ANNO XXIX N 32 23 Settembre 2012

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ANNO XXIX N° 32 - 23 Settembre 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO L’immagine del piccolo cedro piantato in un giardino da Benedetto XVI insieme al presidente Michel Slei- man resterà tra i simboli più chiari di questo coraggioso viaggio — in un contesto difficile e drammatico — del- l’uomo vestito di bianco (l’homme en blanc) che ha in- coraggiato tutti i libanesi a non avere paura, come titola in prima pagina il quotidiano «L’Orient Le Jour». E a richiamare il simbolo è stato lo stesso Papa, all’inizio del discorso tenuto nel palazzo presidenziale di Baabda. Qui il Pontefice è stato accolto con danze e musiche orientali, tra lanci di fiori e di chicchi di riso, mentre da piccoli bracieri s’innalzava l’incenso, come si leva la preghiera. Prolungato e caloroso è stato in particolare il colloquio con i quattro principali capi religiosi mu- sulmani libanesi, insieme al patriarca maronita Béchara Boutros Raï. A ciascuno di loro Papa Benedetto ha vo- luto consegnare una copia in arabo della Ecclesia in medio oriente. Nel documento — nato dall’assemblea sinodale speciale per la regione e che lo stesso Ponte- fice ha definito Road Map per i prossimi anni — si legge che «un Medio Oriente senza o con pochi cri- stiani non è più il Medio Oriente, giacché i cristiani par- tecipano con gli altri credenti all’identità così particolare della regione». “Ormai, e lo vediamo nei singoli casi concreti, il governo dell’Italia si fa in gran parte a Bruxelles, con un’attiva partecipazione italiana”. Il presidente del Consiglio, inter- venendo al tradizionale appunta- mento di Cernobbio, ha indicato un elemento decisivo, per orien- tarsi nel dibattito politico di fine- estate. In precedenza il ministro per lo Sviluppo economico, sem- pre dinanzi alla stessa platea, aveva detto: “Abbiamo preso gli obiettivi dell’Ue e li ab- biamo internalizzati”. Questi sono dati di fatto. Ciò non significa sminuire il livello nazionale, ma collocarlo in un quadro più ampio e più complesso, che pe- raltro si definisce, a livello istituzio- nale, con il principio di sussidiarietà, per cui tutti i livelli istituzionali devono essere tenuti nella loro considerazione. E devono essere ben governati. Questo comporta nuove responsabilità e nuove linee d’impegno, sia a livello strate- gico, per lavorare su più livelli, sia nel concreto della governance, cioè della soluzione dei diversi problemi ai di- versi livelli. Primo, oggi, quello del la- voro. È insomma giunto il momento, sulla spinta dell’emergenza economica e finanziaria, per un discorso chiaro su un livello di governo ormai decisivo: come “internalizzare” le linee europee e soprattutto come contribuire alla loro stessa definizione. Quella che qualcuno già chiama la “terza Repubblica”, che sta cominciando, non può che partire da lì, se vuole avere ragionevoli chance di sviluppo. Se la campagna elettorale dei prossimi mesi darà delle risposte, definirà delle linee serie in questa dire- zione, potrà davvero rappresentare una svolta. Sempre rivolgendosi al conve- gno di Cernobbio il presidente della Repubblica ha aggiunto due cose. La prima è che “non ci facciamo illusioni sulla sufficienza dei risultati ottenuti”. La seconda è che “c’è da auspicare una costruttiva conclu- sione della legislatura in corso”. E qui c’è il passaggio della riforma elettorale. A proposito della quale può valere un’altra considerazione scaturita sulle rive occidentali del lago di Como. “Spesso - ha detto il presi- dente del Consiglio - si è pensato che gli ita- liani siano ingovernabili, io penso che la domanda di governo c’è presso gli italiani, ma qualche volta è mancata l’offerta di gover- nance all’altezza dei problemi”. È una solleci- tazione forte: il problema politico più rilevante oggi non è dal lato della domanda, ma dell’offerta. Qui pescano i co- siddetti populismi, un po’ in tutta Europa. Rappresentano domande che non trovano risposta, o la tro- vano per scorciatoie che diventano vicoli ciechi. La risposta non può che essere uno sviluppo della de- mocrazia. Si ritorna così alla que- stione decisiva, della stoffa della classe politica e del senso di re- sponsabilità, individuale e di gruppo. Con l’autunno, che sta per iniziare, dovranno arrivare le rispo- ste, a partire dalla legge elettorale. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno CRISI E POLITICA La svolta possibile Se l’offerta di buon governo sarà all’altezza della domanda della gente Francesco Bonini Segue a pag. 4 14 Settembre 2012 - FESTIVAL DOTTRINA SOCIALE: SUPERARE LA CRISI DEL PENSIERO PENSANTE (Verona) - «Siamo abbarbicati a un pen- siero economico che non riesce a tirar fuori le cose nuove di questa epoca, per- ché troppo legato a un pensiero calco- lante che fa le diagnosi dei problemi, piuttosto che a un pensiero pensante che trova le soluzioni. Non è un caso, infatti, che questa sia una crisi del pensiero pen- sante». Lo ha detto l’economista Ste- fano Zamagni, nel corso della conferenza “Cose nuove in economia e cose nuove nella finanza” che ha aperto il Festival della Dottrina sociale davanti ad un pubblico di circa mille persone, formato soprattutto da giovani. Per Zamagni una questione importante riguarda il ruolo delle istituzioni economiche, che “non sono neu- trali” e “in questa crisi hanno grandi responsabilità perché hanno valo- rizzato di più la rendita finanziaria, togliendo il fiato al reddito e al pro- fitto”. Per uscire dal guado “biso- gna recuperare la dimensione locale perché ciò permette di applicare concretamente il principio della sussidiarietà”. Secondo il sociologo Mauro Magatti “il cuore di questa crisi, lungi dall’esser finita, è un’idea di libertà troppo individua- listica, per certi versi adolescen- ziale”. E allora “per diventare adulti bisogna comprendere che la libertà è condivisione, considerare l’altro” e in questo “la religione cattolica ha una grande carta da giocare per la sua visione integrale della persona non fatta di frammentazioni”. (Sir) Quel cedro piantato dal Papa

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXIX N° 32 - 23 Settembre 2012 € 1.00 Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

L’immagine del piccolo cedro piantato in un giardino

da Benedetto XVI insieme al presidente Michel Slei-

man resterà tra i simboli più chiari di questo coraggioso

viaggio — in un contesto difficile e drammatico — del-

l’uomo vestito di bianco (l’homme en blanc) che ha in-

coraggiato tutti i libanesi a non avere paura, come titola

in prima pagina il quotidiano «L’Orient Le Jour». E a

richiamare il simbolo è stato lo stesso Papa, all’inizio

del discorso tenuto nel palazzo presidenziale di Baabda.

Qui il Pontefice è stato accolto con danze e musiche

orientali, tra lanci di fiori e di chicchi di riso, mentre

da piccoli bracieri s’innalzava l’incenso, come si leva

la preghiera. Prolungato e caloroso è stato in particolare

il colloquio con i quattro principali capi religiosi mu-

sulmani libanesi, insieme al patriarca maronita Béchara

Boutros Raï. A ciascuno di loro Papa Benedetto ha vo-

luto consegnare una copia in arabo della Ecclesia in

medio oriente. Nel documento — nato dall’assemblea

sinodale speciale per la regione e che lo stesso Ponte-

fice ha definito Road Map per i prossimi anni — si

legge che «un Medio Oriente senza o con pochi cri-

stiani non è più il Medio Oriente, giacché i cristiani par-

tecipano con gli altri credenti all’identità così

particolare della regione».

“Ormai, e lo vediamo nei singolicasi concreti, il governo dell’Italiasi fa in gran parte a Bruxelles, conun’attiva partecipazione italiana”.Il presidente del Consiglio, inter-venendo al tradizionale appunta-mento di Cernobbio, ha indicatoun elemento decisivo, per orien-tarsi nel dibattito politico di fine-estate. In precedenza il ministroper lo Sviluppo economico, sem-pre dinanzi alla stessa platea, aveva detto:“Abbiamo preso gli obiettivi dell’Ue e li ab-biamo internalizzati”.

Questi sono dati di fatto. Ciò non significasminuire il livello nazionale, ma collocarlo inun quadro più ampio e più complesso, che pe-raltro si definisce, a livello istituzio-nale, con il principio di sussidiarietà,per cui tutti i livelli istituzionali devonoessere tenuti nella loro considerazione.E devono essere ben governati. Questocomporta nuove responsabilità e nuovelinee d’impegno, sia a livello strate-gico, per lavorare su più livelli, sia nelconcreto della governance, cioè dellasoluzione dei diversi problemi ai di-versi livelli. Primo, oggi, quello del la-voro. È insomma giunto il momento,sulla spinta dell’emergenza economicae finanziaria, per un discorso chiaro suun livello di governo ormai decisivo:come “internalizzare” le linee europeee soprattutto come contribuire alla lorostessa definizione. Quella che qualcunogià chiama la “terza Repubblica”, chesta cominciando, non può che partireda lì, se vuole avere ragionevoli chancedi sviluppo. Se la campagna elettoraledei prossimi mesi darà delle risposte,definirà delle linee serie in questa dire-zione, potrà davvero rappresentare unasvolta. Sempre rivolgendosi al conve-gno di Cernobbio il presidente dellaRepubblica ha aggiunto due cose.

