Settembre 2015 NOTIZIARIO COMUNITÀ DEI FIGLI DI D · 2020-01-17 · settembre 2015 settembre 2015...

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Settembre 2015 Settembre 2015 anno XXIX n°01 NOTIZIARIO COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO SPED. IN ABB. POST. COMMA 2- ART. 1 D.L.353/03 -CONV. L. 46/04 - FILIALE ROVIGO -DIRETTORE RESPONSABILE: P.CARLO RAVANO SEDE CASA SAN SERGIO, 50135 SETTIGNANO (FIRENZE)-AUTORIZZAZIONE N. 3743 - TRIBUNALE DI FIRENZE 10/08/1988 UT SITIS FILII PATRIS VESTRI

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Settembre 2015

Settembre 2015 anno XXIX n°01

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Settembre 2015

TRACCIA DEL MESE

Non offendere il Signore

«Affermare che ci accontentiamo di andare in paradiso per la porta di servizio è offendere il Signore. Dionon si offende se gli chiediamo troppo, piuttosto se gli chiediamo poco. Non dobbiamo chiedere in forzadei nostri meriti, ma in forza del suo amore, e il suo amore rimane infinito».

(D. Barsotti, Chiedere Dio a Dio, p. 94)

Calendario...................................................................................................................................pag. 01

Da padre

Il cantico di San Sergio..............................................................................................................pag. 02

La parola del padre Divo Barsotti

Una sposa che ti ami................................................................................................................. pag. 03

Dall' Assistente Generale

Grazie grazie...............................................................................................................................pag. 04

Avvisi........................................................................................................................................... pag. 0

Inserto Biblico

Prima lettera ai Corinzi.............................................................................................................. pag. 0

Comitato della Formazione (Vademecum)

L'esperienza di Dio.....................................................................................................................pag.

Adunanze anno comunitario 2015-2016................................................................................. pag. 11

Incontri Comunitari.....................................................................................................................pag. 13

Vita nella Chiesa

San Gregorio di Narek...............................................................................................................pag. 1

Vita della Comunità.................................................................................................................... pag. 1

Ci hanno preceduto nella casa del Padre................................................................................pag.

Anniversario dei defunti: Settembre 2015...............................................................................pag. 3

I Santi patroni dei gruppi: Settembre 2015............................................................................. pag. 36

SOMMARIO

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01 mar

02 mer

03 gio

04 ven

05 sab

06 Dom XXIII Settimana del Tempo Ordinario (anno B); III Settimana del Salterio.

07 lun

08 mar

09 mer Esercizi spirituali a Lecceto (FI).

10 gio Esercizi spirituali a Lecceto. P. Benedetto parte per il Benin.

11 ven Esercizi spirituali a Lecceto. Vito nella Delegazione Sassari.

12 sab Esercizi spirituali a Lecceto. Vito nella Delegazione Sassari.

13 Dom XXIV Settimana del Tempo Ordinario (anno B); IV Settimana del Salterio.Esercizi spirituali a Lecceto. Vito nella Delegazione Sassari.

14 lun Esaltazione della Santa Croce. INIZIO DELL’ANNO COMUNITARIO 2015-2016. Si recita il Mattutino della Resurrezione.

15 mar

16 mer

17 gio

18 ven

19 sab Maria Persico nella Delegazione Alcamo, p. Paolo a Roma, p. Stefano nellaFamiglia Emilia Occidentale, p. Serafino nella Delegazione Liguria.

20 Dom XXV Settimana del Tempo Ordinario (anno B); I Settimana del Salterio. MariaPersico nella Delegazione Alcamo, p. Paolo a Roma, p. Stefano nella FamigliaEmilia Occidentale, p. Serafino nella Delegazione Liguria.

21 lun

22 mar

23 mer Tempora di Autunno

24 gio

25 ven Tempora di Autunno. Festa liturgica di San Sergio di Radonez (Liturgia delleOre dal Comune dei Santi religiosi).

26 sab Tempora di Autunno. P. Silvano nella Famiglia Lombarda, p. Silverio nellaFamiglia Sicilia Orientale, p. Doroteo nella Famiglia Toscana Occidentale, p.Ireneo nella nuova Delegazione di Mercato San Severino, p. Martino nellaFamiglia Sicilia Occidentale

27 Dom XXVI Settimana del Tempo Ordinario (anno B); II Settimana del Salterio.P.Silvano nella Famiglia Lombarda, p.Silverio nella Famiglia Sicilia Orientale,p. Doroteo nella Famiglia Toscana Occidentale, p. Ireneo nella nuovaDelegazione di Mercato San Severino, p. Martino nella Famiglia SiciliaOccidentale

28 lun29 mar

30 mer

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DA PADRE BENEDETTO

IL CANTICO DI SAN SERGIOCari fratelli e sorelle,al ritorno dagli esercizi spirituali in Piemonte

durante i quali abbiamo meditato sulla preghiera,ma soprattutto chiesto al Signore di fareesperienza di quello che implica una verapreghiera, vorrei brevemente condividere con tutticiò di cui abbiamo potuto fare tesoro e rilanciarel’invito di pregare più intensamente con l’aiuto delCantico di San Sergio soprattutto il 25 Settembre,ricorrenza della memoria di questo santo tantocaro al Padre. Nel video “La Realtà”, che molti divoi avranno visto, ma che andrebbe rivisto perimprimersi parole, gesti, sorrisi e “scapaccioni”del Padre, proprio all’inizio, in una suameditazione il Padre dice più o meno così: «Aveteancora dei pensieri che sono vostri, delle vostreidee, dei vostri progetti?… Allora non sietecristiani!». Alla base di tutta la sua predicazione esoprattutto della sua vita c’è infatti la convinzionedell’importanza della ricerca instancabile diun’unione perfetta con il Cristo e la vita dipreghiera favorisce, anzi costituisce il mezzo piùefficace per giungere a questo scopo chenull’altro è se non la perfezione della carità(Statuto articolo 19).

Ci siamo senza dubbio domandati perché lapreghiera fosse così importante e stupiti cheun’attività così “passiva” potesse portarci ad unavirtù così attiva come la carità, e qui dobbiamoimprimerci bene in mente la risposta per portare acompimento la nostra missione che è appuntoquella di rendere testimonianza in mezzo agliuomini di una presenza di Dio. Ebbene lapreghiera realizza questa unione con Dio se esolo se, quando preghiamo, ci chiediamo: «Cosadesidero realmente quando prego?» e possiamorispondere onestamente o per lo meno desideraredi desiderare: «Voglio essere totalmente afferratoda Dio, dalla Carità». Ricordatevi della parola diGesù: «Qualunque cosa domanderete al Padrenel mio nome Egli ve la concederà!». Ebbene:abbiamo onestamente e sinceramente chiestoquesta cosa sola, magari con l’ispirazione delleparole del salmo 26 (27): «Una cosa ho chiesto alSignore, questa sola io cerco: abitare nella casadel Signore tutti i giorni della mia vita…».

Agli esercizi abbiamo soprattutto fattoriferimento alle preghiere della Madonna(Magnificat), di san Nicola della Flue, disant’Efrem, di san Gregorio di Narek e del beatoCharles de Foulcauld, ma direi che ho

dimenticato di menzionare il Cantico di SanSergio che forse meglio delle altre formuleesprime questo anelito della preghieratrasmessoci dallo Spirito attraverso l’esperienzamistica del Padre. Oltre ad invitarvi a leggere lepagine sul Cantico che si trovano nelVademecum vorrei aggiungere che mi sembraevidente che considerare una tale preghieracome “nostra” sia pura follia! Possiamo invecepregarla solo sentendo che desideriamo cheGesù ci afferri, ci possegga, che sia Lui a pregarein noi, che sia la sua preghiera a portarci oltrequello che possiamo capire e soprattuttorealizzare, rendendoci docile strumento delloSpirito Santo. Aderendo a Cristo per la fede, conil passare del tempo Dio potrà finalmentepossederci in pienezza. Ogni giorno all’inizio della“preghiera” dovremmo realizzare secondo lenostre possibilità e comunque chiedere con ilmassimo di sincerità possibile quello che hascritto il Padre nel suo diario "Ebbi a cuorel’eterno":

«4 agosto…L'io umano non vive che il suo consenso totale

ad essere assunto – l'io dell'uomo di fatto è Dio,non ce n'è altro. Io sono – dice Dio. Lo dice in te,attraverso di te.

Come sorgesse dal profondo. Ma il tuo esseresi compie in quell'atto nel quale Dio in te proclamaSe stesso. Nessuna proprietà. Tu non trovi più testesso – ma in ogni cosa non trovi che Dio.

Tu offri a Lui di vivere in te, in ogni tua potenza,in ogni tuo atto, in ogni tuo istante. E perché Eglisi faccia presente e viva in te bisogna che in ognipotenza, in ogni atto, in ogni istante tu viva il tuopuro venir meno, il tuo annientamento totale. Egliè – ed è l'Assoluto, l'Immenso.

Attraverso di te non vive che Dio – la gioia puraed immensa, la pace, la pura e assolutapresenza.

Si possiede nell'essere posseduti: «Possiedimidunque tutto nella tua gloria, nella tua volontà, neltuo amore così perfettamente come possiedi Testesso!».

E’ l’eco di quanto sperimentava e proclamavaSanta Caterina da Genova che il Padredichiarava essere la più grande mistica italiana:«Il mio io… è il mio Dio».

Buona ripresa del lavoro comunitario nelloslancio di una preghiera più vera ed efficace.

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La parola del padre Divo Barsotti

"UNA SPOSA CHE TI AMI "

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Lecceto, venerdì 9 ottobre 2009. L’Assembleadella Comunità è convocata per l’elezionedell’Assistente Generale maschile. Dopo ledimissioni di Costatino Ciampi il ruolo è vacante.Allo spoglio dei voti, si rivela che praticamente latotalità dei votanti si è espressa a favore di Vito DiCiaula. Passano solo due ore, e Vito, smaltita lacommozione e la preoccupazione per l’incaricoricevuto, si mette alla caccia di un Vice, e puntadeciso, non saprà mai dire il perché, su un ignaroPaolo Dall’Olio, oramai orientato a trascorrereuna notte serena e un riposo tranquillo. Questedue persone poco si conoscevano, si erano vistiun paio di volte e ora avrebbero dovutocollaborare per sei anni all’interno del governodella Comunità. Abbiamo chiesto a Vito e Paolo didire due parole su questi anni.

Vito: Carissimi, eccoci giunti al termine del mioservizio alla Comunità. Sono stati sei anni lunghi,che sono passati velocemente, duri, belli, faticosi,leggeri..., avete capito, sono stati gli anni che ilSignore ci ha voluto dare. Dal primo istante dellamia elezione ho sempre sostenuto quello che ilpadre don Divo ci ha sempre detto: «La Comunitàè voluta da Dio!». Chi mi conosce sa che suquesto punto io, Vito Di Ciaula, non ho mai avutodubbi! Ed è stato proprio questo che sempre miha spinto ad andare avanti, anche e specialmentenei momenti più difficili e meno belli, quandoall'orizzonte c'era da prendere a volte delledecisioni che forse avrebbero creato deimalumori. Quante volte (sempre) mi rivolgevo conconfidenza a Dio nella preghiera e gli ricordavo(forse lo ricordavo a me stesso): «La Comunità ètua, datti da fare!».

Il primo impatto è stato tremendo, avendoappreso che l'Assemblea generale aveva votato ilmio nome all'unanimità. Questo mi sgomentava emi poneva una domanda: «Cosa vedono inme!?». Ancora me lo chiedo e non riesco iostesso a dare una risposta; forse l'unica potrebbeessere questa: amore alla Comunità e se laComunità siamo noi, carissimi, amore a tutti ifratelli, indistintamente! Amo talmente tanto laComunità da essere stato accusato di avertralasciato la famiglia, ma questa accusa mi ègiunta anche dall'interno della mia stessa famigliadi sangue. Proprio il Vangelo della S. Messa dioggi ci parlava: «Chi ama padre o madre più di

me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia piùdi me, non è degno di me; chi non prende lapropria croce e non mi segue, non è degno dime...» (Mt10, 34)

Fratelli, io non ho mai trascurato la mia famigliadi sangue e questo a lungo andare lo hannocapito anche loro. Dio è sempre stato con la miafamiglia, specialmente quando sono stato lontanoanche un mese; la mia non era incoscienza,perchè ero certo di averli lasciati in buone mani(quelle di Dio). Proprio nelle parole del Vangelo dioggi, il Signore vuole farci capire che quando siaccetta di seguirlo e di mettersi alla sequela, nonci si deve aspettare comprensione e appoggio:spesso sono proprio coloro che ci sono più viciniad ostacolarci di più(e questo anche all'internodella CFD, da parte di quei fratelli che cisembrano più vicini). Eppure, anche questo, neipiani di Dio, ha un senso: tutto ciò serve per farcicapire se davvero mettiamo Dio al di sopra ditutto e di tutti. Se non siamo capaci di rinunciareper Lui agli affetti leciti, non saremo in grado disceglierlo rispetto a quelli illeciti, quando sipresenteranno nella nostra vita. È il mettere inpratica quel «Cerco Dio solo» che con tantaleggerezza abbiamo detto il giorno della nostraConsacrazione. Poi Dio ci mette alla prova!

Vi domando ora di pregare per le prossimevotazioni che si terranno nel mese di ottobre dovesi procederà alla elezione del nuovo AssistenteGenerale. Il Signore sa di chi abbiamo bisogno, e,chiunque egli sia, gli dobbiamo tutto il nostroamore e aiuto e tanta preghiera per lui e la suafamiglia di sangue.

Ed è per tutto questo che al termine di questoservizio, voglio ringraziare per prima Milena laquale ha dovuto sempre, anche lei con fede,sobbarcarsi il peso della famiglia.

Un ringraziamento particolare lo devo a p.Benedetto, alla mia prima compagna Antonietta epoi a Maria alla quale auguro di trovare e averecon il nuovo, la stessa sintonia che ha avuto conme.

Ringrazio tutti voi carissimi fratelli e sorelle perl'amore e la comprensione che mi avete sempredimostrato. Vi avrò sempre presenti nelle miepreghiere.

Vi abbraccio tutti con affetto fraterno e sincero.In Cristo

vostro fratello Vito.

Dall' Assistente Generale e dal suo Vice

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A V V I S I

Lettura biblica del meseNel mese di settembre si legge la Prima Lettera ai Corinzi;nel mese di ottobre si legge la Seconda Lettera ai Corinzi;nel mese di novembre si legge il libro di Esdra.

Tempora di AutunnoNei giorni mercoledì 23, venerdì 25 e sabato 26 settembre ricorrono le Tempora d’Autunno. La

preghiera è per la santificazione delle anime consacrate. Le offerte sono destinate alla Cassa suffragidelle Famiglie per la celebrazione delle Messe dei defunti della Famiglia.

P.S. La prima decisione che mi sono trovato aprendere, è stata quella della scelta del mio Vice.Ebbene è la dimostrazione lampante che la CFDè di Dio e che è Lui alla fine, attraverso di noipovere creature, chela governa. Io nonavevo mai avuto conPaolo dei contatti, senon quelli degliincontri annuali degliAssistenti diFamiglia, ma non hoavuto dubbio alcuno,non ho pensato adaltri se non a lui, e loringrazio tanto peraver subito accettatoe collaborato nelgoverno, con lealtà, fedeltà e amore. Qui mipiace ricordare che Paolo ha avuto un grandemaestro nella sua Famiglia di Bologna: PinoGuarnieri.

