensile BergamoSO-Stenibile ha passato una sera-ta in compagnia dei volontari e di Sergio Palazzo, coordinatore della sezione di Bergamo, per farsi spiegare direttamente dalle

loro parole e dalle loro azioni in cosa consiste la loro attività.

Cosa fate esattamente e come intervenite concreta-mente sul territorio?Siamo volontari della squadra d’emergenza, usciamo in grup-po e ci occupiamo di solidarietà e di sicurezza. Solidarietà per le persone che hanno bisogno e sicurezza per la cittadinanza in-tera. Effettuiamo diverse tipolo-gie d’intervento, dal più banale, come dare indicazioni a un au-tista che si è perso, a interventi più complessi che coinvolgono vagabondi che si trovano in sta-to di difficoltà e necessitano di assistenza. L’arma principale che abbiamo è il sorriso: usciamo in strada tutti i mercoledi dalle 21 a mez-zanotte e cerchiamo di dare il nostro contributo. L’obiettivo è aumentare il numero di volontari e coprire tutte le sere della set-timana.

Quanti volontari siete a Ber-gamo e come vi chiamate all’interno dei gruppi d’inter-vento?Siamo partiti in 5, poi si sono aggiunti altri 6 ausiliari e ora un numero sempre maggiore di persone vorrebbe unirsi a noi. Diciamo che la città ci ha ben accolto e il riscontro finora è po-sitivo. Abbiamo un nickname che ci contraddistingue quando

ci chiamiamo fra di noi e questo per tre motivi principali: l’anoni-mato, la riconoscibilità nel grup-po e una sorta di aspetto ludico, dal momento che questo so-prannome lo scegliamo noi.

Quando, come e dove è nata l’idea di questa associazio-ne?I “City Angels” nascono a Milano nel 1994 dall’idea di Mario Fur-lan, presidente dell’associazio-ne nazionale. All’inizio i volontari erano in 3, mentre oggi, con Mo-dena, l’ultima ad aderire in termi-ni temporali, ci sono 18 sezioni in Italia con 500 volontari, 50% uomini e 50% donne, con un’età media che va dai 20 ai 45 anni.

Negli anni i “City Angels” si so-no occupati di interventi, come aiutare i senzatetto, le persone in difficoltà, sventare scippi o ra-pine e aiutare animali maltrattati.

Quanti interventi avete già fatto quest’anno?Scendiamo in strada una volta a settimana, il mercoledì sera. Contando questa, che è l’ottava uscita, abbiamo totalizzato oltre 150 ore di servizio, distribuendo un centinaio di sacchetti e una trentina di bottigliette d’acqua. Negli zaini che abbiamo, infatti, portiamo ogni sera una ventina di sacchetti contenenti un pani-no e una brioche.

Quali sono le zone di Berga-mo che hanno bisogno del vostro intervento?Sicuramente la zona della sta-zione è quella più “calda”, sia le FS che le autolinee, però stiamo scoprendo anche zone della cit-tà che ai più sono sconosciute, ad esempio il viadotto di Boc-caleone. Lì abbiamo dai 5 ai 9 utenti che andiamo a visitare tutti i mercoledì sera. Altre zo-ne che stanno cominciando ad avere bisogno di noi sono quelle di Valtesse, via Quarenghi, Mal-pensata.

In che modo si può diventare volontari?C’è un colloquio da sostenere

con il coordinatore o il vice co-ordinatore. Si tratta in pratica di una chiacchierata in cui noi spie-ghiamo chi siamo, cosa faccia-mo e cerchiamo di capire se la volontà del candidato si sposa con lo spirito dell’associazione, dopodiché si compila il modello di adesione. Bisogna succes-sivamente versare una quota associativa per l’assicurazione, necessaria quando usciamo in strada per portare il nostro aiuto.

In cosa consiste il corso?Sono due giornate di full im-mersion, in cui si apprendono le tecniche di primo soccorso e di difesa, noi andiamo in stra-da, per cui possiamo incontra-re persone che hanno bevuto, tossicodipendenti e in questi casi dobbiamo saper difendere noi stessi e gli altri. Se riteniamo che la situazione sia oltre la no-stra portata chiamiamo le forze dell’ordine.

In che modo vi fate conosce-re ai cittadini?Attraverso depliant, sito internet (www.cityangels.it) e media co-me radio e tv, cercando di sen-sibilizzare i cittadini raccontando quello che facciamo e distri-buendo materiale informativo in cui spieghiamo e illustriamo le fi-nalità della nostra associazione.

Daniela Picciolo

BergamoSOStenibile per una serata a fianco dei volontari di strada Un esempio di cittadinanza attiva che porta sicurezza, aiuti e sorrisi

Niente pauraArrivano i City Angels

Eco dal Comune

“Siamo partiti in cinque ma ora si stanno aggiungendo altri volontari. Usciamo tutti i mercoledì: l’obiettivo è coprire tutte le sere della settimana”

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Il primo comitato di quartiere na-sce a Monterosso nel 1967 con la volontà di rendere responsa-bile la cittadinanza delle scelte amministrative e sociali che ri-guardano la comunità. Facen-dosi interprete e promotore degli interessi dei cittadini, i comitati di quartiere s’incontrano in riunioni periodiche e comunicano pres-so le Istituzioni e la Pubblica Am-ministrazione le proprie istanze. Nel '76 se ne contano 23, arri-vando anche alle circoscrizioni, fino a quando nel maggio del 2012 si avverte la necessità di un coordinamento che ha inizio nel maggio 2012, con la presenta-zione di un manifesto attraverso cui si richiedono azioni concrete che mirano a includere i cittadini nella gestione del territorio.Il territorio appartiene a ogni cit-tadino ed è per questo che divie-ne fondamentale la chiarezza e la trasparenza nella comunica-zione da parte degli organi che solitamente prendono decisioni che influiscono sulla vita della comunità. Durante la conferenza

“Scoprire la partecipazione: una proposta”, tenutasi il 9 novem-bre presso il Centro La Porta a Bergamo, si è toccato il delica-to punto sul ruolo del cittadino, spesso marginalizzato attra-verso sistemi formali, mentre il programma pianificato di parte-cipazione dovrebbe essere un allegato obbligatorio di tutti i pro-getti. La democrazia deve esse-re estesa anche in questo senso, allargando la partecipazione a tutti, come già accade attraver-so le tante pratiche attivate dai Comuni che fanno parte dell'As-sociazione dei Comuni virtuosi. La partecipazione attiva dei cit-tadini all'amministrazione della

propria città assume importanza fondamentale anche nel rilancio del territorio: chi meglio di coloro che lo vivono ogni giorno sa co-me svilupparne le potenzialità? A partire da questa riflessione è stato proposto che l'agenda del-la partecipazione debba interes-sare anche i progetti di servizi e spazi pubblici aperti, i parchi, il piano urbano della mobilità e del traffico, l’aeroporto. Esemplare è l'esperienza del quartiere Mal-pensata, in cui è stato progettato e sviluppato un parco grazie all’in-tervento attivo della cittadinanza. Nonostante la dimensione parte-cipata del cittadino rallenti un po' i tempi, gli obiettivi comuni hanno permesso di realizzare un luogo di grande importanza per chi la città la vive quotidianamente. Un esempio concreto di come lavo-rare sfruttando sinergie creative e partecipazione attiva permetta di realizzare validi progetti. Per maggiori informazioni www.comitatiquartierebergamo.it.

Sara Baido

Comitati dei quartieri Scoprire la partecipazioneManifesto per una città sostenibile Per una Bergamo che ascolta i cittadini

La partecipazione attiva dei cittadini all'amministrazione della propria città assume importanza fondamentale anche nel rilancio del territorio”

AAl tavolo della conferenza i presidenti di alcuni comitati

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Bergamo torna sulla cresta dell’onda per quanto riguarda le tematiche ambientali, con una carrellata di iniziative or-ganizzate in occasione della “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti”, che si è svolta dal 16 al 24 novembre 2013.La cooperativa Ruah è scesa in campo per la difesa dell’am-biente con il concorso “Scrivi la storia, racconta le avventure del tuo giocattolo”, occupan-dosi della raccolta dei vecchi giochi, e grazie al quale si può partecipare all’estrazione di un ingresso al parco divertimen-ti Leolandia. Un’altra iniziativa solidale della cooperativa è quella di riutilizzare le statuine del presepe dismesse per la creazione di un grande prese-pe mondiale. In collaborazione con il sistema bibliotecario ur-bano è stato allestito un mer-catino con la messa in vendita di libri inutilizzati appartenenti alle biblioteche comunali Ca-

versazzi e Tiraboschi. Elena

Ferrario di Legambiente ha proposto invece la visione del film “Trashed” per sensibiliz-zare l’opinione pubblica sulle conseguenze catastrofiche dell’inquinamento. “Paguro

Blu” e “Centro di Etica

Ambientale” hanno pensa-to a importanti iniziative per diminuire sprechi e inquina-mento, come i kit di pannolini lavabili Pagù e il ritiro di om-brelli vecchi con l’obiettivo di recuperarne la stoffa per la realizzazione di borse della spesa. Lunedì 18 novembre

è stata invece l’occasio-ne per rendere partecipi i più piccoli e sensibiliz-zarli ai temi del riciclo e del risparmio energeti-co: la scuola media in-feriore Capitanio è stata infatti premiata con un personal computer dal consorzio per il riciclag-gio e il recupero di imbal-laggi in plastica Corepla,

consorzio che aveva lan-ciato un concorso sul riciclo della plastica e i suoi utilizzi alternativi. I giovani studen-ti hanno realizzato, insieme all’insegnante Adele Grumelli, una scultura artistica con l’u-tilizzo di materiale plastico di scarto, dando così vita al per-sonaggio RecycLeo. Monica De Giovanni, rappresentante di Corepla ha inoltre illustrato una serie di video educativi sulla raccolta differenziata. «Il rispetto per l’ambiente par-te prima di tutto dalle nuove generazioni. Voi siete delle

piccole guardie ecologiche che contribuiscono a rendere più bella la città» ha tenuto a precisare l’assessore Bande-ra, anch’esso presente alla premiazione. Altro importante progetto, quello di A2A, “L’am-biente che ho in mente”, rivolto alle scuole del Comune di Ber-gamo, che avranno l’opportu-nità di approfondire tematiche riguardanti il rispetto per l’am-biente e il riciclaggio.«Il principio alla base di questa Settimana europea è quello di promuovere un consumo consapevole, perché ancora oggi si producono troppi rifiu-ti, eccessivi imballaggi e scarti alimentari -ha affermato l’As-sessore all’Ambiente Massimo Bandera- L’amministrazione in particolare si è impegnata en-tro il 2020 a ridurre del 50% lo scarto alimentare, recuperan-dolo a favore di chi ne ha bi-sogno».

Daniela Picciolo

Eco dal Comune

Giocattoli, pannolini e film: iniziative e progetti per tutti

Bergamo in prima linea con la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti

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Stendhal diceva che la bellez-za è soltanto la promessa della felicità. Forse, perché questa promessa diventi realtà è ne-cessario che alla bellezza si ag-giungano vigore, intelligenza e lungimiranza. È questa la sfida che attende Bergamo Smart Ci-ty & Community, un’associazio-ne fondata da Kilometro Rosso, Comune di Bergamo, Diocesi di Bergamo, Fondazione Comuni-tà Bergamasca (Onlus) e FaSE. L’associazione è nata con l’inten-to di rendere Bergamo una città più vivibile e attrattiva, grazie a elementi come tecnologia, mo-bilità sostenibile, vivacità turisti-ca, vitalità commerciale e servizi pubblici altamente efficienti. L’in-credibile patrimonio naturalisti-co del territorio bergamasco e la sua ricchezza storica, culturale ed enogastronomica sono cer-tamente al centro dell’ambizio-so progetto, anche se è ancora aperto il dibattito su come ren-dere questa fortuna fonte di vera ricchezza locale. Lo scorso 26 novembre, presso il Centro delle Professioni del Kilometro Ros-so, è stata presentata pubblica-mente l’Associazione Bergamo Smart City & Community. Fin dai saluti di apertura è emerso chiaramente la volontà delle isti-tuzioni a impegnarsi fino in fondo per impostare un nuovo modo di vivere il territorio che comprenda una mobilità più efficiente a bas-so impatto ambientale e l’utilizzo di tecnologie avanzate per valo-rizzare storia e tradizione locale.

Questa visione ha accomunato Gianfranco Ceci, vicesindaco di Bergamo (e presidente dell’As-sociazione Bergamo Smart City) e Silvia Lanzani, assessore pro-vinciale di Expo 2015. Proprio quest’ultima ha più volte sotto-lineato le importanti opportuni-tà economiche e occupazionali che si apriranno in concomitan-za dell’Esposizione Universale. Per i sei mesi di durata dell’Ex-po, infatti, sono attesi circa 22 milioni di visitatori, molti dei quali transiteranno per l’aeroporto di Orio al Serio, il terzo in Italia per affluenza. Istituzioni, imprese e cittadini orobici non potran-no farsi cogliere impreparati di fronte a questa incredibile vetri-na, che impone una promozione turistica strategica e determina-ta. La competizione europea si prospetta già molto agguerrita: Svizzera e Austria stanno già pianificando importanti stanzia-

menti economici per attrarre i futuri visitatori dell’Expo.Essere smart per Bergamo si-gnificherà necessariamente sa-per cogliere quest’occasione unica, sfruttando al meglio tutti gli strumenti che possono ren-dere gradevole e fruibile il terri-torio. Un grande aiuto in questo senso deriverà certamente dall’utilizzo della tecnologia co-me strumento di valorizzazione e conoscenza dei luoghi d’inte-resse storico e naturalistico. Dall’Università di Bergamo, e precisamente dal professor Ser-gio Cavalieri, arriva però il consi-glio di non limitarsi alla diffusione e alla raccolta di dati, ma di sti-molare nella cittadinanza e nei turisti il desiderio di tramutare le informazioni in saggezza perso-nale: è questa la sfida per il siste-ma culturale del futuro. Nel corso del convegno, sono state prese

in considerazione tante città in direzione smart. Da Genova ar-riva la “best practice” dei con-domini intelligenti, progetto che mira a identificare un approccio innovativo e concreto per la ri-duzione dei consumi energetici residenziali in ambito urbano e per aumentare la quota di ener-gia prodotta da fonti rinnovabili. Da Varese giunge la sperimenta-zione della tecnologia NFC (Ne-ar Field Communication) per lo sviluppo commerciale e turistico del territorio. NFC è una tecnologia di co-municazione wireless a corto raggio che permette a due di-spositivi (tipicamente tag NFC e smartphone NFC), posti a breve distanza tra loro, di scambiarsi dati. In diversi punti strategici del varesotto come edifici comunali, monumenti, vetrine, sono state posizionate alcune vetrofanie e

totem provvisti di tag NFC, rico-noscibili per la presenza di un logo distintivo. Avvicinando uno smartphone al tag NFC, è sta-ta data ai passanti la possibilità di scaricare un’enorme quantità d’informazioni turistiche, com-merciali, istituzionali. La pregevole iniziativa è stata premiata con il riconoscimento di Varese Smart City, assegnato nell’ambito della cinquantesima edizione dello SMAU, la princi-pale fiera italiana dedicata all’In-formation & Communications Technology. Ora i riflettori sono tutti puntati su Bergamo: l’au-gurio è che sappia cogliere gli esempi delle città virtuose, per-sonalizzando e declinando gli insegnamenti con lungimiranza e dinamismo. Il futuro, del resto, è solo di chi saprà essere smart.

Angela Laurino

Essere o non essere… smart?Una grande sfida per rendere Bergamopiù vivibile e fruibile

“Le istituzioni si impegneranno a fondo per impostare un nuovo modo di vivere il territorio che comprenda una mobilità più efficiente a basso impatto ambientale e l’utilizzo di tecnologie avanzate per valorizzare storia e tradizione locale”

Regione Lombardia ha pro-posto la candidatura di Bergamo per ospitare la Gior-nata europea per l’Educazio-ne Ambientale 2014. Perché pensare a Bergamo come sede dell’iniziativa? A rispon-dere l’assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sosteni-bile, Claudia Terzi: «Bergamo può contare su una rete par-ticolarmente attiva sui temi dell’educazione ambientale. Queste iniziative stanno tra-sformando Bergamo nella ca-pitale lombarda della cultura ambientale. L’obiettivo è ora di darle risonanza europea,

inserendola in una rete di li-vello internazionale». Appresa la notizia, Massimo Bande-ra, assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo, ha commentato: «Ringrazio Re-gione Lombardia che ha ac-colto la nostra richiesta; per noi sarà un motivo di orgoglio ospitare un evento europeo rivolto ai temi ambientali. Con i recenti riconoscimenti rice-vuti sia a livello nazionale, sia a livello europeo, Bergamo si attesta sempre più come una città green al passo con i tempi e con le altre città eu-ropee».

Giornata europea per l’Educazione Ambientale 2014: Bergamo candidata

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Al via il laboratorio di giornalismo con il progetto “Come on” dell’oratorio insieme alla redazione di BergamoSOStenibile

Giovani reporter in azioneper una Nembro SOStenibile

Comuni Virtuosi

Nel mese di Novembre il nostro oratorio, guidato dal curato don Matteo, ha organizzato una se-rie di iniziative e laboratori per invogliare i ragazzi a vivere l’ora-torio in modo costruttivo e nello stesso tempo divertente. Que-sto progetto è stato chiamato “Come On” che significa “venite, sveglia!”. L’invito è rivolto a tutti i ragazzi con l’intento di non venire in oratorio a perdere tempo, ma per fare attività interessanti.Siamo riusciti a intervistare pro-prio don Matteo per informarci direttamente da lui in modo ap-profondito:

Cosa è questo progetto chia-mato “Come On”? Cosa si-gnifica? Questi laboratori sono una pro-vocazione rivolta ai ragazzi che frequentano sempre l’oratorio: vogliamo vedere se sanno spen-dere bene il loro tempo. Per chi invece non frequenta l’oratorio questo progetto vuole essere uno stimolo per cominciare a vi-verlo in modo positivo, attivo e divertente.

Qual è il motivo che ti ha spinto a proporre questa ini-ziativa?Ho proposto questa iniziativa perché spesso i ragazzi in ora-torio si annoiano, ma quando ci sono attività strutturate la parte-cipazione è positiva e i ragazzi stessi si divertono di più.

Quali sono i principali labora-tori e come sono strutturati?In “Come On” sono presenti di-versi laboratori, suddivisi per fa-sce d’età. Ci sono laboratori per i bambini dai sei ai dieci anni, per ragazzi dagli undici ai tredici, per gli adolescenti dai quattordici ai diciassette anni e per i giovani dai diciotto ai venticinque anni. Ci sono attività di tutti i generi: creative, culturali e sportive.

Quali sono i principali labora-tori e come sono strutturati?I laboratori più originali e con più iscritti sono quello del raviolificio, in cui i ragazzi preparano ravioli che verranno mangiati domenica 1 dicembre e il ricavato andrà in beneficenza.

Quanti ragazzi sono coinvolti al momento?Sono circa 250, senza contare i vari animatori e i volontari.

Si stanno realizzando gli obiettivi del progetto?Finora l’obiettivo di “Come On” è stato raggiunto pienamente, perché c’è partecipazione e in-teresse. Anche coloro che non partecipano ai laboratori hanno capito lo scopo di questa inizia-tiva.

