ANNO XXIX N 39 11 Novembre 2012

8
ANNO XXIX N° 39 - 11 Novembre 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Noi cristiani sia- mo accusati di vivere proiettati in una dimensio- ne fittizia riposta in quanto viene dopo e che do- vrebbe costituire la quadratura del cerchio: tutto qui va male ma lassù tutto andrà bene. Benedetto XVI è di altro avviso, lo dimostra e lo sostiene con argomentazioni forti. Nel linguaggio comune terra e cielo ri- tornano, sembrano escludersi l’un l’altro, se ci si appoggia all’una, l’altro deve scomparire. Invece costituiscono il “duplice orizzonte del- l’umanità”, simultaneamente sperimentato come “cammino storico”, e come “eternità, la pienezza della vita in Dio”. Non sono parole vuote, per placare l’animo con surrogati, visti i tempi burrascosi e precari che stiamo vivendo; ri- mandano alla catena dei giorni donataci nella storia, indissolubilmente legata alla “festa senza fine” celebrata nella “Gerusalemme celeste”. Potrebbe risultare ancora utopica come dimen- sione o sempli- cemente proiet- tiva in un’inde- terminatezza il- lusoria, se non esprimesse, con altre parole, una realtà concreta: “La Chiesa”. Se viviamo nella Chiesa abbiamo la possibilità uni- ca, come peral- tro è unica la no- stra vita, di sperimentare la “realtà della ‘co- munione dei Santi’”, che non s’innesta come un cuneo estraneo nel nostro vissuto ma è trama e ordito del “mistero di comunione che unisce l’umanità”. Dove nasce questo mistero? Da dove promana? È stato da noi prodotto? Lo dobbiamo al Figlio fattosi Uomo “che ha introdotto nel genere umano questa dinamica nuova”, che non esclude nulla di quanto creato anzi tutto assume, plasmandola “verso l’unità”, perché l’impulso del movimento va “verso Dio”. “Ho sfogliato l’album due … tre .. volte … è il ritratto della nostra amicizia, delle nostre esperienze, della mia vita im- pastata di voi … che l’amicizia di questi anni continui ad es- sere il ristoro lungo il viaggio … grazie per essermi vicino” Caro Robby, con questo SMS ci hai salutato il 1 ottobre del 2006… giorno in cui ha avuto inizio questo stupendo cammino. Accompa- gnandoti in seminario pensavamo che le nostre strade si sa- rebbero separate, ma con il tempo abbiamo capito che la tua vita, oltre ad essere impastata di noi, si arricchiva giorno dopo giorno di nuovi ingredienti che hanno contribuito a renderla più “saporita”. In questi sei anni abbiamo seguito i tuoi passi e siamo stati molto felici di aver partecipato ad ogni tuo piccolo traguardo. Quest’anno poi … abbiamo la fortuna di riaverti in parrocchia, Cri- sto Re, dove tutto è iniziato. Sin da ragazzo il tuo impegno è stato ammirevole e speso su più fronti, dall’animazione per i ragazzi al coro par- rocchiale, dal servizio con i malati a quello li- turgico, all’impegno diocesano in Azione Cattolica: espressioni tutte del tuo grande amore per la Chiesa, questa grande comunità, che ora ti appresti a servire ufficialmente con una nuova veste. La tua disponibilità e la tua dedizione, ar- ricchite dall’allegria contagiosa che ti contrad- distingue, sono state per noi esempio e stimolo ad un impegno sempre maggiore, e siamo sicuri che, dovunque, sarai capace di svolgere un mi- nistero fecondo per le comunità che il Signore ti affiderà. La nostra vicinanza e le nostre pre- ghiere ti accompagneranno …… Gli amici della parrocchia Cristo Re. Il Sinodo si è da poco concluso, molti i pensieri, le indicazioni e i progetti raccolti e rilanciati perché un tempo breve diventi una sta- gione di novità. Tra le molte pre- senze chiamate a rinnovarsi nell’annuncio del Vangelo c’è la parrocchia. Gli interventi nell’aula sinodale lo avevano preannunciato ed è arrivato puntuale il richiamo nel Messaggio finale con l’imma- gine, cara a Giovanni XXIII, della fontana del villaggio “a cui tutti possono abbeverarsi trovandovi la freschezza del Vangelo”. L’umile e fragile parrocchia è sempre nel cuore dei pastori e questa conferma universale stimola pensieri e scelte all’altezza di un’epoca in cui la globalizzazione, la mobi- lità umana, le nuove tecnologie dell’informa- zione rischiano di essere trasformate più in ruspe che in aratri nella vita della gente e nel territorio dove una comunità cristiana vive, cu- stodisce e comunica la Parola. Le ruspe scon- volgono e desertificano, gli aratri tracciano i solchi che accoglieranno il seme. Il ruolo della parrocchia, scrivono i Padri sinodali, “resta ir- rinunciabile, anche se le mutate condizioni ne possono chiedere sia l’articolazione in piccole comunità sia legami di collaborazione in con- testi più ampi”. “Sentiamo ora - aggiungono - di dover esortare le nostre parrocchie ad affian- care alla tradizionale cura pastorale del popolo le forme nuove di missione richieste dalla nuova evangelizzazione”. L’esortazione non ha mai un tono autoritario. Per un padre è un atto di amore responsabile con il quale incoraggia i figli a costruire il fu- turo insieme con gli altri. È un affetto educativo che non può mancare nella vita di una famiglia come non può mancare nella vita della Chiesa e ancor meno può mancare nell’indicare alla parrocchia una strada in salita. Giovani XXIII ricordò una volta di aver incontrato molti esperti pronti a giudicare, a consigliare, a esor- tare la parrocchia, ma di non aver incontrato al- trettanti esperti pronti ad amarla, cioè ad accompagnarla nel cammino faticoso attra- verso paesaggi sociali e culturali in continua e rapida mutazione. La piccola parrocchia “di- sarmata” è in prima linea nell’avventura del- l’annuncio del Vangelo all’uomo di oggi, avventura che crescerà se verrà ritrovato il si- gnificato autentico dello “stare nel tempio”, se ci sarà davvero una comunità orante. Il fre- quente invito a “uscire dal tempio” non viene, con questo auspicio, messo da parte ma ven- gono richiamate le radici, le motivazioni e la specificità dell’andare fuori. È vero, è sulle strade della città che la comunità cristiana è chiamata a spendersi per far nascere nell’uomo di oggi domande su Dio ma è questa stessa co- munità, raccolta in preghiera in una chiesa, a diventare domanda. Ci sono pagine che hanno raccontato e raccontano dello stupore di quanti dall’esterno hanno avvertito e avvertono la pre- senza di uomini e donne, giovani e anziani rac- colti in preghiera. Il respiro spirituale di una famiglia e di una comunità suscita sempre stu- pore e lo stupore è sempre all’origine di do- mande grandi, essenziali. Ma la capacità di stupirsi non è stata indebolita se non cancellata dalla cultura dell’apparenza e dei media? Il pro- blema esiste ma il pessimismo non è la solu- zione. C’è ancora chi, dopo aver camminato sulle strade della città e su quelle di Internet, avverte l’esigenza di una sosta per ritrovare se stesso nell’incontro con gli altri e con l’Altro. Per scoprire la differenza, che non è contrap- posizione, tra connessioni e relazioni. Sul tema la parrocchia ha qualcosa d’importante da dire anche se per prima chiede di essere aiutata a rendere più bello e comprensibile il suo lin- guaggio. Qualcosa d’importante lo dirà anche rispondendo con i fatti a molteplici e pressanti esigenze educative, culturali e sociali ma que- sta risposta, frutto di un rinnovato “stare nel tempio”, avrà un sapore diverso, avrà il sapore di Dio. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno CHIESA E CITTÀ Un sapore diverso La piccola parrocchia “disarmata’’ in prima linea nell’annuncio del Vangelo all’uomo di oggi Paolo Bustaffa Segue a pag. 2 La gioia del donare: Ordinazione diaconale di Roberto Traini TUTTI I SANTI Il duplice orizzonte dell’umanità e le dimensioni della vita di Cristiana Dobner

description

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Transcript of ANNO XXIX N 39 11 Novembre 2012

Page 1: ANNO XXIX N 39   11 Novembre 2012

ANNO XXIX N° 39 - 11 Novembre 2012 € 1.00 Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Noi cristiani sia-mo accusati divivere proiettatiin una dimensio-ne fittizia ripostain quanto vienedopo e che do-vrebbe costituirela quadratura delcerchio: tutto quiva male ma lassùtutto andrà bene.Benedetto XVI èdi altro avviso,lo dimostra e lo sostiene con argomentazioniforti. Nel linguaggio comune terra e cielo ri-tornano, sembrano escludersi l’un l’altro, se cisi appoggia all’una, l’altro deve scomparire.Invece costituiscono il “duplice orizzonte del-l’umanità”, simultaneamente sperimentato come“cammino storico”, e come “eternità, la pienezzadella vita in Dio”. Non sono parole vuote, perplacare l’animo con surrogati, visti i tempiburrascosi e precari che stiamo vivendo; ri-mandano alla catena dei giorni donataci nellastoria, indissolubilmente legata alla “festa senzafine” celebrata nella “Gerusalemme celeste”.Potrebbe risultare ancora utopica come dimen-

sione o sempli-cemente proiet-tiva in un’inde-terminatezza il-lusoria, se nonesprimesse, conaltre parole, unarealtà concreta:“La Chiesa”.Se viviamo nellaChiesa abbiamola possibilità uni-ca, come peral-tro è unica la no-

stra vita, di sperimentare la “realtà della ‘co-munione dei Santi’”, che non s’innesta comeun cuneo estraneo nel nostro vissuto ma ètrama e ordito del “mistero di comunione cheunisce l’umanità”. Dove nasce questo mistero?Da dove promana? È stato da noi prodotto?Lo dobbiamo al Figlio fattosi Uomo “che haintrodotto nel genere umano questa dinamicanuova”, che non esclude nulla di quanto creatoanzi tutto assume, plasmandola “verso l’unità”,perché l’impulso del movimento va “versoDio”.

