ANNO XXIX N 15 29 Aprile 2012

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ANNO XXIX N° 15 - 29 Aprile 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Segue a pag. 2 Finestra sulla Parola «Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre»: con questa esortazione si apre e si chiude (vv. 1 e 29) il salmo 118/117, che occupa un posto privile- giato nella liturgia cristiana del tempo pasquale, come già per i nostri fratelli ebrei costituisce il testo finale dell’Hallel e viene recitato mentre si colma la quarta coppa di vino del seder Pessach, ovvero la cena pasquale. Noi lo ab- biamo ascoltato e pregato nella la Veglia pasquale, la domenica di Resurrezione, quella seguente “in Albis” ed, infine, lo sentiremo de- clamare domenica prossima. Ci siamo sicuramente accorti che la nuova traduzione ha sostituito il verbo “celebrare”, con il verbo “rendere grazie”, collocando in tal modo questo inno solenne, in cui voce personale ed invoca- zioni corali si rincorrono e si sovrappongono, in una cornice di rendimento di grazie, di gio- iosa ed accorata gratitudine che muove il cre- dente-salvato a cantare l’amore del Signore e le meraviglie che egli ha compiute. Trovo molto bello che dalla liturgia veniamo come “martel- lati” da questo ritornello, rendete grazie, che, con la sua insistenza, vuole superare la soglia del nostro orecchio corporale, per penetrare nel tempio del nostro cuore, la dimora dove Dio si compiace di abitare, dove, come si legge in questo salmo, risuonano perennemente inni di benedizione insieme a danze di gioia e canti di lode. “Confitemini Domino”, recita il testo la- tino del salmo, ma qualcuno potrebbe dire: come si fa, di questi tempi a vivere questo at- teggiamento di confidenza e di gratitudine? «Sono molti i momenti di tristezza che ci cir- condano. Si perde un figlio, o la moglie, o un caro amico, oppure si subisce un danno econo- mico, ci si ammala, ci si im- batte in qualche altra disgrazia o si subisce qualche offesa immeritata, e poi la ca- restia, la fame, un’imposta gravosa, le preoccupazioni familiari. Non ci è possibile elencare tutte le disgrazie private e pubbliche che dob- biamo incessantemente sop- portare. Come è possibile, dunque, rallegrarsi sempre?»: sembrano le parole di un cri- stiano dei nostri giorni, ma appartengono, in- vece, a S. Giovanni Crisostomo, vissuto ad Antiochia di Siria tra il IV e il V secolo, il quale così conclude: «Che cosa può farci ottenere la gioia? Nessuna delle cose di questo mondo. La causa della nostra gioia è il Signore». Apriamo gli orecchi all’ascolto e il cuore alla compren- sione delle Scritture e questa domenica ren- diamo grazie perché Gesù Cristo è la pietra d’angolo, colui nel cui nome siamo salvati (I lett.), perché, in Lui, fin d’ora siamo realmente figli di Dio amatissimi (II lett.), perché Egli è il buon pastore, che da la propria vita per le pecore (vangelo), perché «chi si rallegra nel Signore non può perdere la gioia in nessuna circostanza» (Giovanni Crisostomo, Omelia sulle statue 18, 1-2). Le sorelle Clarisse della Santa Speranza CRISI ECONOMICA Più buio che luce? Siamo di fronte a qualcosa di complesso e complicato Nicola Salvagnin C’è da stare tranquilli? O prepariamo i fazzoletti? Non si sa più a chi dare bado, una volta sfogliati i giornali o sentiti i tiggì. Va male ma andrà meglio? Oppure va male ma in futuro sarà ancora peggio? Non riportiamo discorsi da bar sport, ma riflessioni che vengono da autorevoli e serie fonti; la Banca d’Italia e il Fondo monetario internazionale. La prima ha ben presente la gravità della situazione, ma loda gli sforzi attuati dal governo Monti e indica come giusta la strada del ri- sanamento intrapreso. Il secondo ci ha recentemente gelati: la nostra economia è in recessione, i conti ancora in squilibrio e lo saranno per anni. Significa che continuiamo a spendere più di quanto incassiamo, quindi ingrassiamo un debito pubblico che andrebbe ridimensionato. C’è da dire che entrambe le fonti, pur autorevolissime, non sono... fonte di verità incontroverti- bile. Bankitalia non è solo numeri e sta- tistiche, ma anche il braccio finanziario di un Paese, il nostro. E da tempo eser- cita una moral suasion sulla politica e i cittadini. Monti è la risposta, per Banki- talia e per chi volle, fortissimamente volle Monti alla guida del Paese: Mario Draghi, ex presidente ora alla guida della più potente Bce. Il Fondo monetario, in- vece, è altrettanto serio e autorevole, ma da tempo cerca di intrufolarsi dentro le dinamiche dell’euro e dei debiti pubblici europei. Pronto a tirare fuori soldi se l’eurozona ne avesse bisogno. Ma non si fa mai nulla per nulla. Quando l’Fmi sgancia, allega ai soldi il libretto delle istruzioni: dovete fare così e cosà. Basta chiedere informazioni ai Paesi del Secondo e Terzo mondo beneficiari di fondi Fmi. Chiaro che questa influenza non è per nulla gradita da chi comanda in Europa, cioè dalla Bce, cioè dai tedeschi. Ma alla fine della fiera – si dirà il cittadino-lettore italiano – siamo di fronte ad un lungo tunnel, o alla luce che s’intravvede in fondo? Siamo di fronte alla terra del non-lo-so. Non è una crisi economica qualunque. Lo sanno e lo dicono ormai tutti. Non una di quelle cose che manda un po’ tutto giù, quindi segue una più o meno rapida ripresa. Lo scoppio di una bolla borsistica, l’impennata del petrolio, una guerra... Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno a pag. 4 a pag. 8 Domenica 29 Aprile 2012 alle ore 17,30 presso l’Auditorium del Comune di S. Benedetto del Tronto siamo tutti invitati ad ascoltare la testimonianza di Suor Eugenia Bonetti, la suora che è stata chiamata all’ONU per difendere la dignità della donna GERVASIO GESTORI VESCOVO

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXIX N° 15 - 29 Aprile 2012 € 1.00

Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Segue a pag. 2

Finestra sulla Parola«Rendete grazie al Signore perché è buono,perché il suo amore è per sempre»: con questaesortazione si apre e si chiude (vv. 1 e 29) ilsalmo 118/117, che occupa un posto privile-giato nella liturgia cristiana del tempo pasquale,come già per i nostri fratelli ebrei costituisce iltesto finale dell’Hallel eviene recitato mentre sicolma la quarta coppa di vinodel seder Pessach, ovvero lacena pasquale. Noi lo ab-biamo ascoltato e pregatonella la Veglia pasquale, ladomenica di Resurrezione,quella seguente “in Albis”ed, infine, lo sentiremo de-clamare domenica prossima.Ci siamo sicuramente accortiche la nuova traduzione hasostituito il verbo “celebrare”, con il verbo“rendere grazie”, collocando in tal modo questoinno solenne, in cui voce personale ed invoca-zioni corali si rincorrono e si sovrappongono,in una cornice di rendimento di grazie, di gio-iosa ed accorata gratitudine che muove il cre-dente-salvato a cantare l’amore del Signore e lemeraviglie che egli ha compiute. Trovo moltobello che dalla liturgia veniamo come “martel-lati” da questo ritornello, rendete grazie, che,con la sua insistenza, vuole superare la sogliadel nostro orecchio corporale, per penetrare neltempio del nostro cuore, la dimora dove Dio sicompiace di abitare, dove, come si legge inquesto salmo, risuonano perennemente inni dibenedizione insieme a danze di gioia e canti dilode. “Confitemini Domino”, recita il testo la-

tino del salmo, ma qualcuno potrebbe dire:come si fa, di questi tempi a vivere questo at-teggiamento di confidenza e di gratitudine?«Sono molti i momenti di tristezza che ci cir-condano. Si perde un figlio, o la moglie, o uncaro amico, oppure si subisce un danno econo-

mico, ci si ammala, ci si im-batte in qualche altradisgrazia o si subisce qualcheoffesa immeritata, e poi la ca-restia, la fame, un’impostagravosa, le preoccupazionifamiliari. Non ci è possibileelencare tutte le disgrazieprivate e pubbliche che dob-biamo incessantemente sop-portare. Come è possibile,dunque, rallegrarsi sempre?»:sembrano le parole di un cri-

stiano dei nostri giorni, ma appartengono, in-vece, a S. Giovanni Crisostomo, vissuto adAntiochia di Siria tra il IV e il V secolo, il qualecosì conclude: «Che cosa può farci ottenere lagioia? Nessuna delle cose di questo mondo. Lacausa della nostra gioia è il Signore». Apriamogli orecchi all’ascolto e il cuore alla compren-sione delle Scritture e questa domenica ren-diamo grazie perché Gesù Cristo è la pietrad’angolo, colui nel cui nome siamo salvati (Ilett.), perché, in Lui, fin d’ora siamo realmentefigli di Dio amatissimi (II lett.), perché Egli è ilbuon pastore, che da la propria vita per le pecore(vangelo), perché «chi si rallegra nel Signorenon può perdere la gioia in nessuna circostanza»(Giovanni Crisostomo, Omelia sulle statue 18,1-2). Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

CRISI ECONOMICAPiù buio che luce?Siamo di fronte a qualcosa di complesso e complicato

Nicola SalvagninC’è da stare tranquilli? O prepariamo i fazzoletti? Non si sa più a chi dare bado, una volta sfogliatii giornali o sentiti i tiggì. Va male ma andrà meglio? Oppure va male ma in futuro sarà ancorapeggio? Non riportiamo discorsi da bar sport, ma riflessioni che vengono da autorevoli e seriefonti; la Banca d’Italia e il Fondo monetario internazionale. La prima ha ben presente la gravitàdella situazione, ma loda gli sforzi attuati dal governo Monti e indica come giusta la strada del ri-sanamento intrapreso. Il secondo ci ha recentemente gelati: la nostra economia è in recessione, iconti ancora in squilibrio e lo saranno per anni. Significa che continuiamo a spendere più di quantoincassiamo, quindi ingrassiamo un debito pubblico che andrebbe ridimensionato. C’è da dire che

entrambe le fonti, pur autorevolissime,non sono... fonte di verità incontroverti-bile. Bankitalia non è solo numeri e sta-tistiche, ma anche il braccio finanziariodi un Paese, il nostro. E da tempo eser-cita una moral suasion sulla politica e icittadini. Monti è la risposta, per Banki-talia e per chi volle, fortissimamentevolle Monti alla guida del Paese: MarioDraghi, ex presidente ora alla guida dellapiù potente Bce. Il Fondo monetario, in-vece, è altrettanto serio e autorevole, mada tempo cerca di intrufolarsi dentro ledinamiche dell’euro e dei debiti pubblicieuropei. Pronto a tirare fuori soldi sel’eurozona ne avesse bisogno. Ma non si

fa mai nulla per nulla. Quando l’Fmi sgancia, allega ai soldi il libretto delle istruzioni: dovete farecosì e cosà. Basta chiedere informazioni ai Paesi del Secondo e Terzo mondo beneficiari di fondiFmi. Chiaro che questa influenza non è per nulla gradita da chi comanda in Europa, cioè dallaBce, cioè dai tedeschi. Ma alla fine della fiera – si dirà il cittadino-lettore italiano – siamo di frontead un lungo tunnel, o alla luce che s’intravvede in fondo? Siamo di fronte alla terra del non-lo-so.Non è una crisi economica qualunque. Lo sanno e lo dicono ormai tutti. Non una di quelle coseche manda un po’ tutto giù, quindi segue una più o meno rapida ripresa. Lo scoppio di una bollaborsistica, l’impennata del petrolio, una guerra...

