Bergamo Economia Novembre 2009

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NOVEMBRE 2009 - anno 3 - numero Economia, attualità, costume e stile IL CASO Tenaris Dalmine, mille lavoratori a rischio Sviluppi e retroscena della vertenza sindacale IL CONVEGNO Riforma del mercato del lavoro e federalismo fiscale Il richiamo di Apilombarda: "Semplificazione per le Pmi" L’INTERVISTA La manovra federalista spiegata da Giancarlo Pagliarini Ministro del bilancio nel primo Governo Berlusconi Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente. 25 Bergamo è la prima città a suggellare un’unione d’intenti fra un imprenditore e un avvocato, per tutelare chi opera nel mondo del mattone. Matteo Cangelli, a capo di Edilbroker: "Oggi il mercato vuole certezze, ecco perché abbiamo deciso di fondere le nostre conoscenze con lo studio legale Leali" Il futuro dell'edilizia è il connubio tecnico-legale

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NOVEMBRE 2009 - anno 3 - numeroEconomia, attualità, costume e stile

IILL CCAASSOOTenaris Dalmine, mille lavoratori a rischioSviluppi e retroscena della vertenza sindacale

IILL CCOONNVVEEGGNNOORiforma del mercato del lavoro e federalismo fiscaleIl richiamo di Apilombarda: "Semplificazione per le Pmi"

LL’’IINNTTEERRVVIISSTTAALa manovra federalista spiegata da Giancarlo PagliariniMinistro del bilancio nel primo Governo Berlusconi

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Bergamo è la prima città a suggellare un’unione d’intenti fra un imprenditore e un avvocato, per tutelare chi opera nel mondo del mattone. Matteo Cangelli, a capo di Edilbroker: "Oggi il mercato vuole certezze, ecco perché abbiamo deciso di fondere le nostre conoscenze con lo studio legale Leali"

Il futuro dell'ediliziaè il connubio tecnico-legale

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L’editorialeNovembre 2009

Impariamo dai nostri avi a fare impresa

DI LUCA T. BILOTTA

“L’ Italia va meglio di quanto si creda”. E lo dice, nel titolo di un suo report,Goldman Sachs, banca d’affari che in passato non fu particolarmentetenera con il nostro Paese, liquidato come patria del calcio e degli spa-

ghetti. Per andare oltre a “quanto si crede” bisogna togliersi gli occhiali del pregiu-dizio e del pessimismo finanziario. Dimenticare le analisi di sistema e scendere incampo per cercare le storie di quotidiana vita d’impresa. Che raccontano, certo, didifficoltà e di cassa integrazione, di mercati in contrazione e di credit crunch. Ma nonescludono successi, fatturati in crescita, acquisizioni ed innovazione. Se da unaparte abbiamo grossi gruppi come Dalmine Tenaris, che decidono di lasciare a casa- dal giorno alla notte - mille operai, dall’altro lato dell’economia bergamasca (otti-mo focus per stilare un’analisi di quella italiana) ci sono piccole realtà che reggonola crisi post Lehman. Il segreto del loro successo? Niente di più semplicedell’Unione. Quella con la “U” maiuscola, quella che rende forti.

L’industriamoderna tornaai valori antichi, quelliche hanno lanciato l’Italia nel ‘900(Uno scorcio di Crespi D’Adda)

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L o dicevano anche i nostri antenati: “L’unione fa laforza”. E proprio partendo da questo presupposto, nellanostra provincia, sia le associazioni di categoria sia le

singole aziende hanno iniziato ad invertire la rotta. Bastafarsi la guerra, cannibalizzando la concorrenza. Meglio con-dividere gioie e dolori della recessione, mano nella manoalla ricerca di un nuovo sbocco sul mercato. Un fenomenoche avevamo già analizzato in precedenza, ma che in questonumero di Bergamo Economia abbiamo voluto scandagliarecon più attenzione. Ecco perché, in copertina, trovate dueprofessionisti uniti da un vincolo di “collaborazione”, seppurdivisi dalle rispettive professioni. Chi avrebbe mai immagi-nato “abbracciati” l’un l’altro un avvocato e un imprenditoreedile? Nessuno, se non in qualche aula di tribunale. Inveceno, anche in questo caso si tratta di un’unione fortementevoluta per migliorare i rispettivi servizi, in mercati – quelloedilizio e quello legale – congestionati. Ma non solo, all’in-terno di questo numero troverete anche un altro esempiolampante: l’avventura di una holding che – racchiudendo insé varie aziende dello stesso comparto produttivo – potràcertamente migliorare il proprio appeal sul mercato.

S ono solo due esempi di tante altre storie di vitaindustriale. Volti d’imprenditori molto diversi dal-l’aurea patinata con cui vengono descritti nelle rivi-

ste di moda. Persone che, magari, non hanno l’aplomb deibanchieri, che non sempre brillano per lungimiranza e cul-tura finanziaria, ma che di sicuro si sobbarcano qualsiasifatica e sacrificio pur di portare avanti il proprio destinoindustriale. Sono orgogliosi come padri delle loro aziendee dei loro prodotti; usano con crescente disinvoltura letecnologie; conoscono concorrenti e mercati come le lorotasche. E non mollano. Mai. Neanche quando le cose sem-brano andare per il verso sbagliato. Neanche quando leg-gono i giornali che annunciano crisi e depressione.Chiamatela economia reale, chiamatelo made in Italy (omade in Bergamo). Chiamateli come volete, ma sono que-sti uomini a costituire la trama d’acciaio del tessuto - sep-pur sfibrato - economico italiano. Le classiche Pmi di cuitanto sentiamo parlare, quelle che non lasciano a casa glioperai per risparmiare in manodopera.

Q uesto fenomeno, però, ha un’altra chiave di lettura: ilfattore Umano. Anche qui, per enfatizzare il concetto,utilizzeremo la “U” maiuscola che ci accompagna in

questo editoriale. Se c’è qualcosa di buono, infatti, che lacrisi ha prodotto in questo 2009 nero come la pece, è il recu-pero della dimensione umana e psicologica del business.Quell’aspetto travolto nel passato recente da troppi auto-

matismi informatici e infernali procedure meccaniche.Quelle che sembravano garantire e massimizzare il profittoe, invece, hanno finito per provocare disastri. Oggi, a diffe-renza di quanto accaduto ad inizio 2000, si ritorna alla figu-ra patriarcale dell’imprenditore. Il “padre padrone” che deci-de e magari sbaglia, ma lo fa a fin di bene: la salvaguardiadella propria azienda. Questa crisi ha permesso all’impren-ditoria di fare un passo indietro, a rivalutare le dinamicheindustriali del passato. Perché solo il “padrone” può amaree gestire la propria “creatura”.

A nche in altri campi, diversi da quello industriale, ilvalore dell’Uomo è stato accantonato creando solodisagi. Analizziamo, ad esempio, il settore bancario.

Lo stesso che ha “creato” il credit crunch. Nel corso dell’ul-timo decennio le ristrutturazioni degli Istituti hanno spazza-to via una generazione di dirigenti e funzionari che conosce-va le aziende, sapeva valutarle e decidere con quali valevala pena correre qualche rischio. Insomma, sapeva farebanca. Al loro posto sono cresciuti i giovani commerciali,abilissimi venditori attenti alle loro provvigioni. Ma pocosensibili a bilanci e fatturati altrui. Tanto, si diceva, a valu-tare i rischi ci pensano le macchine. Ma i computer e i data-base, purtroppo - anche se ineguagliabili nell’elaborare inumeri -, non sono assolutamente in grado di valutare lamotivazione e lo spirito di sacrificio che caratterizza ogniimprenditore. Tradotto: senz’anima non si cresce, senza ilfattore umano non si può rilanciare l’economia. Sarebbetroppo semplice, però, additare la tecnologia come respon-sabile di questa difficile condizione congiunturale. La veracolpa è stata affidarsi a lei senza raziocinio, guardando alfatturato senza valori. Riflettendoci, possiamo dedurre chel’Uomo e l’Unione, spesso e volentieri possono creare. Lemacchine no, seppur tecnologicamente avanzate.

E cco perché alle porte del 2010 dobbiamo razionalizzarequesti concetti e ristrutturare il nostro modo di fareazienda ed economia. Imparare dai nostri nonni, dal

loro sudore e dai loro sacrifici. Del resto per chi non si arren-de mai la crisi può diventare anche un’occasione per cam-biare, crescere e rilanciare. Lo hanno capito i tantissimiimprenditori che stanno sperimentando la via dell’integra-zione. Consorzi, reti, holding e semplici strette di mano per“tirare avanti”. La formula del successo di questi progetti èproprio questa: restare padroni in casa propria, condividen-do con altre imprese o persone esperienze, esigenze edobiettivi. Sempre mettendo dinanzi al fatturato la persona.L’uomo, l’ imprenditore di cui si erano perse le tracce all’ini-zio del Terzo Millennio.

IL RED. RESPONSABILE

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Sommario

A pagina 68

Novembre 2009

68 CopertinaCangelli e Leali, il futurotecnico e legale dell'edilizia

34 New DealL’americana MOOG di Almennotaglia un terzo del personale

40 Lo studioE’ ancora Gorle il comunepiù ricco della bergamasca

46 Il disgeloBanche e PMI, prove di dialogo

50 Next Economy Far soldi? Questione di testosteroneLa neuroeconomia di Aldo Rustichini

ECONOMIA& BUSINESS

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82 Industria&MondanitàCartiere Pigna festeggia i 140 anniMadrina d'eccezione Simona Ventura

94 RistorazioneAl mezzogiorno e alla sera,ma che bel Tiempo

98 Letteratura"La Corte del Remer", un campiello veneto-bergamasco

100 Motori&LussoBMW Serie 5 GT,un'avventura “Dream & Sharm”

108 Prova su stradaRange Rover Sport, rocciosa classeBMW X1, petit enfant prodige

118 Chi, dove e perchéFoto e curiosità

AZIENDE

74 Nuove realtàSolaris Maiet,esperienza baciata dal sole

78 Top Business Sant'Alessandro Holding,un'unione "fondamentale"

A pagina 78

RUBRICHE& EVENTI

A pagina 82

56 Eccellenza&Ricerca“Innovazione tecnologica”Tre i brevetti premiati dalla CCIA

60 Ingegno&NumeriJohn Nash “A beautiful mind” ospite di BergamoScienza

64 Parola all’associazioneUna “Settimana per l’energia”l’iniziativa dell’Associazione Artigiani

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Notizie in breve

"Contribuire a far nascere la naveda crociera più grande del mondoè una soddisfazione enorme perme e i miei collaboratori, anche seci stiamo un po' facendo l'abitudi-ne". Parola di Tino San al varo, neicantieri finlandesi della Aker, di"Oasis of the Seas". Il transatlan-tico più grande al mondo, in par-tenza dal cantiere navale di Turkunel sud ovest della Finlandia, rag-giungerà la costa occidentaledegli Stati Uniti il 5 dicembre perimbarcare i passeggeri dellaprima crociera ad Haiti. Oasis ofthe Seas - nome scelto dai lettori

del quotidiano Usa Today tramiteun concorso - e' costata 900 milio-ni di euro alla americana RoyalCaribbean. Ha 16 ponti, 2.706camere e può ospitare 6.360 pas-seggeri e 2.000 membri d'equi-paggio. La nave è lunga 360 metri,larga 47 e la sua stazza lorda, 220mila tonnellate, supera di almeno70 mila tonnellate le concorrentisul mercato. Per fare un paragone,il Titanic, transatlantico del secolopassato alla storia per la suagrandezza, aveva una stazza disole 46.328 tonnellate. L'Oasi deiMari è la nave da crociera dei

record che gli armatori americanidi Royal Caribbean, secondo grup-po al mondo dopo Carnival, hannoallestito con il decisivo contribu-to dell'azienda di Almenno SanBartolomeo, specializzata da anninegli arredamenti delle più presti-giose navi del mondo. Per questacommessa Tino Sana incasserà14 milioni di euro. Su sei faraoni-che imbarcazioni che hanno supe-rato negli ultimi dieci anni i prece-denti limiti di grandezza mondiale,cinque sono state allestite dall'a-zienda bergamasca. L’ultima nataè destinata soprattutto a crociere

“A gonfie vele”

112 euro lordiE' l'aumento mensile dei metalmeccanici per il triennio 2010 - 2012pari a 110 euro per un quinto livello. E' questo il frutto del nuovocontratto che interessa 40 mila tute blu bergamasche

7.3%

Confindustria

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E’ la percentuale di "paperoni" bergamaschi chevivono con un reddito complessivo da 500 mila euroin su. A Milano risiede il 55.4% del totale

Barcella elettopresidente per la Lombardia

Il consiglio regionale diConfindustria Lombardia ha elet-to presidente, all'unanimità, peril quadriennio 2009-2013 il ber-gamasco Alberto Barcella, chesuccede a Giuseppe Fontana.Nato a Bergamo nel 1955, dopola laurea in Ingegneria Chimicaentra nell'azienda di famiglia;parallelamente alla crescita dellasua impresa, oggi fortementeinternazionalizzata. Aumentaanche l'impegno nel sistemaConfindustria: ricopre il ruolo dipast president di ConfindustriaBergamo nel periodo 2005-2009e vicepresidente di ConfindustriaLombardia nel quadriennio 2005-2009. Attualmente Barcellae' membro della Giunta diConfindustria, del Comitato tec-nico Education di Confindustria ePresidente della commissioneper i rapporti con la scuola e laformazione professionale.

Tino Sana firma gli internidella nave più grande del mondo

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di lusso nei Caraibi. Toglierà loscettro di nave da crociera piùgrande del mondo alla "sorella"(sempre di Royal Caribbean)Freedom of the Seas che detene-va il record dal 2006 e aveva"solo" 338 metri di lunghezza, 158mila tonnellate di peso e unacapienza di 3.600 passeggeri,anch'essa "targata" Tino Sana. Lapresentazione americana dellanave "Oasis of the Seas" avverràil prossimo 26 novembre inFlorida, dopo aver attraversatol'Oceano Atlantico. La crocierainaugurale è prevista per il 12dicembre, destinazione i Carabi.

Magnetti Building, commessa da 80 mila mq

Il gruppo Magnetti di Carvico haannunciato l'acquisizione di unanuova e importante commessa: ilpiù grande intervento "Chiavi inmano" realizzato dalla divisioneBuilding. Si tratta del centro logi-stico di Stradella (Pavia), com-missionato dalla società AKNO

Business Park Spa di Caleppio diSettala. La commessa è un tas-sello fondamentale nel quadrocomplessivo di andamento delgruppo bergamasco e segna duedati positivi. Il primo è la chiusurain rialzo del 2008, con un giro d'af-fari consolidato di 162 milioni dieuro, in crescita del 6,5% sull'an-no precedente. Il secondo è relati-vo all'andamento del primo seme-stre 2009 che, a fronte di un mer-cato del settore dei sistemi e deimanufatti per l'edilizia residenzia-le e industriale in forte contrazionecon diminuzioni dal 30 al 60 percento a seconda dei segmenti diprodotto, il gruppo Magnetti hacontenuto la diminuzione dei rica-vi consolidati al di sotto del 15%,nonostante la situazione metereo-logica decisamente peggiore del-l'anno precedente abbia pesatonegativamente sulla velocità deicantieri. "Nonostante la forte con-trazione della domanda sia prose-guita nel 2009 con apprensioneper tutto il settore immobiliare edelle costruzioni - commentanoGregorio e Paolo Magnetti, ammi-nistratori delegati del gruppo -siamo riusciti a contenere l'impat-to sulle nostre attività. Negli ultimimesi ci siamo impegnati, infatti,per dare un ulteriore impulso

all'innovazione e sviluppare nuovespecializzazioni. Le commesse nelsettore della logistica vanno inquesta direzione permettendo dimigliorare i risultati di MagnettiBuilding al Nord rispetto all'annopassato. Siamo in grado di rispon-dere con prodotti, servizi, soluzioniintegrate e progettazioni specifi-che alle richieste di questo parti-colare settore, soddisfando i biso-gni della committenza alla ricercadi un unico interlocutore in gradodi dare costi e tempi certi".Anche le Divisioni Murature ePavimentazioni hanno acquisitoimportanti commesse, perchè laMagnetti Pavimentazioni sta rea-lizzando un intervento nel Portocommerciale di Imperia per 40mila metri quadrati di pavimenta-zioni. Aprirà in autunno il nuovostore IKEA di Villesse, in provinciadi Gorizia, dove l'azienda diCarvico ha fornito in opera all'a-zienda svedese 5.000 metri qua-drati di murature e 25.000 metriquadrati di pavimentazioni esterneautobloccanti. Altri importantiinterventi riguardano la linea 5della Metropolitana di Milano(6.000 mq di blocchi) e la fornitu-ra in opera di murature perl'Ecocity di Villasanta di Monza(30.000 mq di blocchi).

Fatturato

41°E' la posizione che occupa Bergamo nella classifica "Ecosistemaurbano Legambiente": rapporto annuale di Ambiente Italia e de IlSole 24 ore sulle politiche mirate all'ambiente

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I fantastici 4(gruppi miliardari)

Italcementi, Dalmine, SameDeutz-Fahr Group e Brembo: sono4 le imprese o gruppi bergama-schi che per il 2008 sono staticapaci di far registrare un fattura-to complessivo di oltre un miliar-do di euro. Per le prime tre socie-tà di Bergamo si tratta di una con-ferma, mentre Brembo è la newentry. Italcementi è al primoposto (tra le bergamasche) con5.77 miliardi di euro e con il grup-po Italmobiliare occupa il 17°posto a livello nazionale, al secon-do posto la Dalmine con 1.65miliardi di euro di ricavi e l'87°posto nazionale. Al terzo posto c'èla Same Deutz-Fahr Group checon i suoi 1.21 miliardi di eurooccupa il 124° posto nella classi-fica nazionale. Al quarto posto enew entry c'è la Brembo: 1.06miliardi il volume d'affari del 2008e 150° posto nazionale. Il gruppoRadicifin dal 3° posto bergama-sco con 1.4 miliardi di euro, nel2008 è sceso al 5° posto avendoregistrato un volume d'affari paria 961 milioni di euro e la relegaal 175° posto nazionale.

“Chiavi in mano”

1.200 euroE' il risparmio annuale a cui può arrivare una famiglia diBergamo facendo la spesa. Dall'indagine di Altroconsumo ilsupermercato più conveniente è l'Esselunga di via Corridoni

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ECONOMIA&BUSINESS

Claudio Rossi, Laureato in Scienzedell'Economia e della GestioneAziendale, svolge da molti anni atti-vità di consulenza e di responsabilità

in ambito bancario. ha scritto diver-si testi riguardanti la responsabili-tà sociale d'Impresa e la finanzanell'Internazionalizzazione

PILLOLE DI FINANZA - RUBRICA A CURA DEL DOTT. CLAUDIO ROSSI

L’attività dell’AssociazioneBancaria Italiana

F ra le Aziende di Credito e leSocietà Finanziarie italianeè stata, a suo tempo, costi-

tuita l'Associazione BancariaItaliana. Questa ha sede aRoma, uffici anche a Milano edha per oggetto lo studio e latrattazione dei problemi tecnicied economici del settore banca-rio e finanziario. Possono fareparte dell'Associazione sia sociordinari quali le Aziende italianecomunque costituite che eserci-tino il credito a breve e a mediolungo termine e sia soci corri-spondenti quali le Aziende diCredito estere nelle quali vi siauna partecipazione italiana oche operino in Italia. Tra le altreattività, l'A.B.I. si propone di:

Esercitare e promuovere latutela degli interessi collettividelle Aziende aderenti o di sin-goli gruppi di esse, anche svol-gendo attività di informazione edi consulenza;

Collaborare con autorità,enti ed associazioni alla risolu-zione di problemi riguardanti ilsettore creditizio;

Compiere ed incoraggiarestudi e pubblicazioni di econo-mia, tecnica e diritto nelcampo bancario, finanziario etributario e raccogliere dati enotizie che possano interessa-re le attività delle associate;

Promuovere e favorireaccordi di interesse comune frale aziende aderenti o fra esse edaltri enti economici e finanziaried in genere agevolare la colla-borazione interbancaria;

Fare opera di propagandaper l'incremento del risparmioe la conoscenza dei problemirelativi.

Quanto sopra è svolto instretta collaborazione con leAssociazioni Bancarie deglialtri paesi e per lo svolgimen-to dell'attività il ComitatoEsecutivo che può nominareCommissioni tecniche dellequali fanno solitamente parte,in veste di Membri, esponentied esperti delle principaliAziende di Credito.

I depositi fruttiferi

I depositi fruttiferi rappresen-tano la forma più tipica dirapporto sul quale la cliente-

la fa affluire i propri risparmimonetari affinché la Banca licustodisca e li remuneri. A dif-ferenza dei conti correnti, idepositi fruttiferi non prevedonoestratto conto (fanno fede lerisultanze del libretto) e posso-no presentare solo saldi a favo-re del cliente, il che esclude cheil titolare del deposito possaandare a debito, possa cioèottenere un credito da partedella Banca. Essi possono esse-re liberi o vincolati, nominativi oal portatore e avere o menolimitazioni circa il tipo di opera-

zioni ammesse. Il rapporto siavvia e si perfeziona con il depo-sito in Banca di una somma didenaro contro il rilascio di unapposito documento, comune-mente definito "libretto di rispar-mio" sul quale viene indicato ilversamento iniziale e sul qualeverranno poi annotate, di volta involta, le successive operazioni.Generalmente non esistono limitiagli importi depositabili su cia-scun libretto, salvo particolaritàdove il deposito massimo puòessere limitato. Le regole e lenorme sul libretto di risparmiosono solitamente consegnate alcliente insieme al libretto nelmomento dell'accensione e rical-cano le disposizioni di legge ine-renti i depositi in denaro (artt.1834 e seguenti Codice Civile).

Il pegno

I l pegno è un diritto reale sucosa mobile, il possessodella quale viene trasferito di

norma alla Banca od alCreditore per garanzia del fido econ facoltà di soddisfacimentosul valore di essa con preferen-za su ogni altro creditore (artt.2784 e seguenti del CodiceCivile). Affinché la garanziapignoratizia realizzi lo scopoprefissato ovvero il recuperodella creditoria, occorre che, incaso d'uso, la stessa sia giuridi-camente ineccepibile e che pre-senti un congruo valore econo-mico da convertire facilmente indenaro liquido. Dal punto divista giuridico, invece, affinchésorga il diritto di pegno e possa

aver luogo la prelazione è neces-sario che la garanzia risulti da unatto (lettera di pegno) e cheavvenga lo spossessamento delbene in questione (oggetto delpegno). Si è detto che la leggedispone che, quest'ultimo, siarappresentato da beni mobili diqualunque natura. In realtà pos-sono essere oggetto di pegnotutti i beni mobili, purché abbia-no un contenuto economicofacilmente convertibile in denaroliquido senza rischio di eccessi-va perdita, allo scopo si applicasolitamente il cosiddetto "scar-to". Quest'ultimo rappresenta ladifferenza tra il valore dell'og-getto del pegno e l'ammontaredel credito garantito dal pegnostesso e serve proprio a cautela-re il creditore contro ogni even-tuale improvvisa ed inaspettatadiminuzione di valore. Può con-cedere il pegno lo stesso benefi-ciario del credito o anche unterzo (in questo caso può esserecostituito anche all'insaputa deldebitore principale). Come dettoin precedenza, uno dei requisitiper la validità del pegno è lo"spossessamento" ovvero la per-manenza dell'oggetto impegnatonel possesso del creditore (o diun terzo designato dalle parti)per tutta la durata dell'obbliga-zione principale. Nello specifico,qualora l'oggetto del pegno sia"res", si può avere il possessomateriale, nel caso invece dipegno di crediti, il "possessomateriale", ovviamente nonpossibile, è sostituito dalla pro-cedura di cui agli artt. 2800 eseguenti del Codice Civile.

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ECONOMIA&BUSINESS

Laura Adele Feltri VicepresidenteFIMAA Bergamo (FederazioneItaliana Mediatori Agenti d'Affari),agente immobiliare dal 1988 e media-

tore creditizio. Da sottolineareanche il ruolo di docente perBergamo Formazione nel campoimmobiliare.

Ho il piacere di collabo-rare, da questo nume-ro, con la testata

Bergamo Economia e lo faròmolto volentieri perchédesidero affrontare il temadella casa, che è una dellepiù interessanti forme d'in-vestimento per il risparmia-tore. L'argomento è importan-te e ritengo sia oltretutto cen-trale per analizzare l'anda-mento economico del nostroPaese: più le compravenditesono frequenti, più l'econo-mia è in salute. Di conse-guenza, mi sembra doverosoaffrontare in questo momen-to il tema della casa perdare segnali precisi su comesi sta evolvendo il mercatoimmobiliare: dall'Italia, allanostra Bergamo.Negli anni passati abbiamocomprato mossi da esigenzepiù emotive che reali (essen-zialmente per mettere al sicu-ro i nostri risparmi), trovandoun'offerta ampia ma non sem-pre di qualità: nel campo edi-lizio si costruiva non tanto perdare valore aggiunto all'im-mobile, ma per consegnarepiù metri quadri. Ora, abbia-mo ricominciato a domandar-ci: perché si compra casa?

Quali caratteristiche fonda-mentali si ricercano nellenuove abitazioni? Se l'80%degli italiani possiede unacasa, le imprese costruttrici enoi agenti immobiliari, conti-nueremo a vendere? La rispo-sta a quest'ultimo fondamen-tale quesito è affermativa, masolo se sapremo capire che lepriorità nell'acquisto sonocambiate, altrimenti ci saràmolta offerta ma poca vendi-ta. Non dimentichiamo chel'acquirente sta facendo unodegli investimenti più impor-tanti della sua esistenza, easpira a una qualità di vitamigliore, quindi il dettagliostilistico non è più sufficien-te: cambiare il colore deiserramenti o mettere i sani-tari sospesi non è il valoreaggiunto che si ricerca oggi.Comprare casa è come com-prare un'auto. Perché cambia-re modello o marchio di auto-mobile? Non soltanto per labellezza stilistica, e il vantoche se ne possa fare in socie-tà, ma anche per rispondere adelle esigenze che sono cam-biate. Mi interrogo su checosa occorra alla mia fami-glia. Avere più prestazioni?Consumi più contenuti? Più

rispetto ecologico? Più spaziointerno? Più semplicità nell'u-so del comfort? Soprattuttopiù sicurezza?Le case automobilistichehanno al loro interno designerpreparati che studiano formeestetiche sempre più innova-tive; un sociologo per avereun identikit del compratorediviso per categoria, età, red-dito e stile di vita; un labora-torio dove studiare le tecnolo-gie da applicare ad una nuovavettura che risponda allemutate esigenze commerciali.Il tutto per avere successonella vendita, determinandonelle persone la voglia acambiare per soddisfare inuovi bisogni. Questo concetto dovrebbeessere applicato anche nelmondo immobiliare daicostruttori. E qui mi aggancioal discorso fatto da PaoloFerretti, presidente di AnceBergamo, sul numero di otto-bre di Bergamo Economia, nelquale pone l'accento suiconcetti di eco-compatibili-tà, di qualità e di sostenibili-tà ambientale degli edifici.Molteplici aspetti del qualedovranno tenere conto nelrecente futuro i costruttori.

Noi agenti immobiliari abbia-mo il dovere di capire checosa, il nostro cliente, desi-dera comprare: una casa chesia ben riscaldata, sicura,ben illuminata, ben suddivi-sa, con innovazioni tecnologi-che facili da usare, che gliconsenta un risparmio neicosti di gestione: siamo difronte ad un pubblico evoluto.La mia attenzione, in questoapprofondimento su BergamoEconomia, sarà rivolta allecaratteristiche che la casadeve avere e al mutamentosociologico della famiglia.Partendo dall'architettura,dalla distribuzione degli spaziinterni che devono offrireoltre alla bellezza anche lafunzionalità. Questa rubrica,insomma, vuole stimolare chivende a comprendere le realiesigenze del compratore, e aguidare l'acquirente per indi-viduare quali sono le realipotenzialità del bene che sista comprando.

