ANNO XXIX N° 8 - 4 Marzo 2012

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“Non solo un giornale, ma anche una teo- logia autentica non può essere solo specu- lazione, o contemplazione, deve essere anche analisi e giudizi sul reale e sulla contingenza”. Lo ha affermato oggi, a Roma, il card. Gianfranco Ravasi, presi- dente del Pontificio Consiglio della cul- tura, rispondendo alla domanda “Quale spiritualità per l’uomo di oggi?”, titolo della conversa- zione con il direttore di “Famiglia Cristiana”, don Anto- nio Sciortino. L’incontro è stato organizzato in occasione della presentazione della Biblioteca Universale Cristiana, nuova iniziativa editoriale di Famiglia Cristiana – Edizioni san Paolo: la prima serie “Le parole”, sarà aperta proprio da un volume del card. Ravasi, “Che cos’è l’uomo?” allegato al settimanale da do- mani; seguiranno altri tredici libri di au- tori contemporanei e poi altre due collane, “I Narratori” e “I Testimoni”, per un progetto che ha come obiettivo la creazione di una biblioteca che riunisca i testi più rappresentativi sul dia- logo tra l’uomo e Dio. ANNO XXIX N° 8 - 4 Marzo 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Finestra sulla Parola “È uno scempio”, mi dico aprendo il lezionario alla se- conda domenica di quaresima e leggendo quel che resta del capitolo 22 del libro della Genesi (il sacrificio di Isacco), ridotto a spezzatino nella versione liturgica, forse perché ritenuto troppo lungo o troppo carico di si- gnificati relativamente al vangelo della “Trasfigura- zione”, che caratterizza la seconda tappa quaresimale. Eppure, accanto al Cristo trasfigurato, è proprio Abramo il personaggio che accomuna i tre cicli liturgici, questo gigante della fede, per la cui ob- bedienza la benedizione di Dio ha preso per sempre dimora nella stirpe degli uomini. Se leggiamo il brano di domenica per intero, ci troviamo coinvolti in una vicenda di straordinaria intensità, al se- guito di due uomini, un padre e un figlio, che, per comando di Dio, salgono su un monte; stando die- tro a loro, man mano che si sale, il nostro cuore diventa più pesante e veniamo progressivamente av- volti da un’oscurità che solo la voce di Abramo, come un lampo che guizza veloce, per tre volte riesce a squar- ciare: «Eccomi», è la prima parola di Abramo, come dire «sono proprio qui, presente in questo punto della mia storia, pronto a rispondere a Te, Dio mio, che con un’altra parola mi chiedi di “cancellare” il figlio nato da una tua parola, di sacrificarti Isacco, l’unico, l’amato, il respiro della mia stessa vita»; ed in mezzo, al figlio che con una domanda bruciante come un dardo fran- tuma un silenzio che sa di morte, inchiodandolo al suo dovere di padre, Abramo risponde: «Eccomi, figlio mio, sono qui con te a dirti che ti è toccata in sorte una fede più grande, perché non da Dio ma dalle mie labbra ap- prendi l’esito della tua vita e, tuttavia, obbedisci»; e, in- fine, l’ultimo, gridato in risposta alla duplice chiamata dell’angelo, col braccio ancora alzato sul figlio della promessa: «Eccomi, messaggero di Dio, che mi togli di mano il coltello e con esso “tagli” una nuova alleanza e liberi nel tempo e nello spazio la benedizione di Dio». Il testo di Genesi, al v. 12 mette in bocca a Dio queste parole: «Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato il tuo figlio, il tuo unigenito»; ma come è possibile che Dio “non sappia”, che ci sia un limite alla onniscienza di Dio? Forse questa “non-conoscenza” di Dio è lo spazio in cui si gioca la li- bertà dell’uomo, in cui l’onnipo- tenza si arresta per lasciare all’uomo libertà di amare, di scegliere, di agire. Dalla prima lettura al vangelo: ancora un monte, quello della Trasfigurazione, ancora un Padre e un Figlio Unigenito, e poi la nube della “non-conoscenza” che avvolge gli uomini, i discepoli, rivelando la libertà di un Dio che sceglie di amare fino alla morte, e chiede all’uomo di scendere dal monte perché possa compiersi il proprio “Eccomi”. Le sorelle Clarisse della Santa Speranza Segue a pag. 2 ANZIANI Più soli, più poveri Auser: seconda indagine nazionale sulla condizione sociale Gli anziani in Italia - che è il Paese “più vecchio d’Europa” – saranno sem- pre più a rischio povertà, per il peso della crisi e gli effetti delle manovre correttive del vecchio e nuovo governo. Aumenteranno fino al 5% le spese per abitazione e consumi energetici, mentre le manovre governative avranno un peso di circa 3.000 euro annui a famiglia. Con l’introduzione dell’Imu (Imposta municipale unica) sulla casa i più colpiti saranno gli an- ziani soli. La povertà incide sul 13% degli anziani, mentre il 5,5% vive in condizioni di povertà assoluta, soprattutto al Sud. I pensionati poveri sono 2,3 milioni, “una cifra destinata a crescere”. Sono alcuni dati che emergono dalla seconda indagine nazionale sulla condizione sociale degli an- ziani, presentata oggi a Roma dall’Auser. Meno servizi, più spese per casa ed energia. Diminuiscono i servizi comunali per gli anziani (-28%) e crescono le liste d’attesa per gli in- terventi domiciliari. Da stime Istat relative al periodo 2003–2010 ri- sulta che la spesa media mensile di un anziano cresce solo per l’abita- zione e l’energia (+2,9%) e i tra- sporti (+0,7%), mentre vengono ridotte le spese per l’alimentazione (-1,7%), l’abbigliamento e le calzature (-0,8%), l’arredamento (-0,8%) e i servizi sanitari (-0,6%). Nel 2011 sono poi aumentate, del 13%, le offerte di vendita della nuda proprietà della casa, per “una maggiore esigenza di liquidità”. Anche se, con la recente manovra, nel 2012 sarà più svantaggioso rispetto al 2011. Pensioni, “non si naviga nell’oro”. Riguardo ai redditi da pensioni, os- serva l’indagine, “non si naviga nell’oro”. Nel 2011, in base ai dati Inps, su un totale di 5.269.493 pensioni di vecchiaia, circa il 52% è inferiore ai 500 euro mensili e ben il 78% non supera i 750 euro. Riguardo alle pensioni di anzianità, più del 30% delle prestazioni non supera la soglia dei 900 euro. “Diminuire le pensioni – commenta l’Auser –, tagliando anche risorse alle strutture pubbliche di sostegno alle forme di disagio, potrebbe portare un peggioramento della qualità di vita”. La crisi economica è dunque mag- giormente percepita dagli anziani: nel 2011 l’81,5% degli anziani indica un deterioramento della propria condizione econo- mica rispetto al 74,8% nel 2010. Per ridurre le spese, inoltre, gli anziani “man- giano poco e male”, anche perché “quasi il 70% fa- tica ad arrivare a fine del mese”. Doppiamente colpiti dalle manovre. Gli an- ziani, secondo l’Auser, sono “doppiamente col- piti dalle manovre correttive”, perché da un lato contribuiscono, quali am- mortizzatori sociali, al reddito delle generazioni più giovani. dall’altro, sono considerati i “soggetti privilegiati” sui quali poter applicare riduzioni della spesa pubblica. Sulla base dell’indagine, una volta che la manovra “salva Italia” sarà a regime, “le ricadute saranno pari a 887 euro annui a famiglia, ai quali bisogna aggiungere la cifra già prodotta dalle precedenti manovre, che porterebbe il totale a 3.002 euro annui a famiglia”. La nuova tassa sulla casa Imu, ad esempio, penalizzerà le persone anziane che vivono sole, “per- ché non possono usufruire della detrazione per i figli e molto spesso abitano in case più grandi, quelle che abitavano quando i figli ancora non se n’erano andati”. Più attività fisica, più sani. L’indagine evidenzia però anche notizie posi- tive. Aumentano gli anziani che svolgono attività fisica: tra il 2001 e il 2010, la percentuale di anziani tra 65 e 74 anni che dichiara di svolgere attività fisica in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8% (+ 5,4%). Tra gli over 75 è stato + 2,1%. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Il dramma dei bambini soldato: solo 11 mila quelli liberati nel 2010 Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, aggiornato al mese di aprile 2011, non esistono dati disponibili sul numero dei bambini che ogni giorno vengono arruolati nei gruppi armati di tutto il mondo. Tuttavia si calcola che siano migliaia i minori, in almeno 15 paesi, costretti ogni giorno a prestare servizio armati in bande criminali o eserciti, svolgendo pericolosi lavori di spio- naggio o trasformandosi in schiavi sessuali. Dal Myanmar alla Colombia, dove se ne registrano 14 mila, passando per Afghani- stan, Ciad, Somalia o Repubblica Centroafricana, i piccoli ven- gono rapiti dalle rispettive case e obbligati a subire cruenti battesimi fatti con il fuoco che impediscano loro di fuggire o tirarsi indietro. Sotto l’effetto di droghe e minacce commettono le atrocità più impensabili in conflitti alimentati da interessi esterni. Per far fronte a questa emergenza, 142 paesi hanno ratificato un protocollo delle Nazioni Unite sulla partecipazione di bambin i soldato in conflitti armati dell’ONU. Dagli ultimi dati riportati nella recente Giornata in- ternazionale contro l’uso dei bambini soldato, risulta che solo nel 2010, oltre 11 mila di questi minori sono stati liberati e reinseriti in Sudan, Repubblica Democratica del Congo (dove rispettivamente ne risultano arruolati circa 35 mila) e Myanmar. (Agenzia Fides) FEDE E CULTURA Le parole ritrovate Il card. Gianfranco Ravasi e nuova iniziativa di ‘’Famiglia Cristiana’’

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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“Non solo un giornale, ma anche una teo-logia autentica non può essere solo specu-lazione, o contemplazione, deve essereanche analisi e giudizi sul reale e sullacontingenza”. Lo ha affermato oggi, aRoma, il card. Gianfranco Ravasi, presi-dente del Pontificio Consiglio della cul-tura, rispondendo alla domanda “Qualespiritualità per l’uomo di oggi?”, titolo della conversa-zione con il direttore di “Famiglia Cristiana”, don Anto-nio Sciortino. L’incontro è stato organizzato in occasionedella presentazione della Biblioteca Universale Cristiana,

nuova iniziativa editoriale di FamigliaCristiana – Edizioni san Paolo: la primaserie “Le parole”, sarà aperta proprio daun volume del card. Ravasi, “Che cos’èl’uomo?” allegato al settimanale da do-mani; seguiranno altri tredici libri di au-tori contemporanei e poi altre duecollane, “I Narratori” e “I Testimoni”,

per un progetto che ha come obiettivo la creazione di unabiblioteca che riunisca i testi più rappresentativi sul dia-logo tra l’uomo e Dio.

