ANNO XXIX N° 19 - 27 Maggio 2012

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ANNO XXIX N° 19 - 27 Maggio 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Finestra sulla Parola Il nostro compagno di viaggio lungo il cammino che, in cinquanta giorni, ci ha portato dalla Pasqua alla Pentecoste, è stato senz’altro san Luca, il “caro medico”, che con il suo stile elegante e fluente, ci ha coinvolti nella narrazione sempre avvincente del suo “secondo libro”, gli Atti degli Apostoli, facendoci percorrere insieme ai primi te- stimoni la Via dell’annuncio evangelico, da Gerusalemme a Roma, a quei tempi caput mundi. Tuttavia, se pre- stiamo attenzione al racconto della Pentecoste (2,1-11) che ascolte- remo, appunto, domenica pros- sima, ci accorgiamo che è Gerusalemme a sembrare il centro del mondo allora conosciuto: l’elenco delle nazionalità delle persone che sono presenti nella città santa e assistono all’evento comprende un’area geografica che va dall’Africa settentrionale all’odierno Iraq, dall’Europa all’Asia Minore, dal Mar Mediterraneo al Mar Nero, da Roma alla penisola Arabica, passando per la Pale- stina. Tanti popoli, altrettanti linguaggi; eppure: «come mai ciascuno di noi sente parlare [questi Galilei illetterati] nella propria lingua nativa?». Lo stesso Luca ce ne fornisce la spiegazione nei versetti pre- cedenti: «tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi». Un altro appella- tivo si potrebbe aggiunge a quelli -Para- clito e Spirito di verità- che abbiamo appreso da Gesù nel Vangelo di Giovanni, ovvero lo Spirito “Traduttore”. Sì, il primo “effetto” della discesa dello Spirito Santo è la capacità di annuncia re/comunicare la Buona Notizia traducendola per ciascuna persona nella sua propria lingua nativa, cioè non pretendere che sia l’altro a sfor- zarsi di capire la mia lingua, non “rinchiu- dere” il vento dello Spirito nel vocabolario stantio delle nostre formule religiose, ma essere capaci di entrare in relazione con chi mi sta di fronte parlando il suo stesso linguaggio, facendosi, come dice san Paolo, tutto a tutti, perché anche il Verbo della Vita, Gesù, sia tutto in tutti. È curioso come nella lingua latina il verbo “tradurre” (traducere) abbia la stessa radice del verbo trasmettere-conse- gnare (tradere), quasi a significare che la trasmissione del Vangelo, la quale, sul- l’esempio del Maestro, si attua mediante la consegna della propria vita, è un’opera continua di traduzione (che vuol dire anche passaggio!) dell’Amore di Dio nel- l’esperienza di quanti, fratelli e sorelle, ancora non lo hanno potuto ascoltare nella propria lingua nativa, e non si sono sentiti chiamati a rispondervi con la loro vita, portando al completamento il corpo mistico di Cristo, a cui tutti apparteniamo in virtù di un solo Spirito. Le sorelle Clarisse della Santa Speranza segue a pag. 2 Triste sabato quella scorso, segnato dall’attentato di Brindisi e preludio di una domenica lacerata dal terre- moto in Emilia Romagna. Il fatto è noto: alle 7.45 del mattino sono esplose tre bombole di gas davanti all’isti- tuto professionale Francesca Laura Morvillo Falcone di Brindisi. Melissa Bassi, 16 anni, è morta. Se- condo le prime ricostruzioni, dal posizionamento degli ordigni, l’obiettivo era proprio la scuola piuttosto che il vicino tribunale. La prima domanda, a cui forse qual- cuno ha trovato risposta prima che questo numero del nostro giornale esca, è stata: chi è il mandante? La Sacra Corona Unita? Gruppi deviati che vogliono attuare una strategia del terrore? Oppure un minus habens qualun- que che si annoiava tanto? Nel frattempo partiva la solita gara a chi visitava prima il profilo Facebook della povera Melissa; abbiamo visto le foto del suo profilo pubblicate da siti e giornali (ma la ragazza non era minorenne?); abbiamo assistito a un pro- liferare di gruppi che le davano l’addio. Pare che il lutto sia ancora più sentito quando è morboso. Sempre che non l’abbiano già fatto, domani probabilmente ci legge- ranno le pagine del suo diario, e dopodomani verremo rimproverati da stampa e tv perché siamo partiti per il “turismo dell’orrore” verso la scuola. Intanto però, men- tre l’informazione iniziava sin da subito a dare il peggio di sé e la gente invece dava il meglio scendendo in piazza, i musei venivano chiusi. La Notte dei musei, notte evento in cui i musei di tutta Italia rimangono aperti, veniva annullata. La Champions però andava in onda. La sintesi perfetta di questo paese dove il profitto non guarda in faccia al sangue e la retorica si rigenera all’ombra dell’ignoranza dei luoghi comuni. E infatti la sera seguente durante la Coppa Italia -non sia mai si fermi il calcio per soli sette morti, 50 feriti e 7000 sfol- lati- alcuni tifosi fischiavano l’inno di Mameli. Io invece dico: avremmo dovuto lasciarli aperti i musei. Avremmo dovuto chiudere le discoteche per una notte, ma per andare a ballare in strada. Di più: apriamo le scuole anche di notte, proiettiamoci film, teniamoci di- battiti, occupiamole. Facciamo nostra la cultura, rendia- mola la nostra arma per rendere meno attraente la violenza organizzata. Leggiamo fino a perdere il sonno, informiamoci per avere la consapevolezza del nostro es- sere cittadini. Ubriachiamoci, ma di vita. Lasciamo, anzi facciamo, nascere dal letame di questo vile atto il dia- mante della resistenza ad un sistema corrotto fino al mi- dollo, in cui tra 20 o forse 30 anni potrebbero dirci che le bombe sono esplose da sole, o che Melissa si è fatta esplodere. Ricordiamola, ma senza condividere le sue foto nei social network; non invadiamo la sua persona, per rispetto. Non cediamo alla retorica melensa dicendo che avrebbe potuto essere la nostra sorellina o che Me- lissa è una di noi, perché la prospettiva è diametralmente opposta: non è Melissa ad essere una di noi, piuttosto siamo noi che avremmo potuto essere Melissa. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Dopo Brindisi: ubriachiamoci, ma di vita. di Irene Natali SAN BENEDETTO DEL TRONTO È giunto tra noi, venerdì 18 maggio 2012, mons. Mogavero Domenico, vescovo di Mazara del Vallo, ricco di un’esperienza ec- clesiale scaturita da situazioni difficili nei rapporti con gruppi significativi di islam, con il problema dell’immigrazione ed anche con il problema della mafia. Nella mattina all’oasi Santa Maria dei Monti in Grottammare, si è tenuto un breve incontro con i giornalisti presenti, quindi abbiamo parte- cipato alla Santa Messa, cui ha fatto seguito un momento di festoso convivio con tutti i presenti presso il ristorante Valle Verde. La sera i due Vescovi, Mogavero e Gestori, hanno incontrato presso l’audito- rium comunale di San Benedetto del Tronto molti cittadini che erano accorsi ad ascoltare la testimonianza del Vescovo di Mazara del Vallo. L’incontro è stato voluto dal set- timanale diocesano “l’Ancora” per portare avanti un discorso sociale nell’ambito della Chiesa: discorso sociale che continue- remo con altri valenti perso- naggi (tra gli altri Don Dino Pirri, Don Sciortino e l’Arcive- scovo Bregantini) nella visione, come ci ha detto il Vescovo di Mazara del Vallo, di Chiesa, della società e della storia che hanno una loro organicità e coerenza: “Occorre met- tere in comunicazione Chiesa e società per- ché entrambe a servizio della persona in attuazione del progetto di Dio”. È questo che ci proponiamo di fare con il nostro setti- manale, perché siamo sempre più convinti che la contrapposizione sia il motivo di tante incomprensioni che spesso si trasfor- mano in spiacevoli, vere e proprie lotte. Quando si parla di bene comune si guarda tutta la persona, proprio perché esso sia ar- monico rispondente alla sua propria natura. Mons. Domenico Mogavero: un Vescovo di frontiera Un giornata di festa organizzata per il trentennale de “l’Ancora”, quella appena trascorsa venerdì 18 maggio con il Vescovo di Mazara del Vallo, a margine una piccola delusione nei confronti di alcune realtà ecclesiali e giornalisti.