CasafeltriVia Cucchi, 3

BergamoTel. 035 4220053www.casafeltri.it

Innovazione ed evoluzione,la casa ha nuove fondamenta

MATTONE DOPO MATTONE - RUBRICA A CURA DI LAURA ADELE FELTRI

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L' accesso a nuovi mer-cati necessita spessodi un serio impegno

di promozione e di una strut-tura commerciale perma-nente nella giurisdizione ilcui mercato si intende pene-

trare. Il contratto di agenziaè uno dei più antichi ed effi-caci modi per promuoveregli affari. In Italia, l'utilizzodi agenti è testimoniato sindall'epoca delle repubbli-che marinare, vivaci centri

economici con una grandepropensione all'espansionecommerciale. Le chartaegenovesi del 1153 d.c. giàprevedevano alcune normeche regolavano il pagamen-to delle commissioni agli

agenti e lo statuto dellacittà del 1588-89 introduce-va una dettagliata disciplinadella fattispecie. D'altraparte, l'utilizzo di un inter-mediario che promuova gliaffari dell'imprenditore eche sia pagato proporzio-nalmente al successo dellasua attività di promozione èuna struttura indubbiamen-te efficace ed accattivante.Il rapporto di agenzia preve-de che l'agente investatempo, lavoro (e, a volte,capitali) per sviluppare unarete commerciale di clientie promuovere l'avviamentodell'impresa in un dato terri-torio. Correlativamente, egliconfida sulla qualità e serie-tà del proprio preponente.Dal canto suo, il preponenteconfida sugli sforzi dell'a-gente e gli attribuisce (avolte in modo convenziona-le, a volte per legge) altribenefici, come, ad esempio,l'esclusività su un determi-nato territorio. Tuttavia, ilrapporto è di norma squili-brato a favore del preponen-te, il quale può cercare dieludere l'intermediazionedell'agente o sottrarre larete di clientela senza corri-

LEGGERE LA LEGGE - RUBRICA A CURA DELL’AVVOCATO MARCO AMORESE

La distribuzione in un mercatoglobale: gli agenti commerciali

Marco Amorese ha conseguitoun LL.M. presso la Harvard LawSchool ed un Dottorato diricerca in diritto commerciale

presso l'Università degli Studidi Brescia. È ammesso all'eser-cizio della professione foren-se in Italia e a New York

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Regole fondamentali e leggi internazionali del contratto d'agenzia, dalle origini ai giorni nostri

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spondere alcunché. Il riconoscimento diun naturale squilibrio tra agente e pre-ponente ha portato molti paesi a rego-lamentare detto rapporto. La maggiorparte dei paesi europei hanno introdot-to una regolamentazione del rapportodi agenzia sin dalla fine del 1800, neltentativo di introdurre una maggiorechiarezza e prevedibilità. La Germaniadisciplinò la figura nel 1897; immedia-tamente dopo seguirono la Svezia, laNorvegia, la Danimarca e l'Austria. Laconsapevolezza dell'importanza delrapporto di agenzia nei commerci trapaesi membri e la spinta verso la rea-lizzazione di un mercato unico ha suc-cessivamente portato all'introduzionedi una direttiva comunitaria che tende auniformare la relativa disciplina. Ladirettiva 86/653/EEC pertanto ha intro-dotto un coordinamento delle disciplinenormative all'interno del mercatocomunitario. L'Italia ha sostanzialmen-te adottato integralmente la direttivacomunitaria che ha il pregio di definireI diritti e gli obblighi di agenti e prepo-nenti in maniera dettagliata. Senzaindugiare in una dettagliata descrizionedella disciplina (ben nota agli imprendi-tori che si servono di agenti in Italia),vale la pena soffermarsi su alcuniaspetti qualificanti soprattutto nell'otti-ca della contrattualistica internaziona-le. Una particolare attenzione, infatti,va prestata alla corretta definizione dialcuni obblighi ancillari del rapporto diagenzia per la loro rilevanza nell'econo-mia del contratto. In primo luogo, èbene spendere qualche parola in meritoalla definizione di obiettivi minimi divendita. Mentre l'imprenditore ha inte-resse a fissare obiettivi minimi di ven-dita, l'agente avrà l'incentivo a renderemeramente facoltativi od eventuali gliobiettivi minimi. La sanzione più comu-ne per il caso di mancato raggiungi-mento degli obiettivi è la risolvibilitàdel rapporto: tuttavia, vista la disparitànel rapporto tra agente e imprenditore,la possibilità di introdurre clausole dirisoluzione che facciano dipendere lavigenza del contratto dal raggiungimen-to di un determinato volume di affari

deve essere valutata con specifico rife-rimento all'ordinamento in cui operal'agente commerciale. Infatti, sulpunto, la direttiva comunitaria non sipronuncia ed alcuni paesi ritengonoinvalida una clausola così formulata.Una valida alternativa per fornire I giu-sti incentivi ai propri agenti è la intro-duzione di una struttura premiale nel-l'ammontare delle commissioni: noninfrequente è uno schema progressivodi calcolo delle commissioni che com-misuri le stesse al raggiungimento dideterminati obiettivi di vendita. Unulteriore aspetto che non è esplicita-mente regolato dalla direttiva e chenecessita di particolare attenzione è ladefinizione delle ragioni che giustifica-no una anticipata risoluzione del rap-porto. La direttiva, infatti, prevede lapossibilità di risolvere il rapporto inpresenza di un inadempimento di uno otutti gli obblighi contrattuali, ovvero nelcaso di insorgenza di "circostanze ecce-zionali". In quest'ultimo caso, il contrat-to può essere risolto anche in assenzadi inadempimento di una delle parti.Solo pochi paesi membri si sono presila briga di definire le circostanze ecce-zionali che possono portare alla risolu-zione: in alcune giurisdizioni sono indi-cate, come valide ragioni, la malattiainvalidante, il comportamento impreve-dibile e sufficiente a fare venire meno illegame fiduciario, il fallimento dell'a-gente, la condanna per reati corruttivi.A soluzioni analoghe, si può giungere invia interpretativa anche in quei paesiche non hanno regolato esplicitamentela questione: ciò che è particolarmenteimportante sapere è che il termine peravvalersi della causa di risoluzione eporre fine al rapporto varia di paesemembro in paese membro e, quindi,può essere opportuna una specificaverifica normativa. Un aspetto di parti-colare importanza, che viene regolatodalla direttiva è il diritto a ricevereun'indennità per il caso di cessazionedel rapporto, se l'attività dell'agente haportato ad un incremento della cliente-la dell'impresa. Detto diritto non sussi-ste se la risoluzione del contratto è

dovuta ad inadempimento da parte del-l'agente, ovvero in caso di recesso anti-cipato esercitato dall'agente stesso.Inoltre, benché la disciplina comunita-ria indichi alcuni criteri per la liquida-zione di detta indennità, la Corte digiustizia delle comunità europee haammesso la possibilità per gli statimembri di introdurre discipline di favo-re che prevedano liquidazioni maggior-mente vantaggiose per l'agente. Anchequesto aspetto, pertanto, necessita diparticolare attenzione country specific.Un'ulteriore clausola frequente nei con-tratti di agenzia è la clausola di nonconcorrenza, prevista dalla disciplinacomunitaria. Anche sotto questo aspet-to, vi sono alcune diversità nazionali:benché sia frequente la corresponsionedi una indennità aggiuntiva per la firmadi detta obbligazione, solo alcuni paesihanno reso obbligatoria detta indennità(ad es. Germania, Italia, Olanda eDanimarca). Insomma, la disciplina delcontratto di agenzia, benché uniforma-to sotto la spinta comunitaria, ha tutto-ra una serie di specificità che ne rendo-no necessaria un'attenta e consapevoleredazione rifuggendo da schemi con-trattuali "nostrani" ed utilizzando, vice-versa, testi che si confacciano alle spe-cifiche esigenze industriali dell'im-prenditore che voglia creare una rete didistribuzione commerciale all'estero.Detta complessità varia in modo mag-giore ove ci si affacci su giurisdizioniextraeuropee dove da tempo sono stateelaborate soluzioni giuridiche che diffe-riscono in modo significativo da quellecomunitarie. La rete commerciale di unimprenditore è spesso la chiave del suosuccesso: una particolare attenzionealla relativa contrattualistica potràimpedire di rimanerci impigliati.

STUDIO LEGALE AMORESEha sede a Bergamo

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L e imprese vivono oggiun periodo socio-eco-nomico particolarmen-

te difficile ed in continuaevoluzione che rischia dimettere in ginocchio, oltreche il sistema creditizio,

anche la piccola mediaimprenditoria internaziona-le. Il rapporto tra banche èimpresa è sempre più com-plicato ed articolato, ilsistema creditizio è moltocostoso e ormai l'accesso

al credito risulta, in unmomento di crisi come quel-lo attuale, estremamentecomplicato, e per alcuneimprese in difficoltà, quasiimpossibile. Questa crisirisulta essere differente da

quelle che il nostro paese èabituato ad affrontare.Prima di tutto è una crisi chenasce dalle Banche e che acatena colpisce anche l'im-prenditoria, a differenza, adesempio di quella del 1993,scaturita dalla mancatacompetitività del prodottonazionale. Purtroppo la crisidel 2009, denominata anchecrisi a L, ossia caratterizzatada una forte discesa dell'e-conomia e da un periodo distasi, è stata talmente rapi-da e violenta da non per-mettere al sistema "impre-sa" alcun tipo di approcciopreventivo che permettessedi tutelarle tutti gli operato-ri dall'inevitabile disastroeconomico. Ma ormai lacrisi è matura: se ne sonocomprese le origini e vissu-to i primari effetti, il suocarattere distintivo non ècomunque costituito esclu-sivamente dalla sua diffu-sione e perversità ma,rispetto a quelle precedenti,risulta più complessa neitempi e nei modi di manife-stazione. Ora si tratta dimuoversi velocemente perfar sopravvivere e mettereordine nelle imprese, biso-

Il black-out ecomomico-finanziario che ha colpito il nostro sistema bancario e industriale ha "convin-to" il legislatore ad emanare nuovi piani d'interven-to a sostegno delle piccole medie imprese

CON... TRIBUTO - RUBRICA A CURA DELLA DOTT.SSA BARBARA PUTORTÌ

Crisi d'impresa, ecco una manovra per il rilancio

Barbara Putortì, Dottore Commercialista

Revisore Contabile

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gna predisporre nuove strategie eimplementarle correttamente. Bisognariqualificare il rapporto Banca Impresa,dialogare con le istituzioni finanziarie ecercare soluzioni e correttivi necessariead evitare il crollo economico nazionale.L'imprenditore deve mettersi nell'otticadi "tagliare i rami secchi" ossia: effet-tuare un intensa opera di contenimentodel circolante commerciale; cedere gliassets non strategici; riqualificare lesedi produttive. Di fronte a tale scena-rio, quindi, si è accentuato l'interesseverso la ricerca di soluzioni alla crisi piùefficaci, in grado di garantire un miglio-re equilibrio tra le esigenze contrappo-ste della tutela dei creditori e della con-servazione del valore economico delleimprese insolventi. E sulla base di que-sta consapevolezza che dopo mesi ditrattative, è stato firmato un accordo fraimprese, Tesoro e banche per la messain opera della così chiamata moratoriasui crediti. Si tratta di un importantemisura per il sostegno delle piccole emedie imprese italiane, che prevede lapossibilità di ritardare il pagamentodelle rate di mutui e dei leasing per ali-mentare la liquidità delle società.Caratteristiche fondamentali, stabilitidall'Abi, che l'impresa deve avere perprocedere alla moratoria sono: l'aziendadeve essere classificata in piccolemedia impresa, non possono accederealla moratoria, infatti le grandi imprese.

La società non deve, quindi, superarei 250 dipendenti e i 50 milioni di eurodi fatturato; l'impresa deve avereadeguate prospettive economiche el'imprenditore deve poter provare lacontinuità aziendale; le rate mensiliscadute e non pagate non devonoessere superiori a sei, al momentodella domanda di sospensione deicrediti; non devono esserci segnala-zioni critiche nella centrale rischisocietaria (esempio: procedure ese-cutive in corso). Se si soddisfanotutti questi requisiti e la Banca faparte dell'accordo siglato con leImprese, entro 30 giorni lavorativi ilrichiedente dovrebbe ricevere rispo-sta affermativa. In sintesi la morato-ria permette di sospendere i debitidelle piccole medie imprese verso ilsistema creditizio per dodici mesi, omeglio le imprese continuano apagare gli interessi ma il pagamentodelle quote capitali dei mutui vengo-no differiti di un anno senza alcunacommissione o interessi di moraaggiuntivi. In aggiunta se la Banca ol'ente creditizio accetta la moratoria delsingolo cliente è altresì obbligata a nonchiedere ampliamenti di garanzie atutela del credito stesso. Per quantoconcerne le società di Leasing, è possi-bile richiedere una moratoria per nonpiù di numero 6 rate mensili. L'accordotra Tesoro Abi e imprese cerca di rilan-

ciare l'economia Italiana partendo dalbasso, da un mondo imprenditorialeche negli ultimi mesi si è lamentatosempre di più e ha cercato di riprender-si nonostante la peggiore congiunturadegli ultimi 30 anni. In questo "dis-astroso" scenario economico, assumeràsempre più importanza la figura delcommercialista il cui ruolo di supportoaziendale dovrà essere sempre più con-creto per sostenere l'ormai complicatorapporto tra Banche e Impresa. Se ilmeccanismo dell'accordo sarà virtuoso,numerose imprese potranno godere dirinnovata salute. Se così non sarà, tut-tavia, una volta finita la crisi l'Italia siritroverà con svariate piccole medieimprese in meno, soffocate da debitisempre maggiori e da una liquiditàormai perduta, spesso non per colpaloro, insomma "chi vivrà vedrà".

STUDIO ASSOCIATO MANAZZA - PUTORTÌ ha sede a Bergamo in via Cucchi n. 3,

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I l Green Public Procurement(GPP o Acquisti VerdiPubblici), è definito dalla

Commissione Europea come

"l'approccio in base al qualele Amministrazioni Pubblicheintegrano i criteri ambientaliin tutte le fasi del processo di

acquisto, incoraggiando la dif-fusione di tecnologie ambien-tali e lo sviluppo di prodottivalidi sotto il profilo ambien-

tale, attraverso la ricercae la scelta dei risultati edelle soluzioni che hannoil minore impatto possibi-le sull'ambiente lungol'intero ciclo di vita". IlGPP rappresenta, quindi,uno strumento di politicaambientale volto ad orien-tare gli acquisti dellaPubblica Amministrazioneverso beni, servizi e lavoria basso impatto ambienta-le permettendo, così, ladiffusione di un mercatoeco-sostenibile indirizzatoverso processi produttivipiù attenti all'ambiente. LaP.A., infatti, incrementandola propria domanda di pro-dotti e servizi "ecologici",contribuisce ad incentivarele imprese a sviluppare tec-nologie volte a ridurre l'im-patto che i prodotti offertiesercitano sull'ambiente intutte le fasi del propriociclo di vita spingendo,così, il mercato a volgereverso beni e servizi menonocivi per l'ambiente. Inparticolare, va sottolineatocome l'inserimento di cri-

Uno strumento di politica ambientale volto ad orientare gli acquisti degli enti pubbliciverso beni e servizi a ridotto impatto inquinante

LEGGE AL VERDE - RUBRICA A CURA DELL’AVVOCATO CRISTINA PUTORTÌ

Gli appalti "verdi" dellaPubblica Amministrazione

Cristina Putortì Avvocato presso il Foro di Bergamo. Ha conseguito un master in Diritto dell'Ambiente

presso l'Università degli Studi di Bergamo

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teri ambientali nei processi di acqui-sto della P.A., permetta di prendere inconsiderazione, non solo i costi effetti-vi gravanti sulla collettività, ma anchel'intero "ciclo di vita" del bene o servi-zio, tenendo conto così, degli effettiambientali che lo stesso può averenelle diverse fasi della produzione,dell'utilizzazione e dello smaltimento.Il grande potenziale del GPP all'internodel mercato è presto dimostrato se siconsidera che, secondo le stime dellaCommissione Europea, la spesa dellaPubblica Amministrazione per l'acqui-sto di beni, servizi o opere, ammontamediamente al 16,3% del PIL europeo.In virtù di questi dati si comprendecome la domanda di prodotti e servizi"verdi" da parte della P.A. andrebbe,senza dubbio, ad interessare la granparte delle transazioni commercialieuropee, influenzandone, così, il mer-cato, le imprese che vi operano, i benied i servizi da queste offerti e, soprat-tutto, le tecnologie impiegate. La dif-fusione del Green Public Procurement,avrebbe, inoltre, una forte influenzaanche nel settore privato e dei piccoliconsumatori, orientando i cittadiniverso scelte di consumo più consape-voli ed eco-compatibili. Per tutti i giàcitati motivi, da qualche anno il GPP èdiventato una priorità sia a livelloeuropeo che internazionale portandoall'elaborazione di una serie di docu-menti volti a definire sempre più neldettaglio le modalità di impiego di talestrumento. In particolare, il quadrogiuridico relativo all'inserimento di cri-teri ambientali negli acquisti pubbliciè stato meglio definito con le Direttive2004/17/CE e 2004/18/CE che hannointrodotto la possibilità di integrareconsiderazioni ambientali nelle proce-dure di appalto coerentemente con gliatti di indirizzo emanati dalla stessaUE negli ultimi anni e con le prassi giàaffermate presso diverse P.A. inEuropa. A livello italiano, il D. Lgs. 12aprile 2006 n. 163 (Codice dei contrat-ti pubblici relativi a lavori, servizi eforniture), ha recepito la normativa inmateria di GPP introducendo, per alcu-

ni elementi, prescrizioni addiritturapiù vincolanti rispetto a quelle dimatrice comunitaria. All'art. 2, adesempio, è prevista la possibilità di"subordinare il principio di economici-tà a criteri ispirati a esigenze sociali,alla tutela dell'ambiente e della salu-te e alla promozione dello svilupposostenibile" e l'art. 68 ha sancito che"ogniqualvolta sia possibile, le speci-fiche tecniche devono essere definitein modo da tenere conto dei criteri diaccessibilità per i soggetti disabili, diuna progettazione adeguata per tuttigli utenti, della tutela ambientale".Sempre a livello nazionale, sulla sciadelle indicazioni sviluppate nellaComunicazione della Commissioneeuropea denominata "Politica integra-ta dei prodotti, sviluppare il ciclo divita ambientale", ed in applicazionedella legge n. 296/2006, con DecretoInterministeriale n. 135 dell'11 apri-le 2008, è stato approvato il "Pianod'azione per la sostenibilità ambien-tale dei consumi della PubblicaAmministrazione". Questo piano ha loscopo primario di definire una strate-gia volta a diffondere la pratica degli"acquisti verdi" all'interno degli entipubblici italiani fornendo un quadro diriferimento organico che ne possasemplificare l'operato. All'interno delPiano d'Azione per il GPP, vengonospecificati i principali strumenti cono-scitivi che permettono all'amministra-zione appaltante di rintracciare lecaratteristiche di preferibilità ambien-tale dei prodotti, servizi e lavori, ovve-ro, quegli aspetti collegati al ciclo divita che li qualifichino sotto un profiloambientale (criteri ambientali). Talistrumenti sono, ad esempio, indivi-duati nelle etichette ambientali (ISOTipo I, es. EU Eco-label), nelle autodi-chiarazioni ambientali (ISO Tipo II, es.Mobius loop, dichiarazione di bio-degradabilità, Energy Star), nelledichiarazioni ambientali di prodotto(ISO Tipo III) o nei marchi ed etichet-tature obbligatori (es. etichettaturedi risparmio energetico). Rinviando asuccessivi decreti del Ministero

dell'Ambiente, il Piano d'AzioneNazionale mira, inoltre, ad indivi-duare, per ciascuna tipologia diacquisto, una serie di criteri ambien-tali "minimi" volti a qualificare leofferte preferibili sotto il profiloambientale. Tali criteri, inseriti nellevarie fasi delle procedure di gara(oggetto dell'appalto, specifichetecniche, condizioni d'esecuzioned'appalto), permetteranno allePubbliche Amministrazioni, attraver-so considerazioni di natura prevalen-temente ambientale, di classificarecome "sostenibili" gli acquisti effet-tuati. Le pratiche di GPP hanno comin-ciato ad essere sperimentate pressogli enti pubblici Europei già da alcunianni ed anche in Italia sono diverse lepubbliche amministrazioni locali atti-vate nella promozione di tale procedu-ra allo scopo di creare un'ampia baseconoscitiva delle metodologie diimplementazione del Green PublicProcurement. L'impiego del GPP, alivello Italiano, ha lo scopo di incideresu alcune questioni ambientali dicarattere generale ritenute particolar-mente rilevanti nel nostro paesequali, ad esempio, l'efficienza ed ilrisparmio nell'uso delle risorse conconseguente diminuzione delle emis-sioni di CO2, riduzione dell'uso disostanze pericolose e dei rifiuti prodot-ti. La pratica degli "acquisti verdi",infatti, è inserita all'interno di un piùesteso obiettivo comune che coinvolgesia le politiche ambientali che quelleeconomiche ed industriali e che ha loscopo di modificare in chiave "sosteni-bile" i modelli di produzione e consumoincidendo, così, su problematicheambientali più ampie quali, ad esem-pio, la riduzione delle emissioni inqui-nanti e dei relativi rischi ambientali.

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"Le PMI tra lavoro e federalismo fiscale", non un bivioma due strade da percorrere, entrambe e obbligato-riamente, per garantire competitività alle piccole emedie imprese. La semplificazione legislativa in

materia di lavoro è un tema di strettissima attualità per una nor-mativa quanto mai precaria, incapace di dare risposte convin-centi e a lungo termine ad un mercato del lavoro sempre piùsfaccettato. D'altro canto le attese sono anche per un federali-smo fiscale alla prova dei fatti. La speranza è che la riformariesca a cancellare molte delle voci di spesa che oggi appesan-tiscono i bilanci aziendali e alcuni dei numerosi adempimentiburocratici. Indicazioni precise vengono dal convegno organizza-to dal gruppo giovani imprenditori di Apilombarda nel Palazzodelle Stelline a Milano proprio sul futuro prossimo che attendele piccole e medie imprese tra la semplificazione del codice dellavoro e un federalismo fiscale che dovrebbe portare (ilcondizionale è d'obbligo) più flessibilità ed efficienza.

La riforma del mercato del lavoro. "Due le esigenzeda mantenere - ha detto Oriano Lanfranconi, presiden-te gruppo giovani imprenditori di Apilombarda, nel pre-sentare il tavolo di confronto - la sostenibilità sociale dellavoratore e la competitività delle imprese sul mercato",obiettivi del disegno di legge che presto inizierà il suo per-corso in parlamento. Per la precisione sono due i disegnidi leggi che compongono il progetto: semplificazione e

flex-security che si ispira al modello nordeuropeo. "In Italia - haspiegato Pietro Ichino, senatore del Pd e noto giuslavorista cheha presentato lo studio - la gestione del contratto è più costosa chealtrove. Il contenzioso stesso è molto più elevato che in altri paesieuropei nostri concorrenti e il codice del lavoro Ipsoa conta 2700pagine. Un minestrone di leggi che partono da lontano, la più anti-ca è del 1923". Per rivoluzionare il mercato del lavoro l'idea è moltosemplice: semplificare il semplificabile, cioè eliminare le complica-zioni che non servono a niente e sono un puro e semplice costo.L'altro nodo da superare è il dualismo del sistema, "dei 500 milalavoratori che hanno perso il posto in questi mesi durissimi - ha con-tinuato il giuslavorista -. Cinque-sesti sono lavoratori a termine, aprogetto o partite Iva che dissimulano un rapporto di lavoro, tuttiaccomunati dall'assenza di forme di garanzie. Una risposta al pro-blema non può essere, però, l'estensione a tutti del vecchio ordina-

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Pmi, la parola d'ordineè semplificare

Riforma del mercato del lavoro e federalismo fiscale. Sono le richiestedelle Pmi lombarde avanzate al Governo durante un convegno dei giovani di Apilombarda al Palazzo delle Stelline a Milano

IL CONVEGNO

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: GIORGIO CHIESA

Paolo Agnellipresidente di Apilombarda

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mento", il rimando è alla querelle sul posto fisso che ha investitoTremonti. Un esempio di quanto sia frazionato il diritto del lavoroviene dalla Cig, le leggi che la regolano sono 34. Ma la semplifica-zione deve essere accompagnata anche dall'universalizzazione delmercato del lavoro. "Da un nucleo di tutele essenziali che si devo-no applicare a qualsiasi forma di lavoro umano si devono distin-guere protezioni diverse in base al rapporto dipendente, subordina-to o ai singoli rapporti particola-ri". Anche qui un esempio: i per-messi aziendali. "Ci sono normein materie di permessi che sonomodellate sulla grande impresao ente pubblico ma non sonocompatibili con imprese di diecidipendenti. Spetta alla contrat-tazione collettiva partendo dallostandard di base, dettare normespecifiche per situazioni diverse.Non bisogna far fare alla legge illavoro della contrattazione col-lettiva". Ma cosa s'intende perlegislazione ipertrofica e invasi-va. "Il part-time è stato ricono-sciuto e disciplinato nell'84 conun articolo di legge. Su quella

disciplina essenziale è venuta sovrapponendosi una mole abnormeed enorme di leggi che ha portato a 13 articoli per un totale di 3803parole". Tornando alla cassa integrazione non è solo una questionedi norme perché la misura della riforma deve tener conto anche del-l'impatto economico. "Fino al 2007 - ha spiegato il senatore Ichino- il sistema della cassa integrazione ha dato un gettito cinque voltesuperiore rispetto a quanto la cassa stessa restituiva al sistema

delle imprese. Gli ultimi 5 anni, dal 2003 al2007, 3 miliardi di euro l'anno è stato il get-tito della cassa integrazione e ha portato adun attivo di 13 miliardi". Il bilancio finale è"che dal 2003 ad oggi abbiamo almeno 12miliardi sottratti alle imprese e ai lavorato-ri, per coprire altri buchi". Il cuore della pro-posta è ridurre il diritto a 64 articoli sempli-ci e leggibili, che si rinunci a regolare tuttoe si eviti di applicare norme in modo indi-scriminato. "Per far questo - ha concluso ilsuo intervento il giuslavorista - è necessarioche imprese e sindacati si mettano intornoallo stesso tavolo e discutano articolo per

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Pietro Ichino, senatore del Pd

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articolo, per far camminare congiuntamente il progetto".Commentando la proposta sulla semplificazione legislati-va della normativa, "in materia di lavoro - ha sottolineatoPaolo Agnelli, presidente di Apilombarda - giudico confavore il tentativo di razionalizzare e semplificare la nor-mativa vigente", una semplificazione che deve essereconiugata con l'esigenza di competitività delle Pmi. In unpaese che non può contare su materie prime e su unbasso costo dell'energia, "le piccole e medie imprese - hacontinuato il presidente di Apilombarda - devono fareaffidamento sulla qualità e sulla riduzione del costo dellavoro. Per far ciò è necessario che si ritorni culturalmen-te al rilancio del manifatturiero, al lavoro vero che siconiughi con una formazione continua del lavoratore, unapiù efficiente organizzazione del lavoro, minori e più sem-plici adempimenti burocratici e la previsione d'ammortiz-zatori sociali". Un pacchetto di misure necessarie perché"nelle nostre Pmi le strategie aziendali vanno di paripasso con i processi familiari e il senso d'appartenenza, i valori conla salvaguardia e la valorizzazione del capitale umano presente inazienda e del territorio circostante". Il riferimento è alla situazioneche sta vivendo la provincia di Bergamo dove il via vai di aziende èun argomento all'ordine del giorno. "Ricordiamoci che al cospettodelle continue dismissioni della grande industria e delle multina-zionali, noi rappresentiamo più che mai la spina dorsale di un corpopaese che altrimenti faticherebbe a reggersi in piedi". L'annunciodei mille esuberi della Tenaris Dalmine è solo di un mese fa, "è oradi chiedere conto anche a chi incassa e se ne va e di premiare chiresta, rischia e salvaguardia il suo territorio". Dello stesso avvisoanche il sindacato. "Ci sono aziende - ha ricordato Gigi Petteni,segretario generale della Cisl Lombardia - che hanno preso dal pub-blico e noi abbiamo fatto di tutto per favorirle. Ci assicuravano piùposti di lavoro degli altri ci hanno spiegato che per essere compe-titivi avevano bisogno di strumenti diversi rispetto al resto delleaziende. Poi un giorno arrivano e dicono: il mercato è cambiato enella nostra strategia internazionale non rientra più il territorio e, diconseguenza, le persone occupate. Ma così non va bene perché chiha riscosso tanto è tenuto a restituire in egual misura". Daccordocon il senatore Ichino su l'auspicio che si crei una stagione di "dia-logo - ha continuato Petteni - così da modulare in modo nuovo ilrapporto tra l'impresa e il lavoro, tra l'imprenditore e il lavoratore.L'idea di partecipazione deve avere la meglio sull'antagonismo e lacontrapposizione delle parti". Un segno di una stagione nuova puòessere sicuramente la riforma del modello contrattuale, "che hamostrato come sia possibile e attuabile superare una stagione sto-rica di conflitti. Non era scontato e non si tratta solo di un modelloperché adesso si stanno rinnovando i contratti. I grandi cambia-menti nascono così, con le sperimentazioni dal basso, perchè lalegislazione recepisce il meglio della contrattazione".

Federalismo Fiscale: quale futuro per le piccole e medieindustrie. L'altro snodo della competitività si gioca sugli effettipratici che avrà la riforma federale. "Il nostro è un paese - ha esor-

dito Roberto Cota, capogruppo della Lega Nord alla Camera - cheha assolutamente bisogno di riforme strutturali". Due quelle sultavolo: federalismo fiscale e semplificazione normativa, le altreancora nel cassetto: tutela dei nostri prodotti, regolamentazionedei rapporti con le banche e riduzione del costo dell'energia. "Ilfederalismo - ha spiegato lo stesso Cota - è importante, porteràresponsabilità nella gestione dei soldi pubblici. Ci sarà un control-lo costante della spesa pubblica e delle scelte che gli amministra-tori locali faranno". Si tratta di quel processo di responsabilizzazio-ne più volte atteso e non ancora attuato. "Inoltre porterà ad unariduzione degli sprechi, perchè si passerà dai costi storici alla spesastandard. Significherà territorialità: mantenere le risorse sul terri-torio, perchè i soldi devono restare sul territorio e non andare aRoma. Porterà ad una razionalizzazione e semplificazione del siste-ma tributario con una riduzione della pressione fiscale". Le altre treriforme a cui sta lavorando il governo sono, come anticipato: latutela del Made in Italy, la trasparenza nei rapporti bancari e lariduzione del costo energia che penalizza, soprattutto le Pmi."Venivamo tacciati di slealtà - ha ricordato il capogruppo della LegaNord - quando richiamavamo la necessità di frenare l'invasione deicinesi. La grossa quantità dei loro prodotti andava di pari passo conuna bassa qualità" e oggi l'esigenza di regole è imprescindibile permuoversi in un contesto di concorrenza leale. "In America - ha con-cluso Cota - se acquisti un asciugamano conosci subito la prove-nienza del suo cotone, il luogo di fabbricazione e la sua qualità".Due note finali vengono dal senatore del Partito Democratico. "Ilprincipio federalista è sacrosanto - ha concluso Pietro Ichino - mala legge che è stata approvata dal parlamento è un contenitorevuoto, mancano ancora i contenuti. Il capitolo sul passaggio daicosti storici alla spesa standard è ancora tutto da scrivere e ilgoverno continua a coprire le spese di tutti". Un esempio? "La vora-gine del bilancio della città Catania è stata coperta con i soldi deicontribuenti senza un principio di responsabilizzazione per il futuro.Serve trasparenza totale. E' necessario che sia visibile il livello diqualità e quantità delle performance di ciascuna amministrazione".

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Roberto Cota capogruppo della Lega Nord alla Camera

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La costituzione federalenon è un fuoco di "Paglia"

"Una bella legge che di sbagliato ha solo il nome"Giancarlo Pagliarini, ministro del bilancio del primo Governo

Berlusconi bolla così il federalismo fiscale Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto: Qual è l'Italia

che ha sempre immaginato? Risposta: "La Svizzera"

L’INTERVISTA

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: GIORGIO CHIESA

"La superficie totale della Svizzera è poco meno del doppio dellaLombardia. Noi siamo 9 milioni e mezzo e loro sono più di settemilioni. Il loro reddito medio pro capite è 50 mila euro a testa, illavoro c'è per tutti e le pensioni sono sicure. Hanno il 22% di

extracomunitari e non c'è nessun problema. La domanda è: Perché gli svizzeriche sono a meno di 40 km da noi vivono così bene e noi cosi male? Provateloa chiederlo ai vostri lettori". Questo è Giancarlo Pagliarini, detto affettuosa-mente "Il Paglia", prendere o lasciare. Ministro del bilancio nel primo Governo

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Giancarlo Pagliarini

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Berlusconi e ribattezzato dallo stessopresidente del Consiglio "Tagliarini" peril "vizio" che aveva di cercare di elimi-nare le spese dello Stato, lo abbiamoincontrato nella sua amata Milano,dove è nato, vive e lavora, per parlare difederalismo fiscale e costituzione fede-rale, di Italia e Svizzera, di tasse, grottee Alitalia. Leghista della prima ora,entra in Senato nel 1992 e continua alavorare in Parlamento fino al 2006.Oggi, sotto lo sguardo vigile dellaMadunina, è consigliere comunale aMilano nel gruppo misto. Sono passatimolti anni da quel lontano 1994 quandoricoprì l'incarico che oggi è di Tremontima non ha perso la buona abitudine diandare al nocciolo delle questioni. Delresto buon sangue non mente, sarà pervia del suo legame con Bergamo. Suononno era originario di Romano diLombardia. "La risposta - ci suggeriscelo stesso Pagliarini, alla domanda inizia-le - è: Perché noi siamo in Italia!".

Una delle ultime dichiarazioni delministro Tremonti è stata: "La nostrastrategia fondamentale e' il federalismofiscale. Non esistono riforme più impor-tanti per lo sviluppo economico e civile

del Paese. Stiamo lavorando e saràdecisivo per il futuro del Paese".