ANNO XXIX N° 8 - 4 Marzo 2012 € 1.00

Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Finestra sulla Parola“È uno scempio”, mi dico aprendo il lezionario alla se-conda domenica di quaresima e leggendo quel che restadel capitolo 22 del libro della Genesi (il sacrificio diIsacco), ridotto a spezzatino nella versione liturgica,forse perché ritenuto troppo lungo o troppo carico di si-gnificati relativamente al vangelo della “Trasfigura-zione”, che caratterizza la seconda tappa quaresimale.Eppure, accanto al Cristo trasfigurato, è proprio Abramoil personaggio che accomuna i tre cicli liturgici, questogigante della fede, per la cui ob-bedienza la benedizione di Dio hapreso per sempre dimora nellastirpe degli uomini. Se leggiamoil brano di domenica per intero, citroviamo coinvolti in una vicendadi straordinaria intensità, al se-guito di due uomini, un padre e unfiglio, che, per comando di Dio,salgono su un monte; stando die-tro a loro, man mano che si sale,il nostro cuore diventa più pesantee veniamo progressivamente av-volti da un’oscurità che solo la voce di Abramo, comeun lampo che guizza veloce, per tre volte riesce a squar-ciare: «Eccomi», è la prima parola di Abramo, comedire «sono proprio qui, presente in questo punto dellamia storia, pronto a rispondere a Te, Dio mio, che conun’altra parola mi chiedi di “cancellare” il figlio natoda una tua parola, di sacrificarti Isacco, l’unico, l’amato,il respiro della mia stessa vita»; ed in mezzo, al figlioche con una domanda bruciante come un dardo fran-

tuma un silenzio che sa di morte, inchiodandolo al suodovere di padre, Abramo risponde: «Eccomi, figlio mio,sono qui con te a dirti che ti è toccata in sorte una fedepiù grande, perché non da Dio ma dalle mie labbra ap-prendi l’esito della tua vita e, tuttavia, obbedisci»; e, in-fine, l’ultimo, gridato in risposta alla duplice chiamatadell’angelo, col braccio ancora alzato sul figlio dellapromessa: «Eccomi, messaggero di Dio, che mi togli dimano il coltello e con esso “tagli” una nuova alleanza e

liberi nel tempo e nello spazio labenedizione di Dio». Il testo diGenesi, al v. 12 mette in bocca aDio queste parole: «Ora so che

tu temi Dio e non mi hai rifiutato

il tuo figlio, il tuo unigenito»;ma come è possibile che Dio“non sappia”, che ci sia un limitealla onniscienza di Dio? Forsequesta “non-conoscenza” di Dioè lo spazio in cui si gioca la li-bertà dell’uomo, in cui l’onnipo-tenza si arresta per lasciare

all’uomo libertà di amare, di scegliere, di agire. Dallaprima lettura al vangelo: ancora un monte, quello dellaTrasfigurazione, ancora un Padre e un Figlio Unigenito,e poi la nube della “non-conoscenza” che avvolge gliuomini, i discepoli, rivelando la libertà di un Dio chesceglie di amare fino alla morte, e chiede all’uomo discendere dal monte perché possa compiersi il proprio“Eccomi”.

Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

Segue a pag. 2

ANZIANIPiù soli, più poveriAuser: seconda indagine nazionalesulla condizione socialeGli anziani in Italia - che è il Paese “più vecchio d’Europa” – saranno sem-pre più a rischio povertà, per il peso della crisi e gli effetti delle manovrecorrettive del vecchio e nuovo governo. Aumenteranno fino al 5% le speseper abitazione e consumi energetici, mentre le manovre governativeavranno un peso di circa 3.000 euro annui a famiglia. Con l’introduzionedell’Imu (Imposta municipale unica) sulla casa i più colpiti saranno gli an-ziani soli. La povertà incide sul 13% degli anziani, mentre il 5,5% vive incondizioni di povertà assoluta, soprattutto al Sud. I pensionati poveri sono2,3 milioni, “una cifra destinata a crescere”. Sono alcuni dati che emergono

dalla seconda indagine nazionalesulla condizione sociale degli an-ziani, presentata oggi a Romadall’Auser. Meno servizi, più spese per casaed energia. Diminuiscono i servizicomunali per gli anziani (-28%) ecrescono le liste d’attesa per gli in-terventi domiciliari. Da stime Istatrelative al periodo 2003–2010 ri-sulta che la spesa media mensile diun anziano cresce solo per l’abita-zione e l’energia (+2,9%) e i tra-

sporti (+0,7%), mentre vengono ridotte le spese per l’alimentazione(-1,7%), l’abbigliamento e le calzature (-0,8%), l’arredamento (-0,8%) e iservizi sanitari (-0,6%). Nel 2011 sono poi aumentate, del 13%, le offertedi vendita della nuda proprietà della casa, per “una maggiore esigenza diliquidità”. Anche se, con la recente manovra, nel 2012 sarà più svantaggiosorispetto al 2011. Pensioni, “non si naviga nell’oro”. Riguardo ai redditi da pensioni, os-serva l’indagine, “non si naviga nell’oro”. Nel 2011, in base ai dati Inps,su un totale di 5.269.493 pensioni di vecchiaia, circa il 52% è inferiore ai500 euro mensili e ben il 78% non supera i 750 euro. Riguardo alle pensionidi anzianità, più del 30% delle prestazioni non supera la soglia dei 900 euro.“Diminuire le pensioni – commenta l’Auser –, tagliando anche risorse allestrutture pubbliche di sostegno alle forme di disagio, potrebbe portare unpeggioramento della qualità di vita”. La crisi economica è dunque mag-giormente percepita dagli anziani: nel 2011 l’81,5% degli anziani indicaun deterioramento dellapropria condizione econo-mica rispetto al 74,8% nel2010. Per ridurre le spese,inoltre, gli anziani “man-giano poco e male”, ancheperché “quasi il 70% fa-tica ad arrivare a fine delmese”. Doppiamente colpitidalle manovre. Gli an-ziani, secondo l’Auser,sono “doppiamente col-piti dalle manovre correttive”, perché da un lato contribuiscono, quali am-mortizzatori sociali, al reddito delle generazioni più giovani. dall’altro, sonoconsiderati i “soggetti privilegiati” sui quali poter applicare riduzioni dellaspesa pubblica. Sulla base dell’indagine, una volta che la manovra “salvaItalia” sarà a regime, “le ricadute saranno pari a 887 euro annui a famiglia,ai quali bisogna aggiungere la cifra già prodotta dalle precedenti manovre,che porterebbe il totale a 3.002 euro annui a famiglia”. La nuova tassa sullacasa Imu, ad esempio, penalizzerà le persone anziane che vivono sole, “per-ché non possono usufruire della detrazione per i figli e molto spesso abitanoin case più grandi, quelle che abitavano quando i figli ancora non se n’eranoandati”.Più attività fisica, più sani. L’indagine evidenzia però anche notizie posi-tive. Aumentano gli anziani che svolgono attività fisica: tra il 2001 e il 2010,la percentuale di anziani tra 65 e 74 anni che dichiara di svolgere attivitàfisica in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8% (+ 5,4%). Tra gliover 75 è stato + 2,1%.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Il dramma dei bambini soldato: solo 11 mila quelli liberati nel 2010Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, aggiornato almese di aprile 2011, non esistono dati disponibili sul numero deibambini che ogni giorno vengono arruolati nei gruppi armati ditutto il mondo. Tuttavia si calcola che siano migliaia i minori, inalmeno 15 paesi, costretti ogni giorno a prestare servizio armatiin bande criminali o eserciti, svolgendo pericolosi lavori di spio-naggio o trasformandosi in schiavi sessuali. Dal Myanmar allaColombia, dove se ne registrano 14 mila, passando per Afghani-stan, Ciad, Somalia o Repubblica Centroafricana, i piccoli ven-gono rapiti dalle rispettive case e obbligati a subire cruenti battesimi fatti con il fuoco che impediscano loro di fuggireo tirarsi indietro. Sotto l’effetto di droghe e minacce commettono le atrocità più impensabili in conflitti alimentati dainteressi esterni. Per far fronte a questa emergenza, 142 paesi hanno ratificato un protocollo delle Nazioni Unite sullapartecipazione di bambin i soldato in conflitti armati dell’ONU. Dagli ultimi dati riportati nella recente Giornata in-ternazionale contro l’uso dei bambini soldato, risulta che solo nel 2010, oltre 11 mila di questi minori sono statiliberati e reinseriti in Sudan, Repubblica Democratica del Congo (dove rispettivamente ne risultano arruolati circa35 mila) e Myanmar. (Agenzia Fides)

FEDE E CULTURA

Le parole ritrovateIl card. Gianfranco Ravasi e nuova iniziativa di ‘’Famiglia Cristiana’’

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Anno XXIX

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Gli anziani, soprattutto uomini, s’informano epartecipano molto ai temi della politica e cre-sce anche l’accesso al computer e a internet.Tra il 2001 e il 2010, quelli tra i 65 e i 74 anniche utilizzano il computer sono aumentati del10%. Tra le malattie che più colpiscono glianziani vi sono il diabete (soprattutto ledonne), le malattie cardiovascolari e l’osteo-porosi. In generale, anche se vi è stato un forteaumento nel consumo dei farmaci (nel 1995assumeva farmaci il 77,2% degli over75, nel2010 l’86%), cresce il numero degli anzianiche si dichiarano in buona salute: nella fascia65-74 si passa da 36,9% a 38,8, per quellaover-75 da 20,9 a 22,2. L’aspettativa di vitaoggi è di 78,8 anni per gli uomini e 84,1 per ledonne. Nei prossimi 40 anni arriverà a quasi90 anni per le donne e 84 per gli uomini.

Anziani e giovani in difficoltà. “Gli anziani,insieme alle donne e ai giovani sono fra le ca-tegorie di cittadini che più di altri stanno sof-frendo gli effetti della crisi e delle manovreeconomiche – commenta il presidente nazio-nale Auser, Michele Mangano –. Il potered’acquisto delle loro pensioni si è ridotto del30% negli ultimi anni con la conseguenza diuna drastica riduzione dei consumi, difficoltàse non impossibilità ad affrontare le spese im-previste, e tante rinunce, purtroppo spesso le-gate alla tutela della propria salute ed allaprevenzione. Chiediamo al governo di nonpuntare solo sulla social card e di dare maggiorpeso alla questione sociale”.

continua dalla prima pagina

In questi giorni l’Ufficio di Stato civile delcomune di San Benedetto del Tronto sta in-viando una lettera a tutti i ragazzi e le ra-gazze diciottenni nati in Italia da genitoridi origine straniera, e residenti a San Bene-detto del Tronto senza interruzione fino alcompimento dei 18 anni, per informarlidella possibilità di presentare domanda peracquistare la cittadinanza italiana entro ilcompimento del diciannovesimo annod’età. Si tratta di un’opportunità previstadalla legge di cui però non tutti sono a co-noscenza: da qui la necessità di informarepersonalmente gli interessati. Questo è ilprimo atto che fa seguito all’approvazione,nella seduta del Consiglio comunale dell’8febbraio scorso, dell’ordine del giorno cheha impegnato l’Amministrazione comu-nale a sostenere la proposta di legge e laconnessa campagna di raccolta firme perdare i diritti di cittadinanza a tutti i bambiniextracomunitari che nascono sul suolo ita-liano. “Come Amministrazione comunale di SanBenedetto del Tronto - si legge nella mis-siva - crediamo molto nella sua partecipa-zione alla vita della città da persona attivae consapevole. Diventare cittadini italianisignifica fare parte a pieno titolo del Paesein cui viviamo, accedendo ai diritti civili e

politici, quali la partecipazione ai concorsipubblici, il voto, la libertà di viaggiare. Adoggi la legge italiana non riconosce auto-maticamente la cittadinanza a chi nasce inItalia se i genitori a loro volta non sono cit-tadini. Per questa ragione il nostro Comuneha aderito alla Campagna informativa “18anni in Comune” organizzata da ANCI,Save the Children e Rete G2- Seconde Ge-nerazioni, per ricordarle dell’opportunitàche lei ha di richiedere la cittadinanza”. Per poter ufficializzare al più presto la do-manda di cittadinanza è necessario pren-dere appuntamento con l’Ufficio di StatoCivile, di Via F. Turati, 2 a Porto D’Ascoliai numeri 0735794771 o 0735794772.Anche coloro ai quali manchino i requisitiper poter fare domanda possono contattareil servizio per individuare un percorso al-ternativo che permetta loro di acquisire lacittadinanza secondo le norme di legge.

Da S. Benedetto

Una lettera ai 18enni nati in Italia per ricordare i loro dirittiL’Ufficio di Stato civile li invita a richiedere la cittadinanza italiana

Meno esenzioni, ma soprattutto più chiarezzanell’applicazione dell’imposta sugli immobili,quell’Ici che presto diventerà Imu. L’emenda-mento presentato ieri al Senato dal governo ri-guarda “l’esenzione dall’imposta Ici/Imu di cuibeneficiano gli enti non commerciali” e intende“chiarire ulteriormente e in modo definitivo laquestione”. Non sono state tolte le cosiddette“esenzioni alla Chiesa”, ma in gioco vi è unaplatea ben più ampia di soggetti, tra i quali figu-rano pure le diverse confessioni religiose e,quindi, anche parrocchie, congregazioni, asso-ciazioni e movimenti di matrice cattolica. I cri-teri, informa una nota di Palazzo Chigi,“prevedono l’esenzione per gli immobili neiquali si svolge in modo esclusivo un’attività noncommerciale; l’abrogazione immediata dellenorme che prevedono l’esenzione per immobilidove l’attività non commerciale non sia esclu-siva, ma solo prevalente; l’esenzione limitataalla sola frazione di unità nella quale si svolgal’attività di natura non commerciale; l’introdu-zione di un meccanismo di dichiarazione vinco-lata a direttive rigorose stabilite dal ministrodell’Economia e delle finanze circa l’individua-zione del rapporto proporzionale tra attivitàcommerciali e non commerciali esercitate all’in-terno di uno stesso immobile”. In altre parole,laddove un “ente non commerciale” svolgeun’attività commerciale paga, ma solo per i vaninei quali questa viene realizzata. Con il giuristaGiuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa,Francesco Rossi per il SIR ha fatto il punto sullaproposta dell’esecutivo.Cosa ne pensa dell’emendamento presentatodal governo? “Questo intervento è lodevolenella misura in cui fa venir meno le cosiddettezone grigie – reali o presunte – che in tempi re-centi caratterizzavano la normativa sull’applica-zione dell’Ici. Penso che questa volontà di farechiarezza sia ben accetta anche da parte eccle-siastica. In concreto, però, al momento si naviganel buio, le cifre del gettito proveniente dalle mi-nori esenzioni sono le più disparate e sui soggettiche andranno a pagare c’è qualche dubbio”.