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

a pag. 4a pag. 8

Domenica 29 Aprile 2012

alle ore 17,30

presso l’Auditorium

del Comune di

S. Benedetto del Tronto

siamo tutti invitati

ad ascoltare

la testimonianza di

Suor Eugenia Bonetti, la suora che è stata chiamata

all’ONU per difendere la dignità

della donna

GERVASIO GESTORI

VESCOVO

Anno XXIX

29 Aprile 20122

PAG

CRISI ECONOMICAPiù buio che luce?Siamo di fronte a qualcosa dicomplesso e complicato

Nicola Salvagnin

No, siamo di fronte a qualcosa di estrema-mente più complesso e complicato. Il 2012rappresenta ormai il quinto anno d’immer-sione in questa situazione che i più davanoper risolta tra il 2010 e il 2011. Non ci siaspetta un granché dal 2013, e ormai si parlaapertamente di previsioni che interessano il...2017.Ma la sensazione è che molte cose, e moltograndi stiano cambiando. E nulla sarà piùcome prima. La crisi finanziaria del 2008 haraccontato al mondo che nessun piatto di mi-nestra è gratis, che la crescita economica con-tinua era solo finta, determinata dalla cartafinanziaria ma non da ricchezza reale. Ha rac-contato che l’Occidente impigrito e un po’impoverito dalle bollette petrolifere prima,dalla delocalizzazione delle sue fabbrichedopo, non può più reggere condizioni di vitasplendide e finanziate a debito. Viviamo dapascià (chiedete conferma a un etiope) macon i soldi altrui. Dobbiamo cominciare a re-stituirli, e questa volta a fondi arabi, banchecinesi, finanzieri brasiliani. Soldi che non ab-biamo. Dovremo quindi farne, di soldi. Già,ma come? (e qui s’innesca lo stucchevolemantra della “crescita economica”). Viviamoormai di terziario, di servizi. Le fabbrichestanno altrove, i proprietari delle stesse hannocambiato di mano nel corso di questi anni eora abitano a Mumbai, nel Qatar, a Singa-pore. L’agricoltura vive di sussidi. L’innova-zione non abita più in Europa, ma si èstabilmente insediata negli Usa o in Corea, dadove escono applicazioni internet, tablet pc,social networks, smart tivù. Per duecentoanni noi europei siamo stati il motore dellosviluppo umano (treni, auto, medicine...). Poiil tutto s’è spostato oltreoceano (telefono,computer, televisione, aerei) e ora lo svilupposi rimpalla tra le due sponde dell’oceano:quello Pacifico. Noi europei, noi italianisiamo ormai ridotti al ruolo di forti consuma-tori di prodotti altrui, che vivono nella partepiù interessante, tranquilla e ricca di storia ebellezze del mondo. Stop. Secondo voi, il de-corso della storia mondiale si può cambiarecon un decreto legge di Mario Monti? Ma idecreti legge montani possono e devono ren-dere questo Paese meglio gestito, più sicuro,più accogliente per il lavoro, più bello e fun-zionale. Quindi il bicchiere mezzo vuotodell’Fmi non è inventato, ma la speranza chesuscitano le parole di Bankitalia non è deltutto infondata. Basta solo che tutti siano con-sapevoli che la ricreazione dell’ultimo ven-tennio è finita, e può darsi che non ce nesaranno più di così belle e lunghe.

400 milioni di bambini in tutto il mondo vivono in condizioni di schiavitù: la denuncia dei religiosi In occasione della Giornata Mondiale contro laSchiavitù infantile, che si è celebrata il 16 aprile,organismi missionari e ong internazionali hannodenunciano la presenza in tutto il mondo di circa400 milioni di bambini che vivono in condizionidi schiavitù. Molti lavorano per la fabbricazionedi prodotti che poi vengono venduti in Europa enel resto dell'Occidente. La Confederazione spa-gnola dei religiosi (Confer) ha fatto una mappadelle varie località del mondo dove il fenomenoè più frequente e, in un suo comunicato perve-nuto all'Agenzia Fides, ha evidenziato come "indirettamente, questa schiavitùentra a far parte della nostra vita quotidiana, visto che le banane che mangiamo oil caffè che degustiamo potrebbero essere stati prodotti con il sudore dei bambinilatinoamericani o africani". "Può anche capitare che i tappeti sui quali cammi-niamo siano stati intrecciati da piccoli schiavi pachistani; tende, magliette, gioiellie tante altre cose potrebbero es sere frutto del lavoro nero e forzato di minori in-diani" continua la Confer. Per questo motivo, l'organismo invita a "non lesinarealcun tipo di sforzo per sollecitare le autorità civili ad adempiere alle proprie re-sponsabilità, a lottare contro queste ingiustizie e a dare a tutti i bambini la tutelalegale che spetta loro". La data della celebrazione della Giornata non è casuale.Risale all'uccisione di Iqbal Masih, un bambino pachistano cristiano di 12 anni,ucciso il 16 aprile 1995 dalle mafie tessili del suo paese perché ne aveva denun-ciato gli sfruttamenti. Iqbal aveva lavorato come schiavo nell'industria tessile dal-l'età di 4 anni, e, quando all'età di 10 anni riuscì a scappare, diventò testimone diquesta esperienza arrivando a parlare anche nei parlamenti e nelle università degliStati Uniti e dell'Unione Europea. Nonostante gli anni di lotta, la legislazione in-ternazionale, le denunce e i programmi di sostegno a favore dei piccoli in situa-zioni precarie, la schiavitù continua a dilagare. La Confer denuncia che ilfenomeno è particolarmente diffuso in India e Afganistan, dove bambini e bam-bine lavorano nell'industria edile. In Brasile questi piccoli schiavi producono ilcarbone usato per la fabbricazione di acciaio per le automobili e altri pezzi mec-canici. In Myanmar vengono sfruttati per la raccolta di canna da zucchero e altriprodotti agricoli. In Cina preparano esplosivi e fuochi d'artificio usati per la piro-tecnica, in Sierra Leona vengono sfruttati per l'estrazione dei diamanti dalle mi-niere. Nella Repubblica Democratica del Congo, migliaia di piccoli sonoschiavizzati per l'estrazione di cassiterite e coltan, minerali usati e indispensabiliper i computer, gli mp3, i telefoni cellulari e tanti altri strumenti che ogni giornovengono utilizzati nel cosiddetto primo mondo. In Benin e Egitto si stima che unmilione di bambini siano costretti a lavorare nell'industria del cotone perché co-stano meno e sono più obbedienti rispetto agli adulti, oltre ad avere la stat ura giu-sta per infilarsi tra le piante. Infine, si legge nel rapporto dei religiosi, in Costad'Avorio, circa 12 mila bambini raccolgono i semi del cacao che viene esportatoper l'elaborazione del cioccolato. (AP) (Agenzia Fides)

continua dalla prima pagina

Città del Vaticano, 20 aprile

2012. Fra i numerosi omaggidi autorità al Santo Padre Be-nedetto XVI in occasione delsuo compleanno e del VII an-niversario della sua elezione alpontificato, ricordiamo anchela visita del Presidente delConsiglio dei Ministri italiano,Senatore Mario Monti, che nelpomeriggio di mercoledì si èrecato personalmente in Vaticano peruna visita privata al Pontefice. La visitariflette il clima di intesa e collaborazionefra l'Italia e la Santa Sede che si è mani-festato anche nel corso del tradizionalericevimento offerto dalla Nunzia turaApostolica in Italia in occasione dell'an-niversario del Pontificato. Il PresidenteMonti accolto dal Nunzio, ArcivescovoBernardini, era accompagnato da unadelegazione ufficiale, comprendente iMinistri della Giustizia, del Lavoro e

dello Sviluppo Economico, e da altreautorità nazionali, regionali, locali edecclesiastiche. Il Presidente Monti haquindi avuto un lungo colloquio con ilCardinale Tarcisio Bertone, Segretariodi Stato. Il Segretario di Stato ameri-cano, Signora Hillary Clinton, ha fattopervenire al Santo Padre un messaggiodi auguri a nome del Presidente BarackObama dove viene sottolineato l'infati-cabile impegno di Papa Benedetto per"unire popoli di diversa fede" nel co-mune credo della pace. (VIS)

VISITA DI AUGURI DEL MINISTRO MONTI AL SANTO PADRE

IV CENTENARIO

ARCHIVIO SEGRETO:

85 KM DI DOCUMENTICittà del Vaticano, 18 aprile 2012. L'Archivio Segreto Vaticano, dove sono custodititutti gli atti e i documenti della Santa Sede, celebraquest'anno il quarto centenario dalla sua fondazione.Tra le iniziative per commemorare tale ricorrenza,il Convegno "Religiosa Archivorum Custodia",apertosi in Vaticano, nel corso del quale importantistudiosi hanno ripercorso la storia dell'archivio, lasua importanza culturale e i risultati delle ricerchepiù recenti. Per una superficiale interpretazione delsuo nome, l'Archivio Segreto Vaticano - dove se-greto deve intendersi nella sua accezione latina di"privato" - è sempre stato ammantato da un'aura di

mistero. Si tratta di una raccolta di documenti ecce-zionali, unica per dimensioni e profondità storica.Costituito originariamente da manoscritti risalenti alpontificato di Papa Gregorio VII (1073-1085), so-pravvissuti allo scisma avignonese, l'Archivio fufondato da Paolo V Borghese nei primi anni del Sei-cento. In un'intervista a Radio Vaticana, MonsignorSergio Pagano, Prefetto dell'Archivio ha detto:"Sono secoli e secoli di registrazione di lettere par-

tite dai Papi o ricevute dal Papa, di documenti dellaCamera Apostolica, e naturalmente di documenta-zione diplomatica dei vari nunzi, delle missioni di-plomatiche, dei Concili, dei Sinodi e così via. Alloral'archivio stava in 400 metri lineari, oggi raggiunge85 chilometri lineari". Nel 1881, Papa Leone XIIIaprì l'archivio alla libera consultazione degli stu-diosi. Secondo lo storico tedesco Arnold Esch: "È ilpiù grande Archivio al mondo, almeno per quanto

riguarda il Medioevo, e soprattutto è un Archiviocon un materiale universale".Nonostante l'impegno degli studiosi, buona parte ri-mane ancora inesplorata. Si tratta non solo dei do-cumenti della Segreteria di Stato dell'attualePontificato, ma soprattutto dello sconfinato mate-riale proveniente dalle nunziature e dal periodo dellaSeconda Guerra Mondiale. (VIS)

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29 Aprile 2012 PAG

Giuseppe Toniolo ha informato la sua vita comecontinuo – in questi termini egli stesso si èespresso – “perfezionamento”, per raggiungerela santità. Questa tensione è restituita limpida-mente in una densa pagina che ha come impressoil dinamismo della sua esistenza: “Noi credentisentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definiti-vamente recherà a salvamento la società pre-sente, non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe,bensì un santo. Anzi, una società di santi”.La beatificazione di Toniolo, che si celebrerà

a Roma, a San Paolo fuori le Mura, il 29 aprile

assume, innanzitutto, il significato di proporrequesta figura, attraverso il culto riconosciutodalla Chiesa, come modello di santità universale.Se questo è un motivo che accomuna i beati eancor più i santi, la testimonianza resa dall’“eco-nomista di Dio” – come è stato definito dal po-stulatore, mons. Domenico Sorrentino –acquisisce un ulteriore significato: la sua attualitàè più marcata nell’oggi di quanto non sia stata aitempi in cui ha vissuto. Nel pieno di una tempe-rie che stava attraversando il “vecchio mondo”,Toniolo ha incentrato il suo primo ed emblema-tico saggio, preparato nel 1873 come lezione perl’entrata in ruolo nella docenza, sull’“elementoetico quale fattore intrinseco delle leggi econo-miche”. Nell’articolato sviluppo del tema, ha col-legato il perseguimento dei legittimi interessi chemuove l’uomo ai limiti di natura etica, in un in-treccio capace di tendere alla ricerca del bene co-mune. Non può non essere colto come un segnoprovvidenziale il fatto che la beatificazione diquesto studioso, che ha ancorato saldamente leprospettive dello sviluppo al primato dell’etica,cada all’apice di una crisi che – come a più ri-

prese ha sottolineato Benedetto XVI, a partiredalla “Caritas in veritate” – affonda le radici inuna visione morale distorta. Toniolo, per dirla inuna battuta, è stato capace di guardare al futuro,a costo di correre il rischio di non essere capitonel suo presente, perché ha saputo andare in pro-fondità. Questa tensione, che lo ha accompa-gnato come uomo “pubblico” nei numerosiincarichi svolti – dall’insegnamento universitarioalle responsabilità nel movimento cattolico –, inlui è stata alimentata dal vissuto “privato”, chenon va inteso come chiusura intimistica, quantopiuttosto come apertura ai doni dello Spirito.La sua vita interiore, così come emerge nelle pa-gine del diario spirituale, al quale, riprendendoun suggestivo passaggio, non a caso è stato datoil titolo di “Voglio farmi santo”, è stata una con-tinua ricerca della volontà di Dio. La contempla-

zione, in Toniolo, ha corrisposto a un imperativoesigente, in risposta a una convinzione profonda:“Invano l’azione esteriore torna ordinata e fe-conda (giusta i disegni della Provvidenza) senzache la preceda e accompagni costantemente lavita interiore, l’esercizio cioè delle virtù intimenella quotidiana riforma di sé”. Su questo centrogravitazionale, il prossimo Beato ha costruito –nel senso etimologico del termine – la sua vita,attorno alla quale si sono orientate le sue scelteconcrete, innanzitutto nel matrimonio e nell’edu-cazione dei figli, in un senso che, alla luce diquanto sottolineato, si potrebbe definire vocazio-nale. Toniolo è stato un laico capace di fare unitànella propria vita tra le diverse dimensioni pro-prie dell’impegno del credente a servizio dellamissione apostolica della Chiesa e della costru-zione di una convivenza più giusta e più umananella comunità civile. Un impegno speso e radi-cato nella dimensione della quotidianità perso-nale, familiare, professionale. Toniolo è stato ilsanto della quotidianità vissuta in pienezza. Il ri-ferimento alla vita quotidiana evoca non sempli-cemente la normalità del vivere assunta in pienonelle sue molteplici sfaccettature, ma soprattuttola tensione a trasformare l’ordinarietà dell’esi-stenza: un impegno a stare dentro la realtà delsuo tempo, per trasfigurarla, sapendo assumereil quotidiano alla luce dell’eterno.In Giuseppe Toniolo, mosso “solo dalla carità edalla gloria di Dio”, come ha lasciato scritto, larisposta alla chiamata del Signore si è tradottanella trama quotidiana della sua esistenza, inun’ordinarietà, insomma, che finalmente è rico-nosciuta come straordinaria.

Al Palariviera il 14 aprile 2012 son iniziati ifesteggiamenti che si concluderanno conun’altra manifestazione il 30 maggio p,v. alteatro Concordia. Molti gli interventi delle Au-torità.Riportiamo alcune riflessioni del nostro Ve-scovo

“Quei fondatori, amministratori, docenti,politici, operatori economici,che si sono ado-perati per la realizzazione di questa istituzione,sono in benedizione, e meritano la nostra piùsentita riconoscenza, perché avevano com-preso che la cultura, anche quella rivolta alpassato, non è cosa astratta ed inutile, ma è lafonte preziosa e motivata di iniziative valide,di scelte opportune, di proposte pedagogica-mente necessarie, specialmente di formazionedelle persone, sia sul piano civile e professio-nale, sia dal punto di vista politico e soprattuttoumano. La conoscenza dei grandi del passatoquanto aiuta a comprendere il presente e comeè utile per programmare intelligentemente ilfuturo! “Se vi è chi meriti il nome di maestrodel genere umano, sono precisamente Platoneed Aristotele” (Lezioni sulla storia della filo-

sofia, II, 2), affermava un grande tedesco dellaprima metà dell’Ottocento, G.G.F.Hegel, a suavolta iniziatore di enormi cambiamenti, anchese alquanto discutibili da diversi punti di vista.

Ma chi sono questi personaggi? Non mivorranno gli alunni del presente, e mi perdo-neranno quelli del passato, se faccio due cita-zioni. La prima di Aristotele: “Se non ci fossenulla di eterno, non potrebbe esserci neppureil divenire” (Metafisica, B 4, 999 b 5) e la se-conda di Platone: “Per noi la misura di tutte lecose è Dio soprattutto” (Leggi, IV, 716 c). Duepagani, che però avevano una testa raffinata

per pensare, usavano sanamente l’intelligenzain maniera spregiudicata e coltivavano la vo-glia di capire le cose della vita, senza paura.Alcune loro affermazioni avrebbero trovatouna motivata accoglienza anche nel cristiane-simo sul piano religioso. Con una conse-guenza storica, notoriamente evidenziata dalfilosofo liberale Benedetto Croce, quandonel 1942 scrisse sul Corriere della sera unarticolo dal titolo significativo: Perché non

possiamo non dirci cristiani.Questo Liceo Classico si intitola al

grande marchigiano G. Leopardi. Il nostrofamoso recanatese non aveva paura diporre a se stesso domande coraggiose, ra-dicali ed ancora attualissime, perché eranodomande di esistenza, umane, riguardantila vita delle persone, di ogni persona, el’essere del mondo. Leopardi non fu soloun grande poeta, ma può essere un mae-stro, che ci insegna a non temere di in-terrogarci liberamente ecoraggiosamente sulla nostra vita con-creta e sui suoi misteri. I poeti sono tal-volta come i bambini, che spesso cifanno domande imbarazzanti e non ba-nali, perché i bambini non sono soggetti alpoliticamente corretto. Dopo naturalmente cia-scuno alle domande dà le risposte che ritienepiù opportune o più vere, ma è importante in-nanzitutto imparare a farsi domande intelli-genti. Durante gli anni di Liceo ci si educhi aquesto, a farsi domande non marginali, o nonsolo marginali, non solo scolastiche, domandevere, concrete, umane: domande personali mie.Le conseguenze non possono essere che posi-tive, per le persone, per la nostra convivenza,per il futuro.

L’augurio è semplicemente questo, per tutti glistudenti, per i docenti, per il personale non do-cente. Ringrazio sentitamente la Dirigenteprof. Giordano, per avermi invitato a questomomento importante per la vita del nostroLiceo Classico. E porgo il mio deferente salutoa tutte le Autorità.

E con l’augurio imploro la benedizione diDio su tutti. Grazie di cuore”.

GIUSEPPE TONIOLO

Ha guardato al futuroAttualità di un ''uomo pubblico'' in un tempo difficile

Paolo Trionfini (vicepresidente ACI – settore adulti)

CINQUANTESIMO DEL LICEO CLASSICO “G. LEOPARDI”

Il nostro ricordo perBruna Mistichelli, nel primo anniversariodella morte

Il 26 aprile di un anno fa, im-provvisamente, ci ha lasciatola nostra assidua collaboratrice,prof.ssa Bruna Mistichelli. Trale tante testi monianze di stimae di affetto, ci fu chi, nel trat-teggiare la personalità dellanostra collega usò aggettivicome cultura, professionalità,signorilità,affabilità, amore per ogni forma dibello, altruismo, dedizione incondizionata al con-sorte ed ai figli; così, noi tutti de “l’Ancora”, vo-gliamo ricordarla, unendoci al rinnovato doloredi Enzo Troilo, dei figli e di tutti i familiari,convinti che la “dimensione collettiva, sostenutadalla speranza, ha una funzione fondamentale,perché il portare insieme il peso della sofferenza,il com-patire, il ricordare insieme la personadefunta come testimoni del suo passaggio sullaterra, l’aiutarsi a vicenda a raccogliere l’eredità dichi ci ha lasciato, costituiscono modalità nonspettacolari, ma umane e umanizzanti, di viverela profonda congiunzione di vita e morte nellenostre esistenze, e di prepararci con fiducia alpassaggio verso una nuova vita” (mons. Crociata).Il “senso cristiano” del morire viene dalla morte erisurrezione di Gesù, grazie al quale “non si nascepiù per morire, ma immersi nella morte di Gesù,si cammina verso la vita eterna”. Questo significache “nell’ora della morte, ai battezzati la vita nonè tolta, ma trasformata. Perciò la Pasqua di mortee di risurrezione di Gesù illumina anche il viveree il morire del cristiano. Come per il Maestro,anche per il discepolo, l’evento del morire nonpuò sottostare semplicemente alla necessità bio-logica e neppure obbedire alla legge della male-dizione del peccato. Chi vive da discepolo divienepartecipe del mistero della Pasqua del Signore ri-sorto; non servirà a sfuggire alla morte, ma serviràa scoprire che nella morte è stata aperta una viaverso la vita piena e duratura”.

