basketville 27 del 30 novembre
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1
n.27 – 30 novembre 2009
La NGC vince a Roma
La “vendetta” di Di Bella
Cremona, che bella sorpresa!
Milano-Pesaro come ai vecchi tempi
2
Basketville 27 -30 novembre 2009
SOMMARIO
Serie A 4 Virtus Bologna-Caserta
di Franco Montorro
6 Napoli-Treviso
di Stefano Protonotaro
7 Cremona-Montegranaro
di Sandro Castelli
9 Biella- Teramo
di Antonio Bellucci
11 Milano-Pesaro
di Pierpaolo Gadani
13 Roma-Cantù
di Andrea Ninetti
15 Avellino-Siena
di Paolo De Gioiosa
16 Varese-Ferrara
di Mirco Fontana
A Dilettanti
18 Il punto
di Luca Bolognesi
Franco Gramenzi
di Luca Bolognesi
NBA 21 Iverson, stop senza go?
di Luca Bolognesi
Donne
23 A1, il punto
di Roberto Perticaroli
25 Valentina Siccardi
di Roberto Perticaroli
27 Daniela Georgieva
di Roberto Perticaroli
3
Le belle sorprese
dalla provincia
E meno male che ci sono le altre. Non “tutte” le altre, perché dietro Siena non stanno ad esempio facendo bella figura né
tantomeno mostrando bel gioco Virtus Bologna e Lottomatica Roma; la stessa Milano se vince non convince, mentre
Treviso ha mostrato imprevedibili pecche comportamentali. Però c'è un gruppetto di squadre accomunate dal fatto di
essere provinciali - senza offesa, anzi – e di praticare un basket sbarazzino e garibaldino.
La madre di tutte le provinciali è Cantù ed è anche il prototipo della squadra rivoluzionata ogni anno da esigenze di
mercato (e sofferenze di budget), che pure è in grado di riproporre stagione dopo stagione formazioni competitive. Non
più per il titolo o per una Coppa Europea come accadeva nel felice ventennio partito a metà degli anni Sessanta, eppure
capace di divertire.
Nel corso del tempo, e in anni più recenti, ne hanno imitato la parte con continuità Biella, Teramo e Montegranaro. In
questo scorcio di stagione caratterizzato da un bell'equilibrio alle spalle di una Montepaschi già in fuga saltano agli occhi le
vittorie di Caserta e Cremona.
La Pepsi è una classica nobile decaduta, dopo il trionfo tricolore del 1991 (per i più giovani: con in pratica solo 6 giocatori 6
utilizzati dall'allenatore Marcelletti). Tornata in Serie A dopo un lunghissimo periodo di sofferenza nelle serie minori, l'anno
scorso patì le pene dell'inferno nelle parti basse della classifica: quest'anno non sta solo mettendo tanto fieno in cascina,
ma praticando anche una pallacanestro efficace grazie a Pino Sacripanti, un che in Terra di Lavoro era forse destino che
andasse ad allenare. Nota speciale anche per Claudio Coldebella, rigettato inspiegabilmente da Milano dopo una breve
esperienza da assistente in panchina, ha scelto la strada da dirigente. E non ha operato male, a leggere il roster di questa
Pepsi e soprattutto a vederla giocare.
Cremona vola leggera, senza aver perso l'entusiasmo di tutte le neopromosse. Anche Cioppi è un allenatore giovane e
aperto, uno di quelli che studiano molto ma preferiscono la pratica in palestra alle sedute a video. Non è ma facile esordire
in Serie A, né per una società né per un tecnico. Soprattutto dopo una stagione vincente, anche se in una serie inferiore,
perché la gente si è fatta a bocca buona ed è difficile convincerla che il livello della competizione salito. Quindi, alla Vanoli,
un riconoscimento doppio.
Per finire, la questione Nazionale. Vista la disponibilità data dalla Montepaschi non dovrebbero sussistere dubbi sulla sua
scelta come sostituto di Recalcati, ma Meneghin potrebbe svicolare sostenendo la necessità di un incarico full time.
Scusate la battuta, ma per come Siena sta dominando la Serie A, Pianigiani di tempo per dedicarsi alla squadra azzurra ne
avrebbe già da adesso a quintali. Scherzi a parte, la Nazionale va affidata al migliore, se disponibile. Pianigiani lo è. Bravo e
disponibile.
Basketville n° 27
Edizioni Media dell Otto Srl
Via delle Ville 1140/a
Lucca
Aut.Trib.Lucca 894 del
16/03/09
4
Di Bella, il “solito” ex
Il playmaker trascina la Pepsi e poi va a salutare i suoi vecchi
tifosi
Qui Virtus 72 – Una settimana esatta dopo la prova più bella da molte gare in qua, con Avellino, la Virtus ricade nella
mediocrità, getta acqua sui rinnovati entusiasmi di un pubblico ancora numeroso e si scopre squadra con più punti
interrogativi che certezze. Bologna tiene il passo di Caserta per metà gara e lo fa chiudendosi abbastanza bene a
protezione della propria area, ma davanti i palloni sembrano macigni e i canestri buche del golf. Non si può dire che le
Vu Nere attacchino male, diverse scelte sono giuste, ma inesorabilmente sbagliate ed allora è inevitabile che sul banco
degli imputati salgano quelli dalle mani teoricamente più morbide: da Maggioli a un Moss che però conclude con un
terrificante 1/9 da due e che i suoi miseri punti li mette a segno solo quando Caserta è già scappata via. Dal grigiore
emerge qualche volta Penn, mentre Sanikidze è sì bravo a procurarsi falli da lunetta dove risulterà quasi perfetto ma a
sua volta ai limiti della dignità nei tentativi dal campo. Aggiungiamo un'assoluta inferiorità a rimbalzo, a tratti
imbarazzante soprattutto per quelli sotto il canestro amico ed ecco il quadro di una squadra che difende bene per poi
sprecare molto in attacco. E che non può credere che Collins sistemi tutto. Ora per Lardo due trasferte insidiose, a
Ferrara e Cantù. Ma è diventato tutto insidioso per una Virtus dalle frecce spuntate.