Anche noi grazie a “Come On” partecipiamo a questo istruttivo e divertente laboratorio di gior-nalismo, guidato dai giornalisti di BergamoSOStenibile insieme ai ragazzi di “Nembro Giovane”, la rivista dell’oratorio. Per ora ab-biamo appena cominciato, ma non perdetevi il numero di gen-naio: vi racconteremo Nembro-SOStenibile visto dai… reporter in azione di Come On!

Un cancello chiuso è una sfida aperta. Se a rimanere chiuso è il cancello di un oratorio, il fat-to diventa sì una provocazione, ma profondamente costruttiva. La riflessione sul tempo libero dei ragazzi, sull’utilizzo consa-pevole dei luoghi pubblici e sul-la qualità delle relazioni sociali ha portato Don Matteo Cella, curato di Nembro, a sviluppare il progetto “Come on”. Novem-

bre è stato il mese dell’impegno, ogni pomeriggio della settimana sono stati organizzati momenti di incontro, corsi, laboratori cre-ativi, tornei sportivi e gruppi di studio. Chi non ha dimostrato di volersi impegnare o non ha nemmeno provato a proporre un’idea nuova, ha trovato il can-cello chiuso ed è stato costretto a rimanere fuori.

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Nembro è un piccolo paese in provincia di Bergamo situato sulla sponda destra del fiume Serio, in val Seriana. Il suo ter-ritorio si compone di diversi quartieri come Viana, al con-fine con Alzano Lombardo, San Nicola, San Faustino e Crespi. Sulla sponda sinistra del fiume troviamo la frazio-ne di Gavarno, mentre verso il comune di Selvino c’è Lonno. Il paese ha quasi 12 mila abi-tanti e gli eletti nel consiglio comunale contribuiscono a portare avanti le iniziative del paese e a mantenerlo pulito. A Nembro è presente anche il Consiglio comunale dei ra-gazzi, che ha il compito di proporre diversi progetti, ed è composto da alcuni alun-ni della scuola secondaria Enea Talpino; l’Istituto propo-ne anche attività sportive, tra le quali una corsa campestre e giochi di atletica. Le scuole elementari aderiscono al pro-getto “Sport e scuola”, dando la possibilità ai bambini di pro-vare diversi sport. Nembro è molto attiva dal punto di vista musicale: sono presenti, infatti, la banda che suona alle diverse manifesta-zioni, il coro Anghelion e, per i

piccoli musicisti è nata, qual-che anno fa, l’Orchestrava-gante. Un altro progetto viene proposto alle scuole elemen-tari attraverso incontri con esperti di musica che mo-strano e danno la possibili-tà ai bambini di conoscere e provare tutti gli strumen-ti musicali. La scuola media aderisce a BergamoScienza concentrandosi sulla ricerca di macro-invertebrati presen-ti nel fiume Carso, sui fossili e sull’energia solare e acque reflue. L’Oasi Saletti rappre-senta un progetto ecososte-nibile del comune di Nembro: è una zona paludosa che viene depurata attraverso la fitodepurazione e questo ha permesso il ritorno di molte specie animali, come gli airo-ni. Non manca il tempo per di-vertirsi, infatti Nembro ospita spettacoli teatrali importanti con la presenza di personaggi di fama internazionale come Antonio Albanese. Ogni ango-lo di Nembro merita di essere visitato per coglierne i detta-gli che lo distinguono da ogni altro territorio. Nel prossimo numero proveremo a raccon-tarvelo noi.

EsplorandoNembro

La provocazione

Non limitiamoci ai documentari…

;I reporter in azione di Nembro SOStenibile sono: (sopra da sinistra) Damiano Carrara, Michele Carobbio, Nicholas Cortinovis, Mattia Marcassoli, Filippo Ghilardi, Alba Romero(sotto da sinistra) Valentina Tuberosi, Gaia Cotti, Gloria Bergamelli, Mara Savoldi, Enrico Birondi, Martina Marcassoli, Alessia Rizzi, Dania Bonomi, Carlotta Piccinini

“Come on”Un’iniziativa per riaccenderel’oratorio di Nembro

Don Matteo Cella

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Jorgens Randers, economista norvegese, classe 1945, ospite della rassegna culturale di Ber-gamo Scienza, non ha dubbi: i prossimi 40 anni sono quelli in cui ci si gioca il futuro del Piane-ta. Visione catastrofica o previ-sione lungimirante? Il convegno che si è tenuto il 19 ottobre al Teatro Donizetti, moderato dal Professor Luciano Valle, Diretto-re scientifico del Cea, ha cercato di sviscerare questi concetti ba-sandosi sulle analisi incluse nel libro intitolato “2052, a global fo-recast for the next fourty years”. Randers può definirsi come un tecnocratico, proveniente dalle fila del MIT del Massachusetts, ma in lui si ritrovano tracce di ve-lato umanesimo, specialmente nei suoi testi, che lo collocano vicino al pensiero che attinge alla corrente del pessimismo mode-rato. Per Randers il primo pro-blema da risolvere è l’emergenza ambientale: i danni saranno pre-sto irrecuperabili, andando a gravare sul PIL di ogni nazione,

perché le azioni di contenimento dei disastri causati dagli squili-bri nell’ecosistema incideranno sempre più sui bilanci statali. Se l’Europa vede in calo le sue emissioni di gas serra dell’8%, gli USA le hanno aumentate del 16%. Questo perché si conti-nuano a impiegare le vecchie tecnologie invece di preferire quelle più innovative, che tutta-via sono più costose. Secondo Randers, con questo andamen-to dovremmo quindi ricorrere a

un forzato calo demografico co-stante fino al 2075 per alleggeri-re il nostro pianeta dal carico di risorse che viene destinato all’u-manità. Se così fosse, sempre più anziani saranno costretti a la-vorare sino alla tarda età. Un’ul-teriore triste constatazione è che oltre il 70% delle persone vivrà in megalopoli, a discapito della biodiversità che resterà confina-ta al solo Camerun, alla Savana, alle barriere coralline delle Gala-pagos e dell’Australia, oltre alle foreste del Borneo. A fronte di stime economiche, l’Europa se la caverà meglio degli USA men-tre l’Africa resterà affossata nella miseria a causa della concorren-za asiatica e cinese, sempre più aggressiva. Un radicale cambio di rotta potrà salvare il pianeta, ma la pianificazione e la lungi-miranza dovranno trasformarsi in azioni concrete ed efficaci: azioni che, purtroppo, a oggi ci si limita solo a pensare. L’ecosofo Luciano Valle ha so-stenuto che esistono modelli virtuosi di sviluppo. Un esempio brillante è la città francese di Nantes: capitale europea green 2013, con le sue tre foreste cit-tadine, 15 mila ettari di giardini pubblici e politiche di riduzione delle emissioni Co2. Jorgens Randers ha sottolineato come tuttavia sia necessario che le possibili vie alternative debba-no essere condotte su scala globale. Le soluzioni drastiche prospettate, come il calo della fertilità femminile, la riduzione della produttività pro capite at-traverso l’aumento dei giorni di vacanza per alleggerire la pro-duzione industriale e contrarne l’inquinamento, hanno scosso il pubblico. Domande colme di inquietudine sono emerse dalla sua riflessione, tanto da far per-cepire a molti un’assonanza col pensiero filosofico di Malthus: una teoria costituita da costrizio-ni sia in campo demografico che di gestione delle risorse del pia-neta che, senza sconvolgimenti positivi, giungerebbe inesorabil-mente alla rovina.

Enrico Ubiali

Le radicali previsioni di Randers sul futuro dell’umanitàe sulle imminenti catastrofi ambientali

Sopravviveremoin questo mondo stremato?

BergamoScienza

“Un radicale cambio di rotta potrà salvare il pianeta, ma la pianificazione e la lungimiranza dovranno trasformarsi in azioni concrete ed efficaci: azioni che, purtroppo, ad oggi ci si limita solo a pensare”

Medicina del futuro, chimica, genetica, salute: queste le nuove frontiere scandaglia-te negli incontri di Bergamo Scienza con ospiti illustri, lu-minari ed esperti di fama inter-nazionale, come J. Szostak, premio Nobel per la Medici-na nel 2009 che, oltre ad aver contribuito al primo memoria-le di Rita Levi Montalcini, ha spiegato i meccanismi di in-vecchiamento cellulare. Una testimonianza sul confine tra etica e medicina è stata por-tata dal reparto di oncologia sperimentale dell’Ieo di Mila-no nel convegno “Impariamo a deliberare”. Nei due convegni dal titolo “The human brain project”, at-traverso lo studio del cervello e del DNA si è avviata una te-oria sul suo funzionamento a partire dal livello più basilare, i suoi geni. I dati sperimentali raccolti nei decenni saranno immessi in un super compu-ter per realizzare un modello che terrà conto di conoscen-za, emozione, percezione e azione, aiutando la scienza informatica a progettare dei computer basati sul funziona-mento cerebrale. Ma gli sforzi della genetica so-no rivolti soprattutto a rendere le cure più efficaci, come si è potuto constatare dai due in-terventi dedicati all’evoluzioni-smo darwiniano e alla nuova frontiera dei farmaci intelligen-ti e della medicina molecolare. Oltre alla scommessa con-nessa all’era post genomica, si è parlato di cure staminali nel passaggio fondamentale

dalla loro scoperta alla cura, con la senatrice a vita Dr.ssa Elena Cattaneo. Oltre alla stretta attualità connessa alle cure attraverso il Metodo Sta-mina, si è ripreso a parlare di etica e farmacia nella storia. In aggiunta alla conferenza, si è tenuta una mostra labo-ratorio organizzata dall’Ordine dei Farmacisti, dove sono stati passati in rassegna strumenti del mestiere, manuali di erbe terapiche e fotogrammi d’e-poca, cimentandosi nella pro-duzione di rimedi naturali. Altrettanto degna di nota è stata la visita interattiva presso l’Istituto Mario Negri di Ranica dove, tra nozioni e pratica, è stato predisposto un labora-torio interattivo per gli studenti e i visitatori. Saziare di cono-scenza una platea è un modo per aumentare la coscienza individuale sulla complessità dell’essere. Conoscendo me-glio noi stessi potremo esse-re pazienti migliori in grado di interfacciarci con i medici in modo più competente, affin-ché possano indirizzarci ver-so le cure migliori.

Medicina delfuturo a BergamoA BergamoScienzale ultime scoperte scientifichein campo medico

;

“Dati sperimentali raccolti nei decenni saranno immessi in super computer per realizzare un modello del cervello che terrà conto di conoscenza, emozione, percezione e azione”

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Ricostruzioni storiche, esposi-zioni e laboratori didattici sono stati messi a disposizione delle oltre 2500 persone, tra visitatori singoli e scolaresche, che hanno partecipato alla mostra-labora-torio “La cura. Il farmacista nel-la storia”, durante le settimane di BergamoScienza. Erano tre le sale allestite presso il museo storico di Bergamo, in Piazza Mercato del Fieno, dedicate alla storia della farmacia, all’evolu-zione della professione, alle sco-perte più importanti in campo farmaceutico, alle tecniche anti-che e moderne di realizzazione dei farmaci; in aggiunta un’espo-

sizione di materiale documenta-rio e di attrezzature e reperti, tra cui una bilancia ottocentesca, un miscelatore e numerosi vasi provenienti dalle farmacie del-la nostra provincia. Gli alunni dell’istituto “Giulio Natta” han-no aiutato nella gestione e nella spiegazione di alcune sale, men-tre la presenza di volontari ed esperti dell’Ordine dei Farmaci-sti ha permesso lo svolgimento di laboratori, in cui i ragazzi par-tecipanti si sono cimentati nella realizzazione di farmaci. Tra mi-scele, capsule e compresse, i gruppi hanno potuto constatare di persona la difficoltà, ma anche

il fascino, di questa professione e capire quale grande lavoro di attenzione e precisione sta die-tro a una semplice aspirina. La pratica galenica di preparazione dei farmaci è ancora una realtà attuata nelle farmacie, che han-no una convenzione con l’Asl in particolare per produrre farmaci non reperibili in commercio, de-stinati ad esempio a bambini nati prematuri che presentano pato-logie soprattutto cardiovascolari e che necessitano di medicine che non vengono prodotte dal-le industrie farmaceutiche. Una mostra con un triplice senso: storico, didattico e interattivo

organizzata dall’Ordine dei Far-macisti in collaborazione con la sezione didattica del Museo Storico, con la Sifap (Società Italiana Farmacisti Preparatori) e con la Federfarma Bergamo, all’insegna del valore di un lavo-

ro che trova la base del proprio agire nel concetto di “Guarire. Se non si può guarire, curare. Se non si può curare, ascoltare e consolare”.

Irene Giardini

Farmacisti per un giornoUna mostra-laboratorio per conoscere i segreti dei farmaci e la storia della farmacia Sanguisughe, parassiti “aiutanti”

Tra le varie curiosità della mostra, quella che ha attirato mag-giormente l’attenzione, in particolare dei ragazzi, è stata l’espo-sizione di sanguisughe e la spiegazione del loro uso in medicina. Lunghe dai 2 ai 20 centimetri, nere e strette, viscide, non molto piacevoli da vedere e per finire con un nome poco simpatico, le sanguisughe provocano generalmente ribrezzo. Per non parlare di quello che si potrebbe commentare riguardo a certi obsoleti metodi di utilizzo di questo vermicello, apparentemente insignifi-cante e inutile, impiegato in medicina da millenni. Ma molti meto-di in realtà non sono nient’affatto obsoleti. Correva difatti l’anno 2009 quando a una donna, alla quale un cane aveva strappato con un morso il labbro superiore, i medici dell’Istituto Galeazzi di Milano ricucirono il pezzo di labbro attaccando per due set-timane delle sanguisughe perché aspirassero il sangue sporco e riattivassero il nuovo circolo di sangue. E gli esempi non fini-scono qui. Nell’ospedale di Legnano l’uso delle sanguisughe è talmente esteso che in reparto è stato allestito un piccolo alleva-mento di questi animaletti “chirurghi”.Le sanguisughe producono infatti una sostanza che evita il co-agulo e favorisce in pochi giorni la formazione di un nuovo mi-crocircolo di sangue. Certo, lo stesso risultato lo si potrebbe ottenere con farmaci idonei; ma i medici preferiscono ricorrere alla sanguisuga, perché l’utilizzo è circoscritto, efficace, rapido e soprattutto privo di effetti collaterali. Senza fare troppo gli schizzinosi, diamo merito dunque agli an-tichi egizi, ai greci, ai romani e agli arabi che già conoscevano e utilizzavano le proprietà benefiche di questo prezioso animale.

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AAA nuove idee da realizzare cercasi: è aperto il bando per aderire all’Incubatore d’Impresa, progetto della Camera di Com-mercio di Bergamo promosso da Bergamo Sviluppo - Azienda Speciale della Camera di Com-mercio, in collaborazione con il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile. L’obiettivo del progetto, che dal 2001 a oggi ha sostenuto oltre 110 progetti, è supportare aspi-ranti e nuovi imprenditori nella progettazione e nell’avvio dell’i-dea imprenditoriale, mettendo a disposizione spazi e servizi di assistenza, formazione e consu-lenza, oltre a un supporto nella comunicazione e nella promo-zione d’impresa. Diverse le novità del nuovo ban-do, presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 15 novembre scorso. Prima fra tutte quella che vede l’Incubato-re trasferirsi, a partire dall'inizio del 2014, presso il POINT - Polo per l'Innovazione Tecnologica di Dalmine. La disponibilità di nuo-vi spazi, quasi 2 mila mq quelli destinati alle iniziative seleziona-te, permetterà di ospitare anche progetti che intendono operare nel settore manifatturiero. Il nuo-vo Incubatore sarà infatti artico-lato in due sezioni destinate a supportare iniziative a carattere innovativo nel settore del ter-ziario (sezione 1) e del manifat-turiero (sezione 2). La struttura prevede uffici con postazioni in open space per le iniziative sele-zionate per la sezione 1 e spazi a uso produttivo per le iniziative della sezione 2, oltre ad ambien-ti comuni a disposizione di tut-ti partecipanti al progetto, quali sala riunioni, aula formazione, salette riservate per incontri o consulenze.Anche nel 2014 le iniziative ospiti dell'Incubatore usufruiranno di una costante assistenza, tuto-raggio personalizzato, percorsi formativi e consulenziali. Ver-rà sempre offerto un supporto promozionale grazie alla parte-cipazione a manifestazioni fie-ristiche, visibilità attraverso la stampa locale, spazio su bro-chure informative e nelle pagine del sito Internet del progetto.Possono partecipare al bando aspiranti imprenditori, start up

innovative, oppure microimpre-se già avviate o lavoratori auto-nomi attivi da non oltre 12 mesi (limite valido solo per la sezione 1), che operano in attività a ca-rattere innovativo. Per la sezio-ne 1 la scadenza è fissata per il 20 dicembre. Per la sezione 2 le domande verranno valutate con procedura a sportello.Le domande devono pervenire alla segreteria di Bergamo Svi-luppo in via Zilioli, 2 a Bergamo. Maggiori informazioni sono di-sponibili presso lo sportello Pun-to Nuova Impresa di Bergamo Sviluppo, tel. 035/3888011, via mail contattando Giovanni Fuci-li ([email protected]), oppure sul sito Internet www.incubatore.bergamo.it. In sede di selezione verranno privilegiate le domande di partecipazione aventi caratte-

re innovativo, capacità di creare auto-occupazione e sviluppo nel

tempo, coerenza con la storia e il curriculum del proponente.

Apre il bando per l’Incubatore d’Impresa 2014A disposizione spazi per uffici, consulenze e assistenza

Incubatore d’innovazioneEcologia & Imprese

“Possono partecipare al bando aspiranti imprenditori (singoli o associati), oppure microimprese o lavoratori autonomi attivi da non oltre 12 mesi, che operano prevalentemente in attività di servizi a carattere innovativo”

Conferenza stampa con Angelo Carrara e Cristiano Arrigoni di Bergamo Sviluppo

Alcune delle imprese innovativeattualmente presenti PARTE II

AVANIX SYSTEMSAvanix Systems ha progettato e realizzato un sistema per il mo-nitoraggio di persone affette da forme di demenza, per risolvere i problemi di vagabondaggio, caduta e monitoraggio delle persone non autosufficienti che necessitano di un’assistenza continua, in ambito sia dome-stico sia ospedaliero, attraver-so un sistema di sensori e rete wireless.www.avanixsystems.com

DEDICATO A TEDedicato a te è un progetto na-to con la finalità di soddisfare, unitamente alla richiesta di pre-stazioni qualificate in ambito medico, estetico e psicologica, offrendo all’utente servizi priva-ti, fruibili in totale privacy attra-verso un click.www.dedicatoate.org

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KPIAMOCIKpiamoci opera nel campo del-la Business Intelligence, con lo scopo di creare e diffondere il concetto di indicatori aziendali, in particolar modo nella piccola e media impresa.