Paolo: Ricordo bene quella sera quando Vitoa sangue freddo mi chiese di fargli da Vice, ionemmeno sapevo che volesse dire. Sul finire diquell’anno andammo a far visita a Paolo Canal,fu un incontro informale ma ebbe il carattere delpassaggio di una consegna. Chi potevaimmaginare che Paolo poi sarebbe morto pochigiorni dopo! La prima visita la feci a Milano e fuun disastro, lì mi resi conto che non era unoscherzo. Gli amici della Famiglia Lombarda misostennero amorevolmente e così poi le coseandarono meglio. Pur senza nascondere di avervisto situazioni problematiche, nelle mie visite hoincontrato persone straordinarie, visto postid’Italia splendidi. Capitava spesso che dopo unavisita sentissi il forte desiderio di ritornare. «Vienicon Milena una settimana», mi dicevano, ma poiquesto per vari motivi non si realizzava. Un inciso:

io e Vito abbiamo in comune una cosa: le nostremogli hanno lo stesso nome, Milena, appunto,ambedue straordinarie; credo che a loro sidovrebbe chiedere di scrivere a due mani come

hanno passato questi sei anni. Di Vito hoammirato la sua caparbietà e dedizionenello svolgere il suo incarico. Qualcuno hadetto di lui che sia stato duro, anch’ioall’inizio ho avuto la stessa impressione.La verità è che Vito prima di tutto è statoduro con se stesso, non risparmiandosi inquesti sei anni nessuna fatica. Hapercorso in lungo e in largo il pianeta

incontrando iconsacrati di tuttii continenti, havissuto lunghiperiodi lontanodalla suafamiglia,trascorso notti inaeroporto. Si èfatto paladino deipiù semplicifacendoli sentireparte di unaComunità che ilPadre aveva

pensato anche, e forse soprattutto, per loro. Perme è stato molto semplice vivere all’ombra diVito, lui che non si è tirato mai indietro e che nonmi ha chiesto niente di più che quello che michiedeva p.Benedetto più qualche circolare. Nelmomento in cui chiunque in un ruolo di governovicino alla scadenza si tirerebbe indietro, Vitoscuote le spalle e sale su un altro aereo e volaoltre oceano. Dove e perchè?

Chiedetelo a lui? Attenti però, ricordatevi che èun “duro”!

Vito Di Ciaula Paolo Dall'Olio

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MEDITANDO: BIBBIA ALLA MANO!

Prima lettera ai Corinzi

Nella mia giovinezza visitai gli scavi archeologicidi Corinto: l’antica città era dieci volte più grandedell’attuale paese, come del resto fu perSiracusa. Rifondata da Giulio Cesare nell’anno44 a.C. si era sviluppata rapidamente ed avevaassunto proporzioni vistose, fino a diventare lacapitale della provincia romana dell’Acaia. Con isuoi due porti costituiva un centro commercialefiorente. Una città ricca, data la sua singolareposizione strategica su due mari: dove c’è ilbenessere di solito c’è di tutto, povertà ericchezza, sapienza e corruzione. San Paolo vigiunge nel 51, nemmeno vent’anni dopo la mortedel Signore. Ne rimase affascinato. Approfittandodell’apertura naturale che i Greci avevano versoogni cultura, vi predicò, non senza difficoltà, il

Cristo e questi crocifisso (1Cor 1, 23). In un annoe mezzo vi organizzò una comunità numerosa evivace. «Appena usciti dal paganesimo,abbagliati dalla potenza della vita religiosa che ilcristianesimo aveva suscitato, i Corinzi avevanotentato di porlo sul medesimo piano delle dottrineumane e della filosofia. Ma Paolo non si lasceràmai porre sulle spalle il mantello dei filosofi: ilsegno della sua missione sono le cicatrici chetravagliano la sua carne, crocifissa con Cristo. Icristiani devono imitarlo. Le loro assemblee nondevono imitare i riti degli Orfici o dei clienti diDionisio. Lo Spirito Santo agisce nella comunitàin un modo autentico, originale: quello delloSpirito di Dio» (L. Cerfaux, Quelli di Corinto, p.15). Da Efeso, più tardi, Paolo scriverà tre

Incontro mondiale delle famiglieNei giorni che vanno dal 22 al 27 settembre verrà celebrato negli Stati Uniti (a Philadelphia) l’incontro

mondiale delle famiglie. È un’occasione per tutti noi per pregare e implorare dal Signore la protezione ela custodia della famiglia in quanto tale, voluta da Dio e santificata dal sacramento del matrimonio.

Verso il Sinodo dei Vescovi sulla famigliaInvitiamo tutti a pregare per il prossimo Sinodo dei Vescovi che, come sappiamo, sarà dedicato al

tema della famiglia. Papa Francesco ha composto una preghiera particolare per questo Sinodo eabbiamo pensato che fosse opportuno riportarla sulle pagine 31-32 di questo Notiziario, in formato daritagliare con l'icona ufficiale dell'evento" in modo che possiamo farla nostra in questi ultimi mesi diattesa:

«Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell'amore vero, a voi con fiducia cirivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli dipreghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura edivisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezzadel carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e

Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

Comitato della FormazioneDal 14 Settembre Alba Pierini subentra a Beatrice Ceraso come Presidente del Comitato della

Formazione. La Comuità tutta ringrazia Beatrice per la sua generosa disponibilità e augura ad Alba unfecondo lavoro nella vigna del Signore.

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Lettere, di cui solo due ci sono arrivate. Ilprossimo mese vedremo la Seconda.Ora, nella Prima, troviamo un’appassionataconcentrazione cristologica. È la più chiara econcreta sintesi del pensiero cristocentrico diPaolo. Il nostro Padre, nei suoi testi, lo citaspesso. Noi, nel contesto paganeggiante in cuiviviamo, dovremmo farne oggetto di profondameditazione. Come al solito, la mia vuole esseresolo un’umile riflessione su alcuni punti, sulla sciadel nostro Padre. Del resto il Signore parla nellaScrittura rispettando singolarmente ogni animache umilmente lo cerca. Sarebbero tanti i punti dameditare, un libro non basterebbe.Lascio a voi lagioia di scoprirli e goderli.

«…Ai santificati in Cristo Gesù, chiamati aessere santi con tutti quelli che in ogni luogoinvocano il Nome del Signore nostro GesùCristo…» (1 Cor 1 ,2b). Dirà il Padre:«L’Apostolo Paolo è colui che ha veduto GesùCristo risorto da morte. È a questa visione che siappella per giustificare la sua missioneapostolica: anch’egli ha veduto Gesù. Con lavisione l’uomo entra in intimo e personalerapporto con Dio che lo ha chiamato e lo faportatore di un messaggio per tutto il suo popolo»(D. Barsotti, La rivelazione dell’amore, p. 360). Enoi, che siamo chiamati a testimoniarlo nel nostrotempo, lo abbiamo veduto? L’abbiamo incontratonella preghiera, nella Parola, nei Sacramenti, nelprossimo, qualunque egli sia? Siamo tra coloroche invocano il Nome del Signore come vuolel’art. 21 dello Statuto?

«Egli vi renderà saldi sino alla fine,irreprensibili nel giorno del Signore nostroGesù» (1 Cor 1, 8). San Paolo pensa sempre algiorno dell’incontro ultimo con Cristo, e noi cheogni giorno recitiamo le Lodi di Dio altissimo, «Tusei fortezza…Tu sei dolcezza…Tu sei la nostra vitaeterna…» ci pensiamo veramente? Quando quelgiorno verrà saremo trovati fedeli? « È fedele Dio,dal quale siete stati chiamati alla comunione con ilFiglio Suo Gesù Cristo Signore nostro!» (1 Cor 1,9). È gettarsi nell’abisso, per essere accolti da Luied esige una totale dimenticanza di sé in unapiena e umile confidenza in Colui che ci hachiamati! Però dovremmo essere una fotocopiadel Cristo, il più somigliante possibile: sequelaChristi! L’art. 20 dello Statuto dice: «Procuriognuno di vivere costantemente nella divinapresenza (cioè in comunione), in tal modo cheogni suo atto sia veramente atto religioso ecompiuto in unione con Cristo».

«Vi esorto pertanto ad essere unanimi nelparlare perché non vi siano divisioni tra voi,

ma siate in perfetta unione di pensiero e disentire…» (1 Cor 1, 10). Lo Statuto suggerisce:«Solo nella misura in cui realizzeremo l’essereuna cosa sola fra noi potremo anche vivere lamissione del Cristo... Sia perciò ognuno pazientee benevolo verso tutti, preferisca gli altri a sestesso e si ritenga il servo di tutti... Tutto deveessere sacrificato anche se appare utile, perevitare la discordia. Eviti ciascuno ogni giudiziomalevolo, ogni durezza di cuore» (cfr. artt. 30, 31,32).Interessantissimi i versetti di 1 Cor 1 , 1 8 - 2

,5, dove Paolo fa un confronto fra la sapienzaumana e il Vangelo per dimostrare come l’agire diDio trascenda l’orizzonte sapienziale umano. È ilCristo la vera sapienza che introduce nei disegnidi Dio e nel sentiero della vita; è giustizia esantificazione interiore, cioè liberazione dallaservitù del peccato e dell’egoismo grazie allacomunicazione del Suo Spirito (cfr. BibbiaNovissima versione). Mi verrebbe spontaneo quelmodo di dire scherzoso: «Le somme intelligenze(leggi: sapienza) vanno sempre a passeggio».Infatti è abitudine sentir dire: «Secondo me…Iopenso che…» giudicando tutti e tutto senzaguardare in alto al Crocifisso e lasciarsi ispiraredal Suo Spirito. «Perciò solo in quanto mi rendoconforme all’immagine del Figlio di Dio, lo SpiritoSanto abita e vive in me e soltanto in quanto loSpirito Santo mi muove e solleva, io sono figlio diDio. La docilità allo Spirito Santo è l’imitazione diCristo; non una conformità esteriore ma uninserirsi, un entrare, un immergersi in Lui. Ed è loSpirito che santifica l’uomo (1 Cor 6, 11), ma èCristo la sua santità (1 Cor 1, 30)», così scrive ilnostro Padre. Il mistero di Dio, la salvezza delleanime, è inaccessibile a noi perché è opera delloSpirito Santo, che va invocato, quasi obbligato ascendere a fiumi sulle arpe craniche di tanticervelli induriti.Tutto il c. 2 è un capolavoro, una sintesi

teologica tipica del genio di Paolo. V. 14: «L’uomonaturale non comprende le cose dello Spirito». Aproposito di ciò scrive il Padre: «Mentre perl’uomo animale l’ineffabilità del Mistero è soltantoun vuoto silenzio e il Mistero un segno che non hasenso, una favola e un mito, per l’anima religiosail Mistero è il segno di un’arcana presenza, di unAtto divino: nella vanità di un mondo che è comeun’ombra e non ha consistenza, il Mistero èl’unica Realtà vera in cui l’anima senta di averefondamento, essere, vita». Non è antidepressivodon Barsotti? Anziché correre in farmacia, alposto della pillola, un po’ di meditazione, dipreghiera in più, forse non farebbe male! V. 15:

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«L’uomo spirituale invece, giudica ogni cosa», e ilv. 16b: «Ora noi abbiamo la mente di Cristo». Chivuol essere cristiano, dice Giovanni nella ILettera, si comporti come Cristo si è comportato!È proprio vero anche per noi, nei confrontidell’ultimo barbone che incontriamo?

«Non sapete che siete tempio di Dio e chelo Spirito di Dio abita in voi?» (1 Cor 3,16):questo concetto, Paolo lo ripeterà anche in 1Cor 6, 19 per instillare il carattere sacro dellaComunità (Ecclesia) e del singolo. È vero che iosono “matusa”, così mi appellano i nipoti miei,ma se mi guardo in giro, il senso del sacro nella

modestia del vestire e nell’atteggiamento, speciein Chiesa, non riesco a vederlo nemmeno colbinocolo!L’elogio della verginità (1 Cor7, 25-38).

Questi versetti illustrano il celebre consiglio diS.Paolo circa l’ideale di una completa liberazionespirituale e del distacco anche dai valori dellacreazione. Nella luce dell’età messianica apertada Cristo Risorto, che mette i fedeli al contatto colSignore, nella fervida attesa dell’incontro con Lui,tutta la realtà terrena trasecola e passa inseconda linea. La verginità diventa perciò unideale possibile ed encomiabile, sebbene non pertutti. Essa viene indicata qui come adesione totaleal Signore e, nel c. 13, come donazione alprossimo. Scrive il Padre: «Il tema della verginitàè legato al tema dell’amore, soprattutto perché,non la Chiesa o le singole Chiese, ma le singoleanime vengono invitate all’amore e debbonrispondere all’amore di Dio. Il testo più famososulla verginità si ha nella prima Lettera ai Corinzidell’apostolo Paolo. L’Apostolo esalta l’eccellenzadella verginità sul matrimonio... Al contrario diessere una rinunzia all’amore, è l’atto di questoamore: l’anima, non più legata alle cose presenti,sciolta da ogni legame con le creature, si donatotalmente a Dio. È la verginità che consumal’unione nuziale dell’anima con lo Sposo divino...L’economia cristiana anticipa in qualche modo,misteriosamente, la resurrezione futura. Già difatto gli uomini sono entrati nel Regno di Dio, ilmondo presente è come non fosse, è come unvelo che nasconde la realtà immensa di un Dioche vive già ora con l’uomo» (D. Barsotti,Rivelazione dell’amore, pp. 436-437).

«I l Signore Gesù, nella notte in cui futradito, prese del pane… annunziate la mortedel Signore, finché Egli venga» (1 Cor 11, 23-26). Il benedettino Hild scrive: «Con l’UltimaParusia, terminerà la celebrazione dell’Eucaristia.Essa è una istituzione essenzialmentetemporanea. Costituisce un memoriale che

ricorda il passaggio del Signore (…).Nell’Eucaristia, Cristo innalzato sulla Croce trae aSé tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti gli spazi.Il mistero eucaristico opera la formazione delCorpo Mistico, la riunione mistica del salvati che iprofeti avevano veduto sulla montagna di Sion edi Gerusalemme. La Chiesa, finché sarà militantesulla terra, deve commemorare la Pasqua diCristo e mangiare l’Agnello pasquale perappropriarsi la forza di Dio e serbare in Lui lasanta unione. Il Sangue di Cristo è dunque, tra lemani sacerdotali della Chiesa: essa lo può offrireogni momento; essa può mescolare il suo propriosangue per consumare il dono del Suo amore. Ilmemoriale eucaristico si rivela dunque comeindispensabile nell’economia della salvezza.Dall’Ascensione di Cristo alla Sua venutagloriosa, è incaricata di continuare sulla terra,realmente e visibilmente, l’immolazione del suoSignore» (J. Hild, Dimanche et vie pascale, pp.243-249). Il Padre stesso cita questo autore ne IlMistero cristiano nell'anno liturgico. Il nostroPadre, in tutti i suoi diari anche inediti, ha dellesplendide pagine sull’Eucaristia. Ne LaRivelazione dell’amore, commenta il v. 16 del c.10: «Il pane non è forse comunione col Sangue diCristo?» e il v. 17: «Perché uno solo è il pane, noi,benché molti, siamo un solo corpo». “Il Misteroeucaristico annunciando la morte di Cristo fapresente l’atto supremo dell’amore di Dio:realizza il dono di Cristo all’uomo e realizza lacomunione (koinonìa) degli uomini fra loro, crea laChiesa, Corpo Mistico del Cristo... Come ilBattesimo è il sacramento della fede, cosìl’Eucaristia è il sacramento dell’amore. E come ilBattesimo ci inserisce nel Cristo, ci riveste delCristo, ci fa partecipi della Sua morteresurrezione, in tal modo però che il credentedeve poi, con un impegno che durerà tutta la vita,realizzare la grazia del sacramento che haricevuto rivestendosi di Cristo, mortificando le suemembra, aspirando con tutta l’anima alla vitaceleste; così l’Eucaristia è già opera dell’unionenuziale dell’uomo con Cristo, crea la chiesa SuoMistico Corpo, fa l’unità di tutti i fedeli, eppurerimane al cristiano l’impegno di vivere questaunità, di realizzarla sempre più pienamentevivendo ciascuno non più per sé ma per gli altri,mettersi ognuno al servizio di tutti. L’Eucaristia è ilsacramento dell’amore. La morte di Gesù in S.Paolo è la rivelazione suprema dell’amore di Dio,diviene nel culto eucaristico l’atto onde Egli sidona personalmente a ciascuno» ( ib pp. 355-356). Il tabernacolo che don Divo con NicolaSebastio, scultore, volle per la cappella di S.

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FORMAZIONE PERMANENTE NEI GRUPPI ANNO 201 4-201 5

Contemplativi e missionari nella CFD e nel mondo

L'esperienza di DioQual è la mia missione di consacrato nella Comunità, in seno alla Chiesa e nel mondo?

Presentiamo qui di seguito gli argomenti delprogramma di questo anno comunitario: i titoliindicati sono gli stessi dei paragrafi delVademecum che chiediamo di leggere nei gruppi,anche se gli articoli del Notiziario avranno untitolo più attinente con il tema generale; fanno

eccezione i mesi di febbraio, aprile, agosto in cuisi sospende la lettura del Vademecum perleggere ciò che lo Spirito ha realizzato in tretestimoni viventi: Don Divo, Vittoria Pacchioni eGregorio Sannino.

