Art Weekly Report_30settembre 2013

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…“Arte e Musica”… Art Weekly Report 30 Settembre 2013 n.172 Area Research e Investor Relation Monte dei Paschi di Siena Seguici anche su

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…“Arte e Musica”…

Art Weekly Report 30 Settembre 2013

n.172

Area Research e Investor Relation

Monte dei Paschi di Siena

Seguici anche su

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…Pensa: un pianoforte. I tasti iniziano, finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare…

(Alessandro Baricco)

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Nero su Bianco

Alessandro Baricco

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

Alessandro Baricco nasce a Torino nel 1958, qui studia filosofia, si laurea con una tesi in Estetica e studia contemporaneamente al conservatorio dove si diploma in pianoforte.

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Andamento mensile del Mps Art Market Value Index degli ultimi tre anni

(30/09/2010 – 30/09/2013)

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Il rendimento espresso dall’MPS Art Market Value Index resta superiore agli altri due indici considerati, raggiungendo nel triennio la performance del +79.0%, rispetto al +47.3% dello S&P500 e al dato del -13.6% di Piazza Affari. Con riferimento alle performance dei 3 indici dall’inizio dell’anno (01/01/2013) ad oggi, si registrano le seguenti variazioni: miglior performer il MPS Art Market Value Index (+42.0%) seguito dal S&P500 (+15,7%), chiude il Ftse Mib (+8.4%).

* Indice costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari internazionali e operanti nel comparto artistico, ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere; l’indice è espresso in dollari poiché il fatturato del mercato artistico è realizzato prevalentemente in tale valuta (principio di competenza territoriale).

** Tutti e tre gli indici sono espressi in dollari

(Y): MPS Index Vs. FTSE Mib

(X): MPS Index Vs. S&P 500

X Y

+80.6% +19.7%

Matrice di correlazione

Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da

info provider.

L’analisi mensile del MPS Art Market Value Index* mostra negli ultimi tre anni (Settembre 2010 – Settembre 2013) una correlazione con il Ftse Mib** diretta (+19,7%); rimane positivamente correlato con il principale indice del mercato americano (S&P 500), il cui dato aggiornato sull’ultima settimana si attesta a: +80,6%.

+17.0%

+42.0%

Per poter accedere ai i lavori sul mercato dell’arte visita il sito:

http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

+8.4%

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Mps Art Market Value FTSE Mib S&P 500

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Andamento settimanale del Mps Art Market Value Index

(23/09/2013 al 27/09/2013)

In calo il FTSE Mib (-1,64%). In Italia pesano le turbolenze sul fronte politico. Sul fronte BCE il membro Coeure ha dichiarato che una nuova operazione LTRO non è una necessità urgente aggiungendo che la BCE ha un ampio range di opzioni possibili. L’altro membro Constancio ha affermato che le misure non convenzionali saranno utilizzate se necessario.

Settimana positiva per il Mps Art Market Value Index (+8,21%), in ripresa il listino americano S&P 500 (+1,30%), e bene anche piazza affari, che registra una decisa salita del FTSE Mib 500 (+4,09%). Tra le aste della settimana da segnalare: - per Christie’s la “First Open”, di arte contemporanea, svoltasi a New York, Rockefeller Plaza in cui sono stati realizzati oltre $13,6 mln. La vendita era composta da oltre 400 opere, top lot Tauba Auerbach (b. 1981) aggiudicato per 495,750 dollari contro una stima alta 350,000 dollari. - per Sotheby’s la “Contemporary Curated“, svoltasi a New York, il 25 settembre in cui sono stati realizzati $13,7mln. Mark Bradford B.1961, aggiudicato per 2,285,000 dollari contro un stima iniziale di 700,000 dollari.

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Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da info provider.

Debole la settimana dello S&P 500 (-1,06%). Negli Usa tassi sostanzialmente stabili, con attenzione puntata sull’evoluzione dei negoziati per l’innalzamento del tetto del debito. I repubblicani si dichiarano disponibili al loro via libera a condizione però di ritardare di un anno anche l’entrata in vigore della riforma sanitaria di Obama (Obamacare) che dall’1 ottobre prevede l’obbligo di stipula di polizze sanitarie, benché mitigato da parziale sussidi pubblici. Obama si è dichiarato non disponibile a trattative che coinvolgano questo tema.

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

-1.06%%

+8.21%

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Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

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23/09/13

apertura lunedì

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chiusura

venerdì

Mps Art Market Value S&P 500 Ftse Mib

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Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

Andamento semestrale del Mps Art Global Painting Index negli ultimi sette anni

(01/01/2006 – 30/06/2013)

Il catalogo fa la differenza: la clientela è molto più attenta ed esigente rispetto alla fase euforica del 2008. Bene le opere di qualità, a conferma di un pubblico orientato per i capolavori di rilevanza storica.

Il rafforzamento del $ sulla sterlina, ha influito negativamente sulla performance complessiva dell’indice globale, anche se l’effetto è stato parzialmente compensato dalla crescita dell’Euro.

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Fonte: il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti

delle principali case d’aste.

I risultati consuntivi del I semestre 2013 mostrano un lieve calo rispetto al precedente semestre e dopo la fase di assestamento degli ultimi 3 anni: il MPS Global Painting Index è in diminuzione del -18,4 % su a.p.

Il mercato resta ancora lontano dal picco del 2008, favorito dal boom dell’arte contemporanea e dall’effetto valuta, e la ripresa sembra oggi ostacolata nei segmenti a maggior capitalizzazione: MPS Art Pre-war Index (-35,3% su a.p.) e Mps Art Post war Index (-4,6% su a.p.) in ribasso nonostante i record mondiali di questo semestre.

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MPS Global Painting Art Index (in $)

Confronto

1H13 vs 1H12

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In copertina:

Intervista con Dimitra Theodossius, tra passione e libertà di espressione 1/2

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Dopo sessant’anni, il costume di scena indossato dalla «Divina» nell’interpretazione che l’ha resa una leggenda, è stato nuovamente usato da una diva della musica lirica internazionale, Dimitra Theodossius, per interpretare Medea. Questo particolare costume ha accompagnato la Callas nell’Olimpo dei più grandi, ed è stato sempre custodito con cura nelle sale della Fondazione Cerratelli di San Giuliano Terme, che soltanto per tre volte ne ha concesso l’utilizzo. Abbiamo avuto il privilegio di incontrare la Soprano a Montecatini in occasione del "Dear Maria - Omaggio a Maria Callas”, dove l’artista ha ottenuto un vibrante successo con il Quartetto d'archi dell'Arena di Verona, accompagnata al pianoforte da Roberto Corliano. La conversazione inizia da subito ricordando i primi passi della celebre protagonista nel mondo della lirica. Da quando si è accorta di sentire questa passione per la lirica? “Quando avevo 6 anni mio padre mi portò all’opera per la prima volta, ad Atene: ricordo che si dava Il trovatore di Verdi e ho avuto una folgorazione… mi ero completamente innamorata e mi sentivo rapita in

e a 29 anni c’è stato il mio debutto al Teatro Megaron di Atene con la Traviata. Veniamo alle sue interpretazioni, quali personaggi predilige? Posso dire solo che li amo alla follia proprio per la grinta che hanno. In ognuno di loro c’è un po’ della mia personalità, perché anche Dimitra è una donna che rischia volentieri e affronta tutte le sue esperienze buttandosi, senza pensarci troppo. A volte paragono il mio lavoro all’equilibrista del circo che si mantiene su di una corda.