Qui Caserta 84 – La grande serata di Di Bella, che alla fine sale fra i Forever Boys a raccogliere applausi che sono anche
di complimenti, non sono solo di saluto. La sua partita da ex è efficace e incisiva: 21 punti di quelli che spezzano le
gare in due, come in effetti è stato alla Futurshow Station, penetrazioni inarrestabili con avvitamenti e carpiati e un
paio di bombe in stile “all'improvviso il paradiso”. Per Sacripanti, che vede la squadra scendere un po' nella media
punti ma si consola pensando al gran lavoro difensivo e riporta indietro nel tempo la chiave della vittoria corsara:
«Non abbiamo ripetuto gli errori fatti a Teramo, ma ne abbiam fatto tesoro e così siamo riusciti a gestire meglio i
possessi più delicati». Oltre a di Bella, coach Pin ha avuto buone cose da Jones e da un Bowers su cui le alchimie
difensive di Lardo hanno ottenuto scarso effetto. Ma il mattoncino alla costruzione casertana l'hanno portato anche
Ere e Marquis più l'olandese Doonerkamp, mentre è apparso nervoso Michelori. Forse perché consapevole che la
vendetta dell'ex tocca ad uno alla volta e quella era la serata di Di Bella? No semplicemente compreso in un progetto
globale, senza troppi spazi per rimorsi e rivincite nel quale per una volta non stava dando il massimo. E siccome
l'arbitraggio si stava sviluppando in maniera un po' discontinua, il lung casertano deve averne un po' sofferto.
Serie A
Di Franco Montorro
5
Serie A
6
Treviso, sbadigliando...
Ennesima debacle interna napoletana e Benetton sul velluto
Qui Napoli 64 – Che dire? Che la Martos è tornata quella dei tempi più cupi, altro che in costante progresso di autonomia! Perché già alla sirena del the caldo era sotto di 14 e poi non ha fatto che arrancare proponendo ai 6-700 spettatori solo qualche illuminazione di Jones più ad effett che di sostanza e soprattutto nel terzo quarto lasciandosi cadere nelle spire trevigiane. E' sempre difficile in queste condizioni giudicare i singoli, ma nemmeno ci passa per la testa di criticare nel dettaglio coach Pasquini, che fa con quel che ha: poco, giocatori spesso in campo per onore. De firma o di sentimento, non ha importanza, resta la realtà di una formazione senza capo né coda e di una situazione per la quale bisognerebbe rispolverare il più classico degli interrogativi polizieschi? Cui prodest? Già, a chi giova questa prolungata agonia del basket a Napoli, provocata dopo un trapianto improvvisato e aggravata da queste continue e ripetute coltellate alla passione di una città che meriterebbe ben altro? Purtroppo, ad ogni incontro casalingo della Martos ci tocca ripeterci, ma è proprio vero che al peggio non c'è mai fine e che in una Napoli che continua in ogni campo a vederne di cotte e di crude qui ne vede di bruciate. Bruciate la speranza e la passione, forse anche la dignità. Qui Treviso 96 – In condizioni non ottimali, di forma e di morale, sul Golfo la Benetton trova un successo corroborante per come è stato ottenuto: in progressione e con compiti e meriti allargati. In evidenza quindi i soliti noti Neal e Wallace, ma anche Kus, Hukic e Nicevic. Tutti in doppia cifra. Sugli scudi anche Motieujenas (nella foto) e Gentile Jr, mentre pur partendo in quintett Hackett ha continuato a mostrare le problematiche di regista non ancora del tutto maturo per il nostro torneo. Non un handicap di quelli che tormentano, solo la necessità per li di tararsi meglio di testa e di gambe in un complesso che in lui continua ad avere giusta fiducia. Di Carter Martin si sapeva: a roster per obblighi contrattuali ma di fatto già lungo la discesa del taglio. Treviso tira bene da qualsiasi zona del campo e la concentrazione non si abbassa nemmeno quando il vantaggio tocca numeri astrali: Anzi, proprio in scioltezza la squadra riesce ad applicare meglio gli schemi di un coach come Vitucci, da sempre notoriamente seguace della filosofia del “meglio vincere per un canestro segnato in più che per uno subìto in meno”. Filosofia epicurea del basket, verrebbe da dire. Certamente piacevole, l'unica nota del genere nella desolazione di un Palabarbuto nel quale i presenti non sono più tifosi. Semmai disillusi, sugli spalti speranzosi di assistere a buon basket, ma dalla squadra avversaria.