C’è attesa e timore peruna serie di attività comele scuole paritarie o i con-vitti…“Un istituto religioso cheospita studenti universitarichiede un piccolo com-penso, ma non per fini dilucro. Anzi, la sua presenzaè sussidiaria rispetto allagravissima carenza di resi-denze universitarie nellegrandi città. Equipararequesti collegi a un’attivitàalberghiera è ridicolo, so-prattutto in un’ottica com-petitiva, che è ciò che interessa all’Ue. Lo stessoè per le scuole paritarie, per le tante scuole del-l’infanzia… E non parliamo solo di attività chefanno capo alla Chiesa cattolica, ovvero al ve-scovo diocesano, ma pure ad associazioni, orga-nizzazioni che magari sono d’ispirazionecattolica, ma senza alcun legame diretto con legerarchie. Dal governo ci attendiamo ora istru-zioni che chiariscano ulteriormente cosa s’in-tende per attività commerciale”. La discriminante può essere il fine di lucro?“Il principio è quello, già presente nel nostro or-dinamento, che distingue tra enti profit e nonprofit. Non è detto che questi ultimi non chie-dano un compenso, ma diversa è la finalità a cuiquesto è diretto. Oggi vediamo sempre megliocome la polemica sulle esenzioni, al di là del-l’ideologia, sia appesa al filo sottile della con-correnza”. Convitti, scuole dell’infanzia,mense ecc., se dovessero pagare l’Ici/Imu, au-menterebbero i costi. Con quali prospettiveper i servizi che erogano? “Potrebbero esserecostretti ad aumentare le rette, oppure chiudere.In ogni caso si alimenterebbe una carenza ri-spetto a servizi che, ripeto, operano nell’ambitodella sussidiarietà e dei quali c’è bisogno. Lostudente universitario fuori sede che oggi vieneospitato a prezzi modici da un convitto non puòcerto andare in albergo, e forse vedrebbe limi-

tato il suo diritto allo studio. Così pure la chiu-sura di un asilo, o di una mensa sociale, non sa-rebbero buone notizie”. Si continua a parlaredell’“Ici della Chiesa”. Ma non è un’interpre-tazione riduttiva? “E fuorviante, aggiungo: ilprovvedimento riguarda tutti i soggetti che sono‘enti non commerciali’. Se si pensa al lucrocome discrimine tra il pagamento e l’esenzioneritengo che per il mondo cattolico cambierebbeben poco. La volontà del governo è di fare mag-giore chiarezza. Da un lato verranno messi inluce coloro che oggi non sono coscientementein regola; dall’altro emergeranno delle attivitàdi confine dove però il beneficio tributario nontrova giustificazione in relazione a criteri di so-cialità e solidarietà che dovrebbero essere allabase di questi enti. Semmai la nuova norma po-trebbe essere un boomerang per qualcun altro…”.

CHIESA E ICI

Occorre chiarezzaEliminare le “zone grigie”, ma tutelare le realtà dove non vi è fine di lucro

ANZIANIPiù soli, più poveriAuser: seconda indagine nazionalesulla condizione sociale

In questi tempi di crisi sembrano cavarselameglio i giovani stranieri rispetto agli italiani.Infatti da uno studio condotto dalla FondazioneLeone Moressa - dato dal confronto della strut-tura occupazionale dei giovani stranieri conquella dei giovani italiani in età compresa tra i15 e i 30 anni nel primo semestre 2011 -sembra che i giovani lavoratori stranieri sianoinquadrati con contratti più stabili rispetto aipropri coetanei italiani, ma lavorano di più esono pagati di meno. Sono disposti a lavorare in orari più disagiati(specie di sera), svolgono mansioni non adeguateal proprio titolo di studio (sono cioè sottoin-quadrati), sono in prevalenza operai, e se di-soccupati trovano lavoro prima.Nelle Marche, però, i giovanistranieri sentono maggiormenteil peso della crisi. Sono 3850 idisoccupati, cioè il 24,4 % dellatotalità dei giovani disoccupati.Il Tasso di disoccupazione pergli stranieri è del 22,2% controil 12,9% degli italiani. Quellioccupati sono 13.508, cioè il14,4% sul totale dei giovanioccupati. Incidono per il 42,1%sul tasso di occupazione, mentre

gli italiani scendono al 39,3%. I dati forniti dalla Fondazione Leone Morescasono stati rielaborati dall’Agenzia Dalla A allaV. In Italia si contano 455mila giovani stranierioccupati e quasi 95mila disoccupati. Questopermette di calcolare un tasso di occupazionegiovanile straniero del 44,5%, superiore digran lunga rispetto a quello dei giovani italiani

(32,5%) e un tasso di disoccu-pazione del 17,2% inferiore (an-che se di poco) a quello deicoetanei italiani (20,4%). Manel territorio nazionale si evi-denziano caratteristiche occu-pazionali diverse, a causa prin-cipalmente della crisi in atto: inmolte delle regioni del Nord ein alcune del Centro infatti sievidenziano livelli di disoccu-pazione più elevate tra i giovanistranieri che tra i giovani italiani.

Marche:

indagine sui giovani

stranieri

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Breves è una città di circa centomila abitanti nell’isola di Marajòalle foci del Rio delle Amazzoni. La municipalità della città, in se-duta straordinaria e con un solenne cerimoniale, ha conferito alPresidente della Croce del Sud, don Francesco Ciabattoni, con-giuntamente al vescovo di Marajò Josè Luis Azcona, il titolo di‘Commendatore della città di Breves’. Un riconoscimento impor-tante, se si pensa che dal 1984 nessun altro era stato insignito ditale titolo.La sala consigliare è pronta per l’evento straordinariose si pensa che da quasi trent’anni nessuno aveva avuto più questoriconoscimento. L’emozione è palpabile nell’aria. E’ un venerdì.Il 10 febbraio. Data da ricordare per sempre. Anche noi siamoemozionati. Entriamo insieme, i volontari italiani, don Francescoe il vescovo. Veniamo accolti dal cerimoniere del comune che ciillustra le varie parti dell’evento e ci indica dove sederci. Sono leore 10. Nella sala troviamo tanti amici, molti volontari, ma anchereligiose e religiosi. I giornalisti con telecamere e macchine foto-grafiche sono pronti. Entra il presidente del consiglio, poi vieneannunciato il Sindaco Josè Antonio Azevedo Xarao Leao, cheentra tra gli applausi dei presenti. Così avviene per tutti gli asses-sori e consiglieri. Con nostra meraviglia, la seduta ha inizio conla lettura di un brano della Bibbia, cosa impensabile qui da noi. IlPresidente apre la seduta leggendo la motivazione della convoca-zione straordinaria. Alla fine, dopo vari interventi,  il Sindaco pro-nuncia il suo discorso e legge la motivazione dell’onorificenza aidue nuovi commendatori.  “Sono onorato - dice Xarao Leao - dipoter dare la cittadinanza e questa onorificenza a don Francescoperché ho visto di persona quanto ha amato questo popolo e quantobene ha fatto”. Legge la delibera proclamando: "Il governo di Bre-ves, riconoscendo i rilevanti servizi sociali portati avanti in favoredel popolo, ringrazia don Francesco Ciabattoni consegnandogli il

titolo di Commendatore dellacittà di Breves".Scroscio diapplausi. Il festeggiato vieneinsignito con la medaglia e ri-ceve la targa. Così avvieneanche per il vescovo di Marajòmons Josè Luis Azcona.Dopo,abbracci, saluti e foto, il ceri-moniere invita i neo-comme-datori a pronunziare il lorodiscorso.“Ricevo il titolo diBrevense - ha detto don Fran-cesco dopo aver ringraziato leautorità locali – ma lo dedicoe lo condivido con tutti i vo-

lontari italiani e brasiliani, con i benefattori della nostra terra checi permettono di portare avanti questi progetti, con il nostro ve-scovo diocesano di San Benedetto mons. Gervasio Gestori e contutti i soci della Croce del Sud. In modo particolare lo voglio con-dividere con Caterina Gregori qui presente, co-fondatrice dell’As-sociazione, e Mara Abreu responsabile del progetto inBrasile.“Questo riconoscimento non è solo per me ma per tutti noidella Croce del Sud. Io sono solo il rappresentante e spero chemolti possano negli anni prendere coscienza di ciò continuando alavorare per Marajò. Era il 1995 quando arrivai in questa cittadina,inviato dalla mia diocesi, in qualità di Direttore del Centro Mis-sionario Diocesano e Presidente dell’Associazione Missionaria LaCroce del Sud. Fui accolto dal vescovo Az-cona, insieme ai miei amici volontari Cate-rina Gregori, Paolo Salvi, Edvige Terenghi.Entrammo in un mondo a noi sconosciuto.Un popolo povero, tra i più poveri dellaterra. Isolato dal mondo. Sentimmo chequella era la chiamata. Una chiamata diaiuto. Non potevamo lasciare sole quellepersone.“Del problema ho coinvolto i socidella Croce del Sud che con entusiasmo sisono dati da fare per pensare soluzioni chepotessero essere d’aiuto a questa poveragente. Così sono stati realizzati, insieme aivolontari brasiliani, molti interventi a fa-vore dei cittadini di Breves. Ricordo i piùimportanti. La nave ospedale, Madonna delSoccorso, che  ancora oggi lavora tra Portele Breves (assistendo circa 1000 persone al

mese nei posti lontanidalla città) e una am-bulanza motoscafo.Fu questa una richie-sta specifica del ve-scovo Azcona e oggitutti riconoscono es-sere stata un’idea va-lida ed un’iniziativautile. Poi è stato costruito un centro di accoglienza per i volontariitaliani e per la formazione del volontariato missionario brasiliano.Quanti volontari sono partiti dall’Italia! Oltre 40 giovani ed adultihanno condiviso parte della loro vita qui in Amazzonia e insiemeagli oltre 40 volontari locali  si sono formati al servizio missionarioaiutando i bisognosi. La Croce del Sud ha voluto e fatto nascereun centro di accoglienza che ospita ogni anno 130 bambini i qualivengono accolti, educati, nutriti, vestiti e, soprattutto, amati.”Oraè in avanzata fase di realizzazione di una casa di accoglienza perle giovani mamme denominata Casa di Sant’Anna. Questa sarà digrande aiuto alla formazione culturale, morale e lavorativa permolte ragazze madri. Infine, altro importante progetto, ricordol’importante campagna alimentare denominata ‘Natale senzafame’ che da undici anni nel periodo natalizio offre da mangiaread oltre 10mila persone”. Don Francesco ha continuato dicendo:“Io non merito questo riconoscimento, ho fatto solo il mio dovere,e forse avrei potuto fare di più. Ricevo questo titolo cosciente diessere il terzo commendatore nominato a Breves fino ad oggi, in

questa città di 100mila abitanti. E' un titolo chericevo per tutti gli italiani, per cittadini del Pi-ceno, come sacerdote della diocesi di San Be-nedetto e come Presidente della Croce del Sud.Un omaggio che ricevo per i bambini e per ipoveri e che mi impegna a rinnovare e molti-plicare gli sforzi per aiutarli.” Il sindaco JosèAntonio Azevedo Xarao Leao ha voluto inviareun messaggio anche al Vescovo di San Bene-detto mons Gervasio Gestori per aver permessoad un suo sacerdote di lavorare per la città diBreves in tutti questi anni, ai sindaci di San Be-nedetto e di Monteprandone per la collabora-zione economica. Al termine il comune haorganizzato in onore dei festeggiati un deliziosopranzo per oltre 150 invitati. E' stata a dir ditutti un giornata da non dimenticare.

