Febbraio 2016 NOTIZIARIO COMUNITÀ DEI FIGLI DI...

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Febbraio 2016 Febbraio 2016 anno XXIX n°06 NOTIZIARIO COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO SPED. IN ABB. POST. COMMA 2- ART. 1 D.L.353/03 -CONV. L. 46/04 - FILIALE ROVIGO -DIRETTORE RESPONSABILE: P.CARLO RAVANO SEDE CASA SAN SERGIO, 50135 SETTIGNANO (FIRENZE)-AUTORIZZAZIONE N. 3743 - TRIBUNALE DI FIRENZE 10/08/1988 UT SITIS FILII PATRIS VESTRI

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Febbraio 2016

Febbraio 2016 anno XXIX n°06

NOTIZIARIO

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Febbraio 2016

TRACCIA DEL MESE

Essere è amare

«Nell'amicizia, nell'amore nuziale, nell'amore materno, l'uomo si apre all'altro. Non si chiude in se stesso,ma si realizza nel donarsi. L'essere, come in Dio, è amore. Tanto più sei, quanto più ti doni. Tu nonpossiedi che quello che dai».

(Divo Barsotti, Meditazioni sulle tre lettere di Giovanni, p. 57)

Calendario...................................................................................................................................pag. 01

Da padre

"Ma vedranno e conosceranno Gesù?"................................................................................... pag. 02

La parola del padre Divo Barsotti

Credere all'Amore...................................................................................................................... pag. 0

Avvisi........................................................................................................................................... pag. 0

Incontri Comunitari.....................................................................................................................pag.

Inserto Biblico

Tobia............................................................................................................................................pag.

Comitato della Formazione

Testamento spirituale di don Divo Barsotti............................................................................. pag.

Vita nella Chiesa

La CFD al Convegno Nazionale della Chiesa Italiana........................................................... pag.

Adunanze anno comunitario 2015-2016................................................................................. pag. 1

Vita della Comunità.................................................................................................................... pag.

Anniversario dei defunti: Febbraio 2016................................................................................. pag.

I Santi patroni dei gruppi: Febbraio 2016................................................................................pag. 40

SOMMARIO

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01 lun

02 mar

03 mer

04 gio

05 ven

06 sab P. Silverio nella Famiglia Emilia Orientale, p. Agostino nella Delegazione Mercato SanSeverino, Maria Persico nella Puglia Salentina.

07 Dom V domenica del Tempo Ordinario (anno C), I settimana del Salterio. P. Silverio nellaFamiglia Emilia Orientale, p. Agostino nella Delegazione Mercato San Severino, MariaPersico nella Puglia Salentina.

08 lun

09 mar

10 mer Mercoledì delle Ceneri. Inizio della Quaresima (digiuno e astinenza). Breviario Vol. II

11 gio

12 ven

13 sab

14 Dom I domenica di Quaresima (anno C). I settimana del Salterio. Pellegrinaggio della CFDa Roma.

15 lun Anniversario della morte del Padre Fondatore don Divo Barsotti (decimo anniversario).Pellegrinaggio della CFD a Roma.

16 mar Pellegrinaggio della CFD a Roma.

17 mer Tempora di Quaresima.

18 gio

19 ven Tempora di Quaresima.

20 sab Tempora di Quaresima. P. Ireneo nella Delegazione Calabria Castrovillari; p. Stefanonella Delegazione Ragusa.

21 Dom II domenica di Quaresima (anno C). P. Ireneo nella Delegazione Calabria Castrovillari;p. Stefano nella Delegazione Ragusa.

22 lun Partenza di p. Benedetto e p. Paolo per la Colombia.

23 mar

24 mer

25 gio

26 ven

27 sab Diana Cigna nella Delegazione Alcamo; p. Silvano nella Famiglia Puglia Centrale.

28 Dom III domenica di Quaresima (anno C). Diana Cigna nella Delegazione Alcamo; p. Silvanonella Famiglia Puglia Centrale.

29 lun

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DA PADRE BENEDETTO

“MA VEDRANNO E CONOSCERANNO GESÙ?”

Carissimi,la domanda posta a titolo della circolare di

questo mese di Febbraio, proviene dall’ultimapagina del diario del Padre Parola e Silenzio.Siamo ancora prima del Concilio Vaticano II, nelNovembre del 1957, quasi sessant’anni fa: ilPadre si trova a Milano per una missione dievangelizzazione. Vi chiedo di leggereattentamente gli stralci che vi propongo qui diseguito.

15 novembre – …Domani sarò a Milano per predicare la

Missione. L’unica preparazione è stata la raccoltadelle olive e la potatura dell’alloro. Non ho saputofare altro. Mi sembra che Dio voglia divertirsi dime.

Debbo parlare all’Università. Cosa potrò dire?L’unico modo di prepararmi è di mettermi nelle

mani di Dio.Mi sento come nudo davanti a Lui – senza

difese. L’anima è come invasa di luce, il corpostesso è come legato. Non sono più padrone dime. Dio non chiede più, non sembra esigere piùnulla: attraverso di me Egli si riceve e si ama.Purezza e semplicità – non è la gioia, è piuttostouna dolcezza segreta, un sentimento di dolcezzache tiene come sospesa ogni potenza, l’incanta.

Il roveto brucia e non consuma.

16 novembre – Milano.La mia preghiera è per te (don Divo si rivolge a

Dio Padre). Se il Figlio è la tua gloria – se è in Luiche tu conosci te stesso, possiedi te stesso, –dammi bellezza o Dio – non posso chiederti menodella tua santità, meno della tua vita, meno di teperché io sono nel Figlio. Farei violenza a testesso se io mi contentassi di meno – negherei latua infinita pienezza se io stesso non volessidivenire in qualche modo il tuo Figlio.

La mia santità è esigenza divina – ma la miasantità non è soltanto il possesso incomprensibiledel Padre, è anche la sua rivelazione. Il Figlio è lagloria del Padre – è colui nel quale il Padreconosce se stesso, possiede se stesso, e si amama è anche la rivelazione del Padre. – Chi vedeme vede il Padre.

Trasparire Dio – il mistero di Dio che si rivelanel santo! Sì, voglio questo, perché lo vuoi tu.

Dammi bellezza, o Signore! – In me viva Cristo

e continui la rivelazione del Padre (SanFrancesco).

17 novembre – Com’è che il roveto brucia enon consuma?

Non è questo l’incomprensibile misterodell’Incarnazione divina? Non è questo lo stuporedi ogni mio giorno?

18 novembre – Mi è possibile distrarmi, ma nonmi è possibile applicarmi.

Rimane vero quello che dice Gesù: nolitecogitare (“Non vi preoccupate di come o di checosa dire…” Mt 10, 19).

O Signore parla tu stesso per me.

19 novembre – Chiedevo al Signore chevolesse darmi tutti quei giovani. Come mai oSignore così pochi intravedono la tua bellezza?Come mai così pochi si sentono invincibilmenteattratti a seguirti? Eppure tu solo rimani – tu solosei l’alimento dell’eternità.

20 novembre – Sono stato in casa di L. S. Vi hoincontrato, con tanti altri che conoscevo, PrimoMazzolari. Non ha parlato, ascoltava pensosoquanto si diceva. Ci ha detto soltanto di esserestato ricevuto dall’Arcivescovo che l’ha accoltocon grande cordialità.

La Missione avrà davvero efficacia? Ne dubito.Gli uomini da questo massimo sforzo di

evangelizzazione avranno soprattutto un’altratestimonianza della potenza della Chiesa e dellasua volontà di farsi sentire presente nel mondo dioggi, ma vedranno, conosceranno Gesù? Per noistessi che siamo stati chiamati a renderglitestimonianza, la missione è veramente qualcosadi più che l’occasione di un incontro fra noi?

Come sento lontana la città, indifferente,ignara! Non possiamo offrire a Dio per la salvezzadel mondo che la nostra impotenza, la nostrapovertà.

23 novembre – La prossimità della parusia cipurifica come per fuoco.

La santità non è un ideale che alimenta lavanità. Perché la santità potesse alimentare la tuavanità bisognerebbe che un intervallo sifrapponesse fra te e Dio – ma se Dio ti è vicino, è

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imminente, Egli ti brucia”.

Cari fratelli e sorelle, quest’anno ci vienericordato, spero non con eccessiva e fastidiosainsistenza, che anche noi abbiamo una missione,una missione che prima di aver come oggetto ifratelli e sorelle della Comunità, la Chiesa o ilmondo, deve svolgersi nell’intimo nostro. È ilnostro cuore il primo campo della missione che ciè stata affidata. È lì che le distanze tra me e Dio,tra ciascuno di noi e Dio devono essere annullate,“bruciate” dal sentimento della sua presenza edell’imminenza dell’incontro a faccia a faccia conLui. Rispondendo a questa sollecitazione interioreche noi chiamiamo “vocazione”, adottando confiducia i mezzi che ci vengono offerti, rimanendofedeli a quanto ci siamo proposti con il solenneimpegno della Consacrazione, pur in mezzo atante difficoltà e ostacoli interiori ed esterni, chesembrano volerci frenare o condurre su altrestrade più comode o anche efficaci, noieffettivamente permettiamo a Dio di eliminareogni intervallo che si frappone tra Lui e noi, noieffettivamente gli permettiamo di avvicinarsi e di“bruciarci”.

Se in questo mese di Febbraio, 10°anniversario del momento in cui per don DivoBarsotti le ombre e le immagini hannodefinitivamente lasciato il posto alla visione, sedunque in questo tempo rileggeremo il suoTestamento, facciamolo con l’urgenza di questadomanda cruciale: coloro che mi incontrano chemi guardano che parlano con me, vedranno,

conosceranno Gesù? Questa domanda deverimanere un chiodo fisso, altrimentiprobabilmente per il nostro prossimo, che sianella Comunità, nella Chiesa e nel mondo, noisaremo un ostacolo supplementare, un validomotivo per cui, invece di sentirsi attirati da Dio, nericeveranno un’immaginedistorta da cui volerfuggire.

Attenzione! “La santitànon è un ideale chealimenta la vanità. Perchéla santità potessealimentare la tua vanitàbisognerebbe che unintervallo si frapponessefra te e Dio – ma se Dio ti èvicino, è imminente, Egli tibrucia”.

Ringraziandovi per lavostra pazienza e per lapreghiera per me, vi chiedoumilmente di rinnovarlaogni giorno.

p. Benedetto

P.S. Attenzione questa circolare funge ancheda pagina di formazione permanente e andrebbeletta all’incontro di gruppo. Grazie.

Vi segnalo che il 21 novembre 2015 è mancato a Marzano Appio (Caserta) ilpapà del nostro fratello del IV ramo Antonio, Carmine Caldarone. Vorremmoesprimere la vicinanza di tutti ad Antonio e poi anche alla moglie di Carmine,Dora e all'altro suo figlio Mario. Raccomandiamo al Signore Gesù questonostro fratello, buono e caro; che il Signore possa accoglierlo nel suo Regno diluce e farlo partecipe della sua Gloria.

p. Benedetto

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È la vostra fede che realizza in voi la divinaPresenza, perché credere all’Amore è aprirsisecondo l'amore nel quale si è creduto. Tanto vidilatate nella fede quanta è la vostra fede in Dioche è l'Amore.

Credere all'Amore! Volete essere sante comesanta Teresa? Non potete chiedere questo a Dio,perché, voler essere santi ‘come’ è già offendereDio. Forse sarete meno sante di santa Teresa,ma non potete dare una misura all'amore divino.Io non posso accettare e mi ribello, quando leggonella vita di certi santi – per es. del beato Bertoneo di san Paolo della Croce – che vogliono esserepiù santi degli altri! ‘Più’: che senso ha il più? Chesenso ha il più e il meno, quando si tratta di Dio?lo voglio amare Dio come Dio si ama. Non c'è unpiù e un meno: c’è l'infinito e perciò soltantol'infinito è la misura con la quale si può amare Dio.Altrimenti il mio amore l’offende, è indegno di Lui.

Voi sarete forse meno sante di santa Teresa,ma non potete mettere un limite alla vostrasantità. Lasciate che lo metta la vostra natura,non la vostra volontà, lasciate che lo metta ildecreto divino ma non mettetelo voi. Voi doveteadeguarvi a Dio. D'altra parte, il nostro adeguarcia Dio avviene secondo le possibilità della nostranatura. Il concetto che noi possiamo avere di Dio,non sarà mai adeguato alla sua infinita essenza.Perciò un limite vi è, ed è nella nostra natura, manon deve essere nella nostra volontà, nel nostrogiudizio. lo non posso volere esser santo comesanta Teresa o san Paolo. Certamente sarò moltomeno, ma non è questo che conta. Conta il fatto

che io devo essere colmato secondo la misura,secondo il concetto, secondo la conoscenza cheDio mi dà di Se stesso, perché la legge dell’uomoè Dio stesso. Nel cristianesimo non c’è altralegge. Lo dice san Paolo e lo dice san Giovannidella Croce. Leggete quella che è veramente lapromulgazione della legge, nel NuovoTestamento, alla fine del Sermone dellamontagna: «Siate perfetti come è perfetto ilPadre vostro celeste» (Mt 5, 48). La leggedell’uomo è Dio. Tu devi essere Lui! Enaturalmente Dio si rivela a ciascuno in mododiverso ma per ciascuno la rivelazione di Dio èsempre la rivelazione di una perfezione chel’uomo non potrebbe pensare più grande. Èsecondo quella misura che io devo essere santo.Un’intelligenza più alta della mia o un’anima piùpura della mia può avere di Dio una concezioneancor più alta della mia, ma sempre finita.L'infinito – è vero – si proporziona alla finitezzadella mia intelligenza, ma la misura è quella e nonun'altra: è Dio stesso.

Ecco che cosa vuol dire credere all’Amore:aprirsi, dilatare la propria anima ad accogliereDio.

(…) Non scoraggiatevi mai, non trovate maimotivo di delusione o di stanchezza. Credereall’Amore vuol dire avere una riserva continua edinesauribile per proseguire il cammino. Come faia temere? Come fai a scoraggiarti? Come fai afermarti lungo la via? Come fai a essere delusa?Dio con tutta la sua onnipotenza, Dio con tutto ilsuo amore, tutto ti si dona. Credere all’Amore!

(…) Apritevi all’amore di Dio. Se la santità allafine rimane dono di Dio, a voi tocca soltanto diaprirvi nella fede ad accogliere il suo amore. Ètroppo facile questa santità? Non è più facile diquella che acquistò santa Maria Maddalena cheera una donna di strada. Si gettò ai piedi delCristo e quando si alzò ottenne il suo elogio: «Lesono perdonati i suoi molti peccati, poiché hamolto amato» (Lc 7, 47). Perché «ha moltoamato»? Che cosa aveva fatto? Aveva credutoall’Amore, non c'era altro. Tutto il suo peccatonon l’aveva arrestata nel suo ardore, l’avevagettata ai piedi del Cristo. Aveva creduto e si eraabbandonata, si era aperta a ricevere il donodell’amore divino.

Questo è credere all’Amore.

La parola del padre Divo Barsotti

, II ediz., pp. 303-308

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Dalla vice Assistente Generale

Carissimi fratelli e sorelle,nell’accingermi a scrivere questa circolare ho

preso il calendario del mese di febbraio 2016 e,scorrendo i vari giorni, mi è sembrato di scorgerviun torrente di grazia, una fonte inesauribile diluce, in altri termini un tempo di sovrabbondanzadi grazia. Forse perché, come dice San Paolo,«Dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondatola grazia» (Rm 5, 20). E il dilagare del male, di unmale “globalizzato” è sotto i nostri occhi!

Questo mese è ricco di tanti eventi santificanti,speciali o che scandiscono il calendario liturgicodella Chiesa:

•La chiusura dell’Anno della vita consacrata, incoincidenza con la festa della Presentazione diGesù al tempio (giorno 2);

•L’inizio della Quaresima, richiamo allaconversione, i cui pilastri tradizionali sono lapreghiera, il digiuno e l’elemosina (giorno 10);

•La giornata del malato, dedicata anche aglianziani, opportunità per ricordarci che visitare gliammalati e gli anziani, i quali nella fragilità dellavecchiaia sperimentano la debolezza della carne,è una delle sette opere di misericordia corporaledella Chiesa (giorno 11).

Ma soprattutto per noi è anche il decennale deltrapasso del nostro amato padre (giorno 15,ricorrenza della Presentazione al tempio di Gesùper gli ortodossi).

Il tutto avviene nella “cornice” dell’Annogiubilare della Misericordia, il cui motto“Misericordiosi come il Padre”, ci fa comprenderela finalità di questo Giubileo. L’invito allamisericordia, così non si limita al perdonoimplorato per le colpe commesse, ma ci spinge aguardare ad un orizzonte più ampio: aprirsi adaccogliere l’amore di Dio per riversarlo sulmondo; siamo chiamati, da autentici figli di Dio,ad essere misericordiosi come il Padre nostro cheè nei cieli perché, come dice Gesù e comerecitiamo ogni giorno nelle Beatitudini, solo imisericordiosi otterranno misericordia. L’amore,se è vero, si deve incarnare perché «l’amore nonpotrebbe mai essere una parola astratta» (Bollad’indizione del Giubileo della misericordia, 9).

La misericordia, secondo un’espressione caraa san Giovanni Paolo II,   non è un sempliceattributo di Dio ma è «un "secondo nome"dell'Amore, colto nel suo aspetto più profondo epiù tenero, nella sua attitudine di farsi carico di

ogni bisogno, soprattutto nella sua immensacapacità di perdono» (Omelia per lacanonizzazione di Suor Faustina Kowalska, 30aprile 2000).