LA PAROLA DI DIO NON RESTA CONFINATANELLO SCRITTOIn occasione della conclusione, oggi, dell'Assem-blea Plenaria della Pontificia Commissione Bi-blica, sul tema "Ispirazione e Verità della Bibbia",il Santo Padre ha fatto pervenire un Messaggio alCardinale William J. Levada, Presidente dellaPontificia Commissione e Prefetto della Congre-gazione per la Dottrina della Fede. Il Papa scriveche la tematica è fondamentale "per una correttaermeneutica del messaggio biblico. Proprio l'ispi-razione come azione di Dio fa sì che nelle paroleumane si esprima la Parola di Dio. (...) Infatti,un'interpretazione dei sacri testi che trascura o di-mentica la loro ispirazione non tiene conto dellaloro più importante e preziosa caratteristica, ossiadella loro provenienza da Dio". "Per il carismadell'ispirazione i libri della Sacra Scrittura hannouna forza di appello diretto e concreto. Ma la Pa-rola di Dio non resta confinata nello scritto. Se,infatti, l'atto della Rivelazione si è concluso conla morte dell'ultimo Apostolo, la Parola rivelataha continuato ad essere annunciata e interpretatadalla viva Tradizione della Chiesa. Per questa ra-gione la Parola di Dio fissata nei testi sacri non èun deposito inerte all'interno della Chiesa ma di-venta regola suprema della sua fede e potenza divita. La Tradizione che trae origine dagli Apostoliprogredisce con l'assistenza dello Spirito Santo ecresce con la riflessione e lo studio dei credenti,con l'esperienza personale di vita spirituale e lapredicazione dei Vescovi". È necessario, scrive ilPapa, approfondire lo studio del tema dell'ispira-zione e la verità della Bibbia, giacché è "essen-ziale e fondamentale per la vita e la missione dellaChiesa che i testi sacri vengano interpretati se-condo la loro natura: l'ispirazione e la Verità sonocaratteristiche costitutive di questa natura". (VIS)

4 Anno XXIX

29 Aprile 2012PAG

Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Nella quarta Domenica di Pasqua, 29 Aprile 2012, domenica del BuonPastore, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, pro-posta alla Chiesa universale con profetica intuizione, da Papa Paolo VI nel1964. Il tema che il S. Padre Benedetto XVI propone in questa quaranta-novesima Giornata mondiale per la riflessione e la preghiera delle comu-nità cristiane è: "Le vocazioni dono della carità di Dio" (Deus caritas est,

n.17). Ciò significa riscoprire la gratuità del dono di ogni vocazione e diogni chiamata a vivere la propria vita nel segno della Beatitudine e del-l'Amore, in continuità con quanto afferma Gesù nel vangelo di Matteo:"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10,8). Lo sloganscelto dal Centro Nazionale Vocazioni della Conferenza Episcopale Italianaè: "Rispondere all' Amore... si può" Esso si propone come invito a viverecon creatività, responsabilità e fedeltà la propria vocazione.

E' un grande inno all'amore, che riecheggia in tante pagine bibliche, e chesi esprime nelle due grandi espressioni e modalità dell'amore: la vita dicoppia e la verginità donata nel ministero ordinato del Sacerdote o nellaVita consacrata. Sono due espressioni dell'Amore che si innestano sullostesso tronco dalle radici profonde, che attingono fecondità dalla sorgenteviva che è Gesù, e come due rami fioriti si liberano in alto per cercare glispazi infiniti del Cielo. Con questi sentimenti ci prepariamo al grande evento della nostra

Diocesi in cui due nostri giovani, Luca Rammella e Guido Coccia, sa-

bato 28 aprile 2012 verranno consacrati sacerdoti dal nostro Vescovo.

Aggiungiamo sentimenti di trepidazione che ci sono pervenuti da don Luca Rammella.

“Date voi stessi a mangiare”, questo il

tema trattato martedì 17 aprile presso i

Padri Sacramentini di San Benedetto,

nell’incontro con i sacerdoti, diaconi e re-

ligiosi. Hanno preso parte il vescovo

della nostra Diocesi, S.E. Mons.Gerva-

sio Gestori e il vescovo della Diocesi di

Fano, S.E. Mons. Armando Trasarti, in-

tervistato in esclusiva per il nostro gior-

nale.

Per la 69^ edizione della Settimana Eu-caristica che si celebra presso il santuariodell’Adorazione dei Padri Sacramentini,quest’anno si è scelto il tema “Eucari-

stia vita per l’uomo”, argomento che siadatta bene alle esigenze spirituali e sociali della gente

in un momento delicato come questo che stiamo vivendo. In unasala quasi piena, dopo una breve presentazione del vescovo dellanostra diocesi, Monsignor Gervasio Gestori, la parola è passata alvescovo della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, Mon-signor Armando Trasarti. Il vescovo si è trattenuto parecchiosull’argomento “Date voi stessi a mangiare” dimostrando unagrande attenzione verso lo spirito con cui ognuno di noi si apprestaa fare Eucarestia, dalla quale occorre partire per riscoprire la nostraspiritualità: <<Bisogna riuscire ad amare tutto e tutti prima di giu-dicare, questo è il giusto spirito eucaristico>>. Dopo il suo inter-vento il vescovo Trasarti si è dimostrato molto disponibile e ci harilasciato la seguente intervista: Come è nata la sua vocazione?

La mia è una vocazione ordinaria. E’ nata attraverso l’ammirazioneche provavo nei confronti dei miei preti, fra i quali vi era Monsi-gnor Michetti, un grande cappellano. Poi è nata anche frequentandospesso la parrocchia e frequentando una volta al mese il semina-rio.Come ha capito che questa era la sua strada?

Molto più avanti. Prima c’è stato un percorso ordinario di crescitae di vicinanza, ma poi in via definitiva l’ho capito dopo i 20 anni.Soprattutto quando ho iniziato alcune esperienze di lavoro estive

nel mondo alberghiero per mantenermi agli studi e mi sono accortoche pur lavorando bene, la gente si accorgeva di qualcosa di di-verso. Allora lì ho capito che forse la mia vita doveva essere spesaper qualcosa non di più, ma di diverso, di sintesi.Secondo lei l’uomo moderno come recepisce la frase di Gesù

“Chi mangia questo pane vivrà in eterno”? A livello inconsciodi sicuro c’è una grande fame di qualcosa che nessuno riesce a chia-mare per nome. A livello pubblico, almeno in quello che è pubblicotelevisivo, la si snobba questa fame. A livello privato e collettivoci si accorge che c’è una grande povertà di senso e di qualità divita, come dimostrano i suicidi e i fallimenti affettivi, mancaun’etica che dia valore al senso. A livello di devoti, c’è il credenteun po’ bigotto, che riconosce il pane di vita solo nella celebrazionee meno nella vita ordinaria. Però credo che ci sia in corso un pro-cesso di maturazione teologica, che ci riporta ad un andare oltre,oltre la messa a fare Eucaristia anche nella vita. Credo che il cre-dente autentico ha una qualità superiore a spendersi, senza farsiconcorrenza. Non a caso il mondo del volontariato è composto ingran parte da credenti.Ricollegandoci al suo intervento, qual è l’importanza della di-

gnità che la 3ª mensa dà all’Eucaristia e della Teologia del go-

mito? La dignità è anche la teologia vera. Senza 3ª mensal’Eucarestia è monca, raccontiamo solo quello che ha fatto Gesù enon siamo conformati a lui. Chi mangia di Lui diventa Lui e nellavita deve essere Lui. Madre Teresa diceva “Stiamo davanti al fornoil mattino, per profumare di pane la sera”, chi mangia di Lui vivedi Lui, pensa come Lui e si fa servo di Lui. La dignità quindi vienea mancare quando dal dono grande di Gesù Cristo, non c’è il ten-tativo nemmeno progettuale di essere come Lui. Al prete deve na-scere questo bisogno, si deve porre dei quesiti: Chi manca qui inchiesa? Cosa ho fatto io per gli altri? Sono unità con il mio presbi-terio, con il mio vescovo, con la gente? Se non ce lo chiediamomanca la vera dignità. Se mangiate il corpo di Cristo dividendovitra ricchi e poveri, tra carismatici e non, è bene che non mangiateil corpo Eucaristico. Questa dignità della 3ª mensa credo che ancheil papa la stia riprendendo molto con altri linguaggi, spesso direttial mondo politico. Questa 3ª mensa noi la dobbiamo rieducare fin

dall’infanzia, perché noi lasciamo le nostre impronte sui bambini.Dobbiamo far capire che non si può venire a fare la comunione conle mani giunte e poi nella vita tenerle sempre disgiunte. In questo periodo di crisi dove la speranza verso il futuro so-

prattutto per i giovani è cupa, può essere la fede una soluzione

a questa depressione generale? Un po’ sì. Nella sofferenza la fedeti dà un grande aiuto, ma da sola non basta. Oggi abbiamo bisognodi un popolo, di un governo che ci aiuti a costruire la speranza. E’come in un matrimonio. Non è che un bel rito crea il bel matrimo-nio, c’è la persona, c’è l’umano, la grazia suppone la natura. La na-tura che cos’è in questa crisi? E’ lo stato che mi aiuta ad averedignità. La fede mi dà speranza, ma se ho fame a poco serve. Il pe-ricolo che oggi corriamo è di diventare fideisti, cioè prego e passatutto. Invece no, ho fede e mi accontento dell’essenziale, ma poicombatto perché l’essenziale arrivi a tutti. Ecco perché la chiesaparla spesso dei giovani e dell’importanza di non fare un’economiabancaria. Sul campo del senso della vita però la fede può daremolto. C’è una grande crisi dei suicidi in Europa, un’emergenza diuna rilevanza enorme. I suicidi non sono solo di fame, ma sonoproprio derivati da un mal di vivere generale, perché senza Dio sivive male. Chi va a dormire senza Dio, senza padrone, si svegliacon dei padroncini e di solito si sottomette ad altri. Dai miti dellosport al denaro a tutti costi, alle scommesse che si trasformano inun oppio che cattura molti, mandandoli alla deriva. Lo Stato da unaparte ha i centri di cura per le vittime del gioco, dall’altra fomentale case da gioco, sono contraddizioni in natura.