“Ho sfogliato l’album due … tre .. volte … è il ritratto della

nostra amicizia, delle nostre esperienze, della mia vita im-

pastata di voi … che l’amicizia di questi anni continui ad es-

sere il ristoro lungo il viaggio … grazie per essermi vicino”

Caro Robby,

con questo SMS ci hai salutato il 1 ottobre del 2006… giornoin cui ha avuto inizio questo stupendo cammino. Accompa-gnandoti in seminario pensavamo che le nostre strade si sa-rebbero separate, ma con il tempo abbiamo capito che la tuavita, oltre ad essere impastata di noi, si arricchiva giorno dopogiorno di nuovi ingredienti che hanno contribuito a renderlapiù “saporita”. In questi sei anni abbiamo seguito i tuoi passi

e siamo stati molto felici di aver partecipato adogni tuo piccolo traguardo. Quest’anno poi …abbiamo la fortuna di riaverti in parrocchia, Cri-sto Re, dove tutto è iniziato. Sin da ragazzo iltuo impegno è stato ammirevole e speso su piùfronti, dall’animazione per i ragazzi al coro par-rocchiale, dal servizio con i malati a quello li-turgico, all’impegno diocesano in AzioneCattolica: espressioni tutte del tuo grande amoreper la Chiesa, questa grande comunità, che orati appresti a servire ufficialmente con una nuovaveste. La tua disponibilità e la tua dedizione, ar-ricchite dall’allegria contagiosa che ti contrad-distingue, sono state per noi esempio e stimoload un impegno sempre maggiore, e siamo sicuriche, dovunque, sarai capace di svolgere un mi-nistero fecondo per le comunità che il Signoreti affiderà. La nostra vicinanza e le nostre pre-ghiere ti accompagneranno ……

Gli amici della parrocchia Cristo Re.

Il Sinodo si è da poco concluso,molti i pensieri, le indicazioni e iprogetti raccolti e rilanciati perchéun tempo breve diventi una sta-gione di novità. Tra le molte pre-senze chiamate a rinnovarsinell’annuncio del Vangelo c’è laparrocchia. Gli interventi nell’aulasinodale lo avevano preannunciatoed è arrivato puntuale il richiamonel Messaggio finale con l’imma-gine, cara a Giovanni XXIII, dellafontana del villaggio “a cui tuttipossono abbeverarsi trovandovi la freschezzadel Vangelo”. L’umile e fragile parrocchia èsempre nel cuore dei pastori e questa confermauniversale stimola pensieri e scelte all’altezzadi un’epoca in cui la globalizzazione, la mobi-lità umana, le nuove tecnologie dell’informa-zione rischiano di essere trasformate più inruspe che in aratri nella vita della gente e nelterritorio dove una comunità cristiana vive, cu-stodisce e comunica la Parola. Le ruspe scon-volgono e desertificano, gli aratri tracciano isolchi che accoglieranno il seme. Il ruolo dellaparrocchia, scrivono i Padri sinodali, “resta ir-rinunciabile, anche se le mutate condizioni nepossono chiedere sia l’articolazione in piccolecomunità sia legami di collaborazione in con-testi più ampi”. “Sentiamo ora - aggiungono -di dover esortare le nostre parrocchie ad affian-care alla tradizionale cura pastorale del popolole forme nuove di missione richieste dallanuova evangelizzazione”.

L’esortazione non ha mai un tono autoritario.Per un padre è un atto di amore responsabilecon il quale incoraggia i figli a costruire il fu-turo insieme con gli altri. È un affetto educativoche non può mancare nella vita di una famigliacome non può mancare nella vita della Chiesae ancor meno può mancare nell’indicare allaparrocchia una strada in salita. Giovani XXIIIricordò una volta di aver incontrato moltiesperti pronti a giudicare, a consigliare, a esor-tare la parrocchia, ma di non aver incontrato al-trettanti esperti pronti ad amarla, cioè adaccompagnarla nel cammino faticoso attra-verso paesaggi sociali e culturali in continua erapida mutazione. La piccola parrocchia “di-sarmata” è in prima linea nell’avventura del-l’annuncio del Vangelo all’uomo di oggi,avventura che crescerà se verrà ritrovato il si-gnificato autentico dello “stare nel tempio”, seci sarà davvero una comunità orante. Il fre-quente invito a “uscire dal tempio” non viene,

con questo auspicio, messo da parte ma ven-gono richiamate le radici, le motivazioni e laspecificità dell’andare fuori. È vero, è sullestrade della città che la comunità cristiana èchiamata a spendersi per far nascere nell’uomodi oggi domande su Dio ma è questa stessa co-munità, raccolta in preghiera in una chiesa, adiventare domanda. Ci sono pagine che hannoraccontato e raccontano dello stupore di quantidall’esterno hanno avvertito e avvertono la pre-senza di uomini e donne, giovani e anziani rac-colti in preghiera. Il respiro spirituale di unafamiglia e di una comunità suscita sempre stu-pore e lo stupore è sempre all’origine di do-mande grandi, essenziali. Ma la capacità distupirsi non è stata indebolita se non cancellatadalla cultura dell’apparenza e dei media? Il pro-blema esiste ma il pessimismo non è la solu-zione. C’è ancora chi, dopo aver camminatosulle strade della città e su quelle di Internet,avverte l’esigenza di una sosta per ritrovare sestesso nell’incontro con gli altri e con l’Altro.Per scoprire la differenza, che non è contrap-posizione, tra connessioni e relazioni. Sul temala parrocchia ha qualcosa d’importante da direanche se per prima chiede di essere aiutata arendere più bello e comprensibile il suo lin-guaggio. Qualcosa d’importante lo dirà ancherispondendo con i fatti a molteplici e pressantiesigenze educative, culturali e sociali ma que-sta risposta, frutto di un rinnovato “stare neltempio”, avrà un sapore diverso, avrà il saporedi Dio.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

CHIESA E CITTÀUn sapore diverso

La piccola parrocchia “disarmata’’ in prima linea nell’annuncio del Vangelo all’uomo di oggi

Paolo Bustaffa

Segue a pag. 2

La gioia del donare: Ordinazione diaconale di Roberto Traini

T U T T I I S AN T IIl duplice orizzonte dell’umanità e le dimensioni della vita

di Cristiana Dobner

Page 2: ANNO XXIX N 39   11 Novembre 2012

Anno XXIX

11 Novembre 2012

2PAG

dalla prima pagina

Anno della Fede2012

PAROLA DEL SIGNORETRENTADUESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B

BEATI I POVERI IN SPIRITO, DI ESSI È IL REGNO DEI CIELI

Dal VANGELO secondo MARCO

Diceva loro mentre insegnava: “Guardatevi dagli scribi,che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nellepiazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti neibanchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di farelunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave”.E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettavamonete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Mavenuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè unquattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “Inverità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più ditutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo,essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello cheaveva, tutto quanto aveva per vivere”. (MARCO 12,28-34)

L’elemosina e’ bene ricordarlo fa parte integrante delle opere dimisericordia corporale, e l’aver compiuto o meno queste operedetermineranno la salvezza o la dannazione: infatti Gesù cidice: avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e miavete dato da bere ero nudo e mi avete rivestito ecc. (MT 25,35-36). Da questo, possiamo capire l’importanza della elemosina,anche se certamente non fine a se stessa, ma come dimostrazionedella nostra attenzione ai bisogni del prossimo, come forma dicarità (amore) verso i fratelli.

Questa forma di carità riguardando gli aspetti più visibili econtrollabili delle miserie umane, e’ più immediatamente im-pegnativa. Colui che non ha misericordia, chi é duro di cuore

non avrà attenuanti presso Dio; come ben ci rammenta Gesùnella parabola di Lazzaro e del ricco epulone. La carità abbracciatutto l’arco dei nostri rapporti con il prossimo, se il suo eserciziocomporta il sacrificio di sé - dato che, la carità é il contrariodell’egoismo- a maggior ragione comporta il sacrificio delleproprie cose e dei propri averi.Anche se nel testo evangelico, si parla espressamente dielemosina in denaro, non dobbiamo scordare che vi sono diversitipi di miseria, oltre a quella puramente materiale, cioè bisognodi sostentamento, vi è il bisogno di assistenza, il bisogno dicompagnia, il bisogno di una parola buona, il bisogno di unapreghiera; in pratica sono infinite le opere che si possonocompiere racchiudendole nella parola “elemosina”, sono tutteforme di carità, che come direbbe Schawrz: non sono che unagoccia nel mare, ma danno senso all’esistenza. Una domanda che giustamente ci possiamo porre a questo

punto e’ : in quale misura devo fare l’elemosina? il vangelo cidà alcune indicazioni di tipo generale: A) la prima é: fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi.(Lc 6,31) questo significa: mettiti nei panni del bisognoso echiediti: che cosa potrei ragionevolmente e cristianamente desi-derare dagli altri se mi trovassi nella sua condizione? questa èuna misura.B) un’altra risposta la troviamo in Luca 11,41 quando Gesu’dice ai farisei di non preoccuparsi del fatto che il piatto siapulito o meno, ma piuttosto di dare in elemosina quello che c’é

dentro edecco che tuttosarà puro.Gesù con que-sta frase ci vuole indicare che tutte le opere della Legge sonoinutili se per prima non viene soddisfatta l’esigenza della carità,anche semplicemente con un po’ di cibo, ma condito con tantoamore. In conclusione bisogna tenere presente che quello dell’elemosina-intendendo con questo tutte le opere di misericordia corporale-é un precetto molto importante poiché non si può soddisfare ilcomandamento della carità’ con le parole o con i sentimenti :“se un fratello -scrive l’apostolo Giacomo- o una sorella sononudi e privi del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: andate inpace , riscaldatevi, rivestitevi, senza dar loro il necessario per ilcorpo, nulla gioverà”. In pratica non si può soddisfare il precettodella carità con le chiacchiere.Chiediamo al Signore che apra i nostri occhi e il nostro cuore aibisogni dei fratelli. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA PER RIFLETTERE: La carità fraterna è ingegnosa nel trovare nuovi modi

di manifestarsi. (Paolo VI)

