ANNO XXIX N° 16 - 6 Maggio 2012

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ANNO XXIX N° 16 - 6 Maggio 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Servizio a pag. 4 Finestra sulla Parola «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agri- coltore». Così comincia il vangelo di dome- nica prossima, tratto dal cap. 15 di Giovanni, e, nel leggerlo, mi ricordo di quando, al cate- chismo per la prima comunione, dopo la let- tura di questo brano, la catechista chiese a noi bambini di disegnare una vite e colorarla fa- cendone risaltare le varie parti, cioè la vite, i tralci, le foglie ed i grappoli d’uva. Anche se non sapevo tanto di- segnare, per me non fu difficile, perché ero stata tante volte nella piccola vigna di mio nonno, ma al momento di colorare il disegno mi venne un dubbio: come differenziare la vite dai tralci, visto che a me sembravano un tutt’uno? Posi questo quesito a mio nonno ed egli mi rispose che, in verità, i tralci sono una cosa sola con la vite, anzi, mi disse, sono “le braccia” della vite. A quel tempo questa rispo- sta mi fu sufficiente per svolgere bene il mio compito e non andai oltre, ma quest’oggi quelle parole dettate da una sapienza conta- dina, mi aiutano ad entrare in questa pagina evangelica non sostando come “incantata”da- vanti ad un quadretto bucolico, ma credendo che in essa è rappresentata al vero, viva e pal- pitante, la relazione tra il Signore Gesù ed ogni fedele battezzato che voglia essere suo discepolo. L’immagine della vite è molto fa- miliare nella Bibbia: la più “nobile” tra le piante della terra dell’Antico Testamento, era il simbolo del popolo eletto da Dio, per por- tare il suo Nome tra le genti e custodire l’Al- leanza producendo frutti di giustizia, cioè le opere della Legge che aveva dato loro. Tutta- via, come leggiamo nei Profeti, da Isaia fino ad Ezechiele, Israele non è stato fedele, anzi ha pro- dotto uva selvatica, acerba, frutti di morte e non di vita. Nel Vangelo di Giovanni, però, c’è una novità: men- tre il Padre resta sempre l’agricoltore, la nuova vite è il Figlio e l’uomo, come il tralcio, per la grazia del battesimo, è una cosa sola nella vita del Cristo. Non deve più “sforzarsi” di es- sere fedele e di produrre buoni frutti, perché l’essere e l’operare sono “cosa” di Dio; a noi basta “ri- manere”, cioè riconoscere, accettare, assecon- dare docilmente l’opera del Padre e quella del Figlio, essere, parafrasando le parole di Gio- vanni nella seconda lettura, le “braccia” della vite, braccia che abbracciano, braccia che succhiano la linfa dell’Amore di Dio e amano a loro volta, fino ad offrirsi, quale frutto dol- cissimo, alla fame di colui che vendemmia, sia esso lo stesso Padrone o il viandante asse- tato oppure, scandalo per le nostre orecchie pure, il ladro e l’assassino, come in quella bella canzone di De André, “Il Pescatore”. Possa la nostra vita essere in Cristo quel «vino che allieta il cuore dell’uomo» (Sal 104,15). Le sorelle Clarisse della Santa Speranza “Carissimi, questa sera la nostra Chiesa diocesana an- cora una volta è in festa. Abbiamo la gioia di or- dinare preti due nostri figli: Don Guido, della Parrocchia di S. Filippo Neri in S. Benedetto del Tronto, e Don Luca, della Parrocchia Gran Madre di Dio in Grot- tammare. Il cuore di tutti noi esplode di in- tima felicità per questi doni e ringraziamo pro- fondamente il Signore per l’attenzione privile- giata, che continua ad avere verso la nostra Chiesa. Sono paterna- mente vicino a questi due giovani, che hanno risposto alla chiamata di Dio, ed esprimo la mia riconoscenza alle loro famiglie, alle loro Parrocchie ed ai Mo- vimenti ecclesiali, che hanno preparato ed ac- compagnato il cammino, e ringrazio il Seminario Arcivescovile di Fermo, per la for- mazione offerta con dedizione e con compe- tenza in questi anni. Il papa Benedetto XVI, nell’incontro con il clero romano del 23 febbraio, all’inizio della Quaresima, ha sintetizzato la figura del prete nel nostro tempo, ricordando che egli deve essere attento alla cura spirituale del po- polo a lui affidato e che deve essere un testi- mone di Cristo verso quanti sono lontani o indifferenti e forse anche contrari al Signore Gesù. Oggi i pastori della Chiesa sono troppo pochi, anche se crediamo che il Signore con- tinui a suscitare vocazioni al ministero ordi- nato. La risposta ardente, trasparente, luminosa, gioiosa di chi ha detto sì con la sua vita, come quella di Guido e di Luca, è già una prima e forte testimonianza, sia per quanti sono in ricerca della loro strada, sia per quanti stanno sulla via della sequela totale di Cristo. Secondo il Papa due caratteristiche devono emergere nella vita dei presbiteri: innanzitutto la virtù dell’umiltà... Diceva il Papa: L’umiltà è soprattutto verità, vivere nella ve- rità, imparare la verità, imparare che la mia piccolezza è proprio la grandezza, perché così sono importante per il grande tessuto della storia di Dio con l’umanità... E poi Be- nedetto XVI ricordava ai preti di Roma la virtù della dolcezza e della mitezza, sul- l’esempio di Cristo, che si definì “mite ed umile di cuore”(Mt 11,19” Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno SPEZZARE LE CATENE Incontro con Suor Eugenia Bonetti Si è tenuto Domenica 29 Aprile, presso l’auditorium comunale, di fronte ad un pubblico attento e numeroso, l’incontro con Suor Eugenia Bonetti, il primo di una serie di eventi organizzati in occasione del trentennale del nostro settimanale diocesano “L’Ancora”. Suor Eugenia, missionaria della Consolata che, dopo 24 anni vissuti in Kenya, ha deciso di proseguire sulla strada della sua vocazione dedicando la vita alla lotta contro la tratta degli esseri umani, ha presentato in questa occasione il suo ultimo libro “Spezzare le catene. La battaglia per la dignità delle donne”. Appena giunta, Suor Eugenia ha ricevuto in dono un bellissimo quadro del noto arti- sta Patrizio Moscar- delli, dove vi era raf- figurata Maria Mad- dalena, che grazie a Gesù, riuscì a spez- zare le sue catene. Ha organizzato l’in- contro Mimmo Mi- nuto della “Bibliofila”, insieme ai Redattori de “l’Ancora”. Quella della prostituzione, ha evidenziato, Suor Eugenia, è una realtà scomoda ma innegabile del nostro Paese, della quale molti aspetti sono ignorati o banalizzati. La preoccupante verità è che il traffico di esseri umani costituisce una moderna forma di schiavitù, attorno alla quale ruotano gli interessi di molti e somme di denaro ingenti. a pag. 2 La Diocesi in festa per la consacrazione presbiterale di Don Guido Coccia e don Luca Rammella Molti sono accorsi per partecipare al lieto evento; il Vescovo, Mons. Gervasio Gestori, si è fatto interprete di tanta gioia, nell’omelia, con queste parole:

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXIX N° 16 - 6 Maggio 2012 € 1.00

Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Servizio a pag. 4

Finestra sulla Parola«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agri-

coltore». Così comincia il vangelo di dome-nica prossima, tratto dal cap. 15 di Giovanni,e, nel leggerlo, mi ricordo di quando, al cate-chismo per la prima comunione, dopo la let-tura di questo brano, lacatechista chiese a noibambini di disegnareuna vite e colorarla fa-cendone risaltare levarie parti, cioè la vite,i tralci, le foglie ed igrappoli d’uva. Anchese non sapevo tanto di-segnare, per me non fudifficile, perché erostata tante volte nellapiccola vigna di miononno, ma al momentodi colorare il disegnomi venne un dubbio:come differenziare lavite dai tralci, visto che a me sembravano untutt’uno? Posi questo quesito a mio nonno edegli mi rispose che, in verità, i tralci sono unacosa sola con la vite, anzi, mi disse, sono “lebraccia” della vite. A quel tempo questa rispo-sta mi fu sufficiente per svolgere bene il miocompito e non andai oltre, ma quest’oggiquelle parole dettate da una sapienza conta-dina, mi aiutano ad entrare in questa paginaevangelica non sostando come “incantata”da-vanti ad un quadretto bucolico, ma credendoche in essa è rappresentata al vero, viva e pal-pitante, la relazione tra il Signore Gesù edogni fedele battezzato che voglia essere suodiscepolo. L’immagine della vite è molto fa-miliare nella Bibbia: la più “nobile” tra le

piante della terra dell’Antico Testamento, erail simbolo del popolo eletto da Dio, per por-tare il suo Nome tra le genti e custodire l’Al-leanza producendo frutti di giustizia, cioè leopere della Legge che aveva dato loro. Tutta-

via, come leggiamo neiProfeti, da Isaia fino adEzechiele, Israele non èstato fedele, anzi ha pro-dotto uva selvatica, acerba,frutti di morte e non di vita.Nel Vangelo di Giovanni,però, c’è una novità: men-tre il Padre resta semprel’agricoltore, la nuova viteè il Figlio e l’uomo, comeil tralcio, per la grazia delbattesimo, è una cosa solanella vita del Cristo. Nondeve più “sforzarsi” di es-sere fedele e di produrrebuoni frutti, perché l’essere

e l’operare sono “cosa” di Dio; a noi basta “ri-manere”, cioè riconoscere, accettare, assecon-dare docilmente l’opera del Padre e quella delFiglio, essere, parafrasando le parole di Gio-vanni nella seconda lettura, le “braccia” dellavite, braccia che abbracciano, braccia chesucchiano la linfa dell’Amore di Dio e amanoa loro volta, fino ad offrirsi, quale frutto dol-cissimo, alla fame di colui che vendemmia,sia esso lo stesso Padrone o il viandante asse-tato oppure, scandalo per le nostre orecchiepure, il ladro e l’assassino, come in quellabella canzone di De André, “Il Pescatore”.Possa la nostra vita essere in Cristo quel «vino

che allieta il cuore dell’uomo» (Sal 104,15).Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