La prima è che “non ci facciamo illusioni sullasufficienza dei risultati ottenuti”. La secondaè che “c’è da auspicare una costruttiva conclu-sione della legislatura in corso”. E qui c’è il passaggio della riforma elettorale.A proposito della quale può valere un’altraconsiderazione scaturita sulle rive occidentalidel lago di Como. “Spesso - ha detto il presi-dente del Consiglio - si è pensato che gli ita-liani siano ingovernabili, io penso che ladomanda di governo c’è presso gli italiani, maqualche volta è mancata l’offerta di gover-nance all’altezza dei problemi”. È una solleci-tazione forte: il problema politico più rilevante

oggi non è dal lato della domanda,ma dell’offerta. Qui pescano i co-siddetti populismi, un po’ in tuttaEuropa. Rappresentano domandeche non trovano risposta, o la tro-vano per scorciatoie che diventanovicoli ciechi. La risposta non puòche essere uno sviluppo della de-mocrazia. Si ritorna così alla que-stione decisiva, della stoffa dellaclasse politica e del senso di re-sponsabilità, individuale e digruppo. Con l’autunno, che sta periniziare, dovranno arrivare le rispo-

ste, a partire dalla legge elettorale.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

CRISI E POLITICALa svolta possibileSe l’offerta di buon governo sarà all’altezza della domanda della gente

Francesco Bonini

Segue a pag. 4

14 Settembre 2012 - FESTIVAL DOTTRINA SOCIALE:

SUPERARE LA CRISI DEL PENSIERO PENSANTE

(Verona) - «Siamo abbarbicati a un pen-siero economico che non riesce a tirarfuori le cose nuove di questa epoca, per-ché troppo legato a un pensiero calco-lante che fa le diagnosi dei problemi,piuttosto che a un pensiero pensante chetrova le soluzioni. Non è un caso, infatti,che questa sia una crisi del pensiero pen-sante». Lo ha detto l’economista Ste-

fano Zamagni, nel corso dellaconferenza “Cose nuove in economia e cose nuove nella finanza” che ha aperto il Festival

della Dottrina sociale davanti adun pubblico di circa mille persone,formato soprattutto da giovani. PerZamagni una questione importanteriguarda il ruolo delle istituzionieconomiche, che “non sono neu-trali” e “in questa crisi hanno grandiresponsabilità perché hanno valo-rizzato di più la rendita finanziaria,togliendo il fiato al reddito e al pro-fitto”. Per uscire dal guado “biso-gna recuperare la dimensione localeperché ciò permette di applicareconcretamente il principio dellasussidiarietà”. Secondo il sociologoMauro Magatti “il cuore di questacrisi, lungi dall’esser finita, èun’idea di libertà troppo individua-listica, per certi versi adolescen-ziale”. E allora “per diventare adultibisogna comprendere che la libertàè condivisione, considerare l’altro”e in questo “la religione cattolica hauna grande carta da giocare per lasua visione integrale della personanon fatta di frammentazioni”. (Sir)

Quel cedro

piantato dal Papa

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Anno XXIX 23 Settembre 2012

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CHIESA E BIOETICA

La scienza e lo stupore

Convegno internazionale in corso a Noto su ‘’Venire alla vita’’Il miracolo della nascita e l’importanza di accogliere la vita sono stati,ieri, due degli argomenti al centro della prima giornata del III Con-vegno internazionale di bioetica in corso a Noto (Siracusa). Ad intro-durre i lavori - che vedono riuniti esperti del mondomedico-scientifico, teologico e giuridico - è stato il vescovo della dio-cesi, mons. Antonio Staglianò, cheha condotto una riflessione sul-l’uomo “creato a immagine e somi-glianza di Dio, in cui l’essere divinorisplende in tutta la sua forza”.“Senza il rapporto con l’infinito e latrascendenza - ha ammonito mons.Staglianò - la nostra natura umana siavvia alla degenerazione e all’impo-verimento. L’origine remota del ve-nire al mondo va ricercata nellarelazione d’amore eterna fra Padre eFiglio: la generazione”. Lo stupore per la vita e l’impor-

tanza di dirle “sì”. Secondo Salva-

tore Maurizio Sessa, docente diteologia biblica alla Pontificia Uni-versità della Santa Croce di Roma,“la rivelazione biblica può aiutare acomprendere il senso della vita chearriva nel mondo. Nella Bibbia i riferimenti alla gestazione esprimonotutto lo stupore per il miracolo del concepimento”. “Il figlio che vienealla luce - ha aggiunto - è una promessa che si compie, una parola dibenedizione”. “L’Istruzione Dignitas Persona: su alcune questioni dibioetica, promulgata dalla Congregazione della Dottrina della Fedenel settembre 2008, è un grande ‘sì’ alla vita umana”: ne è convintoAntonio Stefano Modica, dottorando in bioetica all Pontificio Ate-neo “Regina Apostolorum” di Roma, per il quale “il Magistero dellaChiesa incoraggia la scienza biomedica affinchè sia veramente rispet-tosa della dignità di ogni essere umano e del suo venire alla luce. Ilche non deve essere frainteso con una volontà di arrestare il progressoscientifico, bensì con una volontà di preservare il bene più prezioso:la vita umana”. L’embrione umano tra enigma e mistero. A spiegare la differenzafra queste due parole è stato Gian Antonio Dei Tos, docente allo Stu-dium Generale “Marcianum” di Venezia e autore di quaranta pubbli-cazioni scientifiche su argomenti di bioetica. “Quando la dimensioneumana è assunta come semplice enigma, diventa un oggetto che puòessere risolto mediante la ricerca umana; il mistero, invece, è una re-altà che esige di essere ascoltata e accolta, e nella quale è possibilepenetrare solo parzialmente. L’embrione umano è un mistero, che ap-

pare immensamente più grande dei nostri tentativi di approssima-zione”. “La certezza di essere stati noi stessi embrioni - ha conclusoDei Tos - ci obbliga a rispettarne profondamente la dignità”. “Il figlioè già titolare di diritti non per voce di chi gli ha dato la vita, ma pervoce propria”, conferma Alfredo Anzani, docente di Etica clinica

all’Università Vita e Salute SanRaffaele di Milano. “Va desideratocome valore in sé, come fine, maicome mezzo. Da qui scaturisce ildiscernimento doveroso e respon-sabile che deve contraddistinguerel’operato del medico e della coppia.Non esiste un “diritto” al figlio aqualunque costo”.Le incognite della diagnosi pre-

natale. Sulla diagnosi prenatale siè soffermato Pierluigi Bruschet-

tini, che insegna pediatria all’Uni-versità di Genova e operaall’Ospedale Gaslini. “Occorre in-formare accuratamente i genitori -ha avvertito - sulle modalità e i ri-schi di questi accertamenti diagno-stici, tenendo anche conto della lorocondizione emotiva. Non sempre

una coppia, pur essendo fisicamente pronta alla genitorialità, lo èanche psicologicamente”. Se da una parte l’introduzione di una dia-gnostica prenotale “di massa” sta portando alla diminuzione di alcunepatologie, dall’altra non si può dimenticare che è compito della me-dicina anche prendere in carico i soggetti affetti da malattie genetiche,migliorandone la qualità di vita e valorizzando la loro presenza nellasocietà. “Nel caso della sindrome di down, ad esempio, il livellomedio dell’assistenza si è alzato moltissimo”, ha spiegato Bruno Dal-

lapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma.“Non è raro quindi che queste persone lavorino e conseguano tra-guardi soddisfacenti negli studi, integrandosi a pieno titolo con glialtri”. La prevenzione delle patologie congenite. Eppure, “per evitaremolti problemi al nascituro, basterebbe seguire regole di comporta-mento semplici e di comprovata efficacia”, ha sottolineato Paolo Ga-

staldi, medico ostetrico all’International Clearinghouse for Centre onBirth Defects and Prematury di Roma. “L’astensione da fumo, alcoole stupefacenti, la sospensione o sostituzione di determinati farmaci,l’assunzione di acido folico e il controllo dell’alimentazione sono al-cune delle precauzioni da tenere per favorire una gravidanza serena eun figlio in salute”. SIR

CIR:

GRANDE SODDISFAZIONE

PER L’INTRODUZIONE

DEL REATO DI TORTURA

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) accoglie con

grande soddisfazione il voto di oggi alla Commissione

Giustizia al Senato che ha approvato all’unanimità l’in-

troduzione del reato di tortura nel codice penale ita-

liano.“Aspettiamo questa notizia da 20 anni: con

l’introduzione del reato di tortura oggi si è compiuto un

atto dovuto, un necessario passaggio di civiltà. Spe-

riamo solo che ora non si fermi nei meandri delle pro-

cedure parlamentari. I tanti che cercano una giustizia

piena per le violenze subite, aspettano delle chiare ri-

sposte” dichiara Savino Pezzotta, Presidente del CIR.

Il prossimo passaggio che il CIR chiede è la ratifica del

protocollo aggiuntivo alla Convenzione ONU contro la

Tortura, che prevede la possibilità di ispezioni senza

preavviso da parte di un’autorità indipendente nei luo-

ghi di reclusione: dalle carceri, ai CIE, agli Ospedali

Psichiatrici Giudiziari. “La normativa internazionale

prevede il divieto della tortura, la punizione dei respon-

sabili, la prevenzione e la riabilitazione delle vittime.

Oggi abbiamo aggiunto un tassello fondamentale. La

firma del protocollo ci permetterebbe di fare un ulteriore

passo in avanti per quanto riguarda la prevenzione. Inol-

tre come CIR siamo da anni impegnati nella diretta ria-

bilitazione delle vittime di tortura e crediamo che anche

su questo fronte lo Stato debba investire di più” dichiara

Fiorella Rathaus Responsabile dei Programmi -CIR di

riabilitazione e cura per le vittime di tortura.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli at-

traversavano la Galilea, ma egli non vo-

leva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti

i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio

dell’uomo sta per esser consegnato nelle

mani degli uomini e lo uccideranno; ma

una volta ucciso, dopo tre giorni, risusci-

terà”. Essi però non comprendevano que-

ste parole e avevano timore di chiedergli

spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao.

E quando fu in casa, chiese loro: “Di che

cosa stavate discutendo lungo la via?”. Ed

essi tacevano. Per la via infatti avevano di-

scusso tra loro chi fosse il più grande. Al-

lora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuol

essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. E,

preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse

loro: Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, ac-

coglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che

mi ha mandato”. (MARCO 9,30-37)

AVEVANO TIMORE DI CHIEDERGLI SPIEGAZIONI.Leggendo questa frase , sono rimasto perplesso, come mai nes-suna curiosità, nessun interesse per la dichiarazione di Gesù,sul fatto che sarebbe stato ucciso ?