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXIX N° 19 - 27 Maggio 2012 € 1.00

Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Finestra sulla ParolaIl nostro compagno diviaggio lungo il camminoche, in cinquanta giorni,ci ha portato dalla Pasquaalla Pentecoste, è statosenz’altro san Luca, il“caro medico”, che con il

suo stile elegante e fluente, ci ha coinvoltinella narrazione sempre avvincente delsuo “secondo libro”, gli Atti degli Apostoli,facendoci percorrere insieme ai primi te-stimoni la Via dell’annuncio evangelico,da Gerusalemme a Roma, a quei tempicaput mundi. Tuttavia, se pre-stiamo attenzione al racconto dellaPentecoste (2,1-11) che ascolte-remo, appunto, domenica pros-sima, ci accorgiamo che èGerusalemme a sembrare il centrodel mondo allora conosciuto:l’elenco delle nazionalità dellepersone che sono presenti nellacittà santa e assistono all’eventocomprende un’area geografica cheva dall’Africa settentrionale all’odiernoIraq, dall’Europa all’Asia Minore, dal MarMediterraneo al Mar Nero, da Roma allapenisola Arabica, passando per la Pale-stina. Tanti popoli, altrettanti linguaggi;eppure: «come mai ciascuno di noi sente

parlare [questi Galilei illetterati] nella

propria lingua nativa?». Lo stesso Luca cene fornisce la spiegazione nei versetti pre-cedenti: «tutti furono colmati di Spirito

Santo e cominciarono a parlare in altre

lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro

il potere di esprimersi». Un altro appella-tivo si potrebbe aggiunge a quelli -Para-clito e Spirito di verità- che abbiamoappreso da Gesù nel Vangelo di Giovanni,ovvero lo Spirito “Traduttore”. Sì, il primo

“effetto” della discesa dello Spirito Santoè la capacità di annuncia re/comunicare laBuona Notizia traducendola per ciascunapersona nella sua propria lingua nativa,cioè non pretendere che sia l’altro a sfor-zarsi di capire la mia lingua, non “rinchiu-dere” il vento dello Spirito nel vocabolariostantio delle nostre formule religiose, maessere capaci di entrare in relazione conchi mi sta di fronte parlando il suo stessolinguaggio, facendosi, come dice sanPaolo, tutto a tutti, perché anche il Verbodella Vita, Gesù, sia tutto in tutti.

È curioso come nella lingua latina ilverbo “tradurre” (traducere) abbia lastessa radice del verbo trasmettere-conse-gnare (tradere), quasi a significare che latrasmissione del Vangelo, la quale, sul-l’esempio del Maestro, si attua mediantela consegna della propria vita, è un’operacontinua di traduzione (che vuol direanche passaggio!) dell’Amore di Dio nel-l’esperienza di quanti, fratelli e sorelle,ancora non lo hanno potuto ascoltarenella propria lingua nativa, e non si sonosentiti chiamati a rispondervi con la lorovita, portando al completamento il corpomistico di Cristo, a cui tutti apparteniamoin virtù di un solo Spirito.

Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

segue a pag. 2

Triste sabato quella scorso, segnato dall’attentato diBrindisi e preludio di una domenica lacerata dal terre-moto in Emilia Romagna. Il fatto è noto: alle 7.45 delmattino sono esplose tre bombole di gas davanti all’isti-tuto professionale Francesca Laura MorvilloFalcone di Brindisi. Melissa Bassi, 16 anni, è morta. Se-condo le prime ricostruzioni, dal posizionamento degliordigni, l’obiettivo era proprio la scuola piuttosto che ilvicino tribunale. La prima domanda, a cui forse qual-cuno ha trovato risposta prima che questo numero delnostro giornale esca, è stata: chi è il mandante? La SacraCorona Unita? Gruppi deviati che vogliono attuare unastrategia del terrore? Oppure un minus habens qualun-que che si annoiava tanto?

Nel frattempo partiva la solita gara a chi visitava primail profilo Facebook della povera Melissa; abbiamo vistole foto del suo profilo pubblicate da siti e giornali (ma laragazza non era minorenne?); abbiamo assistito a un pro-liferare di gruppi che le davano l’addio. Pare che il luttosia ancora più sentito quando è morboso. Sempre chenon l’abbiano già fatto, domani probabilmente ci legge-ranno le pagine del suo diario, e dopodomani verremorimproverati da stampa e tv perché siamo partiti per il“turismo dell’orrore” verso la scuola. Intanto però, men-tre l’informazione iniziava sin da subito a dare il peggiodi sé e la gente invece dava il meglio scendendo inpiazza, i musei venivano chiusi. La Notte dei musei,notte evento in cui i musei di tutta Italia rimangonoaperti, veniva annullata. La Champions però andava inonda. La sintesi perfetta di questo paese dove il profittonon guarda in faccia al sangue e la retorica si rigeneraall’ombra dell’ignoranza dei luoghi comuni. E infatti lasera seguente durante la Coppa Italia -non sia mai sifermi il calcio per soli sette morti, 50 feriti e 7000 sfol-lati- alcuni tifosi fischiavano l’inno di Mameli.Io invece dico: avremmo dovuto lasciarli aperti i musei.Avremmo dovuto chiudere le discoteche per una notte,ma per andare a ballare in strada. Di più: apriamo lescuole anche di notte, proiettiamoci film, teniamoci di-battiti, occupiamole. Facciamo nostra la cultura, rendia-mola la nostra arma per rendere meno attraente laviolenza organizzata. Leggiamo fino a perdere il sonno,informiamoci per avere la consapevolezza del nostro es-sere cittadini. Ubriachiamoci, ma di vita. Lasciamo, anzifacciamo, nascere dal letame di questo vile atto il dia-mante della resistenza ad un sistema corrotto fino al mi-dollo, in cui tra 20 o forse 30 anni potrebbero dirci chele bombe sono esplose da sole, o che Melissa si è fattaesplodere. Ricordiamola, ma senza condividere le suefoto nei social network; non invadiamo la sua persona,per rispetto. Non cediamo alla retorica melensa dicendoche avrebbe potuto essere la nostra sorellina o che Me-lissa è una di noi, perché la prospettiva è diametralmenteopposta: non è Melissa ad essere una di noi, piuttostosiamo noi che avremmo potuto essere Melissa.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Dopo Brindisi: ubriachiamoci, ma di vita. di Irene Natali

SAN BENEDETTO DEL TRONTOÈ giunto tra noi, venerdì 18 maggio 2012,mons. Mogavero Domenico, vescovo diMazara del Vallo, ricco di un’esperienza ec-clesiale scaturita da situazioni difficili neirapporti con gruppi significativi di islam, conil problema dell’immigrazione ed anche conil problema della mafia.Nella mattina all’oasi Santa Maria dei Monti

in Grottammare, si è tenuto unbreve incontro con i giornalistipresenti, quindi abbiamo parte-cipato alla Santa Messa, cui hafatto seguito un momento di festoso conviviocon tutti i presenti presso il ristorante ValleVerde. La sera i due Vescovi, Mogavero eGestori, hanno incontrato presso l’audito-rium comunale di San Benedetto del Tronto

molti cittadini che erano accorsiad ascoltare la testimonianza delVescovo di Mazara del Vallo.L’incontro è stato voluto dal set-timanale diocesano “l’Ancora”per portare avanti un discorsosociale nell’ambito della Chiesa:discorso sociale che continue-remo con altri valenti perso-

naggi (tra gli altri Don DinoPirri, Don Sciortino e l’Arcive-

scovo Bregantini) nella visione, come ci hadetto il Vescovo di Mazara del Vallo, diChiesa, della società e della storia che hannouna loro organicità e coerenza: “Occorre met-tere in comunicazione Chiesa e società per-ché entrambe a servizio della persona inattuazione del progetto di Dio”. È questo che

ci proponiamo di fare con il nostro setti-

manale, perché siamo sempre più convinti

che la contrapposizione sia il motivo di

tante incomprensioni che spesso si trasfor-

mano in spiacevoli, vere e proprie lotte.Quando si parla di bene comune si guardatutta la persona, proprio perché esso sia ar-monico rispondente alla sua propria natura.

Mons. Domenico Mogavero: un Vescovo di frontieraUn giornata di festa organizzata per il trentennale de “l’Ancora”,

quella appena trascorsa venerdì 18 maggio con il Vescovo di Mazara

del Vallo, a margine una piccola delusione nei confronti di alcune

realtà ecclesiali e giornalisti.

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Anno XXIX

27 Maggio 20122

PAG

continua dalla prima pagina

Peccato che sidebba incontrare in-comprensione e suf-ficienza proprio,dall’una e dall’altraparte, là dove ci siaspetterebbe aiuto edivulgazione. Incerti ambienti c’è

un astio nei con-

fronti del nostro

settimanale che

non riusciamo a

comprendere. Per-ché non venire allo

scoperto e con-

frontarci? Ben disponibili acorreg gerci se qual-cuno ci fa ravvisarei nostri errori, ma non accettiamo pregiudizi e

particolarmente atteggiamenti di sufficienza

che il favolista romano così etichettava: “Ohquanta species, cerebrum non habet” (oh quantabellezza, ma non ha il cervello).Vogliamo portareavanti un percorso di cultura, quella vera, fatta diesperienza e non di sofisticherie. Vogliamo che la

nostra Diocesi cresca in questo senso, perchéognuno si senta capace di disporre della propriavita in modo autonomo. Vogliamo attingere al-

l’esperienza di tutti, perché solo nel confrontoc’è possibilità di crescita. Ecco perché chiediamoattenzione da parte dei mass media in particolaredei colleghi giornalisti ed altrettanto da tutte leAssociazioni, Compagnie e Movimenti Eccle-

siali. Non ci piace la società a “cassetti”, tantomeno la Chiesa che sarebbe tradire la sua mis-sione.

Ci sono occasioni, come quest’ultima con il ve-

scovo di Mazara del Vallo in cui, (da un fronteall’altro, ma per fortuna non da tutti), abbiamoavuto l’impressione che ci sia stato un atteggia-mento di indifferenza. Ci dispiace scomodare il Vangelo per dire chel’invito alla festa del nostro settimanale era statorivolto a molti giornalisti, ma pochissimi gli in-tervenuti che ringraziamo, per chi non potevaprendere parte, almeno un cenno di risposta, in-vece no! Si è perduta un’occasione veramenteimportante e di alto spessore, come hanno con-venuto i volenterosi che sono intervenuti.Un grazie al nostro Vescovo Gestori, al Vescovo

Mogavero ed al suo accompagnatore, ai colla-

boratori dell’Ancora, al Diacono Sandro Giro-

lami, alla Bibliofila e a quanti si sono adoperatiper la riuscita dell’incontro.