SPAZIOCONFINATOSpazioconfinato è un network di aziende e professionisti con una consolidata esperienza nel campo della consulenza sui te-mi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare

riferimento alle attività negli am-bienti sospetti di inquinamento o confinati.www.spazioconfinato.it

W2W SOLUTIONS ITALIAW2W Solutions Italia realizza soluzioni tecnologiche mirate alla gestione di tutti gli aspet-ti inerenti gli scambi energetici considerati nel loro intero ciclo di vita, dalla produzione al con-sumo. Lo sviluppo passa dalla realizzazione e dalla proposi-zione di piattaforme di gestione dati dedicate per ciascun am-bito.www.w2wsolutions.it

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Il logo è la stilizzazione del tron-co interno degli alberi, il nome è latino perché gli abitanti dell’an-tica Roma indicavano ciò che era passato disegnando i cer-chi del fusto. Marco Tommaso-ni, fondatore di AB AETERNO e ora alla direzione creativa e commerciale del brand, coltiva la passione dell’orologeria fin da piccolo, ma è solo durante un viaggio in Australia su una delle più belle spiagge di Manly, parco naturale a North Beach di Sydney, che matura la volontà di creare un orologio dove cassa, cinturino e ghiera fossero intera-mente in legno naturale. Dall’idea alla realizzazione del progetto passano pochi me-si, caratterizzati da una febbrile ricerca di un’azienda che riu-scisse a trasformare il sogno in realtà. Tra le vie della Ci-na, quella delle industrie e del fermento economico, trova un accordo per un piccolo ordine. A febbraio 2012 lancia la prima col-lezione di orologi in legno 100% naturale alla Reed Gift Fair di Sydney, la fiera del fashion e dei gioielli del-la città australiana. I risultati sono più che incoraggianti: sold out dopo soli 2 giorni e un premio come miglior idea innovativa della manifesta-zione. A inizio 2013, la decisio-ne di tornare in Italia per legare il marchio al “made in Italy” e ad aprile l’entrata nel registro uffi-ciale della Camera di Commer-cio tra le Start Up Innovative del Paese. Sostenibilità ambientale, dunque, ma anche sociale ed economica: il legno degli orologi AB AETERNO proviene da fore-ste giapponesi ad abbattimento controllato, di cui vengono trac-ciate le origini e approvati i tagli. Tutti i prodotti sono toxic-free, ovvero non vengono usate ver-nici, smalti o materie chimiche, non solo per evitare danni alla pelle e all’ambiente, ma anche perché il legno naturale cam-bia colore con il tempo, trasfor-mandosi in un pezzo unico che acquista valore con il passare degli anni e delle esperienze vis-

sute sulla pelle di chi li indossa. «Il legno è un elemento profondamente radicato nell’esperienza umana -spiega Marco Tommasoni- che è fatta di ricordi, sfumature e sfaccettature. Il tempo che scor-re non viene indicato solo dalle lancette, ma soprattutto dalle emozioni e dai momenti impor-tanti della vita, in una spirale sen-za fine».

Il mood dell’impresa giovane, green e solidale

Tutto il mood dell’impresa è orientato alla sostenibilità, perfi-no la confezione che racchiude gli orologi è composta da pelle eco-sostenibile e legno natura-

le. Ma la passione

per l’innova-zione e l’ambiente non si ferma qui: AB AETERNO interviene a livello mondiale, tramite due aziende no profit impegnate in progetti di educazione ambien-tale, Bio-Planet e Plant2020, im-pegnandosi a piantare un albero per ogni acquisto effettuato. Per il prossimo anno l’impegno nei confronti dell’ambiente si in-tensifica: in progetto la volontà di affiancare al programma di raccolta fondi una serie di te-stimonianze delle popolazioni coinvolte nei precedenti progetti di charity water. Oltre a sensibi-lizzare a un uso più consapevo-le, lo scopo primario è aiutare

le popolazioni che non godono ancora di forme di distribuzione

e filtraggio dell’acqua, con con-seguenti ripercussioni sulla qua-lità della vita e sulle condizioni di salute. «Crediamo moltissimo che la sostenibilità in campo aziendale sia agire green ma anche pen-sare agli altri -ricorda Tomma-soni- Come start up cerchiamo quotidianamente di diffondere il nostro pensiero, pretendendo dai fornitori esteri la garanzia di condizioni di lavoro adeguate per i loro dipendenti e impegnandoci noi per primi, nella nostra sede, a creare un ambiente di lavoro sa-no e stimolante, valorizzando le doti di ciascuno e dando spazio alle idee innovative. Con il nostro prodotto vogliamo diffondere il concetto che il bello può coe-sistere con l’agire consapevole, senza che l’uno escluda l’altro». Idee chiare, forti e soprattutto motivate da una grande pas-sione per il proprio lavoro, per l’ambiente e per il nostro Paese. Non è un caso infatti che il primo negozio monomarca di AB AE-TERNO aprirà proprio in Italia, a Venezia. E se chiedete il per-ché, la risposta è tanto sempli-ce quanto disarmante: «Perché rappresenta il “made in Italy” in tutto il mondo, perché è magica e perché è sempre unica e inimi-tabile, un po’ come ogni nostro orologio in legno, le cui venature naturali lo rendono unico e sem-pre diverso da tutti gli altri».

Alice Motti

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“Il tempo che scorre non viene segnalato solo dalle lancette ma dalle emozioni e dai momenti importanti della vita, in una spirale senza fine”

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Nella Casa Nataledi Giovanni XXIIInasce PAPAJ23Uno spazio multimedialeper raccontare l’attualitàdel Papa “buono” evalorizzare il suoinsegnamento.

Destina 100 punti Coopa sostegno del progetto per PapaJ23 e Coopli raddoppia

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La quinta edizione di “Sorella Terra 2014” del Centro di Etica Ambientale Lombardia Berga-mo ha preso il via con il primo workshop per docenti e for-matori lo scorso giovedì 21 no-vembre. Il progetto Sorella Terra “Nutrire il Pianeta per nutrire la Vita” si articolerà in momenti di riflessione con gli insegnanti del-le nostre scuole durante il mese di novembre, per poi proseguire nei primi mesi del nuovo anno attraverso i laboratori didattici

per gli studenti. “Il ruolo dell’etica ambientale per la tutela del pia-neta: Principi e scenari” a cura del professor Luciano Valle, filo-sofo e direttore del tavolo Tec-nico Scientifico CEA, ha aperto la nuova edizione del progetto, in preparazione al grande con-vegno del 15 aprile 2014, dal te-ma “Agricoltura Famiglia Polis” in occasione della Giornata Mon-diale della Terra che coinvolgerà le scuole e la città.Nell’incontro di apertura del

progetto, il gruppo di lavoro ha affrontato le problematiche del “riabitare la terra” sullo sfondo dei Diritti dell’Uomo, con uno sguardo critico circa le ingiusti-zie che derivano dallo sfrutta-mento dell’ambiente. I docenti,

grazie agli spezzoni tratti dai fil-mati di Giorgio Fornoni, reporter della trasmissione di RAI3 Re-port, già noto ospite della scor-sa edizione del progetto, hanno potuto seguire il percorso dram-matico dell’uomo nel suo viaggio nel mondo, dove i deboli vengo-no sfruttati, degradati e uccisi in una terra e in una natura tradita dall’uomo che si è trasformata da madre a matrigna. Le tematiche fondamentali che sono state condivise con gli stu-denti vertono sulla relazione tra l’uomo e l’ambiente e il suo dirit-to di abitarlo; i disastri ambien-tali/economici e il rapporto con il diritto alla libertà; i diritti negati all’infanzia, alla Terra, alle comu-nità; le modalità per costruire giustizia sociale e giustizia am-

bientale. Il momento d’incontro è stato molto partecipato e ha promosso una riflessione den-sa di emozionalità condivisa tra adulti, con l’impegno di aprire la discussione nelle scuole per sensibilizzare i giovani a un at-teggiamento di rispetto nei con-fronti della Natura. Il progetto educativo del CEA si fonda e si rinnova a pieno in questi mo-menti di dialogo e riflessione, av-vicinando le nuove generazioni a percorsi etici sull’ambiente e sui diritti, camminando insieme per consegnare loro conoscenza e costruire insieme modelli di rife-rimento educativi per gettare le basi di un nuovo mondo.

Orietta Maninetticollaboratrice CEA

Al via il primo workshop per il progetto “Sorella Terra 2014: nutrire il Pianeta per nutrire la Vita”

Riabilitare la terra partendo dai diritti dell’uomo

“La natura tradita dall’uomo si è trasformata da madre a matrigna”

Ecologia & Imprese

Promoserio: Volpe d’Argento per il Consorzio CompereL’annuale workshop economico della Valseriana e Val di Scalve organizzato da Promoserio e svoltosi sabato 30 Novembre a Nembro ha avuto anche quest’anno un ruolo essenziale nel co-niugare territorio e imprese. Focus dell’edizione 2013 lo sviluppo sostenibile, tema centrale del convegno che ha approfondito le potenzialità di EXPO 2015 per il territorio, ma anche tema centra-le del concorso “Volpe d’argento”, che ha premiato la migliore tra le 10 aziende che hanno presentato un progetto legato alla so-stenibilità. Il progetto che si è aggiudicato il primo posto è stato il “Manifesto dello Sviluppo Sostenibile” condiviso dalle aziende del Consorzio Compere, che ha promosso un’iniziativa per mi-gliorare la sostenibilità ambientale dei consociati, attraverso una serie d’indicazioni di adeguamento delle loro attività basate sulla riduzione degli sprechi delle materie prime, della produzione e del riutilizzo dei rifiuti, sull’acquisto di materie prime prodotte nel rispetto dell’ambiente e nella scelta di partner che si adeguino il più possibile alle regole della sostenibilità. Il Consorzio Com-pere -Materie Prime Energie Rinnovabili Ecosostenibili- è una rete di imprese che contribuisce alla crescita culturale, econo-mica e occupazionale del territorio. Riunisce 17 aziende con competenze differenti, ma tutte con una grande esperienza nel campo della ricerca, della progettazione e dello sviluppo, e che rappresentano l’eccellenza nel proprio settore, creando valore saggiunto nell’ambito dell’efficienza e del risparmio energetico, dell’innovazione tecnologica e della ricerca.La valutazione è stata fatta dalla Prof.ssa Silvana Signori, docen-te di Business Ethics presso il Dipartimento di Scienze Aziendali, Economiche e Metodi quantitativi dell’Università degli Studi di Bergamo, seguendo diversi criteri tra cui il grado d’innovazione e la ricaduta economica e sociale sul territorio. Gli altri progetti partecipanti sono: l’asilo nido di Parre, creato e cofinanziato da Scame; il progetto Macrolite di Enki per la rimozione dell’arse-nico nell’acqua; lo sportello So.la.re. della Cooperativa il Solco del Serio; la ristrutturazione ad alta efficienza energetica di Pro-gettando; il welfare aziendale di Lamiflex; l’Eco Cafè promosso in collaborazione da Maison Arreda e Moma Comunicazione; il Bilancio di Sostenibilità 2012 del Gruppo Radici, certificato se-condo lo standard GRI; il progetto di riqualificazione del cemen-tificio Italcementi di Alzano Lombardo del Gruppo Tironi; la linea Bio di Bortolotti Salumi.

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Il problema di questo libro è che è di una bellezza insolitamente coinvolgente. Dal titolo potrebbe sembrare solo un testo colto e interessante per chi ne fosse in-teressato. Approfondito, per chi fosse alla ricerca di erudite ana-lisi sui “percorsi epistemici ed etici, tra Oriente e Cristianesimo, tra scienza e saggezza”. Suona appassionato per chi, come l’au-tore Luciano Valle, sperimenta e incarna nella propria vita perso-nale e professionale un viaggio “dall’ecologia all’ecosofia”. Si po-trebbe facilmente definire come un libro utile, che mette al ser-vizio di cultori, insegnanti e let-tori infinite citazioni, nozioni, fatti, dotte curiosità e sorprendenti aneddoti. Ma anche l’utilità intesa in senso strettamente didattico o in chia-ve culturale e scientifica è una categoria riduttiva per questo testo. La bellezza del libro sta semplicemente nella capacità di trasmettere, testimoniare e incoraggiare -in chiave ecoso-fica- una ricerca, un’ansia, una tensione tutta interiore, che ol-trepassa la storia del pensiero filosofico ed ecologico, la tra-scende; incoraggia invece una tensione interiore che fa della

storia e delle storie raccontate una ragione per convertirsi al-l’«epistemologia del cuore», alla filosofia dell’ «abitare con sag-gezza». Abitare con saggezza ecologica il nostro mondo, la no-stra vita. La “conversione” dall’ecolo-gia all’ecosofia, viene suggerita dall’autore dopo aver sgombrato il campo da una fuorviante con-cezione di modernità che vede l’uomo come capace di disporre del mondo, in una visione antro-

pocentrica che sbalza l’equilibrio di un sistema nato -o creato- per mantenere, con l’uomo, l’unità tra cielo e terra. Quattrocento anni di modernità, pur avendo portato grandi meriti all’umanità, hanno indotto l’uomo a consi-derarsi Signore della terra, og-getto a proprio uso e consumo. L’urgenza della questione am-bientale, che si sta propagando tutt’oggi a causa dell’emergenza e della consapevolezza della re-sponsabilità gestionale del pia-

neta, costituisce quella che Valle chiama la “via della paura” e che ha dato vita a iniziative come la Giornata mondiale della Terra e le varie Conferenze internazio-nali sul clima e sull’ambiente, focalizzando l’attenzione sulla crescente impronta ecologica dell’uomo, ancora lungi dall’es-sere sostenibile. L’ecosofia rap-presenta invece un passaggio ulteriore rispetto all’ecologia, non ha come obiettivo la salva-guardia del Pianeta in quanto utile all’uomo ma si fa portavo-ce di un’impostazione di vita e di pensiero in cui la natura -o la Creazione- diventa un momento fondamentale di dialogo e di re-lazione, un tutt’uno con l’umani-tà. La responsabilità verso tutte le forme di vita e verso la natura

tutta non deve trarre origine dalla necessità di preservare la “risor-sa Terra” a vantaggio dell’uomo, bensì dev’essere il risultato di un naturale amore empatico verso il mondo. È la via della bellezza che deve portare a un’autenti-ca rivoluzione del nostro modo di concepire le relazioni tra noi e la Terra verso un progetto di un “nuovo umanesimo planeta-rio post-meccanicista” che trova nella sintesi tra Oriente e Occi-dente, tra scienza e saggezza, la via per la salvezza. Salvezza della persona, prima che del mondo. Anzi della persona nel mondo, due forme di un’unica dialogante realtà.

Diego Moratti

«Dall’ecologia all’ecosofia»Percorsi epistemici ed etici tra Oriente e Cristianesimo tra scienza e saggezza. Un libro di Luciano Valle

Dall’ecologia all’ecosofia.Percorsi epistemici ed eticitra Oriente e Cristianesimo,tra scienza e saggezza.

Autore: Luciano ValleIbis edizioniAnno: 2011390 pagine

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Il leone (Panthera leo) ha un cor-po molto robusto, dotato del-le possenti membra tipiche dei carnivori, con la parte anteriore più sviluppata di quella posterio-re. La testa, grossa e quasi ret-tangolare, termina con un muso largo e tronco, gli orecchi sono arrotondati, gli occhi, dotati di pupille rotonde e gialle, sembra-no fosforescenti. La lunga coda, tra 90 e 105 cm per i maschi e tra 70 e 100 cm per le femmine, termina con una punta cornea, coperta da un ciuffo di peli. La pelliccia è liscia, rasa e brillante e varia dai toni del giallo e del camoscio, sino al ros-siccio e all’ocra, più chiaro nelle parti inferiori del corpo. In varie parti i peli terminano con punte nere, o sono completamente ne-ri. Nel maschio la testa e il collo si presentano ornati da una fol-

ta criniera, composta da lunghi peli lisci, che ricadono formando delle specie di matasse che ar-rivano fino alla radice delle zam-pe e alla metà del dorso e dei fianchi. La criniera, giallo-fulva frammista a peli nero-rossicci, durante la lotta consente al ma-schio di apparire più imponente di quanto sia in realtà.

Atleta e velocista nato

La lunghezza del corpo, esclu-sa la coda, varia da 170 a 250 cm nei maschi e da 140 a 175 cm nelle femmine. Il maschio può pesare dai 150 ai 250 kg, mentre la massa corporea del-le femmine varia dai 120 ai 182 kg. Malgrado il peso elevato, il leone è un animale eccezional-mente agile: può salire sugli al-beri, nuotare, lanciarsi nel vuoto,

correre con grande rapidità, rag-giungendo addirittura i 75 km/h su terreni pianeggianti, tanto da battere il record dei cento metri in cinque secondi, e spiccare balzi incredibili, fino a dodici me-tri in lunghezza e tre in altezza. Generalmente solitario, il leone si unisce alla femmina solo durante la stagione degli amori. Preferi-sce luoghi aperti: le pianure er-bose della savana, disseminate di cespugli e boschetti di alberi a piccolo fusto dove nascondersi durante la giornata, steppe aride

e regioni montuose o piane, de-sertiche e desolate, dove il colo-re del mantello si confonde con il paesaggio, agli occhi delle pre-de. Cerca rifugio nei luoghi più riparati, ma, nel corso delle sue migrazioni, si riposa ovunque lo sorprenda il mattino. Si muove dopo il tramonto, la notte e l’al-ba sono dedicate alla caccia, durante il giorno resta a riposo, cammina o corre in media due ore al giorno e impiega circa 50 minuti per nutrirsi.

Ruggiti predatori

Da maggio a settembre, il clima è arido e molti erbivori lasciano le steppe per zone più umide; anche i leoni si organizzano in branchi per seguirne la migra-zione. Gli animali selvatici ne fiu-tano la presenza, per questo il

leone, tende loro delle imbosca-te, avvicinandosi prudentemen-te, strisciando sotto vento, molte volte seguito da un altro leone. Aspetta pazientemente vicino alle pozze d’acqua dove, verso sera, si dissetano zebre, antilopi, giraffe e bufali e le attacca; torna al banchetto per più notti, finché delle sue prede non rimane che la carcassa. Divorando gli erbivori della sava-na africana, i leoni mantengono un equilibrio biologico, evitando il sovrappopolamento di questi animali. Il ruggito del leone, un suono prolungato, simile al mia-golio di un gatto ma amplificato esponenzialmente, in alcune oc-casioni si trasforma in un grugni-to minaccioso. Il re della savana lo utilizza do-po aver mangiato o nel periodo degli amori per chiamare la fem-

Ambiente

Il Re della foresta tremaIl leone, simbolo di potenza e regalità, rischia di scomparire per i danni umani all'ecosistema della savana

“Può salire sugli alberi, nuotare, correre fino a raggiungere i 75 km/h e spiccare balzi fino a 12 metri in lunghezza e 3 in altezza”

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Per festeggiare il Natale nel ri-spetto dell’ambiente e contri-buire alla salvaguardia delle specie a rischio estinzione, il sito del WWF offre il servizio “pan-dagift”, dove è possibile acqui-stare regali sostenibili: la cover per Iphone targata WWF, 100% Biodegradabile e Made in Italy, l’Agenda creata intera-mente con materiali eco-logici, le panda shopper in materiali naturali, le magliette “I Love Panda” o gli “Assaggi di Natura” dei prodotti realizzati nel-le Oasi. La Cover per Iphone è stata studiata per avere impatto zero sul pianeta: presenta un packaging 100% riciclabile e biode-gradabile in 112 giorni se smaltita correttamente. È stata inoltre realizzata con coloran-ti naturali e atossici, e anche le emissioni di Co2 dovute al tra-sporto sono state ridotte al mini-mo perché le cover iNature sono interamente prodotte in Italia. Sempre all’insegna della so-stenibilità anche la produzione dell’Agenda WWF, la cui coper-tina è realizzata con una carta a rilievo resistente all’umidità, usa-

ta in origine per la produzione di sacchi industriali per cemento, farina, crusca e materiali idrau-lici. Le Panda Shopper, obbliga-toria alternativa al sacchetto di plastica, sono invece realizzate con juta, materiale resistente, ri-cavato dalla fibra o dalle scorza

del fusto delle piante tiglio natu-rale, o in cotone. Gli “Assaggi di Natura”, pasta di grano duro, sa-le grosso e olio extra vergine di oliva, sono interamente prodotti biologicamente nelle Oasi. Per maggiori informazioni: Pandagift.wwf.it

I prodotti firmati WWFsono regali che rispettano l’ambiente

Pandagift e il Natale diventa sostenibile

“Con la giustificazione che del leone «non si butta via niente», il leone viene cacciato nei safari, la sua carne è di moda nei ristoranti americani e le sue ossa vengono impiegate nella medicina tradizionale come rimedio più economico rispetto alla tigre”

Pagine a cura di WWF Lombardia e Bergamo SOStenibile

mina. Quando il leone ha paura, emette un suono prolungato, abbassa le orecchie e sferza il suolo con la coda. L’effetto che ha il ruggito del leone sugli altri animali è indescrivibile: la iena e la pantera smettono di grugnire, altri scappano e si agitano mu-golando.