«Vi raccomando di essere uniti, non dubitate, non disperdetevi, nonscoraggiatevi. (…) La Comunità è opera voluta da Dio, opera che tuttaviasiete voi a realizzare, con semplicità ma con perseveranza, con umiltà macon la certezza di rispondere ad un preciso appello del Signore» (dalTestamento).

Sergio, è un commento plastico di quanto sopra.«Poi la fine, quando consegnerà il Regno a

Dio Padre… Anche Lui, il Figlio, farà atto disottomissione… perché Dio sia tutto in tutti»(1 Cor 15, 24-28): «L’Atto unico, eternodell’Incarnazione divina non sarà più presentecome Atto di morte che nasconde e donasegretamente la vita, ma come l’Atto di una gloriache trascendendo ogni limite e ogni misura,perché è la stessa Gloria di Dio, in séeternamente consuma la creazione intera. Maquesto eterno morire di tutta la creazione in Dionon sarà più pena o castigo, non sarà più veramorte. La morte esiste fin tanto esiste il peccato;quando il peccato non sarà più, la morte stessanon sarà più. Perché dunque nel mondo sussisteancora il peccato, l’Atto di Cristo oggi è lapresenza mistica della Sua immolazione maanche in qualche modo la presenza reale dellaSua morte nella nostra morte; quando nel mondoil peccato non sarà più, l’Atto di Cristo sarà unapura azione di grazia senza immolazione, sarà lavita eterna, la resurrezione finale gloriosa. Ilritorno di Cristo al Padre attraverso la morte

redentrice diviene nuovamente una puraoblazione del Verbo: l’Atto di Cristo perde ilcarattere di soddisfazione e di immolazione cheaveva reso necessario il peccato e ritorna adessere il puro ed eterno dono del Figlio Unigenitoal Suo Padre Celeste» (D. Barsotti, Il Misterocristiano nell'anno liturgico, pp. 142-143).Quando preghiamo, ammesso di essere presenti,diciamo: “Venga il tuo Regno”, non è forse la finedel mondo che noi chiediamo? Il nostro Padrescrive nel suo diario: “Chi veramente crede viveoltre la morte”. Sì, ma chi veramente crede primache il velo cada, ha lasciato cadere tutto di sé pernon vedere che Lui? E noi, a quante cose ancorasiamo legati?

Fratel SergioBibliografia:

D. Barsotti, Il Mistero cristiano nell’anno liturgico,2004Id. La rivelazione dell’amore, 1996

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* Settembre Presentazione del tema: “Comesiamo testimoni della presenza di Dio tra gliuomini?” In questo mese si invitano i gruppi aleggere il primo paragrafo del cap. VII delVademecum (Vd) dal titolo: “Far presente Dio fragli uomini” con l’art. 29 dello Statuto ed il terzoparagrafo “Segni di vera vocazione” con gli artt. 9e 33 dello Statuto.

* Ottobre S. Teresina di Lisieux dal cap. VIIIdel Vd leggere solo il paragrafo: “Gli scritti” della “Vita dei Santi” e dal Manuale la formula diConsacrazione.

* Novembre – “I morti”, dal cap. IX Vd e art. 39Statuto.

* Dicembre – “Le Tempora; preghiera, digiuno,elemosina”, dal cap. VI Vd e art. 11 dello Statuto.

* Gennaio “Lo spirito ecclesiale della CFD”dal cap. X Vd e artt. 5 e 6 dello Statuto.

* Febbraio nel decennale della morte delPadre: il suo Testamento (si è deciso di leggerloall’Ufficio delle letture del 15 febbraio come IIIlettura)

* Marzo – “Il Mattutino della Resurrezione “ dalcap. III Vd e art.19 dello Statuto.

* Aprile – “La testimonianza di VittoriaPacchioni”. Il Consiglio ha deciso di ristampare lesue lettere; sono importanti anche il necrologiofatto dal Padre e le prime cronache della CFDscritte da lei stessa; artt. 4 e 35 dello Statuto.

* Maggio - “Acathistos” dal cap. III Vd e art. 28dello Statuto.

* Giugno “Apertura ecumenica” dal cap VIIVd e artt. 8 e 30 dello Statuto.

* Luglio – “S. Benedetto “ paragrafo 3 del cap.VIII Vd : “La conoscenza dei Santi”.

* Agosto – “Gregorio Sannino“ art.39 Statuto eVol I delle Circolari: "In memoria di GregorioSannino".

A cura del Comitato della Formazione

TESTIMONIANZA DELLA GIOIA

Per il nuovo anno comunitario è stato stabilito diproseguire l’approfondimento della lettura degliarticoli del VADEMECUM negli incontrisettimanali dedicati alla formazione permanentedi noi tutti consacrati.Il tema generale che ci accompagnerà è lostesso dello scorso anno : “Contemplativi emissionari nella CfD e nel mondo “, ma l’obiettivoparticolare che cercheremo di raggiungerequest’anno è la risposta a questa specificadomanda : «Qual è la mia missione di consacratonella Comunità, in seno alla Chiesa e nelmondo?» Per introdurre il programma chesvolgeremo nel corso dell’anno , ci sembra utilefar riferimento alla lettera di Papa Francesco cheha inviato ai consacrati e alle consacrate perl’anno della Vita Consacrata 2014/15: «…. Dagliinizi del primo monachesimo, fino alle odierne“nuove comunità”, ogni forma di vita consacrata ènata dalla chiamata dello Spirito Santo a seguireCristo come viene insegnato dal Vangelo (cfrPerfectae caritatis, 2).Per i Fondatori e le

Fondatrici la regola in assoluto è stata ilVangelo,ogni altra regola voleva essere soltantoespressione del Vangelo e strumento per viverloin pienezza. Il loro ideale era Cristo,aderire a Luiinteramente, fino a poter dire con Paolo:” Per meil vivere è Cristo” (Fil 1, 21); i voti avevano sensosoltanto per attuare questo loro appassionatoamore.La domanda che siamo chiamati a rivolgerci inquesto Anno è se e come anche noi ci lasciamointerpellare dal Vangelo; se Esso è davvero il“vademecum” per la vita di ogni giorno e per lescelte che siamo chiamati ad operare. Esso èesigente e domanda di essere vissuto conradicalità e sincerità. Non basta leggerlo (eppurelettura e studio rimangono di estremaimportanza), non basta meditarlo (e lo facciamocon gioia ogni giorno). Gesù ci chiede di attuarlo,di vivere le sue parole. Gesù, dobbiamodomandarci ancora, è davvero il primo e l’unicoamore, come ci siamo prefissi quando abbiamoprofessato i nostri voti? Soltanto se è tale,

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ADUNANZE ANNO 2015 - 2016

IL DECALOGO Introduzione(CCC 2052-2082)

«Ti comando di amare il Signore tuo Dio, dicamminare per le sue vie, di osservare i suoicomandi, le sue leggi e le sue norme, perché tuviva e ti moltiplichi» (Dt 30, 16). Le “Dieci Parole”vengono proclamate da Dio nel contesto delgrande evento dell’Esodo, assumendo così unsenso particolare: sono un cammino di vita, dilibertà dalla schiavitù del peccato, (cfr. CCC2057). La legge quindi non è un fardello, ma ildono di un Dio che si rivela come Colui che liberae salva Israele, popolo che ama di un amore dipredilezione.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC)illustra i comandamenti nella terza parte dal titolo“La Vita in Cristo”. Inizia presentando il fine ultimodell’uomo, creato ad immagine di Dio: labeatitudine, e prosegue mostrando le vie pergiungervi: mediante un agire retto e libero, conl’aiuto della Legge (sintetizzata nel duplicecomandamento dell’amore) e della grazia.

È interessante notare come alla presentazione

tradizionale dei comandamenti il Catechismopremetta una sezione considerevole (nn.1691-2051) che presenta la morale innanzitutto comeun “essere”, prima che un “agire”: la vita moraledel battezzato è vita nuova, "vita in Cristo”, chesgorga dalla grazia della fede ricevuta. La vitamorale abbraccia l’intera esistenza umana ed èespressione di una profonda vita interiore vissutain unione con Dio.

In maniera chiara e sintetica San GiovanniPaolo II esprime il senso autentico e profondo deicomandamenti, fonte di libertà per ogni uomo(credente e non): «I Dieci Comandamenti nonsono l'imposizione arbitraria di un Signoretirannico. Essi sono stati scritti nella pietra, mainnanzitutto furono iscritti nel cuore dell'uomocome Legge morale universale, valida in ognitempo e in ogni luogo. Oggi come sempre, leDieci Parole della legge forniscono l'unica baseautentica per la vita degli individui, delle società edelle nazioni; oggi come sempre, "esse sono

possiamo e dobbiamo amare nella verità e nellamisericordia ogni persona che incontriamo sulnostro cammino, perché avremo appreso da Luiche cos’è l’amore e come amare: sapremo amareperché avremo il suo stesso cuore».Questo è soltanto un piccolo stralcio della letteradel Santo Padre che invitiamo tutti a leggere nellasua interezza per la profondità e la bellezzaconcettuale delle sue parole.Ora, invece, ci soffermiamo a meditare su unbrano di una circolare inviata dal nostro PadreFondatore Don Divo in occasione delle Temporadi settembre del 1967, che sul Manuale èintitolata, appunto, “Testimonianza della gioia" :«…. Dio ci ha chiamato a rendere una grandetestimonianza della Sua presenza viva nel mondodi oggi; con la semplicità e la libertà del Suoamore, con la purezza di un impegno che ciconsacra a Lui e in Lui sempre più ci trasforma.Umile cosa come le specie eucaristiche, noisiamo il segno di Dio che per noi vuole vivereancora in mezzo agli uomini nostri fratelli. Èquesta la missione che Egli ci ha dato ed è questala testimonianza che noi dobbiamo rendere almondo.Sì, vi sento sempre più compresi di una vostra

responsabilità; sì, vi sento sempre più desiderosidi rispondere e ne ringrazio con voi il Signore cheha operato con tanta larghezza nei vostri cuori.Non si conserverà questa grazia senza ladolcezza dell’umiltà, senza la purezza del cuore;ma io sono sicuro di voi perché sono sicuro di Dioche vi ha scelto».Tutta la programmazione dell’anno è stata giàinviata agli Assistenti di Famiglia; per questomese di settembre si invitano i gruppi a leggeredal Vademecum il primo paragrafo del capitoloVII dal titolo ”Far presente Dio fra gli uomini“accompagnandolo con l’art. 29 dello Statuto ed ilterzo paragrafo “Segni di vera vocazione“ con gliartt. 9 e 33 dello Statuto.Con il vivo desiderio di voler trovare la rispostagiusta alla domanda che ci è stata posta,inoltriamoci in questo nuovo anno camminandoinsieme con fiducia e affidandoci al nostro Padredon Divo e a Maria, la Vergine dell’ascolto e dellacontemplazione affinché ci aiutino neldiscernimento e ci facciano sentire vicini con laloro tenerezza.

Alba Pierini

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l'unico futuro della famiglia umana". Salvanol'uomo dalla forza distruttiva dell'egoismo,dell'odio e della menzogna. Evidenziano tutte lefalse divinità che lo riducono in schiavitù: l'amoredi sé sino all'esclusione di Dio, l'avidità di potere edi piacere che sovverte l'ordine della giustizia edegrada la nostra dignità umana e quella delnostro prossimo. Osservare i Comandamentisignifica essere fedeli a Dio, ma significa ancheessere fedeli a noi stessi, alla nostra autenticanatura e alle nostre più profonde aspirazioni»(Pellegrinaggio al Monte Sinai, 26/02/2000).

Nel Discorso della montagna Gesù precisa chenon è venuto per abolire la Legge e i Profeti, maper dare compimento (cfr. Mt 5, 17), realizzandole attese e le promesse dell’A.T. Non più precettiimposti dall’esterno: «Vi darò un cuore nuovo,metterò dentro di voi uno spirito nuovo […] Porrò ilmio spirito dentro di voi e vi farò osservare emettere in pratica le mie leggi» (Ez 36, 26-27).

Notiamo come Gesù con le antitesi «Aveteudito che fu detto…… ma io vi dico» rinvia aun'obbedienza radicale alla Torà, riconducendolaalla sua vera essenza, all'intenzione di Colui chel'ha donata: un amore incondizionato. Riporta lalegge al suo principio ispiratore e unificante:l’amore di Dio, che trova nell’amore del prossimola verifica della sua autenticità.

Ciò che Gesù critica è un'interpretazionelegalistica dei comandamenti (per esempio Mt 23,5ss) o un appello a tradizioni umane (per esempioMc 7, 8-13; 12, 28-34), espressione di quella“durezza di cuore” dell’uomo, che finisce pereludere l'obbedienza vera e sincera a Dio.

La carità verso Dio e verso il prossimoenunciata nei comandamenti, trova la suapienezza nell’adozione filiale realizzata in Cristo;è una carità che non si limita all’ambito religioso,ecclesiale, ma abbraccia ogni ambito della vita:dalla famiglia al lavoro, dalla vocazione almatrimonio alla giustizia sociale, dalla tutela dellavita al rispetto del creato, ecc.

Ma tutto questo non ci ricorda forse il mottodella nostra comunità? “Ut sitis filii Patris vestri”.Si tratta di vivere la nostra vocazione: essere figlinel Figlio, permettere a Dio di incarnarsi in tutte lescelte, in tutte le dimensioni dell’uomo.Collaborare con l’azione redentrice di Cristoperchè l’uomo torni ad essere «immagine di Dio».L’uomo non è più schiavo del peccato, schiavodella legge, ma la legge è scritta dallo Spirito nelsuo cuore. Anzi possiamo affermare che leggedel cristiano è una Persona: è Cristo, Splendoredel Padre e Gioia dei cristiani; è Cristo, la suaparola e, soprattutto, la sua vita.

Con molta leggerezza, ignorando la portata deicomandamenti, forse anche noi potremmo direcome il giovane ricco a Gesù che lo invitava adosservare i comandamenti: «Ho sempreosservato tutte queste cose; che cosa mi mancaancora?» (Mt 19, 20). Quando non ci saranno piùleggi esteriori, quando unica nostra legge sarà ilCristo potremo dire «non sono più io che vivo, maCristo vive in me» (Gal 2, 20). Ma comericonosceremo che Egli vive in noi? Se saremocome Lui miti, misericordiosi, puri di cuore,perseguitati per causa sua… In altri termini: l’iniziodella vita nuova è rispondere ad una Persona checon delicatezza e rispetto ci dice: «Se vuoi… vienie seguimi» (cfr.Mt19, 21).

San Giovanni Paolo II già nel 1993 osservavache ci troviamo di fronte a «una vera crisi, tantogravi sono le difficoltà che ne conseguono per lavita morale dei fedeli e per la comunione nellaChiesa, come pure per un'esistenza socialegiusta e solidale» (Veritatis Splendor, 5).

Infatti il Decalogo assume un senso particolare«nell’attuale contesto culturale, in cui secolarismoe relativismo rischiano di diventare i criteri di ogniscelta e in questa nostra società che sembravivere come se Dio non esistesse […] Dio ci hadonato i Comandamenti per educarci alla veralibertà e all’amore autentico» (Papa BenedettoXVI, Videomessaggio del 9/2/2012, indirizzato aipartecipanti all’iniziativa “Dieci piazze per diecicomandamenti”).

«Io sono il Signore Dio tuo….». Per gli Ebreiquesta è la prima delle “Dieci Parole” («Nondesiderare la donna d’altri» e «Non desiderare laroba d’altri» verranno unificati nella decimaparola), mentre per noi cattolici questa ne èl’introduzione. Così Dio si presenta come Coluiche ha scelto Israele ed è entrato nella sua storia,lo ha liberato dalla schiavitù. Si rivela come unDio personale, perché Egli è «il Signore Dio tuo»;si rivela come un Dio salvatore che operameraviglie.

«Io sono il Signore Dio tuo…» è la parola cheriassume tutti i comandamenti. Anche quellodell’amore del prossimo, di ogni creatura? IlPadre risponde affermativamente: «È compreso,perché per noi cristiani, e anche per il Giudaismo,Dio non è una pura trascendenza, che non harapporto col mondo creato. Egli è il Creatore.Amare Dio vuol dire amare la creazione; lacreazione non è divisa da Dio, è distinta da Dio,ma non può essere divisa da Lui» (Ritiro diArliano 14/03/1982).