Deve esserci certamentequalcosa d’altro; ma cosa? Nella loro situazione, io,cosa avrei fatto? Nella lorosituazione, io, oggi cosa fac-cio?Pensandoci bene, direi cheio, spesso, faccio finta di noncapire. Faccio finta di non capire, lavia della croce, di non capireche devo essere povero inspirito, puro di cuore, miseri-cordioso, amante della pace,mite, faccio finta di non ca-pire, di non sapere, che tuttosommato…io so come com-portarmi, che è meglio non

approfondire quello che dice Gesù, che qualche volta la via cheporta alla Croce, si può evitare, che “SECONDO ME” (nonsecondo Gesù) non sempre si può perdonare, non sempre sipossono amare i nemici, che in fondo….. si può addolcire lavia della Croce. Secondo me.Ecco, forse, il non chiedere spiegazioni, ci offre la possibilitàdi dire: non avevamo capito bene, non ti eri spiegato. Noi nonavevamo immaginato che tu parlassi sul serio, quando diceviche si devono amare i nemici, che bisogna essere disposti amorire per amore, che bisogna perdonare quelli che ci hannofatto del male, che bisogna essere ultimi e servitori di tutti.

Noi, tutto questo, essendo al di là, della nostra personale con-vinzione, non volevamo conoscerlo, non l’avevamo capito; sel’avessimo capito ….Se l’avessimo capito, se avessimo fatto quelle domande checi siamo rifiutati di farti, forse saremmo stati veramente im-pauriti, e non soltanto timorosi. Forse saremmo scappati via,chi lo sa? Tu, invece, Gesù, continuavi a spiegarci, ad amarci,ad avere fede in noi. Altro aspetto paradossale del tuo amore,TU CONTINUI AD AVERE FEDE IN NOI.Ci lasciasti il compito di seminare il tuo messaggio, chieden-doci di essere come bambini che si fidano della loro madre,bambini che non hanno malizia, che in braccio al loro padre,non hanno paura di niente. Signore, aiutaci ad avere il coraggio, di chiederti spiegazioni,e nelle occasioni più difficili di porci la domanda: che farebbein questo occasione Gesù, come agirebbe? E, aiutaci ad agirecome faresti tu.Crea in noi un cuore puro, come quello di un bimbo, donaciuno spirito saldo, per non aver timore di seguirti, sostieni innoi un animo generoso, per essere tuoi amici e nell’intimo in-segnaci la sapienza, per sapere agire come cristiani.

RICCARDO

SAGGEZZA PER PENSARCI SU:

ESSERE CRISTIANO, SIGNIFICA ESSERE IMITATORE DI CRISTO. (FénelOn)

IL CRISTIANO CHE NON DESIDERA LA SANTITà È UN CRISTIANO ANEMICO (BeRnARD mARIe)

PAROLA DEL SIGNOREVENTICINQUESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B

SEI TU SIGNORE, IL MIO SOSTEGNO

Dal VANGELO secondo MARCO

Page 3: ANNO XXIX N  32   23 Settembre 2012

3Anno XXIX 23 Settembre 2012 PAG

Erode Filippo II ricevette una tetrarchia a

nord-est della Galilea (cf Lc 3,1) e, nell’anno

3-2 a. C., fondò Cesarea di Filippo ai piedi

dell’Ermon, chiamandola così in onore di Ce-

sare Augusto. Regnò fino all’anno 34 d. C. In

questa regione di frontiera che Mt ambienta la

confessione di Pietro.

1. La prima domanda di Gesù. Gesù,

giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, do-

mandò ai suoi discepoli: ‘La gente, chi dice

che sia il Figlio dell’uomo?. 14Risposero: ‘Al-

cuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia,

altri Geremia o qualcuno dei profeti’” (Mt

16,13-14). Gesù vi giunge coi discepoli fian-

cheggiando e risalendo il corso del Giordano.

Presentandosi ad essi come “il Figlio del-

l’uomo”, qui equivalente al semplice pronome

“io” (cf 8,20), chiede loro genericamente qual

è il parere della gente sul suo conto. La rispo-

sta è che viene considerato come uno dei più

grandi personaggi.

2. La seconda domanda e la risposta di

Pietro. “Disse loro: ‘Ma voi, chi dite che io

sia?’. 16Rispose Simon Pietro: ‘Tu sei il Cristo,

il Figlio del Dio vivente’” (Mt 16,15-16).

Dopo la tanta cura messa da Gesù nel formare,

con la parola e con i miracoli, spiritualmente

e umanamente, i discepoli, era giusto che egli

ponesse ad essi una domanda del genere.

Equivaleva a metterli nella possibilità di far

pronunciare apertamente la loro professione

di fede nella sua persona. La risposta di Pietro

è puntuale nei due elementi: Tu sei il Cristo, o

Messia; Tu sei il Figlio del Dio vivente. L’ul-

tima frase poteva essere intesa in modo atte-

nuato; ma qui non è così, come sottolinea con

solennità Gesù stesso.

3. La beatitudine indirizzata a Simone. I

versetti che seguono sono solo in Mt. “E Gesù

gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di

Giona, perché né carne né sangue te lo hanno

rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” (Mt

16,17). Tu, Pietro non hai risposto fondandoti

sulle tue forze umane (“carne e sangue” cf Gal

1,6; ecc.), ma perché hai ricevuto la luce vi-

vissima di rivelazione che il Padre dà ai “pic-

coli” (11,25): quindi hai confessato me in

quanto Messia e in quanto Figlio di Dio, vero

uomo e vero Dio. E’ quanto ripeteranno i di-

scepoli di tutti i tempi sulla barca della Chiesa:

“Davvero tu sei Figlio di Dio!” (14,33).

4. Il primato. Sempre solo in Mt, Gesù

continua: “E io a te dico: tu sei Pietro e su

questa pietra edificherò la mia Chiesa e le po-

tenze degli inferi non prevarranno su di essa.19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto

ciò che legherai sulla terra sarà legato nei

cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà

sciolto nei cieli” (Mt 16,18-19). Queste parole

si indirizzano sì a Pietro, ma vanno ben al di

là della sua persona, in quanto preannunciano

una istituzione nuova e duratura – “la mia

Chiesa” – nella quale convivrà, lungo il fluire

dei secoli, “il regno dei cieli” nella sua fase

terrena. I verbi ora sono al futuro, che è il fu-

turo dell’opera di Cristo nella sua Chiesa, fon-

data su Pietro e sui successori, e “avendo

come pietra d’angolo lo stesso Cri-

sto Gesù” (Ef 2,20). La formula-

zione dello stesso testo greco di Mt,

strofica e ritmica, fa anche traspa-

rire un antecedente testo semitico;

fa sentire, diremmo, la voce di uno

che ha parlato originariamente in

ebraico o aramaico, cioè il Gesù

storico.

Pietro. A Simone, figlio di

Giona Gesù cambia il nome con

quello di Pétros (cf Gv 1,42), che

corrisponde all’aramaico kefà,

banco di roccia, come quello che giace in po-

sizione orizzontale nelle vicinanze di Banyas.

edificherò la nuova comunità messianica, che

sarà “la mia Chiesa”, la qāhāl (Dt 14,10; cf

At 7,38), cioè il

nuovo popolo di

Dio. Le potenze

degli inferi (del-

l’Ades, l’ebraico

she’ol) non po-

tranno distrug-

gerla. Quale

maggiordomo di

questo edificio-

comunità, a te

darò le chiavi del regno dei cieli, che è la mia

opera di redenzione; tu aprirai per prendere i

beni celesti e li distribuirai ai miei discepoli.

Ti darò anche il potere di legare-sciogliere, di

risolvere le questioni giuridiche e dottrinali

della comunità, in nome mio e con la mia ap-

provazione (sarà legato-sciolto in cielo)..

5. “Allora ordinò ai discepoli di non dire

ad alcuno che egli era il Cristo” (Mt 16,20).

Qui Mt considera la sola confessione messia-

nica, “il Cristo”, o Messia, che poteva susci-

tare equivoci tra la gente.

Realizzazione della promessa. Il Risorto

dirà solennemente a Pietro: “Pasci i miei

agnelli”..., “Pascola le mie pecore”... “Pasci le

mie pecore” (Gv 20,15-17). Svolgi il compito

di confermare “i tuoi fratelli” (Lc 22,32),

anche quelli che sono nell’ordine dell’episco-

pato.

Ogni autentico e illuminato amore a Cri-

sto, porta all’amore per la Chiesa, per il Papa.

E viceversa. [email protected]

Al punto d’arrivo di Mt prima parte!

83. TU SEI IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE

Domenica 23 settembre

Ore 11.00 Montelparo - S. Messa, con S. Cresime

Ore 17.30 S. Benedetto Tr.Contrada Barattelli: S. Messa, nella festa di P. Pio

Da Martedì 25 a Sabato 29 settembre

Pellegrinaggio Unitalsiano a Lourdes

Domenica 30 settembre

Ore 11.30 Cossignano - S. Messa, con S. Cresime

“Oggi si tende a rendere ‘irreali’ le cose: per

questo è urgente recuperare il senso della realtà,

e tale obiettivo può essere raggiunto solo dal

punto di vista etico e antropologico”, recuperando

anzitutto il “rispetto” delle cose. Adriano Fabris,

docente di filosofia morale all’Università di Pisa,

sintetizza così la lezione su “La questione della

cosa”, tenuta al FestivalFilosofia, in programma

fino al 16 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo

sul tema: “Cose”. Lo abbiamo intervistato. Perché

è importante, oggi, tornare a una questione

classica, per la filosofia, come la “questione

della cosa”? “La filosofia, in certi suoi sviluppi

recenti, ha corso il rischio di perdere il

contatto con il mondo, con la realtà, con la

concretezza delle cose, che ha via via

lasciato in gestione alla scienza e alla tec-

nologia. In questo modo, la filosofia ha ri-

schiato di ritrovarsi nella dimensione del-

l’astrattezza, e quindi dell’inutilità. Oggi,

però, la scienza e la tecnologia non rispettano

le cose: le modificano, le manipolano, le

trasformano, senza che ci sia una riflessione

di base, un’indicazione del senso e dei

limiti del proprio agire. Ecco che allora si

torna a chiedere alla filosofia di svolgere il

suo compito. La filosofia, da parte sua,

non può più essere astratta, deve ritornare

alle ‘cose stesse’, assumendo una nuova vocazione

di fronte al mondo e alla comprensione di esso”.