Ma scusi, non sono le stesse coseche lei sostiene dal lontano 1992? "Nel 1992 lo Stato italiano non era ingrado di pagare tutti gli stipendi, le pen-sioni e gli interessi passivi. Con il 6 permille sui conti correnti bancari dei citta-dini lo Stato ha trovato le risorse neces-sarie, da trasferire all'INPS e agli altrienti previdenziali per pagare welfare epensioni. La realtà è che eravamo inbancarotta. Dal 1992 ad oggi non è statafatta nessuna riforma, salvo qualcosasulle pensioni nel biennio 94-95, dettatenon da un ritrovato senso di responsabi-lità verso le generazioni future, ma dallacronica emergenza in cui si trova ilnostro Paese. Oggi, la situazione è anco-ra peggiore perché le famiglie sono

sempre più povere e le imprese italianesono sempre meno competitive. La crisidel nostro sistema Paese precede lacrisi finanziaria scoppiata nell'agosto2007 e continuerà anche dopo che glialtri competitors si saranno risollevati.Tremonti, ogni tanto, dovrebbe ricordareche continuiamo ad essere un Paese inbancarotta, fare la fotocopia della costi-tuzione elvetica e ripartire".

E come la mettiamo con il federa-lismo fiscale. Lei sostiene chequesta è una legge che farà fun-zionare meglio lo Stato centrale,ma non c'entra nulla con il fede-ralismo. Perché?"E' una parola di moda perché si appic-cica a qualsiasi cosa. Si sente parlaredi federalismo sociale, competitivo,differenziato, culturale, infrastruttura-

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"In Svizzera, ogni cantone

è un piccolo statoDecide le sue tasse,

quando e come votare,l'inizio della scuola e i suoi programmi,eppure in Svizzera

ogni 100 metri si vede una bandiera

rossocrociata. Questo è federalismo"

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le, culinario, sessuale e infine fiscale,ma senza un trasferimento sostanzialedi sovranità dallo stato centrale nonsi dovrebbe parlare di federalismo.Chiamiamolo decentramento finanzia-rio. La legge del 5 maggio è sicura-mente una buona legge, utile perchèriuscirà a razionalizzare e far funziona-re meglio i rapporti dello stato centra-le con le Regioni e gli enti locali, manon è federalismo. Quando il Governoscriverà i decreti legislativi non potràmetterci dentro tutto ma dovrà attener-si a paletti fissati dal Parlamento. Lefaccio un esempio, la lettera z dell'arti-colo 2 prevede che lo Stato ti premiase sei virtuoso ed efficiente e ti puni-sce se non fai il "bravo". Giusto, maquesto è l'asilo Mariuccia, non è ilfederalismo. E poi nella bozza di que-sta legge, proposta dalla regioneLombardia, era previsto che l'80%dell'IVA rimanesse sul territorio".

Lei è il paladino di una nuovaCostituzione federale, ma per farquesto è necessario cambiare l'an-tica costituzione del 1948. Partendodal fatto che il nostro paese ritienesacra la carta costituzionale, qualeItalia si immagina?"L'Italia che io sogno è la Svizzera. Leporto due esempi recenti. L'AI, l'entefederale svizzero che gestisce l'assicura-zione infortuni è in deficit. Il governo el'assemblea federale della confederazio-ne Svizzera decidono che è il caso diaumentare l'IVA per ripianarne le casse.Alternative non ce ne sono: trovare mag-giori entrate o ridurre gli interventi. Mada dove far saltare fuori i soldi? Il gover-no propone di aumentare le aliquote IVAper sette anni, dal 1 gennaio 2011 al 31dicembre 2017 e così l'aliquota passadal 7.6% all'8%. Un aumento del'0.4%.(n.d.r. da noi l'IVA è il 20%). Ma nessunaimposizione dall'alto, lo scorso 27 set-tembre i cittadini svizzeri, con un refe-rendum, sono stati chiamati ad approva-re la proposta. L'aumento delle tasse èstato deciso dagli stessi svizzeri. Unaltro esempio. In Svizzera, la concorren-za è la base del federalismo. Nel canto-

ne di Obwalden decidono di passare allaflat tax. Il risultato: aziende di tutto ilmondo vanno lì ad investire e la disoc-cupazione del cantone è calata. Dueesempi di federalismo, vero".

Proviamo a riassumere, sintetica-mente, le caratteristiche essenzialiche, secondo lei, dovrebbe avereuna riforma per essere federale."Le tasse. I soldi delle imposte nonsono dello stato ma degli enti territo-riali che ne trasferiscono una parteallo stato per acquistare i suoi servizi:esercito, Parlamento, corte costituzio-nale, etc. Lo Stato. Il principio gene-rale dovrebbe prevedere più concorrenzanei servizi pubblici e meno apparato pub-blico nei mercati concorrenziali. La com-petizione. Il governo fissa grandi princi-pi generali ma tutte le altre leggi devonoessere responsabilità delle singole regio-ni in concorrenza tra di loro. Si pagano iservizi dello Stato e si mettono risorse inun piatto comune per finanziare interven-ti di perequazione. Ma basta con l'assi-stenzialismo. La classifica. Ogni annodeve essere pubblicata la classifica dellapressione fiscale delle Regioni. La tra-sparenza. I cittadini devono essereinformati, consapevoli e convinti. Sonoquesti alcuni punti necessari per viverein un paese veramente federale".

Fuori dai denti significa abban-donare il Sud a se stesso."Non si tratta di abbandonare ilMezzogiorno al suo destino. Non stonemmeno parlando di Nord contro Sud,ma di efficienza, responsabilità, concre-tezza e modernità. Kenichi Ohmae defi-nito "mister Strategy" e consulente diuomini di stato scriveva più di 16 anni fa:"I governi nazionali tendono tutt’ora aconsiderare le differenze tra regione eregione in termini di tasso o modello dicrescita, come problemi destabilizzantida risolvere anziché come opportunitàda sfruttare. Non si preoccupano dicome fare per aiutare le aree più fioren-ti a progredire ulteriormente, bensì pen-sano a come spillarne denaro per finan-ziare il minimo civile… significa mirare

soprattutto al mantenimento del con-trollo centrale, anche a costo di farcolare a picco l'intero Paese, anzichéadoperarsi per permettere alle singoleregioni di svilupparsi e, così facendo,di fornire l'energia, lo stimolo e ilsostegno per coinvolgere anche lealtre zone nel processo di crescita".Eppure non ha vissuto in Italia".

A proposito di numeri, lei è stato ilministro del bilancio del primogoverno Berlusconi, proviamo afare qualche previsione. Con que-sto federalismo fiscale, per leimprese bergamasche ci sarà uncalo della pressione fiscale?"Prima di tutto, la cosiddetta pressionefiscale "ufficiale" va sconfessata. Diufficiale ha solo il nome, perché lasostanza è tutta un'altra cosa.Prendiamo il 2006, ma il discorso puòessere fatto per tutti gli anni. Dai docu-menti "ufficiali" risulta che nel nostropaese la pressione fiscale era stata del42.3% del Pil. In quell'anno il ProdottoInterno Lordo è stato 1.475 miliardi dieuro, mentre tra imposte e tasse sonostati versati 432 miliardi di euro e percontributi sociali 192. La somma 624divisa per il Pil di 1.475 miliardi è parial 42.3 per cento. La media europea inquell'anno era stata del 41.7. Quandol'Istat calcola il Pil inserisce anche unastima del "nero", l'economia sommersa,perché è pur sempre una ricchezza delpaese. Nel 2006 è stata calcolata nel18%. La pressione fiscale reale, quindi,nel 2006 non è più 42.3% come ci èstato spacciato ma addirittura del51.5%. Non serve un economista masolo una calcolatrice: basta dividere624, il versato, per 1210: dato dall'uffi-ciale 1.475 meno il 18% degli evasori.Le imprese bergamasche si mettano ilcuore in pace perché con il federalismodepositato alla Camera, la mannaiafiscale non conoscerà sosta. Magari cisarà un rallentamento nella sua cresci-ta, ma nessuna illusione, non ci sarànessuna inversione di tendenza conbuona pace di chi incassa 100 e devedare 51.5 euro allo Stato".

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Lo stesso discorso vale per lefamiglie di Bergamo?"Solo un federalismo serio, come quel-lo svizzero, potrebbe portare alle fami-glie e imprese bergamasche enormivantaggi. La nostra pressione fiscale ècosì alta perché dobbiamo "mantenere"una Pubblica Amministrazione enorme,grandissima, che vuole mettere il nasodappertutto. Con questo federalismo,sulla carta il trend rimane quello diandare a vivere nelle grotte. La sceltasarà tra grotte singole e matrimonialisempre sotto lo sguardo vigile di Romache deciderà quale camera assegnare".

Se la situazione è questa comesi spiegano tutte le aziendeeccellenti, soprattutto presentinel Nord Italia?"Miracoli e tenacia imprenditoriale.Ma come possono essere competitivele nostre imprese con una pressionefiscale senza eguali e una burocraziapazzesca. Il World Economic Forumogni anno pubblica una classifica met-tendo tutti i paesi in ordine secondo laloro competitività. Venti anni fa, l'Italiaera tra i primi 20 mentre l'anno scorsoeravamo 48 esimi, preceduti, tra glialtri, da Tunisia (40), Oman (41),Barbados (44). Si, ha capito bene la

Tunisia. Nella stessa graduatoria, laGermania si colloca al 7° posto, la GranBretagna al 13° e la Francia al 16°. LaSpagna ci precede largamente al 33°.Non siamo competitivi, non attiriamocapitali e nessuno investe nel nostroterritorio. IBM è scappata e la Dell, cheha dovuto aprire un quartier generalein Europa, è andata a Montpellier".

Eppure qualcuno ci ha provato avenire da noi ad investire. I fran-cesi e Air One non volevanoacquistare Alitalia?"E noi dovevamo lasciargliela. Alitaliaandava chiusa mille volte e invececosa facciamo: salviamo la compa-gnia di bandiera. Ma con le bandierenon si vola. Le ultime vicende sonosotto gli occhi di tutti. Pensate che ilParlamento nel luglio del 2004 hadovuto garantire un prestito ponte di400 milioni di euro all'Alitalia perchéaltrimenti non sarebbe riuscito a paga-re gli stipendi. I cittadini italiani con leloro tasse avevano già coperto le per-dite degli ultimi 10 anni per più di 3.3miliardi di Euro. Per farle capire: tuttal'Irpef pagata in un anno in tutto il FriuliVenezia Giulia è di circa 3 miliardi dieuro, è come se tutti i cittadini di quel-la regione lavorassero un anno intero

per avere il privilegio di coprire le per-dite della compagnia di bandiera".

Per un ministro del bilancio, è piùfacile approvare lo scudo fiscale ocombattere l'evasione fiscale?"E' sicuramente più facile approvare loscudo. Io sono contrario e non l'avreimai fatto. Far rientrare così quei soldi èun regalo ingiusto. Certo, adesso chesono "puliti" si possono spendere tran-quillamente".

Spazio al cuore. Dato per assoda-to che nelle sue vene scorre san-gue verde, ha dovuto fare una tra-sfusione per uscire dalla Lega?Quanto le manca? "Certo che mi manca! A Bossi ho scrit-to che "non riesco a sentirmi parte diun movimento più interessato a discu-tere di coppie di fatto, eutanasia, dazi,diocesi e presepi che non di federali-smo, di federalismo e ancora di federa-lismo". E' stato un sacrificio e purtrop-po se guardo a quello che "abbiamoportato a casa" mi sembra che non siaservito a niente. L'Italia è un paeseorganizzato male, uscirà da tutti i pro-blemi che l’attanagliano solo se adot-terà una nuova Costituzione federale,altrimenti se vedumm".

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Tenaris: Dalmine la città dei mille (esuberi)

Mille e non più mille. Tristemente annunciata dalCeo in persona Paolo Rocca, la manovra 2010-2011 della Tenaris Dalmine stupisce nella crudarealtà dei numeri perchè è il più vasto piano di

tagli a memoria d'uomo in provincia. Se si pensa poi che ci vadi mezzo la più grande fabbrica bergamasca, la multinazionale

number one dei tubi senza saldature, l'operatore leader in ognitrivellazione petrolifera che si rispetti, allora la gravità dellasituazione diventa ancora più evidente. Ora, sul piano che pre-vede 1.024 esuberi annunciati esistono varie scuole di pensie-ro. La più ottimistica ipotizza un percorso condiviso, un accordosindacale che porti solo o quasi a fuoriuscite morbide, dimis-

PHOTO: GIORGIO CHIESA

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sioni incentivate e prepensionamenti. E' quanto si auspicanotutti, ovviamente, ma la realtà non è ancora delineata e i 114milioni di euro che verranno investiti per ammodernare i mac-chinari sembrano briciole rispetto alla contropartita in terminidi posti di lavoro.

Sindacati. "Abbiamo precisato che il piano va affrontato par-tendo dalle conseguenze negative - ha dichiarato Mirco Rota,segretario provinciale della Fiom Cgil - metten-do in primo piano le conseguenze a carico deilavoratori". Parere critico anche da parte dellaCisl, "il sindacato non è disponibile a condivi-dere programmi industriali che prevedano chiu-sure di stabilimenti - ha affermato FerdinandoUliano, numero uno della Fim Cisl bergamasca- e le ricadute del piano presentato vanno benoltre i 1.024 lavoratori dichiarati in esubero, dalmomento che hanno già riguardato un numeroingente di lavoratori dell'indotto". Per quantoriguarda la ristrutturazione, "le prospettive el'integrità del gruppo - ha sottolineato il segre-tario - in Italia devono essere assicurate attra-verso un solido piano di investimenti legato allaridefinizione delle missioni produttive di ognisito. Inoltre, la quantificazione dei volumi pro-duttivi a regime dichiarati nel piano, non è com-patibile con la salvaguardia dei livelli occupa-zionali e con le prospettive industriali di tutti isiti. Un discorso del genere richiama diretta-mente il tema della responsabilità sociale, sot-tolineato più volte dall'azienda mentre contem-poraneamente annunciava gli esuberi. "Quindi -ha concluso Ferdinando Uliano -, deve essereconfermata la salvaguardia della missioneindustriale delle attuali aree dove è presenteTenaris Dalmine, impedendo situazioni di spe-culazione di altra natura".

Tenaris. L'azienda ha sottolineato in una notache il piano servirebbe a "un riposizionamento

strategico che garantisca la continuità aziendale nel lungo ter-mine". Nel comunicato del gruppo si legge che lo scenario com-petitivo globale "impone un cambiamento profondo dell'asset-to industriale e le soluzioni organizzative saranno discusse coni sindacati". La nota sottolinea anche l'incremento esponenzia-le della concorrenza internazionale, il ridimensionamento dialcuni settori dell'attività e il calo di economicità di alcune pro-duzioni. Fino ad oggi, la Dalmine ha sempre detto di puntare ad

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A FERRO E FUOCO

Drammatico il piano industriale presentato dalla famiglia Rocca per il 2010-2011: la ristrutturazione prevede un taglio di 1.024 posti di lavorodi cui 836 negli stabilimenti di Dalmine e Costa Volpino. Per ritrovare"un posizionamento strategico" previsti 114 milioni di euro di investimenti

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una soluzione condivisa, nel solco di una responsabilitàsociale centenaria; i lavoratori chiedono invece che vengaevitata la chiusura degli stabilimenti e il rinvio degli esube-ri finché non saranno ristrutturati gli impianti, per verificarein concreto le ripercussioni sul ciclo lavorativo. Rimane ilfatto che a livello globale, Paolo Rocca ha ipotizzato recen-temente una sforbiciata del 20% dell'attuale forza lavoro,cioè la discesa da 27.000 a 21.000 addetti.

Roma. A fine ottobre, nella sede del ministero per lo Sviluppoeconomico, davanti ai funzionari di Claudio Scajola e a quellidi Maurizio Sacconi (Lavoro), sono stati confermati tutti i1.024 esuberi rispecchiando il percorso in discussione ormaida un mese. Dai Ministeri è arrivato l'impegno a presidiare latrattativa sulla più grande ristrutturazione occupazionale inatto oggi nel Paese.

Dalmine. Il dettaglio del piano: i 717 tagli ipotizzati per il sitoprincipale di Dalmine-Sabbio, interessano in massima parte letute blu (552 unità: il 37% di tutti gli operai dello stabilimen-to) ma anche quadri e colletti bianchi (162 unità: il 22% delpersonale impiegatizio). Rischia più di tutti il reparto FAPI,quello dei piccoli tubi, per il quale si ipotizza un graduale disimpegno; ma è pesante anche la riorganizzazione sullearee a Caldo e Freddo del reparto FTM.

Costa Volpino. Per questa unità operativa che lavora soprat-tutto l'acciaio inox, il sacrificio riguarda la metà del persona-le in organico: 119 addetti su 247. A repentaglio c'è la stessasopravvivenza produttiva del sito.

Transilvania. A Zalau ha sede la Silcotub, il principale produt-

tore rumeno di tubi senza saldatura di piccolo diametro acqui-sita dalla famiglia Rocca nel 2004, per 42 milioni di dollari.Sono quasi in 900 e possono produrre 200.000 tonnellatel'anno di tubi senza saldatura di piccolo diametro. Gli stessidel Fapi, la fabbrica di tubi piccoli all'interno della Dalmineche, secondo il nuovo piano industriale, verrà progressiva-mente dismessa. E gli stessi di Costa Volpino, dove il passag-gio si è compiuto nell'estate 2008 per tutta una linea destina-ta a produzioni standard, come tubi di piccolo diametro trafi-lati a freddo per scambiatori di calore e caldaie: lavorazioniche non sono più sostenibili in Italia per questioni di costo eche in pochi anni hanno registrato una riduzione dei volumi.

Piombino. Da questo piano terrificante, i toscani hanno giàottenuto un risultato significativo. Per la Dalmine di Piombinodestinata inizialmente alla chiusura, si è aperto un tavoloseparato al Ministero dell'Ambiente che potrebbe mettere incampo risorse tali da abbattere i costi di bonifica e rimetterein discussione tutto: 6,9 milioni contro i 26 milioni preventiva-ti a carico del gruppo.

Monterrey. Se a Bergamo taglia, in Messico la famigliaRocca cuce. Nella città di Zorro è stato annunciato unpiano investimenti da 800 milioni di dollari (600 di euro)con la possibilità di arrivare all'esuberante cifra 4 miliardidi dollari se il piano quinquennale prospettato da PaoloRocca diventasse realtà.

E adesso? Dopo l'intervento di Stefania Prestigiacomo(Ambiente), il negoziato sindacale prosegue soltanto perDalmine-Sabbio, Costa Volpino e Arcore. Il prossimo incon-tro è in programma per lunedì 9 novembre.

Il piano prevede una riduzione di 717

posti a Dalmine e un graduale

disimpegno delleattività Fapi (piccoli

tubi). A CostaVolpino verrebbe

dimezzata la forzalavoro con un taglio

di 119 persone sulle 247 attuali

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No ai metalmeccaniciU.S.A. e getta

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"Moog, no ai licenziamenti U.S.A. e getta" eaccanto il disegno stilizzato di un cestino(della spazzatura) con la scritta 14. E' questo lostriscione che campeggia da più di un mese

fuori dai cancelli della Moog Italiana, l'azienda metalmeccanica diAlmenno San Bartolomeo che produce viti a ricircolo di sfera erulli per movimentazione degli aeromobili. La scritta non ha biso-gno di spiegazioni: "No ai licenziamenti", senza se e ma. Sopracampeggiano le bandiere dei sindacati che respingono gli esube-ri annunciati dalla Moog Italiana, ex VCS Spa e chiedono si con-tinui con la cassa integrazione. Delle 52 settimane a disposizionene sono passate poco più della metà ma, nonostante questo, l'a-zienda non ha atteso il responsodel mercato e ha deciso di passa-re direttamente alla mobilità. Sui42 lavoratori sarebbero in 14 adessere in esubero nell'aziendametalmeccanica che, dopo duescioperi ai cancelli e un presidio,hanno manifestato fuori dagli uffi-ci dell'assessore Enrico Zucchi,sempre con lo stesso striscione"Moog, non devi licenziarci".Quello affisso fuori dai cancellirecita anche "U.S.A. e getta": per-ché la Moog di Almenno SanBartolomeo da tre anni è la sede decentrata di una multinaziona-le americana dove si producono sistemi idraulici e meccanici perapplicazioni che vanno dall'industria aerospaziale alla Formula 1."Siamo fortemente contrari al ricorso alla procedura di licenzia-mento, perché le alternative ci sono. Come spesso accade, però,avendo a che fare con una multinazionale le scelte vengono ope-

rate in maniera autoritaria come pure diventa autoritario il rap-porto col sindacato" è stato il commento di Valter Pirovano dellaFIOM-CGIL di Bergamo. "Chiediamo di proseguire con la cassaordinaria, visto che ci troviamo a metà del suo periodo naturale.Abbiamo ancora a disposizione poco meno della metà delle setti-mane, a cui può seguire il ricorso ad altri ammortizzatori. In pas-sato l'azienda ci aveva chiesto un rapporto di collaborazione. Loavevamo avviato. Con la decisione unilaterale e assolutamenteinattesa è chiaro che l'azienda ha mandato all'aria quel rapporto".La situazione non lasciava presagire il taglio di un terzo del per-sonale, perché il calo del 45% del fatturato "è stata una flessione- ha proseguito il sindacato - gestita con la cassa ordinaria. Non

si capisce il motivo per cui non sia possibile cer-care di gestire il futuro con ammortizzatori socia-li diversi dalla mobilità". Una situazione di diffi-coltà largamente diffusa che accomuna molteaziende metalmeccaniche della provincia berga-masca. Le attese, adesso, sono tutte per i pros-simi tavoli di confronto fra azienda e sindacatinella speranza che non ci sia il taglio annuncia-to che, alcuni hanno ventilato, possa essere l'an-ticamera di una completa dismissione dell'attivi-tà industriale ad Almenno San Bartolomeo.Ricordiamo che nel gennaio 2007, la Moogaveva acquistato il ramo d'azienda di VCS S.p.a.di Almenno, già allora società specializzata nella

progettazione e nella produzione di componenti innovativi per ilmoto lineare. L'allora VCS era ed è una delle poche realtà almondo in grado di produrre viti a rulli satelliti, componenti moltoparticolari e innovativi, mentre nel settore delle viti a ricircolo disfere vantava un'esperienza più che ventennale. Oggi, nessunovuole pensare che il cestino con il numero 14 si possa chiudere.

La MOOG, azienda di Almenno San Bartolomeo, ha annunciato 14 esuberi su 42 dipendenti. Scioperi e presidi contro una decisione

arbitraria e unilaterale

NEW DEAL

ARTICOLO E PHOTO DI LIVIO CASANOVA

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"Auf wiedersehen"System Plast

Urla e proteste, fischi e fischietti, bandiere sindacali,striscioni e lancio di bombe carta. I dipendenti dellaSystem Plast di Telgate hanno manifestato così tutto losconcerto, l'amarezza e la preoccupazione per un futu-

ro quanto mai incerto. La ragionesta tutta nella volontà della multi-nazionale americana Emersonche, a fine settembre, ha comuni-cato ai sindacati l'intenzione ditrasferire una parte dell'attivitàproduttiva in Germania. L'aziendadi Telgate che solo lo scorso annoera passata nelle mani america-ne, occupa 120 dipendenti e laprospettiva messa in campo dallamultinazionale che conta 140 miladipendenti e un fatturato di 23miliardi di dollari, sarebbe untaglio netto di una cinquantina di posti di lavoro, poco menodella metà dell'intera forza lavoro occupata. La System Plast,fondata negli anni ottanta da Mansetti e Ronchis, è un tipicoesempio di impresa familiare di successo cresciuta in modosignificativo grazie ad un prodotto in grado di competere nelcampo della componentistica per nastri trasportatori, impiegatisoprattutto nell'industria alimentare e dell'imballaggio. Daazienda a conduzione familiare oggi la System Plast è diventatoil secondo gruppo mondiale per un continuo lavoro di ricerca einnovazione che ha permesso traguardi di tutto rispetto sia per ilbilancio aziendale che l'incremento di fatturato. Adesso i nume-ri da guardare sono altri e più dolorosi che costringono le parti atrovare un accordo per ridurre la distanza che inevitabilmente siè venuta a creare. La stessa distanza che dovrebbero coprire idipendenti se accettassero la proposta di spostarsi in Germania.

La produzione, infatti, ha offerto ad ogni lavoratore e lavoratricedel reparto “la possibilità” di trasferirsi nell'area di Dresda,anche godendo di alcuni incentivi che la proprietà mette a dis-posizione. In macchina sono 980 chilometri e passando per il

valico del Brennero e Monaco di Baviera,da Telgate ci vorrebbero almeno 9 ore.L'alternativa è in aereo da Orio a Berlino-Shonefeld ma poi servirebbero sempre un paiodi ore per arrivare nella zona di Dresda. "Macome si fa a chiedere agli operai di trasferirsida Telgate a Dresda - si è domandato MarcoTebaldi della Fim Cisl -. Quando lo abbiamo rac-contato in assemblea è successo il finimondo.Domandiamo invece all'azienda un piano alter-nativo con buon senso, cercando soluzioni piùeque, senza esuberi o proposte strampalate.Strategie come queste non si possono accetta-re. La delocalizzazione, sempre secondo il sin-

dacato porterebbe a problemi di formazione del personale, vistala particolarità delle lavorazioni effettuate". Dopo un mese tra-vagliato adesso le attese sono per la presentazione del pianoindustriale previsto per metà novembre. Ferme rimangono leposizioni sindacali "Siamo tornati a ribadire - ha detto DamianoBettoni della Uilm, al termine di vertice nella sede dell'asses-sore provinciale al Lavoro - la necessità di un piano alternativoche, a fronte delle scelte di trasferire alcuni comparti e vista l'e-sigenza di migliorare l'afflusso logistico dei componenti, con-senta di portare a Telgate, dove pure dovrebbe restare la parteamministrativa, altri reparti produttivi". Rimane l'incognita delfuturo, "adesso aspettiamo che la System Plast - ha concluso ilrappresentante della Uilm - presenti il piano industriale, entrola metà di novembre, in modo da avere elementi concreti suiquali avviare una discussione approfondita".

La multinazionale americana Emerson intende trasferire l'attività produttiva da Telgate in Germania. Ai 50 dipendenti

bergamaschi in esubero la proposta di trasferirsi a Dresda

DELOCALIZZAZIONI

ECONOMIA&BUSINESS

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La città di Dresda

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ECONOMIA&BUSINESS

Bergamo come Napoliun "bidone"

tira l'altro

Boom di protesti. In sei mesi, a Bergamo, sono già 10 mila per una cifra complessiva intorno ai 34 milioni di euroA parità di periodo, assegni e cambiali a vuoto aumentano del 29%Nelle tre prime posizioni Roma, Milano e Napoli

CATTIVI PAGATORI

Bergamo è la dodicesima provincia in Italia. Questavolta il primato non solo è negativo, ma decisamentepreoccupante, perché si riferisce all'andamento deiprotesti rilevati in tutte le province italiane nei primi sei

mesi dell'anno. Di pari passo, infatti, crescono sia il numero chegli importi di assegni, cambiali e tratte non onorate. L'unico caloche si registra, di quasi un punto percentuale, è il valore mediodegli effetti protestati che si attesta a 3.345 euro. Ma per ilresto la crescita è spaventosa, con percentuali a doppia cifra.Sempre nella nostra provincia, il totale degli effetti protestati èdel 30% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno el'importo complessivo è di 33.771 milioni di euro. Il numero diassegni, cambiali e tratte non saldati ha toccato il tetto dei 10mila, facendo registrare un drammatico incremento del 30.4%sempre sul 2008. Tutti segni di debolezza messi in evidenzaanche dai dati presi singolarmente. I cosiddetti assegni "cabrio-let" salgono del 3.3% a 1.941, l'importo totale cresce del 23.4%a oltre 14 milioni di euro. Dal 17esimo posto del 2008, con que-sti dati Bergamo sale al dodicesimo posto a livello nazionale.Decima, invece, la nostra provincia per le cambiali a vuoto,dove i "pagherò" non rispettati si avvicinano ai 20 milioni dieuro. Numeri e percentuali che denunciano in modo inequivo-cabile quanto "morda" la crisi e quali siano le crescenti difficol-tà di cittadini e imprese ad onorare le scadenze di pagamento.

Italia. Allargando lo sguardo al panorama nazionale, neiprimi sei mesi del 2009 gli italiani sono risultati più insol-venti e per cifre più consistenti rispetto al recente passa-to. Assegni, cambiali e tratte non onorate sono aumenta-te del 5.2% nel numero e del 12.7% negli importi, portan-do il monte degli impegni non onorati tra gennaio e giugnoa superare il tetto dei 2,2 miliardi di euro.

Assegni. Alla forte riduzione nel numero degli assegni scoper-ti, con un decremento dell’11.1% nel semestre, ha corrispostoun aumento del 10.8%, quindi praticamente uguale, nel valoremedio. La conseguenza è che il monte complessivo degli asse-gni a vuoto è diminuita del solo 1.5%, per un totale che si avvi-cina a quasi 1,3 miliardi di euro.

Cambiali. Indicatori tutti con il segno "più" per le cam-biali a vuoto, cresciute nel numero del 15.1% e del 20.4%per quanto riguarda il valore medio. Il risultato è che i"pagherò" rimasti sulla carta hanno registrato una cresci-ta del 38.7% rispetto ai primi sei mesi del 2008, per uncontrovalore totale vicino al miliardo di euro, per la preci-sione 951 milioni, contro i 686 dello scorso anno.

Tratte. Infine, in aumento anche le tratte, strumento di paga-

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39

mento residuale ma ancora in uso nel mondo degli affari. Ilnumero di quelle non incassate tra gennaio e giugno è cre-sciuto del 25.9% mentre il loro importo totale è aumentatodel 28%. Questi, in sintesi, gli elementi più significativi cheemergono dai dati raccolti dalle Camere di Commercio sul-l'andamento dei protesti rilevati nelle province italiane nelcorso del primo semestre del 2009.

Le regioni. In valore assoluto, i dati indicano che tra gen-naio e giugno le regioni dove si concentrano maggiormentele mancate promesse di pagamento sono state Lombardia,Lazio e Campania con un monte di scoperto pari, rispettiva-mente, a 422,399 e 334 milioni di euro. Insieme, nelle primetre regioni si concentra il 52% di tutto l'insoluto nazionaledel semestre. La classifica regionale è frutto abbastanzafedele di quella provinciale, in cui a primeggiare come capi-tale dei "bidoni" è Roma con quasi 320 milioni di euro pro-messi e mai pagati, seguita dai 240 milioni di Milano e dai

180 di Napoli. Stessa graduatoria regionale per quantoriguarda il numero di effetti complessivamente protestati:anche qui Lombardia, Lazio, Campania. Cambia l'ordinedelle regioni se si guarda al valore medio delle "bufale": ilconto più salato lo presentano i veneti con protesti che sal-gono in media a 4.216 euro. Seguono gli emiliani e i lom-bardi che, rispettivamente, hanno messo invano la propriafirma su impegni del valore medio di 3.648 e 3.448 euro.

Le province. I dati territoriali mettono in evidenza un belterzetto, in ordine Roma, Milano e Napoli che guidano leclassifiche sia per quanto riguarda assegni scoperti cheper cambiali a vuoto. Il Paese nel suo complesso presentaun quadro piuttosto omogeneo perché le difficoltà attra-versano i territori senza distinzione di sorta. L'aumento deivalori medi è comune a 80 province sul totale di 105, men-tre quello che riguarda il numero delle cambiali non paga-te interessa 84 province.