Vincenzo Pallotta

In Amazzonia premiato il lavoro svolto dalla Croce del Sud in oltre 17 anniDon Francesco nominato “Commendatore della città di Breves”“Ho fatto solo il mio dovere” dice il festeggiato dedicando il titolo ai volontari e ai poveri di Marajò

Nel 2007, durante un pellegrinaggio inTerra Santa guidato da Padre Leopoldo Cristi-nelli, Sacramentino, fummo invitati a visitarel’orfanotrofio “La Crèche di Bethlehem” , alFoyer de la Sainte Famille, dove operano lesuore Filles de la Charité, che gestiscono anchel’attigua struttura ospedaliera con i magri con-tributi elargiti dall’ Autorità Nazionale Palesti-nese. L’orfanotrofio accoglie i bambini orfani equelli abbandonati dalle famiglie per strada, neicassonetti o sulla porta dello stesso orfanotrofio.Raccontava la suora con la quale ci incon-trammo, che spesso la polizia arrivava in alcunecase segnalate, in cui neonati indesiderati eranostati messi nei frigoriferi in attesa delle organiz-zazioni criminali che li avrebbero “usati” per itrapianti di organi. Quell’anno ne avevano sal-vati parecchi con l’intervento tempestivo e liavevano affidati alle loro cure. In quella strut-tura modesta ma confortevole, molti giovani divarie nazionalità dedicano un tempo della lorovita all’aiuto solidale, e vi hanno svolto il vo-lontariato anche alcune ragazze della nostracittà. I pellegrini che seguono Padre Leopoldonei viaggi organizzati annualmente e che costi-tuiscono il gruppo “San Pier Giuliano Eymard”,si commossero profondamente alla vista deibimbi serenamente aperti ai visitatori: cen’erano di ogni età; molti erano neonati di po-chissimi mesi, anch’essi tranquilli e desiderosidi coccole e carezze. Fu lì che nacque l’idea diorganizzare una raccolta di offerte a favoredell’orfanotrofio e si decise che non ci si sa-

rebbe più recati alla Grotta di Bethlemme senzapassare anche alla Crèche, per vivere l’Incarna-zione nella dura realtà odierna di Bethlemme.La raccolta si è protratta nel tempo, non limi-tandosi ad occasioni di pellegrinaggio, maestesa alle catechesi per i tempi liturgici forti,alle attività di preparazione ai viaggi e agli in-contri dei Medici Cattolici (AMCI). Vi sono of-ferte particolari provenienti da privati (ad es.,1000 € per la felice nascita di un bambino par-ticolarmente desiderato; 2000 € da un privato),mentre altre offerte provengono dalla Messeestive nel camping Riva Nuova di Martinsicuro,dove i Sacramentini prestano servizio di cele-brazione festiva (agli ospiti del Camping è se-gnalata la destinazione della offerte).

Sono “briciole di solidarietà”, ma che messepazientemente insieme, in circa 7 anni, hannopermesso di raggiungere un importo conside-

revole (superiore a 30.000 €).Una parte della somma è stata trasmessa

all’Associazione A.I.N.A. (Associazione Ita-liana Nomadi dell’Amore), presieduta dalla no-stra concittadina Viky, una sambenedettese cheaiuta l’Africa, e a favore dell’ospedale di Nai-robi- Kenya, che ospita bimbi affetti daA.I.D.S., per i quali le ditte farmaceutiche nonfornivano più medicinali per insolvenza daparte delle suore che gestiscono l’ospedalestesso. Il grosso della somma è stato raccolto efinalizzato alla Crèche di Bethlehem, alla qualequindi è stato devoluto. A tutti gli offerenti èstato documentata la propria offerta nel totale ela destinazione finale (lista nominativa e boni-fico via mail).

Il gruppo di amici offerenti si ispira al cari-sma di San Pier Giuliano Eymard, che sollecitaa spezzare il pane dell’Eucaristia con quellodella carità. Nella Regola di vita dei Padri Sa-cramentini è scritto: “sensibili al grido dei po-veri e alla loro sofferenza, scopriamo in ognisituazione di ingiustizia un invito di Cristo...”La segnalazione di questi piccoli sforzi di soli-darietà intende tenere vivo questo sentimento eimpegno in un tempo socialmente difficile, peressere sempre meglio attenti alla Parola diGesù: «In verità io vi dico: tutto quello cheavete fatto a uno solo di questi miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me» (Mtt.25,40).

Nazzarena Prosperi

PELLEGRINAGGIO E CARITà: BRICIOLE DI SOLIDARIETà

Tra le mura del Comune di Grottammare, inquesti primi giorni di Quaresima, è stata no-tata una delegazione vaticana in cerca di no-tizie su Pericle Fazzini. Bocche chiuse inComune, ma da indiscrezioni raccolte tra isempre bene informati, pare che la Curia va-ticana abbia intenzione di realizzare una pon-derosa pubblicazione sulla “Resurrezione”,l’opera del maestro grottammarese che carat-terizza la sala Nervi, fortemente voluta daPapa Paolo VI, che necessita di piccoli re-stauri. Un’edizione di pregio che il Papa daràin dono a personaggi importanti in occasionedi incontri ufficiali. A dimostrazione cheGrottammare è stata e resta un notevole cen-tro di cultura, arte e storia. E.Tì.

Da Grottammare

Noterella curiosa

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L’immagine della finestra, nelle parole dipapa Benedetto. La troviamo nell’omeliapronunciata in occasione delle solenni ese-quie di Giovanni Paolo II, quando vedepapa Wojtyla che, dalla finestra del cielo,guarda e torna a benedire i fedeli e laChiesa. Ritroviamo, la finestra, nel discorsoal Bundestag, il Parlamento federale tede-sco, quando parla della ragione positivistache non è in grado di percepire qualcosa aldi là di ciò che è funzionale, e somiglia cosìagli edifici di cemento armato senza fine-stre, “in cui ci diamo il clima e la luce dasoli” e non la vogliamo ricevere “dal vastomondo di Dio”. Invece dobbiamo aprire,anzi spalancare la finestra, e “dobbiamo ve-dere di nuovo la vastità del mondo, il cieloe la terra”. Far entrare aria nuova.La troviamo ancora nell’omelia pronun-ciata ai cardinali nella celebrazione dome-nicale in San Pietro. L’immagine, è lafinestra dell’abside della basilica vaticana,sopra all’altare della cattedra, il complessoscultoreo del Bernini. La finestra, dice ilPapa, “apre la Chiesa verso l’esterno, versol’intera creazione, mentre l’immagine dellacolomba dello Spirito Santo mostra Diocome la fonte della luce”. Per BenedettoXVI la stessa Chiesa è “come una finestra,il luogo in cui Dio si fa vicino, si fa incontroal nostro mondo. La Chiesa non esiste perse stessa, non è il punto d’arrivo, ma deverinviare oltre sé, verso l’alto, al di sopra dinoi”. Questo perché la Chiesa “ha il com-pito di aprire oltre se stesso quel mondo chetende a chiudersi in se stesso e portargli laluce che viene dall’alto, senza la quale di-venterebbe inabitabile”. Quanta assonanzacon le parole che Giovanni XXIII pronun-cia l’11 ottobre 1962, aprendo i lavori delConcilio, già ad iniziare con l’incipit del di-scorso giovanneo: “Gaudet Mater Ecclesia,oggi gioisce la Santa Madre Chiesa per lanovità di un incontro che, nell’attenzione aisegni dei tempi, vuole riproporre al mondo

‘il Cristo sempre splendente al centro dellastoria e della vita’”. Certo sappiamo chel’allora giovane sacerdote Joseph Ratzingerha preso parte all’assise come esperto al se-guito dell’arcivescovo di Colonia cardinaleJoseph Frings. Sappiamo anche che fon-dando nel 1972 la rivista “Communio”, as-sieme a von Balthasar e De Lubac, JosephRatzinger ha voluto proprio proseguirel’impegno avviato dal Concilio, facendoentrare aria nuova, fresca, dentro le muradella Chiesa. Come diceva papa Roncalli,nel suo discorso di apertura, gli uomini osono con Cristo “con la sua Chiesa, e alloragodono della luce, della bontà, dell’ordinee della pace; oppure sono senza di lui, ocontro di lui, e deliberatamente contro lasua Chiesa, causando confusione, asprezzadi umani rapporti, e persistenti pericoli diguerre fratricide”. La finestra evoca per Be-nedetto XVI, apertura al mondo, così comela cattedra di Pietro è il riferimento costantealla fede e all’amore: anche il diritto, anchel’autorità nella Chiesa poggiano sulla fede,afferma Benedetto XVI. Come Roncalliche voleva il Concilio poggiasse propriosull’apertura al mondo e sulla difesa e dif-fusione della verità, per “trasmettere pura eintegra la dottrina, senza attenuazioni o tra-visamenti”; ma nello stesso tempo, senzadiscostarsi “dal sacro patrimonio della ve-rità”; perché la Chiesa deve “guardare alpresente, alle nuove condizioni e forme divita, introdotte nel mondo moderno”. Arianuova, dunque, per contrastare anche quei“profeti di sventura” – come li ha chiamatipapa Giovanni – che “annunziano sempreil peggio, quasi incombesse la fine delmondo”. L’ottimismo di Roncalli non na-sconde le difficoltà, i problemi, ma li leggedicendo che l’umanità “sembra entrare inun ordine nuovo di cose” e nel momento at-tuale degli eventi umani “sono piuttosto davedere i misteriosi piani della Divina Prov-videnza, che si realizzano in tempi succes-

sivi attraverso l’opera degli uomini, espesso al di là delle loro aspettative, e consapienza dispongono tutto, anche le avversevicende umane, per il bene della Chiesa”.La ricerca della verità nella carità, che inpapa Giovanni è invito a “usare la medicinadella misericordia invece di imbracciare learmi del rigore”; è distinzione tra l’errantee l’errore; è andare incontro “alle necessitàodierne, esponendo più chiaramente il va-lore del suo insegnamento [della Chiesa]piuttosto che condannando”. La sintoniacon Roncalli in Benedetto XVI passa dauna seconda immagine, la cattedra di Pie-tro, per dire che “presiedere nella carità” si-gnifica “attirare gli uomini in un abbraccioeucaristico – l’abbraccio di Cristo – che su-pera ogni barriera e ogni estraneità, e creala comunione dalle molteplici differenze. Ilministero petrino è dunque primato nel-l’amore in senso eucaristico, ovvero solle-citudine per la comunione universale dellaChiesa in Cristo”. La Chiesa non si auto-regola, “non dà a se stessa il proprio ordine,ma lo riceve dalla Parola di Dio, che ascoltanella fede e cerca di comprendere e di vi-vere”. Una fede egoistica sarebbe una fedenon vera”. E torniamo così a quella finestrache si apre al mondo, che vuole far entrarearia nuova, fresca; finestra che indica pro-spettive nuove. “Dominio e servizio, egoi-smo e altruismo, possesso e dono, interessee gratuità” sono logiche “profondamentecontrastanti”, dice papa Benedetto, che “siconfrontano in ogni tempo e in ogni luogo”.La cattedra di Pietro ci ripropone certo ilconcetto di autorità, “ma di quella di Cristo,basata sulla fede e sull’amore”. È il Conci-lio che continua ad accompagnare il cam-mino della Chiesa e degli uomini.

