ANNO XXIX N° 14 - 22 Aprile

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ANNO XXIX N° 14 - 22 Aprile 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Finestra sulla Parola All’indirizzo di un monastero arrivano gratui- tamente tanti giornalini (più o meno) reli- giosi, alcuni dei quali sono spediti da santuari o da altri luoghi dove ci sono statue, o altri oggetti di arte sacra, aventi la fama di essere “miracolosi”. Sfo- gliandoli, per cu- riosità, c’è una cosa che colpisce: la folla di persone di tutte le età che, letteralmente, inonda questi luo- ghi, animando con la preghiera e con il canto liturgie anche lunghe e stancanti. Ca- pita, invece, che nelle nostre parrocchie “nor- mali” la frequenza alla messa domenicale sia in calo, e, per esempio, non si capisce dove vadano a finire, nell’ordinarietà della vita da credente, quelle maree di giovani che, pure, ogni volta popolano le GMG…! Ci diceva un sacerdote, commentando nell’omelia la pa- gina degli Atti degli Apostoli che narra la gua- rigione dello storpio ad opera di Pietro e Giovanni: «Oggi la gente va in cerca del mi- racolo, dell’evento eccezionale e lì dove viene a sapere che c’è qualcosa si raduna, nella speranza di dare altrettanto miracolosa- mente una svolta alla propria vita». Se leg- giamo i Vangeli di questo tempo di Pasqua, ed in particolare, i brani che narrano delle ap- parizioni del Risorto ai discepoli, come il testo di Luca (24, 35-48) che ascolteremo questa domenica, vediamo come l’evento più strabiliante che ci sia, ovvero l’apparizione in carne ed ossa di un uomo che era morto e se- polto, avvenga sempre, invece, in un contesto di assoluta quotidianità e familiarità; una casa, una piccola comunità lì riunita, un pasto ordinario con del pane e del pesce, oppure il luogo della fatica, del lavoro, addirittura del fallimento: è qui che Gesù si mani- festa, si fa guar- dare e toccare nei segni della sua passione, guarisce la loro incredulità, suscita sentimenti di stupore, di paura e, insieme, di gioia; è qui che, con semplicità, condivide con loro la mensa della carità, apre loro la mente per comprendere le Scritture e accende i loro cuori con il fuoco della sua presenza; è qui che fa rinascere in loro la speranza e li chiama a dare una svolta alla loro vita, a farsi, cioè, suoi testimoni. Per essere testimoni, bi- sogna pur aver visto qualcosa, ma noi che cosa abbiamo visto? Ci risponde S. Agostino: «I discepoli lo vedevano con gli occhi ma non lo riconoscevano (…). Dunque, in quale luogo il Signore volle essere riconosciuto? Nella frazione del pane. Non volle farsi rico- noscere se non qui, a causa nostra, che non lo avremmo visto nella carne, e tuttavia avremmo mangiato la sua carne. Se sei cre- dente (…), se ascolti la parola di Dio con ti- more e speranza, la frazione del pane sarà la tua consolazione. Abbi fede, e colui che non vedi è con te» (Discorsi, 235, 2-3). Le sorelle Clarisse della Santa Speranza Domenica 22 aprile 2012 88ª GIORNATA PER L’UNIVERSITÀ CATTOLICA Giuseppe Toniolo e l’UC di Ernesto Preziosi L’ 88 a Giornata universitaria precede, di una setti- mana, la solenne celebrazione con cui, domenica 29 aprile, a Roma, verrà proclamato beato Giu- seppe Toniolo che dell’Ateneo del Sacro Cuore è precursore. L’esigenza di costituire anche in Italia una univer- sità cattolica è presente già nel dibattito che si svolge nel Movimento cattolico tra la fine dell’Ot- tocento e l’inizio del secolo XX. Giuseppe Toniolo vi partecipa in ma nie ra qualificata: egli è, tra l’al- tro, un profondo conoscitore degli ordinamenti uni- versitari europei. Nel 1900, di ritorno da un viaggio a Lovanio, pubblica sulla Rivista internazionale di scienze sociali un suo saggio Sull’insegnamento superiore cattolico. A proposito di una pubblica- zione intorno alla Università di Lovanio, in cui svi- luppa il tema di una università cattolica. Per Toniolo il progresso scientifico dei cattolici costi- tuisce la premessa ad una rinnovata presenza cul- turale e sociale degli stessi all’interno del Paese. La prospettiva è chiara: costituire una università li- bera. Vent’anni dopo padre Agostino Gemelli nel l92l fonda l’Università Cattolica e intitola l ‘Istituto fondatore e finanziatore proprio a Giuseppe To- niolo. In un volume della editrice Vita e Pensiero, padre Gemelli scriverà:«L’Università Cattolica considera e venera in Giuseppe Toniolo l’uomo che, più di ogni altro, efficacemente promosse e preparò, con quarant’anni di apostolato, la fonda- zione del nostro Ateneo». È un riconoscimento di non poco conto. Per Ge- melli il contributo di Toniolo non va individuato unicamente nell’idea di istituire un ‘università ma in tutto il vasto movimento culturale, a carattere scientifico e popolare, che ha animato; quasi a dire che l’Università Cattolica non ha valore in sé ma in quanto inserita in questo vasto movimento che la cattolicità italiana è stata capace di realizzare. Un legame su cui tornare per nuovi percorsi. Il ri- chiamo alla figura di Giuseppe Toniolo, è un’oc- casione in più per celebrare la Giornata Universitaria in ogni parrocchia, mettendo a tema il legame profondo tra cristia nesimo e cultura. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Seguito della settimana

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXIX N° 14 - 22 Aprile 2012 € 1.00

Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Finestra sulla ParolaAll’indirizzo di un monastero arrivano gratui-tamente tanti giornalini (più o meno) reli-giosi, alcuni dei quali sono spediti da santuario da altri luoghi dove ci sono statue, o altrioggetti di arte sacra, aventi la fama di essere“miracolosi”. Sfo-gliandoli, per cu-riosità, c’è unacosa che colpisce:la folla di personedi tutte le età che,l e t t e r a l m e n t e ,inonda questi luo-ghi, animando conla preghiera e conil canto liturgie anche lunghe e stancanti. Ca-pita, invece, che nelle nostre parrocchie “nor-mali” la frequenza alla messa domenicale siain calo, e, per esempio, non si capisce dovevadano a finire, nell’ordinarietà della vita dacredente, quelle maree di giovani che, pure,ogni volta popolano le GMG…! Ci diceva unsacerdote, commentando nell’omelia la pa-gina degli Atti degli Apostoli che narra la gua-rigione dello storpio ad opera di Pietro eGiovanni: «Oggi la gente va in cerca del mi-racolo, dell’evento eccezionale e lì doveviene a sapere che c’è qualcosa si raduna,nella speranza di dare altrettanto miracolosa-mente una svolta alla propria vita». Se leg-giamo i Vangeli di questo tempo di Pasqua,ed in particolare, i brani che narrano delle ap-parizioni del Risorto ai discepoli, come iltesto di Luca (24, 35-48) che ascolteremoquesta domenica, vediamo come l’evento piùstrabiliante che ci sia, ovvero l’apparizione incarne ed ossa di un uomo che era morto e se-

polto, avvenga sempre, invece, in un contestodi assoluta quotidianità e familiarità; unacasa, una piccola comunità lì riunita, un pastoordinario con del pane e del pesce, oppure illuogo della fatica, del lavoro, addirittura del

fallimento: è quiche Gesù si mani-festa, si fa guar-dare e toccare neisegni della suapassione, guariscela loro incredulità,suscita sentimentidi stupore, dipaura e, insieme,

di gioia; è qui che, con semplicità, condividecon loro la mensa della carità, apre loro la

mente per comprendere le Scritture e accendei loro cuori con il fuoco della sua presenza; èqui che fa rinascere in loro la speranza e lichiama a dare una svolta alla loro vita, a farsi,cioè, suoi testimoni. Per essere testimoni, bi-sogna pur aver visto qualcosa, ma noi checosa abbiamo visto? Ci risponde S. Agostino:«I discepoli lo vedevano con gli occhi ma non

lo riconoscevano (…). Dunque, in quale

luogo il Signore volle essere riconosciuto?

Nella frazione del pane. Non volle farsi rico-

noscere se non qui, a causa nostra, che non

lo avremmo visto nella carne, e tuttavia

avremmo mangiato la sua carne. Se sei cre-

dente (…), se ascolti la parola di Dio con ti-

more e speranza, la frazione del pane sarà la

tua consolazione. Abbi fede, e colui che non

vedi è con te» (Discorsi, 235, 2-3). Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

Domenica 22 aprile 2012

88ª GIORNATA PER L’UNIVERSITÀCATTOLICAGiuseppe Toniolo e l’UC

di Ernesto Preziosi

L’ 88a Giornata universitaria precede, di una setti-mana, la solenne celebrazione con cui, domenica29 aprile, a Roma, verrà proclamato beato Giu-seppe Toniolo che dell’Ateneo del Sacro Cuore èprecursore.

L’esigenza di costituire anche in Italia una univer-sità cattolica è presente già nel dibattito che sisvolge nel Movimento cattolico tra la fine dell’Ot-tocento e l’inizio del secolo XX. Giuseppe Toniolovi partecipa in ma nie ra qualificata: egli è, tra l’al-tro, un profondo conoscitore degli ordinamenti uni-versitari europei. Nel 1900, di ritorno da un viaggioa Lovanio, pubblica sulla Rivista internazionale di

scienze sociali un suo saggio Sull’insegnamento

superiore cattolico. A proposito di una pubblica-

zione intorno alla Università di Lovanio, in cui svi-luppa il tema di una università cattolica. PerToniolo il progresso scientifico dei cattolici costi-tuisce la premessa ad una rinnovata presenza cul-turale e sociale degli stessi all’interno del Paese.La prospettiva è chiara: costituire una università li-bera. Vent’anni dopo padre Agostino Gemelli nell92l fonda l’Università Cattolica e intitola l ‘Istitutofondatore e finanziatore proprio a Giuseppe To-niolo. In un volume della editrice Vita e Pensiero,padre Gemelli scriverà:«L’Università Cattolicaconsidera e venera in Giuseppe Toniolo l’uomoche, più di ogni altro, efficacemente promosse epreparò, con quarant’anni di apostolato, la fonda-zione del nostro Ateneo».È un riconoscimento di non poco conto. Per Ge-melli il contributo di Toniolo non va individuatounicamente nell’idea di istituire un ‘università main tutto il vasto movimento culturale, a caratterescientifico e popolare, che ha animato; quasi a direche l’Università Cattolica non ha valore in sé main quanto inserita in questo vasto movimento chela cattolicità italiana è stata capace di realizzare.Un legame su cui tornare per nuovi percorsi. Il ri-chiamo alla figura di Giuseppe Toniolo, è un’oc-casione in più per celebrare la GiornataUniversitaria in ogni parrocchia, mettendo a temail legame profondo tra cristia nesimo e cultura.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

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Anno XXIX

22 Aprile 20122

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ARTICOLO 18

La via dell'indennizzoIl capitolo "licenziamenti" nella riforma del lavoro

Nicola Salvagnin

La parola magica attorno alla quale il governo, le forze politiche e quelle sindacali, i massmedia e buona parte dei cittadini italiani hanno proposto, discusso, litigato nelle ultime set-timane, è stata “reintegro”. Cioè quel che prevede l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori in casodi licenziamento individuale senza giusta causa, nelle aziende con più di 15 assunti. La giustacausa la valutava il giudice; se non la riscontrava, il lavoratore aveva diritto ad essere rein-tegrato nel suo posto di lavoro. Aveva facoltà di chiedere un indennizzo economico, se pre-feriva andarsene. Parliamo al passato perché si presume che il prossimo futuro non sarà piùcosì. Ecco: in verità la parola magica doveva essere un’altra. Indennizzo. Perché è su questoche verte la riforma Fornero-Monti in tema di licenziamenti. Ora l’indennizzo è sempre pos-sibile, e la decisione spetta al giudice del lavoro. Cominciamo dal licenziamento disciplinare.Il lavoratore lo può impugnare, l’azienda deve dimostrare la giusta causa o il giustificatomotivo che l’hanno spinta a tale misura. Se non lo fa, e cioè se il fatto contestato non c’èstato o non l’ha commesso il lavoratore in questione; o infine se il fatto contestato avevaun’altra procedura di punizione prevista dai contratti collettivi, allora il giudice annulla il li-cenziamento e ordina il reintegro del lavoratore. Ma solo in questi casi. Altrimenti il giudice – rilevando la mancanza di giusta causa ma comunque riscontrando lafine del feeling tra le parti – dichiara risolto il contratto di lavoro tra le parti e condannal’azienda al pagamento di un’indennità risarcitoria variabile tra i 12 e i 24 mesi di stipendiomensile. Settimane di acerrime discussioni hanno infine partorito questa disciplina del licen-ziamento economico (cioè dovuto alla difficoltà o all’impossibilità dell’azienda di pagarequello stipendio). Se impugnato, scatta il reintegro solo nel caso in cui il giudice riscontri lamanifesta insussistenza di un giustificato motivo per licenziare. Detta in parole povere: sedietro al licenziamento economico si nasconde una cacciata per questioni disciplinari o, peg-gio, discriminatori (in quest’ultimo caso il licenziamento è sempre nullo e il reintegro obbli-gatorio). Se non riscontra la “manifesta insussistenza” ma solo che il licenziamento pare

azzardato, eccessivo, allora via libera all’in-dennizzo. Il lavoratore comunque se ne va, masi porta in tasca da 12 a 24 mensilità di risarci-mento. Si dirà: i tribunali esploderanno dicause. Già oggi… Ecco perché è stato previstolo strumento della conciliazione presso le Di-rezioni territoriali del lavoro (Dtl). A questel’azienda comunicherà la sua intenzione di li-cenziare Tizio. Entrambe le parti saranno con-vocate dalla Dtl entro sette giorni, ed entroventi si dovrà arrivare ad una conclusione(salvo proroghe chieste da entrambe le parti).Se c’è accordo, si fissa il quantum del risarci-mento economico. Se non c’è, via libera al li-cenziamento e al possibile ricorso al giudiceche però guarderà anche il comportamentodelle parti in sede di conciliazione. Anche perscoraggiare cause temerarie. Infine la tempi-stica. La riforma prevede una corsia privile-giata per le cause di lavoro, che oggi durano inmedia 18 mesi (un’eternità) e attualmente nependono 211mila... Insomma, il meccanismoappare abbastanza equo. È vero: ripristina il li-cenziamento individuale senza reintegro. Masu questo bisogna dire qualche verità. Laprima: già oggi milioni di lavoratori (quelli as-sunti in aziende con meno di 15 addetti, quelli

“flessibili”), non ce l’avevano. Quindi delle due l’una: o reintegro generalizzato per tutti, oper nessuno. Si è scelto il “nessuno” anche perché mai la legge ha detto ciò che invece èemerso dall’applicazione che è stata data all’art.18 nel corso di questi 42 anni.  Lo Statutodei lavoratori infatti prevede il licenziamento individuale “salvo…”. Nella pratica, i giudicihanno costantemente rilevato la mancanza di giusta causa, trasformando in pratica la licen-ziabilità individuale in illicenziabilità. Una forzatura molto ideologica, che ha quasi sempredimenticato di valutare con attenzione caso per caso. E la casistica è piena di situazioni in-credibili, sempre giudicate con lo stesso metro. Creando così quella rigidità di sistema – fontepure di ingiustizia – che la riforma Fornero-Monti ha inteso ora cancellare.