1

2

3

4

5

12

-

Roma

Milano

Napoli

Salerno

Catania

Bergamo

Italia

238.605.142

170.514.331

118.798.515

34.667.521

28.886.183

14.165.597

1.253.109.771

+9,3%

-16,0%

-5,7%

-20,2%

-7,3%

+23,4%

1,5%

56.465

40.966

22.209

6.091

5.758

1.941

238.384

+6,6%

-21,1%

-9,9%

-18,2%

-26,7%

+3,3%

-11,1%

4.226

4.162

5.349

5.692

5.017

7.298

5.257

+17,1%

+6,4%

+4,7%

-2,5%

+26,4%

+19,5%

+10,8%

Importo totale

Variazione su 1° sem. 2008 Numero Variazione su

1° sem. 2008Valoremedio

Variazione su 1° sem. 2008

1

2

3

4

5

10

-

Roma

Milano

Napoli

Salerno

Catania

Bergamo

Italia

80.330.433

66.192.711

60.749.009

34.732.295

27.960.213

19.429.635

951.022.948

+57,5%

-66,3%

-15,1%

-52,4%

-59,8%

+36,0%

38,7%

34.457

25.307

33.379

17.941

9.537

8.079

486.998

+24,6%

+28,9%

+9,6%

+20,5%

+24,3%

+39,2%

+15,1%

2.331

2.616

1.820

1.936

2.932

2.405

1.953

+26,4%

+29,0%

+5,1%

+26,4%

+28,6%

-2,3%

+20,4%

1

2

3

4

5

12

-

Roma

Milano

Napoli

Salerno

Catania

Bergamo

Italia

319.736.806

239.860.868

180.559.644

69.778.625

52.596.312

33.771.015

2.223.657.361

+18,3%

-2,0%

+0,1%

+4,4%

+4,7%

+29,2%

+12,7%

91.200

67.371

55.905

24.215

21.974

10.096

733.589

+3,3%

-6,4%

+0,7%

+7,6%

+4,1%

+30,4%

+5,2%

3.506

3.560

3.230

2.882

2.394

3,345

3,031

+14,6%

+4,8%

-0,5%

-2,9%

+0,6%

-0,9%

+7,1%

ASSEGNI PROTESTATI

CAMBIALI PROTESTATE

TOTALE EFFETTI PROTESTATI

1° semestre2009

Fonte: elaborazione Unioncamere-Infocamere su dati Registro informatico dei protesti

Page 40: Bergamo Economia Novembre 2009

Con un reddito pro capite di 18.751 euro Gorle si con-ferma il comune più ricco della bergamasca, Blellochiude all'ultimo posto con 6.241 euro.

C'è chi sale e chi scende. Nella classifica dei comunipiù ricchi e più poveri dellanostra provincia, da otto annitroviamo in testa Gorle. Ilcapoluogo che allora si piaz-zava al secondo posto, conso-lida la sua posizione. Per ilresto, Lallio ha perso 20 puntipassando dal 10° posto al30°,Canonica è sceso di 22punti, Pedrengo di 29, Orio alSerio è passato dal 26° postoal 71° perdendo ben 45 punti.Hanno perso posizione ancheViadanica (-70 punti) e SanPaolo d'Argon (-76). Hannoinvece guadagnato posizioni,per esempio, i comuni diBrembate Sopra salendo dal

33° posto al 13° (+20 punti), Treviolo dal 47° al 15° posto(+ 32 punti). Un grosso balzo in avanti l'hanno fatto i comu-ni come Paladina, Solza, Medolago, Piazza Brembana,Palazzago, Riva di Solto, Rogno, Ranzanico, e altri. I gros-si comuni: Bergamo, Treviglio, Dalmine e Seriate sono

rimasti sulle medesime posizioni.

Lo studio. Scopo della presentericerca, condotta personalmen-te, è stato prima di tutto misura-re la reale ricchezza dei comunidella Bergamasca utilizzandol'indicatore "Reddito medio pro-capite" e individuare le aree apiù alto e a più bassa ricchezzaper tracciare la relativa mappa.La fonte dei dati base utilizzatiè stata quella ufficiale delMinistero dell'Economia e delleFinanze; il periodo temporale diriferimento va dal 1999 al 2008.Lo sforzo di questo lavoro èstato calcolare la misura di "cre-

La ricchezza realenei comuni della bergamasca

40

ECONOMIA&BUSINESS

Tracciando una mappa della crescita e della recessione negli ultimi otto anni, fra i 244 comuni della provincia, non si è verificata nessuna tendenza verso un certo riequilibrio della ricchezza (reddito pro-capite), ma piuttosto è aumentata la disomogeneità

LO STUDIO

ARTICOLO DI SAURO AMBONI

SSaauurroo AAmmbboonnii: docente universitarioalla Facoltà di Ingegneria dell’Universitàdegli Studi di Bergamo e alla Facoltà diEconomia all’Università degli Studi S. Pio Vdi Roma presso il Polo Tecnologico di Brescia

Page 41: Bergamo Economia Novembre 2009

41

scita/recessione" della ricchezza nei vari comuni in un arcodi tempo di otto anni e l'esistenza o meno di una correlazio-ne fra "crescita-recessione" e "ricchezza all'anno base diriferimento". Tutto ciò, per verificare l'esistenza o meno diuna tendenza verso un significativo riequilibrio territoriale.

Premessa. La ricchezza dei comuni, delle province e delleregioni d'Italia è stata oggetto di confronti e commentidurante questi ultimi anni. Infatti, quotidiani, settimanalied anche riviste di una certa valenza culturale hanno ripor-tato articoli con graduatorie, valutazioni e paragoni terri-toriali. L'indicatore base di riferimento è stato il "RedditoMedio per Contribuente" messo a disposizione a livellocomunale dal Ministero. Con questo indice si sono con-frontati comuni del Nord con quelli del Sud, sono statimessi nella stessa graduatoria comuni con untasso di disoccupazione del 10% con altri del40; è ovvio rendersi conto che comuni con lostesso reddito medio per contribuente nonpossono considerarsi sullo stesso livello diricchezza. Infatti, la quota di popolazione nonoccupata (o comunque non contribuente) pro-duce, a parità di "reddito medio per contri-

buente", forti variazioni sulla ricchezza dei comuni. In unastessa regione ed in una stessa provincia le differenzedella popolazione non attiva sono notevoli ed anche del-l'ordine della metà al doppio. Quindi, questo non è unindicatore corretto per valutare la ricchezza di un comune.

Nota. se un comune di 100 mila abitanti avesse un solocontribuente col reddito, per esempio, di 100 mila euro,risulterebbe il comune più ricco d'Italia ma in realtàpotrebbe essere il più povero!

Come misurare la ricchezza reale? La ricchezza di uncomune si stima mediante la combinazione di numerosevariabili che influenzano e determinano, con differente peso,la "qualità" della vita dei cittadini. Da qui si capisce la com-

Tracciando una cartina delle zone più ricche:Gorle, Mozzo, Ranica, Treviglio, troviamo chela ricchezza maggiore si concentra nelle areelimitrofe a Bergamo, il capoluogo di provincia

Il comune di Gorle

Page 42: Bergamo Economia Novembre 2009

plessità del problema. Alcuni autori utilizzano il PIL; ma conriferimento all'indicatore PIL pro capite si sottolinea chetale misura non può essere assunta come dimensione delreddito disponibile pro capite, proprio per la diversa distri-buzione territoriale della popolazione residente e delleunità di lavoro. In sostanza, comuni che sono forti attratto-ri di manodopera, presentano valori del PIL pro capite assaimaggiori del reddito disponibile degli abitanti. Viceversa,comuni dove sono localizzate poche imprese e forte pendo-larismo in uscita, tendono a presentare valori del PIL procapite inferiore a quelli del reddito disponibile delle fami-glie residenti. Un metodo approssimativo e semplice perstimare la ricchezza di un comune, e ampiamente condivisodalla Comunità Scientifica, consiste nell'utilizzare il"Reddito medio pro-capite" e limitarsi a fare confronti egraduatorie solo a circoscritte aree geografiche nelle qualisi possono considerare omogenee le altre variabili in gioco.

Osservazione. In seguito al ritrovato interesse degli anali-sti riguardo al tema della distribuzione dei redditi e della ric-chezza, numerosi studi empirici hanno mostrato come esistauna generalizzata tendenza, ad ogni livello di interesse geo-grafico (mondiale, nazionale, regionale e provinciale), all'au-mento della disuguaglianza. Il dibattito scientifico è tuttoraincentrato sulla ricerca di quali possano essere le cause diquesta disuguaglianza e quali possano esserne gli effettisulla crescita e le iniziative di riequilibrio. Diviene importan-

te, quindi, verificare se la crescitasia frenata solo da disuguaglianzenella distribuzione dei redditi, chedevono essere attenuate attraver-so adeguate politiche di interven-to pubblico o se, d'altro canto, esi-stano anche elevate disuguaglian-ze nell'accesso alla ricchezza, chedevono essere mitigate con poli-tiche di redistribuzione a monte.

Conclusione. Dalla presentericerca ho rilevato che i 244 comu-ni della provincia di Bergamo pre-sentavano otto anni fa e anchetuttora una forte variabilità nellaricchezza intesa come Redditopro-capite. Si nota, ma non è unanovità, che i comuni notevolmentepiù ricchi erano, e sono rimasti,concentrati nelle aree limitrofe alComune Capoluogo di provincia.Durante questi ultimi otto anninon si è verificato alcun riequili-brio territoriale della ricchezza frai 244 comuni, anzi si nota un netto

peggioramento. Questi fenomeni, sia statici (ricchezza) siadinamici (assenza di riequilibrio) non sono chiaramenteassociati a particolari aree geografiche di una certa entità,ma sembrano abbastanza casualmente distribuiti sul terri-torio della provincia. Sono pertanto legati a processi dinatura più complessa dipendenti da fattori politici micro-territoriali. Nella graduatoria provinciale dei 244 comuni,in ordine al reddito pro-capite, si è verificato che nel perio-do osservato ben 27 comuni sono saliti di oltre 30 puntima, d'altro canto, 24 comuni sono scesi nella graduatoriadi oltre 30 punti; il fatto, tuttavia, ha lasciato inalterato ilprocesso di riequilibrio in quanto hanno guadagnato posi-zione anche comuni già in alto nella graduatoria ed hannoperso posizione comuni che già erano in basso.

Spunti di riflessione. Data l'assenza di riequilibrio dellaricchezza fra i comuni della bergamasca i quali erano 8 annifa e lo sono tuttora con una forte variabilità e disomogenei-tà, per stimare la ricchezza di un comune, si avverte lanecessità di utilizzare il Reddito pro-capite e non il Redditoper contribuente come è stato fatto da vari autori e da varieriviste anche autorevoli. Tracciando la mappa dei comuninei quali si è verificato un aumento della ricchezza e quellinei quali si segnala un impoverimento, si riscontra come lavariazione della ricchezza non sia legata a particolari areegeografiche ma piuttosto con una distribuzione geografi-ca casuale e, quindi, legata a qualche variabile "nascosta".

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i più ricchi

Gorle 18.751Bergamo 18.426Riva di Solto 17.333Mozzo 17.237Sarnico 15.546Ranica 15.450Treviglio 14.943Curno 14.787Ponteranica 14.650Cenate Sotto 14.533Scanzorosciate 14.386Torre Boldone 14.376Brembate Sopra 13.958Lovere 13.861Treviolo 13.822Torre dè Roveri 13.745Azzano San Paolo 13.710Seriate 13.656Alzano Lombardo 13.574Capriate San Gervasio 13.532Presezzo 13.486Paladina 13.462Dalmine 13.411

Bossico 9.115Sant’Omobono Imagna 9.061Berzo San Fermo 9.039Castione della Presolana 9.034Cusio 9.027Bedulita 9.005Rota Imagna 8.980Branzi 8.809Dossena 8.803Ornica 8.703Parzanica 8.601Pumenengo 8.596Berbenno 8.551Roncola 8.434Vigolo 8.325Torre Pallavicina 8.131Valtorta 8.037Santa Brigida 7.941Corna Imagna 7.144Locatello 7.103Brumano 7.015Fuipiano Valle Imagna 6.578Blello 6.241

i più poveri

Reddito Pro-CCapite 2007, in euro

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ECONOMIA&BUSINESS

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Lavoro "a catena"

Incatenati davanti ai cancelli dello stabilimento di ViaCaracciano, nel comune caudino, e in bilico sui cornicionidel palazzo degli uffici. Sono gli ultimi atti che testimo-niano la difficilissima situazione che sta vivendo il distret-

to di Airola, polo tessile che facapo al gruppo bergamasco diGiuseppe Annunziata e che lìopera con tre diverse società:Tessival, Benfil e Warmorsud. Le450 persone occupate sono tutteinteressate da ammortizzatorisociali in scadenza: il 30 novem-bre è la volta della Benfil mentreil 31 dicembre 2009 last-day perla Tessival. "Alla già grave situa-zione che da mesi attanaglia lemaestranze del polo tessile caudi-no - riporta la nota sindacale - siaggiunge l'irresponsabile condot-ta della proprietà del GruppoAnnunziata di fronte alla scaden-za degli ammortizzatori sociali asostegno del reddito dei lavoratori. La scelta a dir poco discu-tibile, di subordinare il rinnovo della Cassa IntegrazioneGuadagni ad un inaccettabile impegno di vero e proprio licen-ziamento preventivo rischia di vanificare gli sforzi che i lavo-ratori, il Sindacato unitario e le Istituzioni Locali e Nazionalistanno approfondendo in queste settimane per garantire unsalario minimo ai lavoratori di Airola sospesi dal lavoro.Eppure i rappresentanti del Gruppo Annunziata, di fronteall'autorità di Governo competente nella persona delSottosegretario di Stato sen. Viespoli, avevano accuratamen-te evitato di esplicitare le proprie reali ed effettive mire ed

intenzioni". Il passo successivo è stata l'escalation di azionisimboliche che testimoniano il disappunto e la protesta deirappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e della Rsu dellaTessival e della Banfil di Airola, iniziate con l'occupazione

della sede di Confindustria di Caserta. Irappresentanti mettono in evidenza elamentano che il governo, di fronte aduna richiesta di cassa integrazionerisponde con un'intesa anticipata sull'e-ventuale mobilità, così la posizionegovernativa fa venir meno gli accordi inbase ai quali i dipendenti hanno ritiratovertenze sindacali in corso. Lo statod'incertezza in cui versano gli ormai exdipendenti delle aziende caudine sfociain un duro periodo di protesta, destinatoa perdurare almeno fino a quando i ver-tici aziendali non decideranno di assu-mere un atteggiamento diverso con leparti sociali. Si consuma, così, a colpi diproteste le speranze portate dal contrat-to d'area di Airola che si era concretiz-

zato nel 2007. Nelle intenzioni, avrebbe dovuto portare, inValle Caudina, reddito e occupazione. Al di là del ricorso omeno agli ammortizzatori sociali, manca una proposta diriqualificazione per una realtà che, sin dall'inizio sconta laconcorrenza spietata dei produttori asiatici e le difficoltà con-nesse all'attuale periodo di crisi. Inoltre, essendo ormai esau-riti i fondi relativi al contratto d'area, eventuali nuovi progettiper la zona potranno essere portati avanti solo con gli ordina-ri strumenti di incentivazione disponibili. Intanto, nonostantealcune concrete ipotesi di riconversione dell'area siano giàallo studio, non si escludono azioni di protesta più clamorose.

Alcuni lavoratori della Tessival Benfil di Airola si sono incatenatidavanti ai cancelli aziendali. Motivo: l'azienda

che fa capo al gruppo bergamasco di Giuseppe Annunziata non ha firmato la cassa integrazione straordinaria

FORCHE CAUDINE

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ECONOMIA&BUSINESS

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Parlare, comunicare, confrontarsi. Chiamatelo come vole-te, ma il concetto è chiaro: le banche e le imprese devo-no tornare a sedersi allo stesso tavolo. Prima di bilanci,garanzie, rating, fidi e quant' altro è necessario che gli

istituti di credito e il motore del paese tornino a dialogare.L'invito è stato lanciato dalla tavola rotonda, svoltasi all'Ex Borsamerci, sul tema "Imprese e Credito, Quali prospettive? Moratoriaper le Pmi, scenari e strumenti" organizzata dalla Compagniadelle Opere di Bergamo. Banco di prova è stato il convegno stes-so che ha visto la presenza di Bruno Bossina - DirettoreRegionale della Lombardia di Intesa Sanpaolo, GiuseppeMasnaga - Direttore Generale Banca Popolare di Bergamo,Roberto Perico - Responsabile Servizio Corporate CreditoBergamasco. La necessità di un ritorno ad un rapporto dialetticoè venuta da Carlo Vimercati, membro del Comitato esecutivodella CdO e moderatore della tavola rotonda, che ha ricordatocome "alla radice delle difficoltà a comprendere e a reagire allacrisi c'è un problema di educazione. Occorre una disponibilità adimparare di nuovo ciò che si crede già di sapere". Un giudizio

sulla crisi riportato anche in un documento della stessa Cdo resopubblico qualche mese fa. Oggi come allora "alle banche si chie-de di sostenere il credito alle aziende e tornare ad una diffusaazione di responsabilità sociale sul territorio. E' fondamentaleaccompagnare le imprese in questa fase di cambiamento". Moltii temi al centro del convegno: le risposte bancarie alla crisi e leattese delle Pmi, l'andamento del mercato creditizio e il costo deldenaro e le possibilità offerte dalla moratoria sui crediti. "Dopole difficoltà dello scorso anno, il mercato non ha faticato a ritro-vare situazioni d'equilibrio - ha detto Giuseppe Masnada nel-l'aprire il confronto. Le difficoltà stesse sono state avvertite inmodo diverso dagli istituti di credito. Per banche come le nostreil tema della liquidità non è mai stato un grosso problema anchenelle fasi più acute. La nostra è una vocazione locale: attenzioneal risparmio e sostegno alle imprese. I tassi d'interesse non sonomai stati così bassi, ma la banca australiana da qualche setti-mana ha iniziato ad alzarli di un quarto di punto. La mia previsio-ne? Se ci sarà una crescita non sarà rapida ne ripida come inten-sità e probabilmente, fino alla prima metà del prossimo anno, i

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: GIORGIO CHIESA

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Giuseppe MasnadaDirettore Generale

Banca Popolare di Bergamo

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Banche e imprese,prove di dialogo

Per uscire dalla crisi è necessario che istituti di credito e imprendi-tori tornino a parlarsi, apertamente. E' forte il richiamo emerso dalla tavola rotonda sul tema "Imprese e Credito, quali prospettive?"

IL CASO

tassi rimarranno sufficientemente bassi". Oltre ai tassi l'altrotema spinoso che continua a vedere sugli scudi da una parte leassociazioni imprenditoriali e dall'altra le banche è l'andamentodel credito alle imprese e alle famiglie. "L'atteggiamento dellebanche - ha continuato il direttore generale della Banca Popolaredi Bergamo - è stato prudente. Non assecondare automatica-mente tutte le richieste, ma guardare caso per caso, ha garanti-to tutti i risparmiatori che mettono a disposizione i loro fondi. Lesituazioni difficili sono da ascrivere a quelle imprese chenon hanno ricapitalizzato per tempo e si trovano in unasituazione di scarsa patrimonializzazione. Sono costrette achiedere finanziamenti per coprire i costi di gestione, ma lebanche finanziano i progetti. Servono ulteriori politichefiscali che favoriscano la ricapitalizzazione piuttosto che ilricorso al debito". Se guardiamo ai dati attuali, "a giugno siè segnalato un calo dello 0.3% anno su anno. In un annocaratterizzato dalla totale assenza di investimenti l'evolu-zione del credito non è stato negativo". "I tassi cresceranno- ha concordato Roberto Perico - solo quando la ripresa simanifesterà in modo chiaro e tangibile e i segnali sarannoforti. I guru dell'economia predicavano un settembre similea quello passato, ma non è stato così. In Giappone stannovivendo da un decennio con tassi praticamente a zero e nonè scritto da nessuna parte che i tassi debbano crescere

velocemente". Sul tema della ricapitalizzazione, il CreditoBergamasco del Gruppo Banco Popolare, il Credito Valtellinese,la Banca Popolare di Milano e Monte dei Paschi di Siena sonostati gli unici istituti di credito che hanno sottoscritto i TremontiBond per circa quattro miliardi di euro. "Una scelta quella deiBond governativi - ha precisato il responsabile servizio corporateCredito Bergamasco - che ci impegna nel prossimo triennio a farcrescere l'erogazione del credito nei confronti delle Pmi.

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L'obiettivo è del 6% calcolato sulla media degli impieghi, regi-strata nel periodo 2007-08. Attualmente la crescita è nell'ordi-ne del 2.5 per cento e quindi siamo ancora lontani". Lo stessoobiettivo condiviso anche da Intesa San Paolo, nonostante nonabbia sottoscritto i Tremonti Bond ma cercando altrove i soldinecessari per ricapitalizzarsi. "Le banche italiane - ha sottoli-neato Bruno Bossina - hanno agito meglio. L'economia italia-na sta subendo meno di altri paesi europei la crisi grazie allamentalità di gente prudente e risparmiatrice. Due anni fa, ad unincontro di banchieri le nostre banche venivano definite "paleo-zoiche" perché poco propense alla finanza tout-court. Oggi quel-l'istituto di credito americano è fallito". Per quanto riguar-da le previsioni "a breve non ci sarà la ripresa e soprattut-to non sarà rapida. Si manifesterà nella seconda fase del2010. I tassi rimarranno stabili fino all'ultimo trimestre del2010, poi ci sarà un leggero rialzo, di un punto percentua-le". La crescita dell'economia italiana poggia anche sull'e-voluzione qualitativa del rapporto tra banche e imprese.Nel corso degli ultimi anni, tale rapporto ha subito notevo-li cambiamenti, sotto la spinta di una serie di fattori tra cuiBasilea 2, che prefigura scenari tutt'altro che rassicuranti."Basilea 2 - ha detto Perico - è il futuro, e una realtà. Nonè una questione di rating e non dobbiamo lasciarci condi-zionare perché quel giudizio, da solo, non è in grado di sin-tetizzare la situazione di un'impresa. C'è sempre una com-ponente fondamentale legata alla storia dell'imprenditore.Non decide la macchina, l'analisi viene fatta dall'uomo".

Dello stesso avviso anche gli altri interlocutori "Il ratingdeve essere - ha sottolineato Giuseppe Masnaga - unostrumento da utilizzare in due, banca e imprenditore.Bisogna tornare a parlarsi, è necessario che tra le due partitornino a circolare le informazioni". "E' il momento di cam-biare marcia - ha proseguito Bruno Bossina -. Se non c'èstato dialogo la colpa è nostra. Basilea 2 ha posto palettimolto stretti. A questo si aggiunge il fatto che mai nessunbanchiere ha gestito un momento del genere. Serve unosforzo che coinvolga oltre agli istituti di credito e alleimprese, le associazioni di categoria". L'ultimo tema è lamoratoria che, dalle stime, dovrebbe interessare il 98%delle Pmi. Sono molte le imprese che si stanno informan-do presso le banche e le associazioni territoriali, ma nonsembra esserci ancora la fila agli sportelli. "La moratorianon pregiudica l'immagine di un'azienda - ha precisatoGiuseppe Masnaga -. La prima azienda che ha chiesto lamoratoria al nostro istituto ha una situazione ottima e con-solidata. E'un segnale utile per tutte le altre imprese".Qualcuno ha giocato d'anticipo sui tempi, perché "noiabbiamo messo a punto questa iniziativa a luglio - ha sot-

tolineato Bruno Bossina - con Confindustria. Tre sono i temilegati alla moratoria: la liquidità, i crediti che permettono diposticipare a 270 giorni gli incassi e infine la capitalizzazione".Sempre in tema di moratoria "è necessario - ha conclusoRoberto Perico - che i colleghi nelle filiali siano a piena cono-scenza di questo strumento per poterlo sottoporre con chiarez-za a chi ne fa richiesta". Le battute finali sono state riservate alpacchetto di finanziamenti messo in campo dai rispettivi istitu-ti e sottoscritti con la Cdo e altre associazioni per permettereagli imprenditori azioni congiunte tese al superamento delleattuali difficoltà e volte ad una ricapitalizzazione aziendale.

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Bruno BossinaDirettore Regionale

della Lombardia di Intesa Sanpaolo

Roberto PericoResponsabile Servizio

Corporate Credito Bergamasco

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La crisi finanziaria? Lasciate stare imutui subprime, gli strumenti tossici,la bolla immobiliare o il mercato deicredit default swaps privo di regola-

mentazione, è tutta colpa del testosterone.Volete fare affari in borsa? Lasciate perdereil DownJones, il Nikkei, il Nasdaq, il MIB30,il MIBTel e S&P/MIB, basta guardare l'anula-re vostro o del broker che negozia per voi. Untrader di successo si riconosce da qui, bastamisurare la lunghezza del quarto dito dellasua mano. Non è la previsione di una carto-mante, ma il risultato di uno studio condottodalla Cambridge University che ha individua-to un paradigma finanziario: più è lungo l'a-nulare rispetto all'indice della mano destra,maggiore è il successo che si ottiene e ildenaro che si riesce a raggranellare. I meritidi questa sorprendente scoperta vanno divisitra il neuroscienziato John M. Coates, ilmetabolista Mark Gurnell e l'economista

ECONOMIA&BUSINESS

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Avete l'anulare lungo? Soldi e successo a portata di mano

Aldo Rustichini, professore di economia all'Università del Minnesota,ha presentato a BergamoScienza la sua scoperta straordinaria: il successo dipende dalle dita. Per fare i soldi basta avere l'anulare più lungo dell'indice

NEXT ECONOMY

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

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Aldo Rustichini, docente alla Minnesota University. Proprio ilprofessore italiano ha presentato al Teatro Sociale di Città Alta,durante un incontro di BergamoScienza, la sua strabiliantescoperta e i risultati dello studio condotto con i suoi colleghi.

Anulare e indice. La conclusione a cui si ègiunti, che di per sé non ha nulla di conclusivoperché solleva una miriade d'interrogativi sulrapporto e il legame fra biologia, caratteri ere-ditari, economia e Pil sono il risultato di un'in-dagine condotta su un panel di 44 traders, tuttimaschi, della city londinese. Gli operatori diborsa "studiati" erano tutti accomunati da unforte stress e dalla necessità di decidere velo-cemente sull'acquisto o la vendita di titoli. Lichiamano anche predatori, perché per ottenereun risultato positivo (fare soldi e molti) sonocostretti a decisioni praticamente immediateintegrando una molteplicità di parametri.Analizzando i risultati finanziari ottenuti daquesti trader, Aldo Rustichini e gli altri scien-

ziati si sono resi conto che avevano ottenuto le performancemigliori, dato un lungo intervallo di tempo, gli stessi operatoriche avevano in comune il fatto "fisico" di avere l'anulare piùlungo. In un periodo di 20 mesi avevano accumulato una ric-

chezza 11 volte superiore rispettoa quella raccolta da uomini conl'anulare più corto dell'indice. Sedobbiamo dare un ordine di gran-dezza i primi avevano ottenuto unguadagno medio di oltre 800 milaeuro contro i "soli" 150 mila deisecondi. Ma, per par condicio, lostesso discorso si può fare per ledonne? Per ora non ci sono anco-ra studi al riguardo, ma lo scien-

il presidenteUsaBarackObama

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Aldo Rustichiniprofessore di economiaall'Università del Minnesota

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ziato sostiene che vale lo stesso discorso fatto per gli uomini.

Testosterone. Il rapporto fra anulare e indice non è una puraquestione di centimetri, di mezzo c'è la biologia. Ricerche pre-cedenti hanno dimostrato che l'esposizione a questo ormone edaltri maschili, durante il periodo pre-natale ha come conseguen-za un basso rapporto "2d:4d" cioè: nella mano destra il secondodito, l'indice, è più corto del quarto, l'anulare. E' doveroso unexcursus. Questo rapporto è stato modulato anche per predire leprestazioni negli sport competitivi. Sui campi da calcio, sonostati molti gli osservatori che oltre a guardare i piedi buoni, nellemani osservavano il rapporto fra anulare e indice. A molti con-veniva investire su quegli atleti giovani che presentavano unbasso rapporto tra le due dita, perchè avevano maggiori proba-bilità di diventare campioni. Tornando a questioni finanziarie,ricerche correlate hanno scoperto che durante le negoziazioni,negli operatori finanziari della City si assiste ad una crescita deltestosterone, legata ad un'elevata frequenza degli scambi. Gliuomini più reattivi a questo ormone riescono ad essere opera-tori finanziari con maggiori chance di successo, perché suppor-tati attivamente nei loro processi decisionali. Per compiere effi-cacemente la professione del trader, infatti, servono attenzione,una forte memoria visiva e una pronta reattività all'andamentodel mercato azionario. Per far questo sono indi-spensabili un po' di "pelo", cioè aggressività e unappetito al rischio (calcolato). Ma contrariamentea quanto pensano gli economisti classici, è l'or-mone e non il calcolo prudenziale che li incoraggiaad assumere rischi più redditizi. "Il testosterone -ha detto lo stesso Rustichini - è l'ormone dell'esu-beranza irrazionale. La bolla prima del crollo cor-rente può imputarsi ad un'euforia relativa a livel-li di testosterone o un'alta sensibilità ad esso".

Neuroeconomia. Da una parte, tutto questoporta a pensare al ruolo fondamentale che giocala biologia nei comportamenti umani e dall'altrache le scelte finanziarie sono meno razionali diquanto gli economisti hanno sempre sostenuto.Da una parte, questi dati contrastano con i pre-supposti di coscienza ed intenzionalità dell'attoreeconomico tradizionale e, dall'altra, spiegano lapropensione all'irrazionalità messa in luce dall'e-conomia comportamentale e cognitiva. La teoriaclassica ha sempre sostenuto che in materia di"soldi" le scelte sono dettate dalla prudenza e dalcalcolo. Adesso si scopre che anche l'istinto ha unpeso fondamentale nelle decisioni finanziarie,tanto quanto l'IQ, il quoziente intellettivo e lacapacità di pazientare. Il successo e la fortunaeconomica sono correlati ad intelligenza, attesa esangue freddo, perchè nell'attività decisionalesono prevalenti processi automatici, non consape-

voli, di tipo affettivo ed emozionale. Si tratta di neurologia edeconomia insieme. Da qui la neuroeconomia, specializzazione dinuova generazione, che getta uno sguardo in quei territori dellamente umana che moderni pionieri (alias Aldo Rustichini) dapoco tempo hanno iniziato ad esplorare.

Conclusioni. Come prendiamo le nostre decisioni?"Misurando sempre l'utilità, non esiste un metro assoluto ma èsempre relativo e dipende dal contesto. Non c'è differenza frauna scelta legata al sesso e una decisione finanziaria".

Siamo razionali o no? "Più di quanto si possa pensare. Ci sonoalcune cose che appaiono a prima vista irrazionali ma sono frut-to di un rischio calcolato".

Siamo influenzati da fattori biologici? "Più di quanto pen-siamo, lo abbiamo scoperto nello studio presentato".

Conta l'intelligenza? "Più di quanto si creda. In modo ina-spettato perché influenza sempre le nostre scelte".

E' d'obbligo la battuta finale. Mai come in questo caso è giu-sto dire che la fortuna è a portata di mano.