un’altra dimensione. Grazie a mio padre ho visto a teatro tutto quello che potevo vedere e, ogni volta, volevo far diventare il mio lavoro quello del personaggio in scena, finché capii che esisteva un lavoro che li potesse comprendere tutti, ovvero il soprano. Fin da quando ero piccola, quindi, questo è stato il mio desiderio. Ha capito subito di voler diventare una soprano? Devo dire che non pensavo di fare questo mestiere. Mio padre preferiva per me un lavoro più tradizionale, così non ci pensai più di tanto una volta cresciuta. Rimase un sogno, ho studiato Economia pensando di fare tutt’altro, finché non incontrai per caso in treno quella che sarebbe stata la mia futura insegnante di canto. È stato il destino per me. Avevo 25 anni

Questa metafora si riferisce al mio stile, all’interpretazione che do ai miei personaggi. Amo il rischio mentre canto e gioco con me stessa cercando il limite, il pubblico così rimane con il fiato sospeso, in trepidazione. Ha la grinta di un leone, in quale animale meglio si identifica? Certamente in un cavallo selvaggio che ha bisogno della sua libertà di espressione. Verdi è conosciuto come grande patriota, come vede il ruolo degli artisti in questo momento di difficoltà che sta attraversando l’Europa? Ognuno deve riscoprire il senso di patria come responsabilità verso il proprio paese, soprattutto in questo periodo di difficoltà. Io mi sono trasferita recentemente in Grecia, per solidarietà per questo momento che sta vivendo la mia patria, che amo profondamente. Mi considero un ambasciatore dei nostri valori nel mondo. Verdi ha messo nella musica il patriottismo e tramite la sua opera riesce a dire quello che pensa, e io sento da lui il coraggio della libertà di pensiero.

Può spiegarmi meglio questo concetto di equilibrista?

“…un cavallo selvaggio che

ha bisogno della sua libertà di

espressione”

Di Paolo Ceccherini, in collaborazione con la Dott.ssa Elena Sicilia

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pag. 7

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Cosa consiglierebbe ad un giovane che intende affacciarsi al mondo dell’arte? A mio avviso non è una vera e propria scelta, ma quanto una persona è predestinata a fare una certa cosa, il suo percorso potrà seguire le strade più diverse, ma prima o poi arriva a quello per cui è destinato. Io mi sento predestinata, magari suona da presuntuosa, ma ho sentito che il destino ha voluto per me questo. Nonostante la laurea in economia, il destino mi ha fatto incontrare la mia prima insegnante sul treno. Io mi siedo in

Vestire il costume della divina Callas ad Atene nella sua patria che sensazioni suscita?

Non posso spiegarlo… non solo perché sono greca, ma perché qualunque soprano che indosserà questo costume avrà delle emozioni fortissime. Io credo che potrei svenire, per me è sacro… Lei per me è sempre stata il mio punto di riferimento, ha cambiato l’opera e io ho seguito il suo modo di interpretazione. Per me è un grande onore essere associata a un’artista grande come lei.

Dimitra con il

costume

della

Fondazione

Cerratelli

indossato

dalla Callas

nel 1953

La redazione ringrazia con ammirazione e rispetto la grande Dimitra Theodossiou per l’intervista concessa prima di salire sul palco, per la grande ricchezza di contenuti e per le emozioni che trasmette con le sue parole. Vogliamo ringraziare inoltre la Dott.ssa Paola Gribaudo, per la collaborazione fornita e per aver reso possibile questa intervista di cui siamo veramente orgogliosi.

In copertina:

Intervista con Dimitra Theodossius, tra passione e libertà di espressione 2/2

Di Paolo Ceccherini, in collaborazione con la Dott.ssa Elena Sicilia

una cabina e vedo una signora anziana… non ci sono ostacoli se una persona è predestinata e porta con se l’amore e la passione troverà il suo percorso. In bocca al lupo per i prossimi appuntamenti, allora! “Crepi il lupo e un saluto a tutti gli amici di Art Weekly Report!”

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Manifesto della prima Traviata del 1853

In collaborazione con la Dott.ssa Gisella Tropea

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Probabilmente tanto pathos impressionò negativamente un pubblico non ancora pronto ad accettare certi temi ritenuti troppo scabrosi nel 1853; ragione che spiegherebbe l’insuccesso della prima della “Traviata”, tenutasi a Venezia nel teatro La Fenice. Ciò tuttavia non scoraggiò Verdi, il quale auspicava un futuro cambiamento di opinione da parte della platea; l’attesa confermò le speranze del compositore che cominciò a ricevere consensi poco più di un anno dopo. La vicenda è ambientata nella Parigi di metà Ottocento: tra i salotti di una società tipicamente borghese Violetta Valery si diletta a ricevere a casa i propri amici, ostentando con leggerezza una certa frivolezza nei confronti dell’altro sesso. La giovane trascorre con spensieratezza le sue giornate ignorando, apparentemente, la sua malattia. Durante una di queste feste Alfredo, segretamente innamorato di Violetta, si presenta alla donna. Quando durante il ricevimento lei verrà colta da un malore, allontanandosi così dagli ospiti, Alfredo avrà occasione, insistendo per assisterla, di mostrarle la sua devozione; lei, positivamente sorpresa, gli darà in dono una camelia chiedendogli di riportarla quando sarà appassita. I due si concederanno l’uno all’altro e vivranno il loro amore in campagna fino a quando una serie di ragioni, quali il denaro e gli ostacoli

posti dal padre di Alfredo, avverso alla relazione tra il figlio e Violetta, porteranno i due alla separazione. L’agognato ricongiungimento e i chiarimenti di ogni sorta avverranno nel letto di morte di lei, quando sarà oramai tardi. Grazie ad Alfredo Violetta conoscerà l’amore romantico, svincolandosi dalle regole del disfacimento e dell’ipocrisia che caratterizzano la società borghese; sfuggendo finalmente alle regole del denaro e “scoprendo” con Alfredo la propria anima, il personaggio di Violetta concentrerà su di sé temi tipicamente romantici quali la passione, il sacrificio, l’amore destinato all’infelicità, la sofferenza nel rinunciare alla vita.

