ANNO XXIX N 12 1 Aprile 2012

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ANNO XXIX N° 12 - 1 Aprile 2012 1.00 Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Finestra sulla Parola «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Ine- sorabilmente puntuale, anno dopo anno, il grido straziante di Gesù pendente dalla Cro- ce, penetra come una freccia appuntita nel nostro tutto, in quel tutto il cuore, tutta l’anima e tutte le forze, con cui abbiamo cercato di ade- rire più intimamente al Si- gnore, in questi quaranta giorni, tempo di deserto e di ascolto, tempo di fidan- zamento e di attesa del gior- no beato delle nozze del- l’Agnello. Ma oggi il mite Agnello è condotto al macello, immolato su un legno teso tra la terra e il cielo, e non c’è modo di sfuggire al suo “perché”, che si leva al di sopra del trambusto dei soldati, dei capi del popolo e della folla dei curiosi, e si infrange contro le porte della casa del Padre, alla quale il Figlio bussa con il suo ultimo lancinante respiro. Eppure, l’avvento del suo primo respiro tra noi, un grido anch’esso, fu annunziato in sogno al giusto Giuseppe, come il vagito del bambino atteso da Israele, l’Emmanuele, il Dio-con-noi, e, fino a questo giorno, egli aveva incarnato la pre- senza di un Dio che è con l’uomo per liberarlo, amarlo, guarirlo nel corpo e nello spirito, e per dargli la gioia e la vita senza fine. Ma oggi questa gioia e questa vita sembrano fuggire proprio da Lui e, cosa immensamente drammatica, il “Dio-con” sembra essersi allontanato, sembra averlo lasciato al suo destino di ma- ledetto, insultato, schernito e trucidato proprio da quei “noi” inscritti nel suo nome. Anche in questo Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio … svuotò se stesso … diventando simile agli uomini, a noi che sperimentiamo una esistenza di credenti che si gioca per tutta la vita tra queste due posizioni - la certezza di un Dio vicino a noi e l’angoscia dell’abbandono - e cerchiamo di trattenere il più possibile i momenti in cui sentiamo forte la presenza di Dio, con tutte le sue consolazioni, mentre ci sgo- mentiamo quando, proprio nella prova, lo sentiamo lontano, sordo e insensibile alle nostre suppliche. “Meraviglioso scambio!”, esclamiamo anche noi con le parole della liturgia: perché fosse sanata in noi questa ferita e colmata questa distanza tra la prossimità e l’abbandono, perché potessimo finalmente amarlo, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, perché Egli fosse solo e per sempre il “Dio-con-noi”, bisognava che Dio restasse per un momento lontano dal Figlio, che il Cristo fosse immerso nelle tenebre dell’abbandono e che, come un laccio lanciato ciecamente verso il Cielo, una parola – “mio” - , lo legasse definitivamente al Padre nella sua discesa negli abissi della morte: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio”. Le sorelle Clarisse della Santa Speranza Segue a pag. 2 RIFORMA DEL LAVORO Il Parlamento dovrà ora esprimersi sull'operato del Governo Nicola Salvagnin Sulla riforma del lavoro il governo Monti ha fatto un... buon lavoro, nella forma e nella sostanza. Nella forma: l’esecutivo ha discusso con competenza e pa- zienza con le cosiddette parti sociali, e ha cercato la maggior convergenza possibile sulle sue proposte; quindi ha realizzato una bozza di riforma articolata e tutto sommato completa, per passarla all’esame del Parlamento senza l’errata scorciatoia del decreto legge e senza sottostare ai niet di questo o quello. Saranno le forze politiche ora a dover valutare punto per punto quanto deciso dall’esecutivo, limando o aggiungendo o addirittura stralciando. È conve- nienza di tutti arrivare ad un cambiamento articolato e convincente. Nella sostanza: soffermiamoci sul punto più caldo, sullo scoglio addosso al quale si sono scontrate le proposte di ri- forma dell’ultimo decennio. Stiamo parlando dei licenzia- menti, ed in particolare di quell’art. 18 dello Statuto dei la- voratori che prevede il reintegro nel posto di lavoro per il lavoratore (di azienda con più di 15 dipendenti) licenziato senza “giusta causa”. Orbene, dopo alcuni decenni di vita sparisce quel concetto di giusta causa che veniva variamente interpretata dal giudice del lavoro caso per caso; quasi sempre ravvisandone la mancanza. Adesso – e per tutti – la questione cambia così: l’azienda potrà licenziare il lavo- ratore singolo per motivi economici. Se il giudice, interpellato, non ravviserà motivazioni economiche valide, seguirà un indennizzo economico, cioè una serie di mensilità – da 15 a 27 – pagate al lavoratore come “risarcimento” per il li- cenziamento ingiusto. Cioè quello che è sempre accaduto nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Rimane nullo, quindi inefficace, il licenziamento discriminatorio (per razza, sesso, convinzioni religiose, ecc.). Anzi la tutela del reintegro è stata estesa pure alle aziende con meno di 15 dipendenti, quindi per tutti i lavoratori assunti a tempo in- determinato. Infine, è previsto il licenziamento per motivi disciplinari: ci sarà l’indennizzo economico, il reintegro solo qualora il giudice ritenga gravemente illegittimi i motivi che hanno portato alla chiusura del rapporto di lavoro (qui si riscontrerà spesso il nodo dell’attività sindacale in azienda, non gradita all’azienda stessa). Cade così un piccolo tabù, dietro al quale tra l’altro si mascherava pure molta precarietà lavorativa: la paura di “sposarsi a vita” con il dipendente sbagliato ha spinto spesso i datori di lavoro a non procedere verso assunzioni che ora, si spera, saranno molto più frequenti. Tra l’altro il governo ha previsto un bel giro di vite a certe forme di flessibilità (meglio: di sfruttamento e di precarizzazione), a cominciare dai contratti a tempo determinato: non più di 36 mesi, e costeranno giustamente di più. Il punto, qui come in altri casi (false partite Iva) è quello di togliere la maschera a rapporti di lavoro subordinati di fatto, ma “flessibili” nelle tutele e nei pagamenti. Nel pacchetto-lavoro c’è ancora molto altro: a cominciare dall’Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego che diventerà il caposaldo per i cosiddetti ammortizzatori sociali, altro argomento in via di completa ridefinizione. Quindi si cambia. Ora la palla passa al Par- lamento. Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno a pag. 2 L’Angelus del Papa dal Messico Nel profondo del cuore Benedetto XVI: Maria è la guida che conduce l'uomo a Dio Cristiana Dobner Papa Benedetto, che di strada ne ha compiuta nella sua vita e ben sa che, prima o poi, giungerà alla meta, indica, anche dal Messico, il percorso non per districarsi dai guai e dalle sventure che su di noi incombono, ma per assumerle e farle nostre in modo personale e cosciente. Bisogna "guardare nel profondo del cuore umano" , sempre ma "special- mente nei momenti che uniscono dolore e spe- ranza". Cuore, nel linguaggio biblico del Papa, non ha alcuna coloritura sentimentale o intimistica, at- tinge direttamente alla Parola di Dio "Crea in me, Signore, un cuore puro". Sintesi della lettera dei Vescovi marchigiani

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXIX N° 12 - 1 Aprile 2012 € 1.00

Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Finestra sulla Parola«Dio mio, Dio mio, perchémi hai abbandonato?». Ine-sorabilmente puntuale, annodopo anno, il grido straziantedi Gesù pendente dalla Cro-ce, penetra come una frecciaappuntita nel nostro tutto,in quel tutto il cuore, tuttal’anima e tutte le forze, concui abbiamo cercato di ade-rire più intimamente al Si-gnore, in questi quarantagiorni, tempo di deserto edi ascolto, tempo di fidan-zamento e di attesa del gior-no beato delle nozze del-l’Agnello. Ma oggi il mite

Agnello è condotto al macello, immolato su un legno teso tra laterra e il cielo, e non c’è modo di sfuggire al suo “perché”, chesi leva al di sopra del trambusto dei soldati, dei capi del popoloe della folla dei curiosi, e si infrange contro le porte della casadel Padre, alla quale il Figlio bussa con il suo ultimo lancinanterespiro. Eppure, l’avvento del suo primo respiro tra noi, ungrido anch’esso, fu annunziato in sogno al giusto Giuseppe,come il vagito del bambino atteso da Israele, l’Emmanuele, ilDio-con-noi, e, fino a questo giorno, egli aveva incarnato la pre-

senza di un Dio che è con l’uomo per liberarlo, amarlo, guarirlonel corpo e nello spirito, e per dargli la gioia e la vita senza fine.Ma oggi questa gioia e questa vita sembrano fuggire proprio daLui e, cosa immensamente drammatica, il “Dio-con” sembraessersi allontanato, sembra averlo lasciato al suo destino di ma-ledetto, insultato, schernito e trucidato proprio da quei “noi”inscritti nel suo nome. Anche in questo Cristo Gesù, pur essendonella condizione di Dio … svuotò se stesso … diventando simileagli uomini, a noi che sperimentiamo una esistenza di credentiche si gioca per tutta la vita tra queste due posizioni - la certezzadi un Dio vicino a noi e l’angoscia dell’abbandono - e cerchiamodi trattenere il più possibile i momenti in cui sentiamo forte lapresenza di Dio, con tutte le sue consolazioni, mentre ci sgo-mentiamo quando, proprio nella prova, lo sentiamo lontano,sordo e insensibile alle nostre suppliche. “Meraviglioso scambio!”,esclamiamo anche noi con le parole della liturgia: perché fossesanata in noi questa ferita e colmata questa distanza tra laprossimità e l’abbandono, perché potessimo finalmente amarlo,con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, perchéEgli fosse solo e per sempre il “Dio-con-noi”, bisognava cheDio restasse per un momento lontano dal Figlio, che il Cristofosse immerso nelle tenebre dell’abbandono e che, come unlaccio lanciato ciecamente verso il Cielo, una parola – “mio” - ,lo legasse definitivamente al Padre nella sua discesa negli abissidella morte: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio”.

Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

Segue a pag. 2

RIFORMA DEL LAVOROIl Parlamento dovrà ora esprimersi sull'operato del Governo

Nicola Salvagnin

Sulla riforma del lavoro il governo Monti ha fatto un...buon lavoro, nella forma e nella sostanza.Nella forma: l’esecutivo ha discusso con competenza e pa-zienza con le cosiddette parti sociali, e ha cercato lamaggior convergenza possibile sulle sue proposte; quindiha realizzato una bozza di riforma articolata e tutto sommatocompleta, per passarla all’esame del Parlamento senzal’errata scorciatoia del decreto legge e senza sottostare ainiet di questo o quello. Saranno le forze politiche ora adover valutare punto per punto quanto deciso dall’esecutivo,limando o aggiungendo o addirittura stralciando. È conve-nienza di tutti arrivare ad un cambiamento articolato econvincente.

