Art Weekly Report 29 luglio 2013

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…“Arte e moda”…

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L’artista è un’eccezione: il suo ozio è un lavoro, e il suo lavoro un riposo: è sia elegante che

trascurato; indossa, per scelta, la blusa da contadino e impone il frac indossato dall’uomo alla

moda; non subisce le leggi: le detta.

(Honoré de Balzac)

ART WEEKLY – 29 LUGLIO 2013

Nero su Bianco

Honoré de Balzac

A cura del dott.ssa Gisella Tropea

Honoré de Balzac (Tours 1799, Parigi 1850), nel

Trattato della vita elegante (1830), comparso a

puntate nella rivista parigina “Le Mode”, riuscì

mirabilmente a dipingere lo stile e il portamento

della classe dominante del tempo, la borghesia,

decantandone il buono e il cattivo gusto.

Attraverso uno spirito critico arguto lo scrittore

francese discute sull’eleganza dei borghesi,

inquadrati in una realtà sociale che rivela

un’ideologia quasi atemporale, e per questo

facilmente riscontrabile ai giorni nostri.

L’eleganza e la moda vanno vissute e interpretate

oltrepassando i limiti della ricchezza e della

caricatura, al fine di apprezzarle svincolandosi

dalla standardizzazione e dall’omologazione

sociale. Perché l’abbigliamento, secondo Balzac, è

scienza, arte, abitudine e sentimento.

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Andamento mensile del Mps Art Market Value Index degli ultimi tre anni

(29/07/2010 – 29/07/2013)

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Il rendimento espresso dall’MPS Art Market Value Index resta superiore agli altri due indici considerati, raggiungendo nel triennio la performance del +95,8%, rispetto al +53,6% dello S&P500 e al dato del -20,5% di Piazza Affari. Con riferimento alle performance dei 3 indici dall’inizio dell’anno (01/01/2013) ad oggi, si registrano le seguenti variazioni: miglior performer il MPS Art Market Value Index (+39,2%) seguito dal S&P500 (+34,5%), chiude il Ftse Mib (+11,5%).

* Indice costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari internazionali e operanti nel comparto artistico, ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere; l’indice è espresso in dollari poiché il fatturato del mercato artistico è realizzato prevalentemente in tale valuta (principio di competenza territoriale).

** Tutti e tre gli indici sono espressi in dollari

(Y): MPS Index Vs. FTSE Mib

(X): MPS Index Vs. S&P 500

X Y

+78,9% +11,2%

Matrice di correlazione

Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da

info provider.

L’analisi mensile del MPS Art Market Value Index* mostra negli ultimi tre anni (Luglio 2010 – Luglio 2013) una correlazione con il Ftse Mib** diretta (+11,2%); rimane positivamente correlato con il principale indice del mercato americano (S&P 500), il dato aggiornato sull’ultima settimana si attesta a: +78,9%.

+53,6%

+95,8%

-20,5%

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30

50

70

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110

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230

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Mps Art Market Value FTSE Mib S&P 500

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Andamento settimanale del Mps Art Market Value Index

(22/07/2013 al 26/07/2013)

Leggermente positivo il FTSE Mib (+2,91%). La settimana ha visto comunque una netta sovra performance dei listini periferici a testimonianza di una possibile rotazione dei portafogli da parte dei gestori a favore di quei settori maggiormente colpiti nella prima parte dell’anno come risorse di base e bancari in testa. In Italia l’indice Ftsemib ha archiviato la settimana con un guadagno grazie alla buona tenuta dei titoli dei settori bancario ed utility. La migliore azione all’interno del listino è stata però Telecom Italia grazie alle attese di una riapertura delle trattative con 3 Italia per una eventuale fusione.

Settimana in calo per il Mps Art Market Value Index (-0,95%), in territorio leggermente negativo il listino americano S&P 500 (-0,03%), bene piazza affari, che registra una decisa salita del FTSE Mib 500 (+2,91%). Causa pausa estiva, non ci sono da segnalare rilevanti appuntamenti nelle aste.

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Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati

provenienti da info provider.

In rialzo la chiusura settimanale dello S&P 500 (+0,71%), Negli Usa seduta volatile per i principali listini che, dopo una prima parte di contrattazioni in calo, sono riusciti a chiudere la giornata in territorio leggermente negativo. La positiva stagione delle trimestrale, ormai al giro di boa, continua a sostenere gli acquisti sul mercato azionario anche se questa settimana potrebbe registrarsi un deciso aumento della volatilità visto il ricco calendario di eventi.