Pietro Pompei

Mons. Domenico Mogavero: un Vescovo di frontiera

UNIONI OMOSESSUALINon stare zittiLa verità di fronte alle affermazioni del presidente Obama Marco Doldi

“Il matrimonio è solo l’unione fra un uomo e una donna. Non possiamo rimanere in silenzio difronte a parole o azioni che minerebbero questo istituto, pietra angolare della nostra società”.Sono le parole del cardinale Timothy Dolan, presidente della Conferenza episcopale statuni-tense, dopo l’affermazione del presidente Barack Obama, favorevole al matrimonio tra personedello stesso sesso. Affermazione che ha creato notevole sconcerto, sia per il contenuto in sé,sia perché, pronunciata nel pieno della campagna elettorale, è destinata ad essere strumenta-lizzata. Che cosa dicono sostanzialmente i vescovi statunitensi? Ricordano che il matrimoniocome unione complementare tra un uomo e una donna, aperta alla trasmissione della vita, hacaratteristiche evidenti che, se mutate, modificano lo stesso significato di matrimonio. Precisaree distinguere non significa discriminare. Così, chiedere il riconoscimento del matrimonio asemplici convivenze o a unioni tra persone dello stesso sesso non sembra essere la via più ri-spettosa per affermare diritti civili. Nello stesso tempo la famiglia che nasce con il matrimonioha bisogno di essere incoraggiata e aiutata, perché è la prima cellula di socialità, dove i coniugivivono e insegnano a vivere ai figli quelle relazioni e quei valori, da cui comincia la vita sociale.Essa è un bene per tutti: “È la pietra angolare della nostra società”. Su questo la storia del-l’umanità registra una convergenza elementare e immediata delle persone. Ora, la questionedelle convivenze omosessuali richiede attenzione sul piano civile. C’è però da domandarsi sele prospettive finora adottate siano le più adatte o, se al contrario, non creino contrasti e umi-liazioni da una parte e dall’altra. Affermare che il matrimonio tra un uomo e una donna è ilmatrimonio “tradizionale” ingenera l’idea che se ne possa pensare un altro, più adatto alla sen-sibilità comune e che, in genere, quello che abbiamo ereditato sia destinato a essere sorpassato.Come esistessero diversi modelli di matrimonio. Pensare che questo superamento sia un attodi democrazia suona nell’immaginario collettivo come un atto di clemenza. In realtà, la democrazia non deve essere confusa con la creazione dei valori: in un regime de-mocratico i cittadini delegano il loro potere di governo ai rappresentanti che eleggono, ma nonaffidano loro di modificare istituzioni e valori che precedono il diritto, perché patrimonio del-l’umanità. In questo senso il matrimonio e la famiglia preesistono al diritto. Come preesiste aldiritto la non-discriminazione delle persone a motivo, ad esempio, del loro orientamento ses-suale. La questione, forse, può essere sintetizzata in questi termini: posto che il matrimonio hasue caratteristiche proprie e non modificabili, senza mutarlo esso stesso, quale tutela hanno leunioni civili tra persone dello stesso sesso? Si è davvero sicuri che la strada dell’equiparazionedi queste al matrimonio sia la via percorribile? Di fatto molte volte ha creato contrasti socialie divisioni. Questa strada è stata percorsa anche da persone in cerca di consensi popolari, po-nendosi indistintamente o da una parte o dall’altra. Il risultato è stato che non solo il matrimonio,ma anche le persone ne sono uscite astutamente strumentalizzate.I riconoscimenti artificiosa-mente egualitari non giovano al matrimonio e alla famiglia, perché, oltre a dimenticare il lorovalore singolare, possono facilmente far venire meno l’impegno per sostenerli. Il card. Dolannella nota dell’episcopato statunitense denuncia che la soluzione prospettata ha come effettoquello di erodere o ignorare l’unico significato di matrimonio. Chiede inoltre che l’ammini-strazione statale promuova, protegga il matrimonio e i figli. Problemi inediti richiedono sostegniadeguati alla famiglia in campo economico o lavorativo. Probabilmente riconoscimenti affrettatinon giovano neanche alle unioni omosessuali, perché le costringono a confrontarsi con un mo-dello matrimoniale, che a motivo della sua singolarità, non può essere imitato, anche solo inparte. La complementarietà dell’uomo e della donna e la generazione dei figli o sono assuntenella loro forma totale o conducono facilmente alla frustrazione di chi si accinge a imitarle.L’esperienza mostra che riconoscimenti di tal genere hanno storia breve. Più faticoso è invecelo sforzo d’individuare quali diritti e tutele la società civile è in grado di riconoscere a personedello stesso sesso che decidono di vivere insieme per la vita. Certamente usare il matrimoniocome mezzo per arrivare a questo fine non è la strada da percorrere.

ATTENTATO A BRINDISIUn grido vibranteCon i giovani e la scuola contro la “cultura di morte” Sir

TERREMOTO IN EMILIALa terra ha continuato a tremareOltre 3 mila sfollati, 7 morti, numerose abitazioni,

chiese ed edifici storici danneggiati

Chiese inagibili, patrimonio artistico andato distrutto, abitazioni eva-cuate, 7 morti e oltre 50 feriti, più di tremila persone che hanno dovutolasciare la propria casa. È il bilancio del terremoto che dalla notte del 20maggio 2012 sta scuotendo l’Emilia. Ferrara-Comacchio, Modena-No-nantola, Carpi e Bologna le diocesi i cui territori sono stati maggiormentecolpiti, mentre danni si sono registrati pure in Lombardia, nel manto-vano. La scossa più forte la notte, alle 4.04, con magnitudo 6.0; al mo-mento in cui scriviamo, però, sono state 75 le scosse di assestamento, la più forte delle quali, alle15.18, è arrivata a 5.1 di magnitudo e ha provocato il ferimento di un pompiere. Epicentro delsisma nei comuni modenesi di Finale Emilia e San Felice sul Panaro, e in quello mantovano diSermide. Le vittime del terremoto sono state ricordate, nella messa per la giornata mondiale dellecomunicazioni sociali celebrata a Roma dal presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco. Vici-nanza, preghiera e solidarietà li ha rivolti l’arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola. A Bolognal’arcivescovo, card. Carlo Caffarra, portando in processione l’immagine della Beata Vergine disan Luca, l’ha invocata chiedendole di essere “‘di speranza fontana vivace’ per chi sta soffrendoa causa del terremoto, per le chiese distrutte e per le case rese inospitali, per i luoghi di lavoro rasial suolo” e di concedere “il riposo eterno alle vittime e la forza di risorgere a quelle comunità”.Dalla diocesi di Modena-Nonantola, invece, in una nota, il vescovo mons. Antonio Lanfranchi

e tutta la Chiesa modenese “si stringono alle persone colpite dal sisma” e “in particolare assicuranola propria vicinanza alle comunità di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Medolla, Cavezzo eSan Tra le chiese danneggiate vi è pure il duomo di Nonantola, mentre a Carpi non si sono tenutii festeggiamenti (peraltro già annullati in segno di lutto per l’attentato a Brindisi), né la processioneper la festa patronale. Frattanto, oltre 3 mila persone hanno dovuto affrontare una nuova notte dasfollati, la prima per diversi di loro, ai quali è stato ordinato di abbandonare le abitazioni in viaprecauzionale, dal momento che si attendono ancora scosse. Palpabile è la paura per la terra checontinua a tremare, e non si sa ancora se il peggio sia passato. SIR

Sono terribili le notizie che arrivano da Brindisi,dove un attentato davanti a una scuola ha uccisouna ragazza di 16 anni. Un’altra è in fin di vita ediversi studenti sono rimasti feriti. Si segue la pistadella criminalità organizzata (ma non solo, in ve-rità): l’Istituto si chiama “Morvillo-Falcone”, siamoin prossimità dell’anniversario della strage di Ca-paci, in cui il giudice e sua moglie vennero uccisicon chi li accompagnava e, inoltre, a Brindisi passaoggi la “Carovana per la legalità”. Suggestionioscure, terribili, appunto. Sono momenti di grandedolore. Per i familiari di chi è colpito e per tuttiquanti hanno a cuore il nostro Paese e la convivenzacivile, hanno a cuore i giovani e il mondo dellascuola, che è il laboratorio di futuro per tutti, dovela cultura della vita, della legalità, della condivi-sione cerca tutti i giorni di affermarsi. Dove le ge-nerazioni si scambiano fiducia esperanza. Dove ragazzi e ra-gazze alzano la testa,con i loro insegnanti,per dire no alla crimi-nalità organizzata,all’ingiustizia. Col-pire una scuola, deiragazzi, va contro atutto questo, ha un forte si-

gnificato simbolico. In particolare, in un momentocosì difficile della vita del Paese come quello chestiamo attraversando, incupito da molte ombre trale quali anche il riapparire, con più volti, di maestridi morte. E, allora, una volta di più, bisogna direforte oggi che non ci stiamo alla cultura della morte.L’abbraccio forte, sincero e dolente ai ragazzi col-piti dai folli omicidi, ai loro genitori, alla scuola ealla comunità di Brindisi, si accompagni alla ribel-lione civile e alla richiesta di un’azione decisa edefficace dello Stato, diventi rilancio di una culturadi vita e di speranza che non si abbatte con lebombe e la violenza. La criminalità organizzatadeve sapere tutto questo, deve sapere che la con-danna dei giovani e dell’intero Paese è più forte chemai come più forte che mai è l’impegno culturaleed educativo per sconfiggerla. Anche la Chiesa è in

prima linea accanto ai giovani e allascuola, guidata da quel

grido di GiovanniPaolo II ad Agri-

gento, il 9 maggio1993, controla  “cultura di

morte”. Un gridoche oggi risuona più

vibrante che mai.

