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Anno XXIV Febbraio 2012Anno XXIV Febbraio 2012

N.2N.2

Antico e Primitivo Rito Orientale di MisraAntico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphism e Memphis

Sovrano Gran Santuario AdriaticoSovrano Gran Santuario Adriatico

Il RisveglioIl Risveglio

IniziaticoIniziatico

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito.

Stampato in proprio

Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale di

Misraïm e Memphis : www.misraimmemphis.org

SOMMARIOSOMMARIO

L’IMPORTANZA DEL NOSTRO RITO

S. . . G. . . H. . . G. . . - pag. 3

Saggi, dissertazioni, racconti, poesie fantastiche

ed un pochino esoteriche

MASSONERIA E FAMIGLIA - Bruno - pag. 4

IL SETTENARIO - Marisa - pag. 6

LA “QUESTIONE” DEGLI ALTI GRADI - Marco - pag. 11

ALL’APPRENDISTA - Dionigi - pag. 13

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Redazione

Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravenna

IIL RISVEGLIO L RISVEGLIO

INIZIATICOINIZIATICOintuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

L’L’IMPORTANZA DEL

NOSTRO RITO

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. .G..G. .. ..

PP enso e spero che quel poco che ci induce a privile-

giarci, sia frutto delle letture attente riguardanti gli arti-coli pubblicati sul nostro giornalino “Il RisveglioIniziatico “ .

La nostra è una Massoneria che non si occupa di lobbi-smo, affarismo, raccomandazioni profane per ottenereposti di remunerazione e di carriera e neppure si occupadi temi di natura sociale, politico – religiosa, filantropica,ambientalista e quant’altro (pur rispettandone l’impor-tanza su un piano profano) e percio’ in questo senso,siamo poveri, cioè non abbiamo nulla da dare né da offri-re, materialmente parlando.Al contrario ci preme la Via Tradizionale, ovvero la viadella vera Iniziazione, che, in parole molto semplici esintetiche, altro non è che la lotta di una parte di noi con-tro un’altra parte di noi stessi : soggetto ed oggetto dellaIniziazione coincidono, molto semplicemente .

Non bisogna dimenticare che, da qualche tempo a questaparte, molti cambiamenti si sono scatenati sul clima,sullo spostamento delle persone, sul comportamentodegli uomini e delle donne, sulla malvivenza, sulle forzeoscure che lottano contro i nostri studi e contro le nostre

meditazioni.

Ciascuno di noi dovrà fare deglistudi profondi e delle riflessioni percomprendere il proprio “SE” inte-riore e scoprire la propria vera iden-tità e spiritualità.

Abbracci Fraterni

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. .G..G. .. ..

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Il Grande Drago Rosso e la donna vestita di sole

William Blake 1805-10

IL RISVEGLIO INIZIATICO IL RISVEGLIO INIZIATICO - Febbraio 2012- Febbraio 2012

Informazioni e storia sui Riti uniti di Misraïm e Memphis possono essere letti sui siti:

www.misraimmemphis.org

http://www.misraimmemphis.com.br/- www.misraimmemphis.gr

MMASSONERIA ASSONERIA

E FAMIGLIAE FAMIGLIABrunoBruno

II n Massoneria siamo, e dobbiamo

esser, tutti Fratelli, quindi costituia-mo una famiglia: la FamigliaMassonica.La famiglia è il primo momento dieticità, cioè della condivisioneoggettiva dei valori morali. È laprima “ agenzia “ di socializzazionecon la quale e nella quale ogni indi-viduo ha il suo confronto comeessere umano.La famiglia è un ambiente di svilup-po molto complesso per l’individuo:è qui che si instaurano i primi rap-porti, è qui che si trovano le primesoddisfazioni, è qui che apprendonole norme fondamentali per parteci-pare alla società.In Massoneria, per costituirsi comeuna famiglia, servono caratteristi-che forti che consentano ai suoimembri di identificarsi fortementein essa: una storia, una Tradizione,ideali e obiettivi condivisi, il trova-

re sempre un motivo comune, una dimensione divita comunitaria implica sempre la condivisione diun sistema di significati, di norme di comporta-mento, un linguaggio in cui riconoscersi, un fon-