50° CONCILIO

La finestra apertaPerché entri aria nuova nella Chiesa e nel mondo Fabio Zavattaro

In occasione del 7° anniversario dellamorte del fondatore di Comunione eLiberazione (22 febbraio 2005) e del30° anniversario del riconoscimentopontificio della Fraternità, il VescovoGestori ha celebrato una Messa in suoricordo, venerdì 24 febbraio presso lachiesa di Sant’Agostino di Grottam-mare

GROTTAMMARE - In occasione del7° anniversario della morte di donLuigi Giussani (22 febbraio 2005) e del 30° anniversario del rico-noscimento pontificio della Fraternità di C.L., si stanno celebrandoMesse presiedute da Cardinali e Vescovi in centinaia di città ita-liane e in tutto il mondo.Anche la diocesi di San Benedetto del Tronto ha ricordato DonGiussani con una Messa presieduta dal Vescovo Gervasio Gestoriche si è tenuta venerdì 24 Febbraio alle ore19.30 presso la Chiesa di Sant’Agostino diGrottammare.Una messa partecipata, dove negli occhi deipresenti si è vista tanta commozione per il ri-cordo di Don Giussani.Dopo la lettera enunciata dal responsabilediocesano di comunione e liberazione Ste-fano Stefanucci, in cui si ricordava che è ini-ziato l’iter della causa di beatificazione e dicanonizzazione di don Giussani è stata poiletta da Don Giuseppe Manzini l’intenzionedella Messa.

Don Giuseppe: «Nel XXX Anniversariodel riconoscimento pontificio della Fra-ternità di Comunione e Liberazione chie-diamo al Signore che la gratitudine perl’incontro con il carisma di don Giussanidiventi ogni giorno rinnovata responsabi-lità per il Destino nostro e di tutti i fratellinella irriducibile fedeltà alla Chiesa den-tro le vicende liete e drammatiche dellastoria. Per questo preghiamo in modo par-ticolare per il Santo Padre, invocando sudi lui il conforto dello Spirito Santo in

questo momento di grave confusione».Durante l’omelia il Vescovo ha ricordato i talenti di Don Giussanie come sia importante la preghiera nella nostra vita, per avere lasalvezza della nostra anima. Al termine della celebrazione dopola foto di gruppo, c’è stato un momento di convivio presso lenuove stanze della Chiesa di Sant’Agostino.

La diocesi ha ricordato Don GiussaniLa diocesi ha ricordato Don Giussani NEL SETTIMO ANNIVERSARIO

DELLA MORTE DI DON GIUSSANI

L’Omelia di Mons. Gestori:

La Preghiera, cuore dell’esperienza cristianaIl nostro Vescovo così ha introtto l’omelia in occasione delVII anniversario della morte di don Giussani durante laS.Messa celebrata a Grottammare il 24 febbraio 2012 nellaChiesa di S.Agostino: “In occasione del VII anniversariodella morte di Don Giussani (22 febbraio) e del 30° del ri-conoscimento della Fraternità di Comunione e Liberazioneè stata presentata la domanda formale di avvio del processodella causa della sua beatificazione. La gioia certamente èimmensa, l’attesa è stata premiata, per moltissimi il fatto èapparso scontato. Alla Messa nel Duomo di Milano, comme-morando Giussani, il Card. Scola ha parlato di lui come diun genio educativo e di una forza profetica. L’introduzionedella causa di beatificazione è come una rinnovata acco-glienza del suo messaggio e un nuovo rilancio da parte dellaChiesa della sua opera. In lui, lo sappiamo bene, il cristia-nesimo non è stato mai solo un “argomento”, una dottrina,una morale, ma è un fuoco, una ragione, una letizia, per unincontro vivo con il Cristo contemporaneo.Tra i molti pensieri che mi ritornano alla mente vorrei questasera parlare della preghiera e richiamare alcune sue espres-sioni, andando così al cuore della esperienza ciellina.“La preghiera non è una attività, è l’attività dell’uomo

secondo tutte le dimensioni della sua persona; l’attività

che non sia preghiera non è attività umana, manca della

verità di partenza e della verità nel fine”. Perché questacentralità della preghiera? La risposta di Don Giussani nonè scontata, di tipo devozionale, ma oggettiva, di ordine esi-stenziale. Il motivo di questa affermazione sta nella consi-derazione che l’uomo autentico non è autosufficiente, la suaautonomia non è assoluta ma dipendente, egli deve confron-tarsi continuamente ed ontologicamente con il Tu di Dio, dacui dipende perchè creatura e quindi la persona deve averela sua sorgente e la sua meta in Dio”.

Dopo aver citato alcuni scritti di don Giussani, Mons.Ge-stori ha così proseguito: “Leggo altrove: “Allora la forzadella domanda è l’altro che è presente…E’ la forza di Dio”(Una presenza che cambia, BUR, Milano 2004, p. 122). Unasintesi questa straordinaria! Che cosa significa?

La spiegazione, diremmo ufficiale, di questa sua convin-zione, fu data da Don Giussani in Piazza S. Pietro, il 30 mag-gio 1998, alla presenza di Giovanni Paolo II: “Tutto ciòsignifica che la libertà dell’uomo, sempre implicata dal Mi-stero, ha come suprema, inattaccabile forma espressiva, lapreghiera. Per questo la libertà si pone, secondo tutta la suavera natura, come domanda di adesione all’Essere, perciò aCristo”. Dopo aver ricordato l’importanza della preghiera evidenziatada papa Benedetto XVI nell’Enciclica Deus caritas est, ilVescovo ha così terminato: “La conclusione è dunque sem-plice e ovvia: occorre pregare, occorre sempre pregare. Ildetto popolare “chi prega si salva” è ricco di verità e di tantaesperienza, quella vissuta dai santi, gli uomini veri, le per-sone riuscite. Se volete rimanere fedeli a Don Giussani nonsolo a parole, ma con giusta e devota memoria, occorre faredella preghiera la sostanza della vostra vita. Ci aiuti dal Cieloquesto nostro simpatico e grande amico!”.

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Gesù viene trascinato nella discussione

59. IN GIORNO DI SABATO: “TENDI LA TUA MANO”

Anche questa discussione verte sul riposo sa-batico che sarebbe stato violato da Gesù (Mt12,9-14). Ad essa Matteo fa seguire la lungacitazione del Primo Carme del Servo di Jahvè(12,15-21).

1. La domanda insidiosa dei farisei.

“Allontanatosi di là, andò nella loro sina-goga; 10ed ecco un uomo che aveva una manoparalizzata. Per accusarlo, domandarono aGesù: ‘È lecito guarire in giorno di sabato?’”(Mt 12,9-10). Nell’intento di rispettare il ri-poso sabatico i dottori della Legge distingue-vano tra malati bisognosi di cure necessarie eimmediate e malati che potevano essere curatiin un altro giorno; e la casuistica era molto nu-trita. Però, nel nostro caso,gli avversari di Gesù glichiedono teoricamente se eralecito o no curare.

2. La risposta: in

giorno di sabato è lecito

fare il bene. “11Ed egli ri-spose loro: «Chi di voi, sepossiede una pecora e que-sta, in giorno di sabato, cadein un fosso, non l’afferra e latira fuori? 12Ora, un uomovale ben più di una pecora! Perciò è lecito ingiorno di sabato fare del bene». 13E disse al-l’uomo: ‘Tendi la tua mano’. Egli la tese equella ritornò sana come l’altra. (Mt 12,11-13). La risposta di Gesù si muove in più dire-zioni. C’è l’argomento ad hominem, che siconclude sottolineando la dignità di una per-sona che è ben più che una pecora: eppure, ingiorno di sabato non esitate a tirare fuori dallafossa la pecora che vi è caduta, senza badareal riposo sabatico. Ora, nel caso presente, sitratta di una persona che sta soffrendo. C’è,poi, la grande affermazione di principio: di sa-bato è lecito - e doveroso - fare del bene. C’è,infine, l’atto concreto dell’opera buona, cioèil miracolo che Gesù compie: “Tendi la tuamano”.

3. Viene programmato l’omicidio e

Gesù, vero Servo di Jahvè, si allontana. Que-sto parlare pacato di Gesù e questo suo agirecon somma potenza indispettiscono gli avver-sari, che, con matura riflessione – “tenneroconsiglio” – programmano l’omicidio: “Al-lora i farisei uscirono e tennero consiglio con-tro di lui per farlo morire” (Mt 12,14).

Il testo, che non possiamo commentare,continua. “15Gesù però, avendolo saputo, siallontanò di là. Molti lo seguirono ed egli liguarì tutti 16e impose loro di non divulgarlo,17perché si compisse ciò che era stato dettoper mezzo del profeta Isaia: ‘18Ecco il mio

servo, che io ho scelto; / il mio amato, nelquale ho posto il mio compiacimento. / Porròil mio spirito sopra di lui / e annuncerà allenazioni la giustizia. / 19Non contesterà né gri-derà / né si udrà nelle piazze la sua voce. /20Non spezzerà una canna già incrinata, / nonspegnerà una fiamma smorta, / finché nonabbia fatto trionfare la giustizia; / 21nel suonome spereranno le nazioni’” (Mt 12,15-21;citando Is 42,1-4; 41,9).

4. Il sabato e il Figlio dell’uomo.

L’Antico Testamento colloca il sabato nelledue redazioni del Decalogo: in Es 20,8-11,motivandolo da un punto di vista cultuale, colfatto che il Signore si riposò il settimo giorno

e lo santificò; in Dt5,12-15, motivan-dolo da un punto divista sociale, per-ché sia un giorno diriposo per le per-sone e per le bestie.Moltissimi altritesti parlano ancoradel sabato, tantoche esso man manodiventa, insieme

alla circoncisione, un pilastro del giudaismo.La tradizione orale vi aveva costruito unaricca casistica; per esempio, essa elencava i39 casi in cui si poteva trasgredire il riposo sa-batico. Gesù si trovato a discutere e ad agirein questo campo “minato”. Ricordiamo le duecontroversie riferite dai Sinottici (Mt 12,1-14par.); in proprio Luca riporta due altri miracolicompiuta da Gesù di sabato: la guarigione diuna donna ricurva (Lc 13,10-17) e quella diun idropico (Lc 14,1-6). Si hanno anche an-notazioni sparse in Mc 1,21; 6,2 e in Lc4,16.21. Giovanni riferisce la guarigione disabato del paralitico alla piscina di Betzatà(Gv 5,1-18) e del cieco nato (Gv 9,1-41). Intutti questi sei casi Gesù non si comporta daanticonformista, ma da chi vede il sabatocome il giorno della sua attività messianico-divina: egli è “il signore del sabato” (Mt 12,8).Di conseguenza, il sabato – con tutta la pre-cettistica della tradizione ebraica - non ha piùuna ragion d’essere per sé stesso, ma in Cristoche lo utilizza per i suoi segni messianici.Gesù coglie, quindi, l’essenziale di quantol’AT conteneva e lo lega, arricchendolo infi-nitamente, alla sua persona e alla sua opera.Diventa cosi il”dies Domini” (Ap 1,10), ilgiorno del Signore, la domenica, chiamataanche “il primo giorno della settimana” (Mt28,1; Mc 16,2.9; Gv 20,1.19; At 20,7; 1Cor16,2).