“Carissimi, questa sera la nostraChiesa diocesana an-cora una volta è in festa.Abbiamo la gioia di or-dinare preti due nostrifigli: Don Guido, dellaParrocchia di S. FilippoNeri in S. Benedetto delTronto, e Don Luca,della Parrocchia GranMadre di Dio in Grot-tammare. Il cuore ditutti noi esplode di in-tima felicità per questidoni e ringraziamo pro-fondamente il Signoreper l’attenzione privile-giata, che continua adavere verso la nostraChiesa. Sono paterna-mente vicino a questidue giovani, che hanno risposto alla chiamatadi Dio, ed esprimo la mia riconoscenza alleloro famiglie, alle loro Parrocchie ed ai Mo-vimenti ecclesiali, che hanno preparato ed ac-compagnato il cammino, e ringrazio ilSeminario Arcivescovile di Fermo, per la for-mazione offerta con dedizione e con compe-tenza in questi anni.

Il papa Benedetto XVI, nell’incontro conil clero romano del 23 febbraio, all’iniziodella Quaresima, ha sintetizzato la figura delprete nel nostro tempo, ricordando che eglideve essere attento alla cura spirituale del po-polo a lui affidato e che deve essere un testi-mone di Cristo verso quanti sono lontani oindifferenti e forse anche contrari al SignoreGesù. Oggi i pastori della Chiesa sono troppo

pochi, anche se crediamo che il Signore con-tinui a suscitare vocazioni al ministero ordi-nato. La risposta ardente, trasparente,luminosa, gioiosa di chi ha detto sì con la suavita, come quella di Guido e di Luca, è giàuna prima e forte testimonianza, sia per quantisono in ricerca della loro strada, sia per quantistanno sulla via della sequela totale di Cristo.

Secondo il Papa due caratteristiche devonoemergere nella vita dei presbiteri: innanzituttola virtù dell’umiltà... Diceva il Papa:“L’umiltà è soprattutto verità, vivere nella ve-

rità, imparare la verità, imparare che la mia

piccolezza è proprio la grandezza, perché

così sono importante per il grande tessuto

della storia di Dio con l’umanità... E poi Be-nedetto XVI ricordava ai preti di Roma lavirtù della dolcezza e della mitezza, sul-l’esempio di Cristo, che si definì “mite ed

umile di cuore”(Mt 11,19”

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

SPEZZARE LE CATENEIncontro con Suor Eugenia Bonetti

Si è tenuto Domenica 29 Aprile, presso l’auditorium comunale, di fronte ad un pubblico attentoe numeroso, l’incontro con Suor Eugenia Bonetti, il primo di una serie di eventi organizzati inoccasione del trentennale del nostro settimanale diocesano “L’Ancora”. Suor Eugenia,missionaria della Consolata che, dopo 24 anni vissuti in Kenya, ha deciso di proseguire sullastrada della sua vocazione dedicando la vita alla lotta contro la tratta degli esseri umani, hapresentato in questa occasione il suo ultimo libro “Spezzare le catene. La battaglia per ladignità delle donne”.Appena giunta, SuorEugenia ha ricevutoin dono un bellissimoquadro del noto arti-sta Patrizio Moscar-delli, dove vi era raf-figurata Maria Mad-dalena, che grazie aGesù, riuscì a spez-zare le sue catene.Ha organizzato l’in-contro Mimmo Mi-nuto della “Bibliofila”, insieme ai Redattori de “l’Ancora”.Quella della prostituzione, ha evidenziato, Suor Eugenia, è una realtà scomoda ma innegabiledel nostro Paese, della quale molti aspetti sono ignorati o banalizzati. La preoccupante verità èche il traffico di esseri umani costituisce una moderna forma di schiavitù, attorno alla qualeruotano gli interessi di molti e somme di denaro ingenti.

a pag. 2

La Diocesi in festa per la consacrazionepresbiterale di Don Guido Coccia e don Luca RammellaMolti sono accorsi per partecipare al lieto evento; il Vescovo, Mons. Gervasio

Gestori, si è fatto interprete di tanta gioia, nell’omelia, con queste parole:

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Anno XXIX 6 Maggio 2012

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SPEZZARE LE CATENEIncontro con Suor Eugenia Bonetti

Un’organizzazione di trafficanti che dispone di contatti nei diversi paesi coinvolti nella tratta,adesca le giovani con l’inganno e la promessa di un futuro migliore per costringerle, tramiteforme di violenza psicologica e fisica, alla vita sulla strada in condizioni di totale clandestinità,convertendo di fatto degli esseri umani in una merce alla quale corrisponde un valore bendefinito. Tutto il denaro finisce nelle tasche dell’organizzazione, ma non sono il denaro e ilpassaporto le uniche cose di cui i trafficanti si appropriano. Ciò di cui queste donne vengonoprivate è qualcosa che appartiene loro in maniera più profonda: la dignità di persone, la libertà,la fiducia nella vita. Attraverso racconti della sua esperienza concreta, che il libro espone,Suor Eugenia ci ha fatto comprendere quanto spaventosa sia la condizione in cui sono co-strette a vivere le vittime di questo sistema. La responsabilità di tale stato di cose è di ognunodi noi, quando non contribuiamo con tutte le nostre forze alla creazione di una cultura cheabbia al suo centro il rispetto dell’essere umano in quanto tale.

Le leggi del mercato infatti sono rispettate anche nelcampo dell’illegalità e l’offerta non sarebbe così alta se adessa non corrispondesse una domanda rapportabile. ComeSuor Eugenia, 250 suore da 80 diverse congregazioni, co-ordinate dall’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) portano nelle strade la speranzae la possibilità di una via d’uscita, e testimoniano che Dio è vicino a chi è ferito, a chisoffre abusi e violenza, che non abbandona e non giudica i suoi figli. Dal dibattito succes-sivo è emerso il bisogno di un’azione coordinata e concorde di religiosi, associazioni e vo-lontari che combattono per la stessa causa, al fine di restituire la libertà e la dignità a chine è stato privato con la forza. Simone Caffarini

continua dalla prima pagina

I primi dati, seppur provvisori del Censimentodella popolazione e delle abitazioni in Italiadell’autunno 2011, presentati a Roma oggi,fanno emergere il volto di un’Italia che cambia.L’armonizzazione europea della metodologia, letecniche di raccolta, danno a questo Censimentoun carattere nuovo e unico, tra quelli realizzatidal 1861 ad oggi, in centocinquant’anni di storiaitaliana.

Più che sui dati generali, ormai noti (59.464.644abitanti, 2 milioni di donne in più rispetto agliuomini, 27 milioni di persone al Nord e 32 mi-lioni di persone al Centro-Sud, 2 milioni e mezzodi persone in più rispetto al 2001, Roma il Co-mune più popoloso con 2.600.000 abitanti, se-guito da Milano, Napoli, Torino, Palermo eGenova) esistono alcuni dati particolari nel Cen-simento che possono illuminare percorsi educa-tivi e sociali. Un primo dato che credoimportante riguarda i Comuni italiani. Oltre il70% ha una popolazione non superiore ai 5.000abitanti. Qui vivono 47 milioni di persone men-tre nelle grandi città 13 milioni di persone. Lavita italiana è ancora fortemente segnata dal“municipio”, cioè dalla possibilità di costruireuna partecipazione di base, popolare, capace disollecitare responsabilità comune. Nel e dal “mu-nicipio” può crescere un progetto politico e am-ministrativo che offre strumenti per la gestionedelle relazioni: dalla registrazione anagrafica, alpermesso di soggiorno, alla vita scolastica e for-mativa, alla tutela della salute e dell’ambiente,all’accompagnamento personale di chi è in dif-ficoltà... Forse il nuovo welfare sociale ha i ca-

ratteri più municipali non nei suoi principi ispi-ratori e nei suoi livelli essenziali, ma nei suoistrumenti operativi e di garanzia e tutela dellepersone e delle famiglie, soprattutto dei più de-boli e fragili. Un secondo dato riguarda la popo-lazione straniera presente in Italia. Seppur il datodella presenza straniera in Italia sia ancora prov-visorio (3.770.000) rispetto alle stime, legate alleregistrazioni anagrafiche, ai permessi di sog-