Pericolo estinzione

Negli ultimi vent’anni è scompar-so il 30% dei leoni e oggi sono meno di 40 mila quelli in libertà, secondo l’International Union for Conservation of Nature.Questo regale animale potrebbe presto estinguersi a causa della perdi-ta del suo habitat: l’ecosistema della savana, in Africa, è diminu-ito del 75% negli ultimi 50 anni a causa degli insediamenti umani, che tendono a sfruttare le terre

e a respingere e cacciare i leo-ni. La scomparsa della savana, ovviamente, segnerà una gran-de perdita anche per tutti gli altri animali e piante che la abitano e per l’Africa intera. Con la giusti-ficazione che del leone “non si butta via niente”, viene cacciato nei safari, la sua carne è di moda nei ristoranti americani e le sue ossa vengono impiegate nel-la medicina tradizionale come rimedio più economico rispet-to alla tigre. Il re della foresta è sempre più in pericolo: per la conservazione del leone, il WWF collabora a progetti per la tutela del loro habitat, per aumentare la lotta al bracconaggio, promuo-vere progetti di eco-turismo e progetti scientifici per il monito-raggio della specie, anche attra-verso l’adozione. Per maggiori info: http://adozioni.wwf.it

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“Per fare un tavolo ci vuole il le-gno”, ma anche per fare una ca-sa e una scuola. E questo può avvenire in Italia e ancor più ad Haiti, un luogo con il fascino dei Caraibi ma dove rimbomba ancora l’eco del terremoto del 2010. Dopo quei giorni terribili in molti si sono dati da fare per ri-costruire un Paese devastato dal sisma e dalla miseria, ma spes-so si è scordato, o si è preferito farlo, che “per fare tutto ci vuole un seme”. E un seme è sempre il frutto di un incontro, di una con-divisione e di una formazione. L’École Tecnique Pape Jean XXIII simboleggia il frutto che può nascere da un piccolo se-me. Inaugurata lo scorso ottobre nella capitale Port Au Prince, è sorta grazie alla Caritas dioce-sana bergamasca e donata ai padri monfortani. Perché tut-to sommato è semplice calare dall’alto una costruzione, altra cosa è pensarla e realizzarla con la comunità locale. Lo sa bene Edoardo Milesi di Archos srl, l’architetto che con i figli Giulia e Michele ha messo a disposizio-ne il progetto per questa scuola all’avanguardia. Lo sa bene il gruppo di volonta-ri della Valle Seriana (guidato da Marco Bigoni) che ha trascorso gli ultimi mesi oltreoceano per costruire la struttura e, ancor pri-ma, per insegnare agli haitiani il mestiere. Perché quello di Croix de Bouquets prima di essere un cantiere è un laboratorio d’in-contri, lingue e pratiche costrut-tive, a cominciare dalla tecnica a secco con la quale è stata rea-lizzata. «Costruire è l’occasione per insegnare. La struttura è fatta di assi di le-gno assemblati con nodi metal-lici- spiega l’architetto Milesi- È quindi diversa dalla maggior par-te degli edifici crollati nel 2010 sotto il peso dei solai pieni di cal-cestruzzo e slittati ancora interi sulle strade». L’École, essendo una struttura flessibile e leggera, è in grado di reggere una scos-sa di terremoto e di resistere a un vento di 160 chilometri ora-ri (i pochi edifici rimasti in piedi dopo il sisma sono in legno o in mattoni). E per chi obietta che il legno rimane un materiale da im-portazione, l’architetto rispon-de: «Potrebbe crescere ad Haiti e, considerando il clima locale, anche molto più rapidamente

che in Italia». Potrebbe perché tale pratica, come tutte quelle che riguardano il cantiere, deve essere insegnata affinché diven-ga patrimonio collettivo. Si tratta di una «vera sfida a cambiare la mentalità», per dirla con le parole di padre Santino Brembilla, su-periore generale dei Monfortani e originario di Stezzano. «Il pro-getto formerà giovani operai edili e contemporaneamente servirà a informare le famiglie e il villag-gio sui diversi modi dell’abitare e del vivere -continua l'archi-tetto- perché l’emergenza non può essere l’alibi per trascura-re pratiche come il consumo di

suolo, l’inquinamento antropi-co, la gestione della sicurezza ai diversi livelli». L’edificio di 600 metri quadri è stato studiato con tecniche di areazione che per-mettono di mantenerlo sempre fresco, è dotato di un sistema di fitodepurazione delle acque e grande attenzione viene riserva-ta al riciclo. «Dall’Italia abbiamo portato una macchina che tritura la plastica e la rende riutilizzabile come materiale per la costruzio-ne -prosegue Milesi-. Sarebbe interessante, viste le montagne di rifiuti che abitano il paesaggio, creare un percorso virtuoso di smaltimento, fare della scuola un primo punto di raccolta e diffon-dere così una nuova consapevo-lezza ambientale». In attesa che la scuola sia ultimata, è iniziato

il percorso formativo dei ragazzi che da alcuni mesi lavorano con i volontari italiani. Fra una parola in bergamasco e una in creolo si taglia, si vernicia, si assembla; quando la struttura sarà termi-nata, l’esperienza diretta conti-nuerà a essere parte del centro

professionale, perché accanto a lezioni teoriche ci saranno corsi pratici e seminari. Oltre al labo-ratorio del legno o a quello per la lavorazione del ferro (già fun-zionali), ci saranno un laboratorio tessile e una parte residenziale per favorire workshop e semina-

Eco dal Mondo

Haiti, una scuola in legno per rinascereInaugurato a Port Au Prince un edificio all’avanguardia per la formazione tecnica di giovani edili

“La struttura, dono della Caritas diocesana bergamasca, è fatta di assi di legno assemblati con nodi metallici”

“Il luogo, oltre a formare operai edili, servirà a informare le famiglie e il villaggio sui diversi modi dell’abitare e ospiterà workshop e seminari anche internazionali”

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ri anche internazionali. «Questo progetto, realizzato grazie alla generosità di tanti bergamaschi, offre ai giovani del luogo una professione -ha affermato don Claudio Visconti, direttore della Caritas bergamasca in occa-sione dell’inaugurazione-. Così

facendo guarda all’avvenire del popolo haitiano e dimostra co-me da una situazione terribile come il terremoto possa nasce-re una nuova fraternità». O for-se un seme, adatto per fare un albero, una scuola e un futuro diverso.

Haiti, una scuola in legno per rinascereInaugurato a Port Au Prince un edificio all’avanguardia per la formazione tecnica di giovani edili

Le macerie e le tende sono in parte state rimosse dal centro storico, ma Port Au Prince con-serva il volto spettrale di chi ha visto l’inferno e non riesce a di-menticare. Le strade sono un turbinio di gente, banchetti, ta-xi colorati e case in costruzione, ma la miseria e la polvere sem-brano mangiarsi tutto. Il Pae-se rimane uno dei più poveri al mondo e i tre quarti della popo-lazione vive con meno di 2 dollari al giorno. Nonostante la pioggia di aiuti umanitari, oltre 360 mila sfollati sopravvivono nei cam-pi alla periferia della capitale e il 90% di coloro che li occupa non ha i soldi per comprarsi una casa o pagare un affitto. Anche per chi ha un tetto la situazione rimane drammatica: meno di un terzo degli abitanti delle tendo-poli ha accesso alle risorse idri-che, manca la corrente elettrica, le fognature sono inesistenti e i corsi d’acqua infetti. Tutti fattori che bastano a spiegare la per-sistenza del colera; riapparso nel 2010 dopo cento anni di as-

senza, ha già ucciso oltre 8 mila haitiani e ne ha infettati 650 mi-la. Il governo e le organizzazioni internazionali sono al lavoro ma il rischio di commettere gli errori del passato è alto. «Ad Haiti si continua a costruire come prima: solai pieni in ce-mento armato su esili pilastrini con armature ridicole, muri in blocchi che a volte cadono ad-dosso alla gente prima di essere finiti -commenta l’architetto Edo-ardo Milesi-. Si segue ancora un modello non adatto al clima, ai materiali e alle maestranze lo-cali». Le materie prime non si trovano, i prezzi sono gonfiati e «questo mercato speculativo va a scapito dei più deboli, come si può facilmente intuire» prosegue

Milesi. I problemi non si ferma-no certo qui, perché come ha più volte ricordato il presidente haitiano Michel Martelly, bersa-glio negli ultimi mesi di accese proteste, «Haiti non necessita solo di una ricostruzione edi-lizia». Il Paese è martoriato da instabilità e violenza, analfabe-tismo, deforestazione e, come spiega Alessandro Corallo nel libro “Haiti non muore”, spesso «i flussi degli aiuti internazionali non avviano un circolo virtuoso perché rientrano in Europa o ne-gli Stati Uniti. Le società che si aggiudicano i bandi per la ricostruzione sono sempre straniere e Haiti non è nelle condizioni di offrire una partnership nazionale». Proble-mi, quelli menzionati da Coral-lo, che devono essere discussi e risolti e che, in giornate in cui una nuova analoga tragedia si è abbattuta sulle Filippine, invitano alla prudenza e soprattutto alla riflessione.

Michela Offredi

A tre anni dal sisma la ricostruzioneprocede a rilento e la popolazione è ancora vittima dell’assenza d’infrastrutture

Ombre dal passato, piaghe del presente

“Ad Haiti si segue ancora un modello edilizio non adatto al clima, ai materiali e alle maestranze locali”

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Dopo anni di progetti e di lavori è stato inaugurato quest’estate il nuovo rifugio Gouter sul Monte Bianco, a quota 3.835 metri, a quattro ore di cammino dalla Ci-ma del Monte Bianco.La storia di questo rifugio inizia

nel lontano 1906 con una picco-la costruzione dotata di soli sette posti letto. Bisognerà attendere fino al 1962 per vedere realizza-to dal Club Alpino Francese un secondo rifugio, a 200 metri di distanza, che sarà smantellato

nel corso di quest’anno. Il nuovo rifugio, che ospita fino a 120 po-sti letto, è caratterizzato da una grande attenzione all'ambiente e alla sostenibilità energetica. La costruzione sul Monte Bianco, per le sue innovative caratteri-stiche, è costata circa 6 milioni di Euro, finanziati in parte anche dall’Unione Europea. La nuova struttura di metallo e legno, parzialmente sospe-sa sopra un salto vertiginoso di 1.500 metri, è stata progettata secondo principi ecosostenibili e di basso impatto ambientale. A occuparsene è stato l’archi-tetto ginevrino Hervé Dessimoz dello studio Groupe-H, sotto la supervisione della Fédération Française des Clubs Alpins et de Montagne (FFCAM), che è proprietaria della struttura. L’ar-chitetto ha scelto una forma che lui stesso definisce a uovo per conciliare estetica e funziona-lità in un luogo dove le raffiche di vento possono raggiunge-re anche i 300 Km/h. Tenendo conto della direzione del vento prevalente, la particolare forma a uovo permette alla neve di sci-volare sulle pareti laterali del ri-fugio e accumularsi nella parte posteriore, dove è collocato l’im-pianto di raccolta e il trattamento dell’acqua. L’edificio è composto

da quattro piani, interamente ba-sato su una struttura in legno e rivestito da pannelli di acciaio inox. L’isolamento del rifugio Go-uter è efficace grazie a pannelli in fibra di legno, provenienti dal vicino comune francese di Saint Gervais e i componenti sono stati montati a valle per ridurre il traffico di elicotteri necessa-rio al trasporto in quota. Larga-mente sfruttate sono anche le energie rinnovabili (tra cui pan-nelli solari fotovoltaici termici e biomassa), accompagnate da nuove tecnologie come siste-mi di cogenerazione, impianto di trattamento acqua, impianto di raccolta e scioglimento della neve, trattamento delle acque reflue. Il progetto del rifugio ha

come obiettivo quello di rea-lizzare un’architettura sosteni-bile ed efficiente ad alta quota, che abbia quindi basso impatto energetico e ambientale. Questo progetto conferma l'inarrestabi-le tendenza a sperimentare una nuova architettura d’alta quota, con nuovi canoni, nuove forme e nuove tecnologie al passo coi tempi. Coloro che vorranno sog-giornare in questa nuova mera-viglia dell’architettura e della tecnologia potranno prenotare solo su internet, attraverso il sito dedicato, e se consideriamo che ogni anno circa 20 mila alpinisti tentano l’ascesa al Monte Bian-co, conviene farlo in fretta.

Alessandro Sonzogni

Il rifugio dell’innovazione è a basso impatto ambientalee utilizza energie rinnovabili

Nuovo Gouter sul Monte BiancoSostenibilità a quota 4 mila metri

Turismo

“La costruzione sul Monte Bianco, proprio per le sue innovative caratteristiche, è costata circa 6 milioni di euro, finanziata in parte anche dall’Unione Europea”

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Di rosa al Giro d’Italia non c’è so-lo la maglia: da adesso c’è anche lo sguardo inedito e divertente di un’appassionata di ciclismo che ha deciso di raccogliere in un libro tutte le impressioni che le corse a due ruote le hanno sempre regalato. “Ciclismo Mon Amour”, il primo e originalissimo libro di Myriam Nordemann, è prima di tutto un grande atto d’a-more nei confronti di uno sport conosciuto, ma spesso bistrat-tato.

Ciclismo: un mondo di tenacia, passione e sense of humor

«Questo libro è nato un po’ dal-la voglia di offrire alla gente una prospettiva nuova sul mondo del ciclismo -spiega Myriam Nordemann, parigina di nascita e milanese di adozione- perché ero stufa di vederlo associato soltanto al doping e volevo tra-smettere le emozioni che questo sport mi ha lasciato: ho sempre conosciuto infatti un ciclismo molto umano, fatto di situazioni e personaggi calorosi, simpatici e divertenti. Scrivendo il libro, vole-

vo che ai lettori sorgesse il desi-derio di scoprire questo mondo sotto una prospettiva nuova, meno viziata dai pregiudizi». Se bastassero i commenti ottenu-ti a decretare un successo, si può dire che Myriam sia riusci-ta nell’intento: “Ciclismo Mon Amour” ha infatti raccolto fin da subito i pareri entusiasti di chi tra le righe ha scoperto un mondo pressoché sconosciuto, fatto di passione e tenacia ma anche di allegria, sense of humor e sketch divertentissimi. Il libro non insiste tanto sull’aspetto strettamente sportivo, quanto piuttosto sull’e-

sperienza umana autentica che si cela dietro al ciclismo. «Molte persone estranee al mondo della bicicletta, dopo aver letto “Cicli-smo Mon Amour” mi hanno co-municato il desiderio di andare a vedere una gara o una tappa del

prossimo Giro d’Italia –raccon-ta Myriam–. Mentre lo scrivevo, c’era appunto il desiderio di mo-strare l’umanità di questo sport e di raggiungere con le mie parole sia gli appassionati che i semplici curiosi».

Innamorata delle due ruote

Curiosa, d’altro canto, Myriam Nordemann lo è sempre stata: classe ’75, ha scoperto la passio-ne per il ciclismo quando era an-cora una bimba e negli anni non l’ha mai abbandonata, al punto da indirizzare anche studi e lavo-ro nello stesso settore. Giornali-sta e interprete, ha lavorato nel ciclismo come cronista sportiva e successivamente si è avvicina-ta al Giro d’Italia, per il quale ha seguito le corse come interprete e traduttrice fino al 2010, quando ha avuto il suo primo figlio: «ho seguito le ultime gare nel maggio 2010, avevo un pancione enor-me perché ero all’ottavo mese», racconta. Adesso Myriam -di-ventata da pochi giorni mam-ma per la seconda volta- lavora come counsellor in campo psi-

cologico (è specializzata in alle-namento mentale degli atleti e in genitorialità) e porta avanti la passione per il ciclismo trami-te la carta stampata. “Ciclismo Mon Amour” è stato “partorito” senza lunghi travagli: scritto in un anno, trae spunto dal Giro d’Ita-lia del 2007 e da esso si dipana-no episodi e personaggi, eterne verità e nuove curiosità su uno sport per molti aspetti ancora sconosciuto. «Che il ciclismo non sia un tema facile né popo-lare, me l’ha confermato anche il mio agente letterario -ammet-te Myriam- secondo il quale o scrivi una biografia di Pantani, oppure il mondo editoriale non è interessato. Inoltre la mia era un’opera prima, con una struttu-ra troppo particolare per poterla incasellare in un genere preciso. Per pubblicarlo mi sono dovuta muovere in autonomia». Adesso il libro è in vendita presso la Li-breria Scaldapensieri di Milano, il Club Macrobiotico Milanese e il sito della casa editrice (Lampi di Stampa), oppure in versione e-book su Amazon.

