Bergamo Economia Marzo 2012

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MARZO 2012 - anno 6 - numero Economia, attualità, costume e stile FUORI DAL CORO L'ex europarlamentare Giulietto Chiesa contro il sistema «Per uscire dalla crisi occorre nazionalizzare le banche» IL NUOVO ECOMOSTRO Claudia Lenzini, presidente del Comitato Santa Lucia «Il progetto sull'area ex Enel non tiene conto del territorio» Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente. 51 8 GRANDI IDEE PER USCIRE DALLA CRISI Lo spirito, il coraggio e l'intraprendenza degli imprenditori che reagiscono e non si rassegnano alla difficoltà della crisi La trasformazione delle aree dismesse in ecocompatibili al centro dell'approfon- dimento proposto a un pool di esperti da Bonifiche Ambientali e dal Consorzio Compere alla FaSE di Alzano Lombardo Restart: quando il risanamento è a impatto zero

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MARZO 2012 - anno 6 - numeroEconomia, attualità, costume e stile

FFUUOORRII DDAALL CCOORROO

L'ex europarlamentare Giulietto Chiesa contro il sistema«Per uscire dalla crisi occorre nazionalizzare le banche»

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Claudia Lenzini, presidente del Comitato Santa Lucia«Il progetto sull'area ex Enel non tiene conto del territorio»

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88 GGRRAANNDDII IIDDEEEE PPEERR UUSSCCIIRREE DDAALLLLAA CCRRIISSII

Lo spirito, il coraggio e l'intraprendenza degli imprenditoriche reagiscono e non si rassegnano alla difficoltà della crisi

La trasformazione delle aree dismesse in ecocompatibili al centro dell'approfon-dimento proposto a un pool di esperti da Bonifiche Ambientali e dal ConsorzioCompere alla FaSE di Alzano Lombardo

Restart: quando il risanamento è a impatto zero

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12 Il politicoOggi il maratoneta Carlo,domani il deputato Saffioti

16 La congiunturaIndustria, crolla la produzione:-3,4% rispetto ad un anno fa

20 Spirito pioneristicoOtto idee Per uscire dalla crisie

24 Mercato del lavoroRiforma degli ammortizzatori e riordino dei tipi di contratto

26 Crisi & TerritorioMetalmeccanici: 344 le aziende in difficoltà 10.750 i lavoratori coinvolti

30 Il convegnoPer la Val Seriana tanto pendolarismo e il rischio dormitorio

34 Finanza agevolataSe il Comune non pagaarriva lo «SbloccaCrediti»

ECONOMIA

SOMMARIOMarzo 2012

PAGINA 38Giulietto Chiesa:Le grandi banche?«Invece di prestare, lucrano»

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36 Il rapportoBanconote false: «occhio» ai 20 euro sono i più taroccati

42 La pièce sui «Furbetti»Il banchiere Fiorani perdecontro il bergamasco De' Giorgi

44 NomineAgnelli e Breno, un’iniezione di Pmi nella B. Popolare di Bergamo

46 Edificazione selvaggiaQuartiere Santa Lucia,un altro ecomostro?

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SOMMARIOMarzo 2012

50 Pillole di finanzaDai romani ad oggi, ecco la storia del mutuo casa

52 Parola all’associazioneStucchi: «L'Italia avanza, quando noi giriamo»

56 Green Factory«Comac For The Earth», quando la sostenibilità è nel DNA

60 Green EconomyR.I.S.E.E., la rete della cultura sostenibile

68 CopertinaRestart: quando il risanamento è a impatto zero

82 Top businessDe-localizzare? Mi Merisponde con la qualità

86 PrevenzioneSicurezza sul lavoro?Alle nuove normative rispondeBongiorno Antinfortunistica

BUSINESS

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Alta qualità e made in Italy,così Pitti sfida la crisi

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SOMMARIOMarzo 2012

RUBRICHE& EVENTI

BERGAMO ECONOMIA

Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale

di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007)

Società editrice: Speb S.r.l.Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo

Presidente: Marino Lazzarini

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Direttore responsabile: Paolo Agnelli

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110 Chi, dove e perchèFoto e curiosità

88 ArteDeconsecration, in mostra lo spazio della memoria

92 Creatività & Marketing«La Mela Senza La Strega»Chimiberg pubblicizza lasicurezza alimentare

94 GenioAlessandro Verdi,il navigatore d'incertezze

98 In anteprimaMINI Roadster, grinta per due all'aria aperta

102 Hole in oneDal «green» al «white», in buca con Lario-Grumello e Rota Fumagalli

106 CookingI campioni della cucina affilano i coltelli in Saps

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L’editorialeMarzo 2012

Il paradosso dello scranno di Confindustria: fra Squinzi e Bombassei vince Bergamo

Siamo alla svolta (il 22 marzo è vicino), ma lastrada è ancora lunga. Comunque siaBergamo ne uscirà con un vincitore. Vuoi

per questioni campanilistiche, vuoi per una meravisione territoriale c'è da essere felici: Bergamoavrà un proprio leader in Via dell'Astronomia. Dettoquesto, la lotta allo scranno di Confindustria, fraBombassei e Squinzi, lascerà il segno. Non soltan-to per gli asset economico-politici che ne derive-ranno, ma soprattutto per la battaglia a colpi bassiin essere, quasi paradossale in fin dei conti. Si trat-ta di una vera e propria disputa psicologica con inballo una serie di questioni non da poco. Ma gliinterlocutori sembrano più interessati ad un altrogioco: la spartizione del potere per i prossimi quat-tro anni. Basta vedere il dibattito sull'articolo 18: inpieno clima di riforme, con il governo impegnatoseriamente sul tema lavoro, la delicata questionedei licenziamenti si è trasformata in un violentostrumento elettorale da paradosso. E, ovviamente,a discapito di chi lavora. Il risultato? Pura confusio-ne, tutti dicono tutto e il contrario di tutto. Per oratante parole, con due contendenti che si mandanobotte e risposte a ripetizione senza però essersischierati. O meglio, entrambi sembrano dire più omeno le stesse cose, pur facendo finta di esserel'uno all'opposto dell'altro. Gli schieramenti dellediverse posizioni confindustriali, schiacciate dagliinteressi elettorali, rischiano così d'apparire sempremeno chiari, sopraffatti dai personalismi e forsepure un po' goffi. Squinzi, per esempio, al momen-to di scendere in campo, ha dichiarato che l'artico-lo 18 era l'ultimo dei suoi problemi. Chiarendo,comunque, più in là, che si trattava di un'anomaliatutta italiana. Fin qui toni bassi, mentre Bombasseifin dall'inizio faceva capire che per un'industria piùsnella e pimpante in Italia, era necessario riformu-

lare il sistema del lavoro. Poi Emma Marcegaglia, afavore di Squinzi, attacca Cgil, Cisl e Uil dicendo:"Voi difendete i ladri e i fannulloni cercando di sal-vaguardare l'articolo 18". Tentando così di spiazza-re Bombassei che, anch'egli favorevole all'abolizio-ne dell'articolo 18 fin dagli albori, ha però dovutominimizzare quanto detto, definendo "esagerati" i

toni di Marcegaglia. Morale? Ancora confusione.Ma il balletto continua, questa volta complicel'ad di Fiat. Non è un caso, infatti, che SergioMarchionne pochi giorni fa si sia sbilanciato pro-pendendo per la candidatura di Alberto Bombassei.Del resto entrambi viaggiano su binari paralleli delmercato dell'automobile. I due si conoscono e laBrembo è da sempre una delle fornitrici della Fiat,in particolare dei sistemi frenanti per Ferrari eMaserati. Ma soprattutto i 10 punti programmaticidel "bergamasco doc" Bombassei (presentati alCorriere della Sera tramite lettera), si fondano suuna visione di Confindustria con una strutturadecentrata e snellita. Una scelta capace di darespazio all'azione autonoma delle imprese, che pos-sono così sentirsi seguite nella ripresa economi-

ca, anche grazie alla revisione dei contratti.Ovvero quello che da tempo andava predicandoMarchionne, che quindi in questo senso si ritrove-rebbe una Confindustria funzionale alle proprie esi-genze e dunque senza ostacoli a un suo rientro aVia dell'Astronomia. Un colpo basso, politicamenteparlando, alla Marcegaglia (e Squinzi): un vero kotecnico, la giusta risposta alle polemiche che porta-rono Fiat all'addio e che cavalcò la presidentessanel contrattacco a Marchionne. Fuori dai giochiquindi Giorgio Squinzi, bergamasco di nascita (èoriginario di Cisano Bergamasco), ma definitosi ilpiù delle volte milanese. Per lui niente "business"con Marchionne, quindi niente solidarietà in cam-pagna elettorale. Del resto i prodotti Mapei hannoben poco a che fare con Fiat. Vi immaginate unaPanda piastrellata? Scusate la battuta. In effetti lavisione di Squinzi si discosta totalmente dalla"Confindustria tutta sostanza e indipendenza con-trattuale" di Bombassei. No? Sì, invece. Perché perl'ad di Mapei "c'è molto da fare e bisogna rimboc-carci le maniche: la situazione è drammatica, dob-biamo essere più pratici e vicini alle nostre indu-strie". Quindi? Ancora una volta i due contendentisono lontani e vicini allo stesso tempo. La pensanoallo stesso modo, ma non vogliono dirlo o farlo capi-re. Boh, forse siamo noi di Bergamo che non capia-mo i nostri compaesani, oppure siamo alle solite inItalia: "Politica, tutta colpa della politica". E proprioora, che avevamo un governo tecnico (e pratico), cimancava la politica in Confindustria (e nelle azien-de). Resta quindi, in questo simpatico ed estremiz-zato siparietto della campagna elettorale di Viadell'Astronomia, una certezza: quella detta ad inizioeditoriale, noi a Bergamo possiamo stare sereni.Aldilà della confusione, vincerà un bergamasco esperiamo non perdano le imprese.

IL CAPOREDATTORE

DI LUCA T. BILOTTA

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Il compenso annuo lordo del ministro degli Affari esteri Giulio Terzidi Sant'Agata sarà di 203.653 euro lordi annui, una cifra inferiorealla remunerazione da ambasciatore d'Italia a Washington, incari-co che svolgeva prima di essere chiamato a far parte del governoMonti. La sua dichiarazione dei redditi 2011, riferita all'anno 2010,era infatti di 123.643 euro, cui si sommava un'indennità di servi-zio all'estero pari a 214.939 euro. Il ministro - si legge sul sitodella Farnesina nella Scheda sulla trasparenza delle posizionipatrimoniali e reddituali dei membri del governo - non riveste altriincarichi, né ha rapporti di lavoro con altre amministrazioni, néusufruisce di altri compensi, né possiede quote e azioni societarie.Terzi possiede in comproprietà un appartamento a Roma e un altroa New York; una villa, un garage e alcuni terreni agricoli (tre etta-ri in totale) a Curno e Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo.Il parco auto è piuttosto limitato con una Golf e una Ford Focus,rispettivamente del 2012 e 2004 , cui si aggiunge lo sfizio di unaHarley-Davidson 883 del 2005.

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Trasparenza

Alla Tarangolo di Clusone pollaio e galline

Notizie in breve180 mila euroE' l'affitto di un anno per un negozio in via XX Settembre di circa 100 metri quadricon magazzino e con esposizione su due piani. E'anche il motivo per cui, negli ulti-mi mesi, molti marchi storici situati nella zona top hanno abbassato le saracinesche

183 mila euroE' lo stipendio lordo che percepirà il ministro Anna Maria Cancellieri, già prefetto diBergamo, per il suo incarico nel 2012. Possiede cinque immobili a Milano e Roma. Ha 17comproprietà: un negozio al 50% a Milano e terreni e fabbricati al 20% a Palazzo Acreide

Terzi: 203mila euro di reddito,meno che da ambasciatore

Kilometro 0

All'azienda agricola Tarangolo di Clusone si possono affittare, per un mese, galline e pollaio. Si,avete letto bene, affittare. L'idea (come si legge nel sito Gallinainaffitto.it) è molto semplice "ti affit-tiamo la gallina ed il minipollaio per un mese compreso il mangime, al termine del periodo, puoiriscattare il tutto, continuare l'affitto oppure renderlo senza alcun impegno". Le galline adottate,allevate con metodo naturale e non industriale, sono certificate. Non sono galline comuni prodottein serie, ma sono selezionate e numerate. Che significa tracciabilità garantita dell'uovo. Le gallinerientrano nel progetto "Brianpollo" avviato dalla Regione Lombardia con lo scopo di recuperare unatipologia di pollo tipicamente lombardo. Certo, l'idea di mettere in affitto questi simpatici volatili èpiuttosto desueta e particolare ma si sta diffondendo. In Australia, ad esempio, sul sito renta-chook.com.au si può prendere a noleggio per sei settimane la gallina con tutto il pollaio fai da teper 80 euro. Terminato il periodo, si può decidere di restituire tutto quanto o, se l'esperimento èpiaciuto, con 21 euro si può riscattare il volatile e con 266 l'ecopollaio. In Spagna, alquilogalli-nas.es propone il noleggio di galline a 63 euro per un mese: poi, con 186 euro, si può riscattaretutto, ecopollaio compreso. E in Italia quanto costa? Basta fare un giretto a Clusone per scoprirlo.

In affitto

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ECONOMIA&BUSINESS

Oggi il maratoneta Carlo,domani il deputato SaffiotiIL POLITICO

Conclusa l'esperienza come coordinatore provinciale del PdL Carlo Saffioti,vicepresidente del consiglio regionale, chiede a Formigoni più apertura e pensa di candidarsi per le prossime elezioni nazionali. Ama la maratona,«A novembre correrò quella di New York, spero di rimanere sotto le 4 ore»

Cosa pesa di più: la soddisfazio-ne per l'elezione come nuovoVice Presidente del Consiglioregionale o la sconfitta al primo

congresso provinciale?"L'elezione a Vice Presidente è stato motivo digrande soddisfazione anche se è avvenuta in

seguito a vicende spiacevoli e, per certi versi,dolorose. Credo sia stato il riconoscimento auno stile politico improntato all'onestà e allacorrettezza. Il nostro è stato un congresso moltopartecipato che, nonostante le divisioni, haespresso un partito vivo. C'è stato un confrontoaperto e ha vinto l'anima che ha saputo meglio

organizzarsi. E' vero, la componente che iosostenevo è uscita sconfitta, ma con un più cheonorevole 42%".

Lei è subentrato al dimissionario FrancoNicoli Cristiani, dimessosi da VicePresidente lo scorso dicembre dopo

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o COSA FA NEL SUO TEMPOLIBERO? «Amo correre. Ho in programmala maratona di Milano e aNovembre quella di New York.Lo scorso anno ho tagliato il tra-guardo con il tempo di 3 ore 53minuti e 24 secondi. Spero dirimanere sotto le 4 ore»

PRATICA ALTRI SPORT?«Gioco a calcio. Sono il centra-vanti della squadra dellaPolisportiva Politici Lombardiche, puntualmente, perde»

L'ULTIMO LIBRO LETTO?«Ho riletto «L'astuzia di un re» di Antonio Spinosa e «VittorioEmanuele III» di DomenicoBatoli. Siamo reduci dai giornidella memoria e volevo capire laposizione del re durante il perio-do fascista. Ho molto rivalutato lafigura di Vittorio Emanuele III»

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ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

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l'arresto scaturito in seguito alla vicen-da legata alla discarica di CappellaCantone. Che idea si è fatto?"Sono rimasto molto sorpreso perché cono-sco Nicoli dall'inizio della nostra esperienzain Regione. Sono convinto che la sua entrata inpolitica sia stata dettata da convinzioni perso-nali e da una vera passione, non certo per fareaffari. La vicenda è comunque ancora da chia-rire. Per ogni politico è assolutamente fisiologi-

co il sostegno all'imprenditorialità locale, maquesto non ha e non può avere nulla a chevedere con un discorso di tangenti. Spero chealla prova dei fatti ci si possa ricredere".

E della vicenda che vede coinvolto l'exAssessore regionale Massimo Ponzoni?"E' stato coinvolto in questioni di bancarottafraudolenta, per attività imprenditoriali nondirettamente riconducibili alla sua attività politi-

ca ma legati alla sua professione. Su di luinon nascondo che in ambito regionale circo-lavano voci di probabili coinvolgimenti invicende giudiziarie".

Sono state invocate le dimissioni diFormigoni. Secondo lei, il Governatore haqualche responsabilità?"Le scelte di Formigoni sono state fatte in asso-luta buonafede e non vedo proprio per qualemotivo dovrebbe dimettersi. La vicenda Nicoli èstata un fulmine a ciel sereno, mentre ricono-sco che su Ponzoni poteva esserci una maggio-re attenzione, come lo stesso Formigoni ha poiriconosciuto. Quello che chiedo a Formigoni,invece, è una maggiore apertura e un maggiorcoinvolgimento di tutte le anime del PDL. Cisono passi in questa direzione, ma sono anco-ra timidi. E' questa la critica politica che misento di muovere al Governatore".

Lei è in Regione dal 1995. Pensa che quel-li di Cristiani e Nicoli siano casi isolati?"Abbiamo avuto i casi di Prosperini, di NicoliCristiani e di Ponzoni, ma non si può parlare disistema. La classe politica, di ogni ordine egrado (mi dispiace dirlo), rappresenta lo spec-chio della società che non è pura, corretta esempre limpida. Ne è un'espressione, mentredovrebbe sforzarsi invece di esprimere ilmeglio. Nonostante leggi e regolamenti inmateria, il problema della trasparenza ècomunque sempre legato alla singola respon-

LA SUA CARTOLINA DIBERGAMO ?«Le mura venete e i colli»

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o QUALE ANGOLO DI BERGAMO(O DELLA PROVINCIA) AMA?«Il Canto Alto è affascinante. Siaffaccia da una parte sulla città esulla pianura e, dall'altra, sullemontagne»

IL PIATTO PREFERITO? «Pasta alla Cardaci. E' una riela-borazione della pasta alla normaun piatto originario della città diCatania, a base di pasta conditacon pomodoro, e con l'aggiuntasuccessiva di melanzane fritte,ricotta salata e basilico»

IL VINO?«Valcalepio, rigorosamente…»

sabilità individuale e alle singole scelte. Per tuttic'è sempre la grande libertà di dire di no!".

1.040 giorni alla guida del PdL orobico. Ilsuo bilancio?"Lo riassumo in cifre: siamo passati da 40sindaci a circa 70, da 400 amministratori a

700 amministratori. Governiamo nel Comunecapoluogo e, per la prima volta, a Treviglio,affermazione storica. A Dalmine e a Seriatecon la Lega. E poi, dopo dieci anni di predomi-nio "bettoniano" che aveva totalmente can-cellato la presenza di Forza Italia e An, siamo

in Provincia con la Lega e alla guida di tutte leComunità montane".

Tre anni. Il momento più alto e significati-vo del mandato?"La conquista, per nulla scontata e al primoturno, di Palazzo Frizzoni e Treviglio".

La rattrista di più lasciare un partito divi-so, le sconfitte all'ultima tornata elettora-le o il primo congresso celebrato ma nonunitario? "Lascio un partito diviso, ma vivo e credibile. Econ un bilancio trasparente, senza un euro di

debito. Io non ho visto sconfitte all'ultima torna-ta elettorale, il vero banco di prova era Treviglio.Per il resto abbiamo pagato situazioni locali. ACosta Volpino siamo andati divisi dalla Lega econ liste di disturbo abbiamo perso. Mi auguroche lo strappo attuale si possa ricucire perché lacoalizione PdL-Lega è vincente. E poi una Legalasciata sola all'opposizione scivola su posi-zioni demagogiche, populiste e secessioniste.Atteggiamenti di cui il Paese non ha bisogno".

Nel suo triennio il Pdl ha perso parecchioconsenso. Il motivo?"E' stato un trend negativo a livello nazionale eregionale. Le candidature per l'ultima tornataelettorale sono state fatte ascoltando il territo-rio. Non abbiamo guardato alle appartenenzeinterne ma alla credibilità della persona. ACosta Volpino, ad esempio, è stato candidatosindaco Bonaldi, un esponente della lista cheha vinto il congresso. Mi sono state mossedelle critiche perché, in occasione delle elezioniprovinciali del 2009, non sono stati ricandidati iConsiglieri uscenti. E' stato un segnale di rinno-vamento necessario. C'era stato un atteggia-mento assolutamente remissivo nei confronti diBettoni. Penso alle scelte sulle società parteci-pate, sono trascorsi dieci anni in assoluto silen-zio politico senza che il partito prendesse maiposizione: questo ha penalizzato il PDL".

Coordinatore provinciale: che differen-za c'è tra lei che è stato nominato e

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Capelli che è stato eletto?"L'elezione di Capelli è stata la vittoria di un'areamolto organizzata che ha saputo raccogliereattorno a sé gli scontenti, anche se la sua area,quella ciellina, era stata una di quelle portantinel mio coordinamento. A coloro che hannopolemizzato sulla mia nomina a coordinatoreprovinciale rispondo che la mia legittimazionederivava dal fatto di essere stato Consigliereregionale eletto, quindi non dalle tessere ma daivoti dei cittadini. Rispetto ad altri nominati ioposso dire di essere stato votato dai cittadini inConsiglio regionale. Ora, tra le richieste dell'areaCapelli c'era quella di far spazio agli eletti. Io eRaimondi siamo le uniche due figure elette conle preferenze a livello provinciale. E non una solavolta. Nel consiglio direttivo e nella giunta ese-cutiva non ho mai lasciato fuori nessuno e tuttele nomine sono state fatte tenendo conto dellepluralità che animano il partito".

Capelli ha raccolto un consenso politicoo imprenditoriale?"L'anima "ciellina" ha dimostrato una grandecapacità organizzativa, ha espresso un gruppofortemente motivato e ha saputo coinvolgeregli scontenti. Il loro è un elettorato più militante,si iscrive e partecipa. L'elettorato "laico", invece,si iscrive poco e quando si iscrive non semprepartecipa. Ragioniamo, comunque, su 17 milatessere e 7 mila votanti: sono numeri comun-que limitati rispetto al milione e duecentomi-la abitanti della provincia. E' il grande limite,

anzi uno dei grandi limiti del tesseramento".

Con la vittoria di Capelli si apre la que-stione dei "rimpasti"?"Qualcuno lo auspica, ma io mi sono già dichia-rato contrario. I rimpasti nelle giunte vanno fattesolo quando si verificano situazioni che rallenta-no l'attività amministrativa. I cambiamenti devo-no essere fatti nell'ottica di un miglior funziona-mento dell'amministrazione pubblica e non perproblemi interni. Un rimpasto non deve diventa-re una sorta di resa dei conti".

Dopo il congresso del Pdl come sonocambiati gli equilibri all'interno delgruppo?"Le ultime dichiarazioni lette sui giornali nonlasciano spazio a troppe interpretazioni. Leaperture e lo sventagliato coinvolgimentodichiarato prima del congresso si è risolto inuna chiusura. Ricordo che non si tratta di unamaggioranza di governo perché siamo tutti delPdL e chi vince non può tagliare fuori gli altri. Sista già parlando di una riduzione degli asses-sorati in Provincia e poi c'è stato l'attacco gra-tuito di Lorenzi a Petralia. Il proseguo non lasciaben sperare. Per ora, almeno!".

Anche lei, però, ha suggerito qualchecambiamento? "Per il Comune di Bergamo, tenendo fede alprogramma, penso ad una ridefinizione dellepriorità, mentre per la Provincia, sentito il grup-

po consiliare, si dovrebbe puntare ad una mag-giore presenza territoriale in un'ottica di sup-porto al sistema imprenditoriale, creando reti ecoordinando meglio le attività delle ammini-strazioni locali. E' necessario rendere appetibi-le il territorio a nuovi insediamenti produttivi,superando tempi e burocrazie".

Lei per il Comune spera una ridefinizionedegli obiettivi programmatici. Tradotto inopere concrete?"Non cancellerei Porta Sud, progetto da accan-tonare ora ma da tenere in vita. Lavorerei perl'aeroporto in un'ottica di crescita e convivenzacon il territorio scongiurando, per quanto è pos-sibile, visto che la scelta è privata, il trasloco aMalpensa di Dhl. Punterei anche sulle altreinfrastrutture: l'alta velocità Treviglio-Brescia e ilcollegamento ferroviario con l'aeroporto di Orio.Sosterrei la valorizzazione turistica e culturaledel nostro territorio, con Bergamo "Capitaledella Cultura": uno straordinario obiettivo! E poii due grandi progetti: la dismissione dei Riunitie il completamento del nuovo ospedale".

Cosa ne pensa delle primarie, all'inter-no del PdL, per il prossimo candidatosindaco di Bergamo?"Non credo che sia uno strumento così utilecome viene sbandierato, perché il rischio è chevada a votare un numero limitato di iscritti eche alla fine prevalgono i gruppi più organizza-ti. Sarebbe meglio un sondaggio tra i cittadini".

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o UN'INCONTRO CON UNA PER-SONA FAMOSA CHE RICORDASEMPRE CON PIACERE?«Edgardo Sogno. Figura leggen-daria, uomo curioso e vivace.Persona veramente libera»

IL SUO SOGNO NEL CASSET-TO? «Sistemare la casa al mare, aBagnara Calabra, di mio padre»

VUOLE ANDARE INPARLAMENTO L'ANNO PROS-SIMO?«Se ci fosse l'opportunità»

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Industria, crolla la produzione:-3,4% rispetto ad un anno faLA CONGIUNTURA

E' recessione per la provincia di Bergamo, dati negativi per ordini, fatturatoe occupazione. La conferma arriva dall'indagine congiunturale della Cameradi Commercio sul quarto trimestre 2011 e le previsioni per il 2012, a causadi un «effetto trascinamento», non sono buone

Produzione industriale bergamasca innetto calo. La frenata di fine anno hacoinvolto metà delle province lom-barde e, dopo Mantova (-3,9%), il

dato peggiore lo fa segnare Bergamo (-3.4%) e la flessione dell'indice nell'ulti-mo trimestre implica un' "eredità statistica"negativa sull'avvio del 2012. E' quanto

emerge dall'indagine congiunturale dellaCamera di commercio di Bergamo.