Serie A
Di Stefano Protonotaro
7
La tigre di Cremona
Ancora spettacolare Rowland. Montegranaro in gara solo un quarto Qui Cremona 90 – Non si offenderà Mina se prendiamo a prestito il suo storico soprannome per attribuirlo als empre più spettacolare e concreto Rowland (nella foto), autore di un'altra prestazione magistrale e che insieme all'efficace collaborazione di un Bell dalla mano particolarmente calda porta altri due punti d'oro alla Vanoli. Vantaggio largo forse troppo penalizzante per la Sigma, ma indiscussa superiorità della squadra di casa, completata nel secondo quarto e poi gestita nel migliore dei modi, per la soddisfazione di coach Cioppi: «E'una gran vittoria, con una differenza canestri di più 21 contro una rivale diretta alla salvezza, una realtà consolidata mentre noi siamo gli ultimi arrivati». Curiosa, forse, ma incisiva la riflessione successiva: «Adesso, da parte nostra, è importante cambiare un po’ testa. Dalla sconfitte infatti impariamo tanto, dalle vittorie un po’ meno. E’ arrivato il momento di continuare a essere consistenti anche dopo le vittorie». Primo banco di prova la delicata trasferta di Pesaro contro una Scavolini Spar che contro Milano ha rischiato il colpaccio e che è ancora a zero punti in classifica. Come a dire: partita delicata, sì, ma soprattutto per i marchigiani. Chi l'avrebbe mai detto a inizio campionato? Ancora Cioppi: «Se i miei ragazzi vorranno regalarmi una vittoria a casa mia... ». Varebbe doppio, già- Qui Montegranaro 69 – Secondo coach Frates la squadra ha pagato cinque minuti di autentica follia alla fine del secondo quarto: « sotto di uno e giocato benissimo per 15 minuti con grande equilibrio, con bella distribuzione e con grande aggressività difensiva poi in quei cinque minuti abbiamo compromesso tutta la gara». Il piano di gara del coach marchigian prevedeva ritmi più bassi di quelli poi in effetti sviluppatisi e a complicare le cose alla Sutor hanno contribuito l'altissimo numero di palle perse. Per Frates solo Marquinhos in doppia cifra, per il resto bottini sparsi ma di bassa consistenza e un predominio a rimbalzo che alla fine si è rivelato un'arma spuntata. Adesso il calendario propone alla Sigma l'anticipo della domenica, contro una Lottomatica in evidente crisi ma proprio per questo pericolosa. Frates cercherà di lavorare anche per migliorare l'autonomia mentale di una squadra che parte sempre bene, subisce troppo nel secondo quarto e poi trascorre il resto della gara nell'affanno dell'inseguimento. Che non è mai la condizione ideale per giocare con la lucidità necessaria ad una squadra che sulla fluidità delle giocate deve obbligatoriamente basarsi per annullare handicap tecnici e fisici.
Di Sandro Castelli
Serie A
8
Serie A
9
A Teramo l'Italeurocup
Ai marchigiani lo scontro diretto fra le due rappresentanti nella
manifestazione continentale
Qui Biella 81 – Scivolone inatteso, contro l'altra italiana di Eurocup e Biella che torna sulla terra, riportata da una rivale
ormai storica nel gruppo delle provicniali d'assalto in Serie A. L'Angelico parte bene ma la gara si sviluppa punto a
punto e il più sette piemintese alal fne del primo quarto rappresenta l'unico confortante vantaggio del match, perché
poi intorno al solito e sempre più concreto Aradori (25 punti) la squadra non offre altre prime punte di rilievo (Achara
14 e Chessa 10, compresa la bomba dell'illusorio ma meritato -2) e comunque più che al tiro è in certi sciagurati
possessi finali che va trovata la chiave della sconfitta. Biella ha lottato, ha fatto sì che nella ripresa gli avversari non
riuscissero a scappare veramente, ma poi non è stata in grado di concludere la rimonta. Insomma, al di là degli
innegabili meriti Tercas, la delusione palpabile all'interno del palasport biellese è stata quella per un'occasione gettata
via dai ragazzi di Bechi, con Pasco e Smith spreconi ed un intero complesso sotto tono. Anche se non va sottovalutata
l'importanza dell'assenza di Jones sofferente ad un ginocchio e presto sostituito a gettone. Prossimo impegno
dell'Angelico ancora in casa, sabato in anticipo TV. Arriva una Treviso indecifrabile, visto che non è valutabile la prova
sul campo della derelitta Napoli.
Qui Teramo 89 – Bravi bravisimi i ragazzi di Capobianco a darsi una mossa e a conquistare due punti importanti per
morale e classifica in vista del prossimo impegno, al PalaScapriano, contro una Avellin che vorrà certamente invertire
la tendenza di due sconfitte consecutve (anche se contro Virtus Bologna e Mens Sana Siena). La Teramo ammirata a
Biella è un diesel, abile soprattutto nel costruirsi un vantaggio e difenderlo grazie al quartetto d'assi (e archi, ma in
senso balistico) Hoover-Jnes-Amoroso-Diener. Ed è una squadra che oltre ad essere ben allenata gode di un buon
momento atletico, sottolineato proprio dall'affanno dei rivali nella seconda frazione, quando invece la Tercas ha
goduto dei guizzi, dei lampi, delle invenzioni un po' di tutti i suoi elementi, come ammesso dallo stesso coach: «Il
principale merito dei miei ragazzi è stato quello di fare un rande sforzo mentale e di rimanere concentrati». Non era in
gran serata di tiro Poeta, 0/2 dal campo e quattro punti solo dalla lunetta ma nessuna forzatura, a conferma
dell'intelligenza e della disciplina tattica del regista campano.
Serie A
Di Antonio Bellucci
10
Serie A
11
Pesaro rischia il colpaccio
Scavolini Spar ancora sconfitta. Ma dopo un supplementare
Qui Milano 89 – Finisce dopo un supplementare e il sospirone di sollievo di Milano passa oltre il Po arrivando appena
appena a lenire la pena di una Scavolini Spar ancora a zero punti in classifica, sprecona eppure in palla fino all'ultimo.
Milano la soffre per ampi spazi di gara, iniziando a patirne i contropiedi e poi complicandosi ulteriormente la vita con
diverse fesserie in attacco Bucchi le prova un po' tutte, sperando di svelare al mondo persino Viggiano nel ruolo di
salvatore della patria, ma i break sono sempre solo illusori e quando l'AJ scivola sul meno 11 i giochi sembrano fatti. Il
massimo svantaggio arriva a toccare i 15 punti e gli 8 ancora in cassaforte marchigiana a tre minuti e mezzo dalla fie
sembrano in cassaforte. A quel punto si sveglia Finley e si addormenta però buona parte della Scavo Spar che inizia a
perdere palloni su palloni e si fa riagguantare sull'80-80 a cinque secondi dall'ultima sirena. Supplementari ancora nel
segno del piccolo Morris e di un paio di rimbalzi fondamentali sotto il canestro pesarese. Pericolo scampato e testa
alla prossima partita. Che dovrebbe essere una passeggiata, con Napoli. Ma di questi tempi e con questi (chiaroscuri)
di luna, mai dire mai...