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SSaggi,dissertazioni,aggi,dissertazioni,

brevi racconti, brevi racconti,

poesie fantastichepoesie fantastiche

ed anche ed anche

un pochino esotericheun pochino esoteriche

Allegoria della Verità, Tempo e Storia - Goya,1812

dante motivo per trovarsi insieme in un datomomento in un luogo deputato.Se nella famiglia umana si fa principalmente rife-rimento ai fini degli individui che ne fanno parte,nella Famiglia Massonica devono prevalere lasolidarietà e la ricerca delle verità fondamentali.La Nostra Famiglia Massonica offre, e deve offri-re, al Fratello un metodo ( uno, non l’unico ) diperfezionamento fondato sulla semantica sua pro-pria, che è quella simbolica e iniziatica, cosi cheegli venga stimolato, dalla disciplina muratoria,ad attivare in sé la volontà di conoscenza, nonchéle facoltà intuitive necessarie alla ricerca delVero.La Nostra Famiglia Massonica insegna a noi, suoimembri, a non prescindere mai da alcune presedirette dell’individuo che abbia assunto l’inizia-zione e il suo carisma, con l’uomo, con il vivente,con il divino.La nostra famiglia Massonica ci fa vedere come

l’iniziato può sentire sé stesso in qualità di uomo,di essere compresente alla realtà di tutti, di sogget-to idoneo ad avvertire la propria qualità divina.(cfr. Giovanni 10, 34 ).Si è Famiglia Massonica quando si è convinti cheil nostro Rito non è una filosofia, non è un’idea,ma è un modo di interpretare la vita, che il nostroRito ha un’idea per ogni suo componente. Pertantoper essere una vera Famiglia nel nostro Rito ogniFratello deve sostenere l’altro nel suo camminoiniziatico, deve ricordare le necessità di ognuno,deve esercitare con umiltà la Charitas, deve difen-dere il Rito da ingerenze profane, ma soprattuttodeve esser un fedele e tenace ricercatore dellaVerità e che il suo dire sia sempre SI SI e NO NO.

BrunoBruno

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Charitas - BRUEGHEL Pieter, XVI sc.




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http://www.misraimmemphis.gr - http://www.misraimmemphis.ro

IIl settenariol settenario

MarisaMarisa

UU no dei momenti più importanti nell'apertura

dei nostri SS.'. LL.'. è legato all'accensione delSettenario.In queste mie considerazioni, ho voluto approfon-dire il significato di questo simbolo, sempre pre-sente in ogni Tempio Massonico, ricercandone leorigini più antiche.

Il Settenario non è un semplice insieme di setteluci accese, ma è una Menorah, un classico can-delabro ebraico a sette braccia.

La parola Menorah porta in sé la radice nir/nur,legata alla luce (or) e, anche se spesso viene tra-dotta come candelabro, cioè come uno strumentoatto a reggere le candele, la Menorah dei SacriTesti non portava originariamente candele, ma erail sostegno di lumi a olio.Il passo in cui essa viene dettagliatamente descrit-ta nell'Antico Testamento è in Esodo, 25.31-40:

"Farai un candelabro di puro oro. La base e lostelo del candelabro saranno lavorati a martello; isuoi calici, i suoi bulbi, le sue corolle saranno unsol pezzo con esso; e ci saranno sei rami che usci-ranno dai due lati, tre rami del candelabro usci-ranno da una parte e tre rami del candelabro usci-ranno dall'altra parte; tre calici saranno fatticome mandorle, ognuno con il bulbo e la corollasu ogni ramo - così per i sei rami che uscirannodal candelabro; e sul candelabro stesso quattrocalici fatti come mandorle, ognuno con bulbo ecorolla, ed un bulbo fatto in un sol pezzo col restosotto ogni coppia dei sei bracci che fuoriesconodal candelabro. I loro bulbi saranno in un solpezzo con esso, tutto l'insieme sarà lavorato amartello in oro puro. E farai sette lampade per

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Menorah rappresentata nell’arco di Tito

esso; e le lampade saranno messe in modo da illu-minare lo spazio davanti ad esso. I suoi smocco-latoi ed i loro vassoi dovranno essere in oro puro.Dovrà essere fatto con un talento di oro puro, contutti questi accessori".

