ANNO XXIX N° 9 - 11 Marzo 2012

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Il Presidente della Fisc (Federazione Italiana Settima- nali Cattolici) Francesco Zanotti, ha comunicato tele- fonicamente al nostro direttore che dopo un’attenta valutazione dei redazionali partecipanti al concorso in- detto dal Servizio per la Promozione del sostegno eco- nomico alla Chiesa, la nostra testata ed il pezzo prodotto dal nostro giornalista sono risultati vincitori del concorso redazionale premio SOVVENIRE giugno-novembre per l’anno 2011. La premiazione ci sarà il giorno 15 marzo 2012 a Caserta. ANNO XXIX N° 9 - 11 Marzo 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Finestra sulla Parola «Io sono il Signore, tuo Dio. Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna». Sul monte Sinai, Dio scese incontro a Mosè e, mentre un fuoco e una densa nube nascondevano agli occhi del po- polo la vetta del monte, Mosè par- lava a Dio ed Egli pronunciò le “dieci parole”, i legami di bontà, i vincoli d’amore con cui, quale Amante geloso, traeva a sé il suo popolo. Con la prima di queste pa- role, che ascolteremo nella I^ let- tura di domenica, Dio sembra riandare al racconto delle origini, quando Dio creò Adamo e gli stette di fronte riconoscendo sé stesso nell’uomo, creatura fatta a sua im- magine. Sin dal principio non ci fu altra immagine di Dio possibile se non l’uomo stesso, chiamato a cu- stodire con gratitudine e obbe- dienza il mistero di essere un uomo creato che porta l’immagine del Dio increato. E in questo peccò l’uomo, istigato dal ser- pente: voler divenire per opera propria ciò che già era per opera di Dio: sicut Deus, “come Dio”. Un uomo che fa di sé il suo dio, non solo ha perduto Dio, ma ha anche tradito la propria natura di uomo, ha smarrito la sua vo- cazione esistenziale: essere immagine di Dio. In ogni epoca l’uomo si è trovato a oscillare, confuso, tra due estremi: la ricerca spasmodica di elevarsi da solo all’al- tezza di Dio, di essere sapiente al punto di possedere la vita e la morte, e il consegnarsi ad altri dei, ai tanti idoli che in cambio di una schiavitù assoluta promettono mi- racoli, esorcizzando la nostra paura della morte. Ma Dio non è venuto meno alla sua fedeltà, non ha mai smesso di offrire all’uomo il suo amore, la sua alleanza, e, poiché noi non pote- vamo ritrovare la forma di Dio, Dio stesso ha assunto la forma di uomo ed è venuto a noi: Cristo Gesù, pur essendo in forma di Dio … svuotò se stesso assumendo la forma di servo (cfr. Fil 2,6-7). In Lui Dio ha ricreato la propria immagine sulla terra e per farlo ha scelto di assumere total- mente la nostra vita di uomini se- gnati dal peccato e dalla morte. Incarnazione, comunione di vita con gli ultimi e i peccatori, passione, morte e resurrezione: questa è la nuova immagine che prende forma nel Cristo Gesù crocifisso e risorto ed in lui è ridata a noi la possibilità di trasformarci a sua immagine passando, però, per la stessa via, una via di stoltezza e di debolezza, per il mondo, ma di sapienza e di fortezza secondo Dio. Que- sta è l’immagine in cui il Padre si compiace, questa è la dimora che Gesù Cristo prende nei nostri cuori, il tem- pio, il luogo dell’incontro tra l’uomo e l’altro uomo, tra l’uomo e il suo Dio, fornace ardente dello stesso suo zelo: passione per Dio, passione per gli uomini. Le sorelle Clarisse della Santa Speranza Liberate le domeniche dal lavoro” Un’ordinanza da record: spariti gli orari anche se pochi sono gli avventori di Pietro Pompei Altre volte mi son rivolto al padre della nostra poesia, Dante Ali- ghieri, per stigmatizzare certi comportamenti pubblici, così come lui solo sa fare. In merito all’ordinanza comunale che libera le atti- vità commerciali dai vincoli degli orari e dagli obblighi festivi, pub- blicata con un tempismo sorprendente, sotto una pressione che si protrae da mesi e ancor più, è il caso di dire: “ Molti rifiutan lo co- mune incarco;// ma il popol tuo ( i rappresentanti del popolo) soli- cito risponde// sanza chiamare, e grida: “I’ mi sobbarco!”. A quanto pare, poi, ad eccezione di alcuni interessati, non sembra che ci sia una richiesta a furor di popolo, se è vero che i sindacati a livello europeo (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil) hanno proclamato “ Giornata europea per le domeniche libere dal lavoro” il trascorso 4 marzo con lo slogan: “Non fare shopping , liberate le domeniche dal lavoro”. Iniziativa, strano a dirsi, ignorata dai mass- media. Si poteva ancora aspettare con quei tempi che normalmente si prendono certi provvedimenti o i nostri concittadini impegnati in questi specifici lavori non meritano di essere ascoltati e di un pe- riodo di discernimento? Anche il grande filosofo tedesco Hegel che vede la storia avanzare per contrasto, si sarebbe fermato di fronte a questo dilemma: “Come si fa a spendere in una logica Salva Italia da cui quest’ordinanza dipende, facendo acquisti tutte le ore del giorno (ed anche della notte) e in tutti e sette giorni della settimana, se, per lamentela generale, gli stipendi si sono accorciati e il valore dell’euro ridotto?”. Gli economisti del nostro Comune saranno in grado di spiegarci questo interrogativo? A questo punto mi viene in mente un altro interrogativo: “ L’uomo è per il lavoro e quindi per il guadagno o il lavoro è per l’uomo?”. La scala dei valori è soggetta ai tarli: attenti quando si sale o si scende ! Nella Caritas in veritate di Benedetto XVI si legge: “L’uomo e il suo vero bene hanno un primato anche nell’attività economica come, più ampiamente, nel- l’organizzazione sociale e nella vita politica”, perché “il primo ca- pitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona, nella sua integrità”. Ancora una volta chi viene colpita è la famiglia, di cui tutti si fanno paladini, per la quale, in verità, non si riesce a tirar fuori una legge che ne valorizzi l’importanza. Hanno ragione i sin- dacati quando affermano che il decreto Salva Italia e le ordinanze applicative hanno dato il via a “un fenomeno di deregolamenta- zione autorizzato”. È importante garantire un giorno di riposo co- mune all’intera società perché questo consente alle famiglie di ritrovarsi e ai cittadini di realizzare, secondo le loro inclinazioni e le loro scelte, attività culturali, spirituali e sociali. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno L’episodio, riportato dalla stampa, di alcuni ladri introdottisi nel Monastero “Santa Speranza”, ci lascia sgomenti e pensierosi. Il fatto in sé po- trebbe rientrare in una comune casistica; è il luogo scelto che lascia perplessi sia per la sua sacralità sia per il fatto di sapere di andare a rubare a dei poveri. Tutti sanno che le Clarisse vivono del- l’aiuto di tutti e nell’aver voluto ampliare il mo- nastero sono state spinte dal desiderio di rendere più idoneo questo luogo di preghiera e di acco- glienza, accollandosi ulteriori sacrifici. Nei momenti di entusiasmo abbiamo catalogato questo luogo come “il parafulmine sulla città”. Ce l’hanno sabotato e noi non possiamo rimanere indifferenti. La città non può restare senza protezione, specie in questi tempi di tur- bolenze vissute come quella verificatasi alla stazione ferroviaria dove, come ci ha comunicato il Sindaco, è stata data a fuoco una macchina della polfer. Come cit- tadino, sicuro di interpretare il sentimento di moltis- simi, chiedo scusa alle Suore per questo vile gesto che lascia il segno dell’insicurezza; vi siamo vicini con la preghiera, vi ringraziamo per gli apprezzati suggeri- menti che ci inviate attraverso il nostro settimanale e vi chiediamo di continuare ad essere la protezione della nostra città, perché ne abbiamo veramente tanto biso- gno. P.P. CON GRANDE PIACERE VI PARTECIPIAMO CHE IL NOSTRO SETTIMANALE DIOCESANO “L’ANCORA” HA VINTO CONCORSO NAZIONALE Un nefasto episodio di delinquenza Alcuni ladri si sono introdotti nel Monastero “Santa Speranza”

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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Il Presidente della Fisc (Federazione Italiana Settima-

nali Cattolici) Francesco Zanotti, ha comunicato tele-fonicamente al nostro direttore che dopo un’attentavalutazione dei redazionali partecipanti al concorso in-detto dal Servizio per la Promozione del sostegno eco-

nomico alla Chiesa, la nostra testata ed il pezzoprodotto dal nostro giornalista sono risultati vincitoridel concorso redazionale premio SOVVENIREgiugno-novembre per l’anno 2011. La premiazione cisarà il giorno 15 marzo 2012 a Caserta.