Qui Pesaro 86- La riedizione di una sfida storica poteva regalare a Pesaro la prima vittoria di un torneo sin qui
disastrato e invece, riempito bene bene il secchio, il calci rovescialatte, ben più di uno, son arrivati sul finire dell'ultimo
quarto. Aveva speso tanto la formazione di Dalmonte, ma non tantissimo e magari, con il senno di poi, ha scontato più
certi suo errori che il ritorno dei milanesi, sospint da Hall e come detto da Finley. La distribuzione dei punti e delle
altre cose buone è stata diffusa, con Van Rosom e Green a creare il primo vataggio e Sakota e ancora Green ad
ampliarlo ai massimi livelli. Poi, il blackout. «Mi è dispiaciuto soprattutto per alcune situazioni a metà campo – ha
detto poi Dalmonte – quando abbiamo banalmente perso palla e dato modo a loro di avviare contropiedi devastanti».
Situazione certamente da correggere, anche in vista del prossimo impegno, casalingo contro la Cremona rivelazione di
questo primo scorcio di stagione. Lasciando nel casseto dei ricordi certi scontri fra la Milano di Peterson e la Pesaro di
Bianchini, bei tempi per entrambe, ma tempi oggi particolarmente distanti. A proposito di allenatori: e la panchina di
Dalmonte, dopo l'ottavo k.o. Consecutivo? «E'l'ultimo dei miei problemi, io penso solo a risolvere quelli della
squadra». Giusto atteggiamento, anche perché contro la Vanoli la Vuelle è proprio all'ultima spiaggia.
Di Pierpaolo Gadani
Serie A
Serie A
12
Serie A
13
Macerie romane
Passeggia bene la Ngc sui resti della Lottomatica
Qui Roma 70 – Confusione è la parola che forse fotografa meglio di ogni altra il delicato momento che si sta vivendo in
casa Virtus. La Lottomatica cade ancora (terzo stop casalingo) vittima più dei suoi problemi psicologici che della forza
di un’avversaria comunque in grado di svolgere bene il proprio compitino e portarsi a casa due punti di platino.
Gli enigmi che imbrigliano il potenziale di questo gruppo cominciano a diventare troppi e di difficile risoluzione: senza
voler trovare a tutti i costi uno o più colpevoli, non si può non sottolineare l’imbarazzante prova negativa di Toure e
Minard, corpi estranei di una squadra che è inoltre martoriata dai contrattempi fisici e che dovrà fare ancora a meno
di Gigli e Datome per almeno un altro mese.
Roma ha lottato pur avendo cominciato male, dovendo inoltre affrontare la gara in un clima surreale con una
contestazione tanto dura quanto sbagliata nei modi, verbalmente violenta e assolutamente fuori tema. Poco
c’entrano con i concetti tecnico-tattici i cori che i tanti bambini presenti sugli spalti sono stati costretti ad ascoltare,
slogan dal sapore razzista che non hanno nulla a che vedere con lo sport.
La squadra, per ammissione dello stesso coach Gentile, ha risentito non poco del clima ostile di una parte del pubblico
che non ha spinto mai nella stessa direzione di Vitali e compagni. Numeri da brivido per i capitolini, tante soluzioni
affrettate e prive di logica, soprattutto quando Cantù era fuggita lontano. Pochi i lampi da ricordare e tanti aspetti su
cui riflettere mentre si allontana sempre più l’obiettivo della final eight di coppa Italia e si fa largo lo spettro di un’altra
stagione da vivere ai margini di un campionato che corre e non sembra voler aspettare che ritorni l’alba sulla Capitale.
Qui Cantù 81 – Serenità, disciplina, pazienza e un’inattesa dose d’esperienza, questi gli ingredienti sapientemente
mescolati da Andrea Trinchieri per sbancare l’Eur e tornare a casa con due punti e tanti consensi per la sua creatura,
non bellissima ma molto pratica nella fase cruciale della partita.Gara portata a casa con due strappi di notevole
valenza, il primo nei minuti iniziali del confronto, quando gli ospiti hanno piazzato un parziale di 19-7 in soli 5 minuti e
il secondo ad inizio dell’ultimo quarto, con un altro break di 16-7 registrato sempre in soli 300 secondi; due colpi da
kappaò che il traballante pugile di casa non ha retto finendo col crollare rumorosamente al tappeto.
«Vincere tirando 17 volte in meno della nostra avversaria – ha sottolineato coach Trinchieri - è sinonimo di grande
maturità e frutto di un lavoro certosino svolto in settimana; per annientare i carri armati giallorossi abbiamo scelto la
guerriglia tattica, quasi nascondendoci all’avversaria e la mossa ha pagato».
Notevole l’idea di alternare Jeffers in regia con Green, braccato e limitato dai vari Jaaber, Giachetti e Vitali e non
sempre capace di creare gioco come sa fare. Ogni impresa è possibile se c’è il conforto di numeri simili al tiro (62% da
2 e 57% da 3 con ben 7 rimbalzi in più catturati) ma va aggiunto anche che il sodalizio biancoblu ha colpito a sorpresa
con quelle che dovevano essere le armi della Virtus ossia tiro pesante e sostanza nel pitturato, beneficiando dello
sbandamento psicologico degli avversari che ha reso tutto molto più semplice.