-0,03%

-0,95%

+5,21%

98

100

102

22/07/13

apertura

lunedì

23/07/13 24/07/13 25/07/13 26/07/13 Prezzo di

chiusura

venerdì

Mps Art Market Value S&P 500 Ftse Mib

ART WEEKLY – 29 LUGLIO 2013

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Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

Andamento semestrale del Mps Art Global Painting Index degli ultimi sei anni

(01/01/2006 – 31/12/2012)

Il catalogo fa la differenza: la clientela è molto più attenta ed esigente rispetto alla fase euforica del 2008, il tasso di unsold medio staziona nella regione del 22,7% per lotto, testimoniando un livello di aspettative molto alto.

La sostanziale stabilità del $ sulle altre due valute nel semestre, non porta effetti valuta nella performance complessiva dell’indice globale.

Confronto

II sem 2012

VS

II sem 2011

+3,4%

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I sem

2006

II sem

2006

I sem

2007

II sem

2007

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2008

II sem

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I sem

2009

II sem

2009

I sem

2010

II sem

2010

I sem

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II sem

2011

I sem

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II sem

2012

Mps Global Painting Art Index

Fonte: il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle

principali case d’aste.

I risultati consuntivi del II semestre 2012 mostrano numerosi fattori positivi e un ritrovato clima di fiducia dopo la fase di assestamento degli ultimi 3 anni: il MPS Global Painting index è in leggera crescita del +3,4% sul secondo semestre 2011. Tuttavia il mercato resta ancora lontano dal picco del 2008, favorito dal boom dell’arte contemporanea e dall’effetto valuta. In questo semestre la crescita è stata trascinata dai comparti Old Master e Post War, in controtendenza il Pre-war che registra una contrazione: Mps Art Post War Index (+31,3% su II semestre 2011), Mps Art Pre War Index (-12,11% su II semestre 2011), Mps Art Old Masters e XIX sec. Index (-12,11% su II semestre 2011).

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Prada Marfa: com’è ovvio, la porta non si apre, in quanto sigillata.

Tra le più note installazioni orientate a coniugare arte e moda – ad eterno suggello dell’ideale di bellezza cui entrambe sono votate par excellence, Prada Marfa è un’opera permanente realizzata dagli artisti danesi Michael Elmgreene e Ingar Dragset nell’isolamento del deserto del Chihuahua, situato nella zona più Western del Texas, a circa 40 km da Marfa, una cittadina di duemilaquattrocento anime – oggi divenuta una calamita per fashionistas, artisti e amanti del connubio “arte & moda” in generale. Invero, la città deve la sua notorietà all’arte contemporanea, ed in particolare all’attività di Donald Judd – che è stato ivi attivo sin dal 1970. Il celebre artista minimalista ha in effetti trasformato questo piccolo villaggio rurale in una vera e propria Mecca artistica. L'idea di Judd era mettere in funzione spazi in grado di ospitare ampie collezioni ad opera di singoli artisti “in via permanente”, come fosse un “anti-museo” all’aperto. Di fatto, Judd riteneva che il modello predominante di museo, dove le esposizioni d’arte si avvicendano tra loro, non permettesse al visitatore una comprensione piena dell'artista o del suo lavoro. Negli anni recenti (specie a seguito della dipartita di Judd, 1994), una nuova ondata di artisti si è trasferita a Marfa per vivere e lavorare, al punto che sono stati costituiti un programma per scrittori residenti, un gruppo teatrale e uno spazio multifunzionale per l'arte chiamato Ballroom Marfa. Ad ogni modo, l’idea del Prada Marfa trova le sue origini nel 2001, quando Elmgreene e Dragset – all’epoca intenti nell’allestimento della prima personale a New York presso la Tanya Bonakdar Gallery – decidono di rivestire la vetrina della galleria con