In che modo la “tecnica” ha disincarnato il

mondo, cambiando anche il rapporto dell’uomo

con il proprio corpo e con le fasi naturali della

vita? “Lo ha cambiato in maniera radiale, ma su

diversi piani. Non solo perché, grazie alle nuove

tecnologie, l’uomo ha acquisito un potere enorme

sul mondo, sul proprio corpo, sui processi naturali

come l’inizio e la fine della vita. Tutto ciò è vero,

e deve essere regolamentato, ma c’è un aspetto

ancora più profondo: le nuove tecnologie sono

ormai autonome, automatizzate rispetto all’uomo

stesso. Oggi ci troviamo in una situazione in cui

siamo quasi degli apprendisti stregoni, che non

riescono più a fermare gli stessi processi che

hanno attivato: di qui il compito fondamentale,

la rivendicazione antropologica che ci spinge a

fare i conti con un agire che è ormai autonomo,

autoregolamentato, autosufficiente. In altre parole,

con il mondo della tecnica occorre fare i conti in

maniera etica: non basta ritenere semplicemente

che le nuove tecnologie sono a nostro servizio,

bisogna comprendere che spesso finiamo per

essere noi a servizio di esse. Rendiamo virtuale

il reale - basti pensare a Internet - rendiamo ma-

nipolabile tutto, sembra quasi che per noi non ci

sia in ogni cosa una resistenza, mentre esiste un

‘rigetto’ della realtà stessa che si ribella alla ma-

nipolazione infertale dall’uomo”. Il peso crescente

dato dall’uomo contemporaneo alle “cose” -

fraintese però nella loro essenza - espone al

rischio della “disumanizzazione”? “Il problema

che deve porsi la filosofia, per entrare in un

rapporto vero con il mondo, è quello di capire a

quali ‘cose’ bisogna ritornare. Impostare un nuovo

rapporto con le cose significa evitare d’intendere

le cose solo come manipolabili, manipolate e in

fin dei conti irreali, tenendo presente che le cose

stesse fanno resistenza, o sfuggono spesso al

nostro controllo, dando luogo poi a conseguenze

impreviste, come dimostrano certi comportamenti

dissennati dell’uomo nei confronti dell’ambiente.

La tradizione ebraico-cristiana, invece, ci dice

che le cose sono creature, cioè ‘partner’ delle

nostre azioni: bisogna recuperare questo spessore

di amicizia, di collaborazione con le cose, da

considerarsi non solo come meri prodotti, e

neppure come qualcosa da sottomettere o dominare,

ma come un ‘partner’ nel nostro cammino nella

storia”. Fin da piccoli, il senso dello stupore e

della meraviglia sembra sempre più precoce-

mente dare spazio al “disincanto”… “Oggi

prevale il disincanto perché possiamo vedere e

conoscere cose che, in passato, era possibile spe-

rimentare solo con il tempo e l’esperienza. La te-

levisione, ad esempio, ci dà la possibilità di

vedere cose che succedono in ogni parte del

mondo. Nasce da qui l’idea che l’uomo possa

controllare tutto: il bambino vive in un mondo

che gli è abituale, e in cui si convince di essere in

grado di controllare i vari processi. I genitori, per

di più, fanno di tutto per dargli questa illusione,

mettendosi a servizio del figlio affinché abbia

tutto quello che vuole ottenere. Si è perso il

senso della sorpresa, dell’incontro con l’ignoto:

la consapevolezza che nel mondo c’è un grande

spazio per il mistero non fa parte dell’esperienza

del bambino, perché non gli viene insegnata.

Predomina, invece, l’illusione che tutto possa

essere controllato. Ma si tratta, appunto, di un’il-

lusione, e crescendo il bambino s’imbatte prima

o poi nell’idea che non tutto è in suo potere, e a

volte si trova impreparato, con effetti psicologici

disastrosi”. Quali gli antidoti a quella che, in

termini filosofici, si può definire la “cosifi-

cazione” dell’umanità? “L’antidoto consiste nel

recuperare un’idea di relazione: l’essere umano

non è un individuo isolato, ‘buttato’ nel mondo

di fronte a cose che può utilizzare, manipolare o

sottomettere a suo piacimento, insieme ad altri

individui che può trattare alla stressa stregua in

cui tratta le cose. L’uomo è fatto per essere in re-

lazione con altri: con il mondo, con gli altri

esseri umani, con se stesso. Attraverso la relazione,

acquistiamo anche la consapevolezza del limite,

che implica anche il rispetto per le cose stesse”.

a cura di M.Michela Nicolais

FESTIVAL FILOSOFIA

Il rispetto delle coseAdriano Fabris: recuperare il senso della realtà

SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA2012-2013 – ANNO 39°

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Incontri Pastorali del VescovoDURANTE LA SETTIMANA 23-30 SETTEMbRE 2012

Page 4: ANNO XXIX N  32   23 Settembre 2012

4 Anno XXIX 23 Settembre 2012PAG

L’Esortazione apostolica post-sinodale Eccle-sia in Medio Oriente “è un testo pastorale dialto profilo, con un respiro biblico, ricco di sug-gerimenti utili che aiuteranno i cristiani delMedio Oriente a vivere nelle condizioni date laloro vita di fede e la loro testimonianza al Van-gelo”. Così dichiara a Fides l’arcivescovo Ma-roun Lahham, vicario patriarcale per laGiordania del Patriarcato latino di Gerusa-lemme. Presente a Beirut insieme a una rappre-sentanza di più di cinquanta cattolici giordanidi rito latino, monsignor Lahham ha preso parteieri sera al primo incontro del Papa coi patriar-chi e i vescovi del MedioOriente nella cattedralegreco-cattolica di San Paoload Harissa, dove BenedettoXVI ha posto la firma al testodella sua Esortazione. Se-condo monsignor Lahham, ilnuovo documento papale ap-plica alle urgenze del mo-mento “i criteri guida chenegli ultimi decenni, soprat-tutto dopo il Concilio Vati-cano II, hanno accompagnatole comunità cristiane inMedio Oriente alla riscopertadella loro vocazione di fedeliautoctoni. Il Papa ripete condecisione che il cristianesimoda queste parti non è una realtà d’importazione.Queste sono le terre dove Gesù è nato, è vis-suto, ha camminato per le strade. La prospettiva

indicata è quella evangelica della testimonianzanel dialogo fraterno con tutte le realtà religioseche convivono in questi luoghi. Con un ricono-scimento del contributo nobile e essenziale che

i cristiani del Medio Oriente portano alla co-struzione del Corpo di Cristo”. Il pastore deicattolici latini della Giordania sottolinea la con-cretezza di alcuni suggerimenti pratici volti aconfermare e ravvivare l’unione delle diverseChiese nel comune riferimento alla fede degliapostoli: “In questa prospettiva” sottolinea l’ar-civescovo Lahham “il Papa auspica un accordoecumenico per il riconoscimento reciproco delBattesimo tra la Chiesa cattolica e le Chiesed’Oriente, compresa quella copta ortodossa.Inoltre Benedetto XVI ripropone l’apertura delConcilio Vaticano II ‘verso una certa commu-

nicatio in sacris per i sa-cramenti dellaPenitenza, dell’Eucari-stia e dell’Unzione degliinfermi, che non è solopossibile, ma può essereraccomandabile in al-cune circostanze favore-voli, in base a normeprecise e con l’approva-zione delle autorità ec-clesiastiche’ “Di rilievo,secondo monsignor La-hham, anche il richiamoal principio della libertàreligiosa “che includeanche la libertà di sce-gliere la religione che si

ritiene vera e di manifestare pubblicamente ilproprio credo, senza mettere a rischio la propriavita e la propria libertà personale”.Riguardo alle problematiche politiche della re-gione, senza entrare nei dettagli, l’Esortazioneapostolica conferma le posizioni già note dellaSanta Sede sui diversi conflitti nella regione esullo status di Gerusalemme e dei Luoghi Santi.A questo riguardo, l’arcivescovo Lahham, im-pressionato anche lui dalle misure di sicurezzaposte in atto dalle autorità libanesi, ridimen-siona le polemiche mediatiche montate sul di-scorso di benvenuto rivolto a Benedetto XVIdal Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti:“Gregoire III” racconta monsignor Lahham “haparlato in arabo, e in quel momento il Papa nonaveva in mano nessun foglio con un’eventualetraduzione che gli consentisse di seguire l’in-tervento del Patriarca. Gregoire ha detto che ilriconoscimento dello Stato palestinese aiuteràla pace. Ma non ha rivolto nessuna richiesta di-retta al Papa”. (GV) (Agenzia Fides 15/9/2012)

LIBANO: IL PAPA PELLEGRINO NEI LUOGHI DEL VANGELO

L’arcivescovo Maroun Lahham:

L’Esortazione apostolica di benedetto XVI

è un aiuto concreto ai cristiani del Medio Oriente

Il Papa consegna l’Esortazione

Apostolica “Ecclesia in Medio

Oriente”: “Cara Chiesa in MedioOriente, attingi alla linfa originaledella Salvezza che si è realizzata suquesta Terra unica e amata tra tutte! Avanza sulle orme dei tuoi padrinella fede, essi che hanno aperto,con la loro costanza e la loro fedeltà,la via della risposta dell’umanità allaRivelazione di Dio! Prego partico-larmente il Signore di dare a questaregione del Medio Oriente dei servi-tori della pace e della riconcili-azione”.