Un’ultima precisazione: nella trattazione deisingoli comandamenti faremo riferimento alla

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SIMBOLO PER LE ADUNANZE 201 5/201 6: IL DECALOGO

Nel simbolo, realizzato da Anna Maria Toma, sono state rappresentate le due tavole della Legge dateda Dio a Mosè sul monte Sinai. In una è stato inserito un particolare di un’operadi Marc Chagall realizzata nel 1950.I Comandamenti sono un dono di Dio all’uomo, ma è attraverso il Cristo cherealizzano il loro pieno significato. Ecco perché, in primo piano, il primocomandamento è situato sulla croce, gli altri sono stati disposti su un segnografico, trasparente e luminoso, secondo un andamento non lineare, come puòessere la strada che l’uomo percorre nella propria vita, orientata verso lavolontà di Dio e illuminata dallo Spirito Santo.Marc Chagall nasce in una famiglia di cultura e religione ebraica, in Russia a

Vitebsk nel 1887 e muore in Provenza a Saint Paul de Vence nel 1985.Il dipinto inserito nel simbolo è stato realizzato nel 1950 ed è attualmente esposto al “Centre Pompidoudi Parigi” e rappresenta un episodio biblico.Affascinato fin da giovane dalla Bibbia, considerata come la più importante forma di poesia e arte,Chagall se ne interessò profondamente dal 1930 e iniziò a studiarla con dedizione, al punto daintraprendere un viaggio sui luoghi delle vicende narrate dai testi Sacri. Realizzò su commissione unaserie di tavole dedicate ai temi biblici, fino ad occupare l’intera produzione artistica.Per Chagall Cristo è il giusto ebreo che muore perseguitato. Il pittore si percepisce come una sorta didoppio del Cristo, sofferente e solitario. Scriveva alla moglie Bella: “Come il Cristo, io sono crocifisso,fissato con dei chiodi al cavalletto”.Riesce a comunicare felicità e ottimismo tramite la scelta di colori vivaci e brillanti. Il colorato mondo diChagall è come se fosse visto attraverso la vetrata di una chiesa.

Anna Maria Toma e Luca Maugeri

INCONTRI COMUNITARI

ESERCIZI SPIRITUALI

LECCETO (FI) dal 9 al 1 3 settembreOrganizza Segreteria CFD tel. 055/6557409

[email protected]

INCONTRO VOTI II E III RAMO

Dal 28 al 31 ottobre, a Lecceto (FI). Organizza Segreteria CFD, tel. 055/6557409, e–[email protected].

CORSO DI CANTO LITURGICO AL SANTUARIO DEL SASSO

Santuario della Madonna del Sasso, da giovedì 1 9 novembre a domenica 22 novembre.Per iscrizioni e informazioni rivolgersi a p. Stefano: tel. 055.8300162; e mail [email protected].

formula catechetica (cfr. tabella riportata nel CCCdopo il n° 2051), anche se i vari capitoli del CCCfanno riferimento al testo biblico di Esodo (Es 20,1-17) o Deuteronomio (Dt 5, 6-21). Così, peresempio, la formulazione biblica «Noncommettere adulterio» diventa «Non commettereatti impuri».

«O Maria, Madre di misericordia,veglia su tutti perché non venga resa vana la

croce di Cristo, perché l'uomo non smarrisca la

via del bene, non perda la coscienza del peccato,cresca nella speranza in Dio «ricco dimisericordia» (Ef 2, 4), compia liberamente leopere buone da Lui predisposte (cfr. Ef 2, 10) esia così con tutta la vita “a lode della sua gloria”(Ef1, 12)..»(Veritatis Splendor, 121)

Diana Cignaper il Comitato della Cultura

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Appare chiaramente l’intensità dello zelopastorale di sua Santità il Papa Francesco nelpromulgare la Bolla Misericordiae vultus perl’indizione del giubileo straordinario dellaMisericordia. Il suo cristocentrismo si nota findall’esordio: «Gesù Cristo è il volto dellamisericordia del Padre» (1). «Misericordia è laparola che rivela il mistero della SS. Trinità» (2). Ilcristianesimo è religione di redenzione, non vi èrapporto con Dio che non abbia il suo fondamentonella misericordia infinita di Dio. Ciò suppone dueabissi: il nulla della creatura e il nostro peccato.Tanto più noi possiamo essere assunti dallapotenza della grazia fino alla luce divina, quantopiù discenderemo nel fondo della nostra miseria,direbbe don Barsotti. «Dinanzi alla gravità delpeccato, Dio risponde con la pienezza delperdono. La misericordia sarà sempre più grandedi ogni peccato» (3).

Bello che il Papa abbia pensato di aprire laPorta della Misericordia proprio l’8 dicembre,festa dell’Immacolata Concezione, Lei che èJanua coeli. «Chi vuol grazia e a lei non ricorre,sua disianza vuol volar sanz’ali», direbbe Dante.È anche il 50° anniversario dell’ultimo Concilio(4). In quel Concilio S. Giovanni XXIII disseall’apertura: «Ora la sposa di Cristo preferisceusare la medicina della misericordia invece diimbracciare le armi del rigore». Il giorno dellachiusura, il 20 novembre 2016 «…avremosentimenti di gratitudine e di ringraziamento versola SS. Trinità e affideremo la vita della Chiesa,l’umanità intera e il cosmo immenso alla signoriadi Cristo perché effonda la sua misericordia» (5).Perché il Cristo con la Sua Incarnazione haassunto tutto; è in qualche modo ipostasi delcosmo, dell’umanità, della Chiesa: è il pensierodel nostro Padre. Il Santo Padre, dopo aver citatoS. Tommaso d’Aquino «È proprio di Dio usaremisericordia e specialmente in questo simanifesta la sua onnipotenza» fa un excursussui Salmi, nei quali ritorna spesso il binomio«paziente e misericordioso». Per dire che in Dio laMisericordia non è un’idea astratta ma è unamore che è proprio il caso di definire «viscerale»(6).

Il Salmo 136 poi narra la storia della rivelazionein forza del ritornello «Eterna è la suamisericordia», che sembra spezzare il cerchio deltempo e dello spazio (7). Ora e qui è tuttal’eternità, diceva don Divo a proposito della S.

Messa, atto supremo della Misericordia. Non perniente, prima della Passione Gesù, dopol’istituzione dell’Eucarestia, cantò questo Salmo(7). È molto interessante come il Pontefice affermicon tanto amore che Gesù in tutta la sua vita, coni suoi gesti, i suoi atti, le sue parole non esprimaaltro che un amore compassionevole. E cita S.Beda che commentando la chiamata di Matteo,dice che Gesù lo scelse «miserando atqueeligendo». Il Papa ama tanto questa frase che l’hafatta diventare il suo motto (8). Nelle parabolededicate alla misericordia Gesù rivela la natura diDio come quella di un Padre che non si dà maiper vinto fino a quando non ha dissolto il peccatoe vinto il rifiuto, con la compassione e lamisericordia (9). Se la Chiesa non mi annunciaCristo, allora tutto è inutile, direbbe il nostroPadre. Il Pontefice afferma che l’architrave chesorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Lacredibilità della Chiesa passa attraverso la stradadell’amore misericordioso e compassionevole(10). S. Giovanni Paolo II scrive che la mentalitàcontemporanea, forse più di quella del passato,sembra opporsi alla misericordia. Grazieall’enorme sviluppo della scienza e della tecnica,l’uomo è divenuto padrone e ha soggiogato edominato la terra (11).

La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo(12). Tutto si riassume in questo Atto unico diAmore, direbbe don Divo. Ma esseremisericordiosi come il Padre Celeste è unprogramma di vita ricco di gioia e di pace,sebbene sia impegnativo (13). Il Santo Padrepassa poi a suggerire alcuni impegni daprendere: ognuno dovrà compiere, secondo leproprie forze un pellegrinaggio. La misericordia èuna meta da raggiungere, non solo con unimpegno fisico ma anche morale: Non giudicare,perdonare, dare (cfr. Lc 6, 37-38). Come? Nientemaldicenze, gelosie, invidie (14). In questo AnnoSanto, potremo fare l’esperienza di aprire il cuorea quanti vivono nelle più disparate periferieesistenziali: è mio vivo desiderio, dice il Pontefice,che il popolo cristiano rifletta sulle opere diMisericordia corporale e spirituale (15). Opere dicui più non si parla, aggiungo io. Nel Vangelo diLuca si legge che un sabato Gesù commentòIsaia dicendo di essere lui stesso a proclamarel’anno di misericordia del Signore.

Questo Anno Santo porta la ricchezza dellamissione di Gesù che noi siamo chiamati a

ETERNA È LA SUA MISERICORDIA

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VITA NELLA CHIESA

Proclamato Dottore della Chiesa

continuare oggi (16) impegnandoci, per esempio,nella Quaresima a meditare profondamente ilprofeta Michea (7, 18-19) e il profeta Isaia (58, 6-11). Il Papa raccomanda l’iniziativa«ventiquattrore per il Signore» da celebrarsi nelvenerdì e sabato che precedono la IV domenicadi Quaresima (17). Bello l’annuncio dell’invio deiMissionari della Misericordia che, accolti in tuttele diocesi, avranno la potestà di rimettere anche ipeccati riservati alla Santa Sede (18). Questo perfacilitare il ritorno al Padre di uomini e donne cheappartengono a gruppi criminali oppure fautori ocomplici di corruzione (19). Sarà interessantestudiare il rapporto, in questo contesto, tragiustizia e misericordia per capire l’amore infinitodi Dio verso coloro che si convertono (20). Se Diosi fermasse alla giustizia, non sarebbe Dio,

sarebbe come tutti gli uomini (21). Il Papa, poi,richiama il valore della «indulgenza» che non è unatto magico ma amore del Padre (22) che ognigiorno ci dona il Figlio nell’Eucarestia, la quale cimette in comunione con i Santi del Cielo e tra dinoi. La Misericordia possiede un valore che vaoltre i confini della Chiesa. Essa ci relazionaall’Ebraismo e all’Islam. Bello questo sguardoecumenico: il Vicario di Cristo che si senteresponsabile di tutte le anime, ovunque siano(23). Stupendo il finale dove il Santo Padreafferma che la Madre del Crocifisso Risorto èentrata nel santuario delle misericordie divineperché ha partecipato intimamente al mistero delsuo amore (24). Salve Regina!

Fratel Sergio

Il 12 Aprile scorso, festa della DivinaMisericordia, in concomitanza con il centesimoanniversario del genocidio degli Armeni (il MetzYeghern, “Grande Male”), papa Francesco haproclamato san Gregorio di Narek Dottore dellaChiesa. Forse non tutti sanno che l'Armenia èconsiderata la prima nazione ad avereabbracciato il Cristianesimo come religione distato nel lontano 301, ancora prima degli editti diCostantino (313) e di Teodosio (380) che di fattofavorirono la diffusione del Cristianesimonell'Impero Romano.Anche la concomitanza tra la proclamazione delsanto Dottore e il ricordo del genocidio degliArmeni rimanda invece a un altro dato storicopoco noto, vale a dire le sofferenze che lungo isecoli il popolo armeno ha sofferto a causa dicontinue guerre sin quasi dall'inizio della suaesistenza: basti pensare ai Romani, ai Parti, aiBizantini, agli Arabi, fino ad arrivare agli Ottomanie ai Russi.Detto ciò, la figura di Gregorio di Narek (951-1010) si inserisce in un periodo storico di insolitapace e prosperità per l'Armenia, con una vitapersonale segnata da una dimensione diprofondo nascondimento. Monaco del monasterodi Narek, in cui era entrato giovanissimo,Gregorio «passò la vita nel raccoglimento,

insegnando e pregando, contemplando eascoltando: contemplando le selvatiche e verginibellezze della natura circostante, ascoltando lamonotona melodia delle onde e dei venti» (B. L.Zekiyan). È considerato un rappresentante dellaspiritualità del πένθος (penthos, afflizione), cioèdella compunzione e delle lacrime causate dalpeccato, indicati come “segno” per eccellenzadell'esperienza di Dio nella tradizione ortodossa.Frutto della sua vita spirituale e della sua raffinatamano di poeta è il cosiddetto Libro dellelamentazioni, suddiviso in 95 “parole” (ban, inarmeno) che corrispondono a 95 poemi di grandee a tratti “insopportabile” tensione mistica, in cuil'uomo si trova posto davanti a Dio e si riscoprevuoto e immondo di fronte al Giudice santo e allostesso tempo speranzoso e illuminato dallaMisericordia di Cristo, Dio incarnato. Per dirla condon Divo, nelle Lamentazioni di Gregorio vi sitrova un «allucinante visione del peccato umano[…], l' esperienza dolorosa dell'umana miseria, lasperanza invincibile nella misericordia divina, inun abbandono totale dell'essere alla potenza diun Amore che tutto salva e redime» (DivoBarsotti, Nella comunione dei santi, Milano 1970,p. 160). Nel suo Messaggio agli Armeni, papaFrancesco ha affermato che san Gregorio diNarek «più di ogni altro ha saputo esprimere la

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sensibilità del vostro popolo, dando voce al grido,che diventa preghiera, di un’umanità dolente epeccatrice, oppressa dall’angoscia della propriaimpotenza ma illuminata dallo splendoredell’amore di Dio e aperta alla speranza del suointervento salvifico, capace di trasformare ognicosa».Occorre sottolineare come questo santo fosseben presente nella ricerca spirituale di don Divo,al punto tale che scriverà lui stesso lapresentazione all'edizione italiana del Libro delleLamentazioni, tuttora in commercio (L. ZekiyanBoghos, La spiritualità armena. Gregorio diNarek, Roma 1999). E c'è un punto in particolareche ha avvicinato don Divo prima di altri a questosanto pressoché sconosciuto al grande pubblico:la solidarietà del cristiano con tutti i peccatori.Infatti, per Gregorio la solidarietà con tuttal'umanità e con il suo peccato di cui si senteassolutamente e unicamente colpevole «derivacerto dalla consapevolezza che in Cristo l'uomonon può dividersi da alcuno dei suoi fratelli senzadividersi dal Cristo medesimo» (Nella comunionedei santi, p.140), e se «egli realizza la suaumanità in quanto è uno con tutti, allora non puònon realizzare la sua responsabilitàuniversale. Egli diviene colpevole ditutti i peccati e di tutti i peccati deverispondere a Dio» (ibid.). Ma«nell'istante medesimo in cui egli,accusandosi in nome di tuttal'umanità, implora il perdono divino,in questo medesimo istante, con lui,è tutta l'umanità che viene perdonatae riammessa alla comunione conDio» (Nella comunione dei santi, p.141).Il Santo Padre sottolinea con forzaquesto punto nel suo Messaggio,riportando alcuni brani del “dottoredegli Armeni”: «san Gregorio diNarek, formidabile interpretedell’animo umano, sembra pronunciare per noiparole profetiche: “Io mi sono volontariamente

caricato di tutte le colpe, da quelle del primopadre fino a quello dell’ultimo dei suoidiscendenti, e me ne sono consideratoresponsabile” (Libro delle Lamentazioni, banLXXII). Quanto ci colpisce questo suo sentimentodi universale solidarietà! Come ci sentiamopiccoli di fronte alla grandezza delle sueinvocazioni: “Ricordati, [Signore,] … di quelli chenella stirpe umana sono nostri nemici, ma per illoro bene: compi in loro perdono e misericordia(...) Non sterminare coloro che mi mordono:trasformali! Estirpa la viziosa condotta terrena eradica quella buona in me e in loro”(ibid., banLXXXIII)».Credo sia facile immaginare perché questaproclamazione sia avvenuta proprio nella festadella Divina Misericordia, poco dopo laproclamazione del Giubileo straordinario dellaMisericordia: per evidenziare come la missionespecifica della Chiesa universale sia vivere alcospetto di Dio per offrirgli innanzitutto le colpeproprie e altrui affinché l'Amore effuso da Cristorigeneri lei e l'umanità tutta in una speranzanuova, luminosa ed efficace. Per dirla con donDivo, «questa universalità dell'amore non è

soltanto la testimonianza di unamore che si dona, ma anche latestimonianza di un amore chetutto vuole fare suo. Al dono di sénon si oppone un amore che tuttopretende, perché vive in un caso enell'altro Dio stesso, che tutto sidona a ciascuno e tutto solleva asé nell'amore» (Presentazione diD.Barsotti in Zekiyan Boghos, Laspiritualità armena. Gregorio diNarek).

A cura del Comitato dellaCultura

Non è per i suoi doni che io persevero nelle mie suppliche,

ma per il Signore che è la vera Via.Non è per i suoi doni,

ma per il Donatore che io ho continua nostalgia.Non è il riposo che cerco,

ma il volto di Colui che dona il riposo.