Ciò che conta è la quantità di amore che mettete in ognuno dei vostri gesti… Dà meglio chi dà con gioia. (Ma-

dre Teresa)

T U T T I I S AN T IIl duplice orizzonte dell’umanità e le dimensioni della vita

di Cristiana Dobner

Affermare dinamica significa affermare vitalità, vita che inogni momento si ripropone, non inquadratura in uno stampoprestabilito che tarpa le ali alla creatività, alla personalità diciascuno. “Unità” è la meta, non uniformità o piattezza, in-trisa di pace “in senso profondo”. Comunione pulsante dellaChiesa e con la Chiesa, in cui Gesù continua a operare e adattirare, rendendola “una, santa e cattolica”. Il cristiano nonpuò chiudersi a bozzolo oppurerintanarsi nel cavo di un alberoed entrare in letargo, per il cri-stiano, almeno per chi tale vogliadirsi, si profila un’altra avven-tura: quella del seme “che sischiude nella terra, morendo, egermoglia verso l’alto, verso ilcielo”. Non distruzione per di-struzione, sconfitta per sconfitta,un risultare nulla e polvere perrestare nulla e polvere. La para-bola del vivere si costruisce inaltro modo, in una “dinamica”sempre inedita, sempre nuova,del tutto personale, che è statavissuta e viene vissuta “intensa-mente” da coloro che denominiamo Santi. Tutta la loro per-sonalità, temperamento, carattere, doti e difetti, diventainsieme terreno e seme che si lascia lavorare dalla presenzadi Cristo. Nella grande moltitudine dei Santi non ne troviamouno uguale all’altro, tutti sono diversi, si direbbe che la griffedel Creatore non voglia mai ripetersi, mai riproporre quantogià visto. La fantasia multiforme dello Spirito “opera me-diante la Parola e i Sacramenti”, quelle presenze di Dio franoi e in noi che, accogliendo la nostra personalità, le offronola possibilità inaudita di aprirsi, fin dal cammino terrestre,alla “dimensione eterna”, perché “trasformano con la forza

dell’amore”. È stato declinato così un dato essenziale “di-ventare conformi all’immagine del Figlio di Dio”, all’internodei variegati e variopinti progetti in cui ciascuna persona siriconosce e che ritiene il grande progetto della propria vita.Progetto che deve realizzarsi nello spazio e nel tempo, in quelluogo in cui respiriamo e viviamo ogni giorno. È impossibilenegare che tocchiamo con mano almeno tre difficoltà: “Iso-

lamento”, “concorrenza”, “separa-zione”. Bisogna passare questestrettoie con uno sguardo rivoltoverso il cielo, perché il nostro è uncammino d’imperfezione, di ca-dute, d’inciampi. La direzione peròè giusta, la meta accertata. Po-tremmo anche zoppicare e, quindi,rallentare il passo, ma il camminonon è sbagliato, lo proclama lafesta di oggi. Tutti i Santi, dono dialtissima pregustazione e di su-blime bellezza perché apre unabreccia sulla “vita di totale aper-tura allo sguardo d’amore di Dio edei fratelli”. Certamente non in ter-mini di passività ma di fruttuosa e

instancabile tensione “in cui siamo certi di raggiungere Dionell’altro e l’altro in Dio”. Ci scopriamo, allora, viandanti enon figuranti statici, persone vive che guardano alle personevive che le hanno precedute, quei Santi in cui “vediamo lavittoria dell’amore sull’egoismo e sulla morte” e tutta la sto-ria, personale e dell’intera comunità umana viene acqui-stando valenza eterna: “Dà senso al presente, ad ogni attimoche passa” per la semplice ragione che “lo riempie d’amore,di speranza”. Cristiano sinonimo di triste rinunciatario? Egliama la vita perché è la sua storia, è “pellegrino” libero “cheama la terra perché ha il cuore in Cielo”.

In queste prime settimane da quando Benedetto XVI ha aperto

l’Anno della Fede, commemorato l’apertura del Concilio Vaticano

II, sono ampiamente circolate frasi fatte ed espressioni  ripetute per

inerzia che non sempre aiutano. Anzi, spesso il loro uso è già indi-

cazione di una certa preconcetta interpretazione del Concilio stesso.

Nuova PentecosteL’espressione esprime bene la speranza di Giovanni XXIII nell’indireil Concilio. Viene però anche usata per esprimere la “novità” del Con-cilio: come con la Pentecoste è nata la Chiesa, con la nuova Penteco-ste conciliare sarebbe nata una “nuova Chiesa”. Il Vaticano II è statocertamente una Pentecoste, ma non più di  quanto lo siano stati i pre-cedenti venti concili ecumenici della Chiesa cattolica.Nuovo inizioL’espressione è relativa alla precedente: con il Vaticano II la Chiesaavrebbe vissuto una rinascita. La formula rischia di gettare una lucenegativa sulla precedente vita della Chiesa e può indurre a pensareche prima del Vaticano II la Chiesa abbia vissuto una specie di limboquando non addirittura un lungo periodo di errore.Ritorno alle fontiIl ritorno alle fonti è cosa buona se significa ritorno a Gesù. Spessoperò la frase è adoperata per saltare il periodo preconciliare, cheavrebbe tradito le fonti o le avrebbe appesantite sia con la filosofia ela teologia cristiane sia con gli interventi dell’istituzione gerarchica.Concilio incompiutoChe il Concilio aspetti ancora di essere realizzato e che finora talvoltasi sia cercato di realizzarlo in modo sbagliato è cosa nota e affermataanche dal Papa. Chi dice che il Concilio è incompiuto però spesso in-tende  che la gerarchia della Chiesa avrebbe attuato una specie di nor-malizzazione, bloccando lo spirito innovatore del Vaticano II. Usatain questo senso l’espressione è ideologica in quanto contrappone unpresunto spirito del Concilio alla Chiesa.

Nel lessico sul Concilio sono entrate nell’uso comune espressioni che non ne aiutano la vera comprensione

Page 3: ANNO XXIX N 39   11 Novembre 2012

3Anno XXIX

11 Novembre 2012 PAG

Questa volta leggiamo Mt 18,5-10 (il versetto 11

manca nei codici). Possiamo individuare questi

momenti: La dignità di un “bambino come

questo” (18,5); il grave peccato di chi scandalizza

questi piccoli (18, 6); lo scandalo in generale

(18,6-9); gli angeli dei piccoli vedono Dio (18,10).

1. La dignità di un bambino come questo.

Facendo ancora uso del termine “bambino”, Gesù

dice: “E chi accoglierà un solo bambino come

questo nel mio nome, accoglie me (Mt 18,5).Qui “un bambino come questo” indica l’individuo

che ha realizzato quanto Gesù richiedeva subito

prima: “se non vi convertirete e non diventeretecome i bambini non entreretenel regno dei cieli” (18,4).

Ebbene, “un bambino come

questo”(en paidíon toûto) sta

a indicare chi si è convertito

ascoltando con la docilità di

un bambino la parola di Gesù.

La dignità di un “bambino”

del genere, del cristiano di

ogni tempo e luogo, è eccelsa:

accoglierlo è accogliere Gesù

stesso e, di conseguenza, Dio

Padre, che lo ha mandato nel

mondo. Gesù aveva già detto:

“Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me

accoglie colui che mi ha mandato” (10,40).

2. Il grave peccato di chi scandalizza un piccolo.

Gesù continua: “Chi invece scandalizzerà unosolo di questi piccoli che credono in me, gli con-viene che gli venga appesa al collo una macina

da mulino e sia gettato nel profondo del mare”(Mt 18,6). Notiamo il cambiamento di argomento:

dall’“accogliere” un “bambino” (paidíon) si passa

al “non scandalizzare” un “piccolo” (mikrós)

che crede in me. Si tratta quindi di “piccoli”

nella fede, o perché non hanno ancora ben assi-

milato il messaggio rivelato, o perché vacillanti

nell’impegno, o altro. scandalizzerà. Qui scan-

dalizzare sta a indicare tutto ciò che, in vario

modo, porta un individuo alla perdita della fede

e quindi della salvezza. Purtroppo, è sempre

facile far cadere chi si muove vacillando! Una

macina da mulino. Vi era la piccola macina ma-

novrata a mano dalla donna di casa. Se il “il

rumore della macina” (Ap 18,22) non si udiva

più voleva dire che i suoi abitanti erano morti.

Gesù, però ricorre alla “macina da mulino, tanto

grande che la parte superiore era azionata da un

giumento. Stava a indicare una pietra molto

grande. L’Apocalisse se ne serve come immagine

per preannunciare la distruzione totale di Babilonia:

“Un angelo possente prese allora una pietra,

grande come una macina, e la gettò nel mare

esclamando: ‘Con questa violenza sarà distrutta

Babilonia, la grande città che Babilonia sarà di-

strutta” (Ap 18,21). Vero servo di Jahvè, Gesù

“non spezzerà una canna incrinata, non spegneràuno stoppino dalla fiamma smorta” (Is 42,3).

Chiede a tutti di seguire un comportamento con-

forme al suo.