PAROLE DEL SANTO PADRE ALLA RECITA DELL’ANGELUS Il Papa: “Faccio appello alla comunità internazionale! Faccio appello ai Paesi arabi affinché, come fratelli, propongano soluzioni praticabili che rispettino la dignità di ogni persona umana, i suoi diritti e la sua religione! Chi vuole costruire la pace deve smettere

di vedere nell’altro un male da eliminare. Non è facile vedere nell’altro una persona da rispettare e da amare, eppurebisogna farlo, se si desidera costruire la pace, se si vuole la fraternità”

Il Papa ai giovani libanesi: Voi avete un posto privilegiato nel mio cuore e nellaChiesa intera perché la Chiesa è sempre giovane! La Chiesa ha fiducia in voi. Conta su di voi. Siate giovani nella Chiesa! Siate giovani con la Chiesa! La Chiesa ha bisogno del vostro entusiasmo e della vostra creatività!

Il Papa ai Libanesi:“Cari fratelli e sorelle, prego particolarmente il Signore di dare a questa regione del Medio Orientedei servitori della pace e della riconciliazione, perché tutti possano viverepacificamente e con dignità. È una testimonianza essenziale che i cristiani debbono dare qui, in collaborazione con tutte le persone di buona volontà. Vi chiamo tutti ad oper-are per la pace. Ciascuno al proprio livelloe là dove si trova” (Omelia)

Ne deriva che «gli uni sono responsabili degli

altri davanti a Dio». E al documento — che Be-

nedetto XVI ha firmato come primo atto del

viaggio circondato dai patriarchi orientali nella

festa dell’Esaltazione della Croce — ha fatto

eco il discorso papale, che ha sostenuto con

forza la convivenza di pace tra cristiani e mu-

sulmani. Proprio la festa, nata in Oriente negli

ultimi anni del lungo regno di Costantino, ha

suggerito al Papa la chiave di lettura del docu-

mento. Il legame tra morte e resurrezione di

Cristo impone infatti ai cristiani di divenire te-

stimoni di fraternità, con atti concreti simili alla

storica decisione dell’imperatore di concedere

la libertà religiosa. Così, nelle parole di Bene-

detto XVI è stata con finezza rovesciata l’inter-

pretazione prevalente della promessa fatta al

sovrano venerato in Oriente come santo: la vit-

toria nel segno della Croce è «la vittoria del-

l’amore sull’odio», che vince ogni paura. Nel

discorso tenuto nel palazzo presidenziale il

messaggio papale si è rivolto poi a tutti i liba-

nesi, richiamando la necessità di tornare ai fon-

damenti dell’essere umano. Sin dalle origini

nella famiglia, luogo di formazione essenziale

che spesso nel Paese è un luogo di convivenza

tra culture e religioni diverse. Se «vogliamo la

pace, difendiamo la vita» ha esclamato con

forza il Papa, ricordando subito dopo che il

male non è anonimo e che il demonio cerca

sempre come alleato l’uomo. Anche nelle

«guerre piene di vanità e di orrori», che vanno

contrastate. Educando — ha ripetuto — alla li-

bertà religiosa che «ha una dimensione sociale

e politica indispensabile alla pace». Finché que-

sta crescerà come il piccolo cedro che è simbolo

del Libano.

g.m.v (©L’Osservatore Romano 16 settembre 2012)

continua dalla prima pagina

Quel cedro piantato dal Papa

Page 5: ANNO XXIX N  32   23 Settembre 2012

dice il film. È un paradosso. Il loro atteggiamentonon rappresenta la morale profetica ma una rea-zione emotiva, violenta e criminale, perché ucci-dere vittime innocenti e colpire l’ambasciatore inLibia è un crimine terribile da condannare forte-mente”.Perché la protesta è scoppiata in Libia? “Il casolibico è molto particolare. È in corso una fase ditransizione molto difficile e lo Stato non controllaveramente il Paese: ci sono gruppi di salafiti total-mente fuori legge. Dunque c’è una situazione didisordine, un caos e una grande mancanza di sicu-rezza. C’è un vuoto che ha permesso a questigruppi violenti di agire in modo pericoloso. Il casoegiziano è diverso. Non le sembra il film un pretesto per andare

contro gli Usa? “Io vedo in questa provocazioneuna deviazione e una distrazione. Perché i veri pro-blemi non sono questi: è in atto una transizione de-mocratica difficile, ci sono vere e proprie sfide dieconomia, politica e cultura da affrontare con co-raggio e sobrietà. Tutto il resto è distrazione e de-viazione. C’è qualcuno che cerca di deviare ecreare falsi problemi e false sfide”.Non può essere allora che questo film sia stato

messo in giro proprio da loro?

“Questo è improbabile. Occorre però spezzare ilcerchio vizioso dell’odio. C’è un odio che generaodio, disprezzo che genera disprezzo. E occorronopersone sagge che sappiano spezzare questa male-dizione.

5Anno XXIX 23 Settembre 2012 PAG

MAESTRO DOVE ABITI? VENITE E VEDRETE! (Gv 1, 39)

Queste le parole di un versetto del vangelo

di Giovanni che circa 9 anni fa risuona-

rono forti nel mio cuore… Dicevo: “ Dove

sei Signore? Dove e come posso incon-

trarti?”. Giunsi a queste domande ormai

stanco e amareggiato, dopo una sfrenata

ricerca di “Verità”, di pienezza di pace di

felicità, purtroppo in ideologia, filosofie,

luoghi e modi totalmente svianti!

Ma una sera, quella risposta che Gesù

diede ai due discepoli che lo seguivano, in-

terpellò anche me: “Pino, Vieni e vedi”..

Quella sera d’estate, compresi che per in-

contrare quel famoso Gesù, il “Cristo”,

quello che tutti chiamavano il “Salvatore”,

non dovevo far altro che mettermi in gioco

e seguirlo… Fu solo così, che passo dopo

passo, cominciai a rendermi conto di chi

si trattava questo Gesù: un vero amico, fe-

dele e sincero, sempre pronto ad ascoltarti,

a sostenerti, a rialzarti e ad amarti e che da

senso a tutto. E fu in questo camminare

con lui, che un giorno mi sentii chiamato

una seconda volta: “Ti farò mia sposa per

sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e

nel diritto, nella benevolenza e nell’amore,

ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu co-

noscerai il Signore” (Os 2,21-22). In quel

momento capii che quel Maestro di vita, che stava ricostruendo la mia vita, la mia anima,

mi stava chiamando a vivere un’avventura stupenda insieme con lui…

Così dopo un anno di discernimento vocazionale, il 24 settembre del 2005 entrai nel Semi-

nario Missionario “Redemptoris Mater” della Diocesi di Strasburgo e tra studi e missioni

varie, vi rimasi per 5 anni…ma il Signore, che sempre parla all’uomo e mostra la sua vo-

lontà, due anni fa mi ha riportato a San Benedetto, e con grande gioia e riconoscenza, il 7

settembre scorso sono stato ammesso agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato e

poter così donare tutta la mia vita a Lui! A fine settembre entrerò nel mio ultimo “round” di

formazione speci-

fica per il sacerdo-

zio presso il

Seminario Regio-

nale di Ancona… e

come si dice : l’av-

ventura continua!!

“Cantiamo al Si-

gnore, stupenda è la

sua vittoria, Si-

gnore è il suo

nome: ALLELUIA!

Pino

LA PARROCCHIA DI S. BENEDETTO MARTIRE

è IN FESTAPER GIANNI CAPRIOTTI

CHE COL DIACONATO SI AVVIAA DIVENTARE SACERDOTE.

PREPARIAMOcI INSIEME:VEGLIA DI PREGHIERA

Venerdì 21 Settembre ore 21,00Parrocchia Sacro cuore di Gesù

Martinsicuro

“GiovanInsieme” è l’iniziativa organiz-

zata dai Frati Minori delle Marche il 22 e 23 settem-

bre a Loreto. Sabato 22, alle 18, l’apertura spetterà

a Padre Ferdinando Campana (ministro provinciale

dei Frati Minori) e ci sarà una testimonianza di Padre

Beppe (un francescano che senza sosta incontra i car-

cerati). Alle 21 ci sarà una festa musicale con Valerio

“Lode” Ciprì (autore e compositore storico del Gen

Rosso). Domenica 23, alle 10, è prevista presso il Pa-

lacongressi, una testimonianza di Fabio Salvatore, at-

tore, regista e scrittore, autore del libro “A braccia

aperte tra le nuvole” e della campionessa di tennis

Mara Santangelo, vincitrice del premio Roland Gar-

ros 2007 in doppio. I due ospiti racconteranno come

è cambiata la loro vita dopo aver scoperto la fede.

L’iniziativa si chiuderà con la S. Messa alle 12 e con

la festa finale alle 14.

La notizia della partecipazione del card. Dolan

alla Convention di Tampa aveva suscitato pole-

miche perché interpretata da alcuni come una

sorta di benedizione del candidato repubblicano

alle presidenziali Mitt Romney e un’implicita

bocciatura dell’Amministrazione Obama con il

quale l’arcivescovo di New York ha avuto in

questi mesi un vivace confronto sul tema della

riforma sanitaria e dei matrimoni omosessuali.