E il padre nel primo capitolo del suo preziosolibro Dio è misericordia ci sollecita a prenderecoscienza di quello che siamo, del nostro bisognodi essere salvati perché solo così possiamostabilire con Dio un rapporto vero: «Lamisericordia suppone la miseria; “misericors” vuoldire il cuore che si effonde nella miseria degliuomini. Dio non è misericordia fintanto che non cisono gli uomini; è sempre amore, perché è amorein Sé medesimo, ma non è misericordia se nonverso l'uomo, perché verso Se stesso non puòavere misericordia. Egli è l'Amore infinito, Egli èDio, ma verso di noi Egli è misericordia: Dives inmisericordia».

E questa affermazione trova riscontro nelVangelo quando la B.V. Maria nel Magnificat,esultando in Dio che ha guardato alla suapovertà, alla sua umiltà, ricorda che «digenerazione in generazione la sua misericordiasi stende su coloro che lo temono» (Lc 1, 50). InMaria la Misericordia si incarna rispondendoall’incessante preghiera degli anawim, i servi delSignore, i poveri di Israele, con cui Gesù siidentifica: «Imparate da me, che sono mite eumile di cuore» (Mt11, 29).

Ognuno degli eventi che ho ricordato cirichiama ad innalzare il nostro ringraziamento e lanostra lode al Signore, fatti non tanto di parolequanto di vita vissuta nella nostra quotidianità:innanzitutto fedeltà alla vocazione nellaComunità; una fedeltà non formale, non fatta dimera esecuzione di prescrizioni e di obblighiprevisti dallo Statuto, quanto di un’adesione delcuore, semplice e umile, alla nostra vocazione didonne e di uomini consacrati nella Comunità cheproclamano con le proprie parole, opere, azioni, ilprimato di Dio nella loro vita. Primato di Dio che sisintetizza nell’impegno a “cercare Dio solo” e a“seguire Gesù fino alla morte di croce”, comeabbiamo promesso il giorno della nostraConsacrazione. Per noi questa sequela si compienon percorrendo, da disorientati, le molteplicispiritualità religiose, ma la via che il Signore hatracciato per noi servendosi di padre Barsotti.

Auguro a tutti di vivere quest’anno, questoGiubileo nella gioia perché, come ci ricorda

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spesso il padre, se l’amore umano cambia la vitae la colma di gioia, tanto più l’amore di Dio, severamente ci crediamo e ci apriamo adaccoglierlo, ci dona una pace ed una gioiaincommensurabili, anche nelle prove e nelledifficoltà.

Affidiamo noi stessi a Maria Madre diMisericordia con questa bella preghiera affinchécambi il nostro cuore per renderlo più simile aquello misericordioso di suo Figlio Gesù.

Diana Cigna

Santa Maria, madre di Dio, conservami un cuore di fanciullo,puro e limpido come acqua di sorgente.

Ottienimi un cuore semplice, che non si ripieghi ad assaporarele proprie tristezze; un cuore magnanimo

nel donarsi, facile alla compassione; un cuorefedele e generoso, che non dimentichi alcun bene

e non serbi rancore di alcun male.Formami un cuore dolce e umile che ami senza esigere

di essere riamato, contento di scomparirein altri cuori, sacrificandosi al Tuo Divin Figlio;

un cuore grande e indomabile, così che nessunaingratitudine lo possa chiudere e nessunaindifferenza lo possa stancare; un cuore

tormentato dalla Gloria di Cristo,ferito dal Suo amore, con una piagache non si rimargini se non in cielo.

padre L. de Grandmaison

11 luglio 2015. Liudmyla firma ilsuo atto di consacrazionesull’altare della cappella dellaFornace.Dalla terra dei Santi russi allaComunità!

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A V V I S I

Lettura biblica del mese

Nel mese di febbraio si legge il libro di Tobia;nel mese di marzo si leggerà il Vangelo di Giovanni;nel mese di aprile si leggerà il libro di Giuditta.

Nuovo numero telefonico Casa Mater Misericordiae

La casa di vita comune (maschile) di Biella, Casa Mater Misericordiae, ha cambiato numerotelefonico. Il nuovo numero è: 015.513439.

PRIMI VOTI NEL IV RAMO DI ANDREA STAGNI

2 febbraio 2016 chiesa di S.Maria Assunta Vigliano Biellese ore 11.00.

PELLEGRINAGGIO GIUBILARE A ROMA NEL X ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELNOSTRO PADRE FONDATORE

Domenica 1 4 febbraioPomeriggio: arrivo a Roma e partecipazione ai Vespri e alla S. Messa nella Basilica di San Pietro

alle ore 17 celebrata da S. Em. il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro eVicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano.

Lunedì 1 5 febbraioMattina: ore 10, visite guidate, in più gruppi, a due luoghi significativi per la nostra fede: la Necropoli

Vaticana con la Tomba dell’Apostolo Pietro e il Museo Pio Cristiano (settore paleocristiano dei MuseiVaticani).Pomeriggio: ore 15.30 Commemorazione e S. Messa nel X anniversario della morte del nostro Padre

Fondatore nella chiesa S. Maria in Vallicella, Piazza della Chiesa Nuova (Corso Vittorio Emanuele).Presiede S. Ecc. Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo emerito di Cagliari.

Martedì 1 6 febbraioMattina: ore 9.00, S. Messa conclusiva del pellegrinaggio nella Basilica di San Crisogono, Piazza S.

Sonnino 44 (Viale Trastevere), presieduta da p. Benedetto Ravano, Moderatore generale dellaComunità.

Coloro che non partecipano al pellegrinaggio sono invitati a celebrare questa ricorrenzapartecipando possibilmente ad una santa Messa e ad offrire la preghiera della giornata inringraziamento e per il bene e lo sviluppo della Comunità.

Cambio Breviario

Per chi ha i quattro volumi della Liturgia delle Ore, si cambia breviario il giorno del mercoledì delleCeneri, 10 febbraio. Si prende il volume II. Quarta settimana del Salterio.

Tempora di Quaresima

I giorni mercoledì 17, venerdì 19, sabato 20 febbraio ricorrono le Tempora di Quaresima. La colletta èper i poveri; la preghiera è per i peccatori.

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INCONTRI COMUNITARI

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ESERCIZI SPIRITUALI

TORREGLIA dal 16 al 20 Marzo 2016Organizza PORTELLI Lidia Tel. 0499.100490 Cell. 339 1928669

DONIGALA (OR) dal 25 al 29 Maggio 2016Organizza CASU Lina Tel. 0783 72215 Cell. 329 8743786

LECCETO (FI) dall’ 08 al 12 Giugno 2016Organizza Segreteria CFD Tel. 055 6557409

e-mail [email protected]

PAESTUM (SA) dal 22 al 26 Giugno 2016Organizza ROSSI Dolores Tel. 081 5562420 Cell. 338 3161713

POGGIO SAN FRANCESCO dal 27 al 31 Luglio 2016Organizza VALENTI Marco Cell. 340 2234883

e-mail [email protected]

VICOFORTE (CN) dal 17 al 21 Agosto 2016Organizza BONFA’ Paola Tel. 0161 207336 Cell.347 0858381

e-mail [email protected]

LECCETO (FI) dal 07 all’11 Settembre 2016Organizza Segreteria CFD Tel. 055 6557409

e-mail [email protected]

RAGUSA (RG) dal 10 al 14 Settembre 2016Organizza SALONIA Maria Tel. 0932 251904 Cell. 340 8661627

e-mail [email protected]

PELLEGRINAGGIO ROMA

Organizza p. Agostino dal 14 al 16 Febbraio [email protected]

TRIDUO PASQUALE

SANTUARIO MADONNA DEL SASSO dal 24 al 27 Marzo 2016Organizza p. Stefano Tel. 055 8300162

e-mail [email protected]

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MEDITANDO: BIBBIA ALLA MANO!

Tobia

In ebraico la radice “tob” che sta alla base deinomi dei due protagonisti, Tobi e Tobia, significa“bene” e “bello”, sia in senso morale che estetico.Infatti, tra la trilogiaTobia, Giuditta ed Ester, è lanarrazione più esemplare, a scopo pedagogico,del giudaismo, della sua teologia, delle sue crisi edella sua ricerca di identità dopo il suo tormentatoimpatto con l’ellenismo, dopo l’esilio. È un bellibro, ma soprattutto ci sembra che, nella suabrevità faccia presenti la massima parte dei temidella vita spirituale; in questo libro tutta la vitadell’uomo si fa presente nella sua situazioneconcreta: vi è la malattia e il dolore, la gioia dellaguarigione e l’esultanza di un trionfo finale; vi è latestimonianza della vita di preghiera, della vita difamiglia, della vita sociale. Così la pensa il Padre.È un libro che riunisce tutti i generi letterari, dal

genere apocalittico al genere salmodico deicantici, dal genere narrativo più umile all’epopea.Anche coloro che sono avanti negli anni avrannoda meditare su quella che è la condizionedell’uomo che vede declinare la propria vita nellapace, nella serenità, sotto lo sguardo di Dio,colma di grazia, penetrata dalla luce di una divinaprotezione, di una difesa miracolosa di un Dio checi vede, ci protegge, ci accompagna e ci salva.

Ora, meditiamo con il Padre alcuni punti.«Dopo che mi deportarono in Assiria, andai

come prigioniero a Ninive» (Tb 1, 10). Siamoprigionieri del tempo, ostaggi dell’eternità, scriveSolzencyin. L’uomo è in esilio. Possiamoaccettare di vivere quaggiù? Quando si dice“quaggiù” si vuole intendere questa condizione diesilio e di alienazione, e non questa vita, perché

INCONTRO REFERENTI VOTI

SANTUARIO MADONNA DEL SASSO dal 23 al 26 Giugno 2016Organizza Segreteria CFD Tel. 055 6557409

e-mail [email protected]

INCONTRO ESTIVO DELLE FAMIGLIE

AL NORD PINIÉ DI CADORE (TN) Agosto data da definireOrganizzano SIGHINOLFI Paolo e Mimma Tel. 059 306527

Cell. 328 0560769 e 340 0021671

AL SUD SAN MARCO IN LAMIS dal 2 al 7 agosto 2016Organizzano VENTURA Davide e Claudia Tel. 051 944651

e-mail [email protected]

INCONTRO DEI SACERDOTI DIOCESANI CONSACRATI NELLA COMUNITÀ

SANTUARIO MADONNA DEL SASSO dal 22 al 26 agosto 2016Organizza p. Serafino Tel 055.697778

e-mail [email protected]

INCONTRO VOTI II E III RAMO

LECCETO (FI) dal 27 al 30 Ottobre 2016Organizza Segreteria CFD Te.l 055 6557409

e-mail [email protected]

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se il santo raggiunge l’unione, egli sente di esseregiunto, è disposto a vivere quanto Dio vuole. Mal’uomo non può accettare di vivere quaggiù, sequesto significa vivere nella condizione presente.Sarebbe per l’uomo come accettare di vivere al difuori di sé e non realizzare se stesso e la propriavocazione, non trovarsi mai.«Rimasi cieco per quattro anni, tutti i miei

parenti ne ebbero pena» (Tb 2, 10b). La prova èinerente alla vita religiosa ed è voluta da Dio.Davvero la vita religiosa è un gioco: sembra cheDio ti abbandoni ed è proprio nell’apparenteabbandono che Egli ti è vicino; è proprio in questasottrazione di aiuti, che Dio opera nella tua vita, èproprio in questo accavallarsi, accumularsi sopradi te di ogni tempesta, che Dio si fa presente e tisalva. Continua il Padre: è un gioco la vita, macondotto con serietà, perché in fondo, dietro c’èsempre la Provvidenza Divina, l’amore di Dio chetutto conduce per la nostra salvezza. Ma intanto,noi che non conosciamo le regole del gioco cisentiamo abbandonati, oppressi, sbattuti in unmare di guai, senza ragione né senso. Alla nostrapreghiera Dio non risponde direttamente perchéEgli non risponde mai: se rispondesse, siadatterebbe alle nostre meschinità. Egli deludesempre, solo i santi Egli non delude, perché sonomorti a se stessi.«Con l’animo profondamente rattristato, mi misi

a gemere e a piangere e in mezzo ai singhiozzicominciai a pregare […] Ed ora trattami secondoil Tuo volere […] ordina, o Signore, che io sialiberato da questa prova» (Tb 3, 1.6). Se lapreghiera è l’atto più personale dell’uomo, sel’uomo nella preghiera realizza la sua solitudine,vive anche una sua solidarietà con il mondo: in luisono tutti gli uomini, è tutto l’universo che prega esale verso il Signore; nella preghiera dell’uomotrova il suo compimento finale il processo dellastoria. L’atto personale dell’uomo che prega va aldi là di ogni cammino, può e deve avere piùgrandezza e potenza di tutta la storia; ma è anchel’atto che precisamente muove verso il suocompimento tutta l’umanità dalla quale l’uomo,anche pregando, non si separa. Certo, tuttoquesto è misterioso, ma reale se crediamo che lafede e la speranza di colui che prega raggiunganoveramente Dio. «Guai a te, – mi diceva il Padre –,se quando preghi, escludi anche un solo uomo:vai all’Inferno!». Del resto l’Art. 19 dello Statuto ciricorda che la perfezione della carità «trova nellapreghiera il suo mezzo più efficace», la suaespressione più profonda, «ed ha nella vita diorazione la sua realizzazione più alta». E noi,sentiamo di essere l’ipostasi, la personificazione

responsabile dell’umanità intera?«Figlio, ricordati del Signore tutti i giorni della

tua vita; non voler peccare, né trasgredire i Suoiprecetti» (Tb 4, 5). Ricordati, dice Tobi al figlio,dei nostri primi antenati. Il Padre afferma che nonpossiamo dimenticarci di essere uomini cheportano con sé, anzi in se stessi, l’eredità di unpassato immemorabile. La vita non può averesperanza, se non è anche e soprattutto ricordo,memoria. Noi siamo tutti figli di un passato cheper noi ancora misteriosamente è presente ed èvivo. Che cosa potremmo sostituire a questaricchezza? Soltanto lo smarrimento e lo sgomentodi chi cerca senza più trovare la via. È lacontinuità con il passato che assicura unacontinuità con il futuro, ma soprattutto soloattraverso questa continuità, sembra che l’uomodebba, possa raggiungere Dio. Per questo ilsecondo ammonimento di Tobi al figlio è quello diricordarsi di Dio. Mi ricordo, in università, di unascenetta tipica del ’68: mentre il prof. La Piraspiegava i fondamenti del diritto romano, ad unalunno che interrompeva spesso dicendo le sueopinioni, il docente, gentile, si alzò e gli offrì lacattedra! Dio vuole che l’uomo collabori alla Suaazione creatrice, non facendo qualcosa di più diquello che egli fa, ma accettando umilmente il suoposto e la sua funzione, consentendo umilmenteall’azione di Dio, all’atto divino. L’esercizio dellalibertà è il privilegio dell’uomo perché puòliberamente aderire all’onnipotenza divina. DiceS.Agostino che Dio è infinito nel creare, comel’uomo è infinito nella libertà di rispondere.«Allora Tobia si alzò dal letto: alzati, sorella,

preghiamo e supplichiamo il Signore perchéabbia misericordia di noi e ci protegga; essa sialzò e cominciarono a pregare e a supplicare,chiedendo a Dio che li proteggesse; e si mise adire: "Benedetto sei Tu, Dio dei nostri padri! Ebenedetto sia il Tuo nome per tutte legenerazioni future!"» (Tb 8, 4-5). Come siapprende dal racconto, il compimento delle nozzenell’unione dei due giovani, sembra esigere, pernon essere occasione di morte, la preghiera.“Sara” in aramaico significa “principessa”. Settemariti morti prima della consumazione delmatrimonio: il numero “sette” per i semiti significa“infinità”. L’ottavo marito, inviato da Dio, è loSposo vero, salva la situazione. L’anima, che peril Signore è qualcosa di più di una principessa, siunirà al suo vero Sposo, il Verbo incarnato, solose nella preghiera scaccerà un’infinità diattaccamenti che la dominano e non lepermettono di abbandonarsi alle nozze divine. Lapreghiera accompagna l’azione, la inizia, la

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segue, la porta al suo compimento. La vitadell’uomo non è mai soltanto un rapporto con glialtri, è prima di tutto un rapporto con Dio cheassicura un rapporto con gli altri, perché nessunaunione tra gli uomini avviene se non in Dio che èl’unità degli spiriti. L’uomo non ha altra protezioneche Dio: pur nell’unione nuziale non fa chesperimentare la sua debolezza e la sua solitudine.Di qui la preghiera: nella preghiera che deveaccompagnare tutta la vita, Dio non è un altro, unintruso, è Lui anzi che crea l’intimità e donasicurezza. L’intuizione profonda di Pirandello cheil rapporto sociale è puramente illusorio, perchél’uomo non arriva mai all’altro, né lo conosce,deriva dalla negazione di Dio. Rimaniamosconosciuti, murati in noi stessi; solo Dio ciconosce e ci ama fin nel profondo, a Lui solosiamo aperti ed è in Lui che ci apriamo anche aglialtri, che li amiamo realmente. La vita religiosa èl’amore. Ogni amore veramente umano hacarattere religioso, altrimenti degenera in purapassione istintiva. Il vero contenuto della vita è lapresenza di Dio.«Poi disse: "Benedetto Iddio e benedetto il