ANNO XXIX N° 9 - 11 Marzo 2012 € 1.00

Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Finestra sulla Parola«Io sono il Signore, tuo Dio. Non avrai altri dèi di frontea me. Non ti farai idolo né immagine alcuna». Sulmonte Sinai, Dio scese incontro a Mosè e, mentre unfuoco e una densa nube nascondevano agli occhi del po-polo la vetta del monte, Mosè par-lava a Dio ed Egli pronunciò le“dieci parole”, i legami di bontà, ivincoli d’amore con cui, qualeAmante geloso, traeva a sé il suopopolo. Con la prima di queste pa-role, che ascolteremo nella I^ let-tura di domenica, Dio sembrariandare al racconto delle origini,quando Dio creò Adamo e gli stettedi fronte riconoscendo sé stessonell’uomo, creatura fatta a sua im-magine. Sin dal principio non ci fualtra immagine di Dio possibile senon l’uomo stesso, chiamato a cu-stodire con gratitudine e obbe-dienza il mistero di essere un uomocreato che porta l’immagine delDio increato. E in questo peccò l’uomo, istigato dal ser-pente: voler divenire per opera propria ciò che già eraper opera di Dio: sicut Deus, “come Dio”. Un uomo chefa di sé il suo dio, non solo ha perduto Dio, ma ha anchetradito la propria natura di uomo, ha smarrito la sua vo-cazione esistenziale: essere immagine di Dio. In ogniepoca l’uomo si è trovato a oscillare, confuso, tra dueestremi: la ricerca spasmodica di elevarsi da solo all’al-tezza di Dio, di essere sapiente al punto di possedere la

vita e la morte, e il consegnarsi ad altri dei, ai tanti idoliche in cambio di una schiavitù assoluta promettono mi-racoli, esorcizzando la nostra paura della morte. Ma Dionon è venuto meno alla sua fedeltà, non ha mai smesso

di offrire all’uomo il suo amore, lasua alleanza, e, poiché noi non pote-vamo ritrovare la forma di Dio, Diostesso ha assunto la forma di uomoed è venuto a noi: Cristo Gesù, puressendo in forma di Dio … svuotò sestesso assumendo la forma di servo(cfr. Fil 2,6-7). In Lui Dio ha ricreatola propria immagine sulla terra e perfarlo ha scelto di assumere total-mente la nostra vita di uomini se-gnati dal peccato e dalla morte.Incarnazione, comunione di vita congli ultimi e i peccatori, passione,morte e resurrezione: questa è lanuova immagine che prende formanel Cristo Gesù crocifisso e risortoed in lui è ridata a noi la possibilità

di trasformarci a sua immagine passando, però, per lastessa via, una via di stoltezza e di debolezza, per ilmondo, ma di sapienza e di fortezza secondo Dio. Que-sta è l’immagine in cui il Padre si compiace, questa è ladimora che Gesù Cristo prende nei nostri cuori, il tem-pio, il luogo dell’incontro tra l’uomo e l’altro uomo, tral’uomo e il suo Dio, fornace ardente dello stesso suozelo: passione per Dio, passione per gli uomini.

Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

“Liberate le domeniche dal lavoro”

Un’ordinanza da record: spariti gli orari anche se pochisono gli avventori

di Pietro Pompei

Altre volte mi son rivolto al padre della nostra poesia, Dante Ali-ghieri, per stigmatizzare certi comportamenti pubblici, così comelui solo sa fare. In merito all’ordinanza comunale che libera le atti-vità commerciali dai vincoli degli orari e dagli obblighi festivi, pub-blicata con un tempismo sorprendente, sotto una pressione che siprotrae da mesi e ancor più, è il caso di dire: “ Molti rifiutan lo co-

mune incarco;// ma il popol tuo ( i rappresentanti del popolo) soli-

cito risponde// sanza chiamare, e grida: “I’ mi sobbarco!”.

A quanto pare, poi, ad eccezione di alcuni interessati, non sembrache ci sia una richiesta a furor di popolo, se è vero che i sindacati alivello europeo (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil) hannoproclamato “ Giornata europea per le domeniche libere dal lavoro”il trascorso 4 marzo con lo slogan: “Non fare shopping , liberate ledomeniche dal lavoro”. Iniziativa, strano a dirsi, ignorata dai mass-media. Si poteva ancora aspettare con quei tempi che normalmentesi prendono certi provvedimenti o i nostri concittadini impegnati inquesti specifici lavori non meritano di essere ascoltati e di un pe-riodo di discernimento? Anche il grande filosofo tedesco Hegel chevede la storia avanzare per contrasto, si sarebbe fermato di fronte aquesto dilemma: “Come si fa a spendere in una logica Salva Italia

da cui quest’ordinanza dipende, facendo acquisti tutte le ore delgiorno (ed anche della notte) e in tutti e sette giorni della settimana,se, per lamentela generale, gli stipendi si sono accorciati e il valoredell’euro ridotto?”. Gli economisti del nostro Comune saranno ingrado di spiegarci questo interrogativo? A questo punto mi viene inmente un altro interrogativo: “ L’uomo è per il lavoro e quindi peril guadagno o il lavoro è per l’uomo?”. La scala dei valori è soggettaai tarli: attenti quando si sale o si scende ! Nella Caritas in veritate

di Benedetto XVI si legge: “L’uomo e il suo vero bene hanno unprimato anche nell’attività economica come, più ampiamente, nel-l’organizzazione sociale e nella vita politica”, perché “il primo ca-pitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona, nella suaintegrità”. Ancora una volta chi viene colpita è la famiglia, di cuitutti si fanno paladini, per la quale, in verità, non si riesce a tirarfuori una legge che ne valorizzi l’importanza. Hanno ragione i sin-dacati quando affermano che il decreto Salva Italia e le ordinanzeapplicative hanno dato il via a “un fenomeno di deregolamenta-zione autorizzato”. È importante garantire un giorno di riposo co-mune all’intera società perché questo consente alle famiglie diritrovarsi e ai cittadini di realizzare, secondo le loro inclinazioni ele loro scelte, attività culturali, spirituali e sociali.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

L’episodio, riportato dalla stampa, di alcuni ladriintrodottisi nel Monastero “Santa Speranza”, cilascia sgomenti e pensierosi. Il fatto in sé po-trebbe rientrare in una comune casistica; è il luogoscelto che lascia perplessi sia per la sua sacralitàsia per il fatto di sapere di andare a rubare a deipoveri. Tutti sanno che le Clarisse vivono del-l’aiuto di tutti e nell’aver voluto ampliare il mo-nastero sono state spinte dal desiderio di renderepiù idoneo questo luogo di preghiera e di acco-glienza, accollandosi ulteriori sacrifici. Nei momentidi entusiasmo abbiamo catalogato questo luogo come“il parafulmine sulla città”. Ce l’hanno sabotato e noinon possiamo rimanere indifferenti. La città non puòrestare senza protezione, specie in questi tempi di tur-bolenze vissute come quella verificatasi alla stazioneferroviaria dove, come ci ha comunicato il Sindaco, èstata data a fuoco una macchina della polfer. Come cit-

tadino, sicuro di interpretare il sentimento di moltis-simi, chiedo scusa alle Suore per questo vile gesto chelascia il segno dell’insicurezza; vi siamo vicini con lapreghiera, vi ringraziamo per gli apprezzati suggeri-menti che ci inviate attraverso il nostro settimanale evi chiediamo di continuare ad essere la protezione dellanostra città, perché ne abbiamo veramente tanto biso-gno. P.P.

CON GRANDE PIACERE VI PARTECIPIAMO CHE IL NOSTRO SETTIMANALE DIOCESANO “L’ANCORA”

HA VINTO CONCORSO NAZIONALE

Un nefasto episodio di delinquenzaAlcuni ladri si sono introdotti nel Monastero “Santa Speranza”

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Anno XXIX

11 Marzo 2012

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Il 27 Febbraio del 1862 mo-riva a Isola del Gran Sasso, inprovincia di Teramo, San Ga-briele dell’Addolorata, al se-colo Francesco Possenti,religioso passionista. Undice-

simo di tredici figli, Francesco era nato il 1 Marzo1838 ad Assisi, la città in cui il padre, Sante, eraGovernatore. Sua madre, Agnese, originaria diCivitanova Marche, muore quando Francescoaveva quattro anni. Intelligente, esuberante amavastudiare e comporre poesie in latino. Elegante,spigliato, gli piaceva seguire la moda del tempo.Voleva primeggiare in tutto, anche se conducevauna vita normale. Era noto per la sua personalitàaffettuosa ed estroversa. Amava il ballo, la caccia,il teatro. Durante una malattia, ancora ragazzino,promise di diventare religioso se fosse guarito.Guarì due volte, ma procrastinò sempre questosuo impegno. Che onorò, entrando nel Conventodi Morrovalle, il 10 Settembre 1856, dopo il do-lore per la morte della sorella Maria Luisa e la vi-sione della Madonna nel corso di unaprocessione. A diciotto anni il giovane Francescovolta pagina, prende i voti nella Comunità Pas-sionista e cambia anche nome. D’ora in poi sichiamerà Gabriele dell’Addolorata, perché il pas-sato non c’è più. Si butta anima e corpo nella vitareligiosa, trovando così la pace del cuore e la fe-licità. Il 22 Settembre del 1857 emette la profes-sione religiosa e al termine del noviziatopronuncia il voto tipico dei Passionisti, quello didiffondere la devozione alla Vergine Addolorata.

Resta a Morrovalle ancora nove mesi dove stu-dierà moltissimo, poi si trasferisce a Pievetorina,dove perfeziona gli studi di Filosofia e iniziaquelli di Teologia che preludono al sacerdozio.Qui riceve le visite di alcuni parenti tra cui quelladel fratello medico che gli consiglia di tornare acasa perché lo vede debole e sofferente (aveva in-fatti la tisi). Ma Gabriele decide di seguire i suoiconfratelli a Isola del Gran Sasso, dove arriva il10 luglio del 1959. Il luogo gli piace, e qui si pre-para al sacerdozio. Intanto la salute di quello chesarà definito il “Santo dei giovani” peggiora. E’aggredito da febbri e difficoltà respiratorie. Man-tiene fino alla fine la sua abituale serenità dianimo. Il 27 Febbraio del 1862, Gabriele salutatutti, chiede perdono, poi la sua anima vola incielo. Da allora ogni anno schiere di pellegrini sirecano presso il santuario ad Isola del Gran Sassoper visitare la sua tomba e il convento dove vissegli ultimi anni della sua vita, ma anche per pre-gare e ringraziare per le grazie ricevute. Il cultodi San Gabriele è diffuso soprattutto in Abruzzo,in Italia centrale, specialmente tra i giovani, men-tre emigrati italiani ne hanno diffuso il culto negliUSA, in America centrale, in Canada e Australia.Per accogliere la sempre crescente massa di pel-legrini, nel 1970 venne decisa la costruzione diun nuovo grandissimo Santuario. Santuario cheaccolse nel 1985 Giovanni Paolo II che, in un me-morabile messaggio trasmesso in mondo visione,additò San Gabriele come modello per le giovanigenerazioni. Il compianto don Antonio Vallorani,raccogliendone l’invito, volle dedicare la nuovachiesa di Villa Rosa proprio a questo giovanesanto, umbro di nascita, ma abruzzese di ado-zione. E.Tì.