Dal 2 aprile in Italia è in commercio una pilloladal nome Ella-one a base di ulpristal, che può es-sere acquistata in farmacia liberamente al costo di35 euro dopo aver effettuato un test di gravidanzache deve risultare negativo con prescrizione me-dica. Tale farmaco viene utilizzato come pilloladel giorno dopo e rientra tra i farmaci in uso inquella che viene soprannominata contraccezioned’emergenza. Perché ci interessiamo a questa pil-lola? Il motivo è molto semplice,basta rendersiconto del meccanismo d’azione di tale farmaco.Se una donna ha avuto un rapporto a rischio digravidanza,assumendo tale farmaco, (contracce-zione d’emergenza) si riduce la possibilità che lagravidanza si instauri perché la pillola agisce

a)bloccando e quindi ritardando l’ovulazionese questa non è ancora avvenuta

b)ostacolando l’annidamento dell’ovulo fecon-dato in utero se l’unione tra ovulo e spermatozooè già avvenuta. Il farmaco, infatti, interferisce conil recettore del progesterone che è l’ormone chefavorisce lo sviluppo della mucosa interna del-l’utero, chiamata endometrio, dove l’ovulo fecon-dato si anniderà. Tale meccanismo è di tipoabortivo. Si verifica la fecondazione ma la VITAnon può continuare perche non trova un terrenoadeguato dove annidarsi e svilupparsi.(EMEA/CHMP/167750/2009) La VITA inizia nel momento in cui l’ovulo e lospermatozoo si incontrano e uniscono il loro pa-trimonio genetico generando quell’unica cellulachiamata Zigote,che poi si dividerà formandotante cellule. Dopo sette giorni la struttura deri-vante dallo zigote si anniderà nell’utero. Dopol’annidamento nel sangue della donna si doseràquell’ormone chiamato BetaHCG, che è alla basedella positività del test di gravidanza. L’annida-mento, però, avviene sette giorni dopo la fecon-dazione. Possiamo quindi avere all’inizio unagravidanza e un test di gravidanza negativo inquanto non è avvenuto l’annidamento.La gravidanza inizia con la fecondazione(unione tra ovulo e spermatozoo) non con l’an-nidamento in utero Tale pillola, pertanto, “è unaborto di raffinata malizia”come la definisce ilbioeticista Card. Sgreccia o una mistificazione diun processo che può essere di tipo abortivo pre-sentandolo come un processo di tipo contraccet-

tivo. Qualche ben pensante ha detto che è megliosomministrare una pillola che effettuare un aborto.Si è visto che dove l’accesso a tali pillole è libero,le interruzione di gravidanza non sono diminuitema aumentate. Non possiamo, inoltre, banalizzareun fatto grave quale l’interruzione di una Vita: “LaSocietà mostra chiaramente di non avere più ideadi come gestire la sfera affettiva e sessuale, schiac-ciandola al solo alfabeto dell’emotività e delle pul-sioni a briglia sciolta. Allora l’offerta di unaassicurazione contro una Vita non richiesta finiscecon l’assumere la portata di un talismano megliose tascabile come una pillola” (F.Ognibene Avve-nire) In considerazione di quanto sopra affermatoil Centro Famiglia consapevole, del suo ruolo ditestimonianza quale consultorio di ispirazione cri-stiana, sente il dovere di richiamare l’attenzionesul fatto che tale pillola tende a banalizzare unatto relazionale aperto anche alla vita e, in appa-renza inconsapevolmente, ad interrompere alcunevolte una Vita che può essere sbocciata.

Anche per questo il Centro Famiglia, sponsoriz-zato dalla fondazione Cassa di Risparmio diAscoli Piceno, si è impegnato in un progetto, cheinizierà a breve, dal nome LA FAMIGLIA X LAFAMIGLIA in cui accanto ad azioni concrete asostegno del nucleo famigliare con modalità dimutuo aiuto potenzierà le sue attività di assistenzaalla formazione della famiglia, in modo che nonsia una pillola che condizioni i rapporti tra unuomo e una donna ma un continuum di relazioniche portino alla scelta della VITA, che una voltaconcepita non deve essere interrotta.

Dott. Carlo Di Biagio

Specialista in Ostetricia e Ginecologia

Centro Famiglia-San Benedetto del Tronto

L’angolo dei ricordi

IN RELAZIONE ALLA NUOVA PILLOLA DEL GIORNO DOPO

Terzo concorso internazionale di poesia “Città di Grottammare”

Di Redazione

GROTTAMMARE – Un suc-cesso di adesioni per il terzoconcorso di poesia e letterario“Città di Grottammare” orga-nizzato interamente dall’Asso-ciazione “Pelasgo 968”. Lapremiazione si svolgerà sabato21 Aprile presso la sala Kursaaldi Grottammare alle ore 16.00.I concorrenti quest’anno sonostati 347, in aumento di oltre

cento iscritti rispetto allo scorso anno. A vincere il primo premio del concorso di poesia in linguaè stato Claudio Porena di Roma e per la sezione in dialetto a vincere inviece è stato Guido Leo-

nelli di Trieste. Quest’anno inoltre gli organizzatori del concorso hanno deciso di inserire anchela sezione del racconto breve, che è stato vinto da Willy Piccini di Trieste. Gli organizzatori ciinformano, “non ci aspettavamo un tale successo, il nostro concorso in soli tre anni è diventatotra i 10 più importanti d’Italia. Vi aspettiamo sabato 21 Aprile al Kursaal per scoprire gli altri vin-citori delle altre sezioni e per ascoltare dal vivo le poesie premiate. Vi aspettiamo”.

27 Aprile 2012 ore 21,15centro PastoraleVia Pizi 25

“Il diavolo fra le note e la musica rock”relatore Edgar Massetti

Mons. Menichelli nominato assistente ecclesiastico

nazionale dei Medici cattolici

Il Consiglio Permanente della Conferenza episcopale Ita-liana, riunito a Roma dal 26 al 29 Marzo, ha nominato S.E.Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo della DiocesiMetropolita Ancona-Osimo, Assistente ecclesiastico na-zionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani(AMCI). Succede al cardinale Dionigi Tettamazi , Arcive-scovo emerito di Ancona (1989/1991) che tanto si è pro-digato per l’Associazione. In seno all’AMCI l’AssistenteEcclesiastico Nazionale rappresenta l’Autorità Ecclesia-stica che anima e sostiene la comunione ed il servizio ec-clesiale della associazione ed è il garante della fedeltà alMagistero della Chiesa. Offre all’Associazione ed agli as-

sistenti ecclesiastici delle Sezioni le indicazioni per il cammino spirituale e per le attività pastoralidei soci. a cura di E.Tì.

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Padre Mario, come era composta la sua famiglia di origine?

Io sono nativo di Roccafluvione, i miei genitori si chiamavano EmidioBartolini e Lucia Palombi e siamo in famiglia quattro fratelli.Come è nata la sua vocazione?

Era il 1940, veniva a visitare la nostra zona un fratello passionista, datoche la mia famiglia accoglieva tutti i religiosi, il missionario veniva atrovarci anche nella nostra casa e ci raccontava le sua esperienze nellemissioni. A 12 anni lasciai la mia famiglia e vi feci ritorno dopo 15anni quando ero già sacerdote e dopo aver terminato gli studi e l’uni-versità. Ho fatto la mia prima esperienza in Indonesia dove ci sono ri-masto 10 anni e dal 1978 fino ad oggi sono nella missione diBarranquita in Perù.Come è cambiata in questi anni la situazione in Perù?

Quando sono arrivato c’era una rivoluzione sociale, portata avanti dadiversi movimenti ed allora vi era un pericolo di sicurezza nazionale.Oggi invece si sono gravi disagi socialidati dall’ingiustizia, dovuto soprattuttodalle multinazionali che vogliono im-porre il loro modello di sviluppo. Leaziende vengono per sfruttare, non vo-gliono costruire un futuro per i residenti,appena terminano ciò che devono fare silasciano dietro solo un deserto. I governisubiscono il ricatto delle multinazionaliperché sono costretti ad accettare le lorocondizioni che sono condizioni di sfrut-tamento che alla lunga vanno a distrug-gere in primo luogo l’ambiente.C’è stato un risveglio in questi anni?

Dopo la protesta amazzonica, il Perù è un altro, prima l’indigeno peril governo non esisteva, invece adesso chi amministra deve tenere pre-sente che ci sono le comunità indigene con cui dover interloquire e dadover tenere in considerazione. Ora il governo non può più ignorarele richieste della popolazione. Faccio io una domanda adesso, voi pen-

sate di vivere in un mondo civile? Questa secondo voi è civiltà dovevivete? No, è solo un modello di cultura che risponde alla storia euro-pea e anche gli indigeni anche hanno una civiltà millenaria. Dobbiamolottare affinché non sparisca sotto la pressione e sotto la “colonizza-zione della cultura occidentale”.Cosa dovremmo fare come Cristiani?

Dobbiamo impegnarci nel vivere le conseguenze sociali della fede Cri-stiana, perché la Fede Cristiana non è un affare privato.Una delle conseguenze del nostro credere in Cristo Gesù è di lottarecontro l’ingiustizia sociale che sta alla base della società moderna. Cre-dere in Cristo significava avere un nuovo modello di relazione sociale,non ci può essere vera felicità e vera fraternità dove non c’è solidarietàe giustizia sociale. Prendendo spunto dalla seconda lettura della Messadi oggi, i primi Cristiani presero una decisione, concorrere alle esigenzedella propria società, avendo così: felicità, fraternità e cura reciproca.Invece oggi, in molti ci siamo dimenticati questo insegnamento.Che azioni concrete possiamo fare?

Dobbiamo prendere le decisioni opportune, viviamo in un sistema diingiustizia sociale, dove il benessere del primo mondo si regge graziealle sofferenza delle popolazioni del terzo mondo. Dobbiamo correg-gere qualcosa, dobbiamo ricordare i principi etici e morali del nostrosistema. Come Cristiani dobbiamo prendere coscienza degli aspetti ne-

gativi della nostro agire. Il primoaspetto è che non possiamo accet-tare che ci sia un primo un secondoe un terzo mondo, Dio ha creato unsolo mondo. Non possiamo permet-tere che ci sia chi distrugge o ci siaun luogo dove la persona umananon conti niente, come succede inPerù. Oggi per molti è importantesolo l’aspetto economico, se è ne-cessario uccidere si uccide, se è ne-cessario distruggere il nostroambiente si distruggere.

Come possiamo dire che questo sistema sia buono? Se sai che il tuo benessere è dovuto allo sfruttamento e alla morte

dei tuoi fratelli dell’amazzonia come puoi essere felice?Assumere la difesa di poveri è un pericolo, difendere la giustizia è unpericolo, ma se si sta insieme si ha la forza di lottare verso le umilia-zioni e le ingiustizie che vengono portate avanti.

Noi siamo stati perseguitati perché siamo stati vicino agli ultimi,ci hanno anche trattato come delinquenti perché abbiamo difeso i po-veri e abbiamo difeso i loro territori.Dobbiamo considerare l’altro non come un estraneo ma come un fra-tello, dandogli una mano per andare avanti.Come vi possiamo aiutare?

Promuovete la cultura della solidarietà, il rispetto dei diritti umani, lagiustizia sociale, formiamo una catena di appoggio alla richiesta deifratelli dell’amazzonia. Questo è quello che il Signore chiede a me eche io chiedo a voi. Creiamo insieme un mondo migliore.Vi ringraziodi tutto cuore e rimaniamo uniti in un azione costante e concreta perrendere questo mondo più umano più fraterno e più giusto. Che il Si-gnore ci guidi in questo cammino che dobbiamo intraprendere.

