Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

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MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI,PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 27/2/04 N°46 ART. 1 COMMA 2 DCB-ROMA STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE RACCOLTA FONDI AGENDA COSCIONI PERIODICO 1 MARZO 2008 AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007 DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO SPADACCIA VIA DI TORRE ARGENTINA, 76 00186 ROMA 2 - 10 CAMPAGNA DI PRIMAVERA I diritti civili sono nel mirino di una campagna globale. Focus su Onu, Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Germania. 17 - 23 LEGGE 40 Alcuni dei migliori interventi nella commissione sulla legge 40 tenuta al VI congresso dell’associazione. Agenda Coscioni Anno III - N. 5 maggio 2008 Direttore Rocco Berardo MARCO PERDUCA [email protected] Nell'autunno del 2004 l’Associazione Luca Coscioni, in collaborazione con il Partito Radicale Transnazionale, è riuscita, nel giro di pochi mesi, con una mobilitazione straordinaria che ha legato cittadini italiani, organizza- zioni statunitensi e decine e decine di Premi Nobel, ad imporre un'altra mo- ratoria che, benché non fu definita con quel termine, ha molto a che fare con quanto proposto alla fine del 2007 da Giuliano Ferrara e che ha interessa- to parte della visita del Papa negli USA della metà di aprile scorso. Nel 2002 e successivamente nel 2003 i governi di Francia e Germania, preoc- cupati della totale mancanza di rego- lamentazione dei più recenti sviluppi della ricerca scientifica in campo bio- medico, decisero di portare al cospet- to delle Nazioni Unite la questione della cosiddetta clonazione riprodut- tiva che fu iscritta all'ordine del gior- no del sesto comitato (affari legali) dell'Assemblea generale dell'Onu co- me "cloning of human beings". Ne nacque un dibattito al termine del quale fu deciso di prendere in consi- derazione la possibilità di elaborare una convenzione internazionale che impedisse la clonazione degli esseri umani. Alla fine del 2003 la Santa Sede, che ancora non aveva ottenuto grazie al- l'azione diplomatica dell'allora gover- no Berlusconi lo status di osservatore speciale di cui gode oggi, si inserì, con un documento di una pagina e mezzo, nel dibattito. In meno di due cartelle riuscì a mistificare l'intenzione prima- ria di Francia e Germania - impedire la Difendere la Moratoria che c'è ANGIOLO BANDINELLI [email protected] È davvero sgradevole dover constatare, fuori dei cori agiografici intonati da stampa e media, che l’argomento su cui papa Benedetto XVI ha più insistito nel corso del suo viaggio negli Stati Uniti è stata la vicenda dei preti pe- dofili, una vicenda che ha sicuramente devastato l’im- magine, e non solo l’immagine, di quella florida, poten- te e autorevole chiesa. Ancora sulla scaletta dell’aereo che lo avrebbe sbarcato a New York, ha detto di aver pro- vato “vergogna” per quegli episodi; successivamente, in più sedi e occasioni, ha rincarato chiedendo “perdono” a quanti ne erano stati offesi e incontrando anche - a sor- presa, sembra - una loro rappresentanza. Altri papi, suoi immediati predecessori, avevano chiesto perdono per errori e colpe commesse dalla chiesa, ma di ben altro spessore storico: fossero le sofferenze inflitte agli ebrei o il processo a Galilei. Da qualche tempo, esegeti autore- voli dell’attuale papa si erano compattamente mossi per demolire queste esternazioni: a loro avviso (ma certo an- che di Ratzinger) la chiesa di Roma non ha nulla di cui I silenzi del Papa all’Onu Libertà di parola! Alle pgg. 14-15 Campagna di primavera Regno Unito: Il cardinale cattolico Keith O'Brien dichiara che la legislazione inglese in materia di ricerca sulle staminali porterebbe a esperimenti “degni di Frankenstein”. Cile: Nonostante l’opposizione della Presidente Bachelet, la Corte costituzionale dichiara incostituzionale la distribuzione della pillola del giorno nei centri di sanità pubblica. Germania: La Conferenza episcopale tedesca critica il Bundestag: “L’embrione umano è persona e la vita umana non può essere uccisa ai fini di ricerca”. Dall’ONU alle istituzioni locali, i diritti civili sono nel mirino di una campagna globale vaticana. Già nel 2004, all’epoca dell’attacco alle Nazioni Unite contro la ricerca sulle staminali, Luca Coscioni creò un fronte alternativo. Che oggi va rianimato. continua a pagina 10 continua a pagina 2

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Agenda Coscioni - maggio 2008

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MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA

POSTE ITALIANE SPASPEDIZIONE IN A.P.

D.L. 353/2003CONV. L. 27/2/04 N°46

ART. 1 COMMA 2 DCB-ROMA

STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE

RACCOLTA FONDI

AGENDA COSCIONI PERIODICO

1 MARZO 2008AUT. TRIB. CIV. ROMA

N° 158/2007 DEL 17 APRILE 2007

DIR. RESP. GIANFRANCOSPADACCIA

VIA DI TORREARGENTINA, 76

00186 ROMA

2 - 10

CAMPAGNA DI PRIMAVERA I diritti civili sono nelmirino di unacampagna globale.Focus su Onu, GranBretagna, StatiUniti, Spagna,Germania.

17 - 23

LEGGE 40Alcuni dei miglioriinterventi nellacommissione sullalegge 40 tenuta al VIcongressodell’associazione.

Agenda CoscioniAnno III - N. 5maggio 2008

Direttore Rocco Berardo

MARCO [email protected]

Nell'autunno del 2004 l’AssociazioneLuca Coscioni, in collaborazione conil Partito Radicale Transnazionale, èriuscita, nel giro di pochi mesi, conuna mobilitazione straordinaria cheha legato cittadini italiani, organizza-zioni statunitensi e decine e decine diPremi Nobel, ad imporre un'altra mo-ratoria che, benché non fu definitacon quel termine, ha molto a che farecon quanto proposto alla fine del 2007da Giuliano Ferrara e che ha interessa-to parte della visita del Papa negli USAdella metà di aprile scorso.

Nel 2002 e successivamente nel 2003 igoverni di Francia e Germania, preoc-cupati della totale mancanza di rego-lamentazione dei più recenti sviluppidella ricerca scientifica in campo bio-medico, decisero di portare al cospet-

to delle Nazioni Unite la questionedella cosiddetta clonazione riprodut-tiva che fu iscritta all'ordine del gior-no del sesto comitato (affari legali)dell'Assemblea generale dell'Onu co-me "cloning of human beings". Nenacque un dibattito al termine delquale fu deciso di prendere in consi-derazione la possibilità di elaborareuna convenzione internazionale cheimpedisse la clonazione degli esseriumani.

Alla fine del 2003 la Santa Sede, cheancora non aveva ottenuto grazie al-l'azione diplomatica dell'allora gover-no Berlusconi lo status di osservatorespeciale di cui gode oggi, si inserì, conun documento di una pagina e mezzo,nel dibattito. In meno di due cartelleriuscì a mistificare l'intenzione prima-ria di Francia e Germania - impedire la

Difendere la Moratoria che c'è

ANGIOLO [email protected]

È davvero sgradevole dover constatare, fuori dei coriagiografici intonati da stampa e media, che l’argomentosu cui papa Benedetto XVI ha più insistito nel corso delsuo viaggio negli Stati Uniti è stata la vicenda dei preti pe-dofili, una vicenda che ha sicuramente devastato l’im-magine, e non solo l’immagine, di quella florida, poten-te e autorevole chiesa. Ancora sulla scaletta dell’aereoche lo avrebbe sbarcato a New York, ha detto di aver pro-vato “vergogna” per quegli episodi; successivamente, inpiù sedi e occasioni, ha rincarato chiedendo “perdono” aquanti ne erano stati offesi e incontrando anche - a sor-presa, sembra - una loro rappresentanza. Altri papi, suoiimmediati predecessori, avevano chiesto perdono pererrori e colpe commesse dalla chiesa, ma di ben altrospessore storico: fossero le sofferenze inflitte agli ebrei oil processo a Galilei. Da qualche tempo, esegeti autore-voli dell’attuale papa si erano compattamente mossi perdemolire queste esternazioni: a loro avviso (ma certo an-che di Ratzinger) la chiesa di Roma non ha nulla di cui

I silenzi del Papa all’Onu

Libertà di parola!Alle pgg. 14-15

Campagna di primavera

Regno Unito:Il cardinale cattolico KeithO'Brien dichiara che la legislazioneinglese in materia di ricerca sulle staminaliporterebbe a esperimenti “degni di Frankenstein”. Cile: Nonostante l’opposizione della Presidente Bachelet, la Cortecostituzionale dichiara incostituzionale la distribuzione della pillola del giorno nei centri di sanità pubblica.Germania: La Conferenza episcopale tedesca critica il Bundestag: “L’embrione umano è persona e la vita umananon può essere uccisa ai fini di ricerca”. Dall’ONU alle istituzioni locali, i diritti civili sono nel mirino di unacampagna globale vaticana. Già nel 2004, all’epoca dell’attacco alle Nazioni Unite contro la ricerca sullestaminali, Luca Coscioni creò un fronte alternativo. Che oggi va rianimato.

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2NAZIONIUNITE

CAMPAGNADI PRIMAVERA

I silenzi del Papaall’Onu

chiedere perdono agli uomini (o a dio).Vedremo come costoro vorranno chiosa-re il Ratzinger che si china dinanzi alle fe-rite inferte ai corpi di adolescenti daesponenti della sua chiesa e idealmentele lava e le lenisce, come la Maddalenadei Vangeli con Gesù.

Ma temiamo di andare, con queste os-servazioni, un po’ troppo lontano: per-ché forse il mea culpa di Ratzinger è mo-tivato dal tentativo di placare almeno inparte l’amarezza di quegli offesi: amarez-za che, traducendosi in richieste di risar-cimento pecuniario avanzate ai colpevo-li e, dietro di loro, all’istituzione, rischia-no di mandare a fallimento la pur riccachiesa d’oltreoceano. Una preoccupazio-ne giusta, quella del papa, un tentativocomprensibile, ma che non desta in noiparticolare simpatia. Per noi si tratta solodi un brutto affare, tremendamentemondano e terreno: anzi, terra terra.

Il papa ha ovviamente puntato soprattut-to ad altro, e in alto. Il momento più so-lenne del suo viaggio è stato l’interventoalle Nazioni Unite. A noi ha fatto moltaimpressione che Benedetto XVI sia statoricevuto in quella sede con un apparatoe un dispiegamento di belluria mediati-ca che replicava la già inconsueta acco-glienza offertagli dal Presidente degli Sta-ti Uniti, il quale si era recato personal-mente ad accoglierlo all’aeroporto e gliaveva quindi organizzato sui prati dellaCasa Bianca una pomposa cerimonia, al-la presenza - riferisce, se non erriamo, lastampa - di circa diecimila persone plau-denti. Un successo per Ratzinger e la suadiplomazia, di certo attenta al confrontocon il grande Woytjla, il papa capace diattirare a sé, con la sua mediatica caricaumana, grandi masse di fedeli.

***Applausi ed onori dunque, per Benedet-to XVI, alla Casa Bianca e alle NazioniUnite. Ma noi non riusciremo mai ad ac-

cettare la commistione tra il capo spiri-tuale della cristianità, o di una sua cospi-cua parte, e il Capo di uno Stato, quale è atutti gli effetti la Città del Vaticano: la no-stra lettura dei Vangeli, certo non cano-nica ma non del tutto isolata, si ferma suquel “Date a Cesare quel che è di Cesare,e a Dio quel che è di Dio”, che è la nega-zione a priori delle modalità con cui si èforgiata nei secoli la chiesa romana dopol’occupazione dei palazzi del potere, pri-ma offertigli da Costantino e poi mante-nuti in duraturo possesso grazie al collas-so dell’autorità imperiale in Occidente(in Oriente, dove il collasso non ci fu, lachiesa ha pure il suo spazio in quei palaz-zi, ma in posizione nettamente subalter-na).

Veniamo ora all’intervento di BenedettoXVI. Il papa già aveva iniziato con le Na-zioni Unite un dialogo, però da posizioniconflittuali; le aveva accusate di occupar-si solo di affari politici e dimenticando ivalori e le dimensioni etiche. Nel suo di-scorso, ci pare, Ratzinger ha invece rico-nosciuto l’insostituibile necessità del-l’istituzione riprendendo le parole pro-nunciate, sempre all’ONU, dal suo pre-decessore Giovanni Paolo II nella sua vi-sita del 1995: l’Organizzazione interna-zionale sia il “centro morale in cui tutte lenazioni del mondo si sentano a casa lo-ro, sviluppando la comune coscienza diessere, per così dire, una famiglia di na-zioni”; assai abilmente, Ratzinger ha an-che solleticato l’orgoglio dell’istituzione,denunciando il “paradosso” di un “con-senso multilaterale che continua a esserein crisi a causa della sua subordinazionealle decisioni di pochi”: l’allusione al-l’unilateralismo della politica esteraamericana ci pare evidente e indiscutibi-le. In generale, l’appello papale al ricono-scimento e alla difesa dei “diritti umani”legati alla “persona” ci trova perfetta-mente allineati. Non troviamo contrad-dizione tra le tesi di noi radicali, laiche edanticlericali, e quelle espresse da Ratzin-ger. In qualche misura, ci pare che i radi-cali siano addirittura un po’ più com-prensivi e generosi del pontefice, nel mo-mento in cui rivendicano la libertà reli-

giosa dei credenti cristiani o anche catto-lici anche in aree del mondo per le qualinon ci pare che la chiesa romana si siamai interessata sul serio.

Dove il nostro dissenso è di sostanza, èinvece nella interpretazione e definizio-ne di questi diritti. Per noi, i “diritti uma-

ni” (e, ancor più, i “diritti civili”) sonoconquista faticosa e sofferta, in una con-cezione storica della persona, non meta-fisica o, appunto, “naturale”. Il comples-so e instabile rapporto tra i diritti già ri-conosciuti e accettati e quelli ancora infieri o in evoluzione - come esemplar-mente accade oggi per la famiglia o per iconcetti di “vita” e di “morte” - ci avverteche il concetto stesso di persona è, nelsuo determinarsi storicamente, aperto e

plasmabile. Se si vuole, la strada maestraviene segnata dall’Occidente, permeatodalle concezioni cristiane ma anche gre-che o greco-ellenistiche, oltreché daquelle nate dal diritto romano, che si so-no fuse e via via intrecciate, generando legrandi visioni del gesuita Francisco de Vi-toria ricordato da Ratzinger e la Dichia-razione Universale del Diritti dell’Uomofiglia dell’illuminismo (come ha ricono-sciuto il teologo cattolico Vito Mancuso,in un bellissimo articolo apparso sul “Fo-glio” il 20 aprile scorso, su cui ritornere-mo). Ma, certo, il tema si presta a chiose,precisazioni, ampliamenti a non finire,senza che la chiesa romana possa riven-dicare l’esclusiva della sua interpretazio-ne. In questa direzione, perfino un passodell’intervento del papa appare significa-tivo: lì dove, nel rivendicare la “unità”della persona, egli riconosce che occorredistinguere “fra la dimensione di cittadi-no e quella di credente”. Il “cittadino” na-sce, non c’è dubbio, con la Rivoluzionefrancese, persino in contrapposizione al“credente”.

E’ certamente bene che di diritti umani ocivili si dibatta, senza però dimenticaredi scendere nel concreto e di porre allastessa chiesa alcune (im)pertinenti do-mande che investono sue precise re-sponsabilità: pensiamo al tema dell’AIDSe al rifiuto cattolico del preservativo, o al-la pretesa di voler imporre alle NazioniUnite la modifica dei suoi testi fonda-mentali perché venga accettata e pro-mossa la difesa della vita umana “dalconcepimento alla morte naturale”. Noncerto casualmente, Ratzinger non ne haparlato nel suo intervento - volutamenteecumenico, alla ricerca del consenso piùvasto - ma c’è da giurare che già domanii plenipotenziari vaticani al Palazzo di Ve-tro torneranno a battere su questo tasto.Temiamo che sui “diritti umani” e i “dirit-ti civili” il mondo laico e la chiesa (cosìcome tutte le posizioni fondamentaliste)avranno molto da disputare. Noi comin-ciamo subito, segnalando che, mentre sidilungava su questi temi, Ratzinger nonha fatto il minimo accenno alla Morato-ria sulla Pena di Morte che le Nazioni

Dal multilateralismo ai diritti umani, interviene su tutto ma non sulla pena di morte. Ora, Vito Mancuso, teologocattolico, lo contesta su scienza e illuminismo.

La nostra lettura deiVangeli, si ferma suquel “Date a Cesarequel che è di Cesare, e a Dio quel che è diDio”, che è lanegazione a prioridelle modalità concui si è forgiata neisecoli la chiesaromana

ANGIOLO BANDINELLIcontinua dalla prima

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CAMPAGNADI PRIMAVERA 3

NAZIONIUNITE

Unite hanno appena approvato. Eppure,il tema è strettamente collegato alle que-stioni relative alla identità, al valore, alsenso, della persona umana.

***Potrebbero, queste nostre osservazioni,apparire come l’astioso, impotente gra-cidare della rana dal fondo della palude,dinanzi all’imponenza del Re. Ci rifaccia-mo però riprendendo subito in manol’articolo di Vito Mancuso già citato. Ilgiovane e brillante teologo ci pare un al-leato autorevole, anche se non sappiamoquanto e cosa rappresenti della comuni-tà cattolica, italiana o internazionale. Ilmondo cattolico è in movimento, gliequilibri interni ed esterni alla chiesa so-no variabili, nessuna posizione, perquanto autorevole, può arrogarsi il dirit-to della loro rappresentanza ecumenica.Può darsi anche che oggi dialogare con ilmondo cattolico significhi sedere ad untavolo a più voci. Proprio in queste ore ciconforta il parere di un altro autorevolecattolico, Gianni Baget Bozzo, il quale haosservato come “la chiesa di papa Rat-zinger, ma già di Giovanni Paolo II, ha

scelto di pesare nel mondo in quantochiesa, e non più in quanto laicato poli-tico organizzato. O in base alla sua dot-trina sociale”, e come essa sia “tornata adessere nel mondo ‘corpo di Cristo’, e nonpiù ‘popolo di Dio’, espressione cara alConcilio…”. Prendendo spunto dalle re-centi elezioni italiane, il politologo osser-va dunque che tra la chiesa-istituzione eil mondo cattolico si è verificato, se nonuna rottura, uno iato. E’ già un fatto gra-ve. Vito Mancuso affonda il suo dissensosu temi propriamente dottrinali e teolo-gici (spingendosi anche oltre - ci pare -alle posizioni della scuola di Alberigo, ilbolognese Istituto per le Scienze Religio-se). Il giovane teologo commenta favore-volmente l’intervento di Ratzinger alleNazioni Unite, ma solleva “glosse” criti-che su alcuni punti di assoluto rilievo,quali sono i rapporti della chiesa con lascienza e con l’Illuminismo. Mancusonon approva che Ratzinger releghi “inuna proposizione concessiva il ruolo po-sitivo della scienza” puntando invece ildito accusatore sui pericoli che da essaderivano (“chiara violazione dell’ordinedella creazione…viene contraddetto ilcarattere sacro della vita…”); per quantoriguarda l’Illuminismo, Mancuso sostie-ne addirittura che “la sottolineatura del-l’universalità dei diritti umani” fatta daBenedetto XVI “non sarebbe pensabilesenza la lotta dell’illuminismo per l’uni-versalità della ragione politica, basata suidiritti umani che vengono dal basso enon sul diritto divino che scende dall’al-to…”.

Belle parole, intervento coraggioso. Sulpensiero del cattolico Mancuso occorre-rà tornare con maggiore ampiezza. Perquesta volta, vogliamo solo citare, dallostesso suo testo, un brano davvero graf-fiante:” E’ utile ricordare che nel 1832,quando già da mezzo secolo in AmericaThomas Jefferson aveva scritto la Dichia-razione d’Indipendenza approvata dalCongresso il 4 luglio 1776, qui da noi inEuropa papa Gregorio XVI scomunicavail cattolico liberale Felicité de Lamennais,reo di aver difeso pubblicamente l’ideadella libertà religiosa. Nell’Enciclica ‘Mi-rari vos’ che ne seguì, il papa definiva lalibertà religiosa un delirio, ‘deliramen-tum’, nell’efficace latino curiale”. Perchélo citiamo? Ma perché, nel suo interven-to alle Nazioni Unite, Benedetto XVI haspezzato una lancia proprio in difesa diquesto “delirio”, la libertà religiosa. Maquasi due secoli dopo Gregorio XVI.

Dworkin: “La posizionedel Papa è incompatibilecon il liberalismo”

MARIO RICCIARDIIl Riformista, 21 aprile 2008

[...] La tesi che Dworkin è venuto aesporre e a difendere si presenta comeuna sfida rispetto a certe opinioni chestanno raccogliendo consenso cre-scente negli ultimi anni, in particolaredopo gli attentati dell'11 settembre.Dworkin sostiene che non c`è bisognodi un fondamento religioso per l'ideadi diritti umani e che anche i credentidovrebbero ammettere che i principidella moralità politica - incluso quelloche protegge la libertà di culto - hannouna giustificazione indipendente dal-la religione. Da questo punto di vista, sicoglie immediatamente la distanza trail pensatore liberale statunitense e l`at-tuale pontefice. Benedetto XVI rivendi-ca l`autorità divina per giustificarel`esistenza di diritti che precedonoquelli stabiliti dalla legge positiva e li-mitano il potere dei legislatori.

La posizione ufficiale della Chiesa cat-tolica, esposta ancora una volta dal pa-pa nel suo discorso all`Onu, delinea unmodello dei rapporti tra religione e di-ritto che Dworkin respinge come in-compatibile con il liberalismo. Infatti,egli sostiene che il diritto di libertà reli-giosa «concepito in questo modo nonpresupporrebbe alcun diritto più ge-nerale da cui esso discende. Non pre-supporrebbe un diritto generale a de-cidere nelle materie che sono di im-portanza etica fondamentale per cia-scuno di noi: il diritto di sottoporsi a unaborto, per esempio, o di praticarel'omosessualità senza incorrere in unasanzione, di impegnarsi nella ricercasulle cellule staminali, o di porre fine

alla propria vita quando si è nello sta-dio terminale di una malattia e si soffreper via di questa condizione». PerDworkin, una società tollerante «nonpuò accettare un resoconto così ristret-to del fondamento della libertà religio-sa».

Dal punto di vista liberale, la giustifica-zione normativa della libertà religiosasi trova in un principio fondamentaleche non dipende dalla religione stessae «genera una concezione più genero-sa delle sfere di valore in cui gli indivi-dui devono essere lasciati liberi di sce-gliere per sé stessi». Una società tolle-rante non confessionale «deve trattarela libertà religiosa […] come un caso diun più generale diritto di libertà nonsolo religiosa ma etica». […]

La tesi che Dworkin difende affonda leproprie radici in una tradizione illumi-nista che, senza negare necessaria-mente il fondamento razionale dellecredenze religiose, cerca di mostrareche esse sono irrilevanti dal punto divista morale. Anzi, che la moralità ponevincoli a ciò che possiamo accettarecome doveroso, anche nel caso in cuila fonte del dovere sia la volontà divina.

Non è difficile immaginare che questatesi possa essere accolta da certi cre-denti, soprattutto protestanti. Menoprobabile che venga presa in conside-razione dalla Chiesa Cattolica. Ancorameno che faccia breccia tra le certezzedi un islamico radicale. Forse, come so-stiene Roger Scruton, questo è il limitepiù grave di buona parte del liberali-smo accademico contemporaneo:parla solo a chi ne condivide le pre-messe. Le ragioni dei liberali sono iner-ti per chi ha una concezione realisticadei dilemmi politici. Descrivendo lescelte dei credenti come se avesseroluogo in un'atmosfera rarefatta, lonta-na dalla vita quotidiana, i liberali comeDworkin risultano alieni per chi viveinvece un`esperienza religiosa intrisadi storia e di rito. Per queste persone undiritto che sia solo umano evidente-mente non è abbastanza. Gli argomen-ti dei conservatori attaccano le pre-messe da cui parte la riflessione di libe-rali come Dworkin. L`esito di questoconfronto di idee è ancora incerto.

Il nostro dissenso ènell’interpretazionestessa dei dirittiumani che non ciappartengono inquanto esseri umani,ma sono piuttostouna conquistafaticosa e sofferta,secondo unaconcezione storica enon “naturale” dellapersona.

Page 4: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

4GRAN BRETAGNACAMPAGNA

DI PRIMAVERA

“Budda ha spiegato che ognuno devegiungere alla decisione finale

attraverso la ricerca e lasperimentazione, non

affidandosi soltanto ai testireligiosi. Quando la scienzacontraddice chiaramente le

convinzioni buddisteaccetteremo la scienza, non

le antiche credenze”. (“Il mio Tibet. Conversazioni con il

Dalai Lama”, di Thomas Laird, pub-blicato da Mondadori).

“Il nostro pensiero si rivolge al modo incui i risultati delle scoperte della ricercascientifica e tecnologica sono statitalvolta applicati. Nonostante gli enormibenefici che l’umanità può trarne,alcuni aspetti di tale applicazionerappresentano una chiara violazionedell’ordine della creazione”

(Dall’intervento tenuto da Joseph Ratzinger all’ONU).

Minger: “Per capire, la chiesadialoghi con gli scienziati”

INTERVISTA A STEPHEN MINGER

Lo scienziato degli embrioni uomo-animale lotta per l'approvazione finale della suaricerca in Parlamento

GIULIA [email protected]

“Bisogna essere pronti a spende-re molto tempo e fatica per spie-gare la scienza ai politici, allastampa, a far passare il messag-gio all'opinione pubblica, farecapire alle persone quello chevogliamo fare con la nostra ricer-ca”. A dirlo è Stephen Minger, loscienziato degli embrioni ibridiuomo-animale, in un'intervistalampo, rilasciata dall'aeroportodi Heathrow in partenza per unlaboratorio di Copenaghen.L'appuntamento era per il gior-no prima, ma l'audizione parla-mentare cui ha partecipato, neigiorni caldi del dibattito per l'ap-provazione della legge per la fer-tilità e l'embriologia, si è protrat-ta più del dovuto. “Negli scorsidue anni ho probabilmente pas-sato migliaia di ore a rilasciareinterviste alla stampa”.

Stephen Minger,cosa sta succe-dendo nell'avanzatissima GranBretagna? Come si è arrivato alrifiuto dei ministri cattolici divotare la legge sull’embriologiae la fertilità?La vicenda parlamentare è an-data di pari passo al sermone pa-squale del Cardinale di Scozia,O’Brien, che ha definito la miaricerca “esperimenti alla Fran-kenstein”. Il risultato è stato cheil Primo ministro ha concesso li-bertà di voto su tre punti dellalegge: la creazione degli embrio-ni ibridi uomo-animale, la ne-cessarietà del padre nella fecon-dazione assistita, la possibilità difar nascere un figlio con il giustopatrimonio di tessuti per salvarela vita del fratellino o della sorel-lina.

Se l'Embryo bill non passerà,lasua ricerca sarà in pericolo.Tut-tavia, gli inglesi si erano giàespressi in favore della ricercasugli embrioni ibridi. Perché il

governo ora si tira indietro?Sono fiducioso che la legge verràadottata, anche nei suoi puntipiù controversi. Penso che il la-voro degli scorsi due anni darà isuoi frutti. Dalla nostra parte, pe-rò, possiamo contare sul sup-porto dell’opinione pubblica,della comunità scientifica, delleassociazioni di malati. Tutto ciòricade sulle spalle dei singoliparlamentari.

Negli Stati Uniti,la visita del Pa-pa ha segnato una fase dell'am-ministrazione Bush. Conse-guenze per l’avanzamento del-la scienza nei due paesi?Penso che la Chiesa cattolica inGran Bretagna abbia pochissimainfluenza, i cattolici rispetto allapopolazione rappresentano unapercentuale molto bassa. LaChiesa, però, si è impegnatamolto nel fronteggiare la ricercasugli embrioni. E' molto impor-tante discuterne, cercare il con-fronto. Abbiamo organizzato de-gli incontri con cardinali e parla-mentari cattolici, nel tentativo diaprire un dialogo, cosicché pos-sano almeno capire quello chestiamo facendo e le possibiliconseguenze della scoperta dinuove terapie.

Se i paesi occidentali mettonotroppi paletti alla scienza, pen-sa che le terapie e i farmaci delfuturo dovranno appoggiarsialla ricerca scientifica dei paesiin via di sviluppo? Non sorge-

rebbero maggiori questioni eti-che?Questa è una questione su cui si-curamente bisognerà soffermar-si. Ho meno remore nei confron-ti di paesi come la Cina, in cui gliscienziati devono seguire strin-genti linee-guida etiche per fareclonazione e ricerca su embrio-ni e per portare nuove terapienelle cliniche. Occorre invecestare attenti a paesi come l’India,dove la regolamentazione è qua-si assente, nonostante gli scien-ziati abbiano tentato di inqua-drare la ricerca in una corniceetico-normativa. Tuttavia, almomento si registra un’anomiache suscita molti dubbi, soprat-tutto fra i miei colleghi in Euro-pa. Sarebbe auspicabile una re-golamentazione internazionalesulla ricerca scientifica, tuttaviaad oggi non vi è l’interesse poli-tico per dare vita a un organismogiuridico di tal fatta.

Quale pensa possa essere lacausa principale del rapportoconflittuale fra Chiesa e Scien-za? Non saprei dire esattamente.Penso che la Chiesa non abbiaancora capito cosa stiamo fa-cendo. Nel dibattito parlamenta-re in corso, un prete anglicanoha sottolineato che secondo luigli embrioni creati da trasferi-mento nucleare di diverse specieanimali, non equivalgono agliembrioni umani. Questo perchénon possono essere impiantati,e anche se lo fossero, non po-

trebbero sopravvivere. Non han-no il potenziale di diventare es-seri umani. La Chiesa cattolicanon ha colto questo aspetto.Proprio per questo vogliamo in-staurare un dialogo con la Chie-sa, per far sì che possano vera-mente capire ciò che vogliamofare.

Come sta andando la ricerca su-gli embrioni ibridi?Per essere onesti, noi non abbia-mo ancora cominciato. Sto an-cora facendo domanda per i fi-nanziamenti, semplicementeperché non avrebbe avuto sensochiedere fondi senza avere lacertezza che il governo avrebbeautorizzato la ricerca. Ma so cheLyle Armstrong, dell’Universitàdi Newcastle, ha cominciato aprodurre embrioni uomo-ani-male per la ricerca, visto chehanno ottenuto la licenza all’ini-zio dell’anno. Non ho dubbi che

Armstrong avrà probabilmentesuccesso nella sua ricerca.

Continua a pensare che la GranBretagna sia il migliore paese almondo dove fare ricerca scien-tifica?La mia opinione non è cambia-ta, anzi, forse si è consolidata,dopo quanto è successo in Parla-mento. Inizialmente il governoera contro la nostra ricerca, madopo due anni di intenso dibat-tito siamo riusciti a convincerlidella sua bontà e qualità. Ciò di-mostra che gli scienziati possonoinfluenzare il governo e l’opinio-ne pubblica. Se l’Autorità per laFertilità e l’Embriologia avesserifiutato la nostra ricerca, l’avreiaccettato, ma non avrei avuto lostesso atteggiamento nei con-fronti di un rifiuto ideologico daparte del governo. Bisogna peròavere la volontà di affrontare tut-to questo.