B asta moltiplicare 16 giorni didivulgazione scientifica distri-buita in 100 eventi, aggiungere

qualche ospite internazionale e sispiega il successo della VII edizionedi BergamoScienza. Riprendendo lafrase di Virgilio che ha guidato la ras-segna"Felice è colui che ha potutoconoscere la causa delle cose" e regi-strando la grande presenza di pubbli-co viene da pensare che il segretodella felicità sia proprio nella ricerca enella conoscenza scientifica e biologi-ca. Detto in soldoni: di come siamofatti e quali sono le spie che regolanoi nostri comportamenti. Tra i presti-giosi nomi della ricerca scientificaanche alcuni illustri premi Nobel.Quest'anno BergamoScienza haospitato Aaron Ciechanover -Premio Nobel per la Chimica nel2004, John F. Nash - PremioNobel per l'Economia nel 1994,Daniel Bosia, Mark Buchanan,Santiago Kraiselburd, Robert

Perlman, Steve Rayner, AldoRustichini e Jimmy (Jimbo)Wales, fondatore di Wikipedia. Ilbilancio finale è stato di 87.176 pre-senze ai 124 eventi: 12.700 quelleregistrate per le conferenze, 59.210per le mostre e i laboratori e 15.266per i concerti e gli spettacoli. Sonostati 60 i luoghi coinvolti dalla mani-festazione di cui 42 in città e 18 fuoriporta. Affollatissima quella delPremio Nobel John F. Nash che hafatto registrare il tutto esaurito: 1.000le persone che hanno potuto seguirel'incontro nella sala del CentroCongressi mentre 600 quelle chehanno ascoltato la conferenza daimaxischermi. Il gran finale ha regi-strato il tutto esaurito con 680 pre-senze per la conferenza del fondatoredi Wikipedia Jimmy (Jimbo) Wales alTeatro Sociale e 600 per il pilota AlexZanardi all'Auditorium di Piazza dellaLibertà. L'appuntamento con l'edizio-ne 2010 è per sabato 2 ottobre.

Bergamo, capitale della scienza

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Garanzie StravolteCarrefour

Uno sciopero di 8 ore, il presidio delle attività mag-giori e un concentramento regionale ad Assago. Isindacati del commercio hanno lanciato ufficialmen-te la sfida al gruppo GS-Carrefour, "che - si legge in

un comunicato stampa - non haapprovato il Contratto IntegrativoAziendale, sostituendolo con unlibretto nel quale molti dei dirittiacquisiti in anni di trattative elotte sindacali sono stati stralcia-ti o stravolti". Oltre 1000 lavora-tori da tutta la regione di cui 300solo da Bergamo e provincia, alseguito delle rappresentanze sin-dacali di Fisascat Cisl, FilcamsCgil e UiltUcs lo scorso 3 ottobrehanno incrociato le braccia percontrastare il disegno, considerato antisindacale e pericoloso,presentato a tutti i lavoratori. Diego Lorenzi, segretario gene-rale aggiunto della Lombardia e segretario territoriale aBergamo per la Fisascat ha ricordato che, "Carrefour ha inizia-to da tempo una campagna antisindacale, con corsi di forma-zione ai propri dirigenti con l'obiettivo di azzerare il sindacato;con lettere a tutti i lavoratori, per convincere le persone che ilsindacato non era attendibile; riunioni di reparto in cui si par-lava di cento cose senza far riferimento al contratto aziendale".A Bergamo e provincia i negozi della catena sono 6:Caravaggio, Osio Sotto, Bergamo-Borgo Palazzo e Valtesse,Mozzo e Albino. L'azienda aveva messo in campo, in prece-denza, una vera e propria campagna pubblicitaria per comuni-care a tutti i lavoratori della bontà della sua azione, basata sulfatto che non si toglierà niente di quanto è scritto sul contrat-to aziendale. "Il contratto, invece, è sostituito da una brochure

che non ha nemmeno la dignità di un regolamento aziendale, eche è a tutti gli effetti, una pubblicità che non ha alcun valorelegale". La questione parte da lontano, perchè dopo mesi ditrattativa, a marzo 2009 l'azienda ha chiesto di sospendere il

contratto aziendale per 18 mesi. In quelperiodo i sindacati hanno anche saputoche GS Carrefour stava decidendo di ven-dere le filiali del sud che non avevano utilie stava progettando di aprire in altre pro-vince le procedure di mobilità. Di frontealla dura posizione sindacale, l'azienda hadisdettato tutti i contratti aziendali conuna comunicazione ufficiale il 2 luglio. Isindacati hanno contestato questo atto didisdetta unilaterale "che non ha prece-denti nella storia della contrattazione ita-liana. Un'azienda decide di disfare e rifa-

re la contrattazione a sua discrezione, azzerando decenni dilavoro sindacale, di decenni di diritti conquistati e condivisidalla stessa azienda, disprezzando il lavoro comune fatto negliultimi 40 anni; la mancanza di sensibilità sociale, la mancanzadi rispetto di un paese che ha nel suo DNA la contrattazione,gli accordi, il rispetto delle parti". "Sono arrivati i barbari dalNord Europa - ha concluso Lorenzi -, e noi siamo declassati dalavoratori e persone, con una dignità e con la libertà di aderiread un sindacato, ad oggetti inanimati che sono soltanto terradi conquista. La sfacciataggine dell'azienda non si è fermataalla disdetta del contratto, è andata oltre, perché il decidereche si proseguirà mantenendo alcuni diritti e storpiandonealtri, senza il confronto e senza il consenso dei lavoratori e dichi li rappresenta, fa capire quanto è grande il disprezzo dell'a-zienda nei confronti dei suoi dipendenti, che diventano "colla-boratori" solo quando ha bisogno di risolvere i suoi problemi".

Con uno sciopero, i sindacati denunciano il comportamento della catena d'ipermercati francese che "non ha approvato

il contratto integrativo, sostituendolo con una brochure" A Bergamo presenti 6 punti vendita

LA PROTESTA

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L'Icmi - Impresa costruzioni montaggio impianti srl diCisano Bergamasco, la Pro Form srl di Caravaggio ela Tecnost snc di Terno d'Isola: la genialità è madein Bergamo. Tre imprese che si sono aggiudicate

l'undicesima edizione del premio "Innovazione Tecnologica"della Camera di Commercio di Bergamo, destinato a tutte leaziende della nostra provincia che investendo in ricerca sonogiunte alla registrazione di un brevetto internazionale.

Nell'ambito di BergamoScienza, mercoledì 14 ottobre, l'exborsa merci di Bergamo ha ospitato la cerimonia di presenta-zione dei brevetti, la consegna dell'attestato e di 10 mila euroa ciascuna delle imprese vincitrici. Le tre realtà bergamaschesi sono distinte per aver realizzato interventi tecnologicamen-te innovativi ed aver utilizzato il brevetto quale strumento divalorizzazione e di protezione della loro proprietà intellettua-le. "Quest'anno ci sono pervenute una decina di domande - ha

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Brevetti e innovazioniMade in Bergamo

Un impianto per la pulizia del filo metallico, una macchina per la scrittura in Braille e un rallentatore oleodinamico sono i brevetti bergamaschi premiati da Roberto Sestini, presidente della Camera di Commercio di Bergamo, nell'ambito dell'undicesima edizione del premio "Innovazione tecnologica"

ECCELLENZE&RICERCA

"Dato il momento di stasi - ha precisato Sestini - gli imprenditori si sono concentrati più sul day by day che sulle innovazioni finalizzate in un brevetto, ma non hanno rinunciato alla ricerca"

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: GIORGIO CHIESA

Roberto Sestini

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detto Roberto Sestini, presidente della Camera diCommercio di Bergamo -, ma ci sono stati anni in cui abbiamoricevuto fino a 35 domande. Delle 10 aziende che hanno par-tecipato a questa edizione, solo tre aziende sono state pre-miate. Per quanto riguarda le altre: quattro imprese hannoprodotto un'innovazione nel loro settore ma non è stata bre-vettata, tre non avevano i requisiti idonei mentre l'ultima eraun'agenzia immobiliare. Il premio è destinato solo alleimprese industriali ed artigiane, loro cooperative e consor-zi". Il motivo per cui solo 10 aziende hanno partecipato albando è legato alle difficoltà che sta vivendo la nostra pro-vincia, "dato il momento di stasi - ha continuato il presiden-te della Camera di Commercio - gli imprenditori si sono con-centrati più sul day by day che sulle innovazioni finalizzatein un brevetto. Non hanno rinunciato alla ricerca, unica pos-sibilità per essere competitivi e stare al passo con il merca-to, ma non al punto tale da stendere una relazione finalizza-ta in un brevetto". Rimangono, infatti, da valutare i costilegati "all'aspetto economico, ai tempi e alla forza lavoronecessaria per compiere il percorso e ultimare il processo".Un tema legato anche alle dimensioni aziendali "perché -come ha sottolineato Gianluigi Viscardi, vicepresidente diConfindustria Bergamo - se innovazione e inventiva sono

fondamentali per un'azienda, per le Pmi i brevetti comporta-no un costo elevato. E poi c'è il problema e il rischio di nonessere tutelati. E' necessario diffondere la cultura del rispet-to per i traguardi conseguiti con l'innovazione". Due sono leopportunità che si possono cogliere. "L'Aida (AssociazioneItaliana per l'assemblaggio) - ha ricordato il presidente diPiccola Industria di Confindustria Bergamo - grazie ad unaccordo stipulato con la Siae permette di proteggere gli studifin dalla fase di presentazione dell'offerta al cliente. A parti-re dal luglio 2007, infatti, è possibile depositare il progettoindustriale, così da tutelare il diritto esclusivo di riproduzionedei piani e disegni del progetto medesimo. Sono soluzioni chepermettono alle imprese di difendere o di veder riconosciutoil proprio apporto di know-how e tecnologia". Sempre in temadi innovazione "un'altra possibilità - ha precisato Viscardi - èofferta da brevetti depositati da multinazionali, in zone lonta-ne come il Giappone. Dietro accordi commerciali ed economi-ci, nell'arco di un anno possono essere depositati anche inEuropa e utilizzati, in esclusiva, in aree come l'Europa e lastessa Italia". Il passo successivo è la messa in rete delleconoscenze, ma in tutti i casi la parola d'ordine è "rinnovare leaziende, nei processi, nei prodotti, nelle procedure e nellestrategie". Anche il premio stesso della Camera di Commercio

Da sinistra: Mario Barachetti (Icmi), Giuseppe Busi (Tecnost), il presidente della Camera di commercio Roberto Sestini, il vicepresidente di Confindustria Bergamo Gianluigi Viscardi e Damiano Zanotti (Pro Form)

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potrebbe essere interessato da un rinnovamento "per la prossi-ma edizione - ha ipotizzato lo stesso Roberto Sestini - potrem-mo inserire anche brevetti che pur non essendo di aziende ber-gamasche, vengono recepiti, protetti e utilizzati da impresedella nostra provincia. Rappresenterebbero un nuovo canale diinnovazione tecnologica". Prima di passare alla presentazionedei brevetti e alla premiazione delle tre imprese bergamasche,la dottoressa Sara Giordani, consulente per l'innovazione tec-nologica e il trasferimento di tecnologie ed esperto dell'UfficioItaliano Brevetti e Marchi, ha illustrato la nuova piattaforma dianalisi e valutazione economico-finanziaria dei brevetti.

ICMI - Impresa costruzioni montaggio impianti srl.L'azienda di Cisano Bergamasco nasce nel 1991 come sviluppodi una impresa artigiana già avviata nel 1976 da MarioBaracchetti. Oggi, a fianco del marito c'è la moglie Giusy Cantù.Forti di un'esperienza trentennale nel campo dell'impiantisticae carpenteria, la Icmi si è sviluppata specializzandosi nella rea-lizzazione, nel montaggio e nell'assistenza degli impianti e deiforni per il trattamento termico, l'estrusione dell'alluminio e laforgiatura. "Ci sono voluti sette anni - ha detto lo stesso MarioBaracchetti - per costruire l'impianto per il trattamento dei filimetallici che abbiamo brevettato. La macchina realizzata stra-

volge il modo di lavorare il filo, che oggi viene puli-to conto-terzi, con acido solforico e cloridrico".Trattamenti che, oltre a problemi di natura ecologi-ca dovuta all'utilizzo di acidi, dal punto di vista eco-nomico risultano dispendiosi. Avvengono, infatti,conto terzi e si spiega così l'enorme movimentazio-ne di filo che tutti osservano sulle nostre strade.Nella motivazione al riconoscimento della Cameradi Commercio si legge testualmente: "L'invenzioneè relativa ad un impianto per la preparazione di filimetallici, quali ad esempio fili di acciaio, ferro o

materiali ferrosi in genere, all'operazione di trafilatura. Il filometallico del diametro da 6 mm a 20 mm viene trattato primadell'immersione nella vasca di fosfatazione con scagliature espazzolatura meccanica, viene successivamente immerso inuna soluzione acquosa con sali di zincatura a temperaturasuperiore ai 50°C fissando sul filo dei cristalli aderenti difosfato di zinco che evitano il grippaggio e favoriscono le lavo-razioni del filo nelle successive macchine senza subire nessunfermo o stoccaggio per essere trasformato nel prodotto finale".Un impianto che risponde efficacemente ai problemi primasollevati. "Dal punto di vista ecologico - continua Baracchetti- la pulizia non è più effettuata utilizzando acidi ma attraver-so prodotti chimici-ecologici. Le autostrade si liberano perchénon è più necessaria la movimentazione di filo verso aziendespecializzate nel lavaggio, tutto può essere fatto in loco conun notevole risparmio economico e di tempi. Anche la resaqualitativa è migliore perché il filo risulta uniformemente puli-to". Rimangono sempre le difficoltà del momento di un mer-cato statico, "ma il premio ricevuto - ha concluso l'imprendi-tore - ci incoraggia ad andare avanti. Ci siamo già iscritti allaprossima fiera di Milano e Düsseldorf".

Pro Form srl. La società di Caravaggio, fa parte di uno storicogruppo di aziende complementari e si è specializ-zata nella realizzazione di macchine per fustelle.Le fustelle sono strumenti composti da un profilotagliente che serve a riprodurre una determinatasagoma, vengono utilizzate in tipografia pertagliare carta, cartoncino o materiali simili informe astratte. La casa madre si chiama FoppaFustelle, uno dei primi fustellifici italiani, fondatanel 1946 da Giuseppe Foppa Pedretti. Negli anni90 nascono due nuove realtà, la Serviform e laPro Form, quest'ultima dedicata allo sviluppo ealla produzione di macchine per la costruzione difustelle. Il settore è di nicchia visto il panoramamondiale: un costruttore in Italia, due in Europa edieci in tutto il mondo e la società di Caravaggioche oggi occupa 15 dipendenti, vanta un ampiomercato internazionale: 450 clienti in 380 paesi."E' il primo riconoscimento ai nostri brevetti - hacommentato Damiano Zanotti, responsabile

Mario BaracchettiICMI

"Per le Pmi - commenta Gianluigi Viscardi -i brevetti comportano un costo elevato e sono legati al rischio di non essere tutelati. E' necessario diffondere la cultura del rispetto per i traguardi conseguiti con l'innovazione"

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produzione -. L'invenzione rende più semplice e veloce larealizzazione dei punti in rilievo per la lettura Braille, attra-verso la lavorazione di una lamina in acciaio per mezzo di unsistema punzone/matrice". Il suo primo utilizzo sarà la scrit-tura Braille sul cartone usato per la produzione di scatole dimedicinali destinate al settore farmaceutico. "L'utilizzo delBraille su tutti i farmaci - ha precisato il responsabile di pro-duzione - è obbligatoria nell'Unione Europea e si sta valu-tando se estendere questa normativa anche per le scatole dialimentari. Negli Stati Uniti non c'è ancora nessuna legisla-zione al riguardo, per cui il mercato si presenta in continuaevoluzione". La tradizione di questi maschi o utensili utiliz-zati per andare ad imprimere il Braille è legata a costi alti etempi lunghi, dovuti al fatto che venivano prodotti con lafoto-incisione chimica o tramite la fresatura, mentre conquesta macchina il produttore di scatole puòridurre i costi fino al 70% e può operare conmaggiore flessibilità. Nello specifico, grazie alsistema Pro Form, la punzonatrice opera su unnastro metallico e produce la scritta con i carat-teri Braille. "Questa soluzione, di per sé sempli-ce - ha concluso Damiano Canotti - ci ha per-messo di vendere e brevettare il macchinario".

Tecnost. Nata nel 1975 grazie a GiuseppeBusi, l'azienda inizialmente costruisce stampiper materie plastiche. Nel 2005 la concorrenzacinese si dimostra deleteria per l'attività eallora l'imprenditore decide di cedere la partelegata all'officina meccanica, che tuttavia con-tinua a lavorare. La Tecnost ha mantenuto lasua conduzione familiare, gestita dal titolare edal figlio Simon, opera nelle sedi di Ternod'Isola e Treviolo. "Adesso - ha spiegato lo

stesso Giuseppe Busi - ci dedichiamo allostudio e alla progettazione di nuovi prodotti,per conto terzi, soprattutto nel campo dellematerie plastiche". In questo caso, infatti, nonè stato premiato un macchinario ma un pro-dotto, come descrive la giuria della Camera diCommercio di Bergamo: "L'invenzione è relati-va ad un dispositivo di freno che ha la funzio-ne di rallentare la velocità di avvolgimento sutende mobili con avvolgimento a molla qualitapparelle, zanzariere e similari. Il freno sfrut-ta l'effetto frenante del liquido viscoso, grazieal movimento di una paletta flottante che,comprimendo il liquido stesso all'interno dellacamera decentrata rispetto al suo asse dirotazione, realizza una forza frenante che nes-sun dispositivo in commercio di così piccoledimensioni riesce ad ottenere". "Siamo entra-ti in questo settore, tende e zanzariere, - ha

precisato l'imprenditore - perché due anni fa abbiamo pro-gettato una nuova zanzariera che poi il cliente ha brevetta-to con ottimi risultati. Il mercato si profila interessantissi-mo perché l'Unione Europea sta mettendo a punto un bandodestinato a tutte le aziende, che producono articoli similiper inserire obbligatoriamente un rallentatore in tutti i loroprodotti". I tempi di progettazione del dispositivo Tecnostsono stati: un mese e mezzo per la progettazione e un annoper le prove e la messa a punto finale prima del brevetto. Ilrisparmio è molteplice "prima di tutto - ha concluso Busi -la sicurezza, la possibilità di inserirlo in tutti i tipi di tendee un considerevole risparmio energetico. Per tutti coloroche producono zanzariere, il risparmio stimato è di 3-4 euroal pezzo". Per l'impiego del rallentatore in altri campi lastrada è ancora tutta da scrivere.

Damiano ZanottiPro Form

Giuseppe BusiTecnost

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John Forbes Nash sta a Russel Crowe come x sta ady. Dal punto di vista formale la proporzione non fauna piega, ma la sostanza è tutta un'altra cosa.Chiedetelo alle oltre mille persone che

domenica 4 ottobre hanno atteso pazientemen-te il premio Nobel, ospite di Bergamoscienza.Dopo il suo intervento sulla matematica e i gio-chi cooperativi, infatti, sarebbe più correttoscrivere John Nash sta al premio Nobel per l'e-conomia quanto Russel Crowe al premio Oscar.Il matematico ed economista statunitense lovinse nel 1994 con i suoi studi di matematicaapplicata alla "Teoria dei giochi" mentre l'atto-re neozelandese vinse la statuetta dorata, nel2001, come miglior attore, interpretandoMassimo Decimo Meridio ne "Il gladiatore" diRidley Scott. Lo sfiora l'anno successivo, quan-do mette sotto la luce dei riflettori i momentibui di una vita segnata dalla schizofrenia.Nell'interpretare proprio il ruolo di John Nash,in "A Beautiful Mind", lo fece conoscere almondo moltiplicando la sua notorietà. Si spiegaanche così l'enorme numero di persone accorseper vederlo. "Non ci sono difficoltà - riconoscelo stesso Nash - a sostenere che tutto questoha poco a che fare con la matematica. Moltadella mia fama si deve al successo del film.

L'ennesima riprova di come sia possibile diventare rapi-damente famosi" più per i dettagli di una vita "filmata" cheper motivi accademici. "La prima volta che ho visto il film

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A beautiful mind senza titoli di coda

Bergamoscienza ha ospitato il matematico John Nash, premio nobelnel 1994, portato sugli schermi da Russel Crowe. La stessa Coca Cola,per sbaragliare la Pepsi, si affidò alla sua "Teoria dei Giochi"

INGEGNO&NUMERI

Bergamoscienzail grande matematicoJohn Nash

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

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non l'ho apprezzato. Il mio sguardo eraemotivamente coinvolto, perché quellamalattia raccontata ha segnato profon-damente la mia esistenza. Era difficilemettere in scena quello che ho attraver-sato in maniera precisa". Dopo un lungoperiodo trascorso lontano da tutto e datutti, Nash è uscito dall'oscurità grazieall'assunzione di farmaci e ad un lentopercorso verso la razionalità. "Dal 1959fino all'85 ci sono stati periodi bui - siconfida Nash - vissuti nella malattia chea tratti sconfinava nella demenza. Hotrascorso dei periodi in cui alternavoragionamenti normali a momenti di pura follia. Poi mi sonostabilizzato e ho ricominciato ad accettarmi. Per far questosono tornato molto lentamente al modo normale di ragio-nare. Non posso essere arrogante perché riconosco un'e-sistenza, la mia, segnata da molte debolezze". Ma questavolta, sul maxischermo montato fuori dal centro congressiGiovanni XXIII per tutti coloro che non hanno trovato postoin sala, è andato in scena nonla malattia, ma "A beautifulmind" in carne ed ossa e unamente lucida. "John Nash è unapersona umile e di straordina-ria umanità - lo introduce cosìGianfranco Gambarelli, profes-sore all'Università di Bergamo -.Il suo contributo è stato ed èfondamentale. Grazie all'attivi-tà svolta con meticolosità sisono toccati enormi progressiscientifici. La sua presenza è latestimonianza vivente per lastoria della matematica". Tra imatematici più brillanti e origi-nali del Novecento, il premio

nobel che conobbe Einstein di persona, oggi ha 81 anni euna vita "normale". Lontano anni luce dal personaggio diCrowe, è alto, magro, vestito in modo sobrio attende conpazienza il momento di parlare alla sala gremita, lui che,come abbiamo detto, ha rivoluzionato l'economia con isuoi studi di matematica applicata alla "Teoria dei giochi".Le sue teorie sono state applicate al marketing: la Coca

Cola le ha utilizzate per supera-re le strategie commercialidegli altri concorrenti. Intuizioniche vennero utilizzate nelle astee nell'offerta della Banca diInvestimento sui Buoni Ordinaridel Tesoro. Sempre nel campodei numeri furono applicate alpoker e a molti sport. Dal puntodi vista commerciale, ad esem-pio, può essere applicato aiprezzi diversi dei dentifrici, ven-duti nei supermercati, e allestrategie delle varie catene perfarsi concorrenza. La rispostaviene dai risparmiatori che scel-gono strategie diverse per far

A destra e in bassoRussel Crowe

Nell'interpretare il ruolo di John Nash,

in "A Beautiful Mind"

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abbassare i prezzi. E poi ancora la biolo-gia, la politica fino all'ambiente con ilprotocollo di Kyoto. Questa è la pratica,e la teoria? In sala Oggioni tutti seduti,zitti e muniti di cuffiette per non per-dersi nemmeno una parola (tradotta conuno sforzo encomiabile da CristinaFinotti e Angela Offi), o una frase delpremio Nobel. Ma per tutti, matemati-ci, economisti, studenti e semplicicuriosi la gioia di abbozzare qualchepasso, magari stentato, nel mondo deinumeri di Nash. Un vero e proprio uni-verso, costellato da innumerevoli equa-zioni e grafici difficili da comprendere anche per gliaddetti a lavori. La teoria dei giochi illustra le dinamichee le situazioni di conflitto che si possono innescare trapersone con tattiche diverse, rappresenta un modello perdescrivere le interazioni strategiche tra agenti economici.Negli anni '50 fu proprio Nash ad allargare gli studi, ipo-tizzando situazioni nelle quali i protagonisti cercanoaccordi per vincere e da più di dieci anni è tornato a lavo-rare sulla cosiddetta "Evoluzione della cooperazione", "Lapossibilità paradossale di una naturale evoluzione delcomportamento cooperativo - spiega dal palco - quandogli organismi e le specie che interagiscono si supponeabbiano a disposizione solo un corredo di motivazioniegoistiche". Tradotto per i comuni mortali si tratta di capi-re se esiste una possibilità, anche remota, di spiegaresentimenti quali: attenzione agli altri, altruismo, compas-

sione come lo sbocco naturale positivo di un impiantoevolutivo basato sull'egoismo personale. Capace di calco-lare le conseguenze su larghissima scala. Da qui unaserie di esempi prima con due poi con tre giocatori e lerelative strategie. Se in una coppia di soci uno affidaall'altro l'iniziativa, è più facile massimizzare gli interessidi entrambi a scapito del terzo escluso. "Ci sono casi incui - precisa Nash - la cooperazione è così consolidata daassicurarsi tutta la posta in gioco". Un discorso che valeper i singoli esseri umani, per le comunità, per gli stati,per le imprese, per le società di capitali, etc. E' questa lastrada intrapresa dal Nobel per l'economia, illustratanella sua visita a Bergamo, che come tutti continua a"credere che qualcosa di straordinario possa accadere".Le stesse parole pronunciate da Alicia, sua moglie, in unmomento difficile vissuto durante la malattia del marito.

"Ho trascorsi dei periodi in cui alternavo

ragionamenti normali a momenti di pura follia

Non posso essere arrogante perché

riconosco una esistenza, la mia, segnata dalle

debolezze"

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Una "Settimana per l'energia"per allargare il mercato

Il presidente Angelo Carrara, presenta l'iniziativa dell'AssociazioneArtigiani Bergamo, in programma dal 9 al 16 novembre in tutta la provincia. "Gli obiettivi? Dare voce al mondo imprenditoriale artigiano nel vasto dibattito su green economy, risparmio energetico,sviluppo sostenibile e processi d'innovazione"

PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

La positività, la capacità di guardare oltre il tunnel dellacrisi con programmi nuovi ed innovazione, oltre che laforza di rimettere l'uomo al centro del lavoro artigianale.Così il presidente dell'Associazione Artigiani Bergamo,

Angelo Carrara, si esprimeva sulle nostre pagine undici mesi fa,cercando d'individuare delle contromosse in grado di arginare lacrisi economica. Era il mese di dicembre 2008. Da allora moltecose sono cambiate: la ripresa della produzione industriale, il

ritocco verso l'alto delle stime riguardanti il Pil e la crescita eco-nomica per il biennio 2009/2010, ma anche l'inevitabile aumen-to delle richieste di cassa integrazione in deroga e straordinaria,soprattutto nel settore artigianale e delle piccola e mediaimpresa. Giusto, quindi, chiedere al presidente Angelo Carrarase, quanto detto un anno fa, è ancora d'attualità. "Ne sono anco-ra convinto - afferma il numero uno di Aab -. La ricetta per usci-re da questo momento difficile è ancora quella. Capire cosa sta

accadendo, confrontarsi con il cambiamento in attomettendo al centro la persona con la sua intelligenza, lesue capacità, la sua creatività, il suo dinamismo".

Non risulta difficile parlare d'innovazione, quandola coperta economica dei lavoratori - dipendenti edatori di lavoro che siano - è sempre più corta?"La crisi è una spada di Damocle che miete vittime in tuttii settori e paesi e che pesa anche sul capo di ogni berga-masco. Come organizzazione di categoria pertanto stiamoattenti a quanto succede per tentare di rispondere aibisogni in modi e tempi reali. L'esempio dell'impegno delnostro Consorzio Fidi per facilitare l'accesso al credito ; illavoro del nostro ufficio sindacale per l'aiuto ad accederealle casse in deroga è lampante. Come pure lo sono ilnostro Sportello energia, la formazione tecnica e la con-sulenza specializzata che offriamo. Tuttavia in questafase il bisogno di capire e di confrontarsi sui temi dell'in-

ARTICOLO DI ROBERTO AMAGLIOPHOTO: LAURA PIETRA

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Angelo Carrara

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novazione e della cosiddetta green economy è fondamentale:non accorgersi infatti delle prospettive che si aprono dalla situa-zione nella quale viviamo e ignorare le necessità di un mercato'post-crisi', irrimediabilmente diverso, perseguendo produzioniche non hanno futuro, non sono rischi da sottovalutare".

Ce lo traduce in qualche esempio?"Quanto sta accadendo nell'area edilizia, settore al qualeappartiene all'incirca il 50% dei nostri associati, fa capire benequanto ho cercato di spiegare. La necessità di risparmio ener-getico e di edifici anti-sismici, tecnologici, alla portata di tutti,hanno vivacizzato il comparto e lo hanno modificato rendendo-lo estremamente appetibile per chi ha voglia e capacità d'inno-varsi. È facile comprendere allora che in questo ambito chi con-tinuerà a lavorare con vecchi standard verrà azzerato, gli altriavranno ampi margini di crescita".

In questo settore, un aiuto concreto è certamente il PianoCasa del Governo e della Regione Lombardia."Indubbiamente, è un incentivo di cui bisogna dare atto alGoverno e alla Regione, anche se trovo più corretto definirlo comeuna legge che mira alla riqualificazione del patrimonio edilizio,

agevolando le ristrutturazioni prima ancora delle'sostituzioni'. Lo stesso effetto può essere attribui-to ai Piani di governo del Territorio (PGT) dei comu-ni, le cui regole puntano al basso impatto ambien-tale. Ritengo che un altro volano possa essere l'at-tenuazione del patto di stabilità dei comuni e del

rilancio delle opere pubbliche, tutte quelle opere, anche di impor-ti modesti, ma fortemente diffusi sul territorio . Una direzione cheauspichiamo. In questo momento in effetti molte amministrazionihanno il bilancio bloccato non per mancanza reale di fondi ma perla necessità da parte dello Stato, per colpa di enti pubblici pocovirtuosi, di mantenere sotto controllo le uscite correnti, annullan-do così di fatto la possibilità d'investire in opere".

In attesa di un segnale forte del Governo, quali saran-no i movimenti dell'Aab?"Proseguiamo nella nostra politica di promozione delle eccel-lenze dei nostri associati e, al contempo, ci proponiamo comeforte punto di riferimento attorno al quale chiamare a confron-tarsi e a discutere enti e istituzioni locali, nazionali e interna-zionali su temi di grande importanza e attualità. A tal propositoabbiamo lanciato dal 9 al 16 novembre la prima edizione dellaSettimana per l'energia, un appuntamento che contiamo di ren-dere annuale. Per individuare strategie, sbocchi operativi, pro-dotti e servizi utili a tutti. Sedi dell'iniziativa sono Bergamo (laprincipale), Dalmine, Bagnatica, Grumello del Monte, Treviglioe Romano di Lombardia, a dimostrazione della capillarità dellanostra presenza e di attenzione al territorio".

"Il proposito è quello di rendere l'appuntamentoannuale: un momento di riferimento attorno al quale chiamare a confrontarsi e discutereenti e istituzioni locali,nazionali e internazionaliPer individuare strategie,sbocchi operativi, prodotti e servizi utili a tutti"

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Lunedì 9 novembre

Convegno d’apertura“Le grandi riforme di governo

e regione per l’energia, competitività e sviluppo.”