3. “Guai al mondo per gli scandali! È inevitabileche vengano scandali, ma guai all’uomo a causadel quale viene lo scandalo! 8Se la tua mano o iltuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo egettalo via da te. È meglio per te entrare nella

vita monco o zoppo, anzi-ché con due mani o duepiedi essere gettato nel fuo-co eterno. 9E se il tuo oc-chio ti è motivo di scandalo,cavalo e gettalo via da te.È meglio per te entrarenella vita con un occhiosolo, anziché con due occhiessere gettato nella Geènnadel fuoco” (Mt 18,7-9).

Origene, il più grande in-

terprete allegorista della

Bibbia, prese questo testo

(cf 5,29-30) alla lettera e si evirò. Di certo Gesù,

col suo parlare con forza, non chiede mutilazioni,

ma il severo controllo di sé in sua attività e pro-

grammazione (mano, piede, occhio).

3. I loro angeli vedono il Padre. “Guardate dinon disprezzare uno solo di questi piccoli, perchéio vi dico che i loro angeli nei cieli vedonosempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”(Mt

19,10). Gesù continua a rimanere sui “piccoli”

(mikrói) nella fede e a portare su di essi la

massima la attenzione. Dice che Dio ama, in

forma individualizzata e in misura inimmaginabile,

questi “piccoli”. Dice che i loro angeli, che con-

dividono l’amore di Dio verso di essi, “sempre

vedono la faccia del Padre mio”, cioè sono i co-

siddetti “angeli della faccia”, i più vicini a Dio.

Questa applicazione particolare si collega al fatto

generale del’angelo custode che ha cura del

singolo individuo. L’angelo Raffaele accompagna

Tobia (Tb 12,12): Gli angeli portano in paradiso

il Lazzaro della parabola (Lc 16,22). Per esempio

santa Gemma Galgani e san Pio da Pietralcina

hanno avuto un rapporto particolare con il loro

angelo custode. Il Catechismo della Chiesa Cat-

tolica riserva il n 336 all’angelo custode. “Angelo

di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci,

reggi e governa me...”.

[email protected]

Il Discorso Ecclesiale, quarto della serie

90. I PICCOLI NELLA FEDE E LO SCANDALO

Domenica 11 novembre

Ore 10.30 S. Benedetto Tr. - Ospedale:

S. Messa, in occasione

della Festa Patronale

Ore 21.00 S. Benedetto Tr.

Parrocchia S. Filippo Neri:

Chiusura del Corso Donne

dei Cursillos

Mercoledì 13 novembre

Ore 10.00 S. Benedetto Tr. - Caritas:

Commissione Missionaria

Regionale

Mercoledì 14 novembre

Ore 09.30 S. Benedetto Tr.

Benedizione di un reparto

della Scuola Cappella

Sabato 17 novembre

Ore 16.00 S. Benedetto Tr. - S. Giuseppe:

S. Messa per l’ASMO

Domenica 18 novembre

Ore 11.30 Grottammare - Parrocchia Madonna

della Speranza: S. Messa,

con rito di ammissione

di un candidato al Diaconato

Incontri Pastorali del Vescovo

DuRANtE LA sEttIMANA 11-18 NOVEMBRE 2012

Anno della Fede 2013

Spirito del ConcilioChi adopera questa formula di solito vuol dire chenel Vaticano II c’è stato lo “spirito” e la “lettera”rappresentata dai testi. Questi ultimi sarebbero deicompromessi, frutto di negoziazioni le quali, infondo, hanno spento o frenato lo spirito del Conci-lio, che invece continuerebbe anche oltre i testi. Inquesto modo lo “spirito” del Concilio diventa qual-cosa di inafferrabile e viene completamente staccatosia dai testi conciliari sia dal magistero.Il  Concilio  come eventoLa parola evento, applicata al Concilio, vuol direche esso è stato soprattutto un fatto storico che si èautoprodotto, al di là della indizione formale, deitesti approvati, degli interventi dei Pontefici, chevengono valutati positivamente quando sembranoin sintonia con l’evento e ne seguivano il vento onegativamente quando vi si opponevano. Per esem-pio la ricusazione degli schemi preparatori dellaCommissione teologica è visto come un fatto posi-tivo, la Nota Praevia alla Lumen Gentium di Paolo VI come un fatto negativo. L’evento non cista dentro i limiti della Chiesa istituzione e quindi il Vaticano II è destinato a “continuare” e sa-rebbe già in atto di fatto un Vaticano III o un Vaticano IV.Il Concilio è più avantiQuesta espressione rimarca quanto visto precedentemente. Il concilio sarebbe più avanti, ci pre-cederebbe, la Chiesa sarebbe in ritardo e i Papi la tratterrebbero indietro. Questa espressionesepara il concilio dalla tradizione della Chiesa e pretende che sia il concilio a interpretare latradizione e non viceversa.Ritrovare il ConcilioQuesta espressione vorrebbe dire che il Concilio è stato impedito e che ad un certo punto chiguida la Chiesa ha impostato le cose in modo da insabbiare le novità conciliari, che devonoquindi essere ritrovate.Sarebbe meglio non adoperare queste espressioni, né altre che sono ormai troppo cariche di si-gnificati ideologici e oltre ad essere inflazionate sono anche inquinate.

Stefano Fontana

Page 4: ANNO XXIX N 39   11 Novembre 2012

4 Anno XXIX

11 Novembre 2012PAG

Sette giorni di sciopero della fame perchiedere al governo un intervento im-mediato sulle politiche per la non auto-sufficienza. È quello intrapreso da oltresettanta persone con disabilità gravi egravissime che, da domenica 21 ottobrealla sera di sabato 27, hanno progressi-vamente ridotto l’assunzione di ali-menti come segno di protesta contro ladisattenzione po-litica sul temadella disabilità.Promotore del-l’iniziativa è statoil Comitato 16novembre onlus,una rete infor-male di persone,malati di Sla(Sclerosi lateraleamiotrofica), familiari e amici. Lo scio-pero è stato ora sospeso a seguito del-l’impegno preso dal ministro delLavoro e delle Politiche sociali, ElsaFornero, a consultare il presidenteMario Monti per stabilire un importo“consistente” da destinare alla non au-tosufficienza. Il 31 ottobre il ministrodella salute, Renato Balduzzi, e il mi-nistro Fornero saranno a Cagliari, acasa del segretario nazionale del Comi-tato 16 Novembre, per definire il piano.Tra le persone che hanno partecipatoalla protesta il Sir ha intervistato Al-berto Damilano, medico di origini fos-sanesi, affetto da Sla dal 2009.Quali sono le motivazioni che l’-hanno spinta, insieme a molte altrepersone, ad intraprendere lo scio-pero della fame?“A novembre 2010, stanchi dell’incon-cludenza delle grandi associazioni chedovrebbero tutelare gli ammalati di Sla,organizzammo a Roma un presidio condecine di malati, tra cui il sottoscritto.Unico strumento un forum di malati inrete, su internet. Io, allora, ero in car-rozzina, mi alimentavo normalmenteed ero prossimo a perder la voce. Strap-pammo i famosi 100 milioni di euro perl’assistenza domiciliare ai malati di Sla,che si sono poi tradotti in assegni dicura per l’assunzione di assistenti fami-liari, con l’intento di sgravare le fami-glie. Successivamente riflettemmo sulfatto che nelle stesse condizioni di unmalato di Sla in fase avanzata ci sonotutti i disabili gravissimi e i non-auto-sufficienti totali, del tutto scoperti di as-sistenza da quando il governoBerlusconi azzerò, due anni fa, il Fondoper le non autosufficienze. Un diritto, se non è di tutti, si trasforma

in privilegio per pochi. Il varo di unPiano per le non autosufficienze di-venne allora il nostro obiettivo. Dopo 3presidi, stanchi di promesse e rinvii,non ci è rimasto altro che lo scioperodella fame”.Di quale assistenza necessitano lepersone gravemente malate o nonautosufficienti?

“Esemplificofacendo rife-rimento allaSla: la malat-tia è terribilequando è ra-pida comenel mio caso.Si può deci-dere di farlafinita perché

si pensa che quella non è più vita o per-ché si è soli. Non c’è neppure bisognodi suicidarsi, basta rifiutare l’interventodi tracheostomia quando il respiroviene meno. Oggi, 8 malati su 10 si la-sciano morire così. A tutti va data unapossibilità, nessuno dovrebbe esser la-sciato solo”. Le famiglie sono sostenute o devonoaffrontare da sole il percorso di curae assistenza?“Le famiglie in cui entra la Sla vivonopeggio dei terremotati. Chi assiste unmalato di Sla è costretto a lasciare il la-voro, vende la casa. Da soli, senza ade-guata assistenza si muore in silenzio.Noi abbiamo portato alla luce questetragedie quotidiane, con le nostre lottemute gridiamo il diritto a vivere”.Cosa si aspetta dall’incontro con i

ministri?“Che siano coerenti con se stessi. Nelcorso del primo presidio di quest’anno,in aprile, il ministro Fornero (non solodel lavoro ma anche delle politiche so-ciali) dichiarò che considerava quelladelle gravissime disabilità una prioritàe chiedeva trenta giorni di tempo perpresentare un Piano nazionale per lenon autosufficienze. Venerdì scorso ilministro della sanità Balduzzi ha am-messo pubblicamente che un sistemasanitario avanzato non ha senso in as-senza di un organico piano per le nonautosufficienze. I costi per la sanità cre-scono in modo esponenziale, in terminidi ricoveri impropri, senza una rete dicure domiciliari. Ci aspettiamo una co-pertura finanziaria importante e un de-creto che vincoli le risorse, in modo chele Regioni non le stornino verso altricapitoli di spesa”.

a cura di Riccardo Benotti

NON AUTOSUFFICIENTI

Se il respiro viene menoUno sciopero della fame di malati gravi e gravissimi per il diritto all’assistenza

DON ORESTE BENZIIl sorriso contagioso di un preteA 5 anni dalla morte questa l’eredità da condividere