Sui riferimenti agli elementi decorativi che necompongono la struttura, tornerò più oltre.Un punto importante da tenere presente, per ilrituale Massonico, è che di questa Menorah non sitrova traccia in relazione al Tempio di Salomone,nella cui descrizione essa è assente, sostituitainvece da dieci Menorot, poste cinque a setten-trione e cinque a meridione. Si veda, a tale propo-sito, I Re, 7.48-49.

Notiamo nella descrizione di Esodo, 25.31-40alcuni aspetti importanti anche sotto il profilo del

nostro studio. La Menorah deve essere costituita daun unico pezzo di oro puro: un materiale per suanatura incorruttibile, che rimanda direttamente alSole: la sua purezza è anche indicatrice della pre-senza purificatrice del fuoco, parte integrante delsimbolo stesso.L'oro, inoltre, ha la caratteristica di poter essereridotto in lamine o fili sottilissimi senza rompersi,per cui simboleggia anche la caratteristica propriadella Trascendenza, di poter pervadere e riunire,senza soluzione di continuità, tutto il creato, finnei minimi pertugi.

Il significato più immediato ed universalmentericonosciuto dalla tradizione ebraica alla Menorahè legato al suo essere accesa: la luce è la manife-stazione visibile della Shekinah, la presenza divi-na. Se nel Tempio la Menorah non è accesa, non vi èpresenza della divinità: per questo motivo, anchein Massoneria, il Settenario viene acceso e spentoin concomitanza con l'invocazione iniziale ed ilcommiato, che il M.'.V.'. rivolge al S.'.A.'.D.'.M.'.E' interessante, a questo proposito, osservare comeil lumino sempre acceso di fronte al tabernacolodelle chiese cattoliche indichi la presenza in essodel Santissimo: è la presenza di Dio che rendesacro il luogo, che fa dell'edificio un Tempio.Il passo citato inizialmente, contenuto all'internodi un brano in cui per gli altri elementi descrittivengono fornite precise misure, ci mostra come diquesta lampada venga dato solo il peso, un talento:rappresentando la Divinità, l'En Sof, l'illimitatoper definizione, esso non è misurabile in terminispaziali. Un concetto su cui ritorneranno anche gli esegetiebrei dei secoli successivi, che assoceranno alSettenario le sette sfere celesti, cioè il mondo dellaManifestazione, circondate dalla Divinità.

Ignoriamo quale potesse essere la vera forma dellapiù antica Menorah: molto spesso, le riproduzionivengono realizzate con bracci ad arco di cerchio,simili a quelli della celebre rappresentazionesull'Arco di Tito, in cui viene raffigurata la trasla-zione del bottino di guerra in seguito alla devasta-zione di Gerusalemme e del Tempio, ma esistonoevidenze che tali bracci fossero anticamente di tiporigidamente lineare, sempre in numero di 3 + 1 + 3.

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Duomo di Milano- Menorah Trivulzio, XII sc.