Bergamo, AAB Sala Auditoriumh. 9.00 - 13.00

Convegno“Le fonti rinnovabili: risparmiare

energia per un futuro sostenibile.”Romano di Lombardia, Fondazione

Rubinih. 20.30 - 22.30

Martedì 10 novembre

Workshop-Gruppo Nazionale InnovatoriConfartigianato

“Innovazione e fonti rinnovabili:le attività di Confartigianato

per le MPI.”Bergamo, AAB Sala Auditorium

h. 9.30 - 13.00

Convegno“Le opportunità offerte

dal fotovoltaico.”Dalmine presso Servitec, Sala

Conferenzeh. 15.00 - 18.00

Corso“Corso sul fotovoltaico”

Bergamo, AAB Sala Ah. 19.00 - 21.00

Mercoledì 11 novembre

Convegno“Taxi, nuova parte attiva

per la mobilità sostenibile.”Bergamo, AAB Sala Auditorium

h. 14.00 - 16.00

Convegno“La mobilità sostenibile.”

Treviglio, Sala Auditorium Cassa RuraleBCC Treviglio

h. 20.30 - 23.00

Corso“Corso base sulle fonti rinnovabili

d’energia.”Bergamo, AAB Sala A

h. 19.00 - 21.00

Giovedì 12 novembre

Workshop-Gruppo Nazionale Marcatura CE

“Aggiornamenti normativi ed applicativi riguardanti

il legno strutturale, finestre e porte esterne.”

Bergamo, AAB Sala Auditoriumh. 9.30 - 12.00

Convegno“Trasmittanza termica e casa

passiva.”Bergamo, AAB Sala Auditorium

h. 15.00 - 18.00

Convegno“L’energia costa meno.

L’impresa cresce.”Grumello, Sala Civica del Comune

h. 20.30 - 23.00

Venerdì 13 novembre

Workshop“L’Europa e lo sviluppo sostenibile”

Bergamo, AAB Sala Auditoriumh. 9.00 - 11.00

Workshop“L’impulso europeo nella sfida

del 20-20-20.”Bergamo, AAB Sala Auditorium

h. 11.30 - 13.00

Covegno“La sostenibilità energetica

e ambientale nella dimensionelocale.”

Bergamo, AAB Sala Auditoriumh. 16.00 - 19.00

Sabato 14 novembre

Convegno Consorzio PAB (Consorzio Poligrafici

Artigiani Bergamaschi)“Il futuro green delle aziende

grafiche.”Bergamo, AAB Sala Auditorium

h. 9.00 - 12.00

Lunedì 16 novembre

Seminario“L’energia costa meno.

L’impresa cresce.”Bagnatica, Sala Riunioni Parrocchiale

h. 20.30 - 22.30

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Quali sono i vostri obiettivi?"I nostri intendimenti sono dare voce al mondo imprenditorialeartigiano nel vasto dibattito su green economy, risparmio energe-tico, sviluppo sostenibile e processi d'innovazione. Ma ancheoffrire, come accennavo, alla comunità provinciale occasione diaggregazione su un argomento cruciale. Suggerire spunti e pro-curare alle imprese possibilità per fare business e ricevere forma-

zione. A conferma dell'unicità dell'evento parteciperanno ospiti inrappresentanza del Governo, della Regione Lombardia e relatori dispicco nazionale come alcuni docenti dell'Università "LaSapienza" di Roma, del Politecnico di Milano, del Politecnico diTorino e della stessa Università di Bergamo, oltre a rappresentan-ti di importanti realtà economiche locali, ma che guardano oltre iconfini territoriali, come Gewiss e Servitec".

Il programma della settimana per l’energia

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Per gli imprenditori il 2009 passerà alla storia come l'annodella "crisi finanziaria". Un periodo che ha segnato in par-ticolar modo il mondo del mattone - dal settore immobi-liare a quello edilizio in genere -, sfoltendo il mercato da

tutte quelle realtà che si sono mosse "borderline", anziché segui-re le ferree leggi italiane. Nel panorama nazionale e locale, infat-ti, si sono salvate solo quelle aziende che - con cognizione dicausa - hanno saputo muoversi contrattualmente in modo inecce-pibile. E, al contempo, i privati che non hanno acquistato con leg-gerezza, allettati solo dal prezzo basso dell'immobile. "Moltecause in campo immobiliare - afferma l'avvocato Marco Leali -nascono da accordi di compravendita e appalti, sti-pulati in modo poco chiaro. Gli operatori e i privati,per evitare problemi, devono leggere scrupolosa-mente prima di firmare un contratto. Informarsi nonsolo del prezzo, ma anche delle qualità tecniche del-l'immobile, di come e chi l'ha costruito e di qualigaranzie vengono fornite" Stessa cosa per gliimprenditori, anche loro soggetti a rischi concreti."Nel corso della mia carriera - afferma Matteo

Cangelli, "self made man" a capo di alcune aziende nellaBergamasca e da vent'anni nel campo dell'edilizia - mi sonoaccorto, a volte anche mio malgrado, di quanto sia fondamentaleun contratto ben fatto. Spesso si rimane penalizzati da aziendeche non pagano, fenomeno sempre più attuale soprattutto intempi di crisi. Proprio in questi casi ci si accorge dell'importanzadi un consulto legale pre-contrattuale, anziché ritrovarsi a pagaremigliaia di euro per portare avanti cause in tribunale troppo lun-ghe e, per questo, magari poco efficaci". Proprio per questi moti-vi, Marco Leali e Matteo Cangelli, hanno deciso di unire le rispet-tive esperienze al fine di tutelare chi opera nel mondo del "matto-

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ECONOMIA&BUSINESS

Cangelli e Leali, il futurotecnico e legale dell'edilizia

IN COPERTINA

Bergamo acquisisce un altro importante primato: è la prima città a suggellare un'unione d'intenti fra un avvocato e un imprenditore,per tutelare chi opera nel mondo del "mattone"

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTAPHOTO: LAURA PIETRA

"Abbiamo ideato un servizio integrato polivalente in cui il bagaglio professionale di entrambi viene messo al servizio dell'altro,un vero e proprio interscambio di conoscenzenei rispettivi campi d'azione"

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DA SINISTRAMatteo Cangelli con Marco Leali

ne". Un'iniziativa nuova in questo campo, capace di trasformaregli scenari del mercato. Due persone accomunate da un rapportoprofessionale collaudato nel corso degli anni, che hanno voluto"unirsi" per migliorare qualitativamente le rispettive attività. Eproprio di loro parleremo in questo servizio di copertina.Focalizzeremo l'attenzione su due professionisti il cui unico obiet-tivo è rendere ancora più soddisfatta la propria clientela. "L'idea èfiglia - affermano all'unisono - di un'attenta analisi delle rispetti-ve professioni. Anche se, di primo acchito, un avvocato e unimprenditore sono due realtà a se stanti, noi vogliamo dare unsegnale forte al mercato edile ed immobiliare. Nel corso di que-sti anni, infatti, ci siamo dovuti confrontare con situazioni par-ticolarmente spinose, in cui l'importanza di un contratto stipu-lato nel migliore dei modi si è rivelata l'unica via per non incap-pare in cause legali infruttifere, fatali per il futuro di un'azien-

da o di un privato. Ecco perché abbiamo voluto fondere in un'u-nica realtà le nostre competenze".

In pratica parliamo di un'unione d'intenti tecnico-legale?"Esattamente. Nella mia carriera d'imprenditore - commentaCangelli - ho sempre cercato di dare un valore aggiunto alla sem-plice realizzazione di una commessa. Ogni società che presiedo,infatti, ha un contenuto innovativo e propone servizi che vanno aldi là del puro e semplice concetto di progetto o realizzazione finea se stessa. Ad esempio Edilbroker, nata tredici anni fa, è unasocietà di servizi ambiziosa e forte di conoscenze tecnologiche eapplicative nel settore. Si muove su più fronti: dalla valutazione egestione di gare d' appalto (anche di infrastrutture), alla progetta-zione delle iniziative immobiliari di carattere commerciale e civile.Senza dimenticare la realizzazione dell'opera, con particolare

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Matteo Cangelli: "Inserendo anche il supporto legale nel team multidisciplinare che normalmente interagisce all'interno di Edilbroker, possiamo dare un servizio in più alla nostra clientela per la realizzazione di ogni tipologia di progetto edilizio"

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attenzione ai costi: gli stessi, infatti, devonoessere certi fin dal preventivo iniziale.Pochissime aziende in Italia, possono vantar-si di aver offerto un carnet così vasto di servi-zi a primarie aziende del settore delle costru-zioni. Ora, grazie alla conoscenza e all'espe-rienza dell'avvocato Marco Leali, possiamodare un supporto in più alla nostra clientela,inserendo anche l'aspetto prettamente legalenel team multidisciplinare che normalmenteinteragisce all'interno di Edilbroker".

E' dunque per la leadership in Edilbrokerche, Matteo Cangelli, può dare un con-creto supporto tecnico allo studio Leali?"Proprio così. Dal primo novembre - continuaCangelli - avrò un ufficio operativo all'internodello studio - in via Antonio Locatelli, 7/b - incui porterò il mio contributo. L'obiettivo è farsì che, qualsiasi causa in corso che necessite-rà di un consulto tecnico, non debba esserebypassata ad altri uffici esterni. Bensì venga

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risolta internamente, anche con il prezioso contribu-to dei professionisti che lavorano nel mio staff. Cosìfacendo, lo studio Leali mira a fortificare il servizioagli imprenditori del settore edile oltre che ai priva-ti. Gli stessi che dovranno orientarsi per tempo fra imille rivoli del Piano Casa e delle nuove normativevolte al risparmio energetico".

Un'operazione innovativa nel panorama italiano,di sicuro l'unica nella Bergamasca."Diciamo che, a Bergamo e forse in Italia, se nonsiamo stati i primi ad aver idealizzato un servizio integratopolivalente, ci siamo uniti a quelle poche realtà che credonofermamente nell'importanza di queste sinergie. Infatti, la crisicongiunturale che ha coinvolto il mercato, impone - oltre chealle aziende, anche ai professionisti -, di dare sempre qualco-sa in più alla clientela. E' necessario migliorarsi per essereapprezzati dai clienti più scrupolosi".

Entriamo nello specifico: chi potrebbe essere interessatoa questo servizio "aggiuntivo"?"Tutti indistintamente. Ad esempio, il Piano Casa regionaleprevede una serie di normative che difficilmente si possonoconoscere nel dettaglio. E il rischio d'intraprendere iniziativenon legittime è molto elevato. Da qui s'intuisce l'utilità - perchi opera nel campo immobiliare e non solo - di essere lega-to a doppio filo ad un ufficio legale, capace di farsi carico ditutte le questioni burocratiche".

E qui si evince il valore aggiunto della vostra unione pro-fessionale."Esatto, noi possiamo confrontarci direttamente, velocizzando l'i-ter e senza ulteriori costi aggiuntivi per il committente. Vale a direpuro risparmio di energie e di tempo. Inoltre, abbiamo la possibi-lità - per qualsiasi realizzazione che progettiamo e portiamo a ter-mine - di tenere sempre al corrente lo studio legale che ci sup-porta. Senza dimenticare, ovviamente, aspetti fondamentali peruna società di servizi in campo edile come professionalità, pun-tualità, cura del cliente, efficienza e innovazione".

Insomma, si cerca di prevenire ogni imprevisto."I rischi sono molti, ma noi cerchiamo di portarli a zero. Primadi strutturare il cantiere, infatti, una riunione tecnico-legalepone le basi dell'intervento di ristrutturazione o di realizzazio-ne ex novo. Mettiamo in gioco tutte le competenze necessa-rie al fine di realizzare, nelle tempistiche preventivate, unlavoro senza problematiche".

Possiamo dire che Edilbroker, da Dalmine si è insediataanche a Bergamo?"Non proprio, più esattamente possiamo dire che Matteo Cangelliavrà un nuovo punto focale del proprio business in città. La nostra

forza, infatti, è la persona: Marco Leali ed io siamo i punti car-dine di quest'unione. Il bagaglio professionale di entrambiviene messo al servizio dell'altro, un vero e proprio inter-scambio di conoscenze nei rispettivi campi d'azione. Da unaparte un avvocato con alle spalle circa trent'anni d'onoratacarriera - e con uno studio ben avviato nel cuore di Bergamo -; dall'altra un tecnico con varie esperienze imprenditoriali congrandi aziende italiane. Un imprenditore cresciuto nei cantie-ri d'Italia e che dal 1997 è protagonista del mercato edile, allaguida di tre società di settore nella Bergamasca".

A proposito di Piano Casa e di ristrutturazioni, altro aspet-to da non sottovalutare è il supporto concreto che puòdare un'altra società presieduta proprio da MatteoCangelli: la "Isdm Immobiliare"."Vero. Edilbroker si occupa dell'attività progettuale, con un siste-ma integrato di servizi. Isdm è, invece, una società specializzata incostruzioni e ristrutturazioni. In questo modo siamo in grado dioffrire ai nostri clienti un servizio completo, che parte dalla pro-gettazione ed arriva fino all'edificazione dell'opera. Sempre,ovviamente, con alle spalle un consulto legale costante".

Per gli imprenditori, invece, che servizi offrite?"Considerando che il tessuto economico bergamasco è compostoprevalentemente da Pmi, possiamo ritenerci un ottimo supportoper tutte quelle aziende che vogliono realizzare uno stabilimentonuovo o ampliare l'attuale sede produttiva. Queste piccole emedie imprese, normalmente, non dispongono al proprio internodi un ufficio legale come le grandi multinazionali. Noi possiamooffrire un pacchetto a 360 gradi, consegnando chiavi in mano lastruttura con la tranquillità necessaria che ogni aspetto sia statoeseguito sin nei minimi dettagli legali e tecnici. Per le grandi real-tà industriali del territorio, invece, proponiamo una delle più soli-de cooperative di costruzioni generali di cui ho la rappresentanzacommerciale in esclusiva per la Lombardia. Mi riferisco alla CDC(Cooperativa Di Costruzioni di Modena), che abbiamo presentatonel numero di settembre di Bergamo Economia".

Un'offerta variegata, completa se consideriamo anchela "d&d Beni Immobili"."Questa è l'ultima mia "creatura", costituita nel 2008 per comple-

"Al giorno d'oggi sempre meno persone investono nel mattone e, chi lo fa, vuoleavere certezze. Ecco perché con il supportodell'avvocato Marco Leali e con le mie esperienze dirette, identiche a quelle degli altri imprenditori di settore, vogliamodare un segnale chiaro ai bergamaschi"

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tare il progetto imprenditoriale di Edilbrokere per intraprendere in modo innovativo l'at-tività immobiliare".

In che senso innovativa?"La d.&d. opera nel campo immobiliare, anchese in modo diverso dalla maggior parte dellesocietà di settore. Ovvero, compra uno stabile- normalmente composto da un minimo diquattro ad un massimo di dieci unità abitative-, da uno o più proprietari per ampliare e riqua-lificare l'immobile secondo i più alti standardenergetici ed antisismici. Una volta trasforma-ta la struttura, rivende parte di essa ai pro-prietari iniziali, che continueranno così a man-tenere le loro abitudini e i rispettivi rapportiaffettivi e di vicinato. Mentre la restante partedell'immobile viene riproposta sul mercato".

Poliedricità allo stato puro. "Come dicevo poc’anzi, nel nostro settorebisogna sempre essere propositivi ed inno-vativi. Purtroppo la recessione ha colpito -complice la bolla immobiliare - proprio ilmercato edilizio. Al giorno d'oggi sempremeno persone investono nel mattone e, chilo fa, vuole avere certezze. Ecco perché conil supporto dell'avvocato Marco Leali e conle mie esperienze dirette, identiche a quel-le degli altri imprenditori di settore, voglia-mo dare un segnale chiaro ai bergamaschi.Chiunque potrà constatare di persona chenulla è lasciato al caso".

Marco Leali: "Qualsiasi causa in essere nel nostro studio,

se necessiterà di un consulto tecnico, non dovrà essere

bypassata ad altri uffici esterniBensì sarà risolta

internamente assieme a Matteo Cangelli,

con il prezioso contributo dei professionisti che lavorano

nel suo staff: quello di Edilbroker"

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Solaris Maiet,esperienza baciata dal sole

A sei mesi dalla sua fondazione - avvenuta nel giugno 2008 -, l'impresa di Palazzago è divenuta "installatore autorizzato" dei pannelli fotovoltaici SunPower

NUOVE REALTA'

Lanfranco Leggeri

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L'importanza del problema energetico e ambientale è all'ordine delgiorno. Allo stesso modo, è altrettanto incontrastata l'opinione chevadano svolte delle concrete manovre d'incentivo, finalizzate allarealizzazione d'impianti energetici autonomi e alternativi. Il proto-

collo di Kioto ha fornito le linee generali d'intervento e, attualmente, propriosull'onda degli incoraggianti risultati di alcuni paesi dell'Unione Europea,anche il Governo italiano ha messo in campo validi strumenti a sostegno dellatecnologia fotovoltaica. Tali meccanismi hanno permesso - ad aziende specia-lizzate nel settore della fornitura ed istallazione di sistemi fotovoltaici - di darevalore ai loro studi e ricerche. È il caso della Solaris Maiet di Palazzago, real-tà imprenditoriale appena nata dall'esperienza della sorella maggiore MaietSrl, azienda leader (da oltre trent'anni) nella progettazione, realizzazione emanutenzione d'impianti radiotelevisivi. Per l'occasione, abbiamo parlato col"Deus ex machina" dell'ambizioso progetto, vale a dire l'amministratore unicodi Maiet Srl, socio e presidente di Solaris Maiet Srl , Lanfranco Leggeri."Con questa nuova attività, siamo pronti ad adempiere a quella che sarà unarichiesta sempre più incalzante da parte degli utilizzatori che intendono garan-tirsi forniture energetiche alternative. Proprio quest'ultime, infatti, sono capa-ci di rendere una struttura produttiva (o abitativa) sempre più autonoma dalpunto di vista energetico e in grado di rispettare le normative ambientali det-tate a livello comunitario e mondiale. Mio figlio Ilario ed io - assieme ai duesoci Fabio Bozza ed Enzo Tironi -, abbiamo avviato l'attività imprenditoria-le nel giugno del 2008, anche se possiamo dire che il ciclo produttivo è comin-ciato solo quest'anno, quando siamo diventati "dealer" della SunPower".

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

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Appena sei mesi di rodaggio e poi il grande ricono-scimento della SunPower. Cosa vuol dire passare da"dealer" a "premier dealer"?"In poche parole siamo installatori autorizzati di una deter-minata marca di pannelli fotovoltaici. Nel nostro caso, laSunPower - a pochi mesi dall'ingresso nel loro staff dellafigura del dealer -, ha voluto valorizzare le nostre capacitàtecniche promuovendoci "premier dealer", cioè punto di fidu-cia della zona dove indirizzare i clienti. È un riconoscimentomolto importante, perché stiamo parlando di un'aziendaamericana che realizza prodotti di altissima qualità, i miglio-ri al mondo in termini di efficienza energetica. Tutti i prodot-ti che la SunPower decide di commercializzare in Italia,prima passano dai nostri accurati test. Infatti, da qualchemese, siamo anche entrati nel loro comitato d'installatori eperiodicamente abbiamo riunioni a livello europeo".

Come vi ha aiutato la vostra trentennale esperienza?"La Solaris Maiet ha come socio affidatario la Maiet Srl,un'azienda che da tre decenni opera nel settore dei ripetito-

ri, un mercato nel quale dominano - a livello di componen-tistica - la meccanica, l'elettronica e i telecontrolli. Comeconseguenza, siamo esperti a 360 gradi sia di questomondo sia di quello della messa in opera dell'impiantostesso, siamo infatti proprietari di diverse attrezzature (adesempio gru ed elevatori, n.d.r.) che ci consentono di agirein massima sicurezza. Non a caso, è stato abbastanzaimmediato ottenere il certificato di qualità ISO 9001 ancheper la Solaris Maiet. La manutenzione dei componentielettronici, infatti, è il lavoro con cui quotidianamente cisiamo misurati nella nostra storia trentennale".

Qual è il vostro "core business"?"Lavoriamo principalmente per aziende, ma accettiamo com-messe anche da parte di privati. La nostra flessibilità ci per-mette di essere abbastanza duttili per ogni genere d'instal-lazione, anche se privilegiamo i cosiddetti "impianti integra-ti". Questi si differenziano dai "parzialmente integrati" e dai"non integrati" non solo per questioni di incentivi più alti e diestetica, ma anche per ragioni di maggior sicurezza e manu-

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Un impianto integrato,installato a San Giovanni Bianco

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tenzione. Comunque, per quanto riguarda il settore fotovol-taico, non parlerei propriamente di business, ma di mercatodelle opportunità".

C'è ancora molta confusione in merito alla convenien-za e ricchezza che un impianto fotovoltaico riesce adare. In breve, vuole darci maggiori delucidazioni?"Installare un impianto fotovoltaico ad un'azienda rende - intermini economici - circa il 12% della spesa. Facciamo alcu-ni esempi pratici: con un 20kwp - ovvero un impianto azien-dale di piccole/medie dimensioni - produco nella nostra zonacirca energia per 24mila kwh all'anno. Il governo, attraversoi programmi che vengono pubblicatisul bollettino del GSE (GestoreServizi Elettrici, n.d.r.), ci garantisce- per ogni kwh prodotto - da 0,353 a0,480 euro a seconda dell'integra-zione, nel nostro caso 0,451. In unanno sarebbero 10.824 euro amonte di una spesa di realizzazionedi 100mila euro. Ma adesso viene ilbello: questo incentivo è fisso pervent'anni. Inoltre, lo scambio sulposto (risparmio energia) o la vendi-ta (anche in caso di produzione in esubero con lo scambio sulposto) segue il prezzo di mercato. Tutta la spesa, poi, va inammortamento totale (a seconda delle categorie). Per ilcosto dell'impianto si può accedere a prodotti finanziariappositi agevolati, che prendono direttamente l'aliquota delGSE senza fare spendere soldi al cliente. All'azzeramento, ilcliente continua comunque la riscossione dell'incentivo finoai termine dei venti anni. Per concludere, la vita media di unimpianto è circa 30/35 anni, con un decadimento di produ-zione inferiore a 1%. Le spese di manutenzione extraordina-

ria, infine, sono ridotte al minimo (i nostri prodotti sonogarantiti 10 anni)".

Per queste ragioni di "convenienza" stanno nascendodiverse aziende che installano pannelli fotovoltaici?"Le ragioni sono diverse. Sicuramente l'energia solare è ilfuturo, ma bisogna comunque fare attenzione. È un settoremolto complicato, nel quale nulla è lasciato al caso. Noi cioccupiamo anche di tutta la burocrazia del caso. Seguiamoil cliente anche nell'iter bancario, dall'assicurazione del-l'impianto alla manutenzione dello stesso. Bisogna avere unocchio di riguardo non solo per la clientela, ma anche per il

suo portafoglio. Infatti, se un lavororisultasse non a norma, gli incentivistatali subirebbero gravi ritardi onon verrebbero erogati".

Concludendo, in apertura abbia-mo parlato del protocollo diKioto. È convinto che l'energiasolare sia il futuro per il nostropianeta?"Se tutti si impegneranno a rispet-tare le direttive comunitarie, tra

qualche anno ci sarà un impianto fotovoltaico per ognicasa. Bisogna prendere esempio da Germania e Spagna,due potenze che, grazie alla loro politica lungimirante,hanno già raggiunto la quota produttiva che si erano impo-sti. L'energia solare, inoltre, non è l'unica fonte di energiaalternativa, ma è sicuramente una delle migliori. Ha anco-ra diversi margini di miglioramento, ma sono convinto chese aziende come la SunPower continueranno a investirenella ricerca, tutti quanti potremo avere un futuro "radio-so" lontano dal nero petrolio".

"Grazie all'esperienza trentennale della Maiet Srl,

siamo esperti a 360 gradi del mondo elettronico

e in quello della messa in opera dell'impianto stesso"

Un’altra realizzazionedell’azienda, a Treviolo

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ECONOMIA&BUSINESS

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Sant'Alessandro Holding, un'unione "fondamentale"

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

Ogni successo imprenditoriale è il prodotto di diversifattori: competenza, lungimiranza e - soprattutto -unione d'intenti. Dopo anni di successi, ottenuti da"separate in casa", quattro società che operano sia

in ambiti diversi sia complementari, hanno deciso di unire leproprie forze, sicure che una speciale collaborazione avrebbepotuto giovare alla loro salute imprenditoriale e al territorionel quale sarebbero andate ad operare. Grazie a questa con-vinzione, qualche mese fa (precisamente a giugno), è matura-

to il progetto della "Sant'Alessandro Holging AG S.p.a." diAzzano San Paolo, realtà leader nel settore delle costruzioniche raggruppa un team di oltre trenta persone. "La mia visione- afferma il presidente Carmelo Fagone -, quella dell'ammi-nistratore delegato Diego Benini, del consigliere FabrizioUrcioli, e degli altri soci Stefano, Roberto e Fabrizio Agazzi,sono andate nella direzione dell'aggregazione di competenze.L'obiettivo di questa nuova holding è semplice: accentrare lenumerose attività delle realtà che ne fanno parte. Parliamo

Seduti da destra Carmelo Fagone e Diego Benini, assieme allo staff della holding

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Dalla fusione di quattro aziende complementari è nata, lo scorso giugno, una nuova società, specializzata nella costruzione di micropali destinati all'edilizia

TOP BUSINESS

della "Mec Edil" e della "Fermec Italy" - i due cuori veri epropri della società, specializzate nella realizzazione di micro-pali destinati all'edilizia -, oltre che della "MacheteImmobiliare AG Srl" e della "Immobiliare Toscanini", duesocietà esperte nella compravendita di aree edificabili".

Come mai avete deciso di unire quattro aziende cosìimportanti?"Le sfide che il mercato globale presenta quotidianamente -continua Fagone -, sono molto complesse e diversificate.Attualmente ci vogliono grande specializzazione e unione dicompetenze settoriali, tutto per garantire un pacchetto com-pleto e di grande qualità. Oggi, possiamo definirci i leader nelrafforzamento delle fondamenta per l'edilizia. La nostra produ-zione di micropali può essere sfruttata per la realizzazione dinumerose opere".

A chi si rivolgono i servizi di questa holding?"Come dicevo, possiamo contribuire alla realizzazione di operepubbliche - autostrade, ponti e grattacieli, solo per fare qual-che esempio -, ma siamo attivi anche nel mercato immobiliareindustriale e residenziale. La diversificazione delle attività, nelcorso del tempo, ha contribuito a creare un portafoglioclienti molto ampio, che ci permette di non essereimpreparati a qualsiasi richiesta della committenza".

"Mec Edil" e "Fermec Italy". Due cuori imprendi-toriali complementari?"La "Mec Edil" è stata fondata nel 2000 ed è la primaazienda del gruppo. Assieme alla "Fermec Italy", è

specializzata nella fornitura dello stesso prodotto, vale a dire imicropali per l'edilizia. La prima ha carattere nazionale e lavo-ra con le istituzioni pubbliche, mentre la seconda è orientataverso aziende private. Sono strutture dinamiche, collocate sudi un'area di 7.000 metri quadri a Medolago. La loro tecnolo-gia di palificazione consente di risolvere i problemi d'instabili-tà del terreno, soprattutto in zone sismiche - la cui importanzaè stata, purtroppo, portata alla luce dalla tragedia in Abruzzo -o in prossimità di falde acquifere".

Mentre per quanto concerne la "Machete ImmobiliareAG Srl" e la "Immobiliare Toscanini"?"Le due sedi, che hanno sede operativa ad Azzano San Paolo,costituiscono il nostro ideale raccordo con il territorio. Con laloro attività di compravendita di aree edificabili, puntiamo adampliare il nostro business verso altri mercati, come quelloimmobiliare nazionale. Nel 2008 - ancora separati - abbiamoraggiunto un fatturato di 35 milioni di euro".

Nonostante la holding sia appena nata, avete già avutomodo di collaborare anche a livello internazionale."Abbiamo acquisito commesse importanti in tutto il mondo, in

Carmelo Fagone, presidentedella holding: "La Mec Edil

e la Fermec forniscono i prodotti siderurgici.

La Machete e la Toscanini sonospecializzate nella compraven-

dita di aree edificabili"

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particolare in Malesia, Australia, Grecia e Spagna. Con questobagaglio di conoscenze (che ancora non si era unito, ma chegià collaborava attivamente), si eraresa necessaria una forma di aggre-gazione capace di sfruttare al megliole sinergie prodotte dalle nostresocietà. Volevamo aggredire il mer-cato con servizi innovativi e accede-re ad alcuni finanziamenti statali eregionali. Le nostre realtà imprendi-toriali, infatti, possono già vantareuna posizione di leadership sui mer-cati stranieri".

Cosa cambierà rispetto a prima?"Mi sembra motivo d'orgoglio, difiducia e di speranza il fatto chealcuni imprenditori motivati abbiano unito le loro rispettiveforze nell'intento di superare l'attuale momento di empasse

economica. Infatti, purtroppo, è evidente che il sistema delleimprese soffre ancora l'onda lunga della crisi, che ha interes-

sato anche la Bergamasca. Leristrutturazioni e le innovazioniche sono oggi necessarie, potran-no essere sicuramente agevolateattraverso aggregazioni societa-rie come la nostra. Solo così saràpossibile investire nella qualitàmantenendo - allo stesso tempo -competitività su un mercato sem-pre più esigente".

Concludendo, qual è la vostraambizione?"Nel giro di tre o quattro annivorremmo quotarci in Borsa, le

potenzialità ci sono. Ora, contiamo di rafforzare la nostraposizione sul mercato nazionale, dove - per il momento - non

soffriamo alcuna negativa con-dizione congiunturale. Credoche anche questo sia il segnotangibile della nostra lungimi-ranza, qualità che ci permettedi restare a galla offrendo lavo-ro e continuando ad investirenell'innovazione".