Il 25 agosto del 1905, in un paesino sconosciuto della Polo-nia, da un’umile famiglia, nacque Elena Kowalska, una crea-tura scelta da Dio per far conoscere ad ogni uomo i tesoriimmensi della sua Misericordia promuovendo, attraverso dilei, il culto della Divina Misericordia nelmondo e per il mondo. La sera del 22 febbraio1931, Suor Maria Faustina Kowalska (così fuchiamata dal sacerdote che presiedette alla suavestizione il 30 aprile del 1926) ebbe una vi-sione del Signore Gesù nella sua cella delconvento di Plock in Polonia, e così la de-scrisse in una pagina del Diario: “Vidi il Si-

gnore Gesù vestito di una veste bianca: una

mano alzata per benedire, mentre l’altra toc-

cava sul petto la veste, che ivi leggermente

scostata lasciava uscire due grandi raggi,

rosso l’uno e l’altro pallido (…) Dopo un

istante Gesù mi disse: «Dipingi un’immagine

secondo il modello che vedi, con sotto scritto:

Gesù confido in te! Desidero che questa im-

magine venga venerata prima nella nostra

cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima, che

venererà questa immagine, non perirà. Prometto pure già su

questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vit-

toria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria

gloria. Io desidero che vi sia una festa della Misericordia.

Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga

solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua;

questa domenica deve essere la domenica della Misericor-

dia». Una volta, inoltre, mentre era raccolta in preghiera, suorFaustina udì interiormente queste parole di Gesù: “Il Mio

sguardo da quest’immagine è tale e quale il Mio sguardo

sulla croce (…) I due raggi rappresentano il Sangue e l’Ac-

qua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le

anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita

delle anime (…) Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della

mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in

agonia, venne squarciato con la lancia”. L’immagine dellaDivina Misericordia fu esposta secondo le intenzioni di Gesù

la domenica in Albis del 1935 nel luogo più significativo diWilno, il santuario della Madonna di Ostra Brama. Il SantoPadre Giovanni Paolo II, il 22 aprile del 2001, ha ufficializ-zato la Festa della Divina Misericordia nella “domenica in

Albis”. La scelta di tale domenica come festadella Divina Misericordia ha un profondo si-gnificato teologico espresso nella liturgia diquesta domenica stessa in cui la Chiesa pro-clama il Vangelo secondo San Giovanni chedescrive l’apparizione di Gesù risorto nel Ce-nacolo in cui Cristo si dimostra nella storia intutto il Suo essere Misericordia. Gesù Cristonel doloroso percorso della Via Crucis, nellaSua crocifissione, nella Sua carne squarciatafino alla morte diventa il documento inauditodell’Essere stesso di Dio: Amore, solo Amore,Misericordia, la cui etimologia latina significa“amore alla mia miseria”. Sì, attraverso la Suapassione e morte in croce, Cristo assume tuttala miseria umana che si arroga presuntuosa-mente di abbattere il suo inaccettabile limite.

E noi, che cosa possiamo offrirti o Dio? Che cosa possiamodonarti in cambio? Un bellissimo canto liturgico intitolato“Offertorio” così ci fa cantare e pregare: “Stasera sono amani vuote o Dio, niente ti posso regalare o Dio; solo l’ama-rezza e il mio peccato o Dio”. Non sono le mani vuote dellanostra miseria ma sono le mani vuote di chi si riconosce crea-tura, di chi si riconosce costantemente fame e sete del SuoCreatore. Da questa coscienza scaturisce prima la speranza,poi la certezza del perdono di Dio. Solo se ci si sente perdo-nati ci si può alzare al mattino e coricarsi la sera; si può ri-prendere, felici, il cammino nella vita. Ecco perché pregarela Coroncina della Divina Misericordia, non per un fatto de-vozionale ma per l’espiazione dei nostri peccati e di quellidi tutto il mondo, per rispondere al male ricevuto con il Bene,certi che la Carità di Cristo ha già vinto su ogni abominio.Quindi, alla fine, non si può che invocare l’Eterno Padre: ilSanto, il Forte, l’Immortale affinché abbia pietà di noi e delmondo intero. Moina Maroni

A tu per tu con Padre Mario Bartolini, il missionario imprigionatoDi Simone Incicco

In esclusiva per l’Ancora, l’intervista a Padre Mario che da

34 anni lotta affianco delle popolazioni dell’Amazzonia. Ad

oggi il missionario vive nella parrocchia di Barranquitas, vi-

caria di Yurimaguas, a servizio delle comunità indigene di

quel territorio per difendere i loro diritti e il futuro di tutti noi.

Un dialogo forte, che serva per un domani migliore.

CALENDARIO CRESIME 2012(aggiornato al 13.4 2012)

Febbraio 26 domenica ore 11.00 Villa Rosa - S. Maria BambinaAprile 21 sabato ore 18.00 Colonnella - S. Cipriano

22 domenica ore 11.00 Rotella - S. Lorenzo25 mercoledì ore 11.00 Centobuchi - Sacro Cuore

Maggio 01 martedì ore 08.30 Porto d’Ascoli - Cristo Re01 martedì ore 11.00 S. Benedetto - Madonna del Suffragio05 sabato ore 18.30 S. Benedetto Tr. - S. Filippo Neri 06 domenica ore 11.00 Grottammare - Gran Madre di Dio 12 sabato ore 18.30 S. Benedetto Tr. - S. Giuseppe 13 domenica ore 09.00 Grottammare - S. Giovanni Batt. (S. Lucia)

13 domenica ore 11.00 Castignano - S. Pietro Apostolo 19 sabato ore 17.00 Comunanza - S. Caterina 20 domenica ore 09.30 Martinsicuro - S. Cuore 20 domenica ore 11.30 Ripatransone - Duomo 27 domenica ore 11.00 Cattedrale (Pentecoste)

Giugno 02 sabato ore 09.00 Villa Lempa - S. Maria del Carmine 02 sabato ore 11.00 Centobuchi - Regina Pacis 03 domenica ore 11.00 Porto d’Ascoli - SS. Annunziata 10 domenica ore 11.00 Cupra Marittima - S. Basso 16 sabato ore 17.00 Monteprandone - S. Niccolò di Bari17 domenica ore 11.00 Montalto (Tutte le Parrocchie del Comune)17 domenica ore 18.30 S. Benedetto Tr. - S. Pio X 24 domenica ore 11.00 Montemonaco - S. Benedetto Abate

Luglio 07 sabato ore 17.00 Grottammare - Madonna della SperanzaSettembre 08 sabato ore 18.00 Force - S. Paolo Apostolo

09 domenica ore 10.00 Ripatransone (Trivio) - S. Maria Ausiliatrice 15 sabato ore 17.30 Porto d’Ascoli - S. Giacomo della Marca16 domenica ore 11.00 Valtesino - Madonna di Fatima23 domenica ore 11.00 Montelparo - S. Michele Arcangelo

Ottobre 06 sabato ore 17.00 S. Benedetto Tr. - S. Antonio di Padova 07 domenica ore 09.00 Faraone - Madonna della Misericordia07 domenica ore 11.15 Acquaviva - S. Niccolò 14 domenica ore 11.00 S. Benedetto Martire21 domenica ore 11.30 Cossignano - S. Maria Assunta 27 sabato ore 18.00 Grottammare - S. Pio V28 domenica ore 09.00 S. Egidio alla Vibrata - S. Egidio abate

La festa della Divina Misericordia nella “domenica in Albis”

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22 Aprile 2012PAG

Alcune liturgie della Settimana Santa

La Messa del Crisma

Basilica Cattedrale - La Celebrazione Euca-ristica è stata presieduta dal Vescovo GervasioGestori nella cattedrale della Marina il mat-tino del Giovedì Santo. A questa messa eranopresenti tutti i sacerdoti della Diocesi, chedopo l’omelia del Vescovo hanno rinnovato leloro promesse dell’ordinazione sacerdotale.

Al termine della Celebrazione il Vescovo haconsacrato i tre oli, dei neocatecumeni, delcrisma e degli infermi. Dopo la celebrazioneogni sacerdote ha riempito i propri contenitoricon gli oli nuovi, che verranno utilizzati perle funzioni parrocchiali.

Carissimi confratelli nel sacerdozio, sorellee fratelli nel Signore: (Riportiamo alcuni passi

dell’Omelia)

Sappiamo di essere servi della Parola, mini-stri di una Parola che ha una efficacia partico-

lare. Ricordiamotutti Isaia: Comela pioggia e laneve scendonogiù dal cielo enon vi ritornanosenza avere irri-gato e fatto ger-mogliare la terra,così sarà dellamia Parola (Is

55,10-11). Que-sta Parola èpiena di libertà,la sua efficaciasta tutta nellemani di Dio, hauna impensabile

capacità di discernimento che altre parole nonhanno (Cfr. Eb 4,12).

Sappiamo di essere servi dell’Eucaristia,chiamati a celebrare divini misteri non solo me-diante riti, ma soprattutto facendo della nostravita un dono per Dio e per gli altri. Questo dono

di amore ci viene ricordato quando pronun-ciamo le parole della consacrazione: Il Corpoofferto in sacrificio è certamente quello diGesù, ma è anche il nostro corpo, la nostravita, e mescolato con il Sangue versato sonoanche tante nostre giornate vissute in sacrifi-cio, accanto a quello di Cristo e dopo quellodi Cristo. Sappiamo poi di essere servi delperdono di Dio, un perdono sacramentaledonato ogni volta che celebriamo il rito dellaRiconciliazione e che personalmente noi puredobbiamo accogliere e vivere con dovuta fre-quenza. Ma c’è anche un perdono non sacra-mentale, che dobbiamo chiedere con umilecoraggio, quando abbiamo mancato controqualcuno, e che dobbiamo offrire con magna-nimità a chi ce lo domanda, per poter gustarenel cuore quell’intima gioia, alla quale sempreaneliamo.

E sappiamo ancora che noi siamo ministri dicomunione fraterna con la nostra gente e dentroil nostro presbiterio. Recentemente Enzo Bian-chi scriveva, che “vivere la comunione del pre-sbiterio è più importante che lasciarsi assorbiredal proprio lavoro” (RivClIt 2011, p. 728). Vi-vere la comunione del presbiterio non è un pro-blema di organizzazione soltanto, quasi fosseuna questione di psicoterapia di gruppo, ma èqualcosa di sacramentale, che riguarda l’Or-

dine sacro e che cichiede di mantenere“lo sguardo fisso” suGesù, di cui siamoministri.

Carissimi, vi esortoa vivere sempre congioia questo legameontologico con il Si-gnore: assicurate que-sta contemplazionecontinuativa di Lui,nostro contempora-neo, perché non soffrala nostra pastorale.

Non ci sentiremo vuoti ed insoddisfatti, quandoci toccherà constatare le difficoltà del ministeroe la minore corrispondenza dei fedeli alla voca-zione cristiana... Voglio ora presentare alcuniconfratelli, che domandano la nostra amiche-vole attenzione per gli anniversari che vivonodurante questo anno. Mi è doveroso ricordareDon Gaetano Gemmi, parroco emerito di VillaLempa, che celebra 70 anni di ordinazione sa-cerdotale: è un traguardo raro e prestigioso. IlSignore lo ricolmi di serenità per il lungo lavorocompiuto. Abbiamo poi appena festeggiato DonDomenico Vitelli per i suoi 50 anni di sacerdo-zio, vissuti con diverse responsabilità nella no-stra Chiesa locale ed anche in Africa, e tuttorain generosa attività. E poi ricordano 30 anni disacerdozio Don Gianni Croci e P. Gabriele DiNicolò nel pieno della loro maturità. A questinostri confratelli vadano la nostra gioiosa con-divisione e l’assicurazione della preghiera, cheinnalziamo al Signore con sentimenti di vivagratitudine specialmente in questa giornata delGiovedì Santo. La ricompensa del Signore sor-passa infinitamente ogni parola e gesto della no-stra doverosa riconoscenza umana.

+ Gervasio Gestori

Vescovo

LA GIOIA DI ESSERE PRETIOmelia alla Messa Crismale 2012

Venerdì Santo - 2012 in Piazza NardoneAL TERMINE DELLA VIA CRUCIS: passi conclusivi del discorso del nostro Ve-scovo, per continuare a riflettere

“Al termine della Via Crucis in questa sera del Venerdì Santo ci fermiamo pensosidavanti alla tua Croce, o Gesù. E’ ormai una Croce spoglia, tu sei nel sepolcro. Ri-pensiamo alla tua dolorosa passione ed alla tua morte sul Calvario. Tu, o Gesù, sof-frendo con pazienza e in silenzio, hai donato speranza e forza al nostro soffrire. Tu, oGesù, morendo in croce, hai riempito di amore la tua morte ed anche il nostro morire.Eri venuto al mondo non per essere servito, ma per servire. Sei venuto al mondo percercarmi, per cercare chi era perduto, e per aiutarmi, per aiutare ogni persona a daresenso e valore spirituale ad ogni sofferenza...

La mia vita, la nostra vita, o Gesù, come assomiglia spesso ad un lungo VenerdìSanto, dove sofferenza, solitudine, incomprensione, da una parte opprimono, e del-l’altra, cattiveria, violenza e tradimento sembrano prevalere. La mia vita, la nostravita, o Gesù, si prolunga poi nel buio del Sabato Santo, dove dominano silenzio vuoto,mancanza di senso, assenza di speranza, povertà di gioia e di vita. Ma noi sappiamoche deve arrivare il mattino di Pasqua, e tu, o Gesù, risorgerai uscendo dal sepolcro,vittorioso della morte e trasfigurato di vita nuova... Sulla tua Via Crucis, o Gesù, haiincontrato tua Madre, la Vergine Maria, che con coraggio ti ha accompagnato, sof-frendo e condividendo la tua Passione, fino ai piedi della croce sul Calvario. Lì rimase:Stabat Mater dolorosa iuxta crucem. Con la sua sofferenza materna, umanissima espirituale, ella ha condiviso e ha collaborato per la salvezza del mondo. Anche nellanostra vita lasciamoci accompagnare dalla Madonna. Il suo cuore di Madre ci sostenganel nostro cammino quotidiano, nei momenti di solitudine non ci abbandoni, quandola stanchezza ci prende ci doni forza, se la voglia di vivere sembra venir meno ci in-fonda speranza e fiducia”.