Stephen MingerDirettore del laboratorio sulle cellule staminali del

King's College London. Nel maggio 2007 fu intervistato in an-teprima nazionale da Agenda Coscioni. Assieme ad Emily Jackson,membro dell'Hfea, l'autorità della Gran Bretagna per la fertilità el'embriologia, è stato a Roma – su invito dell’Associazione Coscio-ni - per discutere, con l’intergruppo dei parlamentari iscritti all’As-sociazione, di ricerca scientifica, etica e interesse pubblico. GB: Cardinali attacano sull’Embryo

Bill, e il voto slitta di settimane.Il voto sul discusso Embryo Bill è stato rimandato di qualche set-timana. Il Telegraph però già titola: “La Chiesa vince la battagliasull’Embryo Bill”. “Ci sono pochi dubbi – scrive il quotidiano bri-tannico – che la Chiesa Cattolica abbia finito per irritare il PremierBrown. Quest’ultimo ha accettato che i cardinali fossero contro iprovvedimenti previsti dal progetto di legge, ma il loro lobbyingaggressivo è stato senza precedenti. Il leader cattolico scozzese, ilcardinale Keith O'Brien, ha dichiarato che la legge porterebbe adapprovare esperimenti ‘di proporzioni tipo quelli su Frankenstein’.Il cardinale Cormac Murphy-O'Connor, capo della Chiesa d’In-ghilterra e del Galles, ha invocato il voto sciolto da qualsiasi ordi-ne di partito”. “Essere costretto ad arretrare dalla lobby cattolicanon dovrà essere stata una piacevole esperienza per il Primo Mi-nistro”.

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CAMPAGNADI PRIMAVERA 5

STATI UNITI

Medici in trinceaINTERVISTA A VICKI SAPORTA

Negli USA i movimenti religiosi fondamentalisti hanno dichia-rato guerra ai medici che praticano l'interruzione di gravidan-za e alle donne che vi ricorrono. Tutti i numeri del fanatismo.MARCO VALERIO LO [email protected]

D.ssa Saporta,negli Stati Uni-ti l’aborto è stato legalizzatonel 1973 grazie alla sentenzadella Corte Suprema sul casoRoe vs.Wade.Come si arrivòa questa svolta? Molti americani si batteronoper la legalizzazione del-l’aborto perché le donne con-tinuavano a morire nei pron-to-soccorsi a causa di abortiauto-procurati, praticati ma-gari con una stampella diquelle che oggi usiamo perappendere il cappotto. Ledonne mettevano a rischio laloro salute e le persone deci-sero che era il momento dicambiare. E’ in questo climache la Corte, con la sentenzaRoe v. Wade, depenalizzòl’aborto nel Paese.

Il fatto che sia stato un giudi-ce,e non come in Italia il legi-slatore – pur sostenuto da unreferendum popolare –,a le-galizzare l’aborto, come hainfluito sul dibattito succes-sivo?Alcuni degli oppositori hannotentato di ribaltare la decisio-ne presentando altri casi difronte alla Corte. Altri hannotentato di introdurre delle re-strizioni per via legislativa, siatramite il Congresso che a li-vello statale. L’anno scorso, alivello federale, è stato appro-vato il Federal Abortion Banche proibisce alcune proce-dure abortive. Poi ci sono le le-gislazioni dei singoli Stati: al-cune impediscono i finanzia-menti pubblici a questa prati-ca medica, altre impongonoun “periodo di riflessione” alladonna. Tutte restrizioni ad unaborto legale e sicuro. Infinealcuni hanno fatto ricorso al-la violenza per impedire alledonne di accedere ad unaborto legale e sicuro.

Negli Stati Uniti, infatti, me-dici ed operatori che pratica-no interruzioni di gravidan-za sono stati oggetto di attac-chi violenti da parte di fana-tici “pro-life”,“per la vita”,co-me essi stessi si definiscono.La National Abortion Federa-tion compila al proposito del-le statistiche dettagliate: daglianni ’90 abbiamo assistito aduna escalation di violenza,dovuta al fatto che alcune per-sone decisero che l’unico mo-do per fermare l’aborto fossequello di uccidere i medici chelo praticavano. Molti di lorosono parte di una rete clande-stina, l’“Army of God”, l’Eserci-to di Dio. Dal 1993 ad oggi vi

sono stati 7 omicidi, 17 tenta-ti omicidi, 41 attacchi esplosi-vi, 175 incendi dolosi…Perquesto abbiamo iniziato a la-vorare fianco a fianco con inostri medici, assicurandociche prendessero le necessarieprecauzioni, come pure ab-biamo attivato una stretta col-laborazione con le forze del-l’ordine affinché individuas-sero sul nascere alcuni segna-li che poi sarebbero potuti sfo-ciare in violenza. Nel momen-to in cui siamo riusciti a porta-re la questione alla ribalta, fa-cendo sì che l’opinione pub-blica e lo Stato federale vi de-dicassero la necessaria atten-zione, abbiamo assistito ad uncalo di questo genere di vio-lenza. Tutti noi che viviamo inuna società civilizzata nonpossiamo ovviamente per-mettere che un qualsiasiestremista decida di assume-re la legge nelle sue mani e usila violenza per impedire aduna donna di abortire. Ognigiorno lavoriamo per far sì chele donne possano avere ac-cesso ad un aborto sicuro, perfar sì che medici ed infermierinon siano costretti a rischiarela vita per garantire una curaadeguata della salute ripro-duttiva della donna.

In Italia non è raro che i me-dia ed alcuni ambienti politi-ci criminalizzino i mediciche praticano l'IVG, tratteg-giandoli come crudeli, al li-mite come assassini. Intimi-dazioni del genere che im-patto possono avere sul lavo-ro e la vita quotidiana di unmedico? Un impatto lo hanno sicura-mente. Anche negli Stati Uni-ti i medici che praticanol’aborto non sono visti sottouna luce favorevole, comepure c’è ancora un marchiod’infamia sulle donne che ri-corrono all’aborto. Eppure imedici continuano a pratica-re l’IVG, anche perché sannoche ciò che fanno protegge lasalute della donna, la sua vita.Molti di questi medici sonograndi professionisti. Veri epropri eroi che decidono disopportare intimidazioni eminacce.

Nel nostro paese al medico siriconosce il diritto all’obie-zione di coscienza; però lastessa legge prevede che lastruttura ospedaliera debbacomunque essere in grado dioffrire al paziente la possibi-lità di abortire.Cosa avvienenegli USA?Da noi i medici hanno la pos-sibilità, nel modo più totale, di

scegliere se vogliono o menopraticare aborti. Negli USA c’èeffettivamente una carenza dimedici che praticano l’aborto.L’87% delle nostre Contee nonha nemmeno un medico chesceglie di praticarlo, e la per-centuale sale al 97% se ci limi-tiamo alle aree non urbaniz-zate. Nelle cittadine di campa-gna una donna può essere co-stretta a viaggiare anche più di50 miglia prima di ottenere lapossibilità di interrompereuna gravidanza. Non esisteuna legge che obblighi lastruttura ospedaliera, e tantomeno il medico, a praticareun aborto.

Recentemente un noto gior-nalista italiano, facendocampagna per una cosid-detta “moratoria sull’abor-to”, ha scritto:“Abort macht

frei. Abtreibung macht frei.Questo bisognerebbe scri-vere […] davanti [...] agliospedali dove si praticano lecosiddette interruzioni digravidanza”.Anche negli Stati Uniti vi so-no politici che prendono po-sizioni estreme partendo daun punto di vista contrarioalla libertà di scelta. Ma la re-altà è che l’aborto protegge lasalute della donna e salvamolte vite. Anche per questola maggioranza degli ameri-cani ha continuato, dal 1977,a sostenere il diritto delladonna di prendere da sé ledecisioni legate al suo corpo.La maggior parte degli Ame-ricani non sarebbe d’accor-do con quella frase di Ferra-ra. E credo che anche la granparte degli italiani non lo sia.

INTERVISTA A MELINDA DUBOIS

Quando gli anti-abortistiuccidono

Parla ad Agenda Coscioni la responsa-bile della clinica di New York nella qua-le si è consumato l'ultimo omicidio diun medico abortista per mano di unestremista religioso.La d.ssa Melinda Dubois è direttrice del Buf-falo Gyn Womenservices, struttura ospeda-liera dello stato di New York con anni di espe-rienza alle spalle nel campo dell'interruzio-ne di gravidanza.Ogni giorno, di fronte alla nostra clinica, vi so-no manifestazioni. Cartelli, slogan, urla rivolteverso i nostri pazienti ed il nostro staff. Quoti-dianamente. Ma nel 1998 uno dei nostri spe-cialisti, il Dr. Slepian, un medico che praticavaaborti, è stato ucciso nella sua casa, davanti al-la moglie e ai figli. Per l'indomani era previstopraticasse – proprio lui – una interruzione digravidanza. L'intero paese, letteralmente, fusconvolto. L'assassino, James Kopp, membrodi un gruppo anti-abortista chiamato “GliAgnelli di Dio”, venne arrestato nel 2001 inFrancia. Atti di violenza di questo tenore nonavvenivano da tempo. Fu un segnale allar-mante, per i medici innanzitutto. Molti di lorosi spaventarono; alcuni non praticano più IVG,

altri lo fanno praticamente in segreto, renden-do molto più difficile per la donna accedere aquesta tecnica. Da sei anni a Buffalo, impor-tante città dello Stato di New York, non abbia-mo un medico locale che pratichi IVG nel no-stro ospedale. I medici arrivano da fuori; scen-dono dall'aereo, operano, e poi ripartono.

Qual'è l'atteggiamento dei media statuniten-si quando si parla di aborto ed autodetermi-nazione? Glielo chiedo alla luce di un dibat-tito che alcuni cattolici oltranzisti e “atei-de-voti”hanno riaperto in Italia.Uno di loro inparticolare,sostenendo una cosiddetta “mo-ratoria sull'aborto”, ha scritto che, un comedi fronte ai lager nazisti, di fronte agli ospe-dali nei quali si praticano IVG,bisognerebbescrivere: “Abort macht frei”. Come giudicaun'affermazione del genere? E' un'idea terrificante. Inoltre la stessa “mora-toria”, applicata all'aborto, non ha senso. Laquestione è quella di scegliere tra la tutela del-la salute della donna o la sua negazione. NegliStati Uniti la situazione è questa: alcuni anti-abortisti sono molto ascoltati nel settore me-diatico, nonostante vi sia una maggioranza si-lenziosa di cittadini americani favorevole allalibertà di scelta per la donna. Il problema è chequesta maggioranza non sta lì, ogni giorno, arivendicare questa posizione; se un numeromaggiore di persone manifestasse la propriaopinione, parlasse magari della sua esperien-za personale, credo che questo eliminerebbedefinitivamente il marchio d'infamia che alcu-ni vorrebbero imporre su donne e medici.(MVLP)

Vicki SaportaPresidente e direttrice della National Abortion Fede-

ration (NAF), l’associazione professionale dei medici abor-tisti negli Stati Uniti ed in Canada. “Crediamo che alle donnesi debba fare fiducia – si può leggere dal sito web dell’asso-ciazione – perché possano decidere privatamente, consul-tandosi con i propri medici”.

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6SPAGNACAMPAGNA

DI PRIMAVERA

MARCO CAPPATOAgenda Coscioni, agosto 2007

Quando il Vaticano aprì alle Nazioni Unite la crociata per la messa al bandomondiale della ricerca sulle cellule staminali embrionali, Luca Coscioni si ap-pellò ai massimi scienziati per reagire. Il Partito Radicale li invitò a prendere laparola davanti ai membri della Commissione per i diritti umani dell'ONU aGinevra. Bernat Soria rispose per primo all'appello. Soria aveva lasciato laSpagna per andare a far ricerca libera a Singapore. Tornò nel suo Paese soloquando, forte di due milioni di firme contro i divieti all'uso di staminali em-brionali per combattere il diabete, ottenne le garanzie di poter andare avan-ti con i suoi esperimenti. Con noi a Ginevra, spiegò che la ricerca sulle stami-nali è fondamentale per cercare una cura contro il diabete, una malattia checolpisce oltre duecento milioni di persone nel mondo. E che per questo firma-va l'appello di Luca. "El Pais", il più importante quotidiano spagnolo, dedicòa questo evento un'intera pagina. Nessun giornale italiano spese nemmenouna riga. Nel febbraio 2005, due giorni prima della morte di Luca, Soria inter-venne alla Sessione costitutiva del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricer-ca, parlandoci della necessità di libera circolazione di informazioni tra le retieuropee di scienziati. Bernat Soria è il "nostro" Ministro della salute: per sto-ria, per obiettivi, per cultura. È il Ministro di una politica laica e rivolta al futu-ro, quella di Zapatero […].

Il nostro ministro della Salute abita in Spagna

ZAPATERO PUNTA TUTTO SU RICERCA E SALUTE

CRISTINA MONTINI

Importanti conferme giungonoancora una volta dalla Spagna. Perquanto concerne lo sviluppo delsettore scientifico, la volontà dicontinuare sulla strada già traccia-ta è testimoniata dalla creazionedel nuovo Ministero della Scienzae dell’Innovazione, affidato alla

biologa Cristina Garmendia, edalla riconferma di Bernat Soriacome Ministro della Salute.

Soria è uno dei massimi scienzia-ti sulla ricerca con le staminali em-brionali. Già prima di essere no-minato per la prima volta alla gui-da del dicastero dal Primo mini-stro Zapatero, Soria aveva parteci-pato alla Sessione costitutiva e al

primo incontro del CongressoMondiale per la libertà della ricer-ca scientifica, organizzato dallanostra Associazione. Durante ilsuo primo mandato si è distinto,tra l’altro, per aver sviluppato unambizioso “Piano di ricerca bio-medica”, per cercare terapie alter-native avanzate per il trattamentodi patologie come diabete, cardio-patia, sclerosi multipla, lesioni spi-nali e per aver reso obbligatorio,per le adolescenti, il vaccino con-tro il cancro del collo dell’utero.Uno degli ultimi risultati raggiun-ti da Soria prima della fine del suoprecedente mandato è stata l’ap-provazione, nel luglio del 2007,della legge sulla ricerca biomedi-ca. Nel preambolo di questa legge siafferma che la ricerca biomedicaè “uno strumento chiave […] permigliorare la qualità e l’aspettati-va di vita dei cittadini e per au-mentare il suo benessere” e ven-gono fissate norme in ambiti pri-ma non regolati quali l’otteni-mento, la donazione e l’uso di em-brioni e feti umani, delle loro cel-lule, dei tessuti e degli organi, qua-li la creazione di biobanche e larealizzazione di analisi genetiche,nonché la conservazione di cam-pioni biologici. Inoltre in base all’art. 77 è statoistituito in Spagna il primo Comi-tato nazionale di Bioetica (CNB),organo collegiale, indipendente ea carattere consultivo, compostodi 12 membri provenienti dalmondo scientifico, giuridico ebioetico, cui sono affidati il com-pito di intervenire su tutti quegliaspetti che hanno implicazionietiche e sociali nell’ambito dellamedicina e della biologia, renden-do pubblici rapporti, proposte eraccomandazioni, di fissare diret-tive e principi generali per l’elabo-razione di “codici di buone prati-che per la ricerca scientifica” ed in-

fine di rappresentare la Spagna neifori internazionali di bioetica.L’Associazione Coscioni ha invia-to gli atti del Congresso Mondialeai membri del CNB spagnolo,complimentandosi per la loro re-cente nomina. Il magistrato JoséAntonio Martín Pallín e la profes-soressa Yolanda Gómez Sánchezhanno risposto per ringraziare emanifestare il loro interesse neiconfronti dell’iniziativa.

Ma se da un lato il governo cercadi guidare il paese verso un mag-giore sviluppo scientifico, anchein Spagna c’è chi cerca di porre fre-ni; lo dimostra l’esito del recente IICongresso di Bioetica “Presente efuturo con cellule troncali”, duran-te il quale diversi esperti di bioeti-ca, scienziati e giuristi, pur difen-dendo il proseguimento dell’at-tuale ricerca con le cellule embrio-nali, hanno proposto una morato-ria di 5 anni sugli esperimenti diclonazione degli embrioni umani. La foto di Bernat Soria, ministro della Salute spagnolo,

campeggia sulla prima pagina di Agenda Coscioni dell’agosto 2007.

Se da un lato ilgoverno cerca diguidare il paeseverso unmaggioresvilupposcientifico,anche in Spagnac’è chi pone deifreni a questaapertura

Contro la conferma di Zapatero la Chie-sa risponde con l’ultraconservatore.Il 9 marzo, alle elezioni nazionali, i cittadini spagnoli hanno con-fermato Josè Luis Zapatero come primo Ministro spagnolo. Laconferma di Soria al dicastero della Salute, come spieghiamo ac-canto, fa ben sperare per la libertà di ricerca scientifica nella pe-nisola iberica. Nel frattempo però cambiano anche i vertici dellaConferenza episcopale spagnola: torna l’arcivescovo anti-Zapa-tero Antonio Rouco Varala. Ultraconservatore, Varala è il bracciodestro di Ratzinger in terra spagnola. Nel 2005 inaugurò una for-te contrapposizione con il primo governo Zapatero, sponsoriz-zando la manifestazione oceanica delle famiglie cattoliche con-tro la legge sulle nozze gay.

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CAMPAGNADI PRIMAVERA 7

GERMANIA

Se anche la Germania apre alle staminali embrionali…

STAMINALI EMBRIONALI

Juno, l’appropriazione indebitadi Giuliano Ferrara

CARMEN SORRENTINO

L’11 aprile scorso il Parlamentotedesco ha parzialmente atte-nuato gli effetti negativi dellaStammzellgesetz, la legge che dal2002 regola la ricerca sulle cellulestaminali embrionali in Germa-nia. Tramite un regolamento èstato modificato il cosiddetto Sti-chtag, il termine ultimo entro ilquale devono essere state pro-dotte le cellule embrionali su cuisi può effettuare la ricerca. Taletermine inizialmente era fissatoal 1° gennaio 2002, anno di ema-nazione della legge. Le cellule,che pure ancora devono esserericavate da embrioni soprannu-merari e all’estero, da ora posso-no risalire al massimo al 1° mag-gio 2007. La legge così modificataè stata definita forschungsfreun-dlich, letteralmente “amica dellaricerca”, perché un termine piùvicino permetterà l’utilizzo dicellule meno vecchie quindi piùvitali e maggiormente adatte. Lamodifica è stata votata da 346 de-putati su 580. I voti contrari sonostati 228, solo sei gli astenuti. Inprecedenza i deputati avevanobocciato tanto la completa abo-lizione dello Stichtag che il totaledivieto di ricerca sulle staminali.Fondamentale è stato il ruolodella comunità scientifica nelchiedere una revisione della leg-ge in senso maggiormente favo-revole alla ricerca. Persino la can-celliera Angela Merkel e la Mini-

stra per la Ricerca scientifica An-nette Schavan (ambedue CDU) sierano espresse a favore del prov-vedimento, mettendo per moltotempo a dura prova la tenuta delgoverno. Con la mozione ora ap-provata, presentata dai deputatiRené Roespel (SPD) e Ilse Aigner(CSU), è stato inoltre chiarito chegli scienziati tedeschi non si ren-dono punibili partecipando aprogetti internazionali di ricercasulle staminali. La Chiesa cattoli-ca si è opposta fin dall’inizio adun cambiamento del termine ul-timo per l'importazione. Il presi-dente della conferenza episcopa-le tedesca, Robert Zollitsch, hachiesto anzi un divieto totale del-

la ricerca sulle cellule staminaliembrionali. Alla vigilia dell’approvazione delSettimo Programma Quadro perla Ricerca in Europa, la Germaniaera insieme all’Italia a capo del

blocco contrario al finanziamen-to dei progetti sulle cellule stami-nali embrionali. La Germania haora fatto un notevole passo avan-ti soprattutto in termini di dialo-go tra la comunità scientifica equella politica, mentre in Italia lalegge 40 rimane proibitiva per laricerca e i ricercatori italiani deltutto inascoltati. La Germania si è distinta negli ul-timi mesi anche per la nominadel nuovo Comitato etico che pu-re è stata ritardata, probabilmen-te dalle stesse polemiche chehanno riguardato la modificadella Stammzellgesetz. Il Comita-to avrà funzioni tanto consultiveche informative rispetto al pub-

blico. I suoi 26 membri sono perlegge indipendenti e i loro nomi-nativi vengono suggeriti a metàtra il governo e il parlamento fe-derale. La Ministra per la Ricercatedesca Annette Schavan ha di-

chiarato che la struttura del nuo-vo comitato è in linea con laprassi internazionale e che essolavorerà in modo indipendentee in piena sovranità nei confron-ti del parlamento e del governofederale. L’accordo sulla nominae quello sulla revisione della leg-

ge sono stati raggiunti pressochécontemporaneamente, lascian-do pensare non solo ad una ritro-vata stabilità governativa ma for-se anche ad un processo di rifor-ma in atto in Germania. Infatti ol-

tre all’innovazione operata daquel paese con l’istituzione delnuovo Deutscher Ethikrat, va ri-levato comunque che prima delsuo scioglimento, a luglio 2007, ilprecedente comitato si era pro-nunciato a favore di una revisio-ne della legge sulle cellule stami-nali embrionali. Un dibattito du-rato poco più di sei mesi ha por-tato ai risultati che sono sotto inostri occhi e a cuore di tanti ri-cercatori.

Cosa sono le cellule staminali embrionali?Una cellula staminale è una cellula che può dividersi, può pro-liferare e questo è importante, perché è una cellula che può ge-nerare una massa critica sufficiente a risolvere alcuni proble-mi; inoltre è in grado di differenziarsi, potrebbe essere trasfor-mata in un altro tipo di cellula. La conseguenza delle due pri-me proprietà è che la cellula staminale potrebbe essere utilizza-ta per riparare un tessuto e per rimpiazzare una funzione chesia stata persa o compromessa in un paziente” (dall’interventodi Bernat Soria al primo incontro del Congresso Mondiale).

Vescovi tedeschi: l’embrione è persona, la ricerca è killer.10 aprile. Alla vigilia del dibattito al Bundestag sulla modifica del-la legge sulle cellule staminali, il presidente della Conferenza epi-scopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, ha rivolto un appellocontro un allentamento della “regola della scadenza”. “Una ricer-ca che utilizzi gli embrioni non è mai giustificabile”, ha dichiaratosecondo l’agenzia SIR. “L’embrione umano è persona fin dall’ini-zio e nessuno ha il diritto ad una guarigione che comporti la com-pleta strumentalizzazione di terzi. In ciò non esistono spazi perun ripensamento”. “La vita umana non può essere uccisa ai fini diricerca. La libertà di ricerca non può essere contrapposta alla tu-tela fondamentale della vita”.

GIANFRANCO CERCONE

Da ogni favola si può tentare di dedurreuna morale. Eppure, l’autore può averlaraccontata soltanto per il piacere di rac-contarla; e la pretesa dell’ascoltatore ditrarne comunque un insegnamento, puòforzare il racconto, obbligarlo a esprimereun messaggio univoco, quando potrebbesuggerirne tanti altri, anche in contraddi-zione con quello.In questo inconveniente mi pare che siaincorso Giuliano Ferrara, quando ha stru-mentalizzato – sia pure con finezza – il film“Juno”, a sostegno delle sue tesi antiabor-tiste.Il film racconta le vicissitudini di una ra-gazza di quindici anni, che resta inaspet-tatamente incinta dopo un rapporto ses-suale con un coetaneo. E’ vero che dopoaver manifestato il proposito di abortire ciripensa, anche sfavorevolmente impres-sionata dal modo freddo e un po’ ruvidocon cui viene accolta da un’associazione disolidarietà alle donne.

E, rispondendo all’annuncio su un giorna-le, preferisce affidare il nascituro a unacoppia sterile – due coniugi giovani, agiati,belli e simpatici – che, a prima vista, lesembra possano garantire a suo figlio unacrescita serena. (Aiutata evidentemente daleggi che non rendono molto complicatal’adozione).Ora: si può dire con certezza che l’autoreavrebbe biasimato l’aborto?Non mi pare; come non mi pare che egli sipreoccupi di giudicare la protagonista. Sache ciò che conta in ogni buon racconto èche il comportamento del personaggio ri-sulti convincente e vivo, piuttosto che con-forme a un principio morale o a una tesipolitica.Da questo punto di vista, ciò che partico-larmente persuade nella ragazza è la com-presenza di spavalderia da un lato (lin-guaggio e humour sboccato, una determi-nazione ostentata), e di ingenuità dall’al-tro.La coppia ideale a cui vorrebbe affidare ilfiglio, non è forse una bella favola rassicu-

rante, a cui un’adolescente vorrebbe tantocredere? E quando la ragazza si accorgeche il marito di quella coppia vorrebbe se-durla e forse trasferirsi a vivere con lei, nonsi ha l’impressione di un sogno che cada infrantumi, riportandoci a una realtà diffici-le, che non offre appigli sicuri, dove si puòcontare soltanto su se stessi, sulla propriaenergia e sul proprio senso pratico?Intendiamoci: il mondo in cui si muove Ju-no, a partire dalla sua famiglia, non è affat-to ostile. Ma la ragazza si trova comunquead affrontare un problema più grande del-la sua età; in ultima analisi, da sola. (Gli uo-mini, a partire dal suo boyfriend, risultanonegativamente latitanti).Va detto, che l’esito del suo percorso conasseconda gli auspici più tradizionalisti: ilbambino viene affidato a una donna sola(dopo che, en passant, la ragazza avevapensato di darlo anche a una coppia di le-sbiche).Ecco allora un altro possibile messaggio:“Juno” è un film a favore delle nuove formedi famiglia!

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8 LE LEGGI SULL’ABORTO NEL MONDO 2007

MIRELLA [email protected]

Va dato atto al Ministro della Sa-lute Livia Turco d’aver volutoanticipare la presentazione del-la relazione annuale al Parla-mento sulla attuazione dellalegge 194 al fine di rispettare ilsuo impegno istituzionale di ri-ferire sull’applicazione dellalegge nel periodo di vigenza delproprio mandato.I dati presentati il 21 aprile 2008riguardano i definitivi del 2006e i preliminari del 2007. Unaprima valutazione generalenon può che essere positiva perla riduzione sostanziale dellapercentuale di aborti nel nostropaese. Il tasso di abortività (nu-mero delle IVG per 1000 donnein età feconda tra 15-49 anni),che è l’indicatore più accuratoper una corretta valutazionedella tendenza al ricorso al-l’IVG, nel 2007 è risultato pari a9.1 per 1000, con un decremen-to del 3.1% rispetto al 2006 (9.4per 1000). Tanto per fare unconfronto i tassi sono del 17.3per 1000 in Francia, del 18.3 per1000 in Inghilterra e del 20.6 per1000 in Svezia. Ma continua aessere confermata la discrepan-za tra i dati riguardanti le donneitaliane e quelle straniere, chehanno rappresentato il 31.6 %delle IVG in Italia nel 2006. In-fatti nel 2006 se per le italiane viè stata una riduzione del 3.7%rispetto al 2005 e di oltre il 60%rispetto al 1982 (anno in cui leIVG sono state piu' numerose),per le donne straniere vi è statoincremento del 4,5% rispetto al2005. Questo dato conferma lanecessità di attivare le misure diaccesso alla contraccezione, siada un punto di vista organizza-tivo che di "promozione" dellacontraccezione.

Prevenzione- L'Italia è il paesedove si paga per la contraccezio-ne (sia che si consideri quella or-monale, ovvero pillola, cerotto oanello vaginale, sia che si consi-deri quella meccanica, ovverospirale e preservativo), ma dovel'interruzione volontaria dellagravidanza è totalmente gratui-ta. Per la contraccezioned'emergenza (la cosiddetta pil-lola del giorno dopo) una don-na che si rivolge al Pronto Soc-corso (italiana o straniera) pa-gherà 25 euro di prestazionequale "codice bianco" e 11 europer la confezione della pillola.

Aborti clandestini- La nuovastima degli aborti clandestini èaggiornata al 2005 con un'ipo-tesi massima di 15 mila abortieffettuati al di fuori della legge194, correggendo al ribasso leprecedenti stime che indicava-no tale soglia attorno ai 20 mila

aborti clandestini. Avremmovoluto avere un dato più aggior-nato e un'analisi accurata sullapersistenza del fenomeno.

Obiezione di coscienza- Mail grande contributo che la rela-zione del Ministro rappresentanell’analisi di questa problema-tica in Italia, è l’aggiornamentodei dati sull’obiezione di co-scienza. Il vero “tallone di Achil-le” – come dice Silvio Viale – del-la 194. L'obiezione di coscienza(odc) dei medici è in aumento.Finalmente il Ministro presen-ta una fotografia aggiornatadella situazione. Fra i ginecolo-gi l’odc è passata dal 58,7% al69,2%; fra gli anestesisti dal45,7% al 50,4%; fra il personalenon medico dal 38,6% al 42,6%.Questi dati, aggiornati dalle Re-gioni (i dati precedenti risaliva-no al 2003 e in alcuni casi al1999) evidenziano la situazioneche gli operatori della 194 de-nunciano da anni ormai. In al-cune situazioni quali la Campa-nia, l'obiezione di coscienza peri ginecologi passa dal 44,1%all'83%; per gli anestesisti dal40,4% al 73,7%; per il personalenon medico dal 50% al 74%. InSicilia, si va dal 44,1% all'84,2%dei ginecologi; dal 43,2% al76,4% degli anestesisti; dal41,1% al 84,3% del personalenon medico. "Questi livelli sonotali - afferma il ministro - daprefigurare un'oggettiva condi-zione di grave difficolta' per ledonne nell'accesso ai servizi. Inquesto senso viene ribadita laraccomandazione : “di monito-rare l’adeguata offerta delle pre-stazioni, anche in relazione al-l’aumento del fenomeno del-l’obiezione di coscienza da par-te del personale dei servizi, al fi-ne da una parte di garantire lalibertà di obiezione - ricono-sciuta dall’articolo 9 della legge194/1978 - e dall’altra di garan-tire la continuità assistenziale.[…] Le Regioni […] devonocontrollare e garantire l’attua-zione della legge, anche attra-verso la mobilità del personale”

“Obiezione” sulla Basilicata -Rimane un grosso punto inter-rogativo: in Basilicata, la per-centuale dei ginecologi obietto-ri risulterebbe del 44%; in realtàè il doppio! Ci troviamo di fron-te a un'eccezione (peraltro de-nunciata da noi radicali - e inprimis da Maurizio Bolognetti -da almeno due anni) o la nonverifica dei dati costituisce la re-gola per tutte le altre regioni? Senel 91.5% dei casi la degenza èrisultata inferiore ad 1 giorno el’isterosuzione, in particolare lametodica secondo Karman,rappresenta la tecnica più uti-lizzata (84.7%), (comportandorischi minori di complicanze

per la salute della donna) per-mane elevato (84.8%) il ricorsoall’anestesia generale. Risultaevidente - dice la relazione - chetale procedura non appare giu-stificata, soprattutto se si tieneconto del dato che l’80% delleIVG viene effettuato entro la de-cima settimana gestazionale,ed è in contrasto con le indica-zioni formulate a livello inter-nazionale. In tal senso, l’attiva-zione di corsi di aggiornamen-to professionale per modificarele attuali procedure anesteticheè raccomandata.

Aborti terapeutici - Il nume-ro degli aborti terapeutici, effet-tuati dopo il 90mo giorno digravidanza, è rimasto invariato.La loro percentuale nel 2006 èstata complessivamente del2,9%, di cui il 2,2% effettuati trala 13ma e 20ma settimana e lo0,7% dopo la 21ma settimana.Questo dato è davvero incorag-giante, a fronte dell'aumentovertiginoso della diagnosticaprenatale. Ma ancora va rilevatala discrepanza tra le donne ita-liane e quelle straniere.

Ru486 - La relazione del Mini-

stro dà contoufficialmente dell'iterburocratico che l'im-missione in Italia della RU 486 oMifepristone sta seguendo. Par-ticolarmente significativo è ildato citato che riguarda la si-tuazione negli altri paesi euro-pei (Francia, Gran Bretagna,Svezia) dove questa metodica èormai usata dagli anni Novan-ta: nel 2006 più di un quartodelle donne ha scelto l'abortofarmacologico, senza che la suaintroduzione abbia modificatol'andamento del tasso di abor-

tività e il rischio di complican-ze. La Commissione Europea,come tra l'altro già riportatonell'ultima relazione presenta-ta al Parlamento, ha anche ap-provato le raccomandazionidell'Emea per uniformare le in-dicazioni del farmaco nel-l'Unione Europea. Cosa aspet-ta il consiglio di amministrazio-ne dell'Aifa ad esprimere il pro-prio parere finale sulla autoriz-zazione all'immissione in com-mercio del medicinale?