Suo Nome grande! Benedetti tutti i Suoi Angelisanti! Il Suo Nome grande sia sopra di noi ebenedetti siano tutti gli Angeli per tutti i secoli!"»(Tb 11, 14). Tobi ha riacquistato la vista; egli sirende conto che attraverso gli avvenimenti è Dioche ha guidato suo figlio. Gli avvenimenti, lepersone, tutto è segno, per colui che vede, di unaProvvidenza Divina che guida l’uomo allasalvezza. Ora tutti gli avvenimenti e le personesono ministri di una Divina Volontà nei riguardidell’uomo, tutti sono strumenti per la suasalvezza. Per colui che sappia vedere, attraversola fede, tutto il mondo è pieno di Angeli, comediceva Origene. Se tutto il mondo è strumentodello Spirito, se Dio può fare di tutte le cose imessaggeri della Sua Volontà, gli strumenti dellaSua azione, ciò non esclude l’esistenza e lapresenza di questi esseri spirituali. L’uomo devescoprire, deve saper vedere la loro presenza. Ilmondo fisico è come il segno di un mondospirituale che rimane invisibile a chi non ha fede,ma non per questo è meno reale. È quantoafferma il Padre. Ogni creatuta che è segno, checi parla di Dio, è un angelo. Per la sua bontà, perla sua bellezza, ogni creatura in cui trasparequalcosa di Dio è un angelo. Questo linguaggio èproprio, non è traslato, e se noi fossimoveramente veggenti e non ciechi, nonattribuiremmo soltanto ad alcune creature, adalcuni avvenimenti della vita questo carattereangelico, ma tutto per noi avrebbe un carattereangelico. Il mondo ha un’altra faccia oltre a quella

che immediatamente ci appare; vi è una faccianascosta delle cose che sanno scoprire soltanto iveggenti. Se sapessimo mangiare a colazione ilprosciutto che abbiamo sugli occhi saremmofortunati!«Lodatelo, figli di Israele, davanti alle genti,

Egli vi ha disperso in mezzo ad esse perproclamare la Sua grandezza» (Tb 13, 3-4a).Così noi cantiamo alle Lodi del martedì dellaprima settimana. La sacra Liturgia ci mette inbocca il Cantico di Tobi, quando tutto è andato alieto fine, per ricordarci quanto sta scritto nelloStatuto: «Nel rispondere così alla propriavocazione cristiana ognuno renderàtestimonianza agli uomini di una presenza delRegno di Dio sulla terra, ed è principalmente conquesta testimonianza che egli adempirà alcomandamento della carità che ha per oggetto ifratelli» (art. 8). Ma guardando le nostre facce, ifratelli, forse, non percepiscono la gioia di lodareil Padre.«Dà lode degnamente al Signore e benedici il

Re dei secoli; Egli ricostruirà in te il suo tempiocon gioia per allietare in te tutti i deportati, per farcontenti in te tutti gli sventurati, per tutte legenerazioni nei secoli». (Tb 13, 11-12). Cosìcelebriamo alle Lodi del venerdì della quartasettimana. Nonostante la confusione delmomento che stiamo vivendo, il cristiano devecredere che vi è un Tempio ben più sacro diquello di Gerusalemme: è il Corpo di Cristo, illuogo dove Dio dimora, e il Corpo di Cristo siamonoi. Nulla è più sacro dell’uomo: non nel corpo,più o meno profano, soggetto al peccato, ma nelcentro dell’anima, nell’apex mentis, se l’animavive del Cristo. Allora siamo nel tempo il tempio diDio.

Ogni uomo è chiamato a vivere la vicenda diTobia, ogni uomo deve partire. Divenire uomo èintraprendere un cammino. Chi si rifiuta, alla finerimane solo. L’Angelo Raffaele, quando rivela lasua identità, raccomanda il dovere fondamentaledella vita religiosa: la lode e la testimonianza, nonsolo, ma anche l’esercizio della preghiera,dell’elemosina e del digiuno. Il primo nei riguardidi Dio, il secondo nei riguardi degli uomini, ildigiuno nei riguardi di se stessi. Nel Sermonedella Montagna, Gesù medesimo li riconoscecome espressione prima della vita religiosa. Buoncammino nel Signore a tutti!

Fratel Sergio

BibliografiaD. Barsotti, Meditazioni sul Libro di Tobia, ed.

Queriniana 1978.

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Con l’apertura dell’Anno Giubilare è bello potermeditare ed approfondire il pensiero del nostroPadre Fondatore sulla misericordia di Dio.

Nel libro Dio è misericordia, don Divo Barsotti,meditando l’episodio del Vangelo di Luca dellapeccatrice perdonata (Lc 7, 36-50), afferma che ilCristianesimo è una religione di Redenzione ed èun meraviglioso dramma d’Amore, dove i dueprotagonisti principali sono: da una parte laMaddalena simbolo dell’umanità peccatrice edall’altra Dio Amore misericordioso.«Uno dei farisei lo [Gesù] invitò a mangiare da

lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise atavola. Ed ecco una donna peccatrice di quellacittà, saputo che si trovava nella casa del fariseo,venne con un vasetto di olio profumato; e standodietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò abagnarli di lacrime, poi li asciugò con i suoicapelli, li baciava e li cospargeva di olioprofumato» (Lc 7, 36-38).

Per il padre Barsotti, Dio non ha altro rapportocon l’uomo che quello fondato sull’attributo dellamisericordia. Il nostro primo sentimento neiconfronti di Dio deve essere una profonda umiltà.L’uomo deve riconoscersi peccatore.

Ma allora cos’è il peccato?Il peccato non è solo una trasgressione ad una

legge morale, ma è il rifiuto di qualcuno che miama, è il rifiuto dell’amore. Sin dall’eternità Diovuole avere chi amare e per questo crea l’uomo,crea gli angeli, per effondere nell’abisso dellacreazione il suo amore infinito (cap. II). L’uomodiviene termine dell’amore di Dio.

Nel brano del Vangelo Gesù perdona tutti ipeccati dell’adultera perché aveva «molto amato»(Lc 7, 47).

La Maddalena con il suo gesto, gettandosi aipiedi di Gesù, lei che aveva vissuto una vita fuoridi sé, rientra in se stessa, ed instaura un rapportocon Lui aprendosi ad accogliere il Suo amore ed ilSuo perdono.

Questo dramma d’ Amore si esprimenell’Incarnazione del Verbo; se l’uomo neiconfronti di Dio, per amare, deve solo accoglierel’amore: la creatura deve essere capacità diaccogliere Dio (cap II), dall’altra Dio per amarel’uomo deve abbassarsi fino a lui e a lui farsipresente. Dio si è fatto uomo, entra nel tempo e siincontra personalmente con ognuno di noi, vive lanostra stessa vita, ci ama con un cuore di carnema con l’intensità e la forza dell’Amore divino.

Nell’Incarnazione la natura umana diventastrumento di una Persona divina. Continuamente

il Padre ci ripeteva: «Siamo la ricchezza di Dio,noi siamo la gioia di Dio, il Suo paradiso, se lanostra piccola vita è una risposta al Suo amoreInfinito». Solo così possiamo comprendereperché il peccato è l’offesa fatta a questo Amore.

Potremmo chiederci allora: perché Dio hapermesso il peccato?

Ci risponde ancora il Padre: Dio ha permesso ilnostro peccato perché ci rendessimo conto dellanostra fragilità. Soltanto l’umiltà è condizione allasantità (cap IV).

«Noi viviamo... sul crinale di due abissi: l’abissodell’inferno e l’abisso della misericordia divina; anoi la scelta e sarà o la dannazione o la salvezza»(cap V, p. 51).

Dall’incontro della peccatrice con Gesùprocede la salvezza.

Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati[…] Va’ in pace, la tua fede ti ha salvata» (Lc 7,48-50 ).

La Redenzione cristiana è fede in Gesù Cristoe liberazione dal peccato.

Esiste una correlazione tra peccato esofferenza e non è di persona a persona, ma ènell’unità del genere umano.«Il peccato di tutti è anche il nostro peccato,

Gesù, il Figlio di Dio, si è sentito uno con ipeccatori. Dice S. Paolo: “Colui che non avevapeccato, Dio lo fece peccato”» (cap X, p. 92 ).

La salvezza operata da Gesù non è dallemalattie o dalle guerre, ma dal peccato edobbiamo essere pronti a subirne le conseguenzein una riparazione che è partecipazione alla mortedi Croce. La morte di Croce è il mistero di unamore divino che salva ogni cosa. La sofferenzainnocente diviene corredentrice. Il sacrificio diGesù diviene ora il sacrificio di tutta la Chiesa(cap. VI).

Ma chi è il tipo dell’anima redenta?Per don Divo, il tipo dell’anima redenta non è

Maria SS.ma, ma è la Maddalena, dove il peccatodiviene condizione perché l’uomo ami. MariaSS.ma è il “rifugio dei peccatori” perché è coleiche si è sentita più degli altri perdonata da Dio.Ella non realizza nessuna conversione: “Totapulchra es Maria”, Ella è la pura bellezza. Ma Dionon opera senza di noi: da Maria SS.ma hachiesto il Suo fiat perchè si compissel’Incarnazione, dalla Maddalena invece ha chiestoil suo pentimento e la sua conversione (cap VIII p.80).

Il Cristianesimo è Parola fatta carne, è un donod’Amore che oggi si manifesta a noi

DIO È MISERICORDIA

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nell’Eucarestia sotto il povero segno del pane edel vino.

Credere vuol dire fare esperienza di Dio, dellaSua Presenza Reale. La vita religiosa è unrapporto reale ed è nella misura in cui questarealtà di Dio si fa presente al nostro spirito che noiviviamo una vita religiosa, tutto divienesacramento di Dio: la creazione, l’uomo. Ladimora di Dio è il nostro cuore.

Così il Padre ci invita ad intraprendere questomeraviglioso viaggio di conversione e ad aprirci aquesto amore misericordioso, entrando nel nostrocuore e vivendo questa divina Presenza in noiche è trasformante; solo allora tutte le nostrepotenze riveleranno Lui solo.

Maria Pia Sorbo CalcagnoPer il Comitato della Formazione

Solitamente quando si parla di preghiera lamente va a qualche eremo sperduto, a qualchesantuario o a qualche oasi di pace dove l'anima,aiutata dal luogo, si trova a parlare da sola conDio. Forse è quello che noi tutti un po' sogniamo osperiamo di vivere. Qualche volta abbiamo potutogodere di qualche momento simile in luoghi e inoccasioni che ci hanno avvicinato di più aquell'Infinito e non conosciuto che tanto ci attira.

Come conciliare questa idea di preghiera con ilnostro quotidiano fatto di ritmi serrati, di moltepliciimpegni, sempre immersi nel contatto con ilmondo che ci circonda, fuori e dentro noi stessi?

La famiglia è chiesa domestica, quante volte loabbiamo detto o lo abbiamo sentito dire... cicrediamo veramente? Allora dove si è mai vistauna chiesa dove non si prega?

Salvare la nostra idea di preghiera vuol direproprio sposarla con il quotidiano, con il vicino,con chi ci sta accanto. Salvare la preghierasignifica allora sposarla con la “vita” fatta di figli,impegni, richieste di vario genere che ogni giornoci circondano. Condividere la preghiera con chi cista accanto è un dono. È un dono che nonsempre ci è donato, a seconda dei vari momentidella nostra vita, della nostra condizione ed èanche un cammino che possiamo compiere nelnostro impegno nell'educare i figli. Educarli allaconoscenza e alla verità di Qualcuno che ci amasenza che noi lo conosciamo, che ci ama senzache ne abbiamo nessun merito, che ci amanonostante i nostri tradimenti, le nostre infedeltà.Un impegno che ci siamo presi con i nostri figliquando abbiamo promesso di educarlicristianamente, è un impegno che richiede lanostra testimonianza e tutta la nostra libertà,anche quando riceviamo qualche rifiuto, cercandodi imitare la pazienza che il Signore ha con noi.

Quello che vale è l'esempio della vita dei genitori,scrive il padre, che un domani i figlirespingeranno in quanto priva di un vero idealeoppure saranno portati a ripetere. Il padre ciinsegna che non si tratta di recitare formuledavanti a delle statue, ma è rapporto di amorecon un Dio vivo che ti ascolta e che ti parla. Tantevolte i sacerdoti e i religiosi confessano diattribuire la loro vocazione non solo adun'educazione cristiana, ma anche allaconsuetudine della preghiera fatta in famiglia.

Il nostro impegno poi è da guardare senza daretroppa importanza a ciò che noi riusciamo atestimoniare, ma confidando di più nell'amore diun Dio che salva, nonostante la nostra poca fede,nonostante la nostra incostanza. Mettiamo lanostra vita e quella di chi ci sta accanto nellemani di chi può tutto.

«Il cavallo non giova per la vittoria, con tutta lasua forza non potrà salvare.

Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme,su chi spera nella sua grazia» (Sal 33, 17-18).

Confidiamo sempre nella grande pazienza cheil Signore ha con tutti noi, con chi ha il compito dieducare e con chi è educato, con chi testimonia econ chi riceve la testimonianza. Di sicurol'allenamento alla preghiera è un esercizio cheaumenta le nostre capacità, a cominciare anchecon il poco fatto ogni giorno, o con il poco fattospesso, che ci mantengono in quel rapporto conun Infinito che non riusciremo mai a raggiungerema con cui continuiamo a mantenerci in ascolto.

Antonella e Roberto Temporinper il Comitato della Famiglia

LA PREGHIERA ALLA BASE DELLA VITA FAMILIARE

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FORMAZIONE PERMANENTE NEI GRUPPI ANNO 201 5-201

Contemplativi e missionari nella CFD e nel mondo

Testamento spirituale di don Divo Barsotti

Abbiate fiducia. La morte non mi fa paura, giàho vissuto un anticipo di comunione con Luiattraverso coloro che ho amato.

Abbiate fiducia. Dio non mancherà. Non vipreoccupate per il numero; importante è chestiate uniti. Ricordatevi che la vita religiosa è unimpegno di fede in Dio che è presente, ed è

l'Amore infinito. Ma proprio per questo Egli nonpuò darcene la prova finché viviamo nel corpo. Leconsolazioni quaggiù sono solo un aiuto perchéviviamo nella fede l'adesione alla sua volontà. Perquesto chiedo a voi la fede, una fede semplice,pura, ma grande.

Dio non vi mancherà. Vi siete donati a Lui, edEgli vi ha preso: siete suoi per sempre. È un fattoassai relativo che la parete del corpo ci impediscadi vivere insieme. L'unione con Lui non ènell'esperienza sensibile, ma nel Cristo che ci hauniti a sé e ci ha voluti un solo Corpo con Lui.

Amate la Chiesa, il sacramento visibile dellaPresenza di Dio quaggiù sulla terra. Siate certi esicuri della vostra vocazione e sappiatedifenderla.

A tutti specialmente a quelli della vita comunevoglio rivolgere l'ultimo mio saluto, il mioringraziamento più fervido, più vivo, la miaassicurazione che non abbandonerò nessuno.Raccomando di essere uniti; non dubitate, nondisperdetevi, non scoraggiatevi. Dio chiede lafede, e tanto più questa è vera, tanto più èpotente. Ricordatevi del seme di senapa. Dovetecredere in Dio che vi ha chiamati. Io vi lascioapparentemente. Realmente, sono con voi più diprima. Ma prima della mia presenza, deve essereper voi sicurezza il Cristo che vi ha chiamati e viha uniti tra voi. Ricordatevi che unaconsacrazione a Dio, l'unione con Lui divienereale e sicura solo nell'unione fraterna con coloroche Dio unisce a noi nella stessa vocazione enello stesso cammino. Se vi disperderete, nonsolo mancherete all'unione, ma comprometteretegravemente la vostra risposta al Signore. Ce loinsegna tutta la tradizione cristiana. Non è a meche vi siete donati, ma a Dio, e Dio vi ha accolti.

E ora in particolare a tutti voi che siete nelmondo, nei primi rami della Comunità. S'impone atutti una certezza più grande della vostravocazione e dell'opera di Dio che siete statichiamati a realizzare nell'unione tra voi.Raccomando soprattutto ai più anziani diconsacrazione di essere di esempio nella vita, diessere fermi nella fede, di essere sicuri che laComunità è opera voluta da Dio, opera che

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tuttavia siete voi che dovete realizzare, consemplicità, con perseveranza, con umiltà ma conla certezza di rispondere ad un preciso appellodel Signore. Vi raccomando concordia tra voi, el'obbedienza ai legittimi superiori.

Lasciando questa vita, mi sento debitore diinnumerevoli anime che con il loro esempio e conil loro amore mi hanno aiutato. Hanno illuminato lamia via, mi hanno sorretto con i loro consigli,hanno avuto pazienza con me.

Insieme a Colui che ho cercato di amare, al disopra di tutti, Gesù benedetto, chiedo che vorràaccogliermi come suo figlio la Vergine, mi verràincontro, avrà già ottenuto per me il perdono ditutti i miei peccati e delle mie innumerevoliinfedeltà. Ma con Gesù e la Vergine, io spero chesi faranno incontro a me le innumerevoli altreanime alle quali, nel tempo, il Signore ha volutolegarmi in un rapporto di paternità e a volte anchedi dipendenza filiale.

