Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di Mitzraїm...

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Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di Mitzraїm e Memphis Sovrano Gran Santuario Byzantium A A l l l l a a r r i i c c e e r r c c a a d d e e l l S S E E Anno III Maggio 2016 N.05 La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito. Stampato in proprio Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di Mitzraïm e Memphis: http://www.mitzraimmemphis.org/

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Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato

di Mitzraїm e Memphis

Sovrano Gran Santuario Byzantium

AAll llaa rr ii cceerrccaa

ddee ll SSEE’’ Anno III

Maggio

2016

N.05

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito.

Stampato in proprio

Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di

Mitzraïm e Memphis: http://www.mitzraimmemphis.org/

ALLA RICERCA DEL SE’ ALLA RICERCA DEL SE’ - Maggio 2016- Maggio 2016

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SOMMARIOSOMMARIO

INTERAZIONI - S... G... H... S... G... M... - pag.3

LE DUE LUNE - Maurizio - pag.7

COLONNE ILLUMINATE E COMPASSO SOPRA SQUADRA, - Luca - pag.10

DUE ENERGIE - Isabella - pag.12

Redazione

Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48121 Ravenna

AALLA RICERCALLA RICERCA

DEL SE’DEL SE’intuizione della conoscenza e conoscenza dell’intuizione

IInterazioni

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. ..S.S. .. .G..G. .. .M..M... ..

CC ome accade spesso, dopo aver riflettuto a

lungo, osservando anche i molteplici avveni-menti di questi ultimi anni, ho ritenuto di fissa-re cautamente sulla carta alcuni, personali,appunti.La questione riguarda le modalità con cuiaffrontare l’esperienza della quotidianità mentresi continua a camminare sulla via iniziatica chesi è scelta. Infatti, si presentano motivi che,sulla base delle esperienze personali e degliinsegnamenti ricevuti, lasciano esitante coluiche deve decidere come sia corretto andareincontro a tutto ciò con cui si interagisce.Per chiunque abbia sviluppato un minimo disensibilità, tramite un progressivo mutamento dipersonalità, conseguente adun’auspicabile crescente rige-nerazione spirituale, può risul-tare intuibile la possibilità divivere continuamente in conte-sti caratterizzati da battaglie,da lotte tra schieramenti oppo-sti, derivanti da interazioni ecorrispondenze tra ciò che inalto e ciò che è in basso, nelcontinuo confronto tra luce edombra.Così, si potrebbe anche imma-ginare che una forza spirituale,vitale, sia da ricercarsi nellastessa presenza corporea diogni cosa esistente. Un essereanimato (sia visibile o invisi-bile), oppure inanimato, esiste.Tale essenza sembrerebbeessere dotata di una sua forzavitale latente che secondo la

Tradizione, può essere richiamata dallapropria interiorità. Quindi, sono necessa-ri sia il desiderio, che la volontà per riu-scirci; queste condizioni non sono sem-pre esistenti o per lo meno, spesso si pre-

sentano disarmoniche in una mentalità rivoltaprevalentemente verso ciò che si percepiscenella materia.In tal modo, può accadere che chiunque, nono-stante gli studi teorici intrapresi, possa ritrovar-si ad assumere, di fronte a particolari necessità,modalità comportamentali decisamente comuniin chi non abbia intrapreso una qualche viaIniziatica, Tradizionale.Non dobbiamo sottovalutare infatti, che soprat-tutto noi occidentali, siamo stati educati alleidee sociali, spesso intrise anche se indiretta-mente, di pseudo razionalismo e di ateismo, nondi rado rafforzate da suggestioni democratichedi pseudo uguaglianza; per cui, si è indotti aritenere che le sole regole inventate nel consor-zio umano in cui ci si trova, siano quelle chedeterminano veramente cause ed effetti. Conseguentemente, ci si adagia solo su quelle,si porta l’attenzione verso l’esterno, chiudendo

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San Giorgio e il drago - Salvator Daly, 1942

