Aclivarese Luglio 2010

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varese POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 [CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46] ART. 1, COMMA 2, DCB - VARESE - TAXE PERÇUE Il mondo nelle nostre piazze Il mondo nelle nostre piazze PRIMO PIANO [pagina 4] Le Acli presentano la nuova social card CAMPAGNA [pagina 22] Acqua pubblica: perché di un referendum DAI CIRCOLI [pagina 25-26] Nuove sedi a Voldomino e Carnago PERIODICO DELLE ACLI DI VARESE - LUGLIO 2010 - N. 4 PAGINE 16 E 17

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Aclivarese Luglio 2010

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varese

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 [CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46] ART. 1, COMMA 2, DCB - VARESE - TAXE PERÇUE

Il mondonelle nostrepiazze

Il mondonelle nostrepiazze

PRIMO PIANO [pagina 4]

Le Acli presentanola nuova social card

CAMPAGNA [pagina 22]

Acqua pubblica:perché di un referendum

DAI CIRCOLI [pagina 25-26]

Nuove sedia Voldomino e Carnago

PERIODICO DELLE ACLI DI VARESE - LUGLIO 2010 - N. 4

PAGINE 16 E 17

Page 2: Aclivarese Luglio 2010

luglio 2010 - n. 4

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S O M M A R I O

EDITORIALELa povertà non fa notizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

ATTUALITÀDalle Acli un piano bipartisan contro la povertà assoluta . . . . . . 4

Manovra finanziari ed economica. Prima sintesi delle novitàin materia previdenziale ed assistenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

Fondo Famiglia Lavoro, i risultatia un anno e mezzo di distanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

CASAEmergenza italiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Gallarate, i nostri concittadini Sinti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

STILI DI VITADal globale al locale, un’economia solidale . . . . . . . . . . . . . . . 10

Acli e Legambiente a sostegno delle biodiversità . . . . . . . . . . . 12

I primi passi della rete delle botteghe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

CONVEGNOLa generazione Balotelli dei quasi italiani . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

LA FESTAVarese apre le sua piazze al mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

PUNTO FAMIGLIASi fa presto a dire famiglia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

FAPAnziani, un valore per la società . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

CIRCOLICarnago, inaugurata la nuova sede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

Il Circolo di Voldomino rinnova la sede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

RACCOLTA FIRMEL’acqua è una merce o un diritto? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

TERRITORIODa VaresEuropea un nuovo progetto per il territorio . . . . . . . . . 27

ENAIPLe proposte formative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

ACLITERRANasce anche a Varese AcliTerra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

Spese postali, l’aumento mette a rischio anche AclivareseDopo una prima fase di confronto con il terzo settore, il Governo ha decisodi confermare la revoca delle tariffe agevolate per le spedizioni dei periodicidi associazioni e altre realtà sociali: il costo di spedizione è aumentato damaggio a 0,28 Euro per ogni copia. Un aumento insostenibile, se si consi-dera che precedentemente la tariffa era di 0,06 Euro all'incirca il 22% diquella in vigore attualmente. L'aggravio dei costi tocca duramente anche ilnostro Aclivarese, che viene spedito a circa diecimila indirizzi: per questomotivo non sappiamo se potremo garantire la periodicità di due mesi che hacaratterizzato fino ad oggi la nostra pubblicazione.

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l’editoriale

3varese | luglio 2010 | n. 4 |

l perdurare della crisi economica a livello mondiale ac-centua il processo d’impoverimento in atto, non solonel nostro paese, ma anche a livello Europeo. Bene afatto quindi l’Unione Europea ad impegnarsi lancian-do la campagna dell’anno 2010 come anno europeodella lotta alla povertà e all’esclusione sociale. So-no infatti circa 80 milioni le persone che nella ricca Eu-ropa vivono sotto la soglia della povertà: essere “sot-to la soglia della povertà” significa che le entrate cor-rispondono a meno del 60% della media nazionale(€ 784).

Ecco alcuni datiper cogliere la di-mensione del pro-blema.

Nella situazioneattuale la povertàrelativa toccal’11,3% della po-polazione, signifi-ca che tocca

2 milioni 737mila famiglie quin-di più di 8 milionidi individui Sem-pre in Italia nel2008 vivono in po-vertà assoluta1.126 famiglie, il4,6%, pari a più di2 milioni di indivi-dui. Il 19% dei

bambini dell’Unione Europea sono poi a rischio po-vertà. Inoltre questa situazione di sofferenza non e’a conoscenza dell’italiano stesso, e non fa neppure no-tizia.

La televisione italiana, per compiacere chi la sostie-ne, è tutta intenta a non far vedere la crisi, o peggiosostiene in certi programmi che ne siamo già usciti.Non offre l’immagine del paese reale, paese che se pre-so come punto di riferimento sa cogliere le energieper reagire, per reagire tutti insieme.

Questa necessità di reagire insieme in momenti didifficoltà così prolungato deve costituire una priori-tà anche per le Acli e per tutti i soggetti che compon-

gono l’articolato “sistema” ( le diverse associazioni, iservizi, le cooperative).

Con questa consapevolezza, riconoscendo innan-zitutto l’impegno operoso della carità compiuto da de-cine di migliaia di organizzazioni che ogni giorno com-battono povertà ed esclusione sociale, anche le Aclisi sono messe in prima linea con la collaborazioneal Fondo Famiglia Lavoro della nostra Diocesi.

Di seguito solo alcuni dati.Su 600 persone incontrate (la metà straniera), 500

sono disoccupati con bassa professionalità (387 ope-rai generici, di cui 144 per fine del contratto a termi-ne e 122 per fallimento della propria attività).

Altri dati su cui riflettere sono quelli raccolti tra-mite il CAF rispetto alle pratiche isee elaborate in pro-vincia nel corso del 2009.

Su 10.406 pratiche, 5.800 richiedenti sono in una fa-scia di reddito ISEE pari a € 14.000, 1.258 sono fat-te per poter beneficiare di prestazioni economicheassistenziali, 1.180 per libri e borse di studio, 1.567 perdiritto allo studio, 346 social card, 350 per le agevo-lazioni sulle utenze Enel e Gas.

Ma tutto questo non basta. Nel solco dell’impegnosociale e politico che da oltre sessant’anni caratteriz-za l’azione delle Acli tra i lavoratori, è urgente il ri-lancio di una diffusa mobilitazione formativa. Si sen-te la necessità di attivare una reazione mentale e cul-turale che ridia fiducia alle lavoratrici e ai lavoratori, il-luminando la loro capacità di reagire per passare dal-la rassegnazione, alla resistenza, alla progettualità.

Occorre sperimentare nuove forme di contrasto al-la povertà e all’esclusione sociale.

La svolta potrebbe essere quella che mira a non tan-to alla moltiplicazione di “servizi” di fronte ai nuovibisogni, ma piuttosto all’accompagnamento dellepersone che ci si impegna ad aiutare.

Maurizio Ambrosini in un suo recente articolo suAggiornamenti Sociali, sottolinea le potenzialità cheuna forza associativa potrebbe sviluppare dando luo-go “alla ricerca di svariate modalità di partecipazioneattiva delle persone in difficoltà che arrivano al mu-tuo aiuto, al coinvolgemmo nei processi decisionali ,a forme di autogestione e di professionalizzazione”.

La povertànon fa notizia

I

continua a pagina 7

di Filippo Pinzone

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attualità

4 varese| luglio 2010 | n. 4 |

euro mensi-li di mediacontro i 40attuali. Nes-sun limite dietà e nessunapreclusione

verso i cittadini stranieri stabilmente resi-denti, per un totale di 2 milioni e 400 mi-la potenziali destinatari, quante sono lepersone in condizione di “povertà asso-luta” in Italia. Integrazione della presta-zione monetaria con i servizi alla perso-na gestiti dai Comuni. Sono queste le ca-ratteristiche principali della “nuova” so-cial card, nella proposta che le Associa-zioni cristiane dei lavoratori italiani han-no presentato questa mattina a Milano al-l’Università cattolica, nel corso della lo-ro Conferenza organizzativa e program-matica.

Nell’Anno europeo della lotta alla po-vertà e all’esclusione sociale, le Acli solle-citano un accordo bipartisan tra le for-ze politiche per introdurre finalmente inItalia – unico Paese dell’Unione, con Un-gheria e Grecia, ad esserne priva – unamisura universale di contrasto alla pover-tà assoluta. Spesa prevista: 665 milionidi euro all’anno per tre anni, dal 2011al 2013, secondo un percorso di progres-siva estensione dei destinatari. Per il pre-sidente delle Acli Andrea Olivero «si trat-terebbe della più grande riforma mairealizzata per i poveri in Italia, a par-tire da uno strumento voluto dal gover-no, che noi proponiamo di potenziare cor-reggendone contemporaneamente i limi-ti che si sono manifestati nel corso del suoprimo anno di applicazione». «La politicaitaliana – ha proseguito Olivero - è tra-dizionalmente disattenta verso i poveri.

Se si escludono le sperimentazioni, le pre-stazioni una tantum e gli interventi di al-cune Regioni, la social card ha rappresen-tato, pur con tutti i suoi limiti, la primamisura nazionale contro la povertà intro-dotta in Italia. A questo punto chiediamoal Governo di credere fino in fondo nelsuo strumento e all’opposizione di ren-dersi disponibile a lavorare al migliora-mento della social card secondo un ap-proccio pragmatico e costruttivo. È l’uni-co modo per fare le riforme. Non c’ètema migliore di questo per iniziare lastagione auspicata e promessa di ri-forme bipartisan». La proposta delle Acliper un “piano triennale contro la pover-tà assoluta” è stata elaborata da un grup-po di esperti coordinati da Cristiano Go-ri, docente di politiche sociali alla catto-

lica di Milano. L’aumento del contribu-to da 40 a 133 euro medi, 1600 annui,consentirebbe un incremento mediodel 23% del reddito per le famiglie be-neficiarie. Importo e soglie di accessovariano in base al reddito delle famigliee al costo della vita nell’area geografica diresidenza. La gestione dei servizi e l’in-tegrazione con la Social Card sarebberodi responsabilità dei Comuni, con il coin-volgimento del terzo settore, secondo iprincipi di un welfare locale e sussidia-rio perfettamente in linea con la riforma“federalista” dello Stato. 665 milioni dieuro per tre anni costituiscono “un vo-lume di risorse contenuto rispetto agli abi-tuali flussi di spesa pubblica. Una spesaagevolmente sostenibile se c’è una scelta po-litica in questa direzione”.