Rivedrò i miei fratelli di sangue, il babbo, lamamma, ma certo l'unità più vera, più grandenell'amore, nella mia unione con Cristo, sarà con

tutti i miei figli. So di avere mancato tanto verso diloro, ma so ugualmente che tutto mi è statoperdonato. Non ho ricevuto che amore. SoltantoDio potrebbe ricompensare ciascuno di tuttoquello che mi ha dato. Quante anime grandi nellaComunità alla quale Dio ha voluto cheappartenessimo! Anime semplici, umili, ma ancheanime grandi. Che cosa io sono stato per loro, Diosolo può dirlo. So comunque che dovevo essereimmensamente di più una immagine viva di Coluiche rappresentavo.

Quale immensa comunione di amore sarà lanostra nel Cielo! Ma questa non mi sottrarrà allacomunione con coloro che ho lasciato quaggiùsulla terra. E questa comunione sarà col Padre,col Figlio e con lo Spirito Santo; nel seno dellaTrinità Santissima, non saremo che un unico innodi lode, ringraziamento e amore.

Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, ilSignore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Diocon tutto il cuore, con tutta l'anima con tutte leforze, amerai il prossimo tuo come te stesso.

Divo Barsotti

Santuario della Madonna del Sasso 1993

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VITA NELLA CHIESA

Giovedì 12 novembre 2015, su invitodell’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, unfolto gruppo di consacrati provenienti da varieparti di Italia ha presentato la CFD nell’ambitodel V Convegno della Chiesa italiana, svoltosi aFirenze dal 9 al 13 novembre. L’incontro, duratocirca tre ore, si è svolto presso il seminarioarcivescovile fiorentino. Pubblichiamo di seguitouna sintesi della bella testimonianza offerta aipresenti da Luca Maugeri diModena.

Ho incontrato la CFD quando erofondamentalmente in cerca di due cose: dellepersone con cui camminare nel percorso di fede eun approccio alla preghiera che non mi facessesentire quello “scalino” che spesso sentivoquando smettevo di pregare, come se lapreghiera e il resto della mia vita non fossero duevasi comunicanti fra loro.

Durante il periodo di aspirantato la propostache mi arrivò fu quella di mettere Dio al primoposto, per entrambe le mie richieste. Sembravauna risposta bella ma un po’ evasiva. Mavedremo più avanti che la risposta che mi è statafornita era in realtà molto più grande e più belladelle mie pur legittime richieste.

Il giorno in cui avrei dovuto decidermi perl’ingresso definitivo in Comunità ero sinceramenteindeciso fino all’ultimo sul passo da compiere eho cercato dentro di me qualcosa che risuonassein un senso o in un altro, una voce “altra” eserena che guidasse quel passo del mio lungocammino, ovunque io fossi andato a finire. E laparola che mi parve di udire fu: «Il Padre mioopera sempre e anch’io opero» (Gv 5, 17). Paroleche lasciavano apparentemente tutto intatto einalterato: era un po’ come fare un salto sul posto,senza spostarmi di un centimetro. E tanto bastòper farmi dire di sì.

Il cosiddetto “salto della fede”, come lo chiamaKierkegaard, altro non era – e lo scoprii in quelmomento, anche grazie alla mia prima formazioneda aspirante – che cambiare lo sguardo su ciòche ti circonda, prima ancora che trasformarlo oabbandonarlo: assumere lo sguardo di Dio comeCristo lo ha svelato. Il senso del cammino checercavo mi si parò così davanti già lì nella miastanza, dove cercavo di compiere il miodiscernimento, e si concretizzò il giorno della miaconsacrazione, tra le persone della comunità che

mi circondavano. Ogni esperienza che io avreipotuto chiamare “religiosa” da quel giorno in poiavrebbe assunto le fattezze di chi avevo davanti,fossi stato in famiglia o al lavoro, al cinema o allostadio, e mi avrebbe allo stesso tempo svelatopoco a poco lo sguardo di Dio. E la “palestra” ditutto ciò sarebbe stata la Comunità dei figli di Dio,secondo il carisma che Dio aveva affidato a donDivo Barsotti.

È risultato un percorso facile? No. Costasempre grande mortificazione interiore el’ammissione a me stesso che l’iniziativa di ognibene e la sua realizzazione è innanzitutto opera diDio e non mio possesso in senso stretto; costaanche non scandalizzarsi dei miei limiti e di quellialtrui, specie se investiti appunto da quest'aura“religiosa”; costa insomma porsi davanti al“duplice abisso” di cui parla don Divo: da un lato ilmio orgoglio, dall’altro l’infinità carità di Dio, e laconsapevolezza che questa battaglia finiràprobabilmente dieci minuti dopo la mia morte,come diceva qualche Padre della Chiesa. Maproprio per questo posso dire che quello dellaCFD è anche un percorso di bellezza, amore everità, che mira all’interezza di ciò che il fattocristiano offre alla realtà, sia essa individuale,comunitaria o universale: vale a dire attraversarla,trasfigurarla e portarla a compimento. Unesempio concreto di tutto ciò è sicuramente ilrapporto che in comunità ho sviluppato con imembri più anziani di età e di appartenenza: inpiena “cultura dello scarto” – come la chiama ilPapa – ho potuto incontrare nei gruppi che hofrequentato delle testimonianze di fede vissutalungo tutte le stagioni della vita che non smettonodi trasmettermi il senso di una chiamata a unavita profonda e silenziosa (anche se per nullaintimistica), certamente con alti e bassi,frustrazioni e consolazioni, ma sempre con gliocchi fissi verso il sole.

Come dicevo prima, la proposta della CFD eramolto più grande e più bella delle mie richieste madopo tutto chi è veramente consapevole di cosasia nella sua interezza l’offerta cristiana? L’unicacertezza della sua verità risiede nei segni con iquali riveste il mondo e l’esistenza di una lucediversa, cioè quella di Cristo morto e risorto. E dicome renda l’uomo vivente “gloria di Dio”, nellasua incessante opera d’amore.

A cura del Comitato della Cultura

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ADUNANZE ANNO 2015 - 2016

«LA LEGGE È L'AMORE»Il decalogo nell'insegnamento di don Divo

Sono numerosi i passi della predicazione didon Divo in cui troviamo preziosi riferimenti aldecalogo. In questa adunanza vanno presentatele due diverse prospettive con cui il Padre haaffrontato questo tema: la prima è quella checonsidera il decalogo nel contesto dell’AnticoTestamento, mentre la seconda lo esamina inrapporto alla rivelazione del Nuovo Testamento.

I l decalogo nel contesto dell’AnticoTestamento

Il Padre ha innanzitutto posto l’accento sul fattoche il decalogo «ha la sua giustificazione in unavvenimento» storico ben preciso: la consegnadella tavole della legge fatta a Mosè sul MonteSinai, in cui Israele è stato costituito come popoloe non è più soltanto un insieme di tribù disperse.Un avvenimento che Israele è costantementeinvitato a ricordare, insieme agli altri eventifondanti della sua storia.

Più volte il Padre ha sottolineato l’importanzadelle prime parole del decalogo – «lo sono ilSignore Dio tuo» (Es 20, 2): sono esse a farcicomprendere come il decalogo non sia unasemplice legge come le altre, ma una «leggeessenzialmente religiosa». È da queste paroleiniziali che il decalogo «trae la sua forza»: «Dio sipone di fronte all’uomo ed esige che la sua vitasia risposta alla sua volontà». Non sono dunquetanto i comandamenti in sé a far vivere l’uomo,«ma la volontà di Dio che in essi si manifesta.Accettando i comandamenti l’uomo fa posto in séa Dio».

A differenza di questa solenne proclamazioneinziale da parte di Dio, le altre parole deldecalogo, «messe in un ordine più o menodiverso, si possono trovare in tutti i codici dimorale». Pur riconoscendo che Israele haricevuto la legge da Dio, il Padre ne hasottolineato spesso i limiti rispetto alla leggenuova del Nuovo Testamento: in gran parte ildecalogo si identifica infatti con la legge naturaleche chiama ogni uomo a vivere nella rettitudineper poter entrare «di nuovo in comunione con Dio,come nel paradiso terrestre». Non così nellalegge del N.T. (Beatitudini) in cui l’uomo non devetanto vivere come uomo, ma come Dio.

Un ultimo aspetto messo in luce dal Padreriguarda il sacrificio compiuto dopo laproclamazione del decalogo: l’alleanza tra Dio e ilsuo popolo fu ratificata col sangue con cui Mosèbagnò l’altare e il popolo. Nel N.T. si ritroverà lastessa dinamica con il sacrificio compiuto daGesù sulla croce, anticipato dal dono del nuovocomandamento dell’amore vicendevole.

I l decalogo in rapporto al NuovoTestamento

La prima sostanziale novità nel N.T. sta nellaconcentrazione della legge in un unicocomandamento. Il padre talvolta lo ha identificatonel comandamento nuovo dell’amore reciprocodel cap. 13 del Vangelo di Giovanni («se noiadempiamo quel comandamento tutti gli altri sonoadempiuti»). In altre occasioni lo ha visto inveceespresso nel motto della CFD (cfr. Mt 5, 43.48) onelle parole pronunciate da Dio Padrenell’episodio della Trasfigurazione: «Questi è ilmio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto:ascoltatelo» (Mt 17, 6). Nel N.T. «i diecicomandamenti cadono… ma ne subentra unoassoluto, che è molto più esigente dei dieci:quello di trasformarci nel Cristo, quello diascoltare il Cristo, quello di essere i suoidiscepoli… Tutto il nostro decalogo, ma non solo ildecalogo, ma tutte le seicentoventitre leggi checonosceva il giudaismo, tutte sono venute menoed è rimasta una sola legge: l’amore che non èlegge, l’amore che è libertà».

Un secondo cambiamento messo in luce dalPadre è il passaggio dalla forma negativa deldecalogo a quella positiva espressa nel Vangelo:la volontà di Dio nei dieci comandamenti èespressa quasi sempre in forma negativa (a parteil 3° e il 4° comandamento) e ci dice solo che senoi facciamo quello che Dio ci proibisce, la nostracomunione con Lui si rompe. «Chi obbediscesoltanto ai Comandamenti è nella condizione dipoter soltanto vivere. Ma la volontà divina non èsoltanto negativa». L’obbedienza al decalogo nonè tutta la vita del cristiano, ma solo la condizione,il presupposto iniziale per poter vivere e crescerenel cammino della santità e non rimanere dei“mostri”: «Se la vita dell’anima è Dio, vivere è per

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l’anima tendere a Lui... Che mostruosità sarebbeper un uomo rimanere sempre bambino…Altrettanto sarebbe il cristiano se la vita in luidovesse consistere sempre e soltanto nel nonfare peccati».

Un terzo aspetto da considerare è il passaggiodalla condizione di servi a quella di figli. Neldecalogo il rapporto tra l’uomo e Dio è ancoraprincipalmente quello di un servo col suopadrone: «il servo non è obbligato ad amare ilcomando che riceve, è sufficiente che compiaquello che gli è comandato». Ma il rapporto delcristiano con Dio è invece quello del figlio colproprio padre: è in questo senso che «icomandamenti di Dio non esistono più», nelsenso che per noi non sono più scritti su tavole dipietra, ma sulla tavola dei nostri cuori. La nostraalleanza con Dio è tuttavia tanto fragile che «idieci comandamenti rimangono un preciso puntodi riferimento anche per il cristiano. Se, però,viviamo in grazia, non sentiamo più comeestranea la volontà di Dio che in essi si esprime,ma vi ci adeguiamo docilmente, sentendola comeun nostro volere stesso».

Il Padre ha spesso messo il decalogo inrelazione con le Beatitudini, il “programma” di vitadel cristiano, come il decalogo lo è stato per ilpopolo di Israele. Le Beatitudini sono «il nuovodecalogo» del cristiano e sono prima di tutto uninvito alla gioia, all’essere beati, e non unarichiesta a non compiere una determinata azione.Il cristianesimo impone all’uomo non soltanto diessere perfetto, ma di essere beato nella suaperfezione, perché la perfezione non può esserdistinta dalla nostra felicità. E questa perfezionenon è altro che vivere la vita stessa di Dio,custodire la presenza di Dio nel nostro cuore.

La questione su cui il Padre si è maggiormentesoffermato nella sua riflessione riguarda lasussistenza del decalogo nella vita cristiana. Piùvolte, sulla scia delle lettere di san Paolo,troviamo espressioni forti come «la legge è finita».Il Padre ha più volte ricordato come nei primicinque secoli della storia cristiana «non siinsegnava più il decalogo, non esistevano più idieci comandamenti». Non tanto perché sipotesse andare contro i comandamenti di Dio, maperché «un’anima che è mossa dallo Spirito diDio non si pone nemmeno la domanda di farequanto i comandamenti di Dio proibiscono». Lalegge del cristiano non è più il “non fare”, ma«l’abbandono alla forza divina che lo solleva finoa Dio»: se siamo diventati figli di Dio colbattesimo, «è seguendo l’intimo impulso delloSpirito di Dio vivente in noi» che potremo vivere la

vita di Dio. I comandamenti non sono quindi statiabrogati, ma vengono «superati», nel senso chenon si trovano più scritti su tavole di pietra ma «èl'intima azione dello Spirito» in noi che ci permettedi viverli. L’insegnamento di san Paolo sul fattoche la legge è superata va dunque compresobene, per evitare di cadere nell’errore di pensareche adesso si possa fare tutto quello che si vuole:i comandamenti per il cristiano non esistono piùsolo in quanto si impongono dall’esterno. Prima dipoter però vivere da figli e da discepoli di Cristo,dobbiamo saper vivere da uomini: da quil’importanza dei comandamenti anche per noicome condizione per poter vivere la vita cristiana.

Dietro tutto quello che abbiamo visto fin qui c’èla visione della vita cristiana come rapporto, sucui il Padre ha sempre fortemente insistito, perliberarci da ogni riduzione moralistica delcristianesimo: «Come dobbiamo andar controquesti predicatori che predicano soltanto un certomoralismo! Non la norma: non voglio norme,buttate via il decalogo, capito? Non voglio leggi;tutto consiste in un rapporto di amore». È inquesto senso che il Padre è arrivato a scrivereche «la religione della legge, del dovere in quantochiude l’uomo in se stesso, […] stabilisce una suagiustizia, è l’opposizione più grave e terribile alCristianesimo, perché il Cristianesimo è grazia,dono liberale, gratuito, che solleva l'uomo al disopra di lui stesso, lo fa uscire di sé». È dunque ilrapporto personale con Gesù la sola e unica viadel cristiano e il cristiano deve rimanere incollatoa Lui se vuole adempiere la legge di Dio, perché«una legge divina non può essere adempiuta cheda Dio e la volontà di Dio è Dio stesso incarnato».Pertanto non è il decalogo, non sono le leggi chepossono avvicinarci a Dio, «ma l'imitazione delCristo, l'andare dietro i suoi passi: “Chi segue menon cammina nelle tenebre”».

Bibliografia

Tutti le citazioni riportate nel testo sono trattedai testi di don Divo che sono già stati inviati agliAssistenti e Delegati (si tratta di ritiri, adunanze,corsi di esercizi e libri pubblicati).

p. Stefanoper il Comitato della Cultura

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BOLOGNA: NOVE CONSACRAZIONI E UN VENTICINQUESIMO

«Farsi donna è più che normale ma una figlia èuna cosa speciale». Così cantava AdrianoCelentano in una canzone di fine anni ’70.“Intanto il tempo se ne va” il titolo, canzone cheracconta dei turbamenti di un padre che siaccorge d’improvviso che sua figlia non è piùbambina. Ma se i mutamenti biologici sonoinevitabili e lasciano segni indelebili nel corpo deifigli e scuotono la mente dei genitori, che ne saràdi chi fa l’esperienza di una figlia che sceglie dipronunciare parole come: “totalmente e persempre”, “Cerco Dio solo?”. E se ci si metteanche p. Serafino a soffiare sul fuoco, chiedendoai nove neo-consacrati di fare un ringraziamentospeciale ai rispettivi genitori per il dono della vita,allora diventa impossibile trattenere le lacrime,segno limpido e sincero di una sana commozione.È proprio così che è andata, nella chiesa dellaminuscola frazione di Medicina, Crocetta, 200abitanti, che ha dato i natali a p. StefanoAlbertazzi, ad Alfonsina sua madre, a ChiaraAlbertazzi, a Davide Ventura (Responsabile dellaFormazione), al sottoscritto, sabato 3 ottobre si èsfiorata la doppia cifra: mai visti tanteconsacrazioni in Emilia in 55 anni! Oltre ad Irene(mia figlia) ci sono altre due ragazze di RavennaMaria e Sara Calfapietra, poi Cristina eFrancesca, rispettivamente di Massa Lombarda eImola, ambedue sposate ambedue con due figli.Hanno due figli anche Maria Potenza e PatriziaVenturini, ma vivono da anni nello stato divedovanza, anche loro abitano a MassaLombarda. C’è poi Annarosa di Lugo e infine,unico uomo della serie, Paolo, con un cognomepesante (Barsotti).

La giornata termina con un buffet nemmenotroppo esagerato, gli emiliano-romagnoli sannofare ben di peggio… meglio così però, perché lagiornata successiva riservava altre “fatiche”.