Inversione di tendenza nel ciclo della pro-duzione industriale. Il calo a Bergamo è statodel -1,1% nel corso del quarto trimestre 2011,con una variazione del -3,4% nel raffronto conl'ultimo trimestre del 2010.E l'andamento com-

porta anche una revisione retroattiva (al -1,3%)della variazione stimata nel terzo trimestre 2011.In media d'anno, la produzione industriale dopo iltracollo di 16,7 punti nel 2009, ne ha recuperatioltre 10 nell'intero 2010. L'anno 2011 si è chiusocon un livello medio in crescita sul 2010 del+2,5%, un risultato positivo ma inferiore al risul-tato regionale (+3,7%). La flessione dell'indice

4° trimestre: variazione annua corretta per i giorni lavorativi

LA PRODUZIONE INDUSTRIALE IN L0MBARDIA

+3,1%Lodi

+1,7%Pavia

+1,2%Varese

+0,5%Milano

-0,5%Brescia

-0,7%Lecco

-0,7%LOMB.

+2,2%Monza

-1,5%Cremona

-2,4%Como

-2,5%Sondrio

-3,4%Bergamo

-3,9%Mantova

FONTE: Camera di Commercio di Bergamo

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nell'ultimo trimestre implica "un'eredità statisti-ca" negativa sull'avvio del 2012: l'handicap chegrava sul nuovo anno sarà di circa il -1,5%, men-tre l'anno scorso la variazione acquisita a inizioanno era positiva per 4,5 punti percentuali.

Gli ordini. Gli ordini segnalano una mar-cata contrazione della domanda interna (-3,7% nel quarto trimestre). Gli ordini dal-l'estero sono di poco (-0,5%) al di sotto delterzo trimestre nel quale si era profilato unpeggioramento della tendenza che pareinvece attenuarsi nell'ultimo scorcio del2011. Nella media dell'intero anno 2011 gliordini interni sono diminuiti del 3,5% men-tre gli ordini esteri sono cresciuti dello 0,4%;

sale al 37,7% la quota del fatturato esterosulle vendite complessive, che diminuiscononella componente del fatturato nazionale

(-3,4%) ma aumentano (+1,1%) nel casodelle vendite realizzate fuori dall'Italia.

I settori. In termini di variazioni grezze, le impre-se di dimensioni maggiori, oltre i 200 addetti,registrano un calo tendenziale della produzionedel -4,7%, le medie imprese (50-199 addetti) del-2,2%, le piccole imprese (10-49 addetti) del -3,9%; in marcata flessione il tessile, la carta-editoria, i minerali non metalliferi, la chimica ele industrie varie. Il risultato di Bergamo è tra ipiù negativi in Lombardia, dove la variazionemedia è del -0,7%. Milano è poco al di sopra deilivelli di un anno prima, Brescia contiene la fles-sione al mezzo punto percentuale.

Il fatturato.L'andamento del fatturato in terminigrezzi registra su base annua risultati positivi perla meccanica: +3,2% le vendite totali, +7% quel-

QUARTO TRIMESTRE 2011: VARIAZIONE SU BASE ANNUA

-3,4

-1,2

-6,2-5,8

-5,4

Produzione manifatturiera

dell’INDUSTRIA

Produzione manifatturiera

dell’ARTIGIANATO

Volume d’affari del COMMERCIO AL

DETTAGLIO

Volume d’affaridell’EDILIZIA

Volume d’affari deiSERVIZI

SINTESI DEI RISULTATI DELLE INDAGINI CONGIUNTURALI DEL 4° TRIMESTRE 2011Per la provincia di Bergamo

Produzione manifatturiera dell’INDUSTRIAProduzione manifatturiera dell’ARTIGIANATOVolume d’affari del COMMERCIO AL DETTAGLIOVolume d’affari dell’EDILIZIAVolume d’affari dei SERVIZI

-1,1-0,9

-3,4-1,2-6,2-5,8-5,4

---

sul 3° trimestre 2011 sul 4° trimestre 2010Variazione % trimestre 2011

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le all'estero. Segno invece negativo per il tessile:-11% il fatturato totale, contenuta al 4%la fles-sione del fatturato estero. In termini di dati grez-zi, la meccanica registra un incremento degliordini nel trimestre e una crescita significativadegli ordinativi esteri rispetto a un anno fa. Neltessile si riscontra invece una caduta marcata siadegli ordini internazionali sia di quelli interni.

L'occupazione. Il numero degli addetti delleimprese del campione diminuisce nettamente (-1,35% la variazione grezza nel trimestre) comerisultato a saldo di un tasso d'ingresso di 1,14 edi un tasso di uscita di 2,50. I problemi per l'oc-cupazione non derivano tanto dal saldo negativotra ingressi e uscite, abbastanza tipico a fineanno anche per il venire a scadenza di molti con-tratti a termine, quanto dalla prospettiva di un

indebolimento del ciclo. Il mercato del lavoromanifatturiero, dopo l'occupazione persa nel2009, e a fatica mantenuta nel biennio successi-vo, affronta un quadro congiunturale peggioratoe un contesto di attese negative sulla domanda.Le aziende che hanno fatto ricorso alla cassaintegrazione negli ultimi tre mesi del 2011 sonoil 18,8 % del campione, in crescita rispetto al16,6% del trimestre precedente.

Segno meno anche per l'artigianato. Nelquarto trimestre l'indice destagionalizzato dellaproduzione artigiana è calato (-0,9% la variazio-ne congiunturale), portandosi a quota 77,3, conuna diminuzione sull'anno precedente pari al-1,2%. Il gap da recuperare per tornare ailivelli pre-crisi dell'inizio 2008 resta ben oltre (a Bergamo come in Lombardia) i 20 punti per-

centuali. Aumenta (dal 37,1% al 42,1%) la quotadelle aziende che registrano cali produttivipesanti (oltre il -5%) e diminuisce anche (dal 28,9al 26,2%) l'incidenza di quanti dichiarano incre-menti superiori al +5%.

Il fatturato.L'andamento del fatturato è negati-vo sia nella dinamica trimestrale (-1,3%) sia nelconfronto su base annua (-2,3%).

Gli ordini. Gli ordinativi, che nell'artigianatoriguardano in misura preponderante il mer-cato nazionale, sono in calo su base annua (-6,8%) ma senza un peggioramento significati-vo nella dinamica trimestrale. L'occupazione. Gliaddetti nel trimestre calano del -1,1% a saldo diun tasso d'ingresso di 1,1% e di un tasso di usci-ta di 2,3%. La variazione destagionalizzata èanch'essa negativa (-0,6%). Anche nell'artigia-nato di produzione cresce l'utilizzo della cassaintegrazione. Nel quarto trimestre 2011 il 15,1%delle imprese artigiane manifatturiere (conalmeno 3 addetti) ha utilizzato la cassa integra-zione, ( contro l' 11,9 nel precedente trimestre).Anche in termini di monte ore utilizzato sale al2% contro l' 1,7% del secondo trimestre.

Le aspettative.Le aspettative vedono una pre-valenza (in termini di saldo percentuale grezzo,non destagionalizzato) di segnalazioni negativeper produzione, domanda interna e occupazione.Gli artigiani manifatturieri dimostrano più ottimi-smo sull'andamento della domanda estera.

Commercio: vendite a picco. Il quadro nega-tivo dell'industria e dell'artigianato si ripercuoteinevitabilmente sul terziario bergamasco. Per ilcommercio, il volume d'affari nel quarto trime-stre del 2011 è ancora in calo (-6,2% in provincia,-4,8% in Lombardia) rispetto allo stesso periododell'anno scorso e in peggioramento rispetto aitrimestri precedenti. La riduzione del giro d'affarisu base annua continua a essere molto marcatasia nei beni alimentari (-9,8% a Bergamo, -5,7%in Lombardia) sia nel settore non alimentare (-10,6% a Bergamo, -7,2% in Lombardia). Serviziin caduta libera: il volume d'affari è in diminuzio-ne su base annua a Bergamo (-5,4%), in formameno accentuata in Lombardia (-2,7%) e contendenza al peggioramento.

Nelle costruzioni la dinamica tendenzia-le è in calo a Bergamo (-5,8% rispetto al

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precedente -0,3% ); in Lombardia si conferma la fles-sione (-5,4% rispetto al -3,8% dello scorso trimestre).

Nel commercio all'ingrosso, risultato ancora negati-vo a Bergamo (-3,8 % come lo scorso trimestre) men-tre a livello regionale si registra un calo al -2,5% rispet-to al -0,4% dello scorso trimestre.

Negli alberghi, bar e ristoranti il volume d'affari è incalo a Bergamo (-5,4% contro il precedente -6,6%);in regione il calo è del -5% contro il -5,3% delloscorso trimestre.

Negativa l'attività dei trasporti a Bergamo (-2,8%contro il -6% precedente) (26 risposte) e in Lombardia(-1,2 dopo il +0,2% del trimestre scorso).

Nell'informatica e telecomunicazioni la varia-zione tendenziale torna negativa a Bergamo (-3,4%rispetto al +5,3% della precedente rilevazione), cosìcome in Lombardia (-4,6% dopo il +0,1% dello scor-so trimestre).

Nei servizi avanzati alle imprese (ricerca e svilup-po, servizi professionali e imprenditoriali, ecc.) il volu-me d'affari a Bergamo è ancora in calo (-8,4% rispettoal precedente -2,3%) mentre resta positiva a livelloregionale (+1% dopo il +4,3% nel trimestre precedente).

Negli altri servizi alle imprese (finanziari, immo-biliari, vigilanza, pulizia) è sempre in calo il giro d'af-fari a Bergamo (-1% dopo il -1,3% della volta scorsa);negativo anche in Lombardia (-0,6% dopo il prece-dente -0,9%).

Infine nei servizi alle persone (istruzione e sani-tà private, attività ricreative, lavanderie, parrucchie-ri, ecc.) peggiorano le vendite a Bergamo (-13,3%contro il -2,2% precedente) così come in Lombardia (-6,2% rispetto al precedente -1,8%).

«A credito e lavoro serve più sostegno»Accesso al credito e sostegno al lavoro. Queste le priorità per il presidentedella Camera di commercio Giovanni Paolo Malvestiti, che non nascondeuna certa preoccupazione per il peggioramento congiunturale, tornato con ilsegno meno. "Nell'ultimo trimestre del 2011 la produzione dell'industria ber-gamasca è diminuita di poco più di un punto (-1,1%) ed è scesa di 3,4 puntipercentuali sullo stesso periodo del 2010 - dichiara Malvestiti - l'instabilità suimercati finanziari, la crisi del debito nell'area Euro e le ripetute manovre suiconti pubblici hanno avuto un impatto rapido sull'economia reale nellaseconda metà del 2011 sotto forma di un inasprimento delle condizioni diaccesso al credito e di un peggioramento delle aspettative di imprese e con-sumatori". Anche se l'intero anno 2011 si chiude per l'industria di Bergamocon un progresso medio del 2,5% sul 2010, "il recupero dei livelli produttivimaturato tra il 2010 (+10,6% sul 2009) e l'avvio del 2011 si è poi interrotto -sottolinea il presidente della Cciaa - con un'inversione di tendenza a partiredall'estate scorsa". Secondo l'ente camerale, il peggioramento deriva soprat-tutto dalla dinamica negativa del mercato interno con ripercussioni sulla pro-duzione delle Pmi artigiane (-0,9 nel trimestre e -1,2% su base annua) e ingenere dei settori rivolti al mercato nazionale o connessi con i mercati del-l'immobiliare, dell'edilizia (il cui giro d'affari è ancora in flessione) e dei beniper l'abitazione. "La debolezza dei consumi incide pesantemente sull'interocomparto del commercio - commenta Malvestiti - le vendite al dettaglio aBergamo nel quarto trimestre del 2011 sono risultate inferiori del 6,2% rispet-to allo stesso periodo dell'anno precedente, fino al -10,6% nei piccoli eserci-zi alimentari e al -9,8% nel non alimentare. La distribuzione moderna ha con-tenuto le perdite ma segna a sua volta una flessione dell'1,3%". Anche neiservizi la dinamica su base annua delle vendite (-5,4%) è negativa e in peg-gioramento. Dal terzo trimestre 2011 si è interrotta la tendenza a un relativorecupero del giro d'affari. "Il peggioramento del ciclo nell'ultimo trimestre nongiunge inatteso - aggiunge Malvestiti - e si manifesta a Bergamo come inLombardia e a livello nazionale con un progressivo calo della domanda edegli ordini interni. Resta tuttavia sostenuta la dinamica delle nostre espor-tazioni: aumenta il fatturato dall'estero e, nonostante un lieve calo nel corsodell'ultimo trimestre, non riscontriamo segni di cedimento degli ordinativiesteri. Le nostre industrie esportatrici stanno mantenendo quote di mercatoe competitività dei loro prodotti, come dimostra anche la quota crescente (al37,7%) di fatturato realizzato sui mercati internazionali". Il mercato del lavo-ro resta tuttavia "la prospettiva prioritaria per valutare con attenzione gli effet-ti della crisi sul territorio". Nell'industria la variazione di addetti è del -0,7%,nell'artigianato manifatturiero del -0,6%. La cassa integrazione non diminui-sce come ha fatto fino alla metà del 2011 e si consolida a fine anno su unlivello ancora significativo. Nel commercio c'è un leggero aumento, forsetransitorio, degli addetti, nei servizi invece il calo occupazionale è marcato."Le previsioni per l'immediato futuro non sono rosee - dichiara il presidente- produzione, domanda interna e occupazione sono previste in ulteriore caloanche nel primo trimestre del 2012. Ma per la domanda estera prevalgonoancora le attese positive. E sui mercati internazionali, tanto più se il recen-te miglioramento della credibilità del nostro paese nel fronteggiare la crisidel debito pubblico finirà per allentare le condizioni di finanziamento delleimprese, dobbiamo puntare per superare il prima possibile una nuova fasedi indebolimento del ciclo economico". Un ulteriore segnale positivo riguar-da gli investimenti dell'industria a Bergamo: nel 2011 gli investimenti, perquasi la metà in macchinari, sono stati pari al 6% del fatturato dell'anno esono aumentati del 13,4% rispetto all'anno scorso. "Affinché questa vocecresca in misura significativa anche nel 2012, rafforzando la competitivitàe l'occupazione delle nostre imprese - conclude Malvestiti - è di fonda-mentale importanza che l'accesso al credito delle nostre imprese, anchedelle più piccole, sia libero da ostacoli, restrizioni o costi eccessivi. E inquesto senso continuerà a operare la Camera di Commercio di Bergamo".

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PAOLO MALVESTITI

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Sarà dura. Comunque si vogliano interpretare isegnali, le opinioni, le tendenze e i mercati, neiprossimi mesi l'economia sconterà una recessioneche colpisce qui come altrove in modo pesante. Ma

crisi economica non significa per forza crisi di idee. Lodimostrano gli imprenditori che senza aspettare politici,economisti o professori universitari hanno già reagito cer-cando nuove prospettive. Ecco sette casi di eccellenza

aziendale che dimostrano come il vero imprenditore non sirassegna. Si raccontano e spiegano le loro strategie percontrastare la crisi. Protagonisti, molti di loro, di scelte det-tate da uno puro spirito pionieristico. E poi - indispensabile- il coraggio di cambiare prospettiva per vedere l'impresasotto un'altra luce. Parola agli imprenditori: ai lettori il pia-cere di scoprirne l'intraprendenza, ai politici il suggerimen-to di prenderle in considerazione.

Otto ideePer uscire dalla crisiSPIRITO PIONIERISTICO

Lo spirito, il coraggio e l'intraprendenza degli imprenditori che reagisconoe non si rassegnano alle difficoltà della crisi

«PENSARE POSITIVO»Un giro d'affari che nel 2010 ha raggiunto i 52 milioni e mezzo di euro e un incre-mento del 30% rispetto all'esercizio precedente, 750 dipendenti di cui 140 operati-vi nella sede di Terno d'Isola, mentre gli altri impiegati nelle unità produttive este-re: Bulgaria, Polonia, Ungheria, Egitto, Brasile. Sono i numeri della Cast Futura,azienda nata nel 2006 dalla fusione tra Cast SpA ed Electronics Futura SpA, ungruppo in grado di proporre un'ampia offerta di componenti per le cucine a gas e ilriscaldamento delle abitazioni. Per rilanciare economia e consumi MarcoRuggeri, direttore generale del Gruppo Cast Futura, traduce il "Penso positivo" diJovanotti perché "c'è bisogno di credere che il domani sia migliore. Per uscire dallageneralizzata crisi di "fiducia" le ricette economiche tradizionali che puntano suinnovazione, globalizzazione e automazione dei processi non bastano più. Serve uncambio di mentalità e generare una spirale virtuosa. Minor fiducia del consumatoresignifica minor consumo, minor crescita e quindi minor fiducia delle banche nell'industria e privati. Serve maggior fiducia dei cittadino nelle istituzioni e nellaPolitica. per ottenere tutto ciò serve una forte mobilitazione: Governo, parti sociali,imprese, banche e enti del territorio devono avere il coraggio di "garantire", ai pro-pri interlocutori e a tutti gli attori coinvolti nel processo decisionale, una maggiorecontinuità". Nel 2012 Cast Futura punta a superare i 60 milioni di fatturato.

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

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«APRIRE I RUBINETTI BANCARI»"Il sistema di credito che non è più orientato a sostenere le attività imprendi-toriali se non con garanzie improponibili. La minore qualità del credito è com-pensata da maggiori garanzie, spesso di carattere personale". La considerazio-ne - amara - è del dottor Luca Rottoli, titolare del laboratorio odontotecnicoElledent di Almenno San Bartolomeo. "E' in atto una sorta di oligopolio in cuile condizioni delle diverse banche sono sovrapponibili. Sarebbe necessario unincisivo intervento politico che, però, ritengo improbabile. Fare impresa, oggi,significa mantenersi in equilibrio fra richieste di mercato orientate al ribassodei prezzi e una domanda di miglior qualità rispetto a quella di operatori esteriche non sono soggetti a tutte le incombenze legislative e di tassazione delnostro paese. Produrre meglio spendendo meno: il sogno di ogni imprenditore.Il problema vero è: come mantenere il valore e la qualità delle imprese italianee, nel frattempo, ridurre i costi? All'interno della Elledent abbiamo impostatoun sistema, che definirei, ad integrazione orizzontale perchè controlliamo tuttii segmenti della filiera produttiva. Il nostro profitto è dato dalla sommatoriadello scarto di ogni segmento e non tanto dal prodotto finito che, quindi, puòavere un prezzo più basso".

«SERVE FLESSIBILITA’»"La flessibilità nel mondo del lavoro" secondo Michele Pievani della P.R.P. diAdrara San Martino. "Flessibilità non è obbligatoriamente sinonimo di preca-riato e non è una scusa per non assumere a tempo indeterminato. E' il mondoche è cambiato e di conseguenza devono cambiare i modelli e gli schemi diriferimento che fino ad oggi hanno ispirato (e regolamentato) il rapporto fraimpresa e lavoratore. Il lavoro (quello di tutti) deve generare valore aggiuntoper la persona e per l'impresa: oggi più che mai. Per creare nuovi posti di lavo-ro è necessario che cresca il volume d'affari, perché cresca il volume d'affari èfondamentale essere competitivi". La P.R.P. (Precision Rubber Parts) GuarnizioniIndustriali snc, produce guarnizioni, o-rings e articoli tecnici a disegno ingomma, siliconi e fluoroelastomeri. Nata nel 1985 da Pievani Stanislao, èun'impresa familiare guidata da Michele Pievani, dal fratello Daniele e dallasorella Silvia. Con un fatturato annuo di oltre 5 milioni di euro, occupa 40dipendenti e si avvale della collaborazione di una ventina di fornitori esterni."Le prospettive per il 2012 sono positive, anche se fare previsioni è azzardato.Oggi ci ritroviamo con commesse urgenti, da soddisfare nel più breve tempopossibile. Da qui la richiesta di flessibilità".

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«RICERCA E INNOVAZIONE»Tra le montagne di San Giovanni Bianco c'è SMILAB, un centro di ricerca e trasfe-rimento tecnologico nato da un'intuizione della SMI, leader mondiale nel settoredelle macchine di imballaggio e degli impianti di imbottigliamento per l'industria"food & beverages". "L'innovazione è un'attività fondamentale per le imprese cheguardano al futuro" spiega Paolo Nava, presidente e amministratore delegato diSmigroup. "E' un principio fondamentale per la crescita economica, culturale esociale di ogni azienda. In un contesto economico internazionale come quelloattuale, l'innovazione diviene un elemento ancora più essenziale perchè nellaricerca e sviluppo ci sono le alternative per superare le difficoltà economicheattuali. Ecco la ragione del nostro centro di ricerca". Con 101,2 milioni di euro diricavi delle vendite nel 2011 e un organico di 638 dipendenti (554 in Italia e 84nelle filiali estere), il gruppo SMI è un'eccellenza dell'economia italiana.Nonostante la vocazione internazionale (il 95% della produzione è destinatoall'export in 130 Paesi), le aziende SMIGroup sono fortemente radicate nel territo-rio della Valle Brembana, nei comuni di San Giovanni Bianco e San PellegrinoTerme, dove, su una superficie complessiva di 65.850 mq, hanno sede tutti ireparti di produzione e gli uffici.

«SEMPLIFICARE E COLLABORARE»La ricetta per uscire dalla crisi? "Non c'è una formula semplice e immediata - per ilpresidente della Italgreen Maurizio Gilardi -, ma gli ingredienti importanti sonol'innovazione, la cooperazione e la semplificazione, elaborando le risposte soprattut-to con un continuo scambio culturale tra imprenditori e territorio per fornire soluzio-ni, prodotti e servizi di qualità. Mettersi in gioco sperimentando: è questa la verasfida! Il nostro obiettivo primario deve quindi essere quello di diffondere e sviluppa-re la cultura della collaborazione lavorando in sinergia con le pubbliche amministra-zioni nel rispetto del principio di sussidiarietà". Italgreen è azienda leader nella pro-duzione di erba sintetica, tessuta dal 1983 nello storico stabilimento di Villa d'Adda."Da 30 anni ci occupiamo di pavimentazioni in erba sintetica come produttori e comeapplicatori. Siamo 40 dipendenti. Abbiamo due unità produttive e una logistica moltogrande nel territorio bergamasco, con un fatturato di circa 30 milioni di euro di cuiun 40% all'estero e un 60% in Italia. Quello italiano è un mercato ancora tutto daesplorare, ci sono solo 150 campi regolamentari di calcio in erba sintetica e noiriusciamo a farne 50". Italgreen, grazie alla costante ricerca e innovazione tecnologi-ca è anche il costruttore del primo campo da calcio in erba sintetica per una squadradi serie A: il Novara calcio. Ogni anno produce 2 milioni di mq di erba sintetica.

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«MADE IN ITALY»Dopo la crisi del 2009, nel 2010 il fatturato è cresciuto del 115%. Il 2011 si è chiuso con un giro d'affari di 2,5 milioni dieuro che nel 2012, si ipotizza, arriverà a 3 milioni. Ad elencare questi risultati è Paola Volponi Stamerra, titolare conil marito della Fap Italia di Trezzo sull'Adda, azienda con 15 dipendenti che produce cinture ed accessori in pelle.

"Quando tutti andavano in Cina a produrre ed acquistare per poi rivendere in Italianoi non abbiamo ascoltato le sirene dell'Oriente. Siamo rimasti in Italia, nonostan-te le difficoltà legate ad un crollo degli ordini, continuando a credere nel Made inItay. Siamo stati lungimiranti perchè, a partire dalla metà del 2010, abbiamo regi-strato una notevole crescita di ordinativi e fatturato". Per uscire dalla crisi l'azien-da ha affrontato una rivoluzione, "abbiamo creduto che questa crisi potesse esse-re una formidabile opportunità, per noi, che fino a tre anni fa producevamo peraltre aziende. Oggi abbiamo una nostra collezione personale che esportiamo intutto il mondo: Europa, Stati Uniti, Russia ed estremo Oriente (Giappone, Cina e

Macao). La nostra forza, non penso solo alla mia azienda ma a tutta l'Italia, è l'arte, la fantasia, lo stile e l'eleganza. Il"Made in Italy" che i clienti esteri cercano e non trovano altrove". La Fap Italia realizza 1.000 cinture al giorno.

«PAROLA D'ORDINE: DIVERSIFICARE»"Diversificare, diversificare e diversificare". La parola d'ordine di Loris e Giuliano Rota Martir è "diversificare" peresplorare nuovi campi e impiegare efficacemente le risorse esistenti. E' la filosofia della Cospal di Ambivere, che harealizzato le antenne della Nasa per comunicare i dati al quartier generale di Houston. Sfruttando le competenze acqui-

site nella produzione di antenne, hanno trovato un nuovo segmento di mercato in cui lavora-re: la produzione di pannelli compositi d'alluminio per il settore ferroviario e alta velocità. "ABergamo, fino a qualche decennio fa, per chi voleva mettersi in proprio bastava un pizzico diintraprendenza, un pò di buona volontà e aprire una partita iva" ricordano i fratelli RotaMartir, "a seguire lo stereotipo dell'imprenditore orobico: il reddito stabilito dal commerciali-sta, i prezzi decisi al bar sulla base del sentito dire o perché così fanno gli altri e la mogliecon "il macchinone" stressata da parrucchiera ed estetista. La stagione dei must irrinunciabiliè morta e sepolta, è il momento di aguzzare l'ingegno. Logica, cultura, intelligenza e aperturamentale sono le qualità che deve avere un imprenditore se vuole uscire dalla crisi". Per la

Cospal il 2011 si è chiuso con 5 milioni di fatturato, un giro d'affari trainato per tre-quarti dall'export. I mercati principa-li: Stati Uniti, Germania, Svizzera e Lussemburgo.

«INVESTIRE SULLA FAMIGLIA»"Questa crisi è come una vecchia cravatta legata troppo stretta. Ma nonostante ciò, non è detto che si debba rimanernesoffocati".Con una metafora i fratelli Gianluigi e Roberto Vavassori della Emmegierrefashion di Osio Sopra spieganola situazione attuale. "La Emmegierre fashion, creata dai nostri genitori (nella foto, ndr) nel 1962, è improntata sulla

famiglia. L'azienda è mutata nel corso degli anni, ascoltando le esigenze del mer-cato in trasformazione. Operando nel campo della maglieria, è stata rilanciata danoi nel 2005, con l'acquisizione del marchio Paolo Pecora Milano. Abbiamo lavora-to ed investito nel produrre sempre e comunque qualità, ad un prezzo equilibrato.Il prodotto che offriamo ha un appeal che suscita emozioni. Positiva o negativa?Sta al cliente definirlo. Negli ultimi anni ci siamo ritagliati una fetta di mercato,fino a poco tempo fa, riservata alle grandi griffe. La crisi è dura , affrontandolacon un'azienda unita come una famiglia, si ha meno difficoltà ad uscirne. Nel2012 intendiamo ampliare diversi aspetti aziendali, puntando al mercato interna-

zionale, con negozi monomarca e dedicandoci ancora di più alla ricerca. Certo, se avessimo il giusto interlocutore istitu-zionale presente per fornirci i corretti strumenti, sarebbe più facile favorire la nostra espansione".