A FORCE LA PASSIONE VIVENTE DI GESÙNella settimana Santa, Force si trasforma in un piccolo set cinematografico per far rivivere le

ultime 12 ore che Gesù di Nazareth ha trascorso nella sua Gerusalemme, il tutto in sintonia alcarattere sacrale proprio della rappresentazione. A chi piacerebbe assistere ad una delle piùbelle “Passione vivente” delle Marche, un’idea potrebbe essere quella di recarsi nel capoluogoforcese. Se vi siete persi il successo natalizio del “Presepe vivente” non perdetevi anche l’op-portunità della “Passione vivente di Cristo”. E’ la rappresentazione delle ultime ore di agoniadella vita di Gesù Cristo. L’evento religioso, alla sua seconda edizione, si terrà nel centro storicodel capoluogo forcese il 30 marzo e il 1° aprile prossimi alle ore 21,15. Promotore dell’iniziativareligiosa live, ancora una volta, don Claudio Capecci parroco del paese nelle vesti di regista,dei suoi più stretti collaboratori nonché della partecipazione dell’Amministrazione comunalee di tutte le associazioni del posto. Quanto alla realizzazione tecnica dell’evento, sono previstinon meno di 160 tra personaggi e figuranti. Don Claudio si augura che il numero, senza esclu-sione di sorta, possa aumentare e che ci sia un maggiore coinvolgimento per la buona riuscitadell’evento. Le scene rappresentative descrivono l’ultima settimana di vita di Gesù, come l’in-gresso a Gerusalemme, l’ultima cena, l’arresto, il processo davanti al sinedrio, l’incontro conPilato, la condanna a morte, la crocifissione e la morte nonché la gloriosa resurrezione delfiglio di Dio, da sempre ben raffigurato con l’immagine efficace del sepolcro vuoto. L’ingressoè ad offerta libera. Serviranno a far fronte alle spese sostenute che non sono poche. La rappre-sentazione è dedicata alla figura dello scomparso don Giuseppe Pucci. (Giuseppe Capasso)

Il settimanale diocesano aprirà a breve anche lasezione on line, stiamo cercando giovani di etàcompresa tra i 18 e i 35 che abbiano il desideriodi acquisire il patentino da giornalista.SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Si sotto-pone alla cortese attenzione dei lettori, la pre-sentazione del progetto denominato l’Ancoraon line, un giornale in internet per il territo-rio della nostra diocesi di San Benedetto delTronto. Il nome è stato deciso per riprendere ilsettimanale diocesano e continuare così la suaimportante storia.Il giornale on - line non si sovrapporrebbe alcartaceo perché nel settimanale le notizie sonopiù di approfondimento e meno giornaliere.Inoltre attraverso il giornale on line, copri-remmo un target giovanile che ad oggi con ilcartaceo è più difficile da raggiungere.Il sito sarà strutturato in maniera tale, da avereuna pagina iniziale dove inserire le notizie di ri-lievo, per poi avere delle sottosezioni.Sul sito la redazione potrà pubblicare anche deivideo e trasmettere immagini in diretta dellavita diocesana.Inoltre il giornale on line, potrà ospitare anchela web radio “Sherwood” dell’Azione Cattolicadiocesana.

I nostri obbiettivi per l’ancora on line:- Far diventare il nostro giornale on line tra i piùletti e seguiti di tutta la diocesi.- Dare ai giovani un informazione diversa einoltre coinvolgerli nei progetti- Creare una rete di rapporti che vadano al di ladel web.- Far conoscere ancor di più tutte le diverse re-altà che crescono nella Diocesi.

I programmi che potrebbero svilupparsi sareb-bero infiniti, in quanto si sarebbe in grado dicreare iniziative culturali, di intrattenimento edi riflessione, sociali o tantissime altre inizia-tive. Il settimanale cartaceo trarrebbe vantaggidalla formazione del giornale on line, in quantosi potranno riprendere con più facilità tutte lenotizie più importanti che accadono settimanal-mente sul nostro territorio diocesano.Stiamo cercando dei ragazzi, di età compresatra i 18 e i 35 anni, da inserire nella nostra re-dazione, così da poter coprire tutto il territoriodiocesano.Di lato troverete la locandina informativa chesta girando per le parrocchie della nostra dio-cesi.Per chiunque è interessato può contattarci allamail: [email protected]

L’Ancora cresce e raddoppia150 anni fa moriva San Gabriele dell’Addolorata, il santo dei giovani.

ON LINEON LINE

Tripoli - “Sono rimasto profondamente colpitodalla serietà professionale e dalla testimonianzache rendono ogni giorno le infermiere filippinee indiane nell’ospedale di Sirte” dice all’Agen-zia Fides Sua Ecc. Mons. Giovanni InnocenzoMartinelli, Vicario Apostolico di Tripoli, che siè recato qualche giorno fa a visitare la piccolacomunità cattolica di Sirte. “Sono rimasto po-sitivamente impressionato dal clima di solida-rietà che ho scoperto: bisognerebbe scrivere unlibro sull’amicizia profonda tra queste persone,musulmani e cristiani, che hanno vissuto laguerra insieme. Nell’ospedale viene pubblicatoun piccolo giornale in inglese e in arabo, i cuiarticoli riflettono il desiderio e la prospettivadella riconciliazione” afferma Mons. Marti-nelli. Il Vicario Apostolico aggiunge che “nel-l’area di Tripoli la situazione è un po’ piùtranquilla. Si nota uno sforzo da parte di tuttiper le prossime elezioni. Stanno inoltre tor-nando gli espatriati e i membri delle comunitàstraniere che erano fuggiti a causa della guerra.Tutti stanno portando il loro contributo per co-struire la nuova Libia. I servizi pubblici funzio-nano, anche se non in maniera ottimale. Daqualche giorno ad esempio è ripresa la distri-buzione della posta”. “Se vogliamo ricostruirela Libia, è essenziale trovare il modo di ricon-ciliarsi” sottolinea il Vicario Apostolico. “Certo, purtroppo c’è stata tanta distruzione etanta sofferenza, sia a Sirte sia a Misurata. Daun lato c’è una sofferenza profonda di coloroche, nel contesto degli ultimi sviluppi politici,hanno perso la propria terra. Dall’altro esisteun cammino di riconciliazione che presentaaspetti prodigiosi” conclude Mons. Martinelli.(L.M.) (Agenzia Fides)

AFRICA/LIBIA“Sono rimasto colpitodalla solidarietà che si è creata tra cristiani e musulmani”dice Mons. Martinelli

San Benedetto del Tronto: Per un utilizzo corretto delle nuove tecnologie.All’Istituto “San Giovanni Battista”, un interessante momento

di incontro con i genitori e il personale docente

Martedì 28 febbraio alle 16,30 presso l’istituto scolastico “SanGiavanni Battista” si è svolto un incontro particolarmente in-teressante rivolto ai genitori e al personale docente.Il tema è stato come favorire e garantire il corretto uso dellenuove tecnologie di comunicazione (internet e gli altri socialnetwork connessi) quando ad utilizzarli sono i minori. A rela-zionare ed informare genitori e docenti sono stati gli espertidella Polizia delle comunicazioni delle Marche, meglio nota come Polizia Postale e del Corecom(Comitato regionale per le comunicazioni) rappresentato dal Presidente Pietro Colonnella. L’in-contro ha proposto ai presenti alcuni video esplicativi e informativi in cui sono state offerte allariflessioni dei presenti alcuni momenti in cui i minori utilizzano il personal computer e devonocomunque essere supportati e guidati dai genitori e mai lasciati soli perché i bambini in modoassolutamente accidentali e involontario possono trovarsi davanti a pubblicità ingannevoli, vi-deogiochi e immagini diseducativi, siti, messaggi che veicolano disvalori dannosi ad una cre-scita corretta e moralmente orientata. Un grazie agli organi collegiali dell’Istituto battistino perquesta encomiabile iniziativa a tutela dei minori e delle loro famiglie. FC

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Figlio mio,

“L’erba voglio non si trova neanche nel giardino del re!”. Così mi dice-

vano, quando, da piccolina avanzavo qualche pretesa un po’ sfacciatella.

Voglio … vorrei … Lo stesso verbo, coniugato in modo diverso. Tutte

e due le voci implicano una richiesta, ma nel primo caso si tratta della

pretesa a una soddisfazione immediata, mentre nel vorrei c’è la possibi-

lità, l’attesa, il sogno. Lo so che, nel correggerti, i miei no ti fanno

male, ma sono questi no che poi faranno la diffe-

renza nel modo che tu avrai di porgerti nei con-

fronti della vita.

E’ ben strano il nostro tempo, figlio, corre molto

veloce, troppo veloce e questa frenesia divora, stra-

volge e mistifica tutto ciò che incontra. La fretta è

nemica del pensare, stordisce l’anima e cancella

la memoria e in questo caos si confonde ciò che è

utile dal futile, il necessario dal superfluo, l’uso

dall’abuso, il diritto dal privilegio.

Un giorno chiesero a madre Teresa quale fosse la

cosa che più la scandalizzasse, lei rispose senza

esitazione: “Lo spreco.” Non ci può essere pace

senza giustizia e il nostro superfluo è inevitabil-

mente sottrazione per altri. Consumare e fare la

spesa ci sembrano fatti banali che riguardano solo

noi, i nostri gusti, le nostre voglie, il nostro porta-

foglio. Eppure il consumo è tutt’altro che un fatto privato. Il consumo è

un fatto che riguarda tutta l’umanità.

Dietro questo gesto quotidiano si nascondono problemi di natura so-

ciale, politica e ambientale.

Del resto, la giustizia comincia dalle piccole cose e per essa bisogna es-

sere disposti a fare sacrifici.