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il canale interiore che potrebbe portaread intuire, ognuno con i suoi limiti, comeciò che si stia affrontando col dirigere leproprie forze verso un determinato scoponell’immediato, sia al contrario, solo una corri-spondenza superficiale, la punta dell’iceberg diben altro e di molto più complesso.Sembrerebbe quasi che anche ogni ricordo di ciòcompiva chi ci ha preceduto e di cui dovremmoessere la continuità, sia stato quasi completa-mente obliato.Eppure non è poi così difficile ritrovare, adesempio, accenni nelle consuetudini familiari,soprattutto se legate alla terra ed alla natura, diruoli e di comportamenti degli antichi Capi-famiglia che per la loro nascita (primogenitura),avevano compiti particolari in seno alla famigliastessa. Solo loro sapevano come generare la fre-quenza (attraverso diversi Riti, come il sempliceringraziamento, la benedizione e lo spezzamen-to del pane nella distribuzione del cibo a tavola)per attivare la forza spirituale che creasse larisonanza con quella della famiglia che proprioin funzione della corretta esecuzione di tutto ciòe nel vivere tali esperienze, manteneva la forza

e l’armonia soprattutto spirituale rivoltaa Dio, per tutti i consanguinei ed i con-giunti.Uscendo dal mero ambito familiare, ed

allargandosi in un contesto più ampio macomunque assimilabile ad una famiglia, sipotrebbe notare che anche in ambiente religioso,guarda caso, per secoli si è continuato a far reci-tare le stesse preghiere, le stesse formule, si èinsegnato, più o meno, lo stesso Catechismo,sono state eseguite le funzioni a determinateore, sono state fatte suonare le campane indeterminate maniere alla medesima ora, ecc. I tempi moderni, però, vedono il continuo spo-stamento dei nuclei familiari dalla loro casa ori-ginale ed a questo fenomeno si aggiungono lediaspore delle discendenze; ciò unito alla sma-nia molto sospetta, almeno a mio modo di vede-re, di modificare tutto in funzione di una prete-sa nuova civiltà sociale, e di strane, relativa-mente recenti invenzioni spirituali, induce ascordare chi si sia veramente, da dove si pro-venga e perché si erano formate determinate ori-gini. Inoltre, purtroppo, induce a non riuscirepiù a porsi in risonanza con la forza spirituale,

vitale che tutto pervade, nonostantel’esecuzione di un Rito, qualora se neavesse ancora almeno uno a disposi-zione.Ovviamente quanto accennato sino adora in queste poche righe, è una que-stione di mentalità e di conseguentipunti vista.Se però in un ambito iniziatico sidovessero perdere il riferimento meta-fisico ed i rapporti ontologici, divente-rebbe inutile disquisire di ricerca spi-rituale relegandosi nei limiti e nellepossibilità di un sapere che può origi-nare solamente, in modo diretto, dal-l'esperienza dedotta dai sensi. Questi, come è noto, si limitano arecepire passivamente le impressioniderivanti dall’interpretazione cerebra-le di segnali elettrochimici causati daciò che accade nella materia, con unagamma ristretta di percezioni.

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Stele a Licinia Amiate (III secolo) con dedica "Dis Manibus" (Ai Mani)

