ANNO XXIX N 23 24 Giugno 2012

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ANNO XXIX N° 23 - 24 Giugno 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Finestra sulla Parola «Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome … Gio- vanni è il suo nome». Al più grande tra i nati da donna (cfr. Lc 7,28) la Chiesa dedica due festività, la natività e il martirio, celebrandone la prima con una solennità, che, se cade di domenica, prevale sulla li- turgia festiva ordinaria. Domenica prossima, pertanto, avremo l’occasione di ascoltare, divisa in due brani tra la messa vespertina della vigilia e la messa del giorno, la nar- razione lucana della nascita di Giovanni, figlio di Zaccaria, detto il Battista. A parte il chia- ro parallelismo con l’an- nunciazione a Maria e la nascita di Gesù, a com - mento del quale gli scrit- tori cristiani di ogni tem- po ci hanno regalato pa- gine bellissime e utilis- sime per la nostra rifles- sione, ciò che mi colpiva di questo brano era la di- mensione familiare e l’in- sistenza sul tema del “nome”. Si narra di un uomo, Zaccaria, il cui nome significa “il Signore ricorda”, sposato con una donna, Elisabetta, che si- gnifica “Dio ha giurato”, entrambi “giusti davanti a Dio”, anziani e senza figli. Bisogna premettere che per gli ebrei, come per gli altri popoli antichi, il nome dato ad un bambino non era solo una questione di preferenze, ma voleva esprimere le qualità essenziali, la missione e il destino, anche in senso augurale, della nuova persona che viene alla vita. C’è di più: nella Bibbia dare il nome vuol dire chiamare all’esi- stenza; così fa Dio, nella settimana della creazione, dando il nome alle creature (giorno, notte, cielo, terra, mare, ecc.) ed incaricando a sua volta Adamo di dare un nome ad ognuno degli animali (cfr. Gen 1-2). Detto ciò, fino a questo punto della loro vita, i nomi di questi anziani sposi sembrano piuttosto una beffa, perché, ri- guardo a Zaccaria, non c’è un figlio che porterà avanti il suo “ricordo”, e, nei con- fronti di Elisabetta, Dio è venuto meno al “giuramento” di fecondità che aveva fatto ad Abramo e la sua discendenza. Ma nel racconto lucano possiamo evidenziare un altro ele- mento che fa di singole storie un unico provvi- denziale disegno: parliamo del tempo, anzi del tempo di Dio, che investe e riem- pie di senso e di fecondità i tempi e gli spazi quoti- diani e sterili degli uomini, come il “lavoro” ordinario del sacerdote Zaccaria e come il grembo sterile di Elisabetta. E quando arriva il kairos, il tocco di Dio ci lascia senza pa- role, come Zaccaria, e ci teniamo nascosti, come Elisabetta, finché si compia il tempo, e la grazia di Dio si manifesti in una novità di vita, come il figlio appena nato a cui i genitori danno il nome di Giovanni, “Dio fa grazia”. «Ecco l’Agnello di Dio», dirà Giovanni: ecco che la Grazia di Dio visita la nostra storia, passa per le nostre strade, abita le nostre case. Le sorelle Clarisse della Santa Speranza segue a pag. 2 Da un comunicato pervenuto dall’ufficio stampa del comune della nostra città apprendo che il 15 giugno u.s. si è tenuto nella sala giunta un incontro tra Amministrazione e associazioni di categoria per far fronte “ad una crisi economica nazionale ed internazionale che fa presagire un calo di presenze turistiche nel territorio Piceno per i mesi di luglio e agosto”. I risultati di que- st’incontro sono stati così sintetizzati: “Sola possibilità per fron- teggiare la crisi, han- no sostenuto tutti i presenti, è essere uniti nella condivisione dell’offerta turistica che indubbiamente è fondata sull’elevata qualità della vita del territorio riconosciuta anche quest’anno dal- la bandiera blu per la qualità delle acque e per gli approdi turistici, dalla bandiera verde assegnata dai pediatri italiani per la sicurezza delle spiagge e da quelle arancioni per i borghi più belli d’Italia. Dal tavolo è inoltre emersa la necessità di im- plementare i servizi per il turismo sia riguardanti i vantaggi della SeaCard in tutto il territorio Piceno, sia attivando nuovi servizi come la co- pertura Wi–Fi gratuita su tutta l’area del lungomare di San Benedetto”. Noto subito un vuoto di rappresentanza proprio del soggetto primo fonte di tanta preoccupazione, cioè il turista. Quello, cioè, che dovrebbe esprimere le richieste per un soggiorno appetibile. Le cate- gorie rappresentate ne- cessariamente, preoccu- pate del proprio utile, si limitano a questo con pa- raocchi unidirezionali. Si continua ad agitare ban- diere, si importanti, ma che ormai rientrano nella normalità, o si escogita qualche contentino che rientra nella logica della svendita. Basta questo per incrementare le pre- senze? È questo il turi- smo? Si ha l’impressione che non ci si è accorti nella nostra città che il turismo, specie dal 1970 in poi. è diventato un fenomeno globale e com- petitivo. Un grande mercato in cui vince si chi offre di più, ma principalmente chi lo sa proporre meglio. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Quale Turismo? Basta un incontro tra Amministrazione comunale e categorie del settore per far fronte alla crisi che imperversa? Pietro Pompei Convegno Catechistico Regionale “Come pietre vive” Evento pubblico Creato da Convegno Ecclesiale Marchigiano 2013 22 giugno - ore 16.00 fino a 24 giugno alle ore 13.00 in UTC+02 venerdì, 22 giugno - ore 16 Accoglienza Preghiera di apertura e saluti ore 17 Centro Giovanni Paolo II - Via Montorso 4, 60025 Loreto, Italy San Benedetto del Tronto, 14 giugno 2012 Carissimi fedeli dalla nostra Diocesi, domenica 24 giugno, nella vicinanza della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, si celebrerà in tutte le Diocesi italiane la Giornata per la carità del Papa. In questo appuntamento annuale le Chiese sono chiamate ad esprimere con la preghiera il vincolo profondissimo che le lega al Successore di Pietro ed a manifestare il sostegno economico per le molte attività del suo ministero di pastore della Chiesa universale. Il nostro contesto italiano sta vivendo momenti di prova durissima per tante fami- glie, che fanno fatica ad andare avanti a causa di troppe ristrettezze economiche e per mancanza di una seria possibilità di la- voro. Ed anche troppi giovani, per questa carenza occupazionale, non riescono a guar- dare al proprio futuro con la giusta e neces- saria serenità. Mentre auguro a quanti sono nella sof- ferenza di non perdere una coraggiosa fiducia, nella viva speranza che le difficoltà vengano presto superate, mi sento anche di dover dire che non possiamo rinchiuderci in noi stessi. L’indifferenza moltiplica la povertà, acuisce l’ingiustizia, soffoca la speranza. Non alimentiamola. Ecco l’umile appello, che esprimo, per aiutare il Santo Padre Benedetto XVI affinché possa soccorrere tanti poveri e venire incontro ai molti bisognosi in ogni angolo della terra. È questo il senso della colletta che viene fatta durante le celebrazioni di domenica 24 giugno. Di cuore tutti benedico + Gervasio Gestori Vescovo GIORNATA PER LA CARITà DEL PAPA

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXIX N° 23 - 24 Giugno 2012 € 1.00

Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Finestra sulla Parola«Ascoltatemi, o isole, udite attentamente,

nazioni lontane; il Signore dal seno materno

mi ha chiamato, fino dal grembo di mia

madre ha pronunciato il mio nome … Gio-

vanni è il suo nome». Al più grande tra inati da donna (cfr. Lc 7,28) la Chiesadedica due festività, la natività e il martirio,celebrandone la prima con una solennità,che, se cade di domenica, prevale sulla li-turgia festiva ordinaria. Domenica prossima,pertanto, avremo l’occasione di ascoltare,divisa in due brani tra la messa vespertinadella vigilia e la messa del giorno, la nar-razione lucana della nascita di Giovanni,figlio di Zaccaria, dettoil Battista. A parte il chia-ro parallelismo con l’an-nunciazione a Maria e lanascita di Gesù, a com -mento del quale gli scrit-tori cristiani di ogni tem-po ci hanno regalato pa-gine bellissime e utilis-sime per la nostra rifles-sione, ciò che mi colpivadi questo brano era la di-mensione familiare e l’in-sistenza sul tema del“nome”. Si narra di un uomo, Zaccaria, ilcui nome significa “il Signore ricorda”,sposato con una donna, Elisabetta, che si-gnifica “Dio ha giurato”, entrambi “giustidavanti a Dio”, anziani e senza figli.Bisogna premettere che per gli ebrei, comeper gli altri popoli antichi, il nome dato adun bambino non era solo una questione dipreferenze, ma voleva esprimere le qualitàessenziali, la missione e il destino, anchein senso augurale, della nuova personache viene alla vita. C’è di più: nella Bibbia

dare il nome vuol dire chiamare all’esi-stenza; così fa Dio, nella settimana dellacreazione, dando il nome alle creature(giorno, notte, cielo, terra, mare, ecc.) edincaricando a sua volta Adamo di dare unnome ad ognuno degli animali (cfr. Gen1-2). Detto ciò, fino a questo punto dellaloro vita, i nomi di questi anziani sposisembrano piuttosto una beffa, perché, ri-guardo a Zaccaria, non c’è un figlio cheporterà avanti il suo “ricordo”, e, nei con-fronti di Elisabetta, Dio è venuto meno al“giuramento” di fecondità che aveva fattoad Abramo e la sua discendenza. Ma nel

racconto lucano possiamoevidenziare un altro ele-mento che fa di singolestorie un unico provvi-denziale disegno: parliamodel tempo, anzi del tempodi Dio, che investe e riem-pie di senso e di feconditài tempi e gli spazi quoti-diani e sterili degli uomini,come il “lavoro” ordinariodel sacerdote Zaccaria ecome il grembo sterile diElisabetta. E quando arriva

il kairos, il tocco di Dio ci lascia senza pa-role, come Zaccaria, e ci teniamo nascosti,come Elisabetta, finché si compia il tempo,e la grazia di Dio si manifesti in una novitàdi vita, come il figlio appena nato a cui igenitori danno il nome di Giovanni, “Diofa grazia”. «Ecco l’Agnello di Dio», diràGiovanni: ecco che la Grazia di Dio visitala nostra storia, passa per le nostre strade,abita le nostre case.

Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

segue a pag. 2

Da un comunicato pervenuto dall’ufficio stampadel comune della nostra città apprendo che il 15giugno u.s. si è tenuto nella sala giunta unincontro tra Amministrazione e associazioni dicategoria per far fronte “ad una crisi economicanazionale ed internazionale che fa presagire uncalo di presenze turistiche nel territorio Picenoper i mesi di luglio e agosto”. I risultati di que-st’incontro sono staticosì sintetizzati: “Solapossibilità per fron-teggiare la crisi, han-no sostenuto tutti ipresenti, è essere unitinella condivisionedell’offerta turisticache indubbiamente èfondata sull’elevataqualità della vita delterritorio riconosciutaanche quest’anno dal-la bandiera blu per laqualità delle acque e per gli approdi turistici,dalla bandiera verde assegnata dai pediatri italianiper la sicurezza delle spiagge e da quelle arancioniper i borghi più belli d’Italia. Dal tavolo è inoltre emersa la necessità di im-plementare i servizi per il turismo sia riguardanti

i vantaggi della SeaCard in tutto il territorioPiceno, sia attivando nuovi servizi come la co-pertura Wi–Fi gratuita su tutta l’area del lungomaredi San Benedetto”.Noto subito un vuoto di rappresentanza propriodel soggetto primo fonte di tanta preoccupazione,cioè il turista. Quello, cioè, che dovrebbe esprimerele richieste per un soggiorno appetibile. Le cate-

gorie rappresentate ne-cessariamente, preoccu-pate del proprio utile, silimitano a questo con pa-raocchi unidirezionali. Sicontinua ad agitare ban-diere, si importanti, mache ormai rientrano nellanormalità, o si escogitaqualche contentino cherientra nella logica dellasvendita. Basta questoper incrementare le pre-senze? È questo il turi-

smo? Si ha l’impressione che non ci si è accortinella nostra città che il turismo, specie dal 1970in poi. è diventato un fenomeno globale e com-petitivo. Un grande mercato in cui vince si chi offre dipiù, ma principalmente chi lo sa proporre meglio.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Quale Turismo? Basta un incontro tra Amministrazione comunale e categorie del settore per far fronte alla crisi che imperversa?

Pietro Pompei

Con veg no C atec histico

Re giona le

“Come p ietre viv e”

Evento pubblico

Creato da Convegno Ecclesiale Marchigiano 2013

22 giugno - ore 16.00

fino a 24 giugno alle ore 13.00 in UTC+02

venerdì, 22 giugno - ore 16

Accoglienza

Preghiera di apertura e saluti

ore 17

Centro Giovanni Paolo II - Via Montorso 4, 60025 Loreto, Italy

San Benedetto del Tronto, 14 giugno 2012

Carissimi fedeli dalla nostra Diocesi,

domenica 24 giugno, nella vicinanza della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sicelebrerà in tutte le Diocesi italiane la Giornata per la carità del Papa.

In questo appuntamento annuale le Chiese sono chiamate ad esprimere con la preghiera il vincoloprofondissimo che le lega al Successore di Pietro ed a manifestare il sostegno economico per le molteattività del suo ministero di pastore della Chiesa universale.

Il nostro contesto italiano sta vivendomomenti di prova durissima per tante fami-glie, che fanno fatica ad andare avanti acausa di troppe ristrettezze economiche eper mancanza di una seria possibilità di la-voro. Ed anche troppi giovani, per questacarenza occupazionale, non riescono a guar-dare al proprio futuro con la giusta e neces-saria serenità.

Mentre auguro a quanti sono nella sof-ferenza di non perdere una coraggiosa fiducia,nella viva speranza che le difficoltà venganopresto superate, mi sento anche di doverdire che non possiamo rinchiuderci in noistessi. L’indifferenza moltiplica la povertà,acuisce l’ingiustizia, soffoca la speranza.Non alimentiamola.

Ecco l’umile appello, che esprimo, per aiutare il Santo Padre Benedetto XVI affinché possasoccorrere tanti poveri e venire incontro ai molti bisognosi in ogni angolo della terra. È questo il sensodella colletta che viene fatta durante le celebrazioni di domenica 24 giugno.

Di cuore tutti benedico+ Gervasio Gestori

Vescovo

GIORNATA PER LA CARITà DEL PAPA

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Anno XXIX

24 Giugno 20122

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NIGERIA

La strage infinitaI Paesi occidentali non posso rimanere a guardare

Continuano, con drammatica puntualità, ogni domenica, le stragi di cristiani in Nigeria, seguite darappresaglie. C’è la cinica scommessa di una guerra civile dietro la strategia di Boko Haram, lasigla del terrore islamista che ormai, domenica dopo domenica, abbiamo imparato a conoscere.Ancora una volta la religione è utilizzata come pretesto di guerra. Preso atto di questo fatto, chepurtroppo serpeggia a diverse latitudini, la risposta deve essere politica e istituzionale, come hamesso in evidenza il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, parlando di una situazione“orribile e inaccettabile”. Bisogna che lo Stato tuteli tutti, a partire ovviamente dai cristiani, che inalcune zone della Nigeria sono minoranza, ma anche in quellestesse zone non sono meno radicati nella cultura e nella vita delpopolo dei musulmani. È infatti la storia a falsificare la sempli-ficazione ideologica che vorrebbe i cristiani semplicementeespressione del “cultural imperialism” dell’Occidente. Affermatachiaramente questa verità storica, ne deriva la ferma richiestadella tutela, che è anche nell’interesse della comunità internazionale.Questo vale ovviamente dove l’emergenza è più intensa, comeproprio nella fascia sub-sahariana, ma caratterizza oggi moltesituazioni. Si pensi, ad esempio, alla situazione ancora cosìprecaria nel Kosovo, o nella Bosnia-Erzegovina, dove, dopoanni di convivenza, si è assistito parallelamente al collasso delle istituzioni e all’uso strumentaledella religione. Per non parlare delle vicende dei Paesi mediorientali, pesantemente segnati dal-l’emigrazione forzata dei cristiani. La logica feroce della “pulizia” etnico-religiosa, che sembracaratterizzare in modo perverso questi anni di globalizzazione dei mercati e di fine delle ideologiepolitiche, deve essere combattuta con tutti i mezzi. Bisogna tutelare dalla violenza, ma bisognaanche fare dei progressi culturali e politici. Sembra paradossale, ma sia dal punto di vista dell’af-fermazione ideale, sia da quello della concreta applicazione, il principio e il valore della libertàreligiosa sembrano in questi anni avere sostanzialmente regredito. Certo è difficile invertire latendenza alla radicalizzazione, che è quella alla strumentalizzazione: serve, per questo, un grandeinvestimento culturale, che forse deve cominciare proprio qui in Occidente. Giustamente ilcardinale Scola ha sottolineato, a Tunisi, che la crisi dell’Occidente è anche una crisi dell’“universalereligioso”. Le stragi ripetute in Nigeria, ma anche gli esiti così incerti delle “primavere” arabeavvertono che il tema classico dell’Occidente, il rapporto tra fede e libertà, è oggi una delle chiavidecisive del mondo contemporaneo. Di questa i grandi Paesi occidentali devono sapersi riappropriareper restituirla al mondo islamico anche attraverso un rinnovato e rimotivato dialogo tra i credenti.Che è una “necessità vitale” per tutti, oggi e domani, per disegnare strade di sviluppo, che sonoanche di tenuta istituzionale, come si vede in Nigeria. Francesco Bonini

Non ci si può accontentare di un turismo chedovrebbe crescere quasi a forza d’inerzia pun-tando sulla solita sabbia d’oro, su i musei, suun borgo che cerchiamo nelle grotte, su sagre,su feste tradizionali, su notti bianche e movidevarie, tutto questo c’è in abbondanza nellegrandi città. Dobbiamo inventare qualcosa chechi riparte porti con sé un desiderio.

Dobbiamo umanizzare il turismo. Giustissimol’allargamento sul territorio, aggiungerei primadi tutto scavalchiamo la ferrovia per evitareuna frattura percepibile principalmente duranteil periodo estivo. Facciamo conoscere quantola nostra anima marinara e contadina insiemeha saputo e sa produrre. La cultura sta nellatrama del rapporto uomo territorio. Prima inte-ressava la destinazione, ora interessa l’esperienzache possiamo vivere nel luogo delle nostreferie. Bisogna far si che i nostri luoghi sianoricercati perché sono organismi viventi cheospitano e producono cultura. Ha scritto beneil nostro Vescovo nel suo messaggio ai turisti:“Stare accanto alla bellezza della creazione epoterla contemplare con tranquillità, quanto èaffascinante per lo sguardo, rasserenante per lospirito, riposante per la vita!”.