«In realtà - sottolinea la Radio Vaticana - l’invito

di personalità religiose alle Convention Repub-

blicane e Democratiche per guidare momenti di

preghiera e di raccoglimento, è una tradizione

consolidata negli Stati Uniti

Quanto è successo alla Convention dei Demo-

cratici a Charlotte il 7 settembre scorso è molto

indicativo dell’atteggiamento cattolico di fronte

alla politica. La Convention è stata chiusa dalla

benedizione e da una preghiera del Cardinale

Dolan, Arcivescovo di New York e presidente

dei Vescovi statunitensi. Il Cardinale era stato

anche alla precedente Convention di Tampa del

Partito Repubblicano e aveva detto le stesse

cose. Nella preghiera ha toccato

alcuni punti di contrasto tra la

Casa Bianca e la Chiesa catto-

lica. “Rinnova nel nostro po-

polo il profondo rispetto per la

libertà di religione: la prima, la

principale libertà lasciataci in

eredità dai Padri fondatori»,

ha pregato il Cardinale, con

evidente riferimento alla di-

sputa in corso tra i vescovi e

la Casa Bianca a proposito

dell’ordinanza del Depar-

tment of Health and Human

Services che richiede agli

enti religiosi di coprire con

assicurazione la contracce-

zione in violazione degli in-

segnamenti della Chiesa. A questi

enti non rimane altra scelta che non dare la co-

pertura assicurativa ai propri lavoratori e, in que-

sto caso, pagare multe salate. Decine di

istituzioni cattoliche non hanno rispettato l’ordi-

nanza e il documento dei vescovi “Fortnight for

Freedom”, pubblicato all’inizio dell’estate, ha

Nella Libia liberata quasi un anno fa dal regime diMuammar Gheddafi riesplode la violenza di AlQaeda con l’attacco al consolato americano di Ben-gasi. Per alcuni si tratta di un assalto “pianificato”;per altri scatenato da “L’innocenza dei musulmani”,film su Maometto giudicato blasfemo. La protestaha provocato la morte dell’ambasciatore degli StatiUniti e di altri tre americani nella sede di Bengasi.Poi si è diffusa in altre aree mediorientali. MariaChiara Biagioni, per Sir Europa, ha intervistato Ad-

nane Mokrani, teologo musulmano di origini tu-nisine, professore di studi islamici all’UniversitàGregoriana di Roma.Professore, lei ha visto il film? “Sì ne ho visto unasintesi. Sembra piuttosto un lavoro amatoriale, dibassissimo livello, una provocazione sciocca e stu-pida. E le reazioni sono state devastanti. “E pre-occupanti. Ci sono gruppi di musulmani che cadonospesso, se non sempre, nella trappola, reagendo fa-cilmente, in modo violento e inaccettabile. Le rea-zioni purtroppo confermano quello che volevanonegare: se il filmato con le sue false accuse criticail mondo musulmano di essere violento, loro in que-sta maniera agiscono per confermare quello che

fatto crescere la consapevolezza su questi pro-

blemi. «Ti preghiamo di benedire coloro che

aspettano di nascere, che possano essere accolti

e protetti», ha detto il Cardinale Dolan, con evi-

dente riferimento all’aborto. Il Cardinale ha

anche fatto un’allusione ai “matrimoni” tra per-

sone dello stesso sesso, che il Presidente Obama

ha promesso di

p romuovere :

«Facci ricono-

scere che la feli-

cità si fonda sul

rispetto della

legge naturale».

«Sostienici con la

tua grazia in

modo che pos-

siamo resistere

alla tentazione di

sostituire la legge

morale con idoli da

noi stessi costruiti

o di cambiare le

istituzioni che Tu ci

hai dato per il nutri-

mento della vita e della comunità». Come si

vede egli ha parlato dei famosi principi non ne-

goziabili e li ha ripetuti, in forma di preghiera,

alla Convention di ambedue i partiti in lizza.

S.Fontana

Negli Stati Uniti la preghiera

del card. Dolan alla Convention

Democratica e Repubblicana

LIBIA Spezzare il cerchio

Adnane Mokrani, teologo

musulmano: “La risposta deve

essere civile e culturale”

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6 Anno XXIX 23 Settembre 2012PAG

Transito di S. Padre Pio da Pietrelcina Come ogni anno, la sera del 22 settembretutti i fedeli di Padre Pio,si raccolgono inpreghiera, ricordando il transito del Santoche avvenne proprio nella notte tra il22/23 settembre del 1968. Per tutti i 2580“Gruppi di Preghiera” presenti in Italiacome pure per i 744 gruppi operanti inben 59 Paesi nel mondo, la Veglia deltransito è un momento di profondo rac-coglimento e di unità e comunione spiri-tuale. È bello sentirsi fratelli con uominidell’altro emisfero,di colore e culture di-verse e sapere che, mentre noi preghiamonelle nostre Chiese, tante migliaia e mi-

gliaia di persone nel mondo,in quello stesso giorno,stanno pregando, come noi, uniti nel nomedi Padre Pio. Ogni anno, il 22 settembre, ha rappresentato una data importante,una tappa signi-ficativa nel cammino di fede dei gruppi di preghiera. Eccezionalmente, nella nostra Diocesi ,inquesto anno, la data d’incontro è stato anticipata a venerdì 21, anziché sabato 22 come da prassi,per permettere al nostro Vescovo di essere presente all’incontro e condividere con tutti i fedeliquesto momento. Dunque tutti i devoti del Santo, figli spirituali di Padre Pio, invitano le co-munità parrocchiali di appartenenza a partecipare alla preghiera comunitaria che si terrà pressola Chiesa di S.Giuseppe in Piazza Matteotti a S.Benedetto del Tronto il prossimo 21 settembrea partire dalle 20,30 come stabilito da Padre Diego Musso, coordinatore dei 9 “Gruppi di pre-ghiera” presenti nella nostra Diocesi. Dopo il Santo Rosario, partecipato e commentato da cia-scun gruppo,verrà celebrata solennemente la S. Messa dal nostro Vescovo Mons.GervasioGestori, quindi si proseguirà la Veglia in preghiera con l’esposizione del SS. Sacramento e dellareliquia del Santo. Sarà un momento di intimo raccoglimento accompagnato da musica e canticorali. In questo particolare e difficile momento storico, in cui si sente maggiormente il bisognodi una spiritualità nutrita di intensa preghiera, raccogliamoci e sentiamoci uniti nel nome e nellacommemorazione del transito di S. Padre Pio. Alfiera Carminucci Fava

Da Ripatransone a cura di A.G. – I.A.

A Ripatransone, sabato 8 e domenica 9Settembre 2012, nel Quartiere di MonteAntico, programmata da un apposito comitatoe dalla parrocchia dei Santi Gregorio Magnoe Niccolò si è svolta la festa detta “dellaRocchetta” in onore della Madonna delleGrazie, particolarmente venerata nella chiesadel Quartiere.

Si è svolto regolarmente il programmaprevisto i cui momenti salienti sono stati:- sabato 8 Settembre, dalle ore 19 sagra ga-stronomica; alle ore 21.15 nella chiesa diSanta Maria della Valle, concerto con lapartecipazione dei soprani Ambra Lucianie Stella Visciola, organista Nicola Procaccini:giovani interpreti del conservatorio di musica“Pergolesi” di Fermo, con il quale il sindaco

Prof. Remo Bruni, presente alla ma-nifestazione si è augurato di averein seguito ulteriore collaborazione;presente pure il docente universitarioProf. Paolo Polidori, in qualità diconsigliere comunale delegato allacultura. - Domenica 9: dalle ore 18, giochipopolari; dalle ore 19 continuazionedella sagra gastronomica; dalle ore21 sfilata di abbigliamento-accessoriorganizzata dalla boutique “PincoPallino” di Paola Pulcini in collabo-razione con il centro di “Estetica in-tegrata” di Fiorella Castelli e con la

parrucchieria “Être belle” di Raffaella Iorio.Sul palco, si sono avvicendati, con la pre-sentazione del maestro Vincenzo Travaglini(che ha allietato l’intera serata), i giovani:Sabrina e Valentina Pignotti, Sara Ascani,Claudia Nardocchio, Maria Paola Montolmo,Lusenis Chaves, Pierfrancesco Liberi, SimoneIsopi.Tutti sono stati lungamente applauditi perla loro disinvoltura e per l’eleganza dei capiindossati.Il comitato organizzatore nel ringraziare icollaboratori, ha comunicato che parte delricavato sarà destinato alle missioni deiFrati Minori Cappuccini, per le adozioni adistanza.

La festa della Rocchetta

in favore delle missioni dei frati Cappuccini

A Ripatransone, alle ore 17.30 di ve-nerdì 14 Settembre 2012, nella chiesadi San Filippo è stato presentato illibro: DIARIO INTIMO del Sac. Gue-rino Capriotti (Parte I, 1913-1922).

Il primo ad intervenire è stato il con-sigliere comunale delegato alla culturaProf. Paolo Polidori, che ha ringraziatoi promotori dell’incontro, particolar-mente il curatore del libro Prof. Al-berto Pulcini, come “divulgatore degliaspetti di vita cittadina del passato”. Ilvicesindaco di Cossignano Dott. Na-zario De Angelis ha porto il saluto dell’ammi-nistrazione e della cittadinanza cossignanese,essendo stato Don Guerino Capriotti un suoconcittadino illustre. Don Antonio Capriotti,successore di Don Guerino ed attualmente par-roco emerito di San Benigno, in un’articolatarelazione ha parlato della spiritualità e delle vi-cende dei quaderni manoscritti di Don GuerinoCapriotti, definendolo “un’anima spiccata-mente contemplativa, dalla profonda vita inte-riore”; ha concluso l’intervento con l’auspicioche qualcuno “si adoperi affinché il curato siaun giorno proposto all’attenzione ed alla vene-razione della Chiesa”. La pronipote Dott.ssaAnna Malavolta della Soprintendenza ai BeniStorici, Artistici ed Etnoantropologici delleProvince di Verona, Vicenza, Rovigo, ha ricor-dato il prozio parroco, non solo come sacerdotema anche come un “uomo a tutto tondo d’unagrande fede, che dava amore”. Il Prof. AlbertoPulcini, che ha curato la trascrizione delle fo-tocopie dell’originale e le relative note, con unintervento accurato, ha parlato della forma, masoprattutto del contenuto del libro: notizie sto-riche a carattere nazionale e locale, riflessioni,affetti familiari (le pagine più belle sono dedi-cate al ricordo della madre), i rapporti con i sa-cerdoti e con i parrocchiani, incarichi ricoperti,citazioni continue di passi in latino della Bib-bia.