Nella sostanza: soffermiamoci sul punto più caldo, sulloscoglio addosso al quale si sono scontrate le proposte di ri-forma dell’ultimo decennio. Stiamo parlando dei licenzia-menti, ed in particolare di quell’art. 18 dello Statuto dei la-voratori che prevede il reintegro nel posto di lavoro per illavoratore (di azienda con più di 15 dipendenti) licenziatosenza “giusta causa”. Orbene, dopo alcuni decenni di vitasparisce quel concetto di giusta causa che veniva variamenteinterpretata dal giudice del lavoro caso per caso; quasisempre ravvisandone la mancanza. Adesso – e per tutti –la questione cambia così: l’azienda potrà licenziare il lavo-ratore singolo per motivi economici. Se il giudice, interpellato,non ravviserà motivazioni economiche valide, seguirà unindennizzo economico, cioè una serie di mensilità – da 15a 27 – pagate al lavoratore come “risarcimento” per il li-cenziamento ingiusto. Cioè quello che è sempre accadutonelle aziende con meno di 15 dipendenti. Rimane nullo,quindi inefficace, il licenziamento discriminatorio (perrazza, sesso, convinzioni religiose, ecc.). Anzi la tutela delreintegro è stata estesa pure alle aziende con meno di 15dipendenti, quindi per tutti i lavoratori assunti a tempo in-determinato. Infine, è previsto il licenziamento per motividisciplinari: ci sarà l’indennizzo economico, il reintegrosolo qualora il giudice ritenga gravemente illegittimi imotivi che hanno portato alla chiusura del rapporto dilavoro (qui si riscontrerà spesso il nodo dell’attivitàsindacale in azienda, non gradita all’azienda stessa). Cadecosì un piccolo tabù, dietro al quale tra l’altro si mascheravapure molta precarietà lavorativa: la paura di “sposarsi avita” con il dipendente sbagliato ha spinto spesso i datoridi lavoro a non procedere verso assunzioni che ora, sispera, saranno molto più frequenti. Tra l’altro il governoha previsto un bel giro di vite a certe forme di flessibilità(meglio: di sfruttamento e di precarizzazione), a cominciaredai contratti a tempo determinato: non più di 36 mesi, ecosteranno giustamente di più. Il punto, qui come in altricasi (false partite Iva) è quello di togliere la maschera arapporti di lavoro subordinati di fatto, ma “flessibili” nelletutele e nei pagamenti. Nel pacchetto-lavoro c’è ancoramolto altro: a cominciare dall’Aspi, l’assicurazione socialeper l’impiego che diventerà il caposaldo per i cosiddettiammortizzatori sociali, altro argomento in via di completaridefinizione. Quindi si cambia. Ora la palla passa al Par-lamento.

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

a pag. 2

L’Angelus del Papa dal Messico

Nel profondo del cuoreBenedetto XVI: Maria è la guidache conduce l'uomo a Dio

Cristiana Dobner

Papa Benedetto, che di strada ne ha compiuta nellasua vita e ben sa che, prima o poi, giungerà allameta, indica, anche dal Messico, il percorso nonper districarsi dai guai e dalle sventure che su dinoi incombono, ma per assumerle e farle nostre inmodo personale e cosciente. Bisogna "guardare nelprofondo del cuore umano" , sempre ma "special-mente nei momenti che uniscono dolore e spe-ranza". Cuore, nel linguaggio biblico del Papa, nonha alcuna coloritura sentimentale o intimistica, at-tinge direttamente alla Parola di Dio "Crea in me,Signore, un cuore puro".

Sintesi della lettera

dei Vescovi

marchigiani

Page 2: ANNO XXIX N  12   1 Aprile 2012

Anno XXIX

1 Aprile 20122

PAG

Questo desiderio, che è una concreta po-stura, continuavano a ritornare nelle sup-pliche di Israele, soprattutto quando"prendeva coscienza della persistenza delmale e del peccato nel suo seno, come unpotere praticamente implacabile ed im-possibile da superare". Infatti cuore, nellessico biblico, indica il nucleo centraledella persona, quello decisionale, la sedein cui la persona dinanzi a se stessa in so-litudine, si ritrova alle prese con le sueproprie scelte ed opzioni vitali. La nostrastruttura di peccato non può mutare senzail nostro personale desiderio di mutare, èfuor di dubbio, ma può mutare perché noimanipoliamo e mutiamo noi stessi?Anche questo è fuor di dubbio: no, certa-mente. La supplica perciò del cuore puro,trasparente a Dio, pentito del male chepervade i nostri pensieri e le nostreazioni, trasforma "un cuore affranto eumiliato" e lo muta in "un cuore nuovo".Sgorga allora un duplice movimento ri-

sanatore e pacificatore: la persona"si riconosce impotente da sestesso", perché cozza con la suapropria natura che oppone resi-stenza implicita e silente e conti-nua a ricadere senza potersirialzare; il balzo la fa uscire dallaspirale di morte perché "si mette nellemani di Dio per continuare a sperarenelle sue promesse". Il peccatore, cioèognuno di noi, ha latente in sé il dono diquesta trasformazione, deve solo invo-carlo e aprirsi all'azione di Dio con tra-sparenza. In realtà, rischia di rimanereuna bella parola perché, pur vibranti didesiderio, ci sentiamo soli. Papa Bene-detto, dal Messico, guarda a Colei chepresta sempre soccorso, da Madre e So-rella nella fede: la Vergine Maria. Non èuna segnaletica di percorso, per quantoimportante, è qualche cosa di più pre-zioso: Maria è una guida, perché il suocammino terreno ha conosciuto le ombre

e le difficoltà di una vita interamente ri-volta a Dio. Nel soccorso prestato al po-polo messicano nell'evento di Guadalupe,Maria ha mostrato il Figlio "non come uneroe portentoso da leggenda, ma come ilvero Dio per il quale si vive, il Creatoredelle persone, della vicinanza e dellaprossimità, il Creatore del Cielo e dellaTerra". Non è una protezione che ci esimadall'agire e ci renda passivi o deboli, la"Madre del vero Dio" è la fonte del no-stro vigore, perché solo allora il cuorepotrà davvero diventare puro e così "ri-manere con la fede e la carità sotto la suaombra, per superare così ogni male e in-staurare una società più giusta e solidale".

Cristiana Dobner

L’Angelus del Papa dal Messico

Nel profondo del cuoreBenedetto XVI: Maria è la guida che conduce l'uomo a Dio

Convegno teologico pastorale chesi terrà ad Ancona il 17 e 18 Aprile,iscrizioni aperte.

ANCONA - Dopo il congresso eu-caristico, in preparazione al 2° con-vegno ecclesiale marchigiano (2013)si terrà il 17 e 18 aprile 2012 pressol’aula magna dell’Istituto TeologicoMarchigiano di Ancona, il Convegnoteologico pastorale dal tema: “Tra-sformati dal mistero per una pa-storale in chiave mistagogica”.Il Convegno si rivolge agli operatoripastorali della Regione Marche (or-dinati, religiosi e laici), agli studentidell’Istituto Teologico Marchigiano(compresa la specializzazione in Sa-cramentaria) e degli ISSR presentinelle nostre Chiese. La scelta di que-sto tema si fonda sulla convinzioneche la liturgia celebrata come espe-rienza del mistero è una via maestraper far crescere credenti. Le iscrizioniscadranno il 10 Aprile 2012.

continua dalla prima pagina

Trasformati dal mistero per una pastorale in chiave mistagogica

Alzati e va’…Vivere

e trasmettereoggi la fede

nelle Marche

Dal 22 al 24 novembre 2013 si svolgerà il 2°

Convegno Ecclesiale Marchigiano, in cui sa-

ranno coinvolte tutte e tredici le Diocesi della

regione.

ANCONA - La Conferenza episcopale marchi-giana inizia il cammino di preparazione verso il2° Convegno ecclesiale regionale, previsto dal 22al 24 novembre 2013.“Alzati e va’... Vivere e trasmettere oggi la fedenelle Marche” è il tema scelto per questo appun-tamento che, dopo vent’anni, intende ravvivarela trasmissione della fede nelle comunità marchi-giane: il primo Convegno, infatti, si tenne nel1993 sulla nuova evangelizzazione.Ad essere coinvolte nella celebrazione del-l’evento sono le 13 diocesi della Regione. L’evento regionale, che si tiene dopo la celebrazionedel XXV Congresso eucaristico nazionale (Ancona,3-11 settembre 2011), è stato presentato venerdì23 Marzo ad Ancona da mons. Luigi Conti, ar-civescovo di Fermo e presidente della Conferenza

episcopale marchigiana (Cem), mons. EdoardoMenichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, emons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macera-ta-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia e coordinatoredel Comitato preparatorio del Convegno. “Apartire dal dialogo con la realtà, affinché ilVangelo sia contemporaneo ad ogni tempo - hadetto mons. Luigi Conti - ci assumiamo ilcompito di convocare le nostre Chiese cercandonuove vie per la trasmissione della fede: unafede che non va mai presupposta ma proposta,in un momento difficile per la nostra societàdove non dobbiamo dimenticare di cercare semprenell’Eucaristia la sorgente per annunciare la carità

La lettera dei Vescovi marchigianiCON LA FORZA

DELL’EUCARISTIA:DAL CONGRESSO EUCARISTICO

NAZIONALE AL CONVEGNO ECCLESIALE REGIONALE

“Cari amici, ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza dell’Eucaristiain una costante osmosi tra il mistero che celebriamo e gli ambitidel nostro quotidiano.” Si apre con queste parole di BenedettoXVI rivolte ai pellegrini giunti ad Ancona da tutta Italia per la ce-lebrazione eucaristica conclusiva del XXV Congresso EucaristicoNazionale il documento approvato dalla Conferenza EpiscopaleMarchigiana che accompagnerà l’itinerario verso il 2° ConvegnoEcclesiale regionale.