A cura della Dott.ssa Alba Cicala pag. 6

alcuni pannelli bianchi recanti la scritta “opening soon Prada”. Gli autori volevano così sottolineare la trasformazione radicale che la metropoli statunitense stava subendo oramai da oltre un decennio: dove prima si viveva di gallerie e studi artistici, in case a costi ragionevoli, la cosiddetta gentrification aveva portato urbanizzazione e commercio in aree prima “protette” come Soho o Chelsea – trasformandole in quartieri esclusivi, dove il lusso determina anche il prezzo degli affitti. La mostra personale, in effetti, non riscuote molto successo: la maggior parte dei visitatori – ingannati dai pannelli “Prada” – non entra in cerca d’arte, ma piuttosto di borse e scarpe della famosa maison. Ciononostante, è proprio quest’ultima ad interessarsi all’esposizione: Prada – tramite la propria fondazione – decide di “cogliere la provocazione” dei due danesi. L’installazione, inaugurata nel 2005, viene realizzata con la collaborazione degli architetti americani Ronald Rael e Virginia San Fratello – per un costo totale di 80.000 dollari americani. La zona desertica e desolata texana viene scelta proprio in virtù dell’assenza di civilizzazione visibile nel raggio di chilometri: lungo la statale U.S. 90, l’opera appare inizialmente come una grande scultura minimalista. Avvicinandosi, però, si materializza una vera e propria boutique di lusso, con le proposte di moda Prada

Quando l’arte veste Prada: la storia di Prada Marfa (Alba Cicala) 1/2

Autunno-Inverno 2005 in bella mostra. Prada Marfa riprende volutamente lo stile minimal chic dei punti vendita della griffe, utilizzando ripiani bianchi retro-illuminati per esaltare le scarpe – già di per sé considerate merci di culto, quasi arte, dagli amanti della moda. Oltre a ciò, l’uso di colori molto chiari per pareti, moquette e tavolini espositori per le borse fornisce un contrasto ancor più marcato con il contesto nel quale l’opera è inserita – la natura selvaggia dominata da colori caldi come rosso, verde e marrone.

ART WEEKLY – 29 LUGLIO 2013

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Prada Marfa: com’è ovvio, la porta non si apre, in quanto sigillata.

A cura della Dott.ssa Alba Cicala

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Nessuna manutenzione è stata preventivata,

dal momento che l’idea è di abbandonarla ad

un lento degrado – conducendo così l’opera

ad una sorta d’“integrazione” con il

paesaggio naturale circostante. La morale

quasi appare essere l’utilizzo indifferenziato

di moda e natura a fini consumistici, nonché

la caducità cui entrambi sono inevitabilmente

sottoposti.

Ed è proprio il potere e la desiderabilità della

merce imprigionata in questa sorta di capsula

sigillata – o forse anche la sua presenza

fortemente simbolica – ad aver spinto alcuni

malintenzionati ad irrompere nella finta

boutique a soli tre giorni dall’inaugurazione

dell’opera. Negli ultimi anni l'opera d'arte è

stata oggetto di numerosi atti vandalici:

scritte sulle mura, vetri imbrattati e crivellati

da colpi di pistola; alcuni balordi si sono

addirittura lanciati con un'auto contro la

porta d'ingresso fracassandola. Tali episodi

hanno richiesto un costoso ripristino dello

status quo, che lascia peraltro interrogativi

aperti circa il fine ultimo della sopravvivenza

di tale opera: nello specifico, Prada Marfa –

oggetto di scherno e di stupori – rappresenta

un fallimento dell’arte contemporanea o la

sua più compiuta celebrazione?

Quando l’arte veste Prada: la storia di Prada Marfa (Alba Cicala) 2/2

Nonostante questo conflitto cromatico,

l’installazione rimane incredibilmente

legata alla cultura locale – in quanto utilizza

materiali regionali, come il gesso bianco

texano, e richiama la land art e il

minimalismo tipici della Chinati Foundation,

una fabbrica artistica di Marfa. Ancora, è

interessante aggiungere che gli artisti sono

stati appoggiati molto da Miuccia Prada:

oltre ad aver concesso l’uso del trademark,

ha scelto e donato personalmente venti

scarpe destre (non vi sono scarpe sinistre

all’interno del negozio!) e sei borse tra

quelle esposte.

ART WEEKLY – 29 LUGLIO 2013

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Con questa sezione del report si è voluto interrogare alcuni tra i maggiori operatori nazionali ed

internazionali del mondo dell’arte e della cultura, al fine di lasciare loro esprimere un proprio

personale punto di vista sulle tendenze attuali del settore, le aspettative future.

*****

La riflessione vuole essere uno “spazio libero di espressione”, consapevoli che spesso sia utile

sentire voci diverse, per riconoscere meglio la propria.