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“Ciao!”: era il tuo saluto informale, maricco di gioia interiore di vivere, che tra-smettevi e auguravi con un sorriso achiunque incontravi. Non ti si può di-menticare, cara, perché sei stata un’im-portante persona di riferimento per tutto

il tessuto so-ciale mon-taltese. Seistata semprepresente conle tue espressioni spiri-tose, ironiche e soprat-tutto allegre in ognimanifestazione dellaComunità: semprepronta ad offrire la col -labo razione con il tuoservizio generoso econ la tua disponibilitàa rendere tutto ciò cheti sembrava “bello ebuono”, perché fossevissuto in comunioneconsenziente e sinceracon il prossimo.Ri-cordo il nostro primoincontro avvenuto nellontano 1958, quandostavi per coronare ilsogno delle tua vita:quello di divenire

“maestra” ed io ti esortai con: coraggio, collega!Ed è stato proprio l’insegnamento infaticabile adarricchire la tua vita tesa ad accogliere, ascoltareed educare quei bimbi con cui, quasi, per gioco liandavi formando alla vita serena e piena digioia,”quale dono di Dio”. Della tua capacità crea-tiva, manifestata in composizioni graziose e utili,che in diverse occasioni festive ne hai fatto dono

alla comunità parrocchiale e“ultima” la rosa dellemamme, che avevi program-mato per il 13 maggio u. sc.,sono stati segni tangibilidell’amore, del rispetto,dell’autentico spirito cri-stiano, che hai coltivato e resofecondo durante il tuo lungopassaggio terreno. E il nostro“grazie” corale, che non hai

ora potuto ricevere, perché sei scomparsa comeuna meteora nel Cielo, a cui aspiravi per incon-trare “Gesù” (meta del cammino cristiano che fa-cevi compiere ai fanciulli e preadolescenti durantele lezioni catechistiche) noi, oggi, la completiamocon preghiere sincere di suffragio, perché possa turicevere dal Signore il premio per il bene el’amore che hai donato a tutti con vero slancio eammirabile fede cristiana.Arrivederci Mariannina Silvia Narcisi

Cara MarianninaMontalto Marche

Il ricordo di Mariannina, un lungo percorso di vita

tutto dedito al servizio della comunità diocesana,

parrocchiale e al suo paese

La salita al cielo di Mariannina ha provocato inme un dolore, condiviso sicuramente con tuttiquelli che l’hanno conosciuta, anche solo per unminuto. Questo miporta ad una rifles-sione: adesso chefisicamente non èpiù presente inmezzo a noi, riper-correndo il nostroconoscerci nel-l’Azione CattolicaDiocesana. Nel miocuore rimarranno ilsuo coraggio, la suagioia, il suo modo

di mettersi a servizio della sua comunità parrocchiale e del suo paeseche tanto amava. Quando entravo nella sua casa la trovavo semprecon carta e pennarelli e dalle sue mani uscivano,come d’incanto, bi-glietti unici e creativi. Diceva spesso: “La morte è un passaggio dellavita che rafforza tutti i rapporti”; è proprio vero,anche se non è quifisicamente, resta unita a noi nella Comunione di SantiOra sei in cielo, sei la stella più splendente e con la luce che emaniillumina il cammino della tua parrocchia e dei tuoi sacerdoti che sonodiventati la tua famiglia. Il tuo “sto bene” è stata la parola ricorrenteanche nei momenti difficili ed avevi sempre il pensiero per i tuoi bam-bini del catechismo. Non potevi scegliere giorno migliore per addor-mentarti tra le braccia del Padre: la festa della Mamma. Festa a temolto cara; quella maternità non avuta la vivevi nelle attività che facevi per le persone e per ibambini. Il tuo donare una rosa a tutte le mamme della tua comunità ti rendeva felice. Credo cheil modo migliore per ricordarti sia quello di non disperdere la gioia che hai saputo trasmettere atutti noi e l’entusiasmo nelle attività pastorali. Sei partita per il cielo per incontrare Gesù e i tuoi cari, ma non lasci il vuoto e il niente dietro dite, lasci la pienezza della tua vita, la testimonianza di dedizione e di affetto alla tua comunità par-rocchiale e civile. Ora che sei a fianco di nostro Signore, veglia su tutti noi, sulla tua Azione Cat-tolica e sulla nostra chiesa diocesana. Pina

Dopo la conferenza stampa dipresentazione del 27 Marzo adAscoli Piceno presso la sededella Fondazione Carisap e del30 Marzo a San Benedetto delTronto, presso la sala consiliaredel Comune, hanno preso avviole attività del progetto “La Fa-

miglia per la Famiglia”, propo-

sto dall’Associazione Centro

Famiglia di San Benedetto del

Tronto. Il progetto, realizzato insieme e

grazie alla Fondazione Cassa di

Risparmio di Ascoli Piceno vedecome partner una rete compostada: Ambito Territoriale Sociale21, Parrocchia Sant’Antonio diPadova di San Benedetto delTronto, Parrocchia San FilippoNeri di San Benedetto del Tronto,ISC Centro di San Benedetto delTronto, ISC Nord di San Bene-detto del Tronto ed ha ottenuto uncontributo economico da partedel Comune di San Benedetto delTronto-Assessorato Politiche So-ciali e Cultura.Il progetto prevede di realizzareazioni a favore della famiglia cheoggi si confronta con numerosifattori di crisi e affronta difficoltàinterne ed esterne che sono spessocausa della perdita del suo ruolofondamentale nella società. Leazioni realizzate saranno incontripubblici, incontri nelle scuole,giornate dedicate alla famiglia,

sportello informativo. Oltre ai vo-lontari dell’associazione CentroFamiglia saranno impegnati nelleattività professionisti esperti, chesi metteranno a disposizione peroffrire il proprio sostegno.

Venerdì 25 Maggio 2012 alle

ore 16, 30 presso l’Auditorium

del Comune di San Benedetto

del Tronto, si svolgerà il primo

degli incontri previsti destinati

al mondo della scuola dal titolo:

“Degni di scoprire il mondo:

una scuola per persone compe-

tenti e realmente integrate”, che

vedrà la presenza come relatore

del Dott. Dario Nicoli, esperto

nelle tematiche educative. Sitratta di un incontro rivolto agli in-segnanti, la Direzione dell’Asso-ciazione ritiene infatti che per unefficace intervento nelle scuole sianecessario non solo rivolgersi aigiovani ed alle loro famiglie, maanche effettuare un’azione co-struttiva verso gli insegnanti.Il progetto “La Famiglia per la Fa-miglia” si concluderà entro ilmese di dicembre 2013 e vedràl’Associazione molto impegnatanella realizzazione di quanto pre-visto in fase progettuale; la realiz-zazione di questo progettoqualificherà ulteriormente l’atti-vità del Centro Famiglia che operaormai da trent’anni nel territorio,gratuitamente, a favore della fami-glia.

Centro Famiglia

“La Famiglia per la Famiglia”

LA GIOIA DELLA VITA

UN FIORE IN BOCCIOLO

UN FIORE APERTO

TI DA LA VITA.

IL CALORE DEL SOLE

TI DA LA VITA.

IL SORRISO DELLE PERSONE

TI DA LA VITA

PERCHE’

SE LA VITA È SORRISO

MUSICA O CANTO

E LO SCOPRIRAI

SEI FELICE.

MARIANNINA DI STEFANO

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4 Anno XXIX

27 Maggio 2012PAG

Sabato 19 Maggio presso la Chiesa di San Pio V, il Ve-

scovo Gervasio Gestori ha ordinato il seminarista di

Cupra Marittima nuovo ministro della liturgia. Sco-

priamo insieme quali sono le funzioni dell’Accolito.GROTTAMMARE - Giuseppe Giudici, per tutti Peppe, sabato19 maggio alle 21.15 presso la Chiesa di San Pio V è stato ordi-nato accolito dal Vescovo Gervasio Gestori.

La chiesa era gremitadelle varie realtà dellaparrocchia, dagli amicie dai fedeli della terranatia di Peppe, CupraMarittima.L’Accolito,nel suo concreto eser-cizio, è destinato a mettere in risalto l’intimo legame che esistetra liturgia e l’Eucaristia in particolare e carità. Le funzioni del-l’accolito sono descritte nel documento pontificio: “L’accolito ècostituito per aiutare il diacono e servire il sacerdote. Pertanto èsuo compito curare il servizio dell’altare, aiutare il diacono e

il sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebra-zione della Messa, inoltre, distribuire, come ministro straordi-nario, la santa Comunione tutte le volte che i ministri (ordinari)non vi sono o non possono farlo, oppure tutte le volte che il nu-mero dei fedeli, i quali si accostano alla sacra mensa, è tanto ele-vato che la celebrazione della Messa si protrarrebbe troppo alungo.