San Gregorio di Narek

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VITA DELLA COMUNITÀ

FIORI D’ARANCIO NELLA DELEGAZIONE DI GENOVA: MATRIMONIO DI LUCIA MAFFI

Nella calda e soleggiata mattina di sabato 27settembre (un anno fa… scusate il ritardo!), congrande gioia, abbiamo partecipato al matrimoniodella nostra sorella Lucia Maffi con Filippo. Nelsantuario di Montallegro di Rapallo gli sposihanno detto il loro sì. La partecipazione da partedella comunità di Genova è stata alta. Ad essa siè aggiunta la gradita e cara presenza della nostrasorella Lucia di Bra e di suo figlio Pietro. Ilsantuario che sorge in una splendida posizionepanoramica proteso come un balcone sull'incantodel golfo Tigullio ha fatto da cornice all’evento. Lalettura (Rm 12, 1-2.9-18) e il Vangelo (Mt 5, 1-12)scelti dagli sposi ci hanno richiamato alprogramma di vita della Comunità. Nellacommozione dei cuori dei presenti si è svolto ilrito del matrimonio con la benedizione e loscambio degli anelli. Terminata la cerimoniasiamo usciti sul sagrato ad attendere gli sposi peril tradizionale lancio del riso, gli auguri e lefelicitazioni.

Ringraziamo il Signore che ha voluto arricchirela Comunità di Genova con una nuova famiglia eancora auguri a Lucia e Filippo per il lorocammino insieme col Signore.

La delegazione di Genova

Più di un anno fa, fallita l’esperienza che miportò a Ragusa, mi domandai: «Ed ora? Chesenso ha per una salentina come me restarequi?» Così mi iscrissi subito agli esercizi spiritualiignaziani e il Signore mi disse: «Cercate ilbenessere del paese in cui vi ho fatto deportare.Pregate il Signore per esso, perché dal suobenessere dipende il vostro benessere… Io,infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostroriguardo, progetti di pace e non di sventura, perconcedervi un futuro pieno di speranza. Voi miinvocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò; micercherete e mi troverete, perché mi cercheretecon tutto il cuore; mi lascerò trovare da voi,cambierò in meglio la vostra sorte» (Ger 29, 7.11-14a). E sì, in quel momento anch’io mi sentivouna deportata a Ragusa e su questi versettidecisi di rimanere in questa città e di “gettare lamia rete”. Ed oggi posso nuovamente

IL TESORO NASCOSTO

Betty (a destra) e Lina

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testimoniare che il nostro Dio è un “Dio di Parola”che mantiene sempre le sue promesse e nondelude mai chi confida in Lui. Vivevo a Ragusa dapiù di quattro anni e senza saperlo il tesoronascosto era già vicino a me: la Comunità dei figlidi Dio. Che dono! E sono doppiamentemeravigliata da come il Signore me l’ha fattaconoscere: attraverso internet; a me che nonsono affatto un’amante della tecnologia né del pc!Indovinate poi chi ci ha messo lo zampino? Ilnostro caro p.Serafino!.. Senza volerlo ho fattoanche la rima. Contattai una lontana conoscenteper un consiglio, questa mi diede l’indirizzo e-maildi “un certo p. Serafino” che mi risposeprontamente e mi scrisse il numero telefonico di“un’altra certa Mariolina Morello di Ragusa”, coleiche è diventata la mia madrina. Così, iniziato evolato il bel periodo dell’aspirantato, mi ritrovo ascrivere per il Notiziario il 7 giugno scorso, giornodella mia consacrazione al Signore nellaComunità.

Un giorno stupendo: la Solennità del SS. Corpoe Sangue di Cristo, la festa del Corpus Domini. Ilgiorno, come ribadisce don Divo, in cui non sonotanto io ad adorare il Corpo di Cristo ma èpiuttosto il Cristo che mi assume in Lui insieme aimiei fratelli, suo Corpo Mistico. Ho avutol’impressione che il Signore aveva“apparecchiato” bene ogni cosa per me. Adaiutarlo ci hanno pensato Charbel e p. Benedetto.Accolti dal gruppo di Ragusa per la visitaannuale, dal venerdì pomeriggio hanno iniziato ascaldare i nostri cuori con il loro affetto, i loroargomenti spirituali e soprattutto con la loro fededai tratti delicati e profondi. E poi la ciliegina sullatorta: avere al mio fianco la sorella Lina che haemesso i voti perpetui nel II ramo. Durante laS.Messa mi sembrava di salire al Santo Monte “incordata”, legata e sostenuta dai miei fratelliconsacrati, dai primi su in cima all’ultimo davantia me. Che bella catena! Nei vari momenti del rito,

invece, mi sono sentita abbracciata dalle miemadrine Mariolina e Nancy (alla mia sinistra) e daLina (alla mia destra) e completamente avvoltadal calore spirituale di p. Benedetto e Charbel(davanti a me) e dei familiari, amici e fratelli diComunità (dietro a me) non solo di Ragusa maanche di Floridia e Sommatino.

Non posso, infine, non ricordare la presenzatanto invisibile quanto intensa delle suorecarmelitane scalze che ci hanno accolto nella lorobella chiesetta e continuano ad accompagnarcicon la preghiera. Terminata la celebrazione,come è buona abitudine, siam passati dalla"mistica alla mastica". Lina ha aperto e offerto lasua splendida casa in campagna per il pranzocomunitario. La Provvidenza non potevaregalarmi “un banchetto ed una sala ricevimenti”migliore! Quanto stupore e quanta gratitudine aDio. Era questo il Suo progetto per me. Il Suoprogetto che esaudisce i miei desideri piùprofondi: condividere in una famiglia religiosa laconsacrazione del cuore, la chiamata universalealla santità e la spiritualità contemplativamonastica. Mi commuovo sempre quando ripensoa quanto ha sofferto Don Divo per me, perprepararmi un posto. È alla luce dell’umana edivina storia di Divo Barsotti che mi arriva tutta lasua infinita paternità. “IL PADRE!”. Mi vengono ibrividi, invece, quando mi chiedo: «Ma se in quellontano 1933 la Mondadori avesse accettato dipubblicare i racconti e le novelle del poetaBarsotti dove saremmo ora?». Probabilmente laCFD non esisterebbe e neanche noi come monacinel mondo, non ci posso pensare! Ma se siamoqui è perché è volontà di Dio e possiamo soloringraziare Lui e don Divo cercando di vivere finoin fondo la nostra vocazione di figli nel Figlio, dirivelatori del Padre.

Buon cammino a tutti e a ciascuno, anzi, buonascalata e… SEMPRE IN CORDATA!

Betty

Lecceto, giugno 2015. Agli

esercizi spirituali abbiamo avuto

la bella sorpresa di avere con

noi padre Joao Rodriguez (al

centro nella foto, mentre

presiede l’Eucarestia),

portoghese, amico del Padre e

della Comunità. Padre Joao è

un sacerdote della Diocesi di

Fatima e ci ha raccontato di un

suo incontro con la veggente

suor Lucia dos Santos!

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ORISTANO: UNA NUOVA ASSISTENTE DI FAMIGLIA

Fin dall'inizio dell'anno comunitario ci è statoricordato che ad aprile 2015 la Famiglia diOristano avrebbe dovuto eleggere la nuovaAssistente di Famiglia e ci è stato raccomandatodi prepararci con la preghiera, personale ecomunitaria, perché l’appuntamento sarebbestato di quelli importanti, per cui era necessarioaffidarci allo Spirito Santo affinché, quandosarebbe arrivato il momento, la nostra sceltapotesse cadere sulla persona giusta che avesse,oltre alle qualità umane (altruismo, disponibilità,spirito di servizio), anche e soprattutto amore perla Comunità e un grande spirito di preghiera.A dir la verità, dopo sei anni, eravamo tantoabituati a Tiziana che ci sembrava insostituibile. Epoi lei era sempre lì assieme alla sua viceGabriella a costituire una coppia efficace, capacee attenta alle necessità di tutti; quindi perconvincerci ad iniziare una sorta di percorso didiscernimento, ascoltando con docilità la voce diDio, abbiamo faticato un po’.Poi, consapevoli didoverci tutti rimboccare le maniche in modo piùdeciso, e convinti che la designata ad Assistentedeve solo farsi strumento per portare avanti ilprogetto di Dio, al termine del Ritiro – Adunanzadi aprile, dopo una giornata in cui abbiamovissuto intensi momenti di spiritualità e dipreghiera, l’assemblea ha votato. Ed è iniziatasubito dopo la naturale trepidazione di conoscereil nuovo nome. Se ne parlava nei gruppi e,soprattutto, durante il pellegrinaggio annuale dellaFamiglia, il 2 giugno a Gavoi, molto bello e

interessante, e credo chedell’evento ci sarà specificacronaca. Ma per quel checi riguardava, ancoranessuno sapeva niente dalmomento che Tizianaaveva deciso di darcenecomunicazione il 21giugno, giorno dell'ultimaadunanza, nel quale sisarebbe tenuta anche lavotazione dei membri delnuovo Piccolo Consiglio.Nel giorno stabilito, in unclima di grande emozione,veniva sciolta la riserva ecomunicato il nome dellanuova assistente: Teresa,subito accolta con grande

gioia ed entusiasmo daparte di tutti. La piccola

festa che ne è seguita, anche con dolci vari ebibite, aveva il doppio ruolo: dire un grande graziea Tiziana per tutto il suo impegno e rivolgere ungrande augurio di proficuo lavoro a Teresa.Tiziana non va in pensione, ma da subitocollabora nel Piccolo Consiglio. Se di essovogliamo conoscere gli altri componenti, ecco iloro nomi: Aventino, Lina, Luisa, M. Rosaria,Cristina; lo completano Gabriella, Rossella enaturalmente Teresa, membri di diritto.Teresa ha già avuto incarichi precedenti:assistente di gruppo, responsabile dellabiblioteca, ma soprattutto ha sempre mostratoverso la Comunità una grande disponibilità,spalancando le porte della sua casa per ospitarechi veniva in visita: padre Barsotti, fratelli del IVramo e altri consacrati. Tante volte abbiamo fattoda lei riunioni comunitarie, incontri di gruppo,perfino ritiri e adunanze.È positivo il fatto che il marito, pur noncondividendo il cammino, sia d'accordo con lasua scelta e, di conseguenza, disponibile perqualsiasi iniziativa che riguardi la Comunità.Infatti, non manca di essere presente nei momenticomunitari importanti, in particolare quandoriceviamo le visite dei superiori.Infine, in questa occasione, impossibile nonricordare il contributo dato alla Comunità da tutti iprecedenti assistenti di Famiglia: da Elena Giua,da cui è stato piantato il primo seme tanti anni fa,alla nostra amatissima Tanuccia che con spirito diabnegazione e sacrificio, ha saputo

Le due Assistenti, quella uscente,Tiziana Carta (a sinistra), e quella entrante,

Teresa Melis. Auguri!

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pazientemente innaffiare e far crescere, a Giannie Vittorina.Augurando a tutto il Consiglio un fruttuososervizio per il prossimo triennio, da parte nostral'impegno personale di essere docili nei confrontidi chi il Signore ha voluto come nostra guida e di

essere testimoni credibili per invogliare altreanime ad intraprendere questo cammino,impegnativo ma coinvolgente e appagante.

La Famiglia di Oristano

Gavoi (Nuoro). Pellegrinaggio della Comunità sarda a casa dello “storico” Ziccu (al

secolo: Francesco Soru). Francesco, da tempo malato, nella foto è l’unico seduto.

L' anno comunitario è appena terminato e nellaCFD di Oristano da un po' di giorni serpeggia uncerto fermento dovuto alla naturale curiosità perle iniziative che verranno prese da Teresa,neoeletta Assistente di Famiglia, che sappiamoessersi già rimboccata le maniche.In attesa delle novità, Tiziana, Assistenteuscente, ha invitato tutti a partecipare ad unainiziativa di preghiera: tutti i lunedì del mese diluglio, alle ore 19, ci incontreremo in chiesa per larecita comunitaria dei Vespri e la partecipazionealla santa Eucarestia; l'intenzione è quella diaccompagnare fin d'ora Teresa con la preghierain vista dell'incarico affidatole, e per pregare pernoi affinché, con l'aiuto della grazia divina,sappiamo essere docili nei confronti di colei checi guiderà per il prossimo triennio, chiamata adessere portavoce della volontà divina e arealizzarla attraverso ciascuno di noi.Questo evento ha rappresentato sicuramente la

novità più importante dell'anno comunitario delquale però merita di essere ricordato anche unaltro avvenimento: il pellegrinaggio annuale dellafamiglia che si è svolto a Gavoi, nel santuariodedicato alla Madonna d'Itria. Organizzatored'eccezione, ormai collaudato, il nostro caroAventino che anche questa volta ha centratol'obiettivo, facendoci trascorrere una giornataintensa perché il motivo che ci ha portato a Gavoinon è stato solo quello del pellegrinaggio, maanche il forte desiderio di rivedere due nostriconsacrati di vecchia data che vivono lì: Gaetano,reduce con successo da un delicato interventochirurgico che lo ha tenuto per tutto l'anno lontanodalla vita comunitaria, e Francesco, ormaianziano e malato che, in tempi passati, è statosempre presente e partecipe, e che molti di noinon vedevano da diversi anni. Abbiamo vissutouna giornata davvero emozionante a casa diFrancesco nella quale tutta la sua famiglia la

ORISTANO: Parte Seconda

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moglie Caterina e le figlie ci ha accolto concalore e affetto, offrendoci bibite fresche e dolcisardi. E' stata una vera festa... eravamo più di 40nella sua casa! È difficile descrivere la felicità diFrancesco nel rivedere dopo tanti anni personeche aveva conosciuto quando ancora potevapartecipare attivamente alla vita comunitaria,come anche nell'incontrare per la prima volta tantivolti nuovi. A tutti ha voluto rivolgere una parola, omeglio, una esortazione che si può sintetizzarecon questa espressione.... «amate la Comunitàperché è un dono di Dio». Francesco, pur vivendoda tempo fisicamente lontano da noi, ci ricordaogni giorno nella preghiera dalla quale sentiamoche la nostra Comunità riceve forza e sostegno.Non solo dalla preghiera di Francesco....Sottoquesto aspetto vogliamo ricordare anche un'altranostra grande risorsa: Tanuccia, esempio viventedi una fede vissuta in totale aderenza alla volontàdi Dio, alla quale va tutto il nostro affetto ericonoscenza. Ci consideriamo suoi figli e il nostrosguardo volge costantemente a lei e da lei chesta vivendo la malattia con una serenitàdisarmante e una fede incrollabile riceviamoluce, conforto, e soprattutto una testimonianza divita che anche tra noi cristiani fa la differenza.Quando la malattia che nel caso di Tanuccia ègià in stato avanzato viene vissuta con unospirito di totale fiducia e abbandono a Colui chenella sua vita ha sempre amato e servito,vengono in mente le parole di Giobbe «...ora i mieiocchi ti vedono», che aiutano a meglio descrivereil suo stato d'animo, che spiegano la sua serenità,perché quando andiamo a trovarla ci accogliesempre con un sorriso gioioso e rassicurante chesolo un'anima che vive il sentimento della DivinaPresenza, che ha con Dio un rapporto personaleprofondo e tenero, vivo e vero, può esprimere. Cisentiamo fortunati per il dono che il Signore ci hafatto e Lo ringraziamo perché attraversoTanuccia sembra volerci dire di avere fiducia inLui, senza pretendere di capire il misteroinsondabile della vita, perché anche nelledifficoltà è sempre Lui che ci conduce e dà allanostra esistenza il suo senso e il suo valore, e lacertezza che, in fondo, tutto quello che compie èbontà, provvidenza, sapienza infinita. È stataquesta la risposta di Tanuccia, coerente nellafede fino in fondo, espressione di una vitareligiosa non “per modo di dire” ma autentica, chesul suo esempio interpella anche noi, la nostracoscienza, e ci chiede di dare la stessa luminosatestimonianza di fedeltà a Dio. Grazie Tanuccia!L'anno comunitario è stato anche segnato daeventi dolorosi. Prima di tutto la morte della

nostra cara sorella Nuccia a causa di unamalattia che non perdona e che nel giro di pochimesi l'ha portata via ai suoi figli e anche a noi.Anche la notizia improvvisa della malattia diPippo, un tumore all'intestino, ci ha scosso e,come sempre, ci ha visto subito mobilitati nellapreghiera, personale e comunitaria, per sostenerelui e Annarella sua moglie, invocando perentrambi ciò che in queste circostanze ènecessario: pazienza, coraggio e fiducia nelSignore, affidando alla Sua benevolenza medici eterapie. Ringraziando il cielo, l'intervento di Pippoè andato bene ed ora attendiamo che la terapiafaccia il resto. L'anno comunitario ha avuto anchemomenti particolarmente intensi dal punto di vistaspirituale, che vale la pena ricordare. Primo fratutti, la professione dei voti perpetui di settesorelle di Oristano e Cagliari in occasione dellavisita di padre Benedetto ad ottobre, in unabellissima giornata di sole organizzata nell'istitutoreligioso delle suore di San Giuseppe sullungomare di Torregrande. Anche gli eserciziannuali, predicati da padre Paolo, hanno avutouna conclusione positiva, non solo per la bellezzae profondità dei contenuti, ma anche per laconsacrazione di tre aspiranti della nostrafamiglia: Natalina, Maria Rimedia, Cristina el'ingresso in aspirantato di Giovanna di Sedilo.Ringraziamo il Signore per tutti questi doni!Vorremmo concludere questa nostra cronacaricordando un evento non solo piacevole, maincoraggiante: il ritorno in Comunità dopo tantianni di un nostro consacrato, Aurelio, che hadeciso di riprendere la vita comunitaria, che ci facomprendere come la consacrazione è un sememesso sotto terra che non muore anche se non losi innaffia subito. Può passare del tempo, ma nonperde la sua capacità di germogliare e dicrescere. Auguriamo a tanti altri fratelli e sorelleche nel corso degli anni hanno abbandonato laComunità di trovare, come Aurelio, la voglia el'entusiasmo per riprendere il cammino. Noi non cistancheremo mai di pregare per loro perché,anche se non sono presenti visibilmente nellaComunità, lo sono in forza di quel legame che Dioha stabilito fra noi e loro e che nessunacircostanza della vita può spezzare.Ringraziamo il Signore per tutti i frutti chequest'anno abbiamo raccolto e attendiamofiduciosi di raccoglierne più abbondanti ilprossimo anno, sotto la guida di Teresa, sullaquale invochiamo benedizione e sapienza divina.