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Quindi, non sono in grado di descriverela causalità dell'essenza di ciò che colgo-no.Con un approccio diverso, magari rivoltoverso l’intimo mistero della propria interiorità,a prescindere dai presupposti monisti o dualisti,si realizza un tentativo per trovare e spiegare,col livello limitato dalle singole possibilitàcerebrali, una conformazione della struttura uni-versale e oggettiva che si potrebbe ipotizzarenascosta dietro l'apparenza dei fenomeni esternied interni. Ciò, con tutti i dubbi che la rivelazione di unatale struttura, oltre a determinare una possibilerealtà, sia in grado di fissare definitivamente lamodalità di conquistare conoscenza, anche seattraverso idee e concetti che trovino corrispon-denza in quella che percepiamo come tangibile.Con una mentalità che si mantenga sempre piùrivolta verso la propria coscienza, tramite laragione, si potrebbe arrivare, ad esempio, aprendere consapevolezza del fatto che “Dio è”.Senza questa premessa non si potrebbe credereche il vivere una fede non può contraddire ilcontenuto della “ragione naturale”, che comun-que è addirittura in grado di provvedere quelleintroduzioni concettuali, capaci di elevare l’in-telletto alla fede stessa.Di fronte ai problemi esistenziali di qualsiasigenere (fisici, lavorativi, economici, ecc.) o allecontinue frenetiche seduzioni della materia cheper lo più si presenta con entrambe le situazioniconnesse alle intime passioni, è però possibileche anche coloro che sono stati iniziati, possa-no, come conseguenza di importanti stimolazio-ni, allontanarsi pericolosamente dalla formamentale che dovrebbe mantenere prioritario ilpunto di vista interiore con riferimento metafisi-co.Quando qualche volta accade tale incidente, sipuò quasi sempre registrare lo stesso fenomenoche, mentre sarebbe normale che si manifestasseper una mentalità profana, necessiterebbe esser-lo di meno per un iniziato che dovrebbe averacquisito strumenti particolari per armonizzarsianche durante le situazioni nelle quali si trovas-se “stretto all’angolo”.

Si tratta semplicemente dell’istintivainversione d’attribuzione d’importanzadelle manifestazioni spirituali, rispetto aquelle materiali. Ovvero, in funzione di

una disarmonia emotiva, si tende a presumereche affrontando prima quelle materiali, esclu-dendo temporaneamente o addirittura obliandodi comprendere cosa stia accadendo spiritual-mente (riportandosi così ad operare come qual-

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Fede - Pietro del Pollaiolo, 1470

siasi uomo e donna comuni, con tutti ilimiti che ciò comporta), si possa poiritornare ad occuparsi di coscienza, dianima, di Dio, e di tutto quanto sia pre-visto su una determinata via iniziatica, in unsecondo momento non ben definito a livellotemporale, ma sicuramente proiettato a quando iproblemi saranno stati risolti e/o le esigenzeendorfiniche soddisfatte.A dire il vero, in simili frangenti ci si può ricor-dare anche dei livelli sovraumani, ma non dirado, a seguito della distorsione della mentalità,ciò avviene con l’atteggiamento di coloro checredono di dover accedere ad una sorta di super-market del paranormale dove sia possibile“acquistare” miracoli a buon prezzo.Ovviamente, dimenticando gli insegnamenti tra-mite cui si suggeriva di tenere sempre presenteche, prima di tentare di interagire con ambitisovrumani, “illuminati”, è necessario riuscire asalire verso la “luce”, affinchè da questa qual-che cosa o qualcuno possa discendere ad incon-trare chi stia salendo.Ne consegue che la frequentazione dei lavori nel

Tempio esteriore ed interiore (questosecondo aspetto è noto e sperimentato dachi è divenuto capace di accedervi) deveconsiderarsi oggettivamente il vero

motore, la primaria chiave di volta per ripristi-nare armonia anche in ciò che accade fuori, equindi, assolutamente non il contrario.Ad ogni modo, a fronte dei dubbi, delle paure,delle superstizioni (così dure a morire in alcuni)in merito a se sia opportuno o meno affrontare,in via operativa, anche se elementare, forzepoco conosciute che possono creare situazioniabnormi e che possono indirizzare verso vie cheportano alla controiniziazione, mi permetto difar osservare che le nostre cerimonie sono ritua-li e che ogni Rito comporta azioni che determi-nano la creazione di frequenze.Poi, poiché anche un lavoro di catena mentale ofisico di gruppo o di più gruppi aumenta lapotenza di tali frequenze, credo sarà opportunocomprendere ancora meglio che il nostro meto-do non si indirizza affatto verso disquisizionipiù o meno filosofiche o misticheggianti, alivello di citazionismo salottiero.

Quindi, confermo che, a prescin-dere dalle difficoltà materiali, oforse addirittura anche proprioper queste, sarà opportuno fre-quentare assiduamente i lavorinelle camere rituali che ad ognu-no competono, visitando interior-mente quanto è necessario, senzadimenticare di acquisire e diapplicare con la necessaria con-centrazione, le informazioni litur-giche insite nei corrispondentirituali, unitamente a ciò che iMaestri preposti agli approfondi-menti verbali vorranno/dovrannoelargire.