Tra Arte e Letteratura

Da Dumas A Verdi: L’amore Romantico

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

«Libiam ne' lieti calici/ che la bellezza infiora, e la fuggevol ora/ s'inebri a

voluttà./ Libiam ne' dolci fremiti/ che suscita l'amore,/ poiché quell'occhio al core/ onnipotente va./ Libiamo; amor

fra i calici/ più caldi baci avrà».

Chi non conosce il celebre “invito al brindisi” di una delle opere più significative del patrimonio culturale italiano, “La Traviata”? Si tratta in realtà di un inno all’amore e al vino, e un’esortazione a goderne; il termine “libiamo”, infatti, più che “brindiamo” significa assaggiamo, gustiamo le gioie del vino e dell’amore perché la giovinezza poi sfiorisce. Tratta dalla “Signora delle camelie” dello scrittore francese Alexandre Dumas (figlio), l’opera di Giuseppe Verdi fa parte della cosiddetta “trilogia popolare” insieme al “Rigoletto” e al “Trovatore”. La ragione di questa etichetta si deve presumibilmente all’intento del compositore di aderire alla proposta in voga tra gli scrittori del tempo: durante il periodo storico culturale del Romanticismo italiano si diffuse tra molti intellettuali (vedi Manzoni) la volontà di impiegare un registro tematico- linguistico maggiormente accessibile, svincolato un po’ dalle regole convenzionali ai fini di far emergere la “vera” poesia tra un ampio pubblico. Il personaggio di

Sono i temi racchiusi nella celebre frase pronunciata da Violetta in uno dei momenti di maggiore tragicità del dramma verdiano: «Amami Alfredo», che sintetizza l’essenza stessa dell’opera. Verdi, in effetti, non mentiva quando presagì il destino prestigioso che il suo capolavoro avrebbe avuto nel corso dei secoli successivi. Gisella Tropea

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Fondazione Cerratelli: in mostra le Donne di Verdi

pag. 9 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Nell’anno del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi la Fondazione Cerratelli di San Giuliano Terme (Pisa), presenta la mostra “Le Donne di Verdi”, un evento espositivo dedicato alle eroine verdiane. Attraverso costumi firmati da celebri costumisti come Zeffirelli, Anna Anni, Pier Luigi Pizzi, Danilo Donati, scelti tra gli oltre trentamila custoditi dall’archivio storico Cerratelli, si può ripercorrere tutti i titoli delle opere musicate da Verdi e incontrare celebri nomi del bel canto come Renata Tebaldi, Katia Ricciarelli e molti altri che hanno con la loro arte inciso nelle nostre menti ricordi indelebili. Aida, Amneris, Gilda, Violetta, Odabella, Desdemona, Abigaille…sono solo alcune delle figure più significative delle opere del “cigno di Busseto”. Il percorso espositivo sarà suddiviso cronologicamente, ed in ogni sala si potrà ascoltare le romanze più significative di ogni eroina presente. Un percorso affascinante tra musica, costume, gioielli e accessori che caratterizzano l’immagine di ogni personaggio. Madrina dell’inaugurazione sarà la cantante lirica Dimitra Theodossiou, una delle più celebri interpreti del repertorio verdiano, che ha ricevuto l’Oscar della Lirica.

A cura della Fondazione Cerratelli

7 Settembre 2013 23 Febbraio 2014

SAN GIULIANO TERME

Pisa Alcuni costumi di scena della

Fondazione

Foto: Dimitra Theodossiou con il costume indossato da Maria Callas nel 1953

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pag. 10 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

L’Accademia Musicale Chigiana di Siena 1/3

Guido Chigi Saracini (Siena 1880 - 1965). Avendo ereditato nel 1906 un ingentissimo patrimonio, cominciò subito ad utilizzarlo per promuovere l'attività musicale nella sua amatissima città. Fra le manifestazioni organizzate dal Chigi spicca per importanza l'esecuzione nel 1913 della Messa di Requiem di Giuseppe Verdi nella Chiesa di San Francesco. Alla fine della Prima Guerra Mondiale Guido Chigi cominciò un programma di ristrutturazione del Palazzo Saracini teso a renderlo più adatto alle esigenze della musica. Il Salone dei Concerti fu inaugurato il 22 novembre 1923 con la prima esecuzione della stagione "Micat In Vertice", un motto ispirato allo stemma di famiglia. Dopo aver fondato, nel 1932, i Corsi di perfezionamento che avrebbero reso l'Accademia Musicale Chigiana famosa nel mondo, Guido Chigi Saracini creò il festival Settimana Musicale Senese nel 1939, con il consiglio di Alfredo Casella.

L'Accademia Musicale Chigiana fu fondata nel 1932 dal Conte Guido Chigi Saracini con lo scopo di organizzare a Siena corsi di alto perfezionamento musicale tenuti da celebri musicisti internazionali. L’Accademia svolge sia attività didattica che concertistica. Nel 1961 con il lascito di tutto il patrimonio del Conte Chigi Saracini, l’Accademia Musicale Chigiana si costituì in Fondazione. Il Palazzo Chigi Saracini Eretto nel XIII secolo lungo una delle arterie principali di Siena, appartiene alla famiglia Saracini dal 1770. Nel 1877 il palazzo venne ereditato dai Chigi. Il Conte Guido Chigi Saracini fu l'ultimo proprietario.

A cura di Vernice Progetti Culturali www.verniceprogetti.it

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ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

La raccolta d’arte si formò a partire dagli ultimi anni del Settecento ed è costituita da dipinti, sculture, argenti, avori, oltre ad una collezione di porcellane delle più importanti scuole italiane tra il Cinquecento e il Settecento. Un collezionismo eclettico, tra cui spiccano opere di artisti riconducibili ai più importanti periodi dell’arte italiana e in particolare senese. Tra i capolavori sono presenti opere di Giovanni d’Agostino, Francesco Di Giorgio Martini, Stefano Di Giovanni (detto il Sassetta) e il Beccafumi.