Tra il qualificato pubblico, pronipoti di DonGuerino Capriotti, provenienti da Verona, Of-fida, Cossignano, fra cui il Dott. Lucio Mala-volta, detentore degli originali dei diari delprozio, che è stato ripetutamente ringraziatoper averli concessi in fotocopia e consentito lastampa; presenti pure l’assessore comunale diRipatransone Dott. Roberto Pasquali, la madresuperiora dell’Istituto delle Suore Teresiane, ilparroco Don Domenico Vitelli, Don Gian LucaRosati neo-vicario parrocchiale, il parrocoemerito di Santa Maria della Marina di San Be-nedetto del Tronto Don Luciano Paci. Il mez-zosoprano Ambra Vespasiani e la pianistaBernadette Ciotti hanno offerto due intermezzimusicali con l’esecuzione di brani sacri (Liszt,Saint Saëns, Verdi, Haendel), dedicandoli al ri-cordo del curato Don Guerino, ed alla VergineImmacolata contitolare della chiesa detta diSan Filippo. Un altro pronipote di Don Gue-rino, il Prof. Mariano Malavolta, docente al-l’Università “La Sapienza” di Roma, il 29Giugno 2011 ha ceduto spontaneamente allaBiblioteca Comunale di Ripatransone la corri-spondenza in originale (di cui era detentore),tra lo scultore Uno Gera ed il parroco DonGuerino Capriotti, avente per oggetto le fasi direalizzazione delle opere (Battistero, Natività,Crocifissione) destinate alla chiesa di San Fi-lippo.

Un sacerdote da imitare(dalle pagine di un diario)

Da Grottammare

La passione e l’Amore di Mons. Vincenzo Catani per la nostra Diocesi

Simone InciccoVenerdì 14 settembre presso il teatro dell’Arancio di Grottammare Mons Vincenzo Catani hapresentato il suo ultimo libro, composto da due tomi, dal titolo “La Chiesa Truentina: la diocesidi Montalto (1586 – 1924) e le diocesi di Montalto e Ripatransone unite nello stesso vescovo1924 – 1983). Un pubblico attento si è fattotrascinare dalla passione del parroco di SanPio X che ha illustrato con molta semplicitànomi, date ed episodi. La serata è stata in-trodotta dal Dottor Massimo Papetti. Mons.

Catani, prima di entrare nell’argomento dellibro ha spiegato come è nato il suo inte-resse per la storia. Ha così esordito: “La pas-sione della storia viene dall’amore, qualsiasipassione viene dall’amore, l’amore per que-sta mia chiesa locale. È un opera d’amore.Io non sono cresciuto in questa diocesi,avevo 6 anni quando la mia famiglia si è tra-sferita da Castignano a Pesaro e sono tor-nato qui da sacerdote all’età di 25 anni, perché il Vescovo Radicioni mi ha voluto con lui. Hoscoperto poco alla volta questo nostro territorio, ricercando ho scoperto che c’era poco o nientesulla storia del nostro territorio, se non qualcosa del canonico Pistolesi, libri su Sisto V e pocopiù. È stato Monsignor Chiaretti che mi disse poco più di 20 anni fa, “tu mi devi scrivere qualcosasulla storia della nostra diocesi”, io gli facevo quasi da segretario e passavo molto tempo con lui.Avevamo molte occasioni per parlare, un giorno mi raccontò delle confraternite, mettendomi den-tro un ansia di conoscenza. Iniziai quindi in maniera affastellata a tenere dei documenti e dellefotocopie e poi piano piano ad approfondire e a conoscere. Sono un autodidatta e quando entronella biblioteca o nell’archivio segreto vaticano e vedo professoroni, studenti e ricercatori misento un pesce fuor d’acqua. Questa spinta all’amore e alla ricerca dei documenti ha affinato ilmio modo di cercare. Ricerca, archivi, ho battuto l’archivio segreto vaticano che è fondamentaleper ogni discorso sulla Chiesa. Conosco tutto sull’archivio di Montalto e Ripatransone, conoscogli archivi parrocchiali che sono molto importanti, però non sono andato agli archivi statali, perchémi è sembrato che il materiale che avevamo noi era più che sufficiente.Lascio ad altri il compito di completare e di aggiungere altro. Per trascrivere un documento sonostato 18 volte nell’archivio segreto del Vaticano, ciò vuol dire 18 giorni in cui partivo alle 2.30 dinotte stavo alla biblioteca vaticana alle 8.30 per poi riprendere il pullman alle 14.30 per stare quialle 18.30, per scrivere poi un solo documento, come ad esempio il Marimonti.Pensate quanta fatica è costata realizzare la storia della Diocesi di Montalto, la ricerca è stataenorme, ci sono voluti 7 anni di lavoro. È difficile immaginare quanto lavoro c’è dietro la com-pilazione di un libro della mole della storia della Diocesi di Montalto, che inizia con lla biografiadi un grande papa come Sisto V. Si deve a questo papa l’istituzione della diocesi di Montalto. (l’Ancora si ripropone di fare, quanto prima, una scrupolosa e dettagliata presentazione del-l’opera che si compone di due tomi e con essa far conoscere la complessa e numerosa produzionedi mons. Vincenzo Catani, solerte Archivista della nostra diocesi.ndr). Per chi fosse interessatoad acquistare il libro di Mons Vincenzo Catani può contattare il parroco attraverso la mail [email protected] o il telefono 073581752

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Proseguono in maniera serrata i lavori di amplia-mento della materna di via Alfortville a Portod’Ascoli. La struttura sarà la prima scuola di SanBenedetto del Tronto ad essere energicamenteautosufficiente grazie ad un impianto di pannellifotovoltaici posizionati sulla copertura dell’edi-ficio e ad un tetto-giardino, con autonoma ri-serva idrica derivante da acqua piovana, chegarantirà una bassissima escursione termica in-terna sia d’estate che d’inverno. La particolareforma della copertura inoltre è stata studiata pergarantire condizioni ottimali di illuminazione inqualsiasi stagione, tali da non richiedere l’uti-lizzo di luci artificiali durante il giorno. Un im-pianto solare termico ad impatto zero perl’ambiente produrrà acqua calda ed elettricità.

È la prima scuola in cui la scelta dei materiali dicostruzione si è ispirata a logiche urbanistichevotate alla bioedilizia e siglate nel sistema di cer-tificazione Itaca - Marche, un protocollo di edi-lizia sostenibile adottato dalla Regione Marcheche prevede, tra le altre cose, il contenimentodell’inquinamento elettromagnetico. Al fine diridurre anche i carichi ambientali per il trasportodei materiali di costruzione, inoltre, parte di essivengono reperiti nel raggio di pochi chilometridal cantiere. Non a caso il progetto ha ricevutola menzione speciale per la categoria ”ediliziacomunale non abitativa” nell’ambito della terza

edizione del premio “Sostenibilità Ambientale eSociale per il Comune. Efficienza energetica einnovazione nell’edilizia” promosso da AncitelEnergia & Ambiente e Saint-Gobain Italia conil patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del-l’ANCI e del Consiglio Nazionale degli Inge-gneri. Il progetto, ideato dall’Arch. FarnushDavarpanah, Dirigente del Settore Progettazionee manutenzione opere pubbliche del Comune,prevede la realizzazione di sei nuove aule illu-minate da grandi vetrate a tutt’altezza e comu-nicanti con l’esterno dove verranno realizzati deigiardini-orti tematici per laboratori di botanica,sette servizi igienici dotati di antibagno, saledove svolgere attività ricreative pensate per fa-vorire momenti di socializzazione tra gli alunni.

Tutta la struttura è stata pensataponendo grande attenzione alla ri-cerca della “misura” del bambinoe ponendo al centro dell’atten-zione tutte le necessità formative edi crescita personale degli alunni.I lavori hanno un costo pari a circa1 milione e 300 mila euro, finan-ziati per 494.974,93 euro consomme comunitarie (per l’esat-tezza del Fondo di sviluppo regio-nale POR FESR Marche) e, per irestanti 805.000 euro, con fondicomunali e dovrebbero conclu-

dersi entro i primi mesi del 2013 in modo taleda poter permettere agli alunni di entrare in aulaper l’anno scolastico 2013/2014. “In un mo-mento successivo e attraverso nuovi finanzia-menti – spiega il Dirigente del settoreProgettazione e manutenzione opere pubblicheFarnush Davarpanah – doteremo la parte esternadi un parco giochi composto da dune tematiche,ciascuna differenziata da essenze arboree, arbu-sti, giochi d’acqua, sabbia e attrazioni ludiche,tutti elementi che possono stimolare la propen-sione naturale al gioco dei piccoli scolari” .

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Centinaia di persone presenti alla manifestazione

per dire No alla centrale Biomasse di Colonnella

la manifestazione è partita da Piazza novelli per giungere di fronte allo stabilimento dove si vorrebbe realizzare il nuovo impianto Simone Incicco

COLONNELLA - Una manifestazione pacifica quella che si è svolta domenica 16 settembre Colonnellaper dire no alla centrale a Biomasse. Il corteo è partito alle ore 10.00 da Piazza Novelli per giungeredavanti allo stabilimento dove si vorrebbe realizzare l’impianto. Presenti tantissime famiglie che hannointonato ad una sola voce il No per la centrale a Biomasse per Colonnella, hanno gridato il loro dissenso

anche il Sindaco diC o n t r o g u e r r aMauro Scarpanto-nio, l’ex consi-gliere regionaleRuffini ed altriesponenti politicidei comuni limi-trofi. Da sottoli-neare l’assenza diqualsiasi bandieradi partito.Abbiamo intervi-

stato Filomena Di Saverio un’esponente del comitato Salute Pubblica Colonnella. Quali saranno le

prossime iniziative che prenderete? Il ricorso al TAR lo sta redigendo la minoranza e lo presenterà alprimo consiglio comunale utile. Al momento sembrerebbe che l’amministrazione comunale ricorra controla regione, anche se molti di noi considerano tale ricorso inefficace in quanto ricorrono contro le lorostesse decisioni (parere favorevole del Sindaco necessario alla successiva autorizzazione da parte dellaGiunta Regione alla costruzione di tali centrali). Riteniamo che tale ricorso servirà solamente a far crederealla cittadinanza che loro hanno fatto tutto il possibile. Se le cose non cambieranno inizieremo a presidiareil sito. Qualcuno critica il comitato perché afferma che abbia un colore partitico, come risponde? Adifferenza di quanto dichiarano alcuni soggetti in paese, il comitato salute pubblica Colonnella è apartitico,tutti noi siamo accomunati da un unico interesse, quello di non volere le centrali a biomasse sul nostroterritorio. Tutti quanti rimproveriamo all’attuale amministrazione il fatto che non abbia reso pubblica lasua decisione di dare parere favorevole a tale insediamento. Il parere è stato rilasciato il 4 giugno e la no-tizia è venuta fuori il 22 agosto per puro caso.