Francesco Zanotti

Chi è stato don Oreste Benzi? A cinque annidalla sua morte avvenuta il 2 novembre 2007ancora ci si interroga sul prete dalla tonaca lisa.La Comunità da lui fondata, la papa GiovanniXXIII, in questo fine settimana ha organizzatouna tre giorni per ricordarlo e per raccogliere lasua eredità. La domanda, comunque rimane. Fuun profeta o un pazzo? Un illuso o un provoca-tore? Oppure un uomo pericoloso, come moltilo hanno dipinto lungo i suoi anni di impegnoinstancabile? Nel 1999 incontrai il cardinale Er-silio Tonini per intervistarlo sulla figura di donOreste. Quel colloquio avrebbe fatto da presen-tazione a un libro che raccoglieva le sue rispo-ste alle lettere che giungevano al CorriereCesenate. “Io dico che è un matto – mi dissel’arcivescovo emerito di Ravenna -. Uno di queimatti che bisognerebbe ammazzare per poterungere gli altri, uno di quelli che portano dentrola fiamma di quella carità che ha inventiva, hacoraggio, non conosce limiti. In lui – concluseil cardinale – sono ben armonizzate due attitu-dini che sembrerebbero elidersi: l’ardimento ela prudenza”. Ora lo sappiamo di certo, e tuttiquelli che hanno avuto il privilegio di incon-trarlo lo possono testimoniare: don Oreste eraun santo. Non importa il tempo che occorreràper dichiaralo in maniera esplicita, anche sesono convinto che non ci vorranno secoli. Don

Oreste portava dentro di sé una consapevolezzatalmente grande di essere debitore verso Dio dafare della sua vita un’unica lode al Signore.L’aveva imparato in famiglia. Poi ne ha fattouna regola: la sua immensa gratitudine per ildono della vita ha fatto sì che la sua esistenzavenisse spesa totalmente per il prossimo. Làdove c’era un uomo sofferente, lì arrivava donOreste. Combatteva l’ingiustizia perché in chigli viveva accanto ha sempre visto il volto diGesù, quello che ha indicato a tutti coloro cheincrociava nella mille strade da lui percorse auna velocità impressionante. Uomo di preghierae di una fede incrollabile, era un mistico-ope-

rativo, come mi piace defi-nirlo. Non era un buonista. Di certo era un ot-timo prete, giusto, severo con sé e con gli altri.Era un prete fedele alla Chiesa intesa anchecome istituzione. Un prete che consigliava atutti la ricetta per vivere in questo stranomondo: se vuoi stare in piedi, devi stare in gi-nocchio. Don Oreste se ne è andato in silenzio,nella notte fra la festività dei Santi e il ricordodei defunti. Non ha lasciato nulla di personale,ma ha lasciato dietro di sé una scia d’amore chenon ha confini. La sua comunità lo testimoniaogni giorno con le case-famiglia, le comunitàdi ogni tipo, l’accoglienza verso i più diseredati.

Don Oreste è stato un uragano e chi lo ha co-nosciuto lo sa con certezza. Dove è passatonulla è più stato come prima. “Quando vedi nonpuoi più fare finta di non avere visto”, dicevacon un candore disarmante. Allora via dalquieto vivere, dalla banalità di ogni giorno.“Non posso tacere”, diceva ancora il don.Quando hai incontrato il centuplo quaggiù nonpuoi non annunciarlo sui tetti, a tutte le latitu-dini, come ha fatto don Oreste, testimone, pro-feta e santo che ancora oggi ci sorride e ciincoraggia a non mancare al nostro quotidiano“incontro simpatico con Gesù”, quello che dàsapore alla nostra vita.

Page 5: ANNO XXIX N 39   11 Novembre 2012

5Anno XXIX

11 Novembre 2012 PAG

Capricci per la scuolaIl Centro Famiglia risponde

L’Associazione Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto

opera volontariamente e da più di trent’anni a sostegno delle

famiglie, offrendo servizi di consultorio, consulenza e for-

mazione gratuita. Con il progetto “La famiglia per la famiglia” ha potenziato la sua realtà pro-

ponendo incontri e approfondimenti sulle tematiche familiari; proprio durante questi incontri e

la quotidiana attività l’associazione ha raccolto numerose domande e problematiche sottoposte

dai genitori. Con questa rubrica, attraverso le risposte offerte dagli esperti collaboratori, vo-

gliamo essere d’aiuto ai numerosi genitori che si sentono soli ad affrontare il loro sempre più dif-

ficile ruolo.

LA DOMANDA – Ilaria, giovane mamma di 3 bambini, di cui l’ultimo di tre anni ci chiede:“Quando accompagno mio figlio alla scuola dell’infanzia vuole sempre stare in braccio e fa molticapricci, poi quando vado a riprenderlo nonvuole venir via e continua a giocare. Perché?“LA RISPOSTA DEL DOTTOR EZIO ACETI– “Il bambino che piange quando lo si accom-pagna a scuola non è un bambino capriccioso etanto meno cattivo, ma un bambino perfetta-mente normale che vorrebbe stare con la madreperché ciò lo rassicura; quello che è importanteè la modalità di separazione che deve avvenirein modo naturale tenendo conto del vissuto delbambino. Nel momento della separazione ilbambino è in ansia e ha paura di rimanere sem-pre senza la madre e con il pianto manifesta questo timore, per questo possiamo facilitare il suoinserimento in una realtà diversa dicendo ‘Lo so che tu vorresti stare in braccio a mamma, maadesso devi andare dalla maestra e sono sicura che tutto andrà bene e quando verrò a riprendertimi racconterai cosa hai fatto’; il bambino continuerà a piangere, ma le parole hanno dato sensoalla sofferenza del distacco. Presenza e assenza della figura materna rappresentano una condizionedi massima importanza nel determinare lo sviluppo emotivo di un bambino e le vicende separativecostituiscono la base di un sano sviluppo individuale”.I CONTATTI – Per chi necessita di un consulto approfondito il Centro Famiglia offre uno spor-tello gratuito con una equipe specializzata di psicologi, consulenti, mediatori e avvocati, con l’av-vio di questa rubrica si potranno volgere domande inerenti le dinamiche del nucleo familiare [email protected]. Per contattare il Centro Famiglia è possibile chiamare lo 0735 595093o recarsi personalmente in via Pizzi 25 dal lunedì al venerdì dalle 16:30 alle 18:30.

A cura del Centro Famiglia- Dina Maria Laurenzi

Ben 4 pullman ed uno

svariato numero di mac-

chine sono partiti, dome-

nica 28 ottobre, per

recarsi al palazzetto dello

sport “A.Baldinelli” di

Osimo dove si svolgeva

la 28° CONVOCA-

ZIONE REGIONALE

del movimento ecclesiale

Rinnovamento nello Spi-rito Santo. Proprio all’

inizio di questo anno de-

dicato dal Sommo Ponte-

fice Benedetto XVI alla

fede e avvicinandosi al-

tresì alla chiusura dell’

anno in cui il RnS festeg-

gia il 40° anniversario della sua presenza in Italia,

questo convocazione della regione Marche è stata

vissuta come un evento di grazia. Incentrata sulla

fraternità, sull’ accoglienza, sulla preghiera e sull’

ascolto della Parola di Dio, la giornata ha visto l’ al-

ternarsi di numerosi ospiti e svariate testimonianze.

L’ insegnamento centrale tratto dal libro degli Atti

degli Apostoli, “Riceverete la forza dallo Spirito

Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testi-

moni fino ai confini della terra” (At 1,8), è stato te-

nuto da Don Guido Pietrogrande, consigliere

spirituale nazionale dello stesso movimento. Il sa-

cerdote salesiano ha evidenziato come la forza per

testimoniare Cristo non venga da noi, ma dall’ Alto;

a noi il compito di piegare le ginocchia per essere

rafforzati e l’ urgenza di riattivare i canali di uma-

nità, carità, amicizia e accoglienza: solo così ci sarà

nuova evangelizzazione. Nel pomeriggio si è svolta

l’ Adorazione Eucaristica che gli aderenti al movi-

mento sono soliti vivere attraverso l’ esperienza del

Roveto Ardente, cioè lasciandosi guidare dallo Spi-

rito Santo. L’ Adorazione è stata animata da S.E.

Cardinal Ivan Dias (già prefetto della Congrega-

zione per l’ evangelizzazione dei popoli, nonché

fondatore dei primissimi gruppi carismatici in Italia

agli inizi degli anni 70) e da Mario Landi (coordi-

natore nazionale del RnS). La convocazione è cul-

minata nella Celebrazione della Santa Messa

presieduta da S.E. Mons. Giancarlo Vecerrica, Ve-

scovo di Fabriano-Matelica e servita dai seminaristi

del Seminario Arcivescovile di Fermo. Nel corso

dell’ intera giornata non sono mai mancati momenti

di allegria, musica e canto grazie anche alla corale

regionale del RnS al cui servizio ci sono tanti gio-

vani della nostra diocesi. Silvia Del Zompo

260 FEDELI DELLA NOSTRA DIOCESI ALLA 28° CONVOCAZIONE REGIONALE

DEL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO.

Riportiamo in sintesi il suo intervento: “ Questa mia riflessione si ferma al-l’insegnamento ufficiale della Chiesa (Catechismo della Chiesa Cattolica)e offre un discorso fondamentalmente razionale, anche se riletto alla lucedella fede cristiana, che sostiene la ragione umana. I concetti chiave sonotre: la vita, la persona, il dono.