In pratica, per essere “giusti” dobbiamo imboccare la strada del con-

sumo critico e della sobrietà.

Ho sempre pensato, e tu lo sai, che vivere con sobrietà fosse la prima

forma di carità.

Uno stile di vita sobrio non si misura solo da ciò che appare, ma da ciò

che abbiamo nel cuore, dalle aspirazioni e dalle attese che ci spingono.

Ed è perché ti voglio bene che vorrei che il tuo sia uno stile di vita che

sappia distinguere i bisogni reali da quelli imposti; che dia alle esigenze

del corpo il giusto peso, senza dimenticare quelle che sono

le tue esigenze spirituali, affettive, intellettuali e sociali.

Ricordati sempre, amore, le parole di Gesù: ”Non accumu-

late tesori sulla terra… Perché la dove è il tuo tesoro, sarà

anche il tuo cuore”. Ti propongo un gioco, così ti metti a

ridere e mi piace tanto quando ridi! Il gioco delle quattro

erre:

RIDURRE: bada ciò che è essenziale. Se non mi serve non

lo compro. E’ il coraggio di non avere.

RECUPERARE: utilizza le cose finché sono servibili e ri-

cicla tutto ciò che può essere rigenerato.

RIPARARE: non gettare gli oggetti al primo danno.

RISPETTARE: quest’ultima merita qualche parola in più

perché è alla base di tutte le altre. Ricorda che puoi abitare

la vita e permettere all’altro di abitarla con te se sentirai il

dovere sacro di rispettare il creato e le sue creature. E non

saranno le conversazioni spirituali o le letture che mag-

giormente ti insegneranno, ma il tuo cuore desto e attento, che amando

può servirsi di tutto senza prepotenza e prevaricazione, regalandoti la

possibilità di essere grato e la facoltà della lode.

Con immenso amore,

la tua mamma

Floriana

Nel trigesimo della morte

La carissima Bibi nella memoria dei “suoi figli” di Fides Vita.A un mese dalla nascita al Cielo della nostra carissima Bibi, quante cosevorremmo dirle! I giorni trascorsi sono stati pregni della sua memoria,e un grazie, seppur filiale e commosso, non basta ad esprimere l’im-menso dono della sua vita per ciascuno di noi. Bibi è la mamma di Nicolinoed è stata una madre per ciascuno di noi, perché ci ha accolti tutti comefigli, come se realmente fossimo parte della sua famiglia. È inevitabile, per-tanto, ricordarla attraverso la testimonianza di chi, come me, ha avuto ilprivilegio di spartire la propria vita con la sua, a cominciare da quella didon Armando, sintetica ed esplicativa della testimonianza di molti tra noi. “Ho conosciuto Bibi dav-vero tanti anni fa. L’ho conosciuta tramite suo figlio Nicolino, nel tempo in cui, attorno a lui, co-minciava a prendere forma l’esperienza ecclesiale di Fides Vita. Nel tempo in cui si veniva formandoanche l’esperienza della mia vita, la vita di un ragazzo sorpreso dalla forza e dalla bellezza dell’in-contro con Cristo. Allora ho conosciuto Bibi, e sono rimasto colpito ed edificato da ciò che ho avutola Grazia di ascoltare e di vedere. Innanzitutto dalla sua fedeltà, fin dal primo mattino, al Signoredella sua vita: anche per questo, la Santa Messa è entrata a segnare, da allora e per sempre, il tempodella mia giornata. E poi dalla sua dedizione, appassionata e totale, ai ragazzi che le venivano affidatiperché potessero imparare qualcosa di loro e della vita. Questo conobbi allora, e da allora tutto ècresciuto. È cresciuto per la fedeltà di Dio; è cresciuto perché tanti, e Bibi tra questi, hanno corrispostoa questa fedeltà. Ho visto Bibi riconoscere come sua la storia dal figlio cominciata. Ho visto Bibitrattenere nel suo cuore, e custodire con amore di madre, ognuna delle persone incontrate. Ho vistoBibi soffrire ed offrire come può fare soltanto chi, nel tempo lungo della sequela, comincia a somi-gliare all’Amato del suo cuore”. Al Signore, suo e nostro, continuiamo ad affidare questa nostra ca-rissima madre, ringraziandoLo per il dono che ci ha concesso di vivere accanto a lei, particolarmentein questo ultimo anno con l’aggravarsi della sua malattia. Il Signore si è servito di questa circostanzaper continuare a ricolmare della Sua Grazia e del Suo Amore la vita di ciascuno di noi, attirandocia Sé, imparando a riconoscere nel corpo contratto, nella carne ferita, piagata di Bibi il corpo sferzatoa sangue di Cristo dove è raccolto e abbracciato il dolore del mondo. E così, insieme a lei siamostati aiutati a tenere lo sguardo fisso su Gesù crocifisso, a riconoscere in Lui il senso e il valore dicurare un corpo così colpito dalla malattia da essere, apparentemente inutile. Ritrovarci nella casain via Bezzecca, un cuore in continua pulsazione, dimora dell’ unione sacramentale di Bibi con Gio-vanni, è stata occasione di unità tra noi, divenuta infine tabernacolo dinanzi al quale pregare, adorareCristo crocifisso implorando la salvezza per noi e per l’umanità intera. A tutto questo non c’è unatto che ripaghi dell’Amore che abbiamo ricevuto se non quello di continuare a tessere nel mondola Carità di Cristo. Prega per noi Bibi, nell’alto del Cielo, da una stella che brilla, prega per i tuoifigli! Moina Maroni

QUARESIMA E IL DIGIUNODa Porto D’Ascoli

DIGIUNO DAL CONSUMO SFRENATO

“Si è ricchi in proporzione alle cose di cui si riesce a fare a meno. Un eccesso dicose intasa la vita quotidiana, disperde l’attenzione, sperpera le energie e non per-mette di trovare il senso della vita” (Gandhi)

L’angolo dei ricordi.

Tempo di quaresima,tempo di magro.Venerdì, pesce. Con la Quaresima torna ilprecetto dell’astinenza dalla carne, che finoa non molti decenni fa era esteso a tutti i ve-nerdì dell’anno. Una tradizione che, se per ipraticanti costituiva (e per gente come noi locostituisce ancora) una norma da rispettare,almeno una volta era comunque general-mente condivisa, tanto da condizionare per-sino i menu di ristoranti e trattorie dove siserviva il baccalà in tutte le salse. Con quelloche costa oggi il pesce, baccalà compreso,viene però da chiedersi quanto il consumarloal posto della carne rappresenti una praticapenitenziaria o non piuttosto un lusso. Dettoche resta comunque un segno per fare memo-ria della Passione, bisogna anche aggiungereche c’è pesce e pesce, non solo per una sceltadi moderazione che dia maggior senso al pre-cetto quaresimale, ma per rendere economi-camente sostenibile, con questi chiari di luna,una pietanza salubre e generalmente leggera.Ecco allora che ci viene in soccorso il cosid-detto pesce dimenticato, il pesce povero,quello verde o azzurro. Pesci poco apprezzatie spesso sottovalutati, definiti di minor pre-gio da un certo conformismo commerciale eculinario. E invece, magari nonostante le li-sche, questo tipo di pesce il pregio ce l’ha ec-come, perché fresco e di provenienza locale,facilmente reperibile, di qualità. Acciughe,sarde, sgombri, palamite, merluzzi, razze,moscardini. Ricordatevele quando andate dalpescivendolo, chiedetele e provate. Le ricettele trovate dappertutto. E poi costano il giusto.

E.Tì.

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11 Marzo 2012PAG

Dopo la missione del gennaio 2011 in Mozambico, che ha per-messo di venire a conoscenza delle condizioni di difficoltà in cuioperano le suore della Missão de Netia che si occupano dell’assi-stenza di numerosi bambini orfani e bisognosi, la nostra associa-zione Mandatum Novum ha inviato nuovamente in quella terraafricana il missionario sambenedettese Domenico Luciani. Il pro-getto missionario è stato preventivamente approvato e concordatocon il nostro vescovo diocesano mons. Gervasio Gestori e con ilvescovo mozambicano mons. Lucio Andrice Muandula. Dome-nico, partito da Roma lo scorso 2 novembre, è giunto il giorno se-guente nella capitale del Mozambico, Maputo, dove è stato accoltoda padre Antonio Alfredo Tehauque della Diocesi di Xai-Xai eparroco di Chicualacuala. Dopo gli accordi preliminari con padre Antonio Alfredo per visitare

la sua parrocchia al ritorno dalla prima parte della missione, Do-menico ha proseguito con un altro volo aereo di 1400 km il suoviaggio alla volta di Nambula, al nord del Mozambico, dove è statoricevuto dalle suore della Missão de Netia che lo hanno condottoin automobile alla loro sede. Per Domenico si trattava della primavisita alla loro missione, poiché nel viaggio precedente aveva avutocontatti diretti solo con la Superiora suor Maria Aurora De Maria,peruviana, incontrata a Maputo, che gli aveva descritto le difficilicondizioni operative della sua comunità, come già riportato nellaprima relazione del viaggio di gennaio 2011. Con suor Maria Au-rora durante tutto l’anno l’associazione Mandatum Novum ha man-tenuto costanti contatti via internet attraverso i quali è statainformata sulle necessità e sui possibili progetti da realizzare. Trale prime cose si è occupato di un progetto in stato di avanzata rea-lizzazione anche grazie al nostro contributo economico, riguardala costruzione di una piccola diga allo scopo di realizzare un invasodi acqua piovana, di fondamentale importanza per quella terra,dove siccità gravissime costringono gli abitanti a compiere tragittiquotidiani di vari kmper l’approvvigiona-mento di pochi litridi acqua. La diga èlunga all’incirca 80metri per una altezzadi circa 4 metri.Dalle ottanta allecento persone algiorno, prevalente-mente donne e gio-