Tempi di attesa - Ancora undato significativo: nel 2006 è di-minuita la percentuale di IVG

effettuate entro 14 giorni dal ri-lascio del certificato rispetto al2004 ed è di conseguenza au-mentata la percentuale di IVGeffettuate dopo oltre tre setti-mane: 18.0% nel 2006 rispetto a16.4% nel 2005. Questo signifi-ca che la paziente che chiedeuna IVG aspetta un periodomaggiore rispetto a quello rac-comandato dalle linee guidapiù accreditate nei protocolli diriferimento.Questo dato è damettere in relazione alle defi-cienze organizzative del nostrosistema sanitario che contienein sé le ragioni per effettuarel’IVG nelle condizioni meno fa-vorevoli nel rispetto della salu-te della donna.

Consiglio d’Europa - Questoè il senso della raccomandazio-ne che ci viene dall’assembleaparlamentare del Consigliod'Europa che ha votato il 16Aprile una risoluzione che chie-de che venga garantito il dirittoall'aborto senza rischio e legalein Europa (lucacoscioni.it/con-siglioeu). La risoluzione denun-cia quella che viene chiamata la"inaccessibilità de facto" neipaesi membri dove l'aborto è le-gale per i numerosi vincoli im-posti che di fatto restringonol'accesso ad un aborto senza ri-schi: l'assenza dei medici che ac-cettino di praticare l'aborto (perle clausole di obiezione di co-scienza); l'assenza di strutture dicura; le consulenze mediche ob-bligatorie ripetute; i lunghi tem-pi di riflessione e d'attesa.

Gli ultimi numeri sull’aborto in Italia

CASO ITALIA

L'obiezione di coscienzadei medici è in aumento.Nel Sud addirittura sipassa al raddoppio.

Page 9: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

ALESSANDRO GERARDI [email protected]

Nel 2006, dopo un nostroesposto, la Procura della Re-pubblica di Roma ha apertoun’inchiesta per accertarel’eventuale esistenza di com-portamenti penalmente rile-vanti nella condotta dei medi-ci che si rifiutano di prescrive-re la c.d. “pillola del giorno do-po”. L’inchiesta, allo stato, ècontro ignoti e tra i reati ipotiz-zati a carico dei medici obiet-tori vi è l’omissione d’atti d’uf-ficio. Una volta compiuti gliaccertamenti ad opera dellapolizia giudiziaria, però, ilpubblico ministero titolaredelle indagini ha deciso dichiedere al GIP l’archiviazionedel procedimento in quantonel caso di specie il medicoche si è richiamato all’obiezio-ne di coscienza non avrebbefatto altro che esercitare unsuo legittimo diritto. Alla richiesta della procura cisiamo ovviamente opposti il-lustrando i motivi giuridico-scientifici sulla base dei quali,a nostro avviso, i medici obiet-tori di coscienza dovrebberoinvece essere chiamati a ri-spondere in sede penale delloro operato. Da un punto di

vista medico, infatti, la que-stione è chiara. Il Norlevo è unfarmaco, disponibile in doseunica, che non ha controindi-cazioni mediche e che vieneprescritto semplicemente sul-la base delle dichiarazioni del-la donna che ha avuto l’inci-dente contraccettivo. Del re-sto, checché ne dicano il Co-mitato Nazionale di Bioetica ela Pontifica Accademia per laVita, la pillola del giorno doposerve esclusivamente ad inibi-re l’ovulazione e non ha per-tanto alcuna efficacia abortivanon agendo sull’impianto del-l’ovulo fecondato, come peral-tro dimostrano tutte le più re-centi evidenze scientifiche,tanto è vero che è inserita dal-l’OMS nella “classe 1 – senzarestrizioni d’uso” poiché sod-disfa tutti i criteri per un pro-dotto da banco: tossicità mol-to bassa, nessun rischio di so-vradosaggio, nessuna dipen-denza, nessuna necessità diaccertamenti medici, né dimonitoraggio della terapia,non significative controindi-cazioni mediche, semplice dausare, dosaggio preciso, nes-sun pericolo in caso di assun-zione impropria e minimeconseguenze in caso di uso ri-petuto o ravvicinato nel tem-

po. Insomma, come ricordatoanche dal dott. Silvio Viale nelparere da noi sottoposto all’at-tenzione del Giudice per le In-dagini preliminari, la pericolo-sità del Norlevo è inferiore aquella di un qualunque antin-fiammatorio o antidolorificoda banco e la conferma vienedal fatto che questo farmacosia diventato un prodotto dabanco in moltissimi paesi eu-ropei ed extraeuropei e persi-no in paesi sudamericani ovel’aborto è vietato tipo Cile, Ar-gentina, Uruguay, Colombia e

Messico.Dal punto di vista pratico sap-piamo inoltre che per avere lamassima possibilità di evitareil concepimento e la gravidan-za, l’assunzione deve essere

precoce, poiché l’efficacia sidimezza ogni 12 ore dal rap-porto sessuale. L’assunzioneottimale deve quindi notoria-mente avvenire entro le 24ore, il che rende facilmenteimmaginabili le conseguenzealle quali si trova esposta unadonna che abbia la necessitàdi reperire una ricetta di nottee nei week end, quando cioè imedici di base e i consultorisono chiusi e le guardie medi-che giudicano spesso con “fa-stidio” questa prestazione. Incasi come questi, com’è facil-mente intuibile, la donna sitrova spesso costretta ad af-frontare una vera e propria“corsa contro il tempo”, spes-so dall’esito drammatico senon riesce a trovare il medicodisponibile a rilasciarle la ri-cetta necessaria per l’acquistodelle compresse di Norlevo.Con il nostro esposto inten-diamo pertanto ribadire unelementare principio giuridi-co ovvero che la libertà di co-scienza del medico che operaall’interno di una struttura sa-nitaria pubblica non può in al-cun modo incidere negativa-mente sulla possibilità da par-te della donna di accederesenza disagi aggiuntivi ad unprincipio farmacologico legal-mente in commercio da ottoanni, anche perché il richiamoall’obiezione di coscienza èammissibile solo nei casi

espressamente previsti dallalegge (aborto e/o fecondazio-ne assistita). Su questo atten-diamo fiduciosi l’udienza del05/06/2008 allorquando ilGiudice delle indagini prelimi-

nari presso il Tribunale di Ro-ma sarà chiamato a deciderese ed in che misura respingerela richiesta di archiviazioneavanzata dal Pubblico Mini-stero con ciò disponendo, co-me da noi espressamente ri-chiesto, il prosieguo delle in-dagini e quindi il processo acarico dei medici obiettori dicoscienza. Nel frattempo continueremo alottare anche sul fronte politi-co-amministrativo affinché ilprossimo Ministro della Salu-te: a) decida una volta per tut-te di abolire l’obbligo della ri-cetta medica per l’acquistodella pillola del giorno dopocosì da adeguare la nostra legi-slazione a quella degli altriPaesi europei; b) accerti e veri-fichi, in base ai poteri che gliconferisce l’art. 117 della Co-stituzione, se, nel rifiutarsi diprescrivere questo tipo di con-traccettivo, il personale medi-co operante all’interno dellestrutture sanitarie pubbliche sicomporta conformemente aipropri obblighi professionali ose invece si rende responsabi-le di violazioni di carattere di-sciplinare; c) comunque prov-veda affinché l’esercizio dellaclausola di coscienza da partedei medici non implichi diffi-coltà rilevanti ed una restrizio-ne di fatto delle libertà e dei di-ritti civili e sociali delle donne(fino a prova contraria è lo Sta-

to a dover garantire la reperibi-lità di medici non obiettori, so-no i servizi pubblici a doversifare carico delle richieste dellepazienti).

9RTO NEL MONDO 2007

Obiezione di coscienza o illecito penale?

a cura del Center for Reproductive Rights, in collaborazione,per la versione italiana, con l’Associazione Luca Coscio-

ni e Non C’è Pace Senza Giustizia. Center for Repro-ductive Rights ( www.reproductiverights.org) è un’or-ganizzazione non profit per la promozione e la difesalegale dei diritti riproduttivi delle donne di tutto il

mondo.

Attualmente, più del 60% della popolazione mondiale vi-ve in paesi dove l’aborto medico è permesso in un’ampia

serie di casi o senza restrizioni con riguardo alle motivazio-ni. Per contro, circa il 26% di tutta la popolazione risiede in

paesi dove l’aborto è generalmente proibito. I paesi sono divi-si in categorie in base al grado con cui è permesso l’accesso al-

l’aborto. I paesi della categoria I hanno le leggi più restrittive inmateria. Quelli delle categorie successive riconoscono di basequanto consentito dalla categoria precedente più ulteriori mo-tivi. Sulla base di fattori quali l’opinione pubblica, le vedute deifunzionari di governo e dei medici curanti, oltre che di circostan-ze individuali, le leggi di ogni categoria possono essere interpre-tate in senso più estensivo o più restrittivo rispetto alla loro clas-sificazione. Per maggiori informazioni si veda il rapporto Wor-ld’s Abortion Laws o la versione integrale della cartina, entram-bi disponibili sul sito www.reprorights.org

PILLOLA DEL GIORNO DOPO

Intendiamo ribadire un elementareprincipio giuridico ovvero che lalibertà di coscienza del medico diuna struttura pubblica non può inalcun modo incidere negativamentesulla libertà della donna.

LE LEGGI SULL’ABORTO NEL MONDO (2007)

Page 10: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

10LA NOSTRAMORATORIA

ONU

clonazione riproduttiva - intro-ducendo il concetto di "clonazio-ne umana" fino ad allora mai esi-stito. Così come all'inizio dell'an-no siamo stati messi al correntedell'esistenza del reato di "fetici-dio", cinque anni fa il Vaticanocreò il neologismo della "clona-zione umana" che, fu spiegato inun documento fatto circolare uf-ficialmente tra tutti gli stati mem-bri dell'Onu, includeva tanto laclonazione degli esseri umani,quanto tutto ciò che di umano èpossibile (ri)produrre scientifica-mente, quindi anche la clonazio-ne terapeutica e le ricerche sullecellule staminali embrionali.

Nel giro di pochi mesi, verso la fi-ne di settembre del 2004, mentrea Roma si stava lavorando perconvocare la sessione di fonda-zione di quello che nel 2006 sa-rebbe stato il Congresso Mondia-le per la Libertà di Ricerca Scien-tifica, l'Associazione Coscioni e ilPartito Radicale iniziarono a or-ganizzare la resistenza al Palazzodi Vetro contro il lavoro del Vati-cano e dei suoi alleati Berlusconie Bush. Il fronte proibizionista fucoordinato dal Costa Rica in unosforzo che, partendo dalla chia-mata alle armi dei paesi con spic-cata identità cattolica, quindi lastragrande maggioranza del-l'America centrale, buona partedell'Africa e i soliti noti in Europa- Spagna, Portogallo, Italia, Irlan-da e Polonia - riuscì ad iscriverenell'agenda dell'Assemblea ge-nerale tanto il concetto di clona-zione umana, quanto la necessi-tà del suo divieto attraverso l'ado-zione di una convenzione inter-nazionale da negoziare all'inter-no dell'Onu.

Leader del fronte contrario eranoRegno unito, Belgio, Giappone eCorea del sud. Occorreva quindigiocare di sponda a sostegno del-la fermezza liberale di Londra eBruxelles mobilitando l'opinionepubblica, le associazioni dei pa-zienti nonché la comunità scien-tifica. Per giorni in cooperazionecon l'organizzazione GeneticsPolicy Institute, federata all'Ame-rican Coalition for the Advance-ment of Science, furono inviatemigliaia di e-mail a partire dai100 premi Nobel che negli anni sierano manifestati in sostegnodell'attività politica di Luca Co-scioni. Nel giro di ore si innescòun vero e proprio effetto dominoe nel giro di pochi giorni una qua-rantina di Nobel sottoscrisseroun appello in cui, appellandosi alPatto internazionale dei diritti so-ciali, economici e culturali, se nechiedeva il pieno rispetto rifiu-tando la proibizione indiscrimi-

nata della clonazione perché sisarebbero imposte norme restrit-tive su una serie ricerche, spessogià in atto e della loro traduzionein cure per milioni di malati.L'appello fu fatto proprio da oltre100 associazioni statunitensi efacsato a tutte le rappresentanzeall'Onu di New York.

Alla mobilitazione transnaziona-le di opinione pubblica, e alla ri-cerca di alleati nella comunitàscientifica globale, si aggiungevala lobby all'interno del Palazzo diVetro, dove il Partito RadicaleNonviolento è ampiamente co-nosciuto per la difesa dei dirittiumani e riconosciuto come ag-gregatore laico di forze su obiet-tivi specifici, con il sottoscritto al-la ricerca di incontri di presenta-zione dei rischi della proibizionee di distribuzione di studi e ricer-che che documentavano le pos-sibilità di sviluppo di cure dalla ri-cerca sulle cellule staminali em-brionali.

Cruciale fu l'incontro con le asso-ciazioni statunitensi che riuscì arafforzare il fronte antiproibizio-

nista che iniziava a subire anchel'attacco della "società civile" or-ganizzata e sponsorizzata dal-l'Opus Dei che per l’occasione in-viò a New York decine di costrut-tori di menzogne anti-scientifi-che per guadagnare la maggio-ranza dei consensi alle NazioniUnite. Grazie all'intransigenzadei britannici e al quotidiano tal-lonamento degli indecisi, siamoriusciti a indebolire fortemente lepremesse ideologiche dell'inizia-tiva e a disinnescare la risoluzio-ne della miccia che avrebbe datoil via al processo negoziale dellaConvenzione.

Nel gennaio del 2005, dopo setti-mane di negoziati informali mol-to tesi, si è arrivati quindi alla so-spensione dell'attacco proibizio-nista; siamo riusciti a guadagnareuna moratoria del dogma della"sacralità della vita dal concepi-mento". La vittoria del Popolodelle Libertà alle elezioni, la cam-pagna trimestrale e a reti unifica-te di Giuliano Ferrara a favore diuna sospensione degli aborti nelmondo e il recente discorso con-tro la scienza del Papa all'Onu so-

no lì a segnalare che le forze oscu-rantiste, magari con strategie piùsofisticate, si stanno riorganiz-zando rapidamente. Se si tienepresente che Bush sarà alla CasaBianca ancora per poco, c'è daaspettarsi un blitz già nei prossi-mi mesi quando si terrà la sessio-ne plenaria del Consiglio econo-mico e sociale a luglio.

La nostra Moratoria sulla con-venzione proibizionista, cheavrebbe avuto conseguenze ne-faste per l'avanzamento dellascienza ma anche poi per la liber-tà di ricerca scientifica tout court,è a rischio di doversi scontrarecon la campagna del Foglio chemira ad emendare la Dichiara-zione universale dei diritti umaniper "ampliare" il diritto alla vitafissandone l'inizio al momentodel concepimento e la fine con lamorte naturale. Esiste una letteradiretta al Segretario generale BanKi-Moon, che è di una pochezzapreoccupante anche dal punto divista del linguaggio; ci si dice poisia stata fatta propria dalle mentipiù illuminate della destra e delconservatorismo italiano, ed esi-

ste, ci informano quotidiana-mente tutti i media italiani, unaprecisa catena di comando.

Se nel 2004, nel giro di 48 ore, ab-biamo raccolto 40 Nobel chehanno fatto la differenza, questavolta la portata dello scontro saràradicalmente diversa. Dobbiamorecuperare la memoria di quan-to fatto per dimostrare che, quan-do si lotta anche a livello transna-zionale, si riesce a portare a casa,pur con questo minimo di forzeche abbiamo a disposizione, de-gli obiettivi ben precisi.

Nel 2004, quando abbiamo por-tato avanti questa battaglia alleNazioni Unite, non c'erano radi-cali in Parlamento, anzi, c'era ungoverno chiaramente schieratocontro (tutto) quello che noi sta-vamo facendo allora. Oggi di ra-dicali ve ne sono almeno nove.Viste le premesse quella presen-za dovrà essere rafforzata quoti-dianamente in modo militantetanto in Italia quanto nel mondo.

Difendere la Moratoria che c'èL’INIZIATIVA TRANSNAZIONALE

La nostra Moratoria sulla convenzione proibizionista, contro la ricerca sulle staminaliè a rischio di doversi scontrare oggi con la nuova campagna proibizionista del Foglio

Per un nuovo diritto di famigliaDIEGO GALLI

Il 12 maggio del 1974 gli italiani approva-vano con un referendum la legge sul di-vorzio, sugellando con il proprio voto ilprincipio per cui la famiglia non rappre-sentava più l'imposizione di un ordinenaturale, figlio della tradizione o del sa-cramento, ma una libera scelta d'amore.Creazione degli uomini e delle donne, po-teva da loro essere conclusa. Il voto del 12maggio accellerò anche in Italia quella ri-voluzione culturale che attraversava tut-ta l'Europa e il mondo occidentale. Da al-lora socialmente e culturalmente la fami-glia non è più uno strumento funzionalealla riproduzione della specie, ma un luo-go in cui si arricchisce, mettendola in co-mune con chi si ama, la propria intimitàe la propria vita. La famiglia tradizionalenon rappresenta l'ordine naturale dellasocietà. L'uomo è per natura un essere dicultura e la famiglia ha accompagnato lesue trasformazioni adattandosi in un'infi-nità di modi. Il progresso della società èsempre stato guidato dall'affermazione divalori in grado di unire le persone oltre iristretti legami di sangue. Tra le battaglieche, nella storia italiana recente, sono sta-te vinte dalle forze del progresso, vi è quel-la per la riforma del diritto di famiglia, av-venuta nel 1975. Quella lotta, indissolu-bilmente legata all'introduzione del di-vorzio, consentì di affermare il principio

di parità tra uomo e donna nel matrimo-nio e di allargare gli spazi di libertà, e con-seguente possibile ricerca della felicità, adisposizione di ogni individuo. Quella ri-forma è tuttavia rimasta a metà. L'operadel 1975 deve essere completata concompleta parificazione dei diritti di uomi-ni e donne e dei diritti dei figli nati nel ma-trimonio e dei figli nati fuori di esso. Ilprocedimento di divorzio deve esseremodificato, sostituendo la burocraticità el'etero-direttività, che ancora lo caratte-rizzano, con gli strumenti moderni dellamediazione e dell'auto-determinazione.Il procedimento di separazione deve es-sere radicalmente trasformato, se nonabolito. Gli spazi di libertà individuale de-vono essere ampliati, nel rispetto dei di-ritti del partner e, in modo particolare, deifigli. E poi il diritto di ciascuno di avere uncompagno e di costituire con lui una fa-miglia, senza discriminazioni di sesso o dicomportamenti sessuali, il diritto dellecoppie che desiderano avere un figlio conl'aiuto della procreazione assistita di va-lersi di essa, senza limitazioni che non ab-biano razionale giustificazione, il dirittodei single di adottare un bambino, senzache questa adozione sia svalutata o mini-mizzata dalla legge, il diritto delle coppiedi fatto di vedersi riconosciuta dignità etutela giuridica, il diritto di ciascun com-ponente di una comunità familiare di nonsubire violenza e di realizzare pienamen-te la propria personalità. Amore civile si-gnifica mettere al centro non la forma, mala qualità delle relazioni affettive. Amorecivile è l'antidoto all'amore fatale comepassione travolgente assoluta incapace dirisconoscere l'autonomia dell'altro. Amo-re civile è convivenza basata sui criteridella democrazia, del rispetto e del dialo-

go. Amore civile è anche accoglienza del-le diversità, riconoscere che oggi la fami-glia è composta da tante diverse norma-lità e che in questo è rintracciabile la suavitalità e ricchezza. Significa rivendicareche amore non è sinonimo di riproduzio-ne, e che la civiltà dell'amor richiede sfor-zo, consapevolezza e anche aiuto, non ilbaratto di tutele in cambio di imposizionidi una morale di Stato. L'Italia cattolica edel Family day è il paese caratterizzato darecord europei per assenza di asili nido,iniqua distribuzione del lavoro domesti-co tra uomo e donna, bassa partecipazio-ne femminile al mercato del lavoro, nu-mero di figli per donna, tempi e costi perl'adozione. E' anche caratterizzata per unrecord di proibizioni. Il 10, 11 e 12 maggio2008 "Amore civile" si propone di torna-re a unire studiosi della famiglia con i di-retti interessati a una modifica della legi-slazione vigente.

Sabato 10 maggio

Convegno organizzato daRadio Radicale e Associa-zione Luca Coscioni su:“Amore Civile” – Per unnuovo diritto di famiglia.Roma, Sala del Garante perla Privacy Piazza Monte Ci-torio n.123/a dalle ore 9.30

MARCO PERDUCAcontinua dalla prima

Page 11: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

DISABILITÀ

11FRANCIA

Invalidi: né poveri, né sottomessiLE PENSIONI DI INVALIDITÀ IN ITALIA E IN FRANCIA

Trenta milla persone con disabilità scendono in piazza in un'imponente manifestazione per l'adeguamento finanziario dell'aiuto stataleCARMEN SORRENTINOc. [email protected]

Nelle scorse settimane la stampafrancese ha riportato la notizia diun’imponente manifestazioneorganizzata il 29 marzo a Parigi,cui hanno preso parte circa30.000 persone con disabilità,malati cronici, invalidi e invalidisul lavoro. Il dato che colpisce èla quantità di organizzazioni chel’Association des paralysés deFrance (Associazione dei paraliz-zati di Francia) è riuscita a coin-volgere in un unico collettivo. Ri-spondendo all’appello “Ni pau-vre, ni soumis” (“né povero nésottomesso”), circa ottanta asso-ciazioni di origine diversa si sonounite per chiedere un aumentosostanziale delle pensioni di in-validità. Questo evento offre l’oc-casione per cominciare ad af-frontare il tema delle pensioni diinvalidità in Italia e in Europa.Dal 2005, l’allocation aux adulteshandicapés, la pensione di inva-lidità in Francia, è di 628,10 euro,senza contare le prestazioni assi-stenziali e la fornitura di ausili.Questa somma, allineata allapensione minima di vecchiaia, faparte dei cosiddetti “minimi so-ciali” e dovrebbe essere aumen-tata del 25% da qui al 2012, un5% già a partire dal prossimo set-tembre, secondo l’impegno pre-so da Sarkozy durante la campa-gna presidenziale. Consideratoche il numero dei beneficiari èpassato da 710.000 nel 2000 agliattuali 800.000, lo sforzo finan-ziario risulta importante e tutta-via molto lontano da quanto ri-chiesto dalle associazioni: 1.280euro mensili, pari al minimo sa-lariale lordo. Il timore del colletti-vo Ni pauvre, ni soumis è che siaggravi l’accesso alle cure, dalmomento che dal 1° gennaio2008 è stata creata una franchigiamedica, che pure è fissata a 50euro l’anno. Tanto più che inFrancia come nel resto d’Europamolti disabili non hanno alter-native, essendo costretti a viverecon la sola pensione di invaliditào comunque a scegliere il pre-pensionamento perché non èconsentito loro di lavorare a cau-sa del pregiudizio ma anche deilimiti all’accessibilità. SecondoLe Monde Sarkozy si sarebbe in-quietato soprattutto per il tassodi disoccupazione delle personecon disabilità che in Francia è il19% ossia il doppio rispetto allamedia nazionale. Per questo mo-tivo il suo governo ha deciso dipuntare piuttosto sull’inseri-mento e il ritorno al lavoro, anzi-ché su un raddoppiamento del-le pensioni. In Francia come nelresto dell’Unione europea il pro-blema delle pensioni di invalidi-tà si inserisce in un contestomolto più ampio e complesso

che richiede una serie di azionimirate e coordinate. La legge

francese sull’handicap (“Loihandicap”) dell’11 febbraio 2005

prevede misure per l’occupazio-ne, la scolarizzazione, l’accessi-bilità degli edifici. Da tempo l’As-sociazione Coscioni ha sottoli-neato la necessità di aggiungerea questi aspetti anche l’accessi-bilità alle tecnologie, per una de-finizione piena di pari opportu-nità. In Italia gli importi delle cosid-dette provvidenze economiche(pensioni, assegni e indennità)che vengono erogate agli invali-di civili, ai ciechi civili e ai sordo-muti e i relativi limiti di redditoprevisti vengono ridefiniti ognianno, collegandoli agli indicato-ri dell'inflazione e del costo dellavita. Per il 2008 gli importi delleprovvidenze e dei limiti di reddi-to sono stati fissati dalla Direzio-ne Centrale delle Prestazioni del-l'INPS con Circolare del 28 di-cembre 2007, n. 142. Nella tabel-la che segue riportiamo gli im-porti in euro, comparati conquelli del 2007: (vedi tabella)I parametri minimi per otteneretali provvidenze variano in baseal reddito (colonna di destra nel-la tabella) e ad altri criteri, in pri-mis la percentuale di invalidità.Riguardo al reddito, esso deve es-sere inferiore a 14.466,67 eurol’anno per l’ottenimento di unapensione o di 4.238,26 euro an-nui per l’ottenimento dell’asse-gno mensile da parte degli invali-di civili parziali o dell’indennitàmensile per la frequenza minori;le altre tipologie di indennitàprescindono dal reddito. La per-centuale minima di invaliditàdeve essere del 75% per l’otteni-mento di una pensione, mentresale al 100% di invalidità più il re-quisito della non deambulazio-ne per l’assegno di accompagna-mento. L’indennità “frequenzaminori” si ottiene con il 100% diinvalidità, il requisito della nondeambulazione e massimo 18anni di età. E’ possibile a volte ottenere tanto

la pensione che l’indennità eambedue non si computano peril reddito, ma limitandoci ad os-servare gli importi per le solepensioni di invalidità, andiamoda un minimo di 246,73 ad unmassimo di 266,83 euro. La fi-nanziaria 2008 ha incrementatoil Fondo per le non autosuffi-cienze e ha previsto numerosedetrazioni d’imposta, misure cheriguardano soprattutto le speseper l’assistenza personale. Tantola Federazione Italiana Supera-mento Handicap che la Federa-zione Associazione NazionaleDiabetici hanno inutilmente ri-chiesto l’aumento a 450 eurodelle pensioni, cifra che rimar-rebbe comunque inferiore al mi-nimo garantito in Francia. Inol-tre è mancato in Italia un unicogrande movimento come quellofrancese, l’esperienza di un uni-co collettivo coeso per il raggiun-gimento di un comune obiettivo,riconoscendosi in un unico slo-gan. Stando a questi dati sembrereb-be che i disabili in Italia stianopeggio che in Francia, tuttaviaanche la nostra legge 68/99 haaffrontato il problema dell’ac-cessibilità al lavoro tramite lacreazione del cosiddetto lavoro"mirato" che prevede l’elimina-zione delle barriere architettoni-che, tutoraggio e formazione.Inoltre le forme di assistenza inItalia, diversamente da quellefrancesi, mirano alla vita indi-pendente. Sarà comunque ne-cessario in futuro ritornare suquesto argomento per appro-fondire tutti i settori dell'handi-cap, facendo emergere i lati ne-gativi e positivi del confronto conaltri stati europei.

@pprofondisciIl sito web del collettivo franceseche ha organizzato una www.nipauvrenisoumis.org

Tipo di provvidenza Importo Limite di reddito2007 2008 2007 2008

Pensione ciechi civili assoluti 262,62 266,83 14.256,92 14.466,67 Pensione ciechi civili assoluti (se ricoverati) 242,84 246,73 14.256,92 14.466,67 Pensione ciechi civili parziali 242,84 246,73 14.256,92 14.466,67 Pensione invalidi civili totali 242,84 246,73 14.256,92 14.466,67 Pensione sordomuti 242,84 246,73 14.256,92 14.466,67 Assegno mensile invalidi civili parziali 242,84 246,73 4.171,44 4.238,26 Indennità mensile frequenza minori 242,84 246,73 4.171,44 4.238,26 Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti 710,32 733,41 Nessuno NessunoIndennità accompagnamento invalidi civili totali 457,66 465,09 Nessuno NessunoIndennità comunicazione sordomuti 229,64 233,00 Nessuno NessunoIndennità speciale ciechi ventesimisti 168,70 172,86 Nessuno NessunoLavoratori con drepanocitosi o talassemia major 436,14 443,12 Nessuno Nessuno

*fonte:FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap)

Page 12: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

12IL NUOVOPARLAMENTO

POLITICA

Camera dei Deputati

BERLUSCONI SILVIO (PDL)Credo che riconoscere il diritto alla vita dal conce-pimento alla morte naturale sia un principio chel'Onu potrebbe fare proprio

BERTOLINI ISABELLA (PDL)Non capisco perché tante polemiche sui fatti di Pisa.Quei medici stanno semplicemente esercitando unloro diritto, esplicitamente previsto, protetto e tute-lato dall'ordinamento giuridico italiano.

BINDI ROSARIA detta ROSY (PD)I radicali usano vicende come quelle di Welby o del-le statuine nel presepe: i radicali devono stare buo-ni e darsi una calmata.

BINETTI PAOLA (PD)L'omosessualità è una devianza della personalità.

BOBBA LUIGI (PD)La scienza va avanti a grande velocità e siamo in ri-tardo dal punto di vista del dibattito etico su cosa siagiusto, lecito, quali limiti porre.

BOSSI UMBERTO (Lega Nord)Di famiglia il nostro popolo ne conosce una soltan-to, ed è quella che si vede nel presepe.

CARFAGNA MARIA ROSARIA (PDL)I gay sono costituzionalmente sterili.

CASINI PIERFERDINANDO (UDC)La bocciatura dei Dico è uno stop ad una deriva cheè giusto bloccare.

CASTAGNETTI PIERLUIGI (PD)Basta con le insolenze verso il cardinale Ruini e laChiesa italiana. La pazienza dei cristiani è finita.

CESA LORENZO (UDC)La sinistra radicale e anticattolica si è scatenata perstrumentalizzare il caso Welby.

FIORONI GIUSEPPE (PD)Non vedo come un minuscolo manipolo di quattro-cinque radicali, quanti sono quelli che potrebberoessere eletti, possano condizionare 100 parlamen-tari cattolici.

LA RUSSA IGNAZIO (PDL)Il caso Welby? Una barbara strumentalizzazione.

MANTOVANO ALFREDO (PDL)I gay non esistono in natura come dato originarioma sono il frutto del disagio e di certi condiziona-menti culturali.

MOFFA SILVANO (PDL)Credo sia opportuno rinviare la sfilata del World gaypride per evitare che coincida in luglio con l'eventogiubilare.

PEZZOTTA SAVINO (UDC)Si lamentano posizioni omofobiche ma quando sioffende il sentire comune con forme esibizionisti-che poi nessuno può controllare le reazioni.

ROCCELLA EUGENIA MARIA (PDL)I Dico, così come la biotecnologia, introducono unarottura tra noi e noi, tra l’uomo e le sue radici.

Dove va a finire la laicità dopo le politiche del 2008

NUOVO PARLAMENTO

Al Congresso di Salerno non ci eravamo fatti illusioni. Ora i risultati elettorali accrescono le responsabilità nostre e della pattuglia di radicali eletti nelle fila del PD.