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. ..S.S. .. .G..G. .. .M..M...

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Empedocle scruta l'universo - Luca Signorelli, XV sc.

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LLe due Lune

Maurizio Maurizio

E’E’ notorio, presso gli iniziati, che le Lune

sono due. La Luna Lucente e la Luna scura. Essesono state chiamate in vario modo alcune voltetratte da rappresentazioni mitologiche ma tuttecontengono l’idea che mentre una Luna riflette iraggi del Sole ve n’è un’altra che è, se non sem-pre, buia. Ne è conseguito che la Luna lucente èuna forza positiva ed esercita un flusso benefi-co, mentre quella scura è nefasta.La luna è un grande mistero, sotto tutti punti divista, scientifici e non. Essa ruota attorno alproprio asse in guisa tale da nascondere una fac-cia fintantoché l’uomo non è riuscito a svelarlaviaggiando verso di essa. Sembrava, quasi, cheIside, che è la sua Dea, avesse proprio l’inten-zione di non mostrare la faccia oscura. Questaverità cosmologica è evidente in molte immagi-ni di Iside contrapposta a quello della sorellaoscura Nefti. L’occultismo occidentale ha prevalentemente

attenzionato, studiato e approfondito ilsignificato della Luna lucente margina-lizzando, però con allusioni frequenti edevidenti, la parte scura.

Nella tradizione cristiana è l’arcangelo Gabrieleche governa la parte illuminata della Luna. Lasua immagine è spesso accostata a gigli bianchiil cui significato esoterico è molto profondo edequivale ad annunciare la discesa di unaDivinità sulla Terra. Vero è, infatti, che in alcu-ne immagini dell’Assunzione, la Madonna vieneritratta con i piedi che poggiano su una mezza-luna e con accanto l’arcangelo Gabriele con deigigli bianchi. Il significato, a questo punto èevidente. La grande madre Iside è, nella tradizione egizia,il grembo di tutte le cose che emergono alla lucedel Sole dalla oscurità del suo ventre, ma ella hauna sua controparte nella sorella Nefti, madredell’oscurità in cui si formano tutti gli esseri ele cose. La vergine nera Nefti era sposa di Sethe come la sorella era maga e signora delle paro-le segrete. Le due Dee erano chiamate, anche,sorelle piangenti. Le loro lacrime scorrono sullaTerra sottoforma di rugiada, la nostoc degli ini-ziati. La Dea Iside era identificata con il nomedi dea-stella che con il cristianesimo sembrereb-be trovare un’interessante corrispondenza con laStella Maris, Maria, perché come Iside partorì

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Particolaredell'Arcangelo GabrielePinturicchio, Polittico

di Santa Maria deiFossi, 1496-1498

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“vergine” Horus senza congiungersi car-nalmente con Osiride, così Maria generòun figlio restando vergine. Qui si com-prende come la tradizione isiaca possasembrare perpetuarsi con il cristianesimo.Ma vi è traccia della Luna oscura nel cristiane-simo? Dobbiamo cercarla partendo dall’ebrai-smo e la troviamo indicata come Lilith, la madredei lilin, madre dei gigli nella nostra linguaoppure madre della schiatta di demoni. I cristia-ni erano troppo presi dalla luce del nuovo mes-saggio di Cristo per ricordarsi che ogni luce pro-duce dell’ombra; quindi, l’importante e stermi-nata letteratura pagana sui demoni e la tradizio-ne relativa ai lilin non vennero trasmesse inmodo adeguato nel messaggio del Cristo.È da sottolineare che l’Imperatore Teo-dosio, grande iniziato del IV secolo, inca-ricò un gruppo di studiosi per trasformarein demoni le antiche Divinità; questoavrebbe inevitabilmente condotto a molteincomprensioni, tanto è vero che già sindai primi scritti cristiani, esiste una com-mistione ed infine identità tra Satana eMefistofele, quando, tradizionalmente,sono due figure diverse. Nefti o Lilith,pertanto, fu scacciata dalla letteratura cri-stiana ma è sopravvissuta, fino a noi,attraverso i suoi simboli.Ciò che resta nella tradizione di Nefti sitrova sotto forma di simboli ed immagini.Una è sicuramente la raffigurazione dellaKteis, la vagina, che era identificata conlo geroglifico “ru”, simbolo delle partisegrete della Dea, chiamato dai paganianche con il nome di Sheelah-na-gig.Secondo lo studioso Massey, lo Sheelahderiva dall’egiziano sherah che significa“sorgente”, “acque sorgive”, “mostrare”e rivelare”. In molte rappresentazioni pit-toriche o nei bassorilievi, si vede laMadonna, Gesù o, in alcuni dipinti,entrambi, rappresentati dentro questosimbolo che i cristiani chiamano vesicapiscis ossia la mandorla mistica. Esempi evidenti si trovano in alcune chie-se di Kilpeck, di Oxford e di Dreichen, ed