Paolo Dall’Olio

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È vero che la visita dei sacerdoti èprincipalmente per la Famiglia, come è vero chela Famiglia è parte della Chiesa, ed è chiamataquindi ad avere “braccia aperte” come quelle diGesù sulla croce, in cui non ha fatto e operato

che l’assunzione di tutto il genere umano,dell’intero universo, non solo facendosi carico delpeccato dell’uomo, ma divenendo tutto simile allasua creatura fuorchè nel peccato, per riportarlo alPadre, per riportarlo come “Figlio” al Padre. Eccoche la Comunità è chiamata ad essere questoatto di assunzione, a realizzarlo, “deve vivere inintimità con Dio per subire su di sé il peccato dellacondanna del mondo” (Divo Barsotti), per aiutareil Cristo nella sua missione; cosicché il giorno 3ottobre, insieme con l’instancabile Assistente diFamiglia, Lucia Pozzi, p. Serafino si è recato aCesena, nella chiesa di san Domenico, dove ilparroco don Firmin è un aspirante dellaComunità, a celebrare e a tenere una catechesiintitolata: “Senza la domenica non possiamovivere”.

A dire il vero il titolo della catechesi, di primoacchito, non pareva neppure tanto interessante,poiché sembrava che volesse comunicarequalcosa di non tanto speciale, in particolar modoper i cosiddetti cristiani un pochino praticanti…invece le parole di questo titolo hanno preso unsignificato tutto speciale: sono state larealizzazione concreta e vitale della storia di unvescovo vietnamita, mons Van Thuan, che pertanti anni ha vissuto nei campi di concentramentosenza impazzire, senza tradire Dio, proprioperché egli ha vissuto la “sua” domenica:celebrando, con un pezzettino di pane messo sulpalmo della mano avuto in segreto e una gocciadi vino nel palmo dell’altra mano, la sua Messaquotidiana.

Quale insegnamento! L’Eucarestia, fonte divita.

Mariadele Tavazzi

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Nel ritiro del suo venticinquesimo, p. Serafino ciha partecipato il suo vissuto al fianco di don Divoche gli ha permesso di conoscerlo in profondità edi cogliere i tratti della sua fisionomia spirituale:alcuni ritengono che al centro della suaesperienza spirituale ci sia la virtù della Fede,mentre la Carità sembra passare in secondopiano. In realtà la caratteristica forte di don Divo,come p. Serafino ha sperimentato, era la suacapacità di comunicare Dio, di comunicare

VITA DELLA COMUNITÀ

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«Maestro, è bello per noi stare qui!Prepariamo tre tende...» Con questa bella frasedella liturgia della Trasfigurazione, espressionedello stupore davanti alle meraviglie che Dioriserva e insieme preghiera di domanda a restarecon Lui, è cominciato l'incontro delle famiglie alsud (6-9 Agosto 2015), nella suggestiva chiesa diS. Maria di Stignano a San Marco in Lamis. Lafesta della Trasfigurazione, particolarmenteimportante per la Comunità, ha suggellato l'iniziodi questo incontro ed è diventato un invito, per le14 famiglie presenti e provenienti da diverseregioni italiane (Veneto, Emilia-Romagna,Toscana, Puglia, Calabria e Sardegna), a fareesperienza di ciò che comporta essere figli di Dio.P. Benedetto, nella sua omelia, ha esortato tutti ipresenti a far sì che l'incontro potesse essere un

momento privilegiato per capire ciò che si è, perlasciarsi invadere dalla Luce di Dio presente inognuno, farla crescere sempre più fino a inondareanche gli altri.

È stata molto bella l'accoglienza ricevuta daifratelli e dalle sorelle della Famiglia di San Severoi quali, capitanati dall'inossidabile AntoniettaPetrosino, hanno partecipato alla S. Messa,hanno rallegrato la cena intrattenendosi fino almomento in cui, sul grande terrazzo antistante lacasa di spiritualità, le famiglie si sono riunite perpresentarsi e poi recitare la Compieta.

I giorni di permanenza nella casa di spiritualitàS. Maria di Stignano, organizzati in modoineccepibile da Davide e Claudia Ventura, si sonosvolti all'insegna della preghiera, dellacondivisione e delle visite ai luoghi di arte e di

INCONTRO ESTIVO DELLE FAMIGLIE AL SUD – S. MARCO IN LAMIS (PUGLIA)

l'amore di Dio, con la parola o con il semplicesorriso, riusciva a far percepire questo Amore e afar sorgere il bisogno urgente di rispondere, inmodo tale che l'interlocutore era quasi messo allestrette, nella condizione di voler fuggire per nonessere coinvolto o di arrendersi all'amore. QuestoAmore, non secondo natura, né secondosimpatia, ma vero Amore di Dio, rivolto a tutti,presuppone uno svuotamento di sé checertamente la Grazia in lui ha realizzato. Quindi lavocazione che don Divo ha sentito più sua e della

Comunità tutta si riassume nella frase “dare Dioalle anime”. In che modo? Tendendo allaperfezione della Carità.

Nell'omelia della santa Messa ci ha parlato delsuo essere sacerdote, che vuole vivere sempre dipiù come espropriazione di sé, donazione totale aDio nei fratelli, sulle orme di don Divo, e ci hainvitato a non essere timidi, a chiedere a Diograndi grazie.

Daniela Minghelli Siboni

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spiritualità, di cui la Puglia è ricca, e sono statiscanditi dalle meditazioni, puntuali e sapienti, dip. Benedetto sulla famiglia.

Prendendo come spunto la preghiera sullafamiglia composta da Papa Francesco per ilSinodo dei Vescovi, p. Benedetto ha evidenziato,nella sua prima meditazione, tenuta in una dellesuggestive grotte dell'Abbazia di Pulsano, lasacralità e l'inviolabilità della famiglia, autenticascuola del Vangelo, nella quale si contempla losplendore di un amore vero che unisce, rispetta esupera la persona stessa (l'immagine dellaTrinità). L'amore vero non vuole niente per sé mavuole solo che l'altro impari ad amare. Così lafamiglia diventa una piccola chiesa, una scuoladove vivere l'amore e da dove far emanare lasacralità e la bellezza dell'amore autentico.

L'Abbazia di Santa Maria di Pulsano, a circa10 km da Monte Sant'Angelo, è immersa nellanatura incontaminata, in una valle che favorisce ilsilenzio e la contemplazione e dove, nel passatovissero monaci, anacoreti e cenobiti. Infatti,intorno all'Abbazia sono disseminati 24 eremi,collegati tra loro da una rete di stradine e sentieriscoscesi. I monaci, che custodiscono l'Abbazia,praticano il rito latino e quello bizantino,alternandoli durante la settimana. Nella chiesa,dedicata alla Natività di Maria e situata in unacavità naturale, sono custoditi un altare bizantinoe una bellissima icona della Madonna Odigitria. Inquesto luogo di silenzio e di pace, mentre ibambini e i ragazzi erano amorevolmente accuditidalla dolcissima Jenny, abbiamo pregato insiemeai monaci e poi gustato la visita alla chiesaaccompagnati da uno di loro.

La sosta all'Abbazia è stata preceduta, nellamattinata di venerdì, dalla visita a MonteSant'Angelo, la città garganica famosa in tutto ilmondo per lo stupendo Santuario di San MicheleArcangelo, sito Unesco dal 2011. Il Santuario,costituito da una grotta naturale, ospita l'altaremaggiore e la statua di San Michele Arcangelo inmarmo di Carrara. Un simpatico signore, che ciha guidati nella visita al santuario, tra una battutae una risata, ci ha fatto cogliere l'importanza e lasolennità che il luogo ha rivestito nella storia dellaspiritualità di tutti i tempi. Molti papi e personaggiillustri hanno visitato questo luogo, che insieme aMont Saint - Michel (Francia) e alla Sacra di SanMichele in Val di Susa (Piemonte) forma una linearetta (circa 2000 Km) che unisce i principaliluoghi di culto europei dedicati a San MicheleArcangelo, il cui prolungamento arriva aGerusalemme. La visita si è conclusa con lacelebrazione della S. Messa nella suggestiva

grotta ai piedi dell'Arcangelo Michele, “luogoimpressionante, casa di Dio e porta del cielo”come dicono le parole solenni incise nella pietraall'ingresso del santuario (“Terribilis est locusiste/ Hic domus Dei est/ et porta coeli). S.Francesco d 'Assisi, secondo la tradizione, nonriuscì mai ad entrare nella grotta di San Michele,ritenendosi indegno di calpestare il luogo dovel'Arcangelo era apparso.

S. Giovanni Rotondo è stata la metadell'escursione di sabato 8 agosto. La visita ailuoghi di S. Pio è stata veramente emozionante: lasua cella, la chiesa antica, il Crocefisso davanti alquale S. Pio ricevette le stimmate, la chiesa di S.Maria delle Grazie, la grandiosità della nuovachiesa, progettata da Renzo Piano e capace diaccogliere 7000 fedeli, e finalmente l'ingresso allacripta, dove riposa il corpo del Santo. Alla criptasi giunge attraverso un percorso tra i bellissimimosaici dedicati alla vita di San Pio (a destra) e aquella di San Francesco (a sinistra), una sorta diviaggio che il pellegrino compie meditando sullasantità prima di giungere davanti al corpo delsanto di Pietralcina. Le spiegazioni ai mosaicilette da Chiara (giovane consacrata dellaSardegna) e ulteriormente commentate da p.Benedetto, con una modalità che diveniva unapreghiera sussurrata, ci hanno introdotto nellabellissima cripta dove, tra i bagliori dell'oro delsoffitto e la bellezza dei mosaici, raffiguranti lescene della vita di Gesù, ci siamo soffermati inpreghiera davanti al corpo di un santo dei nostritempi, dalla cui vita possiamo trarre innumerevolispunti (obbedienza, sacrifici, lotta contro il male,sopportazione del dolore, ecc.) per migliorare ilnostro modo di essere e conformarci sempre piùalla volontà di Dio.

È stato emblematico, nei giorni dedicati allafamiglia, poter festeggiare tutti insieme, sabatosera, prima con la S. Messa, e dopo cena con ungustoso gelato, l'anniversario di matrimonio diMaria Pia e Piero Calcagno (17 anni), di Mimma eNicola De Vito (30 anni) e di Angelo e MariaBonaria della Sardegna (40 anni) e poi affidare aGesù, nella veglia eucaristica notturna, tutte lefamiglie perché sull'esempio della famiglia diNazareth possano divenire “luoghi di comunionee cenacoli di preghiera, autentiche scuole delVangelo e piccole Chiese domestiche”.

Carmelina CondelliDelegazione S. Bruno – Calabria

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Dal 14 novembre al 1 dicembre scorso ho avutola gioia di effettuare una visita alla Comunità nelloSri Lanka; non solo una gioia per il dono dei tanti

incontri realizzati e per la bellezza di quella terra,ma soprattutto una grazia per la profonditàreligiosa di un’esperienza comunitaria non

usuale. Tante volte ho avuto la gioia di visitarela Comunità in Benin e dunque ero giàpreparato a un’esperienza che mi avrebbeportato a incontrare e a riconoscere anche interre lontane la nostra famiglia religiosaimpiantata in ambiti sociali e culturali diversi daquelli ai quali siamo abituati. Anche questavolta si è ripetuta per me l’esperienza di unaprofonda commozione nell’entrare in tantecase, così diverse dalle nostre, e ‘incontrare’ inesse lo sguardo materno della nostra Nicopeiache, da una nuda parete o da una mensolinaben posta al centro della casa, veglia sui suoifigli proprio come a Firenze o a Bogotà, aParakou o a Bath, o nell’ancor più lontanaDookie. Per 16 giorni ho condiviso conDamiano intense esperienze sulle quali ciandavamo man mano confrontando percomprendere insieme i doni del Signore:anzitutto la calorosa ospitalità della sua bellafamiglia (ogni sera riunita al completo per lapreghiera dei Vespri), e poi la visita nelle lorocase a quasi tutti i nostri fratelli e sorelle, e la

TORNANDO DALLO SRI LANKA

Alcuni consacrati diMadampe a casa di p. Damiano.

Carmel, la Delegata, e i suoi nipotini a Negombo.

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partecipazione agli incontri settimanali di gruppo.Abbiamo anche condiviso con la Comunitàsrilankese un pellegrinaggio di due giorni alSantuario della Madonna del Rosario a Madhu,nel nord dell’isola. Papa Francesco vi avevacelebrato l’Eucaristia nel gennaio scorso quasisancendo con la sua presenza, sul piano dellafede e della comune preghiera, la pace finalmenteraggiunta in quei territori, teatro di una lunga esanguinosa guerra civile durata più di venti anni.Giorni dunque ricchi di tanta carità, tantapreghiera e tanta gioia nello scoprire un’altraporzione di Comunità ben viva e capace ditestimoniare con umiltà e tanta fede la grandezzadella nostra vocazione. La difficoltà nellacomunicazione, determinata per la maggior partedei nostri fratelli srilankesi dalla esclusivaconoscenza della lingua madre, è svanita subitograzie all’impegno generoso e direi sempre piùgioioso di Damiano nel servizio di traduzionesimultanea. Ho sempre sentito molto intensa inmezzo a noi la presenza del nostro Padre e vorrei

aver inteso bene nel percepire la sua gioia perquanto andavamo vivendo, sia nei diversi incontricomunitari sia anche nelle visite interessantissimeche abbiamo avuto la possibilità di realizzare ailuoghi più significativi della cultura locale especialmente della religione buddista: il grandetempio di Kandy, le grotte–tempio di Dambulla, larocca di Sigiriya. Ho tanto ammirato la religiositàdi questo popolo: lunghe file di persone nei templibuddisti, uomini e donne, con in mano i piattinicon i fiori di loto o di gelsomino da offrire a Budda;giovani e anziani nelle nostre chiese cattolicheimpegnati in preghiere e semplici gesti di pietàcon una spontaneità e una serietà ormai quasiinesistente nel nostro ambiente. Nei dialoghipersonali ho chiesto a quasi tutti i nostri fratelli esorelle di consacrazione che cosa li avesseattratti alla Comunità e quale novità avesseportato loro l’inserimento in questo nostrocammino; le risposte mi hanno convinto dellaserietà del loro impegno religioso e dell’autenticitàdella loro chiamata. Chi mi ha parlato dellascoperta felice della Sacra Scrittura, non piùlibro-tabù ma fonte entusiasmante di Verità; chi

Con p. Desiderius Medagoda a Tharana.

P. Agostino conMala coordinatrice dei gruppi diMadampe.

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Chi riconosce questo bimbo... un po’ scuro di pelle, checi partecipa col suo sorriso la gioia della sua PrimaComunione?

mi ha detto della bellezza della Liturgia delle Ore,che scandisce il ritmo religioso della giornata; chidella preghiera continua del cuore durante illavoro quotidiano; chi della serenità ritrovata nellafraternità vissuta senza riserve. Ma la più bellarisposta mi sembra di averla avuta da una sorellasemplice e umile, che mi ha messo con le spalleal muro dicendomi: «La Comunità mi hainsegnato la preghiera esaudita; da quando sonoconsacrata il Signore non mi ha mai detto di no inquello che gli chiedevo perché tra noi due c’è unanuova e profonda confidenza». Con Damianosiamo rimasti quasi ammutoliti. Ho portato a casaquesta testimonianza per me davvero grande: la‘preghiera esaudita’! E continuamente mi chiedoqual’è il segreto di questa ‘preghiera esaudita’:l’umiltà? La fiducia incondizionata in Dio? Lepenitenze che devono accompagnarla? O forse è‘esaudita’ perché è la preghiera del Figlio amato,che risuona nel nostro cuore e sulle nostre labbra

di ‘figli nel Figlio’? Bastava questa risposta – mison detto – per giustificare il lungo viaggio. Dio miha chiamato fin laggiù per ricordarmi questagrande verità, che dice tutta la consolazione checi aspetta e insieme tutta la responsabilità che ciè stata posta sulle spalle nei confronti del mondonel momento in cui non abbiamo potuto dire di noal Signore che ci svelava la nostra identità dioranti nella Chiesa. Non aggiungo altro, puressendoci tante altre cose belle che potreicomunicarvi. L’essenziale penso di avervelopartecipato. Chiediamo al Signore anche per noi ildono di un’autentica preghiera filiale e apriamo ilcuore per accogliere e presentare tutti a Chi danoi aspetta questa risposta. La nostra semplicesorella srilankese ci ha ricordato una veritàdavvero grande. Dio ha voluto parlare a noi tuttiattraverso di lei.

p. Agostino

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P. Agostino con il vescovo diChilaw, Valence Mendis.

P. Damiano e p. Agostino col superiore di

un monastero buddista.

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Quando in Australia fa freddo perché è inverno,i buoni australiani vengono a riscaldarsi in Italia;potessi farlo io! Molti sono venuti anchequest’anno, per lunghi periodi a Casa San Sergio,anche i gatti miagolano in inglese. Tra i tanti,ricordo Peter ed Helen Walsh e Peter O’Brien,singolari per la loro sempre serena e gioiosaallegria, come anche per il loro spirito dipreghiera: erano sempre con noi alle funzioni incappella fin dal mattino presto. Ma ciò checolpisce è il fatto che di Firenze hanno voluto

vedere solo i luoghi sacri e soprattutto hannovenerato i corpi dei santi. Hanno girato tutta Italiaricevendo calorosa accoglienza, in particolare inSicilia e in Puglia. Non lo dite a nessuno ma qui,alla Casa Madre, c’è nascosta un’agenzia diviaggi: biglietti treno e aereo per tutte le partid’Italia, con la scusa delle visite alle Famiglie; peril Benin per il nostro pargolo Charbel,accompagnato dal Superiore Generale, che conla scusa di essere “Moderatore” svolazza da uncontinente all’altro “come nient’anfusse”, direbbeRenato Fucini (scrittore toscano); per lo SriLanka, doppia dose di biglietti per p. Damiano ep. Agostino, il quale si è premunito con tre oquattro ventilatori portatili. Di p. Benedetto, di p.Doroteo e fratel Massimo (questi ultimi due quasiospiti nostri per tre mesi), che non c’erano quasimai con la scusa di viaggi apostolici in America,Inghilterra ecc., ho perso il conto… So che ognitanto ho avuto la gioia di sentirli parlare in inglese,lingua dolcissima all’orecchio.