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PAROLA DEL SIGNORESECONDA DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B

LE VIE DEL SIgnOrE SOnO VErITA’ E grAZIA

Dal VANGELO secondo MARCODopo sei giorni, Gesù prese con sè Pietro,Giacomo e Giovanni e li portò sopra unmonte alto, in un luogo appartato, loro soli.Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti di-vennero splendenti, bianchissime: nessun la-vandaio sulla terra potrebbe renderle cosìbianche. E apparve loro Elia con Mosé e di-scorrevano con Gesù. Prendendo allora laparola, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è belloper noi stare qui; facciamo tre tende, una perte, una per Mosé e una per Elia!”. Non sa-peva infatti che cosa dire, poiché erano statipresi dallo spavento. Poi si formò una nubeche li avvolse nell’ombra e uscì una vocedalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto;ascoltatelo!”. E subito guardandosi attorno, non videropiù nessuno, se non Gesù solo con loro. Men-tre scendevano dal monte, ordinò loro di nonraccontare a nessuno ciò che avevano visto,se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse ri-suscitato dai morti. [Ed essi tennero per sè lacosa, domandandosi però che cosa volessedire risuscitare dai morti. VAngELO DI mArCO 9,2-10

La Trasfigurazione é un segnale forte all’in-terno del nostro cammino quaresimale, Gesùci offre una testimonianza diretta della sua fi-gliolanza divina, del suo essere l’eletto delPadre. Egli si dirige sul monte a pregare, come sempreegli si apparta per poter stare da solo con ilPadre nella preghiera e nel colloquio. Gesù siapparta con tre discepoli: Pietro, Giacomo eGiovanni, come se volesse portarsi dietro deitestimoni, per un evento che rimarrà scolpitonella loro mente e nel loro cuore. All’improvviso accade un fatto straordinario,mentre Gesù si trasfigura appaiono due tra i piùgrandi uomini della Antica Alleanza, Mosé ed

Elia, ed essi si fermano a parlare con Gesù. Idue personaggi rappresentano la Legge (Mosé)e i profeti (Elia), come a testimoniare che Gesùricapitola in sé tutto l’Antico Testamento, Gesùé l’ erede diretto di tutta la tradizione religiosaebraica, Gesù é il Cristo, il figlio di Dio. Tanto è vero che Pietro trovandosi così bene inquella situazione che ha del paradisiaco, nonvorrebbe andarsene più e si offre di preparare ilcampo per la notte, ma ben presto questo mo-mento di grande letizia ha termine e tutti in-sieme torneranno alla vita di tutti i giorni, alledifficoltà e alle prove che li attendono. Essi an-cora una volta non comprendono le parole diGesù circa la resurrezione dai morti. Avveni-mento che più tardi li sconvolgerà, così comesconvolgerà l’intera umanità. Da questo brano,o meglio dalle parole proclamate da Dio stessoci viene un insegnamento importante, direi fon-damentale Egli ci dice : “Questi è il Figlio mioprediletto; ASCOLTATELO. Quella frase dettaallora ai tre discepoli, oggi è per noi, viene di-rettamente da Dio a noi, ed è un consiglio – co-mando che noi non possiamo e non dobbiamoignorare, Dio ci raccomanda di ascoltare il suounigenito Figlio, attraverso la SACRA SCRIT-TURA e l’ INSEGNAMENTO DEL MAGI-STERO, frequentando i corsi biblici nellenostre parrocchie, ascoltando e riflettendo at-tentamente sulla proclamazione delle LettureDomenicali e tutte quelle parole di incoraggia-mento e insegnamento che ci arrivano dai Ve-scovi e dal Papa. Questo atteggiamento éessenziale nella vita di ogni discepolo di Cristo,perché solo così potremo conoscere la via daseguire per arrivare al Regno di Dio, alla terrapromessa, perché Gesù é la VIA, la VERITA’,la VITA. Chiediamo al Signore Gesù di aiu-tarci, soprattutto in questo tempo di quaresima,a scoprire o a riscoprire la bellezza della sua Pa-rola, a trovare il tempo e a superare la pigriziaper leggere e meditare la Sacra Scrittura.

riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZA:LA FEDE SI NUTRE DELLA

COMPRENSIONE DELLA SCRITTURA(TErTULLIAnO)

IL SIGNORE E’ PRESENTE NELLA SUA PAROLA:

E’ LUI CHE PARLA MENTRE LEGGIAMO LA SACRA SCRITTURA

NELLA CHIESA. (VATICAnO II)

Domenica 4 marzo

Ore 10.00 MontelparoS. Messa

Ore 17.00 S. Benedetto Tr.Biancazzurro: Incontro quaresimale con Fides Vita

Martedì 6 marzo

Ore 10.00 Porto S. Giorgio - C.V.M. Commissiione Missionaria Regionale

Domenica 11 marzo

Ore 10.00 LoretoIncontro Diocesano per i fidanzati

Incontri Pastorali

del VescovoDUrAnTE LA SETTImAnA

4-11 mArZO 2012

5Anno XXIX

4 Marzo 2012 PAG

Così ha vissuto il Vangelo: (Mt, 25, 35-36): “Io ho avuto fame e mi

avete dato da mangiare; alla sua mensa si son seduti i poveri e nonsono andati mai via con le mani vuote; ho avuto sete e mi avete dato

da bere anche quelli che erano assetati di sapere, dalla sua profondaconoscenza biblica, in possesso di ben due lauree; ero forestiero e mi

avete ospitato, accoglieva tutti senza chiedere la provenienza; nudo e

mi avete vestito, modesto nel vestire, considerava superfluo ilnecessario per sé, povero tra poveri; malato e mi avete visitato, nonsolo, cercava di alleviare anche le sofferenze, lo può testimoniare ilragazzo dawn che spesso lo accompagnava anche da noi, come leospiti dell’orfanatrofio; carcerato e siete venuti a trovarmi. lo sannobene i carcerati di Torino, verso i quali esprimeva la sua umanità. Hatrascorso gran parte della sua esistenza sacerdotale a Montaldo Tori-nese.Nato a S. Benedetto del Tronto, ultimo di una super-numerosafamiglia, ha studiato presso il collegio dei Padri Salvatoriani diMontalto Marche. Nonostante fosse quasi sempre lontano, ha conservato

un amore, potremo dire vi-scerale, per la nostra città,amava parlare in dialetto.Era una gioia per Lui rice-vere il nostro settimanale“l’Ancora” e quando tor-nava durante l’estate, ci mo-strava la sua gratitudine eapprezzamento. Caro padreClaudio, quanti dotti sug-gerimenti!Le esequie che si sono svolte presso la Chiesa della Madonna dellaMarina, la sua parrocchia, sono state presiedute dal Vicario generaledella Diocesi, Mons. Romualdo Scarponi il quale ha fatto pervenireai familiari le condoglianze del Vescovo. Hanno concelebrato numerosiConfratelli Salvatoriani, venuti anche dall’estero. P.P.

Da S.Benedetto del Tronto

È morto Padre Claudio GuidottiDell’ordine religioso dei Padri Salvatoriani.

Page 6: ANNO XXIX N° 8 - 4 Marzo 2012

Il Messaggio per la Quaresima in 40 “tweet”

Monsignor Celli: “Presto anche l’Angelus

sul social network”L’Angelus sbarca su Twitter. Lo ha annunciato in anteprimail presidente del Pontificio Consiglio per le ComunicazioniSociali, monsignor Claudio Maria Celli, rammentando chesul sito “Pope2you” è già disponibile il Messaggio per laQuaresima di papa Benedetto XVI, suddiviso in 40  tweet,uno per ogni giorno del tempo liturgico. Il sito “Pope2you” èattivo già da alcuni anni e, in occasione dello scorso Natale,ha offerto la possibilità di meditazioni dalla Terra Santa. Lascelta di lanciare il Messaggio per la Quaresima via Twitter,è stata presa dal Pontificio Consiglio per le ComunicazioniSociali, in accordo con il Pontificio Consiglio “Cor Unum”.La scelta è ricaduta su brevi frasi, nessuna più lunga di 140caratteri l’una, come ogni tweet richiede. Si è trattato di unmodo per far conoscere ai giovani il Messaggio del Papa, at-traverso “un mezzo che oggi i giovani usano ampiamente”,ha spiegato monsignor Celli ai microfoni di Radio Vaticana.“Crediamo che i giovani abbiano una capacità di risonanzamolto grande – ha proseguito Celli -. Il tweet può essere ri-formulato, ridistribuito, rilanciato, disseminato… E allora,direi che questo ri-chiama l’immagi-ne del Vangelo: ilpiccolo grano disenape che, sparsosul terreno, produ-ce arbusti dove an-che gli uccelli delcielo possono ri-posare”. presule hapoi sottolineatoquanto l’importan-za e l’efficacia della comunicazione web sia stata immediata-mente compresa anche da Benedetto XVI, un papa “che aprima vista non appare mediatico come lo era il suo prede-cessore, il beato Giovanni Paolo II”. Prossimo passo annunciatodal responsabile del dicastero vaticano delle Comunicazioniè l’inserimento, d’intesa con la Segretaria di Stato, dell’Angeluse di altri interventi del Santo Padre su Twitter, con l’aperturasul noto social network di un canale interamente dedicato alPontefice. I  tweet potranno così raggiungere migliaia dipersone lontane che, con altri mezzi, verosimilmente, “nonleggeranno mai un discorso del Papa”, ha osservato monsignorCelli. desiderio del Santo Padre, ha poi concluso il presule,“è proprio quello di essere accanto agli uomini di oggi, di farcapire che il messaggio di Gesù ha un significato per quellepersone che cercano di far sì che il loro cammino sia semprepiù illuminato da una parola, da una luce vera”. Zenit

6 Anno XXIX

4 Marzo 2012PAG

Nel contesto del Centenario della Consacrazionedi Santa Chiara, avvenuta 800 anni fa, la BasilicaPapale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncolaospiterà, a partire da domani, nei locali delle memo-rie francescane e del Museo della Porziuncola, un’in-teressante mostra ad essa dedicata.L’esposizione sarà inaugurata domani, domenica 26febbraio, alle ore 16, presso i locali del Museo dellaPorziuncola, con l’intervento del prof. AlessandroTomei e  rimarrà aperta fino all’11 agosto 2012,Obiettivo della mostra è celebrare una donna che halasciato un segno non indifferente nella cultura, nellaspiritualità e nell’arte, il cui carisma ancora oggicoinvolge migliaia di consacrate, e il cui nome è tut-tora ovunque venerato. La mostra raccoglie oggettid’arte provenienti da Monasteri di Clarisse, da Con-venti francescani e dagli archivi del Museo della Porziuncola, ma so-prattutto è tesa a descrivere la grandezza di Chiara e della sua visioneprofetica, attraverso riproduzioni grafiche di miniature antiche, le pa-role degli antichi suoi biografi e quelle significative di Papa BenedettoXVI e del beato Giovanni Paolo II. Al centro della mostra risalta laTavola del Maestro di Santa Chiara, eccezionalmente esposta per l’oc-casione di questo felice anniversario. Un’opera di valore impondera-bile per l’arte medioevale e che possiamo definire il punto diriferimento, il paradigma, di ogni modo di rappresentare la Vergine diAssisi e di descrivere l’importanza della sua figura per la spiritualitàe la vita religiosa. Osservando il modo esemplare in cui l’anonimoMaestro di Santa Chiara ha offerto l’effigie della santa alla nostra con-templazione, al fine dell’imitazione della sua vita, risulterà più elo-

quente comprendere quanto l’arte cristiana sia stata frutto della spiri-tualità del tempo e insieme ne abbia influenzato in modo decisivo gliesiti. Insieme alla grande tavola istoriata, sono poi esposte alcuneopere di “devozione” dedicate a Santa Chiara che provengono an-ch’esse da Monasteri e da Conventi francescani. Due artisti contem-poranei, Aurelio Bruni e Piero Casentini, sensibili alla spiritualitàfrancescana, si sono impegnati infine nel cercare di pensare Chiara,nei fatti salienti della sua vicenda umana in relazione alla Porziuncolae nella sua icona di riferimento, e di farlo con occhio contemporaneo.In un’epoca d’incertezza iconografica si tratta di un tentativo plausibilee lodevole e il cui risultato è oltremodo pregevole. L’ingresso è liberoe seguirà questi orari: 9.30 - 12.30 / 15.00 - 18.00 (ora legale 15.30 -19.00).

Ritorno alla Porziuncola

Santa Chiara d’Assisi: il carisma e l’icona in una mostra.