Il museo degli strumenti musicali L' Accademia Chigiana possiede un’importante collezione di strumenti musicali. È composta da circa 90 strumenti di cui una trentina fra violini, viole, violoncelli e contrabbassi soprattutto dei secoli XVII e XVIII realizzati da liutai come Stradivari, Amati, Gagliano, Guarneri, Camilli e Bisiach. Inoltre numerosi liuti, chitarre, mandolini, salteri, strumenti a fiato e popolari. Preziosi, infine, sono gli strumenti a tastiera, che annoverano un virginale del Cinquecento, un fortepiano della fine del Settecento e tre clavicembali, uno dei quali risulta essere del 1515, il più antico strumento del genere giunto fino a noi. La biblioteca Contiene circa 70.000 volumi, di cui circa 20.000 di genere letterario e 35.000 a tema musicale. Di particolare rilievo, l’imponente epistolario del Conte Guido Chigi Saracini che raccoglie circa 40.000 lettere.

L’Accademia Musicale Chigiana di Siena 2/3

A cura di Vernice Progetti Culturali www.verniceprogetti.it

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pag. 12

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

La Chigiana organizza in luglio e agosto Corsi di Alto Perfezionamento musicale tenuti da celebri maestri, in tutti i principali strumenti musicali, oltre a Canto, Direzione d'Orchestra e Composizione. Molti ex allievi dei Corsi chigiani oggi sono fra i più celebri nomi nel campo musicale internazionale. Ogni anno le richieste di ammissione ai corsi di alto perfezionamento della Chigiana sono tantissime, provenienti da 50 Paesi del mondo con significative presenze di studenti giapponesi, statunitensi, coreani ed europei, di cui circa 250 diventano allievi effettivi.

Festival “Settimana Musicale

Senese”

(luglio)

Estate Musicale Chigiana

(luglio – agosto)

Maestri Chigiani in Terra di Siena

(luglio – agosto)

“Micat in Vertice”

(novembre/ aprile)

Segui il profilo dell’ Accademia Musicale

Chigiana su Facebook e su twitter!

www.chigiana.it

L’Accademia Musicale Chigiana di Siena 3/3

A cura di Vernice Progetti Culturali www.verniceprogetti.it

Page 13: Art Weekly Report_30settembre 2013

E’ esattamente questa la

traccia, il primo passo.

Scrivendo si oltrepassa la linea

materiale del qui e del quando e

si squarcia il velo, quella sottile

nebbia che avvolge l’ordinario e

lo trasforma in straordinario se

superata. E’ difficile raccontare il

processo e tradurlo in sequenze

logiche percettibili, lo si può solo

evocare per altrettante

immagini, emozioni e cromie.

C’è che la Poesia si muove su

livelli differenti. Il primo ovvero

l’apparente: ciò che il lettore

legge. Il secondo: ciò che il

Poeta vuol comunicare. Il terzo:

l’antica malia che arriva da

lontano, da quella tradizione di

matrice greca bellissima, la

luce. Ogni parola ha una luce

che si propaga attraverso la

lente del lettore.

Ed è pur vero che ogni essere umano essendo un mondo unico e meraviglioso crea effetti caleidoscopici estremamente rari quando si accosta ad una Poesia, facendola propria. A questa musica così cara all’istinto, all’oltreragione . E Poesia stessa è musica e la attraversa e si lascia attraversare. Così nascono vere e proprie strade nuove. Perché la parola si lascia catturare dalle note di un pianoforte ad esempio, e dà avvio a nuove liriche, ad un sentimento poetico alto e sincero. La raccolta poetica “Cielo” edita da ‘’La Vita Felice’’ con prefazione di Davide Rondoni è la felice rosa nata dall’incontro di parole e musica. Ascoltare al pianoforte le variazioni del M° Ilario Marra (presidente dell’Accademia Bach, che da anni si impegna nella diffusione della musica colta e non solo), sulle note di Chopin, ha allargato la prospettiva di un orizzonte. Il campo visivo si è

sollevato da terra sino al “Cielo”

appunto. Ed allora grazie

all’ascolto di delicati e

appassionati Notturni sono

sorte Poesie che in sé

Poesia e Musica. Variazioni e altezze. Cielo. Di Irene Ester Leo

pag. 13 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

In collaborazione con il Dott. Ilario Marra

“Scrivendo si dimentica il tempo, / si dilegua nella carne, si stempera / il suono, il colore, persino / la luce che ha un suo

odore / nella freccia della monarchia delle rose /dei nostri giardini segreti.” (Cielo _La Vita

Felice_ Irene Ester Leo).

trattengono il senso di un “Concerto’’, la stessa musicalità di una melodia, determinate altezze, umori, pienezze. Come scrive Rondoni nella prefazione al testo la voce poetica in “Cielo” “ha l’orizzonte ampio del vivente e una preda precisa: la gioia.” Forse il segreto è proprio nel sentimento esplosivo della gioia appunto, sinonimo di vita, di quella voglia di esprimere se stessi, portando in superficie dall’abisso della creazione preziosi tesori, parole, note, che diventano Poesia. Soundtrack: Chopin, Notturno

op. 48 N 2

Bonus track:

http://www.youtube.com/watch?

v=W-TPcxrFBig (poesia e

musica)

Credits:

http://ireneesterleo.wix.com/lum

inous

http://poesia.lavitafelice.it/news-

recensioni-novita-poesia-irene-

ester-leo-cielo-250.html

http://www.bachmusicacademy.

it/

Irene Ester Leo nasce nel 1980 nella provincia di Lecce, dove vive. Laureata in Storia dell’arte moderna, è maestro d’arte (scultura e modellazione materie plastiche), critico d’arte, illustratrice. Le sue ultime pubblicazioni: Una terra che nessuno ha mai detto (Edizioni della Sera, 2010) con prefazione di A. Leone; Cielo (La Vita Felice, 2012) con prefazione di Davide Rondoni.

Page 14: Art Weekly Report_30settembre 2013

pag. 14

ARTE VISUALE E MUSICALE: due generi profondamente interconnessi 1/2

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

A cura di Andrea Dardi

Su come musica e pittura siano collegate a livello filosofico e percettivo si potrebbe parlare per ore dicendo molte cose con il rischio di essere convenzionali perché è già stato detto molto al riguardo, essendo questo parallelo vertiginoso e avvincente. Quello che è certo è che nella mente umana sono insiti certi meccanismi legati al piacere dell’osservazione e dell’ascolto che a volte sembrano funzionare in maniera sincrona. Allo stesso tempo è difficile dire se l’arte visuale abbia storicamente ispirato quella musicale o viceversa, e non ci avventureremo in quest’indagine, dove la componente soggettiva rimane a mio avviso prevalente ed impedisce un’omologazione dell’analisi del fenomeno. Due esempi storicamente importanti possono fare comprendere meglio la cosa: 1) Bach, Escher e le strutture ricorsive Tra le più grandi opere concepite dal compositore tedesco (1685-1750) ci sono le variazioni Goldberg: una musica per clavicembalo consistente in un’aria con trenta variazioni. L'opera è stata concepita come un'architettura modulare di 32 brani disposti seguendo schemi matematici e simmetrie che le conferiscono tanta coesione e continuità da non avere eguali nella storia della musica. Insieme all'Arte della fuga può essere considerata il vertice delle sperimentazioni di Bach nella creazione di musica per strumenti a tastiera, sia dal punto di vista