Vorremmo che questa nostra lettera, - continua il messaggio - mo-strando l’eredità del XXV Congresso Eucaristico Nazionale si fac-cia per le Marche pane del cammino verso il 2° ConvegnoEcclesiale Regionale che si terrà nel novembre del 2013 e ci aiutia vivere con passione l’Anno della fede indetto dal Santo PadreBenedetto XVI a cinquant’anni dall’inizio del Concilio Ecume-nico Vaticano II. Benedetto XVI nella lettera apostolica «Porta fidei» pensandoall’Anno della fede scrive: “Desideriamo che questo Anno suscitiin ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza econ rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Riscoprire icontenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e ri-flettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ognicredente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno.” Per questo i Pastori delle Chiese che vivono nelle Marche vedonoin questo tempo un tempo di grazia e si rivolgono ai sacerdoti,diaconi, donne e uomini di vita consacrata, fratelli e sorelle nellafede in Cristo Signore per ricentrare l’attenzione su Cristo Gesù,nostro contemporaneo. Mettendosi in ascolto di questo nostro tempo, il Papa al porto diAncona, ci ha aiutato a conoscere alcune sue povertà: “Risolverela libertà con l’assenza di vincoli; l’illusione di poter organizzarela società semplicemente in forza del potere e dell’economia; lasuperbia che impedisce l’umiltà e fa affidamento solamente sulleproprie forze: sono tutte forme che ci chiudono, finendo per im-poverirci.” E tutto questo ci porta a una: “cultura che tende a pre-scindere da chiari criteri morali” e finisce per essere priva del“vino della festa” relegando ciascuno “a muoversi in maniera in-dividuale e autonoma, spesso nel solo perimetro del presente”. “La frammentazione del tessuto comunitario si riflette in un rela-tivismo che intacca i valori essenziali; la consonanza di sensa-zioni, di stati d’animo e di emozioni sembra più importante dellacondivisione di un progetto di vita”. Tutto ciò non può che riflet-tersi anche nel rapporto tra il credente e la città degli uomini, nelcomune impegno per una vita sociale nella quale i valori di equità,giustizia, sobrietà e solidarietà trovino casa. I vescovi riconoscono nel Congresso Eucaristico Nazionale unostraordinario momento che rvivela la necessità di mantenere unacostante osmosi tra il mistero celebrato e gli ambiti del nostro quo-tidiano. Il Congresso Eucaristico Nazionale è stata un’occasioneprivilegiata che ha visto nelle Marche la Chiesa lavorare fianco afianco con Istituzioni ed Enti locali, nel segno di una reciprocastima e di una fattiva collaborazione.I Vescovi concludono la loro lettera invitando le Chiese che sononelle Marche a fare proprie le parole che il Signore negli Atti degliApostoli ha detto al diacono Filippo «Alzati e va’ …» (Atti 8,26ss). È l’imperativo che rivolto ai credenti in Cristo mostra unapresenza, indica una direzione, rivela che solo l’incontro con Luipuò “dinamicizzare” la storia. Vivere e trasmettere la fede ogginelle Marche ci vuole tutti concordi nel cammino che con fiduciae speranza siamo chiamati ad affrontare. In tutto la vita diventa ilbanco di prova della nostra fede: “In chi si fida di Lui, l’acquadella vita quotidiana si muta nel vino di un amore che rendebuona, bella e feconda la vita”.

del Vangelo”. La Cem ha elaborato e approvato un documento, intitolato “Conla Forza dell’Eucaristia: dal Congresso eucaristico nazionale al Convegnoecclesiale regionale”, nel quale si delineano gli sviluppi dei contenuti inprospettiva dell’evento del 2013. Il documento verrà poi distribuito in tutte lediocesi marchigiane.

A interpretare simbolicamente il valore dell’evento èstato ideato un logo che, nel suo insieme, sintetizzagraficamente il profilo geografico delle Marche; laCroce, il cui abbraccio si esprime in un vortice evo-lutivo a indicare la storia della salvezza, e il profilodella basilica di Loreto, che ospiterà la celebrazioneeucaristica conclusiva del Convegno. “Il tema sceltoper l’evento, ‘Alzati e va’...’, è tratto da un passo em-blematico degli Atti degli Apostoli e ci incoraggia aleggere i segni dei tempi, alla luce della Parola diDio”, ha spiegato mons. Claudio Giuliodori, ricor-

dando che questo appuntamento è un’occasione propizia “per rinnovare l’im-pegno nella sfida educativa, alla luce degli Orientamenti pastorali” e “costituiscela forma concreta tramite cui, nelle Marche, attueremo le indicazioni del Papaper l’Anno della fede: l’appuntamento sarà caratterizzato da diversi momentidi riflessione e seminari di studio, ed è prevista inoltre la partecipazione di al-meno 700 delegati”. Il Convegno, pur nascendo in ambito ecclesiale, vuole co-munque “rivolgersi e aprirsi alla società civile”, ha detto Giancarlo Galeazzi,direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose “Lumen Gentium” di An-cona e membro del Comitato preparatorio, sulla base delle “urgenze familiari,educative e lavorative della realtà locale” e “delle tante risorse caritative, gio-vanili e religiose che la terra marchigiana è in grado di offrire: la nostra è unaChiesa che vive il mondo della contemporaneità e ci rende costruttori consa-pevoli di una cultura capace d’incidere sempre più nel tessuto sociale”.

Simone Incicco

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3Anno XXIX

1 Aprile 2012 PAG

In una Sala Consiliare, gremita come nellegrandi occasioni, la Pro Loco cittadina haconferito il Premio “La Donna dell’anno”allagiovane psicologa e psicoterapeuta VittoriaQuondamatteo. Vicky per gli amici. Una

cerimonia semplice ma significativa alla pre-senza di autorità civili, militari e religiose.Dopo il saluto di Marco Calvaresi, Presidentedel Consiglio Comunale, alla professoressaAlfiera Carminucci è toccato il non lievecompito di illustrare le varie attività sociali eumane della giovane premiata che, in primafila assisteva con un certo imbarazzo e com-mozione alla sottolineatura delle sue innu-merevoli opere benefiche. Vittoria nasce aSan Benedetto. A quindici anni, studentessaliceale, riceve il Premio della Bontà “per es-sersi dedicata nel tempo libero all’aiuto dibambini e ragazzi disagiati”. Nel 1992 lafolgorazione durante un’esperienza in Kenia.Alla vista delle atroci sofferenze di donne ebambini, matura la sua propensione a dedicarsial prossimo. Il 15 Marzo del 1993 fondal’AINA (Associazione Italiana Nomadi del-l’Amore), una Onlus per costruire in Kenia,

nel villaggio di Igoji, una casa famiglia doveaccogliere bambini malnutriti e malati diAIDS. Dopo questa bella realtà, l’anno dopo,promuove e realizza l’acquedotto a Katham-bandega per l’Ospedale di St. Anne. Nel frat-

tempo alla “Sapien-za” di Roma si lau-rea in Psicologiaclinica e di comu-nità, specializzan-dosi poi in Psico-logia Relazionale eSistematica. Scrive,persino un libro aquattro mani conSaverio Allevato,“Il fiore del deser-to”, storia di gio-vani che cercano di

uscire dall’inferno. Nel corso degli anni nonsi contano più le opere benefiche realizzatein giro per il mondo per il recupero fisico ementale di bambini, giovani, donne, anziani,malati, abbandonati. Argentina, Brasile, Ura-guay, Perù, Kenia e Madagascar, i paesi chel’hanno vista all’opera, grazie al generosocontributo di benefattori e associazioni uma-nitarie. A Roma e Palermo le ultime realiz-zazioni benefiche per alleviare le sofferenzedi tanti ragazzi e ragazze segnati da sofferenzeindicibili, vittime di violenze, abusi, solitudinee accompagnarli nel lento cammino dellaloro rinascita. La relatrice, con un’ombra dicommozione nella voce, conclude il suo diredefinendo la premiata come una novella Ma-dre Teresa di Calcutta. Poi le foto ricordo egli applausi convinti dei numerosi presenti.

E.Tì.

Assemblea provinciale elettiva del Comitato Piceno

del Centro Sportivo Italiano

L’Ecclesialità: la forza del CSI “Lo sport ha in sé un potenziale educativo enorme: naturalmente non qualunque sport, non tuttolo sport, ma lo sport che incontra il volto dell’uomo. In un contesto sociale così debole dal puntodi vista delle opportunità di educazione e formazione per le giovani generazioni, l’associazio-nismo sportivo in parrocchia costituisce senza dubbio un’opportunità pastorale. Pertanto è im-portante rilanciare la funzione educativa dello sport e dell’associazionismo sportivoparrocchiale. È indispensabile dare una particolare attenzione alla formazione di nuove figuredi animatori sportivi in parrocchia.” (N 49. Pastorale dello sport, libro del sinodo. pag 48)

Lo Sport a servizio delle Parrocchie - arrivare a tutte leParrocchie.Lo sport è uno strumento importante fra le attività parrocchiali per raggiungere i ragazzi ed igiovani e trasmettere loro valori positivi in armonia con quelli evangelici; lo ha ricordato EdioCostantini nel corso della sua riflessione formativa, come indicato dal documento della Confe-renza Episcopale Italiana “Sport e vita cristiana”. Non solo, ma questa affermazione è contenutaanche nel documento conclusivo del Sinodo della Diocesi di Montalto e Ripatransone, recente-mente conclusosi, come ha ricordato il Vescovo di San Benedetto, Mons. Gervasio Gestoriaprendo i lavori dell’assemblea provinciale delle società sportive affiliate al Centro Sportivo Ita-liano del comitato di Ascoli Piceno, svoltasi nei giorni scorsi presso il salone della Parrocchia diSan Giacomo della Marca a Porto d’Ascoli. Il Vescovo ha inoltre posto l’accento sulle potenzia-lità socializzanti dell’attività sportiva e sull’importanza di formatori preparati, perché, anche tra-mite loro, sia possibile condurre i giovani ad essere buoni sportivi, cittadini e cristiani. Costantiniinoltre ha sottolineato che al CSI la forza e l’ autorevolezza non provengono dal CONI, ma dallaChiesa, fin dalla sua fondazione promossa da Gedda e Papa Pio XII, ma l’Associazione devechiedersi sempre se questo concetto fondamentale non sia diventato un “francobollo” da attac-carsi qui e là e non invece una consapevolezza vissuta. Ha perciò invitato ad un continuo esamedi coscienza (“non ci dormite, da questa notte!”) perché, per progredire, bisogna sempre saperedove ci si trova e non cadere nel pericolo dell’autoreferenzialità (“quanto siamo bravi! Gli altrisono dietro a noi!...) giungendo talvolta anche a bluffare sui numeri; il termine di confronto nonpossono essere le Federazioni, bensì il Vangelo. Don Luigino, della Pastorale del tempo libero, turismo e sport diocesano e regionale, ha ribaditola necessità che al CSI venga riconosciuto il ruolo che gli compete nell’ambito del movimentooratoriano della diocesi e la grande potenzialità di animazione nel variegato mondo dello sportcittadino.

Il presidente regionale del CSI, Daniele Tassi, ha invitato a riflettere sull’estrema criticità dellasituazione etico-morale della civiltà occidentale contemporanea, che potrebbe essere paragonataa quella del primo dopoguerra; c’è quindi bisogno di “ripartire e ricostruire”.Si è svolta poi la seconda parte dell’assemblea associativa, nel corso della quale i rappresentantidelle società sportive affiliate al CSI hanno esaminato ed approvato all’unanimità sia la relazionesull’attività svolta dal consiglio provinciale uscente, che il rendiconto amministrativo del 2011;poi hanno proceduto all’elezione di coloro che guideranno il comitato piceno per i prossimi quat-tro anni; il presidente provinciale è stato confermato Antonio Benigni, fra gli applausi di tutti ipresenti; questi sono i nuovi consiglieri: Alessandro Bianchini, Roberto Borghese, FrancescoCinciripini, Enea Clemente, Stefano De Carolis, Giacomo Antonio Italo De Zio, Francesco DiGirolamo, Andrea Falcioni, Maurizio Grandoni, Gianluca Piersimoni, Gianni Prete, RobertoTommasi; il revisore dei conti effettivo è risultato essere Romeo Grilli, i revisori supplenti LuciaVannicola ed Elio Caldarini. Il consulente ecclesiastico provinciale è Don Amedeo Matalucci.Neiprossimi giorni il nuovo consiglio si riunirà per la prima volta e provvederà all’elezione dellecariche associative previste dallo statuto per completare l’organigramma del comitato.