vani adulti,hanno lavoratoper diversimesi quattroore al giorno alprezzo quoti-diano di tre kg di farina di manioca. Quando il 22 novembreil nostro missionario è ripartito da Nambula, la diga era com-pletata, salvo qualche rifinitura. Il lavoro delle suore è fon-damentalmente costituito dalla assistenza alle famiglie e allepersone che quotidianamente si rivolgono a loro per riceverecibo o assistenza sanitaria, e dalla importantissima educa-zione scolastica da loro impartita ai bambini del luogo. Il no-

stro missionario ha vissuto diverse esperienze indimenticabili ecommoventi. Una mattina, intorno alle cinque, arriva alla Missão

un signore di circa quaranta anni, che ha cam-minato tutta la notte per diversi km per chiedereaiuto per la propria moglie malata. Immediata-mente una suora ed il nostro missionario si sonorecati con un’automobile presso la dimora in-dicata dalla persona, dove, dopo un percorsoirto di difficoltà per le condizioni delle stradespesso “virtuali”, hanno trovato una donna di-stesa per terra sopra una stuoia affetta da unaemorragia genitale. La signora è stata subito trasportata nella infer-meria della Missão, dove una infermiera le haprestato le cure necessarie in mancanza di unmedico. L’emorragia è risultata essere dovutaad un aborto spontaneo. La donna è rimasta ininfermeria per alcuni giorni, amorevolmente as-sistita dalle suore, e ha recuperato il suo stato

di salute. In un altro episodio, avvenuto in un tardo pomeriggio, sisono presentate alla Missão due donne portando un neonato cheavevano trovato abbandonato in una buca del terreno coperto di fo-glie. Dalle cure subito prestate al piccolo bambino molto disidratatoè risultato che il neonato era stato abbandonato già da alcuni giorni,tuttavia in poco tempo ha recuperato uno stato di salute ottimale.

(continua)

CONTINUA LA MISSIONE DI MANDATUM NOVUM IN MOZAMBICO - prima parte

Montelparo, il Vescovo Gestori ricorda il Cardinale della patria di Irene Natali

Suggerimenti estrapolati dall’omelia del nostro Vescovo,

tenuta nell’incontro con “Fides Vita” il 4 marzo 2012 presso il Biancazzurro

Cristo è la Parola unica e definitiva.Egli è l’ultima parola, quella che tutto contiene: quanto ilPadre voleva rivelare agli uomini, l’ha detto in Cristo.Cristo continua a parlare a noi.Il Vangelo è il luogo per eccellenza dove Cristo parla ancoraoggi. Il Vangelo è la sintesi suprema di tutta la Rivelazionepresente nella Scrittura.Possiamo dire che il Signore ci parla attraverso la nostra per-sonale coscienza, quando questa è illuminata dalla Parola diDio ed è guidata dallo Spirito Santo. Essa è il “ripetitore” on-nipresente della Rivelazione del Padre. C’è sempre il pericolodi confondere la propria coscienza con la voce di Cristo e diattribuire al Signore quelle che pensiamo noi.Cristo domanda di essere ascoltato.Di questa parola tutti abbiamo bisognoQuesta parola è capace di raggiungere le profondità delcuore). Questa parola sa affascinare ogni persona umana con la forzadella sua amabilità Questa Parola è una persona viva, è il Risorto, il Signore Gesù.“So a chi ho creduto” (2 Tm 1,12)La fede è adesione a Cristo (fides qua) ed insieme è adesione alla totalità del suo insegnamento(fides quae). Da qui la necessità di un anno della fede, voluto dal Papa per mantenere viva lafede vera in noi, una fede motivata e coerente, e quindi per rinnovare l’opera di evangelizza-zione.La porta della fede (cfr At 14, 27).Questa porta inizia con il Battesimo, che permette l’ingresso nella Chiesa, e si conclude con ilpassaggio attraverso la morte alla vita eterna (n.1). E’ una porta fortunatamente sempre apertaper accogliere quanti vogliono entrare.

Vogliono entrare non i fantasmi, non gli uomini virtuali, ma quelli reali. L’uomo concretosente la necessità di attraversare questa porta. Nemico di Dio non è la sessualità sfrenata, né loscetticismo estremo, ma l’astrazione dalla vita, il vivere virtuale, il non vivere. Perché l’uomoconcreto, fatto oggettivamente ad immagine di Dio, ha la nostalgia di Dio, porta in sé il “marchiodi fabbrica”. I credenti “si fortificano credendo”, diceva S. Agostino, citato dal Papa: “Solo cre-dendo, quindi, la fede si rafforza” .

«Un’occasione per ricompattare la comunità», èquesto che secondo il Vescovo Gervasio Gestorirappresenta l’anno petrocchiniano per Montelpa-ro.Domenica 4 marzo infatti, il vescovo ha celebratol’eucarestia a Montelparo, paese che ha deciso didedicare il 2012 a Gregorio Petrocchini, il CardinalMontelpare, in occasionedel quadricentenario dellasua morte. Oltre al sindacoMarino Screpanti, presentivarie autorità locali, tra cuiil consigliere provincialeGuglielmo Massucci e laconsigliera regionale Bea-trice Ortenzi. Poi i montel-paresi ovviamente.Il parroco don Gianluca liha definiti gli «affettuosamente presenti»: questoinsieme di persone che cooperano, impiegano illoro tempo per organizzare gli eventi del 2012,non sono più una comunità, ma una vera e propriarete. L’augurio che possiamo fare a tutte questepersone -ha proseguito poi il Vescovo- è quello diuna fede sincera, speranza vera e gioia autenticaper rendere l’umanità più bella. Perché la fedevera può venire meno, e allora subentra la fedesbagliata, cioè la superstizione, che non ci lasciasperanza rendendoci paurosi davanti al mondo. Lafede vera invece è bellezza, ci fa sentire vicini alSignore; sul monte Tabor Pietro dice: «Signore, èbello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tretende, una per te, una per Mosè e una per Elia».Ecco; Signore, è bello restare qui.

Al termine della funzione è stata inaugurata unamostra didattica, La Torre e L’elefante, il cui nomesi deve ai simboli contenuti nello stemma araldicodi Petrocchini. Allestita da Letizia Tempestilli, ècomposta da 16 tavole suddivise in tre sezioni: laprima riguarda Sant’Agostino, di cui Petrocchinisembra ricalcare la vita; la seconda la vita e la fa-

miglia dello stesso Petroc-chini; la terza, infine, è unariflessione sui modi di co-municare dei due uomini difede. La loro comunicazionenon viene solo confrontata,ma anche messa in relazionecon la comunicazione con-temporanea, fatta attraversola rete e, soprattutto per iragazzi, i social network. Le

foto della mostra sono di Gabriele Baglioni. Sempredomenica 4 marzo è stato poi presentato I raccontidella Cataratta, libro scritto da Filippo Cruciani incui è contenuto un racconto con protagonistaproprio Gregorio Petrocchini. Orgoglio montel-parese, professore di oftalmologia all’UniversitàLa Sapienza di Roma, commediografo per la com-pagnia teatrale Il Murello, è Cruciani a raccontarecome mai, anche negli atti ufficiali, Petrocchini sifirmasse come Cardinal Montelpare: dalla biografiaemerge che al Cardinale sembrasse riduttivo firmaresolo con il cognome. E’ invece con il nome dellapatria che bisogna farlo, e la patria è appuntoMontelparo. E il 5 maggio arriverà persino il Car-dinale Angelo Comastri ad omaggiare con la suapresenza la patria di Petrocchini.

“ASCOLTATELO!”

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Un’accusa infamante60. GESÙ E BEELZEBÙL, IL PRINCIPE DEI DEMòNI

Come leggemmo la volta scorsa, i fariseisono entrati in piena ostilità contro Gesù, tantoche “i farisei uscirono e tennero consiglio con-tro di lui per farlo morire” (Mt 12,14). In più,i farisei si danno da fare per denigrare Gesù ri-correndo alla calunnia infamante che Gesùscacci i demoni per opera di Beelzebùl, il prin-cipe dei demoni. Matteo rimane sgomento da-vanti a tanta cattiveria e, quale reazione,raccoglie materiale vario per utilizzarlo in fun-zione di difesa e di attacco lungo quasi tutto ilresto di questo capitolo (da 12,22 a 12,45). Ilsuo procedere letterario è piuttosto libero, inquanto mette insieme quanto la tradizione apo-stolica riferiva su Gesù anche se in contesti di-versi. Non si ha sempre una successione logicadei brani. A volte facciamo qualche accennoalle fonti dalle quali Mt at-tinge. Questa volta lo spazioci permette di leggere soloMt 12,22-32.

1. Gesù libera un ossesso

e viene calunniato dai fari-

sei. In 9,32-34 Mt aveva rife-rito la guarigione di unindemoniato che era muto efarisei lo avevano accusatodicendo che”scaccia i de-moni per opera del principedei demoni” (9,34; puntata n.48). Pronunciando il discorsoper la missione Gesù avevadetto che era stato chiamato Beelzebùl (10,25;puntata n. 52), Questa volta riprende quegli ac-cenni e aggiunge ad essi qualche dettaglio.Racconta: “In quel tempo fu portato a Gesùun indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì,sicché il muto parlava e vedeva. 23Tutta la follaera sbalordita e diceva: ‘Che non sia costui ilfiglio di Davide?’. 24Ma i farisei, udendo que-sto, dissero: ‘Costui non scaccia i demòni senon per mezzo di Beelzebùl, capo dei de-mòni’” (Mt 12,22-24).

L’ira dei farisei è dovuta il fatto cheGesù libera un indemoniato, che – in questotesto - riacquista la vista e l’udito e – cosaancor più grave - che tale fatto porta al mas-simo l’entusiasmo di “tutta la folla”, la qualesi chiede: “Che non sia costui il figlio di Da-

vide?”. Il titolo “il figlio di Davide” nel mondogiudaico del tempo stava a indicare il Messia.Rifiutano la luce che il miracolo poteva river-sare su di loro e si radicano nella loro ostina-zione. “Per mezzo di Beelzebùl, capo deidemoni”. Beelzebùl era il dio della città filisteadi Ekron (2Re 1,2). Il nome etimologicamentesignifica: “Signore (Ba‘al) della regione

(zebul)”; però in 2Re è modificato, per dileg-gio, con Baal-Zebùb, che vuole dire: “signore(dio) delle mosche”.