Sarpi Bridge: il ponte tra Oriente e Occidente Ogni anno, in Aprile, Milano si riempie di designer, architetti, fotografi ed artisti. E' il Salone del Mobile e la sua settimana del Design che li attira, ma di più forse il Fuorisalone che è quello che fa parlare di sé per l’originalità delle iniziative. Se il Salone è in fiera, con gli espositori di arredi nei loro classici stand, il Fuorisalone è ovunque nella città e nei quartieri: Tortona, Ventura Lambrate, Brera... e da quest'anno anche Sarpi, quartiere storico di immigrazione cinese! Molti desiderano esporre in un Fuorisalone ma la selezione spesso è fatta dalle possibilità finanziarie che si hanno. Anche noi desideravamo parteciparvi e speranzosi eravamo in visita per location in un distretto di Milano, ma all'ennesimo costo da addizionare ai precedenti abbiamo capito che non ce l'avremmo fatta. Delusione e subito dopo l'intento: - il fuorisalone lo facciamo noi! Sarpi Bridge nasce così dall’idea di creare un nuovo polo espositivo di design, vincente per contenuto e per format: design orientale e ad Oriente, format più adeguato, con meno sprechi e più equità.

L'obiettivo è creare sinergie tra Oriente ed Occidente, opportunità culturali ed economiche, non per pochi ma per tutti. Il design diventa strumento utile per determinare attività a sviluppo sostenibile, anche territoriale e sociale, promuovendo la cooperazione tra le culture. Tra tanti progetti viene presentato il design orientale e si cerca di creare presupposti perché tale design si sposi con la nostra qualità artigianale. Nel 2013 i paesi ospiti sono stati Cina, Corea e Giappone ed è con loro che realmente abbiamo creato, il Fuorisalone: insieme abbiamo deciso gli spazi, condiviso i progetti, allestito, esposto e goduto del successo. Nel 2014 altri paesi orientali si aggiungeranno ma non cambierà l'intento. Sarpi Bridge è un Fuorisalone che tanti aspettavano, che ha richiamato a sé tanti giovani, entusiasti di approcciarsi all'Oriente e di contribuire al nuovo format, che ha coinvolto tanti artigiani, orgogliosi del loro saper fare e disponibili ad intraprendere percorsi verso nuovi Mercati. Annamaria Salinari, Sarpi Bridge

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www.verniceprogetti.it

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Be independent everywhere: Arte e marketing il caso Italia independent

Il secondo personaggio storico è Oscar Wilde che, grazie alla sua frase, ha indossato per Italia Independent gli occhiali super sottili.

Paolo Ceccherini In collaborazione con Italia Independent www.italiaindependent.com

William Shakespeare e Cleopatra che hanno indossato gli innovati occhiali I-Mirror. Il famoso drammaturgo inglese ha meritato gli occhiali interamente specchiati a seguito della sua famosa affermazione.

L’ultimo personaggio storico incontrato da I-I, Galileo Galilei, è diventato l’ambasciatore perfetto delle lenti I-Chromic grazie alla sua frase reinterpretazione di una sua celebre riflessione.

“Cos’è un trono? Un trono è una panca rivestita di velluto”

Il primo personaggio storico è Napoleone Bonaparte che con la sua frase è diventato testimonial del brand indossando gli occhiali effetto velluto.

“Si parla tanto del bello che è nella

certezza; sembra che si ignori la bellezza più sottile”

La regina d’Egitto donna non bellissima ma, grande seduttrice, è sicuramente la testimonial femminile migliore per gli occhiali in grado di riflettere un’immagine non solo con le lenti, ma con tutta la montatura.

“Non si è mai vista bella donna che non

facesse smorfie davanti ad uno

specchio”.

1

“Vedere oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro

pochissimi”,

A chiusura dell’anno che ha celebrato i 150 anni di unità d’Italia, I-I ha augurato buone feste con Camillo Benso Conte di Cavour che indossa gli occhiali da vista supersottili 567, modello molto simile a quello che il primo presidente del consiglio era solito indossare.

La necessità di un’idea sorge dall’esigenza aziendale di distinguere il proprio prodotto e al tempo stesso di creare nuovi bisogni, nuovi desideri e necessità. E’ questo il caso di “Italia Independent”, un nuovo marchio di creatività e stile che coniuga innovazione e tradizione per rilanciare il “Made in Italy” ed esportare lo stile italiano in un mondo globale. Il giovane artista, video maker, consulente creativo e autore televisivo Jacopo Morini, ha reinterpretato personaggi storici facendo indossare loro gli occhiali Italia Independent. Jacopo Morini ha scelto le icone della storia quali Gandhi, Martin Luther King, Napoleone, Oscar Wilde e la Monna Lisa.