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MERCATO DEL LAVORO

Stretta sulla precarietà, una maggiore uniformità delle tutele e politiche atti-ve del lavoro: comincia a delinearsi il profilo della riforma del mercato del lavoro

Dalla riforma degliammortizzatori al riordinodei tipi di contratto

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Riordino dei modelli contrattuali e rifor-ma degli ammortizzatori sociali: sonoquesti i temi principali della riformadel mercato del lavoro alla quale sta

lavorando il governo con l'obiettivo di aumen-tare il tasso di partecipazione al mercato dellavoro (al momento tra i più bassi in Europa),ridurre il dualismo tra garantiti e precari edare maggiori opportunità a giovani e donne.

Ecco in sintesi i principali temi sul tappeto:

Riordino tipologie contrattuali. Il ministrodel Lavoro Elsa Fornero punta a ridurre la "fles-sibilità malata" in ingresso nel mercato dellavoro con controlli e sanzioni contro i contrattiutilizzati impropriamente (come le associazioni

in partecipazione, le false partite Iva e i casi dicontratti a progetto utilizzati per rapporti chesono sostanzialmente di lavoro subordinato).Il governo punta a valorizzare l'apprendistatocome contratto prevalente di ingresso nel mer-cato del lavoro per i giovani, agevolandolo, machiedendo che la formazione sia effettiva.

Ammortizzatori sociali. Fornero ha annun-ciato una revisione profonda del sistema anchese l'operatività non scatterà subito a causadella crisi economica. Si cercherà di mettere apunto un sussidio di disoccupazione più sostan-zioso di quello attuale dando invece una grossastretta alla cassa integrazione straordinaria(che adesso tiene legati i lavoratori all'impresaanche in caso in cui l'azienda sia chiusa, come

nel caso dello stabilimento Fiat di TerminiImerese). Sarà invece rafforzata la cassa ordi-naria limitando quindi lo strumento ai casi dieffettivo reinserimento dei lavoratori in azienda.

Politiche attive del lavoro. Il governo puntaa rafforzare la formazione e a legare il sussidioa un percorso di formazione e alla ricerca atti-va di un lavoro. Anche adesso è formalmenteprevisto che il sussidio si perda nel caso nonsi accetti un lavoro che si rende disponibilema di fatto la norma è scarsamente utilizzata.

Occupazione femminile. Fornero è moltosensibile al tema e ha annunciato sgravi fiscaliper favorire l'occupazione femminile. Nelnostro Paese la partecipazione al mercato delledonne è molto bassa anche per la scarsità deiservizi di supporto alla famiglia (asili nido ecc).

Art. 18. Sarà l'ultimo tema della trattativa, ilpiù delicato e il più spinoso. Anche alla lucedelle divisioni emerse nelle ultime ore sulpiano politico tra il Pdl (Berlusconi, "non è un

tabù, se ne deve poter discutere") e il Pd(Bersani, "l'art.18 ha poco o nulla a che farecon i problemi che ha adesso il mercato dellavoro"). L'art 18, quando si è accertato in giu-dizio che il licenziamento è ingiusto, prevedeche il lavoratore abbia il diritto di riavere il pro-prio posto di lavoro, la copertura previdenzialedal licenziamento alla reintegrazione, nonchéun risarcimento pari alle retribuzioni perse chenon può comunque essere inferiore a 5 men-silità. L'art. 18 non si applica a tutti i lavora-tori subordinati ma solo a quelli che lavoranoin aziende che hanno più di 15 dipendenti.

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ElsaFornero

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ECONOMIA&BUSINESS

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CRISI & TERRITORIO

Crisi nera per Bergamo con il 18% di lavoratori sospesi. I dati della Fim-Cislsul secondo semestre 2011 segnalano un massiccio ricorso agli ammortizza-tori sociali: cassa integrazione ordinaria per 7.504 bergamaschi, straordina-ria per 2438 e per 808 la mobilità. Scarso il ricorso ai contratti di solidarietà

Metalmeccanici:344 le aziende in difficoltà10.750 i lavoratori coinvolti

Inumeri crudi sono questi: 344 aziendemetalmeccaniche bergamasche incrisi nella seconda metà del 2011, con14.875 dipendenti di cui 10.750 sot-

toposti a cassa integrazione ordinaria

(7.504), cig straordinaria (2.438) o mobilità(808). Secondo le statistiche elaborate dalla FimCisl Lombardia, che ha diffuso la consueta ricer-ca semestrale, Bergamo assorbe il 18% dellacriticità regionale, al secondo posto dietro

Brescia (13.734 tra cassintegrati e mobilità).Tuttavia c'è un aspetto sottolineato dal segreta-rio provinciale Ferdinando Uliano, e si trattadei numeri nella tabella più piccoli: 8.444 deicassintegrati bresciani, in realtà applicano i con-

DISTRIBUZIONE DELLA CRISI TRA I TERRITORI

Brescia

FONTE: Fim Cisl

BERGAMO

Milano

Brianza

Varese

Mantova

Pavia

Valcamonica

Legnano

Como

Cremona

Sondrio

Lodi

23%

18%

16%

10%

6%

5%

Lecco 4%

4%

3%

3%

3%

2%

1%

1%

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tratti di solidarietà, contro i 214 di Bergamo, cheha numeri 40 volte più piccoli. Per rendersiconto del fenomeno, la piccola area dellaValcamonica, organizzata con propri sindacatiche in parte arrivano territorialmente al Sebino,ha più del doppio di contratti di solidarietà rispet-to a Bergamo: 503. Ma non va nascosto cheintere realtà come la Brianza o l'area di Milanonon hanno firmato nemmeno un contratto disolidarietà nel secondo semestre del 2011.Analizzando poi gli ammortizzatori sociali, cioè lacigs in deroga concessa quasi ad personam, inbase alle disponibilità di cassa e dopo un vaglioextra, i 1.378 cassintegrati bergamaschi sonoil record regionale, lasciando lontanissimaBrescia dove i casi sono 906; a Milano, 348. E ilicenziamenti? Le 808 mobilità firmate in provin-cia nel secondo semestre sono a loro volta unrecord: Brescia ne ha 313, per esempio, laValcamonica 31. "C'è un altro aspetto chepotrebbe essere fuorviante - precisa Uliano - edè l'apparente predominanza della cig ordinaria(7.504 lavoratori) che è considerata strumentosoft: in realtà, nella grande maggioranza di casisi tratta di aziende che erano in cassa straordi-naria, l'hanno terminata e sono riuscite a rien-

trare nella cig ordinaria. Anzi - aggiunge il segre-tario delle tute blu Cisl - dobbiamo mettere inconto una media di almeno 600 lavoratori inmobilità per ogni semestre, negli ultimi tre anni

di crisi, quindi 3.000 posti di lavoro che non tor-neranno più indietro". Per questo, a fronte di unarecrudescenza della situazione, la Fim Cisl diBergamo chiede alla Confindustria e allaFedermeccanica un maggiore sforzo verso i con-

tratti di solidarietà, la riqualificazione del perso-nale e la formazione dei lavoratori espulsi: "Nonè l'articolo 18 che risolve la disoccupazione -dichiara Uliano - e la licenziabilità per motivi eco-

nomici già esiste: qui il problema è creare occu-pazione e una rete di accompagnamento per chiperde il posto, mettendolo in condizioni di tro-varne uno nuovo".Un altro problema si pone pergli accordi sulla mobilità che, spesso, preve-dono uno scivolo verso il prepensionamento:"L'allungamento dei requisiti posti dalla riformaMonti - dichiara Uliano - ha messo in crisi que-sti meccanismi di accompagnamento, ed è unaltro motivo per cui chiediamo agli industriali diampliare la platea dei contratti di solidarietà,altrimenti rimarremo senza strumenti persostenere le persone in esubero". Lavoraremeno,lavorare tutti: il vecchio slogan è sempreattuale. A livello regionale, nel secondo seme-stre 2011 sono state colpite dalla crisi 2.224aziende (1.994 nel semestre precedente) e60.773 lavoratori (42.410 i precedenti) su untotale di 84.150 addetti (67.411 nel precedentesemestre). Tutte le tipologie di sospensionesono in preoccupante aumento: la cigo ordinariaregistra +54%, la cigs straordinaria +33%, lamobilità +19%. In sei mesi sono ben 1.263 leaziende che hanno attivato nuove sospensionidi cigo per 35.415 lavoratori, 832 le aziende concigs per 21.249 lavoratori sospesi e 179 le azien-de che hanno proceduto a licenziamenti per4.109 persone. La crisi continua a coinvolgeretutte le dimensioni di impresa e i diversi settorimerceologici. Nei due anni 2010 e 2011 la cassaintegrazione straordinaria ha registrato un livel-lo allarmante: rispettivamente con 37.211 e

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Dati 2° trimestre 2011I DIVERSI INTERVENTI DI CRISI

BergamoBresciaBrianzaComo

CremonaLecco

LegnanoLodi

MantovaMilanoPavia

SondrioValcamonica

VareseTotale

Territorio

34433824168811101683161

450842593

1302.224

Aziende

14.87516.5519.6291.8492.1483.7672.447652

4.17214.5292.742886

3.4506.453

84.150

Dipend.

10.75013.7346.3801.7161.3962.5971.774537

3.2339.8362.248641

2.0883.843

60.773

Crisi totlavoratori

7.5043.1634.822972736

1.980846315

2.8607.5311.195531709

2.25135.415

Cigolavoratori

2.43810.2581.344728543467659137300850732100

1.3481.345

21.249

Cigslavoratori

808313214161171502698573

1.4553211031

2474.109

Mobilitàlavoratori

Tipologia dei provvedimenti di sospensione per territorioI dati mostrano la preponderanza dell’intervento di cassa integrazione ordinarianei diversi territori, accanto alla presenza preoccupante degli interventi di cassa inte-grazione straordinaria e mobilità (ben oltre quella che definiamo la crisi di «fondo»,che caratterizza la ristrutturazione costante del settore), che persistono in particolare inaree fortemente industrializzate quali quelle di Bergamo, Brescia, Milano, Brianza.

FONTE: Fim Cisl

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44.292 lavoratori sospesi, il 30% circa interes-sato dalla cig in deroga, il provvedimento straor-dinario che vale per lavoratori delle piccoleaziende privi di copertura degli ammortizzatorisociali. Sempre a livelli preoccupanti i licenzia-menti (con 8.566 lavoratori licenziati nel 2009,8.854 nel 2010, 7.564 nel 2011), con evidentede-responsabilizzazione degli imprenditori in taliaziende rispetto all'impatto sociale. Gelo sull'in-dustria metalmeccanica bresciana. La nostraprovincia è quella che nel secondo semestre del2011 ha fatto registrare le maggiori difficoltà:338 le aziende metalmeccaniche brescianecoinvolte dalle crisi; dei 16.551 dipendenti delsettore, in 13.734 sono stati interessati (in tempidiversi e per periodi diversi) dalla cassa integra-zione, ordinaria e straordinaria; 313 i lavoratorimessi in mobilità, vale a dire licenziati.

E' quanto emerge dal 32esimo Rapportosemestrale presentato giovedì mattina dallaFim Lombardia, il sindacato della Cisl delsettore metalmeccanico.Complessivamentein Lombardia, nel secondo semestre del2011 sono stati licenziati 4.109 lavoratori,mentre altri 56.664 sono stati messi in cassaintegrazione ordinaria e straordinaria. Ben2.224 sono le aziende colpite dalla crisi(erano 1.994 nel semestre precedente).

"La situazione è drammatica: non solole situazioni di difficoltà non si risolvono,ma continuano ad aggiungersene di nuove",ha spiegato Nicola Alberta, Segretario gene-rale della Fim Cisl Lombardia. "La Regionedeve intervenire al più presto con un rinnova-to impegno sulle politiche industriali esettoriali. Occorrono interventi pubblici disostegno agli investimenti e all'accesso alcredito, condizionati da programmi di con-solidamento industriale e piani socialiper l'occupazione da parte delle imprese".

I dati relativi al secondo semestre evi-denziano che tutte le tipologie di sospen-sione sono in preoccupante aumento: lacassa integrazione ordinaria del 54%, lastraordinaria del 33%, la mobilità del 19%. Insei mesi sono ben 1.263 le aziende che hannoattivato la cassa integrazione ordinaria per35.415 lavoratori, 832 le aziende con cassaintegrazione straordinaria per 21.249 lavo-ratori e 179 le aziende che hanno proce-duto a licenziamenti per 4.109 dipendenti.

Aumenta, anche se è ancora insufficien-te, l'utilizzo dei contratti di solidarietà: 97aziende e 14.452 lavoratori nel 2011, cui siaggiungono 74 aziende e 7.649 lavoratori nel

2010. Sono quindi oltre 160 gli accordi di con-tratti di solidarietà stipulati dal 2010, perpiù di 22.000 lavoratori, segno di una nuovaimportante attenzione per questo impor-tante strumento di tutela dei lavoratori.

Si riduce drasticamente la dimensionemedia delle imprese coinvolte da processidi crisi, che passa dai 90 addetti per impresadel 2003 ai 38 del periodo considerato, aconferma del drastico e costante coinvolgi-mento delle piccole aziende nei processi dicrisi, come dimostrato peraltro dall'ampioutilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga.

Il 23% di tutte le sospensioni registratein Lombardia nella seconda parte del 2011sono avvenute a Brescia: a seguire Bergamo(18%), Milano (16%), Brianza (10%), seguitida Varese (6%) e Mantova (5%). Questearee vedono la presenza di insediamentiindustriali importanti, sia nei comparti tra-dizionali sia in quelli innovativi del settoremetalmeccanico, con una presenza cospicuasia di grandi imprese di livello nazionale einternazionale. Le imprese di medie-piccoledimensioni sono storicamente radicate in tuttii territori, con un coinvolgimento significa-tivo nelle difficoltà a Milano, Varese e Lecco.

INCIDENZA DELLE SOSPENSIONI SULL’OCCUPAZIONE

Brescia

FONTE: Fim Cisl

BERGAMO

Milano

Brianza

Varese

Mantova

Pavia

Valcamonica

Legnano

Como

Cremona

Sondrio

Lodi

Lecco

Lav. sospesi

Addetti

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Per la Val Seriana tanto pendolarismo e il rischio dormitorio

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ECONOMIA&BUSINESS

In primo pianoPierino Persico, presidente dellaPersico Spa di Nembro

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IL CONVEGNO

La chiusura delle aziende costringe i val-ligiani a cercare lavoro altrove con il peri-colo di trasformare i paesi in comunitàdormitorio. Cicerone della Uil: «Dal 2008ad oggi 6 mila disoccupati». Persico dellaPersico Spa: «Non trovo periti»

La bella addormentata non è più una fiaba a lieto fine,sta diventando il paradigma di un luogo: la ValleSeriana. Senza, almeno per ora, il lieto fine. Gli ingre-dienti ci sono tutti: la bella addormentata che incarna

la Valle Seriana ribattezzata, anni fa, "valle dell'oro" per lafloridezza della sua industria tessile, fuso e arcolaio strumen-ti utilizzati per la filatura a mano e con i quali la principessadella fiaba, pungendosi un dito, cade in un sonno profondo e,infine, il principe azzurro che fa il paio con i moderni cavalie-ri bianchi (gli investitori), pronto a baciare la bella addormen-tata ed a risvegliarla da quel lungo torpore in cui giace datroppi anni. La Val Seriana sembra caduta in un torpore eco-nomico e produttivo talmente lungo che la sta trasformandoin un dormitorio, perché il lavoro è traslocato altrove. I valli-giani si svegliano presto al mattino, vanno a lavorare fuori dalproprio paese, dalla propria valle e dalla propria provinciaperché, con il passare degli anni, le opportunità di trovare unlavoro "vicino" si sono assottigliate sempre di più e le rispo-ste occupazionali sul territorio scarseggiano. Pendolari, cherincasano la sera tardi solo per dormire. Ma "Il ridimensio-namento produttivo rischia di trasformare la mediaValle Seriana in un dormitorio; vi sono possibilità dicrescita e prospettive di lavoro per i residenti dellazona?". Una domanda su cui si sono interrogati il 9 febbraioscorso, a Nembro, in un incontro pubblico organizzato dall'exeuroparlamentare Pia Locatelli, la politica e il sindacato, leimprese e gli enti locali. All'amministrazione pubblica il com-pito di ripercorrere alcune tappe del ridimensionamento pro-duttivo che ha interessato la valle. "Gli ultimi 10 anni - haspiegato Francesco Ghilardi, consigliere comunale diNembro nella lista civica "Paese Vivo" - hanno confermato ilperdurare di una crisi in atto fin dall'inizio degli anni '90,dovuta alla chiusura e al ridimensionamento di aziende mani-fatturiere presenti sul territorio di Nembro". Le vertenze piùsignificative sono state nel 2002 la chiusura della CartieraValle Serio (cartiera Italtubetti); nel 2006 la chiusura delManifattura di Legnano (ex cotonificio Crespi) e nel 2009 laComital, società che prima di chiudere operava nel settoredell'alluminio. "I fattori scatenanti - ha spiegato il consiglierecomunale - sono stati il basso valore aggiunto rappresentato daalcune produzioni tradizionali, quindi non più in grado di compe-tere sul mercato; lo scivolamento verso la pianura delle aziendeleader a causa della miglior situazione infrastrutturale e delminor costo dei terreni e il perdurare della crisi economica-finan-ziaria dell'estate autunno 2008, con forti ripercussioni dell'acces-so al credito". L'amministrazione locale, allora, imbocca una pia-nificazione urbanistica tesa alla salvaguardia delle aree indu-striali-produttive esistenti secondo nuove esigenze produttive edi sostenibilità economica, come per l'area dei capannoni dellaex Comital. "Dal punto di vista speculativo era un'area critica,

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: GIORGIO CHIESA

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sarebbe stato facile trasformarla in resi-denziale ma abbiamo mantenuto la suadestinazione produttiva. Un piano diristrutturazione che ha visto la Persico(società specializzata in automotive,ingegneria e nautica, ha realizzato loscafo di Luna Rossa) rilevare l'area: 38mila metri quadrati, di cui 18 mila occu-pati dai capannoni". Ma, nel comples-so, la situazione delle "aree strategi-che" per Nembro e i due comuni limitro-fi, Albino e Alzano Lombardo rimanepreoccupante. Ad Albino risulta occupa-to soltanto il 15% degli spazi produttivio direzionali: 10.000 metri quadri, con-tro una disponibilità di 65mila. AdAlzano il quadro è migliore con superfi-ci occupate intorno all'80%, ma nelterzo grande centro della media ValleSeriana, Nembro, il dato scende sotto il50% (75 mila mq vuoti/35 mila mqoccupati) che corrisponde tuttavia allamedia dell'area (48% di spazi strategicioccupati nei tre centri principali). Per

evitare la desertificazione produttivabisogna puntare sulle infrastrutture par-tendo "dall'interporto - ha detto

Francesco Ghilardi -, non più a Montelloma direttamente sull'alta capacità/velo-cità ferroviaria Torino - Milano - Venezia

vicino alla BreBeMi, il nodo della"rotonda della valli" a Bergamo e ilpotenziamento del collegamento ferro-viario con Milano, con il collegamentotra l'aeroporto di Orio e il capoluogolombardo. Ma sopratutto va recuperatala vocazione imprenditoriale". Sul temadell'imprenditorialità "c'è un ragazzoche lavora da noi - ha confidato PierinoPersico, presidente della Persico Spa -che si è iscritto ad un corso di imprendi-torialità ad Albino. E' un seme", ma lepreoccupazioni per l'artefice di LunaRossa sono i pagamenti e la situazionefinanziaria perché "le banche non stan-no rischiando più niente. Prima racco-glievano i soldi al 5% e li prestavanoall'8%, oggi se li tengono e da qui a 6mesi per molti imprenditori la situazio-ne sarà drammatica". Sulle opportunitàdi trovare occupazione in valle e sullariforma del mercato del lavoro "l'artico-lo 18 è il problema meno importante -ha spiegato il presidente della Persico -

La platea

Francesco Ghilardi, consi-gliere comunale di Nembro

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, io faccio molta fatica a trovare peritimeccanici. Abbiamo bisogno di scuoletecniche di alta professionalità. I ragaz-zi devono far esperienza all'estero econoscere le lingue straniere. Per sape-re bene l'inglese bisogna viverlo e farebene il proprio lavoro. In Germania, tuttii laureati devono trascorrere almenodue periodi di 6 mesi di lavoro all'este-ro in un'azienda". Deve essere ripensa-ta la scuola perché "una delle principalicause del mancato incontro tra ladomanda e l'offerta sul mercato dellavoro è proprio nella sfasatura tra lefigure professionali in uscita dal siste-ma scolastico e formativo e quelle di cuihanno bisogno le imprese. La scuola varidisegnata adeguando le lezioni alleesigenze delle imprese e del mercato".Pierino Persico ha iniziato a lavorare a14 anni come modellista meccanico,frequentando contemporaneamente lescuole serali e ricorda che "avevo intesta un ideale, una meta, come tantimiei compagni. Il nostro sogno era quel-lo di diventare bravi operai, volevamodiventare dei validi tornitori e fresatori.Essere l'operaio specializzato più bravodell'officina. E il lavoro in officina eraben più ambito da noi ragazzi rispetto almuratore, al falegname, all'idraulico. Cisembrava più importante, più prestigio-so. Oggi in officina non ci vuole andarepiù nessuno, chi ci va è considerato uno"mezzo fallito" dai suoi coetanei ma ilposto di lavoro non lo offre né il Vangeloné lo Stato". Che il primo problema siail credito né è convinto anche MarcoTullio Cicerone, segretario provincialedella UIL perché "le imprese, sopratuttole piccole e medie, denunciano grandidifficoltà ad accedere al credito e con-dizioni più care. Lamentano l'aumentodei costi del servizio e la poca traspa-renza". Al 30 giugno 2011, nella nostraprovincia, sono stati erogati alle impre-se private e pubbliche, al sistema dellapubblica amministrazione, alle famiglie,44 miliardi di euro. Nello stesso tempoil totale della raccolta diretta da partedelle banche in provincia di Bergamo èpari 17.5 miliardi di euro che, sommataalla raccolta indiretta in titoli pari a 31

miliardi di euro, fa arrivare a quasi 50miliardi di euro il totale della raccoltafinanziaria nella nostra Provincia."Significa - ha spiegato il segretarioprovinciale della UIL - che le logiche chegovernano certe scelte non sono traspa-

renti e che le banche potrebbero finan-ziare molte altre iniziative". Dati sinda-cali alla mano, sul versante occupazio-nale la media Val Seriana sconta unacrisi che parte da lontano: nel 2001 gliaddetti occupati nell'agricoltura eranol'1.4%, il 54% nell'industria e il 44.1%nel terziario. Già nel 2005 il tessileaveva perso il 17.2% dei suoi addetti, lametalmeccanica lo 0.1% e le altre indu-

strie il 5%. "Dal 2008 ad oggi la mediaVal Seriana - ha detto Marco TullioCicerone - ha perso 6 mila posti di lavo-ro. Ogni anno scompaiono mille posti di

lavoro. Per invertire la tendenza è indi-spensabile creare nuove opportunità dibusiness ma per far questo la valle deveessere vista nel suo complesso, comese fosse una città lineare. Non è possi-bile ragionare nell'ambito del singolocomune. Bisogna ridare fiato allecostruzioni e rendere più attrattivo ilterritorio". Nel 2009 parti sociali, istitu-zioni, associazioni di categoria si eranoimpegnate nel Progetto Valseriana che,forte di fondi per 50 milioni di euro dicui 10 a carico del governo allora guida-to da Lega e Pdl, avrebbe dovuto contri-buire al rilancio del comparto produttivoattraverso cinquanta azioni: dal suppor-to alla ricerca e sviluppo alla flexsecu-rity, dalla crescita dimensionale al ter-ziario innovativo, dal potenziamentodelle infrastrutture al marketing territo-riale. "È fallito - ha rimarcato il segreta-rio provinciale della UIL - perché, a fron-te di un finanziamento del 75 per cento

dell'Europa, il restante 25 per centodoveva essere messo dal nostro Paese:ma così non è stato. È fallito un proget-to innovativo che poteva dare lavoro a300- 400 persone". Naufragato il pro-getto Valle Seriana, rimane il ruolo chedeve giocare la politica, sottolineato daFrancesco De Lucia, segretario pro-vinciale del PSI, per risvegliare il territo-rio. Ma adesso, per la Valle Seriana, piùche un principe azzurro servirebberotanti cavalieri bianchi.