2. La risposta ragionata da Gesù. Gesùviene messo nella necessità di difendersi,“25Egli però, conosciuti i loro pensieri, disseloro: ‘Ogni regno diviso in se stesso cade inrovina e nessuna città o famiglia divisa in sestessa potrà restare in piedi. 26Ora, se Satanascaccia Satana, è diviso in se stesso; comedunque il suo regno potrà restare in piedi?’”(Mt 12,25-26). “conosciuti i loro pensieri”: sitratta di una conoscenza sovrumana. Gesùporta un argomento di buon senso: pensare cheil regno di satana sia diviso da lotte interneequivarrebbe a dire che tale regno è in pienodisfacimento. Aggiunge subito un altro argo-

mento: “E se io scaccio i de-mòni per mezzo di Beelzebùl,i vostri figli per mezzo di chili scacciano? Per questo sa-ranno loro i vostri giudici”(Mt 12,27). Tutti ritengonoche “i vostri figli”, ebraismoper dire: i vostri discepoli,scacciano i demoni per operadi Dio e fanno un’opera meri-toria. E io, Gesù, sto facendoquanto fanno loro; per cuisono essi stessi che condan-nano la calunnia che state ri-volgendo contro di me.

3. L’argomento fondamentale. Eccolo.“Ma, se io scaccio i demòni per mezzo delloSpirito di Dio, allora è giunto a voi il regno diDio” (Mt 12,28). In primo luogo la frase ci fariflettere sulla più profonda drammaticità incui si trovano gli uomini nella loro realtà fisica(sopra, uno cieco e muto), umana (gli indemo-niati di Gadara, puntata n. 44) e spirituale, inquanto diventati possesso di satana che li hasottratti alla signoria (basiléia) di Dio. Inoltre,col miracolo che ha compiuto, Gesù, in quantoè il Figlio di Dio (cf 3,17: “Questi è il Figliomio, l’amato”), ci dice che l’inizio della scon-fitta di satana è incominciata e che sarà totalecon la sua passione e risurrezione. In un altrocontesto e contemplando la sconfitta defini-tiva, Gesù dice: “Vedevo Satana cadere dalcielo come una folgore” (Lc 10,18). “Lo spi-rito di Dio” è l’onnipotenza amorosa di Dioverso di noi.

Noi cristiani con slancio dobbiamo ringra-ziare Dio perché “ci ha liberati dal potere delletenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figliodel suo amore (Col 1,13).

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PAROLA DEL SIGNORETERZA DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B

SIGNORE, Tu HAI PAROLE DI VITA ETERNA

Dal VANGELO secondo GIOVANNI

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempiogente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allorauna sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terrail denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: “Portatevia queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato”. I discepoli si ri-cordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. Allora i Giudei presero laparola e gli dissero: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?”. Rispose loro Gesù:“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Gli dissero allora i Giudei:“Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?”.Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi di-scepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla paroladetta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendoi segni che faceva, credettero nel suo nome. Gesù però non si confidava con loro, perchéconosceva tutti e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro,egli infatti sapeva quello che c’è in ogni uomo (Giovanni 2,13-25)

Domenica 11 marzoOre 10.00 Loreto

Incontro Diocesano per i fidanzati

Giovedì 15 marzoOre 19.00 S. Benedetto Tr.

S. Pio X: S. Messa per i Presepari

Incontri Pastorali

del VescovoDuRANTE LA SETTIMANA

11-18 MARZO 2012

5Anno XXIX

11 Marzo 2012 PAG

LO ZELO PER LA TUA CASA MI DIVORA. Questa frase va vista insenso spirituale, così come l’azione di Gesù, di sbaraccare i banchi deivenditori. Questo gesto è l’inizio di una visione diversa, più interiore,

più spirituale del rapporto che l’uomo deve avere con Dio. Va vista nei termini indicati in un’altra frase di Gesù, riferita sempreda Giovanni: “IL PADRE MIO CERCA ADORATORI IN SPI-RITO E VERITà.” Quindi basta sacrifici esteriori, basta commerci

all’ombra del tempio, basta sfruttamento dei poveri con la scusa delculto. Dio vuole MISERICORDIA NON SACRIFICIO,egli ci raccomanda di PURIFICARE IL CUORE NONLE MANI. Con questa protesta così veemente ma anche motivata,Gesù va a toccare gli interessi di quanti hanno sostituitoDio, con la cupidigia, con il denaro, che come afferma

San Paolo è una forma di “idolatria”. Gli affari del tempio arricchiscono siai mercanti che i sommi sacerdoti, sono loro, infatti, che spalleggiano questocommercio, ed essi metteranno a morte Gesù. Gesù, con questi segni vuole ri-

portare l’uomo sulla giusta via del rapporto con Dio, vuole interpellare la nostracoscienza e la nostra vita per un rinnovamento che porti ad adorare Dio in Spiritoe verità. Questa parola odierna, vuole proporci un rinnovamento quaresimale, ci

spinge con forza a lavarci, a purificare la nostra vita attraverso opere di misericordia e di giu-stizia, a celebrare nel tempio di mattoni e nel tempio del nostro cuore un culto, una liturgia ba-sata sull’amore e sulla gratuità, e non su opere esterne senza nessuna passione e senza nessuncoinvolgimento interiore. Il Signore vuole un rapporto con noi basato sull’amore e non su vuotisegni esteriori. Ciò non significa che non debbano esserci dei segni esteriori, ma solo quandosono espressione diretta del nostro amore. Anche Gesù li compie, ma come testimonianza delsuo infinito amore per noi. Chiediamo al Signore, di aiutarci a compiere in questa quaresimaquelle opere di misericordia, di giustizia e di carità, che ci aiutano a capire di quale grandeamore egli ci fa dono, che ci aiutino ad instaurare con il Signore quel rapporto filiale, a cuiEgli ci chiama, e che finalmente faccia sgorgare dal nostro cuore il grido di amore “ABBA”Padre. RICCARDO

Pillole di saggezza: GESU’ DICE: AMARMI VERAMENTE SIGNIFICA CAPIRE CHE TUTTO CIò CHE NON MI è GRADITO è MENZOGNA

(GESù A SANTA TERESA D’AVILA )

Sabato 3 marzo scorso la parrocchia di Ca-stignano si è trovata riunita nel ricordo deldecimo anniversario della morte di DonPaolo Diletti (morto a Castignano il 3 marzo2002, all’età di anni 85), che per 42 anni èstato parroco di quella comunità (dal 1950al 1992), lasciando una traccia indelebile.Dopo dieci anni ancora sopravvive forte ilsuo ricordo e la chiesa di S. Egidio era pienaper la celebrazione eucaristica presieduta dalvescovo diocesano Gervasio Gestori e con-celebrata dal parroco don Tiziano Napole-tani, mons. Vincenzo Catani, don GabrieleSilvestri, don Luigino Scarponi, don Ma-riano D’Ercoli, ognuno di essi  legati a variotitolo alla figura di don Paolo.

Durante l’omelia il vescovo ha ricordato donPaolo come il cristiano forte nella fede, ilprete pastore che ha formato generazioni dicristiani, l’uomo che ha lasciato mille ricordidella sua complessa attività e cultura.Al termine della messa mons. Vincenzo Ca-tani ha presentato un suo libro-memoria sudon Paolo, dal titolo “Don Paolo Diletti, unprete dal cuore sempre giovane”. Con ac-centi a tratti di vera commozione ha ricor-dato fatti personali e comunitari di don Paoloe ha fatto risaltare la sua figura, che nel ri-cordo dei castignanesi è ormai consegnataalla storia più bella, come la storia e il ri-cordo di uno di famiglia che è rimasto persempre nel cuore.

Da Castignano

Don Paolo Diletti, un prete dal cuore sempre giovanenel 10° anniversario della morte

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Intendiamo condannare con fermezza l’inaccettabile epi-sodio di violenza accaduto la sera di venerdì 3 marzo aidanni di una automobile della Polfer posteggiata nel par-cheggio della stazione ferroviaria di San Benedetto delTronto. E’ un fatto grave che respingiamo senza appelloe in maniera corale, è un gesto scellerato su cui siamocerti le Autorità competenti faranno piena luce presto. Reputiamo che nella nostra Città non possa esserci spazioper una sconsiderata violenza che va combattuta al finedi evitare che il clima esasperato di tensione e disagio sociale, che ogni giorno mette a duraprova il Paese, possa saldarsi con forme di protesta incivili. Da parte nostra vi è il massimo impegno a collaborare e vigilare al fine di evitare che atti isolaticome questo diventino occasioni per riportare alla memoria brutte pagine già vissute da questaCittà che intendiamo lasciare definitivamente alle nostre spalle. Alla Polfer e alle forze dell’or-dine tutte che ogni giorno sono impegnate a difendere e a tutelare la sicurezza dei sambenedet-tesi e degli Italiani, va la piena solidarietà della Città di San Benedetto del Tronto. Il Sindaco Giovanni Gaspari - Il Presidente del Consiglio Comunale Marco Calvaresi Gli Assessori Eldo Fanini, Margherita Sorge, Paolo Canducci, Luca Spadoni, Marco Curzi,Leo Sestri, Fabio Urbinati I gruppi consiliari PD, PDL, Idv, Verdi - Partito Socialista, lista Città Aperta, Movimento 5Stelle, Udc e lista Bruno Gabrielli. I partiti fuori consiglio Sinistra Ecologia Libertà, Federazione della Sinistra e Futuro e Libertà

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16

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Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Da Ripatransone a cura di A. G.