In molti hanno partecipato giovedì sera pressoil santuario di San Giacomo della Marca diMonteprandone alla veglia di preghiera perl’ordinazione sacerdotale di Fra Luca Ga-brielli e Fra Pierpaolo Fabbri il prossimo23 giugno. La veglia, animata da Padre Lorenzo Turchie Padre Paolo Castaldo, ha intervallato al-l’adorazione eucaristica momenti di letture,canti ,preghiere e riflessioni ed ha avuto comefilo conduttore appunto, il tema del sacerdozio.“L’ordinazione sacerdotale di Fra Luca e FraPierpaolo, è per noi frati innanzitutto una festadi famiglia- ha detto Padre Marco, padre guar-diano del Santuario- è come se si sposasse unfratello o una sorella. E’ un dono di Dio per-ché oggi ci sono pochi sacerdoti, ne abbiamotanti anziani e due giovani sono veramenteuna grazia. Non è scontato avere due ordina-zioni.Essere sacerdoti, è una missione tra le piùbelle, specie oggi che la fede è poca. C’è bi-sogno di sacerdoti: tanta gente ha ritrovato lavita la speranza con il sacramento della con-fessione ed una parola detta ad un sacerdote.È Dio che agisce ed è un a cosa grandiosa. L’augurio che mi sento di fare a questi duegiovani, è che possano essere più santi possi-bili perché più un sacerdote è vicino al Si-gnore più la grazia di Dio agisce attraverso dilui. Se poi uno venisse qui qualcuno non sa-rebbe male….”Fra Luca, ha partecipato alla veglia di pre-ghiera.Conosciamolo meglio.Ingegnere per l’ambiente ed il territorio, 35anni il prossimo 27 luglio Fra Luca ha fatto laprofessione di fede a Loreto nel settembre2010 e quella diaconale ad Urbino, dove at-tualmente abita e si occupa della pastoralegiovanile universitaria.

Com’è nata la tua vocazione?La mia vocazione è nata nel 2002 leggendouna biografia di S. Francesco. Una vocazioneche poi ho sviluppato venendo qui, frequen-tando questo santuario, conoscendo PadreMarco, parlando con lui, facendo dei colloquispirituali. Padre Marco è diventata la miaguida spirituale con cui ho fatto un cammino. Era il periodo che studiavo ingegneriain Ancona. Una volta entrato in con-vento, mi sono laureato anche per unasorta di giustizia nei confronti dei mieigenitori che avevano investito su di me Come hanno vissuto i tuoi la sceltadi diventare sacerdote?All’inizio non è stato semplice soprat-tutto per mio padre che aveva per meben altri progetti: ingegnere, una fami-glia…Poi vedendo la mia convinzione pianpiano abbiamo condiviso un camminoed ora è contentissimo.Cosa ti senti di dire ai giovani so-prattutto oggi che la società proponeben altri stereotipi?I giovani non hanno più punti di riferimentosia dentro che fuori la famiglia. Li vedo sbal-lottati disorientati e seguono ciò che proponeil mondo: piacere, droga, alcol. Nei giovedìuniversitari vedo spesso giovani con la botti-glia in mano.Non è facile oggi per i giovani orientarsi per-chè in famiglia non sono più educati allafede. I genitori hanno perso anche il ruolo che glicompete. Sono sempre di più “amici” deipropri figli e questo è grave.Il giovane da solo non riesce a capire qual siala via giusta per condurre una vita che ti portaa qualcosa, con degli obiettivi, che ti realizza.

È necessario che i giovani riscoprano la fedeche ritrovino i veri valori. Ad ottobre si apriràl’anno della fede e sarà importante la testimo-nianza di quei giovani, che seguono Cristo.Guardare a Cristo; è lui che ti cambia la vita,che agisce nella tua vita se glielo permetti.Cosa vuol dire per te essere sacerdote oggie quale è la missione a cui è chiamato?

Il sacerdote deve favorire l’ incontro tra i gio-vani e CristoDio ha messo nel mio cuore un amore grandeche non è il mio ma il suo. Dio mi chiede didare questo suo amore a tutti ed adesso in par-ticolare ai giovani.Bisogna stare in mezzo ai giovani, organiz-zare eventi che vanno fuori dalle mura di unachiesa, parlare con loro ma soprattutto ascol-tarli. Il sacerdote è innanzitutto colui cheascolta. Bisogna poi instaurare con loroun’amicizia. Essere amico di un sacerdote si-gnifica che ti fidi con lui…Infine è necessario far riscoprire il valore dicerti sacramenti come la confessione di cui igiovani oggi hanno perso il significato…

In 12.500 alla Processione EucaristicaIl Santissimo Sacramento

ha attraversato le strade

di Dublinodi Ann Schneible

12.500 pellegrini, provenienti da tutto il mondo,hanno partecipato ieri alla Processione Eucaristicaper le strade di Dublino, dove è in corso il 50°Congresso Eucaristico Internazionale. La proces-sione, che ha concluso una giornata di workshope presentazioni dedicate al tema Sacerdozio e

ministero al servizio della Comunione, è iniziataalla Royal Dublin Society (RDS) Arena doveviene celebrata la Santa Messa all’inizio di ognigiorno del Congresso Eucaristico. Il cardinaleMarc Ouellet, prefetto della Congre-gazione dei Vescovi, ha condotto ipellegrini sotto un padiglione, dove èstato esposto il Santissimo Sacra-mento. Mantenendosi in silenzio re-verenziale, i pellegrini hannocamminato attraverso il complessodella RDS e poi lungo le strade cir-costanti. Adam Gryc, tedesco, stu-dente alla Emmanuel School ofMission di Roma, è a Dublino comemissionario e volontario per il Con-gresso Eucaristico. Da un lato

Monteprandone, presso il Santuario della Madonna delle GrazieFra Luca Gabrielli e Fra Pierpaolo Fabbri saranno ordinati sacerdoti

Paride Travaglini

Quale Turismo? Basta un incontro traAmministrazione comunale e categorie delsettore per far fronte allacrisi che imperversa?

Fra Luca e P. Marco

esprime la sua delusione per la percentuale relati-vamente bassa di giovani, dall’altro si dice com-mosso dall’atmosfera di preghiera dellaprocessione. “L’inizio della processione all’Arenaè stato molto solenne – racconta Adam -. Anchein seguito si è avvertito un forte senso di preghierae questo mi ha permesso di pregare con molto fer-vore. È una buona cosa anche la presenza di tantidiversi carismi religiosi radunati qui”. Una gio-vane del Nebraska, Melissa Weeder, ci raccontaanche lei le sue impressioni. “È una benedizione– dice – essere uniti a migliaia di anime davanti anostro Signore, fisicamente presente nell’Eucari-stia. Non si può sottovalutare il Suo potere di tran-sitare per le strade in mezzo alla gente. Sonotroppi quelli che non conoscono il dono che Luici fa. È un onore e una benedizione trovarci oggicon la Chiesa militante”. Dopo la processione,Suor Madre della Luce, della congregazione deiServi del Signore, ci descrive l’atmosfera tra chivi ha partecipato. “È stato qualcosa di molto so-lenne – afferma -. Lo spirito intorno a me, che nonero lontana dal Santissimo Sacramento, andandosu e giù per le strade di Dublino, era stupendo. Lagente pregava e cantava”. “Una cosa che abbiamoben impressa nella mente – aggiunge – sono i bel-lissimi passi evangelici sulla sequela del Re edelle vergini che seguono l’Agnello ovunque eglivada”.

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Pubblichiamo il pensiero che Paolo Bustaffa ha

offerto al 9° Forum di Greenaccord, conclusosi

a Trento, nel ricevere il premio “Sentinella del

Creato” assegnato al Sir per l’impegno su comu-

nicazione e ambiente. Il convegno di Greenaccord

(Trento, 15 – 17 giugno) in collaborazione con

Fisc e Ucsi ha avuto come tema: “Salì sul monte.

Mons sanus e pro corpore sano”.