LA VITA umana è mistero, è un valore assoluto, è qualcosa di sacro. Solo

Dio è il Signore della vita, dal suo inizio al suo naturale compimento, e nes-

suno, in nessuna circostanza, ha il diritto di distruggere o anche solo di fare

del male direttamente ad un essere umano innocente” .Il Presule si è quindi

soffermato su quattro punti: non uccidere;la legittima difesa; il sostegno deideboli; il rispetto della salute, mettendo in risalto

la preziosità della vita umana. Così si è espresso:”

La vita e la salute fisica sono beni preziosi donati

da Dio. Dobbiamo averne ragionevolmente cura,

tenendo conto delle necessità altrui e del bene co-

mune. Anche la società ha dei doveri al riguardo.

Il rispetto della vita corporea e della sua salute è

un dovere, anche se questo rispetto non è un va-

lore assoluto. La morale cristiana si oppone alla

concezione neo-pagana, che tende a promuovere

il culto del corpo, a sacrificargli tutto, a idolatrare

la perfezione fisica e il successo sportivo. A mo-

tivo della scelta selettiva che tale concezione

opera tra i forti e i deboli, essa può portare alla

perversione dei rapporti umani, che sono da con-

dannare”. Per quanto riguarda la PERSONA essa

merita innanzitutto il rispetto. Passando quindi a

trattare del trapianto ha distinto quello da persona

vivente da quello da persona defunta, così ha pro-

seguito:” Per la prima, il trapianto di organi è con-

forme alla legge morale e può essere meritorio, se

i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il

donatore sono proporzionati al bene che si cerca

per il destinatario”. Ed ha aggiunto: “E’ moral-

mente inammissibile provocare direttamente la

mutilazione invalidante o la morte di un essere umano, sia pure per ritardare

il decesso di altre persone. Anche qui la legge dello Stato è chiamata in causa

per precisare limiti e possibilità”. Passando a trattare dei trapianti da persona

defunta, ha così continuato: “Quanto agli espianti da defunti, il Catechismo

della Chiesa Cattolica afferma: “Il dono gratuito di organi dopo la morte è le-

gittimo e può essere meritorio” (n. 2300). Avviandosi alla conclusione il vescovo Gestori si è soffermato sul DONO

DI ORGANI: “ Questo gesto è qualcosa di grande ed è tanto più prezioso,

quanto più raro. Occorre motivare bene il gesto della donazione di una parte

del proprio corpo in condizioni di vita ancora esistente o di quello di persona

a noi cara in condizioni di morte soprag-

giunta, perché il gesto sia meglio apprezzato

e sia più largamente imitato... Ci vuole del

coraggio per compiere certi gesti di dona-

zione, occorre un amore grande in alcuni

momenti. L’amore non è mai privo di soffe-

renza, perché il sacrificio è componente ne-

cessaria dell’amore autentico. L’esempio

sublime rimane quello di Cristo sulla croce,

che soffre e che perdona, perché ama: “Non

c’è amore più grande di chi dà la vita per le

persone amate”. Gesù ha anche detto che

“v’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At20,35)”. Infine ha così concluso: “Penserei

che quello che è comune alle diverse reli-

gioni è molto di più di quanto può diversifi-

care, in un campo come questo, perché si

tratta di pensare, di ragionare bene e di

amare sinceramente. Specifico della fede

cristiana è il riferimento a Cristo e quindi la

motivazione che spinge a donare e la finalità

che si vuole raggiungere.

Tutto questo incoraggia moltissimo a so-

stenere l’opera dell’AIDO e a iscriversi, se

appena possibile”.

La Corale Ripanaalla Rassegna Polifonica Nazionaledi San GinesioLa Corale “Madonna di San Gio-vanni” di Ripatransone, nel pomerig-gio e nella serata di sabato 20 Ottobre2012, ha partecipato con onore, a SanGinesio (Macerata), alla 13.a Rasse-gna Polifonica Nazionale “GiulioTallè”, sostenendo agevolmente ilconfronto con gli altri prestigiosiGruppi: il Coro “Sarzanae Concen-tus” di Sarzana (La Spezia); il Coro“Springtime” di Livorno; la “CoralePolifonica” di Grottaferrata (Roma);la Corale “G. Bonagiunta” di San Gi-nesio, organizzatrice dell’evento.LaCorale Ripana, diretta da NazzarenoFanesi, si è servita della qualificatacollaborazione della pianista LauraMichelangeli e dei solisti: Ambra Ve-spasiani, Ettore Nova ed Alessio Ru-bicini, alla cui partecipazione èdovuto anche il merito del successo.Al momento dello scambio dei donifra i Gruppi, i coristi ripani, comesono soliti fare, si sono dimostrati ipiù generosi, consegnando ai respon-sabili degli altri Cori, omaggi del-l’amministrazione comunale, dellabanca di Credito Cooperativo, dellaCantina dei Colli Ripani e della pro-pria Associazione Corale; in questafase della Rassegna, non hanno di-menticato il Prof. Giovanni Carda-relli, il quale da esperto conoscitore,nel teatro comunale “Leopardi”aveva illustrato il patrimonio storico-artistico della Città, dopo il saluto delsindaco Mario Scagnetti. A.G. – I.A.

Il 28 ottobre 2012 si è tenuto presso l’Auditorium comunale

il Convegno AIDO cui ha partecipato il Vescovo Mons. Gervasio Gestori.

Page 6: ANNO XXIX N 39   11 Novembre 2012

6 Anno XXIX

11 Novembre 2012PAG

Percorso per non vedenti, proseguono i lavori in viale Secondo Moretti Il costo complessivo è di 75 mila euro finanziato con il contributo della Fondazione Carisap

Sono partiti da circa dieci giorni ilavori per la realizzazione di unpercorso urbano pubblico finaliz-zato ad agevolare la mobilità au-tonoma di non vedenti eipovedenti nel centro cittadino. Il progetto, redatto dai tecnici delSettore Progettazione e manuten-zione opere pubbliche con il con-tributo dell’Unione ItalianaCiechi, ha un valore di 75.000euro, è cofinanziato dalla Fondazione Carisap e contempla interventi per l’eliminazione dellebarriere architettoniche favorendo così la mobilità dei disabili visivi. Al momento i lavori stanno insistendo su viale Secondo Moretti e riguardano la realizzazionedi percorsi di tipo “loges” (linea di orientamento, guida e sicurezza), costituiti da pavimenta-zione speciale, che si snoderanno su viale Secondo Moretti, via Ugo Bassi e via Mazzocchie raccorderanno i percorsi già esistenti di Piazza Matteotti e viale Olindo Pasqualetti in ununico tratto di circa settecento metri. Oltre ai percorsi stradali, il progetto prevede l’installa-zione di miniature dei monumenti davanti alle opere di Nespolo, Baj, Consorti e Kostabi (Al-legro, Il saluto di Ubu, Principe e To see through is not to see into) che verranno realizzatedall’artista sambenedettese Teodosio Campanelli. Saranno inoltre installate mappe tattili inlinguaggio braille leggibili dai non vedenti. La ditta Schiavi L&G. snc, che sta eseguendo ilavori, ha tempo fino al 9 gennaio 2013 per terminarli come previsto dal contratto.

Per risolvere il problema di carenza idrica del Pianeta, si sonotentate diverse strade: vari ed innovativi rimedi volti a scon-giurare il futuro rischio siccita’. Africa, Asia ed Europa risen-tono molto delle problematiche legate alla diminuzionedell’acqua disponibile. La correlazione tra cibo e acqua adesempio e’ molto stretta, visto che le stime indicano nel 70% ilquantitativo d’acqua impiegato nell’agricoltura. Sprechi, par-ticolari condizioni climatiche, cattiva gestione delle risorsepossono dunque essere un rilevante pericolo per la stessa so-pravvivenza umana. E’ quanto riporta Inabottle.it (www.inabot-tle.it) in un articolo sul tema della salvaguardia della risorsaidrica. Le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente diconoche l’11% della popolazione e il 17% del territorio europeosono colpiti da carenza idrica con un costo che ha superato i100 miliardi di euro. Non a caso quest’anno la Green Weekdella Commissione europea e’ stata dedicata all’acqua per ap-profondire i problemi ad essa legati e cercare soluzioni intelli-genti per risolverli. La Banca mondiale stima che la quotaglobale di esseri umani a corto di acqua sarà del 45% nel 2050,

contro l’8% del 2000. Per preservarela preziosa risorsa e’ necessario chele organizzazioni internazionali e lecomunità sociali concentrino i lorosforzi nella tutela ambientale bilan-ciando quest’esigenza a quelle dellacrescita e dello sviluppo. La carenzaidrica non e’ uguale dappertutto.Sempre secondo la Banca Mondialesono nove i Paesi in cui e’ presenteil 60% della disponibilità globale.Fortemente penalizzate risultanoCina e India che con oltre un terzodella popolazione mondiale dispon-gono del 10%. La stessa situazione si verifica in molte altregrandi aree del mondo. Circa 700 milioni di persone in variPaesi sono sotto stress idrico. Etiopia, Haiti e il Niger, ad esem-pio,  hanno a disposizione scarsissime quantità d’acqua. La Co-munità internazionale sta dunque cercando tutte le strade

possibili per aiutare i Paesi che sono in fortedifficolta’ e sta sostenendo le attività con-nesse alla tutela dell’acqua e alla risoluzionedelle problematiche legate allo sviluppo delterritorio. Gli sforzi della Comunita’ Interna-zionale sono anche volti ad una maggiore at-tenzione al recupero ambientale. Al fine diconseguire importanti risultati sociali, eco-nomici ed ambientali e’ assolutamente neces-sario bilanciare le esigenze di sussistenzadelle popolazioni con le esigenze di preser-vare le risorse idriche disponibili. Per conse-guire questi obiettivi di fondamentaleimportanza per la collettività occorre che i

dati relativi alle condizioni dell’acqua e quelli relativi alle con-dizioni socio economiche dei vari Paesi siano costantemente esistematicamente monitorati. Questa fondamentale attività dicontrollo e’ indispensabile per poter conseguire risultati di ri-levanza internazionale.