Da Grottammare Via Crucis

foto Domenico Novelli

Page 5: ANNO XXIX N° 14 - 22 Aprile

Un viaggio in Terra Santa riempie sempre di stupore e di emo-zioni. Ma il viaggio in visita alle strutture di quei luoghi rea-

lizzate grazie ai fondi 8xMille, promosso dalla Fisc e dal

Servizio per la promozione del sostegno economico alla

Chiesa cattolica, ci ha messi di fronte a delle realtà che toc-

cano una corda ancora più profonda del cuore. Non si è trat-

tato soltanto di testimoniare i risultati dei tanti progetti che

l’8xMille sostiene, ma di scoprire le vite umane che ogni

giorno percorrono i luoghi Santi, entrare in contatto con le

loro difficoltà e le loro speranze, i loro bisogni, la fatica quo-

tidiana per soddisfarli, la gioia di un’opera che si realizza, la

fiducia in un futuro che umanamente, a volte, sembra impos-

sibile.

Entrando in Betlemme ci sembra di capire perché il Signore abbiascelto questo luogo per incarnarsi e mostrarsi prima di tutto agliumili: le sue strade rivelano una povertà segno di un’economiache procede con coraggio e fatica, quasi interamente fondata suun turismo che ha a lungo trascurato il luogo della nascita di Gesù.Il mercato dei souvenir, che qui sostiene molte delle famiglie, ri-prende forme tradizionali di artigianato artistico palestinese qualila lavorazione della terracotta, del legno di ulivo e della madre-perla. Corsi e centri di formazione professionale organizzati dallaChiesa Italiana si occupano di sostenere e rivalutare la tradizione.

La sede della fondazione Giovanni Paolo II di Betlemme è ab-

bellita proprio da opere di questo tipo, tutte realizzate da ar-

tisti locali. Oltre che di arte e artigianato, la fondazione si

occupa di altri settori della formazione dei giovani di Be-

tlemme, organizzando corsi di lingua italiana e di fotografia,

oltre a corsi post laurea per operatori sociali, figure di rac-

cordo tra la popolazione e le istituzioni. L'accesso è aperto atutti, Cristiani e Musulmani senza alcuna distinzione, perché aidiscorsi di pace la fondazione preferisce di gran lunga le opere,la concretezza della vita insieme, la cooperazione per costruireun futuro. Nelle mura della sua sede, una casa ottocentesca ac-quistata nel 2008 e restaurata grazie ai fondi 8xMille, insegnantie studenti lavorano con un obiettivo comune, come ci spiegaPadre Ibrahim Faltas, economo della Custodia di Terra Santa: dareuna possibilità di sopravvivenza alla Betlemme che in troppistanno abbandonando per la mancanza di possibilità di lavoro.Dall'apertura dei corsi, nel Maggio 2010, sono stati formati circa100 ragazzi intorno ai venti anni di età. I fondi 8xMille (900 milaeuro per un triennio) oltre alla collaborazione di numerosi altrienti, permettono di mantenere basse le rette e di sostenere econo-micamente i ragazzi in ogni loro bisogno, compresi gli sposta-menti, coprendo anche interamente le spese del soggiorno e deglistudi in Italia. Tutti i ragazzi che partono si impegnano a tornare,e finora la promessa non è mai stata infranta. Anche lo studio del-l'Italiano, di qualità elevata grazie agli insegnanti inviati dall'Uni-versità di Perugia e sostenuto dalla possibilità di trascorrere alcunimesi in Italia, non è in nessun modo finalizzato all'emigrazione:l'Italiano è una lingua fondamentale per il turismo e aiuta i giovania trovare lavoro come guide e operatori alberghieri, ma fornisceanche le basi per frequentare in Italia uno dei corsi universitari

che nei territori palestinesi non sono disponibili, in partico-lare quelli di medicina. Da questo trae vita un altro sogno chesta diventando realtà, quello di dotare il territorio di Be-tlemme di una clinica pediatrica con un reparto di chirurgiache abbatterebbe i tempi e i costi necessari alle cure dei pic-coli pazienti palestinesi, privi di qualsiasi assicurazione sa-nitaria e, spesso, anche del permesso di attraversare il muroche li divide dalle terre Israeliane dove devono spostarsi peressere operati. Un operazione in Israele, ammesso che si rie-sca ad arrivare in tempo, può essere poi tanto costosa da con-sumare interamente i risparmi di una famiglia. La futuraclinica, che inizialmente sarà gestita da medici Italiani, dovràessere interamente affidata, appena possibile, ai nuovi medicilocali che saranno preparati dalle università di Firenze e diSiena.

La nostra visita a Betlemme prosegue passando per StarStreet, la via della Stella, che la tradizione vuole sia stata lastrada percorsa dai magi per raggiungere la grotta. Su una

traversa si trova un altro piccolo miracolo di Betlemme: il

complesso salesiano che comprende la scuola tecnica, il centro

professionale, il centro artistico, l'oratorio e, poco distante, il

Museo Internazionale del Presepe. Centinaia di ragazzi ognianno acquisiscono competenze tecniche e vengono avviati a unaprofessione nel campo dell'artigianato. Il centro artistico, in par-ticolare, è sorprendente: le tradizionali forme artigianali qui sonorivalutate e restituite alla loro dimensione artistica. Nei tre labo-ratori di ceramica, legno di ulivo e madreperla, i dodici ragazzi ei loro insegnanti danno continuità a delle tradizioni che sono unpunto d'incontro tra oriente e occidente nelle tecniche, nello stile,nel gusto e nelle suggestioni visive. Proprio per arricchire questeultime nasce il Museo Internazionale del Presepe, che esponeopere di 52 paesi del mondo. La mobilità dei ragazzi palestinesiè infatti estremamente limitata per questioni politiche e burocra-tiche e, senza suggestioni dall'esterno, la vivacità delle loro artirischiava di spegnersi. L'esposizione è una possibilità di contatto,di contaminazione, di maturazione artistica. Ma questo museonon interessa soltanto gli addetti ai lavori. La collezione è ricca,di oltre 200 pezzi, racchiusa in locali molto suggestivi. Il percorsoci conduce in giro per il mondo, pochi passi ci portano dall'Italiaall'estremo oriente. Da studente di culture orientali rimango rapitoda un presepe tailandese in cui i re magi assumono l'aspetto di di-vinità del pantheon taoista. Una particolarità del presepe, ci spie-gano, è che niente è mai fuori luogo: la portata dell'eventodell'incarnazione di Dio è universale e attraversa tutti i luoghi e itempi. Così procedendo per il percorso della mostra lo vediamoaccadere nel passato e nella modernità, in borghi medievali, inluoghi remoti o selvaggi, ma anche in terre di fantasia fatte solodi forme e colori. I proventi del museo sono totalmente utilizzatiper i progetti educativi salesiani: grazie ad essi e ai fondi 8xMilleil centro artistico sta rinnovando locali e macchinari. I ragazzi checompletano i corsi ricevono in dono le vecchie attrezzature inmodo da avere i mezzi per avviare un lavoro autonomo rima-nendo collaboratori del centro quando è necessario realizzare la-

vori su commissione.

Più tardi raggiungiamo l'università di

Betlemme, a pochi minuti di cammino

dai centri salesiani. Anche qui, come

negli altri luoghi visitati, è esposta una

targa che testimonia l'aiuto ricevuto

dai fondi della CEI. L'università, fondatanel 1973 come joint venture tra il Vati-cano e i Fratelli delle Scuole Cristiane, èla prima mai costruita nei territori palesti-nesi. Dai poco più di cento studenti di al-lora, oggi i suoi corsi sono frequentati dacirca tremila persone. La punta di dia-mante dei corsi dell'università di Be-tlemme è il MICAD (Master inInternational Cooperation and Develop-ment), un master in cooperazione interna-zionale per lo sviluppo che Fratello PeterBray, vice rettore dell'università, definiscecon una punta d'orgoglio, il miglior pro-

gramma di qualsiasi università palestinese. Il master è stato av-

viato grazie ai fondi 8xMille che lo hanno sostenuto nei primi

tre anni, per poi riuscire a raggiungere la totale autonomia.

La struttura generale del corso è stata modellata dal Master in Co-municazione e Sviluppo dell'Università di Pavia, e poi profonda-mente modificata per venire incontro ai problemi reali della realtàin cui il corso veniva trapiantato e in particolare ai bisogni delleorganizzazioni non governative palestinesi e internazionali chesono l'obiettivo principale per quanto riguarda l'impiego degli stu-denti che escono dal master: vi trova lavoro dal 70% al 75% deiragazzi. Un progetto realizzato in collaborazione con l'universitàdi Pavia permette il trasferimento di crediti formativi in entrambele direzioni. Una ventina di studenti italiani sceglie ogni anno ditrascorrere a Betlemme un periodo di studio e anche molti studentibetlemiti si spostano a studiare in Italia, sempre con la massimadeterminazione a tornare. Nessuno desidera fuggire, abbandonareil proprio paese e la propria gente alle difficoltà. Il MICAD educai ragazzi proprio ad un'ottica di collaborazione: superare il terri-bile momento che i territori palestinesi stanno vivendo medianteil dialogo con gli attori internazionali, la costituzione di obiettividi sviluppo comuni e, cosa ancora più importante, l'aspirazionealla pace e lo sforzo per ottenerla.

Il giorno successivo raggiungiamo Cremisan, sede di una can-

tina nata dal sogno di don Antonio Belloni, il missionario sa-

lesiano chiamato “il Padre degli orfani” per il suo impegno

nella fondazione di oratori e orfanotrofi della Terra Santa.Dopo la costruzione dell'orfanotrofio di Betlemme e con lo scopodi sostenerlo, nel 1982 don Belloni acquista dei terreni qui a Cre-misan. Inizialmente il suo progetto prevedeva anche un nuovo or-fanotrofio per i piccoli villaggi fuori Betlemme, ma presto siaccorge che avrebbe risposto meglio ai bisogni della popolazionetrasformandolo in un centro di formazione per i giovani che vo-levano collaborare ai lavori. Nel 1985 nasce la cantina, dove lefamiglie delle campagne circostanti conferivano le loro uve perla lavorazione. L'espansione dei terreni coltivati fino agli attuali7 ettari ha permesso poi di avviare una produzione in proprio, cheoggi si aggira sulle 200 mila bottiglie l'anno. Da Cremisan vieneanche il vino per la messa più usato in Terra Santa. Le attività vi-nicole forniscono un posto di lavoro fisso a una ventina di per-sone, ma il numero di lavoratori impiegati viene più cheraddoppiato nei periodi in cui si assumono stagionali per la pota-tura e la vendemmia. Un programma sostenuto dal VIS, il Volon-tariato Internazionale per lo Sviluppo, sta attuando lariqualificazione della produzione vinicola che apporti vantaggipermanenti al territorio, investendo ad esempio sulla formazionedi operai e andando così ad aumentare il numero delle personeimpiegate nella cantina. Si sta inoltre tentando di operare una clas-sificazione dei vitigni autoctoni ancora non censiti e di aprirenuovi canali di mercato verso l'estero. Il vino della cantina Cre-misan è infatti sempre più conosciuto e apprezzato anche al difuori della Palestina e il censimento dei suoi vitigni e la conse-guente creazione di un vigneto-catalogo avrebbero un forte valoreidentitario per il territorio. Il progetto, sostenuto anche dai fondiCEI, sta inoltre formando all'Istituto Agronomico San Micheleall'Adige, in collaborazione con l'Università di Trento, un eno-logo e un agronomo che in pochi anni saranno in grado di gestire

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22 Aprile 2012 PAG

Concorso redazionale FISC - dal nostro corrispondente Simone Caffarini

Vivere da Cristiani nei luoghi della fedeLa Chiesa cattolica in Terra Santa: aiuti concreti per progetti reali.

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O FFE RT E PE R I N O S T R I SACE R D OT I . U N S O S T EG N O A M O LT I PE R I L B E N E D I T U T T I .

C H I E S A C A T T O L I C A - C . E . I . C o n f e r e n z a E p i s c o p a l e I t a l i a n a

I SACERDOTI AIUTANO TUTTI.AIUTA TUTTI I SACERDOTI.Ogni giorno 38.000 sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza.

Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti.

Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite tra tutti i sacerdoti, specialmente a quelli

delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalità:

Conto corrente postale n° 57803009

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Direttamente presso l’Istituto Sostentamento Clero della tua diocesi.

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deducibili fino ad un massimo di 1032,91 euro annui

dal proprio reddito complessivo ai fini del calcolo

dell’Irpef e delle relative addizionali.

Per mag giori informazioni consulta i l s i to : w w w.ins iemeaisacerdot i . i t

i vigneti. Il paesaggio intorno alla cantina anche in una giornatauggiosa come quella che ci è capitata è splendido, ne trasparel'enorme lavoro che è stato fatto per terrazzare interamente la vallee renderla coltivabile. Il terreno si estende fino al muro di confinecon Israele che continuamente minaccia di inghiottirlo e anche leviti che vi crescono ad un passo sembrano elevare la preghierache un giorno si possa mettere fine a questa divisione di cemento.

Nella tarda mattinata dello stesso giorno superiamo il check pointe facciamo finalmente ingresso a Gerusalemme. Tutto qui ècompletamente diverso. Un solo sguardo alle mura di questa città,si dice, e non riuscirai più a dimenticarle. La loro imponenza ti faaccorgere che stai entrando in qualcosa di grande, di sacro. Ognisua pietra racconta quella storia che fonda la nostra fede e che hail suo cuore nel Santo Sepolcro. Eppure, ci avverte Padre ArtemioVitores, Vicario Custodiale, senza la presenza di una comunitàcristiana che cammini sulle orme del Cristo e dia continuità aquella storia, queste pietre sarebbero morte. I luoghi santi, comescrive Frédéric Manns, diventerebbero musei, scheletri sen-z'anima. Attualmente i Cristiani di Terra Santa, facendo una

somma di tutte le diverse confes-sioni, raggiungono soltanto l'1,8%della popolazione. L'8xMille e la

Custodia di Terra Santa stanno

sostenendo lo sforzo e le spese di

housing projects che diano ai

cristiani e in particolare alle gio-

vani coppie delle case in cui vi-

vere. Ma le difficoltà sono moltee da ogni cristiano di quei luoghisentiamo ripetere una richiestache ci impegna tutti, ovunquesiamo: pregate per noi.