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Dalle Acli un pianobipartisan controla povertà assoluta

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attualità

5varese | luglio 2010 | n. 4 |

remesso che mentre andiamo in stampa sono an-cora in corso i lavori parlamentari di conversio-ne in legge del decreto e che quindi potrebberoesserci delle modifiche andiamo ad analizzare som-mariamente le principali novità

Invalidità CivilePer le domande presentate a partire dal primo giugno

2010 la percentuale minima di invalidità che da diritto al pa-gamento dell’assegno mensile, fatti salvi i limiti di reddito sta-biliti dalla legge, passa dal 74 al 85 %

Sono inoltre previste nuove e più stringenti disposizioni peril riconoscimento dell’handicap degli alunni disabili.

Sul fronte della lotta contro i falsi invalidi l’Inps per glianni 2010-2012 adotterà un piano di 500000 revisioni e pe-santi sanzioni penali e pecuniarie sono previste per i mediciche rilasciano false attestazioni.

Pensioni di anzianitàe vecchiaia

Per tutte le pensioni di vecchiaia e anzia-nità è prevista una sola finestra personaliz-zata, nel senso che viene fissata dopo chesiano trascorsi 12 mesi, nel caso dei lavo-ratori dipendenti e 18 mesi nel caso dei la-voratori autonomi, dal perfezionamento delrequisito per la prestazione.

Le nuove finestre si applicano solo per co-loro che maturano i requisiti per il diritto al-la pensione a partire dal primo gennaio 2011,non riguardano quindi tutti coloro che ma-turano i requisiti entro il 31 dicembre 2010.Per questi continuano ad applicarsi le vigen-ti finestre anche se si collocano nel 2011 ofino a gennaio 2012.

Sono previste comunque eccezioni perparticolari categorie.

La pensionein totalizzazione

Per coloro che maturano il diritto alla li-quidazione della pensione di anzianità e vec-

chiaia in totalizzazione si applica in materia di decorrenza,la finestra prevista dopo 18 mesi per i lavoratori autonomi.

Prestazioni legate al redditoSono confermate le indicazioni già vigenti quest’anno e

quindi chi non dichiara integralmente all’Amministrazione fi-nanziaria, tramite modello 730 O Unico i redditi rilevantiper la prestazione pensionistica in godimento, deve presenta-re il RED all’ente previdenziale secondo i tempi e i modi daquesto stabiliti.

Chi invece dichiara integralmente tali redditi è esentato dal-la presentazione del RED.

Pesanti sanzioni sono previste per chi non ottempera al-l’obbligo di comunicazione.

Sarà nostra cura, appena disponibile il testo di legge defi-nitivo, tornare specificatamente su tutte le novità della mano-vra.

P

Manovra finanziariaed economicaPrima sintesi

delle novità in materiaprevidenziale ed assistenziale

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attualità

6 varese| luglio 2010 | n. 4 |

peraio, italiano e stra-niero, disoccupato dapoco tempo, con casain affitto e un nucleofamigliare numeroso,con due o più figli. Sesi potesse fare una sin-

tesi delle tante storie raccolte, questa sa-rebbe la “carta d’identità” della personain difficoltà che ha bussato alle porte delFondo Famiglia-Lavoro nella Zona di Va-rese. Gli operatori di Acli e Caritas cheseguono il Fondo sanno però che ognisingola richiesta è una storia a se stante:le persone che si sono rivolte a loro so-no in totale 615. Gli stranieri costitui-scono una parte importante (365), rispet-to agli italiani, anche a causa della mag-

giore incidenza del lavoro precario tra icittadini extracomunitari impegnati in at-tività industriali e di fatica. La categoriaprofessionale più rappresentata è proprioquella degli operai, con un totale di 493richieste. In una fase in cui si esaurisco-no gli ammortizzatori sociali (Cassa Inte-grazione e Mobilità), la perdita totale dellavoro e del reddito è l’elemento più pe-sante a cui far fronte: in 148 casi derivadal mancato rinnovo di contratto a termi-ne, in 93 casi deriva dal licenziamento,mentre in ben 123 nasce dal fallimento diun’attività in proprio, per lo più di tipo ar-tigianale. La stragrande maggioranza deicasi (459) riguarda lavoratori disoccupa-ti da breve periodo. Le persone che chie-dono aiuto hanno normalmente a cari-

co famiglie con più figli (la fascia più rap-presentata è quella dei nuclei di 4 perso-ne, con 179 casi) e vivono per lo più inaffitto; non mancano i casi di persone chein estrema difficoltà si ritrovano già og-gi ospiti di amici o parenti, spesso in con-dizioni di sovraffollamento.

Complessivamente in provincia di Va-rese sono stati erogati 1.116.850 euro, afavore di 566 nuclei famigliari (462 nel-la zona pastorale di Varese e 104 tra Bu-sto e Valle Olona, decanati della zona pa-storale di Rho). Il decanato che ha regi-strato il maggior numero di contributierogati è stato quello di Gallarate, con172 contributi. Le offerte provenienti dal-le parrocchie rappresentano il 15% cir-ca del totale dei fondi erogati.

Fondo Famiglia Lavoro,i risultati a un annoe mezzo di distanzaSono 566 i nuclei famigliari che hanno ricevuto contributi

NUMERO COMPONENTI LA FAMIGLIA

O

1 componenteil nucleo

34

2 componentiil nucleo

73

3 componentiil nucleo

148

4 componentiil nucleo

179

5 componentiil nucleo

113

6 componentiil nucleo

42

7 componentiil nucleo

12

oltre 7 componentiil nucleo

6

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attualità

7varese | luglio 2010 | n. 4 |

CITTADINANZA SITUAZIONE ABITATIVA

CONDIZIONE PROFESSIONALE

Non si combatte la povertà se non se ne contrastano le cau-se: disoccupazione, lavoro nero, sfruttamento dell’immigra-zione, abbandono delle famiglie di fronte all’invalidità per-manente, al disagio psichico.

Inoltre si verrebbe in questo modo a dare valore alla centra-lità della relazione tra le persone e non solo all’efficienza di so-stegni economici e/o materiali.

In tutto questo emerge, con tutto il suo peso, la centralitàe l’importanza del lavoro.

L’espulsione o il mancato inserimento nel mondo del lavo-ro, la possibilità di contare su un lavoro dignitoso rappresen-tano l’architrave sul quale poggia la lotta alla povertà, il recu-pero di dignità e di cittadinanza delle persone.

Per questi motivi le Acli hanno avanzato una proposta bipar-tisan di innovare la cosi detta “Social Card” aumentandone l’im-porto (da 40 euro attuali a 133 euro), accompagnata da un vou-cher sociale (servizi alla persona gestiti dai comuni), estenden-dola gradualmente verso tutti coloro che si trovano in condi-zioni di “povertà assoluta”, sia italiani che stranieri. Ciò com-porterebbe l’incremento del 23% del reddito delle famiglie, chea questo punto toccherebbero i 2 milioni e 400 mila persone.È una grande riforma per combattere la povertà in Italia, cheraccoglie ampio consenso tra gli esperti, è a favore dei “sen-za lobbies”, è una spesa necessaria ma economicamente soste-nibile (665 milioni annui), ed è un modo di fare le riformeaumentando l’equità territoriale anche in modo federalista.

DA PAGINA 3 - E D I T O R I A L E La povertà non fa notizia

occupatopart-time

34

occupatofull-time

37

in cerca primaoccupazione

1

disoccupato dibreve periodo

459

disoccupato dilungo periodo

69

titolare pensionedi invalidità

1

inabile parzialeo totale al lavoro

1

pensionato

1

casalinga

0

studente

0

casa di proprietà

occupazione abusiva

altro

casa in affitto in edilizia pubblica casa in affitto in edilizia privata

event. 2° alloggio di proprietàospite parenti/amici/conoscenti

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casa

8 varese| luglio 2010 | n. 4 |

cliVarese si è occu-pato negli ultimi me-si del problema del-l’alloggio, che è an-che strettamente col-legato a quello dellacrisi economica: so-

no centinaia le famiglie in difficoltàcon il pagamento dell’affitto e conle rate del mutuo. Le condizioni eco-nomiche di difficoltà stanno peggio-rando un problema che in Italia è cro-nico, di fronte alla scarsa presenzadi edilizia residenziale pubblica. Nelnostro Paese le case di proprietà pub-blica rappresentano solo il 4% del totale, una quota bassis-sima rispetto ad altri Paesi europei: ad esempio in Olanda so-no il 35%, in Inghilterra il 21% (oltre la metà delle persone inaffitto vivono in case pubbliche). In Italia si è costruito po-

co in passato e pochissimo si costrui-sce oggi, soprattutto dopo l’abolizio-ne nel 1998 dei contributi ex-Gescal,trattenute sui redditi che davano ungettito 3500 miliardi di lire l’anno. Aldi là della questione generale, oggiil fenomeno più visibile (relativamen-te) è quello degli sfratti, che riguarda-no sia le case popolari sia gli affitticon contratti privati, con dimensio-ni consistenti soprattutto nelle cittàprincipali della provincia, vale a direVarese, Gallarate, Busto Arsizio. Inquesto numero affrontiamo inveceun caso particolare, che è stato segui-

to dal Circolo di Gallarate: si tratta della difficoltà delle fa-miglie sinti, italiani di cultura nomade stanziatisi in città damolti anni. Il loro sfratto non è legato a motivi economici (al-meno non in tutti i casi), quanto a ragioni diverse

lcune famiglie del cam-po sinti di via Lazzaret-to si sono rivolte al no-stro circolo portandoall’attenzione la loro si-tuazione. Il Comune diGallarate, con l’obbiet-

tivo di “liberare” l’area per altri usi, harecentemente avviato le procedure di“sgombero” intimando a 16 famiglie(per un totale di circa cento persone, tracui molti minori ed alcuni anziani) di la-sciare l’area. Sono in corso le procedu-re preliminari per lo “sfratto”. Le fami-

glie sinti erano state trasferite in via Laz-zaretto su iniziativa della stessa giuntacomunale solo pochi anni fa, nel 2007,provenendo dal precedente campo, a se-guito della richiesta di sgombero delAmministrazione Comunale ed alla suc-cessiva sentenza del TAR che vincola-va il trasferimento alla individuazionee disponibilità di un’altra idonea area.