Di Andrea Ninetti
Serie A
14
Serie A
15
Siena in fuga
Più 29 al termine del match e più 4 in classifica
Qui Avellino 57 – Alla fine Pancotto (nella foto, con Nelson) è più rassegnato che sconsolato. Come a dire: un miracolo essere secondi, ma
«dobbiamo lottare per non retrocedere, il vero ed unico nostro obiettivo è la salvezza». Peccato, perché l'abbandono a sogni di gloria in realtà
solo godut sempre con i piedi per terra avrebbe potuto venire in maniera men pesante, invece l'Air non è mai stata in partita, subito travolta,
imbavagliata, legata dal 14-1 come primo parziale e da lì è stata notte fonda. Non riusciamo sinceramente a trovare capri espiatorii per una
sconfitta che alla fine si è concretizzata nell'affettuoso scambio di cortesie fra tifoserie e allenatori opposti. Perché tutti in Irpinia hanno
definitivamente capito che si è concluso un miniciclo e che adesso inizia il campionato vero, nel quale l'Air non deve dissipare il capitale
accumulato, ma aggiungere quanto prima punti per credere in na salvezza tranquilla e poi semmai si vedrà. Per quanto riguarda le individualità,
Brown e Szecwczyk i più convinti a ribellarsi alla mattanza, mentre ancora fuori giri è apparso Troutman.
Qui Siena 86 – E meno male che Lavrinovic era ancora dato in ritardo di condizione. Il lituano è stato di gran lunga signore e padrone della partita, anche se come sempre più spesso accade per Siena è difficile trovare un solo mattatore in una squadra che ha immediatamente metabolizzato le pene di Eurolega ed è scesa in Irpinia per ribadire la sua superiorità. Missione compiuta. Vedendola giocare, la Mens Sana non dà mai l'idea di giocare con ferocia, tanto è fluido e spontaneo e armonioso il suo gioco offensivo e vista la naturalezza con cui sa chiudere i suoi spazi in difesa. Poi, a turno, i giocatori si scambiano il ruolo da protagonista. Hawkins ad esempio dà l'idea di essere sempre più compreso nella parte del giocatore consapevole che entrare in pieno in certi meccanismi consolidati non limita la sua fantasia e la sua esplosività. Stonerook invece è sempre lui, chirurgico in tutto quel che fa. Per tutto il resto, distribuzione perfetta di tempi e impegni, con un redivivo Marconato (8 bei punti) e spazio anche per il prospetto Metreveli, un dei prodotti più interessanti del fertile vivaio senese. Condivisione di spazi per i due play McIntyre e Zisis, giocatore certamente ritrovato quest'ultimo e già perfettamente integrato nel contesto mensanino. Nel prossimo turno, Siena ospita Varese. Non si accettano scommesse sul nome del vincitore, ormai solo sullo scarto pro Montepaschi.
Di Paolo De Gioiosa
Serie A
16
Tusek 7 più
Percorso netto da sotto e altrettanti rimbalzi trascinano la
Cimberio
Qui Varese 81 – Subito l'MVP: se nella pubblicità di un gestore telefonico Francesco Totti parla di 10, a
Varese Marko Tusek è stato infallibile da due punti (7/7) e ha preso 7 rimbalzi. Bene, bravo, sette più
perché da oltre la linea non è stato altrettanto preciso. Ma lo sloveno ha duettato bene con Childress (assist
per lui? 7! Indovinato) e tutto il complesso biancorosso si è giovato del'intesa fra due come delle belle
giocate di Morandais. «Marko sta crescendo e ha avuto un impatto importante. Lui può dare una doppia
dimensione, interna ed esterna: oggi lo abbiamo visto nella prima ma con il tempo conto di averlo a pieno
regime anche nel gioco lontano da canestro», ha detto Pillastrini. Ma è tutta la Cimberio ad aver risposto
benein una gara intensa ed incerta per lunghi tratti, poi decisa certamente dal 10/21 dalla lunga distanza di
Di Marco Fontana
Serie A
17
Varese contro il 3/16 ferrarese. Il nuovo arrivato Reynolds (nella foto) provoca l'impulso al primo vantaggio
lombardo poi la partita si fa ad elastico ed è decisa da Tusek. Per la Cimberio, nel prossimo turno,
scampagnata a Siena con l'imperativo che non è “primo: non prenderne”, ma “primo: prenderne poche”).
Così va oggi, in Serie A. Campionato strano, come si evince da altre dichiarazioni di Pillastrini. «Oggi siamo
stati bravi a rimanere reattivi con la testa, quando la Carife ci ha messo in difficoltà con la corsa e i
contropiedi; ci manca ancora l’istinto da killer che è proprio delle grandi squadre, ma su questo possiamo
crescere. Questo è un campionato strano, dove assurdo è stato più facile vincere a Treviso non superare
Ferrara in casa; è una stagione difficilissima che però ti offre anche grandi possibilità».
Qui Ferrara 74 – E domenica c'è il derby con la Virtus Bologna! Ghiotta occasione ma anche trappola per
una Carife che Valli ha saputo mantenere e poi riportare in partita, prigioniera di qualche errore di troppo
di Jamison e del rendimento altalenante di Jackson. «da un periodo difficile. Avete visto Jamison: sarà sì e
no la metà del giocatore che tutti conosciamo. Il problema è che sappiamo di non stare bene, così quando
andiamo sotto nel punteggio ci viene l’ansia, affrettiamo le conclusioni; in pratica, ci dimentichiamo di
giocare la nostra pallacanestro», ha dichiarato il tecnico bianconero. Realista più del re, Valli. «Siamo nel
fondo della classifica, avvertiamo il problema. Proprio per questo serve ancora di più forza mentale: per
non demoralizzarci, e per ritrovare in fretta il nostro stile di gioco. Oggi si è visto bene: spesso ci è mancata
la serenità per scegliere il miglior tiro possibile. In momenti così, la cosa migliore è tirare fuori ancora più
risorse dalla difesa. La volontà di fare bene sicuro non ci manca».