Emanuele Ciucani

"Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da

bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino". In questi giorni mi è tornato più volte in mente questo versetto del cap 13 dellaprima lettera ai Corinzi. Sto vivendo questi giorni che mancano per l'ordinazione come un periodo di grande grazia, in cuisento il bisogno di fare "ricapitolazione" della mia vita. Ho cercato amici che non sentivo da tempo, sono andato a trovare ilmio primo padre spirituale che non vedevo da 15 anni… Per 36 anni ho percepito la vita in un certo modo, poi arriva un momento, questo, in cui ti ritrovi a rivedere tutto di te stesso:i tuoi limiti, i tuoi difetti, gli eventi della tua vita, i tuoi amici, le persone che ti hanno sostenuto in molti modi. Tutto mi apparesotto un riflesso di luce nuovo, che mi fa intravedere più chiaramente quanto piccoli siamo e quanta Grazia di Dio c'è nellavita. Una Grazia dirompente e delicata al contempo, forte ed efficace, anche se a volte sembra invisibile. La vita è veramenteil miracolo dei miracoli! La vita è il luogo dove Dio fa continuamente cose nuove, dove Dio dà doni nuovi e opera miracolinuovi.Questi pensieri mi stanno accompagnando in questi giorni, insieme all' affetto per i tanti "angeli" che il Signore mi ha messoaccanto e che colgo l'occasione per ringraziare. C'è molto più amore nel mondo di quello che i media vogliono farci credere!Mi affido completamente al Signore Gesù, affinché si compia in me la sua volontà, senza se e senza ma, affinché io possaessere un sacerdote secondo il suo cuore misericordioso, affinché io possa servire i fratelli che incontrerò con quell' amore,quella dedizione, e quella gioia che solo i discepoli di Gesù possono avere. Un profondo e sincero grazie a tutti coloro che in vario modo collaboreranno a questa festa con il loro impegno, il loro affetto,il loro servizio e la loro preghiera. Grazie di cuore a tutti!!!

"Le vocazioni dono della carità di Dio”

Luca Rammella e Guido Coccia, sacerdoti

69^ settimana Eucaristica: “Eucaristia vita per l’uomo”Intervistato il Vescovo di Fano, S.E.R Mons. Armando Trasarti

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Le sette parabole di Matteo cap. 13

66. LA PARABOLA DEL SEMINATOREDopo aver presentato l’intero discorso e

alcune indicazioni per l’interpretazione delleparabole (puntate 64 e 65), passiamo alla let-tura della prima parabola della serie, chia-mata da Matteo stesso: “la parabola delseminatore” (13,18). Si tratta, in concreto, diMt 13,3-9. Leggeremo la spiegazione che ilVangelo stesso dà di questa parabola a suotempo, commentando Mt 13,18-23.1. Il testo della parabola. “Egli parlò loro di

molte cose con parabole. E disse: ‘Ecco, il

seminatore uscì a seminare. 4Mentre semi-

nava, una parte cadde lungo la strada; ven-

nero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra

parte cadde sul terreno sassoso, dove non

c’era molta terra; germogliò subito, perché

il terreno non era profondo, 6ma quando

spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo ra-

dici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e

i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra

parte cadde sul terreno buono e diede frutto:

il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi

ha orecchi, ascolti’” (Mt 13,3-9). 2. La semina veniva fatta forse prima del-

l’aratura? La domanda, per quanto sorpren-dente, nasce da un’altra domanda: come maiil seminatore getterebbe il seme in alcuniluoghi del tutto inadatti alla semina? Nel ri-spondere, Joachim Jeremias, poggiandosi sualtri studiosi, si appella all’usanza agricolapalestinese del tempo che voleva che la se-mina precedesse l’aratura, cioè a prima cheil terreno fosse ridotto a maggese. Per cui alseminatore della parabola capitava che partedel suo seme cadesse “sulla strada” che ipassanti avevano formato mano con il loropassare a partire dalla mietitura precedente;oppure tra i cespuglietti di spine che, ancora,nel frattempo erano spuntate tra la stoppia.Jeremias conclude che la parabola si fondasu un grande realismo di ambiente.Che dire? L’ipotesi della semina prima del-l’aratura non ha convinto tutti. Per parte no-stra, dato che non possiamo soffermarci suquesta ipotesi, ci limitiamo a rilevare che, in13,4, parà tèn hodón vuole dire proprio“presso (pará) la strada” e non “sulla

strada”, come continuava a tradurre la BibbiaCei del 1974. Passiamo alla spiegazione deltesto. 2. Le tre perdite del seme. La parabola nonmenziona il Regno, come anche non lo no-mina la successiva spiegazione (13,18-23).Tuttavia, dal contesto del capitolo in cui sitrova, che presenta Gesù impegnato nell’an-nuncio del Regno, la parabola deve essere ri-tenuta parabola “del Regno”, in quantopresenta una realtà misteriosa del Regno. Ri-cordiamo che la parola greca parabolé

(ebraico māšāl) vuole dire “paragone” e

anche “proverbio” e altro.Il testo presenta tre casi nei quali il seme vaperso, in quanto non produce. Si tratta delseme caduto “lungo la strada”, dove gli uc-celli lo vedevano con più facilità e lo divo-rarono; del seme caduto “su terrenosassoso”, con poco terra, quindi nell’impos-sibilità di affondare le radici; del seme checaduto “suoi rovi” che, con la loro crescita,finiscono per soffocare le piantine di grano

che crescono insieme ad essi. 3. I tre rendimenti del seme. Fondamentaleper la comprensione della parabola è questatriplice contrapposizione positiva a quellatriplice perdita. Infatti, il testo continua:“Un’altra parte cadde sul terreno buono e

diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta

per uno”. Si tratta, infatti, della resa del centoper uno, del sessanta per uno, del trenta peruno, a secondo delle categorie di ascoltatori.

Il messaggio fondamentale della parabolaè questo: anche se una parte del sema va per-duta, rimane il fatto positivo che un’altraparte produce frutto e anche abbondante,simbolicamente indicato con il cento, il ses-santa, il trenta per uno. La cosa riguarda pre-dicazione di Gesù: anche se viene rifiutatada alcuni, viene ben accolta da altri e portafrutto.Con questo suo duplice contrasto – perdita enon perdita - la parabola si inserisce piena-mente nell’annuncio della Parola da parte diGesù: nelle puntate precedenti abbiamo vistoche tale Parola viene contestata e rifiutata(Mt 11,20-24; 12,34. 39-42.45), ma cheviene anche accolta e si sta formando la fa-miglia spirituale di Gesù (12,46-50). Quindi,nonostante le perdite, il Regno di Dio si ra-dica sempre più tra gli ascoltatori. Così Gesùrincuora così sé stesso e i suoi discepoli: cosìsan Giovanni Crisostomo (354-407). Rile-viamo l’elemento allegorico: è “il seminatore(ho spéirôn), nominato solo all’inizio, mache domina tutta la narrazione, cioè Gesùstesso che annuncia il Vangelo.“Chi ha orecchi, ascolti’”. La parabola, inquanto māšāl, richiede attenzione e attualiz-zazione.

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PAROLA DEL SIGNOREQUARTA DOMENICA DI PASQUA - ANNO B

lA PiEtRA SCARtAtA DAi COStRuttORi ORA È PiEtRA ANGOlARE

Dal VANGELO secondo GIOVANNIIo sono il buon pastore. Il buon pastore offre

la vita per le pecore... (GIOVANNI 10,11-18)

Questo brano ci offre diversi spunti di rifles-sione, tutti partono dalla figura di Gesù, il buonpastore che si sacrifica, che offre la sua vita perle pecore. Cerchiamo di analizzare i versettipiù significativi Il buon pastore offre la vita perle pecore. Il buon pastore, a differenza di tuttigli altri, non fugge davanti al pericolo, noncerca la sua salvezza a scapito degli altri, anziè disponibile a dare tutto se stesso per chi gli èstato affidato, e la sua passione e morte stannolì a testimoniarlo. Conosco le mie pecore.Gesù Cristo non si è incarnato, non ha dato lasua vita genericamente per tutta l’umanità, malo ha fatto singolarmente per ognuno di noi,egli ci conosce tutti personalmente, egli ci amasingolarmente, individualmente ed aspetta danoi una risposta personale: vuole essere amatoda me. Ognuno di noi può dire: Gesù Cristo,Dio, si è incarnato, ha sofferto la sua passione,è morto sulla croce per me ed io sono chiamatoad amarlo per rispondere alla sua offertad’amore. Le mie pecore conoscono me. Il sog-getto della frase ora siamo noi, noi cristiani,che abbiamo ricevute in eredità la Fede, laScrittura, la Tradizione e il Magistero e tutti in-sieme formiamo il Popolo di Dio, il gregge diCristo. Noi abbiamo la responsabilità di cono-scere chi è Gesù Cristo, qual’è il suo insegna-mento, per essere in grado di distinguere i veridai falsi profeti, e soprattutto per poter discer-nere la volontà di Dio nei nostri confronti. Vo-lontà che scopriamo soprattutto attraversol’ascolto della Parola di Dio, attraverso la pre-ghiera e nell’intimo del nostro cuore, la co-scienza, dove Dio ci parla d’amore e di

salvezza. Infatti, nel versetto successivo, Gesùdei suoi discepoli dice: ascolteranno la miavoce. Ultima considerazione, è vero che Gesùè il vero unico Buon Pastore, ma anche il sa-cerdote è figura del buon pastore, nel momentoin cui è responsabile di tutto o di una porzionedel popolo di Dio, anche noi, come padri omadri siamo figura del buon pastore nel greggedella nostra famiglia, quindi possiamo conclu-dere che sì siamo pecore del Buon Pastore, maGesù affida anche a noi questa particolare mis-sione, ad ognuno di noi nel nostro ambito, nellafamiglia, nella scuola, sul lavoro. Non è una re-sponsabilità da poco, ma una cosa su cui riflet-tere molto attentamente, e soprattutto su cuipregare. RiCCARDO