Il Franciscan Media Center che

visitiamo nel pomeriggio, nato

per desiderio di Fra Pierbattista

Pizzaballa, Custode di Terra

Santa, ha una missione ben

chiara e definita dal suo slogan:

“puntare le telecamere sul bene che non fa notizia.” I servizidel Franciscan Media Center, che vengono forniti gratuitamentealle televisioni di stampo religioso, mettono in luce aspetti dellaTerra Santa che i media solitamente tacciono, ossia quelli relativialla collaborazione tra le diverse religioni, alla pace, alla speranza,che nonostante tutto esistono in questi posti e costituiscono la lorovera essenza. Il Media Center segue tutti i riti e tutte le confes-sioni, riuscendo così a superare una visione di parte e a rifletterela variegata realtà dei luoghi Santi. Tutti i servizi sono pubblicatianche su web (www.fmc-terrasanta.org) e tra essi i principali con-fluiscono ogni settimana nel “Terra Santa News”, un programmadi circa venti minuti che viene inviato alle varie TV per la tra-smissione ed è attualmente tradotto in sei lingue.

Nella poco distante Beith Anina, sobborgo palestinese della

Gerusalemme est, sta nascendo un luogo che fa dell'integra-

zione tra le religioni uno dei suoi scopi principali: il centro

giovani Giovanni Paolo II, un complesso che prevede una

chiesa, campi da gioco con palestre e spogliatoi, una biblio-

teca, una sala multifunzionale per manifestazioni culturali e

spettacoli e perfino un ristorante che impiega ragazzi del

luogo preparati dalla coop di Firenze. Molti locali sono stati

già completati, grazie a fondi provenienti da 8xMille, Custo-

dia di Terra Santa e Cooperazione italiana. L'area totale che ilprogetto ricoprirà sarà di 4800 metri quadri, ottenuti terrazzandoun dislivello di 21 metri. Il luogo, oltre a creare opportunità di la-voro, servirà da centro di aggregazione per i ragazzi, con la spe-ranza di allontanarli dai rischi purtroppo molto reali dellatossicodipendenza e della delinquenza minorile.

La visita ai luoghi Santi di Gerusalemme conclude il nostro viag-gio. Il Santo Sepolcro è chiamato dai fedeli di lingua araba “laChiesa della Resurrezione”, a testimoniare anche nel nome il pas-saggio alla vita che sconfigge la morte. A poche ora dalla partenzaricordiamo le persone incontrate, esperienze di vite coraggiose,forti perché sostenute dal Dio risorto e vivo. Per loro e per questaterra è la nostra preghiera, una preghiera di vita, perché senza uo-mini di fede, senza grandi sogni e speranze ostinate, qui ogni scin-tilla di bene sarebbe stata soffocata, mentre il nostro ricordo diquesti giorni è luminoso. Il futuro di questi fratelli si costruiscetutto sul loro affidamento, alla nostra generosità e ancor più allemani di Dio.

Page 7: ANNO XXIX N° 14 - 22 Aprile

Il terzo grande discorso

65. L’ INTERPRETAZIONE DELLA PARABOLA1. Gli antecedenti. L’Antico Testamento

contiene qualche cosa che si avvicina alle pa-rabole che leggiamo nei Sinottici. Per esempio“Il canto della vigna” (Is 5,1-6), l’apologo diIotam (Gdc 9.8-15), la favoletta raccontata daNatan a Davide (2Sam 12,1-4). I rabbini ricor-revano spesso alle parabole; molte di esse, re-datte a partire dal secondo secolo dopo Cristo,sono giunte a noi.

2. L’insegnamento in parabole da parte di

Gesù. La stessa cosa fa Gesù, emergendo peròsu tutti per la ricchezza, bellezza e abbondanzadelle sue parabole. In un computo massimalistaesse arriverebbero al numero di 72 unità. Inpiù, Gesù dona alle parabole un contenuto deltutto nuovo corrispondente alla novità della suapersona e missione. Per formularle si serve diciò che vede attorno, nella natura e nella vitaumana: i bambini che non si accordano nelgioco (Mt 11,16-17: puntata n. 56); gli operaichiamati a lavorare nella vigna (20,1-15), i cat-tivi vignaiuoli(21,33-40), e altro.

3. L’uso allego-

rico delle parabole.

E’ il periodo in cuile parabole ven-gono lette senza te-nere conto del lorogenere letterario,nel quale predo-mina l’interpreta-zione allegorica eaddirittura l’allego-resi. Si parte dalle parabole che, nel Vangelo,hanno anche la spiegazione. Per esempio, Mtregistra questa spiegazione della parabola delloglio: “Ed egli [Gesù] rispose: ‘Colui che se-

mina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il

campo è il mondo e il seme buono sono i figli

del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno

e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La

mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono

gli angeli” (Mt 13,37-39). Come si vede, ognielemento viene sostituito con un suo precisovalore: per cui dico una cosa e ne intendoun’altra (allegoria).

Questo modo di interpretare fece ritenereche fosse l’unico modo valido per interpretareogni parabola. Così, già nei primi tempi dellaChiesa invalse l’interpretazione allegorica,anche se il genere letterario parabolico fosseben conosciuto (si pensi a Tertulliano). Sigiunse a una lettura allegorica forzata, anacro-nistica, estranea all’intenzione originaria, le-gata ai problemi del tempo; è l’allegoresi cheha accompagnato la Chiesa, sia quella cattolicache quelle nate dalla riforma luterana, in mi-sura più o meno accentuata, praticamente fino

a lungo tutto il 1800. Ben celebre, e incante-vole, è la spiegazione della parabola del buonsamaritano (Lc 10,30-35) elaborata da san-t’Agostino sulla base di autori antecedenti: ilferito è l’uomo peccatore; il buon samaritanoè il Signore; l’olio e il vino sono i sacramenti;la locanda è la Chiesa; l’albergatore è sanPaolo; i due denari sono l’amore verso Dio everso il prossimo. Commento che ha, certo, lasua validità in quanto sintesi della storia della

salvezza; però il vero contenuto parabolico ri-mane del tutto disatteso.

4. Jülicher e la messa in luce del genere

parabolico. Preceduto dal grande esegeta ge-suita Juan Maldonado (1533-1583), fu meritodi Adolf Jülicher (1857–1938) l’aver riportatola parabola al suo genere letterario, quello pa-rabolico; lo fece in due corposi volumi conpagine molto fitte. Concluse, esagerando: laparabola è solo un paragone sviluppato, in vistadi un nudo messaggio da comunicare.

Purtroppo, la teologia li-berale dei tempi di Jüli-cher considerava Gesùsolo un Maestro che sa-peva dettare solo grandimassime.

5. Il dopo Jülicher e

la situazione odierna.

Senza tralasciare il buonoche si ha in Jülicher, oc-corre ricollocare la para-bola nella vita e nella

missione di Cristo. Inol-tre, cccorre fare spazio anche all’allegoria,quando questa effettivamente è presente, per-ché molte parabole contengono elementi alle-gorici. Occorre fare spazio, per esempio, anchealla ecclesiologia, in quanto Matteo è un evan-gelo eminentemente ecclesiastico.

6. Definizione e spiegazione. Ecco unapossibile definizione. La parabola è un para-

gone, sviluppato più o meno in racconto, tradue elementi di campi diversi, allo scopo dispiegare una realtà superiore del Regno di Dio.Nel paragone: “Giovanni è come un leone”, in-dividuo tre elementi: 1. il protagonista, Gio-vanni; 2. l’elemento di confronto, il leone; 3.l’elemento specifico, chiamato anche tertium

comparationis, la forza, l’audacia. Esempio dauna breve parabola con i tre momenti: “(3) Ilregno dei cieli è simile (1) al lievito, che unadonna prese e mescolò in tre misure di farina,(2) finché non fu tutta lievitata” (Mt 13,33). Perpresentare la potenza del regno (3.), l’entitàsconosciuta, si ricorre al paragone ben cono-sciuto di quanto fa il lievito (1) nella massa (2).Come agli Apostoli, che ci sia dato di “cono-scere i misteri del regno dei cieli” (Mt 13,11).

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PAROLA DEL SIGNORETERZA DI PASQUA - ANNO B

RISPlENDA Su DI NOI, SIGNORE, lA luCE DEl TuO VOlTO

DAL VANGELO secondo LUCADi ritorno da Emmaus, i due di-

scepoli riferirono ciò che era ac-

caduto lungo la via e come

avevano riconosciuto Gesù nello

spezzare il pane. Mentre essi par-

lavano di queste cose, Gesù in

persona apparve in mezzo a loro

e disse: "Pace a voi!". Stupiti e

spaventati credevano di vedere

un fantasma. Ma egli disse:

"Perché siete turbati, e perché

sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le

mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toc-

catemi e guardate; un fantasma non ha carne

e ossa come vedete che io ho". Dicendo questo,

mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la

grande gioia ancora non credevano ed erano

stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da

mangiare?". Gli offrirono una porzione di

pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò da-

vanti a loro. Poi disse: "Sono queste le parole

che vi dicevo quando ero ancora con voi: biso-

gna che si compiano tutte le cose scritte su di

me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei

Salmi". Allora aprì loro la mente all'intelli-

genza delle Scritture e disse: Così sta scritto:

il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il

terzo giorno e nel suo nome saranno predicati

a tutte le genti la conversione e il perdono dei

peccati, cominciando da Gerusalemme. Di

questo voi siete testimoni. (LUCA 24,35-48)

“Gesù mostrò loro le mani e i piedi” il gesto delSignore, sottolinea la continuità tra il Gesù del cal-vario e il Cristo della resurrezione, egli mostra lesue piaghe per indicare che la resurrezione nonabolisce, non cancella la Passione, certamente lasupera, la trasfigura, ma non la cancella. I segnidell’amore di Gesù per l’uomo, rimangono, cosìcome rimane il suo amore. Egli vuole mostrareche il suo amore per noi non viene mai meno. Questo aspetto può anche essere un altro insegna-mento per noi, la fede nel Cristo risorto, non can-cella le prove, i dolori della vita, ma, nella fede,anche noi possiamo trasfigurarli; possiamo bru-ciarli nel fuoco dell’amore del Signore risorto.Altra dimostrazione che Gesù ci dà del suo amore,è la grande pazienza che dimostra ai suoi discepoli

un po’ duri di com-prendonio: “aprìloro la mente all'in-telligenza delleScritture” , ancorauna volta si mette alloro fianco e spiegae ripete, comeaveva già fatto con idiscepoli di Em-maus. Questo

amore, questa pazienza egli la mostra SEMPREai suoi discepoli ieri e oggi, quante volte ci simette a fianco, ci parla, ci spiega e noi non sen-tiamo, non capiamo, o facciamo finta di esseresordi ai suoi richiami, ai suoi insegnamenti.Quante volte diciamo a noi stessi: si, però secondome; oppure: si ma così fanno tutti e io che sonostupido? ancora: si, ma questo è giustificato. Quante volte gli volgiamo le spalle, e Lui semprelì, sempre presente a richiamarci, a sollecitarci, ainvitarci. Quante volte cerchiamo di allontanarcida Lui, dal suo amore.E, Lui il Cristo sempre dietro, sempre alla nostraricerca, come della pecorella smarrita, semprepronto ad accoglierci come il Padre misericor-dioso, e sempre, sempre innamorato di noi suecreature. Sempre pazzamente innamorato di me,come di ognuno di noi.Chiediamo al Signore di essere sempre più pa-ziente con noi, duri di cuore, di parlarci più forte,e anche di costringerci ad ascoltarlo, affinché pos-siamo convertirci al suo amore: per imparare aleggere gli avvenimenti della nostra vita comeespressione del passaggio di Dio. Che il Signoreci insegni a leggere, e a leggere bene. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA:

SE VUOI ASCOLTARE DIO STAI MOLTO ATTENTO, PERCHÈ A DIO

PIACE PARLARE A BASSA VOCE. (V. GHKA)

IL MODO PIù SICURO PER SENTIRE È ASCOLTARE. (y. CONGAR)

FAI SILENzIO, POICHÈ SE PARLIIL VERBO TACERà (S. AGOSTINO)

Domenica 22 aprileOre 10.30 Rotella - S. Messa,

con S. CresimeOre 13.00 S. Benedetto Tr.

Saluto alla Fiera di PrimaveraOre 18.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

S. Messa e Processione, a conclusione della Settimana Eucaristica

Lunedì 23 aprileOre 21.00 Cossignano - S. Messa,

in occasione del Patrono S. Giorgio

Mercoledì 25 aprileOre 11.00 Centobuchi - S. Cuore:

S. Messa, con S. CresimeOre 17.00 Acquaviva Saluto

all’ACR Diocesana

Giovedì 26 aprileOre 21.00 S. Benedetto Tr

Padri Sacramentini: Incontro con la Sezione diocesana dell’A.M.C.I.