Nelle medesime circostanze straordinarie potrà essere incari-cato di esporre pubblicamente la SS. Eucaristia e poi riporla; manon di benedire il popolo. Potrà anche - in quanto sia necessario- provvedere all’istruzione degli altri fedeli che, per incarico tem-poraneo, aiutano il diacono e il sacerdote nelle azioni liturgiche”(n. VI). La celebrazione dell’ordinazione di Peppe, si è svoltanormalmente fin quando prima dell’offertorio il Vescovo lo haconsacrato accolito, porgendogli il calice e l’ostia da portare al-l’altare. Al termine della Messa Peppe ha ricevuto un significa-tivo dono, da parte delle diverse realtà parrocchiali di San Pio Ve da Don Giovanni Flammini, per aiutarlo nelle spese quoti-diane, un contenitore per ostie per portare la comunione agli am-malati e una nuova veste liturgica.

Giuseppe Giudici è stato ordinato accolitodi Simone Incicco

Pasqua dell’Operatore Turistico e dell’AlbergatoreSabato 14 Aprile 2012 Santuario Madonna della Stella - SpoletoGuidati da Mons. Giuseppe Chiaretti Spiritualità, arte,

professionalità, eccellenza

Fervono i lavori per la Sagra Giubilare di Grottammare

Dalla Festa di San Giovanni Battista a quella di San Martino d’estate.

“Alla foce del fiume Tesino, a sud di Grottam-mare e non lungi da questo importante centrorivierasco di origine medievale, sorge la Chiesadi S. Martino, intorno al Mille un monasterium,

oggi uno spazio sacro mèta di pellegrinaggi isti-tuzionalizzati e ad andamento ciclico”. Iniziacosì la conferenza che il prof, don Mario Sensi,docente di storia ecclesiastica alla PontificiaUniversità Lateranense di Roma e all’IstitutoTeologico di Assisi, tenne al cinema Sibilla inpreparazione della Sagra del 1984. E prosegue.“Il pellegrinaggio ha appellativo di Sagra, nel-l’accezione di Festa, o meglio pellegrinaggioper lucrare l’indulgenza plenaria, la quale ri-corre ogni volta che il primo luglio cade di do-menica, anche se alcuni l’avevano letta comeretaggio di vere sacra, ipotizzando così il pro-lungamento fino ai nostri giorni di un’anticafesta che celebrava la sacra immigrazione deiPiceni”. E questo 2012 è proprio uno di queglianni fortunati, ma pieno di onerosi impegni, trai quali anche quello della scelta degli artisti.Sette, infatti gli artisti grottammaresi coinvoltinell’opera che rappresenterà l’annullo filatelicodella Sagra Giubilare 2012. Si tratta di CeciliaDionisi, Carlo Gentile, Luciana Leoni, PatrizioMoscardelli, Cristina Persiani, GiambattistaSantori, Antonio Sguerrini. Sono già al lavoronel Salone del MIC per dipingere l’opera checaratterizzerà l’edizione 2012 della rievoca-

zione storico-religiosa. Insieme stanno realiz-zando una grande tela che poi verrà rielaboratagraficamente per realizzare l’annullo filatelico.La tela, che misura 3x2 metri, prevede un di-pinto centrale (2x2), risultato di una composi-zione collettiva, incorniciato da otto riquadricon opere individuali e nell’ultima il logo e lefirme degli artisti. Chi vuole vederli all’operapuò recarsi al Mic, ma deve sbrigarsi, perché iltempo sta per scadere. E.Tì.

Ripatransone Il giorno della Cresima

Grottammare - Parrocchia Madonna della Speranza

Festa della Prima Comunione

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5Anno XXIX

27 Maggio 2012 PAG

Le sette parabole di Matteo 13

70. IL GRANELLO DI SENAPE E IL LIEVITODopo la parabola della zizzania Matteo ri-porta due brevissime parole, quella del granodi senape e quella del lievito (Mt 13,31-33);poi indica il motivo per cui Gesù parlava inparabole (Mt 13,34).

1. Da un piccolo seme viene una

pianta dell’orto. Gesù “espose loro un’altra

parabola, dicendo: ‘Il regno dei cieli è simile

a un granello di senape, che un uomo prese

e seminò nel suo campo.32Esso è il più piccolo di

tutti i semi ma, una volta

cresciuto, è più grande

delle altre piante dell’orto

e diventa un albero, tanto

che gli uccelli del cielo

vengono a fare il nido fra i

suoi rami’” (Mt 13,31-32).Con quel “seminò” (éspei-

ren, all’aoristo), Matteo siriferisce a “il seminatore”,che è Gesù, che avevacompiuto il suo mistero pasquale circa qua-rant’anni prima. Ne segue che, con “il regnodei cieli”, Mt si riferisce al regno di Dio nellasua fase terrena e storica. La parabola, poi,si articola nel contrasto “più piccolo / piùgrande” e si ampla con un trattto allegorico:l’albero, gli uccelli, il nido. È “il più pic-

colo”. Il granello di senape (la pianta chia-mata brassica nigra dai botanici) è davveropiccolo: un puntino nero, che risalta nitida-mente, sulla palma di una mano. Gesù se neserve come metafora anche altrove e a scopodi contrasto: “In verità io vi dico: se avretefede pari a un granello di senape, direte aquesto monte: ‘Spòstati da qui a là’, ed essosi sposterà, e nulla vi sarà impossibile” (Mt17,20). Fa quindi suo un modo di pensaresottolineava la piccolezza di questo seme; edè proprio questa sua esiguità che costituiscel’elemento materiale della parabola.

Diventa più grande delle altre piante

dell’orto”. La brassica nigra, nel suo pienosviluppo, può raggiungere anche quattrometri di altezza e anche qualche cosina inpiù. Quanti sono stati in pellegrinaggio inTerra Santa hanno presente di certo nellamente l’arbusto di senape – abitualmentespelacchiato – che si trova sulla spianata delTabor, vicino alla basilica; lì tante volte hofatto sostare i tanti gruppi che ho guidatoproprio per leggere la parabola che ci sta in-teressando. Dolcissimo ricordo! Tutti hannoconstatato che – come del resto dice Gesùstesso – si tratta semplicemente di una tra lepiù grandi “delle piante dell’orto (tôn lacha-

nôn)” Capiamo ora il punto focale della pa-rabola: il contrasto tra piccolezza iniziale e

sviluppo successivo. In concreto, quando

Gesù pronunciava questa parabola la suaopera era ben modesta, in quanto aveva consé i Dodici e poche altre persone. Circa unun quantennio dopo, quando Matteo scrivevail cristianesimo si era diffuso largamente nelbacino orientale del Mediterraneo e avevaraggiunto anche Roma. All’espansione geo-grafica si univa la ricchezza piena del Regno:il Risorto si rendeva presente in mezzo a

quelli riuniti nel suo nome(18,20); si donava sacra-mentalmente ad essi nellacelebrazione eucaristica(26,26-29); da questa na-sceva l’annuncio missiona-rio (28,18-20) e l’aiuto aipiccoli (25,31-46). Il tratto

allegorico. Dicendoche“gli uccelli del cielo

vengono a fare il nido fra i

suoi rami” Mt di riporta aEzechiele l’immagine

dell’albero sul quale gli uccelli che vi nidifi-cano (Ez 17,22-23) indica i popoli paganiche entrano a far parte del popolo eletto. Nelnostro casa, indica i popoli che, man mano,ricevono il battesimo e sono accolti nella fa-miglia triniaria del Padre, Figlio, SpiritoSanto (28,19).

2. Un poco di lievito fa fermentare

tanta massa. Ecco l’altra parabola. “Disse

loro un’altra parabola: ‘Il regno dei cieli è

simile al lievito, che una donna prese e me-

scolò in tre misure di farina, finché non fu

tutta lievitata’” (Mt 13,33). Alla capacità diespandersi esternamente, gia presentatasopra, si sottolinea ora la forza di trasforma-zione interna che la grazia del REGNO rea-lizza nell’individuo e nella società. Mettendoin scena una donna – una vera novità! – c’èda ritenere che Gesù sta pensando alla suamamma! “tre misure”, cioè tre sáta. Il sáton

equivaleva a oltre 13 litri! Quindi, una quan-tità ecceziona, da regno di Dio!

3. Un altro scopo del parlare in pa-

rabole. “Tutte queste cose Gesù disse alle

folle con parabole e non parlava ad esse se

non con parabole, 35perché si compisse ciò

che era stato detto per mezzo del profeta:

‘Aprirò la mia bocca con parabole, / procla-

merò cose nascoste fin dalla fondazione’ del

mondo” (Mt 13,34; nella finale cita il Salmo78,2). Questa seconda spiegazione, del per-ché Gesù parla in parabole e differente dallaprima (13,10-13), collega il genere parabo-lico ai misteri divini, o “cose nascoste”.

“Lampada per i miei passi è la tuaparola, / luce sul mio cammino” (Sal119,105). [email protected]

PAROLA DEL SIGNOREASCENSIONE DEL SIGNORE - ANNO B

DEL TUO SPIRITO, SIGNOE E’ PIENA LA TERRA

Dal VANGELO secondo GIOVANNI

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

Quando verrà il Consolatore che io vi man-

derò dal Padre, lo Spirito di verità che pro-

cede dal Padre, egli mi renderà

testimonianza; e anche voi mi renderete te-

stimonianza, perché siete stati con me fin

dal principio. Molte cose ho ancora da

dirvi, ma per il momento non siete capaci

di portarne il peso. Quando però verrà lo

Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità

tutta intera, perché non parlerà da sé, ma

dirà tutto ciò che avrà udito e vi annun-

zierà le cose future. Egli mi glorificherà,

perché prenderà del mio e ve l’annunzierà.