Esempi di un simbolo sacro con la stessa forma,con bracci stilizzati lineari, sono presenti anchenelle raffigurazioni pervenuteci prodotte da cultu-re dell'area semitica pre-biblica, di cui sono statitrovati reperti risalenti al 3000 avanti l 'EraVolgare: si tratta della trasposizione in simbolo diun albero sacro, il mandorlo.Esso, infatti, con la sua fioritura poco dopo lametà di Dicembre, alle latitudini dell'attualeIsraele, era simbolo solstiziale per eccellenza, difertilità, quindi di vita: un simbolo di rinascita.Non a caso, quindi, descrivendo la Menorah l'au-tore del passo cita steli, bocci, fiori, mandorle:tutti elementi correlati a corrispondenze botani-che, che mettono in luce la stretta derivazionedella Menorah biblica dall'albero legato, in epocapre-mosaica, a culti di fertilità, a propria voltaconnessi a quelli della divinità femminile dellaTerra. Il nome semitico del mandorlo, fra l'altro, èAmygdale, chiaramente connesso con ImaGadolah, la Magna Mater dei Latini.I bracci rettilinei ben rappresenterebbero, quindi,nelle antiche raffigurazioni, i rami di quest'albe-ro, caro alla tradizione semiti-ca, per il quale mi permetto diproporre un'ulteriore letturasimbolica.Il mandorlo fiorito, simbolo divita, altro non è che l'altroalbero di cui si parla, seppurein secondo piano, nella descri-zione del Paradiso Terreste,del Gan Eden, nel Genesi. Lavicenda di Eva e del Serpenteruota intorno all'albero dellaConoscenza del Bene e delMale, ma non possiamodimenticare l'Albero dellaVita: si protende verso il cieloe ad ogni rifioritura, simboleg-giata dalle fiamme accese,conferma la discesa della divi-nità nel mondo della Mani-festazione. E' la benedizioneceleste, resa intelligibile alCreato, che consente al ciclodell'Eterno Ritorno di riattua-lizzarsi.

Il numero dei bracci, 3 a sinistra e 3 a destra dellume centrale, significano inoltre come le sei partiirrazionali dell'anima dell'uomo, cioè la vista, ilgusto, l'udito, l'odorato, il tatto e la voce siano inrealtà sei ancelle di un elemento razionale centra-le, la mente, che per Filone Alessandrino, filosofoebreo del I secolo dell'Era Volgare, è diretta ema-nazione del Logos, la Parola divina che illuminatutto il creato e lo vivifica. Essa è unica ed indivi-sa, come indivisibile è lo spirito.Il filosofo ebreo porta oltre la propria interpreta-zione in chiave per molti versi gnostica, ma ildiscorso diverrebbe lungo e complesso e mancanolo spazio ed il tempo per un approfondimento.

Un altro elemento fortemente simbolico sottoforma di doppia triade con un elemento centrale èquello, per molti versi affine, del sigillo diSalomone, in cui un triangolo è rivolto verso l'altoed uno verso il basso: al centro, la tradizione ebrai-ca spesso pone la scritta SHADDAI, l'Onnipotente,essendo il nome dell'Altissimo impronunciabile.

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Eden giardino - Erastus Salisbury Field -1865






E' sempre Filone, filosofo ebreo ma anche profon-do conoscitore del mondo greco e legato a visionidi impronta stoica, che ci fornisce preziose infor-mazioni sulla Menorah e sulla sua simbologia pla-netaria, cui anche noi Massoni facciamo aperta-mente riferimento, nella sua opera RerumDivinarum Heres, l'Erede delle Cose Divine.Non è il solo a parlare di quest'associazione sim-bolica: troviamo una fonte anche in GiuseppeFlavio, il quale, descrivendo il Tempio, associa lavisione cosmologica dei sette lumi al pensieroespresso da Platone nel Timeo.Nel simbolismo astronomico, i sette bracci descri-vono quindi i corpi celesti allora conosciuti oltrealla Terra: il Sole, la Luna, Mercurio, Venere,Marte, Giove e Saturno: interessante notare, nelleparole di Filone, l'osservazione circa la posizionecentrale del sole nel candelabro, sulla quale eglidice testualmente:

"...il sacro candelabro e le sette luci al di sopra diesso sono un'imitazione dei percorsi dei sette pia-neti attraverso il Cielo. Com'è possibile?Qualcuno chiederà. Perché, risponderemo, nellostesso modo in cui fanno le luci, così i pianetimostrano i propri raggi. Essi, essendo più bril-lanti, trasmettono raggi più luminosi alla Terra, ebrillante più di ogni altro è quello che si trova alcentro dei sette, il Sole. [...] Il Creatore, dunque,volendo che ci fosse un modello sulla Terra delle

sette sfere di luce, così come è nei Cieli, spiegòcome doveva essere fatta quest'opera squisita, ilcandelabro. Anche la sua somiglianza con l'animaè spesso posta in evidenza, dato che l'anima è divi-sibile in tre parti, ed ognuna delle parti, come èstato già detto, in altre due. Essendovi così seidivisioni, la Sacra e Divina Parola, il loro diviso-re, va a costituire naturalmente il settimo elemen-to".

Aggiunge, inoltre, nello stesso brano:

"... ed infatti lo chiamo il centro [riferito al Sole],non solo perché esso ha posizione centrale, comemolti hanno pensato... "

ed ancora:

"... Ma gli uomini, incapaci di comprendere com-pletamente la struttura dei moti planetari (edinfatti, quale corpo celeste possono comprenderein modo certo e chiaro?) parlano sulla base delleloro congetture. E pare a me che coloro che abbia-no formulato le migliori ipotesi, su questi argo-menti, siano coloro che hanno assegnato la posi-zione centrale al Sole, dicendo che esiste un parinumero di pianeti al di sopra ed al di sotto di esso.Al di sopra di esso sono Saturno, Giove e Marte;quindi troviamo il Sole stesso e vicino ad essoMercurio e Venere, indi la Luna, che è la più vici-

na all'atmosfe-ra".

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Sette archetti,in cui si rav-visano sette personaggi,di

cui quello al Centropotrebbe essere il Cristocollegato al Sole. Infattiquesto personaggio( recasulle spalle un agnello;

iconograficamente il BuonPastore).

Gli altri potrebberometaforicamente incarnare

i sette pianeti noti nelMedioevo

Fonte Battesimale inS.Frediano a Lucca

1150 c.a.

La visione eliocentrica del sistema solare, infatti,era ben nota nel mondo ellenistico alessandrino,essendo stata introdotta da Aristarco da Samo giànel III secolo avanti l'Era Volgare: il perpetuarsidella sua rappresentazione nel Settenario potreb-be quindi essere interpretato, addirittura, comeuna dichiarazione occulta di adesione ad unmodello non-Aristotelico, quindi eretico, sia aquei tempi che nei molti secoli che precedetteroKeplero e Copernico.

Per restare in chiave cosmologica, il profetaZaccaria, nella sua Quinta Visione, parla dellesette luci della Menorah come dei sette occhi diDio, che vedono tutto il mondo. In questa stessavisione, la Menorah è fiancheggiata da due alberidi olivo, che forniscono perpetuamente olio ailumi, interpretata come Israele vivificato dai dueMessia, quello Spirituale e quello Temporale.

Comprendiamo quindi, come anche nel mondo reli-gioso ebraico coesistessero aspetti religiosi rivoltiai profani, legati al rito ed alla liturgia attraversoun'epifania del livello elementare ed intuitivo diinterpretazione del messaggio simbolico, ed unlivello iniziatico-misterico, allora riservato allacasta sacerdotale, all'interno della quale i simbolivenivano studiati e considerati in chiave esoterica.

Un simbolo, quello del Settenario, cui da quasi cin-que millenni la Scienza Sacra attribuisce un valorestraordinario, che anche il nostro Rito contribuiscea perpetuare.

Marisa Marisa

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Foto della pietra della sinagoga di Magdala con la rappresentazione della menorah.