Serie A
18
Sarò Franco
L'eccellente momento di Barcellona spiegato da coach Gramenzi
Mancano meno di due minuti al termine di Sigma Barcellona-Moncada Agrigento. Gli ospiti, dopo una partita testa a
testa,sono passati in vantaggio e conducono con 3 punti di vantaggio sul 75-72. Ma Barcellona non demorde e la
premiata ditta Bucci-Bisconti riporta la squadra di casa a galla con quattro punti consecutivi: 76-75. Poi altri due liberi
di Bucci fisseranno il risultato sul 78-75. Due giorni fa, nel big match contro la Virtus Siena, stessa storia. Siciliani sotto
di 4 a meno di due minuti dalla fine e clamorosa rimonta in extremis e primo posto mantenuto.
E pensare che i siciliani allenati da Franco Gramenzi avevano iniziato la loro stagione con due sconfitte sulle prime tre
partite contro l’Adriatica Industriale Ruvo e contro San Severo.
- Coach Gramenzi, voi conoscete la ricetta per vincere sotto pressione. Qual è?
«Cerchiamo di eseguire al meglio la soluzione per il giocatore che abbiamo scelto nell’occasione. A volte siamo ancora
imprecisi: dobbiamo migliorare se vogliamo arrivare fino in fondo».
- Nel derby con Agrigento e sabato contro Siena però siete stati impeccabili.
«Sì, è andata bene. Soprattutto credo sia importante combattere sempre per essere pronti per la fase calda della
stagione. A primavera nei playoff le partite saranno tutte così».
- Cosa le è piaciuto e cosa no della partita in Toscana?
«Siamo stati bravi nel finale del primo quarto ed in tutto il secondo dove siamo riusciti a garantirci un buon vantaggio.
Poi nel terzo quarto abbiamo mollato e siamo stati prontamente riagganciati. La reazione del finale di partita però è
stata molto positiva».
- Da San Severo in poi sono arrivate otto vittorie consecutive. E’ un momento esaltante che ormai dura da un mese e
mezzo. Se riusciste a battere Sant’Antimo e Ferentino sarebbero 10 in fila..
«Otto o dieci, non è questo l’importante. Certo è che le vittorie fanno lavorare meglio».
- Il 12 dicembre è in programma il big match con Ferentino, fuori casa. Un pronostico?
«Difficilissimo. Posso dire che sarà una partita sul filo dell’equilibrio. Ferentino è una grande squadra, sicuramente al
nostro livello. Ed è inutile nascondersi dietro un dito: gli scontri diretti sono importantissimi per come è strutturato
questo campionato».
A Dilettanti
Di Luca Bolognesi
19
- Prima però c’è Sant’Antimo da affrontare in Sicilia. Che insidie può nascondere questa partita?
«Sant’Antimo è in un ottimo momento. Certo, sul loro campo sono ancora più determinanti e guadagnano quel quid di
aggressività in più che è la loro arma principale. Certo è che questo è un campionato molto combattuto, e abbiamo già
sperimentato sulla nostra pelle che appena si lascia un po’ di spazio agli avversari questi ne approfittano. Ogni partita
va affrontata con la giusta concentrazione e attenzione».
A Dilettanti
20
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21
Iverson, punto e stop
Il fenomeno d Hampton ha deciso di fermarsi. Spiegando le sue
ragioni con una lettera
Purtroppo avevamo visto giusto. L’autosospensione di Allen Iverson per motivi personali dai Memphis Grizzlies era
solo un pretesto. The Answer non è riuscito ad ambientarsi ed ha rotto il rapporto con l’allenatore ancor prima che
questo potesse iniziare. Sono seguite un paio di settimane nelle quali i Knicks si sono avvicinati a lui, senza però
concretizzare nessuna offerta. E dopo un’estate nella quale AI è stato snobbato da molte squadre, il fenomeno di
Hampton ha deciso di mettere un punto alla sua storia Nba. In settimana ha pubblicato un’accorata lettera a tutti i
suoi fans ringraziandoli per questi 13 splendidi anni nei quali ha regalato moltissime gioie, e qualche dolore, ai suoi
tifosi, ovunque abbia giocato.
Iverson esprime il suo rammarico per la scelta: «Sono ancora innamorato di questo gioco, desidero moltissimo giocare
e ho ancora tanta benzina da dare. Ho sempre pensato che avrei lasciato il basket quando non fossi più stato in grado
di fare la differenza, ma questo non è il caso».
The Answer si dichiara comunque contento di poter passare più tempo con la sua famiglia, ringrazia tutti coloro i quali
hanno lavorato con lui in questi anni (menzione speciale per coach Larry Brown). Sembra quasi scusarsi con i tifosi di
Memphis: «Non ho mai giocato una partita casalinga per i vostri amati Grizzlies. Voglio però che sappiate quanto
abbia apprezzato l’opportunità di poter giocare per la vostra squadra. Vi auguro ogni bene».
Nessuna citazione invece per Denver e Detroit che, come facilmente prevedibile, non sono rimaste nel cuore di The
Answer diversamente da Philadelphia: «La voce dei tifosi dei Sixers sarà sempre musica per le mie orecchie».
Ma siamo proprio sicuri che sia finita qui la storia d’amore tra Iverson e gli amanti del basket? Speriamo di no, e gli
esperti del settore sembrano stare dalla parte dei fans, aspettandosi nuovi colpi di scena nella vicenda più intrigante di
questo inizio stagione.
Due metri e due misure. Sarebbe possibile immaginare una domenica di partite in Italia (calcio o basket che sia) senza
polemiche sugli arbitri, moviole infinite e scambi di accuse reciproci tra giocatori, allenatori ed opinionisti vari?