IL 17% TERRITORIO UE HA CARENZA IDRICA E COSTA 100 MLDLe Organizzazioni di rilevanza mondiale e le comunità sociali cercano di affrontare con vari metodi il problema della carenza idrica.

La Banca Mondiale dice che la quota globale di esseri umani a corto di acqua nel 2050 sarà del 45%. solo avendo cura della preziosa risorsa è possibile assicurare il benessere e la sopravvivenza delle generazioni future

Un fine settimana da incorniciare quello del coro La Cordata di Montalto Marche, impegnatonella Rassegna “Cantare in Montagna” a Pozza di Fassa, nel cuore delle Dolomiti trentine,ospite del coro Valfassa, diretto dal M° Stefano Vaia, Vice direttore del coro della SAT diTrento. Una serata eccezionale, quella di sabato, nel Palazzetto dello Sport di Pozza con l’in-tervento iniziale dei cori locali “Bec de Poza e Valfassa, fedeli interpreti della tradizione tren-tina e con quelloconclusivo delle“Voches ed Am-mentos” di Gal-telli (NU), dallavocalità gutturaletipica dei corisardi. Il coro diMontalto, direttodal M° PatrizioPaci, ha ancorauna volta dimo-strato tutto il suovalore con esecu-zioni impeccabilied espressive, po-nendosi in posi-zione di rilievo di fronte ad un folto e preparatissimo pubblico, fatto di appassionati, coristi,maestri ed esponenti della coralità trentina, punto di riferimento per il canto popolare dellamontagna. Nella giornata successiva, i cantori montaltesi hanno voluto omaggiare le Dolomiti,recandosi al Passo Pordoi 2239 m, dove in una cornice mozzafiato, già in parte innevata,hanno intonato il Signore delle Cime.

LA CORDATA SUL PORDOIIl coro di Montalto incanta la Val di Fassa

Il poeta Plinio Spina stamane alle 6.00 del 3 No-

vembre ha lasciato“Quel luogo paradisiaco so-

gnato” Grottammare, per andare “Verso una meta

arcana ed infinita/dove c’è pace e perenne festa.

Lassù, oltre le nubi e il firmamento, / è la mia

Patria...” Il suo ultimo passaggio terreno l’avrà

con i funerali, presso la chiesa di San Pio V, Do-

menica 4 Novembre alle 11.30, a Grottammare

dove verrà sepolto nel locale cimitero. A salutare

“...una vela beccheggiante...diretta verso il porto

e la speranza” ci saranno la moglie Alda, i figli

Daniele e Maria Pia, la nuora e il genero Gianna

e Bruno, le nipoti Elisabetta, Beatrice e Silvia.

Le sorelle Teresa, Gabriella e Anna con il marito

M° Nazzareno Tomassetti. Parenti e amici, che

l’hanno visto l’uomo deperire, accettando con il

suo animo di poeta, che ha sempre privilegiato

spiritualità su il corpo “incerta all’uomo prospettarsi

la sorte/ di quel destino in fondo al suo sentiero”.

Plinio amava ed era rimato dalla vita a partire

dalla moglie Alda, la quale era per lui acronimo

di Amor Laboris Doctrinae Artis. L’amore lo

esprimeva ogni giorno, con le persone a lui vicine

affettivamente, con l’amore della natura, in par-

ticolare del mare e dei colli di Grottammare. Il

lavoro di tipografo che l’aveva assorbito fino e

oltre gli ottant’anni.

La dottrina, in lui la

spiritualità era insita

nel suo animo di poeta,

uomo d’estrema bontà

e generosità. L’Arte,

l’ha coltivata in ogni

sua forma, dalla poesia

in lingua e dialetto e

alla letteratura, al canto,

al teatro come com-

mediografo ed attore, all’ultimo periodo della

sua vita intento a dipingere con acquarelli e

tempere il suo paese. Plinio Spina è socio onorario

dell’Arca dei Folli, a lui da quest’anno era

dedicato il Riconoscimento per la letteratura “Il

Bambino creativo”. Quello che doveva essere un

premio temporaneo per il suo novantesimo, da

oggi sarà per sempre un Riconoscimento a lui

indissolubilmente legato. Il poeta ha scritto mol-

tissimo, ma pur essendo di professione tipografo,

ha pubblicato solo un volume “Orme”, si stava

accingendo a lasciare altre memorie, che la sua

volontà si realizzi sarà l’impegno della famiglia

e dell’Arca dei Folli. Numerosi sono gli attestati

del suo lavoro, riconoscimenti dal suo paese

natio ma anche un premio prestigioso come

quello di Josipin, per il libro “Orme”.

Da Grottammare Plinio Spina Addio alla poesia e all’uomo immenso Desideriamo ricordare Rita Flamini e Luigina Costanzo

di recente tornate alla casa del Padre

Signore accogli nel tuo regno Rita Flamini, sorella di don Giovanni,parroco di S. Pio V in Grottammare, e Luigina Costanzo, sorelladi don Pio, parroco di Cristo Re in Porto D’Ascoli. Nel porgere fraterne condoglianze ai familiari, vogliamo esprimerela speranza che cogliamo nel “senso cristiano” del morire che vienedalla morte e risurrezione di Gesù, grazie al quale non si nascepiù per morire, ma immersi nella sua morte si cammina verso lavita eterna. Questo significa che nell’ora della morte, ai battezzatila vita non è tolta, ma trasformata. Perciò la Pasqua di morte edi risurrezione di Gesù illumina anche il vivere e il morire del cristiano.Come per il Maestro, anche per il discepolo, l’evento del morire nonpuò sottostare semplicemente alla necessità biologica e neppure obbedirealla legge della maledizione del peccato. Chi vive da discepolo diviene partecipedel mistero della Pasqua del Signore risorto; non servirà a sfuggire alla morte, maservirà a scoprire che nella morte è stata aperta una via verso la vita piena e duratura.Con questo pensiero facciamo preghiere di suffragio, rinnovando espressione di affettoper i familiari, particolarmente per don Giovanni e don Pio.

Page 7: ANNO XXIX N 39   11 Novembre 2012

7Anno XXIX

11 Novembre 2012 PAG

Da Ripatransone a cura di A.G. – I.A.

A Ripatransone, domenica 28 Ottobre 2012 siè svolto il 21° Concorso grafico-pittorico: “Unangolo di Ripatransone”, riservato agli studentidei Licei Artistici, promosso dalla sede di Ripa-transone dell’Archeoclub d’Italia. Gli elaboratisono stati esaminatida un’apposita com-missione costituitada: Mario Vespa-siani, pittore (presi-dente); Mara Birilli,storico dell’arte;Marco Bagalini, pre-sidente della Fonda-zione “Mercantini”;Antonio Valianti,presidente del Cine-fotoclub “Alessandro Bruti Liberati”; AlbertoPulcini, ricercatore di arte locale; Donatella Do-nati Sarti, presidente della sede ripana dell’Ar-cheoclub. Dopo un attento esame deglielaborati, la commissione ha assegnato i premicome segue: 1° premio ad Isabella Marconi(Liceo Artistico Statale “O. Licini” di Ascoli Pi-ceno) con la seguente motivazione: “Per l’au-

dacia stilistica, per la capacità di coniugare

l’estro pittorico con la vertigine di certi pano-

rami ripani. Colpisce per originalità e sponta-

neità”; 2° premio a Sara Di Pietro (dello stessoLiceo); 3° premio a Marta Alvear Calderon(Liceo Artistico Statale “Preziotti-Licini” diPorto San Giorgio). Inoltre la commissione hasegnalato gli elaborati di Alessio D’Angelo

(Liceo di Ascoli Piceno) e di Ilaria Palestini(Liceo di Porto San Giorgio). I premi (sommadi denaro concessa dalla Banca di Ripatransone,libri e CD donati dall’Amministrazione Muni-cipale) sono stati consegnati ai vincitori dal prof.Paolo Polidori, consigliere comunale delegatoalla cultura, il quale si è complimentato ed haringraziato per l’organizzazione, la sede localedell’Archeoclub, la Banca di Ripatransone (pre-sente il vicepresidente Francesco Massi), il Ci-nefotoclub.

Concorso grafico-pittorico: i premiati

Giardini San Michele di Ripatransone

Spettacolo di solidarietà per la TanzaniaL’associazione di volontariato Giardini San Michele di Ripatransone, organizza, conil sostegno dell’associazione missionaria ALOE, uno spettacolo di solidarietà per laTanzania, Domenica 18 Novembre 2012, alle ore 16.30, a San Benedetto del Tronto,presso il Teatro San Filipponeri (piazza San Filippo Neri  1), con il Patrocinio del Co-mune di San Benedetto e la collaborazione del Centro Servizi per il Volontariato el’associazione culturale Arteviva di San Benedetto. Il gruppo filodrammatico dialettaleFIRMUM di Fermo, si esibirà con“Cose dell’atru munnu”, una brillantecommedia comica in due atti di AldoPisani, sotto la Regia di Angelo Ciuc-carelli. La serata teatrale sarà arricchitadalla testimonianza di due volontariappena rientrati da un servizio di rico-gnizione tecnica di tre settimane inTanzania, presso la missione di PadreRemo Villa, missionario della Conso-lata di Marina Palmense, dove hannocondiviso la vita della missione e stu-diato la possibilità di un progettoidrico per il villaggi di Heka e Mpola,attigui alla stessa missione. Il rica-vato della serata, infatti, sarà intera-mente devoluto alla creazione di dueinvasi per la raccolta dell’acqua pio-vana durante i sei mesi della sta-gione delle piogge in modo che lapopolazione possa avere acqua perusi alimentari, igienici e agricolianche nei seguenti sei mesi di sic-cità. Il biglietto d’ingresso sarà dieuro 7,50.