LLA “QUESTIONE”A “QUESTIONE”

DEGLI ALTI GRADI DEGLI ALTI GRADI

Marco Marco

FF in dalla loro introduzione, nel drammatico

periodo che seguì la fondazione della GranLoggia d’Inghilterra nel 1717, la disputa sull’uti-lità ed il significato dei cosiddetti “Alti Gradi”,ossia quelli che fanno seguito ai tre classici gradisimbolici (Apprendista, Compagno e Maestro), hasegnato gran parte del pensiero massonico. I lorooppositori insistettero sul fatto che tutto il cam-mino iniziatico è contenuto nei tre gradi simboli-ci e che tutto il sistema degli Alti Gradi va consi-derato come una vacua concessione all’orgogliodegli “accettati” (i massoni che non praticavano

effettivamente l’arte muratoria e che, inizialmentesporadici, erano diventati predominanti nella GranLoggia d’Inghilterra), i quali erano sedotti da siste-mi con gradi numerosi e dai titoli altisonanti, lamaggior parte dei quali non veniva poi neppureeffettivamente praticata. La vasta diffusione deisistemi altograduali ha poi messo in sordina lapolemica, ma non ha certo contribuito a chiarire laquestione.Sarebbe interessante una disamina storica sull’ori-gine degli Alti Gradi, che ne mostrerebbe, al con-trario, l’assoluta necessità della loro introduzione,ma essa risulterebbe, in questa sede fuori luogo;voglio solo accennare al fatto che essa mostrereb-be come, in realtà, il grado di Maestro andrebbeconsiderato come il primo degli Alti Gradi piutto-sto che come l’ultimo dei gradi simbolici. Ci limi-teremo pertanto ad una breve disamina sulla loronatura ed utilità.In primo luogo concederemo volentieri che il cam-mino massonico dovrebbe svolgersi esclusivamen-te nell’ambito dei tre gradi classici, che simboleg-giano, effettivamente, le tre tappe principali diogni percorso iniziatico. Tuttavia, col progredire

dell’Età del Ferro, questitre gradi avevano persoogni significato operativoe si riducevano alla pura esemplice trasmissione del-l’iniziazione virtuale e aspeculazioni puramentedottrinali su di esse. È perquesto che nei sistemi alto-graduali, che li avevanocomunque conservati comebase della loro piramide,essi venivano denominatisimbolici, e non certo per-ché, come oggi si crede,facessero uso di simboli(che, d’altronde, sonoovviamente utilizzati an-che negli Alti Gradi): inessi si dava solo la visionedi massima di un camminoche si sarebbe effettiva-mente, e non solo simboli-camente, realizzato solonei gradi superiori.

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Loggia Massonica a Vienna agli inizi del 1790. Autore anonimo

È quindi chiaro che questi ultimi gradi hanno unsenso solo come supporti ad un esperienza auten-ticamente operativa; ridotti a gradi anch’essi spe-culativi finiscono col dare ragione ai loro opposi-tori, anche se solo nel momento in cui l’opposi-zione diventa storicamente inattuale. Purtroppo èquesta la situazione delle massonerie odierne, conla sola eccezione del nostro Venerabile Rito (ciòviene affermato non con orgoglio, ma con profon-do rammarico; desidereremmo ardentemente chealtre Obbedienze fossero ancora operative, mapurtroppo, di fatto, non è più così), che assegna i

tre gradì simbolici alla Zona di Primo Lavoro, incui essi possono essere compresi a livello teoricoe, se così possiamo esprimerci, “assaporati” nelleprimissime sensazioni interiori ed esteriori che essisuscitano, ma la cui effettiva e totale realizzazione,se mai sia più possibile realizzarla in questi tempioscuri, non potrà avvenire che nei gradi superiori.Perché ciò accada è però necessario che tutta lascala sia conosciuta e praticata interiormente, mal-grado l’alto numero dei gradi, che non possonocerto essere tutti praticati ritualmente; in questosenso il nostro Venerabile Rito concede due impor-