giorno e ai minori stranieri, finora note (cioèpari a circa 4.900.000 persone), perché man-cano all’appello del Censimento ancora1.300.000 persone, molte delle quali forsestraniere per l’alta mobilità e le difficoltà dicomunicazione, il dato rispetto al 2001 è su-periore di 2.440.000 persone. È facile de-durre che la crescita della popolazioneitaliana in questi dieci anni sarebbe stata zerosenza gli immigrati. Il peso di questa pre-senza è soprattutto al Nord (64,3%) e metàvive nei Comuni sopra i 5.000 abitanti fino a20.000 abitanti e l’altra metà nelle città di

provincia e nelle aree metropolitane. Sono duelivelli di presenza degli immigrati in Italia chemeriterebbero una differente attenzione e strut-turazione dei servizi alla persona. L’incidenza del16,1 di presenza straniera immigrata rispetto allapopolazione a Brescia non ha lo stesso peso enon può avere gli stessi servizi rispetto all’inci-denza del 25% di popolazione straniera a Cortede’ Cortesi con Cignone, un paese di meno di1.000 abitanti nel cremonese. L’ultimo dato chevorrei segnalare riguarda il numero di famiglietriplicato dal 2001 ad oggi che vive in baracche,roulotte: da 23.336 del 2001 a oltre 71.000 dioggi. È un ritorno a una situazione di povertà edi miseria di persone che impressiona e che se-gnala la necessità di un’attenzione alla povertàestrema, alla precarietà anche nel nostro Paese.Una povertà che riguarda, in particolar modo,minoranze, apolidi, stranieri, ma anche moltepersone in Italia da anni. Leggere il Censimentocon gli occhi dell’interculturalità, della ricerca dinuove forme di tutele delle persone, della povertàe dell’impoverimento, per ridisegnare il nostroPaese con gli occhi del bene comune può aiutarea costruire la crescita dell’Italia.

CENSIMENTO ISTAT

Dietro questi datiUn’Italia dei municipi, dell’immigrazione e di una crescente povertà estrema

Giancarlo Perego - direttore generale Fondazione Migrantes

XXV APRILE

La libertà degli umiliLa memoria di un popolo come laboratorio di futuro Paolo Bustaffa

“La peggior minaccia per la libertà non sta nel lasciarsela to-gliere: perché chi se l’è lasciata togliere può sempre ricon-quistarla, ma nel disimparare ad amarla o nel non capirla”.Questo pensiero di Georges Bernanos apre un libro-testimo-nianza del vescovo Enrico Assi dal titolo “Cattolici e Resi-stenza”. E’ il racconto di chi, vissuta quell’esperienzalacerante, chiede alla memoria di non ridursi a ricordo ma didiventare laboratorio permanente di pensiero e di impegno.Le ricorrenze, come il XXV Aprile, non si consumano nelloscorrere di ventiquattro ore, sono cartelli indicatori sullastrada della vita delle persone e dei popoli. Non si possonodivellere. Rileggere e ripensare una data storica è un esercizio contro-corrente rispetto a un’ informazione che spesso non riesce atenere insieme velocità e contenuto. Anche il 67° anniversariodella Liberazione corre il rischio di venire travolto dal tor-rente delle parole, delle immagini e dei rumori. D’altra parte, in un momento di incertezza e di preoccupazione straordinari, un evento come laResistenza può ancora suscitare domande, pensieri e progetti? Può interrogare la coscienza, puòrompere la crosta dell’indifferenza, della rassegnazione, dell’ egoismo? Il XXV Aprile dice ancoraqualcosa alle nuove generazioni? Dopo sessantasette anni i racconti di quella terribile e straordi-naria avventura non appaiono fuori luogo? Nel richiamarli si avverte il rischio di finire ai marginidella cronaca.

Tuttavia sostare per qualche tempo ai bordi delle notizie e dei dibattiti mediatici consente di ritrovareil filo che attraversa e unisce le diverse stagioni della storia e della cronaca di un Paese. Questo filoè fatto soprattutto dai volti di gente laboriosa, onesta. Gente umile che si è sacrificata nella Resistenzae nella Ricostruzione perché le nuove generazioni potessero avere libertà e lavoro. Enrico Assi, un

prete che ebbe il coraggio di opporsi con molti altri suoiconfratelli alla violenza nera e rossa di quei tempi, scri-veva: “I veri protagonisti furono gli umili.(…) Sono an-cora queste persone che nelle difficoltà dell’ora presente,nella fedeltà ai valori perenni della fede riverseranno neltessuto della nostra società inquieta e turbata la linfa nuovadel rinnovamento”. Gli umili, i grandi dimenticati dai po-tenti, sono oggi la forza di un Paese libero e chiamato aresistere a una crisi che chiama in causa responsabilità cul-turali, politiche ed economiche. Negli umili non c’è as-senza di domande e di giudizi severi. Non c’è uncomplesso di inferiorità ma c’è la fierezza di chi ha la co-scienza vigile e libera. In loro c’è una ribellione silenziosa,ma non per questo inefficace, alla violenza dell’ingiustiziae della menzogna . È probabilmente azzardata la citazionedi ”Ribelli per amore” , la preghiera di Teresio Olivelli che

ispirò i cattolici nella lotta di Liberazione ma non è azzardato dire che anche quella degli umili dioggi è una ribellione per amore: amore per la verità, la libertà, la giustizia e la pace. Non è quasi mairaccontata dai media ma è scritta nelle scelte quotidiane di tanta gente che non ha rinunciato allafatica del pensare e che tiene in piedi il nostro Paese. In questo contesto il filo che unisce il XXVaprile 1945 al XXV aprile 2012 ravviva il pensiero di Bernanos: “La peggior minaccia per la libertànon sta nel lasciarsela togliere: perché chi se l’è lasciata togliere può sempre riconquistarla, ma neldisimparare ad amarla o nel non capirla”.

Patrizio Moscardelli

dona un suo quadro a Suor Eugenia

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Elezioni Amministrative in tempo di crisi

3Anno XXIX 6 Maggio 2012 PAG

Tre sono le Amministrazioni Comunali che si rinnovano nella nostra Diocesi. Quelli che stiamo vivendo sono momenti difficili, pertanto apprezziamo la disponibilità di quanti spendono il proprio nome

per mettersi al servizio della Comunità.

A tutti va il nostro sincero Augurio!

Le liste che concorreranno alle elezioni amministrative del 6/7 Maggio.

Il pozzo di San PatrizioIn “casa leopoldiana” (quella di padre Leo-poldo Cristinelli, sacramentino) fervono ipreparativi per il Pellegrinaggio in Irlanda,la terra di San Patrizio vescovo, per un itine-rario di fede e di bellezze naturali. Le iscri-zioni sono ancora aperte, anche se per pochiposti a disposizione. La preparazione, già ini-ziata da tempo, consiste nell’acquisire più no-tizie possibili sull’Irlanda e sul suo santo piùsignificativo, di cui si conosce poco e nonsempre si può dare credito ai biografi del-l’epoca, troppo portati all’immaginario, cheal reale. La figura di questo santo è semprestata accostata a un pozzo. La tradizione, in-fatti, parla che in vecchiaia, San Patrizio erasolito ritirarsi a pregare presso un pozzo a cuila popolazione del villaggio attingeva acquaper le quotidiane necessità. Una specie di ci-sterna, indispensabile alla sopravvivenzaumana e non solo. Anche intorno a quelpozzo si sono create leggende e dicerie, finoa farlo diventare un “pozzo senza fine”. Chinel linguaggio quotidiano non ha mai citatol’espressione, “non è mica il pozzo di San Pa-trizio” a chi continua a chiedere, chiedere,chiedere? Persino l’etimologia è alquantostrana. In effetti questo pozzo è stato colle-gato ad un’enorme cavità che si trova in Ir-landa e che si pensava addirittura fossecollegata con il mondo dell’aldilà, cioè alPurgatorio.

Chi vuole, oggi, visitare il pozzo di San Pa-trizio deve recarsi, però, ad Orvieto, la bellis-sima e inimitabile cittadina umbra. Qui ilpozzo di San Patrizio, ut populus bibat, fufatto costruire da Papa Clemente VII che visi era rifugiato durante il sacco di Roma nel1527. Il progetto volle affidarlo al fiorentinoAntonio da San Gallo il Giovane. Nel 1532alla profondità di duecento metri si trovòanche un sepolcro pre-etrusco. Si scavòprima nel tufo e poi nell’argilla e, raggiuntala falda acquifera, si costruì in mattoni il pro-fondo cilindro. I lavori terminarono nel 1537.A sezione circolare è profondo sessantaduemetri e largo tredici. Intorno alla canna delpozzo girano a spirale due scale a chiocciolaprogettate in maniera tale da correre sovrap-poste l’una all’altra senza però comunicaretra loro. Cio serviva a far sì che le personecon i muli che si recavano al fondo per attin-gere acqua non intralciassero il cammino dichi, dopo essersi procurato l’acqua, stava ri-salendo in superficie. Ogni scala ha duecen-toquarantotto scalini, facili da scendere ancheper bestie da soma. Le scale prendono luceda settantadue finestre aperte nella canna e lavisibilità viene diminuendo a mano a manoche si discende, fino a diventare penombra.In fondo un piccolo ponte collega le duescale. Il livello dell’acqua si mantiene co-stante per via di un emissario che fa defluirela quantità in eccesso. Sull’entrata la scrittain latino: quod natura munimento inviderat,industria adiecit, ovvero, ciò che non avevadato la natura, procurò l’industria. E.Tì.