Dall’altra parte dell’oceano il nostro “sistema sportivo” farebbe ridere se venisse preso in considerazione. Un esempio
della differenza riguardo la tutela che ricevono gli arbitri Nba è la recente multa di 15.000 dollari pagata dal centro
degli Orlando Magic, “Superman” Dwight Howard. La colpa di Howard? Aver scritto un post critico sull’arbitraggio nei
suoi confronti durante la partita persa dai Magic contro i Detroit Pistons. Howard, dopo l’espulsione per 6 falli in 17
minuti di gioco, aveva scritto su Twitter: «Gli arbitri lasciano che i difensori mi picchino quando sono in attacco e poi
Di Paolo Bolognesi
NBA
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fischiano ogni contatto quando sono io a difendere. Prima o poi il mio corpo ne pagherà le conseguenze». Nulla di
trascendentale, evidentemente, ma abbastanza per David Stern ed i suoi segugi per colpire Howard con l’ammenda. In
Nba infatti vige il divieto assoluto per i giocatori di commentare gli arbitraggi delle partite. Con buona pace dei
moviolisti.
ON THE COURT. Cambio al vertice. Gli Atlanta Hawks, in testa nella loro division e in assoluto la scorsa settimana,
tornano sulla terra e perdono due partite su tre in sette giorni. Giovedì notte subiscono il sorpasso di Orlando nello
scontro diretto. Probabilmente la vetta della Southeast division non sarà più rimessa in discussione.
Continua invece l’inizio d’oro dei Phoenix Suns di Alvin Gentry. Salgono a 12 le vittorie stagionali a fronte di sole 3
sconfitte con un Nash in grande spolvero ed un Amar’e Stoudemire finalmente dominante come aveva sempre
abituato. Dietro i Suns nella Pacific Division sono ci sono in corsia di sorpasso i Los Angeles Lakers che, dopo aver
ritrovato Gasol dopo l’infortunio, cavalcano l’onda di quattro vittorie consecutive e sembrano difficilmente arginabili.
Meritano però una menzione particolare due squadre: i Minnesota Timberwolves ed i New Jersey Nets. I primi, ad
ovest, dopo aver vinto all’esordio hanno perso tutte le restanti partite ed ora hanno un recordi di 1-14. Ancora peggio
hanno fatto ad est i Nets: disastro completo con 15 sconfitte su 15 partite giocate. Sono attesi grandi festeggiamenti
nella Grande Mela per la prima vittoria, sempre se ci sarà.
NBA
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Taranto, che fatica!
La squadra di Ricchini supera la “trappola Pozzuoli” e rimane in testa alla classifica. Grande prestazione di Walker di fronte a Brunson. In chiave playout preziosa affermazione di Umbertide su Livorno
Giornata modello “spezzatino” in A1 femminile. Con tre incontri al sabato sera, due alla “canonica” domenica pomeriggio ed il consueto posticipo televisivo del lunedì, ci siamo sentiti molto vicini al calcio. Vediamo cosa è accaduto nell’ultimo turno di novembre. In ordine cronologico, partiamo dagli incontri in orario da discoteca. Su tutti il derby lombardo. A Cinisello vittoria del Geas sulla Comense. Partita molto intensa, con le padrone di casa che sono tornate al successo interno, bissando la vittoria ottenuta sette giorni prima a Napoli. Il duo Machanguana-Martinez (nella foto) è risultata determinante, 47 di valutazione in due, così come dall’altra parte si sono elevate rispetto alle altre Fazio ed una monumentale Smith (18+11, valutazione 34). Da segnalare il rientro di Stabile tra le bianconere. La squadra di Roberto Galli, che piano piano sta recuperando le infortunate, sta risalendo posizioni in graduatoria. Per la Comense messi in mostra i progressi già evidenziati nel match casalingo vinto con Parma.
Di Roberto Perticaroli
Donne A1
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Nette vittorie interne negli altri due anticipi. A Faenza ennesima debacle di Napoli che rimedia un trentello contro la squadra di Paolo Rossi. 103 a 25 l’imbarazzante finale delle valutazioni. Escludendo Rejchova (11+11) e qualche sprazzo di Palie, da cancellare tutto il resto. A Napoli non sono da escludere novità in settimana. Per Faenza partita “stratranquilla”, con minutaggio massimo a quota 25, quelli che per esempio il tecnico di casa ha concesso a Prystupa: per lei 6 punti e 12 rimbalzi. Match senza storia a anche a Venezia. Si aspettava altra resistenza da parte di Priolo ed invece la compagine reyerina ha avuto vita facile, anzi, facilissima. Anche qui finale di valutazioni che non ammette repliche, 104-38 per le venete, tra le quali Basko ha ottenuto i numeri migliori (valutazione 31) ma tutta la squadra ha partecipato a questa facile vittoria interna che consente di mantenere il secondo posto in graduatoria. Domenica di paura per la capolista Taranto che ha rischiato parecchio sul sempre insidioso campo di Pozzuoli. 32-25 all’intervallo per la squadra di Fulvio Palumbo che nella seconda metà del match subisce la rimonta della compagine tricolore. Rientrata Gonzales, ferma fino ad oggi per problemi di tesseramento dopo lo 0-20 della giornata inaugurale. E’ stata una grande domenica per Walker che ha chiuso l’incontro con un 17+19 e 24 di valutazione di fronte a Brunson che ha scritto 15+17 ma con un modesto 5/18 dal campo. Positiva Mahoney (13 punti in 22 minuti). Nell’alto match della domenica importante affermazione di Umbertide su Livorno. La squadra di Lollo Serventi (nella foto) ha costretto le toscane a 25 punti in 30 minuti. Una bella iniezione di fiducia per la giovane compagine umbra. Domenica prossima attenzione ad un interessante Taranto-Parma, punti pesanti in palio nel posticipo tra Como e Umbertide.
Donne A1
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Orgoglio pugliese
Valentina Siccardi, nata a Brindisi, pugliese d.o.c. nel Taranto
tricolore. Realizzato il sogno coltivato fin dagli inizi: vincere lo
scudetto con una squadra della sua terra
Una pugliese che gioca nella sua terra con il tricolore sulla maglietta. Era quello che sognavi quando hai incominciato a
fare basket?