F. Cinciripini

(Nella foto il presidente ed il nuovo consiglio provinciali)

Da S. Benedetto

Vittoria Quondamatteo è la Donna dell’anno

AZIONE CATTOLICA: SACRA FAMIGLIA!Si è svolto il 18/03, l'incontro unitario dispiritualità, rivolto a tutti i giovani e gliadulti di Azione Cattolica, presso la par-rocchia Sacra Famiglia di San Benedettodel Tronto. E' stato invitato per l'occasionedon Claudio Marchetti, che continuando la ri-flessione già avviata nell'incontro unitario diavvento,  ha focalizzato nuovamente l'atten-zione sull'interiorità, aspetto messo in partico-lare evidenza in questo anno associativo. Dopouna vivace e stimolante riflessione su come vi-vere l'interiorità, è stata ricordata l'importanzadi stilare una regola di vita spirituale, di rita-gliare spazi dedicati al silenzio e all'ascolto,  al-l'esigenza di una guida spirituale chepossa accompagnarci nel nostro cammino, tuttiquei "strumenti" cari alla lunga tradizione for-mativa dell'AC da sostenere e vivere. I parte-cipanti si sono poi potuti ritrovare in piccoli

gruppi per condividere il loro vissuto spiritualee le loro realtà. Gli interrogativi, le esperienze,le riflessioni emerse durante il confronto neisingoli gruppi sono state poi condivise con tuttii partecipanti all'incontro. per aiutarci a un di-scernimento comunitario. Per la conclusionedel pomeriggio ci ha accompagnato nella pre-ghiera del vespro il nostro vescovo Gervasio.L'ospitalità della parrocchia e dell'associa-zione, è stata degna di una "Sacra Famiglia":tra un sorriso e una preghiera, un dolcetto e lebelle esperienze spirituali emerse da ogni sin-gola persona. Gabriella Cameli

Vicepresidente settore giovani di AC

"SULLA VIA...VERSO IL GOLGOTA"è un momento di rifles-sione e preghiera in pre-parazione alla SantaPasqua, animato dai bam-bini e ragazzi dell'A.C.R.parrocchiale. Percorre-remo insieme, comeGesù, il sentiero cheporta al Golgota per arri-vare fino alla cima, dovela sofferenza e il malelasciano il posto alla Res-urrezione. Faremo questoviaggio aiutati dai ragazziche leggeranno passi deiVangeli e compiranno al-cuni gesti, ascolteremo alcuni brani musicali e ci saranno dei filmati per meditare. Al terminel'A.C.R. della Parrocchia di San Pio V consegnerà gli auguri per una serena e felice Pasqua.Vi aspettiamo!

Page 4: ANNO XXIX N  12   1 Aprile 2012

Da Monteprandone

La storica Processione delCristo Morto che si ripete

dal 1859 ogni Venerdì Santo

Ogni anno, da oltre due secoli, migliaiadi fedeli assistono alla storica proces-sione del Cristo Morto. Il Venerdì Santo,alla sera, tutti si ritrovano nella chiesa diSan Niccolò di Bari, arrivano da ogniparte. Sono oltre 300 le persone che ve-stono i ruoli dei personaggi storici. Laconfraternita della Pietà e della Mortedecise nel 1845 di avere nella proces-sione del Venerdì Santo. Fu così che l'ar-tista Emidio Paci realizzò in legno labellissima statua del Cristo e l'anno suc-cessivo Sante Morelli preparò la Bararealizzandola in legno e a misura dellestradine paesane. Nel 1851 si commis-sionò a Tito Boccachiodi la doratura enel 1855 con il velluto, le stoffe, lefrange d'oro e d'argento, i cuscini e ifiocchi si completò l'ornamento. La baraera terminata e così nel 1859 per laprima volta uscì in processione incan-tando coloro che la videro: maestosa,splendente. La bara viene portata aspalla da 4 giovani (vestiti di nero) cheformano una squadra di portatori e lungoil percorso si danno il cambio con lealtre squadre. Se tutta la processione sisvolge attorno alla bara non possono es-sere trascurate le altre parti importanti:la Croce e i simboli della passione - lesette parole dette da Gesù - le vergini ve-stite di bianco - le donne pie con i lorolamenti - le ragazze con le sette spade -la banda musicale - le autorità civili e re-ligiose - la statua di San Giovanni - labellissima e preziosa statua della Ma-donna Addolorata. FC

4 Anno XXIX

1 Aprile 2012PAG

FEDELI FINO ALLA MORTEGiornata dei missionari martiri: milleuccisi in undici anniRicordare tutti i missionari e gli opera-tori pastorali che sono stati uccisi nelmondo versando il sangue per la causadel Vangelo. Questa l'intenzione dellaGiornata di preghiera e di digiuno inmemoria dei missionari martiri - sonoalmeno 1.000 i missionari uccisi dal1980 al 2011 - che ha raggiunto, que-st'anno, il suo ventesimo traguardo.L'iniziativa è nata nel 1993 per l'impulsodel Movimento giovanile missionariodelle Pontificie opere missionarie ita-liane (Pom) che scelse come data l'anni-versario dell'assassinio di monsignorOscar A. Romero, arcivescovo di San Salvador, avvenuto il 24 marzo1980.Il tema che è stato scelto per questa ventesima Giornata dei missionarimartiri, è stato "Amando fino alla fine". Si tratta di un motto che nonvuole essere un lieto fine forzato che cancella la durezza della violenzao la tragedia di una vita spezzata drammaticamente, ma semplicementedipinge gli ultimi istanti di coloro che, sull'esempio del Maestro, donanola vita, perdonando i loro carnefici.Il Vescovo nell’omelia ha detto: “L’ascolto dei nomi delle 26 persone,

donne e uomini, che nel trascorso anno 2011 hanno versato il sangue a

testimonianza di amore per il Signore Gesù, non può non commuoverci

profondamente. Sono nostri fratelli, gente come noi, che con semplicità

hanno affrontato la morte a causa della loro fede, della nostra fede cri-

stiana. Sono morti per la fede!”. Ed ha ricordato come il Papa riferen-

dosi a loro,così si è espresso:: “Desidero esprimere, con particolare

affetto, la mia riconoscenza ai missionari e alle missionarie, che testi-

moniano nei luoghi più lontani e difficili, spesso anche con la vita, l’av-

vento del Regno di Dio. A loro, che rappresentano le avanguardie

dell’annuncio del Vangelo, va l’amicizia, la vicinanza e il sostegno di

ogni credente. Dio, che ama chi dona con gioia, li ricolmi di fervore spi-

rituale e di profonda letizia”.

Ricordando quindi la sorte del chicco di grano ha così continuato: “ Il

chicco di grano caduto in terra è Gesù, che muore e che poi attirerà tutti

a sé, portando molto frutto: la Chiesa è il frutto nato dalla sua morte,

ciascuno di noi è la vita scaturita dalla sua morte.

Anche ciascuno di noi, in quanto suo discepolo, è chiamato a morire

come lui per portare molto frutto. “Chi

ama la sua vita la perde e chi odia la sua

vita in questo mondo, la conserverà per la

vita eterna”. Cadere in terra e morire è la

condizione per portare molto frutto. Ma

cadere in terra significa anche “salvare la

propria vita”, comporta la propria sal-

vezza, la realizzazione autentica della no-

stra esistenza.

Il passaggio attraverso la croce e l’ac-

cettazione coerente della vita cristiana

sono la condizione obbligata per salvare

la propria vita. Chi rimane attaccato al

proprio egoismo, ai propri gusti, alla sua

vita terrena, per lui tutto finisce lì, non

produce frutti, la sua vita va a esauri-

mento. Invece, perché i nostri progetti possano riuscire, devono passare

talvolta anche attraverso il buio della incomprensione o del rifiuto, ed

anche i nostri affetti devono attraversare la foresta oscura dell’aridità

per approdare purificati alla libertà vera dell’amore”.

UCCISI NELL’ANNO 2011 26 OPERATORI PASTORALI18 Sacerdoti4 Religiose4 LaiciPaesi di origineAfrica 3 (1 R.D.Congo; 1 Sud Sudan; 1 Kenya)America 15 (1 Brasile, 7 Colombia, 5 Messico, 1 Paraguay, 1 Nicaragua)Asia 3 (3 India)Europa 5 (2 Italia, 1 Spagna, 1 Croazia, 1 Polonia)Luoghi della morteAfrica 6 (1 R.D.Congo; 1 Sud Sudan; 1 Tunisia, 1 Kenya, 2 Burundi)America 15 (1 Brasile, 7 Colombia, 5 Messico, 1 Paraguay, 1 Nicaragua)Asia 4 (3 India, 1 Filippine)Europa 1 (1 Spagna)Anche quest’anno diversi fratelli e sorelle cristiani hanno dato testimo-

nianza di un amore fino alle estreme conseguenze. Incamminati alla se-

quela di Gesù, hanno vissuto da figli del Padre e da fratelli e sorelle con

tutti, amando come Lui. Ne abbiamo ricordati solo alcuni, esempi di una

lunga fila di discepoli e discepole che vivono nell’anonimato, ma che

sono tutti autentici testimoni di fede.

Un incontro toccante, una straordinaria testi-monianza di vita. Questo in sintesi il secondoincontro comune organizzato dalle due parrocchiedi Centobuchi (Sacro Cuore e Regina Pacis) esvoltosi venerdì scorso presso la ParrocchiaRegina Pacis. Un incontro che ha visto unagrande partecipazione (tanti i giovanissimi in-tervenuti) e la presenza di vari sacerdoti e co-munità parrocchiali della diocesi. Relatore d’ec-cezione, Fabio Salvatore, trentaseienneattore e regista autore di vari libriche ha trovato il coraggio di testimo-niare, scrivendolo, la sua vita, cosìgiovane, ma già piena di avvenimentie soprattutto di insegnamenti per lenuove generazioni. Fabio ha parlatodella malattia che ha affrontato, "loScarafaggio", un cancro alla tiroideche lo ha colpito a 21 anni e che loha posto subito innanzi alle difficoltàche la vita chiama ad affrontare... Inpoco tempo si è ritrovato senza lavoro, amici epopolarità, costretto quindi a guardarsi dentro.Da qui è iniziato quel viaggio che lo ha portatoa risorgere, a trovare il senso della propria vita,a non affossarsi nelle difficoltà, ma a riappro-priarsi del gusto della vita grazie anche alla ri-scoperta di una Fede profonda e necessaria persuperare tutti gli ostacoli. Rivolgendosi ai tantigiovanissimi intervenuti ha parlato della malattiache non può più essere un tabù da cui scappare,un argomento da evitare ed ha fatto appelloalle nuove generazioni affinché non calpestino

la vita con sesso, droghe, fumo e alcol, ma netraggano frutti da poter ridonare al mondo perdare un senso alla propria esistenza.“Quella di questa sera è stata una via Crucis di-versa, partecipata e reale – ha detto Don Pierluigi,parroco di Regina Pacis - una Via Crucis mo-derna, dove una testimonianza di vita, di soffe-renza, di speranza, ha preso il posto dei commentiche siamo abituati a leggere”.