ACQUAVIVA PICENA

Acquaviva Futura, candidato sindaco

Teodorico Compagnoni

RistrutturiAmo Acquaviva, candidato sindaco Giovanni Olivieri

Per Acquaviva, candidato sindaco Pierpaolo Rosetti

Acquaviva dei Cittadini, candidato sindaco Francesco Sgariglia

MARTINSICURO

Cambiamo Insieme,candidato sindaco Andrea Buonaspeme,

38 anni, consulente

Progetto Comune,candidato sindaco Massimo Vagnoni,

36 anni, avvocato

Città Attiva,Paolo Camaioni candidato sindaco,

46 anni, dirigente d’azienda

“Lega Nord”candidato sindaco Francesco Tommolini,

48 anni, geometra

Nella nostra Comunità Parrocchiale che porta il nome della Ma-donna di Fatima, in particolare nel mese di Maggio, “siamo chia-mati a ricordare gli eventi avvenuti nella Cova da Iria e laparticolare devozione alla Madre del Signore”. Quest’anno ri-corre infatti il 95° Anniversario della Prima Apparizione dellaMadonna a Fatima e la nostra Parrocchia ha particolarmente acuore questa festa in onore della nostra Patrona. Come ci ha ri-cordato il nostro Parroco Don Luis nel programma di questigiorni di festa “i festeggiamenti non possono dimenticare ciò chela Madonna chiese ai piccoli pastorelli: penitenza, preghiera,conversione, gioia, pace e fedeltà al Signore” perciò “i giochi,la musica ed i momenti di ritrovo diventano espressione dellanostra gioia mentre le celebrazioni, le processioni e le fiaccolatemanifestano il nostro desiderio di pregare e convertirci”. Que-st’anno poi la nostra Chiesa Parrocchiale e gli spazi circostantisi presentano completamente rinnovati a seguito dei numerosiinterventi di riqualificazione compiuti la scorsa estate in occa-sione del 50° Parrocchiale.

I festeggiamenti in onore della Madonna inizieranno giovedì 3con l’Adorazione Eucaristica alle 21.15. Continueranno venerdì4 alle 19.00 con la Santa Messa di Ringraziamento per i bene-fattori della Parrocchia. Sabato 5 in occasione del 66° Anniver-sario dell’arrivo in Valtesino dell’Immagine della Madonna diFatima si terrà una fiaccolata dopo la Messa Prefestiva. Il pro-gramma della Festa proseguirà Venerdì 11 con un Concerto Po-lifonico in onore della nostra Patrona da parte della CoraleMadonna di San Giovanni di Ripatransone, da sempre parte fon-damentale dei festeggiamenti, che non smetterà mai di sorpren-derci ed emozionarci. Alle 18.30 di Sabato 12 si apriranno gliStand Gastronomici e, dopo la Santa Messa, ci sarà una secondafiaccolata con l’Immagine della Madonna. La serata proseguiràcon tanta musica e balli animati dal Gruppo “Magica Atmo-sfera”. Finalmente il culmine dei festeggiamenti si raggiungerà Dome-

nica 13 quando, dopo la Santa Messa delle 10.30, si terrà la Solenne Processione ac-compagnata dal Corpo Bandistico “Città di Ripatransone”. Alle 14.30 si apriranno glistand gastronomici e inizieranno i giochi popolari. Dulcis in fundo, dopo il successodello scorso anno, si terrà il 2° Raduno Fiat 500 d’Epoca “Parrocchia Madonna di Fa-tima”. Dopo la benedizione delle auto e dei partecipanti, tutti partiranno per il giro tu-ristico a Ripatransone e nei comuni limitrofi per poi far rientro in Parrocchia alle ore18.30. L’intera serata sarà accompagnata dalla musica di Orchestra Spettacolo Danilo’sBand Music Live. Per ogni informazione è possibile consultare il sito Internet dellanostra Parrocchia: www.parrocchiamadonnadifatima.org

Accorrete numerosi perché ci sarà da divertirsi!

FESTA MADONNA DI FATIMA 2012: TUTTO PRONTO IN VALTESINOdi Giorgia Mori

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altri servizi nel prossimo numero

Sabato 28 aprile alle ore 21.00 presso la cattedrale della Madonna della Marina di San Benedettodel Tronto si è tenuta l’ordinazione sacerdotale di Luca Rammella e Guido Coccia. di Simone Incicco

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In una cattedralegremita di fedeli si è tenuta l’ordinazione sacerdotale diDon Luca Rammella e Don Guido Coccia. A presiederela Santa Messa il Vescovo Gervasio Gestori che ha con-celebrato con tantissimi sacerdoti della Diocesi.La Messa si è così articolata: La prima fase, introduttiva,in cui vi è stata la presentazione ed elezione dei due giovaniDiaconi. Dopo l’omelia del Vescovo Gestori, Don Luca eDon Guido sono stati interrogati sulla loro intenzione didivenire sacerdoti e hanno prestato poi la promessa diobbedienza. Sono seguite le Litanie dei Santi con le qualila Chiesa chiede a Dio che, per l’intercessione di Maria Ver-gine e di tutti i Santi, benedica e ricolmi dei suoi doni i can-didati chiamati al ministero sacerdotale.

In questo passaggio Don Guido e Don Luca si sono prostrati a terra in segno di umiltà e di consegna totale dellapropria vita a Dio. Si è poi giunti all’ordinazione dei due giovani diaconi: vi è stata l’imposizione delle mani del Ve-scovo e di tutti i sacerdoti presenti, la preghiera di ordinazione, laPreghiera Consacratoria e infine la Vestizione degli abiti sacerdotali.Il Vescovo Gestori ha poi unto con il sacro Crisma le mani diGuido e Luca. È seguito un commovente scambio della pace daparte dei due nuovi sacerdoti con il Vescovo e con tutti i preti pre-senti.La messa è poi continuata con il rito ordinario. Al termine della ce-lebrazione tutta l’assemblea dei fedeli si è stretta con un calorosoabbraccio intorno ai due nuovi sacerdoti della Diocesi.La redazione dell’Ancora si unisce vivamente ai festeggiamenti, au-gurando a Don Guido e a Don Luca una buona strada.

Nell’omelia il nostro Vescovo ha esortato i due nuovi

sacerdoti con queste parole:

“Carissimi Don Guido e Don Luca, voi siete chiamati a vivere come Gesù, il buon pastore, che co-nosce le sue pecore ed è conosciuto da loro. Anche voi dovreteconoscere le persone affidate alle vostre cure pastorali ed essereda loro conosciuti, e cioè anche voi dovete amare e farvi amare,accogliere e farvi accogliere, con lo stile di Gesù: umiltà, mitezzae dolcezza.

Ho quasi un timore a mandarvi nel nostro mondo con questaalta missione e con questo stile di vita. Ci riuscirete? Sarete ac-colti? E sarete capiti? E vi seguiranno?

Non sentitevi impari al compito che questa sera la Chiesa viaffida. Anche quei due discepoli di Cristo, la sera della prima Pa-squa, erano scoraggiati, tristi, disorientati, al limite della dispera-zione, ma lungo il viaggio verso Emmaus essi non stavanocamminando soli. Bisognosi di aiuto, misteriosamente si affiancail Risorto, che li illumina con la sua Parola e poi siede a mensacon loro condividendo un banchetto eucaristico.

Carissimi Don Guido e Don Luca,non sentitevi mai soli, abbiate in voi una forte e serena fiducia,

Gesù vi è sempre accanto e non abbandona mai i suoi sacerdoti.La Parola di Dio e l’Eucaristia saranno la vostra forza, il sostegnodella vostra vita quotidiana, la luce delle vostre giornate. Paroladi Dio e Eucaristia abbatteranno le vostre debolezze e vi custodi-ranno nella gioia del Signore Risorto. Lì troverete quello di cuiavrete bisogno per vivere il vostro ministero sacerdotale, senzalasciarvi prendere dalla stanchezza di qualche giornata troppo ca-rica di cose ed apparentemente priva di risultati.

Lì avete la sorgente inesauribile di un entusiasmo che nonsa di allegria soltanto, perché radicato dentro di voi sulla rocciache è Cristo. Lì si nasconde la causa luminosa della vostra gioia,di quella gioia che i fedeli hanno il diritto di vedere sul vostrovolto, di raccogliere dalle vostre labbra e soprattutto di ammirarenella vostra vita, umile, mite e contenta. Nel vostro cammino sa-cerdotale vi accompagna l’affetto orante di questo magnifico Po-polo di Dio, che vive nella nostra Diocesi Truentina e che questasera assapora la gioia di una rinnovata Pentecoste, e vi assicurola mia amicizia orante e la mia paterna benedizione”.

Evviva Don Guido e Don Luca i nuovi Sacerdoti della Diocesi

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Le sette parabole di Matteo 1367. PERCHÉ A LORO PARLI CON PARABOLE?