La Famiglia di Oristano

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«[A chi si consacra] si raccomanda... lapartecipazione agli esercizi annuali» (StatutoCFD Art. 14). Sull’onda di questa esortazionequaranta consacrati della Comunità si sonoradunati, insieme ad alcuni ospiti che erano statiinvitati, per gli Esercizi Spirituali annuali condottida p. Doroteo, p.Silverio e fr.Massimo.Nonostante la struttura del corso di Esercizi fossela medesima di quello già tenuto in aprile, tuttavial’argomento era diverso: in aprile si trattava dell'"Imitazione di Maria"; in giugno, della "Spiritualità

della Filocalia" (un’ opera classica dellaspiritualita` cristiana orientale). Fratel Massimonelle sue meditazioni ha esposto con chiarezzal’argomento, dandoci suggerimenti molto praticisu come portare i frutti di questa spirituallità nelnostro impegno di preghiera personale... Lemeditazioni venivano spezzate da una pausa incui p.Doroteo, pazientemente, ci insegnava ilcanto gregoriano in latino, in preparazione dellaliturgia del giorno. P.Silverio, invece, con garbo,guidava la Liturgia delle Ore. Ogni volta che si fa

Melbourne, giugno 2015:i tre della vita comune (p.Doroteo, p.Silverio, Massimo), la nuova

consacrata dal cognome “famoso”, MargaretMcDonald, con PeterWright (in alto a destra) e

Nicole Miller (la prima a destra), consacrati della prima ora.

Esercizi spiritualiAustralia (giugno201 5). Le nuoveconsacrate, da sinistra:Bozica (Bassy) Levak(croata), NirmalaSomasegaran (sri-lankese), JolantaLukjanow (polacca),Margaret McDonald(australiana); le prime trevivono a Melbourne,l'ultima, ad Albury(NSW).

ESERCIZI SPIRITUALI IN AUSTRALIA, PALLOTTI COLLEGE RETREAT CENTRE, MILLGROVE VIC,1 1 -1 4 GIUGNO 201 5

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un ritiro si ricevono sempre grazie abbondanti daDio: e questi quattro giorni di esercizi non hannofatto eccezione, culminando con quattroconsacrazioni nel I Ramo della Comunità, inrisposta alla grazia... E così ci congratuliamo conle nostre nuove sorelle, accogliendole eaccompagnandole con la preghiera: Jolanta,Bassy e Nirmala, nella Famiglia di Melbourne, eMargaret, nella Delegazione della Valle delMurray.Grazie a tutti coloro che hanno accettato lamissione affidata loro per compiere nell’umiltà il«lavoro apostolico... in un atto continuo di offertaal Signore e di servizio ai fratelli». (Statuto art. 6),rendendo gli Esercizi Spirituali una bellissimaoccasione per ciascuno dei partecipanti di

divenire «conforme a Cristo e così divenire lodedel Padre». (Statuto art. 4). La nostra profondagratitudine si estende anche al personale delPallotti College che ha reso la nostra permanenzaassai piacevole e favorevole al compimento degliEsercizi. Questi ultimi, tuttavia, non finiscono conl’ultimo giorno. Sta ora a ciascuno di noi rifletterepiù profondamente sul tesoro ricevuto in ognimeditazione, durante la nostra costante preghieraquotidiana. Che lo Spirito Santo ci doni la graziadi continuare ciò che Egli ha iniziato in noiattraverso questi Esercizi Spirituali.

Ida Day (Gruppo Madonna del BuonConsiglio, Dookie)

Lecceto, 14 giugno

2015. Consacrazione di

Paola Balocchini, della

Comunità di Firenze

Anneliese Senoner, con Helmut e Tobias, della

Val Gardena, vogliono farvi partecipare alla loro

grande gioia per la nascita diMiriam. «Lodiamo

il Signore nostro Dio,

eterna é la sua misericordia».

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EMILIA OCCIDENTALE

Sembra solo ieri quando numerosi ci siamoritrovati a Ravenna rispondendo all’invito dellaFamiglia Emilia Orientale promotrice delconvegno che, promosso nell’ambito dellecelebrazioni per il centenario della nascita delPadre, ha sviluppato il tema dell’ecumenismospirituale tanto caro a don Divo Barsotti. Si aprivacosì il nuovo anno comunitario guidati dalleriflessioni di p. Serafino sul significatodell’Esaltazione della Croce nel giorno in cui nericorreva la Festa.Solo un paio di settimane di intervallo e la nostraFamiglia ha ricevuto la preziosa visita di p. Paoloche, dopo la consueta visita ai fratelli più isolati,ha incontrato gli assistenti di gruppo e vice(definiti “fratelli speciali” perché generosinell’accettare l’incarico assegnato pursottolineando che non è per un incarico chedobbiamo coltivare la nostra vocazione, ma è perla vocazione stessa che abbiamo ricevuto)sviluppando il tema della donazione di sé comeespressione della libertà che il Signore ha messodentro di noi, punto finale della realizzazionecristiana. Libertà è essere conformi a Dio,pertanto il cristiano è veramente libero quandodavvero ama il Signore con tutto il suo cuore, contutta la sua anima e con tutte le sue forze.L’obbligo è il punto di partenza: si partì con ununico precetto (quello ad Adamo ed Eva di nonmangiare il frutto dell'albero della conoscenza delbene e del male) subito disatteso. Si passò poi aidieci comandamenti che sono tutt’ora vigenti,certamente; ma quello è il punto di partenza delcammino: la storia della salvezza non si ferma adessi, parte da essi, ma giunge al precettodell’Amore già presente nell’Antico Testamento,ma che Cristo, eleva a statuto della vita delcristiano. Anche la Comunità inizia un camminopedagogico. Essa ci trova spesso poveri cristiani,inconsapevoli e allora si comincia dagli obblighi,cioè da una legge, ma la legge è poca: è quantonecessario per “sopravvivere” nella CFD. Tresono gli obblighi del consacrato (quattropreghiere, incontro di gruppo e adunanza); poi sipassa alle quattro raccomandazioni per arrivare auna cosa consigliata, il regolamento di vita,strumento che il Padre ha sempre ritenuto il piùimportante nella vita spirituale (v. Statuto art. 14).La prospettiva è inversa a quella della mentalitàcomune secondo cui basterebbe fermarsi allecose obbligatorie perché le altre, non essendolo,sono meno importanti. È vero il contrario: il valoredell’atto è tanto maggiore quanto più questo èposto come libera scelta d’amore.

(…) Nel mese di Febbraio abbiamo accolto congioia la visita di un instancabile p. Serafino,“protagonista” di un serrato tour de force traincontri, catechesi e celebrazioni della S. Messa.Dopo la visita alla nostra cara sorella anzianaMaude Cavani, figura storica della CFD dellazona di Vignola, p. Serafino ha celebrato la S.Messa nella Chiesa di Brodano (piccolo quartieredi Vignola) ricordando la figura di Suor Lucia dosSantos, nel decimo anniversario della sua morteterrena, che fu protagonista, insieme ai due cuginibeati Giacinta e Francesco, delle apparizioni diFatima riconosciute dalla Chiesa. Dopo la S.Messa, la catechesi serale è stata incentrata sultema della S. Messa in don Divo Barsotti in duedei suoi tanti aspetti particolari, quali quellodell’alimento dell’anima e dell’unione nuziale conDio. Citando il Padre, «l’Eucarestia è ilSacramento dell’Amore perché come alimenta lavita dell’uomo, invece di saziarlo lo affama… lafame diventa inestinguibile perché assume lamisura stessa di Dio». Ecco perché il Santo ètormentato. Guai quindi ad essere contenti di sé!Ma non solo l’uomo ha fame di Dio, prosegue ilPadre verso vette spirituali quasi da vertigini,«anche Dio ha fame dell’uomo: nell’accostartiall’Eucarestia tu non devi soddisfare il tuodesiderio di Dio, ma devi soddisfare la famestessa di Dio, cioè il Suo desiderio infinito didonarsi amandoti».Il giorno seguente, agli Assistenti di Gruppo, p.Serafino ha parlato della paternità (maternità)spirituale che, chi ha degli incarichi di governo(anche nel piccolo contesto del gruppo), èchiamato ad esercitare verso gli altri consacrati.Occorre un vicendevole legame d’amore. Daparte dei consacrati obbedienza pura, abbandonosereno, fiducia che la volontà di Dio si esprimeattraverso quanto il superiore ci chiede.Nella catechesi serale, aperta a tutti, p. Serafinoha trattato l’impegnativo tema della fedeltà alMagistero in don Divo Barsotti, tracciandoun’immagine del Padre, citando i suoi scritti,come uomo di Dio, inserito nella Chiesa e figliofedele e obbediente della Chiesa, pur svelandotutte le sofferenze, le macerazioni, quasi il“martirio” interiore di quanto ciò è reso più difficileda una Chiesa che si presenta nel suo aspettomeno amabile, accennando ai tanti esempi diSanti che hanno sofferto terribilmente anche condelle persecuzioni, a causa della Chiesa(pensiamo a S. Pio, don Dolindo Ruotolo,Rosmini, S. Giovanni della Croce e tanti altri). (…)Infine, nell’Adunanza, p. Serafino ci ha parlato del

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sacramento del matrimonio presentandoci lafigura di alcune coppie di coniugi santi che laChiesa ha beatificato o canonizzato insiemeintendendo sottolineare come, oltre naturalmentealle virtù dei singoli, la loro santificazione siamaturata nel loro rapporto di coppia vissuto inCristo. Il lunedi, p. Serafino si è recato nelmantovano per proseguire la sua predicazionetrattando i temi: “la preghiera: un camminospirituale” (a Suzzara, RE) e “il problema delmale nel mondo e il farsi carico: la rispostacristiana” (a Castellucchio, MN).Durante il corso dell’anno comunitario tantiavvenimenti hanno caratterizzato la vita dellanostra Famiglia. Alcune sorelle anziane sonovenute a mancare: Rosanna Robelli (di 80 anni) eMaria Terzi (94) di Modena, Rina Borghi (97) diBomporto (MO) e Onelia Pini (95). Infine, il 10giugno, improvvisamente è mancato ancheEmmanuele Morandi di Modena a soli 53 anni.Alcuni hanno avuto qualche problema di salutecome Santa Ceneviva, Caterina Brandoli, Paola

Pomponi e Fausto Perotto (tutti di Modena). Allapreghiera per questi eventi particolari, uniamoquella incessante per i fratelli più isolati eammalati impossibilitati a frequentare gli incontri,come Rosanna D’Angeri, Elisa Rubboli, AngelaSanfilippo (di Modena), Vita Madio di ReggioEmilia e Maude Cavani di S. Cesario (MO). Matante sono state anche le occasioni e i motivi digioia come alcuni ingressi in aspirantato avvenutidurante le due visite sacerdotali, le consacrazionidi Amelia Teggi e don Carlo Bertacchiniparroco di Palagano (vedi foto) e altre frazioninella Diocesi di Modena Nonantola, le nascite diElia e Giacomo (rispettivamente primi nipotini diAnna Maria Tinti e di Benedetto Serradimigni).Inoltre, il 24 maggio, Solennità di Pentecosteabbiamo partecipato alla gioia di Elisa Muzzarelliche, proveniente dalla nostra Famiglia, haemesso i primi voti nel IV ramo facendo lavestizione e prendendo il nome di Sr. Cecilia(insieme a Sr. Marie Madeleine).Durante l’Adunanza di aprile si sono svolte levotazioni del nuovo Assistente di Famiglia (elettaLaura Morandi) che succede a FrancoMuschitiello che, dopo due mandati consecutivi,lascia la guida della Famiglia Emilia Occidentale.Al di là della “visibilità” dei momenti ufficiali,ho/abbiamo sperimentato la dedizione alla CFDgenerosa e nascosta e spesso in prima personaho beneficiato del grande cuore attento, umile epaziente di Franco e della sua famiglia: a lorodevo un grazie particolare e personale per aversostenuto il mio cammino fino alla consacrazionee anche oltre. Nell’atto di affidamento a Maria delnostro Manuale c’è un passaggio che amo moltoe che credo esprima meglio di quanto posso fareio il grazie che dobbiamo a Franco, Grazia, AnnaMaria e Vito. Sono le parole scritte dal Padre,parole che, sono certa il Padre rivolge in questaoccasione a Maria per questa bellissima famiglia:«Ti affidiamo le anime più umili e nascoste dellaComunità: noi non sappiamo quanto a loro noidobbiamo, ma Tu lo sai. Ricompensa il lorosacrificio, la loro umiltà col dono del Tuo Amore efa’ che cresca in noi la gratitudine per l’esempioche ci danno nel loro silenzio e nella semplicitàdel loro abbandono».

Daniela Guariento, CFD Emilia Occidentale

Consacrazione di don Carlo Bertacchini e

Amelia Teggi.

Un solo comandamento

“Dio ha dato agli uomini un solo comandamento, che è soltanto il primo ma anche l'unico, perché se noi adempiamo quelcomandamento tutti gli altri sono adempiuti. Per questo, vedete, nei confronti dei 613 comandamenti dell'AnticoTestamento o anche in confronto al Decalogo, il Vangelo di San Giovanni non conosce che un comandamento solo che èil comandamento nuovo, che è il comandamento di Gesù: l'amore”.