Il Comune allora individuò e sistemòa proprie spese (circa 100mila) euro l’at-tuale area, dandone disponibilità, die-tro canone, alle famiglie sinti, con con-tratto annuale rinnovabile.

Il campo di via Lazzaretto:i limiti e le difficoltà

Le famiglie del campo sono cittadiniGallaratesi, anagraficamente residenti inGallarate da più decenni. Il “campo” èdiscosto da altre abitazioni, dai servizie dai quartieri, e questo non è certo po-sitivo per la socializzazione e l’integra-zione, ma non risultano particolari pro-blematiche di vicinato e di quartiere. Al-cune famiglie sono in difficoltà ed ar-retrato rispetto ai pagamenti dei cano-ni e dei consumi di luce ed acqua. Lacondizione lavorativa dei giovani e degli

A

AI nostri concittadini Sinti

EmergenzaitalianaLa crisi rende evidenti i limiti della politica dellacasa: la quota di appartamenti pubblici nel nostroPaese è molto più bassa che nel resto d’Europa

GALLARATE

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casa

9varese | luglio 2010 | n. 4 |

adulti sono purtroppo precarie, nonsempre per scelta. La frequenza scola-stica dei minori risente della situazionecomplessiva.

Le famiglie, le persone Nel complesso delle famiglie e delle

persone del campo i comportamenti egli stili di vita, le attese, i progetti per ilfuturo, come in qualsiasi altro ambito diconvivenza, sono diverse per ognuno.

La condizione e scelta di vivere in unacomunità di vicinato, secondo moduli chevia via nel tempo stanno passando da unostile nomade (legato a mestieri e spetta-coli itineranti del passato) ad uno più se-dentario, si svolge per certi versi in con-testi “separati” di ghettizzazione ed au-toghettizzazione, determinati storicamen-te sia dalla chiusura e diffidenza, dal pre-giudizio, che da ragioni culturali e valoripropri. La vita nel campo non rappre-senta un ideale, né forse la “soluzione mi-gliore”, ma rappresenta lo stato di fatto,la condizione ed il vissuto di queste fa-miglie, con legami, abitudini, tradizioniche nel tempo si sono instaurati.

Sceglierela via dell’inclusione

Oggi, in quella situazione e colloca-zione, il campo nell’area attrezzata co-stituisce una realtà accettata. Dalle fami-glie del campo che vi si sono adattatedopo il trasferimento, dalla realtà so-ciale del quartiere e della città, che nonpropone evidenze di tensioni e difficol-tà e di contenziosi significativi. Losgombero del campo viceversa attive-rebbe certamente situazioni di disagioe conflittualità.

Cosa fare Non si tratta di “difendere” una situa-

zione attuale che ha evidenti i propri li-miti anche in rapporto alle necessarie as-sunzioni di responsabilità delle stesse fa-miglie del campo, ma di ricercare unacondizione nella quale si rendano pos-sibili percorsi positivi di integrazione.

Ci siamo quindi attivati sollecitandoanche altre associazioni (Caritas, SanVincenzo, Agesci, Comunià Padri Soma-schi) e insieme proposti quale possibi-le elemento facilitatore del dialogo e me-diazione tra le amministrazione e fami-

glie del campo e come riferimento peravviare auspicabili percorsi di sostegno,integrazione, responsabilizzazione. So-no stati avviati alcuni incontri con l’Am-ministrazione Comunale e auspichiamoche questo possa consentire un ripensa-mento e un nuovo atteggiamento ver-so il problema sociale, sostituendo al-l’esclusione ed al rifiuto un percorso dicrescita condiviso. Le associazioni pos-sono assumersi qualche responsabilità.

Porsi “il problema”Pregiudizio, discriminazione, indiffe-

renza appartengono anche a noi? In que-sta occasione, nell’affrontare la situazio-ne, ci siamo accorti come verso la re-altà dei nomadi resti anche in noi la dif-ficoltà di superare i limiti della diffiden-

za e dell’indifferenza, impedendoci diguardare a queste Persone in quanto ta-li, con i loro limiti, difetti, difficoltà e con-traddizioni e con i loro bisogni, neces-sità, potenzialità e pregi. Li abbiamo dadecenni come dicevamo avuti quali “vi-cini” ma fino a che è stato possibile ab-biamo accettato di restare nell’indifferen-za. Forse non solo perché la realtà com-plessa ci interpellava nel contempo sutanti altri fronti, dal lavoro alla democra-zia, dagli immigrati agli anziani. Comeci si pone di fronte a questo problemaha però una rilevanza culturale impor-tante, che rispecchia il modo generaledi affrontare i temi e i bisogni sociali euno sgombero (o sfratto) di famiglie eminori non ci deve lasciare indifferenti.

Circolo di Gallarate

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stili di vita

10 varese| luglio 2010 | n. 4 |

ulla scia di analoghe espe-rienze sviluppatesi in varipaesi del mondo (Brasi-le, Argentina, Spagna,Francia) ormai da diver-si anni anche in Italia esi-stono e si sono consolida-

te delle reti di economia solidale. A pro-muoverle sono state innanzitutto la Re-te di Lilliput ed altri soggetti dell’econo-mia alternativa: botteghe del commercioequo solidale, Gruppi di Acquisto Soli-dali, organizzazioni della finanza eticae del turismo responsabile, cooperativesociali. Lo scopo fondamentale delle re-ti è quello di collegare e rafforzare re-altà, ideali e pratiche di economia ba-sate su principi solidali, in chiaro con-trasto con quelli del neoliberismo.

Le radici di queste esperienze retico-lari sono profonde e ramificate: nasco-no e crescono attraversando la storia ditante persone, gruppi e movimenti cheper anni si sono impegnati per la pace,la giustizia, il rispetto dei diritti, l’ambien-te e si intrecciano e sviluppano grazie ariflessioni, studi e ricerche di economi-sti, sociologi, missionari... Semplifican-do un po’ si può dire che chi per annisi è speso per creare un mondo più giu-sto, a poco a poco si è dovuto rendereconto che per cambiare realmente lavita di milioni di persone povere esfruttate, per rispettare la terra ed i suoiabitanti, per far cessare guerre e violen-ze, non poteva bastare una propostaculturale, etica o politica, ma occorre-

va cambiare le regole del mercato,cioè iniziare ad occuparsi di economiaper riportarla al servizio dell’uomo e can-cellare le degenerazioni prodotte dal neo-liberismo.

Da tutte queste considerazioni e dal-l’intuizione della Rete Lilliput (se siamoin tanti, anche se piccoli -cioè con po-co potere- possiamo fermare i gigantiche decidono le sorti di questo mondo)nasce l’idea di costituire delle reti loca-li, i distretti, che mettano in rete tuttele realtà che su un certo territorio “fan-no” economia solidale. Locale e globa-le rappresentano dunque i termini diriferimento costanti delle azioni e del-l’orizzonte dei DES.

Il primo passo per costituire nella no-stra provincia un Distretto di EconomiaSolidale risale all’inizio del 2005, quandoi nodi di Varese e Venegono della ReteLilliput organizzano un incontro nel qua-le, dopo aver ascoltato le esperienze ap-pena avviate a Milano e Como, viene for-malmente proposta la creazione di unarete provinciale. All’incontro partecipa-no molte realtà grandi e piccole della pro-vincia. La proposta suscita molto inte-resse ed emergono numerose disponibi-lità di persone singole, associazioni, mo-vimenti, ad avviare un percorso insieme.Seguono altri incontri e si formano tregruppi di lavoro che si occupano rispet-tivamente di stilare la carta dei principi

S

Dal globaleal locale,un’economiasolidale

Dal 2005 anche inprovincia di Varese haavuto inizio l’esperien-za del Distretto EticoSolidale, per promuo-vere un’economiasolidale e sostenibile,che si basa sul rispet-to per l’ambiente, ilavoratori, gli stessiconsumatori

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stili di vita

11varese | luglio 2010 | n. 4 |

del costituendo DES, di elaborare unamappatura delle realtà che a diverso tito-lo possono essere coinvolte in questopercorso, di organizzare una fiera del-l’economia solidale in provincia. Il com-pito è arduo e per due anni si opera sot-to traccia, con pochissima visibilità e, ap-parentemente, con pochi risultati con-creti. Come spesso succede il gruppo del-le persone attive si riduce sensibilmente.Eppure è in questo periodo che vengo-no poste le fondamenta del futuro di-stretto e si inizia a tessere la rete. Il cam-mino del DES procede in simbiosi conil neonato coordinamento dei Gruppi diAcquisto Solidali (denominato Va-Oltre)ed insieme vengono organizzate le pri-

me giornate InterGAS. Il primo obiet-tivo che viene realizzato è la stesura del-la “carta dei principi” del DES. In es-sa vengono stabiliti principi e finalità,modalità di adesione e di partecipazione.