Tutto quello che il Padre possiede è mio;

per questo ho detto che prenderà del mio e

ve l’annunzierà. (GIOVANNI 15,26-27;

16,12-15)

Il ciclo delle festepasquali terminaoggi con la Pente-coste, la festa delloSpirito Santo.

Il termine Pente-coste sta a signifi-care: cinquantagiorni dopo la Pa-squa, in questa cheera una festaebraica, lo SpiritoSanto porta a compimento la promessa diGesù:” IO VI MANDERò UN CONSOLA-TORE. “Lo Spirito Santo, chiamato da Gesùanche avvocato, spirito di salvezza, ha comemissione preferenziale di guidare il popolo diDio, alla “VERITà TUTTA INTERA “cioèaiutare il popolo di Dio a penetrare più pro-fondamente, a comprendere meglio, a gui-darlo nel progetto di Dio. Egli come ci dicela Scrittura, (e messo in evidenza nell’INNO)trasforma l’uomo dal di dentro, invadendol’intimo dei cuori, consolando, recando sol-lievo, saziando, lavando, irrigando, raddriz-zando, guarendo.

Ovviamente l’azione dello Spirito, può av-venire solo con la collaborazione dell’uomo,poiché Dio ci ama troppo per forzare la nostralibertà, ma nel momento in cui l’uomo riescead “arrendersi” all’azione dello Spirito, alsuo amore infinito, l’uomo riesce raccoglierequelli che vengono chiamati i frutti dello Spi-rito: AMORE, GIOIA, PACE, PAzIENzA,BENEVOLENzA, BONTà, FEDELTà, MI-TEzzA, DOMINIO DI Sé.

Frutti dello Spirito, e quindi frutti di santità,come i più fedeli seguaci di Cristo stanno adimostrare. Tutti i santi che ci hanno prece-duto sulle strade del Regno, e quelli che at-torno a noi, sono incamminati su quella stessastrada, ma che noi spesso facciamo fatica a ri-conoscere, sono guidati dallo Spirito e fannobrillare i suoi frutti. E’ molto difficile parlaredello Spirito Santo, perché parlarne è comevoler fare una descrizione dell’Amore, o dellesue sensazioni, delle sue emozioni, ognunodi noi fa una esperienza diversa dell’Amore,per cui spesso mentre ne parliamo ci accor-giamo che le nostre parole non riescono a ren-dere l’idea di ciò che proviamo, non riesconoa far capire ciò che realmente vorremmo dire,non riescono a trasmettere il nostro pensiero.E’ il limite della parola di fronte a qualcosa di

profondamente piùgrande, di immensa-mente più profondo.Non trovo altre pa-role, che quelle di unbrano di San Paoloche mi colpisconosempre e sempre misorprendono: LOSPIRITO SANTOVIENE IN AIUTOALLA NOSTRADEBOLEzzA, PER-

CHE’ NEMMENO SAPPIAMO CHE COSASIA CONVENIENTE DOMANDARE, MALO SPIRITO STESSO INTERCEDE PERNOI, CON GEMITI INESPRIMIBILI.

In questa bellissima festa di Pentecoste, ri-volgiamo alla Spirito Santo quella bellissimalode espressa nella Preghiera allo Spirito (Se-quenza):

VIENI SANTO SPIRITO, MANDA A NOIDAL CIELO UN RAGGIO DELLA TUALUCE….CONSOLATORE PERFETTO,OSPITE DOLCE DELL’ANIMA, DOLCIS-SIMO SOLIEVO O LUCE BEATISSIMAINVADI NELL’INTIMO IL CUORE DEITUOI FEDELI… DONACI GIOIAETERNA ... RICCARDO

Pillole di saggezza:

LO SPIRITO SANTO CHE SI

INTENERISCE PER LE NOSTRE

DEBOLEZZE, CI VISITA ANCHE

SE NON SIAMO ANCORA

PURIFICATI.

(EVAGRIO POnTICO –De oratione)

Domenica 27 maggio

Ore 11.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa, con S. Cresime

Ore 17.45 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: Vespri

Ore 18.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa

Mercoledì 30 maggio

Ore 18.30 Grottammare S. Pio V: Rito con una Comunità Neocatecumenale

Venerdì 1 giugno

Ore 22.00 Centobuchi - S. Messa, a conclusione della Processione Mariana

Sabato 2 giugno

Ore 09.00 Villa LempaS. Messa, con S. Cresime

Ore 11.00 CentobuchiParrocchia Regina Pacis: S. Messa, con S. Cresime

Domenica 3 giugno

Ore 11.00 Porto d’AscoliSS. Annunziata: S. Messa, con S. Cresime

Incontri Pastorali del VescovoDuRAnTE LA SETTIMAnA 27 MAGGIO - 3 GIuGnO 2012

“Tutti siano una sola cosa … perché il mondo creda” Gv 17,21

Carissimi, vi ricordo che Sabato 26 maggio alle ore 21.00, presso la nostra Catte-drale, vivremo la celebrazione diocesana della Veglia di Pentecoste,presieduta dal nostro Vescovo Gervasio. La Celebrazione vedrà al centro la famiglia, cuore del VII incontromondiale con il Papa, che si terrà a Milano il 2 e il 3 Giugno.La celebrazione sarà così scandita:- Primo momento: ci troverà riuniti nel piazzale antistante la Catte-

drale per l’accensione di sette bracieri, simbolo dei doni dello Spirito

Santo;- Secondo momento: Liturgia della Parola (all’interno della Catte-

drale);- Terzo momento: memoria del Sacramento della Confermazione;

- Quarto momento: Liturgia Eucaristica.

I presbiteri si ritroveranno alle ore 20,45 nel cortile della Parrocchia (via Pizzi n. 6)per indossare i paramenti (portare il camice e la casula rossa del Sinodo).

In attesa di incontrarci, vi saluto fraternamente. Don Claudio

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6 Anno XXIX

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Ridire la fede in terra marchigiana

In preparazione al “Secondo convegno Ecclesiale Mar-chigiano”, vi proponiamo uno stralcio della riflessionedi Giacomo Ruggeri

REGIONE MARHE - Quando una Chiesa in ambito regio-nale convoca la gente, si espone verso tre scelte:a) chiedersi e confrontarsi sulla reale incidenza della fedecristiana nella vita delle persone;b) ripensare il linguaggio nel ridire la fede oggi in un con-testo antropologico radicalmente cambiato;c) scegliere come Chiesa di ripensare la propria missione

nell’ottica del contagio della testimonianza dove, mediante persone, incontri, luoghi, ambientipossa risuonare la freschezza di credenti in Cristo.La regione Marche, dal 22 al 24 novembre 2013, vivrà il 2° convegno ecclesiale regionale a di-stanza di vent’anni dalla prima convocazione (1993). La Chiesa marchigiana, dunque, sceglie dirileggere la condizione attuale della propria regione, traendo frutto anche da questo ventennio,cercando di tracciare un percorso per la vita delle comunità cristiane e delle persone, uomini edonne, in cerca di verità. Vivere e trasmettere la fede al mondo cambiato. Sarà capace la Chiesamarchigiana di assolvere tale compito? Due le condizioni necessarie: 1. consolidare la reale consapevolezza che è Dio, Signore del tempo e della storia, a condurre permano il suo popolo, perché, senza questa profonda convinzione, ogni progettazione ricade sulnarcisismo dei singoli;2. affrontare l’irrinunciabile sfida che il mondo, giorno dopo giorno, ci fa trovare all’uscio dellenostre case: l’uomo sta cambiando al suo interno e nel suo pensarsi all’interno del mondo, mutandoradicalmente tanti criteri di valutazione, di scelta, di decisione che lo hanno guidato sino ad oggi.In questa epoca di veloce e profondo mutamento antropologico, l’agire pastorale della Chiesa sitrova a confrontarsi non senza difficoltà con un modo totalmente altro, diverso, indifferente, cheinfluisce pesantemente sull’agire delle persone. Alzati e va… Vivere e trasmettere la fede nelleMarche, dunque, non è solo il titolo del 2° convegno ecclesiale, ma dovrà rappresentare lo scenarioper ogni diocesi marchigiana, ogni parrocchia, gruppo, associazione, movimento, realtà monastica,luoghi di formazione al sacerdozio, alla vita consacrata, istituti di formazione teologica… Non èfuori luogo tale indicazione, perché il rischio reale di ogni convocazione di Chiesa ad ampio raggio(siglata spesso con l’espressione imprecisa di “evento”) è di essere considerato un impegno diqualcuno che è stato scelto ed eletto. Le cose non stanno così. L’impegno di riflettere sul tema delconvegno riguarda, già al presente, ogni parroco, per citare una delle tante figure pastorali chequotidianamente s’incontra e si scontra con il relativismo di pensiero e di azione delle persone.Questa è la terra marchigiana nella quale continuare a lavorare con passione e dedizione, in unostile di pensiero e di azione sempre più convergente e nell’ottica della condivisione, facendo ri-fiorire l’attualità del vangelo in un quotidiano sempre più appiattito su parole spente, corrose, in-sipide. Quando viene donato il vangelo, la vita della persona ritrova senso e direzione. Le tre “e”per la Chiesa nelle Marche assume anche una valenza universale poiché la “tre giorni” del con-vegno marchigiano del 2013 coincide con la conclusione dell’Anno della fede pensato e volutoda Benedetto XVI. Eucaristia, educazione, evangelizzazione: le potremmo definire le tre “e” nondi congiunzione ma di missione. La storia, l’arte, la religiosità, le tradizioni popolari, la culturarendono le Marche una regione ecclesiale bella e attiva. Nei mesi che seguiranno, il lavoro (percosì dire quasi certosino) che viene affidato ad ogni diocesi consisterà nel dare sempre più vocee ascolto alla base ecclesiale, traendo intuizioni e indicazioni pastorali utili per il bene della Chiesae per l’edificazione del regno di Dio. Ovviamente, non bisognerà poi attendere altri vent’anni perritrovarsi a riflettere. Ritmi e tempi impongono prassi relazionali e pastorali diverse.