La serata è stata anche l’occasione per celebrarei 10 anni di sacerdozio proprio di Don Pierlui-gi.“Sono felice che Pierluigi sia sacerdote e sonofelice di averlo trovato come pastore della co-munità parrocchiale di Regina Pacis”, ha dettoDon Alfonso parroco del Sacro Cuore. Ed hacontinuato: “Pierluigi è una risorsa per la Chiesa,la diocesi e per Centobuchi. Il lavoro svolto inquesti due anni, soprattutto a livello giovanileè sotto gli occhi di tutti. Pierluigi non predicaun Dio astratto ma concreto, ha interpretato a

pieno il ruolosociale dellaChiesa e semolti giovanisono rimastiall'interno del-la Chiesa, enon si sonosmarriti, lo sideve a lui,che li ha accolti e ha camminato e continua acamminare a fianco a loro. Ogni giorno testi-monia Cristo attraverso le sue azioni, come in-segnante e come educatore, senza dimenticareil suo ruolo sacerdotale, di evangelizzazione.E’ un piacere collaborare con lui ed il lavoroche si sta facendoper riunire il terri-torio sono certo darài suoi frutti. Oggi igiovani possonocontare sicuramentesu un punto impor-tante di riferimentonella realtà cittadinadi Centobuchiespressa questa vol-ta in comunione dal-le due parrocchie”.

Centobuchi

A BRACCIA APERTE FRA LE NUVOLEDalla testimonianza di Fabio Salvatore una lezione di vita

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Continuazione e fine della polemica

63. LA RICADUTA. LA VERA FAMIGLIA DI GESÙMatteo conclude la sua lunga trattazione pro-vocata dall’accusa che Gesù agiva medianteBeelzebùl capo dei demoni; poi passa a presen-tare la vera famiglia di Gesù. Leggiamo Mt12,43-501. La ricaduta. Dopo che ha risposto alla ri-chiesta di un segno, Gesù continua, in modoinaspettato, sul fatto che il diavolo ritorna nelluogo da dove era stato espulso. “Quando lo

spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per

luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne

trova. 44Allora dice: ‘Ritornerò nella mia casa,

da cui sono uscito’. E, venuto, la trova vuota,

spazzata e adorna. 45Allora va, prende con sé

altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi

prendono dimora; e l’ultima condizione di

quell’uomo diventa peg-

giore della prima. Così

avverrà anche a questa

generazione malvagia “(Mt 12,43-45).Il brano, esclusivo diMatteo, ci dà informa-zioni su quanto si pen-sava dei demoni in queltempo, sia nei Vangeli,come già nell’Antico Te-stamento e negli stessiscritti di Qumran. Consi-derati come esseri perso-nali, venivano chiamati “spiriti impuri”, nonperché, o soltanto, erano scostumati, cioè noncasti, ma perché venivano contrapposti agli spi-riti puri. La dimora che particolarmente brama-vano era la persona umana; su di essacausavano poi disastri di ogni genere, quali lacecità, la malattia, la violenza, ecc. Se scacciati,erano costretti ad andare in luoghi deserti, dovetrovavano gli stessi disagi che vi provano gliesseri umani. Da qui il loro tentativo di ritor-nare nel corpo umano dal quale erano stati al-lontanati. I testi evangelici distinguono tramalattia e possessione diabolica; ma nella re-altà i due stati venivano sovrapposti e mesco-lati: l’individuo di Mc 9,14-27 è indemoniatoe epilettico, per cui “schiuma, digrigna i dentie si irrigidisce” (9,18). Il nostro testo, da unaparte, si riallaccia al demonio scacciato dall’in-dividuo che era cieco e muto (12,22); d’altraparte, riguarda “questa generazione malvagia”.I due ambiti possono coesistere: la ricaduta diun individuo o di una generazione sottol’azione del demonio. Al ritorno nella casa dadove era stato espulso, il diavolo “la trova

vuota”. Però, scacciando i demoni, Gesù nonlascia la casa vuota, perché la riempie della suapersona e della sua parola. “Ritornerò”. Datoche l’ha trovata colpevolmente vuota, ornata espazzata per accogliere, perché il diavolochiama molti altri diavoli (“sette”!) e non la oc-cupa subito? Perché, ovviamente, vuole ren-

dere del tutto sicuro il nuovo possesso, prolun-gando l’assenza del soprannaturale nell’indivi-duo. Quanto più il peccato si radica, tanto piùè difficile estirparlo.Dobbiamo evitare la ricaduta, che scoraggia,umilia, indebolisce. Paolo ci dice di prendere“l’armatura di Dio” per poter spegnere “lefrecce infuocate del maligno” (cf il lungo testodi Efesini 6,13-20). Ciò che vale per il singolo,vale per l’intera generazione.2. La vera famiglia di Gesù. “26Mentre egli par-

lava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi

fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.47Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi

fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». 48Ed

egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: ‘Chi

è mia madre e

chi sono i miei

fratelli?’. 49Poi,

tendendo la

mano verso i

suoi discepoli,

disse: ‘Ecco mia

madre e i miei

fratelli! 50Perché

chiunque fa la

volontà del

Padre mio che è

nei cieli, egli è

per me fratello,

sorella e madre’” (12,46-50). Il brano, che nonha uno stretto rapporto con quanto precede, sidivide in due parti: nella prima (12,46-47) pre-senta i parenti carnali di Gesù; nella seconda(12,49-50), indica i parenti spirituali di Gesù;il verso 49 fa da passaggio dall’una all’altra pa-rentela. Diversamente da Mt 13,55-58, dove si parla di“fratelli e sorelle” di Gesù e che tratteremo asuo tempo, qui i parenti di Gesù sono indicatiin modo generico con la frase: “sua madre e isuoi fratelli”, il che non equivale a “sua madree i suoi figli”. Aggiungiamo che nella Bibbia“fratello” ha un significato che è ben più ampiodel nostro fratello “uterino”. Spessissimo, nelmondo semitico, “fratello”si fonda sui più tenuirapporti di parentela, di amicizia, di dignità:Nasser, il presidente Egiziano, chiamava “fra-tello” Hussein, il re di Giordania. In più, comeabbiamo rilevato sopra, il contesto porta a unaparentela “spirituale” che nasce dalla parola edalla dignità di Cristo. La Madre di Gesù si col-loca al disopra di tutti in quanto è Colei che hapartorito Gesù e che è la madre dell’Emma-nuele (cf 1,18-25; puntata n. 7). In quanto cri-stiani impegniamoci a formare – come dicePietro – una “fraternità non ipocrita” (eis fila-

delfìan anypòkriton) (1Pt 1,22), a essere ani-mati da amore fraterno (filadelfói: 3,8) eformate una fraternità (tèn adelfòteta: 2,17).

[email protected]

PAROLA DEL SIGNOREDOMENICA DELLE PALME - ANNO B

MIO DIO, MIO DIO, PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO

Dal VANGELO secondo MARCO

Al mattino i sommi sacerdoti, con gli an-ziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo avertenuto consiglio, misero in catene Gesù, locondussero e lo consegnarono a Pilato.[2]Allora Pilato prese a interrogarlo: "Seitu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tulo dici". [3]I sommi sacerdoti frattanto glimuovevano molte accuse. [4]Pilato lo inter-rogò di nuovo: "Non rispondi nulla? Vedidi quante cose ti accusano!". [5]Ma Gesùnon rispose più nulla, sicchè Pilato ne restòmeravigliato.[6]Per la festa egli era solito rilasciare uncarcerato a loro richiesta. [7]Un tale chia-mato Barabba si trovava in carcere insiemeai ribelli che nel tumulto avevano com-messo un omicidio. [8]La folla, accorsa, co-minciò a chiedere ciò che sempre egli leconcedeva. [9]Allora Pilato rispose loro:"Volete che vi rilasci il re dei Giudei?".[10]Sapeva infatti che i sommi sacerdotiglielo avevano consegnato per invidia.[11]Ma i sommi sacerdoti sobillarono la

folla perché egli rilasciasse loro piuttostoBarabba. [12]Pilato replicò: "Che faròdunque di quello che voi chiamate il re deiGiudei?". [13]Ed essi di nuovo gridarono:"Crocifiggilo!"... (MARCO 15,14-39)

Questa settimana abbiamo di fronte il branoche racconta la PASSIONE E MORTE diNOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO. Ri-cordo a me e a voi che DIO CI AMA, SO-PRATTUTTO E NONOSTANTE TUTTO,perciò …… SPERA NEL SIGNORE, SIIFORTE, DIO È GRANDE, È GRANDENELL’AMORE E NEL PERDONO. Chie-diamo al Signore di rafforzarci nella Fede,nella Speranza e nella Carità, per camminaresulle strade del mondo come testimoni del suoamore. Vi auguro una buona Pasqua e una fe-lice Resurrezione insieme con Gesù.

rICCArDO

PILLOLE DI SAGGEZZADall’orto degli ulivi al calvario il Signore haconosciuto e sperimentato in anticipo tutte lesofferenze possibili, anche le più umili e lepiù tristi (Bernanos)Allargando le sue sante braccia sul legno, Cri-sto ha dispiegato due ali, chiamando a se’ tuttii credenti, avvolgendoli per proteggerli comela madre con i suoi piccoli. (Ippolito di roma)Ci dice Gesù: nella mia agonia io pensavo ate; per te ho versato quelle gocce di sangue

(Pascal)Nella vita di ogni uomo c’è una croce adattaa lui: convertirsi significa stendere le bracciasu di essa (F. mauriac)

Domenica 1 aprileOre 10.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Benedizione degli ulivi, Processione e S. Messa

Lunedì 2 aprileOre 04.30 Grottammare

S. Giovanni Battista: S. Messa di inizio delle Quarantore.

Ore 21.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: Penitenziale per i giovani

Martedì 3 aprileOre 11.00 S. Benedetto Tr. - Biancazzurro:

S. Messa per i Centri diurni

Giovedì 5 - Venerdì 6 - Sabato 7 aprileS. Benedetto Tr.Triduo Pasquale in Cattedrale (Programma a parte)

Venerdì 6 aprileOre 22.30 Grottammare Partecipazione

al “Cristo morto”

Domenica 8 aprileOre 11.00 Ripatransone

Duomo: S. Messa

Incontri Pastorali del VescovoDurANTE LA SETTImANA

1-8 APrILE 2012

5Anno XXIX

1 Aprile 2012 PAG

COMUNICATI

Ai Reverendi Sacerdoti, Religiosi, Diaconi della Diocesi“Il Signore mi ha consacrato con l‘unzione;mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri e a dare loro un olio di letizia”.Carissimi, a nome del Vescovo, vi invito alla solenne liturgia della Messa Crismale presso laBasilica Cattedrale S. Maria della Marina alle ore 10.30

GIOVEDÌ SANTO 5 APRILE 2012Dopo la Celebrazione siamo invitati a condividere la nostra festa partecipando al pranzo, offertodal Vescovo, presso le Suore Concezioniste in via Tonale.Chi non può rimanere è pregato di comunicano m curia.In comunione di preghiera, nel clima della Settimana Santa, vi saluto fraternamente.