«Si, era proprio quello che sognavo: vincere lo scudetto in sé per sé suscita già una forte emozione. Vincerlo nella
propria terra è veramente il massimo».
- Tanti anni, da quelli forse più importanti, dell'adolescenza, a Viterbo. Cosa ha voluto dire per te l'esperienza in quella
città, cestisticamente e umanamente?
«A Viterbo ho lasciato un pezzo del mio cuore. Cestisticamente sono cresciuta molto e umanamente ho conosciuto
delle persone come la famiglia Scaramuccia che per me rappresentano ancora oggi la mia seconda famiglia. E poi il
mio attuale compagno è proprio di Viterbo».
- Valentina e la Nazionale: che tipo di rapporto è stato?
«Con la Nazionale ho passato dei momenti magici e spero che non sia un discorso chiuso, anche se mi rendo conto che
nel mio ruolo ci sono giocatrici molto forti».
- Uscire di casa giovanissima per tentare (e poi riuscire) di diventare una giocatrice importante. Lo consiglieresti alle
giovani di oggi?
«Alle giovani che credono in questo magnifico sport auguro di vivere tutto quello che ho vissuto io e che spero di
vivere ancora alla grande».
- Cosa ti ha dato e cosa di ha tolto il basket?
«Il basket mi ha dato tantissime emozioni e belle amicizie. Mi ha tolto poco perché era quello che volevo fare e l’ho
fatto con entusiasmo».
- Amicizie nel basket: esistono? E tu hai un'amica speciale che va oltre l'essere tua "collega"?
«Certo che esistono le amiche nel basket. Io ho più di un’amica “speciale: una è Maria Chiara Scaramuccia, che
considero una sorella, e poi a Taranto ne ho trovate altre tre speciali: David, Zimerle e Prado».
- Come vedi Valentina dopo il basket giocato?
«Mi piacerebbe molto rimanere nell’ambiente ma non come allenatrice: sarei troppo buona»
Donne
Di Roberto Perticaroli
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- Obiettivi personali e di squadra per l'annata in corso?
«I miei obiettivi sono fare sempre di più…quindi superarmi ogni giorno e poi ne ho uno in comune con la squadra…
Vincere ancora».
Infine Valentina (nella foto Vito Massagli) ci tiene a chiudere così la nostra chiacchierata: «Voglio
ringraziare mio padre che mi è stato sempre vicino: è anche grazie a lui se sono quella che sono».
Donne
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Pista bulgara
Tra i volti nuovi nella A2 di quest’anno, questa settimana
basketville ha
deciso di incontrare Daniela Georgieva, micidiale tiratrice di
Alghero
Diamo un grande benvenuto in Italia a Daniela Georgieva, nome e volto nuovo nella serie A2 edizione
2009/2010: Alghero fa molto affidamento su questa giocatrice per sperare in una stagione più tranquilla
rispetto alle più recenti. Daniela, classe 1986, ha cominciato a giocare a basket ad 11 anni. Questo è il suo
primo anno all’estero. Tra i momenti più importanti della sua carriera la vittoria del campionato ed il terzo
posto in Coppa nel 2009, mentre l’anno precedente ha vinto la Coppa di Bulgaria e conquistato il secondo
posto in campionato. E’ stata inoltre medaglia d’argento con la nazionale under 18 nel 2004/2005.
- Allora, Daniela, dopo questi primi mesi di ambientamento, come ti trovi nel nostro paese e, nello
specifico, ad Alghero? Cosa ti ha spinto a fare questa esperienza?
«Adoro l'Italia, c'ero già stata quando avevo 14 anni e mi ero ripromessa di tornarci.Per quanto riguarda
Alghero, non posso che dirne bene: la città è molto bella, solare e con tante spiagge ed anche il clima è
mite.Avrei voluto giocare all'estero già da un po' di tempo, ma non ne ho avuto il
coraggio, poi l'anno scorso ho deciso che fosse giunto il momento di fare questo passo ed ora eccomi qui».
- Come trovi il livello del campionato di A2?
«Riguardo al campionato in corso, posso solo dire che mi piace che ogni squadra ha la possibilità di vincere
contro chiunque;ogni squadra ha alcune buone giocatrici e il livello è molto buono. Mi piace anche il fatto
che molti allenatori danno una chance a tutte le giocatrici: questo è positivo
soprattutto per le giovani, che devono sfruttare questa grande possibilità che hanno».
- Come hai cominciato a giocare a basket?
Di Roberto Perticaroli
Donne
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«Mia sorella ha 4 anni più di me e anche lei giocava a basket. Quando avevo 10-11 anni sono andata a
vedere i suoi allenamenti e mi sono subito appassionata a questo sport. All'inizio mia mamma non era
felicissima per questa scelta, temeva che potessi avere dei problemi con gli studi, dopo un po' se n'è fatta
una ragione e da quel giorno non ho più smesso di giocare. In parole povere:I LOVE THIS GAME!».
- Cosa fai nel tempo libero?
«Durante il campionato non ho molto tempo libero, appena posso guardo film, uso internet e
dormo!Durante l'estate adoro andare al mare con gli amici e mi piace fare shopping».
- Cosa ti manca della Bulgaria?
«Mi manca molto la mia famiglia, che mi aiuta quando è necessario: è la mia prima ragione di vita».
- Quali pensi possano essere gli obiettivi della tua squadra?
«Io voglio sempre vincere! Siamo un'ottima squadra, con un buon potenziale, ma abbiamo avuto qualche
problema di amalgama all'inizio.Nelle ultime due partite abbiamo iniziato a giocare come sappiamo e se
continueremo così, saranno poche le squadre che potranno sconfiggerci.Basta solo che ognuna di noi creda
nei propri mezzi, allenamento dopo allenamento e partita dopo partita. WIN WIN WIN that’s what I
want!!!».
Più chiaro di così…
Donne
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Basketville per il sociale