La materna di via Alfortville

aprirà il prossimo anno scolasticoTecniche di costruzione green ed edilizia bio per una struttura a “misura” di bambino

ACQUAVIVA PICENA – La Banca PicenaTruentina trae ispirazione per  la propria attivitàdall’attenzione e alla promozione della persona.Un impegno contenuto nella “Carta dei Valori”che sintetizza perfettamente la funzione dellebanche di credito cooperativo:  costituite da per-sone che lavorano per le persone. Proprio alle“persone” che costituiscono la Banca PicenaTruentina è dedicata la Festa del Socio Coope-ratore giunta alla dodicesima edizione. L’inizia-tiva che si è svolta domenica 16 settembre, haavuto diverse finalità. Oltre alla tradizionaleconsegna degli attestati ai soci che vantano unamaggiore anzianità di iscrizione nel registrosoci sono state distribuite anche le borse di stu-dio agli studenti figli dei soci che hanno conse-guito il diploma o la laurea.  Uno dei  momentiche ha caratterizzato la Festa del Socio Coope-

ratore di quest’anno è stato, inoltre, la cerimo-nia di intitolazione dell’Auditorium della sededella Banca a San Giacomo della Marca. Il pro-gramma della giornata ha previsto  alle ore15,30 nell’Auditorium della Banca PicenaTruentina in via Boreale ad Acquaviva Picenala celebrazione della Santa Messa in suffragiodei Soci deceduti officiata da Sua  Eccellenza ilVescovo Mons. Gervasio Gestori alla quale èseguita l’intitolazione dell’Auditorium a SanGiacomo della Marca. Alle ore 17, dopo i salutidel Presidente della Banca Aldo Mattioli e delleautorità presenti c’è stato un interessante inter-vento dello storico Gabriele Cavezzi che è statopremiato come Socio Onorario dellaBanca. A seguire si è svolta la consegnadelle onorificenze ai Soci e delle Borsedi Studio ai ragazzi. Complessivamente

sono stati 19 i soci che hanno ricevuto gli atte-stati per i 40, 50, 55 e 60 anni di appartenenzaalla compagine sociale. Mentre duecentoventi-nove sono stati complessivamente gli studentipremiati di cui: novanta per i diplomi di scuolamedia superiore, settantatre per i diplomi di lau-rea triennale e sessantasei per i diplomi di lau-rea magistrale. A conclusione della cerimonia si è svolta unacena buffet allestita nella splendida cornicedella Fortezza alla quale è seguito un concertodi musica gospel del gruppo “Quelli che…. nonsolo Gospel” di Montegranaro.

Ufficio stampa logos

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

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Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

BANCA PICENA TRUENTINA: 

DODICESIMA EDIZIONE DELLA FESTA DEL SOCIO COOPERATORE

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8 Anno XXIX 23 Settembre 2012PAG

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Dopo settimane di preparazione eccoci, finalmente

si parte, finalmente siamo pronti...zaino sulle

spalle e via a camminare! Ecco com’è iniziata la

Route del Clan “la Boa” che, dopo aver passato

una giornata ad aiutare il reparto, si è messo in

cammino. Da Altino dov’era situato il campo del

Reparto abbiamo affrontato tre giorni di intenso

cammino, in cui abbiamo girato per i Sibillini,

affrontando anche una durissima camminata che

ci ha portato da Forca di Presta a Foce di Monte-

monaco, dove ad aspettarci c’erano i lupetti e so-

prattutto le loro fantastiche cuoche! Ci siamo

fermati un giorno dai lupetti aiutando lo staff

nelle attività che avevano programmato mentre

la sera si è svolta una festa che ha coinvolto tutto

il gruppo SBT 3. Ma per il Clan era ora di

ripartire e il giorno seguente i nostri capi Marco

e Ilaria ci hanno

annunciato l’Hi-

ke, un momento

in cui ci hanno

lasciato soli du-

rante il cammi-

no per darci

modo di riflet-

tere sui quattro

punti fondamen-

tali su cui un

Clan è fondato:

Strada, Comu-

nità, Fede e Ser-

vizio così da poter firmare la Carta di Clan con-

sapevoli di tutta la sua importanza. La Strada che

viene intesa non solo come semplicemente cam-

minare ma è un vero e proprio momento di

crescita che ti insegna quali sono i tuoi limiti e

che solo se rimani unito alla Comunità puoi su-

perare, è infatti con la Comunità che riesci a cre-

scere, vivendo insieme tutti i momenti che ti

vengono proposti. Ovviamente sarebbe molto

difficile affrontare tutte le avversità che potremmo

incontrare sulla nostra Strada se non fossimo so-

stenuti dal Signore ,è per questo che nella nostra

Carta di Clan abbiamo indicato una strada da se-

guire per essere il più vicino possibile al Signore.

Per quanto riguarda il Servizio abbiamo preso

atto che non ne abbiamo mai avuto una vera e

propria esperienza ma contiamo presto di rifarci

perché è proprio nel

Clan che questo di-

scorso viene appro-

fondito per la prima

volta. Consapevoli di

tutto questo e di mol-

to altro abbiamo fir-

mato la nostra Carta

di Clan ponendo que-

sto momento come

punto di partenza per

nuove avventure. Ilaria

Finale emozionante per i mondiali dipattinaggio in-line 2012 di San Bene-detto del Tronto con tante premiazionie riconoscimenti agli atleti e ai teamdelle nazioni che hanno vinto le me-daglie dandosi battaglia nelle ultimegare sul circuito del quartiere Agrariae nella maratona sul Lungomare nord. Gli spalti e il primo anello della pista“Panfili”, ieri sera, sabato 15 settembre,erano gremiti di persone desiderose diassistere alla cerimonia di ‘arrivederci’organizzata dalla Città di San Benedettodel Tronto che ha avuto come ospited’onore un campione iridato dello sportitaliano, il ginnasta Jury Chechi. Due ore e mezza di spettacolo, presentato

Beati quelli che... partono per la route!!

Parrocchia Madonna di Fatima

FEDERICO e FRANCESCA25 ANNI D’AMORE

di Alessio Rubicini

Domenica 23 Settembre 2012 – Ore 11: Maxi festa in

Valtesino per le Nozze d’Argento dei nostri carissimi

Federico Tommasi e Francesca Marini. E non poteva

essere altrimenti visti l’amore e la dedizione con cui

gli Sposi hanno servito, in questi anni, la loro famiglia

e la nostra Comunità Parrocchiale. Federico da sem-

pre è un autentico punto di riferimento per tutti noi:

Ministro Straordinario della Comunione, Catechista

ma anche autentico tuttofare per la manutenzione

della Chiesa e dei Locali Parrocchiali. Se c’è da ag-

giustare qualcosa in Parrocchia è normale chiedere

a Federico, soprattutto se c’è da sistemare una presa elettrica,

una lampada fuori uso o un filo che proprio non vuole funzionare. Insieme a sua moglie Francesca,

poi, guida uno dei Gruppi di Catechesi del Post-Cresima. Insomma, per noi tutti ma soprattutto

per i nostri Giovani, gli Sposi sono un autentico esempio di come amare e servire la propria Co-

munità Parrocchiale alla luce del messaggio evangelico di Gesù. Infiniti auguri, quindi, a Federico

e Francesca da parte di tutta la nostra Comunità Parrocchiale che si uniscono agli altrettanto infiniti

auguri che vengono loro rivolti da Luigi e Filomena, genitori dello Sposo, da Leda, mamma della

Sposa, da Cristina e Samuele, i loro figli, e dai loro fratelli, parenti ed amici.

Mondiali di pattinaggio, l’‘arrivederci’ di San Benedetto agli atleti Due ore e mezza di spettacolo tra consegna delle medaglie e fuochi musicali

con un testimonial d’eccezione Jury Chechi

dai giornalisti Gloria Caioni di TVP Italia eSandro Benigni del Corriere Adriatico, sonotrascorse tra consegna delle medaglie, momentidi spettacolo di danza pop della scuola sambe-nedettese “Suite 808” del direttore artisticoPierluigi Cicchi e l’esibizione di “Bubble art”a cura della compagnia teatrale “Gambe inspalla Teatro”. Prima dei saluti finali e dei fuochi artificialimusicali sulla spiaggia curati della pirotecnica“Santa Chiara”, vi è stato il passaggio di con-segne tra il sindaco Giovanni Gaspari, in rap-presentanza della nazione che ha ospitato imondiali nel 2012, e Ian Pietrosky, presidente

della Federazione Pattinaggio del Bel-gio, nazione in cui si svolgeranno imondiali di pattinaggio nel 2013. “Ci mancherà questa manifestazione– ha dichiarato il sindaco GiovanniGaspari – se da un lato c’è gioia nelpassare il testimone al Belgio, dovetra un anno gli atleti ci regalerannoancora nuove emozioni, dall’altra pro-viamo tristezza perché stagiungendo a conclusioneuna stupenda avventurain cui a vincere è statolo sport su rotelle”. “I ringraziamenti – haproseguito il Sindaco -

vanno alla Regione Marche eal Comune di Ascoli Picenoper aver sostenuto questa ma-nifestazione e al presidentedella Federazione Internazio-nale di Hockey e Pattinaggio

on. SabatinoAracu e a Ro-molo Bugariper aver gesti-to la parte organizzativain maniera eccellente. Agli atleti e aiteam va il nostro ‘arrivederci’ a San Benedetto,nel Piceno e nelle Marche”.