Nell’incantevole cornice paesaggistica diMarano, a Palazzo Cipolletti, è stato inau-gurato, ieri, il nuovo archivio storico diCupramarittima nell’ambito del progetto“Memorie di Carta”, promosso dall’As-sessorato provinciale alla Cultura con il so-stegno di Regione Marche e FondazioneCarisap. Alla cerimonia sono intervenuti ilPresidente della Provincia Piero Celani,l’Assessore alla Cultura Andrea Maria

Antonini, il primo cittadino di Cupra Do-

menico D’Annibali, il vice sindaco An-

namaria Cerolini l’Assessore comunalealla Cultura Luciano Bruni, il vice Prefettodi Ascoli dott.sa Aurora Monardi e lafunzionaria del Servizio Cultura della Re-gione dott.sa Laura Capozucca. Presentianche Ottavio Medori in rappresentanzadella Fondazione Carisap, il dirigente del-l’ISC prof. Valter Laudadio, il coordinatoredi Memorie di Carta Andrea Martinelli,il presidente dell’Archeo Club di Cupra,prof. Vermiglio Ricci e la funzionaria pro-vinciale alla Cultura dott.sa Donatella Pao-

loni. L’inaugurazione è stata proceduta dadue momenti ricchi di spunti di riflessionee confronto. Al mattino, nell’Aula Magnadell’ISC, alla presenza di studenti e docentiaccompagnati dal preside Laudadio, ladott.sa Laura Ciotti (funzionario dell’Ar-chivio di Ascoli) ha illustrato le funzioni eattività di ricerca curate dagli archivi, mentrela dott.sa Allegra Paci, professionista in-

caricata da Pa-lazzo San Fi-lippo per l’ideaprogettuale inprogramma nei33 Comuni pi-ceni, ha descrit-to gli strumentiutilizzati nelcampo della ri-cerca archivi-stica. Nel po-meriggio, nellaChiesa di SantaMaria in Ca-

stello di Marano, ha avuto luogo una tavolarotonda, alla presenza dell’Assessore An-tonini e del Presidente Celani, nel corsodella quale la dott.sa Paci ha ripercorso lefasi salienti del recupero dell’Archivio cu-prense e gli interventi di catalogazione ef-fettuati (pergamene, libri antichi, documenti,atti). Il Presidente Celani ha elogiato il grandelavoro svolto da tutti i protagonisti “di unprogetto così importante per il recupero ela difesa della memoria storica del nostroterritorio simbolo di storia, arte e cultura”ha messo in rilievo “l’impegno e l’azionedi trasmissione di saperi, valori e tradizioniche grazie al recupero degli archivi pro-vinciali non andranno perduti né dimenti-cati”. Antonini, ringraziando per la collaborazionee l’attenzione dimostrate dal Comune diCupramarittima, ha spiegato come “il pro-getto Memorie di Carta rappresenti un’ideaassolutamente innovativa e moderna nelsuo genere, unica nelle Marche e tra leprime dell’intero panorama nazionale”.“Si tratta di un’iniziativa progettuale didurata triennale – ha aggiunto l’Assessore

alla Cultura – che vede coinvolti giovaniarchivisti del Piceno individuati dall’Am-ministrazione tramite una selezione pubblica.Mi preme sottolineare si possa conseguireun duplice obiettivo: da un lato scongiurare

che tanti documenti del tempo cadano nel-l’oblio, e dall’altro che gli archivi, tornandofunzionanti, possano essere facilmente frui-bili da tutti in particolar modo dai giovanie dagli studiosi”. Il sindaco D’Annibali el’Assessore alla Cultura Bruni hanno espres-so viva soddisfazione per l’iniziativa dellaProvincia che “permetterà alla cittadinanzacuprense di avvalersi di un ulteriore stru-mento di conoscenza, ricerca e approfon-dimento”, alla luce anche del forte legamecon la storia e l’arte come testimonia il no-tevole patrimonio di beni culturali (come,ad esempio: l’area archeologica, il Ninfeo,Sant’Andrea e moltissimi reperti antichi epregiati), in particolare del periodo romano,della località costiera picena. La dott.saCapozucca, a nome del ServizioCultura della Regione Marche, siè congratulata con il PresidenteCelani e l’Assessore Antonini “perun progetto pilota, unico nellasua natura, che per sensibilitàculturale, finalità pedagogiche erigorose metodologie di lavorodeve essere preso a modello intutto il territorio regionale”.Infine, dopo il simbolico tagliodel nastro al terzo piano di PalazzoCipolletti e un brindisi auguraletra tutti i presenti, l’Assessore An-tonini ha annunciato che il 24marzo prossimo si terrà l’inaugu-razione del nuovo archivio di Mas-signano.

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

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Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Inaugurato il nuovo archivio storico di CupraAlla presenza di amministratori, esperti e mondo della scuola

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7Anno XXIX

4 Marzo 2012 PAG

Da Ripatransone a cura di A. G.

A Ripatransone, per il carnevale 2012, le manifestazioni si sono svolte in quattro giorni e nonsoltanto in tre, come avveniva da decenni: merito questo della ricostituita. Associazione Tu-ristica Pro Loco (che ha collaborato con l’amministrazione comunale nel programmarli), laquale, “riesumando” la storiella/diceria attribuita alla “moglie del carnevale: “Mio maritom’ha tradito, se n’è andato a Monte Antico” (uno dei quartieri del centro storico), per il tardopomeriggio del 16 febbraio, giovedì grasso, ha programmato, ad opera della “Loggia del so-maro” con l’intervento della banda musicale, il trasferimento del “Sig. Carnevale” dal quar-tiere di Agello a quello di Monte Antico, dove il “pupazzo” è stato sistemato nella “sua” casa.Domenica 19 Febbraio, dalle ore 14,30, c’è stata la prima sfilata dei sette carri allegorici edei sei gruppi mascherati; in Piazza Matteotti c’è stato lo spettacolo con il deejay ALINO econ Angelo Carestia, durante il quale sono stati presentati al pubblico carri e gruppi.

Lunedì 20 Febbraio, dalleore 15,30, al Palazzettodello Sport “Cav. ClaudioPerazzoli”, si è svolto ilcarnevale dei bambini,animato dai ragazzi del“ludobus”.Il 21 Febbraio, martedìgrasso, per le avverse (manon proibitive) condizioniatmosferiche, non si èsvolta la seconda sfilata,ma i gruppi mascherati egli. “equipaggi” dei carri

allegorici, hanno trascorso il pomeriggio in sana allegria in gran parte al Palazzetto delloSport ed in minima parte in Piazza Matteotti. Intorno alle ore 18, in Piazza Marconi, accantoalla “casa di carnevale”, ai partecipanti è stata distribuita una torcia di juta, per la fiaccolatada “Monte Antico alla “Jella” (Agello), con la partecipazione della “Loggia del somaro” edella banda musicale. Sempre martedì grasso, dalle ore 20, presso il Ristorante-Pizzeria “Ba-rone Rosso”, si svolta la festa di chiusura dei Carnevale Ripano 2012, animata dai “Tre percento”: Accursia Vinciguerra, Carl Fanini, Roberto Lanciotti.Carri e gruppi: circa 300 maschere -

Anche per il Carnevale Ripano 2012, come avviene da circa un decennio, per l’approntamentodei carri allegorici ha funzionato il trinomio: alunni-genitori-docenti: ad essi infatti si deve lapreparazione di sei dei sette che hanno partecipato alle due sfilate di domenica 19 e di martedì21 febbraio. Ecco i nomi: Scuola primaria del capoluogo:- Legoland (classi prime);- I Messicani (classe Il sez. A); -Spongebob/Kristy Krab (classiterze);-I vampiri (classe IV sez. A);Scuola dell’infanzia:- Frazione Valtesino (Cabiano):”Tra giorno e notte”;-capoluogo: RIO.Il carro approntato da soli adulti: “Na gabbia de matti”.Dei sei gruppi mascherati, uno formato da soli adulti, “La loggia del somaro” (già “Thbe eErac”) che si è presentato “rafforzato” avendovi aderito alcuni soci della Pro Loco; gli altricostituiti prevalentemente da alunni della scuola secondaria di primo grado; ecco i nomi:-Odalisc ed arabi; -Peter Pan; -I pompieri; - Le streghe; -I barboni.Le sfilate sono state possibili grazie alla tempestività con cui le amministrazioni comunale eprovinciale hanno liberato dalla neve (alta in media 70 cm) le vie, le piazze e la circonvalla-zione panoramica (costituita da un lungo tratto della strada provinciale “Cuprense”).

Carnevale Ripano: quattro giorni di sana allegria

Uno sguardo sulla città a cura di E.Tì.

Quattro le domeniche senza auto.Saranno quattro le domeniche in cui sarà vietato il transito mattutino ai mezzi a motore sulla corsiaEst del Lungomare, nel tratto tra via Virgilio, davanti l’area ex camping e il molo Sud. Il divietodi circolazione sarà in vigore nei giorni 26 Febbraio, 25 Marzo, 29 Aprile, e 29 Maggio, dalle ore9.00 alle 13.00 Il provvedimento è stato emesso per combattere l’inquinamento cittadino. Nonsono domeniche ecologiche, ma la volontà di indurre le persone a sperimentare modalità diversedi vivibilità della città delle Palme.

In via dei Bastioni crolla un muro di contenimento.La pioggia dei giorni scorsi non ha risparmiato il Paese Alto,dove s’è sfiorata la tragedia in via dei Bastioni dove sonocrollate le mura di contenimento di un giardino privato, di-struggendo alcune auto parcheggiate lungo la via. Fortuna-tamente che il crollo, dovuto sicuramente alle infiltrazionidella pioggia, s’è verificato in piena notte, altrimenti i dannisarebbero stati più ingenti. La strada nel frattempo è statatransennata in attesa dei lavori di ripristino della viabilità.

Slitta la sfilata dei carri carnascialeschi.Rinviate a domenica 4 Marzo, con replica il 9 Aprile, giorno dellaPasquetta, le sfilate del Carnevale Sambenedettese. La decisione acausa delle strade allagate e degli smottamenti per le copiose pioggecadute in questi giorni. Cinque i carri allegorici, tutti di ottima fat-tura. “Ratatouille” di B.Illuminati e E.Viviani; “L’Italia alla de-riva” di E. Bianconi; “Topolino che cerca” del Gruppo S. Lucia;“Winnie the Pooh nel Paese dei diritti” dell’Associazione Carta-pesta e III Circolo e “Boia chi molla” di R.Narcisi e L.Virgili.

E’ morta Sofia, storica pescivendola.Aveva 88 anni la signora Sofia, detta la Palomma, la storica pescivendola di San Benedetto. Avevacominciato vendendo frutta, poi, diventata moglie di Prichiò, sul suo carretto aveva iniziato a por-tare le cassette di pesce pescato dal marito, spingendosi a piedi fino ad Acquaviva e Ripatransone.Ai tempi del Ballarin la domenica la vedevi fuori dello stadio a vendere lupini e nocelle. Lasciadieci dei sedici figli messi al mondo, insieme ai tanti nipoti e pronipoti.

Terminata l’emergenza neve che lasciato an-cora qualche traccia ben visibile nel territo-rio. Ci riferiamo soprattutto ai numerosi ramidegli alberi divelti a causa del notevole pesodella coltre bianca. A tal proposito ci si staadoperando anche per questa fase per pulireal più presto i cigli delle strade e i greppi incui sono ammassati rami piccoli e grandi.Danni di tal genere anche nelle campagnesoprattutto agli uliveti che sembrano esserestati potati naturalmente. È sempre vero, edè il caso di dirlo, “piove sul bagnato”. Lapioggia torrenziale di lunedì scorso oltre adaver causato il mega allegamento della cittàdi San Benedetto del Tronto, ha prodottoqualche disagio anche a Monteprandone,anche se indirettamente. Lungo la strada Monteprandone – Ragnolaall’altezza delle doppie curve, è franato ungreppo di notevoli dimensioni riversando lamassa di fango sulla carreggiata provinciale

occludendola alla circolazione che nelleprime del mattino è piuttosto intensa. Nel-l’immediato pronto è stato l’intervento deglioperai e dei mezzi del Comune di Monte-prandone intervenuti sul tratto provincialesempre nell’ottica della reciproca collabora-zione tra enti. Ciò ha permesso di liberare lacarreggiata e far defluire la circolazionesenza particolari disagi. Nelle ore successivel’intervento è stato ultimato dal personale edai mezzi dell’ Amministrazione Provincialedi Ascoli Piceno. FC

Monteprandone

La pioggia non è stata da meno della neve.

È bastato l’arrivo di un inverno quanto mai ri-gido, con tantissima neve, per farci riscoprire ilnostro lato più umano. La fatica per esserci rim-boccate le maniche a colpi di pala a scansare laneve dall’uscio di casa, imbottiti come non maiper ripararci dal freddo, ci ha fatto riassaporaresoprattutto la gioia e il gusto antico dello stareinsieme e del focolare domestico. Perché la neveha riportato a casa il senso della famiglia, l’im-magine di un luogo stabile dove ritrovarsi a par-lare, a raccontare, a leggere, a stare al caldo. Adosservare, magari dalla finestra o dalla portad’ingresso, e scrutare con quel sapore di meravi-glia fanciullesca la coltre di neve che crea ghirigori infiniti e che avevamo dimenticato. Da dietroi vetri delle finestre il tempo sembra scorrere più lentamente. Per una volta si è piacevolmentecostretti a stare a casa, nella propria casa dove non si è trascinati via per forza, i grandi al lavoro,i piccoli con zaini in spalla per raggiungere la scuola. La casa, quella dove siamo nati, cresciuti sirianima, torna ad essere viva. E la neve diventa l’imprevisto che riporta la casa nella sua vera di-mensione. Dove sentir pulsare il cuore, la vita. E se anche la riacquistata promiscuità può anchegenerare qualche screzio in più, un’arrabbiatura di troppo, ma almeno ci si guarda in faccia, siresta incollati sulla sedia senza scappare, tornando così ad essere famiglia. Cosa che sembravadefinitivamente perduta dinanzi a una TV che nell’angolo gracchia in continuazione, dove im-perversa il fascino della tecnologia, di facebook, di farfalle a conclusione di spettacoli con predichedi santoni improbabili. E.Tì.