Ma l’evento catastrofico, apocalittico, è stato ilcambio della guardia. Abbiamo fatto un barattotra noi e il santuario della Madonna del Sasso: noiabbiamo dato fratel Charbel – nel frattempodivenuto seminarista stabile al Seminario diFiesole – e il celebre archivista p. Agostino, incambio di p. Stefano, gregorianista di famainternazionale (anche i gatti, ora, miagolano suquattro note) e l’insuperabile p. Serafino che si èportato dietro litri di olio e acqua benedetta per lesue benedizioni. Chi ci ha guadagnato in questoscambio? Non lo so: non mi sono bastati settefazzoletti per piangere i partenti. Per fortuna misono consolato con le risate che ci fanno fare inuovi arrivati. A parte gli scherzi, ringraziamo dicuore i partenti, partiti, e salutiamo con amorefraterno gli arrivanti, arrivati.

Passa la scena di questo mondo, siamo“ostaggi dell’eternità nel tempo”, direbbeSolzenicyn. A proposito di “russi”, abbiamoassistito, al Sasso, ad uno splendido seminario suBerdiajev, tenuto magistralmente da uno deifondatori di “Russia cristiana”, il prof. AdrianoDell’Asta, invitato dal nostro caro p. Stefano che,ogni tanto, ha delle idee geniali.

Buona Quaresima a tutti: che il Signore insegnil’umiltà e l’amore ad ogni anima.

Fratel Sergio

CASA SAN SERGIO

Scorcio cappella di casa San Sergio.

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CRONACA FOTOGRAFICA FAMIGLIA TOSCANA OCCIDENTALE

15 giugno 2014.Giuseppa Cherchifirma il suo Atto diconsacrazione alSantuario dellaMadonna delMonte,in Lunigiana. AlleSpalle la Vergine lìvenerata vigila suuna figlia della suaterra.

11 luglio 2015. Festa di

S. Benedetto …con p.

Benedetto alla Fornace.

Consacrazioni di

Liudmyla Pryskornyk,

di origine ucraina e

residente a Bagnone di

Lunigiana (MS) e

Faustino Ricchettidi

Brugnato (SP).

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Caro p. Benedetto,come ti ho anticipato, ti aggiornosulla mia vita qui. Credo che siamio dovere.Dopo assere stata ospite deimonaci di Minucciano per un paiodi mesi, e avere vissuto in roulotteper un altro paio di mesi dopol'acquisto del terreno, finalmente ametà settembre è arrivata la casettaprefabbricata, mobile su ruote. Cosìora sono a posto, ho tutto quelloche mi serve per l'inverno, vivo inquesto bosco di castagniincantevole, silenzioso, pieno dipace e di bellezza, ed ho la fortunadi avere una Messa vicino tutte lemattine.

Per la Liturgia della Ore ho deciso di farla da sola, mantenendo il nostro breviario romano. Quindi vado alsantuario solo per la Messa. Mi è sembrato importante per mantenere anche il nostro "specifico", ed evitare dilasciarmi assorbire da un'altra spiritualità.Sono stupita da tutti gli aiuti che ho trovato questa estate, un signore amico degli eremiti, uno di quelli che sannofare un po' di tutto, mi è sempre stato vicino, mi ha fatto arrivare l'acqua in casa, ha fatto gli scarichi, l'impiantoelettrico, una infinità di lavoretti, ... anche gli eremiti di Minucciano mi sono stati molto vicini. Sono venuti diversevolte ad aiutarmi, a tagliare legna, piantare alberi, ... mi hanno fatto anche una grande croce, che ho messoall'ingresso della proprietà.

Insomma sono stupita di come si sia potuto sistemare (quasitutto) in così poco tempo dopo che ho lasciato il santuariodella Madonna del Monte. Ora c'è ancora l'ex seccatoio inpietra da ristrutturare, in una parte del quale vorrei fare ancheuna cappella.Alcuni della Comunità sono venuti a trovarmi quest'estate,come pure col gruppetto apuano ho già fatto due ritiri qui, anovembre e a dicembre.Spero che prima o poi ti capiti di passare di qui, mi farebbepiacere condividere questo mio cammino con te, qualesuperiore della Comunità.Ti allego qualche foto del posto, ti saluto e ti auguro un SantoAvvento

Lucrezia

"Si mette la Croce"

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FAMIGLIA EMILIA ORIENTALE: UN ANNO NELLA VIGNA DEL SIGNORE

L'anno comunitario 2014-2015 si è aperto conun evento per noi molto importante e atteso, per ilquale avevamo pregato e lavorato a lungo: nelcentenario della nascita di don Divo, in continuitàcol convegno di Firenze ad aprile, si è tenuto aRavenna, nella basilica di Sant'Apollinare Nuovo,il pomeriggio del 14 settembre, un incontro daltitolo “Quando i cristiani pregavano insieme:l'ecumenismo spirituale in don Divo Barsotti”. Ilprofessore Natalino Valentini, dell'Istituto discienze religiose “A. Marvelli’ di Rimini, ha messoin risalto come il Padre sia stato tra i primi cattoliciin Italia a intuire la portata di un autenticoecumenismo spirituale da instaurare innanzituttocon la chiesa d'Oriente e in particolare conl'Ortodossia russa. Di seguito p. Serafino ci haparlato dell'importanza dei santi russi presentinella vita di don Divo fin dai primi anni del suosacerdozio, e con varie citazioni barsottiane haevidenziato alcuni aspetti tra cui la dottrinadell'acquisizione dello Spirito Santo, la rottura colmondo, il legame con la liturgia, la Bellezza.

Hanno presenziato l'arcivescovo della città,Mons. Lorenzo Ghizzoni, e padre Serafim,sacerdote della chiesa russo-ortodossa; ci hannoraggiunto alcuni fratelli della famiglia Emiliaoccidentale e del Veneto e alcuni fratelli e sorelledella vita comune: eravamo numerosi.

Ravenna, sin dal tempo in cui fu capitale e poisede dell'esarcato bizantino, si è posta comeponte tra Oriente ed Occidente, tra l'altroevangelizzata da un santo siriano: sant'Apollinaredi Antiochia. Per questo motivo la nostraAssistente di famiglia, Lucia, che vive in questacittà, ha avuto l'ispirazione dell'iniziativa e l'haperseguita con determinazione insieme al PiccoloConsiglio e con la collaborazione di tanticonsacrati. Già un anno prima si è preparato ilterreno pubblicando sul settimanale diocesano“Risveglio 2000” una serie di articoli cheillustravano la figura di don Divo, la suaspiritualità, il suo legame con la Russia, ilmonachesimo interiorizzato, che sono poi confluitiin una piccola pubblicazione distribuita nel corsodell'evento. Siamo stati contenti dellapartecipazione e della riuscita, ma possiamo direche veramente tutto questo lavoro ha aiutato inprimo luogo noi, che ci siamo impegnati aconoscere, ad approfondire e comprenderesempre di più la spiritualità del nostro Padrefondatore; altri frutti che possono esserne derivatisono nelle mani di Dio.

In quella stessa giornata abbiamo iniziato

l'anno comunitario, nel vicino santuario di SantaMaria in Porto, con il Ritiro predicato da p.Serafino, e abbiamo affidato alla Madonna Greca,patrona di Ravenna, il nostro lavoro nella vignadel Signore.

Quello che è seguito è stato sicuramente unanno intenso: abbiamo condiviso, come le altrefamiglie della CFD, incontri di gruppo, ritiri,adunanze; le visite dei padri: p. Stefano nellaserata del 18 ottobre, nella sala parrocchiale chel’ha visto giovane chitarrista ci ha proposto diascoltare ”La musica di Bach come via di incontrocon Dio”, donando a tanti una dose di letizia egratitudine per la serata. P. Agostino, nella visitadi febbraio, durante il Ritiro ha esortato condelicatezza e fermezza a vivere il raccoglimento egoderne i frutti. Ci ha pure aggiornato sulla causadi beatificazione del Padre. Diverse sono statedurante l’anno le Consacrazioni di “nuovi” fratellie gli incontri per le famiglie, preparati daAlessandra e Federico, compreso quello diCapodanno a Fognano, tenuto da p. Silverio e p.Damiano aperto a tutta la Comunità. A giugno,come ogni anno celebriamo il ricordo di ElenaCavazzoni, a Pieve del Pino, occasioneparticolare per i giovani che si sono ritrovati ariflettere sulla figura di Emer Mezzanotte,ponendosi la domanda ”Incontrare Cristo cambiala vita?” aiutati e guidati da Elisa. Nella Sua vignain quest’anno ci sono state gioie, fatiche, sacrifici,richiami, assestamenti, riprese, come penso intutte le realtà delle altre Famiglie; c'è stata lapreghiera assidua che ha accompagnato i nostrifratelli in difficoltà, in particolar modo Elisa,giovane sposa colpita da una grave malattia e perla quale si è avviata una prolungata novena.

La famiglia di Matteo e di Elena ha vissuto unagravidanza e un parto difficile con un travagliofamiliare non indifferente, accogliendogioiosamente il dono del piccolo Francesco,quartogenito.

Quest'anno poi, avendo un consistente numerodi aspiranti, si è vista la necessità di sperimentare“l'aspirantato di gruppo”, costituendo due gruppia Massa Lombarda che si sono trovatisettimanalmente, con assiduità, perfino durantel'estate, seguiti da Gino e Paola di Ravenna e daPaolo e Milena di Medicina. Infine, all'apertura delnuovo anno comunitario 2015-2016, abbiamoaccolto con gioia nove nuove consacrazioni, nellachiesa di Crocetta di Medicina, il 3 ottobre,durante la visita di p. Serafino, che ha celebratocon noi, il giorno seguente, nel Santuario della

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Madonna di San Luca, il suo venticinquesimoanniversario di ordinazione sacerdotale. Anchequesta volta la sua predicazione esuberante nonha mancato di procurarci nuovi aspiranti... Illavoro non manca nella vigna del Signore: noisiamo fiduciosi, perché sappiamo che c'è chisemina, chi annaffia, ma è Dio che fa crescere.

Vorrei fare un cenno anche al sito dellaFamiglia Emilia Orientale, strumento che forsenon tutti utilizzano, ma che viene curato eaggiornato assiduamente e che è stato di recentecompletamente rinnovato a cura di Thomas e

Paolo. Penso che sia un ulteriore occasione dicomunione fra di noi, dando la possibilità, a chinon può essere presente, di partecipare inqualche modo, e a chi ha partecipato, di rivederee ripensare i momenti vissuti insieme.

Chi desidera consultare il sito può collegarsi:www.cfdemiliaorientale.it, sono in visione anchenumerose e belle foto, e altro.

Paola Andrini CalfapietraRavenna

Eravamo davvero in una grande gioia il 12Settembre giorno dell’arrivo del p. Benedetto checapeggiava una folta delegazione in provenienzadall’Italia. Il nostro superiore veniva a trascorreredue settimane a fianco dei consacrati del nord delBenin. Il padre era accompagnato da sr. Angela,dalla novizia Alessia scortata dalla sua maestrasr. Veronica, che qui chiamiamo affettuosamente“maman”, perché sia lei che sr. Angela hannovisto nascere e crescere la vocazione della piùparte di noi consacrati di Parakou. Il motivo dellaloro presenza era ben chiaro: ravvivare il legamecon la comunità beninese e ridarci delleraccomandazioni per una maggiore coscienzadegli impegni presi al momento dellaconsacrazione. Il padre ugualmente nella suapredicazione ci ha parlato con il cuore in mano,esortandoci alla conversione e ricordandoci cheegli è responsabile davanti a Dio della nostrarisposta e della vostra santificazione. La suapresenza tra noi ci ha rassicurato della promessadel Padre Fondatore don Divo Barsotti nel suotestamento di rimanere sempre vicino a noi.

Nella mattinata del 13 Settembre abbiamoavuto un incontro con p. Benedetto per fargli il

resoconto degli ultimi due annicomunitari e in seguito è stato lui aprendere la parola per esortarci avivere più uniti tra noi e atestimoniarci quella carità cheedifica ed è il fine della Comunitàstessa. Il 14 Settembre abbiamocelebrato l’inizio dell’annocomunitario con tutti i nostri ospitiitaliani. Durante la Santa Messapresieduta da p. Benedetto, fratelCharbel anche lui a Parakou pervisitare la sua famiglia, ha rinnovato

i suoi voti annuali di IV ramo, e dopo la Messaabbiamo festeggiato insieme.

P. Benedetto si è naturalmente ritrovato con uncalendario ben carico di impegni: visite ai malati,ai gruppi della città, all’arcivescovo di Parakou eal vescovo di Kandi, visita alla fattoria SanBenedetto del nostro fratello Thierry, visita aitrappisti di Kokoubou e finalmente partenza per lavisita alla delegazione di Cotonou. Durante ilsoggiorno troppo breve, ma pieno di convivialità,il raccolto della messe è stata abbondante conl’entrata in aspirantato di una decina di persone.

P. Benedetto e coloro che lo accompagnavanoci hanno lasciato con rammarico il 24 Settembreper raggiungere i fratelli e le sorelle di Cotonoudove è rimasto ancora una decina di giorni primadi rientrare in Italia, ma prima di prenderecongedo ha voluto piantare qualche albero dafrutto nella casa Ste Thérèse, segno del suolegame con la terra beninese, ma anche dellaresponsabilità affidata ai consacrati di Parakouche hanno la missione di vegliare sulla crescitaspirituale loro e dei nuovi aspiranti.

Antoine e Thierry

CRONACA DELLA VISITA A PARAKOU SETTEMBRE 201 5

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L'inizio di un'avventura o, meglio, di uncammino affascinante risale al 2012. L'avventuraconsiste nel trascrivere la registrazione su cddelle meditazioni tenute dal Padre e che ilComitato della Cultura ha scelto e deciso diproporre nei ritiri a cui i consacrati partecipanocome momento fondante di una relazionepersonale con Dio. La proposta fatta dall'alloradelegato speciale della famiglia Foggia-Capitanata, Tonino De Cata, a Maria Santa eGiuliana di questo servizio di trascrizione fu daqueste accolta con grande disponibilità. Portareper iscritto il pensiero proprio della lingua parlataa molti può apparire cosa facile e in definitivarichiedente solo buona volontà e tempodisponibile, ma l'esperienza sul campo non dicecosì.

Intanto è doveroso presentarsi: siamo ascrivere Giuliana Manzi e Maria Santa Orlandella,di Foggia, la prima consacrata dal dicembre 2010e la seconda dal 1996; l'una con desiderio dicrescita nella conoscenza della spiritualitàbarsottiana per poi viverla, l'altra, convinta dellanecessità di prendere sempre maggioreconfidenza con il linguaggio del padre Barsottiper apprezzarne la profondità del messaggio.

Per me Giuliana, l'impatto primo con termini ame poco familiari, data la scarsa confidenza conespressioni non della vita di ogni giorno, mi hafatto sentire in difficoltà. I termini “ascesi”,“trascendere se stessi”, “assumere in sè”,“eschaton”, mi dicevano qualcosa di misterioso elontano da me, poi il desiderio di capire e non solodi scrivere parole mi hanno portata a chiederespiegazione, a soffermarmi per permettermi dientrare di più nel pensiero del Padre che sirivelava piano piano a me sempre più chiaro,profondo ed emozionante. Il parlare del Padre inmaniera concitata, per esempio della “Presenzaviva del Cristo”, per poi passare ad espressioni dicommozione, spesso mi ha veramente coinvoltatanto da suscitare in me sentimenti di verapartecipazione alle sue emozioni. Riferimenti aiPadri della Chiesa quali Simeone il NuovoTeologo o a teologi quali De Lubac mi hannomandata in tilt, perché mai avrei pensato diessere così motivata ad approfondire la mia fedeche fino a quel momento era rimasta ferma alcatechismo dell’iniziazione cristiana. Ho avuto edho anche momenti di vero divertimento quando,nel tentativo di mettere ordine in ciò che andavo evado conoscendo, Maria Santa ha posto un freno

al mio fervente desiderio di andare avantiesortandomi a digerire poco a poco il fiume dimeraviglie che stavo e sto scoprendo nella miafede, perché è facile farsi prendere dallastanchezza. Maria Santa mi ripete il pensiero delPadre: «Se Dio si facesse conoscere tuttoinsieme, l'uomo impazzirebbe».

Ciò che mi affascina è il rapporto paterno che ilPadre stabilisce con i suoi interlocutori: li chiamaper nome coinvolgendoli in riflessioni ardite cheinterpellano le coscienze sul proprio rapporto conDio. Insomma andando avanti nel cammino difede, sento sempre più di essere coinvolta nelpassaggio di conoscenza da un Dio un po' idea,concetto, ad un Dio che mi ama, che nella miavita ora considero sempre più vicino.

La parola del Padre mensilmente trascritta emeditata mi accompagna nella crescita della fedee mi rende sempre più chiaro come e cosa devotrasmettere di Dio, giacché sono coinvoltainsieme a Maria Santa nel cammino parrocchialedi catechismo di iniziazione cristiana per ragazzidella Cresima.