“L’uomo che piantava gli alberi” èil titolo di un piccolo libro di JeanGiono, scrittore francese di origineitaliana. Racconta un incontro diJono con un pastore, Elzéard Bouf-fier, che ogni pomeriggio sceglie100 ghiande e ogni mattina va a se-minarle accuratamente in un ter-reno montano privo di vegetazione. La scelta delleghiande è meticolosa, solo quelle perfettamentesane verranno seminate. Dopo diversi anni dalprimo incontro Giono, attraversata la guerra 1915-1918, torna dal pastore e scrive: “….scorsi in lon-tananza una specie di nebbia grigia che ricoprivale cime come un tappeto. Diecimila querce occu-pano davvero un grande spazio. Ero letteralmenteammutolito e, poiché lui non parlava, passammol’intera giornata a passeggiare in silenzio per lasua foresta”. Forse possiamo vedere in ognighianda sana una notizia buona. Il sogno di un pa-store ha qualche contatto con quello di un giorna-lista che considera il raccontare l’oggi come unservizio al futuro, alle generazioni che verranno.Per raccontare giornalisticamente il creato occorremettersi sulla sua lunghezza d’onda, fare spazioalle sue voci e ai suoi volti, avendo cura di colti-vare un silenzio interiore per approfondire, capire,raccontare. Lo stesso silenzio che Benedetto XVI

ha messo a tema, accanto alla parola, nel messag-gio per la giornata delle comunicazioni sociali2012. Per la parola è ancora il creato a offrire unarisposta. In un racconto ebraico si legge che nellascuola di un villaggio c’era un bambino un po’particolare: ogni volta che il rabbino diceva “EDio disse…” usciva sulla strada e incominciava a

danzare sollevando la polvere. Ilrabbino chiede il perché di quellache egli considera una stranezza.“Ma perché – la risposta del pic-colo - ogni volta che tu dici ‘EDio disse….’ io vedo il cielo, glialberi, i fiumi , gli animali, anchemio padre, e mi viene voglia digridare e danzare…” Il bambinoaveva superato il rabbino nel ri-

conoscere le parole e la Parola, nello scoprire traloro un’alleanza. Aveva detto che il creato è in sestesso comunicazione. Una lezione che ancheoggi vale per i nuovi e gli antichi media. Raccon-tare il creato giornalisticamente significa soprat-tutto far nascere domande sul significato delvivere e del morire e indicare sentieri per cercaree incontrare le risposte in una coscienza libera ealimentata dal dialogo tra fede e ragione. Equando, grazie anche al racconto mediatico delcreato si avvia una ricerca interiore è da prevedereche dalle risposte si arrivi, con stupore, alla Ri-sposta. Anche nel digitale le ghiande del pastorefrancese e la danza del bimbo ebreo possono di-ventare immagini che invitano a guardare e a cu-stodire il creato con gli occhi e con il cuore delCreatore. Seminare notizie come ghiande fecondee danzare nella polvere della cronaca e della sto-ria: si può pensare così una comunicazione al ser-vizio della verità e della speranza.

cREAto E coMuNIcAZIoNELe ghiande e una danzaIl Forum Greenaccord, Fisc e ucsi conclusosi a trento

Paolo Bustaffa

Festa del Sacro Cuore: successo per la prima edizione di Paride Travaglini

Centobuchi - Protagonisti i bambini del catechismo ed i ragazzi dell’Accademia

Italiana di canto

Sono stati i bambini del catechi-smo e gli allievi dell’Accademiadi Canto e Musica moderna, i pro-tagonisti della 1° Festa del SacroCuore, inserita nel cartellonedegli eventi del Comune di Mon-teprandone e che si è svolta pressol’omonima parrocchia di Cento-buchi. Due giorni di festa tracanti, balli e divertentissimisketch per festeggiare come hanno detto i bambini “la nostra Parrocchia” dedicata al S. Cuore.

Venerdì sera, ha preso il via la 1°edizione del “Cuoricino d’oro”, spettacolo musicale dei bambinidel catechismo realizzato grazie all’inventiva e l’impegno di Sonia Costantini coadiuvata dallegiovani leve Giulia ed Eleonora. Da un’idea nata circa un mese prima e sviluppata in pochissimotempo, si è portato in scena uno spettacolo bello e dinamico dove i bambini hanno potuto dare li-bero sfogo a tutta la loro spontaneità e creatività. Applauditissimi dal nutrito pubblico, i piccoliprotagonisti: i presentatori Serena ed Edoardo, spigliati e sempre a loro agio con il microfono, ilcoro curato e diretto dal M° Ferruccio Premici, professionista e direttore dell’Accademia di Cantoe Musica moderna, i solisti che hanno interpretato musiche della tradizione italiana e del mondodei cartoni, le “Skiene”, piccoli giornalisti d’assalto che hanno divertito tutti con i loro sketch sa-tirici. Una satira che non ha risparmiato nessuno, prete compreso. Sabato il bis con il Concertoper il Sacro Cuore a cura dei bambini, ragazzi ed adulti dell’Accademia di Musica dei maestriFerruccio Premici e Maria Grazia Ferretti con una sede proprio nella Parrocchia del S. Cuore. Sulpalco si sono esibiti gli allievi di tastiera elettronica del M° Premici, i ragazzi del Laboratorio diCanto Moderno della Prof.ssa Ferretti e gli allievi di chitarra del M° Marco Premici. Il concertosi è arricchito inoltre di due belle realtà della Parrocchia: il coro Junior formato dai bambini e ra-gazzi del catechismo ed il coro Senior che da anni anima le varie funzioni della Parrocchia. “Ungrazie di cuore a Sonia- ha detto al termine Don Alfonso- che come mamma di famiglia si è di-stricata tra figli lavoro e prove, mettendo a servizio di tutta la comunità gratuitamente le sue dotiumane e professionali. Un punto di riferimento importante anche per le nuove leve che spero sul-l’esempio di Giulia ed Eleonora possano essere sempre di più. Grazie di cuore anche a loro. Ungrazie ai M° Ferruccio Premici e Maria Grazia Ferretti, per la disponibilità e la sensibilità alleiniziative della Parrocchia, ai genitori che hanno creduto in questa iniziativa. Una festa che speropossa crescere di anno in anno visto che la Parrocchia del S. Cuore è stata ed è un punto di aggre-gazione importante per tutti i cittadini cristiani di Centobuchi.” La festa del S. Cuore, ha dato ilvia alle iniziative estive che proseguiranno con l’oratorio dal 18 al 22 giugno, dal 23 al 27 luglioe dal 6 al 10 agosto e con i campiscuola dal 2 al 15 luglio.

L’INvIto dEL vEscovo AI GIovANI dELLA dIocEsIvENERdì 22 GIuGNo PREsso IL tRIvIo dI RIPAtRANsoNE

“Leggiamo nel nostro Sinodo che “Per rendere più efficace la sua

missione di evangelizzazione, la nostra Chiesa diocesana mostri una chiara

immagine di unità al suo interno” (n. 67).

La solennità della Pentecoste appena celebrata è l’occasione opportunaper rilanciare l’attività missionaria della nostra Diocesi con iniziative con-cordate e come espressione di una chiara e motivata comunione ecclesiale.Il punto di riferimento rimane la Missio diocesana, che opera in stretta sin-tonia con gli Uffici della Conferenza Episcopale Italiana. Ben sapendo chel’impegno missionario è compito di ogni cristiano e di ogni libera aggrega-zione di laici, in comunione con i pastori della Chiesa, la nostra Diocesi in-tende seguire quanto ha indicato il Sinodo: “E’ necessario instaurare un

raccordo tra la Caritas Diocesana, l’Ufficio Migrantes, la Missio dioce-

sana…per condividere progetti comuni a partire dalla specificità del proprio

ambito” (n.95). Ormai da qualche tempo questi tre Uffici, pur nella diversitàdei loro settori di azione, stanno operando con alcuni intenti comuni, con lo

scopo di non disperdere tante energie e di avere una maggiore efficacia. E’ noto che da dieci anniabbiamo una bellissima presenza nelle Filippine, a Cebu e a Bohol, grazie alla straordinaria operadelle nostre Suore Teresiane. Ora, dopo alcune attività Caritas in Angola, si intende aprire unacollaborazione anche con le Chiese del Mozambico.

Inoltre, dal momento che il nostro Sinodo, nella sua attenzione al mondo dei giovani, miraa coinvolgerli anche nella attività missionaria (cfr n.34), viene proposta una iniziativa della nostraMissio diocesana: “I giovani ascoltano, parlano, propongono”, venerdì 22 giugno, ore 19,30,Trivio di Ripatransone.

L’invito è prevalentemente rivolto ai giovani della Vicaria della Madonna di San Giovanni,ma è possibile e desiderata la partecipazione di tutti.

Mi auguro che questo rilancio della missionarietà diocesana, in collaborazione preziosa conMigrantes e con Caritas, offra nuove prospettive alle nostre Comunità Parrocchiali durante ilprossimo Anno della fede ed in funzione della nuova evangelizzazione.