GIANFRANCO [email protected]

La vittoria del Popolo della Liber-tà e della Lega da una parte e,dall’altra, l’assenza dalle aule delprossimo Parlamento di parla-mentari della Sinistra Arcobale-no e dei socialisti, sembrano in-debolire ulteriormente le posi-zioni di quanti intendono batter-si per la laicità dello Stato, per idiritti civili, per l’autodetermina-zione della persona nelle sceltefondamentali della propria vita,per i diritti dei malati e dei disa-bili, per una religiosità finalmen-te affrancata dalle ipoteche delclericalismo. Per la verità non èche nella precedente legislaturafossero rose e fiori se solo pensia-mo al blocco dei Dico, del testa-mento biologico, delle norme ri-

volte a scoraggiare e punirel’omofobia, all’offensiva inade-guatamente contrastata controla legge 194, alle elusioni e agliinammissibili rinvii nella revisio-ne delle linee guida della legge40. Al massimo possiamo dire: dimale in peggio. E tuttavia – dalnostro punto di vista - questa le-gislatura, nonostante il drasticomutamento dei rapporti di forzae la profonda trasformazione de-gli schieramenti, è anch’essa co-me la precedente espressionedella debolezza di una politicache, a destra come a sinistra, ab-dicando dalle proprie responsa-bilità ha ceduto il campo alle pre-tese e ai veti delle gerarchie ec-clesiastiche. I risultati di questeelezioni confermano ancora unavolta il successo della strategiadel Card. Ruini che ha rinunciato

a contare i voti dei cattolici fede-li alle indicazioni ecclesiastiche,puntando invece al condiziona-mento interno di entrambi glischieramenti.Per quanto ci riguarda non c’era-vamo fatti illusioni e, al recentecongresso di Salerno, il VI dell’As-sociazione Luca Coscioni, ci era-vamo attrezzati a condurre le no-stre lotte e la nostra azione politi-ca sapendo che in ogni casoavremmo dovuto nuotare con-trocorrente. I risultati elettoraliaccrescono le responsabilità del-la pattuglia di sei deputati e di tresenatori che i radicali hanno ot-tenuto grazie alla difficile e co-stosa scelta di rinunciare al lorosimbolo per presentarsi nelle li-ste del Partito Democratico. Se ciè consentito rivolgere loro (e anoi stessi) un augurio, pensiamo

che l’azione politica debba svol-gersi da subito su tre direttive: interloquire con il Partito Demo-cratico – possibilmente, se ce nesaranno le condizioni, all’inter-no stesso dei gruppi del PD – perdialogare, collaborare, coinvol-gere e rafforzare quella vasta areadell’elettorato e della sua stessaclasse dirigente, parlamentare eamministrativa che ha posizionie obiettivi affini a quelli della no-stra Associazione;acquisire la capacità di rappre-sentare le posizioni laiche che,nella sinistra e nell’estrema sini-stra, non hanno trovato espres-sione in questo Parlamento econtemporaneamente confer-mare la collaborazione e il dialo-go con parlamentari ed espo-nenti del centro-destra che con-dividono questi temi, sollecitan-

done anche l’impegno direttoanche associativo;portare avanti ed attuare gliobiettivi programmatici definitidal congresso di Salerno, a co-minciare dalla realizzazione delcongresso mondiale per la liber-tà di ricerca, nella consapevolez-za che le nostre posizioni ideali, iprincipi di libertà e di autodeter-minazione che ispirano la nostraazione politica trovano una am-pia corrispondenza nella culturacomplessiva, nelle aspirazioni enella stessa sensibilità religiosadi gran parte del popolo italiano.Il convegno indetto a Chiancia-no per il ponte del primo maggioda Marco Pannella, Emma Boni-no e dalla “galassia radicale”, acui hanno dato la adesione e as-sicurato la propria partecipazio-ne intellettuali ed esponenti po-

BESTIARIO DEI NUOVI ELETTI

A CURA DI ALESSANDRO [email protected]

Page 13: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

litici di diverse aree, nasce dal-l’esigenza di interrogarsi subitosul “che fare” senza chiudersi ininutili analisi introspettive. Il di-battito intreccerà prospettivepolitiche e obiettivi program-matici e non potrà non ripren-dere il discorso bruscamente in-terrotto dalla crisi improvvisa-mente quanto improvvidamen-te decretata della “Rosa nel Pu-gno” che pure era stata determi-nante nel 2006 per la vittoria del-l’Unione e la formazione del Go-verno Prodi. Non si può e non sideve considerare definitiva-mente chiuso e sconfitto quelprogetto politico così come nonsi può ritenere conclusa con lafusione a freddo degli apparatidella Margherita e dei DS la co-stituzione di un partito demo-cratico che pretenda di conside-rare estranea o solo marginale e

subalterna la componente laica,liberale, socialista, radicale del-la sinistra italiana.Anche se i temi propri della As-sociazione Luca Coscioni rap-presenteranno necessariamen-te solo una parte delle questionidibattute a Chianciano, l’inizia-tiva non può non coinvolgerci einteressarci. Le nostre ragionisociali, strettamente legate agliobiettivi che ci siamo dati, inte-ragiscono necessariamente conla politica e con i partiti. Nonpossiamo accontentarci di que-sti partiti, del loro funzionamen-to democratico (spesso nell’as-senza di regole e di statuti), deiloro rapporti con la società. Ab-biamo visto scomparire un mo-dello di partito che aveva domi-nato per oltre mezzo secolo (ilpartito centralistico, verticistico,il partito delle sezioni e delle tes-

sere). Era un modello insoddi-sfacente, aveva una democraziaspesso asfittica o bloccata, maera un modello di partito e pre-vedeva, per quanto inadeguate,delle regole democratiche. Quelpartito è sparito, sostituito da or-ganizzazioni politiche padrona-li (monarchico anarchiche co-me le ha definite Berlusconi) oda organizzazioni che preten-dono di imitare i comitati eletto-rali dei partiti americani senzaessere inserite nei meccanismidemocratici di selezione delleclassi dirigenti che sono propridella democrazia americana. E’un problema aperto su cui tuttidobbiamo confrontarci perchésenza partiti realmente demo-cratici non riusciremo ad avereuna vera e moderna democra-zia.

POLITICA

13IL NUOVOPARLAMENTO

VELTRONI WALTER (PD)Solo una visione superficiale può ridurre a ingerenza ointerferenza le posizioni della Chiesa, e di chi ha fede,sui grandi temi come quello della vita, della famiglia,della scienza.

Senato della Repubblica

CALDEROLI ROBERTO (Lega Nord)La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricetta-colo di culattoni. Qua rischiamo di diventare un po-polo di ricchioni.

CASTELLI ROBERTO (Lega Nord)I giudice Palombarini, che dovrebbe rappresentare laterzietà della Suprema Corte di Cassazione, con la suapartecipazione attiva alla manifestazione sui Pacs si col-loca all'estrema sinistra dello schieramento politico ita-liano, evidenziando così la sua non terzietà e la sua ap-partenenza alla parte più sciamannata del Paese.

CIARRAPICO GIUSEPPE (PDL)La famiglia è una sola, quella fondata sul matrimoniotra un uomo ed una donna: il resto è ciarpame da nonprendere neanche in considerazione.

FOLLINI GIUSEPPE detto MARCO (PD)

Non credo che la laicità dello Stato sia messa in discus-sione da quanti come noi non andranno a votare.

FORMIGONI ROBERTO (PDL)Non esiste una persona che chieda di morire per di-gnità.

GASPARRI MAURIZIO (PDL)Nessuna legge è intoccabile e chi crede nei valori del-la vita ha dei dubbi anche sulla legge sull´aborto.

GARAVAGLIA MARIA PIA (PD)E' motivo di preoccupazione il diffondersi probabiledi metodiche impropriamente chiamate contraccetti-ve, che, in realtà non impediscono la fecondazionedell’ovulo, e che perciò non vanno catalogate nel cam-po della contraccezione.

GIOVANARDI CARLO AMEDEO (PDL)Le idee di Hitler stanno per tornare in Europa: le leggiolandesi permettono l'eutanasia.

PERA MARCELLO (PDL)Difendere i valori propri della tradizione giudaico-cri-stiana è un dovere di tutti, perché la democrazia ha bi-sogno di basi solide, condivise da tutti i cittadini.

RUTELLI FRANCESCO (PD)Le minoranze omossessuali non devono essere discri-minate, ma è sbagliato quel che ha deciso la Spagna diZapatero, stabilendo che le coppie omossessuali pos-sono adottare bambini. Noi non lo consentiremo mai.

@pprofondisciPer suggerire altre bestialità, scrivi [email protected]

La vittoria delPdL e della Lega,la scomparsa nelParlamento dellaSinistraArcobaleno e deiSocialisti,sembranoindebolireulteriormente leposizioni diquantiintendonobattersi per lalaicità delloStato.

ComeAssociazioneCoscioni siamoabituati, edattrezzati, a nuotarecontrocorrente.Non possiamoaccontentarci di questi partiti,del lorofunzionamentonon democratico,dei loro rapporticon la società.

Margherita Hack: “Il nuovo governo non dimentichi laricerca”.“Il nuovo governo non dimentichi la ricerca”: l'astrofisicaMargherita Hack, iscritta all’Associazione Luca Coscioniper la libertà di ricerca scientifica, auspica che la ricercascientifica non sia ancora una volta una Cenerentola nel-la realtà italiana, relegata in secondo piano e costretta a ba-sarsi su poche risorse. ''In Italia - ha aggiunto - l'interesseper la ricerca e' sempre stato scarso. Che vinca la destra ola sinistra, nel totoministri ci si dimentica sempre della ri-cerca. E' sconsolante'', ha detto Margherita Hack oggi aTrieste, nella Fiera dell'editoria scientifica e tecnica (Fest),dove ha presentato il suo ultimo libro, ''Il mio zoo sotto lestelle'' (Di Renzo editore), che ha scritto insieme a BiancaPauluzzi. ''Si parla tanto di innovazione, ma questa si fa so-lo con la ricerca. Si devono dare piu' importanza e piu' fon-di alla scienza e invece c'e' pochissimo interesse: si vedenei fatti''. Combattiva come sempre, Hack non nascondela preoccupazione per il futuro. Si augura che non si inter-rompa il processo di rinnovamento avviato nella scuoladal governo uscente. Quanto alla ricerca, guarda con fidu-cia alla partecipazione italiana a tante istituzioni interna-zionali. ''Malgrado tutte le difficolta', in certi campi comela fisica e l'astrofisica la ricerca italiana e' in ottima posi-zione grazie alla partecipazione dell'Italia a strutture inter-nazionali come l' Agenzia Spaziale Europea (Esa), l'Osser-vatorio Europeo Meridionale (Eso), il Consiglio Europeoper le Ricerche Nucleari (Cern): questo fa ben sperare, fasì che gli scienziati italiani abbiano la possibilità di utilizza-re grandi apparecchiature e raggiungere risultati impor-tanti. Ma non in tutti i campi avviene lo stesso. E, a livellonazionale, resta il problema della mancanza di fondi''. (rie-laborato da fonte ANSA)

EI NUOVI ELETTI

foto: dumplife (Mihai Romanciuc) (flickr.com)

Page 14: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

14LIBERTÀ DI LETTURA

VITA INDIPENDENTE

I libri che anche i ciechileggeranno. È libertà di lettura.

INTERVISTA A PAOLO PIETROSANTI

Firmato il decreto che porterà alla pubblicazione di migliaia di titoli ogni anno in file digitali, novità librarie finalmente accessibili a tutti.

PAOLO DE ANDREISpunto-informatico.it, 9 aprile 2008

La bomba è esplosa: è stato pub-blicato in Gazzetta Ufficiale il de-creto del ministro ai Beni cultura-li Francesco Rutelli che potràportare alla digitalizzazione dimassa delle opere librarie, inun'operazione pensata per age-volare i disabili visivi, che si tra-duce nell'impiego delle nuovetecnologie per la diffusione dellacultura. L'Italia è il primo paese alMondo ad attivare un provvedi-mento di questo genere.

Si tratta di un bando di gara chesa di svolta: gli editori o detentoridel diritto che si assicureranno ifinanziamenti previsti potrannocostituire l'avanguardia di unaevoluzione editoriale attesa dalunghissimo tempo. Alle novitàda far uscire su carta, in libreria,si accompagneranno file digitalicon l'opera, in formati pronti al-l'uso per i disabili visivi. L'adozio-ne delle nuove tecnologie, e unaconversione industriale inevita-bile quanto necessaria, consenti-ranno a chi non vede e, più in ge-nerale, a chi ha difficoltà nell'ac-cedere ai libri cartacei, di leggerecomunque quelle opere.

"Non solo - spiega a Punto Infor-matico Paolo Pietrosanti, storicoleader radicale e ispiratore del de-creto - parliamo di opere inedite,di opere nuove. Non parliamo diclassici o di libri scelti a caso, par-

liamo dei duemila nuovi volumidi autori italiani ogni anno, quel-li che finiscono nel circuito dellegrandi librerie". Lo prevede il de-creto, che annuncia anche la di-gitalizzazione di 500 opere di au-tori stranieri all'anno più altre500 opere su richiesta.

Il decreto pone le basi per la finedelle ostilità con quegli editoriche non hanno abbracciato an-cora la distribuzione digitale del-le opere: pur essendo prodotti dafile digitali, i libri sul mercato ri-mangono ancora esclusivamen-te cartacei, obbligando non ve-denti, dislessici, ipovedenti e altridisabili a sottoporli faticosamen-te a scansione pagina per paginaper poter così produrre un file di-gitale. File da far leggere poi ai si-stemi informatici di sintesi voca-le. L'attuale legge sul diritto d'au-tore consente ai non vedenti disottoporre a scansione un libroper ottenerne il file, ma non per-mette loro di scambiare quel filecon altri disabili. "Se li scambicon qualcuno - sottolinea Pietro-santi - che questo qualcuno sianon vedente o meno non fa alcu-na differenza, commetti comun-que un atto illegale. Se lo metti suuna chiavetta diventi un fuorileg-ge". Ed è ovvio poi che moltissimidisabili formino comunità discambio, o diano vita ad iniziati-ve di denuncia: carbonari dell'ac-cesso costretti alla clandestinitàpur di poter fruire della cultura.

Paolo Pietrosanti - Punto Infor-maticoUna questione dirom-pente per la quale proprio Pietro-santi si è battuto in varie sedi peranni: sostenuto anche dall'avvo-cato Iuri Maria Prado, tra le altrerese celebre la battaglia per l'ac-cessibilità informatica combat-tendo con i meccanismi tradizio-nali della produzione e della di-stribuzione di un titolo di granderichiamo come Harry Potter. Orail bando previsto dal decretomette a disposizione i 3 milioni dieuro già previsti da un commadella Finanziaria 2007 voluto daRutelli per procedere alla grandeconversione. "Possiamo dire chesi tratti di una innovazione fisio-logica - evidenzia Pietrosanti -,inevitabile per gli editori. Una in-novazione che con questo decre-to ci assicuriamo che avvenganell'ottica dell'accessibilità pertutti alla cultura".

Siamo dunque al giro di boa. Co-me ricorderanno i lettori di PuntoInformatico la battaglia per il di-ritto all'opera digitale ha toccatole scuole, dove gli ebook sonospesso guardati persino con so-spetto, ha riguardato le riviste epersino i libri sui disabili. "Conquesto decreto - spiega Pietro-santi - ci possiamo assicurare chea 48 o 72 ore dall'uscita di un tito-lo anche noi lo si possa avere informato digitale". In quale for-mato? Si parla di XML o comun-que di testo: deve essere un for-mato che possa essere facilmen-

te letto e trasportato sui sistemi diriproduzione vocale utilizzati daidisabili visivi, condicio sine quanon per l'accesso ai finanzia-menti del bando.

Il bando invita gli editori a con-sorziarsi: possono parteciparetutti ma già nella domanda diammissione ai finanziamenti èincluso un campo dedicato aiconsorzi. "I consorzi - spiega Pie-trosanti - potrebbero agevolaregli editori che vi partecipino edaumentare esponenzialmente laquantità di volumi digitalizzati".Oltre alle novità editoriali vi po-trebbero essere digitalizzazionimassive di interi cataloghi, lun-gamente attese dai non vedenti.

Quanto tempo ci vorrà prima chetutto questo si concretizzi nelleprime uscite in digitale? "Pochimesi - dice Pietrosanti a PuntoInformatico - anche perché c'èterreno fertile. In questi mesi ne-gli ambienti editoriali, con incon-tri e seminari di lavoro organizza-ti dall'AIE (l'associazione deglieditori, ndr), molto è stato già di-scusso. Molto si deve al ministroRutelli, che ha voluto dare un'ac-celerazione portando l'Italia adessere il primo paese su questofronte". "Rutelli - conclude Pie-trosanti - è stato il primo ministrodei Beni culturali ad aver dato vi-ta ad una commissione culturaaccessibile che ha portato a lineeguida davvero notevoli per l'ac-cessibilità del patrimonio cultu-

rale e artistico italiano ai disabili.In questo attenzione costruttivarispetto alla disabilità ecco cheanche la accessibilità ai libri è ov-viamente entrata, e visto che è te-ma caldo, molto caldo, oggi hapiù visibilità". "Una grande ini-ziativa di cui il nostro Paese deveessere fiero - ha peraltro dichiara-to ieri lo stesso Rutelli - perchévanta il primato assoluto mon-diale. Una trasformazione radi-cale dell'uso delle tecnologie chefinalmente vengono applicateanche a quella parte di cittadiniaffetti da disabilità fisica. E que-sto è il risultato dell'impegnoprofuso per facilitare l'accessibili-tà all'arte e alla cultura a questepersone".

@pprofondisciIl decreto in formato PDF è ac-cessibile a questo indirizzo: www.beniculturali.it/pdf/DM_18_dicembre_2007.pdf

Libertà di parola e di lettura: ce l’abbiamo fatta!Ce l’abbiamo fatta! Dopo una lunga lotta dell’AssociazioneCoscioni, iniziata proprio da Luca Coscioni quasi dieci annifa, le persone con gravi disabilità comunicativa avranno unadeguato sostegno da parte dello Stato attraverso lafornitura di strumentazioni tecnologiche volte a restituireloro “libertà di parola”! È un provvedimento quellolicenziato dal Governo conquistato grazie alla lottanonviolenta di molti, tantissimi militanti dell’AssociazioneLuca Coscioni. E’ un piccolo ma straordinario risultato cheabbiamo avuto senza bloccare le autostrade con i Tir, masolo con la nonviolenza. Lo Stato si farà dunque caricodella fornitura di quegli strumenti volti a far superare, in

parte, attraverso la tecnologia, la disabilità non solo fisicama anche comunicativa delle persone. Come LucaCoscioni, Piergiorgio Welby e Franco Cuccaro, comeGiovanni Nuvoli e Egidio Sisinni, come oggi SeverinoMingroni, Sabrina Di Giulio, Antonio Tessitore, RosmaScuteri e altri hanno dimostrato e dimostrano, la libertà pertutti è conquistata grazie al “ritorno alla parola”. Un graziespeciale va a Lucio Berté che ha accompagnato gli ultimidelicati giorni di gestazione del provvedimento con unlungo sciopero della fame, a Dominique Velati che ha conlui tenuto in vita questa lotta nonviolenta anche neimomenti più difficili, alle centinaia di militanti

Page 15: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

Con il semplice movimento degli occhi posso selezionare lettereo intere parole su una tastiera virtuale,visualizzata sullo scher-mo ed in questo modo scrivere i miei pensieri, trasformati poi,in voce da un sintetizzatore vocale.Gli occhi sono oggi, lo spec-chio della mia,della nostra battaglia di libertà.Gli occhi mi por-tano a cercare oltre i confini visibili del loro movimento ed arri-vare laddove la mia debolezza,la mia paura,la mia sofferenza,lasclerosi laterale amiotrofica, non mi permettono di andare. Ilprogetto “Libertà di parola”può essere considerato il cuore pul-sante dell' Associazione,e lo è sin dalla sua nascita,perché resti-tuire la parola a chi ne è stato privato, rappresenta un dirittoumano fondamentale.

Dall'intervento di Luca Coscioni al Congresso di Orvieto

VITA INDIPENDENTE 15

LIBERTÀ DI PAROLA

Cronistoria della campagna “Libertà di parola”COS'È IL NOMENCLATORE? E' il documento emanatoe periodicamente aggiornato dal Ministero della Saluteche stabilisce la tipologia e le modalità di fornitura diprotesi e ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Il Nomenclatore Tariffario attualmente in vigore (primache riuscissimo a far approvare quello nuovo) risaliva al1999 nonostante le norme vigenti prevedessero che es-so dovesse essere rinnovato al massimo ogni tre anni. Durante, IL PRIMO CONGRESSO A ROMA, DICEM-BRE 2002, l'Associazione Coscioni promuove l'inizia-tiva "Libertà di parola" per mettere a disposizione inogni sede (comunale, provinciale, regionale, nazionale,europea) due progetti; 1. il primo volto a garantire forme autogestite di assi-stenza personale per coloro cui essa sia necessaria, an-che di 24 ore su 24,2. il secondo volto a restituire il diritto e la libertà di pa-rola, anche attraverso computer e sintetizzatore vocale,a quanti vedono oggi sommarsi alla prigione della ma-lattia quella del silenzio e dell'impossibilità di comuni-care.

A seguito di manifestazioni e pressioni presso le singo-le amministrazioni regionali si riesce a far deliberare adalcune regioni (Lazio, Piemonte, Basilicata, Campania)impegni di spesa per la fornitura delle strumentazioniper la comunicazione dei disabili per un totale di oltre2 milioni di euro. A PARTIRE DAL CONGRESSO DI MILANO DEL 2005gli organi dirigenti si sono impegnati ad ottenere dal Go-verno l'aggiornamento del nomenclatore tariffario perun più agevole ed esplicito inserimento dei comunica-tori simbolici tra le voci coperte dal Sistema sanitarionazionale. Nel gennaio del 2007 il ministro Turco si impegna, inoccasione del congresso dell’associazione Coscioni“Tecnologie e riforme per superare le disabilità”, a stan-ziare 10 milioni di euro come fondo speciale per l'acqui-sto nei comunicatori contemporaneamente impegnan-dosi a rinnovare il nomenclatore. Nei mesi successivi viene istituita una commissione adhoc presso il ministero della Salute, vi partecipa, perl’Associazione Coscioni, il Professor Marcello Crivellini.La commissione dopo un anno circa di lavori licenzia ilnuovo testo. Nonostante la disponibilità del nuovo testo questosembra incontrare alcuni veti da parte alcune associa-zioni di categoria, 1°febbraio 2008 Marco Cappato, Lu-cio Bertè e Dominique Velati iniziano un digiuno di dia-logo rivolto al Ministro della Salute Livia Turco affinchérealizzasse finalmente questa fondamentale riforma, al-

l’iniziativa vi partecipano circa 100 persone. Il 6 febbraio il Ministro si impegna a presentare il nuo-vo Nomenclatore, per la ratifica definitiva, in occasionedella sessione della conferenza Stato- Regioni in calen-dario il 6 marzo. Quella riunione è stata poi rimandata al26 marzo.Il 26 marzo 2008 viene approvato dalla Conferenza Sta-to-Regioni il documento stilato dalla commissione. Lasua definitiva emanazione è però subordinata al con-certo tra i ministri della Salute e Tesoro sulla coperturafinanziaria.Il 23 aprile, dopo ulteriori tentennamenti, e un intensolavorio presso i ministri competenti, ulteriori sit-in, unosciopero della fame ad oltranza di Lucio Bertè, il docu-mento viene sottoscritto nell’ambito del complessivodecreto sui livelli essenziali di assistenza dal Presiden-te del Consiglio, Romano Prodi, dal Ministro della Sa-lute, Livia Turco, dal Ministro della Economia, Tomma-so Padoa Schioppa.Il Decreto comprende, tra l’altro, il nuovo Nomenclato-re tariffario dei presidi, delle protesi e degli ausili, i nuo-vi elenchi della patologie croniche e della malattie rareche garantiscono l’esenzione dal pagamento dei ticketper esami diagnostici, visite specialistiche e farmaci ri-conosciuti come essenziali, l’aggiornamento di indica-tori e standard di qualità per le prestazioni territoriali,con particolare riferimento alla domiciliarietà, semi-residenzialità e residenzialità, compresi gli aspetti ri-guardanti le cure palliative.

ettura: ce l’abbiamo fatta!dell’associazione che alternandosi in molti giorni disciopero della fame hanno restituito speranza a tanti, aEmma Bonino e ai radicali in parlamento che hannotenuto in piedi un provvedimento che sembrava smorzarsitra lo scioglimento delle Camere e le promesse di unaspenta campagna elettorale. Quasi negli stessi giorni,un’altra lotta, quella per la “libertà di lettura”, ovvero lapossibilità di acquistare la versione di libri in formatodigitale, ha conseguito un importante successo. L'Italia saràil primo paese al Mondo ad attivare un provvedimento diquesto genere grazie a un decreto che prevede fra l’altro ladigitalizzazione di 500 opere di autori stranieri all'anno più

altre 500 opere su richiesta. La lotta per la “libertà di lettura”iniziata e portata avanti con tenacia da Paolo Pietrosanti,radicale storico, insieme a Piergiorgio Welby ha raggiuntoil miglior risultato.Abbiamo ora intenzione di aumentare ilnostro impegno per quanto riguarda la “vita indipendente”e autonoma delle persone disabili. Dopo il congresso diMilano del gennaio 2007 (organizzato grazie a unostraordinario contributo dalla “Fondazione 7 novembre”)vogliamo presto organizzare un incontro dei massimiesperti sui temi inerenti la disabilità per progettare unacomplessiva riforma delle politiche in materia. (R.B.)

Page 16: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

16UN ROMANOIN AMERICA

VITA INDIPENDENTE

La grande Mela accessibileUN DISABILE A NEW YORK

Diario di viaggio a New York in carrozzella e in autonomia.

GUSTAVO FRATICELLI

Vi racconterò della mia ultimapuntata tra le strade dritte di Ma-natthan, così dritte da formareun reticolato squadrato di angoliretti, quasi perfetto, ai limiti dellamonotonia, se non fosse perquella strada mattacchiona che èBroadway che sembra divertirsi amettere a soqquadro questo reti-colato infrangendone ed infi-schiandosene della geometria.Non per nulla questa birichina edimpertinente strada è la sede dimolti luoghi dedicati all’arte, ilche è la conferma del significatometaforico di questa pazza via ri-spetto alla razionalità del retico-lo. Questa, in particolare, era la miaprima volta che ritornavo a NewYork da carrozzellato, in quantosolo da poco la devo usare, anchese sono disabile a seguito di di-strofia, quindi questa volta l’ade-guatezza dei mezzi di trasportoera dirimente per la mia mobili-tà; certo nelle molte altre volteche ero stato lì, da disabile condeambulazione incerta, avevoconstato sia l’adeguatezza dellestrutture, vale a dire degli auto-bus/fermate e dei vagoni/stazio-ni della metropolitana, sia quellarelativa al personale deputato,vale a dire la preparazione dei re-lativi addetti.

A proposito ribadisco che, ai finidi garantire la mobilità dei disa-bili, è necessaria la compresenzadei detti due elementi che gioca-no un ruolo completamente pa-ritario e, che, sovente, l’aggiorna-mento del personale richiedeuno sforzo ben maggiore, in ter-mini organizzativi e di efficienzadei pubblici poteri competenti,di quello delle strutture, il cuiadeguamento alla disabilità, vi-ceversa, può essere del tutto va-nificato dal cattivo servizio rasodal personale, con conseguentesperpero di risorse economiche.Dunque l’ora topica, nel quale sivive in prima persona l’efficienzao meno delle cose, scoccò dibuon mattino, quando mi recaisulla carrozzella, passando sumarciapiedi ampi e lisci con sem-plici e comode calate per attra-versare le strada, alla fermata delbus M4, situata sulla cara Broad-way all’altezza della 77th Street.Abituato agli standard nostrani,avevo – lo confesso - il cuore chebatteva un po’ forte, anche se nel-la peggiore delle ipotesi avrei pre-so, al volo, con un semplice gestodel braccio, uno dei tanti ed eco-nomici yellow cab (Taxi) che gi-rano in perpetuo – il liberalismonon è solo una teoria accademi-ca! –. Dopo quattro minuti arrivail bus, apre la porta anteriore ed ilconducente mi fa segno ok, poi

fa scendere un po’ la parte ante-riore del mezzo e cala un pedanafino al marciapiede con la qualesalgo agevolmente con la mia se-dia a rotelle in quanto la pedanastessa ha solo un’impercettibilependenza, timbrando agevol-mente la mia “metrocard”, vistoche l'obliteratore si trova in posi-zione adeguata. Mentre fa talimanovre vedo, con mio stupore,che il conducente si mette un pa-io di guanti da lavoro di un giallovivo e dopo si alza dal posto diguida e va a sollevare un serie ditre sedili, dove io mi metto con lamia sedia che lui provvede ad an-corare, poi mi chiede dove devoscendere e ritorna al posto di gui-da, ritira la pedana e fa salire glialtri passeggeri che aspettavanotranquillamente in fila. L’opera-zione descritta sarà durata menodi tre minuti. La stessa operazio-ne si svolge quando devo scende-re. Mi ricordo che quel giorno,prendendo svariati bus, ho potu-to fare tutto quello che avevo pro-grammato. Nel mio soggiorno hopotuto prendere anche la metro-politana, in quanto circa il 40%delle stazioni centrali hanno gliascensori, a seguito di un pro-gramma che prevede un progres-sivo adeguamento in tal senso ditutte le stazioni. Inutile descrive-re la sensazione di profonda li-bertà che ho tratto da questa

esperienza ed i mille pensieri, ri-flessioni e deprimenti compara-zione alla realtà dei trasporti diRoma, città nella quale vivo e mimuovo non certo avvalendomidel pubblico trasporto.Ma la cosa strana è che tutto que-sto mio frullato di pensieri erasempre accompagnato ossessi-vamente nella mia testa dal cele-berrimo brano di jazz del “DaveBrubeck quartet” intitolato “Takefive”. La cosa mi ha colpito nonpoco, e, appena tornato a Roma,l’ho riascoltato svariate volte ecredo di averne intuito le profon-de motivazioni. Il brano ha unmotivo di sottofondo costante emartellante di batteria e contrab-basso, ripreso ogni tanto ed allar-gato da splendide incursionicreative di pianoforte e sax chevolano alto, pur partendo daquella ossessiva monotonia. For-se la ragione di questa associazio-ne mentale è da attribuirsi al fattoche su taluni problemi basilari,quali il diritto per i disabili a muo-versi, solo dalla costante e perse-verante riproposizione delle stes-si possono scaturire soluzioneadeguate e soddisfacenti! Non mirimane che indicare, qui appres-so, il sito dove si può ascoltare ilcitato brano: it.youtube.com/watch?v=DDO-gYw5-pNsFirmato: L’amerikano :-)

Inutiledescrivere lasensazione diprofonda libertàche ho tratto daquestaesperienza ed imille pensieri,riflessioni edeprimenticomparazionicon la realtà diRoma, città nellaquale vivo e mimuovo noncertoavvalendomi del trasportopubblico!

foto: Operators Are Standing By (flickr.com)

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I diritti costituzionali e le norme della Legge 40

INTRODUZIONE

FILOMENA [email protected]

Troppe volte nella storia, fanatici sotto ilbaluardo di bandiere ideologiche di unareligione, hanno causato dolore, sofferen-za, ingiustizie e guerre. Oggi in modo di-verso, ma con lo stesso risultato, tutto ciòsi ripete. Eppure sentiamo sempre piùspesso ripetere “ama il prossimo tuo comete stesso”, ma nella nostra epoca tali paro-le vengono applicate nell’amore assolutoper se stessi e per la mancanza assoluta diamore e rispetto per il nostro prossimo,oppure con un sentimento paternalisticoche appartiene più ad un regime dittato-riale che alla nostra Repubblica, che do-vrebbe essere democratica e laica.

Lo dimostrano le leggi come la legge sullafecondazione assistita, la Legge 40 del 9febbraio 2004, legge che in uno stato lai-co, divide i cittadini in buoni e cattivi, insoggetti meritevoli di rispetto e tutela esoggetti senza diritto di cittadinanza, co-stretti ad emigrare per accedere ad un trat-tamento sanitario, o ad un metodo di pre-venzione e cura della salute, o di un tratta-mento sanitario che garantisce la vita deiproprio figli. Eppure l’Italia ha conosciu-to bene il periodo dell’emigrazione, dovei cittadini cercavano lavoro in altri paesi,oggi i cittadini italiani insieme al lavoro,cercano anche cure all’estero. Assistiamodunque ad un nuovo fenomeno sociale,determinato questa volta da una legge ap-provata e mantenuta da un Parlamento.

Questi sono esempi che dimostrano co-me uno Stato legifera in violazione di undiritto costituzionalmente rilevante, ilprincipio di uguaglianza dettato all’artico-lo 3 della Carta Costituzionale dello statoItaliano.