anche, al Victoria e Albert Museum diLondra nell’enorme e bellissima paladell’Apocalisse eseguita sicuramente dauna scuola esoterica ed ermetica. Questo

simbolo, secondo la teologia cristiana, rappre-senta il Cristo portale della vita, sovvertendo ilsignificato più antico e occulto che vedeva intale apertura verticale l’accesso iniziatico cheporta lo spirito al di là del proprio corpo. Il“ru”, nel suo significato più antico e piùprofondo, è la porta d’ingresso al mondo spiri-tuale, quella che conduce alla camera di inizia-zione. Il legame di questo simbolo con l’inizia-zione pagana si è conservato in Irlanda doveviene chiamato la “Madre di Patrizio”.

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Cristo in Maestà rappresentato dentro una mandorla (vesica piscis) in una miniatura medievale

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San Patrizio era il Santo che introdusse ilcristianesimo nell’isola sostituendolo aipreesistenti metodi druidici. La conver-sione fu graduale e tale simbolo è statointeriorizzato dalla chiesa locale proprio con ilsuo originale significato di inizio del percorso,in questo caso, cristianamente inteso.Oltre alla ru, non è sconvolgente azzardare l’i-potesi che tutte quelle Madonne nere che vengo-no venerate in tante chiese, non siano altro cheuna possibile continuazione celata del culto diNefti. Se si tiene ben conto che alcuni esoteristisostengono che la Madonna nera raffigura laMadre terra, allora il passaggio nel considerareche si tratti, anche, della Dea egizia dell’oscu-rità è sostenibile. In sintesi, nell’oscura terra,regno della vergine nera o Luna scura, si mace-ra il seme che si trasforma in vivente, bucando ilterreno e venendo alla Luce, regno della beatavergine o Luna lucente, cioè alla vita. Si può sostenere, da quanto emerge, che le due

sorelle Iside, con maggiore evidenza, la Lunalucente e la sorella Nefti, la Luna scura, sono

ancora, se pur in modo diverso, tra noi.Succede proprio questo nell’iniziazione.Il neofita entra nel gabinetto di riflessio-ne, simbolicamente accolto dalla Dea

Nefti, per, poi, venire alla luce, iniziando così ilproprio percorso misterico, grazie all’interces-sione della Dea sorella Iside, e ad aspettarlo c’èil Dio della Luce, il quale è per Noi il SupremoArtefice Dei Mondi.

MaurizioMaurizio

9Informazioni e storia sull’Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di Mitzraїm e

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– La barca celeste Henu collocata entro una piccola cappella; a sinistra dalla dea Iside e a destra da Nefti