Pia Locatelli,ex europarlamentare

Francesco De Lucia,segretario provinciale PSI

Marco Tullio Cicerone,segretario provinciale UIL

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Sono oltre 300 i giorni medi di attesaper le imprese italiane che vantanocrediti verso i Comuni che sono indifficoltà a onorare il pagamento a

causa dei vincoli posti dal Patto di stabilità,mentre una direttiva europea impone un tettomassimo inderogabile di 60 giorni per il saldodelle fatture. Un problema sempre più urgen-te, che rischia di mettere in difficoltà molteaziende del territorio. Proprio per venire incon-tro alle esigenze delle imprese orobiche alleprese con il ritardo dei pagamenti a carico deiComuni della provincia, è stata presentatadalla Camera di Commercio e da UniCredit l'i-niziativa SbloccaCrediti, il fondo del sistemacamerale lombardo lanciato oltre un anno faper aiutare le micro e le piccole impreselombarde che vantano crediti scaduti verso iComuni del territorio che non sono in condizio-ne di onorare gli impegni contrattuali per i vin-

coli posti dal patto di Stabilità. L'iniziativa èstata infatti recentemente rilanciata dal siste-ma camerale, grazie ad un ulteriore stanzia-

mento di 5 milioni di euro per il fondo rotativoche, dai precedenti 10 milioni di euro, raggiun-ge ora i 15 milioni di euro. E' previsto, inoltre,

ECONOMIA&BUSINESS

FINANZA AGEVOLATA

Unicredit, d'intesa con il sistema camerale, anticipa gli arretrati con la pubblicaamministrazione. Plafond aumentato a 5 milioni che si aggiunge ai 10 milioni pre-cedenti per uno stanziamento complessivo di 15 milioni di euro. Risposta tiepida inprovincia: solo 43 domande sulle 831 regionali

Se il Comune non pagaarriva lo «SbloccaCrediti»

LO SBLOCCACREDITIProvincia N° domande Importi finanziamenti

BGBSCOCRLCLOMNMIMBPVSO

TOTALEVA

La provincia di Bergamo è solo settimain Lombardiaper il numerodi domandepresentate

43243

12531630

139128

7424

5

83164

464.692,542.811.528,95

120.433,22622.537,06119.630,70347.301,43

1.233.120,681.249.885,44

669.796,55220.677,56

52.824,30

8.508.338,60575.910,17

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l'innalzamento del massimale dei crediti smo-bilizzabili, dai precedenti 15mila euro fino a unmassimo di 50mila. Grazie a queste innovazio-ni, aumenta quindi la platea di imprese berga-masche che potranno accedere alla disponibi-lità del fondo, perchè in realtà, finora, la richie-sta è quantomeno tiepida: infatti l'erogato pro-vinciale è tra i più bassi, al settimo posto inLombardia. A presentare SbloccaCrediti sonostati Giovanni Paolo Malvestiti, presidentedella Camera di Commercio di Bergamo e LucaMarcaletti, direttore per l'area commercialeBergamo di UniCredit. Nel suo primo anno diattività dell'iniziativa sono state 43 le domandepresentate in provincia, su un totale di oltre820 in tutta la Regione Lombardia, per oltre 8milioni di euro di finanziamenti complessiva-mente erogati alle imprese lombarde.Bergamo si colloca al settimo posto nella clas-sifica regionale delle province che hanno utiliz-zato il fondo, dopo Brescia (241 domande),Mantova (138 domande), Milano (134 doman-de), Monza (66 domande), Varese (64 doman-de) e Cremona (53 domande). La particolaritàdel fondo rotativo SbloccaCrediti - precisa unanota - sta nel fatto che le imprese hanno lapossibilità di vedersi anticipati dalla banca,senza alcun costo (né per spese bancarie néper interessi) i crediti scaduti nei confronti deiComuni che, a causa dei vincoli posti dal Pattodi stabilità, hanno difficoltà a rispettare le sca-denze dei pagamenti ai fornitori di beni e ser-vizi. Le modalità di utilizzo sono molto sempli-ci: basta recarsi presso una delle 50 agenzie diUniCredit a Bergamo e provincia e presentareuna semplice domanda di accesso al fondo.Sarà la banca stessa ad attivare i contatti conil Comune debitore e a svolgere tutti gli adem-pimenti necessari, senza costi per l'impresa esenza alcun obbligo di diventare correntisti diUnicredit. Per Giovanni Paolo Malvestiti,

"SbloccaCrediti è lo strumento che il sistemacamerale lombardo mette a disposizione delleimprese della nostra Regione e che si aggiun-ge, per quanto riguarda la provincia diBergamo, al protocollo di intesa relativo allacessione, pro soluto o pro solvendo, dei creditivantati nei confronti della pubblica ammini-strazione, protocollo sottoscritto nel settembre

2010 da Camera di Commercio e Prefettura diBergamo con l'adesione di Comune, Provincia,vari istituti di credito e associazioni di categoria.Con questa iniziativa - aggiunge il presidenteMalvestiti - la Camera di Commercio diBergamo intende rilanciare tra le imprese ber-gamasche lo SbloccaCrediti, che finora ha coin-volto soltanto 43 imprese nella nostra provin-cia, evidenziando la bontà di un progetto cheoffre significative opportunità di liquidità, senzaalcun costo, per le imprese bergamasche chevantano crediti con i Comuni". "Nel suo primoanno di attività SbloccaCrediti si è dimostratoun valido e concreto strumento per venireincontro alle esigenze delle piccole imprese in

questa fase difficile dell'economia, ma è statofino ad ora sottoutilizzato a Bergamo e provin-cia - ha sottolineato Luca Marcaletti diUniCredit - grazie al rilancio sarà ora possibilevenire incontro alle esigenze di una più ampiaplatea di micro e piccole imprese del territorio,che costituiscono il nucleo vitale del sistemaproduttivo della provincia di Bergamo. La volon-

tà è proprio quello di incentivare e far conosce-re questa iniziativa perché riteniamo che vadaa sostenere, senza prevedere alcun costo, gliimprenditori bergamaschi alle prese con il ritar-do dei pagamenti dei Comuni, i quali imprendi-tori potranno così contare su quella liquiditànecessaria per poter continuare a far fronte alleproprie esigenze di cassa. SbloccaCrediti - haconcluso Luca Marcaletti - è la dimostrazioneconcreta di come sia possibile sostenere ilsistema produttivo locale che si dovrà confron-tare nel 2012 con una situazione complessa,sia in termini di crescita, sia dal punto di vistadella liquidità, grazie anche al dialogo e allasinergia tra attori istituzionali".

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TAGLIO MINIMO 3.000 EUROIl fondo rotativo Unioncamere Lombardia è indirizzato allo smobilizzo dei crediti vantati da piccole e micro imprese verso iComuni lombardi. L'importo massimo è di 50.000 oltre IVA, per crediti già scaduti, nei confronti dei Comuni lombardi che nonsono in condizioni di onorare gli impegni contrattuali per i vincoli del patto di Stabilità. Il finanziamento sarà destinato a soste-nere il fabbisogno finanziario dell'impresa in attesa dell'incasso dei crediti dovuti dai Comuni. L'accesso al fondo avviene atasso e costi zero per l'erogazione di finanziamento della durata di 12 mesi, con unica rata alla scadenza. Il beneficiario deveottenere il rilascio della certificazione del credito da parte del Comune debitore, con indicazione della data di pagamento suconto corrente di gestione. Il finanziamento è per un importo minimo di 3.000 euro e un massimo di 65.000 euro, con durata12 mesi, ferma l'estinzione anticipata in caso di pagamento da parte del Comune. Come garanzia, viene chiesto un mandatoirrevocabile all'incasso. Per il resto, tasso zero, spese zero, commissioni zero.

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Sono passati i tempi di Bonocore,maldestro aspirante falsario, che ne"La banda degli onesti" esclamava"I soldi si fabbricano al Policlinico

dello Stato". Oggi, gli eredi del tipografo LoTurco (Peppino De Filippo), del portiereAntonio Buonocore (alias Totò) e del pittoreCardone (Giacomo Furia), stanno interpretan-do un film molto meno divertente ma assai piùredditizio. In provincia di Bergamo, lo scorsoanno, sono state rinvenute 3.292 banconotefalse per un valore nominale di 373 mila euro:peggio del 2010, quando le banconote ritenu-te fasulle erano 3 mila pezzi. Quello della fal-sificazione della cartamoneta è un mercatoniente affatto irrilevante. In Italia, nel corso del2011 il CNA (Centro di Analisi) ha sottopostoa perizia e accertato come false 145.879 ban-conote, per un valore nominale complessivo di7 milioni di euro, 83mila banconote ritirate nel2011 alle quali vanno aggiunte quelle conse-gnate dalle autorità di pubblica sicurezza nel-l'ambito di operazioni che si sono verificate intempi diversi: in totale quasi 146mila banco-note periziate. Il dato allarmante è che lanostra provincia, nona per numero di abitanti,è quinta per il sequestro di denaro falso. Nellalista dei cattivi è preceduta, rispetto alle altre

province lombarde, solo da Milano. La pocoinvidiabile graduatoria è contenuta nel rappor-to 2011 sulla falsificazione dell'Euro diffusodall'Ufficio centrale antifrode dei mezzi dipagamento (Ucamp) del dipartimento del

Tesoro. Delle 3.292 banconote false seque-strate in provincia di Bergamo, il taglio piùtaroccato sono le 20 euro (1.536 pezzi), segui-te dalle 100 (853), dalle 50 (629), dalle 200(209). Tre le banconote false da 500 euro. I 373mila euro, in un'ottica macroeconomica noncostituiscono una grande cifra, ma basta met-

tersi nei panni del malcapitato che si ritrovatra le mani una banconota fasulla per pensar-la in modo diverso. Può capitare di ritrovarsitra le mani una banconota falsa, oltre alrischio di perdere denaro e di fare una granfiguraccia, si può incorrere in una denuncia dicarattere penale. Rifilare una banconota nonautentica, infatti, è reato. A fine gennaio uncittadino romeno residente a Bolgare, perpagare una multa per divieto di sosta di 80euro ha estratto dal portafoglio una bancono-ta da 20 euro falsa. L'uomo è stato così denun-ciato a piede libero per spendita di banconotecontraffatte. A livello nazionale l'anno scorsosono state ritirate 83.509 banconote, di cui piùdella metà in tagli da 20 euro. Gli istituti ban-cari, le agenzie di custodia e trasporto denaro,le Poste sono stati gli intermediari che nehanno rastrellato la gran parte; al resto hannoprovveduto le Forze dell'ordine. Nella classifi-ca per province Milano è al vertice con 7.984banconote false, seguita da Roma (7.663),Palermo (5.073), Genova (3.431), Bergamo(3.292). In chiave regionale, il poco ambito tito-lo va alla Lombardia (16.490 banconotesequestrate), seguita da Veneto (9.925) e Lazio(8.667). Ma del resto, il fenomeno della con-traffazione non è nuovo di Zecca.

IL RAPPORTO

Soldi falsi: nel 2011 sono state individuate 1.737 banconote contraffate perun valore complessivo che supera i 350 mila euro. Nella classifica per pro-vince Bergamo è quinta con 3.292 contraffazioni accertate preceduta daMilano con 7.984, Roma con 7.663, Palermo con 5.073 e Genova con 3.431

Banconote false: «occhio» ai 20 euro sono i più taroccati

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Concessionaria ufficiale Hyundai - Filiale di CURNO (BG)Via Bergamo, 66 - 24035 Curno - S.S. Briantea - Tel. [email protected] - www.autotorino.it

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L'economia mondiale ed europea, maicome in questi tempi, è sotto asse-dio. Interi Stati, fra i quali si annoverasfortunatamente anche l'Italia, sono

a un passo dal baratro. Per la prima volta nellastoria si parla di "fallimento" del sistema, intesoa tutto tondo: finanziario, istituzionale, democra-tico e sociale. Una matassa all'interno dellaquale si sono aggrovigliati i Governi (che nell'im-potenza generale hanno dovuto affidarsi aicosiddetti "tecnici"), rei di aver sperperato nume-

rose occasioni e possibilità concrete per potercambiare le cose, o almeno per dirigere su altribinari lo sviluppo del "sistema mondo". Maun'alternativa è ancora possibile, lo dice conforza l'ex europarlamentare Giulietto Chiesa -presidente del laboratorio politico "Alternativa" -,concedendoci un'intervista per certi versi scioc-cante sul come e sul perché l'attuale treno eco-nomico debba cambiare binario, anche e soprat-tutto per tutelare le piccole e medie imprese checostituiscono l'economia reale italiana. "In que-

ste condizioni le grandi banche che hanno il pote-re (UniCredit, Banca Intesa e Monte dei Paschi diSiena) non sono più capaci di svolgere il ruolo diprestatori di denaro alla piccola, media e grandeimpresa. Sono troppo impegnate nella specula-zione internazionale. Siamo di fronte ad un para-dosso: la BCE ha prestato circa 500 miliardi dieuro alle banche europee per poterle rifinanziareal tasso dell'1%; di fatto si è comportata come unprestatore d'ultima istanza. Di questa massamonetaria, quasi 116 miliardi sono andati

A CURA DI GIORGIO CHIESA

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Le grandi banche?«Invece di prestare,

lucrano»ECONOMIA&FINANZIA

Intervista all'ex europarlamentare GiuliettoChiesa, che ci spiega la formula «alternativa»

per uscire dalla crisi. «Abbandonare il Trattato di Maastricth, nazionalizzare la BCE

e organizzarne una nuova serie di rapporti con le banche dei paesi»

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"E' la ragione per cui la massa del debito è impa-gabile e continua ad aumentare, si procrastinadi qualche mese la catastrofe mentre le banchecontinuano ad arricchirsi coi soldi che loro stes-se hanno generato. Se c'è un punto dove MarioMonti palesemente trucca le carte è proprioquesto, non c'è stata alcuna misura che hacambiato queste assurde regole del gioco. Sevuole sopravvivere, l'Italia dovrebbe chiedere aBruxelles un incontro urgente con i Governi diSpagna, Portogallo, Francia, Irlanda e Grecia,proponendo loro di rinegoziare tutta la "faccen-da" del debito pubblico sulla base di alcunerichieste specifiche: uscire dal Trattato diMaastricth, nazionalizzare la Banca CentraleEuropea e organizzarne una nuova serie di rap-porti con le banche dei singoli paesi".

Cosa comporta tutto questo?"Comporta costruire un nuovo sistema mone-tario, ma senza bisogno di uscire dall'Euro.Parallelamente devono essere nazionalizzate le

principali banche europee, che sono in mano aiprivati. Bisogna poi costringere sempre le ban-che a ritornare alla funzione per la quale sonostate create, quella di raccoglitore ed erogatoredi credito all'impresa reale, chiudendo ogni rap-porto coi paradisi fiscali. Qualunque governoche non prende in considerazione queste misu-re è un governo che colpisce direttamente lepopolazioni".

Il mondo è pronto a questo cambio di rottamonetario?"Se il problema della proprietà della monetavenisse raccontato adeguatamente, la gentecapirebbe. Basta basarsi su alcuni dati difatto: la Cina, il Brasile, la Turchia - per farealcuni esempi -, sono fuori dalla crisi e si stan-no avviando ad un periodo di prosperità per-ché stampano la propria moneta nazionale.Per resistere alla pressione del mercato finan-ziario bisogna quindi uscire da questa trappo-la e tornare al dominio democratico della

all'Italia (un gran bel regalo), ma invece di distribuirli a pioggia per fare ripartire l'economiareale, i grandi manager preferiscono lucrare il 7-15% acquisendo i Bond dei paesi in difficoltà,mentre da un imprenditore - in questa disastra-ta situazione economica - potrebbero ottenereal massimo il 5%".

Come può la BCE comportarsi da presta-tore d'ultima istanza se la sua compaginesocietaria è costituita da banche private?

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moneta. Ripeto, non bisogna uscire dall'Euro,ma tramutarlo nella moneta sovrana europea".

Cosa si sente di consigliare agli impren-ditori bergamaschi che stanno soffrendola crisi?"Devono assolutamente smettere di chiederealla Confindustria di aiutarli, perché tanto nonsuccederà. Devono diventare autonomi, crearele loro associazioni. Devono assediare le banchee strappare loro prestiti a tassi d'interesse accet-

tabili. E' fondamentalmente un'azione politica".

Come siamo arrivati a questo punto di rot-tura?"Non parlerei solo di una crisi finanziaria, mamolteplice. C'è un mostruoso squilibrio tra laquantità di denaro inventato ma esistente in giro

per il mondo dai grandi potentati finanziari, e laquantità di beni disponibili. Quindi, ne deriva chela massa del debito è troppo grande per essereripagata senza un crollo. A questo bisognaaggiungere una seconda crisi, altrettanto grave:siamo arrivati ai limiti dello sviluppo o meglio ailimiti delle risorse, stiamo esaurendo il "sistema

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«Personalmente considero questo

sistema mediatico come la grande fabbrica

dei sogni e delle menzogne»

L'ATTIVITÀ POLITICA DI GIULIETTO CHIESAÈ stato eletto deputato del Parlamento europeo nel 2004 per la lista «Di Pietro -Occhetto, società civile», nella circoscrizione Nord-Ovest (Piemonte, Valle d'Aostae Liguria), in sostituzione di Occhetto, che ha optato per mantenere il suo seggio alSenato, lasciando il posto a Chiesa, il quale ha ricevuto circa 14 mila preferenze.Divenuto europarlamentare si è iscritto al gruppo dell'Alleanza dei Liberali eDemocratici per l'Europa, per poi lasciarlo il 17 maggio 2006 e divenire indipen-dente nel Gruppo Socialista del Parlamento Europeo.In seno al Parlamento europeo è stato nominato vicepresidente della Commissioneper il commercio internazionale, membro della Commissione per la cultura e l'i-struzione, della Sottocommissione per la sicurezza e la difesa, della Delegazionealla commissione di cooperazione parlamentare UE-Russia, della Delegazione allecommissioni di cooperazione parlamentare UE-Kazakistan, UE-Kirghizistan e UE-Uzbekistan e per le relazioni con il Tagikistan, il Turkmenistan e la Mongolia.

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pianeta". La mia critica più forte ai governantiitaliani va proprio in questa direzione, ci pro-mettono una crescita in cambio di sacrificiassurdi, che sono stati artificialmente indotti.La bugia è quindi doppia: in primo luogo lamenzogna sul perché siamo in crisi e sulnostro debito pubblico, poi secondariamentela formula magica della crescita che dovrebbetraghettarci fuori dal baratro, ma che comedimostra l'andamento trentennale del PILmondiale non ci sarà mai più".

Si riferisce anche alla crescita demo-grafica e all'emersione delle nuoveeconomie che prima erano degradateal rango di "terzo mondo"?"Noi abbiamo depauperato il terzo mondo finoa quando abbiamo potuto. Ora, però, proprio acausa del meccanismo di globalizzazione chele grandi corporazioni finanziarie hanno inne-scato, il terzo mondo cresce per conto suo eall'occidente è stata tolta l'arma della rapinaimperiale. Con questo sistema, rimane solouna chiave da usare: la guerra. Tra massimo 5o 6 anni le risorse non basteranno più per tuttie ci avvieremo allo scontro militare, così dabruciare anche ammassi di denaro fittizio eimpedire di ricostruire una qualunque storia diquesto dramma planetario".

Cosa vuol dire costruire un'alternativa?"Vuol dire cominciare a dire molto veloce-mente la verità alle persone. Il Capo delGoverno dovrebbe presentarsi davantiagli italiani ammettendo la realtà, vale adire che l'occidente ha vissuto per anni aldi sopra delle sue possibilità. Con questotipo di sviluppo ad essere nei guai saran-no soprattutto i nostri figli, è necessarioquindi organizzare la società italiana inun'altra direzione, una transizione versouna comunità che non si sviluppi con iltasso di crescita del PIL, ma su una diver-sa gerarchia dei consumi, della produzio-ne e del tempo. La transizione si fonda suuna materia opposta alla competizione,l'unico criterio per la sopravvivenza dovràessere la solidarietà tra i popoli e le per-sone. L'Italia è un grande paese, con unagrande cultura e una altrettanto grandeCostituzione, ma non può camminare dasola. Dovrebbe quindi farsi promotrice inEuropa di questa nuova fase economica".

L'essere energeticamente indipendentipotrebbe accelerare questo processo?"Qui torniamo al punto della mancanza disovranità. Se infatti fossimo proprietari della

nostra moneta, potremmo decidere di stanzia-re 500 miliari di euro (una cifra che non scelgoa caso) per avviare in tempi rapidi lo sviluppodella ricerca e della produzione di tutte le formedi energia rinnovabile. Questo significherebbe

creare 35 mila posti di lavoro all'anno, unagigantesca rimessa in moto del processo eco-nomico in termini alternativi che in poco tempopotrebbe ridurre drasticamente il nostro consu-mo energetico. Saremmo in una posizione divantaggio rispetto al resto del mondo, perchél'Italia è la patria delle rinnovabili: sole, acqua evento sono risorse che abbondano nellaPenisola. Inoltre, abbiamo mantenuto un altolivello tecnologico e la nostra struttura indu-striale è costituita prevalentemente da PMI,cosa che consentirebbe veloci riconversioni.Tutto ciò richiederebbe una volontà politica e sipotrebbe fare domani mattina. Basterebbe, adesempio, decidere di non stanziare 20 miliardidi euro per la TAV e reinvestire quei soldi pro-prio sulle rinnovabili".

Qualche mese fa il Time proponevaSilvio Berlusconi in copertina, scrivendo"l'uomo dietro all'economia più pericolo-sa del mondo". Oggi, invece, in copertinac'è Mario Monti ed il titolo è diventato"può quest'uomo salvare l'Europa?". Nonle sembra un cambio di rotta eccessivo?"Personalmente considero questo sistemamediatico come la grande fabbrica dei sogni edelle menzogne, in quanto anche a livello mon-diale è interamente nelle mani delle grandi cor-porazioni finanziarie. Questo spiega il perchénessuno è a conoscenza dei numerosi argo-menti che abbiamo trattato, se non qualchepersona ben informata".

Una delle locandine provocatoriedel laboratorio politico

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Il banchiere Fiorani perde contro il giullare bergamasco De' GiorgiLA PIÈCE SUI «FURBETTI»

La rivincita della satira sull'alta finanza. L'ex banchiere di Lodi ha perso lacausa civile per diffamazione intentata contro Eugenio De' Giorgi e il suospettacolo «Previsioni meteo: diluvio universale - the rise and fall of Gianpy»Oltre a vedersi respinta la richiesta di risarcimento di 5 milioni è stato con-dannato a rimborsare le spese processuali

In comune finanza e teatro hanno ben poco,la prima è avida e il secondo è povero.Rappresentano un ossimoro, inconciliabilenella realtà. L'arte, però, permette connubi

inaspettati laddove c'è una storia vera comequella di Gianpiero Fiorani e dei "Furbetti delquartierino", degna di essere portata in scenaall'attenzione del pubblico. Fallito il risiko banca-rio e tramontato il sogno del rampante banchie-re che, nel 2005, aveva cercato di "mangiarsi" ilgigante Antonveneta contro gli olandesi diAbnAmro oggi all'ex amministratore delegatodella Banca Popolare di Lodi non resta altro cherosicare (nel senso di chi si rode di continuo e apoco a poco) perchè nulla ha potuto contro l'at-tore e regista teatrale bergamasco EugenioDe' Giorgi (nome d'arte di Eugenio Maffeis) eil suo spettacolo "Previsioni meteo: diluvio uni-versale - the rise and fall of Gianpy". Fiorani,infatti, ha perso la causa civile per diffamazioneintentata contro De' Giorgi che si è fatto beffe dilui e degli altri "Furbetti del quartierino". Oltre arespingere la richiesta di risarcimento di 5 milio-ni il giudice di primo grado del Tribunale di

Milano ha condannato l'ex amministratore dele-gato della Banca Popolare di Lodi a rimborsareall'attore le spese sostenute per il giudizio. La

cronaca è nota a tutti: Fiorani inizia a farsi nota-re nei primi anni del 2000, per una politicaaggressiva di acquisizioni bancarie tramiteingenti investimenti per centinaia di milioni dieuro. Grazie ad una rete di amicizie importanticostruita nel tempo - primo tra tutti il governato-

re della banca d'Italia Antonio Fazio - e spintodall'ambizione, dal potere e dalla ricerca del suc-cesso inizia a pianificare la scalata alla bancaAntonveneta, bersaglio, da tempo, di banchespagnole e olandesi, ottenendo soddisfacentirisultati iniziali. Lo scandalo giudiziario ha inizio il2 maggio 2005 quando la procura di Milanoapre un fascicolo contro ignoti per la scalataall'Antonveneta e la manipolazione del prezzodelle azioni, per fronteggiare e sbaragliare lebanche straniere. Il 25 luglio 2005 la procura diMilano sequestra i titoli di Antonveneta di pro-prietà della Banca Popolare Italiana. Il 13 dicem-bre 2005 l'ex amministratore delegato dellaBanca Popolare di Lodi viene arrestato e rimar-rà in carcere 6 mesi. Dal mix tra finanza e tea-tro, arte e realtà, verità e persone è scaturito"Previsioni meteo: diluvio universale - the riseand fall of Gianpy": un'ora dissacrante dell'arti-sta bergamasco che Fiorani aveva cercato dibloccare in tutti i modi, ostacolandone la messain scena a Lodi, la sua città. Nel 2009 un giudiceaveva respinto la richiesta, richiamandosi diret-tamente all'articolo 21 della Costituzione italia-

EugenioDe’ Giorgi

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na che sancisce la libertà di espressione: "Tuttihanno diritto di manifestare liberamente il pro-prio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altromezzo di diffusione". De' Giorgi per scrivere lapièce e ricostruirne la vicenda attraverso un'im-pertinente presentazione dei fatti e dei perso-naggi coinvolti si è documentato a lungo, leg-gendo la rassegna stampa dell'epoca, le nume-rose intercettazioni e il libro "Capitalismo di rapi-na" di Mario Gerevini, Paolo Biondani e VittorioMalagutti, oltre a raccogliere le dirette testimo-nianze di alcuni protagonisti. Il risultato è statouno spettacolo che ha fornito (e fornirà visto unaprobabile ripresa della programmazione) al pub-blico una visione complessiva della vicenda, tra-sfigurando e caricaturizzando i protagonisti dellavicenda. Sul palco sfilano il lodigiano Gianpy(Gianpiero Fiorani), un wuppie anni Ottanta conil taglio dei manager rampanti di Wall Street checostella i suoi discorsi di postulati-verità come"La vita è cara", alternando inglese e italiano enon mettendo mai da parte il suo egocentrismoautoreferenziale come un moderno Narciso chesi specchia, però, sulle porte scorrevoli d'ingres-so delle banche; il bresciano Chicco (EmilioGnutti) imprenditore coinvolto nella scalata ban-

caria che cerca di depositare il denaro di "trop-po" nel Liechtenstein, impegnandosi in un duet-to in anglo-bresciano con il principe delLiechtenstein Hans-Hadam II; il romano Ste'(Stefano Ricucci), immobiliarista con l'ossessio-ne per il passato da odontotecnico che si vergo-gna ormai della vecchia professione. Ma c'èanche quel "Sant'Antonio Fazio", noto ex gover-natore della Banca d'Italia, che adatta alle con-venienze personali un'Istituzione che dovrebbeprevenire le convenienze personali e con cui l'ex

amministratore della Banca Popolare di Lodicondivide intenti e progetti della sua scalataocculta ad Antonveneta. E poi vignette/quadroin cui a momenti narrativi, funzionali alla vicen-da, seguono farsesche riproposizioni teatrali delreale come le folle oceaniche della conventiondi Genova del 2003 con la quarta richiesta diaumento di capitale in tre anni ("perché i soldisono come le unghie, ricrescono"); il patto"Sciacchetrà", la cena a Palazzo Grazioli in cui ilgovernatore della Banca d'Italia sollecita il pre-mier Silvio Berlusconi sul tema dell'italianitàdelle banche. "Un nuovo viaggio, una nuovameta"; e ancora "quanto sono bello" e l'imman-cabile "com'è cara la vita"; sono i ritornelli di quelFiorani che incontra Berlusconi in Sardegna por-tando con sé un enorme cactus che, nell'indiffe-renza delle guardie del corpo, è costretto a tra-scinare dal molo alle pendici della villa fino aipiedi del premier, in una più che assolata gior-nata di agosto. E poi le eccedenze patrimonialiche non sono un problema ("basta inventarsinuove commissioni da applicare i correntisti"),perché "Fiorani? L'è mej dell'enalott" per chi haottenuto fidi da 25 milioni di euro per comprareazioni Antonveneta e in 21 settimane si trova sulconto 12 milioni di euro di interessi. Poi arriva lacaduta. Passa per il Natale 2004, per i 218 rega-li che De' Giorgi-Fiorani prepara per gli amicidegli amici, passa per la festa in cui l'ex ammi-nistratore della Popolare offre i polsi alla Guardia

di Finanza. Ma questo non è l'ultimo quadro.De' Giorgi chiude lo spettacolo con una nuovarinascita, quella che passa per la movida inCosta Smeralda, per le festa con veline e troni-sti, perché "la vita è una" e forse è meglio pas-sarla in spiaggia che dietro le sbarre. "Il temadel soggetto teatrale -è scritto nella sentenza -risulta essere di stretta attualità e concernevicende di assoluto rilievo pubblico. (...) Nellasatira non vige l'obbligo di rispettare la veritàdei fatti, proprio perché la sua caratteristicaprincipale è la deformazione della realtà, il para-dosso, il sarcasmo".Secondo il giudice RobertoBichi del Tribunale di Milano, la rappresentazio-ne satirica deve ritenersi legittima, "ancorchélesiva della dignità del personaggio pubblicorappresentato" purché non si risolva in un'offe-sa gratuita. La sentenza ha offerto il destro aDe' Giorgi, nato artisticamente al teatro "AlleGrazie" di Bergamo che ha trovato il suo filo-ne più prolifico all'interno della Commediadell'Arte, imponendosi alla critica grazie all'in-terpretazione di Mistero buffo (tanto da venireconsacrato come "erede spirituale" di Dario Fo),per riprendere la rappresentazione dello spetta-colo il cui titolo verrà modificato in "Fiorani ver-sus De' Giorgi, la sentenza". Lo stesso DarioFo ha detto che "La qualità della satira sivaluta dalle reazioni che riesce a suscitare" el'attore e regista teatrale bergamasco, vistola reazione di Fiorani, lo ha preso alla lettera.