tecnico-esecutivo, sia per lo stile che combina insieme ricerche di alto livello musicali e matematiche. A livello musicale sono presenti in larghe strutture ricorsive (o ripetizioni scandite temporalmente) la cui esecuzione può insinuarsi profondamente nella mente dell’ascoltatore generando una sensazione di mistero e piacere. Le stesse sensazioni si possono provare nell’osservazione delle opere di Maurits Cornelis Escher (1898- 1972), che ha cercato di tradurre in termini visivi il desiderio di esplorazione dell’”impossibile” mediante prospettive che artificialmente creano un’idea di spazio tridimensionale che non può esistere ma che tuttavia la mente accetta. E’ una sorta di mistificazione geniale finalizzata ad ampliare la percezione sensoriale. Anche qui le strutture più ardite sono ripetute secondo concetti matematici “ricorsivi” analogamente alla sperimentazione musicale di Johann Sebastian Bach. 2) Pink Floyd, Grateful Dead, 13th Floor Elevators e l’arte Psichedelica. Le basi culturali della psichedelia hanno origine nel loro stato “larvale” all’inizio degli anni sessanta e si sviluppano costantemente nel corso del decennio sino a raggiungere il loro zenith nel 1967 coincidendo con la famosa “summer of love” di San Francisco e il festival musicale di Monterrey. Dal ’68 in poi si entra in un’altra epoca, quella Hippy propriamente detta. La controcultura degli anni sessanta ha avuto nel movimento psichedelico il suo acme, ed in campo artistico gli effetti sono stati dirompenti sia in campo visivo che musicale, dove l’attività di gruppi famosi a livello mondiale ha contribuito a promuovere la psiche delia nel resto del mondo,

Opera di Maurits Escher, Relativity, July 1953

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fermo restando che si è trattato di un fenomeno popolare negli USA (West Coast, in particolare San Francisco) e nel Regno Unito a Londra. Il libro di Aldous Huxley “le porte della percezione” invitava ad allargare le coscienze mediante l’uso di sostanze psicotrope per cui la psichedlia si collega all’uso degli allucinogeni ed in particolare dell’LSD che in quegli anni si poneva all’attenzione come veicolo “chimico” per favorire la sperimentazione in campo creativo. I Beatles e i Rolling Stones, Jimi Hendrix ne facevano largo uso ma soprattutto Syd Barrett, il fondatore dei Pink Floyd che scrisse quasi tutti i pezzi del loro primo album “The piper at the gates of dawn” e che poi dovette sopportare le conseguenze del consumo eccessivo dell’LSD. In campo musicale in particolare questo è stato il fenomeno più complesso dei ’60, tanto è fitta la ragnatela di eventi, gruppi e rimandi e tanto è vasta la sua influenza su tutti i frangenti del rock: dal folk-rock al blues-rock, dal

garage-rock al pop. Partiamo dalle definizioni che comunemente si danno al genere: una musicale, indica lo stile psichedelico come quella corrente musicale in cui le forme si dilatano in lunghe jam strumentali mutuate dal jazz e in cui le sonorità si arrochiscono di nuovi strumenti e suggestioni: da quelli orientali a quelli elettronici applicati a voci e strumenti ; un’altra, di carattere storico, spiega come la musica psichedelica sia nata come sottofondo all’esperienza lisergica o, appunto, psichedelica che deriva dall’assunzione degli acidi; un’altra ancora, filologica, spiega che esistono due ondate psichedeliche: una originale, quella americana (Grateful Dead, 13th floor elevators e molti altri) e una derivativa, quella inglese (Pink Floyd, Soft Machine e molti altri. In questo ambito i legami tra musica e arte visuale sono talmente evidenti che non hanno bisogno di essere spiegati: le copertine degli album e le locandine dei concerti parlano da sole.

Locandina

del locale “UFO Club“,

dove I Pink Floyd erano

resident band nel 1967.

13th Floor Elevators:

“the psychedelic

sounds of 13th. Floor

elavators,1966

Grateful Dead:

“Grateful Dead, 1967”

Pink Floyd:

“The piper at the gates of dawn, 1967”

pag. 15 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

A cura di Andrea Dardi

ARTE VISUALE E MUSICALE: due generi profondamente interconnessi 2/2

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A cura di Andrea Carlo Alpini (direttore Theca Gallery Lugano) e di Federico De Leonardis (artista) pag. 16

Il primo libro che ho letto di Bukowski è stato all’età di sedici anni, e si intitolava “Post Office”. Il secondo, che è subito seguito al primo è stato “Musica per organi caldi”, pubblicato negli USA nel 1983. La prima volta che ho incontrato De Leonardis è avvenuto all’incirca cinque anni fa. La prima volta che sono andato nel suo studio a conoscerlo è stato l’anno scorso. Dopo “braghe”, “cuscini” e “marine”, così chiama in gergo i suoi lavori, mi ha mostrato la sua opera più antica, “Periferie-genesi” del 1974. Da qui è scaturita tutta la sua ricerca artistica e critica letteraria. Oggi in ogni suo operato c’è traccia di quella prima intuizione anni Settanta. Ho chiesto a FDL di scrivere un testo per raccontare la musicalità dello spazio con cui egli lavora e con cui interagiscono le sue opere. Quello che segue è il suo scritto: “Musica per sordi”.

Il quadro domina lo sguardo con la sua centralità, lo attira: per abitudine, per una tendenza legata alla necessità di una valutazione precisa dello spazio

vitale davanti a noi: lo sguardo binoculare è un’appropriazione. In questo contesto il quadro, luogo chiuso, spazio limitato dai suoi lati

verticali e orizzontali, diventa lo strumento per appropriarci di altro spazio: attraverso l'immaginazione. Così l’illusionismo fa la sua comparsa nel

quadrato del quadro. Per questo la fotografia è un’arma spuntata, mentre per esempio il cubismo ha allargato i confini del nostro spazio. Ma da Braque

e Picasso sono stati fatti passi avanti per la conquista di altro spazio? Non parlo di satelliti, sonde o rare e rade scarponate sulla Luna, ma di spazio alla

portata fisica di tutti, anzi del corpo di ciascuno. “Immaginazione morta immagina” recitava quasi un secolo fa una celebre coscienza che ha segnato

il Novecento, ma anche il taglio di Fontana o il buco nel pavimento della galleria Yvonne Lambert praticato da Gordon Matta alla ricerca del fratello

defunto sono state sgomitate potenti all’allargamento del nostro spazio vitale. Quindi non stiamo segnando il passo.