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CColonne illuminate e

Compasso sopra SquadraLucaLuca

DD ue argomenti apparentemente differenti, ma

secondo me, anche molto vicini.Innanzitutto potremmo chiederci cosa sono leColonne dentro di noi, a quali principi e a qualiforze corrispondono. Riepilogherò cose già ben conosciute, ma chesono necessarie per sintetizzare alcuni pensieri.Partiamo da quella rossa che nel nostro Rito èassociata al Sole, simbolicamente il principiomaschile, emissivo che, se conosciu-to, permette l’utilizzo del “Solve”,lo sciogliere, la possibilità di pene-trare la nostra materia psichica attra-verso la consapevolezza per allentar-ne i potenti e violenti meccanismiautomatici. E’ un misto di forza di concentrazio-ne e di precisione, forse la stessa chepermette allo scienziato di osservaree di modificare il suo campo di ricer-ca, solamente che in questo caso, noisiamo contemporaneamente lo scien-ziato, i suoi strumenti e l’oggetto distudio, ovvero la nostra materia. Se prendiamo in considerazione ilpilastro scuro, nero, della Luna, pos-siamo osservare i riferimenti delprincipio femminile, ricettivo, chefavorisce il “Coagula”, la coagula-zione di quanto si era precedente-mente sciolto o aperto.E’ forse il ritorno ad un nuovo statodi quiete. La materia dopo essere stata sciolta erettificata, almeno un poco, ritornaad uno stato inerte, ma diversa,

profondamente diversa (si spera); gene-ratrice di meccanismi psichici automaticiforse più lenti, meno coinvolgenti. Una nuova materia spirituale, è così

pronta ad affrontare il mondo manifesto e predi-sposta ad essere ridisciolta, perché il lavoro direttifica e di conoscenza non finisce mai.Possiamo poi supporre di collegare il Compassoa questi due principi, semplicemente perché ilCompasso con le sue due aste potrebbe forserappresentare una raffigurazione (tra le tanteipotetiche) di come si possa immaginare unasorta di dominio dell’Iniziato, del Maestro, sullesue due Colonne interiori e sulle loro funzioni. Nell’immagine della Camera di Compagno soloun’asta è collocata sopra alla Squadra, quasi asignificare che solo un principio è stato compre-so, ma nella Camera di Mezzo il Compasso èinteramente sovrapposto alla Squadra.

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Una delle tante simbologie del grado di Compagno

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Chi dovesse riuscire, anche solo tempo-raneamente, a vivere questa condizionenon deve però dormire sugli allori. Infatti, le forze non solo della materianon dormono mai e sono sempre pronte a farcapire all’Iniziato che in fondo ben poco cono-sce del mondo manifesto, sia visibile che invisi-bile. Questi, infatti, magari forte dei suoi piccoli suc-cessi, potrebbe simbolicamente ed erroneamenteaver appeso la Squadra, cioè il rigore, al muro;forse perché troppo orgoglioso di se o forse per-ché troppo pigro per mantenere quell’attenzione

e quella volontà indispensabilmentepriva di emozioni che consentono di con-tinuare il lavoro con precisione, oppureper entrambi i motivi.

Credo che da questo punto di vista, la Squadra,ovvero il rigore, dovrebbe essere sempre ricor-data assieme alla scritta “Vigilanza e Perseve-ranza”, presente nei nostri Gabinetti diRiflessione.Concludo questa breve dissertazione, cercandodi proporre un’ultima considerazione riguardan-te le due aste del Compasso.Se queste, fossero associate simbolicamente alle

due Colonne, ci ritroveremmocon la possibilità di ricollegare ilvertice del Compasso, tramitecui lo strumento viene controlla-to, all’emblematico concettodell’Oriente, della luce dell’In-tuizione, del sapere, della lucedello Spirito; ovvero dell’unicain grado di darci lo slancio, laforza e l’abilità per tentare diconoscere, di dominare almenoun poco, la nostra materia nonsolo fisica, unitamente ai dueprincipi che la regolano, ovveroquello maschile e quello femmi-nile e poi, infine, di ritrovare e diriconoscere la nostra anima.