L’angolo dei ricordi

La fredda neve ci ha fatto riscoprire il calore della famiglia.

Da Grottammare

Al Kursaal presentato il libro “Io e i pigmei” di Raffaella Milandri.

Dalla jungla urbana alla foresta, potrebbe essere questo il titolo della biografia di Raffaella Milandri,la giovane viaggiatrice solitaria, nata a Faenza ma sambenedettese di adozione, che ha dedicato alcunianni della sua vita a raccogliere testimonianze che diventano appelli disperati rivolti al Nord del mondo.E lo fa con la sua macchina fotografica, convinta che ogni popolo possa continuare a vivere senzaessere cancellato dalla faccia della terra, insieme alla sua cultura, nell’indifferenza generale. Immaginie storie che sono diventati un libro e un video che domenica scorsa sono stati presentati al Kursaal diGrottammare alla presenza di un pubblico quanto mai attento e interessato. “Io e i pigmei. Cronachedi una donna nella foresta” , il libro che sintetizza il video-reportage del viaggio in Camerun che loha ispirato. Viaggio e indagine nell’Africa equatoriale alla scoperta di un millenario popolo che vivein simbiosi con la natura. Un’accurata e documentata ricerca a stretto contatto con i pigmei, le cuiorigini pare risalgano addirittura a più di duemila anni prima di Cristo. Un avvincente e commoventeracconto, costituito da parole e immagini, con un’analisi di come il progresso e il lato oscuro della glo-balizzazione, che riguardano tutti noi, stiano influenzando negativamente sul pacifico e mite popolodella foresta. Ma per fortuna ci sono sempre persone generose, come la nostra autrice che, oltre a do-cumentare i torti e le sopraffazioni, si impegna in prima persona a lanciare appelli, raccogliere firme,inviare missive di denuncia per la tutela dei popoli indigeni a rischio di estinzione. E tutto questo conle sue sole risorse, fisiche ed economiche. Rara avis, di questi tempi. E.Tì.

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8 Anno XXIX

4 Marzo 2012PAG

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Un tiepido sole, dopo la neve dei giorni scorsi,ha regalato a tutti i bambini intervenuti ed ailoro catechisti un pomeriggio di giochi, balli,canti e tanto tanto divertimento.Grazie all’impegno di alcuni giovanissimi dellaParrocchia in primis di Francesca e Gianni, e dialcune mamme, Daniela e Tamara che hannocoinvolto anche i rispettivi mariti, tutto è filatoliscio come l’olio.I bambini hanno trascorso un pomeriggio di-verso e hanno mostrato tutta la lorogioia nel giocare e nello stare in-sieme. L’ora del catechismo, si è tra-sformata in una grande festa, dovetutti sono stati protagonisti.Ciliegina sulla torta: dopo due ore in-tense di svago, la messa officiata dalparroco don Alfonso Rosati, rigoro-samente in maschera. Una messa co-lorata apprezzata anche dai moltifedeli intervenuti.

“Sono piccole iniziative, che servono a crearecoesione ed a fare gruppo – afferma Don Al-fonso- Non dobbiamo scordare che la Chiesasvolge un’importante funzione sociale e per iragazzi avere un luogo dove potersi confron-tare ed avere un punto di riferimento fermo, èdi fondamentale importanza. Un ringrazia-mento, va ai giovanissimi, ai genitori ed a tuttequelle persone che si sono spese nell’organiz-zazione. L’augurio è che, altri (giovani, fami-

glie…) si facciano coinvolgere in queste inizia-tive. La parrocchia, deve diventare una grandefamiglia, dove ognuno possa sentirsi protago-nista e contribuire alla sua crescita.”Terminato il Carnevale, inizia questo martedì,alle ore 21, il primo di cinque incontri formativiper tutti. Un modo per ritrovarsi ed approfon-dire insieme la figura di San Paolo per un cam-mino di conversione in questa quaresima 2012.Venerdì, sempre nel salone parrocchiale ilprimo di due incontri di approfondimento orga-nizzati e fortemente voluti dalle due Parrocchiedi Centobuchi, Sacro Cuore e Regina Pacis perunire il territorio. Paride Travaglini

Da Centobuchi

Tante mascherine hanno colorato il sabato pomeriggiodella Parrocchia S. Cuore

Da Grottammare

Teatro delle Energie. I cinque appuntamenti dell’Orchestra di fiati.

Nella Sala di Rappresentanza del Comune diGrottammare, il Sindaco Luigi Merli, il maestroFederico Paci e la dott.ssa Rita Virgili hannoufficialmente presentato alla stampa la QuartaEdizione del Wind Symphonic Festival. Rasse-gna di concerti sinfonici e non solo, diretti dalmaestro Federico Paci e coordinati dal maestroRomeo Petracca, in cui verranno eseguite musi-che di Mozart, Gershwin, Morricone, Piaz-zolla. Cinque i concerti, distribuiti nel periodomarzo/giugno, tutti al Teatro delle Energie, rea-lizzati grazie alla collaborazione tra la GioventùMusicale d’Italia, l’Istituzione di Alta CulturaMusicale “G.Braga” di Teramo e il Comune diGrottammare, con il concreto contributo dellaTercas. Si inizia giovedì 8 Marzo, festa dellaDonna, con un programma misto che spaziadalle musiche di Morriconi, composte apposita-mente per i fiati, a quelle di Duke Ellington. Siprosegue venerdì 30 Marzo con “Ascoltiamo ilcinema”, musiche tratte dalle colonne sonore deifilm. Si arriva a venerdì 27 Aprile, con la seratadedicata a Mozart. Verranno eseguite alcuneopere giovanili e la “Gran Serenata” con la par-tecipazione straordinaria di Vincenzo Mariozzi,primo clarinetto dell’Orchestra “Santa Cecilia”.

Venerdì 25 Maggio è la volta di “Ah, l’Ame-rica”, una produzione dell’Orchestra in cui siracconta l’America e le musiche di Piazzolla. Larassegna si concluderà martedì 21 Giugno conl’ormai classico “Concerto del Sostizio”. Can-zoni jazzate e tanta musica sudamericana. L’Or-chestra dei Fiati è nata alcuni anni fa periniziativa di un gruppo di docenti con lo scopodi offrire agli alunni dell’Istituto “G.Braga” l’op-portunità di occupare il proprio tempo libero inmaniera proficua, quindi sana aggregazione, eper far loro acquisire professionalità. Guidata dalmaestro Federico Paci, l’Orchestra ha tenuto in-numerevoli concerti anche fuori dell’ambito re-gionale. Tutte le serate hanno inizio alle ore21,30. Biglietti: posto unico € 7, ridotto (fino a18 anni e over 65) € 5, abbonamento per le cin-que serate 25 €, ridotto 20 €. E.Tì.

Da Valtesino, parrocchia Madonna di Fatima

QUARESIMA: IN CAMMINO VERSO LA PASQUA Di Fabiana Raggiunti

Domenica 19 Febbraio i bambini deigruppi “La Creazione” e “Il Dono dellaVita”, che quest’anno si preparano percelebrare, rispettivamente, la propriaPrima Comunione e la propria PrimaConfessione, si sono riuniti insieme alnostro Parroco Don Luis, ai propri geni-tori ed ai propri catechisti per prepararele ceneri che sarebbero state utilizzatedurante la celebrazione del Mercoledìdelle Ceneri per essere imposte sul capodei fedeli. Il rito simbolico, compiuto dai contadini cristiani già dalV secolo d.C., affonda le sue radici nella tradizione ebraica. Le ce-neri utilizzate sono ottenute bruciando le palme e gli ulivi benedettila Domenica delle Palme dell’anno precedente. Esse sono il segnodella debolezza, della fragilità della condizione umana e del penti-mento per i peccati commessi. I bambini dei due Gruppi di Cate-chesi hanno ripetuto questo gesto mettendo in un cesto, cheraccoglieva i rametti della comunità, le proprie palme recitando unapiccola preghiera “Signore con tutto il cuore voglio tornare a te conla preghiera, il digiuno e l’elemosina…” Mentre le fiamme consu-

mavano le foglioline benedette, che manmano diventavano cenere, sono stati citatidei passi biblici nei quali si evidenzia ladimensione precaria dell’uomo simboleg-giata dalla cenere. Iniziando da Abramoche rivolgendosi a Dio disse: “Vedi ardi-sco parlare al mio Signore, io che sonopolvere e cenere…”. Giobbe invece,avendo riconosciuto i suoi limiti, affermò“Mi ha gettato nel fango sono diventatopolvere”. Molto noto è l’episodio della

conversione di Ninive: dopo la predicazione di Giona i cittadini ce-dettero a Dio e bandirono un digiuno e vestirono il sacco. Persinoil re si tolse il manto si coprì di sacco e di mise a sedere sulla cenere.Con i nostri bambini e con questo semplice rito abbiamo potuto ca-pire tutti il significato dell’umile gesto delle Ceneri poste sul capodei fedeli ed hanno iniziato il nostro cammino di quaranta giorniverso la Pasqua, un cammino che servirà per trasformarci e per di-ventare capaci di capire l’amore di Dio per il suo popolo. Egli, in-sieme a Gesù che si fa nostro compagno di strada, ci indica la stradaverso la quale dobbiamo dirigere la nostra vita.

La nostra Comunità Parrocchiale di Valtesino di Ri-patransone si popola di laureati. Altre due giovanidella nostra Comunità hanno brillantemente con-

cluso il proprio percorso di studi loscorso 24 Febbraio. Presso lasplendida cornice della Pinacotecadel Comune di Ascoli Piceno, allapresenza dei docenti dell’Univer-sità di Camerino, Barbara Fares

ha discusso la propria tesi “Studianalitici per la caratterizzazione diinchiostri antichi e confronto coninchiostri preparati secondo anti-

chi ricettari”, laureandosi così inTecnologie per la conservazione ed il restauro dei

beni culturali con il bel voto di 107/110. Alla pre-senza di parenti e amici, dopo una rela-zione di oltre 20 minuti, la neolaureataha festeggiato con spumante, nel giar-dino del Comune del capoluogo questobel traguardo. I festeggiamenti sono pro-seguiti a casa nella stessa sera con alcuniamici e amiche. Poi, nella serata di sa-bato una bellissima festa presso il BarAlto Gradimento di Valtesino. Felici peril traguardo raggiunto, i genitori Paolo eMirene con i fratelli Gessica e Leo-nardo. Ma nella nostra Comunità nonpoteva mancare anche una brillante psi-cologa. La nostra catechista Silvia Ma-

roni, infatti, ha conseguito, con il voto di 108/110,la Laurea Magistrale in Psicologia Cli-nica e della Salute presso l’UniversitàG. d’Annunzio di Chieti – Pescara di-scutendo una tesi dal titolo “Genitoricolpevoli & Figli innocenti” nellaquale ha affrontato il tema della deten-zione genitoriale e della conseguentefrattura affettiva che si viene a crearetra una donna detenuta ed il propriobambino al quale è indispensabile ga-rantire una buona relazione con la pro-pria madre. Un consistente “esercito”di parenti ed amici ha voluto accom-pagnare Silvia in questa intensa gior-

VALTESINO, TERRA DI LAUREATI A cura di Alessio Rubicini e Gessica Fares

nata prima di tensione ed ansia per l’importantemomento da affrontare e poi di grande festa per ilbrillante risultato conseguito. Particolarmente felicie soddisfatti per questo traguardo i genitori Silvanoe Graziella, suo fratello Luca, i suoi nonni Emidio,Angela e Cesira ed il suo ragazzo Marco.Tutta la Comunità Parrocchiale, inoltre, fa festa in-sieme a queste nostre sorelle insieme alle loro fa-miglie ed augura loro di conseguire brillantirisultati professionali pari, almeno, agli ottimi ri-sultati raggiunti nello studio.