Da destraFabrizio Urcioli, Roberto, Stefano

e Fabrizio Agazzi

"Contribuiamo alla realizzazione di opere pubbliche - autostrade, ponti e grattacieli, solo per fare qualcheesempio -, ma siamo attivi anche sul mercato immobi-liare industriale e residenziale"

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Ora anche a Clusone

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ECONOMIA&BUSINESS

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ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTAPHOTO: GIORGIO CHIESACartiere Pigna,

un'(av)Ventura per i 140 anni

Presentati da Giorgio Iannone, presidente ea.d. del gruppo, i nuovi prodotti 2010 dell'ul-tracentenaria azienda bergamasca. Madrinad'eccezione la presentatrice di RaiDue

INDUSTRIA&MONDANITA'

Una festa all'insegna dei grandinumeri, come il fatturato conso-lidato intorno ai 100 milioni dieuro - nonostante la chiusura

dell'attività di cartiera - nel 2009. E' statoquesto il "leitmotiv" della serata, organiz-zata all'interno dello stabilimento diAlzano Lombardo, del gruppo Pigna.Complice la presentazione dei nuovi cata-loghi per il 2010, che rappresenta anche il140° anno dalla fondazione, sono statiaccolti all'interno di uno dei padiglionidell'azienda ben 500 invitati (tra i quali270 clienti provenienti da tutto il mondo),con un parterre di imprenditori bergama-schi e non, e Simona Ventura "madrina"d'eccezione. Fra le presenze di spicco, dasegnalare, il sindaco Franco Tentorio, i

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vertici dell'arma dei Carabinieri di Bergamo, il vicepre-sidente di Confindustria Alberto Bombassei, il coor-dinatore provinciale del Pdl Carlo Saffioti, l'assessorealle attività produttive Enrica Foppa Pedretti, gliimprenditori Nicola Radici e Alberto Gamba, l'ono-revole Mirko Tremaglia, il consigliere regionale dellaLega Daniele Belotti, il presidente di ConfindustriaBergamo Carlo Mazzoleni e l'attore MaurizioNichetti. A fare gli onori di casa il presidente e ammi-nistratore delegato delle Cartiere Pigna, GiorgioIannone: "E' un grande onore per me - ha commentatodal palco, mentre scorrevano alcune immagini dedica-te alla storia ultracentenaria dell'azienda - essere quicon voi. Soprattutto considerando che, solo pochi annifa, eravamo pronti a portare in tribunale i libri contabi-li della società. Invece la strategia che abbiamo adot-tato in questi ultimi tempi ci ha premiato e, ora, pos-siamo guardare al futuro con più serenità". Allietati dalservizio catering "Da Vittorio", gli ospiti hanno cosìpotuto conoscere le novità del nuovo anno. "I cataloghi- ha proseguito Iannone - sono quattro: uno per il set-tore "industriale" e tre per Pigna Moda, dedicati allegriffe amate dai giovani. Prodotti destinati a grossisti,grande distribuzione organizzata e, novità di quest'an-no, alle cartolerie". Tanti i marchi di rilievo comeCharmy Kitty (la gattina di Hello Kitty), Baby Angel,Barbapapà, Keith Hering, Keith Kimberlin, Teen Days,Hydrogen, Chupa Chups, Heidi, Shaun the Sheep,Pat&Stan, Naruto, Lamborghini e Red Bull. Questi ulti-mi due, presenti all'evento con una Gallardo biancaall'esterno dell'azienda - complice la collaborazionedella concessionaria ufficiale Lamborghini Bergamo,del gruppo Bonaldi Motori - e uno stand personalizzatodella bibita austriaca energetica, che ha allietato i pre-senti nel post serata con cocktail di livello. Nel corsodella serata, inoltre, è stata illustrata anche la politicacommerciale alla base di Pigna Moda che punta ad

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un'estensione della presenza del marchio dalla pura cartotec-nica al materiale scolastico extra carta, come zaini e astucci."Mi auguro - ha concluso Iannone, in compagnia di SimonaVentura - che questa serata possa essere un ulteriore slancioper il nostro marchio, considerando che la Pigna non abbando-nerà Alzano Lombardo e i bergamaschi".

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ECONOMIA&BUSINESS

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L' "Amica Acqua"si trasforma in artePITTURA

Dopo il successo ottenuto lo scorso maggio, si è concluso anche il secondo concorso ideato dal "Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca". Coinvolti gli studenti delle classi quarte e quinte dell'"Andrea Fantoni"

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Non curanza da parte dell'uomo, insensibilità deiprocessi di globalizzazione, scarsa conoscenzadei problemi. Quello proposto è un quadro sicu-ramente negativo e, purtroppo, sempre più

reale. Parliamo di una situazione che affligge il nostropianeta da anni, e con lui anche la sua (e la nostra) prin-cipale risorsa: l'acqua. Inutile aggiungere, quindi, che iltema affrontato dal "Consorzio di Bonifica della MediaPianura Bergamasca" con il concorso "Amica Acqua" èsemplicemente vitale. Parliamo di un cammino, diun percorso verso una fonte di vita altrettanto indi-spensabile: la conoscenza dei problemi. E nelnostro secolo, purtroppo, proprio l'amica acqua èdiventato un tema su cui discutere: dalla siccità dialcune zone del pianeta, all'eccesso d'urbanizza-

zione di altre. Passando per gli oltre 1,2 miliardi di per-sone che ancora oggi non hanno accesso all'acqua pota-bile. Serve, dunque, maggiore sensibilità. In altre paro-le, occorre avvicinare i giovani ad una maggiore cono-scenza delle risorse idriche, responsabilizzandoli sullanecessità di tutelare e salvaguardare l'acqua, bene pre-zioso, per un utilizzo responsabile e corretto. È questol'obiettivo che gli organizzatori del concorso si sono pre-fissati. Il Consorzio di Bonifica, infatti, può vantare un'e-

PHOTO: GIORGIO CHIESA

Quattro le borse di studio in palio, a vincere è stata Francesca Locatelli con l'opera "L'Innocenza di una Lacrima"

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sperienza sul campo addirittura cinquantennale (la suacostituzione, risale al 1955), una storia importante chenon può che giovare alla delicata questione. Lo si è vistogiovedì primo ottobre scorso, quando il presidente delConsorzio di Bonifica Marcello Moro ha deciso di rin-novare il concorso anche agli alunni delle classi quartee quinte della scuola d'arte applicata "Andrea Fantoni".Proprio così, abbiamo usato il termine "rinnovare" per-ché l'amica acqua aveva già coinvolto, lo scorso maggio,oltre 300 alunni delle scuole materne, primarie e secon-darie della provincia di Bergamo. E proprio in questaoccasione è emerso il primo dato importante: nonostan-te la manifestazione sia stata rivolta agli istituti cittadi-ni e della provincia, sono addirittura giunti lavori datutta Italia. Per questa grande partecipazione, è statodeciso di conferire alcune menzioni d'onore non solo allescuole bergamasche, ma anche ad istituti della Penisolache si sono elevati per la qualità e la genialità dei loroelaborati. Tra questi, segnaliamo la scuola primaria diAssisi "L.A. Frondini". Per quanto riguarda Bergamo,invece, si sono distinte le scuole primarie statali diGorno, Martinengo e Ghisalba, Calcio, Camerata diCornello e Valentina Amore e Martina Moro della scuo-la primaria di Zogno. Un successo, dicevamo, che il pre-sidente Moro ha voluto ripetere giovedì 1 otto-bre scorso, all'interno della Sala Agorà dellascuola d'arte applicata Andrea Fantoni. "Questaè un'esperienza - afferma Moro - non solo daripetere, ma anche e soprattutto da valorizzarecon strumenti nuovi ed adeguati. Occorre partiredalle nuove generazioni, dai bambini e dairagazzi, per instillare e diffondere una rinnovatasensibilità verso i temi strategici dell'acqua e

dell'ambiente in generale. Sono veramente molto con-tento del risultato dell'iniziativa e sono convinto chequesta è la strada giusta da intraprendere. Per dimo-strare l'accresciuta sensibilità anche delle istituzioni,"Amica Acqua" è stata patrocinata da un parterre d'ec-cezione. Mi riferisco al Ministero dell'Ambiente edella Tutela del Territorio e del Mare, al Ministerodell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, alConsiglio Regionale della Lombardia, alla Provincia e,infine, all'Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo.Le creazioni degli studenti, inoltre, sono state esposteal pubblico sul Sentierone, in occasione della terzaedizione della Camminata Nerazzurra". Così, alla pre-senza di una nutrita compagine di studenti (tra parte-cipanti e curiosi) e dell'entusiasta preside CorradoSpreafico, si è svolto il capitolo finale del concorso.Sono stati quattro i premi assegnati, corrispondenti aquattro borse di studio assegnate ad altrettanti giova-ni artisti meritevoli. Su tutti, ha trionfato FrancescaLocatelli, che ha realizzato l'opera dal titolo"L'Innocenza di una Lacrima". Ma non dimentichiamocianche delle creazioni di Luca Cattaneo (con "FirstAid"), Elia Perego (con "Sorgente Pura come inNatura") e Andrea Ferraroli, con "L'Acqua è Natura".

Il quarto in alto,da destra,

Marcello Moroassieme

agli studenti delle classi

quarte e quintedell'"Andrea

Fantoni"

Il presidente Marcello Moro: "Occorre partire dalle nuove generazioni, dai bambinie dai ragazzi, per instillare e diffondere unarinnovata sensibilità verso i temi strategicidell'acqua e dell'ambiente in generale"

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"L'hotel è partito fin dall'inizio con il piede giustoGià nel mese d'apertura, infatti, abbiamo registrato notti con la struttura al completo"

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Hotel San Rocco,il Rinascimentodell'ospitalità

Nel cuore di Scanzorosciate nasceva, appena un anno fa,una delle più poliedriche strutture ricettive del territoriobergamasco. L'Hotel San Rocco compie il suo primoanniversario, e lo fa stilando il bilancio di una stagione

sicuramente positiva. La difficile condizione congiunturale, infat-ti, non ha mai preso dimora nelle raffinate stanze dell'antica corterinascimentale dell'hotel. Lo sa bene Oscar Cortinovis, imprendi-tore e amministratore unico della S.A.V.S., realtà imprenditorialeproprietaria della struttura. "Fin dalla sua nascita - affermaCortinovis -, la Società Alberghiera Valle Seriana ha sempre avutole idee ben chiare: rilanciare alcuni luoghi bergamaschi innalzan-doli a mete turistiche ricercate. Ora, grazie a questo nostro primoprogetto, possiamo finalmente affermare che siamo partiti con ilpiede giusto".

Com'è stato il bilancio della stagione?"I miei soci (Giorgio Longhi, titolare della GM elettroimpianti eTiziano Mafessoni, titolare della Novaser, n.d.r.) ed io non pen-savamo di arrivare al primo compleanno così soddisfatti. L'hotel è

L'amministratore unico OscarCortinovis stila un primo bilancio dall'inaugurazione. Il caratteristicohotel quattrocentesco, nato nel cuoredi Scanzorosciate, conferma il suo trend in crescita: "Siamo ben oltre le più rosee previsioni"

PHOTO: GIORGIO CHIESA

LEISURE

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L'amministratore unicoOscar Cortinovis

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partito fin dall'inizio con il piede giusto, già nel mese d'aper-tura abbiamo registrato notti con la struttura al completo.Questo ha permesso, al personale, di misurarsi fin dagli esor-di con numeri importanti. Sono due i dati che per noi sonomotivo d'orgoglio e ci fanno pensare che stiamo lavorandonella giusta direzione: il trend di crescita costante e i clientiche ritornano dopo aver pernottato al San Rocco".

Qual è il profilo del cliente tipo dell'Hotel San Rocco?"Sono principalmente due le tipologie di ospiti che soggior-nano nel nostro hotel: il businessman che lavora nelle impre-se vicine all'hotel - che necessita di relax e tranquillità dopoun'intensa giornata di lavoro -, e i turisti che nel week-endatterrano a Orio al Serio per visitare Bergamo e provincia. Aentrambe le tipologie offriamo la garanzia di notti silenziosee serene, lontane dal caos e dalla frenesia tipiche deglialberghi in centro città, senza tralasciare l'ele-ganza e la raffinatezza di un tre stelle chegarantisce tutti i servizi necessari. Disponiamodi singole, doppie, triple, camere comfort esuite, tutte eleganti e raffinate".

La vicinanza all'aeroporto ha senza dub-bio i suoi vantaggi. Avete registrato unadefezione a causa della crisi?

"Ovviamente da Orio arriva la maggior parte deltraffico turistico e l'estate è stata soddisfacente,complice senza dubbio il fatto di essere presentinei maggiori circuiti di prenotazione online comeBooking, Venere e altri. Il turista oggi, più che neglianni passati, è diventato "fai da te", parte da casacon l'itinerario, le prenotazioni e i pagamenti giàeffettuati. Per quanto riguarda la crisi, noi non neabbiamo ancora risentito, il settore turistico que-st'estate è stato uno dei meno colpiti. A prova diciò, la Banca d'Italia ha da poco diffuso i dati sullaspesa, i pernottamenti e il numero di viaggiatoristranieri in Italia. Per ciò che riguarda la provinciadi Bergamo, le presenze nei primi sei mesi del 2009sono state stabili rispetto allo stesso periodo del2008, (352.000 nel 2009, n.d.r) mentre sono in leg-gero aumento i pernottamenti (da 1.421.000 del2008 a 1.500.000 del 2009, n.d.r.)".

Quali sono i vantaggi di pernottare all'HotelSan Rocco?"Chiunque ha la sicurezza di trascorrere delle ore pia-cevoli e nel pieno relax in una struttura unica nel suogenere. I muri dell'Hotel San Rocco, infatti, sono rac-

colti attorno a un cortile interno, come voleva la tradizioneagreste di una volta. Questa conformazione rende l'hotel iso-lato, anche se facilmente accessibile dalla strada. Il persona-le, inoltre, è pronto a soddisfare tutte le piccole esigenze degliospiti, dalla prenotazione dell'auto, alla guida turistica, dalmassaggiatore fino alla palestra e al centro benessere. Graziea delle convenzioni con attività commerciali vicine, riusciamoad avere un'offerta di servizi completa a prezzi contenuti. Altrivantaggi sono rappresentati senza dubbio dagli eventi che,periodicamente, organizziamo per i nostri ospiti e non solo".

Che tipo di eventi?"Vantiamo una serie variegata e interessante di eventi giàorganizzati nella nostra struttura. I miei soci ed io crediamo,infatti, che l'hotel non debba essere solo una struttura ricetti-va, ma sin dalla sua origine dovesse avere una vocazione cul-

"Oltre ad una gamma di servizi completa, studiata per coccolare i nostri clienti, altri vantaggi sono rappresentati dagli eventi che l'hotel organizza periodicamente per i propri ospiti e non solo"

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turale ed enogastronomica. Perquesto motivo abbiamo ospitatonelle nostre sale delle esposizio-ni d'arte: sia pitture, sia scultu-re, sia fumetti, per citare la piùrecente. Inoltre, abbiamo orga-nizzato degustazioni di vini e for-maggi, serate a tema e corsid'avvicinamento al vino curateda sommelier ed esperti di set-tore. Durante l'estate abbiamo,invece, voluto allestire il cortilecome un palcoscenico, dove sisono esibite attrici per degli aperitivi teatrali affascinanti espettacolari. In programma nei prossimi mesi ci sarannopomeriggi di degustazioni di thé e infusi, di miele e ciocco-lato e molto altro".

L'hotel offre, quindi, una gamma completa e raffinatadi servizi ed eventi. Mancherebbe solo il ristoranteper i pranzi e le cene degli ospiti."È vero. L'Hotel San Rocco offre pernottamento e prima cola-zione, mentre la cena non viene servita all'interno dellastruttura. Abbiamo una cucina professionale che permette dipreparare cene anche per 50 persone, che ci ha permesso diaffittare la sala conferenze per cene private, ricorrenze e

festeggiamenti. Tuttavia, icosti di uno chef fisso ognisera rimangono troppo alti peruna struttura con 16 camere.Per ovviare a questo piccoloinconveniente è stata stipula-

ta una convenzione speciale con il ristorante situato esatta-mente di fronte all'Hotel San Rocco. Si tratta di un localeappena restaurato, ma che nelle passate gestioni era famo-so per la buona cucina raffinata, guadagnandosi addiritturauna stella Michelin. Con la "Taverna le dodici lune" (così sichiama il nuovo ristorante, n.d.r) abbiamo un rapporto direciprocità, i nostri clienti sono anche i loro e viceversa".

Quale è la chiave del vostro successo?"Una forte e coerente coesione dei soci e una condivisionedei sacrifici unita a grande entusiasmo e soddisfazione.Qualità che ci permettono di essere forti anche in periodi dicrisi come questi. Una buona parte del successo va ricono-

sciuto anche ai collaboratori, al personale dipen-dente e alle aziende che lavorano alla buona riusci-ta del progetto, sostenendoci moralmente ed econo-micamente. Indispensabile sono l'accesso al credi-to, il continuo investimento, il sostegno finanziarioda parte degli istituti di Credito Cooperativo, legaranzie da parte dei Confidi, la fiducia delle asso-ciazioni di categoria, della pubblica amministrazionedel Comune di Scanzorosciate e di chiunque si impe-gni come noi nello sviluppo economico. Tutto questoha permesso di superare molte problematiche, tantoche ci sentiamo di affermare che questa sia lanostra ricetta vincente per ottenere risultati".

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"Grazie alla nostra flessibilitàpossiamo accogliere varie tipologie di clientela: dal businessman che lavora nelleaziende limitrofe, fino ai turisti che nel week-end atterrano a Orio al Serio per visitare Bergamo e provincia"

Da sinistraTiziano Mafessoni,Oscar Cortinovise Giorgio Longhi

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RUBRICHE

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Al mezzogiorno e alla sera,

ma che bel Tiempo

Con la nuova gestione di Luca Locatelli,

il mitico locale di Mozzo torna ai fasti di un tempo

I bergamaschi hanno riscoperto il "restaurant - pizzeria & bar" più poliedrico della provincia

RISTORAZIONE

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Per ogni imprenditore esistono momenti cruciali nei quali bisogna effettuare delle scel-te importanti. Spesso abbandonare la strada vecchia per la nuova appare come la deci-sione più difficile e sconveniente. Lasciare una realtà vincente per una scommessa nonè certo facile ma sono scelte di vita e di business. Come quella di rilevare la gestione

del celebre Tiempo, restaurant - pizzeria & bar di Mozzo. Locale polivalente (con una dellestrutture più belle della nostra provincia) che ha attraversato, negli ultimi anni, periodi moltodelicati. Luca Locatelli, "self made man" di Cisano Bergamasco, proveniente da una positi-va esperienza imprenditoriale a Lecco insieme al socio architetto Enrico Crippa, dove hannoportato al successo il famoso Lido di Mandello -, ha scelto la strada più difficile e, come dice-vamo, più elettrizzante. "La nostra avventura è ufficialmente iniziata un anno fa, precisamen-te il primo novembre del 2008. La scelta di mantenere il nome Tiempo, è figlia di una serie diconsiderazioni gestionali. Assieme a mio padre Lucio (a.d. dell'azienda) e mia madre MariaGrazia (responsabile di cucina), ho pensato fosse inutile cambiare il nome del locale. Si è rite-nuto più opportuno rivoluzionare la radice stessa dell'azienda, e non solamente il suo brand,mantenendone la stessa immagine che lo aveva portato al successo".

Cosa intende con "rivoluzionare la radice dell'azienda"?"Il Tiempo è un locale polivalente, che offre diversi tipi d'intrattenimento. Tuttavia, abbiamosempre pensato che il cuore vitale dell'azienda fosse la ristorazione. Per questa ragione abbia-mo deciso di curarla fino a farla diventare una vera e propria "cucina internazionale", con menùalla carta e lista vini ampia e di prima scelta. Oggi vantiamo, oltre al "tex mex" messicano,anche un'offerta squisitamente italiana, con piatti di carne e pesce. Infine, per completare laproposta, abbiamo ridato nuova linfa alla pizzeria con forno a legna, una parte del locale cheera stata quasi abbandonata dalle passate gestioni".

Inoltre, avete anche lanciato i pranzi per aziende e privati."Credo sia stata una scelta vincente. Del resto ho sempre ritenuto assurdo che un ristorantecome il Tiempo non fosse aperto anche a mezzogiorno. Così, da gennaio - dopo due mesi dirodaggio -, abbiamo iniziato a proporre pacchetti per aziende e privati. Fondamentale per ilsuccesso di questa iniziativa sono state l'organizzazione e la velocità, unitamente alla qualitàdei nostri piatti. Solo per il pranzo, oltre alla scelta alla carta, riusciamo ad offrire menù com-posti da cinque primi e tre secondi, che cambiano ogni giorno, con contorni caldi e freddi a buf-fet. Inoltre, abbiamo da poco inserito il menù pizza a prezzi estremamente concorrenziali".

SopraAlcuni dettagli del rriissttoorraannttee

TTiieemmppoo di Mozzo

PHOTO: GIORGIO CHIESA "Ho sempreritenuto

assurdo che un ristorante

come il Tiemponon fosse

aperto anche a mezzogiornoCosì abbiamo iniziato a pro-

porre pacchettiper aziende

e privati"

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Un'offerta sicuramente poliedrica. Oltre alla cucina,quali sono stati i principali investimenti?"Sicuramente quelli che hanno riguardato la zona bar.Sistemato il ristorante, ci siamo dedicati all'allestimento di unprogetto estivo molto ambizioso. Volevamo creare un "dehor"che riuscisse ad essere parte integrante del locale, e non unasemplice appendice. Per fare questo, è stato necessario untotale restyling del giardino, ideato dal mio socio nonchéarchitetto Enrico Crippa, con l'inserimento di una vasca jacuz-zi dove i clienti potessero divertirsi e rilassarsi. Adesso che labella stagione è finita, possiamo dire che abbiamo avuto ungrande successo. Siamo riusciti ad integrare tra loro tutte lepotenzialità del Tiempo, riuscendo ad abbinare la nostra cuci-na alle varie feste e ricorrenze (compleanni, addii al celibatoe al nubilato, senza dimenticare le feste aziendali) che i nostriclienti hanno richiesto sempre più numerosi".

Rispetto alla passata gestione, è cambiata anche la filo-sofia del locale?"Certo. Abbiamo ridato linfa alla struttura, che fra l'altro mi con-sente di offrire una soluzione a tutte le richieste della clientela.Focalizzarla su una sola realtà, la discoteca, come avvenuto nellaprecedente gestione lo ritenevo penalizzante e riduttivo. IlTiempo è un locale a 360 gradi".

Quali sono gli elementi caratterizzanti?"Come dicevo prima, la nostra forza è l'unione delle sue poten-zialità. Per questo abbiamo studiato delle serate che ci stannodando grandi soddisfazioni. Il venerdì viene proposto il piano

bar con karaoke fino alle 23, a seguire dj-set con happy-music.Il sabato, invece, è il turno del divertimento targato "SaturdayNight Tiempo", una serata coinvolgente dove il dopocena è ani-mato dal dj fino alle 2 di notte con pizza offerta prima dellachiusura. La domenica sera, infine, si parte dall'aperitivo alleore 18 con selezione musicale e buffet, mentre il giovedì l'ap-puntamento è con i calienti suoni latino americani".

Come mai ha deciso di lanciarsi in una sfida cosìimportante?"Questione di stimoli. Volevo cimentarmi in qualcosa dinuovo, che potesse trasmettermi nuove emozioni. Direi che, adistanza di un anno dall’apertura, posso ritenermi molto sod-disfatto. Non a caso festeggeremo il primo compleanno delTiempo il prossimo 20 novembre: una grande serata, organiz-zata proprio per ringraziare i nostri affezionati clienti. Gli stes-si che mi hanno regalato uno splendido anno”.

Concludendo, vorremmo rivolgerle una domanda pro-vocatoria: in una piazza difficile come Bergamo, com'èla concorrenza?"Sapevo d'inserirmi in un contesto molto selettivo, con tantaofferta e di ottima qualità. Questo è stato un grande stimo-lo per migliorare e delineare al meglio la mia proposta.Grazie alla professionalità del mio staff - che ho rivoluziona-to rispetto alla passata gestione -, sono riuscito a creare unconcept particolare che, visto il gradimento del pubblico,permette al Tiempo di essere un punto d'incontro per ogniesigenza: dalla ristorazione al divertimento".

"Il cuore del locale è la cucina. Assieme al "tex mex" messicano,vantiamo un'offerta squisitamente italiana -con piatti di carne e pesce estremamentecurati -, oltre che una pizzeria con forno a legna"

Da sinistra Luca, Maria Grazia e Lucio Locatelli, a destra l’architettoEnrico Crippa e al centro lo staff di cucina al completo

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Un palazzo a Venezia sul Canal Grande nasconde unantico segreto. Due donne lo hanno abitato in epo-che tra loro lontanissime. Stesso nome e stessocognome: Giulia Leoni. Passato e presente si legano,

così, in una rete di misteriose corrispondenze dal sapore quasimagico. Di cosa stiamo parlando? Non solo di un'appassiona-ta ricerca d'archivio che fa rivivere lo scenario politico e socia-le veneziano del Cinquecento,ma anche di un romanzo che pog-gia le sua linfa creativa proprionella nostra cittadina. L'autricedel libro "La Corte del Remer"(edizione Supernova), infatti, èuna bergamasca d'adozione nataa Rivoli (provincia di Torino) earrivata a Bergamo all'età di seianni. Si tratta di AndreinaFranco-Loiri Locatelli, ex inse-gnante laureata in lettere e oggi

operatrice culturale nelle prestigiose Accademia Carrara eGamec. "Il romanzo - afferma l'autrice - nasce da motivi auto-biografici. Qualche anno fa, mio marito ed io abbiamo acqui-stato un monolocale in multiproprietà a Venezia nei pressi diRialto. È un angolo di storia che fa parte di un palazzo anti-chissimo, uno dei più antichi di Venezia, poco conosciuto maestremamente suggestivo. Palazzo e cortile costituiscono

ancora oggi la corte detta "delRemer", dal nome di un fabbri-cante di remi che, nel campiel-lo, teneva la sua bottega. Nesono stata affascinata e hocominciato a ricercare in biblio-teca e in archivio documentiche lo riguardassero. Così, solo

gentile belliniprocessione in piazza S. Marco

ECONOMIA&BUSINESS

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"La Corte del Remer",un campiello veneto-bergamasco

Il nuovo romanzo di Andreina Franco-Liori Locatelli parla della Venezia d'inizio Cinquecento. Un intreccio autobiograficoche affonda le sue radici nei diari di Marin Sanudo

LETTERATURA

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

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Venezia, la corte“del Remer”

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per curiosità, ho scovato un episodio interessante, docu-mentato dalle carte di un processo: Maffio Leone, proprie-tario del palazzo nel 1542, doveva rispondere di accusegravissime che comportavano la pena di morte. E' nata dalì la prima idea del romanzo. Il protagonista, però, non loidealizzai nel nobiluomo inquisito, ma piuttosto nellamoglie Giulia, che abitò il palazzo a partire dal matrimo-nio, avvenuto nel 1514".

Dove trovò lo spunto per costruire la vicenda?"Indagando le vicende di Maffio Leone, ho avuto la fortu-na d'imbattermi nei numerosi diari di Marin Sanudo (sto-rico e politico veneziano contemporaneo alla vicenda,n.d.r.). Questa raccolta consiste in 58 volumi che raccon-tano, giorno per giorno e con metodica precisione, tuttociò che succedeva a Venezia nei primi trent'anni delCinquecento. Mi resi subito conto di avere tra le maniun'eccezionale quantità di materiale, grazie al quale avreipotuto tracciare un affresco vero e suggestivo della socie-

tà veneziana nel momento più splendido della sua storia".

Qual è il mistero nascosto dietro al nome "GiuliaLeoni"?"La parte storica è introdotta e accompagnata da un raccontoattuale. Nello specifico, si tratta di una vicenda in cui la vocenarrante prima descrive il casuale incontro con le vicissitudi-ni di Giulia Leone, poi ritorna in due brevi intermezzi. Anche lastoria contemporanea è romanzata e la voce narrante - peruno strano gioco del destino - ha lo stesso nome della prota-gonista del passato. In questo modo, si stabilisce fra le duedonne una rete di misteriose corrispondenze che non ha nulladi razionale, ma non per questo è meno vera".

Il romanzo si poggia su solide basi storiche. Lavicenda narrata, invece, è reale o inventata?"Ovviamente, trattandosi di un romanzo, c'è una parte che nonha attinenza specifica con la realtà. Tuttavia, più che d'inven-zione, mi piace parlare d'ipotesi. Questo perché ciò che non è

scritto nei documenti storici potreb-be essere comunque accaduto e, diconseguenza, non essere statodocumentato. Con questo sistema ilracconto rimane sempre sotto uncriterio di verosimiglianza, un meto-do che permette a chi scrive e -soprattutto - a chi legge, d'esseresempre più coinvolto nella vicenda".

"La voce narrante - per uno strano gioco del destino - ha lo stesso nome della protagonista del passato In questo modo, si stabilisce fra le due donne una rete di misteriose corrispondenze che non hanulla di razionale, ma non per questo è meno vera"

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RUBRICHE

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PHOTO: GIORGIO CHIESA

Viaggiare come scoprire, rina-scere, maturare. Il tema delviaggio come nuova esperien-za di vita, come rivelazione di

nuove forme, di nuove linee, di nuoviorizzonti. L'evento di domenica 30settembre scorso, che ha animato laconcessionaria Lario Bergauto diBergamo, ha avuto quest'unico leitmotiv, una sola grande protagonista -la nuova BMW Serie 5 Gran Turismo -e tanti importanti compagni d'avven-tura. Potremmo definirla passione allostato puro o semplicemente un nuovogioiello automobilistico, sta di fattoche questa volta - si può dire - la casabavarese ha voluto superare se stes-sa, complici le linee morbide e sinuo-

BMW Serie 5 GT,comincia l'avventura

Assieme alla presentazione del gioiellodella casa bavarese, Lario Bergauto offre una nuova partnership con il tour operator "Dream & Sharm"

MOTORI&LUSSO

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se che caratterizzano la livrea della vettura e chesembrano evocare l'orizzonte del mare e la sempli-ce bellezza delle novità. Ecco allora che il viaggio,da cui siamo partiti, raggiunge un primo importan-te traguardo proprio durante la kermesse: la pre-sentazione di "Dream & Charme" (sogno & fasci-no), il nuovo tour operator che organizza itinerarinelle località più esclusive, soggiorni in castelli eville rinascimentali, oltre che crociere su yachtriservati e su eleganti navi. Testimonial della sera-ta, quindi, non poteva che essere uno dei viaggia-tori per eccellenza della nostra Penisola. Stiamoparliamo di Mauro Pelaschier, pluricampionenazionale, internazionale e olimpico di vela, maanche primo timoniere italiano di Coppa Americacon Azzurra ed ex coach di Mascalzone Latino-Capitalia Team. Al termine del suo discorso da"lupo di mare", che i numerosi ospiti della conces-sionaria hanno ascoltato con passione e un pizzicodi stupore, la serata si è spostata "al largo" graziead un altro compagno di viaggio, i l celebre"Bobadilla Ricevimenti". Un grande buffet, infatti,è stato allestito all'esterno della struttura, proprioad un passo dall'ennesima grande sorpresa dell'e-vento. Vicino alla limitrofa concessionaria MINI,un simpaticissimo mini golf contest ha messo inpalio - grazie alla partnership tra Lario Bergauto e"Dream & Charme" - uno splendido week end perdue persone al "Green Park Golf Club" (strutturaalberghiera da cinque stelle). Come se non bastas-se, al fortunato vincitore è stata data la possibi-lità di avere la nuovissima Serie 5 Gran Turismo adisposizione per l'intero fine settimana. A tuttigli ospiti , infine, sono stati regalati i primi"Traveller's Cheques Dream & Charme", del valoredi cento euro l'uno, utilizzabili nei sei mesi suc-cessivi al ritiro, come sconto per tutti i servizi del

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tour operator. Non c'è che dire, questa volta l'unioned'intenti tra la concessionaria BMW e MINI e il suo illu-stre compagno d'avventura è davvero stata su tutta lalinea. Fino al 31 dicembre 2009, infatti, sarà addiritturapossibile ritirare - all'interno dello showroom - materialie informazioni sui servizi "Dream & Sharm".