Insieme a Giuliana, anch’io Maria Santa sentodi dover esprimere poche parole. Chiamata alservizio di trascrizione insieme ad una giovaneconsacrata, scopro ogni giorno di più il volto diDio Amore in Gesù Cristo, aiutata e incoraggiatae costruita dalle parole rassicuranti e calde delPadre, che non risparmia riflessioni forti capaci discuotere le coscienze. Questo cammino,percorso da un po' di anni, mi consente dimantenere viva la possibilità di toccare semprepiù la presenza di Dio nella mia vita, nella vitadella famiglia di origine come in quella di fede. Èbello crescere insieme, sapendo che i momenti distanchezza non debbano tenerci poco vigilanti nelvivere la propria consacrazione. La vita personalee il tempo storico odierno pongono davanti a tuttimotivi di scoraggiamento, ma forti della parolache ogni giorno la Liturgia ci propone eaccompagnati dalla Parola di san Giovanniapostolo «considerate di quale grande amore Dioci ha amati così da essere chiamati figli di Dio e losiamo in realtà», viviamo la partecipazione allafiliazione divina attraverso la preghiera continua,per sentire di essere sempre più in Gesù partecipidella vita del Padre.

Maria Santa e GiulianaCFD Foggia

UN'ESPERIENZA STRAORDINARIA

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Inizio questa cronaca che vorrebbe rievocarealcuni momenti del soggiorno di Vincent e mio inItalia, facendo una piccola reverenza in memoriadi Elie Kossou. Consacrato molto attivo diCotonou, Dio lo ha chiamato a Sé il 14 Novembrescorso, due settimane esatte dopo il nostrorientro dall’Italia. Ci lascia una grandetestimonianza di fedeltà, di impegno e di serenitànella sofferenza in faccia alla morte. Hasoprattutto testimoniato un grande amore per laComunità. Che possa essere partecipe dellagloria della Resurrezione di Cristo.

Vincent, delegato di Parakou (Benin centro –nord) ed io (delegato del Benin del sud), abbiamopartecipato all’incontro degli Assistenti diFamiglia e Delegati dal 15 al 18 Ottobre aLecceto. Ai margini di questo incontro ci è statadata la possibilità di condividere la vita dellaComunità in Italia; quella del IV ramo a Biella e aFirenze, quella delle famiglie, dei gruppi e ancorpiù dei singoli consacrati nelle loro famiglie disangue in varie parti d’Italia. Abbiamo fatto tantee tante esperienze di grande arricchimento sulpiano umano e spirituale che è difficile descriveretutto. Forse tutte le pagine di questo notiziario nonbasterebbero per racchiuderle tutte, per cui hoscelto di orientare questa cronaca sui momenti difraternità che abbiamo potuto vivere perrispondere a quel bisogno sempre più vivo cheabbiamo a Cotonou di approfondire la nostracomunione fraterna.

Questo soggiorno in Italia mi ha in effettipermesso di rendermi conto che i nostri rapportipiù semplici sono di una grande bellezza e hannoun grande valore. È infatti cosa molto sempliceche un tuo fratello ti prenda in macchina con sé eti porti da qualche parte: ci siamo piuttostoabituati. Ma che p. Benedetto, p. Bernardo, p.Doroteo, p. Damiano ci guidino…; che Efrem,

Daniele, sr. Marie-Thérèse, Paola, Emmanuele,Germana, Assunta, Rosa, Giampiero, Maria,Luigi, Roberto, Mario, Silvana, Andrea ci portinoin macchina con loro, che Gianmario ci faccia daautista da Biella a Lecceto, mi hanno rivelatocome sia bello che il tuo fratello ti porti e senzadubbio come sia bello portare i fratelli.

Come sempre è bello condividere insieme ipasti; ma è molto bello condividerli con i proprifratelli di Comunità. E come è più bello ancoramangiare alla cucina di fratel Sergio, di Rosa, diAssunta, di Antonella, di Maria, di Giuseppina, diSilvana e tanti altri fratelli e sorelle della vitacomune dove siamo passati, o riscaldarsi con unatisana di sr. Irma per esempio. Evocando questimomenti di fraternità, mi tornano in mente leparole che amiamo cantare a Cotonou: «Come èbello stare insieme. Andiamo tutti al banchetto.Questo pasto che Dio ci prepara è l’amore cheunisce. Doniamogli la nostra gioia». La famiglia diBiella in varie occasioni ha creato questa gioia distare insieme. In nostro onore, ha organizzato unafesta alla vigilia della nostra partenza per Leccetoe a Firenze l’atmosfera per la festa di compleannodi Sergio e di Tom (Craigmyle) è stata per me piùsaporita della cena stessa.

Camminare per strada insieme a degli amiciprocura sempre un certo piacere. Attraversare apiedi le strade di Milano, Lecco e Barzio insiemead Anna Maria, quelle di Roma con Assunta eYvonne e quelle di Firenze con Maria; percorrerele stradine di Assisi con Giampiero e i suoibambini Emmanuele e Deborah, attraversareVenezia con Giuseppina e Luigi e camminare perPadova con Antonella e Roberto comportavaancor più gioia e piacere.

Ritrovare un fratello che non si vede dopo tantotempo è anche un’altra esperienza molto bella.Ritrovare in Italia dei fratelli e delle sorellebeninesi, Charbel, sr. Marie Thérèse, sr. MarieMadeleine, ritrovare fratelli e sorelle che sonovenuti in passato in Africa da noi, p. Serafino, p.Agostino, Silvano, Vito, Antonietta, Carla, Anna ele sorelle Marisa, Irma, Veronica, Elena,Francesca, Anastasia ed infine ritrovare fratelli esorelle con i quali i contatti non erano stati che adistanza, Maria Persico, Elisabetta, Diana, sonostate altrettante occasioni di gioia e di comunionefraterna.

L’accoglienza e l’ospitalità rimangono in ognipaese un importante gesto o segno di carità. Neifocolari che ci hanno accolto (Maria e Gianpieroad Assisi, Giuseppina e Luigi a Camposampiero,

I DELEGATI DEL BENIN IN ITALIA: GESTI SEMPLICI, GRANDE FRATERNITA’

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Silvana e Mario a Villafranca), non dimenticheròmai con quale cura ci hanno preparato le cameredove eravamo ospitati. Rivedo ugualmente p.Bernardo mentre ci faceva il letto a Casa MaterMisericordiae, e p. Benedetto lo stesso a CasaSan Sergio, o Rosa a Casa San Benedetto. Gestisemplici in effetti ma che in quel preciso contesto,mi hanno permesso di apprezzare l’importanza ela bellezza dell’amore fraterno. Stessa cosaquando qualcuno veniva a prenderci alla stazioneper accoglierci o ci portava a riprendere il treno.Ho avuto la stessa impressione quando ho vistop. Agostino impegnarsi sul computer perriservarci un biglietto ferroviario o Danieletelefonare per organizzare i nostri spostamentiverso Roma, Assisi, Perugia, Padova… o nelricevere le telefonate di sr. Angela che siinformava sui nostri spostamenti.

La preghiera fatta insieme, lo sappiamo, è unatto di comunione. Lo è in se stessa, ma lo è stataancora di più attraverso i piccoli gesti: mettersiaccanto al tale o talaltro di noi, condivideretalvolta lo stesso breviario… erano tutte cose cheper me dicevano una grande vicinanza fraterna.

Altri momenti particolari hanno alimentato inme il calore della carità fraterna: una partita acarte alla beninese con Benedetta, la figlia diAntonella di Camposampiero, insieme al suofidanzato Mati; una “bouillie” alla beninese che p.Benedetto ci ha preparato per una colazione aSan Sergio; una scalata insieme a p. Bernardo,Andrea e Iacopo, su per i muri della casetta delMonte Senario dove il Padre ha vissuto qualchemese prima di andare a vivere a San Sergio; unamattinata di lavoro nelle cantine di Biella insiemea Efrem, Giovanni, Andrea e Iacopo e un'altra perriordinare la Fornace con p. Benedetto.

L’insieme di tutte queste semplici cose è statodi una grande bellezza e di grande valore, senzadubbio anche perché il contesto era per noi deltutto nuovo e le vivevamo per la prima volta.Forse in futuro i nostri sensi umani faranno loroperdere un po’ di quel fascino e bellezzaoriginaria. Tuttavia quella bellezza rimane.Secondo me è intrinseca ad ogni rapportofraterno, anche se non sempre è percettibile nelgrado che ho cercato di trasmettervi. Per questovorrei trasmettere ai fratelli di Cotonou, che horitrovato con grande gioia, ogni momento deinostri incontri e i piccoli servizi ricevuti, con tuttala portata di bellezza primigenia, di bellezzaintrinseca.

La nostra sincera gratitudine a tutti coloro che ilSignore ci ha dato di incontrare sul nostrocammino durante questo viaggio e che ci hanno

accolto con tanta gioia e amore.Rimanendo uniti nella preghiera,

Emile Gbessinon

Parakou: piantagione di un mango nel giardinodi casa Ste Thérèse.

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CORRISPONDENZA

LE NOSTRE IMPRESSIONI DOPO LE CONSACRAZIONI

DAL BRASILE

Da qualche tempo abbiamo un amico inBrasile, che legge i libri del Padre e ogni tanto ciscrive. Ci ha contattato un altro brasiliano, talMiguel Nogueira, che pure dal Brasile ha chiestoqualcosa sulla Comunità. Abbiamo messo i duein contatto tra loro.

(…) Grazie mille a tutti voi.Io ho contattato Miguel Nogueira, che ha letto

la biografia del padre Divo Barsotti in portoghese.Abbiamo parlato di questa lettura. Preghiamo oraper questo. Sarebbe bello avere la Comunità qui,anche perché sarebbe una riposta alla  sete diDio che abbiamo in Brasile.

E devo dire che tanti amici cercano Dio neiluoghi sbagliati. Particolarmente in questi ultimidue anni, tra le persone del mio lavoro ho vistoamici cattolici che cercando Dio in certi guru oqualcosa del genere. Si dicono cattolici, ma sonodediti all'astrologia, alle carte astrali, etc.   E lagiustificazione è fatta anche con san Tommasod´Aquino: questa è la cosa più strana. 

Veramente strano, viviamo in un tempo diconfusione.

Il vostro ministero e la Comunitá sono semprenelle mie preghiere.

José Eduardo Câmara de Barros Carneiro

Il3ottobrescorsonellaFamigliaEmiliaOrientale(Bologna) ci sono state nove consacrazioni. Ciscrive una delle nuove consacrate, AnnarosaBolognesi:

(…) La cerimonia tanto attesa delle noveconsacrazioni… La santa Messa, solenne e alcontempo raccolta, nella piccola chiesa gremita:ed ecco… il rinnovamento delle promessebattesimali e poi la formula di Consacrazione:tanta emozione nella lucida e determinataconsapevolezza di ciascuno di compiere unpasso importante, solenne, definitivo! Mi hacolpito che tutti, soprattutto gli “invitati”, abbianoespresso poi una profonda gioia e, ringraziandodell’invito a partecipare, abbiano esternato unasincera commozione e coinvolgente, profondapartecipazione che li ha toccati nell’intimo dellaloro persona…

Particolarmente toccante è stato il riferimentodi p. Serafino al compimento di un atto definitivo,come la Consacrazione, che vincola, come pochialtri nella vita, a donarsi a Dio per sempre, cheriempie il nostro sì (apparente rinuncia alla nostralibertà) di un senso nuovo, liberatorio e sconfinatodi vera libertà, la libertà dei figli di Dio protesi allavita eterna! E anche molto sentito è stato ilringraziamento fatto ai genitori dei presenti,genitori tutti, vivi e defunti, che ci hannopermesso di essere presenti a questa liturgia.

Crocetta di Medicina (Bologna), 3 ottobre2015. Le nove consacrazioni (in primo piano,Patrizia Venturini diMassa Lombarda)

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Ci raccontano i neo-consacrati:“La mia consacrazione l’ho vissuta molto

tranquilla e serena. Sentivo una grande pacedentro di me; di carattere sono molto ansiosa equindi potete capire come potevo sentirmi in queimomenti… invece avvertivo una grande serenità epace. Solo nel momento della formula diConsacrazione, prima della comunione, misembrava che le parole scritte sparissero dalManuale… ma la pace, no! L’avverto ancoraadesso. Vorrei ringraziare per la loro pazienza,dolcezza e preghiere Gino, Paola, Davide, Lucia”.

Maria Potenza

Ci sono quattro verbi che s. Paolo sottolineasull’azione della “Parola di Dio”: insegnare-convincere-correggere-formare (2 Tm 3, 16). Nelgiorno della mia consacrazione, ripensando alpercorso di aspirantato e a Gino e Paola,incaricati del nostro gruppo di aspiranti, mi sono

tornati in mente questi quattro verbi perchéesprimono molto bene il servizio che ci hannodonato in questo anno e mezzo. Nella formuladella Consacrazione ho promesso di «domarmi econsacrarmi totalmente e per sempre a lode delVerbo incarnato». Questo è quello che mi hannotrasmesso Gino e Paola. Mi hanno insegnato checiò che conta è cercare Dio solo. Mi hannoconvinto non solo con le parole ma soprattuttocon l’esempio, il loro donarsi con amore gratuito edisinteressato. Mi hanno corretto con dolcezza efermezza, chiedendomi nell’obbedienza un atto difede. «Non preoccuparti, fidati, ci pensa Dio!».Questa frase l’ho sentita più volte da Gino e constupore e meraviglia devo dire che più volte hosperimentato, pur con un certo sacrificio, tantaserenità nel seguire questa esortazione. Nelnascondimento, umiltà e mitezza, Gino, insiemealla dolcezza, semplicità e sensibilità di Paola, miha formato smussando spigoli, frantumandocertezze, aiutandomi a staccarmi sempre di piùda me.

Tutto sarebbe stato inutile e faticoso se non cifosse stato Gesù con noi, tutto il resto viene diconseguenza.

Grazie Gino! Grazie Paola!”Patrizia Venturini

Per me è stato un giorno speciale di Grazia,dono, pienezza, comunione con tanti fratelli…anche fatica di un cammino che ha permesso aDio di plasmare e rinnovare cuore, mente, animae corpo. Questo cammino è davvero un santoviaggio, in compagni dei santi, in Paradiso ed interra dove le tappe di “sosta” per ritemprare lospirito, aprono squarci di beatitudine impensata einaspettata!

Annarosa Bolognesi

26 Novembre 2015P. Stefano insieme alledue matriarche della

Comunità diCaltanissetta –

Sommatino: IgnaziaCigna (la mamma di LilloCigna, a sinistra nella

foto) e GiovannaSciascia Virone (lamamma di GiovanniVirone). Le due sono

anche “consuocere”, datoche la figlia di Ignazia,

Fifa, è anche la moglie diGiovanni.

Crocetta di Medicina (Bologna), 3 ottobre 2015.Consacrazione della giovane Irene Dall’Olio.

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Febbraio 2016

È giunta questa lettera di Mariella Leone diCosenza, che ricorda la nostra sorella EmiliaFormenti di Milano, morta da poco. È latestimonianza di come un’amicizia, nata inComunità, davvero non conosca confini.

Cara Emilia,dopo oltre due anni, posso di nuovo mettermi in

contatto con te. Posso scriverti questa letteracerta che , anche se non so bene con qualemodalità, riuscirà a raggiungerti.

Sei stata per me una sorella preziosa; nonavremmo potuto volerci più bene se fossimoappartenute allo stesso gruppo, se avessimovissuto nella stessa città. Erano tante le cose checi legavano: l’amore per l’Africa, l’amore per laComunità, la dedizione alla preghiera che sia tuche io vivevamo come un dono, una grazia. Queltempo strappato a tante ansie e problemiquotidiani in cui ci si sente davvero alla presenzadi Dio e che ci procurava, come spesso mi dicevi,«grande sollievo e tranquillità».

Si affollano alla mia mente i momenti vissutiinsieme in quel primo pellegrinaggio che ci hafatto incontrare e condividere la stessa camera aFatima e poi in Terra Santa e ancora in Polonia.Quante confidenze, quanta allegria c’era tra noi.Quei pochi giorni dei pellegrinaggi ci sembravanotroppo brevi e così ti ho invitato a Cosenza per unperiodo più lungo. E tu entusiasta hai accolto ilmio invito. Con la mia famiglia tutta, figli e nipoticompresi, ti sei sentita a casa tua e quel periodoti è rimasto nel cuore. Spesso i ricordi di queigiorni tornavano nella tue lettere. Ti ricordavi ditutti e a tutti mandavi i tuoi saluti e gli auguri adogni Natale ed ogni Pasqua.

In questi giorni ho riletto le lettere che nel corsodi tanti anni ho ricevuto. Di quante cose mi

parlavi! Dei tuoi figli,del tuo passato di solitudineprima di incontrare la Comunità, e poi la gioia disentirti “figlia di Dio”, creatura nuova perdonata eamata dal Padre. Spesso mi parlavi di quanto tifaceva soffrire il tuo carattere che, come unpuledro recalcitrante, tornava ad imporsi sul tuovero desiderio di docilità e di pace. La tua letterapiù bella me l’hai scritta per raccontarmi comedopo mesi e mesi di attesa durante i qualisembrava che il Signore volesse fermare la tuaintenzione di fare i voti, finalmente «Domenica 14Febbraio, come Dio ha voluto, è scattata per mel’ora di grazia, l’ora dei voti». E allora ho pensatoche davvero Dio non toglie mai una gioia ai suoifigli se non per prepararne loro una più certa e piùgrande. Come eri felice nel comunicarmi questagrande dolcezza che ti faceva sentire ormaidavvero in un porto sicuro.