Questa volta leggiamo Mt 13,10-17. Il branoha un parallelo in Mc 4,10-12 e in Lc 8,9-10:ma Matteo lo amplia con materiale che, anchequi, prende da altri contesti e, in più, attenuaalcune asprezze espressive che si hanno inMarco. Dividiamo il brano in tre parti.

1. La domanda e la risposta. “10Gli si av-

vicinarono allora i discepoli e gli dissero:

‘Perché a loro parli con parabole?». 11Egli ri-

spose loro: ‘Perché a voi è dato conoscere i

misteri del regno dei cieli, ma a loro non è

dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà

nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà

tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro

parlo con parabole: perché guardando non

vedono, udendo non ascoltano e non com-

prendono’” (Mt 13,10-13). I discepoli, che, con la folla, stavano sulla

spiaggia ad ascoltare la parabola del semina-tore, ora sono soli con il loro Maestro e in unluogo appartato. Approfittando di questa situa-zione chiedono a Gesù perché parla “a loro”,alla folla, “in parabole”.Il plurale, “parabole”,come anche il cambia-mento di ambiente e diuditorio, fanno pensaread un contesto diversoda quello del testo at-tuale. Nella rispostaGesù distingue tra i di-scepoli (“voi”) e i nondiscepoli (“loro”), poipresenta la ragione del suo comportamento.Voi accogliete la grazia che vi viene data daDio e questa accoglienza vi mette in grado“conoscere i misteri del regno dei cieli”;quindi, interiorizzate, trasferite nel vostro stiledi vita (il significato di “conoscere”) il donoche vi viene fatto. Perciò, vi viene dato e con-tinuate ad accogliere (13,12). Gli “altri”, in-vece, volutamente non vedono, non ascoltano,non comprendono.

In ragione del clima surriscaldato contro dilui, Gesù è nella necessità di dare al suo mes-saggio una formulazione tale che possa esserecompreso solo da chi ha buona volontà ed èaperto ad accoglierlo. Deve pur tenere contodel progetto omicida che incombe su di lui:“Allora i farisei uscirono e tennero consigliocontro di lui per farlo morire” (12,14). Per que-sto conclude la parabola con l’esortazione allabuona volontà: “Chi ha orecchi, ascolti” (13,9).

2. La citazione in forma di riflessione. Aquesto punto Matteo formula una riflessioneservendosi delle parole di Isaia 6,9-10 secondola traduzione dei LXX. “Così si compie per

loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì,

ma non comprenderete, guarderete, / sì, ma

non vedrete. / 15Perché il cuore di questo po-

polo è diventato insensibile, / sono diventati

duri di orecchi / e hanno chiuso gli occhi, /

perché non vedano con gli occhi, / non ascol-

tino con gli orecchi / e non comprendano con

il cuore / e non si convertano e io li guarisca!”(Mt 13,14-15).

Questo testo di Is 6,9-10, che Mt ha il me-rito di citare per intero, caratterizzato dai molti“non”, è una negatio paradoxa, un fallimentoparziale presentato, per enfasi, come totale. Il“non vedono, ecc.” non riguarda tutti, né nellapredicazione di Isaia e neppure in quella diGesù.

Oltre che presente nei Sinottici, lo stessotesto di Isaia si ha anche nel quarto Vangeloche conclude il ministero pubblico di Gesù ri-mandando ad esso: “Per questo non pote-vano credere, poiché ancora Isaia disse:‘Ha reso ciechi i loro occhi...’” (Gv 12,39-40),Si ha ancora in Atti quando Luca riferisce chePaolo, che è detenuto a Roma, dopo il suo in-successo con gli abitanti ebrei della capitale,

lo riprende rapidamente: I giu-dei, che si erano recati ad ascol-tare Paolo,“se ne andavano via,mentre Paolo diceva que-st’unica parola: ‘Ha detto benelo Spirito Santo, per mezzo delprofeta Isaia, ai vostri padri....”(At 28,25-27).

Nel contesto di Matteo que-sta citazione si adatta bene allacrisi che la predicazione di

Gesù sta subendo in Galilea; ma essa – ripe-tiamolo - non indica un fallimento totale, comenon lo era stato per Isaia storico. Frutto dellapredicazione di Gesù gli Atti ci fanno sapereche la chiesa apostolica aveva comunità fer-vorose anche in Galilea: “La Chiesa era dun-que in pace per tutta la Giudea, la Galilea e laSamaria” (At 9,31). Quindi, il seme-parolaaveva portato frutto. Aveva trovato ascoltatorivolenterosi.

3. La situazione beata dei discepoli. OraGesù, compiaciuto, fissa gli occhi suoi disce-poli e, in contrapposizione a ciò che precede,dice ad essi: “Beati invece i vostri occhi perché

vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In

verità io vi dico: molti profeti e molti giusti

hanno desiderato vedere ciò che voi guardate,

ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascol-

tate, ma non lo ascoltarono!’” (Mt 13,16-17).Cristo, con la sua persona e la sua opera, è ilcompimento delle aspirazioni umane più puree profonde. La sua beatitudine ci raggiungeperché lo possiamo vedere anche se velato nelSacramento (Jesum quem velatumvaltumnunc aspicio) e ascoltare nella sua parola delVangelo.

[email protected]

PAROLA DEL SIGNOREQUINTA DOMENICA DI PASQUA - ANNO B

A TE LA MIA LODE O SIGNORE

Dal VANGELO secondo GIOVANNIIo sono la vera vite e il Padre mio è il vi-gnaiolo. Ogni tralcio che in me non portafrutto, lo toglie e ogni tralcio che portafrutto, lo pota perché porti più frutto. Voisiete già mondi, per la parola che vi ho an-nunziato. Rimanete in me e io in voi. Comeil tralcio non può far frutto da se stesso senon rimane nella vite, così anche voi se nonrimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci.Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto,perché senza di me non potete far nulla.Chi non rimane in me viene gettato viacome il tralcio e si secca, e poi lo raccolgonoe lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se ri-manete in me e le mie parole rimangono invoi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.In questo è glorificato il Padre mio: cheportiate molto frutto e diventiate miei di-scepoli (GIOVannI 15,1-8)

Il brano evangelicodi oggi vuole evi-denziare l’intimorapporto esistentetra Cristo e i suoidiscepoli. Un rap-porto così strettoda essere da Gesùevidenziato comeun rapporto vitale,da cui dipende lanostra stessa vita,così come l’esi-stenza del tralcio dipende dalla vite. La sepa-razione dalla vite (Cristo) diventa per il tralcio(noi) sinonimo di morte. Il battesimo ricevutoci innesta nella vita divina di Cristo, senzaalcun nostro intervento, senza nessun nostromerito. Da quel momento il compito di “ri-manere” uniti a Cristo, tocca a noi, certamentecon il suo aiuto, ma “rimanere in Lui” entra afar parte dei nostri compiti, è nostro dovere senon vogliamo disseccare, se non vogliamomorire a quella vita di grazia che il Signore acosì alto prezzo (la sua croce) ci ha conqui-stato. D’altra parte chi ha la forza, la fede ne-cessarie per rimanere innestati a Cristo ricevegrazie su grazie per collaborare all’espansionedel Regno di Dio, tanto che Gesù prometteche questi porteranno molto frutto e divente-ranno suoi veri discepoli. Gesù fa risaltare

con il suo discorso i passaggi della vita cri-stiana, Egli ci dice che l’innesto in Lui lo ri-ceviamo nel battesimo e attraverso l’annunziodella sua Parola, che questo dono ci vienefatto gratuitamente, così come quello dellafede, ma noi abbiamo il compito di alimen-tarci in Lui (vite-tralci) con i sacramenti, conla preghiera, con le opere della carità, perpoter crescere, rafforzarci e portare moltofrutto. Il frutto che ogni cristiano deve portareè la testimonianza del suo amore a Cristo e aifratelli, frutto che possiamo e dobbiamo iden-tificare con le opere della fede, della speranzae della carità. San Paolo apostolo li chiamerebbe frutti delloSpirito, proprio perché evidenziano l’attacca-mento al Signore e l’amore per Lui. Inoltre at-traverso queste opere manifestiamo il nostroessere discepoli di Cristo. Infatti non è attra-

verso il battesimoche diventiamodiscepoli, masolo attraverso lasequela di Cristo,il battesimo (l’in-nesto alla vite), fadi noi solo deicristiani in germeche devono con-fermare la loroappartenenza aCristo giornodopo giorno, at-

traverso il seguire Cristo e il suo insegna-mento, infatti Gesù ci raccomanda: CHIVUOLE VENIRE DIETRO A ME, PRENDALA SUA CROCE OGNI GIORNO E MISEGUA.Signore ti preghiamo perché quando sarà ilnostro momento di essere travolti, schiacciatidalla croce troviamo te a farci da cireneo.

rICCardO

SAGGEZZA PER PENSARCI SU: RESTARE NELLA CARITà,

PER RIMANERE IN DIO (GIOVannI XXIII)

MIO DIO, SE VOI SIETE OVUNQUE,COM’È POSSIBILE CHE IO SIA

TANTO SPESSO ALTROVE (MadElEInE dElBrEl)

Domenica 6 maggioOre 11.00 Grottammare

Parrocchia Gran Madre di Dio: S. Messa, con S. Cresime

Ore 18.30 S. Benedetto Tr.Parrocchia S. Filippo Neri: S. Messa, con S. Cresime

Martedì 8 maggioOre 10.00 Fermo - Seminario:

Commissione Missionaria Regionale

Mercoledì 9 maggioOre 17.00 Loreto

S. Messa, al termine del Pellegrinaggio

Giovedì 10 maggioOre 21.15 S. Benedetto Tr. - Centobuchi:

S. Rosario con le famiglie

Venerdì 11 maggioOre 10.00 Montalto - Monastero:

S. Messa in occasione del Capitolo elettivo

Sabato 12 maggioOre 18.30 S. Benedetto Tr.