Ringrazio per la vostra generosa attività pastorale e di cuore tutti benedico”

Quella notiziola (oltre 4 miliardi di euro in menodi introiti fiscali) passerà in cavalleria rapida-mente. Ma in realtà è la crepa sul muro portantedell’Italia. Significa che – nonostante il notevoleinasprimento fiscale dell’ultimo anno e mezzo(aumento dell’Iva, Imu, accise benzina, controlliserrati) – lo Stato ha incassato meno soldi diprima. Un cavallo non può correre più veloce epiù a lungo: avanti così, stramazza.E questo è il nostro rischio. Il governo Monti inparticolare ha dovuto rastrellare più soldi possi-bile in pochissimo tempo. Soldi trasformati daconsumi in tasse. Non a caso in Italia i consumisono crollati (addirittura quelli alimentari, primavolta da vent’anni a questa parte), quindi un’eco-nomia in frenata ha accentuato questa dinamica.E se non si produce e consuma, non si generanoredditi e quindi imposte.Una cosa che si sa, ma è meglio non dire, è che sista aprendo una nuova voragine nei nostri contipubblici. Mancano soldi. Ancora. Si insiste moltocon il mantra della ripresa, ma questa – se ci sarà– avrà i suoi tempi, certamente lunghi. Mentre i

soldi mancheranno già dopo l’estate. È già pre-visto l’aumento dell’Iva al 23%, altro ci si inven-terà e si spera che i superconsulenti ai tagli dellaspesa nominati da Monti producano qualche po-sitiva sorpresa in breve tempo. Ma la realtà è chesono tutti palliativi, atti a portare il corpo del ma-lato (l’Italia) fino alla primavera prossima, cioèfino alle elezioni. Per sanare le ferite un governotecnico è perfetto; per amputare, ci vuole il con-senso dell’amputato, cioè del popolo che eleggei suoi chirurghi. Direte: ma i partiti stanno baloc-

candosi tra lotte interne e futili discussioni suivertici della Rai. Vero. Quest’anno sarà un annodi metamorfosi, dietro alle quinte devono ristrut-turare le loro armate. Perché il compito che li at-tende è enorme. Potranno, all’italiana, non dire nulla agli elettori;oppure potranno addirittura dirlo con estremachiarezza: se vince la destra, si taglierà pesante-mente lo Stato, funzioni e personale; se vince lasinistra, quasi certa una patrimoniale. Due visionidiverse della cosa pubblica, come dovrebbe es-sere la politica. A voi la scelta.La situazione peggiore sarà la non decisione, ilfar finta che i vertici Rai siano anche nel 2013 ilproblema dell’Italia. Insomma fare come nel de-cennio scorso. E quindi fare la fine della Spagna,che ha negato l’evidenza fino all’ultimo (come laGrecia) e adesso, proprio in queste ore, si trova achiedere disperato aiuto all’Europa. Che lo con-cederà alla Spagna, solo che Madrid non decideràpiù nulla: comanda chi ci mette i soldi, Bruxelles,Parigi, Berlino. Loro diranno quanti statali con-serveranno il posto, quanti ospedali chiuderanno,a che età si percepirà una pensione tagliuzzata.Ma l’Italia non è messa così male… Nella nostravoglia che tutto sia risolto o risolvibile, no. Neltermometro della febbre, il maledetto spread tra iBtp italiani e i Bund tedeschi, sì. Siamo messi ap-pena meglio di quelli spagnoli, che sono sull’orlodel baratro. Significa che la febbre – alta – persi-ste, che il corpo è malato. Finché c’è Monti a tam-ponare, si resiste.Che ci possiamo fare, noi italiani lavoratori-con-sumatori-contribuenti? Qualcosa, anche molto.Acquistare prodotti italiani (se buoni), spenderedentro i nostri confini. Spendere: ci sono ottimeoccasioni in giro. Dobbiamo superare questa sin-drome da senza-speranza che ci ha pervaso.L’economia si riprende se ci mettiamo d’impegnoa produrre bene, a vendere meglio, ad acquistarecon intelligenza. O vogliamo darla vinta ai Maya?Monti, in realtà, di cose ne avrebbe molte da fare.A cominciare da una radicale riforma della giu-stizia, soprattutto civile: se le regole del giocosono confuse, vecchie, nocive e inapplicabili, ilgioco non sarà un granché, soprattutto per chi dal-l’estero voglia giocare qui. Forza e coraggio, dun-que, che il secondo tempo sarà decisivo.

CRISI ECONOMICAForza e coraggioIl secondo tempo sarà decisivo Nicola Salvagnin

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4 Anno XXIX

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La Chiesa, cuore e immagine della città

L’8Xmille ha “seminato” opere in tutta

Italia. A Villa Rosa di Martinsicuro

una testimonianza

C’é tanta confusione in giro, specie nel mondo della comuni-cazione e tutto questo certamente porta a favorire specialmentequanti son usi a pescare nel torbido, come suggeriva il poetaParini nell’ode “la caduta”.

Materiale per intorbidire l’immagine di una Chiesa, madre,sollecita verso i bisogni dei propri figli, in questi nostri tempi,ce n’è fin troppo nel miscuglio di carte rubate e dello Ior conombre nella sua dirigenza. Maggiormente infastiditi si è del-l’operare trasparente nel campo della carità e del concreto in-tervento della CEI, come nell’ultimo casodel terremoto in Emilia. Il resoconto annualealla portata di tutti e da tutti verificabile, fagiustizia di un operare in perfetta trasparenza. Ciò non basta a quanti come Luigi (unnome volutamente generico) sorpreso adironizzare sulla firma della denuncia diredditi da apporre all’8Xmille alla Chiesacattolica. Eppure c’era chi con più di unesempio, cercava di controbattere il suopessimismo. La verità fa fatica quando im-patta con frasi generiche che fanno presup-porre chissà quale ruberie e manipolazioniin sotterranei umidi e oscuri. In questi casil’unico strumento è la prova che convinsel’apostolo Tommaso: “Tocca con mano”. A Luigi lanciammo una sfida: un appunta-

mento dove si poteva toccare conmano e vedere la trasformazione diun territorio dal punto di vista abita-tivo e sociale grazie all’interventodell’8Xmille nella realizzazione diun complesso parrocchiale. Martinsicuro è uno di quei paesidel litorale adriatico, posto al confine

tra il vecchio Stato Pontificio e il Regno Borbonico, che in po-chissimi anni, dopo la seconda guerra mondiale, è letteralmenteesploso da punto di vista demografico ed urbano trasformandosiin una florida cittadina. Tanto più la sua frazione dal delicatonome di Villa Rosa posta a sud con un territorio particolarmenteinvitante come stazione balneare. Moltissimi dai paesi internipensarono di portarvi la propria residenza, nonostante la carenzadi quelle strutture necessarie per un ordinato vivere civile.Negli anni trenta non c’era ancora la chiesa e negli annicinquanta si mostrò subito insufficiente quella appena costruita.E fu negli anni ottanta che si sentì forte l’esigenza di un nuovotempio proprio là dove era ipotizzabile un grande insediamento.Dalle rovine del terremoto emiliano, in una terra non sempretenera nei confronti della Chiesa, ci viene il rammarico dicrolli, quelli delle chiese, quasi ad insidiare l’identità di unpopolo. A Villa Rosa una chiesa era necessaria anche dal puntodi vista civile e sociale e non poteva non essere intitolata alSanto in cui ogni abruzzese si identifica: Gabriele dell’Addolorata.

Dove reperire il denaro? La domanda che sipose il parroco del tempo e primo parrocodella nuova chiesa, don Antonio Vallorani.La generosità della popolazione, sempre di-mostrata, sarebbe stata insufficiente ad iniziareun’opera che si voleva capace di sostenereuno sviluppo sempre più florido. Anche ilcontributo dell’Amministrazione non potevaandare più in là del terreno e delle praticheedilizie; c’era veramente da scoraggiarsi senon ci fosse stato l’intervento determinantedell’8Xmille. L’attuale parroco ci dice, conuna punta di orgoglio, è stata realizzata unachiesa veramente accogliente e bella che espri-me pienamente l’immagine di una popolazioneattiva. Mons. Federico Pompei ci accogliecon gioia, ci mostra l’interno della chiesadove spiccano le opere (altare, ambone, mo-

saico, via Cru-cis), e il tritticodi mq. 40 in ono-re di S. Gabriele,opera dell’arti-sta, scultore epittore GiulianoPulcini (di Ripa-transone).Possiamo visita-re ampi spazi uti-lizzati per mo-menti formativie liturgici, ancheper manifestazioni che educano allo stare insieme specie trapersone che provengono da usi e costumi diversi. Molte lefeste che si svolgono negli spazi interni ed esterni del complessoparrocchiale. Alcuni parrocchiani ci hanno testimoniato che senon ci fosse stata quella realizzazione, iniziata nel 1989 eterminata nel 1999, particolarmente i ragazzi e i giovani nonavrebbero avuto sani luoghi di riferimento. Le stesse famigliehanno modo di incontrarsi e di conoscersi nei momenti fortidell’anno liturgico, specialmente nella preparazione a riceverei sacramenti dei propri figli. Luigi ha osservato e ascoltato tutto con particolare attenzione,ha voluto documentarsi, e si è reso conto che in un luogo dovelo sviluppo demografico è stato sorprendente e rapido, se nonci fosse stata la Chiesa, si sarebbe potuto dar luogo ad un facileabusivismo. Come questa ci sono migliaia di realizzazioni inItalia portate avanti grazie ai contributi elargiti dalla CEIattraverso l’8Xmille, utilizzati non solo per innalzare luoghi diculto, ma anche sociali e di grande carità. La Redazione