Erica Balduzzi

Un libro al femminile per raccontare il lato umano del ciclismo

“Ciclismo Mon Amour”non solo doping

“Volevo che ai lettori sorgesse la voglia di conoscere questo sport da una prospettiva nuova, meno viziata dai pregiudizi”

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Quali opportunità può portare Expo al territorio della pianu-ra lombarda? Come coglier-le al meglio? Quali i limiti e le potenzialità di un’area che non è tradizionalmente orientata al turismo? Queste sono alcune delle tematiche che si è ten-tato di approfondire durante il seminario “Expo 2015 - acco-glienza e ospitalità nella media pianura lombarda”, tenutosi lunedì 11 novembre presso il borgo di Castel Cerreto, fra-zione di Treviglio. La ricetti-vità alberghiera, l’esperienza dell’albergo diffuso, il proble-ma dell’ospitalità sono alcuni dei punti trattati con il tentati-vo di contribuire a rendere più accogliente e attrattivo il terri-torio della pianura lombarda e favorire l’afflusso del maggior numero di visitatori in vista di Expo 2015. Bruno Brambilla, presidente di “Pianura da sco-prire”, ha affrontato un primo elemento di criticità, ovvero il problema dell’ospitalità. Se-condo uno studio dell’Uni-versità Cattolica di Brescia, la ricettività alberghiera della zona della bassa pianura è ca-rente: vengono chiuse strut-ture tradizionali e mancano soluzioni innovative adegua-te. «Sarebbe poco produttivo costruire nuovi alberghi che, una volta terminata l’esperien-

za dell’Expo, rischierebbero di chiudere –ha affermato Bram-billa- L’unica soluzione è l’in-tervento sulla ricettività extra alberghiera». Nella provincia non ci sono molte strutture di questo tipo e quelle presenti sono piccole e a carattere familiare, come bed and breakfast, affittaca-mere e agriturismi. Sono real-tà complessivamente in forte crescita, ma ancora troppo deboli. «C’è bisogno di una le-adership forte e riconosciuta, che crei coesione e unitarietà di intenti, coordini le attività ed eviti la frammentazione degli sforzi» conclude Brambilla. «Sicuramente non mancano le opportunità offerte dal ter-

ritorio -ha proseguito Andrea Macchiavelli, docente di eco-nomia del turismo all’Università degli studi di Bergamo- come la vicinanza dell’aeroporto di Orio, i collegamenti ferroviari, il contesto ambientale tra natura e agricoltura che ben si sinto-nizza con il tema Expo “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Infine è presente nella Pianu-ra bergamasca e lombarda un patrimonio abitativo libero abbondante, da poter riutiliz-zare puntando sull’ospitalità diffusa. L’albergo diffuso pre-senta però vincoli burocratici e legislativi che andrebbero semplificati. Attenzione pe-rò: l’accoglienza diffusa è più attenta alla qualità, ma è più costosa e onerosa e pertanto richiede una gestione più ef-ficace e capace. Perché oltre alle opportunità bisogna tener conto anche dei limiti: i turi-sti dell’Expo saranno attratti principalmente da territori più lontani ma più appetibili (come Venezia e Firenze), in secondo luogo i collegamenti tra i pae-si della pianura sono spesso molto difficili e infine la coope-razione turistica dei vari attori presenti è molto bassa».Giorgio Bonassoli, assesso-re alle Attività Produttive e al Turismo della Provincia di Bergamo è convinto che an-che l’area della pianura deb-ba guardare oltre i propri limiti

e anzi valorizzare le proprie specificità: «Puntare su una percezione slow del territorio, facendo del turismo sosteni-bile un’attività economica di valorizzazione del territorio. Un approccio all’offerta e al-la fruizione di prodotti turistici che stimoli le interazioni con la comunità ospitante, esalti le specificità dei luoghi, mini-mizzi l’impatto sull’ambiente”. È necessario dunque partire dai punti di forza del territorio stesso e la chiave sta nel riu-scire a fare sinergia e sistema.Sono già in atto diversi inter-venti collegati a Expo 2015, finanziati per circa 8 milioni di euro: circa 40 progetti tra i quali spiccano miglioramenti infrastrutturali, restauri, mar-keting territoriale, sviluppo dei trasporti, sistemazione e creazione di parchi ciclistici, ampliamento del servizio in-

ternet con l’offerta di pacchet-ti turistici e itinerari. Insomma «Non mancano gli ingredienti e le potenzialità» ha osservato Bruno Brambilla, a cui fa eco Gianfranco Drigo, direttore di Coldiretti Bergamo «La nostra provincia ha tutte le carte in regola per trarre vantaggio dal turismo, dobbiamo solo sa-percele giocare». Ma per giocare bene questa partita è essenziale che chi opera direttamente sul territo-rio e ne conosce le caratteri-stiche, collabori direttamente con tutte le altre realtà circo-stanti, perché il traguardo non può essere raggiunto dal sin-golo attore, ma è tutta l’area che deve identificarsi e carat-terizzarsi come turisticamente attraente e capace di acco-gliere i visitatori.

Irene Giardini

Un seminario sull’ospitalità e la ricettività della pianura bergamasca e lombarda tra opportunità e limiti

Expo 2015, turismo e ospitalità diffusaLa pianura può attrarre turismo slow?

Turismo

Bergamo turistica? Passaparola!Un’altra iniziativa che rientra nelle attività di comunicazione se-lezionate per Expo 2015, rivolta alla diffusione della conoscenza del territorio bergamasco è stata presentata mercoledì 6 no-vembre presso la sede di turismo Bergamo, che ha ideato il pro-getto: “Bergamo: passaparola!”. È emerso dai sondaggi che il passaparola informale è stato il canale d’informazione più effica-ce per la conoscenza del nostro territorio. Perché non sfruttare al meglio questa fitta rete di conoscenze che i bergamaschi han-no instaurato con gli altri paesi nel corso degli anni? I testimonial possono essere i più svariati: dagli imprenditori, agli studenti Erasmus, alle persone con parenti all’estero; in modo partico-lare si cercherà di coinvolgere i comuni della bergamasca che sono gemellati con paesi esteri: attualmente sono 37, la maggior parte dei quali sono gemellati con paesi europei. I comuni che alimenteranno il “Passaparola” con i paesi gemellati riceveran-no benefit e vantaggi sulla base dell’effettiva partecipazione alla promozione del territorio. “Bergamo: passaparola!” è «un pro-getto prima di tutto relazionale -spiega Luigi Trigona, presidente di Turismo Bergamo- I comuni bergamaschi possono diventare dei veri ambasciatori delle bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali della nostra terra. Il primo passo sarà invitarli a Bergamo per la prossima primavera, quando il progetto sarà presentato ai rappresentanti dei comuni gemellati durante un grande evento internazionale». Passiamo parola!

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Un indovinello che tutti noi ab-biamo sentito nella nostra vita diceva: “Come fanno a starci 4 elefanti su una Cinquecento?”. E la risposta era semplicissima: “due davanti e due dietro”. Ec-co, ora ci chiediamo: “Come si fa a richiamare 160 persone a una serata in un agriturismo a Mornico al Serio?”. E la risposta è altrettanto semplice se avete partecipato alla serata di venerdì 22 novembre all’agriturismo Villa Delizia: “Si festeggia il comple-anno di BergamoSOStenibile”.160 persone, già cen-to-ses-san-ta affezionati al nostro ca-ro giovane mensile. Ogni anno il numero aumenta e la cosa ci riempie di soddisfazione e con-temporaneamente ci stimola a continuare così, anzi ancora meglio, per il prossimo anno, per quello successivo e per quello dopo ancora. Tutto organizzato alla perfezione a partire dall’ac-coglienza a cui come sempre hanno provveduto le instancabili Francesca e Roberta con la spe-ciale collaborazione di Marta.Assegnazione posti? Mica è un matrimonio! È stato piacevole incontrare e conoscere nuove persone, tutti uniti nelle cinque

mega tavolate della sala, grazie all’aiuto del buon vino (spumante offerto da Quattroerre - Villa Do-mizia), formaggi, salumi della ca-sa e per finire la torta offerta dal Forno delle Bontà di Palazzago.

Naevus Italia, istituzioni e casalinghe ultras

Come ogni anno il compleanno ha rappresentato l’occasione per aiutare un’associazione che quest’anno ha potuto beneficia-re di quasi 1000 euro raccolti durante la serata: per la preci-sione 978 euro, di cui 333 per la vendita delle fantastiche borse costruite con le tele degli om-brelli rotti e 645 euro raccolti con il costo della cena. Quest’anno abbiamo avuto il piacere di col-laborare con l’Associazione Na-evus Italia per la lotta contro una malattia rara che si manifesta fin da piccoli: il Nevo melanocitico congenito gigante (www.nevo-gigante.it). L’associazione ha ri-sposto nel migliore dei modi e la cosa davvero bella è che hanno saputo portare una ventata di allegria veramente travolgente, nonostante la serietà della loro

missione. È bastata una serata per capire che questo è il loro spirito: la loro forza si specchia nella simpatia della loro mascot-te chiamata Macchiolino e nel sorriso dei bambini che girova-gavano per la sala.I discorsi di rito non potevano mancare ma anch’essi, fra i pri-mi piatti e il secondo, sono sta-ti…sostenibili. L’onere maggiore è ovviamente toccato a Marco e a Diego, editore e direttore del mensile. È toccato poi al pubbli-co presente prendere la parola più o meno spontaneamente: Slowfood, Incubatore d’Impre-sa, Noesis, Manzella Quartet e Amministratori della città di Ber-gamo. Nell’elencare la varietà dei lettori presenti, fra operai, im-prenditori, studenti, pensionati etc, c’è stata un’ovazione al tur-no del gruppo casalinghe ultras assiepate in fondo a una tavola-ta, tra risate e applausi: un sim-patico siparietto, semplice ma significativo di quanto sia impor-tante l’opera di tutti i lettori per il nostro mensile: il passaparola è fondamentale, che sia esso quello tradizionale o quello 2.0 sui social network. Continuan-do di questo passo chissà in quanti saremo l’anno prossimo, chissà se la famiglia Bergamo-SOStenibile si allargherà ancora. Speriamo di sì e questo dipende anche da te, che tu sia politico, imprenditore, operaio oppure casalinga. Da parte nostra a tutti voi, sussurandolo nell’orecchio, semplicemente un “Grazie!”. Ah dimenticavamo: “Ehi…psss… Passaparola!”

Giorgio Sappilo

Serata fantastica, passaparolaIl terzo compleanno di BergamoSOStenibile rivela che 160 è un numero sostenibilissimo

La redazione di Bergamo SOStenibile

Bergamo SOStenibile con l’Associazione Naevus Italia

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«Siamo quello che mangiamo» affermava il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach e come dar-gli torto? L’alimentazione è un aspetto fondamentale della no-stra vita e la corretta nutrizione può incidere molto sullo stato di benessere psico-fisico di un in-dividuo. Sfamare il nostro cor-po è da sempre una priorità, ma quello che nasce come un istinto naturale fin dai primi mesi di vita si trasforma, successivamente, in un gesto abitudinario, con-dizionato in modo esasperato dall’ambiente che ci circonda e ossessionato da modelli e im-magini a cui uniformarsi. Basti pensare che la parola “dieta” è una delle più cliccate sul web, termine che tuttavia fa venire in

mente un severo regime alimen-tare a cui sacrificare il piacere del cibo, per perdere qualche chilo di troppo o riportare nella norma valori del sangue sballati. Ma il significato originario della paro-la dieta è da ricercare nella sua etimologia: in greco "diaita" vuol dire “stile di vita”, inteso come

attenzione al giusto nutrimento, all’adeguato movimento fisico e alla capacità di vivere in serenità. Seguire una dieta non significa quindi sacrificarsi, ma scegliere consapevolmente abitudini ali-mentari che possano condurci a una condizione di maggiore be-nessere. Un’alimentazione equilibrata è il fondamento del nostro stato di salute: se basassimo la nostra alimentazione su cibi che con-tengono sostanze nocive o che subiscono modificazioni gene-tiche, il nostro fisico inevitabil-mente ne subirà le conseguenze. Pensiamo al nostro corpo come a una città: se i rifiuti non venisse-ro rimossi, ma accumulati sem-plicemente nelle strade, cosa

succederebbe? Se il sovraccari-co di pattume non riuscisse a es-sere assimilato, se non venisse differenziato e indirizzato al cor-retto smaltimento, la città si riem-pirebbe di sostanze tossiche che si accumulerebbero nelle strade, come le tossine nel nostro orga-nismo, creando un ambiente fa-vorevole per la proliferazione di germi e malattie. La causa prin-cipale della maggior parte delle patologie al giorno d’oggi è la mancanza di sostanze nutritive e la presenza, al tempo stesso, di sostanze tossiche nei cibi che mangiamo. Come ha ben sot-tolineato in un convegno a Villa d’Almè Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, appare oggi una necessità sempre più pressante

la possibilità di consumare cibi di sicura provenienza. Scegliere materie prime coltivate secondo logiche che valorizzano l’agricol-tura locale significa contribuire a uno sviluppo sostenibile anche dal punto di vista ambientale. Il cibo locale, celebrato ogni anno con il consueto appuntamento di “Terra Madre Day” riporta l’ac-cento sull’importanza di un mo-dello alternativo di produzione e consumazione del cibo su scala globale. Questo vale per noi, ma soprat-tutto per i nostri figli, che fin dalla culla subiscono le conseguenze di una cattiva gestione del Pia-neta. Nel suo libro, “Biberon al Piombo”, la dottoressa Maria Cristina Saccuman, neurobio-

Siamo quello che mangiamo?Imparare a mangiare sostenibile per un’armonia che mette d’accordo corpo e ambiente

“Il dottore del futuro non darà più medicine ma interesserà il paziente alla cura della struttura umana, alla dieta e alla prevenzione della malattia” (Thomas Edison)

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loga dello sviluppo, evidenzia in modo semplice ed efficace co-me l’impatto dell’inquinamento sulla salute dei neonati si com-batta anche a tavola. Bastereb-be un po’ più di attenzione e cura nella scelta degli ingredienti e nella preparazione dei cibi: im-presa non così ardua, come ci illustra con la sua frizzante “ver-ve” Lisa Casali, autrice del nuovo “Autoproduzione in cucina”. Da questo punto di vista appa-re quindi sempre più interes-sante la scelta di incentivare lo sviluppo di orti urbani come grimaldello capace di cambiare il nostro modo di acquistare e consumare i prodotti alimentari, perché la giusta alimentazione offre l'opportunità al nostro cor-

po di sfruttare le proprie poten-zialità nel migliore dei modi. Da Ippocrate, padre della medici-na moderna, allo scienziato e filosofo Rudolf Steiner, teorico dell’antroposofia, la consapevo-lezza dell’effetto degli alimenti sul corpo ha radici antiche: un fisico nutrito in modo sano ci permette non solo di svolgere meglio le at-tività del quotidiano ma anche di sviluppare forza creativa. Biso-

gnerebbe imparare a mangiare e a vivere bene nella quotidianità, consci che quello che mettiamo nel piatto diventerà parte di noi. Certo, di tanto in tanto anche qualche “strappo alla regola”, soprattutto durante le feste, ci sta: una fetta di panettone, me-glio se artigianale, una birra o uno spumante in compagnia non solo soddisfano la gola ma anche l’umore. Inoltre ricordia-moci che «Non s’ingrassa da Na-tale a Capodanno -come spiega nelle seguenti pagine Rossana Madaschi, dietista e docente di Scienze dell’Alimentazione- ma dal Capodanno al Natale suc-cessivo».

Alice Motti

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"Fa che il cibosia la tua medicinae la medicinasia il tuo cibo" (Ippocrate)

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L’abbiamo stressata e divo-rata la terra su cui pasteggia-mo. Abbiamo apparecchiato i nostri tavoli con grande arro-ganza sul ricco velluto arcoba-leno che ci aveva gentilmente concesso, trasformando trop-po spesso la cucina in un at-to di violenza verso il territorio, verso la biodiversità e gli altri animali. È ora di riprogettare i nostri orientamenti ricordan-doci chi siamo e da dove ar-riviamo. Ripensare alle radici

forse vuol dire ricordare che siamo figli della terra, che è vi-va e ospita anche gli altri esseri viventi, nostri fratelli. Vuol dire ritornare alla nostra dimensio-ne più naturale, riflettere su ciò che mangiamo ripristinando anzitutto la dimensione dell’e-quità di scambio. L’incontro e il dialogo che ci conduce con forza verso ri-flessioni come questa è quel-lo con Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, e Gad Lerner, giornalista, scrittore e con-duttore televisivo. In un gre-mito Serassi di Villa d'Almè si è cercato di ripensare alle radici attraverso una riflessio-ne sulla nostra identità, che i due autori disegnano come la sintesi di uno scambio, con il conseguente riconoscimento

dell’arricchimento attraverso le differenze. Già dalle prime battute quello che emerge è la necessità di tornare a ripen-sare l’uomo partendo dal suo approccio con il cibo e la terra che lo genera. Una relazione più democratica, non solo fra uomo e territorio ma anche fra uomo e uomo. A oggi la filiera dell’agricoltura è fortemente sbilanciata e troppo spesso non risulta sostenibile. I con-tadini guadagnano poco, i consumatori pagano tanto e qualcuno, silenziosamente, si mangia ingordo la grossa parte della torta. Le politiche devono creare un humus do-ve le persone si possano in-serire producendo, attraverso ausili e sostegni, le “piante” di un’economia sempre più in ar-monia con il territorio e i suoi occupanti. Devono fare in mo-do che il ruolo dell’agricoltore e del contadino, possano non

solo recuperare il loro status ma riescano a migliorarlo co-struendo una nuova dignità, al cui centro regni imperativo l’atteggiamento della sosteni-bilità territoriale, remunerativa e sociale. I due autori ci ricor-dano che anche in paesi come l’America, spesso criticata per le cattive abitudini alimentari, alcuni stati stanno oggi realiz-zando notevoli cambiamenti con un orientamento sempre maggiore verso i mercati di-retti. Interessanti sono anche progetti dove le persone pos-sono investire il loro denaro in piccole società agricole rice-vendo a tempo debito i doni di quelle terre. I gruppi d’acqui-sto e i Farmer Market, cresciuti in misura esponenziale, sono un altro valido esempio di que-sto virtuoso cambiamento. Tornare all’agricoltura loca-le oltretutto non significa so-lo riattivare l’economia di un

territorio, ma anche abbattere una grandissima percentua-le d’inquinamento, generato da inutili spostamenti logistici dei prodotti. In Italia si buttano quattro mila tonnellate di cibo mangiabile ogni giorno. Ne-gli Stati Uniti ventidue mila. E tutto ciò mentre un miliardo di persone al mondo muoiono di fame. Questi dati devono por-tarci a una nuova presa di co-scienza: lo spreco non può più essere contemplato. La nuova agricoltura deve abbandonare la logica dell’accumulazione industriale lasciando spazio a rapporti di reciproca soste-nibilità. Fra l’ironia di Petrini e Lerner si generano riflessioni tutt’altro che banali. La ga-stronomia, spesso ridotta dai media alla sua parte più por-nografica, deve essere ripor-tata alle persone non solo nella sua forma “ricettistica e spet-tacolarizzabile”, ma soprattut-to alla sua vera natura fatta di una multidisciplinarietà di sa-peri così come di presupposti etici molto importanti.

Alessandro Fortis

Carlo Petrini e Gad Lerner dialogano al teatro Serassi di Villa d’AlmèRadici, gastronomia e nuove politiche per agricoltura e territorio

Recuperare il rapportocon la Madre...Terra

“In Italia si buttano quattro mila tonnellate di cibo mangiabile ogni giorno. Negli Stati Uniti ventidue mila.”

“Quello che emergeè la necessità di tornare a ripensare l’uomo partendo dal suo approccio con il ciboe la terra che lo genera”

Foto di ©Marco Zeno

Foto di ©Marco Zeno

SPECIALE ALIMENTAZIONE

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Dal 2009 Slow Food organizza il “Terra Madre Day” con l’obietti-vo di festeggiare con le comuni-tà di tutto il mondo il cibo locale. L’appuntamento, giunto ormai alla sua quinta edizione, si terrà il 10 dicembre e verrà celebrato con più di mille eventi organizza-ti e distribuiti in ogni angolo del pianeta per promuovere produ-zioni e consumi sostenibili. Terra Madre è una rete mondiale lan-ciata nel 2004 da Slow Food per creare un modello alternativo di produzione e consumo del cibo. Su scala globale, unisce comu-nità del cibo in 160 Paesi che condividono la visione di una produzione alimentare radicata nelle economie locali che rispetti l’ambiente, le conoscenze tradi-zionali, la biodiversità e il gusto. L’evento, lanciato per festeggiare il ventennale di Slow Food, si è trasformato in un appuntamento mondiale fisso. I primi due an-ni, le parole d’ordine che han-no caratterizzato l’evento sono state immaginazione e fantasia; partendo da questi spunti nel mondo sono state organizzate

manifestazioni di ogni tipo volte a rendere sempre più speciale questa giornata.