Questo testo risulta fondamentale perla nascita della rete perché solo chi locondivide pienamente e lo sottoscrivepuò aderire al DES. I principi riguarda-no quattro dimensioni: l’economia equae socialmente sostenibile, la sostenibili-tà ecologica, la valorizzazione della di-mensione locale e delle relazioni, la par-tecipazione attiva e democratica. In sin-tesi i soggetti che appartengono al Di-stretto si impegnano ad agire in base aregole di giustizia e rispetto delle per-

sone, promuovendo una modalità equaed etica di utilizzare i proventi della pro-pria attività, garantendo la massima trac-ciabilità della filiera produttiva e dei prez-zi a cui vengono venduti i prodotti; va-lorizzando la cura, l’impegno, la corret-tezza su cui si basa il proprio lavoro e di-chiarando il prezzo sorgente, vale a di-re il prezzo che il produttore consideracome giusto riconoscimento della pro-pria attività. Inoltre si impegnano a pra-ticare un’economia rispettosa dell’am-biente (sia nell’uso di energia e mate-rie prime, sia nella produzione di rifiu-ti) e il più possibile contenuta nell’impat-to ambientale, ottimizzando e riducen-do il consumo delle risorse –energia ematerie prime- e la produzione di rifiu-ti. Essi devono dare la priorità alla pro-duzione e al consumo delle risorse delterritorio -in termini di materie prime edenergia- ma anche riscoprire, utilizzare ediffondere conoscenze, saperi e pratichetradizionali. Nel contempo si sottolineal’importanza della dimensione immate-riale del ben-essere, valorizzando le re-lazioni e le applicazioni concrete dei va-lori soggettivi, come la partecipazionea progetti locali e internazionali di soli-darietà. Infine i soggetti che fanno par-te del Distretto, nel definire concreta-mente come gestire i processi econo-mici e le relazioni al proprio interno econ gli altri soggetti del proprio terri-torio, devono far riferimento a metodipartecipativi.

Distretto Etico Solidale Varese

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stili di vita

12 varese| luglio 2010 | n. 4 |

assemblea generale dell’Onu ha proclama-to il 2010 Anno Internazionale della Biodi-versità.

La biodiversità non comprende solo laricchezza e alla varietà di flora e fauna. An-che il suolo, il terreno su cui camminiamo,viaggiamo, costruiamo case, ha una sua bio-

diversità. E i dati ISPRA (Istituto Superiore ProtezioneRicerca Ambientale) relativi al periodo 2000-2006 sonoallarmanti: nonostante l’Italia sia tra i paesi più ricchi di bio-diversità in Europa, l’80% del suolo è di scarsa qualità. Le-gambiente e Acli manifestano le loro preoccupazioni: qua-li sono le ragioni che hanno provocato un simile degra-do? Inquinamento, specie invasive e cementificazione sonole risposte principali.

A proposito di cementificazione, dal primo Rapporto sulconsumo di suolo, pubblicato dall’Osservatorio Naziona-le sul Consumo di Suolo nel 2009, emerge una situazionein cui la Lombardia gioca un ruolo da protagonista nega-tivo. È infatti tra le regioni più urbanizzate e cementifica-te d’Europa. Dodici ettari di terra vengono consumati ognigiorno, 43mila ettari di aree agricole lombarde sono scom-parse in soli 8 anni. E la nostra provincia risulta partico-larmente colpita dal processo di cementificazione: Varesesi piazza al secondo posto in Lombardia, subito dopo Mi-lano, con il 28,7% della superficie cementificata.

L’

Acli e Legambientea sostegnodella biodiversità

Acli e Legambientea sostegnodella biodiversità

Provincia Suolo Consumoconsumato annuo, annuo

ettari/anno pro capite(1999-2004) m2 / ab x anno

Varese 312 4,0

Como 243 4,0

Lecco 149 5,0

Sondrio 123 7,0

Milano e Monza 893 2,4

Bergamo 634 6,5

Brescia 929 8,0

Pavia 544 11,0

Lodi 219 11,0

Cremona 289 8,6

Mantova 616 16,0

TOTALELOMBARDIA 4950 5,5

Fonte: DIAP – Politecnico di Milano, su base ARPA

I dati sul consumo di suoloin Lombardia

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stili di vita

13varese | luglio 2010 | n. 4 |

n occasione della Giornata mon-diale del Commercio equo e soli-dale del 9 maggio è ufficialmente“nata” la Rete Varesina delle Bot-teghe equosolidali. Un manifestocon la foto di una giovane donnabengalese che ricama, con il suo

bimbo in grembo ed in calce l’elenco ditutti i punti vendita del varesotto è sta-to il messaggio che ha legato tutte leBotteghe della provincia. E’ stato ancheun omaggio a p. Giovanni Abbiati, unodei fondatori del movimento del Com-mercio equo in Italia e promotore ditante attività produttive di donne inBangladesh, morto recentemente in ter-ra bengalese. Molte le iniziative locali:serata con Altraeconomia a Gallarate,sfilata di abiti a Saronno, rinfreschi e in-contri nelle botteghe. Buona la coper-tura dei media: sono apparsi articoli suAvvenire, Varese Report, VareseNews,il Giorno, ACLI Varese, Altraeconomia

ed è stato realizzato un servizio dallaRAI-TV che è stato presentato daBuongiorno mattina e su TG3 Regione.

Anche la partecipazione delle orga-nizzazioni di Varese “Ago della Bilan-cia” e “Altrospazio”, Gim Luino-Ga-

virate-Germignaga-Ponte Tresa, “LaBottequa” di Castiglione, “Nizzy” di Sa-marate e “il Sandalo” di Saronno a LePiazze del Mondo di Varese è stato unabella occasione di incontro e comuni-cazione.

II primi passidella rete delle botteghe

Ma la provincia di Varese gode ancora diaree di altissimo pregio naturalistico: dall’Oa-si della Palude Brabbia sul Lago di Varese, alParco Regionale del Campo dei Fiori, il no-stro territorio è toccato da tre parchi regio-nali e otto riserve naturali regionali e può vantare otto Par-chi di Interesse Locale Sovracomunale, cinque Zone di Pro-tezione Speciale e ben 23 Siti di Importanza Comunitaria.È dunque indispensabile adottare politiche mirate al conte-nimento e alla regolamentazione del consumo di suolo.

Riqualificazione, recupero, creazione di spa-zi aperti urbani, progettazione di nuove co-struzioni organica e interna ai PGT. Per que-sta ragione è nata la campagna “Metti un fre-no al cemento, costruisci natura” lanciata

da Legambiente e condivisa da molte altre associazioni: percondividere con tutti i cittadini della Lombardia un impe-gno a fermare il consumo indiscriminato di suolo ed a tu-telare aree preziose per la biodiversità. Per maggiori infor-mazioni: www.legambiente.org

Il consumo di suolo in provincia di Varese

Variazione tra il 1995 e il 2005

Suolo URBANIZZATO + 1.534 ettari (pari a più della metà di Varese)

Suolo AGRICOLO PERSO - 742 ettari (pari a poco meno di 1/3 di Varese)

Suolo URBANIZZATO OGNI GIORNO 5.000 m2 (pari a circa 2 volte piazza del Duomo diMilano, ogni settimana)

Fonte: Rapporto 2009 ONCS, rielaborazione Legambiente Varese

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convegno

14 varese| luglio 2010 | n. 4 |

taliani lo diventeranno solo dopo aver compiuto diciot-t’anni. Poco importa se sono nati nel nostro paese, sevivono, studiano, sperano e sognano come i loro coe-tanei. Ma il futuro dell’Italia è costruito anche sulle spal-le di questi ragazzi, quelli della “generazione Balotel-li”, come l’ha definita Mario Marazziti della Comu-nità di Sant’Egidio. Nel pomeriggio di sabato 5 giu-

gno, nell’ambito di “Le piazze del mondo”, le Acli pro-vinciali hanno organizzato il convegno “Se da grande sa-

I

La generazioneBalotellidei quasi italiani

rò italiano” dedicato alla cittadinanza e al domani delle se-conde generazioni di immigrati. In loro si riflette tutto il cam-biamento sociale vissuto negli ultimi anni nel nostro paese.«Nel ‘91 - ha raccontato il sociologo Aldo Bonomi - svolsiun lavoro per il Cnel su questo tema. Feci da Varese a Tra-pani incontrando le comunità locali per discutere dei pro-blemi degli stranieri e trovai un comune sentimento diaccoglienza. Era il momento di mostrare a un paese di emi-granti la discontinuità: l’Italia era diventata una meta e non più

Voci e testimonianzea confronto nell’incontro“Se da grande sarò italiano”dedicato ai giovani immigratiche si è tenuto alle Ville Ponti

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convegno

15varese | luglio 2010 | n. 4 |

una terra dalla quale ci si allontanava. Negli anni però è tut-to cambiato: dai primi sbarchi di migranti albanesi il pendo-lo ha iniziato a oscillare dalla parte opposta. Il “noi” ha cam-biato di significato facendo posto rapidamente alla “sindro-me da invasione”. Da quel momento in avanti il tema diven-ne caldo anche per la politica ma i problemi non mai statirisolti».

Il cambiamento vissuto negli ultimi vent’anni dalla socie-tà italiana è il presupposto di tutta l’analisi di Bonomi: «i flus-si impattano i luoghi e li cambiano antropologicamente.E le migrazioni sono un flusso, uno dei fenomeni più po-tenti da questo punto di vista tanto da generare un’apocalis-se culturale. La società ha assistito alla dissolvenza della co-munità originaria nel territorio ma anche delle apparte-

nenze di classe o delle identità nazionali. Un venir meno diqualcosa che ha lasciato gli individui spaesati e alla ri-cerca di una comunità che non c’è più. Per molti questo si ètrasformato in voglia di comunità di rancore: non si cercal’altro per farsi prossimo ma per difendersi da ciò che è al-tro da sè. Ne consegue la voglia di perimetrazione e sicu-rezza e Varese è terra maestra da questo punto di vista».Dall’altra parte c’è però chi il perimetro lo vuole superare: co-me don Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana cheha testimoniato il valore della rete dei volontari e degli ope-ratori, quelli che i problemi li affrontano ogni giorno, facciaa faccia con chi li vive. Sergio Moriggi, presidente delle Aclivaresine ha illustrato il cammino intrapreso dall’associazio-ne per promuovere l’incontro e lo scambio di cultura tra i cit-tadini italiani e stranieri nella nostra provincia. In sala era pre-sente anche l’assessore ai servizi sociali del comune Grego-rio Navarro oltre a don Gilberto Donnini e l’onorevole delPd Daniele Marantelli.