S. Benedetto del Tronto, 21 marzo 2012

L'opera della Custodia e la Collecta pro Terra Sancta

Cari Parroci

Animare le liturgie nei santuari sia per i pellegrini sia per le Chiese locali, accogliere i pellegriniche giungono da tutte le parti del mondo per pregare e sostare in questi luoghi santi e mantenerlinel loro corretto funzionamento: protagonisti di questa missione sono i francescani della Cu-stodia di Terra Santa, la cui presenza nei Luoghi Santi risale agli albori dello stesso Ordine deifrati minori, fondato da san Francesco nel 1209. Verso di loro si rivolgono, sempre più nume-rose, le attività formative e sociali della Custodia per il supporto alla presenza cristiana in TerraSanta. Una missione resa possibile grazie anche alla Colletta per la Terra Santa, che permettedi mantenere scuole, costruire abitazioni e centri di cura, fornire aiuto alle diverse forme di po-vertà. Il giorno che i Papi hanno scelto per la Collecta pro Terra Sancta è il Venerdì Santo,anche se ogni comunità potrà scegliere altra opportuna circostanza per proporre ai fedelila solidale iniziativa. Abbiamo il dovere di restituire il patrimonio spirituale ricevuto dalla loromillenaria fedeltà alle verità della fede cristiana. Lo possiamo fare con la nostra preghiera, conla concretezza del nostro aiuto. con i pellegrinaggi. L‘Anno della Fede nel cinquantesimo delConcilio Ecumenico Vaticano Il, fornirà motivazioni singolari per muovere i nostri passi versoquella Terra, peregrinando ancor prima col cuore tra i misteri di Cristo in compagnia della SantaMadre del Signore.Il prossimo Venerdì Santo, attorno alla Croce di Cristo, ci sentiremo insieme a questi nostri fra-telli e alle sorelle: la solitudine che talora si affaccia fortemente nel1a loro esistenza sia vintadalla nostra fraternità. Siamo generosi!

Il Vicario generale

Mons.Romualdo Scarponi

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Vivere da cristiani la nostra vita nella sua inte-rezza, abbattere quelle barriere che innalziamotra le cose spirituali e la quotidianità. Su questopercorso ci hanno invitati a camminare gli “Eser-cizi di Laicità” promossi dal settore adulti di ACdiocesano e MLAC, il Movimento Lavoratori diAzione Cattolica, una serie di tre incontri tenutipresso la parrocchia Cristo Re incentrati sulla te-matica caldissima del lavoro, riletta alla lucedella dottrina sociale della Chiesa. Certo, il la-voro è fatica, una necessità per il sostentamentoe la sopravvivenza, ma è prima di tutto voca-zione, compartecipazione dell’uomo all’operacreativa di Dio. Le Scritture ci aiutano a com-prenderlo nella sua natura più profonda: nellaGenesi il lavoro non è affatto una punizione inconseguenza del peccato originale, dal quale nederivano tuttavia le difficoltà e le fatiche, ma unaresponsabilità assegnata da Dio all’uomo fatto asua immagine: quella di prendersi cura delle Sueopere e di dare continuità alla Sua creazione. Findal principio il lavoro si configura come rap-porto, relazione con Dio, con l’altro e con ilcreato. Se nessuno di questi legami è trascurato,esso si riscopre parte fondamentale del nostrocammino spirituale. Troppo facilmente ci la-sciamo convincere che sia il guadagno tutto ciòche importa, cadiamo in un gioco che ci fa tenerefuori la spiritualità dalla vita lavorativa, ci portatrascurare ogni solidarietà e a prevaricare l’altroper raggiungere i nostri scopi, ci toglie perfino il

rispetto di noistessi, la nostradignità di la-voratori e diuomini. Ilmomento deldibattito, alquale gli in-contri hannolasciato ampio spazio e che èstato vissuto come dialogo sincero e fraterno, hapermesso il contatto tra le diverse realtà lavora-tive e ha lasciato emergere i principali problemidella situazione attuale, riconducibili proprio aldeteriorarsi dei rapporti, promosso dalla societàe da noi passivamente accettato. Dire di sì allaproposta di non lasciare che il valore della nostravita corrisponda a quello del denaro che fac-ciamo circolare richiede la fede di affidare a Dioogni nostra azione, compiendola con impegno eattenzione, con la stessa cura di una preghiera. Èquesta stessa fede che ci permette di sosteneresenza abbatterci anche la mancanza di lavoro, si-tuazione con la quale in molti siamo ormai co-stretti a fare i conti. Solo confidando in Diopossiamo viverla senza perdere la nostra dignità,cercare con speranza, accettare una propostanella consapevolezza che, qualsiasi cosa fac-ciamo, la facciamo per un bene che non è sol-tanto il nostro.

Simone Caffarini

6 Anno XXIX

1 Aprile 2012PAG

Cinquant’anni fa, l’11 ottobre, siapriva in San Pietro il Concilio Ecu-menico Vaticano II, un evento che perGiovanni XXIII voleva essere mo-mento di aggiornamento per la Chiesa;un passaggio “dal vissuto all’espli-cito” nelle parole di Paolo VI. Decisa-mente un evento che ha volutoriproporre alla Chiesa e al mondo lanovità di parole antiche, percorrendola strada non della condanna, dell’ana-tema, ma la “medicina della misericor-dia”, dirà papa Roncalli nel suodiscorso di apertura dei lavori conci-liari. Su tutto la grande novità dell’immagine di-versa di Chiesa che prende il nome di “popolo diDio”. Rileggere il Concilio a cinquant’anni dallasua celebrazione, significa ritrovare nei suoi do-cumenti e nei discorsi dei Papi parole qualiamore, misericordia, verità: una novità nella con-tinuità che deve essere tenuta presente per capirequella ecclesiologia conciliare fatta di ugua-glianza di base di tutti i componenti del popolocristiano, di collegialità, di sinodalità, di corre-sponsabilità. Parole che suonano nuove ma chesono presenti, sin dall’inizio, nel pensiero di papaGiovanni che vede la Chiesa come “un giardinoda coltivare e non un museo di antiquariato”.

Il Concilio, per Giovanni XXIII, doveva “custo-dire e insegnare” in forma più efficace il “sacrodeposito della dottrina cristiana” che abbraccial’uomo intero, pellegrino su questa terra. Certoil Papa mostrava preoccupazione, nel discorso diapertura del Concilio, per “i tempi moderni”dove si vedono “prevaricazione e rovina”, untempo dove tutto è andato peggiorando e l’uomosi comporta “come se nulla abbia imparato dallastoria che pure è maestra di vita”. È la parte incui Roncalli dissente dai “profeti di sventura, cheannunziano eventi sempre infausti, quasi sovra-

stanti la fine del mondo”. Il mondo odierno, di-ceva ancora il Papa, è “occupato dalla politica edalle controversie di ordine economico, da nontrovare più tempo di badare a sollecitudini di or-dine spirituale”. Pochi anni più tardi, 7 dicembre1965, concludendo i lavori del Vaticano II, PaoloVI ricorderà che il Concilio è stato “vivamenteinteressato dallo studio del mondo moderno. Nonmai, forse, come in questa occasione, la Chiesaha sentito il bisogno di conoscere, avvicinare,comprendere, penetrare, servire, evangelizzarela società circostante, e di coglierla, quasi rincor-rerla nel suo rapido e continuo mutamento”. E sepapa Roncalli parlava della medicina della mi-sericordia, Montini sottolinea come “la religionedel nostro Concilio sia stata principalmente la ca-rità”. Un Concilio che ha guardato all’uomo:“Amare l’uomo non come strumento, ma comeprimo termine trascendente, principio e ragioned’ogni amore”. E il cui significato religioso è un“potente e amichevole invito all’umanità di oggia ritrovare, per via di fraterno amore, quel Diodal quale allontanarsi è cadere, al quale rivolgersiè risorgere, nel quale rimanere è stare saldi, alquale ritornare è rinascere, nel quale abitare è vi-vere”. Un altro Papa, il beato Giovanni Paolo II,aprirà il ministero di successore di Pietro rivol-gendosi a chi ha “l’inestimabile ventura di cre-dere”, a chi ancora cerca Dio, a quanti sono“tormentati dal dubbio”. È un Papa che ha vis-suto il Concilio, prendendovi parte come ve-scovo e portando il suo contributo nellapreparazione dei documenti. È un Papa che vivela novità conciliare e che si rivolge all’uomo edice che il nostro tempo “ci invita, ci spinge, ciobbliga a guardare il Signore e ad immergere inuna umile e devota meditazione del mistero dellasuprema potestà dello stesso Cristo”.

A Sant’Egidio alla Vibrata Verso il Convegno Mondiale di Milano

“FAMIGLIA: FESTA E LAVORO”

A Sant’Egidio alla Vibrata (TE),nella serata di mercoledì 21marzo 2012, presso l’OratorioSan’Antonio di Villa Marchesa,si è tenuto l’incontro per le fa-miglie sul tema “FAMIGLIA:FESTA E LAVORO”. Dopo unbreve saluto di Don TommasoCapriotti, parroco di Sant’Egi-dio alla Vibrata, la responsabiledell’Ufficio di Pastorale Fami-liare della nostra Diocesi, hapresentato i relatori Giulia Paola ed Attilio Danese, ambedue laureati in Filosofia presso la Facoltàdi Lettere dell’Università “La Sapienza” di Roma e Pedagogia presso l’Università degli Studidell’Aquila. Giulia Paola ed Attilio Danesi, coniugi e colleghi di lavoro quali Docenti di Sociologia della Fa-miglia all’Università di Chieti e membri del Centro Ricerche Personalistiche di Teramo, hannoillustrato il tema della Giornata Mondiale per la Famiglia che si terrà a Milano dal 29 maggio al3 giugno 2012: “FAMIGLIA: FESTA E LAVORO”.Richiamando più volte l’esempio di vita familiare dei coniugi Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi,proclamati “beati” da Papa Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2011, i relatori si sono alternati nelfornire spunti di riflessione su ognuna delle tre parole, mostrando l’intreccio tra l’esperienza dellafamiglia e la vita quotidiana alla luce dei grandi cambiamenti sociali, culturali ed economici del

nostro tempo. È stata evidenziata l’importanzadi riscoprire la bellezza della fa-miglia aperta al mondo, il valoredell’amore e del rispetto tra i ge-nitori, la trasmissione della fedeai figli e la bellezza della pre-ghiera. Giulia ed Attilio hannosottolineato la necessità di“umanizzare” il giorno di festa,di viverla in famiglia risco-prendo il piacere di trascorrereinsieme un tempo che sia svin-colato dagli orari e dai molte-

plici impegni quotidiani. Infine il lavoro, componente essenziale della vita di ogni uomo e donna,è stato illustrato come una benedizione da vivere con dignità e sacrificio, sottraendolo alle logichedel profitto. In sintesi, è stata fornita l’occasione di ripensare ad uno stile di vita familiare su nuovimodelli che, senza snaturarla, trovino al loro interno un equilibrio con il lavoro e la festa. L’in-teressante incontro, condotto con sapiente maestria e simpatica dialettica, ha avuto termine conl’invito rivolto a tutti a partecipare alla Giornata Mondiale delle Famiglie, quale occasione concretaper un rilancio della famiglia cristiana. Tullia e Salvatore

50° CONCILIO

Un giardino da coltivareParole e gesti dei Papi dal 1962 ad oggi Fabio Zavattaro

Esercizi di Laicità: il lavoro a confronto con la Dottrina Sociale della ChiesaSettore Adulti di AC e MLAC

Basilica Cattedrale Santa Maria della MarinaSan Benedetto del Tronto

Celebrazioni della Settimana Santapresiedute da S. E. R. Mons. Gervasio Gestori

1° aprile 2012 Domenica delle PalmeOre 10.30 Benedizione delle Palme presso l’Asilo Merlini

Processione - Santa Messa2 aprile 2012 Lunedì della Settimana Santa

Ore 21.00 Festa del Perdono per tutti i Giovani5 aprile 2012 Giovedì Santo

Ore 9.00 Ufficio delle Letture e Lodi mattutineOre 10.30 Santa Messa CrismaleOre 21.15 Santa Messa In Coena Domini

6 aprile 2012 Venerdì SantoOre 9.00 Ufficio delle Letture e Lodi mattutineOre 15.00 Celebrazione In Passione DominiOre 22.00 Conclusione della Via Crucis cittadina in piazza Nardone

7 aprile 2012 Sabato SantoOre 9.00 Ufficio delle Letture e Lodi mattutineVeglia pasquale in Resurrectione Domini Ore 22.00 Lucernario in piazza Nardone

Celebrazione della Veglia pasquale in Cattedrale8 aprile 2012 Domenica di Pasqua Risurrezione del Signore

Ore 17.45 Vespri solenniOre 18.30 Santa Messa Pontificale - Benedizione papale

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Da Ripatransone a cura di A. G.