Negli ultimi tempi i tuoi scritti si sono diradatiperché mi dicevi che la tua testa funzionava adintermittenza; ti rammaricavi del fatto che anchela tua grafia era meno chiara di prima. Ma io titranquillizzavo e ti dicevo che ci saremmo sentitepiù spesso al telefono. L’ultima volta che ti hosentita è stato al mio rientro dal pellegrinaggio aLondra. Tu eri stata operata ed eri appena tornataa casa.

E poi di colpo ti ho perduta. Non avevo piùmodo di contattarti. I tuoi recapiti telefonici nonerano più attivi. Le tue sorelle di Comunità midicevano che eri in un Istituto e che man manoperdevi i contatti con la realtà. Ho pregato moltoper te in questi ultimi anni. Ti ho affidato sempre aGesù e alla Vergine Maria affinché tisostenessero nella malattia, che ti consolasseronella solitudine. Chiedevo sempre di te a Graziellae a Marilena e infatti da loro ho avuto la notiziadella tua salita al cielo. È stato un duro colpo perme, ma non voglio sentirmi triste. So che ora staibene, che sei solo un po’ più avanti, appenadietro l’angolo. So che finalmente, dopo esserestata sepolta con Cristo, che hai seguito davverofino alla morte di croce, ora sei con Lui.

Io continuerò a sentirti vicina in quellamisteriosa comunione d’amore che accorcia ledistanze tra il mondo di quaggiù, fatto dipreoccupazioni e dolori e il mondo di lassùilluminato dalla luce di Dio, dove finalmente ognilacrima è asciugata.

Mariella Leone di Cosenza

Ci hanno preceduto nella casa del Padre

UNA SORELLA CALABRESE RICORDA EMILIA FORMENTI…

Emilia Formenti

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Febbraio 2016

ELIE KOSSOU

DiCotonou (Benin).Nato il 19 novembre 1968, consacrato il 28 dicembre 2002, deceduto il 14 novembre 2015.

Elie Kossou, il nostro fratello della Delegazionedel Sud Bénin, si è addormentato nel Signore,sabato 14 novembre 2015. Avrebbe compiuto 47anni cinque giorni dopo.

Elie “mise piede” nella CFD la prima voltasabato 9 giugno 2001 e lo stesso giorno decise difare l’ingresso in aspirantato. Ma non volleintraprendere questo cammino da solo: coinvolsela moglie Vivienne con cui convolerà a giustenozze l’anno successivo, il giorno della loroconsacrazione nella Comunità, il 28 dicembre2002.

Negli archivi della Comunità Elie e Vivienne sipresentano come gli unici ad avere avuto questagrazia: sposati e consacrati lo stesso giorno, nellastessa Messa!

Come una colomba entrando in un campochiuso da scoprire, Elie ha preso la suaconsacrazione come una nuova chiamata delSignore a testimoniare di Lui. Era proprioaffascinato dalla spiritualità della Comunità. Gliarticoli del Notiziario li leggeva veramente,regolarmente e attentamente, li assimilava alpunto che durante una conversazione, unadiscussione, un commento, era capace di fare illegame, il parallelo o la complementarità del testodel giorno con un altro articolo letto prima, anchea distanza di diversi anni.

Scoprì con stupore nel Manuale l’Angelus e lorecitava con meraviglia. Ci ha resi familiari conquesta preghiera. Elie si è veramente messo incammino su quell’autostrada della santità in cui –come lui stesso diceva – è vietato fermarsi sullacorsia pedonale.

Il Signore ha benedetto questo lavoro per fargli

portare frutti e fare di Elie uno dei“incontournables” tra di noi.

Sin dall’inizio Elie è sempre stato un membroeletto o designato dei diversi Piccoli Consigli diCotonou. Nella Comunità di Cotonou nessunaorganizzazione di evento importante si facevasenza di lui.

Mercoledì 11 novembre, tre giorni prima dellasua morte, era ancora presente al posto comeAssistente del Gruppo Madre Teresa che dirigevadall’ottobre 2013. Alla fine dell’incontro, benpreparato come al solito, sottolineò il fatto che lanostra santità si verifica nella sincerità dei nostriatti più comuni, atti che dobbiamo sapere porrenella fede in Dio e nell’amore per l’uomo, comeSanta Teresa del Bambino Gesù di cui si parlavaquel giorno.

Non potevamo sapere che quelle sarebberostate le ultime parole di un ultimo incontro!

Bisogna anche aggiungere, caro Elie, che tusei stato l’incaricato della formazione degliaspiranti più costante e più presente di tutti. Conuno spirito di ricerca, di umiltà e con la voglia diconoscere bene i temi da insegnare, hai fatto laformazione a tanti aspiranti, gli uni dopo gli altri.Dalla tua morte, Bertille, la nostra Responsabiledella Formazione, non fa altro che dire: «Sonoamputata del mio braccio destro».

Giovedì 25 novembre 2015 lo abbiamoaccompagnato alla sua ultima dimora con lamorte nel cuore, ma l’anima piena di speranzaperché pensiamo che il nostro fratello Elie sia orafelice aldilà della morte. Felice perché è stato unuomo di fede che con una vita semplice ha datouna gioiosa testimonianza della suaappartenenza a Cristo.

Saldati e rinforzati nella realtà che «il Cristo èresuscitato dai morti, con la morte ha calpestatola morte e a quelli che erano nella tomba hadonato la vita» affidiamolo alla Beata VergineMaria alla quale Gesù, suo Figlio, ha sempreprestato un orecchio attento.

Preghiamola tutti insieme per Elie.Buon viaggio, caro Elie.

Boniface Aglobouéper la CFD di Cotonou

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Febbraio 2016

MARIA SANNA

DiCagliari.Nata il 20 settembre 1931, consacrata il 22maggio 2008, deceduta il 14 novembre 2015.

È sempre dolorososepararsi dallepersone amate purnella speranza che cirivedremo tutti ungiorno, non si saquanto lontano. Ciripetiamo questeparole e le sentiamovere, ma la nostradebolezza umanaspesso prende il

sopravvento e allora ci ritroviamo sgomenti aricordare la vita trascorsa insieme e le mille coseche avremmo potuto dire e non abbiamo detto.

A te, ad esempio, Maria, non abbiamo detto“grazie” abbastanza per la disponibilità egenerosità che hai elargito a piene mani, senzamai tirarti indietro, anche quando eri già malata.Diciamo disponibilità, ma sbagliamo perchédovremmo più propriamente parlare di“accoglienza” in puro senso evangelico; tu e Lina,la tua inseparabile sorella, avete realmente apertole braccia con amore e accolto tutti noi comeavreste accolto il Signore.

Questa è la cifra della tua appartenenza allaComunità: amare tutti e accogliere tutti senza se esenza ma, con gioia, amore e totale assenza digiudizio.

Con semplicità e modestia, come era tuo uso,hai sempre detto di essere stata educataall’ospitalità, ma il sentimento che ti spinge versogli altri è assai più profondamente cristiano.

Ti ringraziamo dei tuoi gioiosi sorrisi, della tuainnocenza quasi di bambina, che la vita non haintaccato, perché nonostante le prove, lesofferenze e le croci che non ti sono staterisparmiate hai conservato intatto il tuo cuore e latua capacità di guardare agli altri e alla vita senzamalizia, rendendo assai facile agli altri laconvivenza con te e con Lina che, purcaratterialmente diversa, è assai simile a te.

Le sorelle Sanna sono per noi un sicuro rifugio,sappiamo di poter contare sempre sul loro aiuto,sul loro appoggio e sulle loro preghiere senzaaver paura di essere respinti o giudicati.

È questo un esempio che non andrà perduto,ma il tuo ricordo luminoso ci spronerà a viverecon maggiore impegno e armonia la vita nellaCFD.

Per questo e per tanti altri motivi, cara Maria,sentiremo molto la tua assenza ed oracercheremo con il nostro amore di compensareun po’ la tua perdita nel cuore e nella vita di Lina.

I l Gruppo di Cagliari Madonna di Bonaria

TINA NAPOLI

DiSiracusa.Nata il 6 agosto 1922, consacrata il 2 aprile 1982, deceduta il 19 novembre 2014.

Il gruppo Santa Lucia ha avuto in affido come“isolata” Tina all’inizio di quest’anno comunitario.Dopo vari tentativi di raggiungerlatelefonicamente, ci aspettava un’amara sorpresa:era morta nel 2014.

Tina Napoli, un’anima semplice e piena di fede,era solare, nonostante le traversie della sua vita,che non le avevano spento il sorriso con cuiaccoglieva chiunque andasse a trovarla,compresi i nostri fratelli del IV ramo.

Negli ultimi anni, infatti, a causa dei numerosiproblemi di salute, non aveva più potutofrequentare gli incontri comunitari, ai quali,

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Febbraio 2016

1 Emilia Giràudo + 1999 Centallo CNOlga Forte + 2011 MilanoRina Borghi + 2015 Bomporto MO

2 Giulia Speciale + 1996 PalermoLina Valenti + 1998 Merano BZMargherita Poggi + 2003 Impruneta FIGiovannina Zanfi + 2006 ModenaLicia Confortini + 2007 Firenze

3 Rosa Bellèi + 1982 Bomporto MOIlda Kostner + 1994 Predazzo TN

4 Laura Contarini + 2010 Bologna7 *Sebastiano Allegretti + 2006 Siracusa

*Emanuele Terrana + 2009 Bologna8 Elena Cavazzoni + 2000 Bologna9 Linda Pucci + 1980 Modena

Rosetta Croci + 2006 PalermoGiovanna Màsala + 2009 Sédilo OR

10 Angela Cattelàn + 1995 VeneziaHenrìta Malàni Fonseka + 2012 Wàttala (Sri Lanka)

11 *Enzo Menna + 2004 Napoli12 *Albino Puviani + 1997 Miràndola MO13 Gabriella Zavatàro + 1995 Firenze

Dorothea Camilleri + 2013 Catani VIC (Australia)14 *Luigi Strìppoli + 1999 Santo Spirito BA15 Angelica Ieppariello + 1997 Napoli

*don Divo Barsotti + 2006 Firenze16 Marina Molòn + 2011 Monsèlice PD

Lucia Tentati + 2015 Molino del Piano FI17 *Giovanni Paganelli + 1983 Marti PI

17 *Francesco Castaldo + 1988 Marigliano NAMaria Pia Vergnano + 2015 Torino

18 Iole Astolfi + 1977 BolognaVirginia Vòlcan + 1993 Caràno TN*Lamberto Coppini + 2000 Bologna

19 Valentina Ceccuzzi + 1990 Firenze20 Lia Lenzoni + 2008 Mestre21 Maria Della Ragione + 1990 Napoli

Prima Leoni + 1998 FirenzeBice Martelli + 2012 BolognaMattia Cicerale + 2013 Milano

22 Irma Dido + 2001 VerbaniaConcetta Aloja + 2002 NapoliGiovanna Mirabella + 2010 Siracusa

23 Elena Menna + 2008 NapoliLisetta Gech + 2009 Padova

24 Lia Pifferi + 2003 Camerino MCMariella Zanoboni + 2005 PalermoMaria Rizzo + 2005 Oria BR

25 *Bruno Franich + 2009 Trieste26 *Sergio Benetello + 2001 Grosseto

Lia Paoli + 2005 FirenzeLinda Rizza + 2015 Santa Caterina Villermosa (CL)

27 *Hal Underwood + 2008 Kooringal NSW (Australia)28 Maria Clotilde Righi + 1969 Modena

Ines Gregori + 1990 Merano BZLuciana Raìse + 2006 Monsèlice PDBrunetta Cavallini + 2014 Livorno

ANNIVERSARIO DEI DEFUNTI

A Lodi e Vespri dopo l’ultima invocazione si aggiunga:Lett. «Signore, ti raccomandiamo il nostro fratello (la nostra sorella)... che in questo giorno hai chiamato a te daquesta vita...Ass. «Donagli/le la tua pace e fallo/a partecipe della gloria della Tua resurrezione».

FEBBRAIO 201 6

quando poteva, era fedelissima.Essendo non autosufficiente, aveva una

badante, Monica, che con la sua famiglia abitavacon lei; grazie alla sua dolcezza, Tina era riuscitaa renderla figlia!

Monica ci ha raccontato che Tina aveva tredesideri: morire a casa, essere sistemata postmortem da Monica, che si aprisse la finestradurante la sua dipartita.

Quel giorno aveva detto: «Oggi me ne vado» eguardava fisso il quadro della Madonna; Monicacercava di sviarla, ma inutilmente. Nel pomeriggiola badante l’ha vista accasciarsi, si è avvicinata, eTina, in un ultimo sforzo, l’ha abbracciata, come

se non si volesse allontanare da lei. Sono poiintervenuti i figli che l’hanno portata in ospedale,dove è avvenuto l’inevitabile.

Monica ci ha riferito che si sentiva in colpa pernon aver esaudito tutti i desideri di Tina. Dopoqualche giorno, ha avvicinato il quadro dellaMadonna al balcone ed ha aperto l’infisso; subitoha sentito sulla fronte come un bacio… ed haritrovato la serenità.

Ciao Tina, prega per noi tutti. Porteremo il tuocaro sorriso nel nostro cuore.

I l gruppo Santa Lucia

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Febbraio 2016 La Casa Madre e le altre case della Comunità dei figli di Dio

I SANTI PATRONI DEI GRUPPI

Nella preghiera litanica si aggiunga, nel giorno relativo:Per i nostri fratelli del gruppo di ... dedicato a San ..., perché per sua intercessione siano un cuore solo edun’anima sola nella fedeltà e nell’amore, preghiamo...

FEBBRAIO 201 6

2 Beata Vergine di Oropa(Biella)

5 S. Agata Vergine e Martire(Catania)

8 S. Giuseppina Bakhita(Milano)

17 Sette Santi Fondatori(Firenze)Serva di Dio Edvige Carboni(Sassari)

19 S. Corrado Confalonieri eremita(Siracusa)

20 S. Barsanofio(Oria BR secondo la liturgia locale)

25 S. Gerlando(Agrigento AG)

27 S. Gabriele dell’Addolorata(Grosseto)

Serva di Dio Edvige Carboni Beata Vergine d'Oropa S. Corrado Confalonieri

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La Casa Madre e le altre case della Comunità dei figli di DioCasa San Sergio 055.697778Via Crocifissalto, 2 [email protected] SETTIGNANO (FI)

Casa Madonna del Sasso 055.8300162Santuario Madonna del Sasso [email protected] Santa Brigida (FI)

Casa San Gregorio 015.511084Via per Chiavazza, 30 [email protected] Vigliano Biellese (BI)

Casa Mater Misericordiae 015.513439Via per Chiavazza, 30 [email protected] Vigliano Biellese (BI)

Casa SSaannttaa MMaarriiaa DDeellllee GGrraazziiee 055.8072924SSaannttuuaarriioo MMaaddoonnnnaa ddii PPiieettrraaccuuppaaVia PPiieettrraaccuuppaa,, 221150028 San DDoonnaattoo iinn PPooggggiioo ((FFII))

CCaassaa SSaanntt’’AAggoossttiinnoo ddii CCaanntteerrbbuurryy 00006611..33..5588228866447733Catholic Presbitery ssaaiinnttaauugguussttiinneeccffdd@@ggmmaaiill..ccoomm93 Saddleback RoadDookie 3646 - Victoria - Australia

Casa della Trasfigurazione 055.697101Via Rossellino, 7 [email protected] Settignano (FI)

Casa San Benedetto 06.37350711Via Monte Asolone, 800195 Roma

Altre Informazioni

Archivio Barsotti Tel. 055.697140 [email protected] Casa delle Beatitudini, Via dell'Olmeto 7/F 50135 Settignano (FI)Archivio Generale Tel. 055.697140 [email protected] Casa delle Beatitudini, Via dell'Olmeto 7/F 50135 Settignano (FI)Economato [email protected] [email protected] della Comunità: Tel. 055.6557409 Lun e Mer risposta diretta.Presso Casa delle Beatitudini, Via dell'Olmeto 7/F 50135 Settignano (FI)[email protected] Segreteria tutti i giorni 24 ore su 24.Conto corrente postale Comunità n°23703507, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, via Crocifissalto, 2 -50135-Settignano (FI)Conto corrente bancario Comunità n°15302/68, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, presso Monte dei Paschi diSiena, filiale di Firenze, Codice IBAN: IT28 I010-3002-8570-0000-1530-268Per le offerte riguardanti i libri: conto corrente postale n° 98674914, intestato a Tommaso Caldarone, via perChiavazza 30, Vigliano Biellese, (Biella) ; per le offerte libri con bonifico Codice IBAN: IT16 X076-0110-0000-0009-8674-914Per eventuali richieste sui libri, contattare p. Paolo Radice all’indirizzo e-mail: [email protected] internet CFD: http://www.comunitafiglididio.it/ (Dal sito è possibile anche scaricare il Notiziario).

Casa Divo BarsottiVia Tevere, 809040 Guamaggiore (CA)

Opera Ritiri - Casa MariaGiubbiVia Maffei, 7450133 Firenze

Per contatttare gli uffici comunitari,telefonare:dal Lun al Ven dalle 9.30 alle 12.00.

Per la segreteria solo LUN e MER.

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15 Febbraio 2006 - 15 Febbraio 2016