Lodi, 15 aprile 2009- La decisione del-l'attore e registaGiulio Cavalli diorganizzare a Lodila rappresentazionedello spettacoloteatrale «Previsionimeteo: diluvio uni-versale - the riseand fall of Gianpy»di Eugenio de'Giorgi, scatena leire di GianpieroFiorani, che tramitei suoi legali diffidaGiulio Cavalli daldare corso allarappresentazione esuccessivamente,non avendo ottenu-to quanto richiesto,comunica di vedersi«costretto ad agireper ottenere ilrisarcimento degliingentissimi danniche derivano dalladenunciata situazio-ne di illiceità»

GiampieroFiorani

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Un pieno di piccola e media impre-sa con due nuovi consiglieri per ilmotore della Banca Popolare diBergamo (Gruppo UBI). Nel Cda

dello storico istituto cittadino sono entratiPaolo Agnelli e Rossano Breno, entram-

bi fortemente radicati nel tessuto impren-ditoriale e associativo della Pmi, segnandoun netto cambio di orizzonti rispetto ai loropredecessori Antonio Parimbelli e GiacomoFustinoni, dimissionari, notaio il primo eavvocato il secondo, esponenti più delmondo professionale che di quello produt-tivo. Per quanto entrambi accomunati dalla

mission in favore della Pmi, Breno e Agnellirappresentano le due facce della medaglia ehanno seguito strade ben diverse l'uno dal-l'altro. Il primo è presidente della Compagniadelle Opere e rappresenta l'ala imprendito-riale di Comunione e liberazione, con fortilegami in Regione Lombardia e un'organizza-zione territoriale che fa il paio con quella reli-

giosa. Vicinissimo al governatore RobertoFormigoni, dal punto di vista imprenditorialeè amministratore unico della Mediberg srl diCalcinate, mentre dal punto di vista associa-tivo si è recentemente segnalato in un attac-co a mezzo stampa contro la Camera di com-

mercio, considerata troppo statalista e troppopoco consociativa. Paolo Agnelli è imprendi-tore di terza generazione, guida un gruppo cheha festeggiato i cent'anni di impresa nel 2007con un fatturato nel 2011 di circa 140 milionidi euro e presiede Apindustria Bergamo (dal2000) e Confapindustria Lombardia (dal2006), organizzazione che conta più di otto-mila piccole e medie industrie del territorio.Dal 2004 è consigliere della Camera diCommercio di Bergamo per il settoreIndustria, entrato nella giunta camerale dopoil cambio della guardia tra Roberto Sestini ePaolo Malvestiti. Come vanno lette le duenuove nomine, in chiave Banca Popolare diBergamo? Di certo Agnelli e Breno allarganola base di consenso su cui poggia l'istituto,che fa posto nel proprio Cda a due esponentidi sicuro seguito e particolarmente radicatinel territorio, pur con le differenze personali eprofessionali cui accennavamo sopra. Quantoai retroscena, la versione da noi raccoltavuole che sia stato il presidente Zanetti agestire tutta la partita, ovviamente in pienoaccordo con i vertici di Piazza Vittorio Veneto,scegliendo i consiglieri e seguendo personal-mente le fasi dell'iter di nomina.

NOMINE

La banca allarga la base partecipativa con le nomine di Paolo Agnelli, presidente di Apindustria Bergamo e Confapindustria Lombardia

e Rossano Breno, presidente della Cdo, il braccio economico di Comunione e Liberazione

Agnelli e Breno, un’iniezione di Pmi nella

Banca Popolare di Bergamo

PaoloAgnelli

RossanoBreno

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"L'operazione di trasformazionedell'area Ex Enel è stata por-tata avanti dalla precedenteamministrazione comunale

che, nonostante la ferma opposizione del

Comitato Santa Lucia, ha ritenuto di portare acompimento l'iter amministrativo per conclu-dere l'operazione relativa al piano integrato diintervento appena prima della conclusione delproprio mandato". Inizia così, senza mezzi ter-

mini, il presidente del Comitato Santa LuciaClaudia Lenzini, riferendosi a un altro gros-so e problematico intervento edilizio che si starealizzando nel cuore di Bergamo. "Con questaoperazione l'amministrazione comunale ha

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Quartiere Santa Lucia,un altro ecomostro?EDIFICAZIONE SELVAGGIA

Sta sorgendo nel cuore di Bergamo, nonostante l'opposizione del Comitato Santa Lucia. Il presidente Claudia Lenzini: «E' un'operazione di trasformazione che non tiene conto delle ricadute sul territorio»

A CURA DI GIORGIO CHIESA

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introitato somme considerevoli a titolo di oneri di urbanizzazione senza creare adeguati servizi a compensazione del carico urbanistico prodotto dal-l'intervento. Purtroppo, le scelte di questo tipo ormai usualmente adottate dalle amministrazioni comunali per garantire introiti certi, costituiscono unsistema sbagliato che ha ricadute molto gravi sul territorio, specialmente in un quartiere come il nostro, che già paga l'urbanizzazione selvaggia avve-nuta tra gli anni '60 e '70". Ma entriamo nel vivo della questione.

Qual è il motivo che ha spinto l' amministrazione ad approvare l'edificazione di un nuovo ecomostro?"Le casse dei comuni piangono. Il sistema, nel suo complesso, spinge le amministrazioni a optare per concessioni edilizie sul nuovo piuttosto che allavalorizzazione dell'esistente. Il meccanismo è molto semplice e l'area ex Enel - ubicata in Bergamo centro, delimitata a nord da via Mazzini, ad est davia Nullo e a sud da via Diaz - ne è un esempio lampante: con la costruzione e l'edificazione del cosiddetto nuovo, come detto, il Comune guadagna"cash" l'introito derivante dagli oneri di urbanizzazione e le imposte come l'IMU".

Quando siete venuti a conoscenza di quest'operazione?"Siamo un gruppo di residenti del quartiere Santa Lucia che ha deciso di costituirsi in Comitato per intervenire e partecipare attivamente alla tra-sformazione dell'area degli ex Ospedali Riuniti. In occasione di un incontro con le autorità nell'autunno 2008, con l'allora assessore all'urbanisticaWalter Grossi, ci è stato presentato il progetto per l'area ex Enel. Una presentazione avvenuta all'interno degli uffici comunali, che ci lasciò così scon-certati da non riuscire a formulare immediatamente delle osservazioni".

Cosa successe immediatamente dopo?"In un'assembla in Circoscrizione venneesposto un plastico con la rappresentazionetridimensionale delle nuove edificazioni.Seguirono degli incontri anche con i proget-

tisti. Acquisiti i documenti ed i progettiabbiamo riprodotto con alcuni renderingrealizzati da un grafico del direttivo delComitato l'impatto che tali nuove edificazio-ni avrebbero avuto sul territorio. Abbiamo

così presentato delle osservazioni che met-tevano in risalto l'enorme volume del pro-getto nel suo complesso: da quel momentocominciarono diversi scambi anche piutto-sto forti con l'amministrazione".

«Con questa operazione l'amministrazione comunale

ha incassato importanti somme per gli oneri di urbanizzazione

(circa 4,5 milioni di euro)»

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Quando è stato approvato questo pro-getto?"L'iter del progetto si è concluso a fine mandatodella precedente amministrazione che nonha sostanzialmente recepito le istanze delComitato e dei cittadini che in più occasioni ave-vano messo in rilievo le criticità dell'intervento".

Quali sono stati gli errori più macrosco-pici della passata amministrazionecomunale rispetto a questo intervento?"Oltre alle volumetrie abnormi, senza scende-re troppo nei dettagli, dal nostro punto di vistasono state sottovalutati sia le ripercussioni sultraffico della zona da parte dell'intervento siail forte impatto visivo dalla strada e dal pro-spiciente parco Locatelli. In particolare, relati-vamente al traffico l'ipotizzato incremento diappena il 3-4% non costituisce un dato atten-dibile secondo i nostri calcoli. In particolareperché parliamo di palazzi di sette piani, cheospitano 139 appartamenti. Abbiamo eviden-ziato questa anomalia in quanto, a nostro avvi-so, i parametri di riferimento evidentementenon sono stati valutati in modo da valutare leeffettive ripercussioni sul traffico".

Da cosa viene esasperata la situazione?"Non dimentichiamoci che il prospettato 4%dell'incremento del traffico si va comunquead inserire in una situazione già gravementecompromessa. Come noto, infatti, la rotondaGaribaldi è stata considerata la zona più con-gestionata e inquinata di Bergamo. Inoltre,nella zona, vi sono varie scuole (tra cui ilCollegio Vescovile Sant'Alessandro, laScuola Capitanio e le Sacramentine), senzaconsiderare il tribunale, l'ospedale MatteoRota e le cliniche. Ad aggravare ancora lasituazione, ricordiamo che via XXIV Maggioè ormai considerata una direttrice di trasferi-mento che dalla Trucca porta ad alcune zone

«Parliamo di palazzi di sette piani che ospitano 139 appartamenti. Ci sarà una ricaduta devastante sul traffico in un'area già congestionata»

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del centro, una sorta di circonvallazione".

Cosa succederà secondo le vostre pre-visioni?"Se si porteranno altre 400 persone all'internodel quartiere (dato abbastanza pronosticabilevisti i 139 appartamenti), i servizi diverrannocompletamente insufficienti. Due scuole delquartiere, inoltre, sono sprovviste di palestra(questo sarebbe stato un investimento per ilterritorio) e verranno portate al collasso".

Non siete riusciti a dialogare con leamministrazioni?

"Sul punto specifico c'è stata molta chiusu-ra per cui non sono state recepite in alcunmodo le nostre istanze".

C'è stata una vera e propria specula-zione edilizia?"Non parlerei proprio in questi termini.L'imprenditore agisce nel quadro dellalegge e cerca, giustamente, di massimizza-re il profitto. Lo sviluppo del territorio avvie-ne secondo una programmazione sullaquale l'amministrazione comunale dovreb-be intervenire per garantire un correttoequilibrio tra ritorni privati e pubblici".

Gli estrattiEstratti dal documento inviato a WalterGrossi, all'allora Assessore all'Urbanistica,con oggetto: osservazioni al Piano Integratodi Intervento di via Francesco Nullo interes-sante quota parte dell'area per servizi tecniciex sede Enel, adottata con delibera comuna-le n.66 Prop. Del. in data 15/12/08Al punto 13 si legge: "l'impianto urbanisticodel PI (Piano Integrato, n.d.r.), soprattutto acausa delle elevate volumetrie edilizie previ-ste (e in parte anche per la contorta sagoma-tura del suo bordo ovest), appare come uninsieme di incombenti edifici (fino a settepiani, con altezze quindi fino a 24,5 metri).Le aree libere al suolo si presentano piùcome risicate pertinenze degli edifici stessiche come spazi di relazione e pubblica frui-zione (ove a malapena si fa strada una con-nessione pedonale tra via Mazzini e viaDiaz). In sostanza, non si ravvisa nel proget-to proposto un elemento di continuità con ilparco Locatelli e di qualificazione del conte-sto urbano. Gli edifici si presentano piuttostocome corpi estranei che, dal parco stesso edalla limitata altezza delle case prespicientivia Mazzini e via Statuto, derivano il benefi-cio di quello spazio pubblico significativo edi quel libero affaccio ai primi negato, per laloro sovradimensionata presenza"Al punto 14 si legge: "a quanto sopra dettosi aggiungono gli effetti del nuovo caricourbanistico indotto, per quanto attiene viabi-lità, accessi veicolari, parcheggi, parametridi qualità ambientale, elementi questi nonsufficientemente valutati nelle relazioniallegate al progetto ed in zona già a livel-lo critico"Al punto 15 si legge: "l'eccesso di volume-tria finisce con il compromettere non solo lafruibilità e la vivibilità degli spazi urbani, lastraordinaria visuale paesaggistica verso cittàAlta, ma rischia anche di inficiare la stessadichiarata intenzione di salvaguardare gliedifici e significativa valenza storico/archi-tettonica, per la quale non ci si può limitareai soli corpi architettonici (per altro oggettodi interventi che suscitano un certo allarme)ma occorre anche farsi carico di un adeguatorispetto visuale"

La replica di Valter Grossi"L'oggetto della variante semplificata conte-nuta nel Programma Integrato di Interventoex-Enel, quello che per intenderci procurarisorse aggiuntive al Comune, è il cambia-mento delle funzioni ammesse da terziario aterziario, commerciale e residenziale (peraltro meno impattante), in quanto le volume-trie erano già state individuate dalle NormeTecniche di Attuazione del precedente PianoRegolatore Generale (Sechi-Gandolfi),approvato definitivamente con larghissimoconsenso politico diversi anni fa. Per ciò che attiene la qualità, il mio giudizioè senz'altro superfluo, perchè in modo assaipiù competente la proposta dell'architettoAntonio Citterio, progettista di fama mon-diale, è stata verificata dalla CommissioneTecnica Urbanistica, dagli organismi tecnicideputati, in particolare con numerosi sopral-luoghi del consulente architettonico delPiano di Governo del Territorio, professorarchitetto Aurelio Galfetti e più recentemen-te dalla Commisione Tecnica Edilizia".

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Dai romani ad oggi, ecco la storia del mutuo casa

PILLOLE DI FINANZA - Rubrica a cura del Dott. Claudio Rossi

Quello che noi conosciamo, nelle sue differenti e molteplici forme, è il risultato combinato di regole moderne e di una millenaria esperienza

Definito sin dai tempi del diritto romano classico, nel mondo odierno è una consuetudine figlia di un percorso economico dei nostri avi

Mentre per i nostri antenati romani l'u-tilizzo del mutuo concerneva "pro-priamente quelle cose che valgonoper peso, numero o misura, quali il

denaro contante, il vino, l'olio, il frumento, il rame,l'argento e l'oro. Diamo queste cose, a numero,peso o misura, affinché diventino di chi le riceve, eci vengano successivamente restituite, non le stes-se, ma altre della stessa natura. Per questo è chia-mato mutuo, perché quel che ti è dato in questomodo da me, diventa da mio tuo" (dalle Istituzioni diGaio III, 90), ai nostri giorni il mutuo è quasi esclusi-vamente destinato all'acquisto di beni immobili.Il mutuo casa, infatti, è una linea di credito defi-nita per la sua durata, solitamente compresa trai 5 ed i 30 anni, a medio-lungo termine ed è con-cesso da una banca per acquistare o ristrutturareun immobile già abitabile o, addirittura, in fase dicostruzione. Esso prevede l'erogazione di unasomma da parte della banca e la contemporaneaassunzione dell'impegno alla sua restituzione daparte del prenditore attraverso diversi meccani-smi, di cui il più noto è detto a "rata costante" eche prevede il pagamento periodico di rate "iden-tiche" composte da una quota variabile di capita-le ed una di interessi.Nella stragrande maggioranza dei casi, esso è sti-pulato con atto pubblico ed è garantito dall'ipotecasul bene acquisendo.Ma quanti tipi di mutuo esistono? Ebbene a partiredal piu' diffuso "a tasso variabile", dove il tasso d'in-teresse potrà modificarsi nel tempo in base all'an-damento dell'indice del costo del denaro a breve cuiavremo scelto di agganciarlo, si arriva al cosiddetto

"tasso fisso" dove il costo rimane fissato per tutta ladurata del prestito, passando per: "tasso misto",dove il tasso puo' essere trasformato da variabile afisso (o viceversa) a determinate condizioni ditempo o altro stabilite nel contratto, "doppio tasso",dove il mutuo è regolato in due parti separate aven-ti una interesse fisso e l'altra interesse variabile edinfine, a "tasso variabile con cap", dove il tassorimane variabile entro certi limiti, superati i quali sitrasforma in fisso per effetto di una sorta di assicu-razione al rialzo definita cap.Definito il tipo di mutuo, non ci resta che sceglierela banca a cui avanzare la richiesta. Ma cosa dob-biamo valutare? Gli aspetti da prendere in esamesono: la durata, le spese per la pratica (istruttoria,perizia dell'unità immobiliare ed assicurazionescoppio e incendio), l'ammontare della richiesta e,soprattutto, il tasso offerto dalla banca (per un piùsemplice raffronto tra le offerte sarà bene prende-re sempre in considerazione il cosiddetto TAEG -Tasso Annuo Effettivo Globale - che rappresenta ilcosto globale del mutuo, comprensivo delle speseaccessorie, espresso in percentuale annua). Per

facilitarci nella valutazione di questi elementipotremo richiedere alla banca degli utilissimi docu-menti quali: il Foglio Informativo del mutuo, ilFoglio Comparativo con delle informazioni sullevarie tipologie di mutuo, una copia in bianco delContratto che andremo a firmare, il cosiddettoDocumenti di Sintesi e una Guida gratuita "Ilmutuo per la casa" predisposta dalla Banca d'Italiae scaricabile anche dal sito http://www.bancadi-talia.it/media/notizie/Guide_pratiche.Dopo che sarà stata presentata la domanda labanca procederà oltre che alla valutazione dell'im-mobile, anche alla valutazione della capacità eco-nomica, finanziaria e patrimoniale del richiedenteponendo una particolare attenzione alla coerenzatra il reddito e l'impegno finanziario che si assumecon la rata del mutuo: quest'ultima infatti deverisultare sostenibile nel tempo. L'ipoteca, infatti,rappresenta soltanto una garanzia accessoria chetende sostanzialmente a minimizzare gli eventualieffetti del "moral azard" ma non sostituisce assolu-tamente la capacità economica del richiedente,cosa che al momento della richiesta e della stipulanon puo' certo mancare o essere incoerente.Infine, definito ed ottenuto il mutuo, si dovrà anda-re alla stipula del contratto di finanziamento chesolitamente avviene presso un notaio e per attopubblico. A questo punto, pero', bisogna faremolta attenzione al fatto che non sempre saràpossibile ottenere "contestualmente" alla stipuladel contratto la disponibilità della somma mutua-ta dalla banca. Alcune volte bisognerà attenderealcuni giorni che tutte le formalità burocratichetrovino completamento.

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Stucchi: «L'Italia avanza,

quando noi giriamo»

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Partiamo dal tema delle liberalizzazioni. Cosaè successo ai caselli di Bergamo, Seriate,Capriate e Dalmine lunedì 23 gennaio quando c'èstato il blocco degli autotrasportatori?

"Semplicemente è successo che una sigla sindacale del settoreha deciso legittimamente di protestare per denunciare la gravesituazione in cui si trovano ad operare gli autotrasportatori".

La Fai non vi ha aderito. Perché?"La Fai non vi ha aderito per due ordini di motivi. Il primo, che èil principale, perché avevamo aperto una trattativa con il gover-no al quale abbiamo presentato assieme a tutte le maggiorisigle di rappresentanza del settore una serie di richieste che aiu-tassero seriamente il mondo del trasporto. L'esecutivo primacon il viceministro Ciaccia e poi direttamente con il ministroPassera ha accolto le nostre istanze cominciando a tramutarlein provvedimenti concreti. Pertanto la sospensione delle prote-ste in questo caso ci è sembrato un atto di correttezza. E' ovvioche se tutti gli impegni non si tramuteranno in fatti concretinemmeno noi della Fai (e penso anche le altre sigle) ce ne sta-remo con le mani in mano".

E l'altro motivo?"Il secondo motivo per cui abbiamo invitato i nostri associati anon aderire anche nei giorni successivi è dovuto al fatto che laprotesta è stata fortemente inquinata da infiltrazioni di elemen-ti molto sospetti (come denunciato dalla stampa nazionale) chenulla avevano a che vedere con il nostro mondo e nei confrontidei quali si è attivata la magistratura".

Quanto peseranno per gli autotrasportatori le misure oraadottate dal governo Monti (in particolare le presunteliberalizzazioni di autostrade, assicurazioni e distribu-zione di combustibili)?"Dobbiamo avere il coraggio di dire che se un'azienda diautotrasporto oggi è pesantemente in crisi per ragioni strut-turali e organizzative difficilmente i provvedimenti citatiriusciranno a farla uscire dalla difficoltà, però potranno darela famosa "boccata d'ossigeno" per poter ripensare un nuovoapproccio al mercato".

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PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

E' il motto, oggi più che mai, attuale degli autotrasportatori alle presecon i continui aumenti del carburante e con le banche che non finan-ziano più. Il presidente della Fai di Bergamo sulla concorrenza stranie-ra sleale: «servono pattuglie della polstrada dedicate al trasporto merci»

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Lo sconto sulle tariffe autostradali esulle accise sul carburante non ha ilsapore di una politica delle "mance"?"Si è così, ma come accennavo sopra pos-sono servire per dar tempo ad un ripensa-mento organizzativo e/o strutturale all'in-terno di ogni organizzazione aziendale perreggere i cambiamenti e poter rimaneresul mercato".

Da tempo, poi, il mercato europeo eitaliano è stato invaso da operatoridell'Europa dell'Est che fanno concor-renza a quelli locale. Quali sono leforme di tutela adeguate contro laconcorrenza selvaggia?"Controlli, controlli e ancora controlli. Fattiperò da personale preparato ed è per que-sto che noi chiediamo da tempo l'istituzionedi una sezione della polizia stradale dedica-ta esclusivamente al trasporto merci. InGermania esiste da tempo e funzionabenissimo e le aziende serie che rispettanole regole sono tutelate rispetto a chi pensadi operare nella giungla facendo di fattoconcorrenza sleale. Con una pattuglia

"dedicata" della polstrada per ogni provin-cia italiana avremmo un sistema che siautoregola nell'interesse di tutti e soprat-tutto della sicurezza sociale".

Normativa su tariffe, limiti di carico,durata della guida, velocità consentitae minimi contrattuali. Come si conciliala stretta osservanza di queste normecon il rischio di uscire dal mercato?"Come per tutti i settori economici anchequello dell'autotrasporto non può pensare dioperare senza il rispetto delle regole soprat-tutto anche per il fatto che per la sua specifi-cità potrebbe mettere a repentaglio la sicu-rezza sociale ovvero la sicurezza di tutti noicittadini. Ciò detto il nostro mondo subisce lamentalità pressappochista di molti commit-tenti che volendo tagliare tutti i costi proprinon pagano il giusto ai trasportatori. Oggi c'èuna legge che ci tutela e che chiama diretta-mente in causa la corresponsabilità di tutta lafiliera del trasporto (autotrasportatore, cari-catore, proprietario della merce) dobbiamodifenderla dagli attacchi di chi spacciandolaper antiliberalizzazioni (Confindustria) vorreb-

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be depotenziarla o addirittura eliminarla conla compiacenza stupida di qualche nostrocollega ammaliato da fumose promesse diaumenti".

Per un autotrasportatore cosa pesa dipiù: i costi crescenti dei fattori produt-tivi, le tariffe in continua diminuzioneo una rilevante riduzione dei traffici?"Il costo del carburante e soprattutto lamancanza del sostegno del sistema cre-ditizio sta pesando fortemente sullenostre aziende che rischiano veramenteil fallimento. Tutti sottovalutano la crisidel settore, ma considerando che l'80%della merce in Italia viaggia su gomma ilsistema economico del nostro paese nonpuò fare a meno dei trasportatori. Ilnostro motto "L'ITALIA AVANZA QUAN-DO NOI GIRIAMO" è di un'attualità inne-gabile!".

Il combustibile sarà sempre più caro ei costi dell'inquinamento e della con-gestione sono destinati a crescere.Non è pensabile una conversioneecologica del trasporto merci?"Certo che si. Comprenderà però che è unproblema della nostra società in generale.Voglio dire che prima di arrivare a mezziecologici nel trasporto forse bisogneràspingere l'innovazione nelle autovetture ditutti noi e così facendo si arriverà ancheallo studio di mezzi meno inquinanti ancheper il nostro settore".

Come sono tutelati oggi gli autotra-sportatori?"Come tutti gli operatori degli altri settorieconomici. Hanno le associazioni di cate-goria come la nostra che è a loro totale ser-vizio. In più la Fai si occupa prevalentemen-te di trasporto merci per conto terzi rag-giungendo un grado di specializzazione, ciauguriamo, all'altezza di tutte le esigenzedegli operatori".