Le condotte bergamasche

Tre sono gli appuntamenti or-ganizzati dalla Rete giovane della condotta di Bergamo, uniti sotto uno stesso slogan: “Buono, sporco e giusto”. Buo-no perché ciò che mangiamo deve esserlo; sporco perché ci abbiamo messo le mani, la faccia, il viaggio, la ricerca e la raccolta; giusto perché ci ri-compensa sempre delle nostre fatiche. Si inizia quindi venerdì 13 dicembre con “Di Testa e…gusto”, un aperitivo organizzato per raccontare e spiegare cos’è Terra Madre, assaggiando bir-re, vino e preparazioni a base di carne, presso l’Hamburghe-ria Eataly di Bergamo; durante la serata gioco del baratto con i GAS. Il giorno successivo, ci sarà “Con le mani”, in cui è or-ganizzata in mattinata la visita a un’azienda agricola con gio-

co nei campi. Nel pomeriggio si proseguirà con “… e con i piedi”, che consiste in una breve cam-minata in val d’Astino con l’in-tervento degli esperti dell’Orto Botanico di Bergamo sul tema del disegno e della modifica del paesaggio agricolo. Al termine merenda con pane e marmella-ta! Per informazioni e dettagli si può visitare il sito www.slowfo-odbergamo.it. Molti anche gli appuntamenti organizzati dalla condotta delle Valli orobiche,

indirizzati soprattutto agli allievi di diversi istituti scolastici; per quanto riguarda invece gli eventi aperti al pubblico, martedì 10 di-cembre a Gandino è stata orga-nizzata una serata dedicata alla polenta taragna a base di farine di mais antichi bergamaschi e il formaggio “Formai del mut” dell’alta val Brembana. Sempre il 10 dicembre alla vineria Ol Fa di Osio Sotto si terrà una degusta-zione comparata di salami della tradizione lombarda aderenti al

Progetto Tredicilune. Sa-bato 14 a partire dalle ore 11, invece, tutti al merca-to agricolo di M&C di Al-bino, dove si terrà una degustazione libera di prodotti del mercato, con l’intervento delle osterie lo-cali. Per informazioni: www.slowfoodvalliorobiche.itLa condotta della Bassa Bergamasca festeggia lu-nedì 9 dicembre il venticin-quesimo anniversario della

nascita di Slow Food con la proiezione alle ore 21 del film

“Slow Food Story”, che si terrà presso la sala Grossi della bi-blioteca comunale di Treviglio (entrata vicolo Bicetti). Il film di Stefano Sardo, uscito lo scorso maggio racconta la storia perso-nale di Carlo Petrini e gli sviluppi più recenti del movimento da lui creato. Una trama che coinvolge fin da subito anche le persone il cui percorso di vita si è in qual-che modo intrecciato a quello di Petrini.

Lara Abrati

una festa mondiale

ogni anno dal 2009

centinaia di eventi per mostra

re la div

ersità delle nostre culture a

limenta

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dai più piccoli vi

llaggi a

lle più

grandi citt

à, in oltre 160 paesi

un movimento nato per diffondere un

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zione bu

ona, pulita e giusta

Slow Food Story a Terra Madre Day 2013Alla festa per i 25 anni di Slow Food, il film documentario e tanti eventiper celebrare il quarto di secolo del movimento di Carlo Petrini

via Cesare Batt ist i 97/E24025 GazzanigaBergamoItalyph: +39 035 712314fax: +39 035 714940www. mobi l i f ic iofattor in i . i tinfo@mobi l i f ic iofattor in i . i t

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Pesci al mercurio, latte alla dios-sina e frutta contaminata da pesticidi possono arrivare fa-cilmente sulla nostra tavola e interferire con lo sviluppo neu-rologico dei più piccoli. La Dott.ssa Maria Cristina Saccuman, neurobiologa dello sviluppo, at-traverso il suo libro “Biberon al piombo” scritto con un linguag-gio tecnico comprensibile a tutti, ci guida tra le principali sostan-ze con azione neurotossica che entrano nel nostro corpo attra-verso l’aria che respiriamo e at-traverso il cibo che mangiamo. Come comportarsi perché l’im-patto sulla salute dei bambini sia il meno rischioso possibile? Met-tendo in atto pratiche concrete e quotidiane è possibile per esempio evitare che del pesce inquinato dal mercurio finisca sulle nostre tavole. Il mercurio è un metallo tossico per il cer-vello ed è l’unico capace di bio-accumulo, cioè ogni anello della catena alimentare ne passa il proprio carico all’anello succes-sivo. Il pesce grosso che mangia il pesce più piccolo, che a sua

volta si è nutrito di zooplacton, ingloba quantità di mercurio in maniera esponenziale. Uno stu-dio condotto nelle isole Faroe su un campione di bambini ha di-mostrato che le capacità di me-moria e di apprendimento erano inversamente proporzionali al livello di mercurio riscontrato nei capelli delle madri durante la gravidanza e nei cordoni om-belicali, a dimostrazione che l’e-sposizione al mercurio in epoca prenatale ha un impatto signifi-cativo sul cervello. Che sia mari-no o d’acqua dolce, tutto il pesce contiene mercurio, ma eliminarlo dall’alimentazione non è la stra-da giusta. La soluzione consiste nello scegliere il pesce giusto,

che bilanci i benefici nutrizionali con il rischio di contaminazione, evitando quelli di grosse dimen-sioni, come il pesce spada e il tonno, e preferendo sgombri e sardine, ricchi di omega 3, i grassi che fanno bene al cervel-lo. La frutta e verdura contami-nata da pesticidi rappresentano un altro esempio d’inquinamen-to alimentare quotidiano. I van-taggi dei prodotti biologici sono innegabili, dall’alto contenuto di vitamine alla minore quantità di pesticidi utilizzati. Ma se l’uso agricolo è rigorosamente mo-

nitorato, non possiamo di-re lo stesso per l’uso comuna-le di pesticidi, gestito in autono-mia. Così, la dieta biologica più rigorosa può non proteggere i bambini dai prodotti utilizzati per trattare giardini e parchi che si trovano nelle immediate vicinan-ze delle coltivazioni controllate. Come comportarsi? È fonda-mentale scegliere i prodotti di stagione, evitando quelli dalla dubbia provenienza e fatti matu-rare nelle celle frigorifere, e, piut-

tosto che diminuire la quantità di frutta e verdura, meglio affidarsi al fruttivendolo sotto casa. Un’ultima semplice raccoman-dazione: per scaldare il cibo nel

forno a microonde meglio usa-re un conte-

nitore in vetro. La tanto diffu-

sa plastica, una volta surriscalda-

ta, può rilasciare il bisfenolo A, alla

cui esposizione pre-coce si imputano i

più comuni problemi dell’apparato endocri-

no oltre a deficit di at-tenzione e iperattività. I

preziosi consigli che la Dott.ssa Saccuman snocciola nel suo li-bro rientrano quindi in quelle pic-cole accortezze casalinghe che dimostrano come non serva es-sere scienziati, chimici o biologi per saper mangiare bene e vive-re sano, salvaguardando nello stesso tempo la salute dei più piccoli.

Eleonora Chiari

L’impatto dell’inquinamento sulla salute dei bambinisi combatte anche a tavola

Mamma, voglio diventarebello e intelligente

“«Biberon al piombo» è un libro per eco-mamme che racconta come lo sviluppo neurologico passi attraverso l’aria che respiriamo e il cibo che mangiamo”

SPECIALE ALIMENTAZIONE

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Un manuale che fa di sostenibili-tà e creatività una vera e propria missione: in “Autoproduzione in cucina”, Lisa Casali (Gribaudo Editore) sforna il suo quarto libro conducendoci nel magico mon-do del fai-da-te in cucina. Il fil rouge di questo e dei precedenti tre libri della eco-food blogger è la cucina e l’ambiente: continua la ricerca per creare prodotti che siano salutari e producano risparmio delle risorse utilizzate, ma anche economico. Come? Autoproducendoseli. Molti prodotti che fanno parte

della nostra alimentazione quo-tidiana e si acquistano general-mente al supermercato sono facilmente realizzabili in casa, senza avere bisogno di stru-menti professionali né particolari competenze. Il libro illustra tut-ti i passi per imparare a fare in casa prodotti di uso quotidiano, per mangiare in modo più sano e, con un piccolo investimen-to di energie, risparmiare fino all’80%, non solo di denaro, ma anche di tempo: l’idea alla base del libro è quella di sfruttare i mo-menti liberi per produrre alimenti

da usare quando di tempo non se ne ha, attraverso tecniche di conservazione come l’essicca-zione e il sottovuoto.Quindici capitoli, ognuno dedi-cato a una diversa attività che apre un piccolo universo alimen-tare, dai prodotti di base come il dado granulare, l’aceto di mele, il Gomasio, a farine, addensan-ti, gelatificanti, per approdare ai prodotti da forno e alla pasta madre. Non mancano i prodot-ti per una sana colazione e una sostanziosa merenda, come il muesli e le barrette, oppure la preparazione di zuppe e mine-stre istantanee. Un capitolo a parte è dedicato alla pasta: da-gli spaghetti al cous cous fat-to in casa, imparerete l’arte dei primi piatti “come una volta”, da accompagnare a secondi di formaggio classico e vegetale come il tofu o, nella più genui-na tradizione vegana e macro-biotica, Tempeh, Seitan, Kebab

vegetale, magari da accompa-gnare a qualche gustosa salsina come ketchup, senape o maio-nese. Potrete infine terminare un ottimo pranzo con un buon gelato artigianale o un dolce pre-parato con le conserve dolci. La vostra dispensa si colorerà non solo dei colori della frutta, ma anche di pelati, crauti, legumi, sott’aceti. Avrete sempre cara-melle e cioccolatini da offrire agli ospiti e nessuna cena organiz-zata all’ultimo minuto vi metterà

in crisi: surgelati pronti all’uso come minestroni e pizzette sa-pranno soddisfare l’appetito dei più esigenti commensali, da stu-pire con bibite stravaganti come la kombucha o realizzate con latti vegetali.Autoprodurre il proprio cibo si-gnifica anche ridurre il proprio impatto ambientale, soprattut-to se si scelgono materie prime prevalentemente vegetali, a filie-ra corta e a km zero, raffinate il meno possibile. Un altro aspet-to importante è l’ottimizzazione delle materie prime per ridurre gli sprechi: in diverse ricette è presente un simbolo che indica le ricette complementari, ovvero quelle che è possibile realizzare con lo scarto della preparazio-ne. Infine una coroncina segnala quei prodotti che sono “super” ovvero super salutari e difficili da reperire o molto costosi, ma dalle proprietà benefiche che varrebbe la pena autoprodur-re per farli diventare parte della propria alimentazione come ke-fir, kombucha, tempeh, gazzosa naturale e miso. Potete così tra-sformare la vostra cucina in un forno o in una pasticceria, per ricreare a casa quei prodotti di cui non si può più fare a meno ma che hanno un gusto com-pletamente diverso da quelli in-dustriali quando preparati con le proprie mani.

Alice Motti

Autoproduzione in cucina Chi fa da sé... risparmia Il nuovo libro di Lisa Casali insegna a realizzarepiù di 100 prodotti di uso quotidiano

“Autoprodurre il proprio cibo significa anche ridurre il proprio impatto ambientale”

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Nascosto in cima a una scalina-ta con una vista mozzafiato su Città Alta e sulle Prealpi Orobie, l'Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo offre un'ampia selezio-ne di piante che vanno dal fior di loto, alla canna da zucchero ai cactus, concentrati in uno spa-zio di soli 2400 metri quadrati. Chiunque però immagini l'Orto

Botanico solo come un bel giar-dino pieno di piante insolite, si sbaglia di grosso. L'Orto Botanico di Bergamo or-ganizza varie attività, molte delle quali coinvolgono i bambini e i ragazzi, per favorire lo sviluppo di una coscienza ambientale sul territorio ed è un nodo di primis-simo livello nella Rete degli Orti

Botanici della Lombardia, che ha festeggiato i suoi primi dieci anni di attività in occasione di BergamoScienza. Inoltre, in ri-sposta al problema sempre più pressante dell'eccessivo sfrut-tamento del suolo in agricoltura, l'Orto Botanico Lorenzo Rota sta lavorando a un progetto di svi-luppo agricolo sostenibile nella

Valle d'Astino in vista di Expo 2015, il cui slogan ricordiamo è “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. L'agricoltura sostenibile è quindi uno dei grandi obiettivi degli or-ti urbani per il futuro. Il rapporto uomo-ambiente è in effetti mu-tato radicalmente nel corso dei secoli: si è passati da una situa-zione di dipendenza dai ritmi naturali a una di modifica degli stessi per far fronte alle esigenze produttive e alimentari dell'uo-mo. Negli ultimi anni, complici la crisi economica e la crescen-te consapevolezza che il nostro stile di produzione e di consu-mo mal si concilia con i ritmi del nostro pianeta, si è iniziato ad applicare criteri di sostenibilità all'agricoltura. Ciò non significa solo evitare l'utilizzo di pestici-di e fertilizzanti chimici in fase produttiva, ma ripensare l'inte-ra filiera alimentare per creare avanzamento sociale ed econo-mico. Sostenibilità alimentare, non so-lo agricola, è la parola d'ordine per il domani. Il modello alimen-tare attualmente in vigore è di-fatti estremamente dispendioso. Innanzitutto vi è l'aspetto dello sfruttamento del lavoro: sono innumerevoli i lavoratori -irre-golari e non- che in ogni parte del mondo faticano nei campi per pochi euro. Per non parlare dell’inquinamento: basti pensare alle migliaia di camion che ogni

giorno trasportano i prodotti ali-mentari lungo la catena che lega il produttore al consumatore. In-fine, bisogna prendere atto dello spreco di risorse in ogni fase di questa catena. I progetti per ripensare questo sistema squilibrato sono tan-ti. Uno di questi sta per essere messo in atto nel Comune di Mozzo, dove un terrazzamen-to abbandonato verrà ceduto in comodato d'uso gratuito per la coltivazione all'associazione “Quarto Paesaggio”, formata in prevalenza da giovani. Chiunque voglia può offrire il suo contribu-to nell'orto sociale o acquistarne i frutti. Ma c'è di più: il compost utilizzato come fertilizzante sarà ricavato dal riutilizzo dell'umido, la cui raccolta inizierà nel mede-simo Comune da gennaio 2014. «C'è ancora tanto da fare e da mettere a punto -dichiara Pao-lo Pelliccioli, Sindaco di Mozzo- Ma l'idea è di creare un circolo virtuoso che colleghi con un filo unico l'orto sociale, il consuma-tore consapevole e il cittadino, oltre a dare lavoro ai giovani del territorio».L'obiettivo della sostenibilità ali-mentare non si raggiungerà di certo dalla sera alla mattina, ma se ognuno di noi si impegna a stare attento a quello che arriva sulla nostra tavola, un piccolo passo avanti lo si è già fatto.

Elena Paganelli

L'azione degli orti urbani può cambiare il modo di acquistare e consumare i prodotti alimentari?

Orti urbani e sostenibilità alimentareLa grande sfida del futuro

Il 9 dicembre 2013 alle 10.30 presso la Fiera di Bergamo si terrà il convegno “L’olio vegetale esausto diventa risorsa: oppor-tunità per il ristoratore” orga-nizzato da Ressolar srl, società bergamasca leader nel settore Ambiente e nell’Efficienza Ener-getica, in collaborazione con Ascom Bergamo, con il patro-cinio del Comune e della Pro-vincia di Bergamo. Un meeting utile per informare gli addetti ai lavori, dando soluzioni concre-

te. Ressolar ha recentemente stipulato con Ascom Bergamo (Associazione Commercian-ti) una convenzione per il riti-ro gratuito a domicilio degli oli esausti, il rilascio del formulario obbligatorio, speciali promo-zioni e sconti in diversi settori e servizi. L’invito è a registrarsi sul sito www.ressolar.it, oppu-re a contattare il numero verde Ressolar 800121998 o la segre-teria organizzativa (035/515488 - [email protected]).

Olio esausto:un’opportunitàper i ristoratoriPartecipa al meeting informativo del 9 dicembre Ressolar ti omaggia l’ingresso a Pianeta Gourmarte

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Ricette, sperimentazioni e rico-noscimenti: il Birrificio Indipen-dente Elav di Comun Nuovo è una delle attività artigianali ber-gamasche più attive ed inte-ressanti che potrebbe detenere tranquillamente il record di idee, collaborazioni e iniziative che questa “non più piccola realtà” è stata in grado di sfornare in soli 3 anni. Senza questa overdose di creatività e passione non si spie-gherebbe come in una sala di cottura di soli 300 litri, nell’ultimo anno siano state brassate qua-si 1000 cotte per un totale pro-duttivo annuo di 300.000 litri di birra. Non bisogna però dimenti-care che i ragazzi di Elav proven-gono da un’esperienza birraia consolidata. Dopo oltre 10 anni di attività negli ormai storici locali di proprietà, il Clock Tower Pub di Treviglio e l’Osteria della Birra di Bergamo Alta, nel 2010 sono gli stessi titolari che gestiscono i due locali a decidere di produrre in proprio la loro birra: è così na-to il “Birrificio indipendente Elav”. Anche grazie ai due locali dive-nuti “cult” il Birrificio è riuscito a tessere stretti legami con altre valide realtà artigianali berga-masche, come il Panificio Suar-

delli per il paninello alla birra, la pasticceria Ferrandi che ha dato sfogo alla sua fantasia creando innumerevoli dolci a base di bir-ra Elav, il caseificio La Via Lattea che ha lavorato dei formaggi di

capra con la birra Elav, l’azienda vinicola Caminella che ha fornito le sue botti di vino per due cre-azioni del Birrificio e molto altro ancora.

Birra e collaborazioni di qualità

È anche in ambito culturale che il Birrificio Indipendente Elav ha espresso la sua creatività che gli è valsa, a Matera nel 2012, il premio come Best-Partnership per la collaborazione con Ber-gamo Film Meeting, scalzando in finale anche le multinazionali in concorso. Oltre a Bergamo Film Meeting, del quale il Birrificio è ormai active-partner per il terzo anno consecutivo, anche in Emi-lia Romagna Elav ha dato prova di forza diventando partner di un altro grande festival, il Biografilm di Bologna, con 12 mila litri di bir-ra consumati in soli 15 giorni.Fulcro di questo successo re-sta comunque l’ingrediente ba-se del birrificio Elav: la grande qualità della birra, segno che la passione e la cura artigianale so-no ancora il cavallo di battaglia vincente per imporsi nelle logi-che di un mercato che spesso premia la quantità a scapito della qualità. Non a caso gli ultimi due anni hanno portato grandi sod-

disfazioni: se il 2012 era già stato generoso con Elav, premiata al Beer Challenge di Bruxelles con due argenti e un bronzo, il 2013 è stato una grande conferma di crescita. Al Mondial de la Bière di Mulhouse in Francia, il Birri-ficio Indipendente Elav ha vinto con la “Grunge Ipa” e la “Punks Do It Bitter” due medaglie d’o-ro; la “Indie Ale” viene decreta-ta a Rimini, da Unionbirrai, birra dell’anno - categoria Ipa, men-tre al Brussels Beer Challenge 2013, la “Aeresis” si è guada-gnata la medaglia di bronzo per la categoria Dark Ale, e la “Punks Do It Bitter” ha meritato una “Ho-norable Mention” nella categoria Best Bitter.