«Il tema è cruciale per il nostro futuro - ha commentato nel-le sue conclusioni il presidente nazionale delle Acli AndreaOlivero -, l’immigrazione chiama tutti quanti in gioco. Pen-so alle parole della “Caritas in veritate” che ci invita a costrui-re un nuovo pensiero. Dobbiamo riuscire a trovare un mo-dello che ci aiuti a comprendere e far comprendere l’alfa-beto dell’integrazione». «In Italia convivono oggi 191 etniediverse e si parlano 100 lingue differenti - ha spiegato An-tonio Russo, responsabile nazionale immigrazione delle Acli-. Ci sono 900.000 minori stranieri vale a dire il 20 per cen-to del totale. Sono loro che ci devono interrogare sul futu-ro, che pongono la domanda “Cosa succederà quando diven-teremo italiani?”. Ma mentre il cambiamento è evidente as-sistiamo a un colpevole ritardo della politica che conti-nua a rimandare le scelte strategiche e al quale si accompagnala preoccupazione per la crescita dei casi di razzismo: solosu Facebook in un anno sono spuntati 350 gruppi con con-tenuti xenofobi e discriminatori».

Aldo BonomiAntonio Russo

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la festa

16 varese| luglio 2010 | n. 4 |

a ragazza con il velo e l’an-ziana varesina, il prete orto-dosso in nero e le adolescen-ti sudamericane, la famiglio-la africana e i ragazzi italiani.Immagini e contrasti visividella grande folla che ha

animato piazza Montegrappa, unodegli spazi della grande festa dei popo-li promossa dalle Acli e organizzata dal-le associazioni varesine, in collaborazio-ne con il Comune. Nonostante il wee-kend pieno zeppo di occasioni di diver-timento e svago, sono state centinaia lepersone che hanno frequentato lecinque piazze del centro cittadino,ognuna dedicata ad un tema particolare:le musiche e le danze hanno attrattomolti varesini, anche chi forse avrebbestorto il naso di fronte all’idea di an-dare ad una festa con le comunità di

stranieri. Proprio in piazza Montegrap-pa si è raccolta la folla più numerosa, sot-to il palco dove si sono esibiti gruppi im-pegnati nelle danze tradizionali del lo-ro Paese. Ma la piazza ha ospitato anchedue incontri di approfondimento;uno con Gabriele Del Grande, giorna-

lista che segue gli sbarchi sulle coste si-ciliane e in tutto il Mediterraneo (inter-vistato da Marco Fazio), l’altro con Su-maya Abdel Qader, giovane musulma-na poco più che trentenne autrice del li-bro “Porto il velo, adoro i Queen”. Sipuò parlare di temi impegnativi anche

L

Varese apre le sue

al

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la festa

17varese | luglio 2010 | n. 4 |

con leggerezza, l’ha ricordato anche Wat-ti con il suo “gioco del clandestino”. Inpiazza San Vittore grande partecipazio-ne ai giochi e alle dimostrazioni sporti-ve curate da Uisp e Us Acli, mentre ledonne straniere hanno animato piazzasan Giuseppe con laboratori per bambi-

ni, mentre il commercio equosolidale erapresente in piazza Carducci. Tutte ecinque le piazze sono state legate tra lo-ro dalla biciclettata di Legambiente.

La festa è stata per molti versi unascommessa: rinunciare alla formula col-laudata dello scorso anno (una settima-

na di eventi, con tre serate nell’area fe-ste della Schiranna) per provare a coin-volgere maggiormente i varesini, per evi-tare di rimanere chiusi nel giro delle per-sone già sensibili al tema: al posto del-la Schiranna, si è scelta la presenza nel-le piazze del centro storico. E il risul-tato è stato positivo, dimostrando che lapossibilità dell’incontro esiste ed èpraticabile, che condividere gli spazipubblici è possibile: la piazza Monte-grappa di domenica 6 giugno sem-brava agli antipodi del “vuoto urba-no” di Piazza Repubblica e dei suoiproblemi di degrado e ordine pubbli-co. Di fronte al buon successo non sipuò dimenticare il contributo del Co-mune di Varese, che ha collaborato auna manifestazione che certamente nonè scontata su questo territorio, in que-sti tempi.

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l’opinione

18 varese| luglio 2010 | n. 4 |

L’ormai famigerato pacchetto sicurezza (L. 94/2009) ha introdotto il permesso di sog-giorno a punti.In sintesi, il rilascio del permesso di soggiorno allo straniero che entra per la primavolta in Italia è subordinato alla sottoscrizione di un Accordo di integrazione articolatoper crediti, nel quale l’immigrato si impegna a raggiungere “specifici obiettivi di integra-zione” entro il periodo di validità del permesso. La norma ad oggi è rimasta tuttavialettera morta, dato che si è ancora in attesa del decreto attuativo, che, dalle ultime no-tizie del Ministero dell’Interno, è di prossima pubblicazione.La bozza del decreto (che ormai tuttavia sembra il testo definitivo e che comunque siapplicherà solo a coloro che entreranno in Italia dopo la sua entrata in vigore) precisaquali sono le ipotesi in cui si acquistano o perdono crediti sul proprio permesso disoggiorno.Ad esempio, la conoscenza della lingua italiana certificata da enti abilitati (che, ricor-diamo, dal 1° gennaio 2011 sarà anche requisito per il rilascio della carta di soggior-no) comporta l’acquisto, a seconda del livello raggiunto, da 10 a 30 crediti, mentre lafrequenza di corsi di istruzione da 4 a 50 crediti. Anche la scelta di un medico di baseo lo svolgimento di attività di volontariato faranno acquistare crediti.Comportano invece la decurtazione di crediti le condanne penali (da 3 a 25 in base al-la gravità del reato) e le sanzioni amministrative pecuniarie superiori a 10.000 euro.Alla scadenza del biennio di durata dell’accordo, lo sportello unico per l’immigrazioneverifica gli impegni presi dallo straniero e, se lo straniero ha raggiunto almeno 30 cre-diti, dichiara estinto l’accordo. Se invece non si raggiungono i crediti minimi appena in-dicati, lo sportello unico concede una proroga allo straniero. La perdita totale dei credi-ti comporta (anche se non in tutti i casi) la revoca o il rifiuto del rinnovo del permessodi soggiorno.Unico impegno che lo Stato si assume, oltre al sostegno del processo di integrazione,l’obbligo di far partecipare lo straniero ad una “sessione di formazione civica e di infor-mazione sulla vita in Italia”.Ma forse un passo verso l’integrazione, se proprio ancora voglia usare questa bruttaparola, lo faremmo veramente se tutti noi, e non solo gli stranieri, partecipassimo aquesti incontri.Perché - anche se molti di noi non vogliono ammetterlo - di formazione civica avreb-bero bisogno tanti italiani!

di Filippo CardaciCircolo Acli Colf Varese

Il permesso a puntinon aiuta l’integrazioneIl diritto degli stranieri a vivere in Italia si trasformain una tesserina a punti. Ma lo Stato non si assumenessun impegno nel formare i suoi nuovi cittadini

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25 luglio - 1 agostoSETTIMANA INTERNAZIONALEMOTTA DI CAMPODOLCINO

GIUSTIZIA E PACE.AMBIENTE E SVILUPPO:LE SFIDE DELL’EUROPA

RELATORI & MODERATORI

FILIPPO BARBERIS, Università degli Studi di Milano - SIMONE KEREMIDTSCHIEV, Università degli Studi di Milano

- ULRICH ECKERT, Pastore Luterano, Milano - PAOLO COLOMBO, Teologo e direttore del CEEP - ELIO DELLA

ZUANNA, Incaricato nazionale Cei per la formazione spirituale nelle Acli - MASSIMO CAMPEDELLI, Sociologo -

FRANCO NARDUCCI, Parlamentare PD - TERESA BARONCHELLI, Acli Internazionali Germania - LUIGI ZANOLLI,

Presidenza FAI - PIERO GRAGLIA, Università degli Studi di Milano - MARINA MARCHISIO, Presidente Apice Europa

- GIOVANNI BIANCHI, già Presidente nazionale Acli - PAOLA VACCHINA, Vicepresidente nazionale Acli - GEMMA

ARPAIA, Presidenza nazionale ISCOS-CISL - RITA PAVAN, Presidente di ISCOS Lombardia - SILVIA VIGNATO,

Università di MIlano Bicocca - MAURO MONTALBETTI, Vice presidente IPSIA - ALDO BONOMI, Sociologo e Direttore

di AASTER - PIER VIRGILIO DASTOLI, Giornalista - PAOLO LORENZETTI, Segretario Movimento Federalista

Europeo di Milano - ALFREDO CUCCINIELLO, Responsabile Dipartimento Pace e Stili di Vita Acli Nazionali -

CRISTIANO GORI, Università Cattolica di Milano - VITTORIA BONI, Responsabile Dipartimento Welfare Acli Nazionali

Un’inziativa promossa daACLI LOMBARDIA

Con la collaborazione diCOMMISSIONE EUROPEA RAPPRESENTANZA A MILANO,

CEEP, FAI, IPSIADIPARTIMENTI ALCI NAZIONALI: PACE E STILI DI VITA, RETE MONDIALE ACLISTA, WELFARE

Con il patrocinio diCAF ACLI, PROVINCIA DI SONDRIO, COMUNITÀ MONTANA VALCHIAVENNA,