Servizio speciale: La Chiesa di S.Gabriele dell’Addolorata a Villa Rosa

Villa Rosa, il parroco si rivolge ai giovani

È PER tE, GIovANESono Don Federico, il parroco diVilla Rosa. Ho pensato di scrivertiquesta lettera per parlare dei giovanidi Villa Rosa che si stanno impe-gnando nella Parrocchia. Quantisono i giovani di villa Rosa? Te-nendo presente che ogni anno nasconocirca 35 bambini, i giovanis simi(scuola superiore) sono 175; gli uni-versitari o lavoratori (19-25 anni)sono 245. Quanti vengono in Par-rocchia per la messa, per gli incontrie per le varie iniziative? circa 50 su 420. Mi piacerebbe incontrare quelli che, dopo la cresima, nonsono venuti più in parrocchia ed hanno preferito frequentare solo altri ambienti e persone. Eccoquello che i tuoi amici giovani della Parrocchia cercano di realizzare: Luogo di ritrovo: “la nuovasaletta “aperta tutti i giorni, L’incontro del Venerdì alle ore 21; L’animazione della Messa delle 9,30della domenica insieme ai fanciulli delle elementari e delle medie; La Veglia di Preghiera inpreparazione del Natale; Il presepe; La Tombolata “natalizia” aperta a tutte le famiglie dellaParrocchia; L’animazione del carnevale nel salone del Buon Pastore; La partecipazione al VenerdìSanto nella processione del Cristo Morto; Il recital; Ritiro in occasione della Pasqua; Alcuni sonocatechisti e animatori del Camposcuola Ragazzi; Il Camposcuola per giovani; Proiezione di film (cineforum); Manifestazione “Non solo musica”: in occasione delle festa diS.Maria Bambina (a settembre); Partecipazione alla giornata mondiale dei giovani a Madrid;Partecipazione al Giornalino Parrocchiale

ti invito a venire per renderti personalmente e direttamente conto di quanto sopradescritto e proporre altre iniziative La vita va vissuta intensamente e qualitativamente;cRIsto NoN tI toGLIE NuLLA MA tI dA’ tutto.“Non abbiate paura!, disse il grande Papa oggi Beato Giovanni Paolo II, “Aprite anzi spalancatele porte a Cristo. Egli sa di noi più di quanto noi sappiamo di noi stessi”. cristo è venuto perchéla nostra vita sia piena e gioiosa. Se lo accogliamo, ci dona il centuplo quaggiù e la vita eterna.Sono parole? Chi lo ha seguito veramente si è realizzato pienamente (= i santi).PRovAcI e vEdRAI….. A TE la scelta.Grazie per avermi dedicato qualche minuto. sappi che io sono sempre a tua disposizione.

Don Federico, il tuo parroco

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5Anno XXIX

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L’incredulità dei suoi concittadini74. GESÙ VISITA NAZARET

Matteo ha concluso il grande Discorso in Para-bole con questa frase: “Terminate queste para-bole, Gesù partì di là” (Mt 13,53); e fa partireGesù senza indicare dove andava. Però nell’epi-sodio che riferisce dopo, sganciato completa-mente da ciò che precede, troviamo Gesù che haraggiunto Nazaret. Leggiamo quanto Mt 13,54-58 ci riferisce su questa visita dei Gesù alla suacittà natale.

1. Gesù a Nazaret. Matteo apre la narrazionein forma asciutta dicendo: Venuto nella sua pa-

tria, insegnava nella loro sinagoga (13,54a). Mtaveva nominato Nazaret quando, di ritornodall’Egitto, la piccola famiglia di GiuseppeMaria e Gesù andò ad abitare a Nazaret (1,23);quando Gesù, saputo che Giovanni era stato ar-restato, “lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Ca-fàrnao” (4,13); e, infine,nel nostro testo. In realtà,Nazaret era un luogo iso-lato, ideale durante la vitanascosta di Gesù, ma nonin quella pubblica. Qual-che studioso, con la pre-tesa di saperne piùdell’evangelista, ha vo-luto affermare che Naza-ret non esisteva ai tempidi Gesù. In realtà Nazaretera abitata di certo dal-l’età del ferro; la cosa è risultata dagli scavi ar-cheologici fatti sulla collinetta dove essa sorgevain occasione della costruzione della basilicadell’Annunciazione. Gesù insegnava nella loro

sinagoga, diversa da quella che oggi si visita,perché di molto più recente.

2. Lo stupore incredulo dei concittadini.

Matteo descrive subito la reazione dei cittadinia tale visita: “e la gente rimaneva stupita e di-

ceva: ‘Da dove gli vengono questa sapienza e i

prodigi? 55Non è costui il figlio del falegname?

E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fra-

telli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56E

le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove

gli vengono allora tutte queste cose?’. 57Ed era

per loro motivo di scandalo’” (Mt 13,54b-57a).Non si tratta di stupore che porta all’ammira-zione e alla scoperta e che raggiunge la fede; madi sorpresa che genera “scandalo”, cioè incre-dulità. Infatti, i nazaretani si producono in seidomande e si fermano ad esse. Non approfondi-scono la loro constatazione sulla “sapienza” e i“prodigi” di Gesù. Dalle loro domande veniamoa sapere che Gesù era “il figlio del falegname”,cioè di Giuseppe che faceva il téktôn, il lavora-tore in legno e anche in ferro. Che Mariàm erasua madre. Non fanno un accenno a Giuseppe.

3. Nota sui fratelli e le sorelle di Gesù. Il no-stro brano presenta col loro nome quattro “fra-telli” e, senza nominarle, “tutte” le sue sorelle.Se queste erano tre o quattro ci troveremmonella nidiata di 7-8 fratelli-sorelle di Gesù. Maqual è il significato di fratello? Per la Bibbia, chesi muove sul concetto sociale di tribù e di clan,il termine ebraico ’ach, fratello, ha una portatamolto ampia. Per cui’ach, può significare fra-tello, figlio dello stesso padre e madre (Gen 4,1-2); ma anche “fratellastro” cioè fratello dellostesso padre ma madre diversa, quali erano i do-dici figli che Giacobbe ebbe da quattro donnediverse (Gen 35,22-26;37,4;42,3;42,4;42,13); o“parente / cugino”, per cui Abramo chiama“fratello” suo nipote (figlio del fratello) Lot(Gen 11,27;13,8); o anche “amico“ o “alleato“

(2Sam 1,26; 1Re 9,13;Pr 17,17); o “collega“ inun medesimo incaricodi tipo religioso, civile,militare (2Cr 31,15; 1Re 20,32; 1Sam 30,23);ed altri significati.

Questa polisemia di’ach, reso in greco conadelfós nel NT, nonconsente di ritenere, inmodo ingenuo e asso-luto, che si tratti di fra-

telli carnali di Gesù, nati dalla stessa madre,Maria. Ecco un rilievo generale: il NT parlaspesso di “fratelli di Gesù” (Mt 12,46; 13,55;Mc 3,31; Lc 8,19; Gv 2,12; 7,3 ss.; 20,17; At1,14; 1 Cor 9,5; Gal 1,19), ma mai li chiama

“figli di Maria” Santissima. Segno che i dueconcetti non si associavano. Inoltre, per i primidue viene indicata una madre diversa da MariaVergine. “Tra queste [ai piedi della croce]c’erano Maria di Màgdala, Maria [che non è laMadonna] madre di Giacomo e di Giu-seppe...” (27,56). La Chiesa cattolica presentaMaria come la “Virgo perpetua”, cioè senza altrifigli all’infuori di Gesù; la stessa cosa fa laChiesa ortodossa chiamandola “aèi Parthénos”,la “sempre Vergine”.

4. Gesù vi compie pochi miracoli. “Ma

Gesù disse loro: ‘Un profeta non è disprezzato

se non nella sua patria e in casa sua‘. 58E lì, a

causa della loro incredulità, non fece molti pro-

digi (Mt 13,57b-58). Gesù applica a sé stesso ilproverbio, allora corrente, del profeta disprez-zato in patria. Il Risorto ci visita di continuo:“Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la

porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli conme” (Ap 3,20). Accogliamolo con fede e gioia.

[email protected]

PARoLA dEL sIGNoRENatività di San Giovanni Battista

Dal VANGELO secondo LUCA

Per Elisabetta intanto si compì il tempo delparto e diede alla luce un figlio. I vicini e iparenti udirono che il signore aveva esaltatoin lei la sua misericordia, e si rallegravanocon lei. [All’ottavo giorno vennero per cir-concidere il bambino e volevano chiamarlocol nome di suo padre, Zaccaria. Ma suamadre intervenne: “No, si chiamerà Gio-vanni”. Le dissero: “Non c’è nessuno dellatua parentela che si chiami con questo nome”.Allora domandavano con cenni a suo padrecome voleva che si chiamasse. Egli chieseuna tavoletta, e scrisse: “Giovanni è il suonome”. tutti furono meravigliati. In quelmedesimo istante gli si aprì la bocca e gli sisciolse la lingua, e parlava benedicendo dio.tutti i loro vicini furono presi da timore, eper tutta la regione montuosa della Giudeasi discorreva di tutte queste cose. coloroche le udivano, le serbavano in cuor loro:“che sarà mai questo bambino?” si dicevano.davvero la mano del signore stava con lui.Il fanciullo cresceva e si fortificavanello spirito. visse in regionideserte fino al giorno dellasua manifestazione aIsraele. (Lc,1,57-66.80)

Giovanni è il suonome. Questo scriveZaccaria sulla tavo-letta per confermarele parole della moglie,il nome Giovanni si-gnifica: Dio è favore-vole. Giovanni, che daicristiani verrà ricordato piùtardi con il soprannome di Bat-tista per la sua attività di battezzatore,viene definito da Gesù come il più grande tra inati di donna. La sua missione è di essere l’an-nunciatore del Messia, l’ultimo dei grandiprofeti dell’antica alleanza, egli è colui chepreparerà Israele alla venuta del Salvatore.Giovanni fin dal ventre della madre esulta perla concezione di Gesù, ricordate come durantel’incontro tra Maria ed Elisabetta sua parente,il bambino nel grembo di Elisabetta, cioè Gio-vanni, esultò di gioia alla presenza di Mariache portava nel suo seno Gesù. Egli è il primoa riconoscere in quel bimbo il Salvatore, proprioperché aveva la missione di esserne il precursore.