(D. Barsotti, Adunanza 5.6.1966 a Firenze)

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Partecipare al pellegrinaggio in Spagna harappresentato la realizzazione di un sogno che hoaccarezzato fin da bambina, perché mi ha offertol'occasione di visitare una terra che per laricchezza della sua storia e delle sue tradizioni hasempre fatto galoppare la mia fantasia.«Finalmente, il sogno si sta per realizzare...» è laprima cosa che ho pensato quando ho letto nelNotiziario quale sarebbe stata la meta.Tralascio volutamente di parlare dei bellissimiluoghi visitati e dei quali ho ancora vivo il ricordoper il loro grande valore storico e artistico, nonsolo spirituale, per parlare, invece, dellesensazioni più intime che questa meravigliosaesperienza mi ha suscitato.Ho apprezzato molto la scelta da parte dellaComunità di visitare i luoghi che ricordano santaTeresa proprio nell'anno dedicato alla vitaconsacrata, perché mi ha dato l'opportunità diripercorrere il cammino della sua vita: da Avila,luogo in cui è nata, ad Alba de Tormes dove èmorta e sono custodite le sue sante reliquie;cammino nel quale, sotto la guida sapiente dipadre Agostino, mi sono sentita stimolata adavvicinarmi a questa grande santa, acomprendere qualcosa del suo messaggio e delsuo carisma, ancora oggi così vivo e attuale.Ho come percepito “il profumo” della suaspiritualità, così vicina a quella del Padre, equesto ha sollecitato in me il desiderio diconoscerla più a fondo per ritrovare in essa,malgrado la straordinarietà della sua vita, la miastoria personale. Al ritmo del canto del “Niente ti

turbi”, che intonavamo tutti insieme sull'autobusappena partito e che scandiva l'inizio di ognigiornata, mi disponevo a farmi prendere permano da Teresa per entrare nella sua vicendapersonale, curiosa di conoscere il suo itinerariospirituale fino alla completa realizzazione dellasua identità, umana e cristiana.Devo dire che ho provato subito un'istintivasimpatia per lei, contemplativa e operosa allostesso tempo. Mi ha colpito soprattutto il suopercorso di conversione, dalla giovane donna chenella sua adolescenza ha conosciuto palpiti,turbamenti e, come tutte le fanciulle della sua età,sognava il matrimonio, alla donna che haconsegnato tutta sé stessa al Signore, fortementedeterminata a immettersi in quel cammino chel’avrebbe portata alla pienezza della comunionecon Lui.Uno dei frutti di questo pellegrinaggio, che hacertamente portato una salutare boccata diossigeno alla mia anima, è il rapporto di amiciziache sento essere nato tra me e Teresa, primaquasi sconosciuta, ora diventata un punto di forzadella mia vita spirituale. La concretezza della suaesperienza di fede ne fa una santa per tutte lestagioni, una vera maestra di vita cristiana che colsuo esempio ci invita ad essere come lei,testimoni instancabili di Dio, un Dio che si rivelaattraverso ciò che compie, in modo unico epersonale, nella nostra vita e nella nostra storia,cambiando il corso degli avvenimenti se cidisponiamo sul serio all'incontro con Lui intimo,autentico e trasformante.

IMPRESSIONI DOPO IL PELLEGRINAGGIO IN CASTIGLIA

Alcuni dei partecipanti al pellegrinaggio

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La visione che ho di santa Teresa è quella di unadonna che, nel suo amore appassionato perGesù, ha vissuto in pienezza il suo essere donna.Ecco perché la sento vicina... Non è la “mistica”che mi affascina ma la “donna”, che aveva le suepaure, i suoi dubbi, le sue incertezze ma che, unavolta presa una decisione, lungamente meditata,non si è lasciata distogliere da niente, neppuredal rischio di finire al rogo, che ha massacratofisicamente sé stessa, senza mai arrendersi, maè arrivata dove voleva arrivare... Un motivo in piùper guardare a lei, non solo con ammirazione ecol rispetto dovuto per la grande opera compiuta,ma con affetto e gratitudine per la sua autentica eluminosa testimonianza di fedeltà a Dio.Mi affido a lei ogni giorno affinché anche la miatestimonianza di fede sia come lei mi hainsegnato, sempre convinta, credibile e segnatadalla gioia.In questo pellegrinaggio ho avuto modo diavvicinarmi anche all’altro grande maestro di vitaspirituale, contemporaneo di santa Teresa anchese più giovane, suo amico e collaboratore nellariforma del Carmelo: san Giovanni della Croce.Questa volta a prenderci per mano per guidarcialla conoscenza di questo santo, è stato padreStefano che ne ha curato la presentazione condiligenza e dovizia di particolari, aiutandoci aprendere anche con lui un po' di familiarità, diconfidenza. Mentre con santa Teresa ho trovatofacile l'approccio, con san Giovanni della Croceho invece dovuto faticare un po' per trovare unpunto di contatto, penso anche perché lapersonalità di un uomo è diversa da quella di unadonna e l'empatia è sicuramente più difficile, manon impossibile. Infatti, mi è bastato poco perentrare in sintonia anche con lui.Mi piace la visione che san Giovanni della Croceha dell'uomo: un essere in cammino, in perennericerca di sé stesso e di Dio, essendo stato fattoda Lui e per Lui, e questo ritorno verso Dio loimmagina come la salita di una montagna, ilMonte Carmelo, che simbolicamente rappresentala vetta mistica, cioè Dio stesso. Nel suo discorsospirituale egli parla della necessità di lasciaretutto, del nulla, di salita faticosa, di notte oscura...per dire che la vita spirituale è impegno, fatica, unduro e paziente lavoro su sé stessi, un’ascesicontinua. Ma la bellezza del suo messaggio stanel fatto che tutto questo non significa “rinuncia”ma “amore”: rinunciare a qualcosa per amareQualcuno. Questa è l'essenza della suaesperienza di fede, mirabilmente vissuta neidifficili nove mesi di prigionia nel carcere diToledo, maltrattato, umiliato, al freddo e senza

luce, dimenticato da tutti, ma non da Teresa etanto meno da Dio. In compagnia del solobreviario, san Giovanni della Croce fu propriodurante quella terribile esperienza che composele più belle e struggenti poesie d'amore. Vivendodi Dio anche in quelle difficili circostanze,attingeva a Lui anche se “attorno era notte”. Sì,Dio non solo non lo aveva dimenticato, anzi erasempre stato con lui, e lui sapeva che anche nellanotte della prigione Dio era nel suo cuore,presente in ogni istante.Ecco l'altro bellissimo frutto che ho ricevuto dasan Giovanni della Croce e custodisco nel miocuore come una preziosa reliquia: «credere eamare anche se è notte».Quanti tesori nascosti ho scoperto in questoindimenticabile viaggio!I giorni del pellegrinaggio, intensi e gioiosi, sonotrascorsi in fretta e il giorno del rientro è arrivatoportando nel mio cuore inevitabilmente un po' dimalinconia, quella sensazione piacevole espiacevole allo stesso tempo che provo quandoarrivo all'ultima pagina di un libro dalla tramaavvincente e devo chiudere la copertina. Nonnego di aver provato un po' di tristezza nel doversalutare quei luoghi meravigliosi e incantati perritornare alla quotidianità, nel dover salutare lepersone con le quali ho condiviso l'esperienza delviaggio, spirituale e umana al tempo stesso, perrivederle chissà quando e chissà dove..., cheperò ha ben presto lasciato il posto ad unacertezza: quella di essere partita da sola e diessere tornata a casa con due grandi e veri amici.

Tiziana Carta

È con grande gioia e profonda gratitudine a Dio ea coloro che hanno permesso il pellegrinaggionella terre di santa Teresa d’Avila, che scrivo percondividere alcune delle tante e più significativeimpressioni vissute durante quei giorni. Premettosubito che dopo la S.Vergine è la Santa che piùamo, perchè il solo sentirne il nome mi comunicaimmediatamente Dio. Non parlo certo di visioni oestasi, ma di pace e di quelle percezioni che nonsi sanno spiegare e che si capiscono solo quandoavvengono. Teresa è donna di grande equilibrioumano e spirituale, di cuore libero e dall’umanitàche con il tempo si è andata divinizzando,superando le tante prove e sofferenze, legateanche ai propri limiti.Avila è una caratteristica città-castello dellavecchia Castiglia, situata su una collina a m. 1100circa s.l.m., protetta da una cinta muraria a ottoporte ancora intatta, pur risalendo al secolo XI, e

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della quale dal nostro albergo era possibilegodere una straordinaria panoramica.Visitandola, grazie alla nostra guida benpreparata, è stato molto bello avvertire e respirarela presenza della Santa, ancora molto viva nelcuore della sua gente. Un altro luogo che ricordoparticolarmente è Toledo, altra città medievale,con una maestosa Cattedrale che considero inassoluto una meraviglia che solo Dio può farrealizzare all’uomo. E ancora tutti quei luoghiimpregnati di orazione nei quali la Santa havissuto, per esempio il monasterodell’Incarnazione ad Avila, le sue primefondazioni, le sue celle e... il suo sepolcro ad Albade Tormes. Ma anche le tante strade e i tantipaesi da lei attraversati per rispondere

all’esigenze di Dio e del Suo progetto su di lei, perun bene che sappiamo essere poi infinitamentepiù grande per l’umanità intera.Un’altra visita importante è stata quella, appenafuori Segovia, alla chiesa in cui è sepolto sanGiovanni della Croce. E’ un posto isolato, avvoltodal silenzio, che favorisce il raccoglimento e lapreghiera. Entrando nella chiesa deserta ebbil’impressione che davvero “qualcuno” ciaspettasse per accoglierci e farci partecipi dellasua stessa preghiera...Concludo col dire che le parole di Teresa che

tutti conosciamo: “Niente ti turbi”, che ci hannoaccompagnati per tutto il pellegrinaggio, mi hannofatto riscoprire le forti parole della nostraConsacrazione. «Cerco Dio solo», ci fa dire donDivo e «Solo Dio basta» ci ripete Teresa.

Suor Anastasia

Abbiamo partecipato al pellegrinaggio in Spagnanei luoghi di santa Teresa e di san Giovanni dellaCroce per il desiderio di conoscere meglio questidue grandi santi tanto cari al nostro Padre, che

nel lontano 1958 aveva fatto un viaggio simile alnostro. A santa Teresa volevamo chiedere diinsegnarci ancora una volta a pregare. LaCastiglia ci ha conquistato per la sua bellezza eper i capolavori che custodisce; ma la cosa chepiù ci ha colpiti è la fede, una fede profonda ematura che nei secoli ha nutrito questo popolo,nonostante tutte le vicissitudini e le crudeltà dellastoria, una fede che appunto ha prodotto lasantità. Al nostro arrivo era la festa del CorpusDomini. La cosa più bella per noi è stato trovare lafolla dei fedeli intorno alla cattedrale di Madrid, inattesa della processione. Nei volti enell'atteggiamento del popolo si sentiva che laloro presenza era dovuta ad un vero atto di fede,non ad una tradizione da conservare, quasi unimpegno folcloristico. Anche l'indomani, a Toledo,gli addobbi straordinari e le infiorate ancorapresenti per le strade erano il segno tangibiledell'amore di questo popolo per il SantissimoSacramento, che poi ci è stato confermato aSalamanca in una cappella gremita in cui si tienel'adorazione perpetua. Ci sembra insomma che inqueste regioni si faccia sul serio e che perduri dal'500 l'amore ad un cristianesimo che non è difacciata. E questo nonostante le pompe tipichedell'arte spagnola, l'abbondanza delle decorazioniche a noi può sembrare esagerata (ma qui inSicilia nei secoli passati ne abbiamo subitol'influsso). Evidentemente "il magistero dei santi"in Castiglia ha lasciato il segno.Sulle orme di santa Teresa abbiamo visitatoalcune delle sue fondazioni, in cui la memoriadella Santa è custodita con amore, abbiamorespirato la sua aria, visti i suoi panorami esoprattutto percorso le sue strade (con ben altrafacilità e comodità rispetto ai suoi viaggi faticosi).Ci ha regalato una visita imprevista e forse lapiù toccante al monastero di Medina delCampo: l'unico fra quelli che abbiamo visto aconservare la struttura originaria, dove abbiamopotuto toccare con mano la povertà e la severitàimpressionante della vita della Santa, che però intanto rigore manteneva uno spirito aperto esuscitava la simpatia dei contemporanei,contagiando sia la gente semplice che i potenticon il suo amore per Dio.Abbiamo visto tanto, forse troppo e troppo infretta per poter conservare tutto nella memoria;abbiamo ricevuto delle impressioni, degliinsegnamenti; tuttavia la Santa è ancora daconoscere, ci chiede di approfondire il senso diuna scelta per Dio solo, il senso della preghiera.Ci sentiamo ancora come delle formiche di frontealla sua grandezza che resta misteriosa, ma per

Le mura di Avila

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fortuna il nostro Padre ci guida, rendendocifamiliare l'insegnamento dei santi col suolinguaggio paterno.

Margherita e Domenico Ientile

Dopo la fortissima esperienza del pellegrinaggioin Inghilterra del 2013 desideravo unirmi ad unfuturo pellegrinaggio della Comunità. Mi sembròprovvidenziale la scelta della Castiglia per il 2015,perché era tanto che speravo di conoscere laSpagna, i suoi tesori artistici e i suoi grandi misticicarmelitani, Teresa e Giovanni (mia mamma sichiama M. Teresa e mio papà John). I voli fraLondra e Madrid sono frequenti e convenienti, ecosì ho raggiunto i fratelli segno diriconoscimento sempre il Manuale verdeall'aeroporto di Madrid.Tornando a Londra otto giorni dopo, cosa mi sonoportata a casa... oltre ai piedi logorati, tantecalorie in più e degli ottimi pasticcini fatti dallecarmelitane di Alba de Tormes? Soprattutto unpaio di amici nuovi: la Santa e san Juan de laCruz, con un desiderio di leggere attentamente iloro scritti, sia i grandi consigli di Teresa sia lepoesie liriche di Giovanni. Inoltre, un caos dimemorie visive di una ricchezza e splendoreinaspettati.Toledo, una città-fortezza medievale in festa,ornata con allegre bandiere, striscioni e fiori per lafesta del Corpus Domini. La Cattedrale, unmosaico stupefacente di gotico, mudéjar(moresco), mozarabico, plateresco e barocco. Lasagrestia è una vera galleria d’arte, dominatadalla straordinaria “Spoliazione di Cristo” di ElGreco, nel quale Gesù, circondato da una foltabranca di soldati, viene spogliato di unasostanziosa tonaca di rosso intenso. Nel tesoroera stato appena riesposto il grande Ostensorio,usato per la processione del giorno prima: uninsieme favoloso di gemme, 18 chili d’oro e 180chili d’argento.Quanto oro abbiamo visto! Ogni chiesa eraornata con un ricchissimo retablo dorato esplendente, popolato da angeli e santi in legnopolicromato. Le sculture lignee a grandezzanaturale sono di grande importanza nella vitadevozionale spagnola, essendo protagonisti delleimponenti processioni festive, quando vengonovestite e portate per le strade.Non dimenticheremo gli incontri con le figureimpressionanti e quasi vive del seicentescoGregorio Fernandez: un “Cristo morto” pieno disangue nella Cattedrale di Segovia, e un “Cristoalla colonna” ad Avila. Come pure delle bellissime

statue di san Giuseppe, tanto amato da santaTeresa. La Santa era convinta di essere stataguarita da una penosa malattia per intercessionedi san Giuseppe, ed egli rimase per lei una guidanel cammino della Riforma. Essa gli affidò il suoprimo monastero di suore scalze ad Avila, il cuieponimo fu san José. Il falegname Giuseppecostruiva le case con santa Teresa, seguendo iprogetti disegnati dall’architetto Gesù. Nelleimmagini teresiane, san José non è il vecchiettocalvo e canuto della solita iconografia, ma unuomo forte nel pieno della vita, o con il bambinoGesù tra le braccia, o nell’atto di condurre con sèil Giovinetto con gli arnesi da lavoro in mano.Porterò con me anche la memoria di tanti beimomenti di ascolto: la musica già molto amata diTomás Luis de Victoria, anche lui nato ad Avila; lalettura in spagnolo di suor Anastasia della poesiadi san Giovanni della Croce: Aunque es de nocheBenché sia notte , e il canto di alcune strofe

del Cantico Spirituale davanti alla sua tomba.Bellissima è anche la memoria dei tanti uccelliche abitano quel paese vasto e boscoso: ilturbinio di rondini e balestrucci attorno alle muradi Avila e le loro chiacchiere nei cortili, il ‘cip cip’dei passerotti nelle piazze, e il silenzio maestosodelle cicogne appollaiate su ogni torre e guglia.Santa Teresa viveva, come noi, in tempiinteressanti. Durante la vita vide la Chiesalacerata in pezzi dalla Riforma protestante, eforze spagnole schierate contro la minacciaislamica. I suoi nonni avevano vissuto un’orrendapersecuzione di ebrei. Davanti a questi segni deitempi Teresa non si accontentò di restare nelcomodo di un accogliente convento, ma risposecon generosità alla chiamata alla riparazione ealla riforma.Finito il pellegrinaggio, sono rimasta un paio digiorni a Madrid con tre sorelle per fare...un’indigestione d’arte nei grandi musei di quellaimponente città. C’era una mostra delmeraviglioso seicentesco Zurbarán e i suoi allievi,tra i quali uno che dipinse santa Teresa propriocome l’abbiamo conosciuta noi, donna di fedeassoluta e di coraggio potente. La Santaaccompagna una sorella anziana per unapericolosa strada di Salamanca. La suora,spaventata dal buio, si gira verso la Madre perlamentarsi. Teresa non le dà retta, ma tiene ilvolto luminoso dritto, guardando davanti. L’altrasuora non vede gli angeli con le fiaccole che leguidano: solo Teresa li vede, e non se ne turba.