A Ripatransone, lunedì 19 Marzo, la festa liturgica di San Giu-seppe è stata celebrata nell’omonima chiesa rurale, gremita di au-torità, di residenti nelle contrade limitrofe, e soprattutto di quantioperano nei settori del legno e del mobile (imprenditori, mae-stranze, tecnici). Il vescovo Mons. Gervasio Gestori, sempre pun-tuale all’appuntamento, ha concelebrato una partecipata messacon Padre Marcellino e con i due vicari parrocchiali della città: ilsacerdote polacco Don Michele ed il frate agostiniano Padre Ro-berto Mbuya, proveniente dal Katanga ma appartenente alla Fra-ternità di Acquaviva Picena; hanno partecipato al sacro rito ilparroco Don Domenico Vitelli ed il diacono permanente WalterGandolfi. All’inizio della messa il Vescovo ha rivolto un indirizzodi augurio a tutti coloro che si chiamano Giuseppe a partire dalsommo Pontefice Benedetto XVI, ai mobilieri, ai falegnami pre-senti; all’omelia ha ricordato la figura di San Giuseppe comeuomo silenzioso, uomo semplice, uomo di fede, che si è affidatoa Dio e si è fidato di Lui; all’offertorio la comunità locale ha of-

ferto i prodotti della propria terra. Alla conclusione della celebrazione eucaristica, il Cappuc-cino Padre Marcellino Nucci, già parroco in quella chiesa, promotore da oltre trent’anni dellafesta di San Giuseppe patrona dei falegnami, dei mobilieri e dei papà, nel suo breve interventoha palesato la grande gioia nel vedere la chiesa stracolma e nel concelebrare con il Vescovoe con altri sacerdoti di diverse nazionalità. Tra le autorità sono stati notati: il sindaco PaoloD’Erasmo con gli assessori Bruni, De Angelis, Lucciarini-De Vincenzi, il presidente ed il di-rettore generale della Banca di Ripatransone, rispettivamente Michelino Michetti e PietroGiuseppe Colonnella, il presidente della Cantina dei Colli Ripani Emilio Malavolta, il mare-sciallo dei carabinieri Domenico Princigalli. La liturgia è stata animata dal coro della chiesacon accompagnamento della tastierista Eleonora Calvaresi e del chitarrista Nicolò Matricardi.Dopo la funzione religiosa, in un ampio locale attiguo, messo a disposizione dalla famigliaIlluminati, è stato servito un ricco buffet, offerto dalla Banca di Ripatransone e dalle famigliedelle contrade della frazione San Giuseppe.

A Ripatransone nella seduta del consiglio co-munale di venerdì 2 Marzo 2012 presiedutadal sindaco Paolo D’Erasmo, dopo la conse-gna della lettera con l’encomio pubblico con-ferito ai soggetti che hanno operato durantel’emergenza neve, sono stati approvati varipunti dell’ordine del giorno fra cui:- ai sensi dell’ art. 8 della legge N. 448/1998,proroga delle agevolazioni per l’utilizzo digasolio e G.P.L. negli impianti ubicati nellefrazioni non metanizzate, per il 2012, anno incui il numero delle frazioni si è finalmente ri-dotto, essendo state nel frattempo fornite ditale servizio Valtesino e Petrella;- l’informatizzazione del piano regolatore ge-nerale del Comune: strumento questo, comeha affermato il relatore l’assessore RemoBruni, molto pratico, che ha richiesto ungrande lavoro di modernizzazione, affidatoagli architetti Tiziana Maffei e Barbara Pa-squalini ed al funzionario dell’ufficio tecnico

comunale Geom. Simone Traini; in meritol’assessore ha aggiunto che Ripatransone èuno dei primi Comuni della Provincia adavere informatizzato il P.R.G.;- la richiesta al Ministero di Grazia e Giusti-zia del mantenimento dell’ufficio di Giudicedi Pace, con le spese di gestione a carico dellostesso Ministero e non del Comune;-la nuova convenzione con l’Associazione dip.a. Croce Azzurra di Ripatransone-Cossi-gnano per l’uso fino al 2040 dei locali dellapalazzina delle associazioni ripane, per am-mortizzare così la spesa di 27 mila euro, so-stenuta per lavori già eseguiti;- il riconoscimento formale della ricostituitaAssociazione Turistica Pro Loco;- il protocollo d’intesa fra il Comune di Ri-patransone ed il Collegio dei Geometri dellaProvincia di Ascoli Piceno, per l’attivazionedi periodi di tirocinio formativo presso l’uf-ficio tecnico comunale.

Il vescovo Mons. Gestori alla Festa di San Giuseppe

Informatizzato il piano regolatore generale del Comune

Parrocchia San Niccolò - Acquaviva Picena

TRE SERATE PER LE FAMIGLIEL’attenzione particolare della Chiesa italiana per il tema della famiglia, che questo anno avrà nel-l’Incontro Mondiale di Milano (30 maggio – 3 giugno) un’occasione speciale per un suo rilancio intutti gli ambiti della vita ecclesiale e sociale, ha trovato eco nella Comunità di Acquaviva, dove sisono svolte tre serate, dal 14 al 16 marzo, dedicate all’ascolto, riflessione e preghiera su alcuni temifondamentali concernenti ambiti cruciali della vita familiare.

Si è cominciato con l’approfondimento del “lavoro”, visto come risorsa, sia come sfida checondiziona le dinamiche dei rapporti familiari. L’incontro è stato tenuto dal sacerdote sacramentinop. Giovanni Moretti, che ha messo in evidenza come nei simboli del pane e del vino sono coniugatii due grandi valori del lavoro e della festa. La vicenda “drammatica” che, attraverso continue “mortie risurrezioni” conduce il seme a diventare cibo, si pone come categoria interpretativa dell’analogavicenda umana, chiamata a continue trasformazioni, pur rimanendo fedele al suo senso profondo edultimo, che è il diventare “cibo” e dare la vita. Così la bevanda del vino, simbolo biblico della gioia,ricorda alla famiglia i valori non economici, ma anche irrinunciabili della qualità del vivere come lagratuità, l’accoglienza, la convivialità, la festa, il sacrificio. Dunque nel “percorso” del pane e delvino, simboli del lavoro dell’uomo, è nascosto il mistero della vita di Cristo, del Pane di vita eternae del Sangue della nuova Alleanza, che agli sposi e alle famiglie si offre come Redentore del lavoroumano e supplemento di Vita continuamente rinnovata sulla mensa dell’Eucaristia.

La seconda serata è stata guidata dai coniugi Tolmino e Rossella Rossi, lui medico, lei in-segnante, appartenenti al Rinnovamento nello Spirito della Comunità di Montegiorgio che, attraversola testimonianza della loro vita, hanno sviluppato il tema della vocazione della famiglia in quanto“chiesa domestica” chiamataad animare la società e ilmondo. L’incontro è stato ani-mato dal Gruppo del Rinnova-mento nello Spirito dellaComunità di Acquaviva. Il di-sagio della situazione presente,che coinvolge i giovani davantialla prospettiva del matrimonioe la famiglia nel suo compitoeducativo, non deve offuscarela speranza suscitata dall’ini-ziativa gratuita del Signore,che ha “scelto” la famiglia el’ha costituita perché diffondanel mondo i frutti dell’amore:la preghiera, il rispetto dell’al-tro, la condivisione, la stima vicendevole, il perdono. La prima “scuola” per apprendere la capacitàdi amare è sempre la famiglia e quindi la maturità umana e di fede dei genitori di testimoniare neifatti l’amore di Dio ai propri figli. Ciò necessita una continua “ri-animazione” spirituale dei coniugie della famiglia, per resistere alle tentazioni del Maligno e continuare a dare il “sapore” della testi-monianza cristiana nella vita quotidiana.

Il ciclo degli incontri si è concluso con l’intervento di suor Maria del Rosario Bolaños, delleOblate del SS. Redentore, che ha offerto la sua testimonianza sul tema riguardante la famiglia difronte alla prova. Il primo passo per poter vivere con serena fortezza anche i momenti difficili dellafamiglia consiste anzitutto nell’acquisire prima, ossia nel tempo della preparazione al matrimonio ealla famiglia, gli strumenti necessari come la conoscenza reciproca, l’accoglienza, la gratuità, la fi-ducia, la corresponsabilità che consentiranno poi ai figli di crescere sicuri e responsabili, capaci didiscernere l’essenziale e scegliere il bene. Le prove, le sofferenze, la malattia possono minare la sta-bilità dei rapporti familiari a danno soprattutto dei figli, ecco perché è importante restare uniti e nonchiudersi al sostegno offerto da altre famiglie, ma anche accogliere la ricchezza educativa che puòaggiungere la presenza in famiglia dei nonni, quando sanno trasmettere saggezza, temperanza, equi-librio e infondere la fiducia che si può sempre imparare, anche dai propri fallimenti.