SAGGEZZA PER PENSARCI SU:

CERCHIAMO DI ABITUARCI A QUELL’ ASCOLTO TRANQUILLO DEL CUORE CHE PERMETTE A DIO

DI PENETRARVI ATTRAVERSO TUTTE LE VIE E I CAMMINI

(REGOlA DEi CERtOSiNi)LA DEBOLEzzA DELLE NOSTRE

PREGHIERE è FONTE DELLE ALTRE INFEDELTà

(FéNElON)

Domenica 29 e Lunedì 30 aprile

Fiuggi Convegni di due Comunità Carismatiche

Martedì 1 maggio

Ore 08.30 Porto d’Ascoli - Parr. Cristo Re: S. Messa, con S. Cresime

Ore 11.00 S. Benedetto Tr.Parrocchia Madonna del Suffragio: S. Messa, con S. Cresime

Sabato 5 maggio

Ore 11.00 GrottammareInaugurazione monumento al 43° parallelo

Ore 16.00 Montelparo - S. Messa, in occasione dell’anno Petrocchiniano

Domenica 6 maggio

Ore 11.00 GrottammareParrocchia Gran Madre di Dio: S. Messa, con S. Cresime

Ore 18.30 S. Benedetto Tr.Parrocchia S. Filippo Neri: S. Messa, con S. Cresime

Incontri Pastorali del VescovoDuRANtE lA SEttimANA 29 APRilE - 6 mAGGiO 2012

CALENDARIO CRESIME 2012(aggiornato al 16.4 2012)

Febbraio 26 domenica ore 11.00 Villa Rosa - S. Maria Bambina

Aprile 21 sabato ore 18.00 Colonnella - S. Cipriano

22 domenica ore 11.00 Rotella - S. Lorenzo

25 mercoledì ore 11.00 Centobuchi - Sacro Cuore

Maggio 01 martedì ore 08.30 Porto d’Ascoli - Cristo Re

01 martedì ore 11.00 S. Benedetto - Madonna del Suffragio

06 domenica ore 11.00 Grottammare - Gran Madre di Dio

06 domenica ore 18.30 S. Benedetto Tr. - S. Filippo Neri

12 sabato ore 18.30 S. Benedetto Tr. - S. Giuseppe

13 domenica ore 09.00 Grottammare - S. Giovanni Batt. (S. Lucia)

13 domenica ore 11.00 Castignano - S. Pietro Apostolo

19 sabato ore 17.00 Comunanza - S. Caterina

20 domenica ore 09.30 Martinsicuro - S. Cuore

20 domenica ore 11.30 Ripatransone - Duomo

27 domenica ore 11.00 Cattedrale (Pentecoste)

Giugno 02 sabato ore 09.00 Villa Lempa - S. Maria del Carmine

02 sabato ore 11.00 Centobuchi - Regina Pacis

03 domenica ore 11.00 Porto d’Ascoli - SS. Annunziata

10 domenica ore 11.00 Cupra Marittima - S. Basso

16 sabato ore 17.00 Monteprandone - S. Niccolò di Bari

17 domenica ore 11.00 Montalto (Tutte le Parrocchie del Comune)

17 domenica ore 18.30 S. Benedetto Tr. - S. Pio X

24 domenica ore 11.00 Montemonaco - S. Benedetto Abate

Luglio 07 sabato ore 17.00 Grottammare - Madonna della Speranza

Settembre 08 sabato ore 18.00 Force - S. Paolo Apostolo

09 domenica ore 10.00 Ripatransone (Trivio) - S. Maria Ausiliatrice

15 sabato ore 17.30 Porto d’Ascoli - S. Giacomo della Marca

16 domenica ore 11.00 Valtesino - Madonna di Fatima

23 domenica ore 11.00 Montelparo - S. Michele Arcangelo

Ottobre 06 sabato ore 17.00 S. Benedetto Tr. - S. Antonio di Padova

07 domenica ore 09.00 Faraone - Madonna della Misericordia

07 domenica ore 11.15 Acquaviva - S. Niccolò

14 domenica ore 11.00 S. Benedetto Martire

21 domenica ore 11.30 Cossignano - S. Maria Assunta

27 sabato ore 18.00 Grottammare - S. Pio V

28 domenica ore 09.00 S. Egidio alla Vibrata - S. Egidio abate

28 domenica ore 11.30 Martinsicuro - Madre Teresa di Calcutta

6 Anno XXIX

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Venerdì 20 Aprile,alle ore 21,15 pressola Chiesa di SantaMaria Assunta sisvolto l’incontro sultema “Famiglia,

festa e lavoro”. Ilrelatore è stato Mon-signor Mario

Lusek.COSSIGNANO -Si è tenuto venerdì20 Aprile presso laChiesa di SantaMaria Assunta diCossignano l’incon-tro con Monsignor Mario Lusek, direttoredell’ufficio del tempo libero, turismo e sportdella Cei sul tema “Famiglia, Festa e lavoro”.L’incontro è stato organizzato dall’ufficio di pa-storale famigliare - centro famiglia e dall’uffi-cio pastorale del lavoro e problemi sociali.L’invito era rivolto in particolar modo, alle fa-miglie della vicaria di “Madonna di San Gio-vanni”, in preparazione al VII° incontromondiale del Papa con le famiglie, che si terràMilano dal 30 maggio al 3 giugno 2012.Il Monsignore all’inizio della sua riflessione, siè soffermato sull’importanza della domenica edella festa, ripercorrendo la nascita della dome-nica Cristiana che si riconnette alla liberazionedalla schiavitù, alla redenzione alla resurre-zione. Monsignor Lusek: “Oggi stiamo tor-nando a un tempo in cui la domenica è semprepiù occupata dal negotium (termine che indicaoccuparsi dei propri affari) e il tempo libero di-venta un assurdità. La festa nella cultura agri-cola non era separata dal lavoro, quando sivendemmiava, quando si batteva il grano, inquesti momenti era festa. La cultura contempo-ranea, parla dell’organizzazione del tempo:organizzazione del lavoro, organizzazione deltempo libero, abbiamo tanto tempo a disposi-zione che non sappiamo sfruttarlo e la fretta el’ansia diventano le uniche forme di relazionicon se stessi. Dobbiamo cambiare gli atteggia-menti. La festa si sta eclissando.La domenica si disperde, il fine settimana di-venta un momento di evasione sociale, non èpiù il tempo della ricreazione di se stessi e dirinnovare il proprio stile di vita. è in crisi ilsenso stesso dell’uomo, il senso stesso dellavita, il senso stesso del fare festa. I Cristiani

sono chiamati a ridare senso alla domenica,non solo per l’atto liturgico, perché quello èsolo un momento, non perché vado a Messavivo il giorno del Signore. La domenica è ilgiorno della famiglia, di se stessi, dell’ambienteche ci circonda. I giovani faticano a vivere que-sto momento di unità. La frenesia del tempo li-bero, ci fa recuperare la nostalgia del bisognodi fare festa. Vent’anni fa i Vescovi afferma-vano: Nel giorno del Signore, è necessario ri-tornare a fare festa, che è lo stare insieme,parlarsi, la convivialità, il riposo, il diverti-mento.Bisogna difendere il significato della Dome-

nica, il significato antropologico, della sua ne-cessità di ritemprarsi a livello culturale e socialee farlo tornare come il giorno della famiglia.Difendere le qualità della domenica, la qualitàdelle liturgie semplici e belle, la bellezza della

gioia e della festosità.Dobbiamo ricordarci delle persone sole a cui èimpedito fare festa per l’impossibilità di muo-versi. Molte famiglie nei giorni d’oggi si disper-dono nei “non luoghi” privi d’identità, direlazione di storia, di massificazione, dove c’èsolo l’individualità e l’indifferenza, sono i cen-tri commerciali, parchi di divertimento, o comegli enormi casermoni/alveari dove non si capi-sce nulla di quello che sta avvenendo.La famiglia ha bisogno di altro, di riscoprire il

territorio, di vivere il quartiere, la parroc-

chia, dove è possibile dialogare e recuperare ilrapporto umano, dove si può tornare a incon-trarsi a socializzare. Se ci pensiamo bene i luo-ghi di socializzazione più diffusi sono leparrocchie e le società sportive. Nelle parroc-chie dobbiamo divertirci, dobbiamo fare gio-

iosamente le cose serie e seriamente le cose

gioiose. Le famiglie possono combattere l’ido-latria del mercato rimettendo il valore della

gratuità, del gioco, della leggerezza dell’essereattraverso l’accoglienza vicendevole.Dobbiamo vivere insieme i momenti della

convivialità, festeggiandolo anche la domenicanelle nostre parrocchie. Recuperare il benesseree piacere, è importante, come lo è curare il pro-prio corpo, perché è il tempio dello Spirito

Santo. Nella famiglia se un componente soffre,tutta la famiglia sta male. Bisogna prendersicura di se stessi e degli altri. Ora anche il doloreè diventato esibizione, nel rapporto consumi-stico, dove anche i funerali sono diventati mo-tivi di spettacolo. Il momento di silenzio sonoimportanti, come si può applaudire l’uscitadella bara dal funerale? Come si può applaudirela morte? La persona scomparsa si può omag-giare con momenti di intimità, di pudore del do-lore nostro e altrui. Dobbiamo difenderci dalconsumismo, la pubblicità è ossessiva, ne siamotalmente assorbiti e manipolati che nemmenoce ne accorgiamo. Dobbiamo ritrovare a casa ilmomento per noi stessi, dove i più piccoli gio-chino in modo ludico insieme alla famiglia.è necessario salvaguardare la nostra famiglia,bisogna porre dei limiti e delle regole ai nostriragazzi. C’è un attesa nei confronti della

Chiesa affinché si recuperi la centralità della

festività. La festa può essere spiegata in tantimodi,però bisogna tornare a viverla con la fina-lità della gioia, che è l’anticipo della festa senzafine, quando l’umanità intera danzerà insiemeal suo Signore, come all’origine della creazionequando la sapienza di Dio danzava, ballava,giocava mentre creava il mondo (capitolo 8 dellibro della Sapienza)”.

Santifichiamo le Feste, riscopriamo la famigliaDi Simone incicco

Una presenza storica alla Fiera di Primavera:

la scuola “Adolfo De Carolis” di Acquaviva Picena!!