Amina Wright, Bath

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INCONTRO GIOVANISSIMI 201 5ANDARE LONTANO

Anche quest’anno il Santuario del Sasso haattirato giovani fedeli scalpitanti, venuti per amordel luogo, chi per consiglio, chi per compagnia oper caldo invito, ma soprattutto per intraprendereun’avventura insieme a Gesù.

Arrivati “da mille strade diverse e in mille modidiversi”, veniamo fin dal primo incontroincoraggiati ad “Andare Lontano” e a guardare“più in là”, alla ricerca di Dio.

Dio che si è nascosto? Che ci haabbandonato? Certo che no: siamo noi che lonascondiamo, siamo noi che lo oscuriamo con inostri desideri terreni, e questo campo è statoorganizzato apposta per capire quali sono le vereambizioni che riempiono le profondità del nostrocuore.

Per intraprendere questo viaggio, nuovi ragazzipieni di sorprendente energia hanno deciso diunirsi al gruppo e la loro voglia di mettersi in giocoha dato quella spinta in più che ha permesso aquesto campo di non diventare “uno dei tanti”.Tra chitarristi e cantanti, l’atmosfera si è scaldatae accesa fin da subito, permettendo ai nuovientrati un rapido ambientamento.

L’incontro è cominciato ufficialmente il

mercoledì (1° luglio), ma già dalla sera prima p.Stefano ci aveva portato un gradino più vicini alCielo permettendoci di ascoltare le soavi notebachiane (e mozartiane) suonate da uno dei piùgrandi musicisti contemporanei a livellointernazionale, il chitarrista scozzese PaulGalbraith, che con la sua particolare chitarra aotto corde ha “dato il LA” al nostro incontro.

Nei giorni successivi abbiamo quindi affrontatodiversi argomenti riguardanti il tema “AndareLontano” e la forza che ci spinge a muoverci, ildesiderio. Fondamentale è stato l’aiuto di DanteAlighieri e delle sue opere (Divina Commedia eVita Nova), dalle quali abbiamo imparato conchiarezza ciò a cui dobbiamo aspirare semprenella vita, cioè Dio.

Inoltre, le numerose camminate per i boschi inmezzo al Suo magnifico Creato, in compagniadelle preghiere di San Giovanni della Croce e SanFrancesco, hanno aumentato questo desiderio di(ri)conoscerlo. Nel bosco si è svolto gran partedel campo; nelle prime due uscite ci siamopreparati ad affrontare la terza e ultimacamminata, dove abbiamo raggiunto dopo tantosudore e fatica la Valle dell’Inferno. Ognuno di noi

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l’ha attraversata in silenzio, da solo, in compagniadi Gesù, ricordando i propri inferni vissuti fino aquel momento; e nella desolazione dellacircostanza Dio ci ha parlato con un magnificogiglio cresciuto sul sentiero, quasi fosse statoposto lì per ricordarci che solo Lui può tirarci fuoridai nostri inferni.

Il campo si è poi concluso con due colpi discena: il primo è stato l’aver affrontato il discorsosulla morte, perché è un argomento forte per lanostra età. Eppure, come ci è stato ricordato,essa può giungere in qualsiasi momento e perchiunque. Dobbiamo dunque essere pronti. Prontiper accettare la morte come DONO DI DIO,perché se il nostro vero desiderio in noi è trovareLui, essa è l’unica realtà che ci permetterà diesaudire questa nostra aspirazione al 101%.

«Perché soltanto nell’atto di morire noipossiamo dire che non abbiamo più nulla da dare,che davvero abbiamo amato senza misura. Lamisura è data dal nostro essere; certamente non

possiamo amare come Dio, ma almeno in questosiamo uguali a Lui: che come Egli ci ama con tuttose stesso, anche noi ci amiamo senza riserve.Non tratteniamo nulla per noi, nemmeno la vita»(dall’omelia di don Divo per la solennità del SacroCuore, 1994).

Il secondo colpo di scena riguarda il significatodel titolo del nostro incontro (Andare Lontano):alla fine abbiamo compreso che non si tratta di unmovimento verso un luogo al di fuori di noi, ma diun viaggio in noi stessi alla ricerca di Dio. Per darpace al nostro vero desiderio dobbiamo quindiscendere nell’inferno delle nostre anime, trovareDio e farci da Lui ispirare nella vita. Una voltausciti «a riveder le stelle» dobbiamo comportarcicome la bellissima luna osservata venerdì 3luglio: farci illuminare dalla Sua luce e rifletterla ainostri fratelli. Diventeremo quindi splendenti,rinnovati, magnifici grazie alla luce del Signore.

Daniele Morandi

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PREGHIERA ALLA SANTA FAMIGLIA

(papa Francesco)

Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo

splendore dell’amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre

famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,

autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese

domestiche.

Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si

faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione:

chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto

consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei

Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del

carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua

bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra

supplica.

Amen.

Meritata pausa

pranzo, dopo un

lungo cammino sotto

il sole.

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Ci hanno preceduto nella casa del Padre

EMMANUELE MORANDI

DiModena.

Nato il 16 dicembre 1961, consacrato il 26 novembre 1989, deceduto il 10 giugno 2015.

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Franco Muschitiello, CFD EmiliaOccidentale

UN RICORDO DI EMMANUELE MORANDI

Caro Emmanuele, mi hai provocato un dolorelancinante, come una spada che trapassa ilcuore. Mi è mancato il respiro mentre lacrimecopiose mi bagnavano il viso. Un senso di rabbiaimpotente, dapprima, e poi di grande tristezza alpensiero di non poterti più incontrare, parlarti,abbracciarti, ascoltarti.

Ecco, ascoltarti è sempre stata una mia grandepassione. La tua innata simpatia la conoscevo giàda quando eri ragazzo, ma poi ho potutoascoltare le tue parole da adulto e… che parole!Ricordo un incontro di anni fa a Bologna. Parlavidel matrimonio cristiano ad alcuni sposi dellaComunità. Rimasi affascinato e incantato dacome sviluppavi l'argomento. Tornato a casa,cercai il vino migliore che avevo in cantina e te neportai un cartone. Adolfo, il tuo papà, mi ringraziòdi questo piccolo gesto, dicendo che ero statol'unico a mostrare un po' di gratitudine. Forse lecose veramente importanti tendiamo tutti aconsiderarle gratuite, come l'aria che respiriamo.Ma non è così: per dire quelle parole così vere eprofonde ti eri preparato con estrema cura egrande impegno! Come quella volta che ciparlasti delle Beatitudini svelandomi cose cheavevo bensì un po' intuito, ma mai cosìchiaramente capito!

Ero arrivato a consigliare ai miei figli di«consumare la soglia di casa tua» se volevanoimparare qualcosa mentre io stesso ti chiamavo«speranza dei confini della terra e dei marilontani», suscitando sempre la tua ilarità.

Caro Emmanuele «mi parrebbe dibestemmiare» come dice S. Teresa di GesùBambino nella sua Storia di un'anima, secontinuassi a pensare che, in fondo, il cielo èpieno di santi e di sante e che il buon Dio potevabene accontentarsi di quelli che ha giù lassù,senza portarcene via uno così presto e così

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01 MARIA PAPALINI + 1995 ROMA

MARTA MARANGHI + 2014 FIRENZE

02 LUCIA PALLANTE + 2014 FOGGIA

03 MARIA PAOLA FRITZSCHE + 1968 ROMA

LINA SELVA + 1988 BIELLA

05 *NICOLA SEBASTIO + 2005 MILANO

MARIA GRAZIA DONATI + 2012 LOPPEGLIA LU06 ROSARIA MINOZZI + 1998 NAPOLI

ROSINA CECCARELLI + 2009 CASTELDELPIANO GRANGIOLINA TANSI + 2013 COSENZA

07 ROSA PASSERINI + 1980 BRESCIA

09 MARIA POTTINO + 1991 PALERMO

TEOMIRA BIFFIS + 2001 VENEZIA

GIANNA SPADOLINI + 2012 FIRENZE

10 LUIGINA PIRAS + 1994 MÒGORO OR12 GUGLIELMINA SAVOLDI + 1980 BRESCIA

13 IOLANDA CIOTTI + 1991 VENEZIA

PALMIRA TOMMOLINI + 2011 BRESCIA

15 ITALA NENCIONI + 1981 PALAIA PI16 MIRELLA MIGLIORINI + 2002 FIRENZE

17 *PIETRO PIERINI + 2005 SANTA BRIGIDA FI18 MARIA PACCHIONI + 2011 MERANO BZ19 *ANTONIO PENTELLA + 2009 MARIGLIANO NA20 *ORESTE NEPÒTE + 2009 CENTALLO CN

21 *GIUSEPPE PANARIELLO + 2011 VIAREGGIO LU22 IOLANDA CALABRÒ + 1998 FLORIDIA SR

PIERA FERRINI + 2002 SAN LAZZARO DI SÀVENA

BOMARIA LUISA VÀINO + 2006 NAPOLI

CARMELA DONADIO + 2012 NAPOLI

23 ANTONIETTA COSSEDDU + 1996 ORISTANO

IRIS MALACARNE + 1999 PALAIA PIZITA SCÀNDOLA + 2007 VERONA

24 FULVIA BORÒLI + 1995 INTRA VB25 LUCIA MONARI + 1972 SAN CESARIO SUL

PANÀRO MOPEPPINA PIRAS + 2008 ORISTANO

MARINA CANGIALOSI + 2013 ROMA

26 FRANCESCA OTTELLA + 2009 OCCHIEPPO

INFERIORE BI27 *ADRIANO MORANDI + 2005 MODENA

28 PAOLA FAZIO + 2001 NAPOLI

*DON MICHELE INDORATO + 2008 SOMMATINO CL29 LUCIA BERRI + 1977 PALERMO

*MONS. CATALDO NARO + 2006 MONREALE PA30 Rosa Savogìn + 1962 Venezia

Clara Cèseri + 1972 FirenzeBenedetta Coppini + 2014 Bologna

ANNIVERSARIO DEI DEFUNTI

A Lodi e Vespri dopo l’ultima invocazione si aggiunga:Lett. «Signore, ti raccomandiamo il nostro fratello (la nostra sorella)... che in questo giorno hai chiamato a te daquesta vita...Ass. «Donagli/le la tua pace e fallo/a partecipe della gloria della Tua resurrezione».

SETTEMBRE 201 5

amato. No, non è così, il buon Dio «non mandamai un dolore ai suoi figli se non per preparareloro una gioia più grande». Ci facciamo coraggiopensandoti impegnato a conoscere quell' InfinitoAmore che hai sempre studiato con tanta curaquaggiù! Mi sia concesso e non spiaccia adalcuno, anticipare il giudizio di Dio su di te: “voxpopuli, vox Dei” e noi tutti sappiamo che tu sei unsanto di Dio.

Egli, l'Altissimo, ti ha “tolto dalla mischia”, ti ha“portato in alto”. Mi piace pensare che ti vogliadare «autorità su molto».

Caro Emmanuele, conoscendoti e amandoti

sono certo che vorrai aiutarci tutti, uno per uno,singolarmente, ora che sei «rivestito di potenzadall'Alto». Non mancherò di inviarti le miepreghiere e la prima è che tu stesso ci aiuti asuperare la grande tristezza e a sentirti tantovicino, molto più vicino di prima. GrazieEmmanuele di questa tua vita così bella, cosìimpegnata, così allegra e così generosa.

Benedetto Serradimigni, CFD EmiliaOccidentale

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Settembre 2015 La Casa Madre e le altre case della Comunità dei figli di Dio

I SANTI PATRONI DEI GRUPPI

Per i nostri fratelli del gruppo di ... dedicato a San ..., perchè per sua intercessione siano un cuore solo ed

un’anima sola nella fedeltà e nell’amore, preghiamo...

SETTEMBRE 201 502 B. CLAUDIO GRANZOTTO

STANGHELLA PD03 S. GREGORIO MAGNO

LIVORNO

S. ROSALIAPALERMO

05 B. TERESA DI CALCUTTACOTONOU (BENIN)

08 S. MARIA BAMBINAPALERMO

S. MARIA DELLE GRAZIECAMPAGNATICO GRS. MARIA DI MONTE BERICOVERONA

09 S. PIETRO CLAVERBOGOTÀ (COLOMBIA)B. GIACOMO LAVALMELBOURNE (AUSTRALIA)

13 S. GIOVANNI CRISOSTOMOCASTEL SAN PIETRO BO

14 SS. CROCIFISSOPALO DEL COLLE BAN. SIGNORE DEI MIRACOLI DI BUGABOGOTÁ (COLOMBIA)VEN. MARIA CELESTE CROSTAROSAFOGGIA

15 S. CATERINA DA GENOVAGENOVA

18 SAN GIUSEPPE DA COPERTINOPIEVE DI CADORE

19 S. GENNARONAPOLI

S. RICCARDO PAMPURIDELIA CL

21 SERVO DI DIO GIUSEPPE GUARINOMONTEDORO CL

23 S. PIO DA PIETRELCINAS. DONÀ DI PIAVE VE, NAPOLI, S. GIOVANNI

ROTONDO FG, PARAKOU (BENIN) E

BEACONSFIELD (AUSTRALIA)24 S. SILVANO DEL MONTE ATHOS

SOLARINO SR25 S. SERGIO

PERUGIA

26 SANTI MEDICI COSMA E DAMIANOCASTROVILLARI CS

28 S. LORENZO RUIZCALTANISSETTA

SERVO DI DIO GIOVANNI PAOLO IBELLUNO

SERVA DI DIO LEONTINA SOTGIUORISTANO

29 S. MICHELE ARCANGELOCALTANISSETTA

S. GABRIELE ARCANGELOMILANO

S.RAFFAELE ARCANGELOWAGGA WAGGA (AUSTRALIA)

San Lorenzo Ruiz SS. Crocifisso San Giuseppe da Copertino

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La Casa Madre e le altre case della Comunità dei figli di DioCasa San Sergio 055.697778Via Crocifissalto, 2 [email protected] SETTIGNANO (FI)

Casa Madonna del Sasso 055.8300162Santuario Madonna del Sasso [email protected] Santa Brigida (FI)

Casa San Gregorio 015.511084Via per Chiavazza, 30 [email protected] Vigliano Biellese (BI)

Casa Mater Misericordiae 015.811305Via per Chiavazza, 30 [email protected] Vigliano Biellese (BI)

Casa Santa Maria Delle Grazie 055.8072924Santuario Madonna di PietracupaVia Pietracupa, 2150028 San Donato in Poggio (FI)

Casa Sant’Agostino di Canterbury 0061.3.58286473Catholic Presbitery [email protected] Saddleback RoadDookie 3646 - Victoria - Australia

Casa della Trasfigurazione 055.697101Via Rossellino, 750135 Settignano (FI)

Casa San Benedetto 06.37350711Via Monte Asolone, 800195 Roma

Altre InformazioniSegreteria della Comunità:

Tel/Fax 055.6557409 Lun e Mer risposta diretta .

[email protected] Segreteria e fax tutti i giorni 24 ore su 24.

Ufficio Economato

[email protected] 055.697140

Archivio Tel/Fax 055.697140 [email protected]

Notiziario 055.8300162 [email protected]

Conto corrente postale Comunità n°23703507, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, via Crocifissalto, 2 -50135-Settignano (FI)

Conto corrente bancario Comunità

n°15302/68, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, presso Monte dei Paschi di Siena, filiale di Firenze,

Codice IBAN: IT28 I010-3002-8570-0000-1530-268

Per le offerte riguardanti i libri: conto corrente postale n° 98674914, intestato a Tommaso Caldarone, via per Chiavazza 30,

Vigliano Biellese, (Biella) ; per le offerte libri con bonifico codice IBAN: IT16 X076-0110-0000-0009-8674-914

Per eventuali richieste sui libri, contattare p. Paolo Radice all’indirizzo e-mail: [email protected]

Sito internet CFD: http://www.comunitafiglididio.it/ (Dal sito è possibile anche scaricare il Notiziario).

Casa“Divo Barsotti”Via Tevere, 1209040 Guamaggiore (CA)

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ADUNANZE CFD 2015-2016