Ma c’è dell’altro? Sostengo di sì: la musica per sordi. Infatti è possibile suonare spazio. In arte

non ci sono problemi e quindi a questa soluzione, perché di soluzione, uscita, “buco nell'ombrello” si tratta, sono arrivato molto semplicemente: per

contatto. La musica è uno strumento per toccare lo spazio reale, che è anche acustico e non semplicemente tattile e visivo, uno strumento per

appropriarcene. Una volta si parlava di valori plastici: impropriamente, dimenticando che la scultura oltre a volume tangibile è peso, massa, energia.

Oggi quindi bisognerebbe dire valori acustici, perché l’energia è accelerazione, scansione di tempo al quadrato. Non Cronos, non quello

segnato dal ritmo monotono di Dio, che è della luna o del sole, ma del nostro tempo, quello scansito dal ritmo della musica, la grande musica.

Come può essere reso per gli occhi e quindi anche per chi non è dotato d'orecchi? L'ho già detto: per contatto. Orecchio e mano (sinistra) sono

organi molto più vicini di quanto comunemente si pensi e attraverso un ritmo fisico l’onda visiva, tattile e sonora insieme si comunica a tutto il corpo, e

comunica a tutti i corpi. Di coloro che sanno guardare naturalmente. Lo spazio allora si allarga a dismisura. Io respiro, fuori dal carcere in cui

siamo rimasti chiusi per secoli, anzi da sempre.

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Charles Bukowski era uno scrittore (contemporaneo) irriverente.

Federico De Leonardis è un artista (contemporaneo) irriverente.

Schema di montaggio

di una “Tagliatella”

“Periferie –genesi” Litografia

su carta giapponese, (1974)

“Tagliatella II”, carta di

riso e carbone, (2004)

“Tagliatella I”, carta di riso

e carbone, (1978)

Page 17: Art Weekly Report_30settembre 2013

pag. 17 A cura di Grisca Grava

Alessio Girella e la sua Estetica del Silenzio

www.alessiogirella.com

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Morte-Ironia è il motore delle sue esperienze creative. L’artista è noto per i sui dipinti e per le incisioni, ma predilige le installazioni e soprattutto i cortometraggi nei quali la musica è una componente fondamentale. Attraverso l’utilizzo di innovativi strumenti iconografici entra dentro l’immagine, la anima, tanto che l’osservatore riesce a cogliere i sentimenti dei personaggi che sono rappresentati, ne mette in evidenza la malinconia, il senso di vuoto come specchio della condizione esistenziale che ci accompagna ogni giorno. Con potenza alchemica trasforma delle banali lastre dei raggi x in oggetti di inquietante bellezza, esaltando allo stesso tempo il suo

Artista puro e seduttivo, la sua esperienza creativa ruota attorno ad alcuni temi ricorrenti quasi ossessivi; Girella con semplicità e sincerità si integra nel proprio tempo: un tempo nel quale l’unica vera certezza è la totale assenza di certezze. L’artista avverte inconfutabilmente un glorioso passato che gli sopravvive come sbiadito ricordo di ciò che non potrà più essere. In Girella a dominare è l’Estetica del Silenzio, il suo linguaggio risponde alla drammaticità del momento

con ironia dissacrante e grottesca. I riferimenti Girella li ritrova in artisti del ‘900 come Ensor, Munch e de Kooning, i dipinti dei quali sono carichi di una forza capace di durare nel tempo, egli saprà

portare alle estreme conseguenze i modelli a cui si ispira risultando un artista poliedrico che ha saputo impostare il proprio lavoro sulla ricerca di nuovi strumenti artistici e riuscendo a elaborare una singolare sperimentazione pittorica. Girella è un’artista sovversivo e umorista, con abilità si gioca dell’elemento che angoscia l’uomo: la Morte; il dualismo

dualismo singolare e inedito. Ma è con i video-art che Girella ci parla delle sue ispirazioni più profonde: la dimensione dinamica delle immagini si lega sapientemente ad una musica che ne esalta il carattere. Non è un caso che i brani musicali a tratti siano sincopati e stridenti, con cadute armoniche e improvvise interruzioni. Ma quell’apparente disarmonia si lega all’immagine in un effetto di amalgama di intensa suggestione. Quelle stesse immagini prive del supporto musicale avrebbero un effetto decisamente diverso, il vuoto esistenziale è

inciso proprio dalle disarmonie melodiche così tanto caratteristiche nei lavori di Alessio Girella. http://ncwindustries.com/004/

Page 18: Art Weekly Report_30settembre 2013

L’angolo dell’artista: Hiromi Uehara 1/2

“La musica purifica tutte le emozioni e le rende positive; la gente può ascoltare e decidere

come questo possa riflettersi nella propria vita ed immaginare quello

che la musica le fa immaginare”

nuova stella del Jazz dalla tecnica notevolissima. All’età di sei anni inizia a studiare il pianoforte e a sette anni entra nella prestigiosa “Yahama School of Music”. Si diploma alla Berklee College of Music di Boston nel 2003 a pieni voti ed è proprio lì che incontra il suo mentore, il celebre pianista Ahmad Jamal. I suoi brani filtrano le emozioni reali della gente attraverso le loro voci, evocando frammenti di ricordi mescolati ed intrecciati nel profondo della coscienza. Hiromi è una compositrice entusiasta, capace di scrivere pezzi “scintillanti” di impronta melodica e di taglio a volte tagliente, a volte indefinito. (Segue)

Hiromi Uehara, chi ha avuto la fortuna di assistere a qualche concerto parla di lei come una pianista esplosiva la cui carica adrenalinica pervade, seduce e travolge le sue stesse note in un tripudio di emozioni che trascinano il pubblico. Capace di saltare da un piano classico ad un piano dal suono elettronico-vintage da lei costruito, Hiromi ha riprodotto con passione ed estro una tecnica veramente fuori dall’ordinario. Pianista e compositrice sin dal 2003, Hiromi Uehara è una delle più importanti promesse del panorama musicale mondiale: la