Oggi qui al VI Congresso dell’ Associa-zione Luca Coscioni, tratteremo conuna sessione giuridica di approfondi-mento, la Legge numero 40 del 2004,sulla procreazione assistita. Preliminar-mente, anche per coloro che non cono-scono questa tematica, farò una breve

panoramica con riferimenti semplici allanostra Costituzione. Proprio perché ognilegge dovrebbe avere, come base, il rispet-to dei diritti costituzionalmente rilevanti.

Partiamo da una premessa, già menziona-ta, la carta costituzionale che garantisce ai

cittadini il rispetto del principio di ugua-glianza articolo 3, il diritto alla salute arti-colo 32 della Costituzione Italiana, e an-cora nel nostro ordinamento, è vigente ildiritto soggettivo alla procreazione il qua-le troverebbe il proprio fondamento nel-l’art. 2 della costituzione e, conseguente-

Legge che perdesi cambiaIn esclusiva alcuni degli interventi piùsignificativi della tavola rotonda “Legge 40 sulla fecondazione assisitita nellaprassi giurisprudenziale”, tenutasi a Salerno inoccasione del VI Congresso dell’AssociazioneLuca Coscioni

Filomena GalloAvvocato, Presidente dell'Associazione Amica Cicogna Onlus, èvice-Segretario dell’Associazione Luca Coscioni. Ha coordinato ilavori della IV Commissione del Congresso di Salerno:“La legge40 sulla fecondazione assistita nella prassi giurisprudenziale”.

Su radioradicale.it puoi trovare l’audiovideo ditutti gli interventi della commissione sulla legge40. www.radioradicale.it/scheda/247443

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mente, dovrebbe essere riconosciuto in capoad ogni individuo. Ma l’Italia è paese mem-bro dell’Unione Europea, e ciò crea obblighi;il diritto Comunitario diventa infatti fonteprincipale nel nostro ordinamento. Il dirittoalla procreazione ha trovato il proprio fonda-mento giuridico nelle norme di diritto inter-nazionale, in particolare all’art. 12 della Con-venzione per la salvaguardia dei diritti del-l’uomo del 1950, nell’art. 16 della Dichiara-zione universale dei diritti dell’uomo del1948, nell’art. 23 del Patto internazionale suidiritti civili e politici del 1966 e nelle normeriguardanti il rispetto della vita privata e fa-miliare contenute nell’art. 8 della Convenzio-ne europea. Da un esame della legge 40/04,vedremo che in realtà diritti riconosciuti e tu-telati a tutti i cittadini italiani, divengono di-ritti calpestati, quando ad esempio non puoiavere un figlio per motivi di salute che impe-discono il concepimento, o perché sei porta-tore di patologie virali o genetiche. In questocaso, in Italia, la Costituzione e le norme didiritto internazionale, per queste persone,non sono applicate.Esaminando il dettato normativo oggetto diquesta sessione, leggiamo che la legge 40 del2004 è nata per favorire la soluzione dei pro-blemi riproduttivi delle coppie infertili o ste-rili, con un approccio terapeutico. Ma l’articolo 1 enfatizza le finalità sottese al-l’intervento legislativo, evidenziando che ri-serva l’accesso alle tecniche per poter avere unfiglio solo a coloro che hanno un problemaspecifico, configurando l’intervento medicocome estrema ratio. E se da un lato riconoscealla sterilità o infertilità il carattere di malattia,perché la terapia interviene solo dove vi è unamalattia, dall’altro esclude di fatto dal ricorsoalle terapie le coppie che, per procreare nellatutela della salute, devono ricorrere alla fecon-dazione assistita, escludendo i portatori di

malattie trasmissibili. Violando quindi ilprincipio di uguaglianza e il diritto alla salu-te articoli 3 e 32 Costituzione Italiana. Inoltre, a questo riconoscimento del caratte-re di patologia alla sterilità e infertilità, il Siste-ma Sanitario Nazionale non ha fatto seguirel’inserimento della patologia nell’elenco del-le malattie riconosciute dallo stesso. Proseguendo nella disamina della Legge, ap-pare un soggetto nuovo al nostro codice civi-le: “il concepito”. È significativo notare comeil legislatore all’articolo 1 comma 1 abbiaprecisato che la legge assicura i diritti di tuttii soggetti coinvolti compreso il concepito. Mal’articolo 1 del codice civile subordina l’acqui-sto della capacità giuridica, e quindi della sog-gettività, alla nascita della persona. In altre pa-

role l’ordinamento giuridico non può asse-gnare ad entità che non hanno il riconosci-mento giuridico come soggetti del diritto latitolarità dei diritti soggettivi. Il legislatore inquesto caso, condizionato da spunti eticoideologici, ha perso di vista l’oggettività deldiritto.

Ma forse qualcosa di buono nella legge c’è.Leggendo l’articolo 4, siamo felici di trovare il principio della gradualità delle tecniche edella minore invasività, principi ancorati aldiritto alla salute costituzionalmente rilevan-te dell’articolo 32. Ma le buone intenzioni dellegislatore hanno vita breve, perché confer-ma, sia con l’articolo 1 che con gli articoli cheseguiranno, che l’articolo 32 di fatto è disat-teso. Al comma 3 del medesimo articolo tro-viamo il “Divieto di applicazione delle tecni-che eterologhe”; l’autorità dello stato, in baseall’articolo 2 della costituzione già citato, nonpotrebbe ne condizionare né limitare l’auto-nomia privata del singolo cittadino, visto chela scelta procreativa avrebbe natura persona-lissima e sarebbe sottratta a qualsiasi sindaca-to di legittimità.

A tale proposito alcuni autori in dottrina so-stengono che le tecniche eterologhe sono am-missibili, poiché il principio di laicità di unostato dovrebbe costituire una bussola indi-spensabile per il conditor juris, quando entra-no in gioco valori che interessano le personein una società democratica e pluralistica, se-gnando il confine oltre il quale l’interventonormativo dello stato avrebbe il significato diun’autoritaria intrusione, dagli odiosi risvoltimoraleggianti nella vita e nelle scelte indivi-duali dei privati. Nella legge 40/04 il legisla-tore ha commesso tale intrusione, preveden-do sanzioni a tutela di tale divieto. Ma lo stes-so si è reso conto che le coppie vi avrebberocomunque fatto ricorso, e quindi ha previstola tutela dei figli concepiti con l’eterologa ar-tificiale, a conferma della sentenza del CorteCostituzionale numero 347, non consenten-do l’azione di disconoscimento di cui all’art.235 cc e 263 cc (impugnazione del riconosci-mento per difetto di veridicità).

Ma non è finita qui: proseguendo troviamol’articolo 5, la legge prevede la facoltà di ri-correre alle tecniche di fecondazione assisti-ta, riservata solo alle coppie maggiorenni disesso diverso, in vita. Dimenticando che nelnostro ordinamento esistono i minori eman-

cipati, quindi escludendoli, e tale disposizio-ne entra in contrasto con l’articolo 250 codi-ce civile che permette a chi ha compiuto il16 anno di riconoscere un figlio. Ma entra incontrasto anche con la legge194/78 che pre-vede l’interruzione di gravidanza per i mino-ri con il consenso del tutore o chi esercita lapatria potestà. Quindi un minore emancipa-to che ad esempio abbia sconfitto, grazie allascienza, un tumore in età infantile, e che haoggi una vita normale, ma che per le cure che-mioterapiche ha perso la fertilità, benché pos-sa contrarre matrimonio, non potrà riprodur-si se non raggiunge la maggiore età.

Giungiamo all’articolo 13 e al divieto di spe-rimentazione su embrioni umani. Prima del-la legge sulla fecondazione assistita, nessun la-boratorio italiano ha mai prodotto embrioniumani per finalità di ricerca scientifica, nel ri-spetto della Convenzione di Oviedo che,benché sia stata ratificata dal nostro Stato manon ancora introdotta nel nostro ordinamen-to, in ogni caso è osservata dai nostri ricerca-tori. Gli unici embrioni utilizzati erano quel-li non idonei per una gravidanza, poiché, co-me evidenziato da autorevoli esponenti delmondo scientifico, e giuristi come ad esem-pio Gazzoni, si prevede che la coppia possadestinare gli embrioni che non determineran-no mai una gravidanza alla ricerca scientifica,accostando l’atto alla donazione degli organida cadavere. Altri giustificano l’utilizzo per fi-ni scientifici per partecipare ad un processomaterio-energetico, piuttosto che essere ce-stinati. La legge quindi in questo caso disat-tende l’articolo 33 della Costituzione e di-mentica anche l’esistenza di embrioni chenon sono utilizzati per gravidanze, e di em-brioni abbandonati che periranno nell’azotoliquido senza alcuna utilità, mentre vi sono almondo tanti malati che sperano che la scien-za possa sconfiggere malattie oggi ancora in-curabili.

E giungiamo all’articolo 14 “Limiti all’appli-cazione delle tecniche sugli embrioni”. Divie-to espresso alla crioconservazione degli em-brioni, unica deroga al comma 3 per motivisanitari. Il medesimo articolo al comma 2,prevede la creazione di non più di tre embrio-ni da trasferire in un unico contemporaneoimpianto. Tali previsioni recentemente han-no determinato incidente di costituzionalità.La Corte Costituzionale è stata chiamata a

pronunciarsi sulla legittimità costituzionaledell’articolo citato, poiché il medesimo entrain contrasto con gli arti 32 e 2 della costitu-zione e al tempo stesso con la legge 40 stessache prevede all’art. 4 la minore invasività del-le tecniche. Ma la legge al comma 2 dell’arti-colo 14, pone un divieto che per gli operato-ri non dovrebbe creare difficoltà, poiché vie-ta la creazione di più di tre embrioni e il con-gelamento dei medesimi; ma ogni embriolo-go sa che prima che si ottenga un embrione cisono fasi che hanno diversa definizione:l’ovocita pronucleato, e altre fasi successiveprima dell’embrione, come lo zigote. Ovve-ro l’ovocellula fecondata che evolve fino acreare un embrione, il quale per proseguire ilsuo sviluppo deve essere trasferito in utero;solo dal quel momento abbiamo una gravi-danza. Pertanto la legge dovrebbe essere lettatenendo conto non solo delle fredde norme,ma della scienza; in tal modo si potrebberoapplicare correttamente le tecniche di PMAed inoltre sarebbe rispettata la Carta costitu-zionale. D'altronde anche in Germania esisteil divieto di congelamento degli embrioni,ma i centri di fecondazione effettuano il con-gelamento dell’ovocita pronucleato.Non occorre essere un esperto o un giuristaper dire che la legge 40 del 2004 è da abroga-re, perché in effetti sono i fatti che parlano. Il30 giugno 2007 il Ministro della salute LiviaTurco ha depositato in Parlamento un a rela-zione che evidenzia come, a seguito dell’in-troduzione di questa legge, vi siano meno na-scite con fecondazione assistita, meno gravi-danze, più aborti spontanei a seguito di gravi-danze trigemine, più danni alla salute delledonne.Ma nonostante ciò, e benché sia cambiato ilGoverno, nessuno ha manifestato l’intenzio-ne di cambiare questa legge terribile. I dise-gni di legge depositati a modifica della legge40 non hanno mai visto una calendarizzazio-ne. Nel resto del mondo una legge che risul-ti, a seguito di una verifica, sbagliata, vieneabrogata. In Italia no. Unici guardiani dei di-ritti delle persone che per avere un figlio de-vono accedere alla fecondazione assistita, so-no diventati i Giudici. Solo grazie a loro oggi,in Italia, si può effettuare diagnosi preimpian-to. E’ solo grazie a loro che le linee guida so-no state annullate perché illegittime per ec-cesso di potere. E’ solo grazie a loro che sonostati chiariti aspetti della legge che aumenta-vano la dannosità di base della stessa.

18 LEGGE CHE PERDE SI CAMBIA

Nel resto delmondo una leggeche risulti, a seguitodi una verifica,sbagliata, vieneabrogata. In Italiano. Unici guardianidei diritti dellepersone che peravere un figliodevono accederealla fecondazioneassistita, sonodiventati i Giudici.

La legge disattendel’articolo 33 dellaCostituzione edimentica anchel’esistenza diembrioni che nonsono utilizzati pergravidanze, e diembrioniabbandonati cheperiranno nell’azotoliquido senzaalcuna utilità

Nella legge 40/04l’interventonormativo dellegislatore ha ilsignificato diun’autoritariaintrusione, dagliodiosi risvoltimoraleggianti, nellavita e nelle scelteindividuali dei privati

foto: dumplife (Mihai Romanciuc)(flickr.com)

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DOMENICO DANZA

Parlare oggi di fecondazione assistita in Italia ècome parlare di una terapia “in libertà vigila-ta”, stretta com’è tra i limiti e i divieti dellaLegge 40 e di Linee guida vincolanti. Doven-do spiegare i motivi della fecondazione in vi-tro a non addetti ai lavori in pochi minuti, misoffermerò su alcuni punti, direi scontati, econdivisi dalla maggior parte dei medici mache vale affermare con rigore perché nel corsodel dibattito pre e post referendum sono statioggetto di mistificazioni e interpretazioni fan-tasiose.

Infertilità e malattiaLa sterilità è una patologia e la fecondazioneassistita è una terapia medica. Vorrei sgombra-re innanzitutto il campo dalla affermazionepiù volte avanzata dai nemici delle tecniche diriproduzione assistita sul fatto che essa non sa-rebbe da considerarsi una terapia, poiché, as-sodato questo, le considerazioni che ne deri-vano mostrano il paradosso medico legislativoin cui viviamo.

Dalla cura dell’Aids, a quella del diabete, finoai by pass e alle angioplastiche per le malattiecardiovascolari, la medicina interviene attra-verso terapie che, pur non eliminando la pato-logia e, in particolare, la loro causa, sono a tut-ti gli effetti terapie mediche considerate essen-ziali e preziose sia al fine di preservare la vitadel paziente che al miglioramento della suaqualità. Detto questo, i diabetici rimangonodiabetici, i sieropositivi, sieropositivi, i cardio-patici, cardiopatici. Eppure, l’argomento piùusato in tutti i dibattiti, parlamentari e pub-blici, per affermare che le tecniche di feconda-zione assistita non sono terapie, è che si trattadi tecniche che non curano la causa e lascianoil paziente sterile o infertile esattamente comeprima della terapia.Questa premessa, ovviamente, ci conduce adun problema sostanziale: tutto il dibattito sul-le tecniche di riproduzione assistita ha, alla ba-se, un giudizio di valore di tipo etico, cioè ilvalore che si da all’intento della cura. Ad esem-pio, nel caso di patologie come diabete, aidssi potrebbe parlare di cura poiché l’intento èquello di preservare la vita, mentre nel casodella sterilità non si parla di cura in quantol’intento e’ quello di riprodurre una vita esembra evidentemente che ciò non giustifi-chi lo status di cura. Altrimenti nessuno, credo, potrebbe negareche l’infertilità sia una condizione patologica,non soltanto da ricondurre all’avanzare del-l’età riproduttiva - fenomeno questo social-mente indotto dalle precarie condizioni occu-pazionali nel nostro paese e che spinge le cop-pie a differire l’epoca del concepimento - maanche da eventi morbosi quali malattie infet-tive, sequele di interventi chirurgici, malattiegenetiche e – non da ultimo - da fattori tossi-ci ambientali che influiscono negativamentesull’apparato riproduttivo e in cui quindi èevidente una responsabilità politica e sociale. Vorrei fermarmi a riflettere, proprio a propo-sito di alterazioni patologiche e infertilità sot-

tolineando come sempre più studi sperimen-tali e clinici rendano più evidente il ruolo del-la presenza di agenti inquinanti sullo stato del-l’apparato riproduttivo. Alcuni recenti studimostrano l’associazione tra aumentati livellidi diossina ed endometriosi (causa di sterili-tà), così come donne ed uomini esposti a pe-sticidi riportano danni della fertilità, gli uo-mini impiegavano a concepire il doppio deltempo rispetto alla popolazione normale e co-me, nel caso di concepimento, le loro donneavevano un rischio di aborto fino a dodici vol-te superiore. Ulteriori studi sui distruttori en-docrini (ftalati, bisfenolo ecc.) infatti, presen-ti in molte sostanze di uso quotidiano, mo-strano sempre più come essi agiscano disordi-nando il sistema endocrino, danneggiando ilfunzionamento della tiroide e interferendo inmaniera significativa con lo sviluppo dellefunzioni sessuali con ricadute a più livelli, sul-le capacità riproduttive umane. Tutti questi

elementi sono tutt’altro che rassicuranti sul fu-turo del fenomeno infertilità in termini di dif-fusione. E questo dovrebbe spingere la socie-

tà intera a interrogarsi sui danni che le politi-che ambientali e gli stili di vita attuali hannocausato alla nostra qualità della vita e alla no-stra salute, compresa quindi anche quella ri-produttiva. Tutto ciò non fa che condurmi alcuore del mio intervento e cioè il paradosso dicurare in libertà vigilata una patologia impor-tante, sulla quale ci sono cause e responsabi-lità sociali che non è possibile ignorare.

Medicina dell’individuo e medicina“seriale”E’ dunque un paradosso medico contempo-raneo l’oggetto della mia relazione. Nell’eradella farmacogenomica, in cui si progettano ifarmaci in base al profilo del DNA del pazien-te, noi - codice civile alla mano - troviamo neltesto legislativo il numero di ovociti da inse-minare e quelli da trasferire. Con buona pacedelle cause di sterilità, con buona pace delladiversità biologica e soprattutto, permettete-mi, con buona pace della coscienza che mi ve-de trattare due pazienti diversi, con problema-tiche opposte, allo stesso modo, secondo unalogica industriale e non medica, dando lorochance di successo, ovviamente, assolutamen-te differenti.E’ inutile, a questo punto, per spiegare questoparadosso, entrare nel dettaglio di come si ese-gue un ciclo di fecondazione assistita. Basti sa-pere che si preparano le donne ad aumentarela produzione ovocitaria, si prelevano gli ovo-citi attraverso un breve intervento in anestesiae, dopo la fecondazione, che avviene in labo-ratorio, si trasferiscono gli embrioni qualorasi siano formati.Inutile ripetere come tutto questo sia attraver-sato dalla fatica fisica, resa ancora più difficiledalle emozioni e dalle attese che questo pro-cesso innesca di fronte a un desiderio che, nonsolo direi è legittimo, ma ancestrale e può as-

solutamente fare la differenza rispetto alla qua-lità della vita futura e alla felicità di una cop-pia, senza per questo che nessuno di noi pos-sa o debba azzardarsi in una valutazione cheattiene alla sfera privatissima dell’esistenza edella propria personale intuizione del mondo. Ma la legge, invece, entra in questa sfera, as-sumendo - come ovvio - che la realizzazionedel desiderio di maternità in una donna ferti-le è socialmente ed eticamente legittimo e edi-ficante, mentre lo stesso desiderio viene consi-derato un’ostinazione in una donna o in unuomo con difficoltà a procreare. Cosicché inbarba alla coscienza, e soprattutto alla scien-za, io devo trattare allo stesso modo un’infer-tilità tubarica e un’infertilità maschile , nellapiena consapevolezza che la seconda ha menopossibilità di successo. L’esito più evidente diqueste paradossali incongruenze è la migrazio-ne continua nei centri stranieri che, come mo-strano i dati, anche se non ufficiali, anche selacunosi, anche se parziali e frammentati, tut-ti concordano nel dire che sempre più coppiescelgono di andare all’estero e, sorpresa, manon troppa, in misura maggiore quelle che ri-corrono all’inseminazione omologa, a testi-monianza che ormai si va all’estero anche perciò che la legge dice di consentire. Unico ele-mento discriminante, in questo caso, le di-mensioni dei portafogli delle coppie infertili,che rappresenta la vera forma di differenzabiologica che questa legge esalta.

I risultati dopo la legge: cronaca diuna sconfitta annunciataLa relazione del ministro al Parlamento hamostrato già la riduzione del tasso di successodelle gravidanze con l’applicazione della leggee un sottostudio pilota ha già mostrato comeil fattore maschile sia quello più penalizzatodal limite dell’inseminazione degli ovociti. Una legge impugnata da tanti tribunali, maormai fissa nel codice civile fino a quando leCamere non vorranno ripristinare una qual-che forma di coerenza nel nostro sistema legi-slativo in materia di tutela della salute delladonna e di maternità responsabile, restituen-do così anche ai medici - non mi stancheròmai di ripeterlo - la possibilità di curare in mo-do libero e responsabile. E per ultime ad essere impugnate dal Tribu-nale sono state le Linee Guida, uniche tra leLinee Guida in medicina ad essere vincolantiper il medico, tradendo così lo spirito tradi-zionale delle Linee Guida che vogliono essereper il Medico un orientamento documentatoe mai un’imposizione. E non è strano che que-st’ultima sentenza, questa volta del Tar, le de-finisce “illegittime per eccesso di potere”. Det-to questo, con buona pace di quest’ultimasentenza, nonostante essa ripristini la possibi-lità della diagnosi pre-impianto, con il persi-stente limite dell’inseminazione di soli treovociti, resta pressoché arduo eseguire la ge-netica pre-impianto per cui un altro parados-so è servito. Inseminare per forza non più di tre ovociti ,impiantare per forza tutti gli embrioni otte-nuti qualunque sia il loro stato di salute, nonpoter effettuare una diagnosi pre-impianto,sono gli elementi di una legge basata su sup-posizioni, mediazioni etiche ed ideologiche,contro ogni criterio di good medical practice. Ma, mi chiedo, mentre devo evitare di crio-conservare un embrione, mentre non possostudiare se è sano, per evitare che si possa sce-gliere, quello sano piuttosto che malato, perallontanare fantasmi di eugenetica come nel-lo spirito della legge: che ne sarà di quel fetoattaccato all’utero della madre su cui un’am-niocentesi diagnostica una trisomia 21? Co-

Tutti i paradossi della legge 40RELAZIONE/1

19COMMISSIONE AL CONGRESSO

Siamo di fronte adun paradossomedico: nell’eradellafarmacogenomica,in cui si progettanoi farmaci in base alprofilo del DNA delpaziente, noitroviamo nel testolegislativo il numerodi ovociti dainseminare e quellida trasferire.

Nessuno potrànegare chel’infertilità sia unacondizionepatologica daricondurre anche afattori tossiciambientali in cui èevidente unaresponsabilitàpolitica e sociale. Enon è paradossalecurare “in libertàvigilata” unapatologiaimportante sullaquale agisconopure responsabilitàsociali che non èpossibile ignorare?

Domenico DanzaGinecologo, è Presidente dell’Associazione Medici e Biologi dellaRiproduzione Umana, nonché Direttore del Centro Mediterraneo diMedicina della Riproduzione a Salerno.

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ADALGISO AMENDOLA*

Vorrei sottoporvi il mio punto di vista in ma-niera problematica: a me questa giurispru-denza post-legge 40 non fa esultare più ditanto. Mi spiego: è riuscita a risolvere casiconcreti e tutto questo ovviamente mi va be-nissimo. Però nel percorso seguito da Caglia-ri e da Firenze ci vedo dei pericoli per il pro-sieguo o almeno vedo il rischio di uno stile ar-gomentativo giurisprudenziale che mi na-sconde certi problemi, piuttosto che farmelivedere. Ribadisco tutto il mio apprezzamen-to perché questi sono stati due eroi: dentro ildispositivo della legge 40 sono riusciti a ri-spondere positivamente a una drammaticadomanda di diritti. Ma come l’ha fatto? Mi spiego: cosa fa Cagliari? Il giudice di Ca-gliari vede la richiesta di diagnosi pre-impian-to e ha la reazione che abbiamo avuto tuttiquando abbiamo letto la legge 40 - e abbia-mo deciso di fare la campagna referendaria -;cioè dice in termini tecnico giuridici: “questaè una schifezza, è una roba immorale, ma so-prattutto è una roba incostituzionale”. All’in-terno del nostro ordinamento costituzionalenon si può vietare il pre-impianto almenoquando, al di là poi delle ragioni etiche pro-fonde, anche extra costituzionali, è a rischio lasalute della donna. Il giudice prende e mandaalla Corte Costituzionale, perché dice: qui c’èuna questione, almeno non manifestamenteinfondata, di incostituzionalità. La Corte Co-stituzionale non entra neanche nel merito; glidice: guarda che tu mi hai impugnato l’arti-colo 13, nella parte in cui non permette ladiagnosi preimpianto, ma l’hai impugnatoperò dicendo che in fondo sono tutti i princi-pi ispiratori della legge ad essere incostituzio-nali. Allora perché mi hai impugnato soloquesto? Semplificando, è un po’ questo il di-scorso della Corte: “non posso entrare nelmerito perché la tua richiesta è contradditto-ria. Non la discuto”. E la rimanda indietro. Ilgiudice se la vede riarrivare e dice: no, io nonci vado più in Corte Costituzionale. Primo

perché altrimenti passa il tempo e buonanot-te! Secondo perché sospetto che la Corte Co-stituzionale non mi tratterà tanto meglio qua-lora entrasse nel merito. Allora cosa fa? Iniziaa seguire l’altra strada per cui quello che eraprima sospetto di incostituzionalità diventacostituzionale perché il divieto di diagnosipre-impianto nella legge non ci sarebbe. Gio-ca sull’articolo 13 - “è vietata qualsiasi speri-mentazione su ciascun embrione umano”,tranne poi “la ricerca clinica e sperimentalesu ciascun embrione è consentita a condizio-ne che si perseguano finalità esclusivamenteterapeutiche e diagnostiche” - e sull’articolo14 sul diritto ai soggetti all’informazione. Ilgiudice scinde le due cose. Quella che ci erasembrata una legge unitaria, che partiva daun principio di tutela assoluta dell’embrionee che quindi faceva unitariamente e coeren-temente abbastanza schifo, diventa invece peril giudice una legge ispirata in qualche modoa binari paralleli. Da una parte un divieto as-soluto per quanto riguarda la ricerca scientifi-ca; lì il giudice dice, in maniera magari anchecriticabile: “La norma magari bloccherà ilprocesso scientifico, ma lì c’è un divieto asso-luto nella legge”. Dall’altra parte però, perquanto riguarda invece l’intervento di fecon-dazione, questa tutela non è assoluta, proprioperché l’articolo 14 - che ci dice che i sogget-ti hanno diritto all’informazione - fa capireche se hanno il diritto a essere informati, cisarà anche il dovere dall’altra parte di darequesta informazione. La “ricerca clinica e spe-rimentale su ciascun embrione umano con-sentita a condizione che si perseguano finali-tà esclusivamente terapeutiche e diagnosti-che” è ricostruita in modo tale da compren-dere anche la diagnosi pre-impianto, o in ma-niera tale di dire almeno che questo non co-stituisce divieto esplicito di diagnosi pre-im-pianto. Ed essendo nel campo penale, se nonc’è un divieto esplicito, non esiste tassatività equindi di conseguenza non vi è divieto. Qualè il problema di tutto questo ragionamento?Che ora questa parte della legge è diventata

costituzionale. Quando facevamo campagnaper il referendum, cosa avevamo capito: c’erao non c’era la diagnosi pre-impianto? Sincera-mente io, come il giudice in prima battutaquando è andato in Corte Costituzionale,avevo capito fosse difficile far passare comepossibilità di diagnosi pre-impianto il fattoche sia consentita la ricerca clinica e speri-mentale su ciascun embrione umano, a con-dizione che si perseguano finalità esclusiva-mente terapeutiche e diagnostiche. [...] Il giudice di Firenze, che prende tutto daCagliari ma ha pure una bella penna, ad uncerto punto lo dice: “non può tacersi infattiche altra lettura della norma necessiterebbe ilricorso alla valutazione di costituzionalità.Non solo infatti la necessità di tutelare situa-

zioni uguali in modo uguale, ma anche la tu-tela della salute di cui all’articolo 32 e infine lanecessità di salvaguardare la pari dignità diuomo e donna impedendo quello che autore-vole dottrina ha definito come la legislazionein ordine al corpo della donna come luogopubblico contro e oltre il suo privato convin-cimento, depongono per la lettura del 14 nelsenso indicato”. Cioè dice: se io non facciotutto questo, come ha fatto Cagliari, sarei co-stretto all’incostituzionalità. E l’incostituzio-nalità è forte! Il perché lo scrive: questa è unalegislazione che rende il corpo della donna“luogo pubblico”. Allora lo pongo proprio come problema, da-vanti a una giurisprudenza che fa di tutto macostituzionalizza l’incostituzionale. [...] Vi chiedo: in questa situazione, diceva chimi ha preceduto, quello che non fa la politi-

ca lo sta facendo la giurisprudenza; siamod’accordo, ma la giurisprudenza lo fa conquesti limiti. Cioè la giurisprudenza può cer-care di gestirla così la cosa, di creare, dentrouna legislazione da rifiutare in blocco, la pos-sibilità di dare una qualche risposta positivain termini di diritto. Questi sono i limiti. Far tacere la politica e affidarci all’illusioneche sia la giurisprudenza a liberare i nostricorpi può essere un’illusione pericolosa. Lo soche la politica non ce la fa, però dovremmoriflettere sul fatto che la giurisprudenza più diquesto non può fare e che, anche quando faquesto, il rovescio della medaglia è che se dàrisposte sul caso singolo, dall’altro lato costi-tuzionalizza ciò che probabilmente suona co-me incostituzionale. [...]Questo è il quadro:

davvero, una giurisprudenza eroica, però co-me può esserlo la giurisprudenza. Noi che do-vremmo essere la politica ci dovremmo chie-dere quali altre risposte potremmo dare, sa-pendo - per esempio – che per la fecondazio-ne eterologa non mi aspetto assolutamentenulla dalla giurisprudenza. Sulla fecondazio-ne eterologa ci sono resistenze fortissime; èsolo con un profondo discorso politico chepossiamo vincere tutto quello che c’è dietrol’ossessione della fecondazione omologa. E’un discorso culturale pesante, che ci vedràimpegnatissimi, ma certamente non è un di-scorso che potrà fare la giurisprudenza.

* Testo non rivisto dall’autore.Il testo inversione integrale è scaricabile libera-mente su www.agendacoscioni.it

Potrà mai un giudice liberare i nostri corpi?

RELAZIONE/2

20 LEGGE CHE PERDE SI CAMBIA

me è possibile che nello stesso sistema legisla-tivo la legge tuteli contemporaneamente unembrione rispetto alla madre e poi, invece, inun altra circostanza la volontà della madre ri-spetto all’embrione? Come può la legge deci-dere due misure diverse invece di riconoscereil criterio dell’autodeterminazione responsa-bile come principio guida di tutte le scelte?

La realtà delle coppie sterili e i fantasmi mediatici. Molti di questi interrogativi hanno una rispo-sta se si ci si chiede di cosa è eredità questa leg-ge. Essa ci deriva da una parte da un orienta-mento di pensiero autoritario e offensivo e ir-rispettoso nei confronti dell’universo femmi-nile, che vede il controllo della fertilità e dellariproduzione come una minaccia all’ordine fa-miliare. Dall’altra da tutti i fantasmi evocatida un dibattito mediatico viziato. Mamme disessant’anni sbattute in copertina, gravidanzeda embrioni già orfani e bimbi figli di duemamme sono stati raccontati dai giornali edalle televisioni come le conseguenze ordina-rie di queste tecniche e sbattute in prima pagi-na come avvertimento su cui riflettere.