tanti supporti ai suoi adepti.In primo luogo, a differenza di ciò cheavviene in altre obbedienze, non vi sonogradi praticati e gradi “desueti” (orrendadenominazione, che da sola inficia ogni pos-sibilità di realizzazione effettiva), ma puressendo i rituali di ogni Camera inevitabil-mente tratti da quelli di un singolo grado,essi, in linea di principio, scandiscono l’o-peratività di tutto un più o meno grandegruppo di gradi che ad essa fa riferimento,cosicché nessun passaggio operativo indivi-duale rimane mai privo di un supporto ritua-le.In secondo luogo la presenza, dopo i trenta-tré Gradi Massonici classici (che in realtà,nel nostro Venerabile Rito, tanto classici poinon sono; ma questo sarebbe un lungodiscorso…), della lunghissima scala deiGradi Illuministici permette di superaredefinitivamente ciò che di speculativo, persedimentazione storica o per l’inevitabilepresenza residua della discorsività, ancorarimaneva nella Scala Filosofica. A questopunto ogni discorso umano deve cedere difronte all’Inesprimibile ed il dialogo puòsvolgersi solo, “sub specie interioritatis”,con le forze sottili che fuori e dentro di noimanifestano l’Armonia dell’Assoluto.

Marco Marco

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Raimondo di Sangro principe di Sansevero

AAll’apprendista ll’apprendista

Dionigi Dionigi

TT utto il cerimoniale che tu, apprendista libero

muratore, “vivi” durante la tua iniziazione masso-nica è un momento tra i più emozionanti ed inten-si, tanto è che queste sensazioni sembrano essererivissute anche dagli altri partecipanti al Rito.

È un momento veramente emozionante, una tappacruciale che con trepidazione e timoroso patemadell’animo, fa vivere a te neofita, solo con il tuoio, dei sentimenti e pensieri particolari, anche

timorosi, per un qualcosa di sacro che senti stiaavvenendo.

Anche se ti sei informato in precedenza e hai pen-sato di arrivare preparato a questo momento, forseanche perché qualcosa ti ha spinto già in preceden-za nella tua vita ad avvicinarti al Mistero, durantela tua iniziazione massonica l’hai certamente vis-suto provando qualcosa di particolare e difficil-mente esprimibile.

Ti è stato detto che il tuo primo viaggio l’hai com-piuto in quel piccolo spazio che hai conosciutocome il Gabinetto di riflessione.

In quella grave penombra che ti ammantava, tuttol’arredo ed i simboli ti hanno forse richiamato l’i-dea della morte.Se ciò hai provato, sentivi il vero e forse intuiviche stavi affrontando qualcosa che è presente in tee che vuoi che nasca a nuova vita.

Ogni simbolo che hai visto ha fatto la sua parte sti-molando il tuo io che hai sentito più vivo forse ditante altre volte in cui le vicissitudini della tua vitalo avevano fatto intravedere o già incontrare: maforse non te ne sei mai accorto.

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Allegorie dei viaggi, durante una iniziazione; particolare di un quadro donato al Museo Massonico della Gran Loggia Francese

Tutto il Rituale di ammissione è una rappresenta-zione allegorica di un processo di morte e rinasci-ta, che tu hai deciso di intraprendere decidendo didominare le passioni per far crescere quellaScintilla divina che è in te.Qualcuno ha detto che si è al principio di un cam-mino, che, se pur duraturo per tutta la vita, forsemodificare lo stato di una persona, ma serve adindicare la via per ritrovare se stessi, e solo allo-ra sarà carta vetrata che con dolore ti farà rina-scere a nuova vita.Il mio augurio è che tu riesca ad intuire ben oltre

le parole che ti hanno spiegato i quattro viaggi chehai allegoricamente affrontato, ad intuire il verosignificato dei simboli che ti hanno impressionatonel primo viaggio a che con l’introspezione possaritrovare in te stesso i segreti dell’ordine delle coseper forgiarti ad essere consapevolmente un “uomonuovo”.

Dionigi Dionigi

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Stampa d'epoca raffigurante l'Iniziazione di una donna all'Arte Liberomuratoria in una Loggia mista






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IIL RISVEGLIO L RISVEGLIO

INIZIATICOINIZIATICOintuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

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