A Ripatransone, nelle centrali piazze Con-divi e Matteotti, nella giornata di domenica 28Ottobre 2012 si è svolta la ventitreesima edi-zione della Supercastagnata, che nonostante ilclima rigido, ha registrato una nutrita af-fluenza di buongustai provenienti da vari cen-tri dell’hinterland, che hanno assaporato, non

solo il gustoso frutto autunnale, ma anche de-liziosi dolci preparati con le stesse castagne.Alcuni dei partecipanti hanno approfittatodella manifestazione gastronomica per dedi-care parte del tempo disponibile alla visita dialcune strutture che la Città offre, quali: teatro

storico “Mercantini” (52 visitatori); museo ci-vico archeologico (20 ); pinacoteca civica egipsoteca “Gera” (14 ); museo delle sculturein legno di Ines Cataldi (26 ); mostra del con-corso grafico-pittorico (55 visitatori); Duomo-Basilica (40). Sempre a Ripatransone, dal 3Novembre al 2 Dicembre è in programma

l’iniziativa enogastronomica,giunta alla 18a edizione, denomi-nata sin dal 1° anno: “Le Vie diBacco”, a cui hanno aderito 13 ri-storanti, nei quali a prezzi conte-nuti, si possono gustare piattitradizionali e specialità tipicheaccompagnate dai vini locali. Dadiversi giorni, presso l’UfficioTuristico IAT (piazza XX Set-tembre 12, tel. 0735 99329), lo-cali pubblici, cantine e ristorantiaderenti all’iniziativa, è in distri-buzione l’elegante brochure, conl’indicazione dei recapiti, dei

menu e dei prezzi. Nell’ambito de “Le Vie diBacco” è inserito, a cura del museo della Ci-viltà Contadina ed Artigiana, alle ore 18.30 disabato 17 Novembre, presso la nuova sede delmuseo stesso, un incontro-dibattito sul tema:“Storia di uomini e di vini”.

Cultura e gastronomia: un binomio vincente

COLONNELLA -Mercoledì 31 Dicembrealle ore 16 è stato inau-gurato il cineplex Ar-cobaleno a Colonnella,il nuovo multisala al-l’interno del parco com-merciale Arcobaleno,sito presso l’uscita dellaA14. Il complesso contaben undici sale di pro-iezione, la più grandedelle quali può arrivarea contenere 486 perso-ne; in totale il cineplexpuò ospitare fino a 2536spettatori. Alla cerimonia di inaugurazioneerano presenti le autorità, le forze dell’ordineed il nostro Vescovo Gervasio Gestori cheha benedetto il complesso dopo il taglio delnastro effettuato dal sindaco di ColonnellaLeandro Pollastrelli. Il Vescovo ha affermatodi impartire con piacere la sua benedizione

ad “un luogo che è luogo di svago, ma anchedi lavoro, luogo di aggregazione ma anche dicrescita, se dell’arte cinematografica si fabuon uso e se la si mette al servizio dellacultura e della formazione”. Pier GaetanoCalabresi, titolare del cineplex, ha ribaditola sua soddisfazione per la conclusione diquesto progetto che ha avuto una durata di

due anni e non èstato privo di dif-ficoltà, anche perle peculiarità cheun’attività di que-sto tipo presentain materia di sicu-rezza e di gestione.“Adesso sarannogli spettatori”, haaffermato “a giu-dicare se il nostrolavoro è stato fattobene”.

A Ripatransone, dalle ore 17 alle 19.30 dimartedì 30 Ottobre 2012, nella sala di rappre-sentanza del municipio, si è tenutouno degli incontri periodici dei de-legati delle città marchigiane che sifregiano del marchio di qualitàdella vita e di tutela dell’ambientedenominato “Bandiera Arancione”e rilasciato dal Touring Club Ita-liano. Presenti le delegazioni pro-venienti da: Mercatello sul Metauro(Pesaro-Urbino), Corinaldo (Ancona), Came-rino e San Ginesio (Macerata), Acquaviva Pi-cena e, naturalmente, Ripatransone. Lariunione è stata presieduta dalla delegata ri-pana e presidente del Consiglio Comunale,Dott.ssa Diana De Angelis. La seduta si èaperta con il saluto del Prof. Remo Bruni, sin-daco della Città da Maggio di quest’anno e lascelta di Ripatransone, per l’incontro, è da

considerarsi un gesto di felicitazione e di buonaugurio alla “giovane” amministrazione mu-

nicipale. Presente pure il Rag. Gra-ziano Franchi, delegato ripanofino allo scorso mese di Maggio.Fra gli argomenti trattati: la pro-grammazione della partecipazioneal salone internazionale svizzerodelle vacanze, che si terrà nellacittà di Lugano; la cerimonia perla riassegnazione della “Bandiera

Arancione”, programmata a Genga (Ancona)per il 24 Novembre 2012; nuove strategie enuovi eventi da proporre nell’intento di valo-rizzare al meglio le città marchigiane “Ban-diera Arancione”. Ai graditi ospiti la Dott.ssaDe Angelis ha fatto omaggio, per conto del-l’Amministrazione Comunale, del CD delcantante lirico Luciano Neroni, di depliants ebrochures.

Incontro delle città marchigiane “Bandiera Arancione”

Inaugurato il Cineplex Arcobalenodi Simone Caffarini

Page 8: ANNO XXIX N 39   11 Novembre 2012

8 Anno XXIX

11 Novembre 2012PAG

VIAGGI E TuRISmO - NOLEGGIO BuS

S. Benedetto del Tronto Tel. 0735 594456

Cupra marittima Tel. 0735 777636

www.pertur.it

30 anni di esperienzaorganizzando viaggi per le Parrocchie

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

FESTA DEL CIAO 2012 MADONNA DELLA SPERANZA

che divertimento!di Simone Incicco

sabato 3 novembre si è tenuta la festa del-

l’Azione Cattolica con tutti i bambini della

Parrocchia.GROTTAMMARE – Più di 100 bambini hanno co-lorato la “piazza” della Chiesa Madonna della Spe-ranza lungo la Valtesino di Grottammare.Anche se gli spazi adiacenti alla Chiesa non sono ac-coglienti a causa del cantiere ancora aperto, a renderlitali ci hanno pensato gli educatori dell’Azione Cat-tolica che hanno organizzato per sabato 3 novembreuna bellissima “Festa del Ciao” per tutti i bambinidella Parrocchia.

Descrivere una festa in articolo è veramente dif-ficile, perché non si riescono a raccontare i voltie la gioia dei bambini, la felicità dei genitori edegli educatori che con una “fatica allegra” egratuita mettono in piedi degli incontri che tantevolte si danno troppo per scontati.La presidente dell’Azione Cattolica MariaGrazia Spinelli ci ha dichiarato: “La festa è ini-ziata con uno spettacolo messo in scena all’in-terno della Chiesa, dove i giovanissimi hannorappresentato l’inizio del libro dell’Azione Cat-tolica; si cercava di mettere su una rappresen-tazione teatrale dove ognuno aveva un suo

ruolo a seconda delle propriecaratteristiche. Da qui poi si sono sviluppati igiochi davanti al piazzale dellaChiesa svolti in 7 postazioni siè ricostruito una preparazioneper uno spettacolo, con trucchi,mimi, giochi di memoria edabilità.Al termine di ogni gioco allasquadra veniva consegnata unalettera e una foto che alla fineha composto in un grande telala scritta: “Festa del ciao 2012,una parte per te, Mds (sigla perMadonna della Speranza)”dove attraverso le foto veniva

fuori la vita di ogni giorno dei diversigruppi della parrocchia. Questo persottolineare che ognuno svolge unruolo importante senza il quale nonsi potrebbe realizzare un quadro cosìbello. Il ringraziamento va a tutti,dagli educatori, ai ragazzi ai bambinialle famiglie che hanno collaboratoper la buona riuscita della festa”.La prossima settimana vi racconte-remo la Festa del Ciao della Parroc-chia di San Pio V di Grottammare.

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected]

Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Incontro con

l’edicolante soccorritoreIn data odierna, il Comandante C.F.

(CP) Michele CASTALDO ha ospi-

tato in Capitaneria il Sig. Roberto

GIANNETTI, l’eroico edicolante

che il giorno 26 ottobre, dopo aver

allertato la macchina dei soccorsi,

non ha esitato, nonostante la bassa

temperatura dell’acqua, a tuffarsi in

mare al fine di soccorrere una si-

gnora di 64 anni residente a San Be-

nedetto del Tronto.

La donna, dopo essersi addentrata

in acqua all’altezza della conces-

sione n°99 di Porto d’Ascoli, pro-

prio di fronte l’edicola del Sig.

GIANNETTI, in difficoltà ed in procinto di annegare, aveva iniziato ad ur-

lare, mentre la corrente in zona la stava spingendo al largo in prossimità

delle scogliere frangiflutti. Come raccontato dal Sig. GIANNETTI, lo

stesso, resosi conto che i soccorsi, seppur tempestivamente allertati, non

sarebbero arrivati in tempo, in quanto la donna era già in prossimità del-

l’imboccatura delle scogliere, ha ritenuto doveroso intervenire con imme-

diatezza. In occasione dell’incontro, il Comandante CASTALDO, oltre a

congratularsi col Sig. GIANNETTI, che pure con molta modestia ha inteso

“normalizzare” il proprio atto, ha voluto esprimergli l’apprezzamento pro-

prio e della Capitaneria di Porto per il gesto compiuto, ritenendolo un chiaro

esempio dello spirito di solidarietà e di altruismo propri della gente di mare

e di chi, come i cittadini di San Benedetto del Tronto, porta il mare e la sua

cultura “scolpiti” nel proprio DNA. Nei prossimi giorni, il Comandante

CASTALDO provvederà ad inoltrare alle Autorità competenti, un’oppor-

tuna e doverosa segnalazione al fine di richiedere l’attribuzione di un giusto

riconoscimento al Sig. GIANNETTI.-