A Ripatransone, convocata e presieduta dal presidente onorario Antonio Giannetti, alle ore 18:30di martedi 28 febbraio 2012, nella sala di rappresentanza del municipio, si è svolta l’assembleadei soci (fondatori, aderenti, sostenitori) della Fondazione “Luigi Mercantini”, presente il sindacoPaolo D’Erasmo, il quale, in apertura di seduta, fra l’altro, ha comunicato che essendo quasi con-clusi i lavori di messa a norma, il teatro “Mercantini” sarà riaperto sabato 14 aprile 2012, vigiliadella festa dell’Ottava di Pasqua, con il seguente programma di massima: nel tardo pomeriggio,riapertura ufficiale con l’intervento delle autorità e con la partecipazione della Corale “Madonnadi San Giovanni” e del Corpo Bandistico “Città di Ripatransone” (concerto corale-bandistico);buffet per tutti; alle ore 21:00 spettacolo con Enzo Iachetti; quindi ha riferito che per il c.d.a.della Fondazione, la Banca di Ripatransone-Credito Cooperativo, ha designato quale membro dipropria competenza il presidente Dott. Michelino Michetti, e che l’amministrazione comunaleha nominato quali membri di propria competenza, i signori: Prof. Marco Bagalini, Arch. MorenoFarina, Dott. Stefano Fraticelli, Prof. Gianfranco Maria Notargiacomo. A questo punto della se-duta, l’assemblea ha eletto quali membri del c.d.a. di propria competenza, i signori: Prof. PaoloPolidori e Prof.ssa Marilena Paoletti. I sette membri del c.d.a. della Fondazione “Mercantini” sisono riuniti alle ore 13:00 di mercoledì 29 febbraio, nella sala di rappresentanza del municipioper la distribuzione delle cariche interne, che è così avvenuta: presidente il Prof. Marco Bagalini;segretario/tesoriere il Dott. Stefano Fraticelli. Attualmente la compagine sociale della Fondazione“Mercantini” è costituita da 42 soci, di cui 28 fondatori; 2 aderenti; 12 sostenitori.

A Ripatransone, alle ore 8 di martedì 28 Feb-braio 2012, nell’”Oasi Fraterna N.D. PaolaGera”, si è spenta serenamente all’età di 98anni, la Prof.ssa Maria Pulcini,una lunga esistenza dedicata allascuola, al prossimo, alla città. Pertanti anni è stata docente di edu-cazione fisica nell’Istituto Magi-strale Statale “Mercantini” e nellascuola media. Donna determinata,decisa ed intraprendente, sempre“in prima fila” per la difesa delleistituzioni ripane (capoluogo diDiocesi, ospedale civile); bene-merita di altre istituzioni, come: parrocchia diSan Nicolò, chiesa di Santa Maria della Valle,chiesa e convento dei Frati Cappuccini, ordinefrancescano secolare; da non dimenticare chenell’ambito della Confraternita della Misericor-dia e Morte, ininterrottamente dal 1961 al 2007è stata priora della sezione femminile, ed at-tualmente era priora onoraria. Per il suo impe-gno costante e disinteressato a favore delprossimo, l’8 marzo 2002 è stata inserita uffi-cialmente nell’elenco delle “Cittadine beneme-rite” di Ripatransone, con la consegna da parte

dell’amministrazione comunale della targa che“sancisce” tale onorificenza.Alle ore 15:30 di mercoledì 29 febbraio, nella

“sua” chiesa di Santa Maria dellaValle, c’è stata la messa esequiale,concelebrata dal parroco Don Do-menico Vitelli, da Don AntonioCapriotti, da Padre Pietro Capoc-cia (Fraternità dei Cappuccini diOffida) in quanto assistente spiri-tuale dell’ordine francescano se-colare, di cui per decenni laprofessoressa Pulcini a Ripatran-sone era stata “ministra”. Presenti

tanti cittadini, ex alunni (in gran parte ancheloro pensionati), autorità, fra cui l’assessore co-munale professor Remo Bruni; presenti pure:le consorelle della Misericordia e Morte con lapriora Giuseppina Ceccarelli; alcuni confratellidella stessa Compagnia con il priore Livio DeAngelis; alcuni “avisini” con il labaro, essendostata la professoressa Maria per trent’anni si-lenziosa e schiva collaboratrice della sezioneripana dell’AVIS; la superiora delle Suore Te-resiane Madre Luigia Marchionni.

Eletti il presidente ed il consiglio di amministrazione della Fondazione “Mercantini”

La scomparsa della Prof.ssa Maria Pulcini, una lunga esistenza dedicata al prossimo

Uno sguardo sulla città a cura di E.Tì.

Il Punto sulla Riviera.San Benedetto ha un altro giornale. Il mensile, dell’editore Emidio Del Zompo, si chiama “Ilpunto sulla Riviera”. Lo abbiamo trovato nella cassetta della posta in questi giorni di fine feb-braio. I redattori si dicono “al servizio dei cittadini per raccontare i piccoli e i grandi problemiquotidiani, per diventare un pungolo propositivo nei confronti dei politici”. L’articolo di fondodel direttore è un’intervista al Sindaco che si dice entusiasta di questa ennesima iniziativa editorialeper “indicare le cose che funzionano e soprattutto quelle che non funzionano”. Speriamo servaproprio a questo.

Trenitalia fa pagare il biglietto ai manifestanti.Lunedì mattina alla stazione ferroviaria era in programma la protesta degli amministratori pubblicicontro la soppressione della fermate di treni a lunga percorrenza. Ma al momento di entrare nelloscalo ferroviario il personale addetto ha sbarrato l’ingresso a chi era sprovvisto di biglietto. Per nullaintimoriti, gli amministratori si sono muniti del ticket e quindi sono potuti entrare. La manifestazione,dopo questo imprevisto preambolo, si è svolta in maniera tranquilla ribadendo la volontà di far ripri-stinare le fermate per le grandi città. San Benedetto non può essere penalizzata così duramente.

Iniziati i lavori per l’ampliamento dello scalo d’alaggio.Sono iniziati da qualche giorno i lavori per l’adeguamento tec-nico-funzionale dello scalo d’alaggio al porto di San Benedetto,un’opera necessaria per potenziare l’attività di pesca, compresoil lavoro dei cantieri navali e quello degli armatori. Il progettoin due fasi. La prima per rinforzare la banchina, la seconda in-vece per l’ampliamento dello scalo, che passerà da 7,80 a 10,00metri di larghezza e dai 29,80 a 65,30 metri di lunghezza. Mag-giore spazio a disposizione vuol dire possibilità di accoglierenavigli di stazza superiore con un mercato più ricco.

Favole a merenda.Lo spazio di “Favole a merenda” ha compiuto 9 anni. Un tra-guardo significativo grazie all’alto gradimento, nel corso deglianni, dalle centinaia e centinaia di bambini che hanno assistitoalle narrazioni del personale dei nidi comunali. Questi gli altriappuntamenti: Mercoledì 7 Marzo lettura della fiaba “Il gattocon gli stivali”, Mercoledì 14 Marzo al Centro Primavera perla “Festa del papà”, Mercoledì 21 Marzo lettura della fiaba “Indovina, indovinello . . .”, Mercoledì 28 Marzo puntata pa-squale con la lettura della fiaba “La gallina dei tesori” a cui se-guirà un Laboratorio in cui i bambini si eserciteranno a fare“piccoli giochi in erba”.

Il dott. D’Aurizio è il nuovo Presidente della Federfarma.Un sambenedettese alla guida di Farmitalia di Ascoli Piceno. Si tratta di Giovanni D’Aurizio, neopresidente della Federazione provinciale che prende il posto di Pasquale D’Avella. GiovanniD’Aurizio, farmacista da oltre trent’anni, è titolare dell’omonimo esercizio in via Manzoni. Nel-l’accettare l’incarico in questo difficile momento ha assicurato tutto il suo impegno, contandosulla preziosa collaborazione dei suoi colleghi e di quanti lavorano nel mondo farmaceutico. Au-guri di buon lavoro, dottore.

La città di San Benedetto censisce i locali storici.La Regione Marche, con legge 4/4/2011 intende censire i locali “storici”, quelli cioè nati neglianni ‘70 e che quindi hanno non meno di quarant’anni. E lo fa con un apposito censimento (scim-miottando quello dell’Istat) in un’ottica di marketing del territorio. Il nostro comune fa appello aititolari di Bar, Alimentari, Taverne, Cantine, Ristoranti, e Botteghe di ogni genere di presentarela richiesta entro il 23 Marzo per essere inclusi nell’apposito elenco dei locali storici.

Pompeo Anelli se n’è andato cercando fin in ultimo di migliorare la societàSi sono svolti nel pomeriggio di venerdì 2 marzo 2012 nella chiesa parroc-chiale di S.Benedetto Martire i funerali di Pompeo Anelli presieduti dal nostroVescovo. Moltissime le persone intervenute per esprimere partecipazione allutto della moglie, dei figli, del fratello don Gianni e degli altri familiari. Lafamiglia Anelli fa parte della storia della nostra città e in particolare Pompeo, in tempi non recenti, neha scritto una parte importante partecipando alla vita associativa, politica, amministrativa. Alla ricercasempre del bene comune, trovava, fin negli ultimi giorni della sua esistenza, un difficile adattamentoalle contraddizioni in cui si dibatte la nostra epoca. S’era formato nell’Azione Cattolica, assumendoincarichi sia parrocchiali sia diocesani Da questa associazione aveva recepito l’invito a portare l’in-segnamento evangelico nella quotidianità attraverso un impegno politico che lo spinse ad assumere,grazie alla sua preparazione professionale, l’incarico di assessore all’urbanistica nell’amministrazioneguidata dal dott. Giovanni Perotti. La parrocchia di S.Benedetto Martire è stata il suo punto di riferi-mento dove ha trovato sempre disponibili all’ascolto l’indimenticabile curato don Francesco Traini,prima, don Romualdo poi. Noi de “l’Ancora”, ci uniamo nella preghiera di suffragio, esprimendo vi-vissime condoglianze alla moglie, al figlio, alle figlie, al fratello don Gianni e ai familiari tutti.