Export negli U.S.A. e occupazione in aumento

Il valore dei premi internaziona-li, oltre a confermare la qualità, ha costituito un aumento note-vole di visibilità e un indiscutibile volano per la vendita all’estero. È anche per questo che ora il Birrificio esporta, oltre che in Eu-ropa, addirittura negli Stati Uniti. L’aumento della mole lavorativa degli ultimi due anni, in contro-tendenza con la situazione eco-nomica generale, ha permesso ad Elav di dare occupazione fis-

sa a ben 23 persone, distribuite tra produzione, uffici di contabili-tà, marketing ed organizzazione eventi e ovviamente i pub. Tutto sempre all’interno del-la propria azienda. Per il 2014 i ragazzi di Elav contano di con-cludere la realizzazione di due grandi progetti entro la prima-vera, progetti che creeranno almeno 15 nuovi posti di lavoro e che andranno ad incrementa-re ulteriormente l’indotto locale sul quale Elav ha sempre punta-to, cercando di commissionare i propri lavori esterni ad aziende del territorio.Ma per scoprire davvero il se-greto del successo di questa azienda occorre assaporarne i prodotti; l’appuntamento per tutti è la seconda edizione dello “Yule Fest”, la festa d’inverno di-rettamente in Birrificio, dove sa-rà lanciata la partnership con il mensile BergamoSOStenibile e la rubrica sulla cultura della bir-ra, curata da Elav: insomma non potete mancare perchè ci sarà “fermento” ...rigorosamente SO-Stenibile.

La qualità artigianale delle birre di Comun Nuovo spopola tra premi e riconoscimenti internazionali. Dal 19 al 22 dicembre 2013 il 2° Yule Fest

Elav, un birrificio in fermento

“Il birrifcio Elav curerà una rubrica sulla cultura della birra”

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L’agricoltura biodinamica è un metodo di coltura che utilizza sistemi che rispettano l’ecosi-stema terrestre, abbracciando i criteri dell’agricoltura biologica e invitando a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. Il me-todo biodinamico considera ogni sostanza binomio inscindibile di materia e forza vitale che si fonda sulla visione spirituale antropo-sofica del mondo. Fondamen-tale è mantenere la terra vivente perché quando viene curata in maniera conforme a questa esi-genza si ha contemporanea-mente la risposta all’impegno preso. «Quando mi accorsi che i rapanelli crescevano molto più velocemente se seminati in giorni di radice anziché di foglie, come indicato nel calendario biodina-mico elaborato sulle conoscenze di Steiner, capii che quest’uomo o era un pazzo visionario o era un veggente», ha sottolineato Sabino Pavone, vicepresidente della Federazione delle scuole Steiner-Waldorf in Italia, durante la conferenza tenuta presso l’As-sociazione L.I.S.A. di Curno sul tema “Costruire una scuola Wal-dorf: l’organismo sociale, il con-tributo individuale”. «Così mi resi conto -continua Pavone- che le conoscenze che Steiner aveva donato al mondo con i suoi sag-gi e le oltre cinquemila conferen-ze, contenevano molto di più dei princìpi per l’agricoltura biodina-

mica: offrivano un’antropologia e una didattica rispondenti ai bisogni pedagogico-educativi contemporanei». I processi, le pratiche, i preparati che caratte-rizzano il metodo agricolo biodi-namico sono l’applicazione di un sistema di conoscenza scien-tifica indispensabile anche per la comprensione piena di tale metodo. Ciò detto non è neces-sario conoscere “filosoficamen-te” l’agricoltura biodinamica per praticarla: molti agricoltori han-no semplicemente cominciato a sperimentare e osservarne gli effetti, contribuendo a man-tenerlo vivo con il loro apporto conoscitivo. In oltre 80 anni di storia l’agricoltura biodinamica ha elaborato procedimenti pro-duttivi del tutto innovativi rispet-to a qualsiasi pratica agricola e i risultati dimostrano sempre più successi.

Antroposofia, una via per la conoscenza

L’origine di questo nuovo modo di concepire il lavoro della terra si deve ricercare nell’antroposo-fia (dal greco: anthropos = uomo e sofia = sapienza, conoscen-za), un movimento fondato agli inizi del ’900 da Rudolf Steiner (1861-1925), scienziato austria-co, vissuto prevalentemente in Germania e in Svizzera. Steiner elabora un sistema filosofico che possa andare incontro all’uomo

contemporaneo, cercando le ri-sposte ai più ardui problemi della vita in modo concreto, attraver-so lo sviluppo di una coscienza desta. L’antroposofia si potrebbe definire una via di conoscenza che fa appello all’individuo che, esercitando il pensiero, voglia sviluppare organi di senso spi-rituali per una conoscenza più profonda della realtà in cui è im-merso. Questo bisogno nasce dalla mancanza di risposte della scienza contemporanea riguar-do alle domande sulla vita e sul senso del proprio esistere. La scienza per Steiner indaga tutto con strumenti molto sofisticati, che raggiungono una grandis-sima precisione, esaminando anche l’infinitesimamente pic-colo, ma non trova nella mate-ria le cause dei fenomeni, per lo

stesso motivo per cui non si può comprendere il significato di un poema, o di un trattato, esami-nando la qualità dell’inchiostro e della carta su cui sono scritte le parole. Nei suoi molti scritti e nel-le conferenze che Steiner tenne in tutta Europa agli inizi del se-colo scorso si evince un concet-to chiave: ciò che non è visibile e quindi non può esser misura-to da strumenti scientifici, ma che tuttavia si manifesta come esperienza soggettiva dell’uo-mo, non si può conoscere attra-verso la scienza ufficiale. Da qui la nascita dell’antroposofia, una “scienza dello spirito” in grado di aggiungere alla conoscenza scientifica anche quella imma-ginativa, ispirativa e intuitiva per una comprensione globale della realtà. Dall’ambito pedagogico a

quello della medicina antropo-sofica, dall’architettura organi-ca all’arte, a cui quest’anno ha aperto le porte la Biennale di Venezia, anche l’alimentazione si inserisce nella concezione an-troposofica. Nessun tipo di inte-gralismo, ma la consapevolezza che il nostro corpo appartiene alla terra e viene sostenuto es-senzialmente dai suoi prodotti: un corpo nutrito in modo sano ci permette non solo di svolgere le attività del quotidiano ma anche di sviluppare forza creativa. Se esiste lo spirito, è chiaro che per poter agire sulla terra esso deve agire nelle sostanze.

Dott.Guido CantamessaMedico Antroposofo

Presidente Associazione L.I.S.A.

Agricoltura biodinamicae pensiero antroposoficoDalle riflessioni di Rudolf Steiner un pontetra scienza e futuro in tutti gli ambiti della vita contemporanea

Gruppo Studio Biodinamica di Curno attivo dal 2008 con l’orto a Bergamo, località Monterosso

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È chiaramente all’insegna del-la sostenibilità e dell’efficien-tamento energetico la strada intrapresa dalla Quattroerre Srl, azienda di Torre de Roveri che si occupa di distribuzione di vino, birra e beverage, arrivata in poco più di 30 anni di attività a servire un migliaio di punti vendita e a commercializzare ogni anno ol-tre 2 milioni di litri, tra vino e birra e altre bevande. Sono numerosi e intrecciati i fattori che hanno decretato l’af-fermarsi dell’azienda e la sua continua crescita, ispirata a valo-ri tramandati dal padre ai quattro figli, due generazioni accomu-nate dalla capacità di anticipare con lungimiranza la giusta dire-zione in cui riporre sforzi, investi-menti e progetti. Come il recente progetto della produzione della birra a marchio “Birrificio nazio-nale”, con l’obiettivo di sfatare il mito che solo i Paesi esteri con una lunga tradizione in materia siano in grado di offrire birre di alta qualità. Uno sforzo che do-vrebbe accomunare tutti i pro-duttori italiani, visto il crescente interesse per le birre artigianali e l’effettiva crescita qualitativa nel-la produzione di birre anche nel nostro Paese. Alla base di tutto però vi è una condivisa filosofia aziendale, che i quattro fratelli, Maurizio, Giampietro, Enrico e Luca Ro-ta, volentieri riconoscono nella figura del padre Dino Rota e che trova la sua sintesi nell’espres-sione: “la persona al centro”. Va-lori come amicizia e lealtà sono alla base di ogni rapporto e val-gono nei confronti dei collabora-tori, dei fornitori, così come dei

clienti-amici, allora come oggi. Era il 1970 quando Dino Rota, nato a Seriate nel 1935, decise di lasciare il posto fisso da can-tiniere per aprire una propria fia-schetteria di vendita al dettaglio, per poi passare in breve tempo all’intuizione di rivolgere i propri servizi alla distribuzione organiz-zata. Nel 1982, insieme ai due figli maggiorenni, ai quali si ag-giungeranno ben presto anche i due più giovani, venne fondata la società Quattroerre, che og-gi vede Dino Rota nella veste di presidente onorario, mentre la gestione affidata in toto ai quat-

tro fratelli Rota, da cui il nome della società.Ma la filosofia di attenzione al-le persone non poteva che tra-dursi in attenzione al territorio e all’ambiente che ci circonda. Ed ecco che non appena si rese di-sponibile un fabbricato di fianco alla sede storica, la società optò decisamente per l’edificazione di una elegante palazzina all’in-segna dell’ecosostenibilità e dell’efficienza energetica, inau-gurata nel 2010. Ma il proget-to immobiliare che riguarda la riqualificazione dell’intera area in via Marconi continuerà nel

2014, con una ristrutturazione che porterà l’edificio a utilizzare energia da fonti rinnovabili per ben due terzi dell’intero fabbiso-gno aziendale.

Produzione e territorio Le birre artigianali

In parallelo alla funzione che il marchio “Villa Domizia” ha nella valorizzazione dei vini del territo-rio, un nuovo filone di attività e ricerca ha portato all’ideazione del marchio “Birrificio nazionale” con la creazione di due prodotti: la Cuvèe millesimata e la Cuvèe Riserva. Frutto di un lungo la-voro di definizione di una ricet-ta esclusiva, le due birre sono

prodotte in un impianto di un micro birrificio locale, dotato dei più elevati standard di qualità internazionale, senza trascura-re gli aspetti di ecosostenibilità, permettendo un risparmio ener-getico del 60-70% di energia primaria. Anche le materie prime utilizzate, come il malto, i luppoli e i lieviti sono state scelte per re-alizzare un prodotto che fosse di assoluta qualità. Accuratamente valutato l’aspetto legato al con-tenuto d’alcol: come il vino, la birra esprime emozioni grazie anche al suo tenore alcolico, ma l’obiettivo è stato quello di produrre una birra intrigante ma senza l’aiuto forzato di un’eleva-ta gradazione alcolica.

La Quattroerre dei fratelli Rota punta su sostenibilità e artigianalità con il marchio “Birrificio Nazionale”

Dalla fiaschetteria ai mercati internazionali: il valore del territorio

L’enoteca con la sala degustazioni

Dino Rota, fondatore dell’azienda

La Cuvèe Millesimata è una birra speciale chiara, in-tegra, non filtrata e senza aggiunta di conservanti, rifermentata in bottiglia. È una birra che offre un pro-filo particolare, che unisce la bevibilità di una lager e l’aromaticità di una ale. Prodotta con un processo abbastanza raro (fermentata con ceppo di lievito a bassa e rifermentata in bottiglia con un ceppo di lievito diverso ad alta fermentazione), il suo profilo si distingue anche per il facile approccio comunque completo. Ha bisogno di due set-timane di fermentazione e cinque di matura-zione, a cui se ne aggiungono altre due per la rifermentazione in bottiglia, più sei settimane di riposo definitivo prima di essere messa in com-mercio. Gradazione alcolica 5,2-5,6%.

Cuvèe MillesimataBirra specialie - artigianale

Dal ceppo della Cuvèe millesimata nasce la Cuvèe Riserva, prodotta per il periodo invernale. Di grada-zione superiore (6,8%), più strutturata e aromatica, ha sapore intrigante e conta un numero sempre crescente di estimatori. Di frizzantezza decisa, questa birra ha un corpo rotondo. L’equilibrio è orientato all’amaro che rimane comunque mo-derato e piacevole. La sua ricchezza gustativa è marcata anche dalla sua persistenza. È con-cepita per i consumatori più appassionati alla ricerca di un prodotto particolare.

Cuvèe RiservaBirra doppio maltoartigianale

I quattro fratelli, Luca, Enrico, Giampietro e Maurizio Rota

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Gli scaffali dei supermercati in queste settimane si riempiono di dolciumi vari a base di cioccola-to, ma anche di dolci da forno lievitati. Il panettone, un classico della tradizione gastronomica italiana, è sicuramente il prodot-to più venduto e comunemen-te consumato. Esiste però un grosso divario tra il panettone industriale, spesso distribuito sottocosto, e quello artigianale. Ma che differenza c’è tra i due prodotti?«Il nostro panettone artigianale -spiega Raffaele Mattavelli de “Il Forno delle Bontà” di Palazza-go- è prodotto a partire da pasta madre rinfrescata giornalmente. La lievitazione è naturale e dura almeno 48 ore. Da non sottova-lutare poi l’utilizzo di ingredienti di alta qualità». E di alta qualità si tratta visto che, per esempio, Raffaele per i suoi panettoni uti-lizza esclusivamente zucche-ro di canna in sostituzione allo zucchero semolato o ai vari tipi di sciroppi zuccherini. Altro in-grediente principe, il burro, è prodotto in montagna e otte-nuto dal latte di bovine alleva-te allo stato semi-brado in alta Val Brembana, a un’altitudine che va dai 900 ai 2000 metri. Ma non è tutto: il panettone di questo laboratorio di pastic-ceria artigianale è completa-mente privo di conservanti e, soprattutto, di emulsionanti. Si tratta quindi di un prodotto artigianale unico, lontano dai veloci ritmi e dalla bassa qua-lità di quello prodotto industrial-mente e venduto a prezzo molto ridotto. Un fattore determinante è infatti il “tempo” dedicato alle lavorazioni: alle 48 ore di lievita-zione, si devono poi aggiungere, oltre al tempo di cottura di circa 50 minuti, le 24 ore da dedica-re all’asciugatura a temperatura ambiente, prima del confeziona-mento.

“Re panettone”

Reduce dalla sesta edizione dell’evento “Re panettone. Il sa-pore dei sogni”, un evento a cui hanno partecipato ben 40 arti-

giani organizzato a Milano dal 30 Novembre al 1 Dicembre per celebrare questo dolce stori-co, il Forno delle Bontà ha fatto conoscere il proprio panettone in tutte le sue varianti: dal pa-nettone classico, con uvetta, scorza d’arancia e cedro can-diti al “Re magi” con noci, fichi, datteri e pinoli. Golosa anche la versione “Gianduia”, con gocce di cioccolato e nocciole tostate finemente macinate, oppure la “Sottobosco” con ribes, lampo-

ni, mirtilli fragoline di bosco e il panettone Bio.«La dicitura “prodotto da agri-coltura biologica” indica un metodo di coltivazione e di pro-duzione controllato e certifica-to, che ammette solo l’impiego di sostanze presenti in natura, escludendo l’utilizzo di sostan-ze di sintesi chimica e mani-polate geneticamente -spiega Raffaele Mattavelli- Agricoltura biologica significa quindi svilup-

pare un modello di produzione che evita lo sfrut-

tamento  sconsi-derato delle risorse

naturali, in particola-re del suolo e dell’ac-

qua. Scegliere per la nostra alimentazione

prodotti di agricoltura bio-logica significa garantire un fu-

turo alle prossime generazioni».Un consiglio per consumare il panettone in modo ottimale? «Essendo un prodotto artigia-nale unico -aggiunge Raffaele

Mattavelli- vi suggerisco di por-lo in un luogo fresco e asciut-to (massimo 15 gradi) sino alla consumazione, lasciandolo nel-la sua confezione originale. Al momento del consumo, per ap-prezzarne pienamente profumi e sapori momentaneamente so-piti dal fresco, vi consiglio di to-glierlo dal sacchetto e scaldarlo a 30/35 gradi al massimo per al-cuni minuti, avendo cura di affet-tarlo con un coltello seghettato e ben affilato».

Lara Abrati

Natale vuole dire panettone? Sì, ma di qualità!“Il Forno delle Bontà” di Palazzago prepara il suo panettone artigianale, rigorosamente prodotto da pasta madre attraverso una lenta lievitazione

Il Forno delle BontàVia Briantea, 46 - PalazzagoTel. 035 540076 - www.ilfornodellebonta.com

“ Si tratta di un prodotto artigianale unico, lontano dai veloci ritmi e dalla bassa qualità di quello prodotto industrialmente”

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Quali sono i consigli e i trucchi dietetici per non eccedere con le calorie durante le feste natalizie? Abitazioni adornate all’esterno, spazi interni abbelliti con pre-sepi e alberi di Natale, balconi con pupazzi rampicanti, viali dei centri illuminati, mercatini carat-teristici, bancarelle, vetrine dei negozi con luci e addobbi, can-zoni natalizie, programmazioni degli inviti tra parenti e amici, pianificazione dei menù tradi-zionali, la ricerca dei regali e le corse dell’ultimo minuto, l’attesa gioiosa dei più piccoli di Gesù Bambino o Babbo Natale e poi, naturalmente a chiusura delle fe-ste, anche l’arrivo della Befana: l’atmosfera natalizia si respira un po’ dappertutto ed è quasi im-possibile non farsi contagiare. C’è chi le considera le feste più belle dell’anno e chi invece tira

un sospiro di sollievo quando si sono concluse: c’è chi si sente sgomento semplicemente all’i-dea dei vari festeggiamenti, a cui per motivi vari non potrà ri-nunciare, come ad esempio in-viti di lavoro, brindisi tra amici, date canoniche dei cenoni e le vede come “feste dell’ingras-so”, consapevole già prima del loro sopraggiungere che, pun-tualmente come ogni anno, gli regaleranno chili in più proprio a causa degli stravizi alimentari!Ma potrebbe anche non es-sere così, bastano infatti po-chi accorgimenti per evitare le grandi abbuffate che mettono a repentaglio la linea e la salu-te. Innanzitutto non dimenticate di preparare una dettagliata lista della spesa, evitando quantità eccessive d’ingredienti. Fate in modo che i componenti delle

vostre ricette siano adeguati ai vari piatti o preparazioni destina-ti ai vostri invitati anche perché, ahimè, gli avanzi poi si buttano e questo è più grave che ingras-sare! Fate attenzione anche alle date di scadenza perché travol-ti dalla “confusione natalizia” si acquista magari senza trop-pa attenzione, senza badare ai termini minimi di conservazione talvolta anche imminenti. Meglio quindi dare un’occhiata anche ai prodotti posti nelle file dietro, semplicemente allungando la mano e anche l’occhio.Per contenere, almeno in parte, i danni provocati da una sovra-limentazione basta attenersi a poche e semplici regole “ridu-ci calorie”. Mettendo in pratica qualche suggerimento raggiun-gerete il vostro obiettivo, e poi… tentar non nuoce!

In forma durante le feste senza rinunciare al gustoNon si ingrassa da Natale a Capodanno ma da Capodanno al Natale successivo

Riduci le calorieLeggerezzaCercate di seguire un’alimentazione leg-gera nei giorni che precedono l’arrivo del-le grandi feste, consumando soprattutto alimenti di origine vegetale, passati di ver-dure, riducendo o eliminando zuccheri di ogni tipo, controllando i condimenti, i fuo-ri pasto, gli eccessi.

1Nessun digiunoNon andate mai a digiuno a un invito pen-sando che “poi comunque mangerò mol-to”, perché l’appetito sarà maggiore e ingordo.

2PorzioniNon poter rinunciare ai vari inviti non si-gnifica per forza “tuffarsi” su qualsiasi cibo a disposizione: optate per piccole porzioni delle varie portate.

3MasticazioneSforzatevi di masticare a lungo i cibi. Nes-suno tra coloro che vi hanno invitato si offenderà se vi vedrà “muovere la bocca”. Con una prolungata masticazione avrete invece un duplice vantaggio: sentirvi sazi più a lungo e semplificare la digestione.