I bergamaschi dovranno attendersialtri blocchi degli autotrasportatori?"Speriamo di no. Siamo già fermi spessoper mancanza di lavoro e non è certoauspicabile doverci fermare perché nonci danno quanto dovuto".

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Da sinistra,Gianluigi Piccinini -

presidente di Ressolar - e Fabio Donadoni,

uno dei quattro amministratori

del Gruppo Comac

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Fare impresa oggi non è solo unaquestione di profitti, bensì richiedeall'imprenditore un approccio ditipo olistico. La cultura imprendito-

riale e le scelte adottate sono elementiimprescindibili che risultano vincenti in unmercato altamente competitivo. Questavolta non parliamo di storia ma di fatti piùtangibili, quelli che hanno portato il grup-po Comac - azienda di Bonate Sotto lea-der mondiale nel settore del beverage - aprestare un'attenzione particolare al temadelle energie rinnovabili, elemento indi-spensabile per il conseguimento di unosviluppo sostenibile nella società contem-poranea. "Il nostro impianto fotovoltaico -ha affermato Fabio Donadoni, ammini-stratore e responsabile dell'area tecnica edi innovazione di prodotto - è indubbia-mente il risultato più visibile della nostrasensibilità verso l'ambiente, ma in realtàda dieci anni a questa parte siamo scru-polosamente alla ricerca di soluzioni tec-niche volte al risparmio energetico insenso lato. Sono stati numerosi gli inter-

venti e le migliorie che abbiamo apportatoal nostro modo di utilizzare l'energia e oggisono fiero di poter affermare che piùdell'80% dell'energia elettrica che consu-miamo è auto-generata. Merito dell'im-pianto fotovoltaico che abbiamo realizzato

nel 2010 con Ressolar - azienda bergama-sca leader nel campo delle energie rinno-vabili - ma anche di uno studio effettuatoda Comac in sinergia con un team di spe-cialisti dello Studio Termotecnico Poletti,finalizzato all'ottimizzazione dei consumi".

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«Comac For The Earth»,quando la sostenibilità è nel DNAGREEN FACTORY

Un impianto fotovoltaico da 250 kWp e una serie di importanti investimenti hanno portato il Gruppo Comac ad auto-produrre l'80% del proprio fabbisogno energetico e a ridurre sensibilmente i propri consumi

TESTO&PHOTO GIORGIO CHIESA

Gadgets di materialericiclato

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Cosa vi ha portato a un investimen-to simile in un periodo economicodi certo non facile?"La convinzione che il futuro non possaprescindere dal rispetto per l'ambiente e

quindi dal rispetto per l'uomo. Questa è laragione fondamentale della nostra scel-ta, che si è poi dimostrata vantaggiosaanche dal punto di vista dell'immagineaziendale. I nostri clienti, specialmenteall'estero dove il tema dell'ecososteni-biltà è molto sentito, hanno avuto paro-le di apprezzamento per i risultati cheabbiamo raggiunto. Ad ogni modo, ladomanda che ci siamo posti è stata: per-ché consumare 100 quando puoi ottene-re gli stessi risultati consumando 70?".

Oltre all'impianto fotovoltaico, dice-vamo, avete effettuato altri interventi.Potrebbe elencarcene qualcuno?"Le attuali strutture produttive sono sortenel 1995. Fin da allora abbiamo prestatola massima attenzione alle soluzioni tec-niche costruttive che al tempo era possi-bile adottare. Oggi, nuovi materiali e tec-nologie edilizie consentono di ottenererisultati un tempo impensabili. La sceltadi installare un impianto fotovoltaico ciha indotto a uno studio approfondito cheha prodotto una serie di interventi anchesulla struttura del capannone: abbiamoinfatti più che raddoppiato l'isolamentodella superfici opache e installato nellaparte produttiva nuovi serramenti diclasse energetica superiore aumentan-do l'apporto di luce naturale.

Inoltre avete operato anche sull'im-pianto elettrico."Lo studio di cui ho appena parlato ha

incluso ovviamente anche una valuta-zione dell'impianto elettrico e di con-dizionamento. Per quanto riguardal'illuminazione, dove possibile abbia-mo installato le lampade a LED, che

hanno una resa energetica notevole.Al nostro interno, ci siamo dati dellesemplici regole: spegnere tutto ciòche non serve o non è in uso almomento. Oggi, le accensioni sonoattivate grazie a sensori di movimentoo fotocellule. La gestione dell'illumi-nazione e del sistema di riscaldamen-to e raffreddamento sono domotiche,gestite cioè da terminali PC, anche invia remota. Un'ulteriore scelta tecnicaal vaglio in questi giorni riguarda gliimpianti termici; stiamo valutando disostituire quelli tradizionale a metanocon quelli di ultima generazione, conpompa di calore e inverter".

Un atteggiamento che vi ha portatoa creare un vero e proprio slogan:"Comac For The Earth"."Per molti anni l'ecosostenibilità èstata una questione puramente prag-matica in Comac - ha ribadito SilviaLocatelli, area comunicazione delgruppo - essendo il frutto di una con-vinzione, le pratiche a difesa dell'am-biente sono sempre state perseguitedall'azienda senza che si sentisse ilbisogno di parlarne. A un certo punto,però, è nata anche l'esigenza di affian-care al pragmatismo la comunicazione,di condividere questa esperienza e, percerti aspetti, ufficializzarla, sia all'inter-no dell'azienda sia all'esterno. Il pro-getto "Comac for The Earth" nasce perdare visibilità alle varie iniziative azien-dali messe in atto nel corso del tempoin materia di rispetto per l'ambiente.Tutto ha sempre portato in questa dire-zione, dall'uso di panni industriali lava-bili per officina, che sostituiscono l'usodella carta, ai gadget 100% biodegra-dabili o realizzati con materiali ricicla-bili, al completo riutilizzo degli imballiricevuti dai fornitori per le nostre spedi-zioni ai clienti, al rinnovo del parco autocon l'acquisto di mezzi alimentati ametano. In futuro, le auto nuove saran-no ibride, o plug-in, se la tecnologia celo consentirà in tempi brevi".

SilviaLocatelli

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ECONOMIA&BUSINESS

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Gianluigi e Marina Piccinini

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R.I.S.E.E., la rete della cultura sostenibile

GREEN ECONOMY

Parola a Gianluigi Piccinini, presidente del Gruppo Ressolar«Siamo immersi nella stretta petrolifera, bisogna cambiare

Noi stiamo facendo il nostro meglio, ma i giovani dovranno sancire il cambiamento»

"Siamo immersi nella stretta congiunturale e in quella petrolifera, saranno igiovani a dover fare la rivoluzione e a liberarsi da queste due catene, chesono profondamente correlate l'una all'altra. Per il momento, noi imprendi-tori possiamo condividere ed unire i nostri bagagli d'esperienza per "fare

rete", sia a livello di comunicazione sia a livello pratico". Sono parole molto dirette quellepronunciate da Gianluigi Piccinini, presidente del gruppo bergamasco Ressolar e diR.I.S.E.E., ovvero la Rete di Imprese Specialiste nell'Efficienza Energetica. "Il patrimonio edi-lizio italiano è antiquato per il 90% del totale degli immobili, questo aspetto pone seri pro-blemi in termini di spreco, nonché di costi maggiori in bolletta per le famiglie italiane. Perquesto Ressolar ha deciso di utilizzare il know-how accumulato in cinquant'anni di presen-za sul mercato dell'energia e, in particolare, nel campo delle energie rinnovabili, per fonda-re con le aziende del settore una vera e propria rete d'imprese. L'obbiettivo dichiarato è difornire a privati e aziende impianti chiavi in mano ad alto tasso di efficienza energetica".

TESTO&PHOTO DI GIORGIO CHIESA

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Chi sono, oltre a Ressolar, gli attori pro-tagonisti che costituiscono questa reted'imprese?"R.I.S.E.E. vanta l'adesione di diverse impreseattive nel settore dell'edilizia ecosostenibilecome Gualini Spa - azienda di antica tradizio-ne nel settore della progettazione e realizza-zione delle componenti di involucro edilizio -,FMS Impianti Tecnologici - azienda specializ-zata nell'installazione di impianti elettrici e ter-mici a basso consumo energetico -, CRIEN -opera nel settore delle costruzioni civili edindustriali ad alta efficienza energetica - e CRSImpianti, un'azienda di consolidata esperienzanel settore della progettazione, realizzazione,manutenzione e gestione di impianti tecnolo-gici civili e industriali".

Investire in sostenibilità, nonostantel'ammortamento nel corso degli anni, ècomunque un investimento onerosoalmeno nella sua prima fase."Per questo abbiamo l'onore di vantare comepartner finanziario la banca Intesa Sanpaolo.La direzione regionale Lombardia dell'istitutodi credito ha partecipato attivamente alla

nascita di R.I.S.E.E. e alla creazione di un rap-porto di partnership: ha inoltre definito fin dasubito i prodotti di finanziamento per le impre-se che aderiscono alla rete e un'offerta per iclienti di prodotti e servizi bancari finalizzati asostenere i costi per la fornitura di beni e ser-vizi da parte di R.I.S.E.E. o delle imprese ade-renti. La partnership prevede inoltre tavoli ope-rativi comuni per individuare opportunità diattività congiunte volte a valorizzare la rete e lasua collaborazione con la banca".

Tornando a Ressolar nello specifico,molti vi identificano come installatorid'impianti fotovoltaici. In realtà la vostraè una realtà specializzata a tutto tondonella sostenibilità."Oltre ad essere installatori d'impianti fotovol-taici, siamo specializzati nella fornitura di ener-gia geotermica, solare termica, eolica, nellaproduzione di idrogeno da fonti rinnovabili enella certificazione energetica degli edifici. Inparticolare per la geotermia, ma anche pertutte le altre fonti rinnovabili, Ressolar realizzaimpianti chiavi in mano, supportando il clientein tutte le fasi: sopralluogo, indagine geologi-

ca, calcolo del fabbisogno energetico, proget-tazione del campo geotermico, progettazionedel circuito geotermico con pompa di calore,documentazione autorizzativa, perforazionedel campo geotermico, installazione dellapompa di calore, collegamenti del campo geo-termico con pompa di calore e collaudo".

Infine, un altro tratto distintivo dell'attivi-tà dell'azienda è l'impegno nel "Patto deiSindaci"."Siamo felice di offrire agli amministratorilocali un qualificato supporto nell'ambito dell'i-niziativa "Patto dei Sindaci, Covenant ofMayors" per aiutarli ad adempiere agli impe-gni che prenderanno nei confronti della propriacittadinanza e dell'Europa intera. Affinché leazioni intraprese siano vincenti sul territoriolocale, Ressolar si mette in gioco promuoven-do un'azione di squadra dove amministrazio-ni locali, istituzioni politiche e sociali, impren-ditori e istituzioni finanziarie, possano svilup-pare il proprio piano d'azione per l'energiasostenibile - il cosiddetto SEAP - e raggiun-gere così gli obiettivi di riduzione della CO2dichiarati entro il 2020".

«R.I.S.E.E. ha l'onore di vantare come partner finanziario la banca IntesaSanpaolo»

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ECONOMIA&BUSINESS

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CAIB, quando l'unionefa la differenza

Grazie allo spirito associativo delle imprese artigiane,oggi è possibile fornire una soluzione globale: servizio e assistenza

sia al singolo privato che vuole costruire o rinnovare casa,sia alle grandi imprese di costruzione

Lo spirito associativo e la consapevo-lezza che insieme si può crescere eaffrontare le sfide del mercato futuroha fatto nascere nel 2002 un consor-

zio di imprese artigiane specializzate nellafornitura di servizi impiantistici. Oggi il con-sorzio CAIB può vantare esperienza e com-petitività uniche, grazie alla forza dei propriassociati e all'impegno costante nella ricer-ca e aggiornamento a livello impiantistico.Una realtà globale che, grazie alla lungaesperienza nel settore idraulico, permette diessere altamente competitivi, ma soprattut-to di fornire un servizio completo che vadalla ricerca di prodotti innovativi, dalla pro-gettazione fino all'installazione. I clientihanno a loro disposizione un team di profes-sionisti ed esperti del settore impiantisticotermo-idraulico, in grado di rispondere allemassime esigenze nella gestione di grandiprogetti pubblici e privati. La competenzadel CAIB garantisce servizio e assistenzatotale sia al singolo privato che vuolecostruire o rinnovare la propria abitazione,sia alle grandi imprese di costruzioni o pro-gettisti che necessitano dell'ausilio di unorganico tecnico aggiornato e attivo. Il CAIBoffre ai propri consorziati convenzioni stipu-late con vari fornitori del settore e inoltreorganizza specifici corsi di formazione tecni-ca ed amministrativa. Si propone inoltrecome partner affidabile nella gestione e rea-lizzazione di piccoli e grandi progetti nel-

l'ambito residenziale, in gare pubbliche eprivate, nei più complessi lavori di costruzio-ne e ristrutturazione. Oggi il consorzio puòvantare esperienza e competitività uniche,

grazie alla forza dei propri associati e all'im-pegno costante nella ricerca e aggiorna-mento a livello impiantistico. La carta vin-cente è il suo spirito innovativo a livello tec-nico e commerciale: il consorzio agisceinfatti come unico interlocutore nelle diver-se fasi di cura degli aspetti gestionali, tecni-ci, economici e normativi degli edifici. CAIB

è il collaboratore specializzato ideale diimprese di costruzioni, progettisti, strutturepubbliche e private. Quali sono i progetti peril futuro? L'impegno, la ricerca e l'avanguar-

dia nell'utilizzo delle energie alternative abasso impatto ambientale, che aprono ognigiorno nuovi orizzonti di applicazione e svi-luppo. Il futuro si costituisce quindi comeuna forte sinergia di ecosostenibilità,risparmio, conoscenza, con la voglia dioffrire alla propria clientela la massima qua-lità dell'assistenza tecnica personalizzata.

GREEN ECONOMY

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SPAZIO AMBIENTE

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E'stata una partecipata occasione di incontro, il convegno tenuto alFase di Alzano Lombardo e promosso dalla società bergamascaBonifiche Ambientali (bonifiche-ambientali.com) e dal ConsorzioCompere (Materie Prime Energie Rinnovabili Ecosostenibili).

Focus dell'appuntamento, a cui hanno preso parte oltre 400 iscritti, l'impor-tanza di una corretta, seria e professionale gestione dei processi di risana-mento ambientale, declinata attraverso l'analisi delle diverse fasi, dagliaspetti progettuali e legali a quelli operativi. Fil rouge dell'incontro la consi-derazione che da un evento negativo, quale ad esempio la chiusura di unostabilimento, possano svilupparsi nuove opportunità, sia economiche cheambientali, legate alla trasformazione di rifiuti in materie prime seconde

Restart: quando il risanamento è a impatto zero

IN COPERTINA

La trasformazione delle aree dismesse in ecocompatibili al centro dell'approfondimento proposto a un pool di esperti da Bonifiche Ambientali e dal Consorzio Compere alla FaSE di Alzano Lombardo

A CURA DI BONIFICHE AMBIENTALIPHOTO: LORIS SAMBINELLI

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(MPS) da reintrodurre sul mercato.Moderatore d'eccezione dell'evento (e delconvegno) David Newman, che, vice-presidente di ISWA, l'associazione inter-nazionale dei rifiuti solidi, quale membrodel Board, ha il ruolo di promuovere losviluppo sostenibile e, nello specifico, la

gestione sostenibile dei rifiuti. Sono staticosì sviluppati i temi della due diligence,dell'analisi di rischio sito specifica, delleresponsabilità legali e degli aspetti assicu-rativi, presentati case study di risanamen-to e recupero ambientale di aree industria-li dismesse, sottolineata infine l'importan-za e l'imprescindibilità della classificazio-ne dei rifiuti e del possibile riutilizzo comerisorsa, attraverso un loro corretto riciclo.Se l'evoluzione della normativa e delletecniche di indagine, di caratterizzazione,di trattamento e di riutilizzo, permettonoinfatti di gestire in totale sicurezza le criti-cità ambientali, l'implementazione dell'a-nalisi di rischio sito specifica, con l'appro-fondita conoscenza delle caratteristichechimico-fisiche degli eventuali rifiuti pro-dotti, può contribuire a fornire le adeguatee necessarie rassicurazioni a chi si trova avivere in prossimità di siti oggetto di boni-fica. In primo piano dunque, sempre, deveessere tenuto nella massima considerazio-ne il valore delle opere di qualità per unambiente in cui eco-sostenibilità e eco-compatibilità siano poste rigorosamentein primo piano. Andrea Guerini, ammini-

stratore delegato di NCE Srl, ha presenta-to il tema della due diligence ambientale,quale strumento irrinunciabile nelle trans-azioni immobiliari. Emerge nella relazioneproposta che "in particolare la riconver-sione dei siti industriali dismessi (i cosid-detti brownfields, ossia aree industriali o

commerciali abbandonate, inutilizzate osotto-utilizzate, il cui recupero o svilupposono ostacolati dalla presenza di conta-minazione ambientale), comporta lanecessità di provvedere ad interventi dibonifica in grado di rendere i siti adegua-

ti, da un punto di vista ambientale, allanuova destinazione d'uso. Gli interventi dibonifica e riconversione dei brownfields

sono resi possibili dalla successiva valo-rizzazione che ne deriva, sia essa asso-ciata alla realizzazione di attività a reddi-to sia all'eventuale conversione in strut-ture di servizio e/o pubblica utilità".

Marco Morando, per conto della stessasocietà, ha approfondito la questionelegata agli strumenti progettuali, allacaratterizzazione e all'analisi di rischio,esponendo in sintesi i principali elementi

tecnico-operativi caratteristici delle fasi inoggetto e fornendo, indicazioni di massi-ma in merito agli aspetti economici e allerelative tempistiche di esecuzione. Gliaspetti legali e le responsabilità, il sogget-to obbligato sono stati al centro degliinterventi di Giambattista Colombo e

DavidNewman

MarcoMorando

AndreaGuerini

GiambattistaColombo

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Lorenzo Vicari del Foro di Milano, rispet-tivamente legale penalista e civilista. Alcentro dei due interventi l'analisi della

struttura dei principali reati in materiaambientale, un excursus sulla teoria gene-rale dell'illecito penale fino all'individua-

zione delle conseguenze dell'accertataviolazione in materia penale ambientale edelle forme di definizione alternative allacondanna; e ancora, dalle disposizioni cheregolano le procedure di bonifica delle

aree contaminate ai conseguenti obblighidei soggetti "inquinatori" e dei soggettititolari delle aree, con la relativa incidenzasui valori patrimoniali degli stessi immobi-li, e definizione infine del danno ambienta-le, dei principi di prevenzione e precauzio-ne e delle azioni stabilite in capo alMinistero dell'Ambiente proprio ai finirisarcitori. A Giovanni Faglia, responsa-bile Pool Inquinamento, l'intervento sulrischio ambientale e sulle soluzioni assicu-rative. Dalla relazione emerge che si trattadi un rischio specifico, con caratteristichedelineate, tali da richiedere un approcciospecializzato e copertura assicurativadedicata: “L'estensione all'inquinamentoaccidentale può essere un'integrazione auna polizza dedicata, ma non può di fattosostituirla, come avvenuto in questi anni",ha commentato nel corso del suo inter-vento, precisando che: "Gli assicuratorihanno creato negli ultimi quattro anni pro-dotti molto completi dal punto di vistadelle garanzie offerte e molto competitivi

sotto il profilo economico, con garanzieassolutamente innovative, fra cui citiamo:le spese di bonifica interne al sito, le spesedi decontaminazione beni e la coperturadel danno ambientale. La sfida dei pros-

UNA HOLDINGAMBIENTALE TARGATA BERGAMOIl commento di Paolo Andreini,responsabile del settore progetti esviluppo di LDM Group (holdingcon sede a Bergamo, di cui fa parte,con altre sette aziende, la BonificheAmbientali Waste & Works srl, pro-motrice dell'incontro): "Il Convegno -ha commentato - è idealmente unpercorso che parte da un eventonegativo, come la deindustrializza-zione di un area fino a creare, attra-verso un'attenta e scrupolosa attivitàdi concertazione, nuove opportunitàeconomiche ed ecocompatibili perl'uomo. Le tecnologie disponibili,unite alle esperienze maturate inquesti anni, rendono l'impatto eco-nomico e sociale delle attività dirisanamento molto più ammortizza-bile rispetto al passato. Oggi è pos-sibile individuare soluzioni percorribi-li e sviluppare progetti per concreteipotesi di riutilizzo delle risorse, siaumane (attraverso adeguata forma-zione ambientale) sia ambientali(attraverso il recupero dei rifiuti e ilriutilizzo degli stessi in nuovi cicliproduttivi). LDM Group si occupaconcretamente, attraverso le societàcontrollate, di tutte le fasi di questipercorsi, sperimentando e analiz-zando le tecnologie disponibili perintervenire efficacemente in ognifase del processo. Operativamenteogni fase è seguita da una dellenostre società con risorse interne;particolare attenzione è prestata pertutte le fasi di raccolta, studio edinterpretazione dei dati ambientali".Prevenire le necessità e prepararele soluzioni è la mission del gruppo,che oggi sta rivolgendo un'attenzio-ne particolare ai processi di recupe-ro dei rifiuti futuri e all'individuazionefra essi dei materiali recuperabili adalto valore aggiunto.

LorenzoVicari

GiovanniFaglia

Paolo Andreini

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simi anni da parte delle Compagnie diAssicurazione sarà quella di migliorarela consulenza assicurativa per il rischioambientale delle imprese". Quattro i casestudy proposti nel corso della giornata inFaSE. Da Muriel Consonni, direttoretecnico di Bonifiche Ambientali Waste &Works Srl, in cui ha avuto modo di pre-sentare nel suo dialogo dal palco, unintervento di bonifica di un'area industria-le dismessa. L'analisi preliminare, la valu-tazione di fattibilità tecnico-economica,la definizione delle tempistiche e degliobiettivi finali stabiliti sulla base della

destinazione d'uso dell'area, sono di fon-damentale importanza per realizzare mira-

ti interventi di risanamento ambientale.Sergio Testa, direttore tecnico di NovaAmbiente Srl, ha offerto una panoramica

sulla corretta classificazione e gestionedei rifiuti. L'esperto nel proprio testo haindicato che: "rifiuto è un termine econo-mico, infatti un bene diventa un rifiutoquando porta con sè una passività econo-mica. Lo stesso materiale può essere perdiversi soggetti un bene o un rifiuto. Dalpunto di vista della normativa attuale siclassifica rifiuto un materiale di cui sivoglia o ci si debba disfare. La caratteriz-zazione di un rifiuto non può prescinderedall'analisi dettagliata, prima che del rifiu-

to stesso, della sua provenienza, del pro-cesso produttivo che lo ha generato o del-l'evento che l'ha causato". MassimoCentemero, direttore tecnico del CIC(Consorzio Italiano Compostatori) ha pre-sentato il "caso Italia" nel recupero dienergia e di materia dai rifiuti organici,

secondo Paese in Europa per quantità dif-ferenziate e trattate: "Tra i rifiuti organicitrattati in Italia, lo scarto vegetale prove-niente dalla manutenzione del verdepubblico e privato e la frazione organicadomestica, rappresentano più dell'80%del biorifiuto trattato. Il biorifiuto, origi-nato dalla raccolta differenziata, vienetrattato in impianti di compostaggiooppure in impianti di digestione anaero-bica e compostaggio. Nel primo casovien prodotto fertilizzante organico, ilcompost di qualità, mentre nel secondocaso, oltre al compost, si produce biogase quindi energia elettrica in cogenerazio-ne". Andrea Colleoni, direttore tecnicodi Cramer Srl, si è soffermato sul riciclo,a chiusura del convegno, sul filo condut-tore di ambiente, economia, impegnonella eco-sostenibilità. Dalla relazionedella Cramer: "Trasformare il rifiuto daproblema da risolvere, con l'eliminazionee l'allontanamento, a vera e propria risor-sa, fonte di ricchezza, economica ed ener-getica, capace di alimentare un nuovociclo economico, è la sfida dei nostri

MassimoCentemero

AndreaColleoni

MurielConsonni

SergioTesta

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tempi". Ed ancora: "Non è solo la normativaa spingere verso il riciclaggio. La diminuzio-ne delle risorse disponibili, la scarsità diimpianti di smaltimento (in particolare dis-cariche, n.d.r.), sono solo due dei molti fat-

tori che contribuiscono a incentivare il rici-claggio dei rifiuti che presenta indubbi van-taggi, sia dal punto di vista ambientale siada quello economico e sociale". L'interventodell'Assessore all'Ambiente della Provinciadi Bergamo, Pietro Romanò, ha offerto ilpunto di vista istituzionale sulla tematicadel recupero. Insieme a lui erano presentialtre cariche quali Camillo Bertocchi(Regione Lombardia), Andrea Brignoli(Comune di Alzano). Lo stato dell'arte dellebonifiche in provincia e nella regione è statoinfine indicato, in un intervento nella ses-sione di dibattito, dal funzionario provincia-le Giorgio Novati. Come moderatore,come detto, è stato voluto fortementeDavid Newman, in qualità anche di Vice-Presidente ISWA, nonché uno dei 10 mem-bri, che indica la direzione strategica eamministrativa dell'organizzazione interna-zionale. Fra gli ultimi impegni citiamo l'orga-nizzazione del Congresso Mondiale diISWA, che si riunirà a Firenze il prossimosettembre: l' incontro vedrà la presenza dioperatori di tutto il mondo nel settore dellagestione dei rifiuti. ISWA è presente in 38Nazioni, con associati in altri 60 Paesi.

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IL RICONOSCIMENTODEGLI ENTIL'iniziativa ha avuto un importanteriscontro di pubblico e ha ottenutoinoltre il patrocinio di diversi Enti:Regione Lombardia-Assessorato alTerritorio e Urbanistica; Provincia diBergamo-Assessorato all'Ambiente;Comune di Bergamo-Assessoratoall'Ambiente; Comune di AlzanoLombardo; Arpa Lombardia;Collegio Geometri e Geometri lau-reati della Provincia di Bergamo;Ordine degli Ingegneri; Ordine deiGeologi; Collegio dei Periti indu-striali e Periti industriali laureati diBergamo; Associazione Artigiani diBergamo. Inoltre è da sottolineareche i partecipanti da parte delCollegio dei Geometri, del Collegiodei periti e dell'Ordine degli Avvocatidella Provincia di Bergamo avevanoa disposizione dei crediti formativi.