Parrocchia S. Giuseppe: S. Messa, con S. Cresime

Domenica13 maggioOre 9.00 Grottammare

Parrocchia S. Giovanni Battista (chiesa S. Lucia): S. Messa, con S. Cresime

Ore 11.00 CastignanoParrocchia S. Pietro apostolo: S. Messa, con S. Cresime

Incontri Pastorali del VescovoduranTE la SETTIMana 6-13 MaGGIO 2012

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Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16

Tel. 0735 581855 (int. 2-5) - e-mail: [email protected]

C.C.P. n. 14590632, intestato Curia Vescovile - Causale l’AncoraImpaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected]

Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Da Ripatransone a cura di A. G.

A Ripatransone Aprile 2012 è stato unmese pieno di soddisfazioni per gli am-ministratori comunali, per alcune associa-zioni e per tutti i cittadini, in quanto sonostate inaugurate opere pubbliche in granparte di fondamentale importanza per lacollettività. Sabato 14 Aprile, nella mattinata, presentiil sindaco Paolo D’Erasmo ed altre autorità

locali, presidenti e soci delleistituzioni interessate, nelpiazzale di Porta d’Agello, èstato inaugurato il restaurodella cortina con due torrionidelle mura medievali del-l’omonimo quartiere; progettodell’architetto ripano MorenoFarina, ditta esecutrice Ac-ciarri di Montalto delle Mar-che; nella stessa mattinata,nell’imponente stabile di pro-prietà comunale (già cantine

Cardarelli), è stata inaugurata la nuova espaziosa sede del Museo della Civiltà Contadinaed Artigiana del medio Piceno, dove nei prossimimesi saranno trasferiti gli oltre mille “pezzi”(macchine, attrezzi, manufatti), da oltre vent’anni“ospitati” nella cripta della chiesa di San Filippoed in locali dell’attigua sede dei Licei “Me-cantini”; nello stesso stabile sono stati inauguratila sede ed il museo del “Cavallo di Fuoco”

(l’undicesimodella Città). Sempre sabato14 Aprile, alpomeriggio,dopo circa treanni di chiusuraper gli impro-rogabili lavori

di totale “messa a norma”, è stato riaperto alpubblico il Teatro storico “Luigi Mercantini”;progetto dell’Arch. Moreno Farina e dell’Ing.Giorgio Michetti; ditte esecutrici dei lavori:Ascani di Grottammare, Acciarri di Montalto.Dopo gli interventi delle autorità: sindacoD’Erasmo, presidente della Regione Spacca,presidente della Provincia Celani, c’è stato unapplauditissimo concerto della Corale Ripana“Madonna di San Giovanni” (direttore: Naz-zareno Fanesi; solisti: Ambra Vespasiani edEttore Nova; pianista: Laura Michelangeli) edel corpo bandistico “Città di Ripatransone”(direttore: Roberto Vespasiani). Nel pomeriggio di sabato 21 Aprile si è svoltauna visita alla sede del nuovo mattatoio com-prensoriale in Contrada Fiorano. Nella mattinatadi domenica 29 dello stesso mese, all’ingressolaterale del cimitero civico, è stata inauguratala scultura in bronzo “Io sono la vita”, operadell’artista Sergio Tapia Radic, che dopo labenedizione del parroco Don Domenico Vitelli,l’ha presentata alle autorità ed al pubblico.Agli intervenuti la Confraternita della Miseri-cordia e Morte, che ha commissionato l’operaa ricordo del 4° Centenario (1608-2008) dellapropria aggregazione alla Primaria ConfraternitaRomana della Morte ed Orazione, ha fattodono di una copia del libro che illustra lascultura (autore Antonio Giannetti).

Aprile 2012: il mese delle inaugurazioni di opere pubbliche

Monteprandone: Per un nuovo welfare solidaleSerie di incontri presso la sala consiliare

Con il patrocinio dell’Amministra-zione Comunale di Monteprandone edella Regione Marche, l’AssociazionePro Loco, in collaborazione con la Spe(Sociologia per la persona), l’Univer-sità degli studi “G.D’Annunzio” Fa-coltà di scienze sociali Chieti-Pescara–Cattedra di organizzazione dei servizisociali e il C.e.R.I.S. (Centro per le ri-cerche e gli interventi sociali), ha or-ganizzato una serie di incontri sulsociale iniziati lo scorso 27/04 con gliinterventi: “Walfare locale: aspetti me-todologici, relatore il prof. Vincenzo Corsi, “la rete di intervento e la comunità solidale” del prof.Gabriele Di Francesco, presso la sala consiliare di Monteprandone.Il prossimo è in programma il 4/05 sempre alle ore 21,00 con le seguenti relazioni “L’approcciosociale alla tossicodipendenza” del prof. Gabriele Di Francesco, e “Comunicazione prevenzionesociale” del prof. Vincenzo Corsi. Il ciclo di incontri si concluderà il giorno 11/05 alle reo 21,00con una tavola rotonda che avrà per tema” La riappropriazione del welfare: soggettività, cittadi-nanza attiva, servizi sociali e partecipazione per un futuro solidale”. FC.

Il Vescovo di San Benedetto del Tronto incontra i Sommozzatori della Guardia Costiera dopo la tragedia del “Concordia”

Il 27 aprile 2012, il Vescovo delladiocesi di San Benedetto delTronto - Ripatransone - Montalto,Mons. Gervasio GESTORI, ac-compagnato dal parroco della Ba-silica Cattedrale Santa Maria dellaMarina, don Armando Moriconi,ha fatto visita alla Capitaneria diPorto. Ricevuto dal ComandanteC.F. (CP) Michele CASTALDO,è stato accompagnato nella SalaConvegni dove ha incontrato icomponenti del 1° Nucleo Opera-tori Subacquei della Guardia Co-stiera che hanno operato sulloscafo della nave Costa Concordianaufragata presso l’Isola del Gi-

glio lo scorso 13 gennaio Il capo Nucleo Sub S.T.V. (CP) Angelo DORIA ha illustrato all’altoprelato le attività svolte. Il Vescovo ha avuto parole di stima e vivo compiacimento nei confrontidegli uomini del Comandante CASTALDO, esprimendo il proprio apprezzamento per la dedizionee l’abnegazione dimostrata dai subacquei della Guardia Costiera. Mons. GESTORI, ha inoltre vi-sitato la sala Operativa della Capitaneria di Porto dove ha ricevuto informazioni circa le compe-tenze territoriali e i Servizi d’Istituto svolti dai militari del Corpo. Nell’occasione il Vescovo ha impartito la benedizione Pasqualeal personale militare e civile dipendente.

cAPITANERIA DI PORTO DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO

GIORNATE DI TRAGUARDI IN VALTESINO

Di Andrea Capecci & Alessio Rubicini

Mercoledì 25 Aprile, sul lungomare di San Benedetto Del Tronto e Porto D’Ascoli, si è svolta laCorsa della Solidarietà: una gara che ha coinvolto circa 200 partecipanti organizzata dal S.O.S.Missionario di San Benedetto del Tronto. Ma non si è trattato di una semplice gara ma, soprattutto,di un modo per raccogliere fondi attraverso le quote di iscrizione che verranno destinati dal S.O.S.Missionario per costruire dei pozzi in Uganda. Quindi, una gara nella gara. E per aiutare il SOSmissionario a vincere questa sfida, noi ragazzi del Gruppo Giovani della Parrocchia Madonna DiFatima in Valtesino abbiamo cercato di dare una mano, nel nostro piccolo, alla riuscita di questoevento e, mercoledì mattina di buon mattino, ci siamo precipitati a San Benedetto (è proprio il

caso di dirlo) di corsa! Il no-stro compito è stato quello diallestire dei punti dove poterdistribuire bicchieri d’acquaper dissetare i corridori. Unodi noi, poi, ha deciso di pren-dere decisamente sul serio ilnostro impegno impegnan-dosi in prima persona perquesta giusta causa parteci-pando direttamente allacorsa. Stiamo parlando delnostro amico Simone Ga-lieni che, grazie anche al no-stro incoraggiamento, hadato filo da torcere a molti

facendo mangiar loro la polvere. Si è classificato decimo nella graduatoria generale ed addiritturaprimo nella graduatoria dei non agonisti. Complimenti a Simone da tutti noi del Gruppo Giovanie da tutta la Comunità Parrocchiale! È stata decisamente una bellissima giornata di sport, di soli-darietà e di soddisfazioni che, speriamo, possa ripetersi spesso in futuro.Ma nella famiglia Galieni non è solo Simone l’unico a raggiungere brillanti traguardi. Domenica6 Maggio 2012, infatti, i suoi genitori T5ommaso, instancabile membro del nostro Comitato Fe-steggiamenti nonché fotografo ufficiale di tutti gli eventi più importanti della nostra Comunità, eGabriella festeggeranno i loro 25 anni di matrimonio. L’intera Comunità Parrocchiale, quindi,non poteva non cogliere l’occasione di questo articolo per unirsi a Simone ed a sua sorella Valen-tina, a Ida, mamma dello sposo, e Pierino, babbo della sposa, ed a tutta la famiglia Galieni per farfesta con loro ed esprimere i nostri sentimenti di amicizia ed augurio.