“Fortepiano”: così venne chiamato lo strumento musicale frutto del genio creativo di Bartolomeo Cristofori, cembalaro padovano che ebbe l’idea di innovare, nel 1709, la categoria degli arpicordi attraverso un’azione meccanica che colpiva le corde con dei martelli anziché a mezzo di appositi plettri, e attraverso un particolare meccanismo che conteneva il martelletto facendo in modo che fosse possibile regolare l' intensità del suono in base alla forza e dolcezza del tocco staccando una nota da un’altra. Il costruttore tedesco Gottfried Silbermann e i suoi allievi A. Stein e J. Zumpe furono i primi ad aprire le fabbriche di pianoforti e a dare così il via alla sua diffusione su larga scala per l’utilizzo nei concerti. È infatti nel corso dell’ ‘800 che in Germania si sviluppa il pianoforte dalla meccanica “viennese” resa più semplice da Johann Andreas Stein e su cui si composero ed esibirono i Grandi della musica come Mozart, Beethoven e Haydin. A Domenico Del Mela, costruttore italiano nella seconda metà del settecento, si deve il primo lavoro per realizzare il pianoforte verticale la cui invenzione non riscosse lo stesso successo del

Costruttore tedesco Gottfried Silbermann

pianoforte a coda. Nel corso della metà dell’ottocento la produzione di pianoforti si espande, l'americano Jonas Chickering inizia a costruire i pianoforti con l'intero perimetro in metallo e vengono insediati i primi stabilimenti di John Broadwood & Sons, Jonas Chickering, Julius Blüthner, Ignaz Bosendorfer, Friedrich Bechstein, Sebastien Erard ed Henry Steinway, che sviluppò la tecnica per l’evoluzione delle basi della moderna meccanica del pianoforte a coda. (Segue)

Antico Pianoforte Verticale

Sul pianoforte:

pag. 18 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

A cura della Dott.ssa Marialucia Valenti

Page 19: Art Weekly Report_30settembre 2013

(Segue) “La musica purifica tutte le emozioni e le rende positive; la gente può ascoltare e decidere come questo possa riflettersi nella propria vita ed immaginare quello che la musica le fa immaginare” dice Hiromi. Capace di mescolare in maniera travolgente jazz classico, free jazz, musica elettronica e sapori orientali del pianoforte, contaminando l’atmosfera con incursioni di rock e fusion, Hiromi avvince il pubblico con una straordinaria vitalità. L’ultimo lavoro “Voice”, datato 2011 e registrato con Anthony Jackson e Simon Philips, la conferma quale artista sulla cresta dell’onda e nel pieno della sua forza creativa: da Bach ad Oscar Peterson, dai King Crimson agli Sly & the Family Stone. Hiromi è una musicista poliedrica che non ama dare un’etichetta alla sua musica: “Le altre persone possono farlo, se vogliono. Per me è semplicemente l’unione di ciò che ascolto e di ciò che imparo”, lasciando il pubblico estasiato da quella carica adrenalinica che trasmette, travolta e sedotta dalle sue stesse note.

(Segue) Ad oggi Steinway e Sons è la più importante delle case storiche di produzione di pianoforti insieme a Bechstein,Bluthner e Bosendorfer e alle più di recente apertura Kawai , Yamaha, Young Chang in Oriente. I suoi pianoforti sono stati suonati da artisti leggendari come Cole Porter e Sergei Rachmaninoff fino ai nuovi talenti contemporanei. Quest’anno, ad Agosto, reduce da un netto calo delle vendite, complice la crisi, la Steinway e Sons è stata messa in vedita e John Paulson si è aggiudicato l'asta per la storica società di produzione pagando 503 milioni di dollari, 40 dollari per azione, conquistando il completo controllo del gruppo a dispetto del fondo di private equity Kohlberg & Co.

pag. 19 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

A cura della Dott.ssa Marialucia Valenti.

L’angolo dell’artista: Hiromi Uehara 2/2

Page 20: Art Weekly Report_30settembre 2013

La Storica tipografia musicale dell’editore Tallone

pag. 20 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Promossa da Artelibro

in collaborazione con Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna

La tipografia musicale dell’editore Tallone, a cura dell’editore Tallone sarà articolata in una sequenza espositiva di bulini, matrici, punzoni e attrezzi atti alla fondita e l’incisione dei caratteri da testo e musicali – utilizzati nelle composizioni a corpo minuto e rigo unito per i liber usualis e a rigo separato, in caratteri monumentali e policromi, per gli antifonari – fusi a Parigi da Deberny et Peignot nel XIX secolo secondo il sistema del maestro Theophile Beaudoire e sotto la direzione, estetica e filologica, dei reverendi padri di Solesmes.

Alberto Tallone è un tipografo milanese, allievo di Maurice Darantiere, titolare del prestigioso atelier tipografico parigino di fine Settecento. Nel 1938 rileva l’atelier tipografico arricchendolo con una serie di caratteri classici greci e latini, tra i quali i tipi disegnati da lui stesso nel 1949 e incisi su punzoni d’acciaio da Charles Malin. La sua produzione consiste in alcuni testi l’anno composti con caratteri di piombo originali e stampati in pochi esemplari su carte di puro cotone fabbricate appositamente in Italia e in Giappone. Oltre al contenuto letterario e allla cura filologica, gli è riconosciuto l’attenzione al design stilistico del libro attraverso il tipico formato oblungo e la continua ricerca della chiarezza grafica. Rientrato nel 1959 ad Alpignano, la sua casa officina inaugurata da Luigi Enaudi fu meta di letterati.artisti e poeti.

http://www.talloneeditore.it/

Page 21: Art Weekly Report_30settembre 2013

“Reaching art” è la rubrica in collaborazione con Artribune, dedicata ad un approfondimento sul pensiero e le opere degli artisti esposti nelle principali mostre organizzate sul territorio nazionale.

Questa settimana:

Gilmour & Mathis. L’arte contemporanea incontra l’industria

Palazzo Ducale, Genova

02 – 27 Ottobre 2013

La tematica del lavoro è l’argomento nodale di questa esposizione che un nuovo mecenate dell’arte contemporanea ha ideato a Liguria Spazio Aperto, gli spazi della Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo, ospitati a Palazzo Ducale di Genova. Bruno Guidi, questo il nome dell’imprenditore, è infatti il fondatore nel 1968 dell’omonima azienda leader nella produzione di accessori per l’impiantistica navale, che in una recente intervista ha dichiarato: “Produco pezzi che in una nave non si vedono. Forse è per questo o forse perché sono spinto da una grande curiosità che riesco a vedere l’arte dove per i più non c’è. Attraverso gli scatti di Mathis, mi si è rivelato il peso estetico degli oggetti e dei macchinari e l'intero spazio produttivo della mia fabbrica si è trasformato in una galleria d'arte.” La mostra, a cura di Luca Beatrice,

pag. 21

vedrà esposte una selezione di fotografie della serie realizzata dalla fotografa texana Jill Mathis sul tema della fabbrica e una grande scultura in cartone riciclato, prodotta site specific per lo spazio dallo scultore inglese Chris Gilmour. Gilmour proporrà uno spettacolare piccolo yacht in scala 1:1, interamente realizzato in cartone riciclato, prodotto negli anni Settanta dagli storici Cantieri Navali Camuffo, già allora clienti di Guidi: circa cinque metri di lunghezza, completa di tutti suoi particolari, la scultura evidenzierà il motore e i suoi componenti. Alle pareti alcuni disegni tecnici illustreranno l’opera e il suo progetto.