Nulla di più lontano dalla routine dell’utenzadei centri di fecondazione assistita a cui si ri-volge la maggior parte delle coppie che vuoleinvece proprio riproporre un modello fami-liare classico che vede lo sbocco naturale delmatrimonio nei figli e che non si arrende auna famiglia senza figli, nel solco della tradi-

zione più assoluta. La fecondazione assistita,infatti, non è una manipolazione della natu-ra, né consente tout court una selezione euge-netica quale quella ventilata dai fautori dellalegge che ne hanno fatto un facile cavallo dibattaglia.Ciò che in laboratorio accade riproduce ciò

che accade in natura, nessuno manipola gliovociti o gli spermatozoi, piuttosto si osservaciò che accade dal loro miracoloso incontroche avviene, questo si, fuori dal corpo, in reli-gioso, oserei dire, silenzio, ma ciò che accade,come nel corpo, è frutto di quell’incontro.Allora il concepimento fuori dal corpo nonrappresenta un problema né etico, né tanto-meno medico ma, e’ bene dirlo a chiare lette-re, è di esclusiva natura religiosa. Vorrei con-cludere così la mia relazione, chiedendoci, pa-radossalmente ancora, se piuttosto cheun’astratta media matematica che la Legge ciconsente su ovociti da inseminare e embrionida trasferire non sia più onesto, intellettual-mente, dire di no in toto alla fecondazione invitro, come richiedevano alcune proposte dilegge presentate alla Camera. La Legge 40, rispetto alle questioni crucialiche riguardano la regolamentazione delle tec-niche di procreazione assistita, ha totalizzatoil maggior numero di divieti di tutti i Paesi eu-ropei. Divieti posti, nelle intenzioni del legi-slatore, per tutelare la vita che esprime l’em-brione. Un altro modo, invece, perdonatemi,per dire “no” alla vita.

La Legge 40, in quanto aregolamentazione delle tecniche di PMA,ha totalizzato il maggior numero di divieti ditutti i Paesi europei. Divieti posti, nelleintenzioni del legislatore, per tutelare la vitache esprime l’embrione. Un altro modo,invece, per dire “no” alla vita.

Adalgiso AmendolaPreside della Facoltà di Scienze Politiche all’Università di Salerno

DOMENICO DANZAsegue da pagina 19

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GIANNI BALDINI*

Il mio vuole essere un breve ragionamentoche parte dai ricorsi legali dalle recenti ordi-nanze e sentenze del tribunale di Firenze e delTar del Lazio, per poi approdare alla valuta-zione di una prospettiva futura rispetto a que-sti ricorsi legali, perché mi pare più che evi-dente che ormai quello che sarebbe uno deiruoli della politica, cioè quello di dirimere unconflitto di questo tipo e di regolamentare inmaniera ragionevole una situazione comequella della fecondazione assistita, sia di fatto- come spesso avviene in Italia - diventata ma-teria sulla quale i giudici si trovano ad interve-nire. Perché poi a essi compete, quelli di me-rito e quelli costituzionali, di adeguare la nor-mativa esistente secondo una interpretazioneche risulti, sempre e necessariamente, dove-rosamente, costituzionalmente orientata. Dal2004, anno in cui è entrata in vigore la legge

40, le pronunce del giudice sulla fecondazio-ne assistita sono sostanzialmente sei, quindisi contano sulle dita - come si suol dire - di

due mani. Dunque sei pronunce che peròhanno detto cose importantissime; e le ulti-me tre, di fatto, hanno dato un contributo es-senziale, hanno aperto spiragli sostanzialmen-te e formalmente decisivi per un superamen-to e per un necessario adeguamento della leg-ge sulla fecondazione assistita. Si parte conl’ordinanza del tribunale di Catania all’indo-mani dell’approvazione della legge sulla fe-condazione assistita, maggio 2004: non c’era-no ancora le linee guida, per questo è un’ordi-nanza importante anche per gli operatori me-dici, perché possono aiutare a capire quali so-no i rischi che, anche in assenza di linee gui-da come è la situazione attuale dopo l’ordi-nanza del Tar, comunque un centro medicodi fronte a un giudice che dovesse interpreta-re la legge si trova a dover affrontare. Il giudi-ce di Catania si è trovato in buona sostanzadi fronte ad una situazione da manuale: cioèla coppia portatrice di patologia genetica tra-smissibile, che fosse anche sterile, chiede alcentro medico non solo di eseguire le tecni-che di pma, ma anche di fare una preventivadiagnosi genetica di reimpianto, ovvero di co-noscere quale sia eventualmente lo stato di sa-lute in relazione alla patologia di cui la cop-pia o uno dei membri della coppia è portatri-ce, di quale sia lo stato di salute dell’embrio-ne, per poi scegliere di farsi trasferire soltantogli embrioni sani e non quelli malati. Di fron-te a questo caso tipico il giudice di Catania -in assenza allora di linee guida, cioè di quelprovvedimento regolamentare che stabilivaespressamente il divieto di diagnosi geneticadi pre-impianto - disse che la donna non hadiritto di scegliere un figlio sano, perché die-tro al diritto di scegliersi il figlio sano si apro-no orizzonti eugenetici, perché dal figlio sa-no si potrà scegliere poi quello con determi-nate caratteristiche, si potrà predeterminareil sesso del figlio. Insomma si andrà nella pro-spettiva del famoso figlio biondo con occhiazzurri. Dunque non c’è un diritto soggettivodella donna a scegliersi il figlio: da ciò conse-gue che la donna, non avendo il diritto di sce-gliere quali embrioni farsi trasferire, deve far-si trasferire tutti gli embrioni, perché così sta-bilisce la legge. La legge, è bene ricordarlo,stabilisce che gli embrioni debbano essere tut-ti trasferiti, ma la legge, e qui risponderei an-che a quale sia la valutazione che si può daresulla possibilità di creare ovociti fecondati innumero maggiore rispetto a embrioni, stabi-lisce espressamente che la donna può revoca-re il consenso soltanto fino al momento del-la fecondazione dell’ovocita. Da ciò si dedu-ce che dopo la fecondazione dell’ovocita ladonna non possa più revocare questo consen-so. Questa non è una disposizione casuale,ma da qui a mio avviso si evince che c’è unadefinizione indiretta di quello che la legge poichiama “concepito” o “embrione”, cioè per lalegge sostanzialmente il momento decisivo a

cui si ricollega addirittura un’importanza co-sì decisiva, perché a un certo punto la donnanon può più revocare il consenso al tratta-mento sanitario – quindi in violazione di tut-ti i principi che conosciamo in materia diconsenso informato e revoca del consenso deltrattamento sanitario - . Il caso Catania dun-que, in assenza di linee guida, ci dava questedue indicazioni fondamentali: che non esisteun diritto soggettivo perché questo rischie-rebbe di trasformarsi in un diritto a predeter-minare tutte le caratteristiche del pre-nasci-turo e quindi schiuderebbe orizzonti eugene-tici, e che la donna si sarebbe dovuta far tra-sferire tutti gli ovociti fecondati prodotti sen-za possibilità di scelta. La diagnosi pre-im-pianto, quindi, pure in assenza dell’atto rego-lamentare che la disciplinava, non poteva es-sere ammessa per la semplice evidente ragio-ne che sarebbe stato inutile compiere una dia-gnosi genetica di pre-impianto stante l’im-

possibilità poi per il soggetto, una volta ac-quisita l’informazione sul fatto che alcuniembrioni potessero risultare malati, di sceglie-re quale ovocita fecondato farsi impiantare. Tra le pronunce successive da parte dei giudi-ci di merito che si sono alternati, mi soffer-merei in particolare su quella che abbiamocurato direttamente come associazione Ma-dre Provetta rispetto al problema specifico èmolto diversa: con il tribunale di Firenze si af-ferma principi che sono completamente di-versi e divergenti, in fatto e in diritto, rispet-to a quello che diceva il giudice di Catania.Le linee guida erano pienamente vigenti eoperanti e, come è noto, esse stabiliscono ildivieto di diagnosi genetica di pre-impianto.

Il caso è lo stesso di Catania: una coppia digiovani soggetti, portatori di patologia gene-tica trasmissibile e sterili, si rivolgono al cen-tro medico; chiedono di eseguire la feconda-zione assistita e di sapere però preventivamen-te - essendo portatori di una patologia alta-mente trasmissibile con un rischio geneticointorno al 50% - di conoscere lo stato di salu-te degli embrioni; di fronte a tale informazio-ne decidono di trasferire soltanto gli embrio-ni sani e non quelli malati. Chiedono chequesti ultimi possano essere crioconservati,cioè congelati, non necessariamente distrutti.Come si pronuncia il giudice? Il giudice di Fi-renze parte da due assunti fondamentali: ilprimo assunto è quello che riguarda il ribadi-re la piena operatività, nel nostro ordinamen-to, del principio del consenso informato del-la autodeterminazione in ordine a vicendeche riguardano il proprio corpo, della possibi-lità per i soggetti di interrompere in qualsiasimomento il trattamento sanitario (quale è lastessa fecondazione assistita). Il giudice, nelprecisare e nel ribadire l’operatività di questiprincipi, fa riferimento anche alla sentenzadella Cassazione del 16 ottobre 2007 sul casoEnglaro, nella quale si stabilisce che il princi-pio di autodeterminazione non solo risultaun principio di ordine costituzionale che puòessere bilanciato con principi di pari rango,ma risulta criiterio ordinante che non neces-sariamente deve trovare un bilanciamentocon gli altri interessi. Quindi è da lì, comun-que, che il medico deve ripartire. La deroga el’eccezione a questo è il trattamento sanitarioobbligatorio, che però si basa su altri presup-posti: non solo quello del soggetto che non èin grado di provvedere a se stesso, ma anche ilpresupposto di una pericolosità sociale; pre-supposti che in questo caso ovviamente nonsussistono. Dunque il giudice di Firenze pre-cisa qualcosa che si pensava fosse scontato:che alla fine è la volontà del paziente che de-cide l’an, il quando e il quomodo di un trat-tamento sanitario. Dunque precisa ancheun’altra cosa: le leggi ordinarie non vivono divita autonoma, hanno un senso e devonosempre essere interpretate alla luce della leggesuperiore che è la legge che esprime la cartacostituzionale; un altro principio scontatoche però è stato opportunamente ribadito.Ribaditi questi due principi, il giudice ne traele logiche, lineari conseguenze. La prima, inordine alla prima richiesta, è che le linee gui-da costituiscono un atto regolamentare che,come diceva il dott. Danza, non è neppurevincolante; conseguentemente è in quell’attoregolamentare che si stabilisce espressamenteun divieto che la legge espressamente noncontiene. Dunque quell’atto regolamentare èandato oltre: ha stabilito una limitazione diun diritto soggettivo, che è quello di conosce-re le caratteristiche del trattamento sanitarioche si va a porre in essere, che la legge nonprevedeva espressamente, ma che si potevadesumere dalla legge solo in via interpretativa.Ma un atto regolamentare, per la gerarchiadelle fonti del diritto – in ordine Costituzio-ne, legge ordinaria, atti regolamentari - nonpuò integrare in senso aggiuntivo o privativouna legge ordinaria, né tanto meno la Costi-tuzione. Conseguentemente questo divietoespresso nelle linee guida è un divieto che ècontro la legge e contro le norme costituzio-nali a cui la legge si dovrebbe ispirare. Il tri-bunale fiorentino ritiene che le linee guida so-no illegittime e le disapplica. Essendo un tri-bunale di merito le disapplica soltanto convalore per le parti di causa.

Legge 40 e linee guida: eccoperché c’é un giudice di mezzo.

RELAZIONE/3

21COMMISSIONE AL CONGRESSO

Le linee guidahanno stabilito unalimitazione di undiritto soggettivo,che è quello diconoscere lecaratteristiche deltrattamentosanitario che si va aporre in essere,che la legge nonprevedevaespressamente,ma che si potevadesumere dallalegge solo in viainterpretativa

Sulla legge 40 igiudiciintervengono edinterpretano il ruoloche dovrebbeessere proprio delpolitico. Le ultimetre pronuncehanno apertospiraglisostanzialmente eformalmentedecisivi per unnecessarioadeguamento deltesto normativo.

Gianni BaldiniDocente di Diritto privato e Biodiritto presso la Facoltà di Scienzepolitiche “Cesare Alfieri” di Firenze. Dal 19 luglio 2005 fa partedella “Commissione di iniziativa giudiziaria sulla legge 40/04”,costituitasi a Roma su iniziativa dell’associazione Amica Cicognaonlus e dell’Associazione Luca Coscioni, una commissione digiuristi e avvocati per l’affermazione del diritto fondamentale allasalute nell’applicazione e nella riforma della legge 40/04 sullaprocreazione medicalmente assistita.

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MONICA SOLDANO

Nel mio intervento intendo soffermarmi sul di-vieto di fecondazione eterologa, contenuto nel-la legge 40/2004. E’ il tema di cui si parla dimeno, quello “più scabroso”. Nel dibattitopubblico recente, dopo il referendum contro lalegge 40, l’attenzione si è concentrata sulle que-stioni dei ricorsi e delle sentenze dei tribunali,che, al contrario, si sono concentrate maggior-mente sulla diagnosi genetica dell’embrione,ovvero sul diritto a conoscere lo stato di salutedell’embrione e sulle questioni tecniche nel-l’esecuzione della pratica della fecondazione as-sistita. In realtà, è difficile discutere sul piano le-gale della fecondazione eterologa, perché l’uni-co argomento che può aprire la valutazione del-la sua bontà o meno è quello bioetico, valoria-le, pertanto metagiuridico.Ricordiamo, infatti, che l’Italia è l’unico paese

nel contesto europeo che vieta il ricorso al se-me di un donatore ed è uno dei pochi che vie-ta la donazione di ovociti. Le fanno compagnial’Egitto, l’Arabia Saudita e la Turchia. Qui il di-vieto è motivato da una questione culturaleprofonda che attiene all’esigenza di non interfe-rire con la certezza della paternità. Sappiamo,infatti, che il nucleo familiare si identifica forte-mente per l’appartenenza alla famiglia del ma-rito. Dunque, il divieto di fecondazione etero-loga, anche nel nostro Paese, appartiene ad unascelta morale, per eccellenza.E’ figlio diretto di quel dibattito politico-legi-slativo ed etico, che si è aperto fin dalla fine de-gli anni’ 50, quando il cuore del dibattito era (eper molti versi lo è ancora) il modello di fami-glia, più che le questioni di salute, in cui si do-vrebbero inscrivere la sterilità dell’uomo o del-la donna.

Per alcuni, la fecondazione eterologa ha colpitoal cuore proprio l’istituzione famiglia, defla-

grando le figure genitoriali, moltiplicandole.Separando volontariamente, per legge, ossia pervolontà pubblica istituzionale, la genitorialitàsociale da quella biologica. Eppure l’Italia hamosso i suoi passi. Proprio negli anni ’70, conla riforma del diritto di famiglia (legge151/1975), è stata riconosciuta l’esistenza del-la famiglia sociale, equiparando i figli naturali(nati fuori dal matrimonio) a quelli legittimi (fi-gli dei coniugi). Un ulteriore passo fu fatto conla legge sull’adozione del 1983. Ma questo nonè stato ritenuto sufficiente per poter risolvere ilproblema dei figli nati dalla donazione di semeo di ovociti. Il tabù dell’adulterio, soprattuttodella donna, è ancora tra noi, come alla fine de-gli anni ’60. In particolare ricordo una senten-za di condanna per adulterio nei confronti unadonna - a causa di una inseminazione con se-me di donatore -; tra le argomentazioni, la piùsuggestiva che fu utilizzata fu di certo quella se-

condo la quale, nonostante il consenso del ma-rito, si configurava una “adulterazione biologi-ca del patrimonio genetico della famiglia”, unasorta di attentato all’ordine pubblico.Oggi la Legge 40 ha condiviso questa imposta-zione e l’argomento bioetico utilizzato per vie-

tare l’eterologa è stato quello della disparità checreerebbe tra i coniugi (uno biologico, l’altrono). Diversa la posizione condivisa dalla Fede-razione Nazionale degli Ordini dei medici emessa nero su bianco nel suo codice deontolo-gico, aggiornato nel dicembre 2006. Tra i limi-ti deontologici elencati non c’è quello della fe-condazione eterologa. Ricordo, infatti, che in una conferenza stampadella FNOMCeO, a cui partecipai un anno fa,il presidente Amedeo Bianco disse che, da unpunto di vista del codice etico dei medici, la fe-condazione eterologa non è esecrabile, poichénon interferisce con la salute, non la mette a ri-schio. Non ci sarebbe, quindi, un principio diprecauzione da utilizzare per giustificarne il di-vieto. Per questo, quindi, la situazione è curiosa. Per imedici si configurerebbe una sorta di doppiobinario: da una parte, il codice deontologico,che tra i divieti elencati per la fecondazione invitro, non include l’eterologa. Dall’altra, il di-vieto netto della legge 40, a cui, comunque imedici devono ubbidire, per non incorrere per-fino in sanzioni penali.

L’altra cosa è che, in qualche modo, la legge 40contiene già - in positivo questa volta - una bat-taglia antica: ha cancellato la possibilità di di-sconoscere i figli nati dalla donazione del seme;anche se vieta l’eterologa, ha quindi sanato unasituazione conflittuale e drammatica che ave-va, in passato avuto le sue vittime. L’Associazio-ne Madre Provetta contribuì a quella battagliapolitica e giuridica dal 1994 al 1998. Quandol’avvocato Elena Coccia (intervenuta al Con-gresso di Salerno in qualità di legale dell’Unio-ne Donne Italiane, a proposito del caso di cro-naca della 194 a Napoli) era consulente legaledi Madre Provetta e difese una donna campanaper l’azione di disconoscimento voluta dal ma-rito contro i suoi due figli, nati, consensual-mente da seme di donatore. Era il 1994, la in-seminazione con seme di donatore si praticavanei centri privati, non c’ erano leggi, ma solouna circolare (quella del ministro della SaluteDegan) che di fatto la vietava solo nelle strut-ture pubbliche), dunque esistevano banche delseme, ma il diritto civile, in relazione alla filia-zione non era stato aggiornato. Così il padre so-ciale di quei due bambini, nonché il loro non-no, avevano potuto disconoscerli, in base all’ar-ticolo 235 del codice civile, dimostrando conun esame del sangue e del dna, che non c’erauna derivazione biologica tra di loro. La madreriuscì a vincere quella prima battaglia al Tribu-nale civile di Napoli, che sollevò la questione dicostituzionalità alla Corte Costituzionale. Noipartecipammo a quella battaglia e scrivemmoun appello pubblico. Si arrivò, quindi, alla sen-tenza 347/1998, in cui la Corte costituzionaledisse, in sintesi, che il nostro codice civile è sta-to scritto, nella parte relativa alla famiglia e allafiliazione, senza porsi il problema della feconda-zione eterologa. Anche se all’epoca della Rifor-ma (1975) era già praticata, non la si volle di-scutere. Da qui la Corte argomentò l’insuffi-cienza dell’ articolo 235 del codice civile, perpoter avvalorare l’interpretazione estensiva deldisconoscimento di paternità dal tradimentodella moglie, alla inseminazione con donatore.L’occasione permise anche di evidenziare il vuo-to legislativo, a cui, in qualche modo ha postofine proprio la legge 40, nel 2004, su questopunto specifico. Lasciando però irrisolta la di-scrasia tra divieto e riconoscimento della possi-bilità di dover riaccogliere quelle coppie e queifigli comunque concepiti, con la fecondazioneeterologa, ma all’estero.

Il divieto di fecondazione eterologa

RELAZIONE/4

22 LEGGE CHE PERDE SI CAMBIA

l’Italia è l’unicopaese nel contestoeuropeo che vieta ilricorso al seme diun donatore ed èuno dei pochi chevieta la donazionedi ovociti. Le fannocompagnia l’Egitto,l’Arabia Saudita ela TurchiaMonica Soldano

Giornalista, Presidente dell’Associazione Madre Provetta, assiemea Gianni Baldini ha curato “Tecnologie riproduttive e tutela dellapersona.Verso un comune diritto europeo per labioetica”,University Firenze Press, 2007

Secondo punto. Chiedendo la coppia che lelinee guida non fossero applicate, chiedeva diconseguenza di poter procedere alla diagnosigenetica di pre-impianto. Il giudice ordina alcentro, in assenza di divieto espresso, di pro-cedere alla diagnosi genetica di pre-impian-to; ordina pure di procedere alla crioconser-vazione degli embrioni, e anche questo la leg-ge non lo consente come sapete se non in ca-so di forza maggiore non previsto al momen-to della fecondazione. Quindi supera un al-tro limite della legge che prevede un divietoassoluto di crioconservare gli embrioni. Ma la portata storica dell’ordinanza fiorenti-na, poi in parte anche recuperata dal Tar delLazio, è un’altra: sono le ultime due righe del

dispositivo, laddove il giudice ritiene -affer-mando una cosa assolutamente normale inun paese normale - che la pma e la diagnosigenetica di pre-impianto debbano essere fat-te secondo le migliori regole della scienza, inrelazione alla salute della donna. Cioè non af-ferma che queste tecniche debbano essere fat-te secondo quanto stabilito dalla norma, mariafferma un principio di buona pratica medi-ca che ha un valore costituzionale e che poi èla base dell’intervento del sanitario e del rap-porto paziente-medico; riafferma il principioper cui “nelle migliori regole della scienza” si-gnifica tenere conto della particolarità dellecaratteristiche del caso concreto, tenere con-to che le situazioni di sterilità però possonoavere cause completamente diverse o oppostee che adottando la stessa soluzione si potreb-be determinare un danno in un caso e un be-

neficio in un altro, ridando quindi implicita-mente - ma anche esplicitamente - al medicoil suo potere di decidere. Infine, dando anche l’orientamento che poiè quello espresso dalla 194 e dalla Corte Co-stituzionale: cioè ovviamente il tutto deve es-sere conforme alla esigenza prioritaria di tute-lare la salute della donna; cosa che appuntofino al 2004, dal ‘75 almeno, dal referendumsull’aborto ad oggi, al 2004, era un principioassolutamente normale e che con la legge 40risultava in parte invertito, perché la legge ètutta protesa alla tutela della salute, dello svi-luppo e della vita del nascituro. Quindi lagiurisprudenza ha avuto questa parabola chedal caso di Catania ci porta fino al caso Firen-ze e poi alla ricezione da parte del Tar di quel-le che erano le istanze espresse dal giudice fio-rentino. La prossima tappa per noi giuristi

che ci occupiamo e siamo impegnati in que-sta causa non solo per motivi di parcella maanche perché riteniamo che sia una battagliapolitica, etica, politica, laica assolutamente dafarsi, è quello di adire la Corte Costituziona-le affinché sia la suprema corte a dire quelloche la politica non riesce a dire; a dire quelloche i giudici invece hanno iniziato non soloa balbettare ma ad affermare in maniera mol-to chiara. A rispondere in fondo ai quattroquesiti posti con i referendum, che sottolinea-vano i quattro punti fondamentali per i qua-li la legge 40 è qualcosa di estraneo all’assettoe all’ordine costituzionale degli interessi e deidiritti in questo paese.

* Testo non rivisto dall’autore

GIANNI BALDINIsegue da pagina 21

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MARINA MENGARELLI*

Il mio ambito non è né la medicina né il dirit-to, ma le scienze sociali. Mi interessa in parti-colare, in questa sede, parlare di una questio-ne che mi interessa e che riguarda la comuni-cazione della scienza. Vorrei rivolgermi anchea quanti di queste questioni non sanno nulla,a quanti sanno a mala pena cosa sia la “pro-creazione medicalmente assistita”. Parliamoin fondo di una procedura non così comples-sa, un prodotto della conoscenza scientifica,la quale procede con una velocità tutta sua,molto velocemente, e produce per l’appuntoprodotti, servizi, tecnologie, terapie che ca-dono addosso alle società senza che questoproduca - di necessità - un processo culturaleadeguato. Anzi, di solito le società sulle quali“cade” la scienza non sono preparate ad acco-glierla; i problemi maggiori nascono tra que-ste due diverse velocità. E’ un processo nor-malmente indicato come “l’impatto socialedella scienza”, delle tecnologie, della cono-scenza scientifica e dei prodotti che ne deri-vano. In questo processo ci sono alcuni mon-di che si confrontano e hanno un grande pe-so. Quali sono? Il primo è quello del produt-tore di conoscenza scientifica, degli operato-ri della scienza. Il secondo è quello di chi dif-fonde la comunicazione che ne deriva, ovve-ro i media, il sistema delle comunicazioni dimassa. Un terzo mondo è quello dei decisoripolitici, della politica, e collegato – a volte inopposizione, a volte in sinergia - quello dellalegge, cioè i giuristi. Poi c’è un ultimo mondoche lavora su una dimensione che è quellaculturale che è il mondo dei cittadini, cioè

quello delle persone direttamente coinvolte einteressate a questo. Oggi qui parliamo daquest’ultimo punto di vista, partendo da ungrande tavolo di discussione che l’Associazio-ne Luca Coscioni in questi anni, con grandecapacità e fermezza e in tutte le difficoltà delcaso, insieme a molte altre associazioni, hacontribuito a portare avanti in questo paese.Se tutti questi mondi avessero lo stesso obiet-tivo in testa, penso che le cose andrebberoavanti in altro modo. Qual è l’obiettivo, checosa deve interessare e a chi deve interessarequando un nuovo prodotto si mette a dispo-sizione dei cittadini, una nuova terapia inquesto caso? Sicuramente interessa i cittadi-ni; ma ai cittadini che cosa interessa? Primadi tutto conoscere, capire, comprendere perfare che cosa? Per decidere, per prendere deci-sioni. questo obiettivo è quello di tutti gli al-tri? Non credo. Credo che tutti gli altri mon-di prima citati abbiano altri obiettivi e inqualche modo scontino anche una serie difattori, perché non è sufficiente dire che ci so-no obiettivi diversi, ma questi mondi diversiscontano anche dei fattori di rallentamentorispetto al processo che interesserebbe a noicittadini che è quello di conoscere, compren-dere, per decidere ciò che ci interesserebbe fa-re. Fattori di rallentamento. Ognuno di que-sti mondi ha i suoi fattori specifici di rallenta-mento. Per citare ad esempio il mondo dellascienza, un fattore di rallentamento è la fram-mentazione degli interessi delle persone coin-volte, dei soggetti coinvolti; una frammenta-zione di tipo corporativo, come è molto spes-so in diversi ambienti. Interessi di parte, ladifficoltà di mettersi d’accordo, di trovare un

punto di riferimento comune, di fare squa-dra. All’interno del mondo della politica si-curamente ci sono fattori di rallentamentoche derivano dai sistemi elettorali, dalla cultu-ra di riferimento - perché naturalmente la po-litica poi non vive nel vuoto - e sicuramente

un altro fattore fondamentale è la difficoltàche la politica ha di dotarsi di un certo coeffi-ciente di alfabetizzazione scientifica. Un pro-blema, quest’ultimo, che riguarda tutti, cer-tamente anche i cittadini, ma in massima par-te, se non altro per le responsabilità che por-tano, i decisori politici. Un altro di questi fat-tori di rallentamento, sul quale mi vorrei sof-fermare maggiormente, riguarda il sistemadella comunicazione, dei media. L’altro gior-no ho letto sul giornale questa bella notizia:“L’università di Newcastle in Inghilterra an-nuncia un esperimento che riguarda il tra-pianto di mitocondri in un embrione, alla ri-cerca di un metodo per fare nascere un bam-bino sano anche quando la madre è portatri-ce di un difetto genetico”. Gran bella notizia!Peccato che sui giornali italiani sia uscita co-sì: “Ecco l’embrione con tre genitori”. Pensa-te che sia neutro titolare una notizia in questomodo? Le questioni di linguaggio sono que-stioni non formali, ma sostanziali; le scelteche si fanno quando si contribuisce alla dif-fusione di un dato scientifico in questo mo-do, sono “scelte”, anche quando sono sceltenon-scelte - come direbbe qualunque opera-tore della comunicazione – visto che se ci fos-se qui un operatore dei media direbbe: “Manon ho scritto io il titolo, lo scrivono i titola-sti”. Ecco, ragioniamo su questo. E perchél’Associazione Coscioni non si mette alla testadi un ragionamento su tali questioni? Allar-ghiamolo non soltanto sulla questione dei ti-toli o dei titolisti, ma sul come si fa divulga-zione della scienza per lo meno in un settore,quello del sistema pubblico della comunica-zione. Ragioniamo su come potrebbe essereportato avanti dalla Associazione Coscioni unprogetto di legge, qualche altra iniziativa, unacampagna per mettere al centro dell’attenzio-ne anche questo argomento. Perché dal modoin cui si comunica la scienza, dal modo in cuisi scelgono le parole, si sceglie il linguaggio, sipuò influenzare quel che succederà di unacerta notizia.

* Intervento non rivisto dall’autore

Un’informazione al passo della ricerca scientifica

RELAZIONE/5

23COMMISSIONE AL CONGRESSO

L’impatto socialedella scienza,sempre più, èinfluenzato dalcomportamentodei media. Lequestioni dilinguaggio sonoquestioni nonformali, masostanziali: leparole che siscelgono percomunicare lascienza possonoinfluenzare il futurodella ricerca.

Marina MengarelliSociologa, si occupa di impatto sociale dell'innovazione, inparticolare nel campo della procreazione, di bioetica e didivulgazione scientifica.Attualmente è professoressa presso laFacoltà di Sociologia dell'Università degli Studi di Urbino.

foto: dumplife (Mihai Romanciuc) (flickr.com)

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Gli Studenti Coscioniper la Libertà di

Ricerca sono una retedi studenti che

promuovono laconoscenza e il

dibattito delletematiche riguardanti

la libertà di ricerca, idiritti civili e

l'autodeterminazionedella persona,

all'interno dellescuole superiori e

delle università. Lo strumento è quello

della denuncia delleillegalità e delle

baronie chesoffocano una libera

trasmissione dellaconoscenza. Una

riforma del sistema diistruzione

dall'interno, senzainterventismiministeriali e

burocratici. Diventaanche tu uno

Studente Coscioni,fatti promotore delmiglioramento del

Sapere a carico deglistudenti!

www.lucacoscioni.it/[email protected]

24

PISA (TOSCANA)

Un’Odissea per il rispetto della legge

CELLULE DI ALTERNATIVA

STUDENTI

LUCA NICOTRA

Quei medici, quelli invisibili, che si nascondono per impor-ti i loro pregiudizi e la loro negligenza, quelli con cui nonsiamo riusciti neppure a parlare quella mattina di feb-braio, li abbiamo denunciati. Non se l'aspettavano dicerto.Li abbiamo denunciati pensando a tutte le ragazze, e lecoppie di fidanzatini impietrite di fronte a quel cartel-lo “Qui non si prescrive la pillola del giorno dopo, rivol-getevi al vostro medico” scritto a penna e appiccicatostorto sulla porta della guardia medica qui a Pisa. Unostudente fuorisede come noi, che non ha neppure unmedico da contattare, come può non farsi prenderedallo sconforto per il rischio di vedersi arrivare un bim-bo che proprio non può tenere nel pancione? Lì, allaperiferia della città, di fronte a quella porta raggiuntacamminando sotto una pioggia torrenziale, ci sem-brava di essere al cospetto di un giudice che sbatten-do il suo martelletto ci diceva “Io vi condanno”. Maeravamo decisi a impugnare la sentenza. Mentreaspettavamo l'autobus abbiamo fatto un paio di te-lefonate ad amici, decidendo di provare all'ospeda-le Santa Chiara. Anche questo era un dedalo inferna-le di strutture e abbiamo raggiunto ginecologia solo alle12.30, al limite delle dodici ore dal rapporto dopo le qualil'efficacia del farmaco comincia a scendere. Abbiamo sali-to velocemente gli scalini, siamo arrivati all'accettazione eabbiamo chiesto la nostra ricetta per la pillola del giornodopo. Ma la risposta è stata di quelle senza appello: “Qui ladottoressa di turno non prescrive mai la pillola del giornodopo perché è obiettrice”. Siamo rimasti per qualche secon-do senza parole. Probabilmente uno dei due ha pensato chesì, avremmo potuto provare al pronto soccorso, ma a quelpunto eravamo abbastanza convinti che tutti stavano reci-tando una parte dello stesso copione. Allora la paura è di-ventata rabbia per un sistema che non ci aiutava e che eraincapace di svolgere il suo dovere. Abbiamo insistito condecisione, e allora forse c'è stata pietà o forse la paura e laconsapevolezza che qualcosa di sbagliato c'è in questo ri-fiuto perentorio. In ogni caso al nostro ”ora ci cerca lei unmedico disponibile” il muro del no ha cominciato a cedere,qualcuno ha preso in mano una cornetta, e finalmente do-

po qualche telefonata ci è stato detto “Forse hotrovato una giovane dottoressa che ve la

fa”. Passano altre due ore, altre duediscese agli inferi per insistere,

chiedere che la dottoressa ci ri-ceva finché attorno alle 14questa compare per effettua-re il suo dovere. Però, non scherziamo, sei oree due rifiuti per accedere ad unfarmaco che negli altri paesieuropei compri direttamente albanco non è cosa che due ra-gazzi e cittadini che vivono laloro società fino in fondo pos-sano accettare. Un vivere la so-cietà che per uno di noi due,Luca, era già diventato datempo attivismo nella galassia

radicale, mentre nell'altra,Mauriana, che dalla politica era

sempre stata alla larga, sono stati larabbia e l'evento di vita vissuta la molla

per avvicinarsi all'Associazione Luca Coscio-ni. Inizialmente per capire come agire e difendersi. Poi len-tamente per apprezzarne le battaglie. È grazie al SoccorsoCivile dell'Associazione Coscioni e all'avvocato dell'Asso-ciazione radicale LiberaPisa che abbiamo preparato la no-stra denuncia e speriamo che altri vogliano seguire il nostroesempio. Perché ora, proprio mentre scriviamo questo ar-ticolo, vogliamo guardare avanti, affinché il nostro non ri-manga un urlo isolato. A livello nazionale abbiamo trovatoaltre gole “urlanti” tra gli Studenti Coscioni per la libertà diRicerca; ragazzi normali, ma con la stessa nostra consape-volezza dell'importanza di queste battaglie. Se scrivete [email protected] probabilmente vi risponde-rà Giulia, una giovane studentessa come voi, provateci.Mentre se siete a Pisa vi chiediamo di contattarci scrivendoa [email protected]. Vogliamo formare unaCellula Coscioni anche qui nelle prossime settimane e ab-biamo bisogno del vostro aiuto.