Lui è quell’uomo mandato da Dio per renderetestimonianza alla Luce e sarà chiamato profetadell’Altissimo perché andrà innanzi al Signorea preparargli le strade, anche con il suo sacrificioprecederà il suo Signore. Giovanni vivrà neldeserto per preparare la sua missione, avràl’onore di battezzare Gesù nel Giordano e diassistere alla discesa dello Spirito di Dio sulSalvatore. Egli è la cerniera tra il tempo del-l’Antica Alleanza e il tempo della Nuova. Gio-vanni indicherà ai suoi discepoli il Messia edessi inizieranno con lui il nuovo cammino,perché egli è “ la voce che grida nel deserto perpreparare le vie del Signore”. Il ministero diGiovanni consiste nel provocare una conversione,un cambiamento del cuore degli israeliti cheaspettavano l’avvento del Messia, perché il Si-gnore Gesù fin dall’inizio ha voluto aver bisognodi Lui, del suo ministero di profeta, della suaparola forte, della sua umiltà e lo ha salutatocome il più grande tra i figli degli uomini. Gio-vanni è fedele alla sua missione, e lo sarà fino

alla fine, fino alla morte per deca-pitazione. Egli diverrà la co-

scienza di Israelel, comelo è stato di Erode che

per non sentirlo, permetterlo a tacere lofarà prima incatenaree poi decapitare.Giovanni il precur-sore non teme ilmale che gli viene

dall’uomo perché ilsuo unico riferimento

sarà la fedeltà alla suamissione e a Dio che lo ha

inviato per le strade d’Israelea proclamare la venuta del Messia.

Chiediamo a Dio, per intercessione di Giovannidi essere sempre forti nelle prove, di viverenell’ amore di Cristo, e di essere sempre prontia dare testimonianza della nostra fede, anchenelle prove più dure.

riccardo

PILLoLE dI sAGGEZZAIL VERO AMORE NON CERCA

LA RICOMPENSA, MA LA MERITA.

LA RICOMPENSA DELLE TUE OPERE é CHE DIO LE CONOSCA E SAPPIA

CHE PENSI A LUI MENTRE LE COMPI.

domenica 24 giugnoOre 11.00 Montemonaco

S. Messa, con S. CresimeOre 20.00 Grottammare - S. Martino:

S. Messa di inizio della Sacra Giubilare

Martedì 26 giugnoOre 21.30 Grottammare - S. Pio V:

Concerto in occasione della Sacra Perdonanza Giubilare

Giovedì 28 giugnoOre 19.00 S. Benedetto Tr. Catecumenio

Parrocchia S. Antonio: S. Messa di fine anno con i Responsabilidelle Comunità Neocatecumenali della Diocesi

venerdì 29 giugnoOre 19.00 Montalto - Valdaso: S. Messa,

con S. Cresime e Processione per la festa patronale

sabato 30 giugnoOre 17.00 Montemonaco Vallegrascia – Madonna

delle Grazie: S. Messa e benedizione della chiesa restaurata

domenica 1 luglioOre 11.00 Paolantonio - S. Messa e inaugurazione

del nuovo salone parrocchialeOre 20.30 Grottammare - Stadio Comunale:

S. Messa presieduta da S.E. Mons. Luigi Conti, in occasionedella Sacra Giubilare

Incontri Pastorali del Vescovo

DUrANTE lA SETTIMANA 24 GIUGNO-1 lUGlIO 2012

C O M U N I C A T OL’Assemblea dei Vescovi delle Marche,

che aderiscono al Pontificio Seminario “Pio XI”, ha nominato

Vicerettore del Seminario RegionaleDon CLAUDIO MARCHETTI,

sacerdote della nostra Diocesi.Questa nomina, che ha la durata di anni tre,

è certamente motivo di onore per la nostra Chiesa diocesana.A Don Claudio auguriamo un felice e gioioso impegno in questo delicato

ed importante ministero di formazione dei futuri sacerdoti.

Don Claudio manterrà l’incarico di riferimento dei nostri seminaristie curerà la pastorale vocazionale della nostra Diocesi.

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16

Tel. 0735 581855 (int. 2-5) - e-mail: [email protected]

C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamentoImpaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected]

Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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6 Anno XXIX

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Da Ripatransone a cura di A. G.

Nella sua abitazione di Ripatransone, in ViaZante N.19, nelle prime ore della sera di gio-vedì 14 Giugno 2012 si spegneva, all’età di61 anni, Walter Piergallini infermiere profes-sionale, già in servizio nell’ospedale ripanoe da oltre dieci anni nel distrettosanitario e nel poliambulatoriospecialistico della sua città. Inpensione dal primo Marzo 2012,dopo pochi giorni dal meritato ri-poso, la scoperta della grave ma-lattia che in pochi mesi hastroncato la sua forte fibra. Cono-sciutissimo in città e nell’ambitodella zona territoriale sambene-dettese, i funerali celebrati alleore 10 di sabato 16 Giugno, sonostati per lui un bagno di folla nelDuomo gremito di familiari, parenti, colleghi,autorità del campo sanitario, fra cui il dott.Guido Mastrosani responsabile del distretto,amici, presidenti e soci delle nove istituzionilocali (fra associazioni, enti e gruppi), chehanno espresso con annunci pubblici il cor-doglio e la partecipazione al dolore, alla mo-

glie Teresa Moretti (anche lei infermiera) edai figli studenti Carlo Maria ed Eleonora. Lesue doti (generosità, dedizione, disponibilità,bontà) sono state evidenziate, all’omelia dalparroco celebrante Don Domenico Vitelli

(concelebrante il parroco eme-rito Don Antonio Capriotti), edalla conclusione del rito dallacollega signora Loffreda, dalsindaco Remo Bruni, dal figlioCarlo Maria, che, fra l’altro, hadetto: “vedere questa chiesastracolma di persone è una testi-monianza della bontà di miopadre, e questo mi riempie digioia”. Il Sindaco ha concluso larievocazione del “caro amico”Walter, definendolo: “un grande

padre, una grande persona”. Il servizio mu-sicale liturgico è stato prestato dalla corale“Madonna di San Giovanni”, di cui il Pier-gallini faceva parte dal mese di Novembre2011; direttore dell’esecuzione NazzarenoFanesi, all’organo Laura Michelangeli.

L’immatura scomparsa di Walter Piergallini,infermiere generoso

La sacra Giubilare è iniziata con il varo della barca di Papa Alessandro III

GRottAMMARE – Alla presenza delle autorità civili ed ecclesiastiche è stata presentata al kur-saal di Grottammare, sabato 16 giugno “la barca di Papa Alessandro III” che verrà utilizzata perrappresentare lo sbarco il 22 giugno in occasione della sacra Giubilare 2012.

Presenti tra le autorità: il Sindaco Luigi Merli,il Vice Sindaco Enrico Piergallini, il parrocodella Chiesa Madonna della Speranza donAnselmo Fulgenzi.Dopo il varo che si è tenuto presso la spiaggiaantistante alla piazza Kursaal, è stato offertoda alcune volontarie della sacra giubilare,un rifrensco a tutti i presenti.

Di seguito vi presentiamo il programma det-tagliato della sacra 2012:- venerdì 22 giugno, Piazza Kursaal ore 21.30Lo sbarco di Alessandro III a Grottammare, rievocazione storica e spettacolo pirotecnico a curadella Pirotecnica Santa ChiaraA seguire sherwood: Le avventure, il romanzo, la leggendaSpettacolo di sbandieratori e fuochi pirotecnici a cura del Gruppo Alfieri e Musici storici- domenica 24 giugno, dalla chiesa di s. Giovanni alla chiesa di s. Martino ore 19.00Sfilata Del Rosso stendardo: Corteo civile-religioso con la partecipazione dei Tamburini e Chia-rine del Sestiere di Porta Maggiore- Martedì 26 giugno, chiesa di san Pio v ore 21.30Concerto Sacra Perdonanza Giubilare 2012 3° del XXI secolo della Corale Sisto V per coro, solistae strumenti Direttore M° Luigi Petrucci, baritono solista Riccardo Verdecchia, organo Giuseppe Sa-batini, violoncello Andrea Arcinii- Mercoledì 27 giugno, MIc Museo dell’Illustrazione comica ore 18.30I Pittori Della Sacra 2012: Presentazione al pubblico dell’opera pittorica di Cecilia Dionisi, CarloGentili, Luciana Leoni, Cristina Persiani, Patrizio Moscardelli, Giambattista Santori e AntonioSguerrini- Giovedì 28 giugno, Giardino del castello ore 21.30Voci Tra Le Mura – L’arme e gli Amori: L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da ItaloCalvino spettacolo di Federico Paci con Piergiorgio Cinì voce recitante e Laboratorio Ensemblemusica a cura della Fondazione Gioventù Musicale d’Italia - sabato 30 giugno, da Piazza carducci a Piazza FazziniConclusione in Piazza Kursaal dalle ore 17.30: sfilata dell’araldo annuncio del corteo storico 2012con la partecipazione dei Tamburini e degli Sbandieratori del Gruppo Alfieri e Musici Storici- domenica 1 luglioUfficio IAT di Piazza Fazzini dalle ore 10.30 alle ore 21,30 Annullo FilatelicoCampo Sportivo ore 20.30: S.S. Messa concelebrata e presieduta dai Vescovi partenza dallo StadioComunaleore 22.00 Il Corteo Storico- Lunedì 2 luglio Piazza Fazzini ore 21,30De Arte Venandi Cum Avibus: Spettacolodi falconeria a cura de Il falconiere medie-vale- Giovedì 5 luglio chiesa di santa Luciaore 21,15La Musica Rinascimentale: Concerto perorgano di Gianluigi Spaziani a cura del-l’Associazione Organistica Picena- venerdì 6 luglio Giardino del castelloore 21.30voci tra le mura – l’ombra di un sogno fuggente: “Vida” del trovatore Jaufré Rudel, spettacolo diLucilio Santoni e Federico Paci con Piergiorgio Cinì voce recitante e Laboratorio Ensemble musicaa cura della Fondazione Gioventù Musicale d’Italia- domenica 8 luglio Piazza Kursaal ore 21.30In Dies: Spettacolo di fuochi d’artificio, teatro d’immagine e di strada a cura della Compagnia deiFolli