Chris Gilmour, work in progress Yacht Cantieri Camuffo, cartone e colla, 7x3x1 m (2013)

ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

A cura di Claudia Giraud www.artribune.com

Page 22: Art Weekly Report_30settembre 2013

Il calendario delle Aste della settimana di ArtsLife

A cura di ArtsLife, portale di critica ed economia dell’arte

30 Settembre – 06 Ottobre 2013

30 settembre

Dorotheum Vienna Mobili e tappeti

Dorotheum Vienna Gioielli

Phillips New York Fotografie (anche l’1 ottobre)

1 ottobre

Bonhams Londra Oggetti d’arte e argenti

Cambi Genova Arredi e Oggetti d'Arte da Importanti Collezioni Private

(anche il 2 e il 3)

Christie's Londra Interni

Christie's New York Interni (anche il 2)

Christie's Parigi Mobili e oggetti dal 17° secolo agli inizi del 20° dalla

Galleria Camoin Demachy

Dorotheum Vienna Antiquariato e Dipinti

Piasa Parigi Omaggio a Guido e Bruno Gambone. Design italiano

Tajan Parigi Arti decorative del 20° secolo e design (solo online)

2 ottobre

Bolaffi Torino Manifesti (solo online)

Bonhams Londra Arte sudafricana

Christie's Londra Collezioni private e di nobili europei

Christie's Londra Capolavori della grafica: un secolo di design

Meeting Art Vercelli Tappeti orientali

Piasa Parigi Antichità

Sotheby’s New York Fotografie

3 ottobre

Bloomsbury Londra Libri stampati e antichi, mappe

Christie's New York Fotografie

Christie's New York Dentro l’Africa: fotografie di Peter Beard

Dorotheum Vienna Gioielli

Meeting Art Vercelli Tappeti orientali

Sotheby’s New York Sculture, disegni e dipinti americani

Tajan Parigi Vini

4 ottobre

Artcurial Parigi Sculture, disegni e dipinti antichi e del 19° secolo

Dorotheum Vienna Gioielli

Pandolfini Firenze (Poggio Bracciolini) Arredi, oggetti d'arte, dipinti

Sotheby’s Hong Kong Vini (Domaine Clarence Dillon)

5 ottobre

Meeting Art Vercelli Tappeti orientali

Sotheby’s Hong Kong Vini. Una cantina di Bordeaux

Sotheby’s Hong Kong Vini. Una cantina privata di Bordeaux e Borgogna

Sotheby’s Hong Kong Letterati contemporanei: maestri dell’inchiostro

Sotheby’s Hong Kong Asta serale per il 40° anniversario di Sotheby’s Hong

Kong

6 ottobre

Meeting Art Vercelli Tappeti orientali

Sotheby’s Hong Kong Dipinti moderni e contemporanei del sud est asiatico

Sotheby’s Hong Kong Arte cinese del 20° secolo

Sotheby’s Hong Kong Arte contemporanea asiatica

pag. 22 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

www.artslife.com/tv

www.artslife.com

Page 23: Art Weekly Report_30settembre 2013

L’appuntamento In Evidenza Della Settimana

Nicola Felice Torcoli: Hasta la pittura sempre

pag. 23 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

«Simultaneità, ibridazioni, gioco di incastri possibili tra espressionismo, cubismo, futurismo, orfismo, raggismo e altre correnti novecentiste, iconografie industriali e paesaggi urbani o naturali risolte in composizioni pseudo-meccanicistiche in bilico tra astrazione e figurazione, razionalità e surrealtà , in cui la pittura e le sue variabili formali diventano un presupposto di costruzioni o di assemblaggi polimaterici. L’artista, classe 1980, generazione post-modernista, figlio dell’estetica del mescolamento, della cultura pop e trans-avanguardista, di formazione accademica tradizionale, sedotto dalla materialità più che dalla smaterializzazione dell’opera: è homo faber, radicato al valore della manualità, del disegno e del colore, della potenzialità volumetrica ed espressiva dei materiali perché l’arte si fa con tutto. Torcoli è onnivoro d’immagini, esperienze, incline alla sperimentazione di nuove tecniche; è un inesauribile ricercatore di “seduzioni“ visive e tattili. Questa prima mostra personale milanese segna il superamento di un’estetica macchinista amata da Fernand Léger, suo pittore prediletto e maestro ispiratore». Chi voglia comprendere le implicazioni dell’opera deve entrare nel suo processo costitutivo e chiedersi come funziona. Il punto fondamentale della mostra è la presa di coscienza che l’arte contemporanea abbia bisogno di una guida per la “navigazione” che ne smonti i meccanismi.

A cura di Jacqueline Ceresoli

In un orizzonte così frammentato, le ricerche artistiche troppo spesso somigliano a tasselli persi di un irricomponibile mosaico. La personale di Torcoli restituisce al pubblico una porzione significativa dello scenario artistico odierno, nel tentativo di mostrare come nell’arte contemporanea e nello specifico nel lavori presentati, sia in corso un movimento di riorganizzazione del materiale sparso della post-modernità. Si tratta di un processo che mostra tratti affini a ciò che nel linguaggio informatico viene definito “defrag“, deframmentazione pur non negando il frammento e la rottura che il Novecento ha determinato all’interno dei principi assiomatici della cultura tradizionale. L’operazione di deframmentazione, compatta i vuoti nell’attualità dell’arte contemporanea, preserva il frammento come ricchezza e riorganizza l’idea stessa di totalità e/o insieme.

HASTA LA PITTURA SEMPRE

26 Settembre – 13 Ottobre

Milano

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Dal mondo dell’accademia: A&A Antropologia e Arte Contemporanea

pag. 24 ART WEEKLY – 30 SETTEMBRE 2013

Page 25: Art Weekly Report_30settembre 2013

CONTATTI

Autori della Pubblicazione

Paolo Ceccherini

Responsabile Art Weekly Report

Email: [email protected]

Tel:+39 0577-29-8424

Si ringrazia, il Dott. Simone D’Onofrio, Dott.ssa Gabriella Monteduro, Dott.ssa Catia Lauria, Dott.ssa Sara Belletti, Dott.ssa Stella Annesi e il

dott. Claudio Coniglio per la preziosa collaborazione alla realizzazione del report

I grafici sono frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste e dai principali infoprovider.

Responsabile Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations

Alessandro Santoni, PhD

Email: [email protected]

Tel:+39 0577-293753

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