1

ART WEEKLY – 29 LUGLIO 2013

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“Reaching art” è la rubrica in collaborazione con Artribune dedicata ad un approfondimento sul pensiero e le opere degli artisti esposti nelle principali mostre organizzate sul territorio nazionale.

Questa settimana:

Sulcis Oddity. 5 anni di Cherimus

Dal 3 Agosto al 29 Settembre 2013

Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta

Un luogo, il Sulcis Iglesiente, che dalla posizione marginale si trasforma in un centro ideale per lo sviluppo di nuovi progetti. E un'associazione, sempre in Sardegna, Cherimus, capace di lavorare con artisti di tutto il mondo e in grado di coinvolgere attivamente il tessuto locale. Le opere esposte al Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta descrivono proprio la crescita di uno speciale rapporto tra Cherimus e il Sulcis: attraverso una selezione di opere pensate e realizzate esclusivamente per questo territorio è possibile leggerne le contraddizioni e la complessità che lo contraddistinguono. Il piano per il rinnovamento della piazza di Perdaxius, Comune del Sulcis in cui

Cherimus ha sede, costituisce il nucleo centrale dell’esposizione. Il progetto, sviluppato da Diego Perrone con Cristian Frosi, Michele Gabriele, Derek Maria Francesco di Fabio e Matteo Rubbi, non è mai stato realizzato ma per alcuni mesi la piccola piazza del paese è stata al centro dei pensieri e delle ricerche di molti (artisti, architetti, amministratori) che hanno condiviso il desiderio di creare un luogo speciale e unico per chi lo avrebbe vissuto. Come per esempio “Caro Giacomo”, work in progress che si ripete ogni anno durante la festa patronale di Perdaxius e che vede coinvolti i locali nella realizzazione delle opere.

A cura di Claudia Giraud; www.artribune.com pag. 10

Dimensione dialogica, riappropriazione dello spazio pubblico e dimensione estetica caratterizzano, dunque, lo spirito di questo corpo di opere in cui il ruolo assunto dall’artista è quello di liberare latenti possibilità espressive. Claudia Giraud

Sulcis Oddity. 5 anni di Cherimus

Dal 3 Agosto al 29 Settembre 2013

Museo d’Arte Contemporanea di

Calasetta

Foto: Alessandro Di Giampietro_Butterfly Etude_Caro Giacomo2010

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La prima volta che il mondo conosce la parola sincretica wabe è il 1871, per mano, o meglio per mezzo del pensiero di Charles Lutwidge Dodgson. Egli inventa questo neologismo per il suo poemetto lirico Jabberwocky, contenuto all’interno del romanzo visionario Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. Wabe indica la zona erbosa che si sviluppa attorno al passaggio di un meridiano sulla crosta terrestre. La linearità simmetrica generata da questa linea immaginaria è rotta plurime volte durante il suo percorso da infinite variabili terrene. Lo stesso procedimento si nota all’interno delle opere di Claudia Scarsella. Molte di esse presentano infatti una linea meridiana o parellela che traccia un ipotetico asse di simmetria che inganna l’osservatore. L’asse non rispecchia mai il suo doppio, ma al contrario, come il wabe, l’asse genera uno spazio che è esso stesso generatore di forma. L’asse genera il suo spazio complementare, che ricalca, ma al contempo tradisce, la specchiatura da cui proviene attraverso innovativi giochi di immagini retoriche e tranelli visivi. Lo spazio del wabe non è vuoto. Esso è uno spazio pensato, voluto e ricercato da cui nascono le forme piene che lo contengono. Le campiture attorno a esso altro non sono che la prosecuzione formale di figure fatte di ritagli, incollaggi, disegni e ricordi che compongono i collage di Claudia Scarsella.