scultura viva all’insegna delle donneDal 16 al 23 Giugno è tornata,in città, scultura viva, la Ma-nifestazione artistica curatadall’Associazione “Altr’Arte”,che quest’anno vede la pre-senza tangibile della Fonda-zione Carisap, sempre sensibilea sostenere attività culturalidella provincia di Ascoli Pi-ceno. Manifestazione che siesplica in due momenti. “scultura viva donne”, perché riservata solo ad artiste donne e la novitàdi “Pittura Murale”. Alla sezione scultura parteciperanno: Simona Di Lorenzo di Napoli, MasaPauvonic di Belgrado, Carola Turner degli Stati Uniti, la neozelandese Renate Verbruggen e l’un-gherese Beata Rostas. Gli artisti, invece, della sezione Pittura murale sono stati scelti tra i WallArtist e Street Painters più rappresentativi e cioè Piero Maiozzi che si firma Bol 23, di Roma, lospagnolo Jonas Romero che si firma Kenor, la romana Alice Pasquini, in arte Alice, il franceseGuillaume Alby, in arte Remed e D’Avide D’Angelo di Colli del Tronto, che si firma Urka. Leopere scultoree saranno realizzate, come sempre, lungo il primo tratto del lungomare Sud, dovesono già presenti le 120 opere dei precedenti Simposi, mentre i Murales saranno realizzati sullefacce dei grandi blocchi di cemento del’ultimo e terzo tratto dello stesso Molo Sul. Ogni artistaha la possibilità di realizzare il suo murales di 12 metri quadrati. L’Ospite di questa edizione diScultura Viva sarà l’artista giapponese Nobashige AkIyama che, durante tutta la settimana,esporrà le sue sculture in carta giapponese nella Palazzina Azzurra dove, giornalmente, dalle ore18.30 in poi darà dimostrazione di come si manipola la carta giapponese tradizionale Washi. Lamanifestazione, com’è ormai nella consuetudine, si concluderà il 23 con la presentazione delleopere e degli artisti. Non mancherà il momento musicale. Mercoledì 20 Giugno , alle ore 21,30,è previsto il solito Concerto Jazz del Giacinto Cistola jazz. E.Tì.

Erano in tanti, lunedì scorso 11 Giu-gno, presso la Sala Alberoni dellaBiblioteca di Stato e Beni Librari,in Contrada Omerelli, il Centrosammarinese di studi storici, per lapresentazione del 33° Volume dellasua collana, dal Titolo: “storia eprotagonisti del turismo a sanMarino. un contributo essenzialeall’Economia della Repubblica”del giovane ricercatore sambenedet-tese, Matteo tRoILo, già asse-gnista di ricerca e docente a contratto di Storia Economica pressol’Università di Bologna. Oltre all’autore e al Rettore dell’Ateneo,prof. Giorgio Petroni, hanno partecipato al pomeriggio culturalevarie autorità accademiche della piccola Repubblica del Titano.L’opera del dottor Matteo Troilo, presentata da Patrizia Battilani,professore associato di Storia economica nella Facoltà di Eco-nomia dell’Università di Bologna, va alla radice del fenomenoturistico della Repubblica sammarinese, studiandone le princi-pali vicende storiche dall’Ottocento ai giorni nostri. Il lavoro co-

stituisce il risultato di un’accurata ricerca sudocumenti inediti, pubblicazioni specialistiche,letteratura scientifica ed interviste ai protago-nisti del settore. Tutto ciò analizzando elementicome il rapporto con l’Italia, le politiche pub-bliche di promozione del territorio, lo sviluppoeconomico della Repubblica e i percorsi im-prenditoriali sammarinesi. La prima parte dellibro racconta le vicende cronologiche del tu-rismo sammarinese nelle sue varie fasi. Daiprimi colti visitatori ottocenteschi sino allo svi-luppo del Turismo di massa e all’entrata di San

Marino nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La secondaparte è dedicata ai protagonisti di questo percorso, gli albergatoriinnanzitutto, principali artefici della crescita del settore, maanche alle istituzioni culturali e agli addetti al commercio, en-trambi fondamentali nella storia del turismo sammarinese. Laserata si è conclusa con l’intervento dell’autore che ha fornitoulteriori notizie, curiose e particolari, duecento anni dopo le fa-mose “Memorie storiche della Repubblica di San Marino” delteramano Melchiorre Delfico. E.Tì.

un sambenedettese che si fa onoreMatteo troilo, dopo Melchiorre delfico, alla scoperta della Repubblica di san Marino.

Prima uscita in barca a velaper gli alunni del 3° circolo

FOTOcRONAcA

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7Anno XXIX

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O FFE RT E PE R I N O S T R I SACE R D OT I . U N S O S T EG N O A M O LT I PE R I L B E N E D I T U T T I .

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Il momento è di quelli terribili, con una crisi che morde alle caviglie e con la vecchia Europa chearranca e che vede, giorno dopo giorno, assottigliarsi la sua ricchezza, il benessere dei suoi abitanti,con Paesi sull’orlo del default come la Grecia e altri come Spagna, Portogallo, Irlanda e la nostra Italiache rischiano di fare la stessa fine. Senza dimenticare la complessa situazione dell’Ucraina.In un contesto di grave preoccupazione lo sport, come sempre, è chiamato a risollevarci il morale,anche se i recenti scandali che hanno coinvolto il nostro calcio non lascerebbero molte speranze. Eppureabbiamo un po’ tutti l’esigenza di crederci,di provare a risollevare le sorti del VecchioContinente, di ritrovare quell’unità che l’Eu-ropa delle banche e della finanza, degli egoi-smi nazionali hanno messo seriamente arischio. Gioiamo dei primi risultati, conun’Italia che tiene benissimo testa alla favo-rita Spagna (guarda caso le due nazioni piùzoppicanti sul debito, restano tra le più bla-sonate sul campo), ma ricordiamoci soprat-tutto che questi Europei vanno al di là delmero risultato sportivo. Come ha ricordatobene il nostro presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano, che non ha voluto man-care all’esordio a Danzica degli azzurri, “èimportante che ci siano manifestazioni sportive che cementano lo spirito unitario di un Continente: èimportante che questo si consolidi, in ogni settore”. Poi ha aggiunto che naturalmente la crisi economicae finanziaria restano sul tappeto in tutta la loro drammaticità, “ma vincere – ha spiegato Napolitanoincoraggiando gli azzurri a fare un grande Europeo – incoraggia i Paesi nei momenti di difficoltà”. Èsuccesso spesso che i trionfi sportivi abbiano aiutato la politica e la finanza ad uscire dal tunnel: quandoci fu l’attentato a Togliatti nel 1948, fu il trionfo di Bartali al Tour a stemperare in Italia tensioni cherischiavano di sfociare in una guerra civile, mentre il trionfo di Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlinodel 1936 inflisse un duro colpo alla propaganda nazista. Al di là dei conti da rimettere a posto, oggi lagente è impaurita e impressionata da quanto sta succedendo non solo sui mercati finanziari, ma nellavita quotidiana: il potere d’acquisto è in caduta libera e la mancanza di certezze mina il nostro morale,già fiaccato in molte parti d’Italia anche dalla tragedia del terremoto emiliano. Abbiamo voglia di di-strarci un po’ ma soprattutto di ritrovare quella fiducia necessaria per ripartire, dopo una stagione digrandi sacrifici per tutti che, purtroppo,  non é ancora chiusa: se succederà, come già altre volte è av-venuto, che una squadra di calcio saprà donarci un sorriso, un’occasione per esultare, magari per scen-dere in piazza per un abbraccio collettivo come in occasione dei Mondiali vinti nel 1982 e 2006. Alloraforse ripartire sarà un po’ più facile

EuRo 2012

Il pallone e la crisiQuale messaggio può venire dai campi di calcio in Polonia e ucraina?

leo Gabbi

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8 Anno XXIX

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Obolo di San PietroPromossa dalla

Conferenza Episcopale Italiana

Dono senza confini“Dio ama

chi dona con gioia”(2Cor 9,7)

Foto

di R

oman

o Si

cilia

ni L’indifferenza moltiplica la povertà, acuisce l’ingiustizia, soffoca la speranza. Non alimentiamola. Aiutiamo il Santo Padre a soccorrere i poveri e i bisognosi in ogni angolo della terra.

Vittime della guerra e dei disastri naturali, chiese in difficoltà, popoli dimenticati.

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Domenica24 Giugno 2012Giornataper la Caritàdel Papa

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