La Fiera di Primavera è una delle attività attorno a cui si sviluppa il Progetto “Coloriamo le città perun mondo unito” rivolto alle scuole di ogni ordine e grado. Tale progetto è promosso dalle Associazioni“Verso un mondo unito” (Onlus) e AMU (Ass. Mondo Unito-Ong) in collaborazione con i MovimentiInternazionali “Ragazzi per l’Unità e Umanità Nuova”. Il progetto è un’ulteriore possibilità offertaall’attività didattica degli insegnanti per educare al Significato ultimo della vita. Questo scopo pri-mario, fondamentale, essenziale nell’educazione di ciascun uomo e delle vite più giovani come quelledei miei, nostri alunni, si esplica, poi, nell’educazione interculturale, nella consapevolezza di una co-scienza civile, in gesti di carità… Quest’anno la Fiera è arrivata alla sua 21° edizione e la scuola“Adolfo De Carolis” di Acquaviva Picena, per una presenza ormai storica, anche quest’anno non po-teva mancare!! Dopo aver girato per le vie del paese, per le campagne acquavivane a raccogliere ma-teriale e prodotti culinari, l’appuntamento con la città di San Benedetto del Tronto è immancabile,perché offre la possibilità di mettere in “piazza” innanzitutto l’esperienza di amicizia in una vera co-munione di tempo, di idee, di beni materiali. Mi faccio portavoce dell’esperienza che i miei alunni diprima media hanno vissuto introducendosi alla conoscenza e al coinvolgimento con le attività delprogetto stesso. L’esperienza più attraente, per loro, è stata quella di incontrarsi a gruppetti per girarenelle vie del paese a chiedere materiale da vendere in piazza (alla Fiera di Primavera, per l’appunto!!!)e alla gioia dello stare insieme si è unita anche la gratitudine del ricevere prodotti a quanti hanno chie-sto. Ma, contemporaneamente, molti ragazzi mi hanno condiviso la loro delusione per essersi imbattuticon persone che non hanno donato nulla. La realtà è anche questo! Pertanto abbiamo riflettuto inclasse interrogandoci sul motivo che possa spingere ciascun uomo, ciascuno di noi a condividere lavita con gli altri a partire da chi ci è immediatamente accanto. Razionalmente siamo giunti a consi-derare che soltanto se si è amati in maniera unica, originale, irripetibile si può desiderare lo stessoamore per il prossimo e donare felicemente il proprio tempo, i propri averi, la propria vita affinchéquesto Amore si affermi fino ai confini della terra, diventi cultura, diventi civiltà della pace tanto dapoter sostenere, con il nostro umile contributo, opere grandiose in Brasile, Costa d’Avorio, Paraguay,India e tutto il mondo anche attraverso il ricavato della vendita di prodotti alla Fiera di Primavera!!

moina maroni

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16

Tel. 0735 581855 (int. 2-5) - e-mail: [email protected]

C.C.P. n. 14590632, intestato Curia Vescovile - Causale l’AncoraImpaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected]

Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Come era composta la sua

famiglia di origine?

Sono nato il primo maggio del1953, la mia famiglia era com-posta da mio padre Alfredo na-tivo di Monteprandone, miamadre Gemma originaria diSpinetoli e mia sorella. Miopadre era un carabiniere, miamamma ha lavorato per tantianni presso la fabbrica di mat-tonelle.Cosa sognavi di fare da bam-

bino?

Sognavo di fare il pilota di aerei.Come è nata la tua vocazione? Come è stato il

tuo percorso di studi?

Fin da piccolo ho fatto il chierichetto con DonTeodoro all’Annunziata, la decisione di entrare inSeminario è nata una domenica sera nel mese dimaggio. Ero in Chiesa, dopo che avevo messo ap-posto tutte le sedie dell’Annunziata, uscii fuori evi trovai la mia famiglia che parlava con Don Teo-doro del mio futuro. Mia madre diceva al parrocoche volevo andare dai salesiani ad Ivrea ed invecedon Teodoro disse: “lo mandiamo in seminario”e fu così che a dodici anni intrapresi il percorsosacerdotale. Gli anni del seminario sono stati annibellissimi, tra lo studio, il gioco e le amicizie.Siamo entrati nell’istituto che eravamo una tren-tina di ragazzi ad iniziare il percorso del sacerdo-zio, ma solo io sono diventato prete.Un piccolo aneddoto della giovinezza?

Quando chiudevo la Chiesa dell’Annunziata cheera buia don Alessandro Rapani mi incoraggiavae io di corsa spegnevo le luci e uscivo.Come sono stati questi anni di sacerdozio a

Cupra Marittima?

Ero stato già a Cupra Marittima, da vice parroconel 1981 e qui iniziai tante attività, come il centrosportivo che quest’anno celebrerà i trent’anni diattività. Secondo me ai nostri preti giovanissimimanca l’apprendistato, perché l’essere Prete è un’arte che si impara avendo vicino un sacerdote an-ziano che ti insegna, ti guida e di corregge. Questisacerdoti che diventano molto velocemente par-roci perdono un tratto di cammino che secondome è molto importante. Comunque tornare aCupra dopo 15 anni è stato impegnativo, mi trovo

molto bene perché si vive la vita di comunità.Come proseguono i lavori della Chiesa?

Guardando l’impegno preso con gli occhi di oggi,posso dire che siamo stati un po’ incoscienti, per-ché stiamo vivendo il terzo anno di Chiesa chiusa,e adesso celebriamo le funzioni al cinema ed i fe-deli sono stanchi per tanti motivi. Però siamo indirittura d’arrivo, ti dico a bassa voce, che il 1 no-vembre dovremmo inaugurare la Chiesa. SanBasso aveva bisogno di questo restauro, è una si-gnora di 120 anni che doveva essere riconsolidata.Stiamo pensando a come sarà anche il nuovo pre-sbiterio, a breve faremo un assemblea con i fedeli,dove presenteremo la teologia liturgica e decide-remo insieme come procedere.Quale la sua canzone preferita?

Non ascolto frequentemente la musica perché inmacchina non ho l’autoradio per un motivo benpreciso, tanti anni fa me la regalarono e dopo nem-meno una settimana me la rubarono. Le mie can-zoni preferite sono “Cosa sarà” e “l’anno cheverrà” di Lucio Dalla. Una canzone invece popo-lare è “Vola vola”.Il film preferito?

Il mio film preferito è “La vita è bella”, gli ultimi

film che mi sono piaciuti invece sono “cosapiove dal cielo” e “E ora dove andiamo”.Il libro preferito?

Il Santo Curato D’ArsCome ha vissuto il Sinodo?

Il Sinodo in molti dicono che non è servito, inveceper me si. è servito perché dal Sinodo è uscito unostile che la nostra Chiesa Diocesana non può di-sconoscere. Sono molto orgoglioso de Sinodo,perchè è stata una grazia di Dio.

Da Cupra Marittima

A tu per tu con Don Luigino Scarponiparroco di San Basso

di Simone incicco

7Anno XXIX

29 Aprile 2012 PAG

Da Ripatransone a cura di A. G.

A Ripatransone,nella giornata didomenica 29 aprile2012 sono in pro-gramma eventiculturali che ri-guardano l’arte, lamusica, la storia.P r o g r a m m a t edalla Confrater-nita della Mise-ricordia eMorte, alle ore9.30, all’in-gresso laterale(a sinistra dellachiesa dei Frati

Cappuccini) delCivico Cimitero, ci saranno la presentazionee l’illustrazione della grande scultura bronzeaIO SONO LA VITA, pregevole opera dell’ar-tista cileno Sergio Tapia Radic, residente aRipatransone da dieci anni; dopo la benedi-zione impartita dal parroco Don DomenicoVitelli, la scultura sarà illustrata dallo stessoautore. E’ prevista la partecipazione del sin-daco Paolo D’Erasmo e di altre autorità lo-cali, del priore Livio De Angelis e deiConfratelli e delle Consorelle della Miseri-cordia e Morte, che con determinazionehanno voluto la realizzazione dell’opera, a ri-cordo del 4° Centenario (1608-2008) dell’ag-

gregazione alla Primaria Romana Confrater-nita della Morte ed Orazione, evento ricor-dato solennemente dal 13 al 15 Settembre2008. Agli intervenuti la Confraternita faràdono di una copia del libro di Antonio Gian-netti, IO SONO LA VITA, dove oltre alla de-scrizione dettagliata dell’opera d’arte, sonoriportati altri “momenti” significativi dell’at-tività della Compagnia. Nel pomeriggio dellastessa domenica, alle ore 16, nel Duomo-Ba-silica, sarà presentato il libro sulla FOTO-CRONISTORIA dei 40 anni di attivitàdell’Associazione Corale “Madonna di SanGiovanni”, pubblicazione edita a ricordodelle manifestazioni celebrative del Quaran-tennale di Fondazione dello stesso Coro,svoltesi dal 24 Settembre al 16 Ottobre 2011.Si tratta di un voluminoso libro di circa cin-quecento pagine, con oltre duecento fotogra-fie quasi tutte a colori, che ripercorre annoper anno l’attività artistica e non solo delGruppo Corale, con molteplici riferimenti aiprincipali eventi cittadini quali: - 4° Centena-rio della Diocesi Ripana (1971);- 8° Cente-nario delle libertà comunali (2008);- 1°Centenario della fondazione della Banca diRipatransone - Credito Cooperativo (2008)-1° Centenario della nascita del cantante liricoLuciano Neroni (2009). L’autore del libro èAntonio Giannetti, uno dei fondatori nel 1971della corale, di cui ininterrottamente è Presi-dente dal 1976.