Un secolo e mezzo usciva il primo numero delgiornale ufficiale della Città del Vaticano che dàcopertura a tutte le attività pubbliche del  Papa,pubblica editoriali scritti da esponenti impor-tanti della Chiesa Cattolica  e stampa i docu-menti ufficiali della Santa Sede.Da alloral’Osservatore Romano    esce sia quotidiana-mente  che settimanalmente seguendo i passidel Magistero pontificio, alla comunione eccle-siale e moderne comunicazioni sociali per for-nire un buon    servizio a tutti coloro che“cercano i canali” di speranza per ottenere la fi-ducia e il coraggio del Vangelo.“La crisi eco-

nomica mondiale continua a creare miseria, ad

aumentare precarietà ed esclusione, ad alimen-

tare nelle persone un senso di frustrazione e di

ingiustizia che «può divenire fonte di ri-

volta».  A denunciarlo è BenedettoXVI, che invoca «una nuova mobili-

tazione per far fronte, nella giustizia

e nella solidarietà, a tutto ciò che mi-

naccia l’uomo, la società e il suo am-

biente».Consapevole dell’attualecrisi economica e di valori in cui lanostra società sta vivendo da moltotempo,  l’Osservatore Romano  ha deciso di af-fidare la promozione del suo 150°anniversarioalla casa editrice Pagine srl. Tale connubio per-mette di usufruire di vantaggiose promozioni sututti i prodotti editoriali del giornale papale,l’unico che si occupa solamente di Fede, ormaida un secolo e mezzo. Una testata storica chemerita fiducia e che deve circolare sempre più.L’edizione quotidiana, viene pubblicata seigiorni su sette (escluso il lunedì) e riporta tuttele notizie giornaliere del mondo della Chiesa.Una fonte indispensabile per chi vive e credenel mondo delle Fede. Ricevere il quotidianodirettamente via posta  al proprio domicilio adun prezzo ridotto rispetto all’acquisto giorna-liero in edicola(il risparmiano è superiore ai 100

euro)è l’obiettivo dell’anno per L’osservatoreRomano. Sei mesi di abbonamento a 107,90euro, comprese le spese di spedizione. 12 mesidi abbonamento a 208,90 euro, comprese dispedizione. Un occasione unica ed irripetibileper essere tutti i giorni informati sulle ultimenovità del mondo direttamente  dalla redazionedi città del Vaticano. Una lettura necessaria pertutte le persone che vogliono essere informatesui fatti senza dubitare della veridicità delle no-tizie. L’edizione settimanale esce ogni martedì,è in formato tabloid e  pubblica le encicliche, leesortazioni, i messaggi e lettere apostoliche el’integralità dei discorsi e delle omelie del Papa.Inoltre, riporta i documenti dei dicasteri dellaCuria Romana e altri testi di riflessione.In oc-casione dei viaggi  apostolici vengono pubbli-

cati numeri speciali che riportano integralmentein lingua originale i discorsi del Pontefice e idocumenti della Curia Romana, altri testi e ar-ticoli di commento.In occasione dei viaggi delPapa dedica un numero speciale. L’edizione set-timanale in lingua italiana è dedicata principal-mente a quanti desiderano attingere alla fontedel magistero. In occasione della ricorrenza dei150 anni di vita del giornale, è possibile abbo-narsi all’edizione settimanale (sia in italiano chealtre lingue) per un anno senza tacito rinnovo,ricevendo direttamente via posta la storica te-stata al proprio indirizzo ad un prezzo promo-zionale: 67,90 euro, spese postali incluse.

Dott.sa Fabiana Traversi

[email protected] 3407911917

Montelparo, una via per Gregorio Petrocchini

di Irene Natali

Il 20 maggio 1612 moriva Gregorio Petrocchini; il20 maggio 2012 Montelparo gli intitolava una via. Aquattro secoli esatti dalla morte del Cardinale Mon-telpare, i compaesani rendono ufficiale la comme-morazione della sua figura storica: prima, sabato 5maggio, la visita del Vicario di Sua Santità BenedettoXVI Sua Eminenza Angelo Comastri, poi, domenica20 maggio, l’inaugurazione della via. La volontà dicelebrare Petrocchini, che amava il suo paese d’ori-gine al punto da firmarsi nei documenti ufficialicome “Cardinale Montelpare”, non è però nuova; ri-sale al 1989, anno in cui una delibera stabilisce chegli si dedichi una strada. Il tratto scelto è quello chenel centro storico va da via Castello a via Catano-vetta. Non un tratto casuale: alla fine infatti c’è pro-prio la Chiesa di San Gregorio, di cui Gregorio Petrocchini aveva appunto commissionato lacostruzione. Collocata vicino a un’edicola della Madonna del Soccorso risalente al XVIII secolo,la targa è stata scoperta dopo la messa delle 11.00.

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16

Tel. 0735 581855 (int. 2-5) - e-mail: [email protected]

C.C.P. n. 14590632, intestato Curia Vescovile - Causale l’AncoraImpaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected]

Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

I 150 anni dell’OSSERVATORE ROMANO, un invito a sostenerlo

Da Acquaviva Picena,

Il bozzetto di Chiara Troiani vince il concorso per il Drappo

Dalle ore 9 di sabato 26 Maggio, per le strade del centrostorico di Acquaviva Picena, oltre 200 bambini, dai treai 13 anni, vivranno la storia di Foresteria degli Acqua-

viva e Rinaldo dei Brunforte, sfidandosi nei giochi sto-rici del Palio del Duca. La manifestazione, che haottenuto il patrocinio gratuito della Regione Marche,della Provincia di Ascoli Piceno, medaglia d’oro al valormilitare per attività partigiane, è realizzata in collabora-zione con gli Istituti Scolastici Comprensivi di Acqua-viva e Monsampolo del Tronto. Durante la prima serataculinaria, dal tema “Selvaggia”, al Ristorante “NonnaPeppa”, l’instancabile Presidente del Palio, cav. NelloGaetani, ha presentato, alla stampa e alle autorità citta-dine, il Drappo di questa IX edizione del Palio dei Bam-bini. Il bozzetto è dell’alunna Chiara Troiani della scuolamedia di Acquaviva ed è stato scelto tra gli oltre 40esemplari concorrenti. E.Tì.

S. Benedetto del TrontoPiazza P. Massimiliano Maria Kolbe

Statua dello scultore Primo Angellotti

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7Anno XXIX

27 Maggio 2012 PAG

Da Ripatransone a cura di A. G.

A Ripatransone, il Centro diAggregazione Sociale per An-ziani (il cui presidente è il di-namico Prof. Nicolino Vespa-siani), nell’arco dell’anno svol-ge una molteplice attività, persoddisfare i vari interessi degliiscritti, appartenenti a variefasce sociali. In questo mesesi sono conclusi i laboratori di artigianatofemminile, condotti dalle iscritte più abilinella manualità; il ricavato dalla vendita deimanufatti prodotti, sarà devoluto alle asso-ciazioni di volontariato umanitario.Per favorire la socializzazione nella spensie-ratezza, sono stati programmati due pranzisociali, che si sono svolti domenica 13 e ve-nerdì 18 Maggio 2012, con menu a base dipesce, offerto per l’ennesima volta dalla Dittadi Pietro Trevisani (ingrosso pesce) di SanBenedetto del Tronto.

I due pranzi (al secon-do ha partecipato an-che il neo-sindacoProf. Remo Bruni)sono stati serviti consignorilità presso il Ri-storante “La Petrella”.Il menu, squisito, èstato preparato dalla

titolare della nuova gestione del locale, lagentilissima signora Cinzia Di Clemente (te-lefono 339 6239 818). La prossima iniziativadel “Centro Anziani” di Ripatransone è lagita sociale nella città di Tivoli dove, fral’altro, i partecipanti potranno visitare lasplendida Villa d’Este (secolo XVI) e l’anticaVilla Adriana (secolo II).La gita è stata programmata per domenica 3Giugno 2012: le prenotazioni si ricevonopresso il Centro.

Attività del Centro Anziani

A Ripatransone, il frate cappuccino Padre Marcellino Nucci, per il suo 90° genetliaco è statofesteggiato calorosamente dagli ex parrocchiani di san Giuseppe e di San Michele, chieserurali del vasto territorio ripano, dove è stato parroco per 46 anni, amministrando i sacramenti(dal battesimo al matrimonio) a tre generazioni di residenti, e dove, nei primi anni ’50 del 20°secolo, fu il promotore dell’edificazione della nuova chiesa dedicata a San Giuseppe, neipressi dell’omonima strada provinciale. In questo sacro tempiosi è svolta la festa domenica 6 Maggio 2012. Alle ore 11,30,nella chiesa gremita (poiché vi erano confluiti anche gli ex par-rocchiani di San Michele), presenti anche una sorella (infamiglia erano undici fratelli) e tanti nipoti e pronipoti, PadreMarcellino ha celebrato l’Eucaristia, con l’animazione liturgicadel coro della chiesa. All’omelia, con evidente commozione,ha ringraziato tutti i presenti, per il ricordo; per l’attestato digratitudine e di stima, sentimenti espressi in un’elegante perga-mena; per le generose offerte di cui potrà disporre liberamente.Al momento di lode a Dio e di gratitudine verso il benemeritoe longevo parroco, è seguito il momento conviviale presso ilRistorante “La Fonte”, dove i 127 presenti hanno rinnovato aPadre Marcellino il loro sentito “grazie” per la lunga attivitàpastorale svolta in mezzo a loro, con assiduità e dedizione, augurando nel contempo altri anninon solo di riposo e di ricordi, ma anche di operosità nell’ambiente dove vive da qualcheanno (Convento dei Cappuccini ad Offida).