A cura del Dott. Andrea Carlo Alpini http://www.theca-art.com/

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Claudia Scarsella. WABE: a long way beyond

ART WEEKLY – 29 LUGLIO 2013

Crossed Dolce e Gabbana

Collage, mixed media, lace

and digital print on tracing

paper applied on

piezography on museum

cotton paper.50×66 cm

Claudia Scarsella sceglie come alfabeto espressivo il collage, sia tradizionale che digitale: assembla

illustrazioni e foto, anche realizzate da lei, disegni a mano e trame grafiche, visualità cangianti,

disparate, emozionanti. I suoi collage sono strati di storia, emozioni sciolte e scolpite. Nel 2001 il suo progetto “Curvaceous” è stato esposto al Victoria

and Albert Museum di Londra; nel 2010 vince il Premio Arte Mondadori, Targa Oro sezione Grafica; nel 2012 e 2013 il “Corriere della Sera” la inserisce

nell’elenco dei 150 artisti italiani contemporanei “da seguire” e su cui investire. Le sue opere sono state

esposte a Lugano, Londra, Milano, Barcellona, Berlino, Lugano.

Wabe è la sincrasi di A long way before it, ovvero da molto prima del meridiano, e al contempo di A long way beyond it, ovvero molto oltre. Attaccare pezzi per creare nuova materia che è in grado di convivere con secoli prima e con secoli dopo. Lo stesso procedimento è quello utilizzato da Lewis Carroll nel suo Jabberwocky. Accorpare suoni e strutture linguistiche differenti, lontane tra loro, al fine di generare nuove parole che entreranno, poi, a far parte del linguaggio comune. Così lavora anche Claudia Scarsella. Taglia, accorpa, unisce, specchia, divide. Va oltre il significato dell’oggetto. Crea un nuovo elemento che è portatore esso stesso di significati, di strati del passato e di visioni future. Il suo è un linguaggio che va oltre l’aspetto semiotico. Andrea Carlo Alpini

Gianni Versace Pop,

collage, mixed media,

chiffon and digital print on

tracing paper applied on

piezography on museum

cotton paper. 66×50 cm

Racconto di Alexander

McQueen, Collage, mixed

media + hand drawing and

digital print on tracing paper

applied on piezografia a

pigmenti on cotton paper.

66×50 cm., 2012

Racconto di

Jean-Paul

Gaultier,

Collage, mixed

media + hand

drawing and

digital print on

tracing paper

applied on

piezografia a

pigmenti on

cotton paper.

57x40 cm.,

2012

Racconto di Martin Margiela, Collage,

mixed media+ hand drawing and digital

print on tracing paper applied on

piezografia a pigmenti on cotton paper.

40×57 cm., 2012

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Arte e moda eterne sorelle ? Le continue, spesso estreme, interazioni tra i due campi sono la testimonianza puntuale del loro sodalizio tra contaminazioni e reciproci furti che le hanno viste come protagoniste di un affascinante match. Marie Jeanne Bertin ( 1747 Abbeville- E. sur Senna 1813) ben lontana dai riflettori e dalle faschion week diede vita alla moda francese, del periodo “pre-rivoluzione”, facendo sfilare a Corte le sue opere d’arte. Mademoiselle Rose Bertin passò dall’essere arigiana ad essere artista aprendo nel 1770 una boutique “Le Grand Mogol”; subito la fama dei suo modelli innovativi arrivò a Versailles dove la frivola MariaAntonietta vide in lei un’ottima collaboratrice per la realizzazione dei sui vizi. Benchè non dichiarata stilista - la professione, infatti, venne riconosciuta solo successivamente alla Rivoluzione Francesce quando l’abolizione di regole e corporazioni permisero la naturale espressione artistica dei sarti - Rose riuscì a portare talmente alto il livello delle sue creazioni da ricevere il nomignolo di Ministro della Moda. Con la realizzazione di 61 abiti ogni tre mesi la Ministra diede vita, attraverso l’immagine della Regina di Francia, a vere opere d’arte che scatenarono in breve tempo la

A cura del Dott.ssa Nora Annesi pag. 12

Rose Bertin, un’artigiana alle soglie dell’arte

ART WEEKLY – 29 LUGLIO 2013

“"A Napoli, tutti vanno vestiti alla francese, ma con cattivo gusto! L'uso degli uomini è di portare quasi sempre il cappello sulla testa, vestiti o no. Quanto alle donne, non è in altezza nè in lunghezza che si pettinano: è in larghezza”

tendenza della moda parigina e che la portarono a ricoprire il ruolo di Coutier. Interprete del Rococò nella moda attraverso stoffe floreali e forme decisamente sfarzose e voluminose, si deve a lei l’invenzione di acconciature come il toupet e il pouf . Accanto agli abiti la realizzazione di tutti gli accessori necessari a far risaltare abito e persona sono il segno inconfondibile della mano di Rose che venne malvagiamente copiata da sarte contemporanee di personalità meno spiccanti. Piume, nastri, scarpe e acconciature turrite, più simili a piccole architetture che a pettinature, avvicinano l’estrosità della ministra al carattere degli attuali stilisti per i quali la funzionalità della creazione ricopre un ruolo marginale rispetto alla glorificazione di se stessi attraverso l’opera.