COMUNE DI CAMPODOLCINO, COMUNE DI MADESIMO

Tu t t i i d e t t a g l i s u l s i t o w w w. a c l i v a r e s e . i t

COME PARTECIPAREContatta: SEGRETERIA ACLI Lombardia, via Bernardino Luini, 5 - 20123 MILANOTel. 02.86.99.56.18 (orario ufficio) - e-mail: [email protected]

QUOTA• tutta la settimana (dalla cena del 25 luglio alla colazione 1 agosto)

€ 260 a persona, più € 20 per quota iscrizione al corso e assicurazione• giorni singoli: € 40 al giorno, più € 10 per quota iscrizione al corso e assicurazioneConsegna camere: dalle ore 14.30 del giorno di arrivoRilascio camere: entro le ore 9 del giorno di partenza

SCONTIPer giovani 18-25 anni SCONTO 10% e € 10 quota iscrizione al corso e assicurazione

CONFERMA DELLA PRENOTAZIONE CON VERSAMENTO DI € 50 A PERSONA

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amiglia è una di quelle pa-role che, usurate dall’im-piego continuo che neviene fatto a torto e a ra-gione, rischia di perdere ilsignificato proprio e fon-dante legato alla condizio-

ne umana. A volte per serie considera-zioni e progettualità, altre per rapaci op-portunismi politici e pseudo culturali, lafamiglia è oggetto di interessi anche di-scordanti fra loro, e sempre meno sog-getto attivo della convivenza sociale.

Messa sotto pressione dai mutamenti edalle aberrazioni della nostra società, la“famiglia” é cambiata nella sua compo-sizione e struttura, nei suoi rapporti in-terni, nei suoi stili educativi, nei suoi rap-porti con la società e nella sua colloca-zione sociale. È oramai consuetudine af-frontare lo stato di profondo malesse-re delle famiglie privilegiando il puntodi vista economico, che certo va affron-tato, trascurando però quella che è di-ventata una vera e propria emergenza dicarattere educativo. Un’emergenza chetrova la sua radice nell’assetto comples-sivo dei rapporti sociali. Un’emergenza

che è possibile ricondurre alla qualità deirapporti tra famiglia e società, o sareb-be meglio dire alla mancanza di qualitàdei rapporti, che destina la famiglia al-la solitudine ed alla disgregazione. Co-sì compressa in un angolo, la famiglia di-viene il luogo delle iperprotezioni dalleminacce esterne (al benessere e alla si-curezza), dell’omologazione alimentatadai modi di dire e di pensare propostidai mass-media, dell’appiattimento sulpresente, dell’individualismo, del gio-vanilismo, del consumo di cose e perso-ne. Inoltre deve destare un adeguato al-larme il sempre maggior vuoto genera-

F

Si fa prestoa dire famigliadi Carlo Naggi

Il sistemadelle Acliper la famiglia Un’attenzione costante alla famiglia, nei servizi e nellaricerca di nuove strade per la coesione: le Acli varesi-ne ripropongono la centralità dell’esperienza famigliarecon l’attivazione del Punto Famiglia. È la scommessadi creare centri di riferimento a disposizione degli acli-sti e delle famiglie del territorio, momento di “raccordo”tra le esigenze sentite dalle persone e la rete deiCircoli Acli e i diversi servizi Acli presenti capillarmentein tutta la provincia: gli sportelli del Punto Famigliasaranno attivati a Varese, Saronno e Gallarate.L’attenzione alla famiglia, però, non può essere ridottaai soli servizi e all’aspetto economico, che pure ha unacentralità nell’attuale scenario fatto d’insicurezze e pre-carietà: è necessaria una rinnovata attenzione al temaanche in termini educativi e della realtà sociale di riferi-mento. In questo numero pubblichiamo il prezioso con-tributo di Carlo Naggi, del Circolo di Gallarate.

punto famiglia

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punto famiglia

21varese | luglio 2010 | n. 4 |

tivo, non solo procreativo, ma anche cul-turale, etico, di senso e speranza per lavita. La famiglia rischia concretamentedi diventare il sistema base di sostegnoall’ideologia del “mercatismo”, zavorra-ta dal piombo di un falso pensiero po-sitivo. Esiste la necessità di riscoprirel’oro dell’introspezione, della maturità edell’autenticità… Laddove la famigliapossa riscoprirsi luogo per vivere i mo-menti in cui la vita che semplicementeaccade diviene la vita che deve invece es-sere scelta. Emerge per gli “adulti” la ne-cessità di recuperare la consapevolezzadei propri ruoli di coniuge e genitore, le

motivazioni per l’assunzione di determi-nate responsabilità, l’autenticità nel co-municare con altri che condividono lenostre stesse esperienze, la capacità diaffrontare i temi ed i problemi che nel-la vita di tutti i giorni mettono in discus-sione la propria identità.

In questo quadro nasce l’attività in-tegrativa che sarà possibile sviluppare al-l’interno della già ricca offerta di sup-porto prevista dal Progetto Punto Fami-glia, volta a fornire l’opportunità di mo-menti aggregativi che abbiano lo sco-po di promuovere la consapevolezza delproprio essere nella coppia coniugale e

nella relazione con i propri figli, passan-do per la valorizzazione delle risorse per-sonali come coniuge e come genitoree favorirne l’espressione. Ma non solo.Relazioni familiari consapevoli, respon-sabili ed educative, aperte alle diversitàed al confronto con le esperienze di al-tre famiglie.

Sviluppo di una “rete” di relazioni frale varie realtà coinvolte per rendere con-tinua e territorialmente significatival’esperienza.

Rilancio della cultura del “noi”, per ri-scoprire una convivenza regolata dallareciproca accoglienza, dalla sobrietà chedia senso ad un consumo sostenibile eresponsabile, dalla condivisione della co-mune condizione umana.

Sono propositi impegnativi, che pos-sono anche essere liquidati cinicamente.D’altra parte non è più tollerabile un at-teggiamento di mera contemplazionedelle statistiche, di passività ad un mo-dello di vita che suggerisce la continuainsoddisfazione nella ricerca di un be-nessere radicato nel paganesimo dei be-ni di consumo.

Abbiamo bisogno di costruire il Ben-Vivere, di tornare a dirci parole fermema buone: comprensione, speranza, per-dono. Parole che ci permettano di re-cuperare la sapienza di affidare la nostraesperienza al futuro.

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fap

22 varese| luglio 2010 | n. 4 |

on una nutrita partecipazione di aderen-ti, lo scorso 28 aprile ha avuto luogo a Va-rese il II Congresso provinciale della Fe-derazione Anziani Pensionati Acli.

Dopo il saluto introduttivo da parte delPresidente provinciale delle Acli SergioMoriggi, il segretario provinciale della FAP

Antonio Carcano ha illustrato la relazione generale, in-centrata sul tema “I pensionati e gli anziani presenti epartecipi nelle Acli e nella società”. Per la FAP varesi-na l’idea di fondo è che il pensionato e l’anziano rappre-sentano un valore, una risorsa significativa da valoriz-zare e da promuovere, sia per la famiglia, sia per la so-cietà, mediante un protagonismo attivo degli stessi, dacollocarsi in una visione di operante solidarietà inter-generazionale, fra giovani e anziani, tra lavoratori e pen-

sionati.A quattro anni dall’avvio a Varese della Fap nel cor-

so del Congresso sono stati presentati i molteplici pro-getti avviati e le numerose attività promosse dalla Fap,le iniziative formative, culturali, ricreative, di volontaria-to, oltre naturalmente alle azioni di sensibilizzazione nel-la società e con gli stessi anziani, chiamati ad assumereconsapevolezza dei loro diritti e di mantenere un ruo-lo attivo, respingendo la marginalizzazione e l’esclusio-ne sociale.

In tale contesto si colloca la finalità primaria della Fap,volta a sviluppare in positivo la rappresentanza socialee sindacale dei pensionati e degli anziani iscritti alle Aclinei confronti delle istituzioni pubbliche, in ordine alleproblematiche connesse con la loro condizione. In par-ticolare a partire dai temi del welfare, della previdenza,

C

Anziani,un valoreper la società

Anziani,un valoreper la società

FAPACLI

FEDERAZIONEANZIANI EPENSIONATI

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fap

23varese | luglio 2010 | n. 4 |

del mantenimento del potere d’acquisto delle pensio-ni, sanità, fisco, assistenza sociale, dei diritti di cittadi-nanza. Ciò anche per fornire un serio contributo alla pro-mozione di una nuova cultura, sulla base della visionecristiana, circa le tematiche delle condizioni di vita del-la popolazione anziana, in sintonia con la coesione so-ciale ed in collaborazione con il mondo giovanile – icui interessi sono in comune e non in conflitto -, rico-noscendo altresì il valore e la risorsa dei nonni, per le fa-miglie, i figli, i nipoti.

Su queste linee e su queste proposte si è aperto unfecondo dibattito con numerosi interventi, che hannofocalizzato ed esaminato in modo specifico i temi pre-sentati nella Relazione del segretario. In particolare è sta-to evidenziato come la Fap, a livello nazionale, presen-ta oltre 100mila iscritti; a Varese – a soli quattro anni dal-la costituzione – la consistenza organizzativa è in fortecrescita, con una progressiva espansione delle adesionie delle strutture operative nei Circoli e nelle Zone.

Al termine dei lavori, dopo l’approvazione della mo-zione finale, il Congresso ha proceduto alle elezioni deidelegati della Fap varesina ai congressi regionale e na-zionale e al rinnovo degli organismi.