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RUBRICHE

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESAAutotorino e Foppa, un altro anno sottorete

Kia Motors Italia e Autotorino aprono la stagione 2009/2010 del Volley Bergamo:nell'avveneristico showroom di Curno si rinnova il brindisi inaugurale

SPONSOR&SPORT

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Sono diversi anni che la nostra cittàtiene alto l'onore della pallavoloitaliana in Europa e nel mondo. Daquando la nazionale italiana

maschile ha iniziato a subire le prime fles-sioni alla fine del ciclo della cosiddetta"generazione di fenomeni", un solo nomesvetta alto guadagnandosi il rispetto di tutti:Volley Bergamo Foppapadretti. Da quan-do è apparsa sulla scena, una quindicina distagioni fa, il sestetto femminile ha vintopraticamente tutto e - parallelamente - hafatto crescere e maturare giocatrici di livelloassoluto. Sette scudetti, cinque Coppa Italia,cinque Supercoppa Italiana, cinque fraCoppa Campioni e Champions League e unaCoppa Cev. Tutti questi trofei, giovedì 15ottobre scorso, si sono materializzati nei fisi-

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ci scolpiti delle atlete Foppa versione 2009/2010. A Curno,il salone delle meraviglie del Gruppo Autotorino, conces-sionario Kia Motors Italia (partner ufficiale della VolleyBergamo da una parte e marchio di punta dello showroomdall'altro), ha avuto l'onore di ospitare, per il secondo annoconsecutivo, la presentazione ufficiale della squadra. Unakermesse organizzata non soltanto per testimoniare lagrandezza del passato, ma anche per fare da supporto alpresente e da proiezione nel futuro. Sette fresche campio-nesse d'Europa, infatti, hanno preso per mano le giovanicompagne nel tentativo di guidarle sul primo gradino di unastagione, l'ennesima, che va ad incominciare. A fare glionori di casa è stato il presidente Luciano Bonetti, che haricordato gli importanti traguardi raggiunti in questi anni ela volontà di riconquistarsi uno scudetto che manca da bentre stagioni. Ad ascoltarlo in platea, oltre a giornalisti esponsor della squadra bergamasca, c'era l'imprenditriceEnrica Foppa Padretti, accompagnata - per l'occasione -dai vertici del Gruppo Autotorino. Su tutti, il direttore dellaconcessionaria Pierangelo Manzoni, portando i salutidel proprietario Plinio Vanini, ha voluto sottolineare lospeciale connubio che, per il secondo anno consecutivo,unisce Autotorino alla mitica Foppa. "Anche quest'anno -ha spiegato Manzoni - siamo riusciti a rimarcare la nostrafilosofia all'insegna dell'ospitalità accogliendo il fioreall'occhiello della pallavolo femminile nazionale. Assiemea Kia, abbiamo voluto augurare una buona stagione allasquadra bergamasca, salutandola prima dell'inizio del cam-pionato. D'altronde, l'obiettivo imprenditoriale del nostrogruppo è sempre stato quello di creare un nuovo luogo d'in-contro. Dall'apertura del nostro centro, avvenuta circa dueanni fa, proponiamo alla clientela una struttura poliedrica,capace di soddisfare tutte le esigenze. Lo showroom nonvende solo auto a prezzi concorrenziali, ma anche la possi-bilità di gustarsi un buon caffè o un aperitivo al Lounge Barallestito all'interno dello showroom. Inoltre, come i nostriappassionati già sanno, nella struttura di Curno è possibileallenarsi grazie ad una zona fitness appositamente attrez-zata con macchinari d'ultima generazione. Sappiamo beneche il fisico "da Foppa" è forse irraggiungibile, ma credia-mo comunque che investire nella sana attività fisica siauna scelta importante anche in un luogo che - nell'immagi-nario comune - sarebbe adibito a ben altro. Se l'anno scor-so la nostra partnership ha portato fortuna con la vittoriadella Champions League, speriamo che quest'anno laFoppa riesca a centrare addirittura il grande slam con la vit-toria del campionato". Dagli auguri ai fatti, verrebbe dadire, specialmente guardando negli occhi i neo acquistidella Foppa. Delle otto campionesse che ne costituivanol'impalcatura, non c'è più Jenny Barazza, che è andata acaccia di nuove esperienze rafforzando l'avversario di sem-pre, Novara. Al suo posto, però, è arrivata la fortissimaChristiane Furst. Non c'è più nemmeno Lucia Bacchi, tra-

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sferitasi in A2 a Carpi, sostituita dall'azzurra Lucia Bosetti. Pochicambiamenti per rappresentare un turn-over fisiologico che vaad integrare un nucleo di comprovata solidità (Piccinini, LoBianco, Del Core, Ortolani, Arrighetti e Merlo, solo per fare alcu-ni nomi), affidato per il terzo anno consecutivo a Lorenzo Micelli,allenatore di sicure capacità tattiche e raro equilibrio.

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RUBRICHE

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ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTAPrius, pura energiasu quattro ruote

La terza generazione dell'ibrida più famosa al mondo si presenta con un concentrato di tecnologia degno della Nasa: il sistema THS "Toyota Sinergy Drive", permette ora di marciare con il solo motore elettrico fino a 50 km/h

IL PUNTO TECNICO

Prius in latino vuol dire "arrivareprima" ed è per questo che nel 2009l'ibrida Toyota è già giunta alla terzagenerazione indicando una strada

che oggi tutti i costruttori seguono: accop-piare il motore a combustione interna conuno elettrico. Tecnologia all'ennesima poten-za, che presentiamo grazie alla collaborazio-ne tecnica di Toyota Sarco (concessionariaufficiale del marchio giapponese a Curno eTreviglio). Questa volta non ci concentreremosulla presentazione generale dell'auto, cheavremo modo di conoscere nei prossiminumeri di Bergamo Economia con la canoni-ca "prova su strada". Bensì focalizzeremo lanostra attenzione sull'aspetto tecnologicodel motore, inaugurando una nuova sezio-ne della rubrica motori: il punto tecnico.

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ANIMA IBRIDA - La nuova Prius mantiene in pratica le stes-se dimensioni del passato con una lunghezza di 4.460 mm(+10 mm), è appena più larga (1.745 mm, +20 mm) ed haun'aerodinamica da record con un cx di 0,25. Ma è il cuoredella Prius ad essere totalmente innovativo: ovvero il sistemaibrido THS (Toyota Sinergy Drive). Il motore a benzina a cicloAtkinson cresce di cilindrata da 1,5 a 1,8 litri rispetto allaprecedente edizione e, insieme al motore elettrico da 60 kWe 207 Nm, fornisce complessivamente 136 CV, è Euro5 e puòvantare livelli di consumo ed emissioni da record per una ber-lina 5 porte: 3,9 litri/100 km e 89 g/km di CO2. Il sistema ibri-do è stato totalmente riprogettato per renderlo piùcompatto, efficiente e leggero. Presi direttamentedalla sorellona Lexus RX450h sono il sistema di ricir-colo dei gas di scarico e quello che ne recupera ilcalore. A richiesta, si può avere anche un tetto foto-voltaico la cui energia è usata per attivare la vento-la interna non appena la temperatura esterna supe-ra i 20 °C, ma la novità assoluta è che attraverso iltelecomando può essere azionato il climatizzatoreper 3 minuti per rinfrescare la vettura prima dientrarvi dopo che è stata sotto il sole. La Priusinsomma, più che un'automobile, è una sorta di cen-trale energetica. Anche le prestazioni sono sensibil-mente migliorate: accelera da 0 a 100 km/h in 10,4secondi e raggiunge 180 km/h. Altra novità è che ilguidatore può scegliere 4 modalità di guida. Oltrequella Normale, c'è la Eco che riduce la reattivitàdell'acceleratore e ottimizza l'assorbimento dei ser-vizi elettrici, soprattutto il climatizzatore per guada-gni in termini di consumo del 10-15%. Nella modali-tà Power, si può chiedere alla giapponese il massi-mo delle prestazioni, nella EV - invece - si obbliga lavettura a marciare con il solo motore elettrico fino a50 km/h e fin quando la batteria ha carica sufficien-te, non oltre 2 km. Questi ultimi dati non sono diver-si numericamente dalla precedente Prius, ma la stra-tegia di funzionamento su strada appare nettamenteevoluta perché marcia molto più volentieri con il soloausilio del motore elettrico. In partenza chiede menoaiuto a quello termico, anche in presenza di leg-gere salite e, quando viaggia con entrambi i moto-ri, lascia una maggiore sensazione di brillantezza,

soprattutto in fase di sorpasso dalle basse velocità.

CONSUMI - Prestazioni importanti con consumi parchi.Viaggiando su un percorso misto affrontato senza parti-colari accorgimenti, alla fine il computer di bordo segna4,4 litri/100 km e c'è chi, utilizzando uno stile di guidaparticolare per un tratto, ha raggiunto lo stratosfericovalore di 2,6 litri/100 km. Roba che alcuni ciclomotorifaticano ad eguagliare e che dà un'idea del potenzialedella Prius e del vantaggio accumulato da Toyota per latecnologia ibrida in 12 anni di esperienza.

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Design:oltre 3mila i componenti stilistici aggiornatiTra quelli che balzano all'occhio sono le linee più nette, il nuovo gruppo otticoanterioree la calandra

RUBRICHE

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTAPHOTO: LAURA PIETRA

La più elegante fra le Suv. Di sicuro la piùadatta allo sterrato, sempre con queltocco di classe british che dal 1970 lacontraddistingue. Parliamo di Range

Rover che, nonostante un pizzico d'ingegno popl'abbia resa Sport, è sempre maestosa, impo-nente e oggi ancor più dinamicamente aggres-siva. Appena presentato, il model year 2010 -che vedete in tutta la sua bellezza nel cuore diBergamo Alta, Piazza Vecchia, grazie alla con-cessionaria Iperauto di Borgo Palazzo - è giàun must: riflesso nelle vetrine del Caffè del

Tasso si scopre energico, carico, gioioso.

DESIGN - Anche se l'operazione di maquilla-ge potrebbe sembrare una sorta di restyling,assolutamente non lo è. Piuttosto si tratta diuna rivoluzione: sono stati, infatti, aggiornati3mila componenti, moltissimi dei quali invisibi-li. Il nuovo design della Range Rover Sport2010 si presenta caratterizzato da linee più"nette" e scolpite. Nonostante l'imponenza delcorpo vettura, alcuni particolari sono stati stu-diati per conferire al fuoristrada inglese un'im-

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Motori:nuove motorizzazioni

a doppio turbocom-pressore (V6 da 3l

e 245 CV che va a sostituire il 2.7

da 190 CV) e il V8benzina da 5l (com-

pletamente rinnova-to) da 510 CV che va sostituire il 4.2

magine dinamica. La parte anteriore rive-la un nuovo gruppo ottico, formato da duecoppie di fari a Led a elementi sovrappo-sti. Nuovo anche il grande "scudo", la cuiimponenza è "spezzata" da due barre tra-sversali. Infine il posteriore, con i nuovigruppi ottici squadrati: adesso le lineesono più scolpite, in maniera da creare unrichiamo al disegno del frontale.

INTERNI - Ovviamente, il colpo d'occhio èanche all'interno. L'abitacolo ha avuto unsostanziale stravolgimento nelle forme e unrinnovamento nei materiali. Anche se l'a-spetto resta quello che da quasi 40 anni

caratterizza le versioni alto di gamma dellaRange Rover. In due parole, lussuoso edaccogliente coi suoi materiali di alta qualità,le accurate finiture e l'ampia gamma di det-tagli. I rivestimenti in pelle, ora disponibili inun'ampia varietà di colori, denotano un'im-magine più sportiva: le parti in tonalità chia-re, infatti, sono state "incorniciate" da ele-menti più scuri, a contrasto. Nuovi i sedili,dal disegno più avvolgente; per la primavolta, sono disponibili di serie i sostegnilaterali regolabili elettricamente. Anche laplancia se desiderato può essere rivestita inpelle, con cuciture a vista; i montanti sonoin legno di radica naturale, o legni scuri.

In anteprima l'edizione 2010 del Suv british che ha fatto storia: ve lo presentiamo,

in tutto il suo splendore, immerso nelle bellezze storiche

di Piazza Vecchia

Range Rover Sport,rocciosa classe

LA NOVITA'

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MOTORI - Tre le motorizzazioni. Accanto al precedente V8 3.6 da 272 CV cherimane invariato, viene introdotto il nuovo Diesel a doppio turbocompressore, 6cilindri a V da 3 litri che presenta una potenza dichiarata di 245 CV e una coppiadi 600 Nm. L'aumento di potenza raggiunto rispetto al precedente motore 2.7 è del29 per cento, la coppia ha guadagnato il 36 per cento; le emissioni si riduconodell'8,3 per cento (adesso sono di 243 g/km di CO2). Il V8 a benzina da 5 litri,sovralimentato con un compressore volumetrico, è stato completamente rinnova-to; la potenza massima dichiarata per questa unità è di 510 CV, e la coppia di ben625 Nm. Significativa, in questo caso, la diminuzione nei consumi di carburante,che adesso è quantificata nel 5,7 per cento.

GUIDABILITA' - La sensazione alla guida, oltre ad avvalersi della tradizionaleposizione dominante dei sedili anteriori, garantisce riprese pronte su strada nor-male anche con la trasmissione automatica-sequenziale a 6 rapporti, specialmen-te se si fa ricorso alle comode levette al volante per la scelta personale del rap-porto di trasmissione più adatto. Il motore da 3 litri Td (doppio turbo) ha dimostra-to che grazie alla sua coppia esuberante di 600 Nm, "scaricati" alle ruote tramitela trasmissione con le "ridotte" inserite, va benissimo in ogni circostanza. Le 5 tele-camere che permettono il controllo tutto intorno garantiscono sicurezza anchenelle strettoie impegnative, come i ponticelli larghi poco più della carreggiata.

TECNOLOGIA - A proposito di tecnologia, il nuovo modello è dotato di un sistema dinavigazione satellitare ad interfaccia audio, corredata di connessioni USB ed MP3.Ma le novità per le quali si è attinto a piene mani nella tecnologia non riguardano sol-tanto le funzioni dell'abitacolo. La Range Rover Sport 2010 presenta una lunga seriedi sistemi di aiuto nella guida. Le sospensioni, ad esempio, sono dotate di un sistemadi controllo adattativo delle sospensioni (Adaptive Dynamic System), che operaassieme al controllo attivo della dinamica già presente nelle versioni turbocompresse.Gli ammortizzatori standard sono stati sostituiti con elementi a smorzamentoDampTronic Valve Technology, che permettono una regolazione "continua" degliammortizzatori, senza le tradizionali "tarature fisse". Il sottosterzo e il rollio in curvavengono controllati mediante il sistema di controllo dell'avantreno, che rallenta il vei-colo in caso si affronti una curva a velocità elevata, e con l'RSC (Roll Stability con-trol), che entra in funzione in caso dirischio di ribaltamento. Nella guidasportiva, per un migliore controllodella scocca e risposte più rapidedello sterzo entra in funzione il siste-ma Terrain Response, abbinato allamodalità Adaptive Dynamics. Nellaguida in fuoristrada, è stato adottatoil sistema di Controllo della partenzasu sabbia, che agisce sul differenzia-le e impedisce in automatico il bloc-caggio delle ruote in caso di parten-ze su terreni cedevoli, mentre ilProgramma Roccia riduce il rollio delveicolo al superamento di massi egrossi ostacoli. Perfezionato il siste-ma di controllo della velocità in disce-sa (HDC) con l'aggiunta del GradientRelease Control: che favorisce par-tenze graduali, in salita e in discesa.

Tecnologia: rinnovato non solo l'abita-

colo (con sistema di navigazione satellitare),

ma anche il sistema di controllo delle sospen-sioni con ammortizzatori

DampTronic, e l'introduzio-ne dell'Adaptive Dynamics

IPERAUTO 4X4Via Borgo Palazzo, 205

24125 Bergamo (BG) TEL: 035 2924211

www.iperauto.it

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Design:il modulo frontale, le fiancate e la codasfociano uno nell'altrocon la massima naturalezza, mentre delle lineeincisive creano

delle unioni fluide tra i singoli elementidella carrozzeria

Attenzione, signore e signori: nel-l'elegante vigna della tenuta "LeMojole" di Castelli Calepio, famo-sa per il pregiato rosso "Donna

Marta", vi presenteremo in anteprima lanuova regina delle strade BMW, grazie allacomplicità della concessionaria LarioBergauto. Avrete intuito, ovviamente, diquale modello stiamo parlando: la tantoattesa e sognata X1. Ebbene sì, finalmentepossiamo mostrarvela nei minimi particola-ri: nell'attesa che l'inverno alle porte possa

metterla alla prova fra le curve innevatedella Bergamasca, grazie all'ausilio dell'ot-tima trazione integrale xDrive.

DESIGN - I designers della casa bavareseconoscono bene i gusti degli automobilistieuropei, soprattutto partendo dal presuppo-sto che l'occhio vuole sempre la sua parte.A questo bisogna unire due dettagli tecnicibasilari: l'agilità e la sportività di guida.Queste proprietà si manifestano totalmentenel design esterno della nuova nata, svelan-

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTAPHOTO: LAURA PIETRA

RUBRICHE

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La tanto attesa Suv compatta bavarese si mostra in tutto il suo splendore nell'elegante

vigna della tenuta "Le Mojole" di CastelliCalepio, nell'attesa che l'inverno alle porte

possa metterla alla prova fra la neve e le curve della Bergamasca

BMW X1,petit enfant prodige

do anche un'eleganza raffinata e una fun-zionalità moderna. Il modulo frontale, lefiancate e la coda sfociano uno nell'altrocon la massima naturalezza, mentre dellelinee incisive creano delle unioni fluidetra i singoli elementi della carrozzeria.Nonostante le dimensioni nettamente infe-riori ai modelli BMW X6, BMW X5 e BMWX3, la vettura - dalla lunghezza di 4,45 metri- è identificabile in ogni prospettiva comeun modello BMW della gamma X. Dei pas-saruota squadrati, la maggiore altezza daterra, uno stretto rivestimento protettivonella sezione inferiore della carrozzeria e ildoppio rene BMW montato verticalmente,

segnalano la robustezza della vettura. Ilcofano motore allungato, lo sbalzo anterio-re tenuto corto, il passo lungo di 2,76 metrie il lunotto solo leggermente inclinato,generano invece delle proporzioni slanciateche svelano il carattere sportivo dellaBMW X1. Inoltre i paraurti robusti e il dop-pio rene BMW inserito a filo, donano alfrontale un'immagine molto espressiva.

INTERNI - Se la robustezza e la sportivitàsono i canoni distintivi dell'esterno, aprendole portiere della X1 scopriamo un ambientegiovane e dinamico. Come? Semplicementecon degli elementi grafici fortemente

Motori:BMW

ha previsto tre motorizzazioni

per l'X1, per la precisione

un 2.0d da 177 Cv, un 2.3d da 204 Cv

e il più potente 2.8i

da 6 cilindri

ANTEPRIMA

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espressivi, delle generose modanature e un andamentoslanciato delle linee. Caratteristiche che conferiscono agliinterni della BMW X1 un look giovane e accatti-vante. La plancia portastrumenti viene strutturatada linee orizzontali. Questa architettura, ripresanei pannelli interni delle porte, sottolinea l'oriz-zontalità e la generosa spaziosità dell'abitacolo. Ilnuovo design integra con armonia nella planciaportastrumenti anche il Control Display del siste-ma di comando iDrive, disponibile come optional.La tipica posizione di seduta rialzata dei modelliBMW della gamma X offre, inoltre, un accessoconfortevole e una visione ottimizzata sulla stra-da, rendendo il guidatore più sicuro. Questaimpressione viene rafforzata dal fatto che losguardo dalla posizione rialzata cade sulla plan-cia portastrumenti leggermente inclinata in avan-ti. Il design della consolle centrale e del cruscot-to nella zona del cockpit offrono un'interpretazione nuovadel tipico orientamento al guidatore della marca. La forma

della consolle centrale definisce una separazione netta trazona del guidatore e del passeggero. I comandi della cli-

matizzazione e del sistema audiosono leggermente inclinati versoil volante. Un nastro in tinta dicontrasto - che nasce nella sezio-ne inferiore della plancia porta-strumenti - avvolge la strumenta-zione combinata, inclusa la boc-chetta d'aria superiore, indirizzan-do lo sguardo verso la strada.

SICUREZZA - Fenomenale latenuta di strada, garantita dallaripartizione variabile della coppiamotrice tra le ruote anteriori eposteriori, il sistema di trazioneintegrale permanente BMW xDrive

- infatti - promuove sia l'agilità che la trazione sicura suiterreni non compatti. Le qualità convincenti del sistema

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Xdrive: la trazione integrale

intelligente viene offerta per la prima volta in

un'automobile compattaCon un ripartitore elettro-

nico, la coppia motriceviene convogliata all'assecon maggiore aderenza

hanno trasformato BMW nel produttore di maggiore successo del mondo divetture a trazione integrale nel segmento premium. Adesso, la trazione inte-grale intelligente viene offerta per la prima volta in un'automobile compatta.Attraverso un ripartitore di coppia con frizione a lamelle a comando elettroni-co, xDrive convoglia la coppia motrice con la massima precisione sempreall'asse le cui ruote offrono il migliore contatto con il fondo stradale, tenendoconto della situazione momentanea. Anche nella BMW X1 la trazione integra-le è collegata al Controllo dinamico di stabilità (DSC) e alla gestione motore.Un eventuale slittamento viene rilevato immediatamente dai sensori delleruote. In frazioni di secondo il sistema è in grado di variare la relazione di dis-tribuzione della coppia motrice. La reazione avviene ancora prima che unaruota inizi a slittare, così da sopprimere efficacemente qualsiasi tendenza disottosterzo o sovrasterzo. Al fine di incrementare l'agilità della vettura e di evi-tare un sottosterzo, nella guida in curva una quota maggiore della coppia motri-ce viene inviata all'asse posteriore. Anche nella BMW X1 il programma di sta-bilità di guida DSC comprende la funzione di ABS, il Dynamic Brake Control,l'assistente di frenata in curva CBC e la modalità di trazione DTC (Controllodinamico della trazione). Il DTC aumenta le soglie d'intervento della regolazio-ne della stabilità di guida, facilitando così la partenza sulla neve o sulla sabbiacon le ruote che slittano leggermente. Da sottolineare, inoltre, l'ottima tenutain curva della versione a trazione posteriore sDrive, per chi predilige l'utilizzoprettamente urbano e in montagna ci va poche volte all'anno.

MOTORI - Infine i motori. BMW ha previsto tre motorizzazioni per l'X1, duediesel e una benzina: un 2.0d da 177 Cv (che accelera da 0 a 100 km/h in8,4 secondi e raggiunge i 213 orari). Un 2.3d (che eroga 204 Cv e accelerain 7,3 secondi, mentre tocca i 223 km/h). Oltre alla più potente X1 2.8i 6cilindri (che impiega 6,7 secondi per raggiungere i 100 orari e raggiunge i230 km/h di velocità massima).

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Giovedì 8 ottobre scorso, nell'affascinante cornice del risto-rante "Ca'Bigio" di San Pellegrino, si è svolta una delle piùbelle conviviali del Panathlon International di Bergamo. Allapresenza delle figlie del compianto Angiolino Quarenghi, è

stato assegnato l'undicesimo "Premio" in onore del compianto fidu-ciario del C.O.N.I. e medico della grande Inter. Quest'anno, ad esse-re insignito, è stato Guy Thibault, consigliere per la ricerca in ambi-to sportivo del governo del Quebec e autore di molte pubblicazioni dicarattere medico scientifico e tecnico (l'ultima realizzata insieme adAlfredo Calligaris sul complicato tema dell'allenamento ciclistico). Abalzare agli onori del palcoscenico, inoltre, è stato Ivan Gotti (duevolte vincitore del Giro d'Italia), premiato con un riconoscimento allacarriera sotto gli occhi del collega Paolo Savoldelli e della "vocedello sport" per eccellenza Bruno Pizzul. Proprio loro, incoraggiati dalpresidente del Panathlon Maurizio Gamba, hanno voluto sottolineare- una volta in più - i nobili intenti dell'associazione che dal 1955 pro-muove il fair play sportivo su tutti i livelli.

PHOTO: GIORGIO CHIESA

Il "Premio AngiolinoQuarenghi",vola in Canada

CHI, DOVE E PERCHÈ

EVENTI

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Nella moderna cornice della "Pentole Agnelli" di Lallio, la "EsedraSistemi Srl" (azienda del "Gruppo Agnelli Industries") ha pre-sentato - all'interno del salone ristorante della Saps, il centro diricerca e studi per chef professionisti -, l'innovativo sistema di

profilati in alluminio per porte e finestre dal nome "Sistema Esedra HT54/62". Venerdì 25 settembre scorso, gli oltre cento ospiti - tra clienti epersonale del Gruppo - hanno così potuto gustarsi un delizioso aperitivopreparato nel "Museo della Pentola", l'affascinante struttura che riprodu-ce fedelmente l'officina dell'azienda nei primi del '900. Seduti a tavola, afare gli onori di casa è stato il presidente del Gruppo Paolo Agnelli, pre-sentando - a sua volta - Danilo Verga, docente di teorie e tecniche dellapromozione d'immagine all'Università degli Studi di Bergamo. Proprio luiha illustrato la lungimiranza imprenditoriale del nuovo "Sistema Esedra",una tecnologia che punta a conquistarsi un'importante fetta di mercatoattraverso indiscusse qualità tecniche. Nel secondo break (tra la prima ela seconda portata) ha preso la parola Luigi Stucchi, esperto che - gra-zie alla sua trentennale attività nel campo dei profilati in alluminio - èstato da poco eletto responsabile dell'ufficio tecnico e progettistico deisistemi Esedra per porte e finestre. Dal suo punto di vista scientifico sonostate illustrate le principali qualità del nuovo HT 54/62, una tecnologiache riesce a raggiungere - grazie all'implementazione di una barretta dipoliammide da ben 24mm -, elevati standard legati al controllo della tra-smittanza termica (per consentire maggiore risparmio energetico), mante-nendo - dote che di certo non guasta - prezzi altamente concorrenziali. Perconcludere la serata in festa, Baldassare Agnelli - presidente della"Pentole Agnelli" - ha premiato il biglietto della lotteria che ha permessoad una fortunata ospite della serata di aggiudicarsi la mitica "Pentolad'Oro", vero e proprio fiore all'occhiello dell'azienda di Lallio.

PHOTO: GIORGIO CHIESA

CHI, DOVE E PERCHÈ

In Saps presentato l'innovativo "SistemaEsedra HT 54/62"

EVENTI

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Grande successo per il "Trofeo Sarco Gessi 2000", organiz-zato lo scorso 27 settembre da DIBIKE, in collaborazionecon Sarco concessionaria Toyota gruppo Arrigoni e Gessi2000 di Santo Orlandi. La manifestazione, patrocinata

dall'Associazione Ciclistica Italiana, ha visto gareggiare ben 180fra i migliori ciclisti Juniores d'Italia e Svizzera in un percorso cheha attraversato la provincia bergamasca per 100 km totali. Adaggiudicarsi la gara, complice una perfetta volata in prossimitàdel traguardo di Treviolo, è stato Stefano Perego, portacoloridella S.C. Romanese. Al secondo posto Luca Olivieri della S.C.Castanese, formazione della provincia di Torino, mentre la terzapiazza se l'è aggiudicata Ivan Belotti del Team Giorgi diBergamo. Soddisfatto Giorgio Arrigoni, proprietario della con-cessionaria Sarco Toyota: "È stato un piacere organizzare l'evento.Da appassionato di questo sport sono contento che molti giovaniabbiano partecipato. È importante che i ragazzi si avvicinino alciclismo, una disciplina che ha molto seguito ma è spesso infan-gata da episodi che con lo sport hanno poco a che fare. Dato ilsuccesso riscontrato mi auguro di avere presto la possibilità diorganizzare altre manifestazioni di questo tipo".

Trofeo "Sarco Gessi 2000",giovani protagonisti in sella

CHI, DOVE E PERCHÈ

ECONOMIA&BUSINESS

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Via Enrico Fermi, 10 - Curno - Tel. 035 462504

Alle porte di Bergamo, ispirato ai più famosi locali di Londra e Parigi, in stile minimalista, con griglia a vista.

Un ambiente caldo e riservato, la cucina ricercata fanno di Steak un locale esclusivo

La tagliata più buona del mondo

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Il mercato è bello perché è vario. Anche se all'apparenza sembranonon condividere molto, esistono alcune "creature" della modernatecnologia automobilistica che coltivano la stessa anima giovane esportiva. Parliamo del primo Sav della BMW - la nuovissima X1 - e

della compatta di nome e di fatto, vale a dire la storica MINI. Duegioielli che hanno seguito strade diverse per arrivare al successo, duedistinte filosofie accomunate, nel nostro caso, da un'unica vetrina(Bergamo) e da un unico eccellente promotore: Lario Bergauto. Con laconsapevolezza delle grandi occasioni, martedì 6 ottobre scorso la con-cessionaria ufficiale BMW e MINI ha deciso di sfoderare il suo fioreall'occhiello (parliamo della neonata X1) in uno dei palcoscenici più notidella città: Piazza della Libertà. Assieme ai partner Red Bull e TrawelFly (il nuovo vettore aereo che ha presentato le offerte per la trattaBergamo-Sharm El Sheik), la Sav ha catalizzato l'attenzione dei nume-rosi ospiti e passanti accorsi, tra cui figuravano anche i campionidell'AlbinoLeffe (di cui Lario Bergauto è sponsor ufficiale). Appena duegiorni prima, invece, la sorellina minore MINI aveva pregustato le scenedella ribalta grazie ad un'inedita joint venture. Il nuovo "Dandy, Music& Lounge", infatti, ha avuto l'onore di ospitare alcune chicche: parlia-mo della "Cooper S" e dell'elegante "Clubman", esposte in grande stileper la gioia dei presenti. Ma le sorprese non sono finite qui. Il piccoloe frizzante gioiello della casa bavarese sarà il vero protagonista dellaserata di punta del Dandy: parliamo della domenica, che si proponecome nuovo punto d'incontro dei giovani bergamaschi per tutta la sta-gione invernale, trasformandosi nell'elegante "Suite".

PHOTO: LAURA PIETRA

BMW X1 e MINI,la coppia più bella del mondo

CHI, DOVE E PERCHÈ

EVENTI

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Uno spettacolare raduno di oltre 60 fuoristrada ha animatole strade di Bergamo e provincia domenica 11 ottobrescorso. Grazie all'organizzazione del Gruppo Autotorino,numerosi clienti delle varie concessionarie (di Castione,

Tavernerio, Valmadrera, Piagno e Cosio Valtellino) sono accorsialla sede di Curno pronti per una spettacolare avventura off-road.Un evento fortemente voluto dal proprietario Plinio Vanini e daldirettore di concessionaria Pierangelo Manzoni che - per l'occa-sione - si sono appoggiati all'esperienza dello scafato gruppo "LeJene 4x4", veri e propri veterani del fuoristrada. L'intento, infatti,non era di certo quello di mettere in mostra le meraviglie dei colos-si di Mitsubishi, Jeep, Subaru, Hyundai, SaangYong e Kia,bensì quello di misurarsi con un percorso difficile e impegnativo.L'itinerario? A dir poco affascinante: breve colazione a Foppolo perpoi salire - pieni di energia - sul passo più alto della Bergamasca(che collega la Val Brembana con la Valtellina), vale a dire il PassoDordona. Superati i mille ostacoli e gli spettacolari paesaggi pienidi verde e - sopra i 2000m - color roccia, l'arrivo sull'altra spondaè coinciso con l'approdo nell'accogliente bioagriturismo "LaFiorida". Nella sua ospitale atmosfera, le fatiche dei conducentisono state ripagate da un pranzo con prodotti tipici del luogo gen-tilmente offerto dal Gruppo Autotorino.

ARTICOLO DI: GIORGIO CHIESAPHOTO: LAURA PIETRA

La vetta di Autotorino:tutti in fuoristrada per un giorno off-road

CHI, DOVE E PERCHÈ

EVENTI

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