Luca Luca

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Quadro di Loggia

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DDue energie

IsabellaIsabella

OO sservando i simboli presenti nei nostri tem-

pli, notiamo ancora una volta il cielo stellato, leraffigurazioni zodiacali, assieme a quelle delsole e della luna.Questi ultime le troviamo riportate sulle colon-ne d’ingresso e poi sulle pareti ad oriente.Una tale ripetizione sembrerebbe come a volerindicare una possibile preponderanza su altrisimboli, determinando così un’influen-za importante nel contesto generale d’e-quilibrio, riferito alla disposizione edall’ubicazione dell’arredo circostante.Le due figure che s’incontrano quandosi entra e che comunque colpisconoimmediatamente la percezione di chi siaffaccia oltre la soglia, danno l’impres-sione di voler trasmettere un messaggioa chi viene consentito l’ingresso e chesosta per qualche tempo in quello spa-zio sacro, osservando contemporanea-mente le riproduzioni speculari poste adoriente.Attingendo in parte ai suggerimentiastrologici, mutuati dagli ineludibili 12segni zodiacali che ornano le pareti del-l’ambiente, viene spontaneo rammentar-si che in astrologia il sole e la luna sonochiamati i luminari od i lumi (corrispon-denti all’ebraico hammeorot che contiene le lettere/radice della luce“or” e che, da un punto di vista geo-centrico, sono considerati anche inastronomia i due elementi più importan-ti del nostro sistema planetario.Entrando nei nostri spazi sacri (nontutte le obbedienze massoniche dispon-gono le colonne nello stesso modo),incontriamo la raffigurazione del sole

sulla colonna di sinistra, rispetto l’acces-so ma di destra, rispetto a chi siede all’o-riente (volendo ricordare il tempio diSalomone ci potrebbe far pensare a Boaz

– con forza- e della luna sopra quella didestra, sempre secondo l’accesso (omologa diJakhin consolidamento, sostegno) che inquesto modo potrebbero tendere simbolicamentea rappresentare due energie riguardanti la forzagenerante, solvente, ed il concreto ricevimentodella stessa forza, nell’atto creativo di tutto ciòche esiste.Contemporaneamente e di conseguenza, ci farebbero pensare all’energia maschile ed a quellafemminile, presenti in ciascuno di noi e rappre-sentate esteriormente nella materia con le fat-

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Apollo - Giovanni Battista Tiepolo, 1752/3

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tezze esteriori del maschio e della fem-mina.In ambito di considerazioni astrologiche,troviamo che l’archetipo della luna(signora del segno cardinale del Cancro), in fun-zione delle associazioni più consolidate, simbo-leggia la donna, la madre, la moglie, la partesinistra del corpo umano e tutta la sfera femmi-nile emotiva, ricettiva, intuitiva, creativa, attrat-tiva e passiva.Rappresenterebbe inoltre l’apparato femminileriproduttivo (le ovaie, l’utero), il seno, l’acqua,il liquido amniotico, l’ovulazione, i cicli lunarie mestruali, lo stomaco e parte dell’apparatodigerente, la parte oscura, la notte.L’archetipo del sole (signore del segno fisso delLeone) simboleggia l’uomo, il padre, il marito,la parte destra del corpo umano. Fisicamentecorrisponde al cuore, al plesso solare, alla spinadorsale; rappresenterebbe l’energia maschile,solare, di cui gli elementi ed i sentimenti sono ilfuoco, la vitalità, la forza, il coraggio, la lealtà,l’azione e la volontà.

I due principi, quello maschile e quellofemminile, rappresentano nel genereumano, la dualità; sono in contrapposi-zione ma nello stesso tempo sono com-

plementari. Nella materia divergono e non si capiscono per-ché hanno esigenze e schemi di vita comporta-mentali completamente diversi, però non posso-no esistere l’uno senza l’altro; la vita o megliol’esistenza stessa in una manifestazione duale,esige la presenza di entrambi.In una visione semplicistica e materialistica, loschema femminile può essere equiparato a quel-lo riproduttivo dell’ovulo che tenendo contodella concentrazione d’investimento (solo pochiovuli sono a disposizione, ogni volta, che peròpotranno con quasi assoluta certezza essere tuttifecondati, per poter garantire nascita ed auspi-cabilmente sopravvivenza) prevista dalla condi-zione di ricettività/selezione, esercita il suopotere d’attrazione a 360 gradi, in modo da otte-nere una discendenza, il più possibile diversifi-cata vincente.