L’Italia degli studentiCoscioni per la libertà di ricerca

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LECCE (PUGLIA)

Libera sanità in libero StatoVALENTINA LEONE19 anni, Liceo Scientifico Statale"Leonardo Da Vinci" di Maglie (LE)

Nell’immaginario collettivo,solita-mente, per “mala sanità” si inten-dono tutti quei fatti e misfatti che

la pravda Raiset ci propina costan-temente alla stregua di un bollettino di

guerra:persone morte a causa di interventimal riusciti per incapacità del personale medi-

co,posti letto nei reparti “critici” sempre e comun-que insufficienti, liste d’attesa abnormi anche per

le analisi più comuni. A pochi, fino ad adesso, è ve-nuto in mente che nella “lista nera” della sanità italia-

na allo sfascio, vi sarebbero da aggiungervi anche tuttiquei medici che, contro ogni legge e normativa esistenti,

si dichiarano obiettori di coscienza;per non parlare poi deiconsultori e di chi ci lavora: quando esistono e sono, teorica-

mente, funzionanti, il meglio che ti può capitare è sentirti di-re che non possono prescriverti la pillola del giorno dopo e che

c’è l’obiezione di coscienza. La cosa peggiore è, in aggiunta al sud-detto rifiuto, dover ascoltare anche le prediche del chierico di turno,

sempre in agguato e pronto a colpevolizzarti anche per un qualcosache,come molti credono, sbagliando, non è per nulla paragonabilead un aborto. Questo succede dalle mie parti, ma più frequentemen-te capita che le strutture come appunto i consultori,esistano solo edesclusivamente sull’elenco telefonico:all’atto pratico si può star cer-ti che provare a chiamare a quei numeri o recarvisi di persona è soloe soltanto una perdita di tempo:difficilmente qualcuno risponderàmai Distribuendo tra amici e compagni di scuola

l’Agenda Coscioni, posso dire che la reazione è stata quasiunivoca:”Esiste sul serio quest’associazione?”;“Non credevo che al-cune malattie comportassero davvero dei problemi non solofisici,ma anche a livello di diritti civili”o, meglio ancora, “Realmenteun medico ,per legge, dovrebbe essere obbligato a praticare l’abortoo a prescriverti la pillola?”. Per un ragazzo che basa la sua (dis)infor-mazione sulla tv e i principali giornali,la conoscenza non può essereche questa, anche perché le uniche volte che si discute su argomen-ti quali l’aborto e la RU486, l’eutanasia e il testamento biologico, si fi-nisce col tacciare di faziosità tutti quelli che non sono asserviti e alli-neati alle posizioni di Santa Romana Chiesa, tanto più che, dovendofare un esempio concreto, il fatto che nella mia regione, e cioè in Pu-glia, fosse stato eliminato dal piano regionale della Sanità il riferimen-to alla RU486 a causa dei soliti teodem del Pd, è stato solamente ac-cennato da un’unica testata tramite sole 10 righe di trafiletto. Nessu-na voce indignata, nessuno che abbia commentato, nemmeno distriscio, la vicenda. Ampio spazio, invece, alla visita del Papa nel Sa-lento a Giugno:lì sì che c’era da commentare, lì sì che l’amministra-zione regionale deve darsi da fare, non sia mai che tutti i soldi spesiper l’accoglienza a Benedetto XVI vengano utilizzati, ad esempio, permigliorare il funzionamento dei consultori. La speranza è che distribuendo dosi massicce di informazione, equindi facendo conoscere l’Associazione anche e soprattutto tra noiragazzi, si riesca a colmare l’ignoranza di molti, causata, oltre che dalpessimo servizio dei media, anche da una radicata abitudine dellescuole di ritenere, ad esempio, l’educazione sessuale o quella alla sa-lute un tema scontato, per cui non vale la pena spendere del tempo.Antiproibizionismo e lotta alla disinformatjia le parole d’ordine percoinvolgere in questa maratona tutti gli studenti, liceali e universita-ri, che vorranno correre e dare una mano ad estirpare da questa pic-cola realtà i molti ostacoli che rendono problematica una buona ge-

stione della Sanità,quella vera,libera da conservatorismi e in-fluenze clericali di sorta.

STUDENTI

25CELLULE DI ALTERNATIVA:

MICHELE SAVINO19 anni, Liceo Scientifico Antonelli diNovara

L’occasione era una delle piùghiotte. Non potevamo per-mettere di far passare inosser-vato l’arrivo nella nostra città,Novara, di quella persona cheha lanciato la “moratoria sul-l’aborto”; di quel grande intel-lettuale che si dichiara a favoredelle donne e contemporanea-mente cerca di sopprimere unodei loro più importanti diritticonquistato versando lacrime esangue; dell’uomo che defini-sce la pillola Ru486 un’“orrendapillola suicida”; del politico chetra i dodici punti del suo pro-gramma considera prioritario ilfinanziamento pubblico al

“Movimento Per la Vita”. Il personaggio in questione, nelcaso non l’ aveste ancora capi-to, è Giuliano Ferrara. Quest’ul-timo il giorno Venerdì 28 Marzodoveva partecipare ad un dibat-tito a Novara, in mattinata, e aVercelli, in serata per presenta-re la sua lista “Aborto? No Gra-zie”, insieme al capolista per laCamera dei Deputati in Pie-monte due, Marzio Grigolon.Con i nostri pochi mezzi a di-sposizione abbiamo voluto evi-tare che Ferrara rimanesse de-luso dall’accoglienza ricevuta inqueste due piccole città dellapianura Padana. Abbiamo pen-sato che Ferrara fosse contentodi ricevere il volantone sull’in-formazione sessuale realizzatoda Silvio Viale (in cui si spiega-no anche pillola Ru486 e pillola

del giorno dopo) di cui pochigiorni prima a Torino aveva ac-cettato l’invito ad un confrontosull’aborto ma al quale non hapiù dato risposta.In mattinata intorno alle undicici siamo ritrovati davanti alla se-de della circoscrizione Sud diNovara, il sottoscritto, ossia Mi-chele Savino, rappresentantedel “Gruppo Studenti Coscioniper la libertà di ricerca”, Natha-lie Pisano, membro del Comita-to Nazionale di Radicali Italianie Antonio Pesare, iscritto a Ra-dicali Italiani. Con noi abbiamoportato oltre ai volantoni sul-l'informazione sessuale, anchedei cartelloni con scritto “Pilloladel Giorno Dopo senza ricetta?Sì grazie” e “Pillola Ru486? Sìgrazie”.

Anche in questo caso, però,Giuliano Ferrara ha usato l’ef-fetto sorpresa, annunciando lasua assenza per motivi di salutepochi minuti prima dell’iniziodel dibattito. Stavamo per an-darcene un po’ delusi per ilmancato incontro quando so-no arrivati i giornalisti che, inmancanza del protagonista, sisono lanciati su di noi facendo-ci domande e diverse foto. Tuttociò ci ha fruttato diversi articolisu quotidiani nazionali e locali,ripagandoci delle fatiche fatte.Nonostante tutto, non ci siamodati per vinti, e dopo esserci ac-certati della presenza di Ferrarain serata a Vercelli, ci siamo tra-sferiti con tutto il materiale. Anoi, si è aggiunta Roswitha Flai-bani, radicale storica del picco-lo capoluogo piemontese. Ver-

so le ventuno e trenta, davantialla sede dell’incontro, è avve-nuto l’atteso incontro. Roswithaa nome dei Radicali Italiani edell’Associazione Luca Coscio-ni, ha consegnato il volantino aGiuliano Ferrara, che oltre tuttoci ha ringraziato per la nostra ci-viltà. Oltre al capolista di “Abor-to? No Grazie”, siamo riusciti adistribuire il materiale informa-tivo ai partecipanti del comizioelettorale.La giornata passata ad inseguireGiuliano Ferrara è stata positi-va. Infatti, oltre ad aver raggiun-to l’obiettivo di consegnargli ilvolantone sull’educazione ses-suale, abbiamo avuto una di-screta visibilità sia sui giornaliche tra la gente, il che ci dà fidu-cia nel continuare nelle nostrebattaglie.

NOVARA (PIEMONTE)

La nostra accoglienza a Giuliano Ferrara

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26CELLULE DI ALTERNATIVA

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Noi, avamposto “coscioniano” in Puglia

CELLULA DI FRANCAVILLA FONTANA (BRINDISI)

In prima linea dalla vita autonoma all’eutanasia, dalla droga al diritto ad un abortosicuro e legale. Anche una Cellula Coscioni in più fa la differenza.

CELLULA COSCIONI DI TORINO

SERGIO TATARANO

“Porto la voce di mio marito.Mio marito necessita di unapersona accanto, che lo guardi,e di tre persone per sollevarsi:c’è bisogno di assistenza”. Que-sto in sintesi l’intervento parti-colarmente gradito di AmaliaAyroldi, moglie di un malato diSLA, durante l’inaugurazionedella cellula Coscioni di Franca-villa Fontana (prima cellula diPuglia), tenutasi il 2 marzo scor-so, alla presenza di Maria Anto-nietta Farina Coscioni. Granderiscontro mediatico con l’inter-vento di numerose emittenti te-levisive regionali e di tutti gli or-gani di stampa locali. Hannoperaltro partecipato politici didestra e sinistra e alcuni hannopreso la parola. Tra questi, il Sin-daco ha portato il saluto dellacittadinanza alla cellula, mentrel’On. Vitali (FI) si è dichiaratocontrario alla legge 40 nella par-te in cui vieta la ricerca sulle cel-lule staminali embrionali ed haanche coraggiosamente affer-mato: “oggi ci si scandalizza nelsentir dire che esiste l’eutanasiaclandestina, un po’ come acca-deva per l’aborto 30 anni fa; in-

vece io sono convinto, lo so cheesiste l’eutanasia illegale”. Sonointervenuti anche l’assessoreprovinciale Concetta Somma(PD) e il consigliere comunaleGabriele Lippolis (PD) e l’avv.Carlo Tatarano (PD, neoiscrittoalla cellula); quest’ultimo ha so-stenuto che “l’essenza di questaassociazione è nel diritto di nonsubire e affermare certezze. C’èla mia incondizionata parteci-pazione come cittadino in tuttele forme, anche quelle più datrincea”. Come ha detto Maria Antoniet-ta, “Siamo un’associazione poli-tica, che porta questi probleminel vivo della battaglia, comevoleva Luca”.La nascita di questa cellula è ilrisultato di un cammino di dueanni nel corso dei quali anche lacittadina di Francavilla Fontana(e in generale il territorio jonico-salentino) ha conosciuto le te-matiche coscioniane. Il germedelle nostre battaglie si è dun-que inserito in un territorio finoad ora impermeabilizzato dauna classe politica ben attenta anon affrontare temi fastidiosi al-le menti benpensanti del luogoe a qualche leader da pulpito.

La vicenda di Piergiorgio Welbyè senza alcun dubbio quella checi ha visti impegnati in prima li-nea, con la veglia insieme allealtre 60 piazze d’Europa, con laraccolta di centinaia di firme diamministratori, consiglieri didestra e sinistra e cittadini co-muni a favore della indagine co-noscitiva sull’eutanasia clande-stina. Sui temi di fine vita sonostate organizzate decine di in-contri con medici, professori,sacerdoti e politici e si è potutodibattere per la prima volta su diun punto così spinoso, grazie al-la presenza in più occasioni diMina Welby. Così come per laprima volta si sono potuti af-frontare argomenti tabù in unarealtà abituata ad un silenzioosceno sul vissuto di tutti noi,abituata ad affrontare conl’ideologia questioni come ladroga; su questo si è ingaggiatoun duro e continuo scontro-confronto con i capi d’istitutodelle scuole superiori, come an-che sull’aborto: si è lanciato unappello ritenendo che l’unicasoluzione nella strada della de-finitiva sconfitta del flagello del-l’aborto consiste nell’informa-zione sessuale tra i ragazzi, ab-

bandonati come sono a fare dasoli e a sentirsi dire solo cosa ègiusto o sbagliato, mai a riceve-re fiducia nella libertà di scelta.Il diritto alla vita autonoma deimalati è stato argomento di di-scussione ed ha visto il nostrointervento anche per la dotazio-ne dei comunicatori necessariper i malati che sono ad oggiprivati del diritto di parola. Suquesto si è chiesto un impegnoformale e concreto da parte del-la Regione Puglia in occasionedella conferenza Stato- Regionidel 20 marzo.Questi sono stati i cardini su cuisi è basata la crescita di questacellula, oggi visibilmente cono-sciuta e riconosciuta, tanto dadivenire interlocutore dei rap-presentanti politici quanto dellescuole. Svariate le proposte lai-che che sono oggi sul tappeto:oltre a quelle sopra citate, va ri-cordata la richiesta di istituzio-ne della sala del commiato laicoa Francavilla e nelle realtà locali,come quella di installare distri-butori di preservativi e di fare in-formazione sessuale nelle scuo-le. Proprio nei giorni conclusividi marzo è previsto la organizza-zione di un tavolo nei pressi del

Liceo Classico con un test cono-scitivo sui metodi contraccetti-vi da sottoporre agli studenti, ladistribuzione del materiale in-formativo sulla pillola del gior-no dopo e la consegna di preser-vativi.Al termine della iniziativa inau-gurale si è proceduto alla vota-zione della mozione (visionabi-le sul sitowww.lucacoscioni.it/cellula-francavillafontana insieme atutti i contatti utili della cellula)e alla elezione di Sergio Tatara-no come Presidente e Marian-gela Gallù (neoiscritta di appe-na 20 anni) come Tesoriera.

Contattaci!Per contattare la Cellula di Fran-cavilla Fontana, per aiutarci osostenerci economicamente,chiama al 3471404741 oppurescrivi al coordinatore, Sergio Ta-tarano, a questo indirizzo: [email protected]. Per segui-re le nostre iniziative connettitia www.lucacoscioni.it/cellula-francavillafontana

ALESSANDRO FREZZATODOMENICO MASSANO

Dopo ripetute lamentele di alcu-ne mamme, manifestate per viadel fatto che secondo loro il papàdi Luca - un bimbo artistico - an-dava tropo veloce in auto e diconseguenza metteva in perico-lo gli altri bambini, il Sindaco diBarbania ha deciso di far toglierele strisce gialle, le quali evidenzia-no i parcheggi riservati ai disabili.

E' intollerabile che vi siano anco-ra discriminazioni contro i disa-bili. L'associazione Luca Coscio-ni, grazie all'impulso di Piergior-gio Welby, riuscì nel 2006, in occa-sione delle precedenti elezionipolitiche, ad ottenere il diritto divoto per i disabili in stato di di-

pendenza vitale da apparecchia-ture elettromedicali. Adesso chie-diamo che tale diritto venga este-so anche a tutte le persone condisabilità che le inchiodano alproprio domicilio. Il caso di Bar-bania porta, inoltre, alla luce lostato di ancora difficile integra-zione nella scuola per molti alun-ni disabili che, oltre alle barrierearchitettoniche, si trovano a do-versi confrontare con le barrieresocio-culturali ed i pregiudizi chespesso si traducono in iniziativeed interventi gravemente lesividei loro diritti e della loro dignità.

Constatiamo che, come noi ave-vamo previsto ed anticipato nellaconferenza stampa tenuta a Bar-bania il primo di aprile, il TAR con

una sospensiva ha revocato in viacautelativa l'ordinanza del Sinda-co di Barbania che cancellava ilposto auto riservato, utilizzatodal signor Scrimenti per l'accom-pagnamento del proprio figlioautistico a scuola.

Ribadiamo che i problemi non sirisolvono a colpi di ordinanze,soprattutto quando riguardanosituazioni complesse come quel-le che coinvolgono persone condisabilità. Riteniamo importanteche il bambino possa finalmentetornare a scuola, e, ritenendo al-trettanto importante la tutela del-l'incolumità degli altri studenti(anche se le uniche "prove" dipossibili rischi sono le lamenteledi alcune mamme), invitiamo il

Sindaco a prevedere la presenzadi agenti di polizia municipaledavanti alla scuola, magari glistessi che, assieme ai carabinieri,hanno vigilato sulla nostra pre-senza a Barbania, quindici giornifa.

Ci auguriamo che il 23 aprile,giorno in cui è stata fissatal'udienza in camera di consigliotra le parti, si riesca ad andare ol-tre rancori, incomprensioni e de-cisioni affrettate, mettendo alcentro della discussione la perso-na che, purtroppo, per ben tresettimane, non ha potuto andarea scuola. Invitiamo tutti a ragionare sulladefinizione e condivisione di unprogetto individualizzato per il

bambino che gli permetta, neltempo, di raggiungere un mag-gior grado di autonomia e benes-sere ed eventualmente di poterfare a meno, un domani, di unparcheggio riservato davanti allascuola.

Invitiamo, inoltre, il Sindaco a fartesoro di questa esperienza, evi-tando in futuro di farsi condizio-nare eccessivamente da voci dipaese, e cercando di attuare in-terventi capaci di andare mag-giormente al cuore dei problemi,soprattutto quando si tratta dipersone con disabilità.

@pprofondisciwww.lucacoscioni.it/cellulatorino

www.lucacoscioni.it/cellule

La disabilità non si governa a colpi di ordinanze

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Nessuno deve scegliere al tuo posto. Decidi online.

Attivati! Indica per iscritto, in maniera abbastanza dettagliata, quali tera-pie intendi o non intendi accettare nell'eventualità in cui ti dovessi trova-re nell’incapacità di esprimere il tuo consenso informato.

Se non vuoi partire da zero, o se vuoi risparmiare tempo, puoi scaricare unmodello standard di testamento biologico dal sito di Soccorso Civile:www.lucacoscioni.it/testamento_biologico_facsimile

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 27CELLULE DI ALTERNATIVA

CELLULA COSCIONI DI LECCO

AutodeterminazionepreventivaBRUNO [email protected]

“Egregio Signor Sindaco, con la presente affido alla suaAutorità...”. Inizia così la lettera inviata al sindaco da par-te dei cittadini che intendono far registrare il testamen-to biologico negli archivi del Comune di residenza. Unamodalità semplice, quanto efficace, poiché il Comune èobbligato per legge a protocollare, registrare e archivia-re, ogni documento ricevuto o spedito. L’iniziativa, av-viata e promossa dalla Cellula Coscioni di Lecco, mira arendere effettivo e pubblico il riconoscimento di questodiritto soggettivo. Ma per quale ragione affidare proprio ai sindaci il testa-mento biologico, in base a quale competenza si richia-ma il loro ruolo? Perché i sindaci conoscono bene il se-condo comma dell’Art. 32 della Costituzione, il suo sen-so compiuto e il valore indivisibile espresso da quelledue frasi in due sole righe. I sindaci stanno applicando ilprimo principio -“Nessuno può essere obbligato a undeterminato trattamento sanitario se non per disposi-zione di legge.” – grazie alle battaglie promosse e vintedai Radicali. La prima quella referendaria per la chiusu-ra dei manicomi del ’78 e la conseguente legge Basaglia,poi, dieci anni dopo, la battaglia per la sua piena applica-zione con il “Concerto per non dimenticare” del loroPresidente Modugno.Da allora spetta ai sindaci autorizzare i casi di trattamen-to sanitario obbligatorio e perciò essi sanno che la loroAutorità non può e non deve essere elusa da alcunaprassi o procedura sanitaria lesiva della dignità dellapersona (art. 33, legge 833/78 sulla sanità nazionale) inquanto - questo ci proponiamo di ricordarglielo - “Lalegge non può in nessun caso violare i limiti imposti dalrispetto della persona umana.”

Per non dimenticare gli stessi valori di allora un’altrabattaglia Radicale è in corso per riproporre la forza

di quelle due esplosive righe costituzionali. Questavolta è la seconda frase, appunto quella sul rispet-to della persona umana, la miccia accesa da Pie-ro Welby. La carenza dell'ordinamento a difesa della digni-tà dell’ammalato è risultata evidente anche sul

piano giuridico, oltre che sul piano amministrativoe deontologico della sanità. In questo contesto la

stessa diffusione della buona pratica del consenso in-formato alla cura si degrada fino ad assumere il valore eil limite burocratico più o meno simile a quello attribui-to alle etichette informative che troviamo sui prodottialimentari.Ma c’è di più, nella prassi sanitaria corrente, oltre allatentata negazione della libertà rivendicata da Piero Wel-by: il trattamento sanitario permanente coattivo. E’ il caso rappresentato da Eluana Englaro, l’emblemadi migliaia di ammalati non più in grado di decidere, cit-tadini senza tutela e senza alcuna Autorità responsabileper legge. Questo caso proprio perché in corso da sedicianni è ormai avulso dalla vita quotidiana cittadina e, sal-vo qualche eccezione, ignorato se non emergesse di tan-to in tanto, tra il fastidio e l'incomprensione delle auto-rità pubbliche supportate dall'ostracismo giudiziario,l'irriducibile volontà di Beppino Englaro di ottenere il ri-spetto della dignità e della libertà per la figlia Eluana. Pertroppo lungo tempo una battaglia impari, individuale esolitaria. Ora, finalmente, qualcuno in più a denunciareed esporre alla politica questa moderna fattispecie cri-minosa per la sua peculiare normalità e per la totale di-strazione pubblica in cui avviene ed è nascosta. Mentresi moltiplicano numerose altre procedure mediche, as-sistenziali, amministrative e finanziarie per il potere, ex-tra legem, di gestire corpi senza futuro umano, senza ca-pacità o delegati per intendere e accettare le cure sanita-rie, un Limbo reale costruito senza confini e limiti di leg-ge.Il rispetto della nostra persona va, perciò, imposto pre-ventivamente affidando al sindaco il nostro testamentobiologico. Non sarà, forse, nè sufficiente nè sicuro, ma èla via più breve ed il minimo che si può fare per arrivarevelocemente al più vicino cuore della politica.

Il testamento biologico

Il testamento biologico (detto anche: testamento di vita, dichiarazione an-

ticipata di trattamento) è l'espressione della volontà da parte di una per-

sona (testatore), fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle

terapie che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui doves-

se trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di

acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informa-

to) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti,

malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o siste-

mi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.

La legge italiana

La legge italiana, com'è noto, non contempla ancora il riconoscimento del testamen-

to biologico. Le eventuali dichiarazioni di un cittadino italiano non saranno quindi vin-

colanti da un punto di vista giuridico, ma il documento costituirà comunque un im-

portante riferimento per il medico, che potrebbe tenerlo in grande considerazione nel-

lo stabilire la propria linea di condotta. Inoltre, qualora dovesse rifiutarsi di seguire

quanto da te indicato, dovrà rendere conto della sua decisione, rispondendone innan-

zitutto al fiduciario, la persona indicata nel testamento come il garante dell’ attuazio-

ne delle volontà.

Cosa puoi fare

La Cellula Coscioni di Lecco ha avuto un’idea. E l’ha messa in atto. Non lasciare che

qualcuno decida al tuo posto. Semplicemente, se vuoi indicare quali terapie intendi o

non intendi accettare nell'eventualità in cui ti dovessi trovare nell’incapacità di espri-

mere il tuo consenso informato, scrivi il tuo testamento biologico. Scarica un facsimi-

le su www.lucacoscioni.it/soccorsocivile, ed inviarlo – assieme ad una breve lettera - al

tuo Sindaco. Basta seguire due semplici passaggi.

1

Caro Sindaco, le scrivo...Prendi carta e penna e invia questa lettera, debitamente compilata e personalizzatacon i tuoi dati, al Sindaco del tuo Comune. Trovi un facsimile del testo sul sito di Soc-corso Civile, www.lucacoscioni.it/soccorsocivile

Oggetto: Dichiarazione anticipata di trattamento sanitario e nomina del rappre-sentante.

Egregio Signor Sindaco,Con la presente affido alla Sua Autorità l'allegata dichiarazione anticipata di trattamento sanitarioe di nomina del fiduciario della funzione di cura della mia persona, nel caso non sia più capace diesprimere consenso o dissenso alle cure,accettando ora per allora il rischio della sua eventuale catti-va interpretazione delle mie direttive anticipate.Invoco la Sua funzione in forza della nuova rappresentatività assegnata al Comune dalla Costituzio-ne (Art.114,commi 1 e 2) e a garanzia di diritti già esistenti (Artt.3,13,32.),riconfermati dalla Cartadei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (Art.3) e dalla Convenzione di Oviedo,ma troppo spes-so disapplicati nelle prassi mediche sui soggetti incapaci rispetto a chi è in grado di intendere e vole-re.Questa realtà incostituzionale e ingiusta,presente anche nei nostri presidi sanitari,è di pubblico do-minio. Più volte denunciata dalle drammatiche vicende inflitte a Eluana Englaro, ora incatenatenella disumana spirale giudiziaria,è una realtà insopportabile e ormai paurosa oltre che per la suafamiglia per l'intera nostra comunità (si pensi ai troppi anni trascorsi e ai numerosi e cavillosi gradidi giudizio del caso,alle fiaccolate di solidarietà,ai pubblici dibattiti locali e nazionali e alle nume-rose inconcludenti proposte legislative di attuazione giacenti in Parlamento). Perciò, nella malau-gurata ipotesi di violazione della mia libertà e della integrità della mia persona,il fiduciario da menominato nella dichiarazione allegata si appellerà alla Sua Autorità e alla Sua testimonianza perfare interrompere analoghi soprusi.Oltre alla dovuta registrazione nel protocollo comunale,con debita conservazione di questo mio at-to,auspico la Sua azione diretta,di sussidiarietà verticale,in sede di Conferenza Provinciale dei Sin-daci a favore della piena applicazione del diritto di libertà di cura e per la urgente rimozione dalle or-ganizzazioni sanitarie territoriali delle incombenti e arbitrarie prassi mediche/amministrative con-trarie o elusive del diritto positivo.Distinti saluti

3

Il testamento biologico? Garantisce il tuo Sindaco!La Cellula Coscioni di Lecco e Soccorso Civile spiegano i passi da compiere per redigere ilproprio testamento biologico, inviarlo al Sindaco, facendo così rispettare la propria volon-tà sulle scelte di fine vita.

Page 28: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

segnalazioni - www.lucacoscioni.it/tag/in_libreria

Gustavo Zagrebelsky, Contro l’etica della verità, Laterza, 2008, pp.172, euro 15,00

L’ultimo libro di Gustavo Zagrebelsky è una raccolta discritti, in gran parte articoli apparsi negli ultimi anni sulquotidiano «la Repubblica», che hanno come minimo co-mune denominatore la tutela dello spirito secolare, laicodella democrazia. Nella premessa viene subito spiegatoche contro l’etica della verità significa contro la verità dog-matica e a favore di un’etica del dubbio proprio perché “lademocrazia è il regime delle possibilità da esplorare attra-verso discussione e confronto e secondo la logica del ma-le minore o del bene maggiore nelle condizioni date”.Le società democratiche sono delicate e quello che è il lo-ro punto di forza, la libertà, è anche la loro maggiore de-bolezza: massificazione, conformismo, assopimento del-le coscienze sono minacce sempre in agguato. La demo-crazia è faticosa proprio perché “suscita stanchezza”, “nonpromette nulla a nessuno ma richiede molto a tutti” equesta spossatezza suscita il desiderio di disporre di valo-ri dati che ci sollevino dalla responsabilità di scegliere. In Italia il rappresentante più influente e potente di unaverità assoluta è senza dubbio la Chiesa. Secondo Zagre-belsky essa, negli ultimi anni, ha operato un vero e proprio“revisionismo storico”, abbandonando i principi ispirato-ri del Concilio Vaticano II, in cui “il mondo moderno eraassunto come interlocutore positivo, portatore di morali-tà ed espressivo di segni meritevoli di ascolto. Diversa erala concezione del rapporto tra fede e ragione, tra fede edattività dei cristiani nel mondo. La subordinazione al ma-gistero della Chiesa nel campo della fede non era vista incontraddizione con la loro autonomia e responsabilità neicampi della ragione pratica”. Il legame tra Stato e Chiesa, sempre forte nel nostro paese,vive oggi una ripresa in nome di una nuova alleanza sti-pulata non per la salvezza dell’anima bensì per la salvezzadi tutta la società. La Chiesa di Benedetto XVI si proclama“dialogante” ma per opportunismo e non per convinzio-ne: il confronto con i non credenti è imposto da “condi-zioni storiche concrete [che] non consentono di fare altri-menti”. Nelle recenti dichiarazioni del papa e dei più altirappresentanti della religione cattolica (e dei cosiddetti

“atei clericali” che Zagrebelsky vede come coloro che nonsi curano particolarmente della verità e della morale del-la Chiesa ma che piuttosto “tengono in gran conto il suopatrimonio di autorità, da investire politicamente”) si in-travede piuttosto una sorta di disprezzo: come chiamarloaltrimenti “l’amichevole” sentimento che suggerisce ainon credenti di «vivere come se Dio esistesse»?Il problema è certamente anche lo Stato, che ha la granderesponsabilità di non salvaguardare con il rigore necessa-rio le proprie prerogative e di accettare l’invadenza dellaChiesa nelle cose temporali senza opporre, su molte que-stioni, un deciso: “Non possumus”. Per Zagrebelsky è importante ricordare e rivendicare conforza il cammino storico compiuto dalle democrazie libe-rali per divenire società secolarizzate, la loro lotta control’autorità prestabilita, quella, appunto, della Chiesa che,istituzionalizzandosi, ha privilegiato un’etica della veritàbasata su norme dottrinali generali e astratte e ha rigetta-to il principio evangelico della carità. Il cosiddetto «scisma sommerso» in tema di etica con ilquale oggi la Chiesa si deve confrontare nasce proprio dalfatto che essa risponde alla domanda di carità con paroledi verità e legalità: “in tema di concepimento della vita,maternità, cure terapeutiche, eutanasia, questioni di bioe-tica in generale, il magistero della Chiesa parla più di Vitache di viventi; in tema di sessualità più di Ordine naturaleche di persone sessualmente caratterizzate; in tema diunioni tra esseri umani, più di Famiglia che non di sogget-ti che hanno tra loro relazioni di vita concreta. Ogni impo-stazione astratta dei problemi etici sacrifica necessaria-mente posizioni concrete, le quali, secondo la carità, do-vrebbero trovare anch’esse ragione di essere riconosciutee sono invece disconosciute, spesso con grandi sofferen-ze personali”. Gli spunti offerti da queste pagine sono molti, ma Zagre-belsky ci spinge soprattutto a raccogliere la sfida della de-mocrazia, a rafforzarne i suoi principi, avendo come uni-ca e preziosa garanzia la libertà medesima.