Domenica 29 Aprile: eventi culturali

Monteprandone: Visita istituzionale

del Prefetto di Ascoli Piceno

Mercoledì 18 Aprile alle ore 10,00 inpunto è arrivato a Monteprandone , ivisita istituzionale presso il Municipio,il Prefetto di Ascoli Piceno, S.E.Dott.ssa Graziella Patrizi. È stata ac-colta in piazza dell’Aquila , dal Sin-daco di Monteprandone, StefanoStracci, dal Comandante della PoliziaMunicipale, Alfredo Scarfini e dai Sin-daci dei Comuni di Monsampolo delTronto e Spinetoli, Nazzareno Tacconie Canala. Terminato il tavolo di lavoroistituzionale il Sindaco di Montepran-done ha accompagnato il Prefettopresso il museo civico-libreria di SanGiacomo della Marca dove sono per-manentemente esposti i preziosissimicodici appartenuti al Santo Monteprandonese di cui autografi del Santo unitamente alla lettera aSan Giovanni da Capestrano ed altri impreziositi da stupende miniature in oro. Terminata la vistapresso il civico museo dei codici il Sindaco ha accompagnato l’illustre ospite presso il bellissimomuseo di arte sacra della Parrocchia di S.Niccolò di Bari. dove ha potuto ammirare e apprezzareil valore e la bellezza di numerose opere d’arte presenti. FC

DALLA BANCA PICENA TRUENTINA UN AIUTOCONCRETO AI GIOVANI ED AGLI ANZIANI

ACQUAVIVA – La Banca PicenaTruentina mette a disposizione dei gio-vani ben cinque milioni di euro perl'acquisto della casa. In netta contro-tendenza rispetto all'andamento delmercato creditizio nel suo complessoil consiglio di amministrazione dellaBanca Picena Truentina ha deciso disupportare con mutui agevolati l'acqui-sto di abitazioni da parte di giovani.Una decisione che cerca di invertire inmaniera netta una tendenza che carat-terizza il nostro territorio da parecchiotempo. Da un'analisi condotta su datidella Banca d'Italia emerge che nel terzo trimestre del 2011 proprio nel Piceno si è assistito aduna drastica diminuzione nella concessione dei mutui alle famiglie che li utilizzano principalmenteper l'acquisto di abitazioni. Secondo i dati di Bankitalia aggiornati al mese di gennaio 2012 nelPiceno la riduzione dell'ammontare dei prestiti per l'acquisto di abitazioni a famiglie consumatriciha subito una riduzione di oltre il 47% nel terzo trimestre del 2011 rispetto ad una contrazione del25% già rilevata nel secondo trimestre. Nel periodo preso in considerazione dall'analisi condottadalla Banca d'Italia emerge che nel Piceno sono stati erogati prestiti alle famiglie per 28,46 mi-lioni di euro, corrispondenti, quindi, a una variazione rispetto allo stesso periodo dell'anno pre-cedente pari a -47,74%. Anche in un periodo che continua ad essere caratterizzato da una difficilefase congiunturale che interessa l'economia nel suo complesso la Banca Picena Truentina dimostraconcretamente di essere sempre vicina alle esigenze degli abitanti del proprio territorio di riferi-mento. “Mutuo giovani prima casa” è il prodotto proposto ai propri clienti dalla Banca Truentinache consiste, appunto, nella concessione di mutui per l'acquisto o la costruzione della prima casaai giovani di età non superiore ai 35 anni e residenti in un Comune che rientra nella competenzaterritoriale dell'Istituto bancario. “in questa particolare fase di congiuntura economica l'agevo-lazione che abbiamo deciso di concedere alle giovani coppie – ha dichiarato il presidente dellaBanca Picena Truentina Aldo Mattioli – potrebbe supportare anche la ripresa di un settore im-portante per l'economia del territorio come quello dell'edilizia”. Nello stesso tempo, prosegue ilPresidente Mattioli, la Banca Picena Truentina ha inteso ribadire la propria vicinanza anche alsettore dei pensionati, rilanciando uno specifico prodotto esistente già da molto tempo. Si trattadel famoso “conto pensione” che, con anni di anticipo rispetto alla recenti disposizioni governa-tive, aveva previsto un rapporto senza spese né limite di importo, ben remunerato per quanto ri-guarda i tassi di interesse e con l’imposta di bollo a carico della Banca.

ufficio stampa Dalla A alla V

Sabato 14 aprile presso l’Auditorium della Cassadi Risparmio di Firenze si è svolta l’annuale As-semblea Nazionale della Federazione ItalianaGiochi Storici, nata nel 1993 per valorizzare lerievocazioni in costume che si tengono in Italia.All’ordine del giorno delle 57 città affiliate, l’ap-provazione del Conto consuntivo 2011, del Bi-lancio preventivo del 2012 e il rinnovo delConsiglio Direttivo per il prossimo quinquennio(2012/2016). Operazioni che si sono svolte in unclima di massimo impegno e responsabilità per igravosi compiti che comporta l’incarico nei cin-que anni a venire. I Bilanci sono stati approvatiall’unanimità, mentre per il rinnovo delle carichesi è dovuto attendere il risultato delle votazioniche sono state complesse ed elaborate. E dalleurne sono uscite le tante preferenze che hannoportato il cav. Nello Gaetani, Presidente del“Palio del Duca” di Acquaviva Picena alla pre-stigiosa nomina di Consigliere Nazionale. Lostesso faceva già parte di diritto del Consiglio Di-rettivo, ma questa nuova nomina lo proietta aivertici dell’Associazione, insieme ad altre presti-giose città italiane. L’Associazione Palio delDuca, aderente alla Federazione, che era presentecon una nutrita delegazione, guidata dal Presi-dente Cav. Nello Gaetani, torna a casa con unaltro prestigioso riconoscimento per il suo Presi-dente. A dimostrazione che egli ha sempre ben

operato nel corso della sua quasi trentennale di-

rigenza. Ora si spera che dalle urne delle prossimeelezioni di maggio possa uscire un’amministra-zione disposta a collaborare con questo personag-gio che tutti ci invidiano ma che rimane unillustre sconosciuto nella sua città. Sperare non èpeccato. Le Marche hanno avuto anche la ricon-ferma di un altro personaggio. Nella foto, infatti,i due Magnifici Messeri del nuovo Consiglio Na-zionale: Nello Gaetani per “Il Palio del Duca” eGiacinto Federici per “La Quintana” con il Gon-falone del “Palio del Duca” sorretto dai due figu-ranti delle due Associazioni marchigiane. E.Tì.

DA ACQUAVIVA PICENA

Il cav. Nello Gaetani eletto Consigliere Nazionale

della Federazione Italiana Giochi storici.

Da qualche tempo abbiamo adottato le scarpe da tennis. La ra-gione è che una sera dello scorso inverno, all’uscita dal TeatroConcordia, mentre facevamo ritorno a casa nelle strade buiedella città il ticchettio dei nostri tacchi hanno procurato un certoimbarazzo, se non addirittura paura, in un carissimo amico cheda quelle parti portava a spasso il proprio cane e che nel buioci doveva aver scambiato per un malintenzionato. Ecco comesono andate le cose. Dopo lo spettacolo teatrale, torniamo versocasa percorrendo il marciapiede della galleria di Piazza Nar-done per raggiungere via XX Settembre e poi dirigerci versocasa. Nonostante le luci, la strada è alquanto buia. Scorgiamouna trentina di metri davanti a noi una persona che ci sembra

essere il nostro amico Tonino che porta a spasso il suo cane.Pensiamo di chiamarlo ma non siamo sicuri cha sia lui. Allun-ghiamo il passo per raggiungerlo, e il tacchettio delle nostrescarpe si fa sempre più forte e intenso. Lui sente questo nostrocorrere, si volta per vedere chi lo insegue. Non ci riconosce, nénoi riconosciamo lui. Certamente un po’ di paura lo prende. Af-fretta anche lui il passo per raggiungere via XX Settembre. Enoi che facciamo ? Acceleriamo ancor più il passo, cammi-nando però sulle punte delle scarpe per non far rumore. Così loraggiungiamo appena sfociato nella stessa via. Solo allora lo ri-conosciamo di spalle. Lo chiamiamo: “Tonino”. Lui riconoscela nostra voce, si ferma e si volta. Gli chiediamo: “Hai temutoche qualche malintenzionato ti seguisse ?” “Sai a quest’ora, inquesto deserto, sentendo uno che sembra volerti raggiungere ti

metti sul va là”. E per un attimo ci siamo fermati a parlare diquesta “paura urbana”. Tipica di questi tempi. Un tempo la serasi usciva tranquillamente, ora il pericolo è sempre dietro l’an-golo. Si potrebbe dire che si stava meglio quando si stava peg-gio. Non lo diciamo perché pessimisti, ma per aver osservato,in questi ultimi tempi, tanti piccoli segni di inciviltà. Confes-siamo candidamente che quando ci troviamo a tornare a casa lasera, incrociando certe persone singole o in gruppo di due o tre,magari con facce poco raccomandabili, ci sentiamo nascere perqualche secondo un po’ di paura. Sono piccoli segni ma signi-ficativi, che indicano la necessità di ricostruire, una convivenzafondata sulla reciproca fiducia. E ritornare alle scarpe…nor-mali. E.tì.

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Evviva “L’Ancora” che compie trent’anni

SAN BENEDEttO DEl tRONtOIl nostro settimanale diocesano“L’Ancora” festeggia i suoi 30

anni di attività. Il direttore Pietro

Pompei durante la conferenzastampa di presentazione deglieventi ha affermato: “Anche se i30 anni ricadono nel 2013, ab-biamo deciso di iniziare prima perfar partecipare ai festeggiamenti ilnostro Vescovo Gestori (che saràtra breve sostituito avendo com-piuto il settantacinquesimo annodi età, n.d.r.) perché ci ha sempresostenuto e incoraggiato ed è statodeterminante affinché il nostrosettimanale proseguisse il suo per-corso». Le iniziative dell’Ancoraprenderanno il via domenica 29

aprile con la presentazione dellibro di suor Eugenia Bonetti daltitolo “Spezzare le catene”.L’incontro si terrà alle 17.30presso l’auditorium comunale diSan Benedetto del Tronto e con laSuor Eugenia saranno presenti ildirettore Pietro Pompei, Simone

Incicco capo redattore de L’An-cora e Mimmo Minuto della li-breria “La bibliofila” che hacollaborato nell’organizzazionedegli eventi. Il 18 maggio, nelmese della giornata della comuni-cazione mondiale (20 maggion.d.r.) si svolgerà l’incontro contutti i giornalisti delle testate cat-toliche della nostra regione e dellanostra Diocesi. In questa occa-sione sarà presentato il giornale on line dell’Ancora. Il relatore in questa occasione sarà il Vescovo di Mazzara

del Vallo, Domenico Mogavero, che alle 21.15 presenterà all’auditorium comunale il suo ultimo libro “La chiesache tace”.I successivi tre incontri organizzati dall’Ancora saranno: - L’11 giugno, con Don Dino Pirri, assistente ecclesiastico nazionale dell’Azione Cattolica Ragazzi che pre-

senterà il libro dalla Sacrestia a Gerico- Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana che presenterà il libro “Anche voi foste stranieri”

(data da fissare)- Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano con il suo ultimo libro “Non

possiamo Tacere. (data da fissare)Nei prossimi mesi saranno presentati gli altri eventi messi in cantiere dall’Ancora che termineranno il 24 gennaio2013 nel giorno del patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales.Un grazie dalla redazione dell’Ancora al nostro Vescovo Gestori, per la stima e l’affetto che ci ha sempre dimo-strato.

8 Anno XXIX

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