Capigliature troppo alte da imporre viaggi in ginocchio nelle carrozze così come tacchi vertiginosi da far pericolosamente oscillare le caviglie furono e sono, nel trascorrere di epoche e stili, il compenso che va pagato per sentirsi al passo di un’arte che sembra essere alla portata di tutti. Le stravaganti creazioni di Rose Bertin, così come gli abiti della moderna Alta Moda, possono essere più facilmente trovati in teche di musei piuttosto che esposte in vetrine di negozi e boutique; questo è il segno di un vetusto e indissolubile legame tra arte e moda. Infine, dando un’occhiata all’ etimologia delle parole da un lato il termine Ars poggia le radici nel concetto di “saper fare” e di “essere abili nel produrre”, dall’altro “Moda”, sia in ambito sociale che scientifico, si presenta come “valore che compare

Esempi di creazioni di Rose Bertin

più frequentemente” e comportamento collettivo”; si può, quindi, tradurre questo eterno legame come la capacità di creare un modo collettivo di vestirsi. Nora Annesi

Esempi di creazioni di Rose Bertin

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L’appuntamento In Evidenza Della Settimana

pag. 13

AMORE E PSICHE

La favola dell’anima

MANTOVA, PALAZZO TE e PALAZZO SAN

SEBASTIANO

13 LUGLIO - 10 NOVEMBRE 2013

Una mostra per ritrovare il percorso dell’anima

attraverso miti, simboli e arte.

Dai capolavori archeologici della Magna Grecia

all’arte romana,

da Tintoretto ad Auguste Rodin a Salvador Dalì

Informazioni

tel. 0376 323266

[email protected]

Amore e Psiche. La favola dell’anima si basa

sull’interpretazione del mito in chiave neoplatonica che

venne data nell’Umanesimo, per la quale l’errore di Psiche

consiste nel ritenere il divino come una realtà tangibile e

verificabile con i sensi, mentre è solo il cuore che può

percepirne pienamente la presenza.

“La vita attuale - sostiene la curatrice della mostra Elena

Fontanella - nega spesso all’uomo gli spazi del sacro.

Caoticamente travolti dall’esistenza, siamo impreparati ad

affrontare le immense traversate interiori, fatte di vuoti e

silenzi, che la vita ci mette davanti. Grazie all’aiuto di una

delle favole più belle sull’amore, sulla morte e sulla vita,

vogliamo accompagnare il visitatore in questi sentieri

dell’anima, sfruttando le immagini artistiche che, nei millenni,

si sono ispirate a questa storia”.

ART WEEKLY – 29 LUGLIO 2013

Page 14: Art Weekly Report 29 luglio 2013

GLOSSARIO

Mps Art Market Value Index: indice costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari internazionali e operanti nel comparto artistico, ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere; l’indice è espresso in dollari poiché il fatturato del mercato artistico è realizzato prevalentemente in tale valuta (principio di competenza territoriale).

S&P 500: indice Standard & Poor’s della Borsa di New York calcolato sui 500 titoli a maggiore capitalizzazione nel

mercato USA.

Ftse Mib: indice che coglie circa l’80% della capitalizzazione di mercato interna italiana; è composto da società di primaria importanza e a elevata liquidità nei diversi settori ICB.

Mps Gobal Painting Art Index: indice costruito sul fatturato realizzato dalle principali case d’asta internazionali nel

comparto dell’Arte Pittorica. In base al principio di competenza territoriale, l’indice è espresso in dollari, poiché la maggior parte del fatturato in tale settore è realizzato in tale valuta.

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Autori della Pubblicazione

Paolo Ceccherini

Responsabile Art Weekly Report

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Si ringrazia, il Dott. Simone D’Onofrio e la Dott.ssa Stella Annesi per la preziosa collaborazione alla realizzazione del report

I grafici sono frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste e dai principali infoprovider.

Responsabile Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations

Alessandro Santoni, PhD

Email: [email protected]

Tel:+39 0577-293753

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