Sabato 28 aprileOre 21.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Ordinazione di due sacerdoti

Domenica 29 e Lunedì 30 aprile

FiuggiConvegni di due Comunità Carismatiche

Incontri Pastorali del VescovoDuRANTE lA SETTIMANA 22-29 APRIlE 2012

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In linea generale, secondo la consuetudinedella Regola francescana primitiva, i fratisono soliti prendere dimora ai margini del-l'abitato vero e proprio di ciascuna localitàin cui intendano insediarsi. Il Conventodei Frati Minori di S.Maria dei Monti inGrottammare, istituito nel 1616 e dopovarie peripezie recuperato alla Chiesa edalla comunità tutta nel 1937 ad opera delPadre Provinciale Ferdinando Parri, nonesula da questa abitudine.Altrettanto consueto e vivo, è il legameprofondo e l'affetto reciproco che si in-staura fra la fraternità dei religiosi france-scani e la comunità cittadina (e non soloquella) che resta evidentemente e profon-damente ammirata dalla semplicità, dalla disponibilità, dall'infi-nita bontà che i “compagni” di Francesco in ogni occasioneelargiscono lasciandosi apprezzare cordialmente nel loro quoti-diano servizio a favore della Chiesa e dei fratelli.Nel convento che è anche Infermeria della Provincia S.Giacomodella Marca dei Frati Minori, sono ospiti diversi frati anziani edegenti, la cui vita è stata interamente spesa e dedicata nello spi-rito francescano ed evangelico a servizio della Santa MadreChiesa e dei fratelli, in particolare di quegli ultimi, tanto cari alPoverello di Assisi.Poche settimane fa, più precisamente il 31 marzo, nel giorno dellaDomenica delle Palme, all'età di 92 anni, ci ha lasciato Padre Leo-nardo Tasselli. Dopo gli anni di formazione e studi teologici,Padre Leonardo venne ordinato sacerdote a 23 anni, nel 1947 aZara dove i frati delle Marche avevano un convento. Seguendola vocazione missionaria, che ha avvertito sin da ragazzo chiedeai superiori ed ottiene di partire per la Cina dove i Frati Minoridelle Marche avevano un territorio di missione loro affidato. Perun anno fu a Pechino a studiare la lingua cinese; poi, con l'arrivodelle truppe comuniste di Mao andò a Macao dove fu insegnanteper circa 3 anni nel locale seminario che aveva accolto gran partedei seminaristi fuggiti dal regime che andava instaurandosi nelcontinente.Tornato in Italia, dove già si stava dedicando ad un'intensa attivitàdi predicazione della Parola di Dio, pochi anni dopo, dal MinistroGenerale dell'OFM ebbe l'incarico di instaurare e diffondere inItalia e all'estero la Pia Confraternita approvata con Decreto Pon-tificio da Papa Pio XII, della Guardia d'Onore del Cuore Imma-colato di Maria. Per sua iniziativa è sorto nella Repubblica diS.Marino, dove visse per circa 30 anni, un santuario dedicato alCuore di Maria con annessa Casa S.Giuseppe del Pellegrino e uncentro di spiritualità mariana comprendente anche il nuovo mo-nastero delle Clarisse di S.Chiara. Diffuse la Guardia d'Onoreoltre che in Italia, in Argentina e nello Sri Lanka. Dal 1969 al1975, negli anni difficili della Chiesa, nell'immediato dopo-Con-

cilio, fu ministro provincialedell'Ordine dei Frati Minoridelle Marche. La profondaamicizia che lo legò al Vene-rabile Padre Gabriele MariaAllegra, frate minore sici-liano che spese tutta la suavita missionaria nell'EstremoOriente e tradusse intera-mente la Bibbia in cinese,permise a Padre Leonardo diesserne il postulatore nellacausa di canonizzazione. Per6 anni dal 1993 al 1999 ha ri-coperto anche l'ufficio diGuardiano del convento di

S.Giacomo della Marca in Monteprandone, molto stimato e ri-cercato come confessore e direttore spirituale. Gli ultimi annidella sua vita li ha trascorsi nella casa di preghiera dei Frati Mi-nori delle Marche a Montefiorentino, nei pressi di Carpegna e dilì nell'infermeria di Grottammare.Condensare in poche righe lasua vita, non può rendere debitamente lo spessore dell'uomo e delreligioso e la ricchezza del suo intenso ministero. Certamente più viva e concreta può essere la testimonianza di chi,come Padre Aldo Alberoni, guardiano del Convento di Grottam-mare, lo ha conosciuto bene e lo ricorda con stima, affetto e vivaammirazione : “P. Leonardo è vissuto qui all'Oasi di Grottam-

mare gli ultimi due anni della sua vita. Ma con lui sono stato, a

più riprese, circa quattordici anni. La prima volta, durante il pe-

riodo in cui egli fu Ministro provinciale dei frati minori delle

Marche, dal 1969 al 1975. Egli è stato un innamorato di Cristo

Signore, Verbo incarnato, e della sua Madre Immacolata, nella

scia della dottrina del grande teologo francescano, il Beato Duns

Scoto; e ha speso tutte le energie migliori della sua

vita per diffondere il culto del Cuore Immacolato

di Maria.

Chi lo incontrava per la prima volta aveva l'im-

pressione di avere di fronte un frate dal carattere

asciutto e schivo; ma se l'interlocutore aveva la pa-

zienza di non scoraggiarsi, mano a mano scopriva

un cuore da bambino. E questo appariva subito

quando i bambini, spesso da lui stesso invitati, gli

si avvicinavano con grande naturalezza e sponta-

neità. Ricordava con gioia i quattro anni trascorsi

come missionario in Cina (dal 1947 al 1951); ma

soprattutto la sua grande amicizia e familiarità con

il Venerabile P. Gabriele Allegra(+1976), del quale

stiamo aspettando solo che sia fissata la data della

beatificazione, dal momento che il Santo Padre ha

già riconosciuto ufficialmente il miracolo, attri-

buito alla sua intercessione. Il P. Allegra, fondatore

dello Studio biblico, con sede prima a Pechino e poi ad Hong

Kong, ogni volta che ritornava in Italia, si recava a S. Marino e

il P. Leonardo lo accompagnava in automobile nelle varie parti

d'Italia che egli doveva raggiungere. Chi ha conosciuto il P. Leo-

nardo sa delle sue lunghe ore trascorse in preghiera davanti al-

l'Eucaristia; egli si meravigliava che molti cristiani corressero

verso i vari santuari, sparsi nel mondo, e non si fermassero mai

qualche minuto ad adorare Cristo Signore, presente nell'Eucari-

stia in corpo, sangue, anima e divinità. Un grande amore alla

Vergine Maria (in questi ultimi anni ha scritto vari brevi com-

menti all'Ave Maria e un altro alle Litanie lauretane) e all'Ordine

francescano hanno caratterizzato la figura di questo grande fra-

tello e padre. Pur novantenne s'interessava alle diverse vicende

della nostra famiglia francescana delle Marche e a quella del-

l'Ordine, seguendo i vari notiziari ufficiali. Un mese prima di mo-

rire aveva voluto compiere una confessione generale e aveva

chiesto di ricevere il sacramento dell'Unzione degli infermi, am-

ministrato a lui e agli altri confratelli anziani dal Ministro pro-

vinciale, P. Ferdinando Campana: sentiva ormai la vicinanza di

sorella morte!

P. Leonardo carissimo, il Signore Gesù ti accolga nel

suo Regno come fedele e innamorata Guardia d'Onore del Cuore

Immacolato di Maria!” Proprio nel giorno della Domenica dellePalme in cui si ricorda l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusa-lemme prima della Sua Passione e Morte, Padre Leonardo è salitoin cielo tornando accanto a Colui in nome del quale e nello spiritodel Suo Vangelo, ha speso l'intera vita terrena: seminando e rac-cogliendo come solerte operaio della Sua messe a servizio deifratelli più “piccoli”; ricevendo per l’eternità quella Pace e quelBene che erano le parole con le quali era solito salutare ed acco-miatarsi da chi aveva, come chi vi scrive, appena confessato, o,anche soltanto, avuto l’opportunità di scambiarci una parola o ri-ceverne un sorriso. umberto Sgattoni

Convento dei Frati Minori di S.Maria dei Monti in Grottammare

È morto Padre Leonardo Tasselli: un “tesoro” nascosto dei nostri Conventi

Da Acquaviva Picena

Ricordiamo don Antonio Rossi Missionario PaolinoDai parenti ci giunge notizia della morte di don Anto-nio Rossi, sacerdote dell’ordine di San Paolo, avvenutail 31 marzo 2012. Missionario per più di vent’anni inIndia, passò quindi in Irlanda ed ultimamente, dati imolti anni, si trovava a Roma e svolgeva la sua mis-sione sacerdotale presso il CTO (Centro Traumatolo-gico Ortopedico). Don Antonio Rossi era nato adAcquaviva Picena . È stato ricordato con queste parole:“Hai lavorato tanto per la salvezza delle anime. Conti-nua ancora ad essere la nostra guida ed intercedi pressoDio per noi: Grazie”. Noi de “l’Ancora” ci uniamonella preghiera, porgendo sentite condoglianze ai fa-miliari tutti.

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramentoe cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO

N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63039 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte 16 Tel. 0735 579210

Fax 0735 594833 e-mail: [email protected]

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E-mail: [email protected]

Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

La Diocesi di San Benedetto del Tronto fa ancora parte delle MARCHE?Ce lo siamo chiesti al termine della lettura di questa specie di comunicato stampa, apparso su tutti imaggiori giornali nazionali. Lo riportiamo al completo. “Il Vaticano, dal 3 maggio al 9 Giugno ac-coglierà i capolavori dell’arte provenienti dai Musei delle Marche e li presenterà per la prima voltanel prestigioso Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro. La Mostra è a cura di Costanza Co-stanzi, Giovanni Morello e Stefano Papetti. Le sfarzose e minuziose tavole del Crivelli, le preziosee raffinate tele del Lotto – allestite per la prima volta per il pubblico internazionale del Vaticano edella città di Roma – e le incantevoli opere dei caravaggeschi, Mattia Preti e Orazio Gentileschi, sa-ranno presentate in un vero percorso di splendore dell’arte che va dal ‘400 all’800. L’evento nascedalla volontà della Regione Marche e della Direzione della Pinacoteca Comunale di Ancona di of-frire, nel tempo della chiusura della Pinacoteca anconetana per importanti lavori di ristrutturazione,una continuità di fruizione al pubblico del patrimonio artistico della città di Ancona e dell’interaRegione Marche. La rassegna è completa nella sua essenza di percorso dell’arte anche in virtù dellecollaborazioni e dei contributi del Museo Civico e del Museo Diocesano di Ascoli Piceno, dellaChiesa di Santa Lucia di Montefiore dell’Aso, della Pinacoteca Civica di Fermo, della Pinacotecacivica di Macerata, del Museo Diocesano di Ancona, della Pinacoteca Civica di Fabriano, di Jesidel Museo della Santa Casa di Loreto, Pinacoteca di San Severino, Sant’Angelo in Vado, MuseoDiocesano e della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, dei musei civici e diocesani di Pesaroe Fano. le Marche sono un grande museo diffuso e di inestimabile valore, la Mostra in Vaticano saràla vetrina privilegiata di questo copioso tesoro”. Come mai i Musei Sistini di Ripa, Montalto, Ca-stignano non fanno parte del grande museo diffuso marchigiano? a cura di E.Tì.

Le meraviglie delle Marche approdano in Vaticano3 maggio - 9 giugno 2012

FEDERAzIONE UNIVERSITARIA CATTOLICA ITALIANA

61° CONGRESSO NAZIONALE DELLA FUCI

“E’ appena l’aurora”. Chiesa, Concilio, Contemporaneità: 50 anni fa, 50 anni dopo

Si svolgerà a Urbino, dal 25 al 28 aprile p.v., il 61° CongressoNazionale della FUCI, dal titolo “E’ appena l’aurora”.Chiesa, Concilio, Contemporaneità: 50 anni fa, 50 annidopo. L’appuntamento si inserisce nell’anno in cui si celebra il50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.

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Sono le cose semplici che mozzano il fiato.

(Mahatma Gandhi)

Un triduo pasquale, quello della Parrocchia del S. Cuore di Centobu-chi, vissuto con profonda devozione, dove il filo conduttore dei vari

momenti è stata lasemplicità che hareso speciali e parte-cipate le varie litur-gie.Si è partiti con ilgiovedì santo con lacelebrazione dell’ul-tima cena, colorata afesta. Poi il tradizio-nale gesto della la-vanda dei piedi su 6cresimandi e 6 bam-bini che dovranno ri-cevere quest’annol’eucaristia ed allafine della celebra-

zione la deposizione presso la vecchia chiesa. Un allestimento parti-colare questo di quest’anno apprezzato da tutti pensato come un segnodi unione e di condivisone come in una grande famiglia: altare con12 ciotole e 12 calici, pane al centro e sopra il Pane Eucaristico.Ve-nerdì, i riti pomeridiani della passione di Gesù ed alla sera la Via Cru-

cis per le vie cittadinecon la spettacolare rap-presentazione storicache ha coinvolto le duerealtà parrocchiali: quella del S. Cuore e quella della Regina Pacis.Un format nuovo che ha visto la partecipazione di oltre 3000 personee che ha premiato l’impegno profuso dai due comitati organizzatoriper riunire il paese e dare un segno di discontinuità con il passato.“ Siè dimostrato che essere uniti dà i suoi frutti- ha dichiarato Don Al-fonso- Era nostra intenzione anche fare una cosa in comune con Mon-teprandone e la storica Processione del Cristo Morto. Per diversecause quest’anno non ci siamo riusciti, ma cercheremo di lavorare perquesto. Bisogna però avere intenti comuni ed anteporre il bene co-mune a logiche campanilistiche. I prossimi mesi potrebbero essere unbanco importante per gettare le basi perl’organizzazione della settimana santa delprossimo anno”. Sabato, veglia pasqualecon la celebrazione del battesimo dellapiccola Nicòle. Al termine della messa,un momento di festa per tutti con la con-segna dell’uovo di Pasqua e del latte emiele benedetti nel corso della Veglia, tra-dizione inserita nella liturgia da Don Vit-torio e mantenuta dall’attuale parroco.Domenica, la messa delle 11 ha visto la

partecipazione di Don Remo Burrasca, parroco emerito del S. Cuoree cittadino onorario di Monteprandone.“Non potevo non invitare nelgiorno di Pasqua, Don Remo a concelebrare la messa- ha detto DonAlfonso- Essere uniti, fare le cose insieme dà fastidio. Noi continue-remo a lavorare insieme…Non poteva mancare dopo i tre giorni in-tensi dal punto di vista liturgico, un momento più ricreativo.L’occasione, la gita di pasquetta con la partecipazione di una cinquan-tina di persone, fatta all’insegna dello stare insieme e vissuta tra artee natura e tradizione popolare. Paride Travaglini

Venerdi Santo, al mattino, si è ripetuta la Via Crucis per i giovani

delle parrocchie di S. Benedetto ed Acquaviva.