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Dolce tradizionaleIl momento del dolce tradizionale durante questi lauti pasti e delizie varie, corrispon-de all’incirca all’orario della merenda. É quindi l’occasione di richiedere o prepa-rarvi una bevanda calda (ad esempio the o tisane) da assumere prima del dolce; infatti il calore prodotto e la sostanza li-quida ipocalorica, vi farà sentire più sazi.

7Non solo brindisiAssumete prevalentemente acqua na-turale che apporta zero calorie, facendo invece attenzione alle bevande dolci zuc-cherine, soprattutto gassate. Anche i su-per alcolici e gli alcolici contribuiscono a far lievitare le calorie! Ad esempio 2 calici di vino rosso da tavola corrispondono alle calorie di mezzo piatto di pasta! Tuttavia a nessuno è vietato un brindisi di buon auspicio, ma senza esagerare!

8Attività fisicaNon perdete l’occasione per allontanarvi da tavola! Rimanere seduti a lungo con i vari commensali davanti a leccornie, op-pure oziare sul divano, renderà ancor più difficile la vostra rinuncia a stuzzicare ci-bo in continuazione ! Uscite e fate qual-che passo, anche in compagnia!

9L’anno che verràRicordiamo che le feste finiscono e non sarà qualche piacevole strappo alla rego-la che ci nuocerà! Tutti sanno che: “Non si ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno al Natale successivo!”

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In forma durante le feste senza rinunciare al gustoNon si ingrassa da Natale a Capodanno ma da Capodanno al Natale successivo

Rossana MadaschiDietista e Docente diScienza dell’AlimentazioneCell. [email protected]

La rubrica è promossa daPunto Ristorazione srl

Antipasti “calma fame”Attenzione agli antipasti perché spesso sono dei veri e propri piatti ricchi di calorie, come ad esempio salsine, salatini invitanti, ecc. Meglio contenerli mangiando magari un frutto a stoma-co vuoto poco prima di sedervi a tavola, oppure per combattere le mille tentazioni ipercaloriche non fate mai mancare sulle vostre tavole cibi a basso apporto calorico e a elevato potere sa-ziante. Tra gli alimenti da preferire mettete al primo posto le verdure (crude o cotte), meglio se consumate come antipasto perché grazie all’apporto di fibre tengono a bada l’introito ca-lorico e danno sazietà!

5Attenzione ai fine pasto…Per tradizione la frutta oleosa a guscio (noci, nocciole, mandorle, arachidi, ecc.) e la frutta essiccata (datteri, fichi secchi, albicocche sec-che, ecc.), sono serviti a fine pasto e poi a se-guire anche il dolce. Se proprio non riuscirete a rinunciarvi, e non volete “ingolfarvi” di calorie, richiedete della frutta fresca, limitando l’elevato introito calorico.

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La rubrica che vi invitaa conoscere e gustare i frutti che

la natura offre a ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e

minor impatto ambientale

“Brassicaceae” è la famiglia di provenien-za di questa ricca pianta erbacea dalle origini un po' incerte. Si pensa che i semi siano stati importati direttamente dall'O-riente dai genovesi e inizialmente coltivati dai francesi. Altre fonti però sostengono che le cime di rapa siano comparse nel nostro continente solo a partire dal XVII secolo, conosciute forse con il nome di “cavolo di Siria” o “cavolo di Cipro”. Sen-za dubbio hanno assunto un ruolo fon-damentale per la cucina tipica italiana, soprattutto al centro-sud e in Puglia che ne vanta l'eccellenza. Negli ultimi decen-ni gli estimatori di questo ortaggio sono aumentati, non solo nel nord d'Italia, ma anche oltre oceano, in particolare in Usa, Canada e Australia, dove è chiamato “broccoli raab”, “raab”, “spring broccoli”, “italian turnip” e “taitcat”.Le cime di rapa si contraddistinguono per il loro basso contenuto calorico (22 kcal per 100g), e l’alta quantità di acqua, circa il 92%, oltre alle molte proprietà nutritive

che contengono, tra cui fibre, ferro, pro-teine, fosforo, vitamina A,C e polifenoli.I benefici di questi ortaggi sono molte-plici per quanto riguarda la salute del cuore, dell'intestino, dei vasi e della pel-le. Presentano proprietà disintossicanti, antiossidanti e depurative e sono utili so-prattutto alle donne in gravidanza, perché contengono acido folico che aiuta a pre-venire la spina bifida nel neonato. Le cime di rapa contengono una moleco-la capace di stimolare i linfociti, difendere l'organismo dai batteri e favorire la cica-trizzazione dei tessuti. Dal sapore leggermente amarognolo e piccante, si sposano con i primi a base di pasta, come le orecchiette alle cime di rapa o le rape stufate col peperoncino, oppure possono essere lessate e condi-te con un filo di olio extravergine d'oliva, o passate in padella con dell’olio, come vuole la tradizione partenopea dei “fria-rielli”.

Fonti raccontano che i primi a scoprire questo frutto tondeggiante dalla buccia resistente, furono gli Arabi che successi-vamente lo introdussero nell'Asia Minore, Egitto, Nord Africa ed Europa. La rivela-zione storica più bizzarra narra dell'arrivo dell'arancio dolce in Europa per mez-zo di Vasco De Gama, che al rientro dai suoi viaggi in Oriente portò un albero di arance dolci dal quale si racconta che ebbero origine tutti gli aranci europei. In Italia la regione specializzata nella colti-vazione di questi frutti è la Sicilia, dove vennero impiantati aranci amari e limoni, e precisamente, le città di Siracusa e Ca-tania, famose per le coltivazioni di aran-ce rosse, caratterizzate da un sapore più dolciastro. Col trascorrere dei secoli e grazie alla selezione operata da parte dell'uomo, si possono distinguere diver-se varietà di arance, a seconda delle ca-ratteristiche e dei luoghi

d'origine; tuttavia si presentano tutte for-mate da una decina di spicchi dalla pol-pa e succo talvolta particolarmente acidi, con un ph compreso da 2,9 e 4. Le arance si distinguono per le loro proprietà nutriti-ve, in quanto ricche di vitamine, sali mine-rali e fibre. Aiutano a migliorare i processi digestivi e a rinforzare le difese immunita-rie, essendo un potente antiossidante in grado quindi di mantenere le cellule gio-vani e in salute. Si rivelano assolutamente miracolose per la capacità di allontanare fastidiosi raffreddori e influenze, grazie all'alto contenuto di vitamina C. A livello di calorie, (34 kcal per 100kg) l'arancia batte mandarini e mandaranci per il suo basso contenuto di zuccheri, quindi è

specialmente consigliata nelle diete. É sicuramente un frutto molto

utilizzato nell'ambi-to culinario, per

dolci, secon-di e antipa-sti: il suo sapore si accosta alla per-fezione con piat-ti a base di carne, come l’anatra all'aran-cia.

AranciaElisir di benessereal profumo di SiciliaL'alto contenuto di vitamina C rinforza le difese immunitarie

Kiwi, mandarini, mandaranci, pere, pomepelmi, frutta secca

Frutta di stagioneDicembre

“Arancio proviene dal persiano “Ciaranù”, il cosidetto frutto dell'elefante”

Barbabietole, broccoli, carciofi, cicoria, rabarbaro, radiccchio

Verdura di stagioneDicembre

Le cime di rapa sono consigliate alle donne in gravidanza, perché aiutano a prevenire la spina bifida del neonato.

Cime di RapaPoche calorietanta energiaDall'Oriente alla Puglia, un piatto tipico dalle proprietà sorprendenti

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La ricetta di Lisa Casali

Eco-Torta agli agrumi

PREPARAZIONEAnche la pausa per un dolcetto può di-ventare un momento per ridurre gli spre-chi e gustare qualcosa di sano e a basso impatto ambientale. Questo dolce, mol-to simile alla classica torta di mele si può preparare con agrumi o altri frutti come susine, pere e carote. L’ingrediente di ba-se di questo dolce è la polpa di scarto del centrifugato, ovvero una mousse di frutta pronta all’uso. Preparatevi un centrifuga-to di frutta mista (mele, carote, zenzero, arance sbucciate), gustate il succo e te-nete da parte la polpa di scarto. Mettete in una ciotola la banana e schiacciatela, uni-te la scorza grattugiata del limone. Spre-mete il succo di limone sulla polpa. Unite nella ciotola la polpa di frutta e gli altri in-gredienti e mescolate. Versate il compo-

sto in una tortiera imburrata e cuocete a 180° per 35 minuti. Sfornate e gustate.

INGREDIENTI

• 250 gr di polpa di frutta (scarto di centrifugato di 2 arance, 1 mela, 1 carota)

• 1 banana • 200 gr di farina 00• 150 gr di zucchero

di canna integrale• 1 bustina di lievito per dolci• 1/2 limone non trattato• 100 gr di burro vegetale

senza grassi idrogenati• 1 bicchiere di latte di soia

Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore.

La ricetta biologica del Villino d'Erica

Nasello con cime di rapae arancia

PREPARAZIONESfilettare il nasello e marinarlo con olio extra vergine, aneto e succo d’arancia. Mondare, lavare e tagliare le cime di rapa, poi cuocerle a vapore con fleur de sel (pri-mo sale) per otto minuti e poi abbassare la fiamma. Scaldare in una pentola antiaderente il nasello con le cime di rapa. Mettere in for-no il tutto a 180° per 6 minuti. Impiattare e servire con un filo di olio crudo.

INGREDIENTIPER 4 PERSONE

• 16 filetti di nasello• 350 gr. di cime di rapa

scottate al vapore• Succo di un’arancia• Aneto e Olio extra vergine di oliva

quanto basta

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Calendario appuntamenti

Fiere, convegni, incontri, mostre, mercati e molto altro ancora

Appuntamenti sostenibiliData Orario Evento Tipologia Luogo svolgimento Contatti

Data Orario Evento Tipologia Luogo svolgimento ContattiTutti i martedì 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Bergamo, piazza Santo Spirito Coldiretti - Tel. 035.4524125

Tutti i giovedì 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Seriate, piazza Alebadri Coldiretti - Tel. 035.4524125

Tutti i venerdì 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Bergamo, piazza Pontida Coldiretti Tel. 035.4524125

Tutti i sabati 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” Mercato biologico a Km 0 Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta [email protected]

Ogni 1° sabato del mese 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Stezzano (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it

Ogni 2° sabato del mese 8.30 - 12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Albino (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it

Ogni 3°sabato del mese 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Zanica (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it

Ogni 4°sabato del mese 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Madone (Bg) www.a21isoladalminezingonia.bg.it

Ogni 1° domenica del mese 9.00 - 18.00 Farmers market Campagna Amica Mercato Agricolo Città Alta Bergamo, piazza Mascheroni Coldiretti Tel. 035.4524125

Ogni 2° domenica del mese 8.30 - 12.30 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Osio Sotto,Piazza Papa Giovanni XXIII http://www.a21isoladalminezingonia.bg.it

Ogni 3° domenica del mese 9.00 - 13.00 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato Agricolo Sant’Omobono Imagna (Bg) [email protected] - www.cittadinanzasostenibile.it

21 dicembre 2013 9.00 - 17.00 Mercato Agricolo e non solo Mercato Agricolo Piazza Pacati - Monterosso [email protected]

Mercati Agricoli e Biologici

30 Nov-24 Dic Bottega Equosolidale: Progetto organizzato da Altrascelta e Adelphos Evento Oratorio di San Paolo d’Argon(BG), via Benedettini www.amandla.it - Tel. 035/19910967

30 Nov-22 Dic “Labirinti” di Max Gasparini Mostra Martinengo, al Filandone www.martinengo.org

1 Dic e 2 Feb 15.00-18.00 Alessandra Cimatoribus “Per gli occhi e per il cuore” Mostra Museo Bernareggi, via Pignolo 76 - Bergamo [email protected]

3 Dic 20.00 Corso di filosofia ENÈRGHEIA - Filosofia e creatività politica Convegno Auditorium Liceo Scientifico “L. Mascheroni” - Bergamo www.noesis-bg.it

5 Dic 18.45-21.45 La mobile economy creerà benefici per il business? Incontro Via Zilioli, 2 - Bergamo Sviluppo www.bergamosviluppo.it - Tel. 035.3888011

5 Dic 14.00-18.00 Una barca di gesso, migranti e studenti in una performance per l’integrazione Incontro Piazzetta Piave, quadriportico del sentierone - Bergamo www.weekenduitbg.blogspot.it - www.cooperativaruah.it

5 Dic 20.45 “Più forti dell’odio”, il dramma della Siria e del Medio Oriente Incontro Teatro Aurora, via del Fabbro, Seriate - Bergamo www.weekenduitbg.blogspot.it - www.cooperativaruah.it

6 Dic 20.30 Corsi di formazione ”Noi siamo i custodi del giardino dell’Eden” Incontro Casa Clelia a Sotto il Monte, via Corna 1/3 - Bergamo Cell - 3289279887

6 Dic 21.00 Incontro con Antonio Napoli Coop. Valle del Marro Incontro Auditorium Centro Parrocchiale Calusco D’Adda - Bg www.amandla.it - Tel. 035/19910967

7/14/21/28 Dic 9.30-12.00 Mercatino del baratto e delle eccedenze Mercatino Ex-latteria, via Roma 25, Mapello - Bergamo [email protected] - Tel. 035/4945887

7/27 Dic 18.30-22.00 45 aspetti di Ubu Mostra Galleria Galgarte, via del Galgario 13 - Bergamo [email protected]

7 Dic 20.30 “Per antiche contrade”, CHRISTMAS BRASS Evento Chiesa Parrocchiale, Brumano - Bergamo www.perantichecontrade.it

7 Dic 15.00 Incontro antimafia con la cooperativa calabrese Valle del Marro Libera Terra Incontro Sala consiliare del comune, Scanzorosciate - Bergamo www.libera.it

7 Dic 20.30 Incontro antimafia con la cooperativa calabrese Valle del Marro Libera Terra Incontro Cascina del Ronco, via Ronco del Basso 13, Villa d’Almè www.libera.it

7 Dic 16.00 “Sabato con l’orto, mais… per gioco” Incontro Orto botanico, Piazza Cittadella, Bergamo Alta [email protected]

7 Dic 9.00-13.00 LAV: campagna nazionale “Apriamo le gabbie, chiudiamo gli allevamenti” Manifestazione Piazza Cameroni , Treviglio - Bergamo [email protected] - Tel. 388/4618300

7/8/14/15 Dic Selvino Ciocolat weekend Evento Piazza del comune di Selvino - Bergamo www.amandla.it - Tel. 035/19910967

8 Dic/2 Feb 15.00-18.00 Sergio Barattola “Generazioni” Mostra Museo Bernareggi, via Pignolo 76 - Bergamo [email protected]

8 Dic 14.00-18.00 LAV: campagna nazionale “Apriamo le gabbie, chiudiamo gli allevamenti” Manifestazione Piazza Manara, Treviglio - Bergamo [email protected] - Tel. 388/4618300

9 Dic 21.00 Proiezione film “Slow Food Story” Film Biblioteca comunale, vicolo Bicetti, Treviglio www.slowfood.it

7/9 Dic Gourmarte “Il piacere dell’arte alimentare in Lombardia” Fiera Fiera Bergamo, Via Lunga www.pianetagourmarte.it

10 Dic Serata della polenta taragna e “Formai del Mut” Evento Gandino www.slowfoodvalliorobiche.it

10 Dic Progetto “tredicilune” Evento Vineria OlFa, Osio Sotto www.slowfoodvalliorobiche.it

10 Dic 20.00 Corso di filosofia ENÈRGHEIA - Cristo orizzonte di ogni autentico spirito umano Convegno Auditorium Liceo Scientifico “L. Mascheroni” - Bergamo www.noesis-bg.it

13 Dic “Di testa e... gusto” Aperitivo Hamburgheria Eataly di Bergamo www.slowfoodbergamo.it

14 Dic 11.00 Mercato agricolo con degustazione Evento Albino www.slowfoodvalliorobiche.it

14 Dic “Con le mani” Evento Val d’Astino www.slowfoodbergamo.it

14 Dic 19.30 Cena di Natale Evento Bottega equosolidale oratorio di San Paolo d’Argon www.amandla - Tel. 035/19910967

14 Dic 16.00 “Sabato con l’orto, l’albero a teatro” Incontro Orto botanico, Piazza Cittadella, Bergamo Alta [email protected]

14 Dic 21.00 Concerto Gospel “The golden guys”: setata solidale Evento Teatro del seminario di Bergamo [email protected] - cell 333793301

15 Dic 16.30-18.30 Merenda equo e solidale Incontro Spazio Terzo Mondo, Seriate - Bergamo www.amandla.it - Tel. 035/19910967

17 Dic 20.45 Concerto di Natale: “La storia del rock” Evento Teatro Donizetti - Bergamo [email protected]

17 Dic 20.00 Corso di filosofia ENÈRGHEIALa filosofia: una disciplina che serve a molto, solo se non serve a nessuno

Convegno Auditorium Liceo Scientifico “L. Mascheroni” - Bergamo www.noesis-bg.it

19-22 Dic Birrificio indipendente ELAV - “Yule Fest” seconda edizione Evento Via Auteri d’Italia, Comun Nuovo - Bergamo www.elavbrewery.com

21 Dic 16.00 “Sabato con l’orto, Natale alternativo” Incontro Orto botanico, Piazza Cittadella, Bergamo Alta [email protected]

21 Dic 20.30-22.00 Presentazione e proiezione del film “ECCE UBU” di Luca Ferri Film Galleria GALGARTE via del Galgario, 13 - Bergamo www.galgarte.it/eventi/45-aspetti-di-ubu-bergamo

22 Dic 18.30 Aperitivo equo e solidale Evento Bottega equosolidale oratorio di San Paolo d’Argon www.amandla.it - Tel. - 035/19910967

28 Dic 16.00 “Sabato con l’orto, portafortuna per l’anno nuovo” Incontro Orto botanico, Piazza Cittadella, Bergamo Alta [email protected]

4/11/18/25 Gen 9.30-12.00 Mercatino del baratto e delle eccedenze Mercatino Ex-latteria, via Roma 25, Mapello - Bergamo [email protected] - Tel. 035/4945887

(dal 4 Ott)-6 Gen Luciano Fabro “Disegno in opera” Mostra Gamec, via San Tommaso 53 - Bergamo www.gamec.it

7 Gen 21.00 Corso di filosofia ENÈRGHEIA - Agire nell’età del rischio Convegno Auditorium “ Modernissimo” Nembro - Bergamo www.noesis-bg.it (richiesta prenotazione)

14 Gen 20.00 Corso di filosofia ENÈRGHEIA - Gli esperimenti mentali come esercizio di creatività filosofica

Convegno Auditorium Liceo Scientifico “L. Mascheroni” - Bergamo www.noesis-bg.it

18-25 Gen Orobie Film Festival Manifestazione Bergamo, Centro congressi Giovanni XXIII Team Italia, Tel. 035 237323 - [email protected]

21 Gen 20.00 Corso di filosofia ENÈRGHEIAI giochi non sono fatti. La filosofia come esercizio e come improvvisazione

Convegno Auditorium Liceo Scientifico “L. Mascheroni” - Bergamo www.noesis-bg.it

23-26 Gen Kilmahouse 2014, risparmio energetico per l’edilizia Fiera Piazza Fiera, Bolzano [email protected]

23 Gen 20.30 Una serata con Banca Etica:come garantire un buon uso dei risparmi e la trasparenza della finanza

Convegno Sala consiliare del Comune di Casazza - Bergamo www.retegasbergamo.it

7-9 Feb Bergamo sposi 2014 Fiera Fiera Bergamo, via Lunga [email protected] - Tel. 035 32 30 911

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