La settimana dedicata alla famiglia approfondendo i temi del lavoro, dell’animazione dellasocietà e degli atteggiamenti di fronte alle prove della vita, grazie alla testimonianza competente eserena dei relatori (un sacerdote, una coppia, una suora) hanno permesso ai fedeli presenti di fermarsie prendere coscienza del grande mistero dell’amore umano che nella famiglia, per scelta originariae gratuita del Creatore, trova la “culla” più idonea per corrispondere alla sua vocazione, di essere illuogo privilegiato della presenza del divino. Dunque la famiglia è il “cuore” del mistero dell’incar-nazione, il dono di Dio da cui riprendere coraggio e fiducia sapendo che il mondo, nonostante i suoiprogressi, ha sempre bisogno di vedere e conoscere la verità che da senso alla vita e che solo la fa-miglia, immagine semplice e profondissima della comunione divina, può testimoniare in ogni ambitoe momento della sua vicenda terrena. Infine la Festa, intesa come celebrazione familiare del Giornodel Signore, che compie pienamente l’incontro con Dio e con gli altri, si pone come “tempo ade-guato” alla natura della famiglia, come supplemento di grazia e di carità all’amore umano in cam-mino nella storia. Cosicché, il naturale e festoso esito delle serate per le famiglie si è compiuto nellacelebrazione eucaristica di Domenica 18 marzo, dove le riflessioni e le domande si sono trasformatein preghiera ed offerta, mentre quindici coppie hanno ricordato solennemente il I – X – XXV – Lanniversario del loro matrimonio. don Alfredo Rosati

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramentoe cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO

N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63039 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte 16 Tel. 0735 579210

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Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

FORCE - LA PASSIONE VIVENTE

La Pasqua è una festività cristiana con laquale si ricorda e si celebra la resurrezionedi Cristo avvenuta tre giorni dopo la suacrocifissione. Come si sa, è la più grandesolennità religiosa e liturgica cristiana, du-rante la quale si commemora, come già ri-cordato, la morte e la resurrezione diGesù. A Force due gli eventi raffigurativi,più vivi, che precedono la Santa Pasqua:la Via Crucis e la Passione vivente che sisvolgono secondo un rituale tradizionale.Eventi che suscitano particolare interessenella gente e che vedono la partecipazione

di centinaia di fedeli che arrivano anche dai comuni limitrofi e che sfilano in processione perle vie del paese. Ma cosa rievocano nei fedeli questi due momenti di vita cristiana! Ce li ri-corda il parroco del paese, don Claudio. “La Via Crucis, che già c’è stata, sta a significare laforma di preghiera popolare, di origine devozionale, che tende a ripercorrere le tappe dellapassione e morte di Cristo”. Cosa sta a raffigurare, invece, la Passione vivente che andrà inscena venerdì precedente le palme e domenica delle palme. “E’ una rievocazione in costumeche funge anche da catechesi visiva per far rivivere a chi realizza tale manifestazione e a chil’assiste il momento storico della morte di Gesù”. Due avvenimenti che fanno della Pasquaforcese altrettanti appuntamenti, da non perdere, in quanto di sublime maestosità e di solennitàliturgica. Giuseppe Capasso

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Le Quarant’ore di Adorazione del SantissimoSacramento, sono pratica devozionale diffusa sindal XVI sec., nelle più disparate forme ed espres-sioni delle comunità ecclesiali, particolarmentesentita nel contesto territoriale più strettamenteconnesso, per vicissitudini storiche e culturali,allo Stato Pontificio. Le Quarant’ore di S.Luciadel Paese Alto di Grottam-mare, istituite nel XIX sec.per interessamento del pre-vosto don Augusto De An-gelis, introducono, la comu-nità locale di ieri e di ogginel tempo prossimo alla Pa-squa. Sul far del mattino, trala Domenica delle Palme edil Lunedì della SettimanaSanta, la piazzetta antistantealla Chiesa di S.GiovanniBattista, le vie del borgo antico, l’atmosferapregna delle brine primaverili, si colorano e per-meano di un fermento nuovo, segno concreto an-ticipatore della Settimana Santa incipiente. Unmomento di intensa devozione popolare al qualemoltissimi fedeli non mancano di prender parte.La presenza ormai consueta di S.Ecc. il Vescovo,attesta e testimonia la partecipazione viva dell’interaDiocesi e della Chiesa tutta. Come pure altrettantosignificativa è l’adesione delle varie realtà ecclesialidella cittadina e di tanti grottammaresi che ac-corrono, inerpicandosi per le vie del vecchioborgo presso la chiesa sorta, secondo la tradizione,nel luogo che diede i natali al pontefice Sisto V.Come più volte opportunamente sottolineato, nelcorso degli anni, dallo stesso parroco don GiorgioCarini, la densa e suggestiva atmosfera dell'occa-sione devozionale non deve mai ed in nessunomodo, far perdere di vista la centralità delsignificato religioso ed intimo dell’AdorazioneEucaristica. Tuttavia, chi partecipa alle Quarantore,non può rimanere insensibile ad un'atmosferadavvero insolita e d'altri tempi: che coinvolge,

non soltanto, sotto il profilo spirituale individualee comunitario, ma anche sotto quello concernentela sfera dell’impatto emotivo personale. I cantitradizionali, che risuonano per le viuzze sonoeco di quelle stesse voci lontane di tanti fedeliche, nel corso degli anni, hanno perpetuato ed af-fidato al Santissimo Sacramento, gioie e speranze,

dolori e consolazioni. Le Qua-rant'ore di Santa Lucia sonosincera testimonianza di comela tradizione non sia mera e si-stematica trasmissione di abi-tudini slegate dall'essenza pro-fonda dell'uomo, dai suoi piùintimi bisogni, ma possa essereinvece, espressione perpetuadell'anima di una comunità che,in avvicinamento alla Pasqua,ritrova, nell’Adorazione del-

l’Ostia Divina, il senso più profondo e vivo delleproprie radici e dell’essere “ecclesia”.

Programma

Lunedì 2 aprile 2012ore 4.00 Chiesa di San Giovanni Battista -Preghiera del Santo Rosarioore 4.30 Chiesa di San Giovanni Battista -Solenne Celebrazione Eucaristica presiedutadal nostro Vescovo S.E. Gervasio GestoriAl termine della S.Messa Solenne ProcessioeEucaristica verso la Chiesa di S.Lucia conesposizione del S.Sacramento ed adorazioneprolungata per le Quarant'ore.Martedì 3 aprile 2012ore 21.00 Chiesa di S.Lucia - Solenne Cele-brazione Comunitaria dei VespriSeguirà la solenne Benedizione Eucaristica aconclusione delle Quarant'ore di AdorazioneA tutti i fedeli si ricorda che alla mezz'ora diadorazione eucaristica è annessa l'indulgen-za plenaria

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Nella cittadina di Acquaviva Picena fervonoi lavori per la Quarta edizione della “ViaCrucis”, la rievocazione in costume che ognianno suscita l’ammirazione e lo stupore diquanti hanno l’opportunità di seguire, tra leantiche mura della cittadina picena, la trage-dia dell’ultimo giorno terreno di Cristo.Scene di una spettacolarità e veridicità chelasciano senza fiato gli spettatori e gli stessiprotagonisti. Oltre 60 i figuranti che, in co-stume ripercorreranno gli episodi evangelici,dal bacio di Giuda fino alla Crocifissione. Aorganizzare la spettacolare manifestazionestorico-religiosa, come sempre l’Associa-zione Palio del Duca del cav. Nello Gaetanicol supporto della Parrocchia di San Niccolò,le Confraternite cittadine, l’AssociazioneTeatrale A6A. La “Via Crucis” prenderà ilvia, il 31 Marzo alle ore 20,30, dalla Chiesadi San Francesco e si snoderà lungo la via

dell’Abbadetta per giungere in viaFalconi dove è stato predisposto ilGolgota. Questa è la prima mani-festazione che l’AssociazionePalio del Duca organizza nell’anno2012, anno che vedrà in città il rin-novo dell’Amministrazione comu-nale, alla sua naturale scadenza.Momento importante per la città,ma soprattutto per l’AssociazionePalio del Duca che non può prescindere dallasolidarietà e dal supporto comunale per poterorganizzare oltre a questa importante mani-festazione, “Il Palio dei bambini” per il 26Maggio, in collaborazione con l’Istituto Sco-lastico Comprensivo “Acquaviva-Monsam-polo”. L’Associazione organizza da sempre,tra le altre innumerevoli cose, un Corso diDanza Medievale, tenuto dall’insegnanteLuigia Neroni, un Corso di Musica, tenuto

dal maestro Giulio Spinozzi. Ma la cilieginasulla torta è la pubblicazione, in occasionedel XXV di “Sponsalia”, degli atti dei Con-vegni ( 2001 / 2011 ), con la storia del Palioe delle origini di Acquaviva. Un ponderosolavoro che dimostra come l’Associazione, di-retta dal cav. Nello Gaetani, ha ben operatonel corso di questi cinque lustri e che meritail ringraziamento, la riconoscenza e la soli-darietà dell’intera cittadina picena.

Acquaviva si appresta ad organizzare la 4^ edizione della Via Crucis E.Tì.

Le Quarant’ore di S. Lucia del Paese Alto di Grottammare

Umberto Sgattoni

Da S. Benedetto

Auguri al centenario Saturno Pignotti

Nel pomeriggio di ieri ha soffiato su 100 candeline ilsignor Saturno Pignotti, neo centenario della Rivieradelle Palme. Grande festa, dunque, alla presenza dellafiglia Elia, dei nipoti e dei pronipoti che hanno orga-nizzato un piccolo rinfresco che nonno Saturno ha ap-prezzato, sfoderando un gran bel sorriso. Per l'occasioneil vice sindaco Eldo Fanini ha consegnato un mazzo difiori benaugurante a nome di tutta l'Amministrazionecomunale e, idealmente, dell'intera città.

Basilica-Cattedrale S. Messa per l’Interforze

L’incontro tradizionale tra il Vescovo Gestori e le Interforze della nostra città in occasione del precettopasquale è sempre l’occasione per riflettere su i mali più evidenti che affliggono la nostra società.Nell’omelia il Vescovo si è soffermato particolarmente sul gioco d’azzardo, classificandolo comeun’idolatria del nostro tempo che toglie “la libertà, ruba la pace, fa compiere scelte sbagliate, non favivere... sta facendo disastri in tante famiglie”. “La strada per uscire-ha detto Mons.Gestori- è lunga,tutta in salita, non vi sono scorciatoie. Occorre soprattutto prevenire: ecco il senso di questa mia ri-flessione con voi, che avete a diversi titoli ed a vari livelli una responsabilità in campo sociale”. Dopoaver esaminato i vari aspetti del problema, il presule ha così concluso: “Tutti noi siamo coinvolti inquesto impegno, anche se in settori diversi, per il bene di tutti. Siamo chiamati a lavorare per il benecomune, che diventa il bene dei singoli. Coltiviamo la speranza nella concreta possibilità di costruireun futuro migliore, vincendo ogni comodo pessimismo. Per chi crede, poi, c’è la certezza di nonessere soli, ma di godere dell’aiuto del Signore. Il precetto pasquale che stiamo celebrando è un attodi fede, è un momento religioso, ma è anche una occasione preziosa per ripensare alle nostre respon-sabilità, per rinnovare scelte di valore, per ridare un significato vero e più decisivo alla nostra esistenzapersonale, familiare e lavorativa, e quindi per contribuire ad innalzare il livello del vivere sociale.Questo momento celebrativo del precetto pasquale, questo rito ecclesiale della Messa, può avere unasua notevole rilevanza. Auguro di cuore che la ricaduta sia forte e duratura in ciascuno di noi e nelnostro impegno lavorativo, professionale, familiare”.

Foto Adriano Cellini

Festeggiamenti per la centenaria Derna

Da Grottammare