Salendo sulle colline sopra la Valle del Forno, fino al pianoro inondato

di sole dei Barattelli, con la guida dei preti

presenti i giovani hanno ripercorso

il cammino d’amore del Cristo. Ottima la partecipazione,

viva l’emozione. Due ore diverse

in un giorno diverso dagli altri.

Centobuchi

Parrocchia S.Cuore: insieme come negli “Atti degli Apostoli”

Basilica Cattedrale

Sabato Santo: Battezzati quattro adulti e un bambino delle parrocchie di S. Filippo Neri e dell’Annunziata

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GROTTAMMARE - Il clima era quello giustomercoledì 4 aprile nella parrocchia di Madonnadella Speranza di Grottammare in occasionedella celebrazione della cena ebraica, un’inizia-tiva voluta dal Gruppo Scout “San Martino-Grottammare 3” e che si ripete da ben otto anni.Fortemente sentita dalla Comunità Capi, é natadall’idea di vivere una serata speciale ed entrarepiù intimamente nella comprensione del Mi-stero Pasquale; d’altronde, l’Ultima Cena diGesù Cristo non era che la celebrazione dellaPasqua Ebraica, così, quei gesti, quei riti, hannotrovato attuazione per un gruppo di circa 30persone,uomini, donne e ragazzi vogliosi di vi-vere questa esperienza.Tra gli astanti, oltre ai capi, al clan e ad alcuniragazzi in rappresentanza dell’Alta Squadriglia,erano presenti don Marcos ed alcuni parroc-chiani che, recentemente, si sono avvicinati allarealtà scout. A presiedere la cerimonia è stato

invece don Anselmo, Assistente Ecclesiasticodi gruppo che, nelle vesti di Capo famiglia (oCapo tavola) ha dettato i tempi di una cena li-turgica ed ha fatto rivivere un senso ignoto amolti. Israele, il popolo eletto, quello scelto eamato da Dio, diventa così una parte essenzialenella storia della salvezza e attraverso i libri del-l’Antico Testamento dell’Esodo e del Deutero-nomio, fa memoria, durante la Pasqua, dellaliberazione dallo stato di schiavitù cui l’Egittoli assoggettava.Il banchetto è stato allestito con molta atten-zione e l’atmosfera, creata dall’ambientazionee dalla luce di candele, ha favorito positiva-mente lo sviluppo della cerimonia.Naturalmente si è seguita di pari passo la prassioriginaria nella quale si alternano i momenti dipreghiera e canto ai momenti di assunzione dei

cibi: ciò che corrisponde ai famosi quattroSeder. Si comincia con il primo Seder, la consacra-

zione della festa, dove si beve la prima coppa

di vino, si spezza il pane azzimo (preparato concura dalle guide del reparto E/G, a ricordo dellasituazione di schiavitù in Egitto), si mangia ilsedano intinto nel limone (indicano l’amarezzadell’acqua del mare, l’amarezza della schia-vitù); il secondo, dove c’è la narrazione dellaPasqua antica, si beve la seconda coppa e si in-tinge l’erba amara (ricorda l’amarezza e le dif-ficoltà della vita condotta dagli Ebrei in Egittofino al giorno della loro liberazione) nell’haro-set (composto di mele grattugiate, noci e can-nella diluita nel vino, ricorda il cemento e lamalta che gli Ebrei dovevano preparare inEgitto);Il terzo seder è quello da cui prende origine lapreghiera Eucaristica della Messa e nel quale vi

è il momento di banchetto,con l’uovo (simbolo del-l’eternità della vita, senzainizio e senza fine),l’agnello (ricordo del-l’agnello sacrificato persalvare la vita degli Ebreila notte in cui l’angelodella morte passò sul-l’Egitto)... e per conclu-dere il quarto, con lagrande lode finale.La sola luce delle candeledi un vecchio candelabroe quella del grande cerobianco hanno reso partico-

larmente suggestivo il momento dell’accen-sione di 12 lumini da parte dei ragazzi presenti,in ricordo dell’ultima cena di Gesù con i suoiApostoli ; posizionati davanti ad un posto vuotopreparato per la venuta del Messia atteso e pre-annunciato dai profeti e mandato dal Padrenella persona di Cristo Gesù ci ricordano cheGesù, alla vigilia della sua morte, parlando agliApostoli, afferma: “Ho desiderato ardente-mente di mangiare questa Pasqua con voi,prima della mia passione”Ciò che ha spinto alla realizzazione della cenanon è stata la semplice curiosità culturale di ri-creare un evento fuori dal quotidiano ma, primadi tutto, la ricerca delle origini dell’Eucaristia,nata dalla tradizione ebraica; poi la riscopertadi un rito ricco di significati religiosi e pre-ghiere profonde.

Comprendere le nostre radici, proiettati nella viva gioia della Pasqua.

Capi Gruppo scout Grottammare 3Monteprandone: Una struttura importante per la vita della comunitàAbbiamo incontrato il presidente del Centro Ricreativo Culturale.Guerriero Traini (nella foto) dal alcuni è il presidente del Centro Ri-creativo Culturale di Centobuchi sorto 15 anni or sono. La sua sede at-tuale è in viale De Gasperi n, 212/14. E’ un centro attivo con ben 350iscritti con numerose iniziative tra cui gioco carte e dama. Rappresentaun punto di riferimento per anziani e meno anziani che insieme vi tra-scorrono il loro tempo libero. Per saperne di più abbiamo incontrato ilPresidente Traini con cui abbiamo scambiato alcune battute.D) Il suo compito è impegnativo? Quali servizi svolgete?R) Richiede presenza e coinvolgimento. Vi trascorro la maggior partedel mio tempo. Posso farlo perché sono in pensione e credo in unastruttura come questa che gestisco anche grazie ai componenti delConsiglio Direttivo sempre disponibili a collaborare. Per iniziare dicoche il nostro impegno è a 360° con particolare attenzione agli anzianisoli e non autosufficienti. Provvediamo a loro facendo la spesa setti-manale portandola a casa, idem per la consegna delle medicine, per ilritiro e la consegna a domicilio del materiale sanitario per l’igienedella persona e infine anche il trasporto degli anziani che devono cu-rarsi con specifiche visite mediche. Tanto per rendere l’idea nel 2011sono stati effettuati 1.550 servizi per un totale di ben Km 22.000.D)Ci sono iniziative nella vostra sede attuale?R) Nel mattino di lunedì, mercoledì e venerdì si svolge il corso di ginnastica dolce posturale per glianziani tra l’altro molto frequentato, poi, ci sono corsi di teatro, di danza e danza orientale cui parte-cipano i bambini di 4 anni fino ai ragazzi di 20 anni: ci sono ben 110 iscritti. Organizziamo gite socialiai santuari, momenti di intrattenimento per l’estate e le tradizionali feste della mamma e del papà.D) Chi ha bisogno come può rivolgersi a voi?R) Siamo affiliati alla rete nazionale “Auser- filo d’argento”. Per questo abbiamo attivo il seguentenumero verde:800995988 senza scatto alla risposta. Tutto questo è possibile grazie all’impegno,alla disponibilità e alla dedizione dei nostri preziosi volontari che a turno rispondono alle chiamatedel numero verde.D) Presidente quali sono le maggiori emergenze sociali che rileva tra i vostri assistiti?R) Prima fra tutte la solitudine delle persone poi tanta povertà materiale e morale. Spesso conse-gniamo generi alimentari di prima necessità a famiglie giovani e meno giovani dove per un motivoo per un altro sono prive di reddito e hanno debiti da estinguere. La nostra è un’azione che ci ponea contatto con tutti i ceti sociali della nostra comunità.D) Con l’Amministrazione Comunale come vi rapportate?R) Collaboriamo ampiamente. Insieme abbiamo attivato il servizio dei nonni civici, fungiamo datutor per le borse lavoro, collaboriamo anche per l’assistenza domiciliare agli anziani e per le curetermali ad Acquasanta Terme durante l’estate cui partecipano numerosi anziani del territorio.D) A quando la nuova sede?R) Confidiamo nell’attenzione e nella sensibilità dell’Amministrazione Comunale perché tra alcunimesi qui inizieranno i lavori per realizzarvi un nuovo stabile. Per noi avere una bella sede al centrodi Centobuchi è vitale: tutti devono raggiungerci agevolmente per i servizi che eroghiamo. Sarebbe davvero il massimo se potessimo avere una sede al passo con i tempi dotata di conforts edelle nuove teconologie , penso ad una postazione internet per tutti, non dal ultimo ad un ampio ma-gazzino dove mettiamo tutto ciò che quotidianamente può servire a far fronte ai mille bisogni sociali.A tal proposito ricordo che stiamo raccogliendo del materiale che invieremo al villaggio Tacharècon un container. Tutto questo in collaborazione con l’Associazione “Villaggio planetario.Presidente grazie, buon lavoro, e speriamo di incontrarci all’inaugurazione della nuova sede tantonecessaria per la vita del Centro ricreativo culturale. FC.

Prosegue l’impegno della Provincia a fianco dellascuola per promuovere la conoscenza del territo-rio e delle istituzioni ed attivare sinergie e colla-borazioni utili per la promozione del Piceno e icontatti con il mondo del lavoro. In tale prospettiva, nell’ambito di un progetto sco-lastico che ha già visto i ragazzi partecipare adaltre iniziative comela BIT di Milano inservizio di acco-glienza agli stand,due classi dell’Isti-tuto Capriotti di SanBenedetto, una a in-dirizzo linguistico el’altra di ragioneria,hanno visitato ieri laCartiera Papale diAscoli Piceno. L’an-tico opificio di pro-prietà della Provinciaospita il museo dellacarta, il museo natu-ralistico dedicato ad

Antonio Orsini e aule multimediali per didatticae convegni. Quindi gli studenti sono stati ricevutinell’aula consiliare di palazzo San Filippo dalPresidente della Provincia Piero Celani, che haspiegato compiti e funzioni dell’Ente sofferman-dosi anche su numeri e dati del territorio.

Provincia e scuola per la conoscenza del territorioStudenti in visita alla Cartiera e Palazzo San Filippo

Alla Palzzina Azzurra21 Aprile - 2 Maggio

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L’Europarlamentare Niccolò Rinaldi a San Benedettoper sostenere il Festival “Libero Bizzarri”

Il Festival organizzato dall’omo-nima Fondazione propone perquest’anno il soggetto“Medi(con) Terraneo: incontro dipopoli e prospettive”, tema moltocaro all’Europarlamentare del-l’Idv Rinaldi che commenta:“C’è bisogno di raccontarsi,anche attraverso l’arte, per fissaredei paletti storici in una società incontinua evoluzione”. E’ pen-siero oggi condiviso dagli stu-diosi che l’identità sia un insieme di correnti, di flussi, piuttosto che un luogo fisico o un insiemedefinito e stabile di oggetti. Si vive insomma in un mondo globale nel quale i confini sono mobili edove la geografia è un sistema di relazioni economiche e morali, culturali e pratiche. Nella nostra Eu-ropa, i flussi (di popoli, pensieri, tecniche, immaginari) vanno dall’est all’ovest e viceversa, dal sudmediterraneo ai paesi della Mitteleuropa e a quelli del Nord. In uno spazio caratterizzato da costantemobilità, proprio San Benedetto del Tronto può tramutarsi in un luogo di manifestazione che inizi adare forma a un inventario della produzione cinematografica europea, come una vetrina o un laboratorioche possa essere punto di riferimento e di incontro tra i documentaristi di tutta Europa. Questo l’am-bizioso obbiettivo della 19^ Edizione del Festival “Libero Bizzarri” che si svolgerà in riviera dal 10 al15 luglio e dal 3 al 10 novembre. Il programma sarà articolato in proiezioni, retrospettive, concorsi,workshop di educazione alla lettura del documentario ed alla comunicazione multimediale, di produ-zione di documentari, di divulgazione e di Marketing sul tema “MEDI(con)TERRANEO: incontro di

popoli e di prospettive”. “In Italia in un periodo cosi difficile – commenta l’Europarlamentare dipietrista– riuscire a portare avanti iniziative di carattere storico e cosi ben radicate sul territorio è un grandevanto. Sono queste le cose che ci fanno andare avanti. Il Mediterrano è una terra ed un mare che sonoin continua fibrillazione , c’è un grande bisogno in generale di raccontarsi, anche attraverso la dimen-sione della creazione artistica, di trovare dei punti di riferimento, in una società e in un mondo chesono in continuo cambiamento”. Interviene sull’argomento anche il vice sindaco di San Benedetto delTronto Eldo Fanini: “Il Bizzarri, è il fiore all’occhiello della nostra città, e organizza sempre iniziativedi grande spessore, che attirano anche politici molto importanti, come l’onorevole Rinaldi, che al con-trario dei suoi colleghi è un politico attivo sul territorio che ci da un concreto aiuto.”Anche se la politicaculturale europea non è ancora ben focalizzata a causa delle troppe diversità di pensiero tra i vari statimembri, l’Europa probabilmente contribuirà al festival, visto che il progetto si focalizza nel coinvolgeresoggetti dei vari paesi in un sistema culturale volto a creare un nuovo meccanismo di finanziamenti.Presenti alla presentazione del festival anche il presidente del consiglio comunale Marco Calvaresi,Maria Pia Silla, presidente della Fondazione “Libero Bizzarri” e Dante Merlonghi responsabile Idvper gli enti locali. Emanuele Ciucani

Da S. Benedetto del Tronto

Notizie dell’ultima ora a cura di E.Tì.