Tommaso Vitelli e Flavio Rubicini hanno festeggiato il pensionamento

GROTTAMMARE - Tommaso Vitelli e Flavio Rubicini hannofesteggiato il pensionamento presso la Chiesa della Madonnadella Speranza domenica 29 Aprile con un pranzo conviviale conle famiglie, gli amici e colleghi delle ferrovie dello stato.Tommaso Vitelli è entrato nelle Ferrovie nel 1979 lavorando neiraccordi di Novara, Ancona e San Benedetto del Tronto, va inpensione dopo 41 anni di lavoro.Flavio Rubicini assunto nel trasporto ferroviario nel 1971 a Pe-scara, si è poi spostato a San Benedetto del Tronto negli anni

successivi, dopo 43 anni lascia il lavoro.Don Anselmo: “Tommaso è il nostro cuoco delle Feste Parrocchiali, in pochi sanno cucinareil castrato come lui. A nome del comitato feste gli facciamo i nostri più sentiti Auguri”.

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QUESTI SONO TEMPI IN CUI È SEMPRE PIÙ IMPORTANTE DESTINARE

L’8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA

IN ITALIAA Ozieri la Caritas diocesana ha avviato progettioccupazionali per persone in difficoltà: un panificio,una falegnameria, un laboratorio di serigrafia, unapiccola fabbrica di ostie e una vigna.

A Rovereto 140 volontari si alternano “nell’emergenzefreddo”. La fondazione “Comunità solidale” cercadi assistere i senza fissa dimora che, anche percolpa della crisi economica, sono in continuoaumento. Diverse le strutture d’accoglienza incittà e i corsi di reinserimento.

A Firenze la Caritas ha aperto alcune case alloggioper l’assistenza diurna e notturna dei malati diAids. Oltre alle cure mediche essi ricevono caloree accoglienza per rompere quella barriera disolitudine e dolore in cui la malattia li costringe.

A Palermo nel quartiere Ballarò l’asilo multietnico“Il giardino di madre Teresa” si prende cura deibambini dalle 7.30 del mattino alle 18.00permettendo ai genitori, per lo più immigrati, disvolgere un lavoro, requisito importante per unavera integrazione.

A Palermo la cooperativa sociale “Solidarietà”avvia attività per l’inserimento di persone condisagio psichico come il progetto “Ortocircuito”.Attraverso la cura e la produzione delle piantegrasse i ragazzi con passato difficile compionograndi passi per tornare ad una vita serena.

Nella primavera del 2006 l’Aquila e dintorni furonocolpite dal terribile terremoto. La Chiesa è semprestata presente anche attraverso la figura deisacerdoti. Ne è esempio don Vincenzo che, aRocca di Mezzo, ha portato conforto ai terremotatianche attraverso le parole del Vangelo.

Nel cuore di Roma, le suore delle poverelleospitano gli anziani soli in difficoltà economica.Nella casa di riposo, con attenzione e affetto, sipresta assistenza agli ospiti, facendoli sentireamati e accolti come in una vera famiglia.

ALL’ESTEROIn Brasile, a Fortaleza, padre Adolfo, insieme adalcune suore, accoglie giovani madri vittime diviolenza domestica, costrette a prostituirsi e adrogarsi. Si organizzano corsi di formazione dimusica, cucina, informatica e per parrucchiera.

E a Salvador de Bahia i volontari e operatoridell’Avsi (volontari per il servizio internazionale)sono impegnati nella zona periferica di NovosAlagados. Vengono donati nuovi alloggi al postodelle palafitte fatiscenti (senza fogne, acqua eluce) e si offre la possibilità di essere introdottinell’ambiente lavorativo.

FARE TRASPARENZA: UN IMPERATIVO IRRINUNCIABILE“La trasparenza, caratteristica che accompagna da sempre il nuovo sistema del sostegnoeconomico, è - e deve rimanere -condizione imprescindibile e necessaria per il nostro percorso di Chiesa”. Le parole del CardinalePresidente della C.E.I. AngeloBagnasco non lasciano spazio ad interpretazioni. Pronunciatedurante un incontro nazionale del “sovvenire”, sono state moltoapprezzate anche in tutto il mondoecclesiale e civile. Il ServizioPromozione Sostegno Economicoalla Chiesa, guidato da MatteoCalabresi, firma, anche quest’anno,una campagna di comunicazioneche dona luce alla trasparenza.“Dalle storie evidenziate negli spot tv si può risalire all’impegnoconcreto della Chiesa oggi in Italia, in prima fila conl’8xmille per far fronte alla crisieconomica”, spiega Calabresi,“spesso essa fornisce un soccorsoche va oltre l’emergenza, e sostiene molte persone nelriprendere in mano la propriavita”. Così da aprile a luglioguardando uno spot in tv o, con più calma durante tutto l’anno, navigando in web nellamappa8xmille, la campagna di comunicazione Chiediloaloro ha fatto il bis. Incontreremo storie,volti, esperienze, vite che si rivelanoe raccontano come, grazieall’8xmille destinato alla Chiesacattolica, è stato possibile offrire con il contributo di volontari,sacerdoti e strutture un vero aiuto a chi ha bisogno.

MARIA GRAZIA BAMBINO

Sono oltre 90 le opere visitate in Italia e nei Paesi in via di sviluppo diventate protagoniste negli ultimi 12 anni delle nostre campagne di comunicazione sulla trasparenza. Ecco le nove storie 2012

Anche quest’anno per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica si può usare:uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 maggio 2012 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato;uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 maggio 2012 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato;uil modello Unico da consegnare entro il 30 settembre 2012 direttamente via internet oppure a un intermediario fiscale. Chi invece non è obbligato all’invio telematicopuò effettuare la consegna dal 2 maggio al 30 giugno presso qualsiasi ufficio postale;ula scheda allegata al modello CUD. Chi non è più obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi (pensionati e lavoratori dipendenti senza altri redditi né onerideducibili), può comunque destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica attraverso la scheda allegata al CUD. Questa può essere consegnata gratuitamente entro il 31 luglio 2012in busta chiusa presso tutti gli uffici postali oppure ad un intermediario fiscale (CAF) che può chiedere un corrispettivo per il servizio.

Il 5xmille si affianca all’8xmille. Il contribuente può firmare per tutti e due perché l’uno non esclude l’altro, ed entrambi non costano nulla in più.

Nella primavera del 200 9 l’Aquila e dintorni furonocolpite dal terribile terremoto. La Chiesa è semprestata presente anche attraverso la figura deisacerdoti. Ne è esempio don Vincenzo che, aRocca di Mezzo, ha portato conforto ai terremotatianche attraverso le parole del Vangelo.

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AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Si dice dalle nostre parti:” Se piove il 4 aprile, piove per 40giorni”; io aggiungerei:”… TRANNE IL 25 APRILE!!!”.Infatti una bella giornata di sole, un bel panorama, una bell’ospitalità, una bell’ organizzazione e, soprattutto, una bellacompagnia sono stati gli ingredienti per l’ OTTIMA riuscitadella Festa degli Incontri 2012 dell’ACR diocesana!! Tutta lacittadina di Acquaviva si è riempita di colori, di grida festosedei ragazzi che hanno affrontato varie sfide nel loro percorsoverso le “Cascate Paradiso”, di tanta musica che con allegriaci ha accompagnati in quest’ avventura. Per rendere partecipianche i lettori, ecco in sintesi come si è svolta la Festa. -Sonoiniziati ad arrivare i primi gruppi di ragazzi, simpaticissimicon i loro zaini, cappellini,bandiere, foulards. Tutti si sonoraccolti nella piazza della Fortezza dove la Pio’s band haanimato questo momento di arrivo con musica e, specialmente,con tanti balli per comunicare a tutti che l’ACR era in festa!!Non è stato solo un ritrovo per i ragazzi protagonisti di questafesta ma anche per noi educatori: molti di noi si incontranospecialmente in queste occasioni (difficoltà vera nella quotidianitàdelle nostre vite) e per questo si sono scambiati abbracci,sorrisi e tanta tanta gioia, scatenandosi anche nell’animazione.-La festa è iniziata con l’arrivo di 4 ospiti speciali: il signorFredricksen, Russell, Dug il cane e,“dulcis in fundo”, il Beccaccino Kevin(protagonisti del film Disney “Up”,tema di questa giornata). Ci hannoaccompagnato nel cammino verso lafesta e lo hanno fatto anche duranteil suo svolgimento, raccontandoci laloro storia e l’inizio del loro viaggio!- I nostri ragazzi (divisi in elementarie medie) hanno poi iniziato il loroviaggio, avventurandosi per le vie diAcquaviva. Molte sono state le sfideche hanno dovuto affrontare: conoscenza della natura, orien-tamento, geografia, agilità tanto altro! E’ stato bellissimovedere questi gruppi di ragazzi che, armati di cartina, percor-revano le vie cittadine per trovare i luoghi delle numeroseattività e, specialmente, vedere come con tanto entusiasmo eallegria partecipavano ai giochi proposti loro. - La primaparte della giornata s’è conclusa con un dovuto pranzo nelparco adiacente alla fortezza. Anche lì la festa dell’ ACR,sebbene in “pausa –pranzo”, è continuata: risate, grida, giochi,condivisione del pranzo con amici, parrocchiani o, semplice-