FaSE, LOCATIONSUGGESTIVADegna di nota, nonché davverosuggestiva visto l'argomento trattato,anche la location del convengno.Un luogo storico riqualificato cheracchiude un progetto ambiziosoper la Valle Seriana: la creazione diuna comunità sostenibile, questo l'o-biettivo di FaSE per creare nuoveopportunità nel territorio. Per rag-giungere questo fine, FaSE si èimpegnata sia nell'ambito della ste-sura e redazione dei Piani d'Azioneper l'Energia Sostenible (PAES) siain un'importante opera di sensibiliz-zazione della cittadinanza: dalla suainaugurazione ufficiale, avvenuta nelNovembre 2010 con una conferen-za nella quale è intervenuto il pre-mio nobel W. Clark, FaSE(www.faseitalia.com) ha già ospitatoben 14 incontri di informazione, aiquali hanno preso parte più di 9.000persone: un successo oltre ogniaspettativa, che ha ulteriormentespinto a proseguire nell'opera disensibilizzazione sui temi che coniu-gano crescita, sviluppo sostenibile,rispetto dell'ambiente e benesseredell'individuo. L.T.B.

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In materia di produzione di energia sono vari gliinteressi coinvolti, e spesso in contrapposizione,da valutare e comparare prima di procedere allarealizzazione di un impianto energetico.

Si tratta di esigenze di carattere sia pubblico sia pri-vato, aventi una medesima dignità costituzionale,che necessitano di essere adeguatamente amalga-mate per non nuocere le une alle altre.Parliamo, in particolare, di tutela dell’ambiente, delpaesaggio e delle attività produttive.E’ innegabile che un impianto che genera ener-gia determini un forte impatto sia sull’ambiente,creando inquinamento, sia sul paesaggio, modi-ficandone lo stato.Una necessaria distinzione deve, però, essere fattatra energie rinnovabili e non rinnovabili.Per le prime, che a differenza delle seconde non cau-sano inquinamento idrico o atmosferico, si riduceconsiderevolmente la contrapposizione tra interessealla produzione energetica ed interesse alla tuteladell’ambiente, rimanendo però invariato l’impattosul paesaggio che viene comunque interessato.Soffermandosi sul tema delle energie rinnovabili,si rende, quindi, necessario comprendere qualisiano i criteri di valutazione da adottare nel proce-dimento di autorizzazione dell’impianto considera-to sia gli interessi in gioco sono egualmenteimportanti e degni di tutela.In merito la Corte Costituzionale ha individuatocome criterio da adottare quello comparativo, chevada quindi a bilanciare quelle che sono le esigenzecorrelate all’esercizio dell’attività imprenditoriale aquelle sottese alla salvaguardia di valori non econo-mici, quale la tutela del paesaggio.Con sentenza n. 196 del 24 giugno 2004 la Corte haaffermato il principio secondo cui “la primarietà dei

valori connessi alla tutela del paesaggio non nelegittima un primato assoluto in un’ipotetica scalagerarchica dei valori costituzionali, ma origina lanecessità che essi debbano sempre essere presi inconsiderazione nei concreti bilanciamenti opera-ti dal legislatore ordinario e dalle PubblicheAmministrazioni; in altri termini, la primarietà degliinteressi che assurgono alla qualifica di valori costi-tuzionali non può che implicare l'esigenza di unacompiuta ed esplicita rappresentazione di tali inte-

ressi nei processi decisionali all'interno dei quali siesprime la discrezionalità delle scelte politiche oamministrative".L’amministrazione, in fase autorizzativa, dovràquindi adottare dei principi ordinatori che per-mettano di acquisire tutti gli elementi necessarialla valutazione di ogni singolo caso concreto.

Tali principi si traducono in sostenibilità, program-mazione ed integrazione.Se da un lato gli impianti di produzione di energiarinnovabile sono per definizione sostenibili perl’ambiente, dall’altro possono non esserlo sotto ilprofilo paesaggistico giacché incidono sul territo-rio modificandolo e limitandone lo spazio.Sostenibilità, significa quindi valutare in con-creto, caso per caso, la determinante spazialedegli impianti contenendo allo stretto neces-sario lo spazio fisico occupato.La programmazione consiste nel determinare,ex ante, le possibili localizzazioni nel territorioregionale degli impianti di energia rinnovabileattraverso la redazione di un piano regionaleche contenga puntuali criteri quantitativi equalitativi determinanti i parametri generali diammissibilità dei progetti presentati.Il principio d’integrazione, infine, vuole che lavalutazione di tutti gli interessi pubblici coinvoltiavvenga nell’ambito di un unico procedimentoautorizzatorio. L’applicazione di tali principi impo-ne all’Amministrazione di valutare con attenzio-ne le specifiche caratteristiche dell’impianto rap-portandole con il contesto paesaggistico nelquale potrebbe essere inserito, tenendo contosia dei vincoli territoriali sia delle specifichediscipline contenute nei piani paesaggistici,prendendo in considerazione tutte le possibililocalizzazioni alternative e, in caso di assenza ditali siti, prevedendo le migliori misure di mitiga-zione adottabili. Qualora non sia possibile com-binare o ridurre i conflitti tra i superinteressipubblici coinvolti, l’Amministrazione deveessere in grado di motivare dettagliatamentel’inevitabilità della decisione assunta.

LEGGE AL VERDE - Rubrica a cura dell’avvocato Cristina Putortì

Green energy? Serve equilibrio fra ambiente

e paesaggioEnergie rinnovabili: non è necessario operare una scelta,

bensì serve trovare una giusta commistione per il territorio che abitiamo e in cui operiamo

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Ecco la ricetta di Raffaele Meles, titolare dell'azienda di Bonate Sopra, leader nella produzione di minuterie metalliche «A Bergamo faremo la differenza con lavorazioni sempre più complesse»

L'Italia non è più competitiva dal puntodi vista industriale, delle tecnologie edella produzione in serie? Ancorauna volta ci dispiace deludere gli

analisti finanziari e i "guru" della crescita, maBergamo fa eccezione. Non bisogna andaremolto lontano, né occorre addentrarsi all'inter-no della sua nuova sede da 20 mila metri qua-drati per capire che la Mi Me - MinuterieMetalliche Meles S.p.a. - è una realtà straordi-naria che rappresenta uno dei tesori imprendi-toriali da cui l'intera Penisola dovrebbe trarreesempio. Un'azienda che dal mercato interna-zionale e dall'abbattimento delle frontiere hasaputo guadagnare, fino ad arrivare al sorpren-dente dato odierno: l'80% del fatturato dell'im-presa di Bonate Sopra - infatti - deriva dall'e-stero. "Il mercato italiano è tanto in crisi quantoquello internazionale - ha affermato il titolare

De-localizzare?Mi Me rispondecon la qualità

ECONOMIA&BUSINESS

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Da sinistra: Enrico, Raffaeleed Elena Meles

TOP BUSINESS

l’aziendadi Bonate Soprasotto alcuni prodotti

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Raffaele Meles -, ad eccezione del settoreauto che ancora sta tirando. In definitiva pos-siamo dire che sta soffrendo tutta l'Europa,anche se l'anno scorso nei primi sette mesiriuscimmo ad ottenere un forte incremento difatturato (+30%), per poi chiudere l'anno con un+13%. E' stata soprattutto la diversificazionedelle esportazioni (in paesi molto diversi) e deisettori a tenerci a galla, il segreto è stato sce-gliere aziende che in noi cercavano qualità, pro-prio per evitare di ritrovarci nella mischia. In que-sto mondo che sta cambiando è l'unico modoper distinguersi. Per questo l'investimento piùimportante del 2012 sarà cercare di produrrearticoli sempre più complessi, cosicché le multi-nazionali non ci costringano più a de-localizzare.Per il momento lo stabilimento produttivo este-ro più importante lo abbiamo in Slovacchia, mala differenza la facciamo sempre a Bergamo".

Cosa vuol dire avere una sede azienda-le delle vostre dimensioni a Bergamoma lavorare principalmente con i mer-cati esteri?"Ci hanno già spinti a de-localizzare, perchéle multinazionali con cui lavoriamo tendonoa cercare fornitori vicino ai loro stabilimentidi produzione. Tuttavia, la de-localizzazionenon sarà mai il nostro core business, all'e-stero produciamo gli oggetti più semplici,mentre per le lavorazioni complesse doveserve anche la ricerca continuiamo a lavo-rare nella Bergamasca. Possiamo fare que-ste scelte in controtendenza perché in unarealtà come la nostra sono le macchine, piùche il personale, il vero costo da sostenere".

L'80% del vostro fatturato viene dai mer-cati esteri. Come siete riusciti ad espor-

tare una così considerevole fetta delvostro lavoro?"Per rispondere dobbiamo tornare indietroqualche anno. Quando lavoravamo solo edesclusivamente per l'Italia sentivamo la neces-sità di allargare il mercato anche per cercare di"selezionare" i clienti che appoggiassero lanostra filosofia improntata sulla qualità.Cominciai così a partecipare ad alcune fiere,facilitato dal mio francese fluente. Iniziai a rac-cogliere i frutti due anni dopo acquisendo com-messe che mi avrebbero portato poi a fideliz-zare partner importanti per oltre vent'anni. Lavoce iniziò a circolare a livello internazionale,tanto che persino aziende tedesche e svizzeres'interessarono a noi. Ci proposero di nonesportare ma - vista la nostra professionalità -di lavorare per loro. Allora era una grandissimaoccasione per venire in contatto con altre real-

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tà produttive d'eccellenza. Come dicevo, l'idilliodurò vent'anni, al termine del quale comin-ciammo ad esportare su larga scala forti di unareputazione consolidata".

Da Lecco a Bonate Sopra, passando perPresezzo. Dal 2011 con una sede direzio-nale totalmente nuova. Ci potete illustra-re in breve la vostra storia industriale?"Nel 1950 il fondatore Meles Pietro - miopadre -, iniziò a Lecco l'attività di produzione diarticoli in filo metallico. Nel 1964 l'aziendavenne trasferita a Presezzo, dove, grazie allecapacità tecniche del fondatore, sono statemesse le basi per una crescita qualitativa edimensionale. Come dicevamo, agli inizi deglianni '80 è nata una collaborazione con unaimportante e storica azienda tedesca produt-trice di contatti elettrici e materiali con riportodi metallo prezioso, che si è protratta per circavent'anni. Nel 2001 la produzione venne poitrasferita a Bonate Sopra dove, nel 2009, sonostati trasferiti anche il magazzino e l'attrezze-ria. Ad inizio gennaio 2011, infine, anche lasede direzionale è stata completamente tra-sferita nella nuova sede".

Ci potete illustrare la vostra filiera produt-tiva e i vari settori di cui vi occupate conesempi pratici?"Attualmente siamo molto presenti nel mer-cato elettrico e nel settore auto. Sono campimolto vasti nei quali vengono firmati contrat-ti di riservatezza che non mi permettono dianticipare nulla sui prodotti. Tuttavia, peravere un quadro più preciso di cosa produ-ciamo e rispetto a dove vanno a finire i nostriprodotti, possiamo dire che ci sono compo-nenti negli interruttori elettrici; nel settoredegli elettrodomestici ci sono componentiche vanno a completare i timer delle lavatri-ci; per l'automotive esistono contatti elettriciche fanno scattare l'airbag, i regola-fari o glialza cristalli elettrici, solo per fare qualcheesempio. Complessivamente, possiamo direche il mercato elettrico d'alta qualità costi-tuisce il 45% della nostra produzione".

Vi occupate di tutta la fase di progettazio-ne e produzione internamente o vi affida-te a terzisti per qualche particolare lavo-razione o studio?"Realizziamo tutto internamente, raramente

ricorriamo a terzisti se non per qualche costru-zione o assemblaggio particolare. Se parliamodi stampi d'alto livello abbiamo fornitori inOlanda, Germania e Italia. Dipende sempredalla qualità che si vuole raggiungere".

Da quanto personale è composta lavostra realtà?"Da 112 dipendenti. Ci sono chiaramenteanche ingegneri ma questo è un mestiereche s'impara sporcandosi le mani, nonesistono scuole dedicate".

Quanto del vostro fatturato è dedicatoalla R&S?"Facciamo certamente ricerca e sviluppo, masempre in collaborazione con i clienti, quindifinalizzata al prodotto. Sono per lo più proget-ti a lungo gittata, nei quali si studia in modo

molto approfondito come raggiungere il massi-mo risultato al minor costo possibile. Possiamodire che sia questo a fare la differenza rispet-to ai nostri competitor, oltre naturalmente allaqualità e al servizio (puntualità nella conse-gna), riconosciuti a livello internazionale".

Quali sono i vostri maggiori competitor?"Più si alza il livello qualitativo, meno com-petitor esistono. Il dato fondamentale, ciòche fa la differenza, è il fatto che il mercatorecepisce ancora bene questa differenza diqualità intrinseca. La dimostrazione diquanto dico sta nell'esportazione che effet-tuiamo massicciamente anche in economiecome quella cinese, indiana e brasiliana".

Quanti componenti sfornate all'anno?"Parliamo di cifre attorno al miliardo dicomponenti. Abbiamo articoli che fornia-mo per 60-70 milioni di pezzi all'anno.Una volta avevamo un cliente americanoche consumava un determinato prodottoper un miliardo e 200 milioni di unitàogni 12 mesi".

Parliamo d'ambiente, potete illustrarcila potenza del vostro parco fotovoltai-co e le motivazioni che vi hanno porta-to ad investire in questo senso?"Oltre alla questione squisitamente ecolo-gica, l'investimento nell'impianto fotovol-taico ci sta dando buoni ritorni anche dalpunto di vista economico. Abbiamo ener-gia a prezzo costante, vale a dire "zero". Loabbiamo installato circa un anno fa, la sua

potenza è di 423 kWp per 1800 pannelliche si stendono su 12 mila metri quadrati".

Vi state anche strutturando per il pas-saggio generazionale?"I miei figli sono molto attaccati al valoredel lavoro e all'azienda, quindi posso staretranquillo. Enrico, dopo un periodo di gavet-ta nei reparti produttivi, si sta avviando allaparte organizzativa, gestionale e dello svi-luppo dell'unità produttiva in Slovacchia.Elena si occupa invece della parte com-merciale, ha iniziato prima di finire l'uni-versità per vedere quello che l'aspettavae sono contento che abbia deciso d'inve-stire il suo futuro nella realtà di famiglia".

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La sicurezza sul lavoro è un temasempre attuale e del quale spes-so si parla. Anche se, moltevolte, l'argomento tiene banco

proprio quando si verificano gravi inci-denti. E purtroppo, uno dei settori neiquali si verificano più spesso problemiè proprio il settore edile, di cui laBergamasca è capostipite a livellonazionale. Su questa scia di problemiè in arrivo da ITACA - l'Istituto perl'Innovazione e Trasparenza degliAppalti e la Compatibilità Ambientale -,un utile strumento per la gestione dellasicurezza nei luoghi di lavoro ed in parti-colare un valido supporto per i datori dilavoro nella valutazione dei rischi. E'stata infatti recentemente approvata dalconsiglio direttivo di ITACA la "checklist di autovalutazione per le picco-le e micro imprese - Strumenti perl'implementazione di un sistema digestione della salute e sicurezzanei luoghi di lavoro", un documentoelaborato nell'ambito del gruppo di lavo-ro interregionale "Sicurezza Appalti".

Nel sito ufficiale dell'istituto, la nota chediffonde il comunicato riporta quantosegue: "L'ambizione del gruppo di lavoro

è di realizzare un programma di attivitàincrementali, che possano portare pro-gressivamente alla realizzazione di unkit utile alle imprese e alle stazioniappaltanti per la gestione della sicurez-

za. In tale ottica, la realizzazione delleCheck List rappresenta la prima fonda-mentale tappa intermedia, che, si auspi-ca, potrà aiutare le imprese verso unacorretta valutazione del grado di appli-cazione delle disposizioni previste dalD.Lgs. 81/2008 e degli elementi tipici diun SGSL nella propria organizzazione. Ilpresente documento è il frutto dei con-tributi di esperti delle Regioni e delleProvince Autonome, con il coinvolgimen-to e la collaborazione attiva di rappre-

RUBRICHE

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Sicurezza sul lavoro?Alle nuove normative rispondeBongiorno AntinfortunisticaPREVENZIONE

In arrivo da ITACA - l'Istituto per l'Innovazione e Trasparenza degliAppalti e la Compatibilità Ambientale - un nuovo strumento per la valuta-zione dei rischi. Ma Bergamo vanta già l'azienda leader del settore

A CURA DI MARINA BONGIORNO

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sentanti delle istituzioni pubbliche com-petenti, degli ordini e collegi professio-nali, dei sindacati dei lavoratori, delleassociazioni datoriali e altri esperti delsettore".

FIERA EDILE 2012 - Sarà di certo untema che terrà banco anche all'internodella rassegna bergamasca, che dovràconfrontarsi con le normative semprepiù stringenti e una crisi che di certo stainfluendo molto su di un settore che solofino a qualche anno fa influiva sul PILnazionale per ben l'11%. Ma sempresulla Bergamasca, c'è una realtà che diqueste problematiche si è fatta caricoormai da diversi anni, una realtà chegrazie alla serietà e professionalità èriuscita a diventare leader a livellonazionale. Parliamo della BongiornoAntinfortunistica, una delle primeaziende in Italia e in Europa nel settoredella protezione dell'uomo sui luoghi dilavoro, grazie a marchi di livello comeKappa4work. I clienti trovano infatti datempo nel gigastore di Curno un partnera cui affidare la soluzione globale per leproblematiche che sorgono nel campodella segnalazione, identificazione esicurezza in azienda. La conoscenza e lacomprensione degli indirizzi legislativilegata ad una forte attenzione per glisviluppi e le novità del mercato consen-te all'impresa di Marina Bongiorno difornire una consulenza specifica sempreaggiornata, in grado di rispondere allepiù diverse sollecitazioni. Il dialogo ser-rato con le istituzioni e con le aziende,protagoniste in prima persona, consentepoi di offrire un catalogo completo nel

quale trovare soluzioni per tutte le pro-blematiche nel settore della protezione:dai prodotti antinfortunistici alla segna-

letica aziendale e stradale, dall'abbiglia-mento professionale agli articoli tecniciindustriali, assicurando una continuadisponibilità in magazzino di tutti gliarticoli per una pronta consegna.Ricordiamo anche che la BongiornoAntinfortunistica ha scelto il "Made initaly" perché le marche italiane sono, dasempre, sinonimo di garanzia e di quali-tà: Kappa4work, Grisport e Superga. Manon solo, l'azienda ha anche cercatopartner internazionali come Timberlande Fruit of the loom, per essere in gradodi garantire la più ampia selezione dellemigliori protezioni, sempre nel rispettodella normativa.

MarinaBongiorno

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Deconsecration, in mostra lo spazio della memoriaARTE

«The Space of Memory/the Memory of Spaces», recitacosì il titolo della mostra inglese curata da Sara Falangache ha avuto come protagonista due artiste bergamasche:Francesca Lazzarini e Maria Francesca Tassi

Gli artisti italiani sanno farsi valereanche, forse soprattutto, all'estero. Dal13 gennaio al 28 febbraio 2012 scorso,infatti, il Salisbury Arts Centre ha ospi-

tato la mostra Deconsecration: the Space ofMemory/the Memory of Spaces. La prestigiosa

rassegna ha avuto come protagoniste due artisteitaliane, o meglio bergamasche: FrancescaLazzarini e Maria Francesca Tassi. A curarela prestigiosa esposizione è stata Sara Falanga,curatrice italiana a cui abbiamo rivolto alcunedomande.

M.F.Tassi, The Creation,spolvero, paper

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Come mai ha deciso di organizza-re una mostra "tutta italiana" inInghilterra?"La mostra che ho ideato per il SalisburyArts Centre è una mostra che parla distoria, stratificazioni artistiche, memoriae religione in un dialogo molto intimocon la struttura. Avevo necessità di lavo-rare con artisti che avessero una fortesensibilità verso questi elementi e credoche in questo la cultura italiana nonabbia pari".

Cosa deve fare un artista per poteremergere in Italia?"Fare un'esperienza all'estero, in Italiaspesso un artista viene preso in consi-

derazione solo se lo ha fatto già qual-che altro paese".

Considerando la terribile crisi con-giunturale internazionale, cosavuol dire al giorno d'oggi vivere diarte?"Gli artisti sufficientemente affermatinon credo abbiano troppi problemi, icollezionisti sono per la maggior partepersone molto ricche che non stannosentendo la crisi, per cui continuano ainvestire in opere d'arte "sicure". Il pro-blema grosso lo hanno gli artisti emer-genti che oltretutto non potranno farsiconoscere facilmente visti gli ingentitagli ai finanziamenti per la cultura, che

non permettono alle istituzioni pubbli-che o quelle no profit di promuovere iloro progetti".

Due progetti, due esperienze, dueautrici bergamasche. Sarebbepotuta avvenire una simile cre-scita artistica restando in Italia?"Credo che la crescita artistica sia per-sonale e indipendente dal luogo in cui titrovi. Quello che non sarebbe potutoaccadere in Italia è far esporre pressoun'istituzione pubblica due artiste sco-nosciute, di cui non hanno controllatonemmeno i curricula, ma semplicemen-te basandosi sulla qualità dei progettiartistici".

Francesca LazzariniAleph series 2011photograph on glass

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FRANCESCA LAZZARINI(Bergamo, 1978) ha presentato un'istallazio-ne interattiva composta da un'enorme cameraobscura, dove i visitatori entrando hannoscoperto l'incanto della luce che proiettacapovolto l'ambiente esterno. L'opera è stataun invito alla riflessione sulla nostra visionedella chiesa come centro per le arti contem-poranee. Ci ha posto di fronte ai meccanismidel guardare, percepire e ricordare, divenen-do essa stessa metafora del luogo dellamemoria per eccellenza: la nostra mente.Lazzarini ha presentato anche lavori fotogra-fici realizzati con il foro stenopeico, tecnicadall'effetto ottico circolare molto simile allavisione umana. I lavori hanno mostrato lapersonale lettura dell'artista dell' Arts Centre,enfatizzata dall'uso del vetro come supportofotografico, stabilendo così un legame con leantiche vetrate presenti nella chiesa.

MARIA FRANCESCA TASSI (Bergamo, 1977) ha creato disegni usando latecnica dello spolvero sui lunghi pannellibianchi della chiesa, ricollegandosi alle prati-che decorative utilizzate fin dall'antichitànegli edifici religiosi per realizzare grandiaffreschi, ma adottando forme nuove propriedi un linguaggio appartenente alla nuovadestinazione d'uso. Visionarie sculture incarta hanno completato l'istallazione, in undialogo continuo e unico con il particolareambiente che le ha ospitate. Le opere hannonarrato ciò che l'edificio conserva della suaantica funzione mescolato agli elementiappartenenti al moderno centro delle arti,collegando il vecchio al nuovo mediante l'u-tilizzo di materiali fragili e temporanei, chedelicatamente hanno tracciato ciò che l'edifi-cio mostra: la memoria del suo spazio. Lamostra si è completata con la realizzazionedi un archivio digitale on-line sulla memoriacollettiva del luogo.

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Dalla sua esperienza, ci sonoancora aziende in campo naziona-le che investono in arte?"In realtà in Italia l'investimento diaziende nel campo dell'arte è una for-mula piuttosto recente che sta comin-ciando a svilupparsi negli ultimi anni.Nel nostro paese la cultura è semprestata legata solo al pubblico e anchedal punto di vista legislativo il finanzia-mento privato non è mai stato troppoagevolato. Questa è senz'altro la stradada seguire per fare cultura oggi inItalia, così come avviene da anni in altripaesi europei o negli Stati Uniti, masembra che qui ancora non si riesca acomprendere la potenzialità economicadi tale settore".

Un artista che per sbarcare il luna-rio decidesse di "fare pubblicitàvendendosi al privato", può ancoradefinirsi tale?"Assolutamente sì. L'arte è comunica-zione, e anche se il fine è quello com-merciale l'artista sta ancora facendo ilsuo lavoro. In questo caso lo scopo èchiaro. Non lo è più secondo me quan-do comincia a fare opere d'arte surichiesta delle gallerie e del mercatoin generale entrando in una produzio-ne di massa che non appartieneall'ambito artistico".

Potrebbe spiegarci la scelta deltitolo della mostra da lei curata:Deconsecration: the Space ofMemory/the Memory of Spaces?"Il Salisbury Arts Centre è ubicato inuna chiesa sconsacrata le cui originirisalgono al 1200. La chiesa è statarimaneggiata nei secoli innumerevolivolte fino all'ultima radicale trasforma-zione in centro per le arti contempora-

nee. Si tratta di un ibrido molto partico-lare poiché esternamente è rimastaintatta mentre all'interno è stato costrui-to un teatro nella navata centrale, unacaffetteria nel transetto, spazi espositiviper le mostre. Quindi il titolo sintetizzauna riflessione sul riutilizzo degli spazi:la parola Sacrum etimologicamenteporta con se il significato di riservato aqualcuno o qualcosa, la sconsacrazionesemplicemente abolisce tale impegno,destinando quella cosa a qualcun altro oqualcos'altro. In questi passaggi le trac-ce del passato rimangono impresse ine-vitabilmente, per cui l'oggetto dellasconsacrazione conserva una memoriapropria e al tempo stesso stimola unricordo in chi lo guarda".

Cosa l'ha portata a scegliere pro-prio due artiste bergamasche perquesto progetto?"E' stata una fortuita coincidenza.Quando stavo scrivendo il progetto perla mostra avevo da poco conosciuto ledue artiste a Londra ed ero stata moltocolpita dai lavori. Per cui ho volutocoinvolgerle immediatamente".

Quale poetica e ricerca espressivaportano avanti Francesca Lazzarinie Maria Francesca Tassi?"La ricerca di Francesca Lazzarini sifocalizza sulla visione umana e la spe-rimentazione di tecniche fotografichevarie sia di ripresa sia di stampa, quel-la di Maria Francesca Tassi è unaricerca visionaria che si esplicitaattraverso l'immediatezza del disegnoe la leggerezza della carta. La poeticadi entrambe è molto legata alla natu-ra, ma per una rappresenta il misteroda studiare, per l'altra è ispirazioneper il suo mondo fantastico".

SARA FALANGAè curatrice e storica dell'arte originaria di Napoli. Attualmente lavora per la prima Biennale di Santorini(GR) 2012 curando le sezioni di Glass Art e Graphic Art. Ha lavorato presso il Museo MADRE diNapoli come responsabile della gestione dei finanziamenti e coordinatrice delle attività espositive emuseali. Si è laureata a Napoli in conservazione dei Beni Culturali e poi si è diplomata alla Scuola dispecializzazione post laurea in beni Storico Artistici presso l'Università di Udine. Attualmente vive elavora a Roma.