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Diana ed EndimioneFrancesco Trevisani

XVIII sc.

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Lo schema maschile è invece simile aquello degli spermatozoi, ovvero è carat-terizzato da un’enorme dilatazione del-l’investimento (sono milioni protesi allaricerca indifferenziata d’ovuli ) per la trasmis-sione della vita ovunque sia possibile (purtrop-po solo pochi riusciranno e quindi, al contrariodello schema femminile, sembrano presentarsicon poca aspirazione selettiva per ciò che si rea-lizzerà con ogni fecondazione. Ad ogni modo,su entrambi (ovuli e spermatozoi) sembra aleg-giare contemporaneo all’esigenza vitale, ilsenso di morte imminente e certa per chi fallirànell’impresa di dare vita a qualche cosa dinuovo.I due schemi appaiono in antitesi; uno esigelibertà e diversità, l’altro (sempre comunqueselettivo, a monte) stabilità ed affidabilità.Nelle rispettive esasperazioni, diventano tiran-nici e possessivi, perché cercano di prendere ilpredominio l’uno sull’al-tro. La sopravvivenza impone,ad ogni modo, che l’istintoricettivo e di conservazio-ne di lei non si trasformimai in chiusura totale edin sterile staticità, mentreper lui diviene necessarioanche un atto d’altruismoche rallentando la “follericerca”, lo porti ad avereanche attenzione e prote-zione per la vita che hagenerato.Per fortuna poi le cose nonsi presentano mai in modogrossolanamente estremo;infatti, in ogni individuoc’è sempre una parte fem-minile ed una parte mas-chile, che determina unapredisposizione meno ri-gida e meno schematicadell’essere umano, defini-to nella sua complessità. Se poi allarghiamo l’os-

servazione ed in questa complessità esi-stenziale si comincia a tener conto anchedella dimensione spirituale, spingendociverso una visione tradizionale che in

qualche modo ci porti a ricordare le indicazionidella tavola smeraldina, possiamo pensare aqueste due energie come a due fiamme che dadestra e da sinistra, con un movimento serpenti-no, cerchino di unirsi in un’unica energia risa-lente verso l’alto, incontrandosi al centro, perpoi separarsi e rincontrarsi nuovamente (risulta-no interessanti le analogie con i percorsi cheritroviamo eseguiti nei camminamenti all’inter-no del tempio, con l’utilizzazione dei due ele-menti acqua e fuoco, o con i riferimenti dell’a-pertura dei cerimoniali di giorno e con la chiu-sura di notte.Tutto ciò ci fa capire come ogni dettaglio, ognisimbolo influenzi o predisponga una comunica-zione a livello conscio o inconscio con chiunque

14Informazioni e storia sull’Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di Mitzraїm e

Memphis possono essere letti sul sito: http://www.mitzraimmemphis.org/

Marte e Venere - Frans Wouters,1545

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sia alla ricerca di un contatto per supera-re la soglia protetta dai suoi guardiani eper conquistare le risposte ai quesiti cheagitano la personale interiorità.Concludendo, il suggerimento che sembra per-venire da questi due simboli potrebbe riguarda-re la semplice sopravvivenza materiale della

specie, indicando quindi uno sforzo perentrambi (maschio e femmina), un atto diriconoscimento e di ricongiungimentoche però per noi ricercatori, potrebbe rie-

cheggiare in qualche cosa d’altro, in qualchericordo nascosto nelle parti più profonde d’ogniessere vivente, in qualche cosa che è stato, che

è, che sarà, ma che possia-mo/dobbiamo cercare di risco-prire nella dimensione “spiri-tuale” (ovviamente con i sensi econ gli strumenti a lei propri),ritornando ancora una volta aripensare a noi stessi come acoloro che provenendo dall’u-nità, desiderano riconquistarnequella cosciente consapevolezzache al momento, forse, possia-mo pensare di avere smarrito.

IsabellaIsabella

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Memphis possono essere letti sul sito: http://www.mitzraimmemphis.org/

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Androgino alato, con spada e corona, calpesta il drago