mente, conpersone scono-sciute ma pursempre unitedal legame cri-stiano. -Tornatiin piazza, i ra-gazzi e tutti ipresenti sonostati coinvoltinuovamentecon musica eballi. Ma il po-meriggio è sta-to particolare:infatti gli scout di Acquaviva 1 e Grottammare 1 con vari la-boratori, a seconda delle fasce d’età, ci hanno proposto delleattività che svolgono normalmente nei loro gruppi di ragazzi.-La festa si è avviata alla conclusione con l’arrivo del nostrovescovo Mons. Gervasio Gestori e con la partecipazione adun momento di preghiera finale per non dimenticare cheeravamo lì per un unico motivo: manifestare la nostra gioia di

essere cristiani. Tutti insieme ci siamoraccolti all’interno della fortezza e,guidati dal Vescovo e Don Gianluca,abbiamo pregato e ringraziato ovvia-mente il Signore per il dono dellagiornata, dell’amicizia, della gioia divivere: una particolare preghiera èstata rivolta in ricordo di Don Osvaldoche tanto ha avuto a cuore l’ACR esempre ha contribuito alla realizzazionedi questi momenti di festa. Tutto le nostre preghiere si sono elevate

“sempre più alto” verso il cielo, come i palloncini che allafine sono stati liberati in volo!! E così anche la Festa degliincontri della ACR diocesana è giunta al termine! Essenzialisono stati e sono tuttora i ringraziamenti a quanti hanno con-tribuito all’organizzazione della festa: dall’equipe diocesanaACR all’amministrazione comunale di Acquaviva e al Sindaco,alla Pro Loco, alla parrocchia di San Niccolò e al loro parrocoDon Alfredo, agli scout, alla cittadinanza. Un grazie di cuorea tutti e …. APPUNTAMENTO AL PROSSIMO ANNO!!

lorenzo de angelis

8 Anno XXIX 6 Maggio 2012PAG

CIRCOLO PARROCCHIALE CULTURALE SPORTIVO “S. GIUSEPPE”

ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA �������������������� ���������������

Sede legale: via Crispi, 22 - San Benedetto del Tronto (AP)

COMUNICATO STAMPA

“Il CSI San Giuseppe vince il campionato regionale e si

qualifica per le finali nazionali di Lignano”

I ragazzi dell’under 12 di calcio a 5 dell’ASD San Giuseppe hanno vinto le finali

regionali del campionato giovanile – circuito CSI - . La squadra, guidata dal coach

Giacomo DE ZIO, ha battuto nella fase finale l’ACLI Audax Montecosaro e la

Gagliarda Samb. Dopo il terzo posto ottenuto lo scorso anno, i blues della San

Giuseppe ritornano sul podio occupando il gradino più alto. Le finali regionali,

organizzate dal Comitato Regionale Marche CSI, si sono svolte a San Benedetto del

Tronto, presso il complesso sportivo "Sabatino d'Angelo" in zona Agraria, con una

buona presenza di pubblico. Grazie alla conquista del titolo regionale Marche, la

squadra del presidente Luigi QUONDAMATTEO stacca il biglietto per le finali

nazionali che si terranno nel mese di giugno a Lignano Sabbiadoro (UD).

San Benedetto del Tronto, 27/04/2012

CHE VINCA IL MIGLIORE I tornei dell’Oratorio San Benedetto Martire

Le gare proseguono a pieno ritmo. I tornei di biliardinoe ping-pong dell’Oratorio San Benedetto Martire sisono aperti a fine Marzo e continuano a essere giocatinei fine settimana, secondo la disponibilità dei parteci-panti, per conciliare le diverse realtà che vi prendonoparte. L’under 14 coinvolge ragazzi e ragazze della par-rocchia, mentre i partecipanti del torneo over 14 com-pongono un mosaico ben più vario e colorato. Persone didiverse provenienze, parrocchie ed età si scontrano e so-prattutto si incontrano nell’oratorio che, grazie a loro, ac-quista una vita vivace. Insieme alle rivalità nascono leamicizie: due accanitissimi rivali del torneo di ping-pong,

poco dopo la sfida, improvvisano una coppia per un doppio fuori programma. Qualcuno chiede diripetere l’ultimo punto perché il suo avversario era stato distratto. La sportività dei partecipanti rendeil divertimento più grande, senza togliere nulla alla voglia di vincere che rende accesi gli incontri. Iltorneo è nato dai pomeriggi di studio e lavoro in oratorio, durante i quali due vecchi biliardini dellaparrocchia sono stati rimessi a nuovo. Gli addetti ai lavori li hanno trovati così belli che bisognavacondividerli con gli altri. Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza i giovanissimi della par-rocchia che hanno partecipato con entusiasmo ai lavori e all’organizzazione del torneo. Presto sco-priremo chi si aggiudicherà le finali, ma a vincere sono già stati lo spirito sportivo, la voglia di stareinsieme e condividere un’esperienza che non è soltanto una gara. Simone Caffarini

Scout che passione e che divertimentoIl gruppo Grottammare 1, tra le molteplici attività ha propostoal branco dei lupetti un pomeriggio di insegnamento nell’artedella giocoleriaGROTTAMMARE – Il gruppo Scout Grottammare 1 ha oltre tren-t’anni di storia e migliaia sono i ragazzi di Grottammare che sono cre-sciuti facendo questa esperienza.Tra le tante proposte formative e ludiche, sabato 28 Aprile i capi dei lu-petti hanno deciso di far vivere ai ragazzi un momento di insegnamentonell’arte della giocoleria. La lezione è stata tenuta da due giovani delgruppo “Artisti Vaganti” con sede a San Benedetto del Tronto. Chie-diamo ad Akela, Marco Sensalini, (il capo dei lupetti) le motivazioni.Come mai avete deciso di proporre questo momento ludico? Akela:“Noi abbiamo proposto questo momento, perché nel nostro percorso

proponiamo le specialità, che sono un supporto delmetodo scout e che servono ai ragazzi per capirequali sono i loro punti deboli e i loro punti forti, perpotersi migliorare. In questo momento stiamo fa-cendo conoscere le specialità che possono acqui-sire e siccome tra le altre c’è anche la “specialitàdi maestro di giochi” ho pensato di fargli viverequesto momento con gli amici degli “artisti va-ganti” che ringrazio della disponibilità”. GilbertoBozzacchini e Marco Carlini del gruppo “ar-tisti vaganti” ci hanno invece spiegato che:“Stiamo progettando la divulgazione della gioco-leria e delle piccole scuole di circo per bambini,

negli istituti della riviera. Iragazzi lavorando sullagiocoleria, hanno la possi-bilità di sperimentare leloro capacità sia singolar-mente che in gruppo e riu-sciamo a constatare checon il tempo oltre ad ap-prendere una manualità rie-scono ad avere anche piùsicurezza in loro stessi”.

FESTA DEGLI INCONTRI 2012“SEMPRE PIU’ IN ALTO!!”

CIRCOLO PARROCCHIALE CULTURALE SPORTIVO “S. GIUSEPPE”

ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA �������������������� ���������������

Sede legale: via Crispi, 22 - San Benedetto del Tronto (AP)

COMUNICATO STAMPA

“Il CSI San Giuseppe vince il campionato regionale e si

qualifica per le finali nazionali di Lignano”

I ragazzi dell’under 12 di calcio a 5 dell’ASD San Giuseppe hanno vinto le finali

regionali del campionato giovanile – circuito CSI - . La squadra, guidata dal coach

Giacomo DE ZIO, ha battuto nella fase finale l’ACLI Audax Montecosaro e la

Gagliarda Samb. Dopo il terzo posto ottenuto lo scorso anno, i blues della San

Giuseppe ritornano sul podio occupando il gradino più alto. Le finali regionali,

organizzate dal Comitato Regionale Marche CSI, si sono svolte a San Benedetto del

Tronto, presso il complesso sportivo "Sabatino d'Angelo" in zona Agraria, con una

buona presenza di pubblico. Grazie alla conquista del titolo regionale Marche, la

squadra del presidente Luigi QUONDAMATTEO stacca il biglietto per le finali

nazionali che si terranno nel mese di giugno a Lignano Sabbiadoro (UD).

San Benedetto del Tronto, 27/04/2012

di Simone Incicco