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Biancaneve, in primo piano, dallosguardo penetrante e sicura disé che ha appena addentato unamela rossa lucente e al suo fian-

co la bramosia di una strega, rassegnataper l'impossibilità di nuocere a Biancanevecon i suoi incantesimi, imprigionata in unospecchio. Il buono ha la meglio sul cattivo."La Mela Senza La Strega" è il primosoggetto di una campagna pubblicitaria daltitolo "Altro che favole" realizzata per l'a-zienda bergamasca Chimiberg, marchiocon il quale Diachem commercializza gliagrofarmaci. La novità, rispetto alle altrecampagne create per il settore agricolo, èrappresentata dal fatto che non viene pub-blicizzato un singolo prodotto ma la stessafilosofia produttiva dell'azienda improntataalla sicurezza alimentare. Niente immaginie ambientazioni direttamente riconducibiliall'agricoltura, bensì un rimando a qualco-sa di più intimamente legato all'immagina-rio del singolo, a quel mix di sensazioni cheognuno porta con sé dall'infanzia. Con piùdi mezzo secolo di esperienza nei prodottiper l'agricoltura come fertilizzanti, artico-li fitosanitari e specialità veterinarie, uncore business tramandatosi nella famigliaDubbini da tre generazioni, la Diachem

ha il suo quartier generale ad AlbanoSant'Alessandro ed un'unità produttiva aCaravaggio. Luigi Dubbini ha conservato lacarica di presidente fino alla sua scompar-sa nel 1973, lasciando la carica al figlioEzio che ha poi passato la gestione ai tre

figli, che compongono il Consiglio d'ammi-nistrazione: Paolo, direttore generale deiservizi commerciali e azionista di controllodella società, Gianluigi, direttore dei ser-vizi industriali, e Marco, direttore ammi-

nistrativo. Dall'azienda avviata dieci anniprima, nel 1947 nasce la Chimiberg Spa(Chimica Bergamasca) che si dedica inizial-mente allo sviluppo di prodotti chimici nelsettore della concia, del cuoio, della carta edella cosmesi. Dieci anni dopo, iniziando lafabbricazione e la vendita di prodotti fito-sanitari e nutrizionali allarga la sua attivitànel settore dei prodotti chimici per l'agri-coltura. Nel 1967 nasce la Dubbini Spa,che poi cambierà ragione sociale nell'at-tuale Diachem, concentrandosi su prodottichimici per l'agricoltura sia per la consocia-ta Chimiberg, sia per conto terzi. Nellacampagna pubblicitaria "Altro che favole"non si tratta di cambiare il finale perché èla trama stessa ad essere stravolta rega-lando, non solo un lieto, ma un nuovo fine.Biancaneve può assaporare tranquilla-mente la mela perché non è avvelena-ta. La stessa direzione imboccata dallaChimiberg nell'attività di formulazione ecommercializzazione di agrofarmaci: pro-dotti efficaci nella protezione delle colti-vazioni da malattie e parassiti, ma cheallo stesso tempo rispondono alle neces-sità di riduzione dell'impatto ambientalein agricoltura, sicurezza degli operatoriagricoli e sicurezza alimentare.

CREATIVITÀ & MARKETING

Biancaneve può mangiare tranquillamente la mela perché non è avvelenataNon un singolo prodotto ma la filosofia produttiva aziendale nell'ultima campagna pubblicitaria «Altro che favole» della bergamasca Chimiberg,

marchio con il quale Diachem commercializza agrofarmaci

«La Mela Senza La Strega»Chimiberg pubblicizza la

sicurezza alimentare

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Semplicemente vulcanico. Con questoaggettivo si potrebbe definire AlessandroVerdi, artista bergamasco per scelta,mestiere e per stile di vita. Lo abbiamo

incontrato, chiedendo d'illustrarci i progetti piùimminenti, in un'annata che si preannuncia moltopromettente e stimolante per il suo genio.

TESTO&PHOTO DI GIORGIO CHIESA

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"Quest'anno - ha esordito il pittore - saròimpegnato nella realizzazione di tre mostre.La prima sarà allestita alla FondazioneMudima di Milano e sarà costituita da setteopere gigantesche. Saranno sette ambientidi carta che verranno sospesi nello spazio, l'i-naugurazione avverrà a settembre e l'esposi-

zione durerà un mese. Successivamentequesta stessa mostra si sposterà al Museodi Berlino. Nel corso dei mesi dovrò anchepreparare un ciclo di nuove opere, diciamopiù nella norma come dimensioni (al massi-mo 2x2 metri) che verranno esposte adUdine, più esattamente all'interno della cor-

nice di Villa Manin di Passariano, nel marzo2013".

Quali sono le tematiche che sta affron-tando ora?"Il mio modus operandi è per cicli di lavoro.Ora sto portando avanti - dalla Biennale di

Alessandro Verdi,il navigatore d'incertezzeGENIO

Il famoso pittore bergamasco è pronto ad un 2012 di grande attività creativa: in cantiere tre mostre, a Milano, Udine e Berlino

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Venezia a cui ho partecipato nel 2009 - il filo-ne "Navigare l'Incertezza". Il titolo è statoconcepito dal critico Achille Bonito Oliva, fului a presentarmi proprio alla Biennale. Primaho sviluppato un altro ciclo di lavoro, che miha occupato per ben cinque anni: "ParadisoPerduto". L'ispirazione mi venne dall'omoni-mo libro di John Milton che un mio amico miregalò, e che decisi di reinterpretare paginaper pagina in pittura. Ma i cicli non si esauri-scono mai: è una continua ricerca di idee edi concetti da esprimere".

Che metodo usa per dipingere?"Sembro un pittore astratto, ma non lo sono.Tutto parte dall'essere umano, dalla realtà chepoi tramuto in visione. Procedo come i pittoriantichi, prima creo il progetto su quaderni,guardo il vero utilizzando anche la fotografia,immagazzino idee, le fisso. Successivamenteuso la memoria e cerco di rappresentarleall'interno del mio studio, reinventando la real-tà e trasfigurandola attraverso un elementovisionario".

Lavora anche su commissione?"Purtroppo non riesco. Per dare il massimo hobisogno dell'assoluta libertà. L'idea devenascere da me, solo dopo essere accettata econdivisa. Fu così fin dagli inizi della mia carrie-ra, quando il critico Giovanni Testori (allora alCorriere della Sera) mi fece da mecenate per

cinque anni, dal 1983 in poi, lasciandomi libe-ro di creare. Solo nel 1987 feci la mia primamostra a Milano (grazie alla "Compagnia del

Disegno") e iniziai "ufficialmente" la carrieradi artista".

Quale consiglio si sentirebbe di dare a ungiovane che vorrebbe "vivere d'arte"?"Fare l'artista è una scelta difficile, io ho seguitosolo ed esclusivamente la mia passione.Bisogna avere anche fortuna, è inutile negarlo.All'inizio nessun artista può sapere se riuscirà avivere della sua arte".

Dal 1987 ad oggi, venticinque anni di arte."Come detto, la prima mostra fu nel 1987.Successivamente andai in Svizzera e, in seguito,iniziai a lavorare con gallerie anche tedesche.Nel 2001 sono rientrato in Italia con una mostrain controtendenza (opere giganti senza partico-lare mercato) grazie proprio alla FondazioneMudima di Milano, dove sono stato presentatodai critici Philippe Daverio, Lorand Hegyi eGianluca Ranzi. Poi ho partecipato alla Biennaledi Venezia nel 2009. Ora collaboro con una dellegallerie più importanti d'Italia, la "Galleria Blu" diMilano, e con la "Galleria Melesi" di Lecco".

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Design:l'impatto inizialeè superboEsteticamente è «cattiva»al punto giusto, con un design filante e due posti secchi che danno ancora più l'idea del go-kart

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTAPHOTO: GIORGIO CHIESA

MOTORI

La creatività è davvero alta, si può quasidefinire una serie televisiva a puntate. Dicosa stiamo parlando? Dell'ultimo capito-lo della "saga" MINI, che non usa mezzi

termini nel dichiarare il suo carattere e, a pochimesi dal lancio della sorella Coupè, ecco arrivarela nuovissima Roadster, una spider a due postiche completa la gamma del costruttore anglo-tedesco alzando ulteriormente il livello diesclusività. L'abbiamo provata per voi in esclu-siva grazie alla concessionaria ufficiale MINILario Bergauto, anche se l'auto - il giorno della

prova - non era stata ancora presentata uffi-cialmente al pubblico. L'impatto iniziale èsuperbo: esteticamente è "cattiva" al puntogiusto, con un design filante e davvero innova-tivo con un due posti secchi che danno ancorapiù l'idea del go-kart quando si sale al volante.

DESIGN - Inconfondibilmente derivata dallaCoupè, questa MINI Roadster sostituisce il tettorigido della sorella con una capote in tessutocome la tradizione delle roadster esige (peresempio, vedi BMW Z3 e Z4, ad esclusione

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IN ANTEPRIMA

L'ultima nata è già uno spettacolo: inconfondibilmente derivata della Coupè, sostituisce il tetto rigido della sorella con

una capote in tessuto come la tradizione esige

Spaziosa:la soluzione

di una capote in tessuto non ha

penalizzato l'abitabilità interna

e la capacità di carico, che invece

si è dimostrata superiore

alle aspettative

MINI Roadster, grinta per due all'aria aperta

dell'ultima versione). Contrariamente alla MINICabrio, dove è presente di serie un sistema total-mente elettrico, i due occupanti della Roadsterdovranno gestire l'apertura e la chiusura dellacapottina manualmente. Tramite una manopoladi sblocco posizionata sull'estremità anteriore deltetto si libera il meccanismo della capote laquale, molto semplicemente e senza sforzi, sidovrà accompagnare fin dietro i due roll-bar fissi,installati dietro ai poggiatesta. Dopo essersigoduti la guida in open-air, per chiudere il tetto,basterà poi premere l'apposito pulsante di sbloc-co e tirare in avanti la capote, assicurandola almontante del parabrezza. Il meccanismo è disemplice utilizzo, ma qualora si necessitasse di

assistenza elettrica MINI offre come optional iltetto semi-automatico. Per evitare turbolenzealle medie soprattutto alle alte velocità, visto chesiamo in tema di comfort, si consiglia di attinge-re alla lista optional anche alla voce "frangiven-to", una manna per mal di gola e messa in piega.

VERSATILE - Nonostante le dimensioni esterne(MINI Cooper Roadster; 3.728 mm - MINI JohnCooper Works Roadster: 3.758 mm), un passo di2.467 millimetri e una larghezza di 1 683 millime-tri) possano essere paragonate a quelle dellaCabrio, l'altezza è inferiore di 20 mm, ma è il para-brezza che contribuisce a differenziare notevol-mente i due modelli grazie alla sua inclinazione

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maggiorata di ben 13 gradi rispetto alla convertibile a quattro posti della gamma,donando alla Roadster un'aggressività unica. Le linee tese, i dettagli cromati, l'aletto-ne posteriore (una chicca condivisa solo con la Coupè) e tutte le attenzioni dedicate aisoli due posti disponibili, rendono questa Roadster un oggetto del desiderio per unpubblico giovanissimo che forse, in maniera anche più accentuata rispetto alla sorellaCoupè, ricerca in questa versione della gamma MINI un prodotto decisamente al top,con il plus di poter guidare anche col vento fra i capelli. Del resto, la soluzione di unacapote manuale in tessuto non ha penalizzato l'abitabilità interna e nemmeno la capa-cità di carico che invece si è dimostrata superiore alle aspettative. Due trolley ("cabinsize") e un paio di borse morbide entrano senza problemi nel bagagliaio posteriore,confermando che i 240 litri di capienza sulla carta ci sono tutti. Presenti anche inquesta Roadster diversi vani porta oggetti e uno sportello apribile (posizionato trai due sedili) che permette di stivare oggetti lunghi tra il bagagliaio e l'abitacolo.

SU STRADA - Dalla MINI Cooper Roadster con i suoi 122 CV, passando ai 184 CVdella Cooper S Roadster per arrivare al top di gamma benzina, ovvero la MINI JohnCooper Works Roadster con i suoi 211 CV, ma anche diesel, grazie al 2 litri da 143 CVCooper SD Roadster. La scelta è ampia, è vero, ma se vogliamo parlare di puro piace-re di guida e dare un senso concreto a quel Go-Kart feeling che MINI da sempre decan-ta, allora la decisione è quasi obbligata e si riduce alla Cooper S o alla adrenalinicaJCW (rigorosamente con cambio manuale: l'automatico rimane optional su tutta lagamma, Cooper Roadster esclusa). Lo sappiamo, sono le motorizzazioni più costose,ma se consideriamo il listino di accesso e le differenze con gli altri allestimenti si puòben pensare che una volta fatto 30 si può fare tranquillamente 31 e in questo caso nevarrà la pena. I circa 30 kg di peso in più rispetto alla Coupè non si sentono e, anzi, ilsolo dubbio che questa massa possa andare a discapito delle prestazioni si eclissa inun attimo quando si apre la capote. Ed è in questo momento che si può apprezzarequella dote in più rispetto alla Coupé, quell'appagante e coinvolgente sensazione chegiustifica la scelta di essersi privati dei due posti posteriori e di aver voluto saltuaria-mente ricoprirsi solo con un tetto in tela, in barba all'insonorizzazione e alla soliditàdella lamiera. Percorrere le strade di città Alta o della Bassa, assaporando ilsound di ritorno del doppio scarico John Cooper Works ha decisamente postoquesta ultima versione di MINI sull'alto podio della desiderabilità della gamma.

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Motori:si parte dalla MINI CooperRoadster con i suoi 122 CV,passando ai 184 CV della

Cooper S Roadster per arri-vare al top di gamma benzi-

na, ovvero la MINI JohnCooper Works Roadster

con i suoi 211 CV

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Dal «green» al «white», in buca con Lario-Grumelloe Rota Fumagalli

Grande successo a Foppolo per la manifestazione voluta dal circuitoBabagolf. I vincitori si sono aggiudicatiprestigiosi premi messi in palio dalla gioielleria Rota Fumagalli

«HOLE IN ONE»

La neve non è solamente sci o snow-board. Lo scorso sabato 18 febbraio,infatti, il piazzale Alberghi di Foppolosi è trasformato in un "green" per una

piccola gara di golf. Una prima assoluta inBergamasca a cui non ha voluto mancareLario srl concessionaria Land Rover e RangeRover a Lecco, presente con la nuova filialebergamasca di Grumello del Monte. Proprio igioielli della casa britannica sono stati infattipresentati sulla neve del comprensorio sciisti-co. Durante lo svolgimento della gara i parte-cipanti - oltre a gustare dell’ottimo Branzi,offerto dalla Latteria di Branzi - hanno dunquepotuto toccare con mano la nuova Evoque ele già storiche Freelander 2 e Range Rover. Lamanifestazione fa parte di "Babagolf", il piùgrande circuito di golf amatoriale nazionale.Sul campo è stata posta una sola buca, apochi metri di distanza, che i concorrenti

PHOTO: GIORGIO CHIESA

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hanno dovuto avvicinare con un solo colpo, secondo la formula che ha dato anche iltitolo dell'evento: "Hole in One". La gara è stata suddivisa in due categorie e ha vistoprimeggiare nella categoria "over 18" Felice Personeni del Golf Club Albenza diAlmenno S. Bartolomeo, il quale è riuscito a fermare la pallina a 69 cm dalla buca.Fantastica è stata anche la prestazione del piccolo Alessandro Calvo, allievo dellascuola giovani del Golf Villa Paradiso, che ha fermato la pallina a 1,05 mt dalla buca.L'evento ha avuto scopo benefico ed il ricavato della gara è stato interamente devo-luto al Comitato Massimo Casari. Alla fine della giornata sono stati premiati i vinci-tori con preziosi regali messi in palio dall'altro importante sponsor dell'evento, lagioielleria di Bergamo "Rota Fumagalli". La kermesse è stata insomma un espe-rimento ben riuscito, in quanto proprio la Bergamasca vanta migliaia di appas-sionati golfisti al contempo grandi sciatori e frequentatori degli impianti orobici.

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RUBRICHE

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I campioni della cucina affilano i coltelli in Saps

Come da tradizione il «Centro di Ricerca e Formazione» di Lallio ha ospitato il ritiroprecampionato della competizione europeain Galles, dove la NIC ha ottenuto la medaglia d'argento

COOKING

PHOTO: MAURIZIO DI DIO

La Nazionale Italiana Cuochi è tornatadal Galles, dove ha partecipato agliEuropei di Cucina in calendario dal 14al 16 febbraio scorso, con una più che

prestigiosa medaglia d'argento e quindiseconda solo ai tedeschi futuri organizzatoridei mondiali. L'ennesimo risultato importan-te ottenuto con dedizione e impegno assolu-to, frutto di allenamenti duri e di una prepa-razione mentale perfetta. Prima dell'evento,infatti, la NIC si era incontrata, in una sortadi ritiro precampionato, al "Centro di Ricercae Formazione" Saps di Lallio, all'internodella Baldassare Agnelli, per l'ultima provagenerale di realizzazione del menù di cucinacalda, attraverso tecniche stabilite dal rego-lamento interno in linea con gli indirizzi dellaWACS. La selezione della NIC, scesa nel"campo di allenamento" per affrontare l'en-nesima sfida internazionale fra pentole e

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fornelli, era formata dal Senior Chef Angelo Giovanni Di Lena, dal SeniorChef Gaetano Ragunì, dal Senior Chef Francesco Gotti, dal Senior chefGioacchino Antonio Sensale, dal Junior Chef Fabio Mancuso, dalJunior Chef Domenico Spadafora, dal Junior Chef Giovanni Lorusso. Lasupervisione e la giuria tecnica era invece formata dal Team Manager NICFabio Tacchella, dal Capitano Gianluca Tomasi, dal Senior ChefCarmelo Trentacosti e dal Senior Chef Ljubica Comlenic. Nel corso dellagiornata si sono consumati professionalità, confronto, passione e dedizioneverso l'arte del cucinare, che hanno poi dato forma e sostanza a piatti estre-mamente curati e raffinati, come il trancio di merluzzo con cozze e pomodo-ro, salsa di acciughe, raviolo di gamberi rossi su purea di sedano, rapa e len-ticchie beluga; il lombo di agnello in mantello di pancetta con pavé di zucca,crocchetta di carne e giardinetto di ortaggi e funghi; la mousse al cioccola-to e caramello con pere alla cannella, finanziere alle nocciole, semifreddoall'arancia e salsa di lamponi. "La NIC - ha affermato Fabio Tacchella -, è l'e-

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Nazionale Italiana Cuochi e il Centro di Ricerca e FormazioneSaps nato 10 anni fa, e diventato nel tempo un importantepunto di riferimento per le iniziative legate alla promozionedella cucina made in Italy. Qui si studiano soluzioni per pro-duzioni gastronomiche dall'alto valore culinario. Disciplina,ordine, saperi, sapori, professionalità, rigore, pulizia, sonosolo alcuni degli elementi fondamentali che la NazionaleItaliana cuochi è riuscita a trasmettere durante la sua per-formance in Saps. L'ultimo allenamento prima della competi-zione è come da tradizione una bella pagina di cultura, anchedal sapore umano. Una pagina scritta con la volontà costantedi chi la porta avanti nell'intento di migliorarsi sempre più".

manazione ufficiale della Federazione Italiana Cuochi e con unimpegno disciplinato e costante cerca di valorizzare la figura delcuoco quale professionista di qualità che lavora con passione ecura, attenzione e scientificità. Siamo un team, un'associazione,ma anche una palestra di vita umana e professionale dove juniore senior chef, durante le prove e gli allenamenti di cucina per lecompetizioni, studiano insieme soluzioni gastronomiche dall'altovalore culinario". Una filosofia in piena sintonia con l'azienda cheda anni è felice di ospitare la nazionale e che, visti i risultati, haanche portato molto bene al team. "Entusiasmo, passione, madein Italy, professionalità e voglia di crescere - ha aggiunto ilpatron Baldassare Agnelli -, sono gli attributi che uniscono la

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Dopo tre anni d'attività il Devero Hotel haaperto, inaugurandola lo scorso venerdì10 e sabato 11 febbraio, una prestigiosaMedical SPA di ben 500 metri quadrati.

Nel cuore della Brianza, tra Bergamo e Milano, ilsolido gruppo edilizio Devero Costruzioni - dopoaver curato e gestito nel 2008 l'apertura dell'ho-tel e il suo ampliamento, con la costruzione di unatorre nel 2010 - ha deciso di completare l'offertacon una nuova zona gestita in collaborazione conSPA Emotions. Devero Medical SPA (oltre a 4cabine per massaggi e rituali di bellezza esclusi-vi, una piscina indoor collegata ad una grandevasca idromassaggio, un percorso benessere consauna finlandese, bagno turco e docce emoziona-li) propone check-up e visite specialistiche suun'ampia offerta diagnostica e terapeutica,offrendo i servizi di alcuni dei migliori medici spe-cialisti nell'ambito dermatologico, nutrizionistico,fisioterapico ed estetico. La SPA ha aperto a metàfebbraio in occasione della "Seconda Giornata dellaBellezza Sostenibile" e della festa di San Valentino.

Devero Hotel & SPA, offerta a «tutto benessere»

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: GIORGIO CHIESA

EVENTI

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E'stata ufficialmente presentata al pubblicoalla fine di gennaio, in un evento chepotremmo definire cinematografico: stiamoparlando della nuova BMW Serie 3. Il neo-

nato gioiello della casa bavarese ha fatto da cornicealla proiezione privata - anch'essa in anteprima, avve-nuta all'UCI Cinemas di Curno - del nuovo capolavoroaction "Mission Impossible, protocollo fantasma". Enaturalmente la pellicola non è stata proposta a caso,in quanto proprio all'interno del film sono state scel-te numerose vetture BMW per le scene più impor-tanti, tra cui anche la sorprendente i8 Concept, ovve-ro l'auto sportiva del futuro. La sua innovativa conce-zione di ibrida plug-in combinerà il sistema di propul-sione elettrica modificato della BMW i3 Concept adun motore a combustione a tre cilindri di grandi pre-stazioni da 220 cavalli. Accelerazione da 0 a 100km/h in meno di cinque secondi ed un consumo dicarburante nel ciclo europeo di meno di tre litri per100 chilometri sono cifre che attualmente vanno oltrela capacità di qualsiasi veicolo alimentato da unmotore a combustione con prestazioni comparabili.

Lario Bergauto,all'UCIlo spettacolo va in scena

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: LORIS SAMBINELLI

EVENTI

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Quando il divertimento sbarca anche fuori ilconfine bergamasco, lo fa spesso e volentiericon la classe che contraddistingue gli eventidi Lario Bergauto. E' stato così anche per il

Club Modà di Erba, dove la concessionaria ufficialeMINI per Bergamo e Lecco ha deliziato la movida dellanotte con l’ultima creazione della casa automobilistica.Una serata a cui è stata prestata la massima attenzio-ne in ogni dettaglio, e che ha sbalordito i numerosi ospi-ti con un’anteprima di assoluto livello. Proprio per que-st'ultimi, tra cui figuravano anche gli atleti dell'UnicalceRugby Lecco, la sorpresa è stata estremamente graditaquando all'interno della discoteca si mostrava in tutto ilsuo carisma la nuovissima MINI Roadster, un vero eproprio concentrato di classe e sportività. Ecco dunqueche lo scorso venerdì 24 febbraio il nuovo gioiello si èpresentato come il partner perfetto per tutte le occasio-ni, con la capote aperta o meno, persino in situazioni"estreme", come l'essere immerso all'interno di un clubvivo e pulsante di giovani pronti a scatenare la festa. Altermine del sontuoso buffet di benvenuto la serata hariservato il classico divertimento “made in Modà”.

MINI Roadster,anteprima assoluta al Modà

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: GIORGIO CHIESA

EVENTI

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Instancabilmente presente e vicina ai propriclienti, anche per il fine settimana di sabato25 e domenica 26 febbraio scorso la conces-sionaria ufficiale MINI Lario Bergauto ha

deciso di offrire a tutti un generoso porte aper-te, per poter assaporare e ammirare da vicinoquel capolavoro di successo che è stato e conti-nua ad essere la sempre nuova Countryman SD,affiancata dalla neonata MINI Roadster. La casaautomobilistica tedesca non si ferma mai: dopoessersi rinnovata nel look dei modelli standard,ha ampliato e rivoluzionato l'intera gamma conl'arrivo della Countryman, una nuova concezio-ne di SUV che ha colpito per la sua praticità, lasua bel lezza e i l suo inalterato carattere.Ricordiamo, inoltre, che il motore 2.0 turbodie-sel vanta 143 cv di potenza - l'unico che riescead avvicinare la Cooper S - , che segue dunquel'evoluzione prestazionale dei diesel della serie,rappresentando il modello di punta, ma sempreattento ai consumi e alle emissioni, argomentoda tempo sotto inchiesta nella Bergamasca.

Porte aperte Lario Bergauto,in scena laCountryman SD

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: GIORGIO CHIESA

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Appena sei mesi dall'apertura e già dieci-mila bicchieri di vino serviti, sono questii primi numeri de "Il Maialino di Giò",salumeria e vineria di Piazza Pontida. Lo

scorso sabato 11 febbraio si è infatti festeggiatoinsieme ai clienti il sesto mese d'apertura, coinci-so col raggiungimento del traguardo del "decimil-lesimo bicchiere di vino". Il fortunato avventoreha avuto in regalo un prosciutto crudo intero, sim-bolo del locale che sta sempre più facendo brec-cia nella Bergamasca, anche tra i più giovani. Perchi ancora non lo sapesse, "Il Maialino di Giò"vuol dire scoprire una tradizione, coniugare quali-tà e ricercatezza, vivere un'esperienza. Ecco allo-ra che la degustazione si miscela perfettamentecon la vendita di salumi italiani di qualità garan-tita e di produzione diretta. Da "Il Maialino diGiò" è infatti possibile effettuare un fugaceacquisto da portare a casa o dagli amici oppurefermarsi in un luogo d'incontro per un aperitivo,gustando prelibatezze tipiche del territorio italia-no in un ambiente caldo, accogliente e con unavasta selezione di vini italiani.

«Il Maialino di Giò», 10 mila e non sentirli

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: LORIS SAMBINELLI

EVENTI

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