Valeria Parrella, Lo spaziobianco, Einaudi, 2008, pp. 112,euro 14,80

Succede che un imprevistointerrompa il corso norma-le della vita: un accidente simette di traverso, e d'untratto il tempo si biforca. Al-la drammatica rapidità del-l'istante si affianca un tem-po diverso, dilatato e fermo:il tempo dell'attesa. «Io nonsono buona ad aspettare”dice Maria, la protagonistadi questo romanzo.Eppure non può fare altro,perché sua figlia Irene è ar-rivata troppo presto: dietrol'oblò dell'incubatrice, Ma-ria osserva le ore passarecome una sequenza di pos-sibilità. E tutto intorno Na-poli, con le sue imperscru-tabili contraddizioni, si ri-vela lo scenario ideale perchi comincia a capire che lavita e la morte, la speranzae la paura sono aspetti dellastessa realtà.

Serge Latouche,Breve trattato sulladecrescita serena,Bollati Boringhie-ri, 2008,pp.135,euro 9,00

Se ormai è riconosciuto cheil perseguimento indefinitodella crescita è incompati-bile con un pianeta finito, leconseguenze (produrre econsumare meno) sono in-vece lungi dall'essere accet-tate. Se non vi sarà un'in-versione di rotta ci attendeuna catastrofe ecologica eumana. Per Latouche sia-mo ancora in tempo perimmaginare, serenamente,un sistema basato su un'al-tra logica: quella di una "so-cietà di decrescita" o, me-glio, di “acrescita”. Si può e sideve quindi immaginareuno stile di vita basato sul-l’austerità ma non necessa-riamente sul sacrificio, unadecrescita conviviale. Il pro-blema dei rifiuti è mondialema il miglior rifiuto è quel-lo non prodotto.

Massimo Pedroni,Alla salute! Vive-re con la sclerosi multipla, Memori,2008,pp.176,euro 14,00

“Non possiamo e non dob-biamo permetterci di cade-re ammaliati nelle spire del-la rassegnazione”. Questo èlo spirito con cui MassimoPedroni (autore radiotelevi-sivo e, attualmente, consi-gliere d’amministrazionedel Teatro Argentina di Ro-ma) affronta il suo diario diviaggio nel mondo dellasclerosi multipla, superan-do il pudore e il riserbo discrivere com’era la sua vitaprima e com’è cambiatadopo la malattia. Il libroracconta la battaglia quoti-diana di Pedroni contro il“ragno” che gli rosicchia legambe e i suoi sforzi perconquistare un’apparentenormalità, la sua battagliacontro la burocrazia, l’igno-ranza e l’indifferenza,quando non l’arroganza,dei “sani”.

a cura di Maria Pamini

28LE NOSTRESEGNALAZIONI

LETTURE !

Page 29: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

PAGINA 3

29CONTRO IL CONFORMISMO:

Sciascia e il caso Majorana. Ovvero la scienza e la morale.

LA SCOMPARSA DI MAJORANA

VALTER VECELLIO

Un paese che non ha cari i suoiscienziati viventi, figuriamoci sepossa serbare il ricordo e la me-moria di quelli che non ci sonopiù. Il caso Majorana letto daSciascia

Invitato a motivare la sua decisio-ne di candidarsi al Parlamentoitaliano e a quello europeo nelleliste del Partito Radicale, Leonar-do Sciascia risponde: “Per rom-pere i compromessi e le compro-missioni, i giochi delle parti, lemafie, gli intrallazzi, i silenzi, leomertà. Per rompere questa spe-cie di patto tra la stupidità e laviolenza che si viene manifestan-do nelle cose italiane”.

C’è tutto lo Sciascia scrittore e po-lemista “civile” che conosciamo,e che ci si aspetta. Poi aggiunge:“Per rompere l’equivalenza tra ilpotere, la scienza e la morte chesembra stia per stabilirsi nelmondo…”.

E’ una frase chiave; per compren-dere quello che Sciascia intende,è utile la lettura di un esile libret-to scritto anni prima, dedicato al-la vicenda di Ettore Majorana(“La scomparsa di Majorana”, ap-punto), lo scienziato misteriosa-mente scomparso il 26 marzo1938. Settant’anni fa: poteva es-sere l’occasione per una riflessio-ne sul potere, la scienza e la mor-te, e la letale equivalenza chesempre più si va saldando. Ma vi-viamo in un paese che non ha ca-ri i suoi scienziati viventi, figuria-moci se serba ricordo e memoriadi quelli che non ci sono più.

Per tornare al libretto su Majora-na: “E’ storia ormai a tutti nota”,scrive Sciascia, “che Fermi e i suoicollaboratori ottennero senza ac-corgersene la fissione del nucleodi uranio nel 1934... Quelli che ve-nivano chiamati i ‘Ragazzi di Pa-nisperna’ erano arrivati a questorisultato senza rendersene con-to…”.

Ancora Sciascia, in un’intervistadel 1978: “Sono stati quelli di viaPanisperna a scrivere che la Prov-videnza li aveva ‘accecati’, impe-dendo loro di trarre tutte le spa-ventose conseguenze delle loroscoperte. Perché Majorana nonavrebbe potuto vedere quel chegli altri non avevano visto per ra-gioni di ‘Provvidenza’?”.

Sciascia definisce Majorana “sici-liano buono”; e chiarisce che “co-me tutti i siciliani migliori non eraportato a fare gruppo, a stabiliresolidarietà e a stabilirvisi”; men-tre sono quelli “peggiori”, ad ave-re il gusto e il genio del gruppo,della cosca. Poi annota che traMajorana e il resto del gruppo di

via Panisperna, c’era una diffe-renza profonda: quelli “cercava-no”, lui “trovava”; per gli altri lascienza era un fatto di volontà,per lui di natura. Quelli l’amava-no, la scienza; volevano raggiun-gerla, e possederla. Majorana,forse senza amarla, la “portava”.Usa proprio questa espressione:“la portava”. Si “porta” qualcosa;e Sciascia lascia intendere che adun certo punto Majorana non hapiù voluto “portare”; come chi hatimore di farlo; e si ferma su unasoglia al di là della quale non può,non vuole andare. Per Sciascia,Majorana è “il simbolo dell’uomodi scienza che rifiuta di mettersiin quella prospettiva di morte cuialtri, con disinvoltura, a dir poco,si erano avviati”.

Torniamo al libro. C’è una pagi-na illuminante, che ben descriveil “sentire” di Sciascia. “Chi, siapur sommariamente, conosce lastoria dell’atomica è in grado difare questa semplice e penosaconstatazione: che si comporta-rono liberamente, cioè da uomi-ni liberi, gli scienziati che percondizioni oggettive non lo era-no;e si comportarono da schiavi,e furono schiavi, coloro che inve-ce godevano di una oggettivacondizione di libertà. Furono li-beri coloro che non la fecero.Schiavi coloro che la fecero”.

Majorana è il campione di questischiavi-liberi: “gli schiavi ne eb-bero preoccupazione, paura, an-goscia. Mentre i liberi, senza al-cuna remora, e persino con unapunta di allegria, la proposero, vilavorarono, la misero a punto, esenza porre condizioni o chiede-re impegni, la consegnarono apolitici e militari”.

E’ un tema di scottante attualitàquesto della responsabilità mo-rale dell’uomo di scienza; temapoco dibattuto in generale; e an-cor meno dagli scrittori, e daquanti hanno la capacità, i mez-zi, il tempo per tener desta la pro-pria intelligenza; proprio coloroche più di altri dovrebbero e po-trebbero farlo, sono i più assenti.

Qui conta poco se Majorana si siasuicidato, come vuole la versioneufficiale; o se il suicidio l’abbia si-mulato, volontariamente confi-nandosi in un convento, come ri-tiene Sciascia (il Vaticano potreb-be dire una parola chiarificatrice:impossibile che là qualcuno nonsappia se Majorana si sia o no esi-liato in un monastero). Conta cheabbia intuito le spaventose con-seguenze della fissione nucleare,e in preda ad angoscia e spaventoabbia escogitato come unica viad’uscita lo scomparire: per nonessere costretto a “portare” quel-la scienza che lo atterriva.

Ma oltre al rapporto uomo-scien-za-verità, ne “La scomparsa diMajorana”, c’è un altro tema cheè un po’ l’“ossessione” di Sciascia:la giustizia. Una sorta di libro nellibro:

Nell’estate del 1924,in casa di An-tonino Amato, benestante cata-nese, un bambino – unico figliodell’Amato – brucia nella cul-la…Non si pensa a un delitto senon quando dai resti della com-bustione viene il sospetto e poi lacertezza che del liquido infiam-mabile era stato sparso. Da chi, siarriva subito a scoprirlo: una ca-meriera di sedici anni, CarmelaGagliardi. E perché un delitto co-sì tremendo? La ragazza spiega:perché mia madre si ostinava atenermi a servizio in casa Amato,mentre io volevo tornare a serviredai Platania, ai quali mi ero affe-zionata e che mi volevano bene.La spiegazione, appunto perchéconvincente, non convince…

La spiegazione “convincente” èrelativa a una complicata que-stione di eredità. In breve: non civuole molto a far dire alla ragazzache ha agito “per mandato”. Do-po lunga ed estenuante “pressio-ne”, Carmela “coglie” un nome,Majorana appunto; che però so-no due: Giuseppe e il fratelloDante. Dopo un non breve tergi-versare, viene “scelto” Dante; siarresta il fidanzato della sorella,Rosario Sciotti; il fratello di Car-mela, Giovanni, la madre. I trenegano ogni cosa, e non confes-sando non rendono possibilel’arresto di Dante. Sono lasciati incarcere, per “ammorbidirsi”; e al-la fine, si “convincono”: fanno inomi di complici, istigatori, man-danti. Una lunga lista, in cima al-la quale ci sono Dante Majoranae la sorella Sara:

Inchiodati dalle accuse della ra-gazza (ritenute veritiere doppia-mente in ordine a due criteri chepossiamo definire consueti nel-l’amministrazione della giustizia:che i minori in età, e specialmen-te i bambini, sempre dicono laverità, e che un imputato o un te-stimone è più facile menta nellaprima dichiarazione che nella se-conda), altra salvezza per loronon c’era che accusare, che coin-volgere quante più persone pote-vano: fino al parossismo, fino al-l’assurdo. Soltanto raggiungendol’assurdità il processo poteva –enorme mongolfiera – ricaderesul terreno del buon senso, dellaverità. E così fu. Dal 4 aprile al 13giugno del 1932 – Dante e SaraMajorana da tre anni in carcere,gli altri da otto; e Giovanni Ga-gliardi era intanto impazzito – laCorte d’Assise di Firenze tornò aquel piccolo grumo di verità, allamiserabile (commiserabile) veri-tà del “delitto ancillare”. Dispera-tamente piangendo, ormai don-

na, Carmela Gagliardi per la se-conda volta, dopo otto anni, laconfessò: Io sola sono colpevole.E soltanto il suo pianto, il suo ri-morso, ricordarono che al centrodi quel labirinto di odio, di men-zogna, di disperazione, c’era ilpiccolo Cicciuzzu Amato, il bam-bino bruciato nella culla…

Una macchinazione giudiziariaesemplare, raccontata in poche,dense, paginette; che raccontano

come “ieri”, al pari di “oggi” la giu-stizia, i suoi “palazzi”, e chi la giu-stizia la celebra, “siano qualcosada cui è saggio cercare di stare ilpiù lontani possibile”, come scri-veva Giuseppe Prezzolini in unalettera del 1914 a GiovanniAmendola. Lo si dice con avvili-mento e pena; quel consigliopurtroppo è ancora eccellente.

Quello dellaresponsabilitàmoraledell’uomo discienza è temapoco dibattutoanche dagliscrittori, daquanti hanno lacapacità, i mezzi,il tempo pertener desta lapropriaintelligenza.Proprio coloroche più di altridovrebbero epotrebbero farlo,sono i piùassenti.

Ettore Majorana (Catania, 5 agosto 1906 – 1938?) è stato un fisico italiano scomparso misteriosamente nel 1938.

“Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di se-condo e terzo rango,che fanno del loro meglio ma non van-no lontano.C'è anche gente di primo rango,che arriva a sco-perte di grande importanza,fondamentale per lo sviluppodella scienza.Ma poi ci sono i geni come Galileo e Newton.Ebbene Ettore era uno di quelli. Majorana aveva quel chenessun altro al mondo ha. Sfortunatamente gli mancavaquel che è invece comune trovare negli altri uomini:il sem-plice buon senso”. (Enrico Fermi)

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GIUSEPPINA DEROSSI

Sono una mamma di Trieste con un bambino di 17mesi, Sebastiano, malato di atrofia muscolare spinaledi primo tipo (o sindrome di Werdnig-Hoffman), unapatologia genetica rara che di solito provoca la morteentro i primi 12 mesi di vita. A fatica e lottando controle istituzioni siamo riusciti a fare applicare la NIV(Non Invasive Ventilation) al nostro piccolo. Loaspiriamo, lo nutriamo via sondino naso gastrico, gliripuliamo i polmoni con un In-Exsufflator, lomassaggiamo, cerchiamo di fargli fare una vitanormale: anche se non riesce a stare in piedi e areggere la testa è un bambino vivace e pieno di vita.Sebastiano ha 3 fratelli poco più grandi di lui perciò èinserito in un ambiente famigliare positivo estimolante. A giugno dell'anno scorso, dopo che Sebastiano hasuperato una grave crisi respiratoria che lo ha tenutoin ospedale per un mese e mezzo (ormai lo davanoper spacciato), sono rientrata al lavoro usufruendodelle 2 ore di permesso giornaliero previsto dallalegge 104. Fino ad oggi mi sono avvalsa di un totale di6 settimane di congedo straordinario e di due giornidi malattia per riprendermi dopo che mio figlio, aNatale, ha avuto un arresto respiratorio che io stessaho risolto con la respirazione artificiale. Ho semprelavorato bene e rispettato le scadenze, che non sidifferenziano da quelle dei miei colleghi che lavoranoa tempo pieno; mi sono data da fare e ho cercato dinon tirarmi mai indietro. Da circa un mese ho iniziatoa ricevere pressioni da parte dell’azienda, sempre pertelefono e quindi ben poco impugnabili. In questigiorni ho pensato molto e ho fatto una sceltasicuramente non facile: ho deciso di rinunciare aibenefici della legge 104 così da non poter essereaccusata di mettere in difficoltà il mio capo e diimpedire l'efficienza e la produttività aziendali con le

mie assenze. Si parla tanto di tutelare la vita e della legge sull'abortoma la triste realtà è che se si mette al mondo un figliocon un grave handicap, come il mio, si finisce peressere discriminati ed emarginati. La legge che tutelacontro le discriminazioni vale per i portatori dihandicap ma mio figlio è troppo piccolo quindi èdiscriminata la sua famiglia. La verità è che i bambinigravemente malati sono scomodi per la società e anessuno interessa che mio figlio non siadiversamente abile ma un bimbo solare e felice divivere, anche se a modo suo. Sebastiano negli attiquotidiani vive diversamente ma in tutto il resto è unbambino come gli altri, anche capriccioso. Potevo scegliere di lasciare che la malattia facesse ilsuo decorso e ora non lo avrei più e forse non avreiperso il mutuo regionale e non starei rischiando ilmio lavoro. Ma è davvero possibile che non esistanessuna legge che tuteli una mamma come me? Siparla tanto di tutela della maternità e del disabile, mapoi alla fine anche se esiste una legge che mi permettedi seguire e curare mio figlio perché non esisteniente che mi permetta di usufruirne senza subireritorsioni? E il prepensionamento per i genitori didisabili gravi? Se va avanti così non arriverò neppurealla pensione perché se perdo questo lavoro chi miassumerà sapendo che, in teoria, potrei avvalermidella 104? Ho letto la storia di Luca Coscioni e ritengo chequanto detto e iniziato debba andare avanti, perchéle malattie genetiche rare non sono così rare ed è undiritto poter far nascere figli sani e fare in modo che sene vadano nel modo più dolce possibile.

@pprofondisciPer leggere e commentare questa ed altre “storiedi speranza”, ww.lucacoscioni.it/flexinode/list/10

Iscritti: Lanfranco Turci € 12.000,00;Sandra Bardin € 500,00; PietroColombo € 400,00; Anna CristinaPontani Coscioni € 300,00; RemigioBenni € 200,00; Claudio Bucalossi €200,00; Carmela Galeone € 200,00;Patrizia Beatrice Albertano € 100,00;Frida Alberti € 100,00; BrunoAmbrosetti € 100,00; Lara Arosio €100,00; Antonio Bartoletti € 100,00;Bernardo Bassoli € 100,00; StefanoBertotti € 100,00; Renzo Boatelli €100,00; Luca Bosisio € 100,00;Serafino Bruni € 100,00; NorbertoCapriolo € 100,00; Claudia Caputi €100,00; Andrea Cardillo € 100,00;Paolo Cardoni € 100,00; PatriziaCattaneo € 100,00; FrancescoCavalcoli € 100,00; Fiorenzo Cazzato €100,00; Fabrizio Ceciliani € 100,00;Maria Cianchi € 100,00; FabrizioColongo € 100,00; Gianni Conti €100,00; Antonino Cusimano € 100,00;Ezio Dallo € 100,00; Domenico Danza€ 100,00; Piero D'aversa € 100,00;Maria Luisa De Banfideld € 100,00;Rosalba De Blasio € 100,00; DanieleDe Matteis € 100,00; Roberto Defez €100,00; Maurizio Del Verme € 100,00;Luigi Dell'orto € 100,00; Luca Di Monte€ 100,00; Dario Fassini € 100,00;Alessandro Galli € 100,00; CristinaGiannetto € 100,00; Giulia Innocenzi €100,00; Antonio Intorcia € 100,00;Marisa Jaconi € 100,00; GiuseppeAndrea Lamanna € 100,00; MariaMechelli € 100,00; Giancarlo Nobile €100,00; Eleonora Palma € 100,00;Luisella Palumbo € 100,00; AlbertoPenna € 100,00; Maria Angela Perelli €100,00; Bianca Piazzese € 100,00;Andrea Picchi € 100,00; Maria Piccione€ 100,00; Roberto Pillitteri € 100,00;Andrea Pisoni € 100,00; Mauro Piva €100,00; Giovanni Porto € 100,00;Eugenio Probati € 100,00; Luigi Righini€ 100,00; Paolo Ripanti € 100,00; MihaiRoberto Romanciuc € 100,00; ElenaRomani € 100,00; Abdalfattah Saadawi

€ 100,00; Stefano Saba € 100,00;Barbara Salerno € 100,00; Donata

Sandri € 100,00; Alessandra Scaccia €100,00; Sandro Sideri € 100,00; CarloTatarano € 100,00; Daniela Rita Vacirca€ 100,00; Giordano Vignali € 100,00;Gabriella Villari € 100,00; Fabio Marazzi€ 100,00; Sandro Ottelli € 100,00;Sandro Ottelli € 100,00; Rino Pieroni €100,00; Giovanni Vegetti € 100,00;Sergio Tatarano € 45,00; SilviaColombo € 25,00; Lina Moschini €11,00; Roberta Costabile € 10,00(Iscritta Sotto I 20 Anni)

Contributi: Gigi Omar Modica €400,00; Patrizia Lavia € 100,00;Luciano Massetti € 100,00; LucaGianaroli € 93,29; Antonio Addeo €50,00; Mario Aluigi € 50,00; SerenellaBronzini € 50,00; Marina Carreras €50,00; Mario Ciocca € 50,00;Francesco Cristaudo € 50,00; AndreaCrivelli € 50,00; Nicolo' Di Grado €50,00; Ugo Ferri € 50,00; Mario Niolu €

50,00; Maria Antonietta Pontani €50,00; Giovanni Re € 50,00; Pietro

Romagnoli € 50,00; Ambrogio Spinelli€ 50,00; Bruno Zambianchi € 50,00;Filomena Zea € 50,00; Achille Caprotti€ 30,00; Pietro Cavallo € 30,00; AndreaDella Bosca € 30,00; Antonella Laveglia€ 30,00; Mara Cavazzi € 25,00;Francesca Romana Gamba € 25,00;Chiara Leone € 25,00; Dante Pozzoli €25,00; Roberto Scarsciotti € 25,00;Raffaela Senatore € 25,00; StefanoSpoltore € 25,00; Mario Andreoli €20,00; Pierluigi Di Pisa € 20,00;Francesco Paolo Fazio € 20,00; GianPaolo Hansen € 20,00; MassimoPacces € 20,00; Zarko Prebil € 20,00;Angelino Spanu € 20,00; RaffaeleVillanova € 20,00; Guglielmina De Biasi€ 17,00; Anna Maria D'andrea € 15,00;Anna Maria Izzo € 15,00; RobertoSciannimanico € 15,00; PaoloArgenziano € 10,00; Pierluigi Capuozzo€ 10,00; Alberto Marengoni € 10,00;Fiore Aurelia Schiavo € 10,00; Mario

Bianchini € 5,00; Paride Leinardi €5,00; Angela Maria Ramacci € 2,00

Pacchetto: FBruno Aceto; VincenzinaAntonelli; Antonio Balestri; AngioloBandinelli; Enrico Benvenuti;Francesco Benzi; Corrado Bohm;Giampiero Buonomo; Giorgio Cataldi;Marco Cirinei; Simona Colombo; MarcoCremonini; Roberto D'achille; RobertoDelle Chiaie; Roberto Di Luzio; AntonioDi Maio; Marco Elifani; Aloisia Felici;Franco Fioretti; Raffaele Fortino;Cesare Friggi; Nicola Ghiotto;Giovanna Grasso; Guelfo Guelfi;Raffaele Ianniruberto; Milena Lorenzini;Stefano Magini; Alessandro Marsigli;Catello Masullo; Armando Miliazza;Elisabetta Mirra; Maria Teresa Morvillo;Maurizio Orlandella; Maria AntoniettaOttino; Maria Luigia Palama'; SergioPuglioli; Elena Rigoli; Carla Rossi;Paolo Ruggiu; Antonella Sacco; MatteoSeppi; Giulia Simi; Silvana Tei;Leonardo Tomasello; Giuliano Toniazzo;Simone Vignini; Gian Gaspare Zuffa

Aumento quota: Anna CristinaPontani Coscioni € 600; Anna CristinaPontani Coscioni € 300; Catena LeaRadici € 300; Dominique Velati € 300;Vittorio Beneduce € 200; RobertoFrezzato € 100; Francesco Orabona €100; Sandro Ottelli € 100; SandroOttelli € 100; Rino Pieroni € 100;Catena Lea Radici € 100; AlbertoRavasin € 100; Giuseppina Ricci € 100;Margherita Rosso € 100; Vidmer Scaioli€ 100; Francesco Voena € 100; AureliaVenturini Biondi € 80; Sergio Rovasio €65,70; Italo Benso € 50; Elena Betta €50; Giorgio Cusino € 50; Fiorina DeBiasi € 50; Silvia Colombo € 25;Alfredo D'aloia € 20; Franca Moretti €20; Mauro Mugnai € 10

ISCRITTI NEL MESE DI APRILE

GIUSEPPINA RITORSIONI

CONTRO UNA MAMMA

ATROFIA MUSCOLARE

30STORIA DISPERANZA

DAL CORPO DEIMALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

2008"Non possiamo aspettarele scuse di uno dei prossimi Papi"

Luca Coscioni

Per la libertàdi ricerca scientifica

Associazione di promozione sociale Soggetto costituentedel Partito Radicale Nonviolento

Page 31: Agenda Coscioni anno III n.05: maggio 2008

DETTA L’AGENDA 31

LETTERE

Ru486, dove?

Salve sono una ragazza incinta di 6 settimanee vorrei ricorrere all'aborto tramite ru486 enon con un intervento. Volevo sapere poteteindicarmi a chi posso rivolgermi in Italia o sedevo necessariamente andare all'estero. Gra-zie mille cordiali saluti. Emma

Io sono andata in Svizzera Ciao a tutti! Voglio poter dare una mano a chicome me si è trovata o si potrebbe trovare inuna situazione delicata, dolorosa sia come per-sona che come donna. Ho utilizzato la RU486ma non in Italia poiché le tempistiche tra la vi-sita e l'inizio del trattamento sarebbero statetroppo lunghe e avrei rischiato di oltrepassarela linea del 49°giorno tempo limite dopo il qua-le non è possibile legalmente usufruire della pil-lola. In Italia, per effetto della legge 194 (intocca-bile!) dalla richiesta di interruzione di gravidan-za alla prenotazione della prestazione sia essachirurgica o farmacologica deve passare unasettimana e davvero troppo facilmente si ri-schia di oltrepassare i termini. Io mi sono rivol-ta alla clinica del dott. Stamm a Locarno. E' unaclinica per la fertilità ma tratta anche l'uso delMifegyne. Il centro è davvero serio e loro moltoprofessionali. Il giorno del trattamento verran-no date tre pillole e dopo 48 ore occorrerà tor-nare al centro per l'assunzione di altre due pa-stiglie. Vi assicuro che è un metodo più umanoe meno violento, invasivo e doloroso sia dalpunti di vista fisico che psicologico. Il numerodel centreo è +41 918114538. Un abbraccio atutte! Laura

La mia cannabis terapeuticaVolevo solo portare la mia esperienza non co-me modello da seguire ma solamente comepura e semplice esperienza personale. Da ra-gazzino ho subito a seguito di incidente lafrattura della quinta vertebra lombare che miha causato fortissimi mal di schiena e fre-quenti cefalee. Dietro consiglio di un amicomedico con i miei stessi problemi ho iniziatoa fumare cannabis o ad assumerla oralmenteattraverso il suo consumo sotto forma di bi-scotti da me preparati. Questo uso va avantiormai da 5 o 6 anni ed ho iniziato a produrlada solo in casa dal momento che non inten-

do alimentare il narcotraffico e per evitarel'incontro con personaggi poco affidabili co-me marocchini ed altro. Da tempo i miei maldi schiena sono notevolmente calati sia comefrequenza che come intensità e non ho prati-camente più il mio solito mal di testa. Ho pro-vato anche a sospendere l'uso di cannabis maho subito notato il ricomparire della mia soli-ta lombosciatalgia che m’impedisce spesso dilavorare in cantiere e dal momento che co-struisco abitazioni e non posso non lavorarefisicamente a causa di tali mal di schiena horipreso il regolare consumo della mia canna-bis. Vivo costantemente nel terrore di una vi-sita delle forze dell'ordine. Voglio precisareche non sono dedito allo spaccio o altro e so-no il presidente di una società di un settoreimportante quindi tutt'altro che uno spianta-to. Cordiali saluti, M.M.

Una figlia e la pillola del giorno dopo

Mi sono malauguratamente trovata a dovesperimentare sulla mia pelle - anzi, su quelladi mia figlia minorenne - la penosa esperien-za di aver urgente bisogno della prescrizionedella cosiddetta pillola del giorno dopo. Tuttii consultori di sabato sono chiusi e quindi misono rivolta al pronto soccorso dell'Ospeda-le di zona. Il ginecologo di guardia, contattatointorno alle ore 12.30, avvertito telefonica-mente dall'infermiera dell'accettazione, si èrifiutato di effettuare la prescrizione medicain quanto obiettore. L'infermiera mi ha allo-ra consigliato di rivolgermi al vicino nosoco-mio evitandone esplicitamente un altro inquanto "lì sono tutti obiettori". Mi sono preci-pitata al suddetto ospedale (ore 13), dato cheil farmaco va assunto preferibilmente entro leprime 12 ore dal rapporto a rischio e al massi-mo entro le 72 successive ma a scapito dell'ef-ficacia del prodotto, ma mi sono ritrovata unaltro muro davanti. Un altro sedicente medi-co obiettore: ma di che? Trattasi di "contrac-cettivo orale di emergenza". Sempre protettodal filtro dell'infermiera, si è rifiutato di effet-tuare la prescrizione. Alle mie proteste - inpiedi davanti al bancone dell'accettazione si-gillato da vetri per cui tutto il colloquio, ri-chiesta, spiegazioni dell'accaduto, nega-zione del farmaco, etc., è avvenuto sia in

questo caso che nell'ospedale precedente difronte a tutti i pazienti in attesa, in perfettaviolazione della privacy e senza mai poterparlare con un medico – l'infermiera mi ha al-lungato un foglio "preparato dal medico re-sponsabile per tutelarsi". Nel foglio si allude auna clausola di un documento redatto dal Co-mitato Nazionale di Bioetica che prevedel'obiezione di coscienza per la pillola del gior-no dopo. Vorrei sapere da quando le leggi del-lo Stato sono soggette a tale Comitato. Maqual è secondo voi la procedura più indicata -lettera all'Ordine dei medici, esposto - per po-ter protestare efficacemente contro questocomportamento illegale? Ho segnalato l'epi-sodio al Ministero della Salute che però, ora,cambierà registro. MichelaL'associazione le metterà a disposizione, tra-mite il servizio di Soccorso Civile,un supportolegale gratuito per denunciare l'episodio allecompetenti autorità (come abbiamo già fattoa Roma).

Boselli e la pillola del giorno dopo

Ho chiesto all'Onorevole Enrico Boselli per-ché nel suo patto laico non si chiedesse l'abo-lizione dell'obbligo di ricetta per la pillola delgiorno dopo. Segnalo la risposta rivoltami daBoselli sul tema: “non è questione di esserepoco laici: la pillola del giorno dopo è una me-dicina che può avere seri effetti collaterali e,come tutte le medicine non da banco, neces-sita di ricetta medica. Dobbiamo essere laici,ma anche garantire la salute delle donne” (dawww.enricoboselli.com). Ho fatto presenteche la pillola del giorno dopo è senza ricettanei seguenti paesi: la pillola del giorno dopoè disponibile SENZA RICETTA in Francia e neiseguenti paesi: Stati Uniti (FARMACO DABANCO), Svizzera, Regno Unito, Sudafrica, Al-bania, Algeria, Belgio, Canada (Québec), Cile,Danimarca, Finlandia, Grecia, Israele, Messi-co, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo e Svezia.Mi chiedo, questi paesi attentano alla salutedelle donne? Nessuna risposta da Boselli. Sa-luti, Leonardo Dei Rossi

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DIRETTORERocco Berardo

CAPO REDATTOREMarco Valerio Lo Prete

GRAFICAMihai RomanciucHANNO COLLABORATOAngiolo Bandinelli, MarcoCappato, AlessandroCapriccioli, Josè De Falco,Maria Antonietta Farina

Coscioni, Filomena Gallo,Giulia Innocenzi, MarziaMazzer, Simona Nazzaro, MariaPamini, Alberto Pati, MarcoPerduca, Carmen Sorrentino,Giulia SimiIllustrazioni: Paolo Cardoni

IL NUMERO CINQUE/08 DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO LUNEDÌ 28 APRILE 2008Il mensile “Agenda Coscioni”, giunto al suo ventunesimo numero, ha una tiratura media di 40.000 copie, distribuite via posta su scala nazionale.

I numeri arretrati di “Agenda Coscioni”sono liberamente scaricabili all’indirizzo:www.agendacoscioni.it

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Una nostra campagnadi primavera è vinta!

per quello che abbiamo dimostrato di saperfare, e che vogliamocontinuare a fare,

contribuisci o iscriviti!

Lo Stato dovrà fornire alle persone con grave disabilità comunicativa letecnologie per tornare a poter esprimersi. Grazie alla lotta iniziata da LucaCoscioni e continuata poi da Piergiorgio Welby e Franco Cuccaro, daGiovanni Nuvoli e Egidio Sisinni, grazie all’impegno di Severino Mingroni,Sabrina Di Giulio, Antonio Tessitore, Giuseppe Pulcini e Rosma Scuteri,grazie alla nonviolenza di Lucio Berté, Dominique Velati e di tanti altrimilitanti dell’Associazione Coscioni! Un passo fondamentale per la libertàdi comunicazione per le persone gravemente disabili è stato compiuto.

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