Padre Marcellino Nucci festeggiato per il 90° genetliaco

Aumenta il prezzo dei parcheggi a pagamento,

colpo di grazia al turismo?

San Benedetto del Tronto- Dopo la Tassa di Soggiorno,l’amministrazione comunale diretta dal sindaco GiovanniGaspari annuncia anche un notevole aumento dei costiper i parcheggi a pagamento. Si sta costruendo ilturismo attorno al turista nel modo giusto?Più volte gli assessori del comune di San Benedettodel Tronto hanno parlato del turismo come ancora disalvezza per l’economia locale. Si cerca in tutti i modidi attrarre in città un vasto target di turisti attraversotante iniziative culturali e gastronomiche. Eppure inun periodo in cui non si fa altro che parlare di crisi e di grosse percentuali di turisti chetrascorreranno le vacanze all’insegna del risparmio, l’amministrazione comunale decide divarare ben due aumenti. Il primo è la Tassa di Soggiorno e il secondo è quello di cui cioccupiamo oggi, l’aumento dei costi per parcheggiare sulle tanto temute strisce blu.I parcheggi a pagamento scatteranno, come di consueto, a partire dal 1^ giugno fino al 31^

agosto e saranno validi 7 giorni su 7. Riguardo gli aumenti, il ticket orario costerà 75 centrispetto ai 50 dell’anno precedente mentre il giornaliero costerà 7,50 euro, 2,50€ in più inconfronto al 2011. Non si salva dai rincari neanche il ticket denominato “grattino”, che ha unavalenza fino a 5 ore, il quale costerà 3 euro invece che 2. Invariati invece i prezzi degliabbonamenti settimanali, mensili e stagionali che costeranno rispettivamente 25, 90 e 200 euro.Intatta anche la tariffa stagionale per i residenti che costerà 30 euro. Infine è stato anche previstoun particolare abbonamento stagionale per i titolari di attività commerciali e strutture ricettive in-teressate dalle linee blu, esso costerà 100 euro, prezzo che scenderà di ben 50 euro, se i titolari inquestione accetteranno di vendere ticket per il parcheggio. Come se non bastassero i rincari,l’amministrazione comunale fa sapere che sono state preparate anche ben 900 nuove zone blu,nelle quali scatterà l’obbligo del ticket. In conclusione mi permetto una piccola riflessionepersonale: in un periodo di grande incertezza e ristrettezza economica come questo, dove ilturismo ricercato è sempre più breve e meno caro possibile, sarà stata la mossa giusta inserireanche questi nuovi aumenti? Non sarebbe stato meglio aumentare leggermente il prezzo degli ab-bonamenti (mensili e stagionali) e diminuire quelli giornalieri? Forse sono solo piccoli dettagli,però si sa a volte anche le piccole cose possono fare la differenza. Emanuele Ciucani

Come previsto dal calendario attività 2012 dellaRiserva Sentina, nei prossimi giorni avrannoluogo due importanti eventi a cui la cittadinanzaè invitata. Il primo appuntamento è per venerdì18 maggio, alle ore 18:30 presso la sede Uni-cam, con una serata di approfondimento sui pi-pistrelli, cui seguirà sabato 19, dalle ore 21:00una uscita notturna nella Riserva con strumentidi rilevamento degli ultrasuoni (Bat-detector)per l’individuazione dei pipistrelli. Il tutto sottola guida esperta di uno zoologo. Nella mattinatadi sabato 19 maggio ci sarà invece la libera-zione di un esemplare di Caretta caretta, pre-cedentemente curato presso il centro di primosoccorso per tartarughe marine dell’Universitàdi Camerino. L’appuntamento è alle ore 10:00lungo la spiaggia libera prospiciente la sede

Unicam (Lungomare Scipioni) e vedrà la par-tecipazione di turisti e di numerose scuole dellariviera ormai sempre coinvolte in questi eventidi educazione e sensibilizzazione ambientale.

Il coordinatore del CEA Riserva Sentina

“Torre sul Porto”

Giuseppe Marcucci

LIBERAZIONE TARTARUGHE MARINE

E BAT-NIGHT

Nell’ambito delle celebrazioni per festeggiare gli ottanta anni del primo tratto del Lungomare, inaugurato nel corso della festa

della Madonna della Marina del 1932,

IL CIRCOLO DEI SAMBENEDETTESIpromuove

Un concorso di poesie e pensieri in dialetto sambenedettese

o in lingua italiana che abbiano per oggetto gli aspetti ambientali

caratteristici del complesso rivierasco su cui insiste il Lungomare,

nel presente o nel passato.

Gli elaborati dovranno pervenire entro il 10 luglio 2012 presso la sede del Circolo.Alcuni componimenti selezionati da apposita commissione saranno letti in occasione della mani-

festazione celebrativa dedicata al Lungomare che avrà luogoin Palazzina Azzurra nella serata del 27 luglio 2012.

Tra i lavori pervenuti ne saranno poi scelti dodici da stampare sulle pagine del calendario realizzato dal Comune di San Benedetto per l’anno 2013,

a corredo delle immagini fotografiche selezionate nell’ambito del concorso fotografico sullo stesso tema indetto dal Fotocineclub in collaborazione con l’Amministrazione comunale.

La partecipazione al concorso è gratuita e autorizza il Circolo ad utilizzare gli elaborati per fini promozionali cittadini e non a scopo di lucro.

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8 Anno XXIX

27 Maggio 2012PAG

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GROTTAMMARE - Sabato 12 Aprile, ilBranco “Fiore Rosso” e il Cerchio “Antares”del gruppo scout Grottammare 1, si sonomessi in caccia e in volo alla scoperta dei me-stieri di una volta. Dopo una salutare passeg-giata sul lungomare di Grottammare, i fratellinie le sorelline sono arrivati pieni di entusiasmoin via Marsala presso il nuovo forno Ciarroc-chi per scoprire tutti i segreti celati dietro laprofessione del fornaio.Appena entrati hanno attraversato una nuvoladi farina e si sono immersi in un vero e propriolaboratorio del pane. Ad accogliergli, i lupettie le coccinelle hanno trovato Enrico e DanielaCiarrocchi e le loro bravissime aiutanti chehanno illustrato ai bambini l’importanza di un

cibo così semplice eppure così fondamentalenella vita dell’uomo.Attenti e curiosi hanno imparato che il panenasce dall’unione di tre ingredienti, ovvero lafarina, il lievito e il sale e che questo sempliceimpasto non è solo un cibo essenziale alla vitadelle persone, ma rappresenta anche un sim-bolo sacro: Gesù Eucarestia, il nostro nutri-mento spirituale. Dopo l’ascolto i bambinisono passati alla pratica e hanno creato trecce,cestini, girelle e tutto quello che la loro fanta-sia potesse suggerirgli, utilizzando l’impastoche Enrico aveva preparato sotto i loro occhipochi istanti prima.I mastri fornai hanno poi disposto le “opered’arte” in grandi teglie per infornarle e cuo-

cerle a puntino.Nell’attesa i lupetti e lecoccinelle hanno man-giato una buonissimamerenda a base di pizzaappena sfornata. Per fi-nire con le pance piene econ una nuova espe-rienza da ricordare sul proprio Quadernodi Caccia e di Volo, il Branco e il Cerchiohanno salutato e ringraziato il forno Ciar-rocchi per l’ospitalità e sono tornati nellabella Grottammare, ciascun bambino conla propria pagnotta pronta da sgranoc-chiare e condividere in famiglia.

Coccinelle e lupetti con le mani in pasta!I bambini del gruppo scout Grottammare 1 hanno scoperto i segreti del pane, grazie all’aiuto del forno CiarrocchiDi Annalisa, capo scout del Grottammare 1

Samb, mia cara Samb

Dopo l’Isernia, l’Ancona anche l’Este capitola al Riviera dellePalme nel secondo turno dei playoff. Ora la Samb, la nostra caraSamb, per conoscere il prossimo avversario, deve attendere lagiornata di domani, 21 maggio, quando la LND ufficializzeràgli accoppiamenti Ricordiamo che la Samb, quale testa di serieper aver accumulato più punti nella regular seation giocherà an-cora al Riviera. Ma veniamo alla cronaca dell’incontro odierno. Dopo le normali fasi distudio è la Samb a rompere gli indugi con un tiro di Orietti che però non inquadra la porta avversaria.L’Este, nel frattempo, non sta a guardare e in un’occasione l’attaccante Sottovia impegna seriamenteDi Vicino con una gran botta da lontano che finisce in angolo. Al 15’ del secondo tempo l’arbitroMinotti di Roma nega a Napolano un macroscopico rigore. Non concede il penalty su segnalazionedel guardalinee. L’incontro si vivacizza, ma bisogna arrivare al 28’ del secondo tempo allorché unapunizione di Giordano Napolano beffa l’estremo difensore Bagherin. E lo stadio esulta. E ora, sottoa chi tocca. E.Tì.