Da S. Benedetto

Dal Comune riceviamo e condividiamo

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CONCORSO

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Page 8: ANNO XXIX N° 9 - 11 Marzo 2012

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Ad una settimana dalla benedizione impartita dal“padre spirituale” della società, Don Alfonso Ro-sati, primo appuntamento stagionale per gli atletidella Roller Green del patron Giuseppe Traini.Una tre giorni di gara importante quella svoltasia Pescara, visto che in palio c’era il titolo italianoindoor. Buona la prima per i giovani portacoloriverde/arancio, Andrea Petrelli, Alessia Petrelli,Alessia Traini, Marzia Gammieri, Anais Pedroni,alla sua prima gara in pista esterna, che dopo il 2°posto del venerdì sulla distanza dei due giri sprint, causa una scivolata, è riuscita a salire sul gradinopiù alto del podio nei 1500 m.Grinta, concentrazione, determinazione: una garapraticamente senza sbavature che le è valsa il ti-tolo italiano. “Sono molto contento per Anais e pertutti questi ragazzi- ha dichiarato Don Alfonso-Bravi i ragazzi, brava Anais, bravi gli allenatoriche in questi anni l’hanno seguita, i genitori, chel’hanno supportata, la squadra, il gruppo. Sonogioie grandi, soddisfazioni, soprattutto in unosport minore come il pattinaggio, dove si fannotanti sacrifici e dove non si hanno grossi ritorni dalpunto di vista mediatico e soprattutto economico.Uno sport individuale, dove però il gruppo è fon-

damentale per sentirsi parte di una grande fami-glia.Tanti allenamenti, tante rinunce che rappre-sentano un tempo opportuno per la conoscenzadi sé. Un «tempo di quaresima», nel quale laperseveranza, l’osservanza delle regole, l’auto-disciplina, le dritte dell’allenatore, rappresen-tano il cammino di iniziazione e preparazioneall’incontro. L’importante è vincere…se perdisei comunque vincente: l’importante è non ar-rendersi mai, non gettare la sugna. Le vittorie ele sconfitte aiutano a crescere e preparare il fu-turo del giovane atleta: si ridimensiona l’io, sirafforza la consapevolezza che nessuno è im-mortale o invincibile; aiutano a comprendere la

grandezza e i limiti dell’uomo, valorizzandol’umiltà e la semplicità, valori non solo sportivima ampiamente promossi dalla cultura cristiana.Lo sport deve essere veicolo di sani valori: è unluogo di incontro, dello stare insieme.Nell’ultimo incontro svolto in parrocchia sulla fi-gura evangelizzatrice di San Paolo si parlava diareopago: la complessa realtà dello sport, con lesue numerose forme di coinvolgimento e pre-senza sociale, può essere considerata un vero eproprio «areopago moderno» nel quale vivere

l’esperienza del primo annuncio e della nuovaevangelizzazione”.

Da Centobuchi a cura di P. Travaglini

Primo appuntamento stagionale per gli atleti della Roller GreenCentobuchi - Le due parrocchieper un cammino insieme-Interessante e partecipato l’incontro “La voca-zione al matrimonio e alla famiglia come rispo-sta all’amore di Dio” svoltosi venerdì scorsopresso la Parrocchia S. Cuore di Centobuchi.Un incontro di riflessione, confronto e pre-ghiera per le famiglie che ha visto unite per laprima volta dopo 20 anni le due parrocchieSacro Cuore e Regina Pacis. Relatore don Al-fredo Rosati che ha evidenziato come le diffi-coltà di vario tipo che oggi stanno colpendotante famiglie, possono indurre al disimpegnosociale ed educativo facendo perdere di vista ilsenso della vita ed il fine per cui siamo staticreati. Interessanti gli spunti di riflessione per-sonale e di gruppo, dove ognuno ha potutoesprimere il proprio pensiero e portare la pro-pria esperienza. Il 2° incontro comune sul temadella vocazione sacerdotale, si terrà presso laParrocchia Regina Pacis, venerdì 23 marzo alleore 21. Altre iniziative comuni come hanno evi-denziato i due parroci Don Pierluigi e don Al-fonso, si terranno il 30 marzo ed il 6 aprile conla via crucis e la rievocazioneUna volontà di riunire il Paese da parte dei dueparroci che sicuramente porterà i suoi frutti.

Da Valtesino, parrocchia Madonna di Fatima

VERONICA È DOTTORESSA Di Alessio Rubicini

“Le volpi con le code incendiate non parlano ma gridano pazze/ fra gli alberi per il dolore”.Era vero. È vero.Il dolore non sipuò dire a parole,

non è più né poesia né canzone, né retorica. Se maisolo la condivisione può avvicinarsi all’ustionantedimensione della sofferenza, per sentire insieme. Al-trimenti è inutile. Con un’eccezione: quei due versidi Roberto Roversi cantati da Lucio Dalla in undisco che finché il sole splenderà rimarrà uno deipiù importanti della musica e della poesia italianadel Novecento, “Anidride solforosa”. Adesso cheLucio Dalla se ne è andato all’improvviso, man-cando di 3 giorni l’ormai famoso 4 marzo (per viadi una canzone eseguita all’odioso-amato Sanremo),quando avrebbe compiuto 69 anni, ci si rende contoche le sue “canzonette”, soprattutto quelle scritte in-sieme a Roversi tra il 1974 e il 1977, hanno fattoanche un pezzo di storia della letteratura contempo-ranea. Perché se è vero che finalmente le antologieletterarie si stanno adeguando inserendo le poesie,

perché di poesie si tratta, di Cohen, Dylan, Brel,Brassens, De Andrè, Lennon, McCartney e altri, èaltrettanto vero che in quell’irripetibile periodo sonoapparse alcune tra le più belle canzoni d’autore: perrimanere a Dalla e Roversi, “Tu parlavi una linguameravigliosa” (e si guardi alla semplice e spogliabellezza dei titoli), da cui abbiamo tratto i versi ini-ziali, la stessa “Anidride solforosa”, e poi “L’autotargata TO” o “L’operaio Gerolamo”. Cinquant’annidi carriera piena, dal jazz dei primordi con gli Idolie i Flippers alle canzoni più vicine all’impostazionedei suoi idoli (Ray Charles e James Brown), come“Paff...bum!” e “Questa sera come sempre”, allasemplicità, che non vuol dire minor impegno arti-stico, de “Il gigante e la bambina” (una canzone incui si parlava della pedofilia) e “Piazza Grande”(con protagonista un senza tetto), o “La casa in rivaal mare” (la storia di un carcerato), il periodo delladenuncia sociale con Roversi e poi il ritorno a unaconcezione più popolare della canzone, ed ecco iltour con De Gregori, “Bugie”, “DallAmericaCa-ruso” e tanti altri successi, oltre che vere e proprie“spedizioni di confine”, nella lirica, nel teatro e nelcinema. Ma di lui rimane anche un’altra lezione: lasua indipendenza. Attaccava lo sfruttamento e laviolenza del sistema senza mai essersi dichiarato

marxista, e questo, ai suoi tempi, era un’eresia, a si-nistra. È riuscito a dare voce a mendicanti, operaimorti sul lavoro, pazzi, emarginati senza fare pro-paganda di partito, ma anzi, affermando sempre lasua identità di cattolico. E questo nel mondo dellacultura non era una passeggiata: erano i tempi in cuisi faceva a gara nel dichiararsi più a sinistra di chistava a sinistra del Pci e nello sventolare un brillante,intelligente, ipercritico materialismo ateo. Dalla nonha mai voluto sentir parlare di conversione, perchélui cristiano ci si è sempre sentito. Non è tanto perla sua partecipazione ad appuntamenti ufficiali,come “La notte dell’Agorà” o per alcuni testi chia-ramente riferiti a Dio, ad esempio “I.N.R.I” o

“Come il vento” (ma tanti anni prima, nei Sessantaaveva cantato “Il cielo”), ma per una impressio-nante, anticonformista presenza di immagini sacri-ficali nella sua musica e nei suoi testi, fossero essiviaggiatori senza meta, uomini soli e apparente-mente privi di uno scopo nella vita, abbandonati datutto e da tutti. Ha fatto più politica sociale (nelsenso nobile del termine) lui che tutti i partiti del-

l’arco costituzionale, perché milioni di persone,giovanissimi e attempati padri di famiglia hannoamato – e talvolta capito – le ragioni dei clochard,dei carcerati, dei solitari, degli sfruttati e degliemarginati. Valga per questo nostro ultimo salutoquello che Roversi scrisse sulle note di “Anidridesolforosa”: “Io ti segno a dito e tu segna pure me:sono felice”. Nonostante la tristezza dell’addio, ri-mane la felicità di quella lunga stagione in cui bel-lezza e autenticità hanno camminato insieme.Grazie per questo

Un altro Dottore si unisce ai giovani della nostra Comunità Parrocchialeche nelle settimane scorse hanno portato a termine il loro percorso di studi.Giovedì 23 Febbraio la nostra Veronica Massi si è laureata in IngegneriaEdile con il voto di 110/110 presso l’Università Politecnica delle Marchedi Ancona con la tesi “Studio di fattibilità di un progetto di rifunzionaliz-zazione del vecchio ospedale di Fermo e parziale finanziamento dellanuova struttura”. Molti non hanno voluto far mancare i propri auguri allaneo – dottoressa Veronica.

Particolarmente carichi di affetto e soddi-sfazione per lo splendido risultato conse-guito, quelli dei suoi genitori Americo eGiuliana, delle sue sorelle Ilenia e Tatianae della sua nonna Lella. Anche la nostraComunità Parrocchiale Madonna di Fa-tima di Valtesino vuole augurare alla no-stra sorella Veronica un futuro pieno di

soddisfazioni pari, almeno, a quelle di questi giorni.

LUCIO DALLA Il poeta che cantavaNelle sue parole e nella sua musica una lettura sapienziale della vita Marco Testi