Il cav. Nello Gaetani ai vertici della Federazione Giochi storici.Il cav. Nello Gaetani (Palio del Duca di Acquaviva) e Giacinto Federici (Quintana di Ascoli Piceno)sono stati eletti Consiglieri della Federazione Italiana Giochi Storici. L’elezione dei giorni scorsi,si è svolta a Firenze , in un clima agguerrito per l’importanza della posta in palio. Per Federici è unariconferma, così come per Gaetani, a conferma della stima di cui godono entrambi nelle varie cittàconfederate, facendo così cadere per il cav. Gaetani l’espresssione che “nemo propheta in patria”. LeMarche hanno un terzo consigliere Baldini di Mondavio, oltre a quelli di diritto. Una presenza vera-mente significativa.

Al Concordia la violinista Solenne Paidassi. Domenica al Concordia il secondo appuntamento musicale organizzato dalla “Fondazione GioventùMusicale d’Italia”, con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura cittadina. Dinanzi a un numerosopubblico di appassionati, si è esibita la violinista Solenne Paidassi, vincitrice del Concorso Interna-zionale “Long Thibaud” di Parigi, accompagnata al pianoforte da Ricardo Ali Alvares, in un repertoriodi rara difficoltà e bellezza. Sono stati eseguiti brani di Beethoven, Schubert, Ravel e Stravinskij. Unaserata da incorniciare.

Samb, mia cara Samb. Emergenza in attacco terminata in casa Samb e finalmente Palladini potrà contare su tutto l’organicoa disposizione. Il tecnico recupera Napolano, che ha finito di scontare i cinque turni di squalifica eci sono ottime possibilità che a Miglianico ci sia in campo anche il bomber Pazzi. Le condizionifisiche dell’attaccante rossoblu saranno monitorate alla ripresa degli allenamenti. Ma tutto lascia spe-rare nel suo completo recupero. Nessuna novità sul ricorso sub judice del Trivento. La Samb, attra-verso l’avvocato Chiacchio, ha chiesto l’omologazione della gara dell’8 gennaio, terminata 2 a 1 peri rossoblu.

Il Liceo classico taglia il traguardo dei 50 anni. Gran movimento tra i corridoi del Liceo classico “Giacomo Leopardi” di San Benedetto del Tronto. Ilprestigioso Istituto scolastico cittadino che si appresta a tagliare il traguardo dei 50 anni di vita. Era l’anno1961/62 quando apriva i battenti. L’avvenimento sarà ricordato con una serie di festeggiamenti. Il primoappuntamento è stato sabato scorso alle ore 9,30 all’Auditorium del PalaRiviera in cui la Preside SilvanaGiordano e l’ex Tito Pasqualetti hanno rifatto la storia della scuola, attualmente in calo di iscrizioni.Docenti ed ex studenti hanno raccolto “ materiale storico” per una pubblicazione. Ad maiora.

Cambierà il look del Lungomare di San Benedetto?La guerra al punteruolo rosso continua. Con poco successo. Di qualche giorno fa è l’annuncio del re-sponsabile Servizio Aree Verdi di voler concentrare gli sforzi sul patrimonio pubblico, perché il Co-mune ha sospeso il finanziamento per le palme dei privati. Tanti, troppi i tronconi di palme morte.Intanto si pensa al piano di riqualificazione delle aree verdi con l’introduzione di nuove essenze ar-boree, sempre della specie palmizia: la Washingtonia, l’unica palma immune agli attacchi del punte-ruolo rosso. È una palma robusta che cresce più sottile di quella delle Canarie. Più che una sceltabisogna fare di necessità, virtù.

Il rospo smeraldino ferma i lavori sull’Albula.È proprio così. I lavori si fermano perché l’anfibio, che vive e prolifica nell’habitat del torrente Albula(dove non c’è stata la cementificazione), è protetto dalla convenzione di Berna per la salvaguardiadella fauna minore. Non si può rischiare l’estinzione. I lavori ripartiranno sicuramente dopo l’Estate,ha detto il Sindaco nel corso di una pubblica conferenza stampa a chi gli rimproverava il mancatoavvio dei lavori di restyling che prevedono l’allargamento della foce per 200 metri e riempita conacqua di mare. Tutta quell’acqua avrebbe messo a rischio la sopravvivenza dell’anfibio. Per cui ilprogetto va rivisto e modificato.

Pubblicato l’Annuario Meteorologico del 2011.Puntuale, ormai come le stagioni, Giancarlo Panichi, responsabile del civico Osservatorio Meteoro-logico, ci ha fatto pervenire l’Annuario sulle meteore del 2011. In copertina “La Vela”, l’ultimo, inordine di tempo, monumento posizionato sul Molo Sud per la più bella passeggiata della città. Perchéin mezzo al mare e con centinaia di “sculture vive”, realizzate da artisti di tutto il mondo nel corsodi 15 anni di iniziative del prof. Cocchiaro. L’annuario è un mezzo indispensabile per operatorituristici e agricoli, per programmare le operazioni relative alle loro attività.

Grande Festa per San Basso MartireDi Simone Incicco

Un successo la festa organizzata anche da Don Luigino in onore del patrono di Cupramarittima, a cuiha preso parte anche il Vescovo Gervasio GestoriCUPRAMARITTIMA - Un grande successo per festa di San Basso Martire, Patrono di Cuprama-rittima.I festeggiamenti sono iniziati mercoledì 5 aprile, presso il tendone del tennis posto sul lungomare Ro-mita con la Santa Messa celebrata da Don Luigino Scarponi.La festa religiosa è entrata nel vivo lunedì 9 aprile alle ore 9,45 con la solenne processione con la re-liquia di San Basso che ha percorso le vie del centro per poi giungere presso il lungomare Romita,dove è stata impartita la benedizione da Don Luigino Scarponi.A seguire è stata celebrata la Santa Messa presieduta dal Vescovo Gervasio Gestori che durante lasua omelia ha ricordato le parole vive del Vangelo: “Le donne recatesi al sepolcro si accorgono che èaperto e che il corpo non c’è più. A quel punto apparve loro un angeloche annunciava che il Cristo è risorto, e che lo avrebbero visto in Galilea.I soldati messi a guardia del corpo morto da Pilato, corsero dai sommisacerdoti, che intuirono subito che poteva essere risorto. Questi cosafanno? Diedero una buona somma ai soldati dicendogli di affermare, cheil Cristo non era risorto e che erano stati gli apostoli a portare via il corpo.I soldati presa la somma diffonderono questa falsa notizia tra gli ebrei.Davanti a Cristo ci si divide, o si sta con le pie donne, a cui l’angelo an-nuncia che Cristo è risorto, oppure si sta con i soldati e i sommi sacerdotiche affermano che Cristo non è risorto. O si crede o non si crede. La pre-senza di tanti di voi a questa messa è la più viva testimonianza che noiqui presenti crediamo in Cristo risorto. La fede è la cosa più grande dacustodire, da difendere, da valorizzare e da vivere con coerenza, dob-

biamo sempre testimoniarla, in casa, in parrocchia, in paese, al mercato, ascuola, tutti i giorni della nostra vita. Dobbiamo credere a Gesù che è risortoe che ci dona il perdono. Gesù è morto in croce per perdonarci. Se ci pen-tiamo e ci confessiamo, Gesù ci libera dal demonio e con il perdono si ot-tiene la pace e la gioia. Se il tuo cuore è perdonato e si sente in pace, la vitaè bella anche con le tante difficoltà che riserba. San Basso ha affrontato ilmartirio per rimanere fedele a Cristo, aiuti tutti noi a vivere con semplicitàe con coerenza la bellezza e la grandezza della fede e ci aiuti ad essere di-scepoli della Chiesa e del Signore Gesù”. I festeggiamenti in onore delSanto sono continuati per tutto il giorno e si sono conclusi alla sera con ibellissimi fuochi pirotecnici. Nel prossimo numero troverete l’intervista“A tu per tu” con Don Luigino Scarponi, con le foto dello stato dei lavoriall’interno della Chiesa di San Basso di Cupramarittima.

11Anno XXIX

22 Aprile 2012 PAG

Page 12: ANNO XXIX N° 14 - 22 Aprile

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COMUNE DI MONTELPARO31 marzo 2012

Rev.mo Parroco,la Comunità Montelparese, in questo 2012 vive un anno caratterizzato da eventi in

occasione del IV Centenario dalla morte del Cardinale Gregorio Petrocchini, padre Ago-stiniano e nostro concittadino. Il Comune di Montelparo ha costituito per l’occasione un co-mitato atto ad organizzare e promuovere, in sinergia con la Diocesi di San Benedetto delTronto – Ripatransone – Montalto, una serie di manifestazioni nel ricordo di questa prege-volissima figura, che sempre ha amato la sua terra d’origine tanto da firmarsi “Cardinal Mon-

telpare”.

L’occasione ci è lieta per invitare lei e la sua comunitàsabato 5 maggio 2012 ore 17,00 in piazza Cavour a Montelparo

per la Celebrazione Eucaristica presiedutada Sua Eminenza Cardinale Angelo Comastri,

Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano.

Qualora partecipasse, la preghiamo di portare con sé ca-mice e stola bianca e di dare conferma al seguente numero331/2969158 entro il giorno 13/04/2012 per disporre al megliola celebrazione. Se è sua intenzione organizzare anche pullmandella sua parrocchia la preghiamo di contattare la Sig. MariaLina ai seguenti recapiti 331/2969158 o 0734/780141 entro il

13/04/2012 per favorire lo svolgimento in sicurezza della mani-festazione. Pregandola di esporre la locandina dell’evento nellabacheca parrocchiale e anticipandole che il 17 giugno 2012 siterrà un Convegno di approfondimento storico della persona delCardinal Petrocchini e del suo operato in collaborazione con ilCentro Culturale Agostiniano, le suggeriamo per ogni altra in-formazione di consultare il sito www.cardinalepetrocchini.it op-portunamente realizzato per la divulgazione e la valorizzazionedelle iniziative.

Sperando di aver fatto cosa gradita, cordialmente La salutiamo.

Il COMITATO ORGANIZZATORE

Benedetto XVI consegna

la nuova icona dell'Incontro Mondiale

delle FamiglieMons. Erminio De Scalzi

ha ricevuto dal Papa l'opera dell'artista gesuita

Marko Rupnik. In piazza San Pietro

presenti seimila quattordicenni

della Diocesi di Milano con uno striscione:

"Benedetto ti aspettiamo a Milano"

Il conto alla rovescia è iniziato … Il 25 Aprile si avvicinae con esso l’attesissima Festa degli incontri 2012 dal ti-tolo “Sempre più in alto”, ad opera dell’ ACR diocesana.Ispirandosi al film d’animazione Disney “ Up”, i ragazzidelle nostre parrocchie affronteranno un viaggio che faràvivere loro un’avventura emozionante e divertente, perle vie della cittadina di Acquaviva Picena! Ragazzi:cheaspettate?!?! zaini in spalla, entusiasmo alle stelle…. di-rezione: ACQUAVIVA PICENA!!! Appuntamento ore 9.30 presso la piazza della Fortezzaper iniziare con canti, balli e compagnia quella che saràuna bella ed indimenticabile giornata!!!

lorenzo De Angelis

Festa degli Incontri 25 Aprile 2012

“Sempre più in Alto”

“A far l’amore comincia tu…” - Evento dell’ ACG diocesanaVenerdì 13 Aprile, dopo il rinvio causato dalla neve di due mesi fa, si è svolto l’incontro per i gio-vani della nostra diocesi sul tema dell’Amore con la “A” maiuscola. I ragazzi sono stati messi di fronte a situazioni, esperienze di vita chehanno messo in discussione le loro idee ed opinioni riguardo temi comeamicizia, relazione e matrimonio. Gli interventi tenuti da alcuni ospititra cui Luca Bortoli (responsabile ACG nazionale), coppie di sposi (no-velle o avviate da diversi anni) hanno suscitato domande, riflessioni, ri-sonanze e desiderio di approfondire un tema delicato ma pur semprefondamentale nella vita di ciascun uomo. Momenti di allegria, di fortiemozioni, di ascolto, di attività hanno riempito questa serata che spe-riamo sia stata speciale e preziosa per i nostri giovani. Ringraziamoquanti hanno partecipato, quanti hanno collaborato nell’organizzazione,quanti sono intervenuti ma, soprattutto, ringraziamo il Signore che ciha permesso ancora una volta di incontrarci e di stare insieme. Al pros-simo evento! lorenzo De Angelis & l’Equipe diocesana ACG

PS: LE NOTTI DI NICODEMO, ANNULLATE PERVENERDI’ 20 APRILE, SONO RIMANDATE A VE-

NERDI’ 27 APRILE ORE 21.15 PRESSO LA

CHIESA DI SAN GIUSEPPE: IN QUELLA OCCA-SIONE SARANNO PRESENTI DON GUIDO E DONLUCA CHE NEL GIORNO SEGUENTE SARANNOORDINATI NUOVI SACERDOTI DELLA NOSTRAPARROCCHIA. TUTTI SIAMO INVITATI A PARTE-CIPARE PER PREGARE PER QUESTI NOSTRIAMICI CHE SI ACCINGONO A COMPIERE UNPASSO IMPORTANTE NELLA LORO VITA!!

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