Il comitato provinciale della Fap risulta così costituito:

Carcano Antonio, Varese

Dominioni Riccardo, Varese

Michelon Espedito, Caronno Varesino

Selmi Ruffino, Gallarate

Villa Massimo, Saronno

Manciani Giuseppe, Varese

Morandi G. Paolo, Varese

Poltronieri Anna, Angera

Canziani Luigi, Venegono Superiore

Cislaghi Giuseppe, Busto Arsizio

Orizio Paolo, Luino

La segreteria provinciale è composta da:

Carcano Antonio, segretario provinciale

Dominioni Riccardo, vicesegretario

Villa Massimo, vicesegretario

Cislaghi Giuseppe, membro di segreteria

Manciani Giuseppe, membro di segreteria

Nelle sedi presenti sul territorio provincialesono a disposizione di tutti gli iscritti ireferenti FAP nei giorni e orari indicati:

AngeraLunedì dalle 10.00 alle 11.00

Busto ArsizioMartedì dalle 9.30 alle 11.45

GallarateGiovedì dalle 15.00 alle18.00

LuinoMercoledì dalle 10.00 alle 12.00

SaronnoSabato dalle 10.00 alle 11.00

TradateLunedì dalle 10.00 alle 12.00

VareseLunedì 10-12

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circoli

24 varese| luglio 2010 | n. 4 |

Inaugurata la nuova sede

omenica 13 giugno il Circolo A.Grandi di Car-nago, Presidente Virginio Chiodini, ha inau-gurato la ristrutturazione della sede associa-tiva alle presenza del sindaco carnaghese Mau-rizio Andreoli Andreoni, del parroco DonGiovanni Sormeri e del presidente provin-ciale Acli Sergio Moriggi

Il taglio del nastro da parte del socio anziano Vigoni Gio-vanni, classe 1921, reduce del fronte russo e tesoriere del Cir-colo. Nei discorsi del presidente provinciale e del sindacosono stati fatti forti richiami alla presenza sul territorio del-

le Acli in risposta ai bisogni della gente, anche attraverso i ser-vizi di patronato e fiscale, ma soprattutto al contributo allacoesione sociale e alla partecipazione attiva dei cittadini di tut-te le fasce d’età.

Presenti insieme ai soci più storici anche nuove leve dell’etàdi mezzo e anche più giovani come Oscar e Stefano impegna-ti nei vari servizi che il circolo offre nella nuova sede ristrut-turata. Il parroco ha richiamato nella benedizione del Cir-colo Acli come esso sia e debba essere la casa dei lavorato-ri cristiani, ed anche ex lavoratori.

Virginio Chiodini

CARNAGO

D

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circoli

25varese | luglio 2010 | n. 4 |

Il Circolo di Voldominorinnova la sede

omenica 13 giugno2010, in quel di Voldo-mino nei locali del Cir-colo Famigliare ACLIdi fresco ristrutturati emessi a norma, grazieall’intervento della

Fondazione La Sorgente Onlus proprie-taria dello stabile, il Parroco Don Vale-rio Milani ha impartito la benedizionealla presenza di un centinaio di soci delCircolo, del presidente della Fondazio-ne La Sorgente Onlus Daniele Morig-gi, del presidente del vicino Circolo Aclidi Luino e del presidente di zona Vito

Vaglio.A seguire tutti si sono trasformati in

commensali di un pranzo durante il qua-le sono stati ringraziati gli attori di que-st’opera di ristrutturazione dell’edificioed invitati i soci ad infondere il loro en-tusiasmo in nuove iniziative che dianomodo al Circolo di rivitalizzare il rionedi Voldomino.

Il Circolo è rimasto tra i pochi localiancora esistenti nel rione e la sera è spes-so l’unico punto di riferimento per le fa-miglie: bene lo ha ricordato nel suo di-scorso il socio fondatore Merini Gian-ni, memoria storica del Circolo.

Il presidente della Fondazione La Sor-gente Onlus Daniele Moriggi ha invi-tato i soci a proseguire in quanto sino-ra fatto per il circolo dedicando il pro-prio tempo ed i propri talenti a realizza-re iniziative di sostegno culturale e so-ciale per il luinese che facciano diven-tare il Circolo la sentinella del territo-rio ed i soci costruttori di solidarietà .

Dopo tanti discorsi la bocca era asciut-ta e quindi via ai brindisi e così è ter-minata l’inaugurazione dei locali ora nonresta che lavorare a favore del locale.

Zeffirino Mongodi

D

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raccolta firme

26 varese| luglio 2010 | n. 4 |

l 19 novembre 2009, la Cameraapprovava, con ricorso alla fidu-cia, il decreto Ronchi, che avviaun processo di privatizzazione deiservizi pubblici locali, di dismis-sione della proprietà pubblica edelle relative infrastrutture. Due

anni fa erano state raccolte oltre 400.000firme per legge d’iniziativa popolare perl’acqua pubblica elaborata e promossadal Forum Italiano dei Movimenti perl’Acqua ed oggi in discussione in Par-lamento.

Nel frattempo cinque regioni hannoimpugnato il decreto Ronchi di frontealla Corte costituzionale, lamentandola violazione di proprie competenze co-stituzionali esclusive. Il decreto Ron-chi, convertito in l. n. 166 del 2009, col-loca tutti i servizi pubblici essenziali lo-cali (non solo l’acqua) sul mercato, sot-toponendoli alle regole della concorren-za e del profitto.

Il pubblico è diviso fra chi vede neldecreto Ronchi una logica di trasparen-za ed efficienza, afferma che non vie-ne privatizzato il bene ma il servizio difornitura idrica, e che l’aumento di ca-pitale privato nella gestione dei condot-ti idrici porterà ad investimenti tali da ri-durre gli sprechi legati alla dispersionedell’acqua lungo la rete idrica . Di con-tro una parte della cittadinanza vede neldecreto Ronchi la mercificazione di unbene comune con il rischio dell’istaurar-si di fenomeni lucrosi ed eco mafiosi.

Il 24 Aprile 2010 il Forum Italiano deiMovimenti per l’Acqua , con una lun-ga serie di sostenitori, ha presentato trequesiti referendari e sta iniziando la rac-colta delle firme necessarie. I quesiti re-ferendari testualmente riportati dal si-to www.contrattoacqua.it sono i seguen-ti:

I

L’acqua è una merceo un diritto?I perché di un referendum

1. abrogazione dell’art. 23 bis (12 com-mi) della l. n. 133 del 2008 relativo allaprivatizzazione dei servizi pubblici di ri-levanza economica, così come modifi-cato dall’art. 15 della legge di conversio-ne n. 166 del 2009.

2. abrogazione dell’art. 150 (quattrocommi) del d. lgs. n. 152 del 2006 (c.d.codice dell’ambiente), relativo alla scel-ta della forma di gestione e proceduredi affidamento, segnatamente al servizioidrico integrato;

3. abrogazione dell’art. 154 del d. lgs.n. 152 del 2006, limitatamente a quellaparte del comma 1 che dispone che latariffa costituisce corrispettivo del ser-vizio idrico integrato ed è determinatatenendo conto dell’adeguata remunera-

zione del capitale investito.La raccolta firme per i quesiti referen-

dari procede in tutta Italia in modo po-sitivo: ad oggi ( 16/06/2010 ndr) si so-no raccolte quasi 900.000 firme e si spe-ra di raggiungere il milione.

Per la provincia di Varese l’obbietti-vo è di 7000 firme ad oggi siamo circaa 5000, ma ancora non è stato possibi-le completare tutte le operazioni di con-teggio.

Un milione di firme: un milione dicittadini agisce attivamente per il be-ne comune se ognuno di noi porte-rà alle urne due persone in più, ri-spetto a quelli che hanno già firma-to, allora il quorum sarà ampiamen-te superato.

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territorio

27varese | luglio 2010 | n. 4 |

a pianificazione strategica per lo sviluppo dei ter-ritori è uno dei temi su cui le amministrazioni pub-bliche locali hanno posto maggiore attenzione ne-gli ultimi anni.

L’idea di fondo è che, a livello locale, occorrasaper leggere il proprio territorio, selezionare lepriorità di intervento sostenibili e governare le ri-

sorse pubbliche e private intorno a queste priorità.In questo processo, le amministrazioni pubbliche sono fon-

damentali, perché devono necessariamente svolgere un ruo-lo di regia nel garantire la costruzione di una visione condi-visa e la realizzazione di un percorso che tenga conto del-l’interesse generale della comunità di riferimento.

Nel gioco competitivo con altre aree, considerato il livellodi sviluppo e di reddito del territorio varesino, l’area varesi-na non può che puntare su un disegno strategico che consen-ta la sua trasformazione in area dell’innovazione e della qua-lità della vita.

Ciò significa puntare sulla produzione continua di nuoveconoscenze e competenze che favoriscano l’introduzione del-l’innovazione e di comparti produttivi innovativi e basatisulla qualità dei prodotti.

Per mantenere la competitività di un’area tra le più ricched’Italia e d’Europa non si può che perseguire una “via alta al-lo sviluppo”, basata sulla continua introduzione di prodottiinnovativi e di qualità e sulla capacità di risolvere i problemidelle imprese esistenti.

La produzione di nuove conoscenze (e il loro inserimen-to in rete tra le organizzazioni locali) e l’introduzione dinuove competenze professionali dovrebbe migliorare l’attrat-tività dell’area varesina rispetto alla localizzazione di organiz-zazioni di ricerca e di imprese votate all’innovazione e all’usodi risorse umane particolarmente qualificate, seguendo esem-pi ormai famosi in Europa come quelli di Toulouse, Gre-noble e Cambridge, che attraverso l’interazione della ricerca

e delle attività produttive hanno consen-tito la creazione di rilevanti “spin-off ”tecnologici.

La concreta volontà di intervenire permigliorare lo sviluppo dell’Area si è adoggi espressa innanzitutto con l’inten-zione di definire un Piano Strategico del-l’Area Varesina, che, sviluppandosi at-

torno ai temi fondamentali dell’attrattività e dell’accessibili-tà, possa delineare. Una visione del futuro dell’Area, in un’ot-tica di massimo coinvolgimento ed attenzione a tutte le istan-ze degli attori del territorio.

Tale progettualità si è, ad oggi, sostanziata in progetti ope-rativi, quali ad esempio sommario:1. Coinvolgimento di ciascun attore nelle pratiche promosse

da altri che operano nell’Area varesina perché siano realiz-zabili economie e una maggior affluenza di interessabili;

2. Reperimento di finanziamenti a livello regionale, nazio-nale e comunitario per aiutare a soddisfare gli interessidegli operatori;

3. Iniziative in tema di mobilità sostenibile nell’area urbana(progetto “Va’ in bici”, “Circolo in Bici”, corso per Mo-bility Manager)

4. Realizzazioni con particolare riferimento al recupero del-le aree dimesse e al risparmio energetico e di produzionidi energia legata alle risorse locali

Ricordiamo come Varese Europea sia a disposizione perconcretizzare le aspettative di chiunque se rispondenti agli sco-pi statutari.

Lo strumento di governo di questa iniziativa senza prece-denti per il nostro territorio è stato identificato nell’Asso-ciazione Varese Europea, luogo di definizione degli indiriz-

zi strategici per il territorio apartire da un costante con-fronto fra le istanze degli en-ti locali, delle parti sociali e del-la società civile. Da qui l’im-portanza che tutti i principaliattori dell’area varesina, entilocali territoriali, istituzioni,parti sociali, associazioni, sen-tano la necessità, quasi il do-vere, di farne parte in manie-ra attiva e propositiva.

Ldi Mario Banfi Delegato Acli in VareseEuropea

Da VaresEuropeaun nuovo progettoper il territorio

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enaip

28 varese| luglio 2010 | n. 4 |

I CORSI TRIENNALIDI FORMAZIONE PROFESSIONALEAccanto al sistema dell’istruzione statale è presenteil sistema regionale di Istruzione e FormazioneProfessionale (IFP) che permette di inserirsi rapida-mente nel mondo del lavorooppure di proseguire gli studi. In tale ambito sono ri-conducibili i percorsi triennali realizzati da Enaip confinanziamenti della Regione Lombardia, rivolti a ra-gazzi che terminano le medie inferiori o abbandona-no la frequenza delle scuole superiori. Essi assicura-no di conseguire competenze professionali di qualità,mirate al fabbisogno del mercato del lavoro e ricono-sciute sul territorio nazionale. Il sistema di IFP regio-nale prevede inoltre la possibilità di completare la for-mazione triennale mediante corsi di quarto anno, checonsentono di conseguire certificazione di competen-ze del III livello europeo e percorsi di ulteriore forma-zione tecnica (IFTS) o di rientro nell’istruzione supe-riore.ENAIP Lombardia, nei due centri operanti in provin-cia sviluppa interventi in varie aree professionali:- a Busto, le qualifiche di Operatore agricolo - Colti-vazioni arboree, erbacee, ortofloricole, Operatoreelettrico, Operatore della ristorazione - Preparazionepasti, Operatore della ristorazione - Servizi di salabar;- a Varese, le qualifiche di Operatore ai servizi divendita, Operatore elettrico, Operatore grafico -Stampa e allestimento, Operatore meccanico.Chi volesse iscriversi può chiedere un colloquio in-dividuale di orientamento che consentirà di valoriz-zare le esperienze e le attitudini, conoscere le oppor-tunità del mercato del lavoro, scegliere in modo piùoculato le possibili alternative di percorso.

GLI INTERVENTI A FAVOREDELLE PERSONEIN DIFFICOLTÀ DI LAVOROPer chi ha perso il posto di lavoro, la ricerca di unanuova occupazione non è sempre facile. Per questomotivo la Provincia di Varese, grazie a finanziamentidel Ministero del Lavoro e in accordo con la RegioneLombardia, ha scelto di aiutare chi è in cerca di

una nuova occupazione attivando il “Piano di Azio-ne provinciale per il Reimpiego”.Si tratta quindi di un’opportunità concreta, per tuttiquei lavoratori, uomini e donne, che hanno bisognodi trovare un nuovo lavoro perché sono disoccupati,in mobilità o in Cassa Integrazione Guadagni Straor-dinaria: sarà infatti possibile accedere ad un percor-so personalizzato di riqualificazione, compostoda attività di orientamento, formazione professio-nale e attività di sostegno al reinserimento nelmondo del lavoro. Per ogni persona che deciderà diaderire è infatti disponibile una “dote”, cioè un insie-me di risorse, da utilizzare presso gli operatori accre-ditati. Per accedere è necessario sostenere un collo-quio per fare il punto sulla propria situazione e indivi-duare il percorso più adatto alle proprie esigenze ecompetenze, che può avere come obiettivo sia il la-voro dipendente, che la creazione di una propria atti-vità imprenditoriale.Per partecipare al progetto si può chiedere un ap-puntamento con gli orientatori dell’Enaip dei cen-tri di Busto A. (Viale Stelvio 143 – 0331 372.111) e diVarese (via Uberti 44, ang. Via Goldoni – 0332802.811).

GLI INTERVENTI A FAVOREDELLE PERSONEIN CASSAINTEGRAZIONE IN DEROGA La crisi economica di questi anni ha coinvolto alcunemigliaia di persone in provincia. Nell’ultimo anno, inbase agli accordi Stato Regioni, è stato avviato unprogramma che, oltre a ridurre i costi del personaleper le imprese, impegna le persone in cassaintegra-zione ad utilizzare servizi individuali (orientamento,bilancio di competenze, coaching…) e in percorsi diformazione individualizzati.La partecipazione al progetto è conseguente allo sta-to di crisi dell’azienda dichiarato mediante accordosindacale e riconoscimento della Regione Lombar-dia.Per partecipare al progetto si può chiedere un ap-puntamento con gli orientatori dell’Enaip dei cen-tri di Busto Arsizio e di Varese.

Le proposteformative di

Page 29: Aclivarese Luglio 2010

l lavoro della terra ha sempre avu-to una profonda funzione sociale,basata sulla solidarietà, sulla garan-zia della qualità dei prodotti e sul-la conservazione del territorio. Ta-le funzione era regolata da un com-portamento che rispecchiava una

realtà oggettiva, secondo una tradizionetrasmessa nel tempo da padre a figlio. Lariscoperta di questo mondo è divenutaindispensabile soprattutto per le nuovesfide della globalizzazione, dei cambia-menti demografici e sociali, dei muta-menti climatici; sfide che pongono alleACLI l’esigenza di ricercare valori e le-gami con la terra dotati di una forte ri-sonanza etica ed affettiva. Uno svilup-po più ricco perché retto da un inten-dimento morale e da un orientamentoverso il bene comune.

L’azienda agricola, in questa econo-mia moderna, è fortemente basata sul-la famiglia, ciò è di notevole importan-za in quanto la famiglia stessa è il nucleodi base di una società che vuole espri-mere i valori della solidarietà e dell’ac-coglienza, controllando le tendenzecompetitive ed edonistiche. È la fami-glia la grande centrale di affettività cheriscalda e arricchisce le relazioni uma-ne e sociali.

AcliTerra per valorizzare il ruolo del-l’agricoltore, della sua famiglia e della suaimpresa, persegue più obiettivi: promuo-ve, tutela e rappresenta gli operatori agri-coli e rurali, anche inoccupati, disoccu-pati e pensionati; attiva progetti ed ini-

ziative al fine di realizzare numerosi in-terventi anche nel campo delle energierinnovabili (come biogas, legnoenergiae biodiesel), mediante accordi e conven-zioni con altri soggetti sociali, enti edistituzioni; garantisce una rappresenta-tività reale ai propri associati, sia sin-goli che organizzati in forme cooperati-ve e consortili; sostiene processi di as-sociazionismo territoriale e locale, vol-ti alla difesa della famiglia, dell’ambien-te, della qualità della vita, della garan-zia alimentare e della salute, della valo-rizzazione delle produzioni agricole edelle forme di commercializzazione a tu-tela degli interessi convergenti di pro-duttori e consumatori; ricerca azioni dicrescita sociale degli associati attraversointerventi mirati di sostegno, in ambitiquali la formazione, l’informazione, l’as-sistenza, il patrocinio sociale, l’educazio-ne alla imprenditorialità ed alla coope-razione.

Tutto questo attraverso un’offerta diservizi (consulenza tecnica, legale, fisca-le e tributaria), di interventi e di opere

appropriati agli scopi.I CAA-ACLI (Centri autorizzati di As-

sistenza Agricola) hanno lo scopo di as-sistere i produttori agricoli nell’elabo-razione delle dichiarazioni di coltivazio-ne e produzione e nella stesura delle do-mande di ammissione ai benefici comu-nitari, nazionali e regionali. Inoltre svol-gono il controllo sulla regolarità forma-le delle dichiarazioni, immettendone i re-lativi dati nel sistema informativo attra-verso le procedure del SIARL (SistemaInformativo Agricolo della RegioneLombardia).

Per informazioni telefonare a:Responsabile provincia di VareseFilippo Pinzonevia Speri della Chiesa, 7/921100 VareseTel. 0332.281204Fax 0332.214511Cell. 348.3554718E-mail: [email protected]

Responsabile RegionaleDomenico GiacomantonioAcliTerra Lombardiavia Bernardino Luini, 520123 MilanoTel. 02.86995618 - Fax 02.80298442e-mail: [email protected] web: www.aclilombardia.it

acliterra

29varese | luglio 2010 | n. 4 |

I

Associazione Nazionale profes-sionale agricola, senza fini dilucro, delle ACLI, che opera nel mondo rurale, contemplandoi valori della terra e della famiglia, a sostegno dello sviluppodelle persone e dei territori

Nasce anchea Varese

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30 varese| luglio 2010 | n. 4 |

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Page 31: Aclivarese Luglio 2010

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